Psicologia Clinica
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UTET
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22 June 2019
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Ronald J. Comer
PSICOLOGIA CLINICA
A cura di
Antonella Granieri, Francesco Rovetto
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Ristampe: 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
Anno: 2013 2014 2015 2016 2017
6.2 Disturbi dissociativi 168 8.2.3 Uso di alcol e di altre droghe 225
6.2.1 Amnesia dissociativa 169 8.2.4 Disturbi mentali 225
6.2.2 Fuga dissociativa 172 8.2.5 Modellamento: il contagio del
6.2.3 Disturbo dissociativo suicidio 226
dell’identità (Disturbo da 8.2.6 Collaboratori e colleghi 228
personalità multipla) 173 8.3 Quali sono le cause sottostanti
6.2.4 Disturbo di depersonalizzazione 176 al suicidio? 229
6.2.5 Come vengono spiegati dai 8.3.1 La visione psicodinamica 229
teorici i disturbi dissociativi? 177 8.3.2 La visione socioculturale di
6.2.6 Come vengono curati i disturbi Durkheim 230
dissociativi? 181 8.3.3 La visione biologica 231
6.3 I cambiamenti proposti 8.4 Il suicidio è connesso all’età? 232
nel DSM-5 183 8.4.1 Ragazzini 232
Riflessioni critiche 184 8.4.2 Adolescenti 233
Parole chiave 184 8.4.3 Anziani 235
Domande di riepilogo 184 8.5 Cure e suicidio 237
8.5.1 Quali cure sono utilizzate dopo i
tentativi di suicidio? 237
CAPITOLO 7
8.5.2 Cos’è la prevenzione del suicidio? 238
DISTURBI DELL’UMORE 185 8.5.3 I programmi di prevenzione del
7.1 Depressione Unipolare 186 suicidio sono efficaci? 239
7.1.1 Quanto è diffusa la Depressione Riflessioni critiche 240
Unipolare? 186 Parole chiave 241
7.1.2 Quali sono i sintomi della
Domande di riepilogo 241
Depressione? 186
7.1.3 Diagnosi della Depressione
Unipolare (Episodio Depressivo CAPITOLO 9
Maggiore) 188
7.1.4 Stress e Depressione Unipolare 189 DISTURBI
7.1.5 Il modello biologico della DELL’ALIMENTAZIONE 243
Depressione Unipolare 189 9.1 Anoressia Nervosa (AN) 244
7.1.6 Modelli psicologici della 9.1.1 Quadro clinico 244
Depressione Unipolare 196 9.1.2 Problemi medici 246
7.1.7 Il modello socioculturale della 9.2 Bulimia Nervosa (BN) 246
Depressione Unipolare 204 9.2.1 Abbuffate 248
7.2 Disturbi bipolari 209 9.2.2 Comportamenti compensatori 248
7.2.1 Quali sono i sintomi dello stato 9.2.3 Bulimia nervosa e anoressia
maniacale? 210 nervosa 249
7.2.2 Diagnosi dei disturbi bipolari 210 9.3 Quali sono le cause dei
7.2.3 Da cosa sono causati i disturbi disturbi dell’alimentazione? 250
bipolari? 211 9.3.1 Fattori psicodinamici 250
7.2.4 Quali sono i trattamenti per i
9.3.2 Fattori cognitivi 252
Disturbi Bipolari? 212
9.3.3 Disturbi dell’umore 253
7.3 I cambiamenti proposti 9.3.4 Fattori biologici 253
nel DSM-5 215 9.3.5 Pressioni sociali 256
Riflessioni critiche 216 9.3.6 Ambiente familiare 257
Parole chiave 216 9.3.7 Fattori multiculturali: differenze
Domande di riepilogo 216 razziali ed etniche 257
9.3.8 Fattori multiculturali: differenze
di genere 259
CAPITOLO 8
9.4 Come vengono trattati i
SUICIDIO 217 disturbi dell’alimentazione? 260
8.1 Cos’è il suicidio? 218 9.4.1 Trattamenti per l’anoressia
8.1.1 Come viene studiato il suicidio? 220 nervosa 260
8.1.2 Modelli e statistiche 222 9.4.2 Trattamenti per la bulimia
8.2 Cosa spinge al suicidio? 224 nervosa 264
8.2.1 Eventi e situazioni stressanti 224 9.4.3 Disturbo da Alimentazione
8.2.2 Cambiamenti di umore e di Incontrollata (BED, Binge Eating
pensiero 225 Disorder) 266
o 1 4
C a p i t o l
Zia
Ell’iNFaN
DiStURBiD
lESCENZa
EDEll’aDo
Presentazione di un caso
aa
illo poiché continu vi-
a stare tranqu
seduto non riesce della sua impulsi
anni, è arrivato
in cli- gni. Eddie, a causa ha praticamente
o […] di sette disturbare i compa to, non
B
illy, un bambin dalla madre perché rtamento irrequie la scuo-
accompagnato tà e del compo bambini. Dopo
nica psichiatrica di stare male».
