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CAPITOLO 4

ENERGIE RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA

4.1 INTRODUZIONE

La strategia 20 – 20 – 20 ha stabilito per l’UE tre ambiziosi obiettivi da raggiungere entro il 2020:

 Ridurre i gas ad effetto serra del 20% (o del 30% in caso di accordo internazionale)
 Ridurre i consumi energetici del 20% aumentando l’efficienza energetica
 Soddisfare il 20% del fabbisogno energetico europeo con le energie rinnovabili

Tale politica, finalizzata a dotare l’Unione Europea di una strategia di crescita più sostenibile, ha
radicalmente cambiato il volto di molti dei settori visti in precedenza. Molti operatori, in particolare le
utilities energetiche, sono impegnati già da diversi anni nella trasformazione delle proprie strategie di
business al fine di meglio adattarsi al contesto attuale e sfruttarne le opportunità di crescita. Due sono gli
ambiti su cui si stanno forgiando tali strategie:

 la produzione di energia da fonti rinnovabili


 l’efficienza energetica

4.2 LE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI

Cambiamento climatico, sicurezza degli approvvigionamenti, progressivo esaurimento dei combustibili


fossili e necessità di sviluppare nuove tecnologie sono tra le principali cause dello sviluppo delle rinnovabili
nel mondo. In Italia, il recepimento del pacchetto clima energia è il varo di una importante politica di
incentivi che ha innescato un vero e proprio boom delle installazioni e che ha portato le FER a superare il
30% del mix di produzione elettrica nazionale

4.2.1 LE TECNOLOGIE FER

IN COMUNE A TUTTE LE FER: non sono fossili

FOTOVOLTAICO

L’effetto fotovoltaico consiste nella conversione dell’energia solare in energia elettrica. Questo processo è
reso possibile dalle proprietà fisiche di alcuni elementi definiti semiconduttori (es. silicio)

Un modulo fotovoltaico è costituito da un insieme di celle. Più moduli collegati in serie formano un
pannello, ovvero una struttura rigida ancora abile al suolo o ad un edificio. Un insieme di pannelli collegati
elettricamente in serie costituisce una stringa. Più stringhe collegate generalmente in parallelo
costituiscono il generatore fotovoltaico

DAL PUNTO DI VISTA ELETTRICO, non ci sono praticamente limiti alla produzione di potenza da sistemi
fotovoltaici poiché il collegamento in parallelo di più stringhe consente di ottenere potenze elettriche di
qualunque valore. Il trasferimento di energia dal sistema fotovoltaico all'utenza avviene attraverso ulteriori
dispositivi necessari a trasformare la corrente continua prodotta in corrente alternata, adattandola alle
esigenze dell'utenza finale

PRINCIPALI APPLICAZIONI:

 Impianti con sistema di accumulo per utenze isolate (off grid)


 Impianti per utenze collegate a reti in bassa tensione (solitamente per impianti residenziali o
commerciali)
 Centrali di generazione elettrica collegate alla rete di media o alta tensione
I primi dispositivi basati sul silicio si possono osservare già negli anni 40 ma solo nel 1954 Gerald Pearson,
presso i laboratori Bell, costruì involontariamente una cella fotovoltaica in silicio monocristallino. In questo
periodo, la tecnologia trovò applicazione quasi esclusivamente in campo aerospaziale. Solo seguito della
crisi petrolifera del 1973 si svilupparono applicazioni in campo energetico. Negli ultimi anni, il mercato del
fotovoltaico ha avuto una notevole crescita favorita da un progressivo aumento degli incentivi governativi e
da una riduzione del prezzo dei moduli

SOLARE TERMICO

Un impianto solare termico a concentrazione converte l’energia solare in calore ad alta temperatura poi
impiegato nella produzione di energia elettrica o in altri processi industriali. Oggi, la principale applicazione
consiste nella produzione di energia elettrica, utilizzando cicli termodinamici convenzionali con turbine a
vapore, a gas o motori a ciclo Stirling

A differenza di altre tecnologie solari, il calore può essere accumulato e quindi consentire una migliore
erogazione dell'energia elettrica prodotta. In alternativa, è possibile integrare i sistemi solari termodinamici
con sistemi convenzionali a gas, carbone, geotermico e biomasse

La radiazione solare per trasformarsi in calore ad alta temperatura deve essere concentrata. Ciò comporta
lo sfruttamento della sola radiazione diretta e la perdita di quella diffusa. Le aree della terra che meglio si
prestano a tali applicazioni sono quelle della sun belt in cui la radiazione solare media annua supera i 200
W/m2 cui corrisponde una produzione media di 1750 kW/m2

Attualmente, le tecnologie più diffuse sono quattro, classificabili in due macro-categorie:

 Sistemi lineari: fanno parte di questa categoria gli impianti con collettori parabolici lineari e gli
impianti con collettori lineari di fresnel
 Sistemi puntuali: comprendono i concentratori a disco parabolico e i sistemi a torri solari

Le quattro tipologie impiantistiche si trovano ancora livelli differenti di impiego o sperimentazione poiché
presentano costi, efficienza e potenziali di sviluppo divergenti

Il solare termico è la tecnologia che permette lo sfruttamento della radiazione solare per produrre
energia termica attraverso il riscaldamento di un fluido, senza emissioni inquinanti. Le principali
applicazioni consentono la produzione di acqua calda sanitaria, il raffrescamento e la produzione di
calore per riscaldamento, essiccazione, dissalazione e cottura cibi. Nonostante le svariate applicazioni
disponibili, oggi il solare termico viene utilizzato in larga prevalenza per l’acqua calda e in cui alcuni
casi il per il riscaldamento degli ambienti. Esistono due tipologie di impianti:

 Circolazione naturale. Il fluido termovettore è rappresentato dall’acqua stessa che


scaldandosi sale per convezione in un serbatoio di accumulo dal quale viene distribuito alle
utenze domestiche. Il circuito è aperto in quanto l’acqua che viene consumata è sostituita dal
flusso esterno. Questo impianto ha per pregio la semplicità ed il costo contenuto, ma è
caratterizzato da una elevata dispersione termica
 Circolazione forzata. Una pompa garantisce la circolazione del fluido termovettore dai
collettori al serbatoio di accumulo e successivamente agli impianti idraulici. Il circuito è
notevolmente più complesso essendo installato un vaso di espansione, un controllo di
temperatura ed altri componenti. Ha un consumo elettrico dovuto alla pompa e alla centralina
di controllo pur considerando un’efficienza termica ben più elevata
In base alla temperatura di funzionamento è invece possibile distinguere:

 impieghi a bassa temperatura: le principali applicazioni sono la produzione di acqua calda


sanitaria o calore per riscaldamento edifici
 impieghi a media temperatura: sono utilizzati anche per produrre vapore e per impieghi di
processo

I primi modelli di scalda acqua solari commerciali iniziarono a diffondersi intorno al 1975. Agli inizi
degli anni 80, l’Enel promosse una campagna per l’installazione nel nostro paese di 100000 m2 di
collettori solari che, tuttavia, in assenza di riferimenti normativi per la loro produzione e
installazione, non ebbe il successo previsto. Nel 1987, in coincidenza con la chiusura del programma
di finanziamento, il mercato del solare termico subì una battuta d’arresto. Solo dalla seconda metà
degli anni 90, il mercato è ripreso

LE BIOMASSE SOLIDE

La tecnologia per produrre elettricità dalle biomasse è la medesima delle centrali termoelettriche
convenzionali a ciclo semplice, ovvero quelle che bruciano combustibili quali carbone o olio. Molte centrali
sono in grado di bruciare indifferentemente più combustibili

La biomassa, tramite appositi sistemi di movimentazione, viene trasportata in caldaia dove, tramite la sua
combustione, produce energia termica che trasforma l’acqua di processo in vapore. Quest’ultimo va ad
agire sulle palette della turbina che trasforma l’energia del vapore in energia meccanica. Questa viene
ceduta all’alternatore che la trasforma in energia elettrica in media tensione. Il livello di tensione viene
innalzato dai trasformatori che collegano la centrale alla rete di alta tensione. Il vapore, dopo aver ceduto il
suo contenuto energetico alla turbina, viene scaricato dalla stessa e raccolto dentro il condensatore,
all’interno del quale, per mezzo dell’acqua di raffreddamento proveniente dall’esterno, viene trasformato
in acqua e, quindi, ricondotto in caldaia attraverso una pompa per ripetere un nuovo ciclo

