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IL SUONO E IL RUMORE
Da cosa nasce un suono?
Da una perturbazione fisica che viene creata nell’aria, da vibrazioni cicliche che corrispondono ad una successione rapida di
sovrappressioni e depressioni (per es. dalla corda di un violino o dalla membrana di un clacson). I suoni sono sensazioni
percepite dall'orecchio umano generate da corpi i n oscillazione.
Tali oscillazioni si propagano nell'aria, o in un altri mezzi, attraverso la comunicazione sequenziale tra le varie particelle che
compongono il mezzo stesso. Quando ad esempio un corpo vibrante mette in movimento le particelle d'aria a lui vicine queste
oscillano attorno alla loro posizione di equilibrio trasferendo a loro volta energia alle particelle a loro più prossime. Si ha così
propagazione del suono.
Lo spostamento delle particelle d 'aria determina una variazione di pressione nel mezzo. La variazione di pressione attorno al
valore della pressione atmosferica è la pressione sonora.
Ciclo, periodo e frequenza:La sequenza dei movimenti dovuta alla vibrazione è un movimento periodico. Ogni sequenza è
detta ciclo, il tempo impiegato per compiere un ciclo è detto periodo, il numero di cicli compiuti nell’unità di tempo è detta
frequenza.
LE CARATTERISTICHE DI UN SUONO
Se andate a guardare su un qualsiasi libro di musica vedrete che il suono si definisce usando tre proprietà: altezza, intensità e
timbro. Ma cosa rappresentano questi nomi? Per capire come si collegano queste grandezze al suono bisogna ricordare la forma
dell'onda di pressione che nasce da un corpo che oscilla e si propaga nel mezzo circostante.
Un’onda sonora è caratterizzata dal fatto che una stessa forma si ripete periodicamente. L'altezza di un suono, chiamata più
comunemente frequenza, è proprio l'inverso del tempo che dura ogni ripetizione, che, a sua volta, viene chiamato il periodo
dell'onda. L'onda sonora caratterizzata da un periodo che dura 1/100 di secondo ha una frequenza pari a 100 oscillazioni al
secondo. L'unità di misura della frequenza si chiama Hertz, o in breve Hz, e quindi questa frequenza vale 100 Hz. Ma come
possiamo sentire la frequenza di un suono? Niente di più facile! Più un suono è acuto e più la sua frequenza cresce. Per dare un po'
di numeri considerate che una frequenza minore di 200 Hz è un suono basso mentre una frequenza maggiore di 800 Hz è un suono
acuto.
Passiamo ora alla seconda proprietà di un suono, l'intensità . Come potete immaginare con questo nome si intende l'ampiezza di un
suono, il suo volume. Ma come si misura questa volume? Così come per la frequenza esiste un'unità di misura ad hoc, gli Hertz,
anche in questo caso per misurare l'ampiezza di un suono si usa un unità particolare chiamata Decibel, e quando usiamo questa
unità facciamo riferimento proprio alla sensibilità dell'udito: un suono appena percepibile infatti ha un ampiezza di O decibel -
abbreviato in Db - mentre un suono spacca timpani ha un ampiezza di 120 Db.
L'ultima, e più complessa, caratteristica di un suono è chiamata timbro. Possiamo dire che il timbro rappresenta la carta di identità
del suono. Per convincersene facciamo suonare, per esempio, ad un violino e a un pianoforte la stessa nota alla stessa ampiezza.
Questi due suoni quindi avranno la stessa altezza, la stessa intensità ma un timbro, e quindi un identità, differente
Come vedete la forma dell'onda è molto diversa nei due casi e si sarebbe tentati di affermare che è proprio lei la responsabile del
timbro. Ma purtroppo questo non è del tutto esatto .In effetti ci possono essere delle forme d'onda che appaiono differenti ma
hanno lo stesso suono. A prima vista potrebbe sembrare di essere arrivati in un vicolo cieco, ma in realtà una via di uscita esiste e la
scoprì nel 1701 il francese Sauveur . Questo scienziato, studiando le vibrazioni di una corda, intuì che qualsiasi suono in realtà è
formato da una somma di onde elementari chiamate sinusoidi o armoniche. E questa scoperta venne formalizzata, verso la fine del
'700, dal matematico J . B. Fourier che ne ricavò un celebre teorema che porta il suo nome.
