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di Sicilia
Michelangelo Caldara
© Michelangelo Caldara
www.bookmundo.de
Deutschland
ISBN:9789463983846
Bookshop: “http://publish.bookmundo.de/books/220004”
Copertina - Leoni mosaico di Re Ruggero II - Palazzo dei Normanni - Palermo: Ph. M. Caldara ©
A tutti i bambini cresciuti senza le carezze di una madre. Ai bambini cresciuti senza il conforto e le
certezze venute dall’esempio di un padre.
Agli uomini e alle donne che durante la loro esistenza hanno creato alberi di vita.
A tutti coloro, che lungo il cammino hanno sempre saputo trovare la strada del ritorno.
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Il fiume salato stava nel centro della valle; tra le due sponde ei
due territori. Quello di lei e quello di lui.
L'Alycos. Il fiume di entrambi.
Lo vide navigabile; largo; pieno di navi e di gente: il Platani.
Era prima del diluvio.
Si perse.
Ritornò.
Andava e veniva.
Si confuse.
Balbettò parole incomprensibili. Strani suoni mescolati in
sincrasi.
Passò attraverso sillabe sincopate.
Akkà.
Akkà.
A sprazzi soltanto riusciva a capirla.
In una lotta di lingue, incalzante nei ritmi; in una danza
avvolgente di suoni e di accenti diversi, attraversava
inconsapevole, tutte le parlate del sangue. I fremiti stranieri del
cammino delle radici.
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Era Ferragosto.
Mezzaùstu.
Fin dalla mattina, un’onda di persone, straripava negli spazi
sterrati di Acquanova. Era la fiera agricola, collegata ai riti in onore
della Madonna, piena di odori sovrabbondanti e sovrapposti versi
e voci di animali e umani. Il clima caotico, per rivalsa, per una
volta, nell’inconsapevole confronto tra singoli, all’interno delle
masse plurali di persone, più o meno conosciute, ringalluzziva
l’individualità dei villani, dediti per quel giorno agli affari e alle
relazioni sociali.
E il pomeriggio, nel centro storico, per le strade delle tradizioni,
finalmente, aspettata, la lunga processione religiosa che passava e
non finiva mai. Una processione, che si ripeteva sempre uguale,
tutti gli anni. Il sollevare dei piedi cadenzato mutava composizione
molto lentamente nel tempo. Tutti ordinati e in linea, i fedeli. Solo
i bambini e gli adolescenti, smarginavano qua e là fuori dalle righe
del corteo, subito ripresi dall’onnipresente arciprete; mingherlino;
fluttuante, a collo alto; col megafono, nello spazio libero delle due
ali di persone in movimento.
La sera nella piazza del Carmine, il culmine della festa. La
chiesa secentesca, illuminata a festa da luci barocche si ergeva sul
poggio più alto della collina dell’Annunziata.
Ora sembrava avere orli e trame di ricami di abbagli colorati tra
le pietre, così adornata com’era, nella notte di stelle.
L’ampio slargo della Madre Vergine, vedeva esplodere l’apice
della gioia.
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Abraham Ibn Ahmed, il ragazzo marocchino che giunto
bambino in Sicilia; appena diciottenne; durante l’ideale viaggio di
sincretismo con l’identità, con le cose, con i luoghi e con la gente
del posto; incosciente e innocente, schianta la sua vita al palo
della modernità.
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All’inizio, Mohammed Ibn Abbad, era stato entusiasta per la sua
cattura. Non aspettava altro, Benaveth. Era da tempo che si
scontrava con lui. Non era un problema di fanatismo o guerra di
religione. Aveva smania di azioni eclatanti. Da quando era a capo
dei rivoltosi, dopo la morte di Mirabetto, cercava vendette di ogni
tipo, una dietro l’altra. la sua sete di giustizia, non si placava mai.
Considerava i religiosi cristiani concausa dei mali della Sicilia.
Sapeva tuttavia che la fede non era la causa vera dei loro mali.
Aveva parecchie idee per sfruttare la detenzione del potente
vescovo di Girgenti.
A Ursone, ciò, era stato confidato dalle guardie.
Ora, gli ultimi giorni, aveva comportamenti mutevoli. Il
vescovo, lo sentiva nervoso. Benaveth, a tratti ascoltava i suoi
discorsi. Pendeva dalle sue labbra, mentre egli parlava. In altri
momenti invece, lo guardava fisso con occhi di fuoco. Sembrava
lo volesse fulminare con lo sguardo. Lo zittiva irato, col segno delle
dita decise, sulla bocca.
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Dalla pendenza della strada e dalle curve aveva intuito che erano
scesi da Monreale per Balarm.
Conosceva la zona. La morfologia del territorio.
Dal tipo di rumore degli zoccoli sul lastricato capì che era
portato verso Il centro.
Ad un certo punto un forte tanfo di concio di pelli gli invase le
narici. Si rese conto che doveva trovarsi nei pressi della conceria
del quartiere Seralcadio, nei paraggi della chiesa di Sant’Agostino
e dell’Hospitalia dei pellegrini cristiani, oltre il torrente che
nasceva dal pantano del Papireto nutrito a sua volta dall’Ayin - az
Zaytun, Danisinni o “Fonte dell’Ulivo” per i latini. Il fiume in quel
tratto era chiamato fiume della concia. In quel tratto il puzzo delle
pelli dominava ogni altro odore. Prima della chiesa di
Sant’Agostino, sapeva che l’imperatore svevo vi possedeva
profumati aranceti e un tenimento di case. Lui conosceva bene la
contrada, ci veniva spesso da bambino, ospite di una zia, sorella
della madre. A quei tempi ci vivevano soprattutto musulmani.
Improvvisamente sentì un brusìo enorme e voci e urla che si
sovrapponevano. Erano voci e urla espresse nella sua lingua. Intuì
cosa c’era. Ma non poteva immaginare tutto.
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Cavalcavano a lungo.
Trotto e galoppo. Trotto e galoppo.
Sulla cresta dell’altipiano di Mandra Alia.
Era un po’ pianura e un pò tetto del mondo, lungo la trazzera
rettilinea. Piattaforma di terra nera obliqua graduale che aprendosi,
saliva, fino a portare dritta dritta al paese.
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Indice:
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Dello stesso autore:
Archetipi; edito da Siculgrafica – Agrigento - 2003. In esso, una breve storia degli Archi di Pasqua di
San Biagio Platani e versi del sentire contadino. Il libro illustrato, da fotografie di Giuseppe Sabella, è
in siciliano, italiano e inglese. Prefazione e traduzione inglese di Angelo Baccarella.
Tesori di Sole -- Tradizioni Orali di San Biagio Platani – Voci, Echi e Memorie di Civiltà Rurale. Edizione
Bookmundo.Direct – Germania - 1° ediz. 2018 – 2° ediz. 2019. Testo in siciliano, italiano e Inglese.
Traduzione inglese ancora di Angelo Baccarella. Illustrazioni grafiche di Filippo Licata.
Alchimia di suoni.
Cristianità. Islam.
Popoli.
Storie. Storia.
Retro copertina - Particolare murario della Cattedrale - Palermo: Ph. M. Caldara ©
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