I gas nocivi prodotti sono processati in appositi sistemi di filtraggio, generalmente filtri a maniche. In molti
casi, l’energia termica dissipata viene recuperata e convogliata in reti di teleriscaldamento

Lo sfruttamento delle biomasse in Italia è legato sostanzialmente al riutilizzo degli scarti agroforestali delle
aziende agricole, specialmente al nord. L’altalenante disponibilità di biomassa da bruciare ha fatto sì che
questo tipo di centrali fossero abbastanza limitate in Italia

L’andamento degli investimenti non è stato lineare. Dopo un periodo di forte crescita continuato fino ai
primi anni del nuovo millennio, si è assistito ad un progressivo rallentamento degli investimenti a partire
dal 2004. Le ragioni di questo rallentamento sono diverse. Tra le principali ci sono:

 la difficile reperibilità di biomassa per alimentare grandi impianti


 se è vero che il saldo delle missioni di biomasse risulta zero, altrettanto indiscutibile è che a livello
locale le emissioni vi siano e anche in misura non trascurabile
 le opposizioni locali verso la costruzione di nuovi termovalorizzatori sono aumentate nel tempo
 rispetto ad altre energie rinnovabili quali eolico e solare, le biomasse hanno difficoltà gestionali
maggiori legate soprattutto all'approvvigionamento del combustibile e alle oscillazioni delle
quotazioni
IL BIOGAS

La digestione anaerobica è un processo biologico per mezzo del quale, in assenza di ossigeno, la sostanza
organica viene trasformata in biomassa costituito principalmente da metano e anidride carbonica. La
percentuale di metano varia da un minimo del 50% ad un massimo del 80%

BIOMASSA: dal punto di vista chimico, per biomassa si intendono quei materiali costituiti da materia
organica di origine biologica, sfruttabile come fonte energetica:

 rifiuti degli allevamenti zootecnici


 scarti delle attività agroforestali
 frazione organica dei rifiuti solidi urbani
 fanghi di depurazione civile
 residui organici delle industrie chimiche, della carta, del cuoio, del tessile e scarti dell’Industria di
trasformazione
 colture energetiche costituite da vegetali dedicate alla bioconversione

Nella maggior parte dei casi, per questioni di convenienza economica, il biogas non va incontro ad una fase
di purificazione e recupero del metano, ma viene avviato alla combustione in gruppi elettrogeni o gruppi
cogenerativi per l'ottenimento di elettricità e calore

L’Europa e gli Stati Uniti sono stati sicuramente i pionieri del biogas anche se recentemente, grazie ad una
maggiore sensibilità verso i temi ambientali e agli incentivi governativi per le fonti rinnovabili, altri paesi
hanno sviluppato questo settore. È il caso di Cina, India e dei paesi del Sud America

Il mercato europeo del biogas ha assistito a un forte sviluppo negli ultimi anni. L'aumento dei prezzi delle
fonti fossili, la possibilità di produrre congiuntamente elettricità e calore, i costi di investimento
relativamente contenuti e, infine, la possibilità di trasformare gli scarti in una risorsa, sono stati i principali
fattori di successo

La composizione del mix di biogas nei diversi paesi è divergente:

 In Inghilterra e Spagna vi è una netta prevalenza di biogas da discarica


 In Italia, Germania e Austria prevale quello da scarti agricoli, fanghi e rifiuti zootecnici

I BIOLIQUIDI

I bioliquidi sono combustibili liquidi derivati dalla biomassa costituiti da oli vegetali grezzi o raffinati e oli
risultato della spremitura di colture oleaginose utilizzabili in alternativa ai combustibili tradizionali in
centrali per la produzione di energia o come biocarburanti per l'autotrazione

Gli oli vegetali grezzi sostenibili si ottengono dalla spremitura di piante oleaginose come la colza, la soia, il
girasole, il cocco, la palma e le arachidi. Un impianto alimentato ad olio vegetale si compone di:

 serbatoi di stoccaggio dell'olio vegetale


 impianto di pretrattamento dell'olio motore endotermico di derivazione navale collegato ad un
alternatore e al sistema di connessione alla rete di distribuzione dell'energia elettrica
 sistemi di trattamento fumi
 apparecchiature per recupero calore

Lo sviluppo dei bioliquidi in Italia è abbastanza recente, intorno al 2008. Gli elevati incentivi che hanno
portato a un proliferare di impianti che hanno raggiunto la potenza complessiva di 632 MW nel 2013.
L’aumento esponenziale delle quotazioni dei principali oli vegetali ha messo in crisi molti produttori
EOLICO

L’energia eolica è il prodotto della conversione dell’energia cinetica del vento in energia elettrica attraverso
l’utilizzo di aerogeneratori. Esistono diversi modelli di aerogeneratori. Queste macchine possono essere
classificate in base alla forma:

 ad asse verticale: turbine con asse perpendicolare alla direzione del vento
 ad asse orizzontale: turbine con asse parallelo alla direzione del vento

Gli aerogeneratori si distinguono anche in classe di diversa potenza:

 piccola taglia:
o potenza inferiore a 100 kW
o diametro rotore fino a 20 m
o altezza torre fino a 30 m
 media taglia:
o potenza compresa tra 100 e 800 kW
o diametro rotore compreso tra 20 e 50 m
o altezza torre tra i 30 e 50 m
 grande taglia:
o potenza superiore a 1000 kW
o diametro rotore compreso tra 50 e 80 m
o altezza torre tra 60 e 120 m

Le macchine eoliche sono classificabili anche in funzione della velocità del rotore, del numero di pale, della
tipologia della torre di sostegno, del tipo di generatore elettrico e della presenza o meno di scatola cambio

I parchi eolici possono essere divisi in tre tipologie a seconda della loro geografia:

 Onshore (terraferma)
 Nearshore (in mare entro 10 km dalla costa)
 Offshore (in mare oltre 10 km dalla costa)

Gli impianti in mare offrono una migliore ventosità (quindi una migliore resa energetica) una minore
turbolenza del vento (quindi di una maggiore durabilità delle parti meccaniche) e un migliore ottenimento
di siti che non sono frenati da popolazioni dissidenti

Rispetto all'onshore, questa tecnologia presenta anche aspetti problematici quali:

 Costi di investimento elevato


 Corrosione marina
 Difficoltà ambientali nella costruzione
 Necessità di cavi elettrici speciali e di maggiore lunghezza

La presenza del mare differenzia gli impianti offshore da quelli sulla terraferma, per struttura, potenziale
energetico, trasporto, installazione e manutenzione. Le installazioni offshore sono spesso realizzate con
aerogeneratori di elevata potenza unitaria per meglio distribuire gli elevati costi fissi associati a questa
tipologia di impianto. Le turbine installate in mare sono anche svantaggiate da una maggiore frequenza di
fulminazione e dalla distanza dalla terraferma che richiede infrastrutture elettriche rilevanti. La loro
installazione implica procedure di trasporto e montaggio molto diverse da quelle sulla terraferma e, in
particolare, la struttura di fondazione in mare può variare considerevolmente
In Italia, l’eolico inizia a diffondersi nei primi anni 80 con l’installazione di alcuni prototipi da parte di Enea e
di ENEL. Il primo Parco Eolico non sperimentale è installato dalla società IVPC ed entra in esercizio nel 1996.
L’approvazione del pacchetto 20-20-20 e la diffusione di aerogeneratori di taglia maggiore, e dunque più
efficienti, hanno dato ulteriore slancio al settore portando ad una crescita degli investimenti. Il risultato di
questo trend positivo è un crescente ruolo dell’eolico nel sistema elettrico nazionale

IDROELETTRICO

Lo sfruttamento della forza idrica è la tecnologia più antica per la produzione di energia elettrica. Ci sono
tre tipi di tecnologie idroelettriche:

 Idroelettrico a bacino. Sfrutta il dislivello tra bacino idroelettrico e centrale. L’acqua è trasportata
dal bacino alla centrale elettrica da condotte forzate. Nella centrale sono presenti una o più turbine
che trasformano l’energia cinetica in meccanica. Un alternatore è accoppiato alla turbina per
trasformare l’energia meccanica in energia elettrica. L'idroelettrico a bacino è particolarmente
adatto a soddisfare i picchi di domanda
 Idroelettrico ad acqua fluente. Non necessita di dislivelli elevati poi che sfrutta l'energia della
corrente fluviale. Ciò rende la tecnologia ad acqua fluente adatta a soddisfare il carico elettrico di
base
 Idroelettrico a pompaggio. Non è considerato una tecnologia rinnovabile ma è utile ricordarla.
L'acqua che ha generato energia elettrica durante il giorno passando nelle turbine può essere
riportata al bacino di monte durante le ore di minor richiesta di energia, mediante pompaggio,
utilizzando per quest'operazione l'energia elettrica in eccesso e a basso costo prodotta dalle
centrali baseload. Si noti che l’energia consumata per il pompaggio è sempre maggiore di quella
prodotta

Le tecnologie si suddividono a loro volta in grande idroelettrico (> 10 MW), mini idroelettrico (1 – 10 MW) e
micro idroelettrico (< 1 MW). La suddivisione in taglie di impianto non è universalmente accettata e può
subire variazione significative a seconda dei paesi e delle aziende produttrici

In Italia, l’idroelettrico fu introdotto per la prima volta alla fine dell’800. Da quel momento in poi il parco
idroelettrico italiano è cresciuto costantemente fino alla fine degli anni 70. A partire dagli anni 80 si assiste
ad una progressiva diminuzione degli investimenti per via delle difficoltà di creazione di dighe

Si è invece assistito a un aumento degli investimenti nel mini idroelettrico. A partire dal 2002, con
l’adozione dei certificati verdi, il settore ha ripreso una certa vitalità:

 gli investimenti in mini-idroelettrico sono molto cresciuti di numero, iniziando ad avere un certo
peso sul mix attuale
 è iniziata un’importante opera di ammodernamento del vecchio parco impianti attraverso
operazioni di aumento dell’efficienza tramite l’installazione di moderni macchinari
elettromeccanici. Queste operazioni risultano particolarmente importanti per la sicurezza del
sistema elettrico italiano nonché per il raggiungimento degli obiettivi 20-20-20

GEOTERMICO

Un impianto geotermico è composto da un pozzo di estrazione con profondità variabile e un sistema di


vapordotti che portano il vapore dal pozzo a una centrale termoelettrica tradizionale. Le uniche significative
differenze rispetto agli impianti alimentati a combustibili fossili sono i pozzi di estrazione, le tubazioni per il
trasporto del vapore e i rivestimenti delle turbine che devono resistere alla natura corrosiva del vapore
geotermico
I recenti sviluppi tecnologici hanno reso applicabili i turbogeneratori ORC anche al geotermico. Questa
tecnologia, anche se meno efficiente è utilizzabile per impianti d'Italia generalmente inferiori rispetto ai
tradizionali, sta rendendo possibile lo sfruttamento del geotermico a bassa temperatura per produrre
elettricità

Esistono quattro categorie di geotermico:

 manifestazioni geotermiche naturali: faglie e fratture


 sistemi ad acqua dominante: il fluido geotermico è prevalentemente acqua calda
 sistemi a vapore dominante: accumuli di vapore in serbatoi depressurizzati
 sistemi a rocce calde secche: rocce completamente anidre emittenti calore

La produzione di energia elettrica da fonte geotermica nasce in Italia il 4 luglio 1904 per merito del principe
Piero Ginori Conti che sperimentò il primo generatore geotermico a Larderello in Toscana. Il vero momento
di svolta si ebbe solo alla fine degli anni 70, durante la crisi petrolifera: il ministro Cattin convocò i vertici
Enel ed Eni allo scopo di lanciare un’accurata campagna esplorativa per valutare il potenziale italiano. Una
volta scoperto che il potenziale era molto rilevante, negli anni 80 e 90 si iniziarono a costruire numerosi
impianti, localizzati nella regione Toscana

Lo sfruttamento dell’energia del mare rappresenta una delle frontiere più interessanti dell’innovazione
tecnologica delle FER. Viene sfruttata l’energia da diversi fenomeni:

 Flusso delle maree


 Flusso delle correnti marine
 Onde

Ad oggi esistono una molteplicità di tecnologie per lo sfruttamento dell'energia del mare. Per quanto
attiene i sistemi in grado di trasformare l'energia delle onde in elettricità, le più rilevanti tecnologie
sono:

 Dispositivi a tracimazione
 Zattere articolate
 Dispositivi a colonna d’acqua oscillante
 Boe galleggianti
 Dispositivi a galleggiamento controllato
 Turbine sottomarine

Per quanto attiene i sistemi in grado di trasformare l’energia delle maree in elettricità, le tecnologie più
rilevanti sono:

 Impianti a sbarramento
 Impianti a corrente di marea

DISPOSITIVI A TRACIMAZIONE:

Si basano sull’azione delle onde che spinge l’acqua su una rampa, da dove poi si rovescia in un bacino. La
rampa, in condizioni operative tipiche, può sollevare l’acqua fino a 3 m. L’acqua raccolta nel bacino viene
scaricata in mare attraverso una turbina, utilizzando la tecnologia idroelettrica a bassa caduta, adatta alle
condizioni marine

NOME TURBINA GENERALMENTE USATA: Kaplan


ZATTERE ARTICOLATE:

Sfruttano il moto relativo dei segmenti snodati di una zattera per la generazione di energia. Solitamente si
installa una pompa idraulica tra ogni coppia di segmenti che rifornisce un accumulatore, da cui il flusso
pressurizzato aziona un motore e un generatore. Le zattere sono di solito collocate perpendicolarmente al
fronte d’onda. Le zattere vengono raggruppate a volte con altri tipi di dispositivi posizionati ad angolo retto
rispetto alle onde e sono chiamate attenuatori. Diversamente avviene per dispositivi posti parallelamente
al fronte d’onda, che forniscono una totale ostruzione al passaggio delle onde. Tali dispositivi si definiscono
terminatori

DISPOSITIVI A COLONNA D'ACQUA OSCILLANTE:

Uno dei tipi più diffusi di dispositivi per la produzione di energia dalle onde. Una colonna d’acqua oscillante
comprende una struttura parzialmente sommersa (collettore), aperta al di sotto della superficie del mare.
Sotto l’azione delle onde, l’acqua scorre dentro e fuori l’apertura e questo movimento comprime l’aria
dentro il collettore e la spinge al di sopra della superficie del mare. L’aria sotto l’azione di un pistone passa
attraverso una turbina che, collegata ad un alternatore, produce corrente elettrica

BOE GALLEGGIANTI:

Alcuni sistemi utilizzano boe rigide e sfruttano la spinta idrostatica per azionare un cilindro idraulico tra boa
e il fondale o tra boa e una piastra frenante. Alcune boe contengono una colonna d’acqua e sfruttano il
movimento della boa rispetto la superficie dell’acqua per agire sulla colonna d’acqua, estraendo così
energia. La principale difficoltà di questa tecnologia consiste nell’evitare che l’energia generata dal
movimento dei sistemi sopra descritti si trasmetta alle fondamenta o agli ormeggi. Si è dimostrato che boe
relativamente piccole possono raccogliere energia da una porzione di fronte d’onda maggiore del loro
diametro

DISPOSITIVI A GALLEGGIAMENTO CONTROLLATO:

Nella boa immersa la variazione di altezza dell’acqua all’esterno della boa provoca una variazione della
spinta di galleggiamento che genera una forza sul sistema. Tipicamente si ha una boa flessibile riempita
d’aria e aperta alla base. L’aria è sotto pressione in modo che la boa galleggi in equilibrio a una quota
prescritta al di sotto della superficie. Al passaggio dell’onda, la pressione dell’aria aumenta, si perde la
spinta idrostatica a causa della compressione dell’aria e la boa affonda. Una limitazione imposta allo
spostamento della boa mantiene la situazione sotto controllo. Al passaggio del cavo dell’onda succede il
contrario e la boa viene spinta verso l’alto. L’estrazione di energia avviene per via idraulica o attraverso un
generatore lineare. Sono stati proposti anche sistemi simili che utilizzano pattini a pressione montati sul
fondale

