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Gli italiani hanno fame di cultura: crescono lericerche sui prodotti culturali
I risultati dell'Osservatorio News-Italia: ci informiamo sulla cultura di più e più spesso rispetto aun anno fa Gli italiani hanno fame di cultura e nell'ultimo anno questo appetito è cresciuto. Sonoquesti alcuni dei risultato dell'annuale Osservatorio News-Italia : la ricerca infatti dimostra comel'interesse per le informazioni e le notizie sui prodotti culturali (dal cinema al teatro, dalle mostreai concerti) sia cresciuto negli ultimi 12 mesi sia come numero assoluto, sia come frequenza.Insomma, gli italiani si informano di più e più spesso rispetto a un anno fa.I risultati della decima edizione dell'Osservatorio News-Italia, prodotto dal LaRiCAdell'università di Urbino guidato dal direttoreLella Mazzoli, saranno presentati al pubblicoin corso a Pesaro, Fano e Urbino fino a domenica."Come in tutti i settori - analizza Fabio Giglietto , uno dei ricercatori a capo del progetto - Internetha consentito l'accesso a un'informazione più approfondita a contenuti di nicchia, anche nelsettore culturale. Le voci si sono moltiplicate e sono diventate plurali, e quindi chi è interessato atemi specifici ha una facilità molto maggiore ad accedere a questo tipo di informazioni. Perquanto riguarda i social media, è fondamentale il ruolo degli algoritmi: hanno ampliato lapossibilità di accesso, ma l'hanno anche trasformata in modo significativo. Basta pensare a comesceglievamo un film o un libro per capire come questo processo sia oggi cambiato, è diventatomediato non solo dai consigli dei professionisti dell'informazione culturale ma anche di singolicittadini che esprimono la loro opinione nelle recensioni, ad esempio".L'osservatorio ha l'obiettivo di monitorare e descrivere “le trasformazioni dell'ecosistemadell'informazione nel nostro Paese e si focalizza su alcune tendenze emergenti nel panoramamediale connesse alle nuove pratiche di consumo”, in particolare sull'informazione relativa allacultura e alla fruizione dei beni culturali.Uno dei trend che i dati dimostrano, e che al tempo stesso è sotto gli occhi di tutti, è il declinonegli ultimi 10 anni dei lettori dei giornali cartacei (solo un italiano su tre legge i quotidiani inedicola) parallelo alla crescita dell'uso di internet per informarsi e reperire notizie, ormai al 75%,quasi allo stesso livello della tv, che resta il mezzo principale usato per aggiornarsi sull'attualità.Venendo alla parte dell'analisi relativa ai consumi culturali, dall'osservatorio arrivano le notiziebuone. L'84% degli intervistati si informa “su alcuni prodotti o eventi” che riguardano “cinema eserie tv, arte e patrimonio culturale, musica e concerti, libri e fumetti, teatro, videogiochi”.Ma il dato è in netta crescita (in media del 9%) soprattutto per i primi tre settori, ovvero cinema eserie tv (+8%), arte e patrimonio culturale (+9%), musica e concerti (+10%). Libri e fumetti sonoin crescita di quattro punti e il teatro di tre.Altro dato positivo è che cresce si informa assiduamente sulla cultura una o più volte al giorno,passando dal 12% per cento dell'anno precedente al 18% (+6%). E dall'altro lato dello spettro sidimezza quasi chi non si informa mai sui prodotti culturali (era il 10%, oggi è il 6%)."Uno dei dati più interessanti da un punto di vista sociologico - spiega Mazzoli - è la crescitadell'utilizzo degli amici di Facebook, una cerchia che dimostra come ci sia una voglia di unità divicinato, di avere a che fare con qualcuno che la pensa come te, che è vicino a te, insomma con ilgruppo dei pari. Sembra quasi che si voglia tornare al passaparola e al condividere le nostre ideecon le persone che sono vicine a noi".L'Osservatori disegna anche una tipologia di utilizzatori, creando quattro profili di massima: i“selettivi” - il gruppo più rilevante con il 42% - sono interessati a pochi temi (uno o due) ma conuna frequenza nella ricerca di informazioni abbastanza alta (da una a qualche volta a settimana); i
Tutti i diritti riservatiURL :
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PAESE :
Italia
TYPE :
Web International
3 ottobre 2019 - 04:01 > Versione online
 
“voraci” anno interesse per molti prodotti ed eventi culturali e allo stesso tempo si informano congrande frequenza su di essi; gli “affamati” hanno molti interessi differenti ma si informano confrequenza minore (una volta a settimana o una volta al mese); infine gli “inappetenti” siinteressano poco o per niente alla cultura, per questo motivo anche la frequenza di informazione èminima.In generale, si legge nello studio, "i voraci sono mediamente più giovani in contrapposizione congli inappetenti che invece hanno l'età media più alta rispetto agli altri gruppi. Il gruppo deiselettivi è composto maggiormente da maschi, mentre gli affamati sono in maggioranza di generefemminile”."La Repubblica si batterà sempre in difesa della libertà di informazione, per i suoi lettori e pertutti coloro che hanno a cuore i principi della democrazia e della convivenza civile"Carlo Verdelli
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