Usando questo teorema si vede che il timbro di un suono in effetti dipende dalla quantità e dall'ampiezza delle sinusoidi che
contiene così come il sapore di una pietanza dipende dagli ingredienti che usiamo per prepararla . Quindi, così come possiamo
descrivere una pietanza attraverso la lista dei suoi ingredienti, allo stesso modo possiamo caratterizzare un suono specificando le
sinusoidi che lo formano. Questa lista degli ingredienti di un suono ovvero delle sinusoidi che lo compongono, si chiama spettro. Ma
come si legge lo spettro di un suono? Uno spettro è rappresentato, in ordine crescente, dalle frequenze delle armoniche che
compongono il suono, mentre, l'ampiezza di ognuna di queste armoniche è rappresentata dall'altezza della riga che la rappresenta.
Appare poi evidente il primo aspetto fondamentale del fenomeno fisico in esame che risulta essenzialmente
influenzato dallo spettro di emissione della sorgente sonora: tutto lo studio dell’acustica architettonica è
sostanzialmente incentrato sull’analisi spettrale delle sorgenti e sulle modalità di risposta dei mezzi
adottati per il controllo del fenomeno (riflessione, assorbimento e trasmissione dell’energia sonora
incidente).
Nel caso più semplice si può ipotizzare che dette variazioni di pressione seguano una legge sinusoidale
(moto armonico), in tal modo lo strato d'aria adiacente alla sfera subirà espansioni e contrazioni con la
stessa frequenza della sfera, e così per gli strati d'aria concentrici successivi in modo che, dopo un certo
tempo, in tutti i punti del mezzo che circonda la sfera si hanno delle variazioni periodiche di pressione.
In sintesi le condizioni essenziali per la generazione, propagazione e udibilità del suono così come definito
sono quattro:
•la presenza di un mezzo elastico (nel vuoto non c’è propagazione sonora);
•una variazione di pressione nel mezzo intorno ad un valore di equilibrio (ad esempio la pressione
atmosferica);
•una frequenza delle variazioni di pressione compresa nel campo udibile;
•un contenuto energetico superiore ad una soglia minima di udibilità.
Un suono può essere costituito da un tono puro, cioè da un segnale di una sola frequenza (monocromatico), da più toni puri
(policromatico). da suoni complessi (armonici, periodici, segna le su una sola banda di frequenze). da rumori, cioè costituiti da tutte le
frequenze con diversi livelli.
L'analisi della composizione in frequenza dei suoni può essere effettuata con diversi metodi basati sulla suddivisione del contenuto di
energia sonora in bande, cioè in prefissati intervalli di frequenza. Ciascuna banda è caratterizzata dalla frequenza nominale di centro
banda fc e dalle frequenze di taglio superiore fs e inferiore fi . L'ampiezza di banda, definita dalla differenza tra la frequenza di taglio
superiore e inferiore Δf = fs - fi , può essere costante o variabile al variare della frequenza nominale di centro banda. L'analisi ad
ampiezza di banda costante viene utilizzata per analisi approfondite sulla composizione in frequenza di rumori generati da sorgenti e
macchine, sulla diagnostica e sulle cause generatrici delle emissioni sonore. L'analisi in bande di ampiezza percentuale costante, in
particolare la cosiddetta analisi in ottave o terzi di ottava, viene solitamente utilizzata in acustica ambientale ed architettonica.
Questa analisi si basa sulla costanza del rapporto tra la larghezza di banda ti/ e la frequenza nominale di centro banda che
caratterizza la banda stessa. L'ottava e' un intervallo di frequenza usato in acustica per vari scopi. Deriva dalla notazione musicale ha
come riferimento il La 440 Hz (convenzione internazionale) da cui sono ottenute per differenza tutte le altre note. Sul pianoforte
sono presenti sette ottave (più tre tasti) la stessa nota nell' ottava superiore corrisponde ad un raddoppio di frequenza il primo Do e'
a 261 .5 il secondo a 523 il terzo o centrale 1026.