TURBINE SOTTOMARINE:

La turbina auto rettificante è posta direttamente in acqua senza ulteriori sistemi di conversione dell’energia
idraulica in energia pneumatica prima dell’estrazione

IMPIANTI A SBARRAMENTO:

Il funzionamento si basa su una barriera che ostruisce il flusso naturale della marea. Tale limitazione genera
una differenza di altezza tra i due lati dello sbarramento che viene sfruttata per azionare un sistema
idroelettrico a bassa caduta

IMPIANTI A CORRENTE DI MAREA:

Si basano sull’estrazioni diretta di energia cinetica dal flusso delle correnti marine e delle maree. Si
distinguono le seguenti tre categorie di sistemi a correnti di marea:
 Turbine. Sfruttano un principio analogo a quello delle turbine eoliche. Hanno infatti una forma
simile e attualmente sono in fase di studio sia impianti ad asse orizzontale sia ad asse verticale
 Dispositivi a pistone. Dispositivi dotati di alette che si muovono avanti e indietro
perpendicolarmente alla corrente di marea. I dispositivi utilizzano dei pistoni per alimentare un
circuito idraulico che fa girare un motore idraulico e un generatore di energia
 Dispositivi basati su un effetto Venturi. Il flusso di marea viene convogliato in un condotto che lo
concentra determinando una differenza di pressione. Questa a sua volta dà luogo a un flusso
secondario attraverso una turbina

4.2.2 GLI INCENTIVI

INTRODUZIONE: incentivazione delle rinnovabili è partita nel 1992 con il provvedimento CIP 6, una sorta di
feed-in tariff sul costo evitato del combustibile fossile

ESTENSIONI SUCCESSIVE:

 Tale incentivo è stato esteso anche ad alcuni tipi di generazione termoelettrica (syngas,
cogenerazione, calore di risulta, …) e quindi l'impatto sulle rinnovabili è stato limitato
 1999: è stato varato il meccanismo flessibile dei cosiddetti Certificati Verdi, ovvero titoli rilasciati
dal GSE in misura proporzionale all’energia prodotta da un impianto qualificato IAFR e scambiabili
su apposito mercato

PER IL FOTOVOLTAICO è stata introdotta una specifica feed-in tariff denominata Conto Energia

INCENTIVI AL FOTOVOLTAICO: il fotovoltaico è stato incentivato attraverso una tariffa omnicomprensiva


denominata Conto Energia: in pratica, ogni KW venduto alla rete o autoconsumato veniva remunerato a un
valore fissato per legge per 20 anni. Il legislatore ha previsto un tetto della spesa per gli incentivi pari a 6,7
miliardi di euro/anno. Tale quota è stata raggiunta nel 2013 . Per gli impianti PV installati su case o
capannoni sono previste detrazioni fiscali nel caso l'installazione consenta aumenti di efficienza energetica

INCENTIVI ALLE RINNOVABILI NON FOTOVOLTAICHE: il Decreto Elettrico istituito con il DM 6 luglio 2012, in
linea con i precedenti decreti ministeriali relativi al fotovoltaico, prevede una riduzione progressiva delle
tariffe incentivanti al crescere della potenza installata per un costo indicativo cumulato annuo non
superiore a 5,8 miliardi di euro . Il decreto disciplina il meccanismo di controllo del volume di energia
producibile attraverso l'accesso contingentato agli incentivi mediante le aste e i registri

MECCANISMO DI INCENTIVI PER FER ELETTRICHE NON FOTOVOLTAICHE:

 VECCHIO MECCANISMO DEGLI INCENTIVI: Certificati Verdi esauriti nel 2015 (anno in cui il
meccanismo è annullato)
 NUOVO MECCANISMO DEGLI INCENTIVI: gli incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche
sostituiscono i Certificati Verdi. Con le aste, il valore dell’incentivo per tipologia è calcolato in
funzione dell’offerta di riduzione percentuale rispetto al valore posto a base dell'asta

DURATA E CALCOLO DELLA TARIFFA: gli impianti qualificati IAFR (impianto alimentato da fonti rinnovabili),
di potenza nominale non superiore a 1 MW (0,2 MW per gli impianti eolici) è prevista una tariffa
omnicomprensiva. La tariffa viene riconosciuta per un periodo di 15 anni, durante il quale resta fissa, in
funzione della quota di energia immessa in rete, per tutti gli impianti che entrano in esercizio entro il
31/12/2012. Terminato il periodo di incentivazione rimane naturalmente la possibilità di valorizzare
l’energia elettrica prodotta, alle condizioni economiche previste dall'articolo 13 del D.lgs. 387/03
4.2.3 IL MERCATO ITALIANO DELLE RINNOVABILI

Il mercato italiano delle rinnovabili ha avuto un’evoluzione particolare:

1. La capacità geotermica è stabile da diversi anni


2. L’idroelettrico, grazie agli incentivi per il revamping dei vecchi impianti e le feed-in per i piccoli
impianti, è cresciuto mediamente per 200 MW ogni anno nel periodo 2009-2013
3. L'eolico, grazie al sistema dei CV, ha visto crescere la capacità di circa 1 GW l’anno fino al 2012; a
seguito del contingente imposto dal meccanismo delle aste nel 2013 è cresciuto di soli 450 MW
4. Le biomasse hanno avuto una crescita più lenta, essenzialmente trainata dalle feed-in tariff per i
piccoli impianti e, in particolare, per il biogas da scarti agricoli. Il picco delle installazioni si è
raggiunto nel 2012 con 1 GW installato; il 2013, per via del nuovo sistema di incentivante più
restrittivo, ha segnato il crollo con soli 200 MW installati
5. La tecnologia che ha attraversato i più importanti mutamenti è stata il fotovoltaico a causa di una
politica incentivante mal calibrata, ma anche per lo sviluppo tecnologico che in tempi rapidi ne ha
abbassato i costi di investimento. Dopo diversi anni di stabilità, il 2010 ha segnato l’inizio del boom
delle installazioni con 2,4 GW addizionali. Durante il 2011, complici anche forzature quali “Salva
Alcoa”, sono stati installati 9,3 GW. Questo boom incontrollato ha fatto scattare meccanismi
restrittivi che hanno progressivamente rallentato le installazioni nel 2012 e nel 2013

RIASSUMENDO: il mercato italiano delle rinnovabili (fatta eccezione per il fotovoltaico) è cresciuto in modo
abbastanza lineare e omogeneo. Dal 2012 si è registrato un rallentamento, assolutamente ragionevole
considerando lo stato di sovraccapacità produttiva elettrica in cui versa l’Italia. Oggi, i 50 GW installati in
Italia soddisfano il 30% dei consumi elettrici

CASO FOTOVOLTAICO: sebbene nel 2013 gli incentivi del Conto Energia si siano esauriti, il mercato non si è
fermato. Solo nel 2013 sono stati installati 305 MW di impianti senza Conto Energia

PERCHÉ L’ITALIA È IN UNA CONDIZIONE IDEALE PER IMPIANTI FOTOVOLTAICI IN GRID PARITY PER
L’AUTOCONSUMO? L’Italia è in una condizione ideale per impianti fotovoltaici in grid parity per
l’autoconsumo (residenziale, commerciale, coperture) grazie:

1. Ai recenti sviluppi regolatori in tema di SEU e RIU nonché di efficienza energetica nel residenziale
2. Alla generale elevata insolazione
3. All’elevato costo dell’energia elettrica

Nel contesto italiano, è limitativo parlare solo del mercato primario

MERCATO PRIMARIO: realizzazione di nuovi impianti

NUOVE E DIVERSE ATTIVITÀ: O&M che vanno dalla gestione ordinaria a quella straordinaria, come il
revamping o l’aggregazione a scopo di bilanciamento

Ciò è reso possibile da un parco di centrali a fonti rinnovabili di ampie dimensioni, costruito spesso in fretta
con scarsa attenzione all'efficientamento, oltre che dai progressi tecnologici e dall’apprendimento maturati
in questi anni

