Sei sulla pagina 1di 1

Battisti parla a Mogol

a cura di Gasbarra Massimiliano


Questo mese la nostra attenzione si è concentrata sulla vicenda Lucio Battisti che oltre ad essere prepotentemente
rimbalzata in TV, ha fatto molta eco anche sul WEB. Come molti di voi sapranno, a quanto racconta Mogol, la canzone
“Arcobaleno”, da lui composta e cantata da A. Celentano, gli sarebbe stata “dettata” proprio dal noto cantautore
scomparso. Una medium avrebbe fatto da tramite tra il nostro mondo e quello dell’aldilà rendendo possibile il contatto. Al
di là delle varie coincidenze (la medium, il sogno del direttore di una rivista,ecc.) quello che più colpisce dell’intera
vicenda è la straordinaria vicenda vissuta da Mogol, la cui onestà e serietà non può di certo essere messa in discussione.
Chi conosce Mogol sa che, oltre ad essere uno che detesta la pubblicità e le apparizioni, ha sempre voluto conservare tutto
per sé il ricordo molto intimo del suo rapporto artistico con il cantautore morto nel settembre di due anni fa. <Io non ho
parlato direttamente al telefono con la medium che ha telefonato dalla Spagna> spiega Mogol <Questa signora ha preteso
che fosse registrata la conversazione ed io ho potuto leggere il sunto che ne ha fatto la mia segretaria e così ho potuto
scoprire che la medium aveva ricevuto dei messaggi da Lucio Battisti in pieno giorno e non in sogno come è accaduto
invece al direttore di una rivista, Caporaso, che aveva sognato Battisti quattro mesi dopo la sua morte>. Il Caporaso
racconta : <Erano intorno alle 4,30 del mattino, mi sono svegliato improvvisamente e il sogno era stato così vivido che
riuscivo a ricordare perfettamente i punti e le parole salienti che Lucio mi aveva detto in sogno. Decisi immediatamente di
scriverle su un foglio. Mi parlava del significato simbolico dell’arcobaleno come tramite tra cielo e terra>. Ma tornando
alla medium, Mogol aggiunge : <Lucio la pregava insistentemente di dirmi che avrei dovuto scrivere una canzone. Io mi
sono chiesto più volte in che modo lui potesse comunicare con la medium e lei rispondeva che avvertiva la sua presenza
accanto. I messaggi di Battisti parlavano di una canzone che Lucio voleva che io scrivessi dicendo quello che io sapevo lui
avrebbe detto. Non voleva una canzone dedicata. Alla sua memoria, prosegue il paroliere, voleva una canzone dedicata a
me. Inizialmente mi sono anche messo a ridere e ho scartato l'idea perché mi sembrava una cosa iperbolica. Ma adesso
sono in una posizione nella quale dico che non posso credere né non credere. L'ignoto sicuramente esiste, sicuramente ha
delle regole delle quali noi non sappiamo nulla>. In suo aiuto interviene Paola Giovetti, esperta di paranormale: <Se si
conosce la storia della parapsicologia> spiega <non risulta poi così incredibile che dall'aldilà, in questo caso da Lucio
Battisti, sia venuta un'ispirazione di tipo artistico, da cui è nata una canzone. Se si accetta che l'anima continui a vivere
dopo la morte, si puòaccettare anche che essa continui ad occuparsi e preoccuparsi di ciò che l'aveva interessata in vita e
che di conseguenza cerchi di agire ancora in qualche modo. Battisti potrebbe quindi aver cercato di far conoscere una
canzone il cui motivo aveva già in mente quando morì o alla quale addirittura stava lavorando. Per poter "trasmettere"
un'informazione ad un vivente, occorre che quest'ultimo sia dotato di una particolare sensibilità, chiamata medianità. Si
tratta di un contatto telepatico, questa volta non tra due persone viventi ma tra un vivente ed un trapassato.> Ma tornando
alla nostra medium ecco come si sarebbe concretizzato il contatto con Battisti: <Un giorno ho sentito la presenza di Lucio
accanto a me che mi diceva di entrare in una libreria e di prendere un libro senza leggerlo. Il libro s'intitolava proprio
"L'Arcobaleno". La sera, a casa, Lucio mi ha pregato di aprire il volume e di segnare con un cerchio le parole che lui mi
indicava: erano in spagnolo, e io ho eseguito. Sono le stesse parole che si trovano nel testo di Mogol.> E Mogol racconta
il tremendo impatto emotivo che ebbe modo di provare quando si trovò a confrontare il testo della medium e quello del
Caporaso, così straordinariamente simili. Poi Mogol aggiunge: <Una sera sono andato assieme a Gianni Bella a casa di
Adriano Celentano e Claudia Mori. E ho raccontato quello che mi era successo e il mio scetticismo. Poi mi sono detto:
"Se però trovo la musica giusta, può darsi che scriverò quel testo". A quel punto, Gianni ha tirato fuori una cassetta con la
musica che lui aveva scritto. E' nata così L'Arcobaleno".> Anche la medium italiana ha confermato l'episodio alle
telecamere di Raidue ma ha scelto di mantenere segreta la sua identità (quindi non cerca certo pubblicità- N.d.r.), anche
se si sa che questa donna ha collaborato molte volte con la polizia italiana in casi di rapimento di bambini. E a rendere il
tutto ancora più intrigante c’è la personale esperienza vissuta in
quei giorni dallo stesso Mogol. Un’esperienza talmente forte e straordinaria da spingere il paroliere a non raccontarla,
facendone semplicemente una propria esperienza di vita personale. Si limita solo a dire : <Quello che ho visto non so
spiegarlo, dico solo che se non avessi avuto con me un testimone penserei di esser diventato pazzo>. Un’apparizione? un
contattodiretto con Battisti? Questo rimane un segreto che Mogol intende custodire gelosamente. Intanto, ascoltando il
testo della canzone “Arcobaleno” non si può fare a meno di pensare che simili parole provengano davvero da un’anima
illuminata. Ma questo è un caso unico oppure nella storia del paranormale si registrano altri casi simili? <Si conoscono
molti casi di trasmissione di informazioni di tipo artistico: musicale, pittorico, letterario> spiega ancora Paola Giovetti:
<C'è per esempio la medium Rosemary Brown che da decenni riceve medianicamente musica nello stile di grandi
compositori del passato, da Chopin a Beethoven. Rosemary non sa suonare e scrive su un foglio musicale le melodie che
vengono poi suonate da altri. Il medium brasiliano Luis Antonio Gasparetto dipinge in trance quadri nello stile di grandi
pittori, specie impressionisti; e il nostro Gustavo Rol, morto pochi anni fa ultranovantenne, dipingeva anch'egli quadri
firmati Picasso, Paul Klee e altro ancora. Con riferimento alla letteratura si potrebbe fare lo stesso discorso: c'è per
esempio una bella serie di poesie ispirate ad una signora italiana totalmente digiuna in questo campo da parte della
poetessa americana Emily Dickinson, vissuta nel secolo scorso. Tutto questo aiuta a pensare che la morte non è la fine di
tutto e che il contatto tra chi se ne è andato e chi è rimasto è possibile>.

Potrebbero piacerti anche