In acustica e fonometria si usa una scala derivata dalla musicale ma indipendente. Il riferimento e' il 1000 Hz per convenzione e per
gli studi di Weber e Fletchner le ottave precedenti ' 500 250 125 le successive 2000 4000 8000 16000 Il terzo di ottava sarà
proporzionale all' intervallo fra le ottave125/3 =41,6 Hz per la prima 8000/3 2666 Hz per l'ultima. In fonometria forniscono una
ripartizione solo all' apparenza non uniforme, ma se si analizza ad esempio la loro ripartizione in funzione dello spettro vocale umano
(150-3750 Hz circa) si capisce che la maggiore risoluzione a basse frequenze e' infinitamente più' utile di una ripartizione decimale.
Attualmente unificate per il settore edile corrispondono a 63, 125, 250, 500, 1000, 2000, 4000 Hz
Pressione Acustica: variazione che la pressione subisce rispetto alle
condizioni di quiete in un generico punto dell’ambiente
Scopi
Approcci per la verifica del rumore emesso
Scelta della strumentazione : le norme vigenti prevedono l’utilizzo di fonometri
integratori di classe 1
Al momento dell’impatto parte dell’energia sonora verrà riflessa, parte assorbita e parte
verrà trasmessa al di là dell’ostacolo.
Anche in uno spazio chiuso una sorgente sonora irradia in tutte le direzioni, ma la
propagazione sferica prevale solo in prossimità della sorgente; allontanandosi da
essa, l’influenza del suono riflesso dalle pareti si farà via via più importante.
Le riflessioni del suono date dalle pareti influenzano tutta l’acustica dello spazio in cui è in
funzione la sorgente. I fenomeni prodotti dalla riflessione delle onde sonore possono
“distruggere”o “migliorare” le condizioni acustiche di una sala d’ascolto o di un
qualsiasi ambiente, sia esso abitativo o industriale.
Il livello di pressione totale Lt sarà quindi dato dalla somma logaritmica dei livelli Lp ed Lr
Se il suono nella sala è generalmente diffuso, fino ad una certa distanza dalla sorgente il
suono diretto sarà molto maggiore di quello riflesso, mentre al di là di questa
distanza sarà il suono riflesso a prevalere, e quindi il livello totale rimarrà pressoché
costante.
Ad ogni successiva riflessione ogni onda perderà una frazione di energia a causa
dell'assorbimento e la pressione sonora nella stanza diminuirà gradualmente.
Le onde colpiranno l’orecchio dell’ascoltatore in una successione così rapida che egli
normalmente non le udrà come distinte ripetizioni del suono originale, ma come un
prolungamento di questo, dopo che la sorgente si sia fermata.
Questo prolungamento del suono, che man mano si fa più debole fino a diventare non
più udibile, è chiamato coda sonora o riverberazione (reverberation ).
Tempo di riverberazione
Il metodo più usato è quello che si basa sull’ipotesi di Sabine, dove si suppone che
l’energia emessa dalla sorgente dopo il silenziamento diminuisca uniformemente nel
tempo.
Dall'analisi di risultati sperimentali, Sabine dedusse la seguente formula :
τ = 0,16 (V / A*) sec
dove τ = tempo di riverberazione espresso in secondi;
V = volume della sala in m3;
A*= assorbimento totale della sala in mq.
Percezione della musica
Per la musica non si può definire un preciso criterio di intellegibilità.
Si è osservato comunque che, per ogni tipo di musica esiste un tempo di riverberazione
per il quale l'audizione risulta migliore.
Per una sala da adibire sia a musica classica che sinfonica, un tempo intermedio di 1,8
sec a 1000 Hz può essere considerato soddisfacente. Meglio però, se possibile,
adoperare dei materiali ad assorbimento variabile che possono modificare a seconda
dell'occasione il tempo di riverberazione.
Influenza delle persone sul tempo di riverberazione
Risonanza
Quando le onde sonore urtano la struttura di una sala, essa è posta in uno stato di
vibrazione più o meno forte a seconda della sua natura.
I materiali vibrano alla stessa frequenza delle onde sonore incidenti ed emettono
alternativamente suono da entrambi i lati.
Pareti, divisori, pavimenti, soffitti, pannelli ecc. rispondono con vibrazioni in accordo, cioè
sono in risonanza.
Si noti infine che la risonanza rinforza il suono senza prolungarlo apprezzabilmente, come
invece fa la riverberazione.