4.2.4 LA STRUTTURA DELL’OFFERTA

I top player del settore

Le rinnovabili sono un mercato frammentato con centinaia di piccoli operatori


ENEL GREEN POWER – top player nel geotermico, idroelettrico, rinnovabili in generale

È la società del gruppo Enel interamente dedicata allo sviluppo e gestione delle attività di generazione di
energia da fonti rinnovabili a livello internazionale. La società opera in tutti i settori delle fonti rinnovabili e
nel business geotermico detiene la leadership a livello mondiale. Nel settore delle biomasse, la società sta
lavorando alla realizzazione di aree pilota per coltivazioni ad uso energetico. EGP (2008) è stata quotata nel
2010 presso la Borsa Italiana e la Borsa di Madrid per il 30,8% delle sue azioni. L’azionista di riferimento
della società, in via indiretta, è il Ministero dell’economia e delle finanze italiano che detiene la quota di
maggioranza relativa nel gruppo Enel (31,24%). La capacità installata è di 9 GW. In Italia sono presenti circa
400 impianti, ma la società è presente anche in Europa (Grecia, Portogallo, Romania, Bulgaria, Spagna), in
Nord America (Canada, USA), in centro/sud America (Brasile, Cile, Costa Rica, Guatemala, Messico, Panama)
e in Sudafrica

ERG RENEW – Top player nell’eolico

Controllata al 100% dal gruppo ERG (produzione e commercializzazione di energia termoelettrica, valore e
gas), opera principalmente nel settore dell’energia rinnovabile da fonte eolica. A fine 2012, ERG ha
raggiunto un accordo con International Power Consolidated Holding Ltd (100% Gdf Suez) per l’acquisizione
dell'80% del capitale di IP Maestrale Investments Ltd, primario operatore nelle rinnovabili da fonte eolica
(capacità installata di 636 MW), diventando leader nell'eolico in Italia (quota del 13%) e uno dei primi 10 a
livello europeo (quota dell'1%)

2004: accordo paritetico di JV con Acciona Eolica CESA (società spagnola dedita alla produzione di energia
eolica) per la realizzazione di parchi eolici in Italia

2006: acquisto in Enertad (altra società quotata operante nel settore delle rinnovabili)

2011: entra in produzione il primo impianto fotovoltaico della società

I ricavi di ERG RENEW rappresentano l'1,4% dei ricavi del gruppo ERG. La capacità installata è di 1232 MW e
viene principalmente da centrali eoliche

Tramite LukErg Renew, la joint venture paritetica con LUKOIL – Ecoenergo, la società mira ad operare nel
mercato delle rinnovabili Est Europeo e della Russia

RTR – Top player nel PV

Primo operatore italiano nella produzione di energia da tecnologia fotovoltaica. La società è posseduta da
Terra Firma, fondo di private equity inglese tra i maggiori a livello europeo con significativa esperienza nelle
rinnovabili in quanto controlla anche EnerPower dal 2009 (società americana attiva nell'eolico) e Infinis dal
2003 (maggiore produttore indipendente di energia da rinnovabili Regno Unito). RTR viene ceduta da Terna
a Terra Firma nel 2010. Nel 2011, la società acquista ulteriori impianti da Terna e nel 2012 la società rileva
dal Gruppo Toto l’impianto di Monteboli e altri dal gruppo Acea

ASJA – Top player nel biogas

Gruppo italiano con presenza internazionale che progetta, costruisce e gestisce impianti di produzione di
energia elettrica da fonti rinnovabili. Fondata nel 1995, ha iniziato l’attività con la produzione di energia
elettrica da biogas da discarica. Nel 2001, ha avviato lo sviluppo del settore eolico e, nel 2005, quello del
fotovoltaico. Nel periodo 2005 – 2006, ha seguito la realizzazione di nuovi impianti di riduzione del gas ad
effetto serra tramite nuove filiere estere. Nel 2006, è stata costituita ASJA ALBANIA SRL, specializzata nei
settori eolico e idroelettrico. Il riordino nel settore delle biomasse avviene nel 2009 con la costruzione di
ASJA AGRICOLE SRL che opera nella valorizzazione energetica di biogas da discarica e in minima parte di oli
vegetali. La controllata ASJA MARKET opera nel trading di energia e di certificati verdi oltre che di CARBON
CREDITS sul mercato internazionale. ASJA AMBIENTE opera sul mercato italiano. Oltre alle filiali in
Argentina, Brasile, Cina e Albania, nel 2001 è stata realizzato un impianto a Tripoli

4.3 L’EFFICIENZA ENERGETICA (EE)

DEFINIZIONE: la nozione di efficienza energetica indica un rapporto o altra relazione quantitativa tra i
risultati in termini di prestazioni, servizi, beni o energia, e l’immissione di energia

INCREMENTO DI EFFICIENZA ENERGETICA: indica, ad esempio, una riduzione dell’impiego di energia


(elettrica o termica) mantenendo inalterati i livelli di comfort di un edificio ovvero, in un’impresa,
conservando le performance di produzione o di erogazione di servizi

ESEMPIO DI INTERVENTO EE: installazione in un edificio di una tecnologia che permetta di riscaldare con
minori consumi di energia, mantenendo inalterato il benessere degli abitanti senza modificarne i
comportamenti

TECNOLOGIE UTILI PER RAGGIUNGERE TALI OBIETTIVI: sono le stesse viste per le FER (fotovoltaico, solare
termico, impianti a biomassa) a cui si aggiungono le caldaie a condensazione, le pompe di calore e gli
impianti di cogenerazione. In molti casi, tali interventi riguardano la modifica di un processo produttivo o la
sostituzione di tecnologie obsolete ed inefficienti con soluzioni più moderne

IMPORTANZA EE: importanza strategica dell’EE poiché può mitigare il rischio di approvvigionamento
energetico, ridurre l’esposizione della bilancia dei pagamenti o tagliare il costo per gli utenti (soprattutto
industriali)

IN ITALIA, ciò si è concretizzato con la definizione di obiettivi nazionali ambiziosi e con la realizzazione di
uno strutturato sistema di incentivi tra i più evoluti a livello mondiale. Grazie anche a tali interventi è nato e
cresciuto il mercato dell'EE, composto da operatori di diversa natura, più o meno specializzati, ma
accomunati tutti dalla volontà di sfruttare le opportunità legate ad una crescente domanda di risparmio
energetico. All’interno dei servizi offerti dalle utilities energetiche, l'EE ha trovato un significativo spazio
cooperativo ed è per ciò che tali operatori si stanno attrezzando per gestire un mercato che avrà un peso
sempre maggiore

4.3.1 GLI OBIETTIVI DI EFFICIENZA ENERGETICA

TEP: tonnellate equivalenti di petrolio

ITALIA:

 FIGURA 4.15 GRAFICO 1: gli obiettivi di Efficienza Energetica (EE) che l’Italia si è data sono indicati
nella SEN (Strategia Energetica Nazionale) che fissa un traguardo più sfidante rispetto al pacchetto
Clima – Energia 20 – 20 – 20 della UE. Essa si propone di risparmiare al 2020 circa 20 Mtep di
energia primaria all’anno e circa 15 Mtep di energia finale, raggiungendo un livello di consumi circa
il 24% inferiore rispetto allo scenario di riferimento europeo, basato su un’evoluzione inerziale del
sistema (modello Primes 2008)
 FIGURA 4.15 GRAFICO 2: considerando i consumi finali, nella SEN, l’obiettivo di risparmio di 15
Mtep/anno è la differenza tra due possibili evoluzioni:
o Lo scenario in assenza di MISURE, in cui i consumi crescono dal 2010 al 2020 fino a 141
Mtep/anno
o Lo scenario SEN in cui i consumi decrescono dal 2010 al 2020 fino a 126 Mtep/anno
Nel caso si centrasse l’obiettivo, l’Italia avrebbe raggiunto un risparmio del 24% rispetto ai consumi
inerziali previsti dal modello Primes in cui si descrive una crescita dei consumi in totale assenza di
misure fino a 167 Mtep/anno dal 2005 al 2020
4.3.2 I SISTEMI INCENTIVANTI

INTERVENTO DEL LEGISLATORE ITALIANO: al fine di raggiungere gli obiettivi di Efficienza Energetica, il
legislatore italiano ha previsto una pluralità di sistemi incentivanti

 Almeno il 60% degli obiettivi dovrà essere raggiunto con il regime obbligatorio del meccanismo dei
Certificati Bianchi che fissa obblighi di risparmio energetico annui in capo ai distributori di energia
elettrica e gas
 Una grande seconda quota degli obiettivi dovrà essere raggiunta grazie alle detrazioni fiscali e al
Conto Termico
 Una parte non meno rilevante va raggiunta grazie al rispetto di standard normativi ed a misure ed
incentivi in mobilità

Il meccanismo dei Certificati Bianchi

I titoli di Efficienza Energetica (Certificati Bianchi o TEE) sono titoli negoziabili che certificano il
conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia a seguito di interventi tecnologici. Il sistema
dei Certificati Bianchi fu previsto dal decreto Bersani del 1999, ma è stato introdotto nella legislazione
italiana nel 2004. L‘incentivo dato dall'ottenimento del TEE è costituito dal valore del titolo, il cui prezzo si
forma sul mercato dall'incontro tra domanda e offerta e può essere monetizzato attraverso la vendita sul
mercato di borsa o tramite scambi bilaterali

ATTORI DI QUESTO MECCANISMO:

 SOGGETTI OBBLIGATI. Le società di distribuzione dell’energia elettrica e gas, con almeno 50.000
clienti finali allacciati alle reti, che devono adempiere agli obblighi di risparmio energetico
consegnando al GSE un ammontare di TEE corrispondente alla propria quota. Possono ottenere i
certificati acquistandoli in borsa TEE o con scambi bilaterali. Nel mercato dei certificati, i soggetti
obbligati rappresentano il lato della domanda
 SOGGETTI VOLONTARI che si articolano in:
o Società di servizi energetici o ESCo (accreditate all’AEEGSI prima del 2013 e alla GSE dopo il
2013). Sono i soggetti che realizzano interventi di efficienza energetica ottenendo i
Certificati Bianchi dal GSE. Nel mercato dei TEE rappresentano il lato dell’offerta
o I distributori non obbligati. Società di distribuzione di energia che non hanno i requisiti
indicati per essere soggetti obbligati
o Le società che hanno nominato un Energy Manager ai sensi della legge 10/91. Imprese ed
enti pubblici con un sistema di gestione dell’energia In conformità alla certificazione ISO
50001 o che abbiano nominato volontariamente un Energy Manager

MECCANISMO DI FUNZIONAMENTO (FIGURA 4.17): i principali step nella configurazione più comune sono:

1. Il soggetto volontario, ad esempio una società di servizi, realizza un intervento di efficientamento


presso l’utente finale. Nel modello ESCo, il risparmio ottenuto dall’intervento è la base della
remunerazione della Società di Servizi
2. La Società di Servizi richiede al GSE il rilascio dei certificati bianchi sulla base dei Tep risparmiati
grazie all’intervento, moltiplicati per un coefficiente di durabilità denominato TAU
3. La Società di Servizi monetizza i certificati ottenuti vendendoli sulla borsa TEE o direttamente alle
società di distribuzione attraverso uno scambio bilaterale
4. La società di distribuzione entro il 31 maggio di ogni anno annulla i certificati ottenuti presso il GSE,
adempiendo ai propri obblighi. L’AEEGSI accorda il contributo tariffario definitivo a valere sulle
tariffe luce e gas per rimborsare i costi sostenuti per ottenere i TEE
COEFFICIENTE DI DURABILITÀ: il coefficiente di durabilità è un moltiplicatore che permette di conteggiare,
ai fini della quantificazione dei titoli da corrispondere, anche i risparmi energetici che vengono maturati tra
la fine del periodo di vita utile (tipicamente 5 anni) e la fine della vita tecnica prevista per ciascun
intervento, consentendo così di valorizzare anticipatamente i risparmi futuri

APPROFONDIMENTO DEL PUNTO 2: riguardo al rilascio dei certificati bianchi, il quantitativo ricevuto
dipende dal risparmio generato dall'intervento, che può essere determinato tramite TRE DIVERSE
METODOLOGIE:

 Il metodo di valutazione standardizzata. Quantifica il risparmio specifico lordo annuo


dell’intervento attraverso schede tecniche per tecnologia che indicano i risparmi per singola unità
fisica di riferimento installata. Ciò senza misurazione dirette, ma ipotizzando un risparmio standard
in base alla tecnologia implementata
 Il metodo di valutazione analitica. Quantifica il risparmio lordo sempre attraverso schede tecniche,
ma sulla base di un algoritmo di valutazione predefinito ed è la misura diretta di alcuni parametri di
funzionamento del sistema dopo che è stato realizzato l’intervento
 Il metodo di valutazione a consuntivo. Quantifica il risparmio netto conseguibile con uno o più
interventi in conformità a un programma di misura proposto dal soggetto titolare del progetto
unitamente a una descrizione del progetto medesimo (PPPM, proposta di progetto e di programma
di misura), approvato dal soggetto responsabile delle attività di verifica e di certificazione dei
risparmi (GSE)

Il conto termico

Con la pubblicazione del decreto ministeriale del 28 dicembre 2012, si è data attuazione al regime di
sostegno del conto termico, per l'incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l'incremento
dell'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili

SOGGETTI AMMESSI:

 Amministrazioni pubbliche, sia per gli interventi di incremento dell'efficienza energetica in edifici
esistenti che per interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili
 Soggetti privati, relativamente alla sola realizzazione degli interventi di produzione di energia
termica da fonti rinnovabili

INCENTIVO: per gli interventi di incremento dell’efficienza energetica, l'incentivo consiste in un contributo
pari al 40% delle spese ammissibili, con un impegno di spesa totale annuo a favore degli interventi del
conto economico pari a 900 milioni di euro/anno (200 milioni di euro per la pubblica amministrazione e 700
milioni di euro per i privati)

NB: per quanto riguarda gli interventi di piccole dimensioni di produzione di energia termica da fonti
rinnovabili ed i sistemi ad alta efficienza, gli incentivi sono calcolati in base alla taglia del generatore
installato, alla producibilità presunta di energia termica dell’impianto o del sistema installato, in funzione
della taglia e della zona climatica, sulla base di coefficienti di valorizzazione dell’energia prodotta o di
coefficienti premianti nel caso di impianti con generatori a biomassa con livello di emissioni di particolato
ridotte
Le detrazioni fiscali

La legge 296 del 27 dicembre 2006, integrata da provvedimenti successivi, ha disposto la possibilità di
detrarre dal reddito delle persone fisiche o delle società il 65% della spesa sostenuta per la realizzazione di
interventi di risparmio energetico nel patrimonio immobiliare esistente. Tale sistema ha dato ottimi risultati
in termini di efficacia, stimolando la domanda soprattutto in ambito residenziale

4.3.3 LA FILIERA DELL'EE

FASI DELLA FILIERA CLASSICA (figura 4.18):

 Sviluppo e fornitura di tecnologia


 Consulenza e progettazione
 Installazione e operation & maintenance
 Monitoraggio
 Ottenimento di incentivi
 Gestione del portafoglio TEE

Accanto a questa costruzione classica di una filiera, bisogna affiancare un momento trasversale al
dispiegarsi delle attività del settore, il finanziamento

Le diverse fasi considerate possono essere raggruppate secondo le competenze sottese allo svolgersi di
ciascuna di esse, classificabili in HARD e SOFT a seconda del differente contenuto tecnico ed operativo
richiesto

FASI NELLO SPECIFICO:

 Sviluppo e fornitura di tecnologia


Comprende le attività a monte della filiera. Può essere pensata come un momento trasversale rispetto agli
altri. Tuttavia, il posizionamento all’interno della filiera ne sottolinea il carattere di indispensabilità. Quello
dell’efficienza energetica è un settore che si regge sulla componente di prodotto tecnologica. In questo
senso, lo sviluppo e la fornitura di tecnologie sono il primo momento in assoluto. Solo a partire da qui si
possono avere le altre fasi