Percezione del suono negli ambienti chiusi
In tal senso, ad esempio, una parete divisoria tra ambienti (e le relative strutture al
contorno) dovranno garantire una certa prestazione fonoisolante
Gli interventi di fonoassorbimento invece hanno lo scopo di controllare la riflessione dei
suoni sulle pareti di un locale e quindi di adattare, in base alle proprie esigenze, il
riverbero all'interno dell'ambiente in cui si genera i l rumore.
PROGETTAZIONE:
-Dimensionamento acustico delle pareti
CONTROLLO:
-Rilevazione in fase di esercizio di alcune grandezze
L Livello Sonoro
T Tempo di Riverberazione
Il livello di rumore di calpestio (L) è una grandezza che caratterizza la capacità di un solaio di limitare la
trasmissione dei rumori da impatto. Si determina in sostanza rilevando nell'ambiente disturbato il livello di
rumore generato da una macchina per il calpestio posizionata sul solaio in esame.
VALORI LIMITE:
-Potere fonoisolante apparente
-Isolamento acustico standardizzato di
facciata
-Livello di rumore di calpestio di solai
normalizzato
-livello massimo di pressione sonora
ponderata
-livello continuo equivalente di pressione
sonora ponderata
Percezione del suono negli ambienti chiusi
Valori limite :
Potere Fonoisolante apparente di elementi di separazione tra ambienti R’w : 55dB
Prende in considerazione tutta la potenza sonora che arriva nell’ambiente ricevente- valore unico ottenuto dai valori
alle varie frequenze secondo una procedura normalizzata
Isolamento acustico standardizzato di Facciata D2m,nT,w : 45dB
Definisce le proprietà isolanti di una parete divisoria tra l’ambiente esterno (sorgente sonora) e l’ambiente interno
effettuata a 2 metri dalla facciata, normalizzato rispetto al tempo di riverberarzione
Livello di rumore di calpestio dei solai normalizzato L’n,w : 58dB
Definisce il livello di rumore trasmesso essenzialmente per via strutturale e che interessa il complesso pavimento-solaio
Livello massimo di pressione sonora ponderata A LASmax : 35dB
Il valore massimo del livello istantaneo di pressione sonora misurato durante l’evento sonoro causato da un impianto a
ciclo discontinuo
Livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A LAeq : 25dB
Il valore medio energetico del livello di pressione sonora prodotto da un impianto a ciclo continuo
R’ – Potere Fonoisolante Apparente
R’ = L1 – L2 + 10 log SS/A
Dai valori espressi in funzione della frequenza (terzi di ottava) si passa all’indice di valutazione
R’w del poterte fonoisolante apparente delle partizioni fra ambienti facendo ricorso ad una
apposita procedura. L’indice di valutazione R’w permette quindi di caratterizzare con un solo
numero le proprietà fonoisolanti della parete
ffffffff
CONOSCENZE TECNICHE
Fonoisolamento
Potere fonoisolante
Effetto barriera offerto dalla parete alla propagazione del suono.
Misurato in fase di esercizio dalla relazione: R= 10 log Pi/Pt
Con Pi e Pt corrispondenti alle potenze sonore rispettivamente incidenti e trasmesse
IN FASE DI PROGETTAZIONE
è una grandezza misurata in laboratorio per bande di frequenza
Può essere calcolato tramite la Legge della massa
R= 20 log (Ms f) – 48
Con 48 derivante dal rapporto pfMs/rc e tiene conto :
della frequenza f(Hz); della massa areica della parete Ms (Kg/mq); della densità dell’aria r
pari a 1,20,Kg/mc ; della velocità del suono nell’aria c (340 m/sec)
E di conseguenza della resistenza acustica dell’aria rc = 410 Kg/sec. Mq se l’aria stessa si
trova a 20 °C ed alla pressione atmosferica
Oltre che dalla frequenza, il potere fonoisolante dipende dalla massa per unità di
superficie dell’elemento.