 Consulenza e progettazione
La fase di consulenza e progettazione è, insieme al monitoraggio, la fase che più connota il settore. Per
quanto sia vero che la fornitura di tecnologie è indispensabile per l’esistenza di una filiera, essa non basta a
spiegare il mercato dell’efficienza energetica. La fase di consulenza e progettazione è un aggregato di
attività molto esteso che racchiude:

i. Audit o diagnosi energetica


ii. Contracting
iii. Progettazione tecnica ed esecutiva dell’intervento

 Installazione e operation & maintenance


Si tratta di due momenti distinti dal punto di vista temporale. Tuttavia, poiché sottintendono analoghe
competenze, sono accorpate in un’unica fase. L’installazione è il momento in cui si sostanzia
operativamente quanto elaborato nelle fasi precedenti. L'O&M è il successivo momento di gestione e
manutenzione dell’impianto. Solitamente, se una società esternalizza l’esecuzione dell’intervento delega
anche le attività relative al mantenimento di un certo livello di efficienza del prodotto offerto
 Monitoraggio
Si tratta di una fase fondante del settore. Costituisce un secondo momento di audit energetico traslato nel
tempo successivo, anziché preliminare, all'intervento realizzato. Si tratta dell’importante serie di attività
tramite cui si procede alla registrazione delle nuove performance e dei presunti minori consumi energetici

 Ottenimento di incentivi
Si tratta di un’attività che richiede assistenza professionale spesso, per via delle conoscenze legali ed
amministrative richieste nell’affrontare l’iter burocratico, talvolta anche molto complesso. Tale attività, pur
restando valida anche per il conto termico e detrazioni fiscali, assume particolare importanza rispetto al
meccanismo dei TEE. Tale fase risulta cruciale ai fini della sostenibilità economica dell’investimento e della
redditività dell’intervento di efficientamento. L’incasso dell’incentivo rappresenta spesso, assieme al
risparmio ottenuti grazie all’intervento, un importante fonte di remunerazione per i player

 Gestione del portafoglio TEE


Oltre al mero ottenimento, alcune società operano una vera e propria gestione attiva dei titoli,
ottimizzandone la valorizzazione economica grazie ad uno studio attento e rigoroso dal mercato. Spesso
tale attività è esternalizzata soggetti che fanno del trading il proprio core business. Più raramente, ma
sempre più diffusamente, tale fase della filiera viene incorporata è gestita tramite competenze interne. In
alcuni casi, tale funzione è svolta da una società specializzata controllata dalla Società di Servizi energetici

HARD SOFT
Sviluppo e fornitura di tecnologie Consulenza e progettazione
Installazione e O&M Monitoraggio
Ottenimento di incentivi
Gestione portafoglio TEE

4.3.4 GLI OPERATORI DEL SETTORE E LE STRATEGIE DI APPROCCIO DELLE UTILITIES ENERGETICHE

MACROCATEGORIE DI SOGGETTI:

 Produttori di tecnologie
 Utilities energetiche
 Società di servizi energetici

A questi, possiamo aggiungere gli energivori tenendo, tuttavia, presente che non offrono servizi di
efficienza energetica ma, essendo altamente energy intensive, sono imprese impegnate internamente in
operazioni di realizzazione dei consumi

PRODUTTORI DI TECNOLOGIE: i produttori si occupano in via pressoché esclusiva dello sviluppo e della
fornitura di tecnologie, cui talvolta si uniscono anche l’installazione diretta e O&M, attività comunque
prossime in quanto ad alto contenuto tecnico. Tuttavia, non sono rari i casi in cui, soprattutto i grandi
gruppi internazionali, erogano anche servizi complementari di consulenza rispetto al proprio prodotto

Esempi: Siemens, Schneider Electric, Bosch

Si tratta di soggetti che, anche quando adottano strategie di integrazione a valle, puntano a promuovere i
loro prodotti e rafforzare il proprio core business. Insomma, i produttori di tecnologie continuano a
svolgere l'attività storica, con la variante che, da quando è aumentata l'attenzione sui temi legati
all'efficienza energetica, si avvalgono di una leva di marketing in più e presidiano anche con innovazioni un
ulteriore attributo dei propri prodotti
SOCIETÀ DI SERVIZI ENERGETICI: sono specializzate nell’effettuare interventi nel settore dell’efficienza
energetica offrendo servizi energetici integrati in un’ottica di garanzia dei risultati e di finanziamento
tramite terzi

UTILITIES ENERGETICHE: si occupano di efficienza energetica sia per offrire servizi a valore aggiunto
nell’ottica di una strategia di estensione dell’offerta di energia, sia come soggetti obbligati per legge a
raggiungere specifici obiettivi di risparmio annuo all’interno del meccanismo incentivante dei certificati
bianchi. Esse operano sulla filiera in modo più o meno integrato, con soluzioni anche molto distanti. Alcune
propongono un’offerta congiunta di prodotti/servizi, altre, invece, hanno focus esclusivo su servizi
puramente soft. Infine, talvolta le utilities operano nell’EE attraverso società dedicate esclusivamente a
questo business. Storicamente, i casi più rilevanti in tal senso sono Enel – Enel.si, EDF – Fenice, GDF SUEZ –
Cofely, Veolia – Siram

DUPLICE ORIENTAMENTO DELLE UTILITIES: emerge un duplice orientamento perseguito da tale categoria di
soggetti, talvolta anche in via congiunta: vendita di prodotti legati al mondo dell’efficienza energetica alla
stregua di vere e proprie commodities e progettazione di soluzioni ad hoc per i propri clienti

1. NEL PRIMO CASO, le tecnologie offerte sono spesso standardizzate. L’esempio più classico è quello
delle lampadine a led. Il cliente servito è prevalentemente domestico se bene sempre di più il
raggio d’azione si è esteso anche all’industria. La forma tipica di finanziamento è la rateizzazione in
bolletta. Essendo il focus commerciale su prodotti standardizzati, le utilities in questo caso si
occupano solo dell'installazione e della gestione base degli stessi, mentre audit e progettazione
hanno un peso trascurabile. Il principale player del mercato italiano che adotta tale modello è Enel
Energia, primo operatore ad organizzare un’offerta strutturata nei confronti di tale segmento
2. LE UTILITY CHE OFFRONO CONSULENZA non sono orientate verso una particolare tipologia di
applicazione tecnologica, facendo della flessibilità ad avviare progetti anche molto vari un punto di
forza. In tal senso, il principale target è il cliente industriale con un focus preminente sui processi.
L'attività si basa sui contenuti intellettuali di diagnosi e design dell'intervento e sul monitoraggio ex
post dei risultati conseguiti, anche in un'ottica di ottenimento e, più raramente, gestione dei servizi
certificati bianchi, con l'inclusione (in outsourcing) anche dei servizi di installazione e O&M degli
impianti. Il maggiore player è Hera

4.3.5 LE ESCo

DEFINIZIONE: le ESCo sono operatori specializzati nell’effettuare interventi nel settore dell’efficienza
energetica

INCERTEZZE: nonostante l'esistenza di una certificazione volontaria che riconosce il possesso dei requisiti e
delle capacità organizzative, diagnostiche progettuali, gestionali ed economico - finanziarie necessarie per
operare come ESCo (UNI CEI 11352), c'è oggi qualche incertezza attorno alla definizione di questa categoria
di soggetti

REQUISITI: i requisiti in termini di operatività per una ESCo dovrebbero essere:

 Garanzia di un risparmio energetico


 Remunerazione legata direttamente ai risparmi energetici conseguiti
 Finanziamento del cliente o assistenza per accedere al credito

CARATTERISTICHE: la ESCo si caratterizza, anche secondo quanto dettato dal decreto legislativo 115 del
2008, per l'offerta di servizi energetici integrati che diano luogo a prestazioni predefinite a livello
contrattuale e per il finanziamento del cliente attraverso il finanziamento tramite terzi (FTT)
FTT: tale strumento prevede che sia un terzo, la ESCo stessa o un finanziatore terzo, a fornire al soggetto
interessato le disponibilità necessarie per realizzare l’intervento. Questa tipologia di soggetti opera lungo
tutta la filiera, ad esclusione dello sviluppo e fornitura di tecnologie, offrendo al cliente un pacchetto
integrato che comprende anche il finanziamento, elemento potenzialmente distintivo rispetto a produttori
e utilities

Solitamente, le ESCo non si occupano direttamente dell'installazione e della gestione dell'impianto,


optando per soluzione di outsourcing al fine di avvalersi delle competenze specialistiche necessarie per
operare adeguatamente con più tecnologie. Pur a fronte della medesima offerta, le scelte di
internalizzazione/esternalizzazione costituiscono un elemento significativo in termini di differenziazione del
modello di business adottato

IN SINTESI, le ESCo svolgono attività di audit e consulenza energetica preliminare all'intervento, si occupano
di recuperare le risorse finanziarie necessarie, effettuano e gestiscono direttamente o attraverso una
società terza l'intervento, verificano e monitorano il raggiungimento dei risultati. Il tutto, secondo un
ecosistema integrato che prevede l'interazione anche con altri soggetti quali produttori di tecnologie,
installatori, istituti di credito e clienti finali

CLASSIFICAZIONE: in virtù della distinzione circa la scelta di esternalizzare l’installazione e la gestione


dell’impianto o meno, si distinguono

 ESCo consulenziali
 ESCo integrate

ESCo CONSULENZIALI: sono soggetti di minori dimensioni, in genere hanno un numero di dipendenti al di
sotto delle 20 unità e un fatturato medio al di sotto dei 10 milioni di euro. Tali imprese adottano un
approccio di consulting, orientato principalmente a determinare i potenziali spazi di efficientamento e a
indirizzare il cliente verso la scelta tecnologica ottimale per raggiungere l’obiettivo di risparmio energetico.
Non hanno un preciso recinto tecnologico entro cui si muovono, ma fanno della possibilità di intervenire a
360° e di progettare soluzioni negli ambiti più diversi il loro punto di forza. Le forme di contratto di
finanziamento più utilizzate da questi operatori sono l’EPC

ESCo CONSULENZIALI -> OUTSOURCING

ESCo CONSULENZIALI ITALIANE: Avvenia, Studio Bartucci, Consul System, YouSave, Tholos, Elettrogreen
Power

ESCo INTEGRATE: si tratta di soggetti di più grandi dimensioni con più di 100 dipendenti e fatturati superiori
ai 50 milioni di euro. Tali operatori operano nel settore industriale e nella pubblica amministrazione
attraverso un approccio CAPEX intensive. In molti casi, tali imprese effettuano direttamente gli investimenti
in tecnologie per conto del cliente ricorrendo a forme contrattuali quali servizio energia e gestione calore.
Tali ESCo prevedono la copertura di tutti i servizi direttamente, senza ricorrere all’esternalizzazione, al
contrario delle ESCo consulenziali. La società che è meglio identifica il cluster è Fenice, società del gruppo
EDF che adotta tale modello ed è specializzata in servizi di efficienza energetica. A tale modello, tuttavia, è
assimilabile quello di molte Società di Servizi energetici provenienti dal mondo del facility management

ESCo INTEGRATE: CPL Concordia, Manutencoop, Siram, Cofely

ESCo INTEGRATE -> NO OUTSOURCING

ESCo NEL FUTURO: in chiave strategica, nel prossimo futuro c’è accordo nell’affermare che molte ESCo, in
particolare quelle di tipo consulenziale, dovranno evolvere significativamente in una prospettiva di
riqualificazione dell’attività svolta. Molte società appartenenti a tale tipologia hanno limitato la propria
attività di consulenza al mero ottenimento di certificati bianchi per conto del cliente. Alla luce dell’elevata
frammentazione e delle dimensioni decisamente contenute dell’operatore medio, secondo molti
osservatori avrà luogo una naturale dinamica di selezione e concentrazione. Resteranno, quindi, sul
mercato le imprese in grado di individuare e realizzare nuovi progetti e soluzioni alternative, ovvero quelle
imprese in grado di generare reale valore aggiunto lungo la filiera e non dedite esclusivamente allo
sfruttamento di una posizione di mera agenzia

SINTESI: il settore dell’efficienza energetica si caratterizza per una pluralità di attori coinvolti di natura ed
estrazione molto diverse. Inoltre, emerge chiaramente come l’efficienza energetica non sempre si ha una
componente centrale del business o del prodotto offerto. Più spesso, si tratta di un elemento
complementare. A fronte di una definizione tecnica di efficienza energetica semplice e lineare, una chiara e
univoca definizione da una prospettiva economico manageriale appare molto più complessa

 ACCEZIONE STRINGENTE: si potrebbe sostenere che a questo settore afferiscono esclusivamente le


ESCo, ovvero quei soggetti che si occupano di efficienza energetica in quanto Core Business della
propria attività
 ACCEZIONE AMPIA: lo spazio competitivo induce a includere anche altre Società di Servizi per cui
l'efficienza energetica è alternativamente o un business secondario affiancato al principale o, più
diffusamente, un elemento complementare delle proprie attività core. È questo il caso tipico di una
società di facility management, per la quale l'efficienza energetica è un aspetto importante ma
parziale degli interventi che effettua

I CONTRATTI TIPICI DEGLI INTERVENTI DI EE

Gli interventi di efficienza energetica possono essere realizzati attraverso una pluralità di tipologie
contrattuali. Tali accordi sono volti a regolare la ripartizione degli obblighi e dei rischi connessi ad un
progetto di efficientamento tra il soggetto che realizza l’intervento (ESCo) e l’utente finale

SERVIZIO ENERGIA E GESTIONE CALORE

Tali tipologie contrattuali sono applicate soprattutto all’interno della pubblica amministrazione. Il
contratto di gestione calore prevede che la ESCo o una Società di Servizi si assuma l’impegno di
garantire il mantenimento di una determinata temperatura negli edifici del cliente, in cambio di un
compenso forfettario. Con il servizio energia, invece, il cliente affida la gestione degli impianti e
dell’approvvigionamento energetico alla Società di Servizi/ESCo dietro il corrispettivo di un canone
prestabilito contrattualmente. In entrambi i casi, si configura una sorta di outsourcing della gestione
energetica del cliente. Sarà qui interesse dell’impresa fornitrice mantenere il livello di efficienza
energetica il più elevato possibile, mantenendo bassi i costi di approvvigionamento

IL MODELLO ESCo E L’ENERGY PERFORMANCE CONTRACT (EPC)

A seguito del recepimento della direttiva CE 32/2006 attraverso il decreto legislativo 11 del 2008 è stata
introdotta la forma contrattuale dell’Energy Performance Contract. Sebbene ancora poco utilizzata in
Italia, essa rappresenta la forma contrattuale tipica delle ESCo a livello internazionale. Il contratto EPC si
configura come un accordo in cui la ESCo, a fronte dell’attività di progettazione, gestione e
manutenzione dell’intervento di efficienza energetica, riceve un compenso in funzione del livello di
risparmio energetico conseguito. Partendo dai consumi energetici iniziali del cliente, il contratto
stabilisce la quota di risparmio a remunerazione della ESCo e la parte a beneficio del cliente. Al termine
della durata contrattuale, in genere tra i 5 e i 10 anni, il risparmio conseguito resta è interamente in
capo al cliente. All'interno di questi contratti è possibile distinguere due modalità tipiche:

 EPC GUARANTEED SAVINGS


 EPC SHARED SAVINGS
EPC GUARANTEED SAVINGS

La ESCo si impegna a garantire che i risparmi non siano inferiori ad un minimo concordato per contratto.
Ciò vuol dire che la ESCo si assume il rischio di performance. La garanzia prevede forme di indennizzo a
favore del cliente in caso di maggiori consumi rispetto a quelli prestabiliti. Il cliente si assume l'obbligo
contrattuale di sostenere gli investimenti necessari per effettuare l'intervento. Ciò significa che il cliente
assume il rischio di credito

EPC SHARED SAVINGS

Le parti si accordano sulla suddivisione del risparmio energetico per una durata temporale ed una
percentuale definite contrattualmente. In questo caso è la ESCo che si impegna ad effettuare gli
investimenti, assumendosi oltre ad una parte del rischio performance, in condivisione con il cliente,
anche il rischio di credito. La proprietà degli impianti rimane in capo alla ESCo e si trasferisce al cliente
alla scadenza del contratto

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