Il sistema massa-molla-massa garantisce ottime prestazioni di fonoisolamento tra ambienti adiacenti il principio di
funzionamanto riguarda due strati divisori costituiti , per esempio da lastre di gesso rivestito con una intercapedine in
mazzo in cui viene inserito della lana di vetro con funzione di ammortizzatore integrando la molla rappresentata dall’aria
Isolamento acustico
Definito dalla differenza di livello di pressione sonora L1 esistente in un ambiente in cui sia
in funzione una sorgente sonora e il livello di pressione sonora L2 esistente
nell’ambiente attiguo, separato dalla parete in esame.
D = Lp1-Lp2 =R-10 log Sd/A
A = area di assorbimento equivalente dell’ambiente ricevente (m2)
S = area dell’elemento di separazione (m2)
Per calcolare i livelli di pressione sonora all’esterno prodotti dalla sorgente sonora posta
all’interno di un altro ambiente la formula è : Lp2= Lp1 – R +10 log Sd – 20 log r - 11
Per incrementare il potere fonoisolante è necessario incrementare proporzionalmente la massa
della parete.
Il potere fonoisolante di una parete monocorpo aumenta di 4 dB se si raddoppia il suo spessore
così come aumenta di 4 db se la frequenza del suono incidente si moltiplica per due.
L’adozione di una parete a corpo multiplo consente di ottenere effetti acustici altrettanto
positivi senza aumentare eccessivamente il peso della parete purchè:
-i corpi siano realizzati con materiali e/o spessori differenti per evitare la coincidenza delle
frequenze proprie di risonanza
-i corpi vengano distanziati da uno strato di aria compreso tra 5 cm. e 12cm.
-I corpi della parete vengano realizzati senza collegamenti rigidi
-La frequenza di risonanza dell’intera parete multistrato sia inferiore alle frequenze dei suoni da
attenuare
Aumento di 4dB con una intercapedine di 2-4 cm. Di 9 db con una intercapedine di 5-10cm.
Pavimento galleggiante
Interporre tra il pavimento portante e il pavimento di copertura,un supporto resiliente,
continuo o discontinuo. E’ necessario che in tale tipo di pavimento non vi sia alcun
elemento rigido di collegamento tra la massa galleggiante e la struttura poiché ciò
annullerebbe l’effetto smorzante dell’elemento resiliente.
I rumori d’urto sui pavimenti possono essere
causati da:
-percussione (caduta di oggetti, calpestio)
-vibrazioni (macchinari)
-attrito (trascinamento di mobili)
Consiste nel realizzare un controsoffitto il più possibile continuo (ottimo il gesso rivestito
o il legno) su cui verrà poggiato del materiale fonoassorbente poroso (come la
melanina espansa) per evitare che l’intercapedine diventi una cassa armonica, il tutto
sospeso ad una certa distanza dal soffitto attraverso elementi antivibranti e scollegato
dalle pareti laterali mediante guarnizioni in gomma.
La limitazione di questo sistema consiste nel fatto che, comunque, il rumore seguirà altre
vie di propagazione, pur avendo messo in atto una protezione al solaio superiore, il
rumore si propagherà attraverso le pareti laterali giungendo sino al locale
sottostante. Il controsoffitto desolidarizzato potrà quindi essere messo in opera anche
quando al piano superiore sia già stato realizzato un pavimento galleggiante,
aggiungendo una protezione ai rumori aerei.
TRASMISSIONE DEL RUMORE ATTRAVERSO IMPIANTI
Il rumore prodotto da impianti interni agli edifici è spesso fonte di profondo disturbo per
gli abitanti di uno stabile. porre una particolare cura nella progettazione e nella
realizzazione di questi elementi è indispensabile per giungere ad una qualità totale
dell'edificio che prenda in considerazione soprattutto il comfort di chi fruirà dell' opera
realizzata. Le cause principali dei rumori prodotti dagli impianti tecnici sono da
individuarsi sia nell'errata collocazione, scelta e installazione delle apparecchiature,
sia nell' eccessiva continuità delle tubazioni e in una insufficiente desolidarizzazione
delle condotte dalle strutture murarie. Innanzitutto, è importante sottolineare come la
prima operazione da compiere, quando si debba intervenire su macchinari generanti
vibrazioni nelle strutture, sia quella di isolarli dagli elementi edilizi che li circondano e
ai quali sono collegati, mettendo in opera materiali capaci di dissipare l'energia
vibratoria ricevuta.
Regole pratiche per ottenere in opera i requisiti acustici passivi desiderati
PARETI
Aumentare lo spessore dell’intercapedine; minimo 5 cm.
Riempire tutta l’intercapedine con pannelli di materiale isolante a giunti bene accostati
Utilizzare tre intonaci, due sul primo tavolato ed uno sul secondo
Sigillare accuratamente i giunti tra i mattoni
Impiegare mattoni di grande formato
Utilizzare paramenti di diverso peso per metro quadrato non collegati
Non utilizzare mattoni rotti e di spessore inferiore a 8cm.
Inserire sotto tutti e due i tavolati uno strato di materiale resiliente
Non realizzare tracce per gli impianti sulla parete o prese lettriche direttamente affacciate sui due
paramenti in posizione speculare
Ridurre le trasmissioni di fiancheggiamento
Regole pratiche per ottenere in opera i requisiti acustici passivi desiderati
SOLAI INTERPIANO
Non annegare le tubazioni degli impianti nel massetto ripartitore ma sotto l’isolante
Rifilare il materiale isolante al livello della pavimentazione finita invece che del
massetto
Pulire il piano di posa dell’isolante per evitare danni allo stesso
Interrompere il pavimento galleggiante al di sotto dei tramezzi
Utilizzare materiali isolanti di contenuta rigidità sotto i carichi previsti(in edilizia
250/300 kg/m2
Proteggere con cartonfeltro bitumato i pannelli isolanti dalla miscela acqua-cemento
del massetto e posare l’eventuale strato protettivo del prodotto verso l’alto e
realizzare sovrapposizioni non inferiori ai 10cm
Per evitare possibili rotture della pavimentazione dimensionare ed eventualmente
armare il massetto ripartitore ei carichi; tale massetto deve essere di adeguata
composizione e portato a stagionatura prima del transito di cantiere
Posare il materiale isolante solo poco prima della realizzazione del massetto per
evitare che restando a lungo senza protezione venga danneggiato dal pedonamento
di cantiere
PROGETTARE IL SUONO
Differenza tra i concetti di isolamento e condizionamento acustico.
Questo tipo di risonatori si utilizza per ottenere un assorbimento in una banda determinata alle
frequenze intermedie. E’ frequente il loro impiego come elementi complementari dei
materiali porosi
Per rendere meno selettivi i risuonatori acustici si può inserire del materiale poroso all’interno della cavità.
Si ottiene un allargamento dello spettro di assorbimento ma una conseguente riduzione del picco in
corrispondenza della frequenza di risonanza.
Agendo sullo spessore del pannello, sulle dimensioni dei fori e sulla percentuale di foratura nonché sulla
distanza di montaggio dalla parete, si può rendere massimo l’assorbimento nella banda di frequenze
desiderata
Risunatori multipli
Consiste in un pannello di materiale rigido, non poroso, con fori circolari o fenditure, montato ad una
certa distanza dalla parete rigida in modo da lasciare una cavità chiusa di aria fra le due superfici.
Costituisce una generalizzazione del risonatore semplice. Le masse d’aria nei fori vibrano ( non sono i
pannelli a vibrare) e l’aria contenuta nella cavità si comporta come una molla. L’attrito fra l’aria e
le pareti dei fori, accompagnato da una dispersione di calore, determina l’attenuazione del suono.
Questo tipo di risonatore è meno selettivo di quello semplice. Si ottiene, per uno spessore limitato, un
elevato grado di assorbimento per un’ampia gamma di medie frequenze.
Riempiendo lo strato di aria con un materiale poroso aumento il grado di assorbimento e migliora la
risposta a tutte le frequenze.
I materiali generalmente usati sono:
il legno,cartongesso, mattone e lamine metalliche.
ELEMENTI DIFFUSORI
Uno dei problemi più importanti da risolvere nelle sale da concerto o nelle sale di
registrazione è la creazione di un campo sonoro molto diffuso,che il suono sia
avvolgente, che l’energia del campo riverberante arrivi allo spettatore ugualmente da
tutte le direzioni dello spazio.
La diffusione in una sala può incrementarsi mediante la distribuzione di irregolarità nella
superficie delle pareti.
Nelle antiche sala da concerto la diffusione si otteneva mediante balconi,statue,
decorazioni,ecc. Oggi i meccanismi utilizzati sono: irregolarità nella copertura,
formazioni di pareti tipo serra, pareti con cunei, diffusori policilindrici.
Diffusori policilindrici
Sono superfici lisce convesse, generalmente in legno, disposte l’uno a fianco all’altra con
un raggio di curvatura inferiore a 5 metri. Questa curvatura evita che il suono si
rifletta su una zona ridotta, permette che si diffonda in un’area maggiore.
B
speculare di S rispetto al piano del riflettore.
S
Si congiunga V con il primo spettatore A e
A
SEZIONE
con l’ultimo B del settore
LONGITUDINALE
X-X che si vuole rinforzare acusticamente.
Le rette VA e VB delimiteranno longitudinalmente il riflettore.
Pavimento usato come riflettore orizzontale
Spesso, specialmente nei teatri all’aperto, è anche sfruttato il pavimento, quando esso è
liscio e rigido, come riflettore orizzontale. Tale accorgimento era largamente applicato
negli antichi teatri greci, per il rinforzo del suono in cavea.
SEZIONE LONGITUDINALE
Riflettori verticali: Un muro, o una superficie rigida verticale in genere, posta alle spalle
della sorgente sonora, è talvolta usata come riflettore sonoro. Anche questo tipo di
riflettore è prevalentemente usato per teatro all’aperto, ed anch’esso era adottato
negli antichi teatri greci
B
SEZIONE
LONGITUDINALE
S V
A
Uso di più riflettori
Nel caso che il rinforzo acustico dato da un solo riflettore non sia sufficiente, specie per le zone più
lontane dalla sorgente sonora, è utile usare successivi riflettori che procurano un rinforzo
progressivo dove il livello sonoro risulta più basso. Più riflettori si usano anche per rinforzare in
diverse zone, come nel casi di teatri con gallerie.
VIII
V2
V1
SEZIONE LONGITUDINALE
VII
G
P
R
VI
B
S S A
In tutti i casi visti occorre ricordare che l’efficacia di un riflettore sarà tanto maggiore
quanto minore risulterà la distanza della sorgente virtuale dagli spettatori.. Particolare
attenzione dovrà essere fatta nel caso di riflettori collocati molto in alto o
verticalmente sul fondo della sala, poiché in questi casi è possibile che la differenza di
percorso fra l’energia sonora diretta e quella riflessa dallo specchio superi i 17 metri
dando luogo a fenomeni di eco o near-echo.
FENOMENI CHE INCIDONO SULLA QUALITA’ ACUSTICA DI UN SALA
Eco
Quando il suono diretto e quello riflesso vendono uditi distintamente
Noise-echo
E’ un ripetizione multipla del suono in uno spazio di tempo molto breve. L’ascoltatore
percepisce una rapida successione di piccoli echi. Si ha quando la fonte sonora si
colloca tra due pareti parallele molto riflettenti e lisce.
Si risolve con superfici diffondenti ed evitando pareti parallele.
Risonanza
Si associa all’apparizione di onde stazionarie o modi propri di vibrazione di
una sala conseguenza delle riflessioni successive su pareti opposte
Per evitare il fenomeno della risonanza si devono evitare superfici parallele e quelle
simmetriche
Si può aggiungere materiale assorbente ad entrambe le pareti parallele o ben collocare
materiale diffondente.
Focalizzazioni
Si ha quando il suono riflesso si concentra in una zona ridotta e inoltre il livello di energia
sonora misurato è eccessivo. La causa principale è l’esistenza di superfici concave:
cupole paraboliche o circolari, piante ellittiche,ecc.
DIMENSIONAMENTO AUSTICO DI UNA SALA
Auditorium a pianta rettangolare L’inclinazione delle pareti laterali L’arrotondamento degli spigoli
sono da preferirsi rispetto a piante e quindi la pianta trapezoidale è offre un ulteriore vantaggio.
circolari da preferirsi rispetto alla pianta
rettangolare.
Sono da privilegiarsi piante trapezoidali o rettangolari con pareti inclinate in corrispondenza della scena.
Strutture con pareti asimmetriche favoriscono la diffusione del suono. L’asimmetria può andare da un a
semplice strombatura, a strombature più accentuate, sino a soluzioni più ardite.
NORMATIVA