[…] mai con gli altri
amici e non gioca solo.
tema in oggetto
di
ne e pensa spesso frequen- a a cau-
rare le conseg causa dei suoi sasse la strada. scuola matern
sia perfetto. A mattino rifiutato da una a fre-
capo perché tutto farlo alzare al Dopo essere stato vità e impulsività, Eddie iniziò . In
matici, è difficile di restare
ti problemi psicoso ma se gli viene permesso sa della sua iperatti ed ebbe un anno molto difficile
a scuola, le lezioni. a com-
per andare re indietro con quentarne un’altr seguì un program
ma
upa di rimane e a elementare a frequen-
a casa, si preocc non riesce a eseguir o prima e second terza passò infine
va a scuola, spesso specifico, e in sostegno
Quando invece scoraggiato riguard portamentale un servizio di
questo lo fa sentire normale, ma con
gli esercizi, e tare una classe to (Spitzer et al.,
1994).
alla sua situazio
ne». […] o scolastico e
spes- il suo comportamen
travalicato l’ambit scolastico per
i e vuole
Le sue ansie hanno attaccato ai suoi genitor ere che manifestano
disturbi psi-
te
so è morbosamen sono. Ha paura che possa succed ed Eddie sono bambini seriame nte i legami
Billy i danneggiano
sempre sapere
dove del solito, oppu- i loro rap-
se arrivano a casa più tardi cologici. Tali problemil rendimento scolastico e lari
a […] , partico
loro qualcos senza di lui. familiari dei ragazzi e per ragioni
qualche parte stato un bam- in modo diverso
re se vanno da che non è mai porti sociali, ma potrebbe essere
diagno-
Billy ammette one che negli
ultimi . Billy, al quale bambino
La mamma di per ciascun disturbo depressivo maggiore, è un
, ma ha la sensazi in ca- e ma-
bino molto allegro te depresso. Spesso sticato un disturb
o
e il perfezionismo,
particolarmen di essere troppo la tristezza, l’ansia
sei mesi sia stato niente, dicendo , che lotta con di pancia e di
mal di testa.
senza fare a giocare fisici come mal cità di
sa sta fermo Non gli interess nifesta sintomi sono l’incapa
qualunque cosa. tà ad li di Eddie, invece, istiche del
stanco per fare appetito. Ha difficol della I problemi principa ività e l’impulsività, caratter
farlo. Ha scarso
né si diverte a si sveglia nel
cuore
concentrarsi, l’iperatt attenzione/iperattività (ADHD
).
la sera, spesso la prima di
addormentarsi fa ha detto per disturbo da deficit eare che un funzionamento
patolo-
. Tre settimane
notte o all’alba […] (Spitzer et al.,
1994).
È importante
sottolin
si momen to della vita. Tutta-
morire. rsi in qualsia maggiore
volta di voler gico può verifica emergono con
o di nove anni,
è stato i di anomalia durante
Eddie, un bambin to iperattivo e impul- via, certi modell : per esempio,
Lo scorso anno particolari periodi
per comportamen e a so- probabilità in la terza età.
sospeso due volte si è arrampicato sulle lampad l’infanzia o durante i che hanno ori-
fa re, pro- eremo i disturb
sivo. Pochi giorni e poi non sapeva più scende In questo capitolo esamin adolesc enza. Nel capitolo
a si la- prima
spensione dell’aul Gli insegnanti gine nell’infanzia
o nella
disturbi più comun
i nel-
trambusto a scuola. i non riescono a mo, invece, dei
vocando grande bambin success ivo parlere
fatto che gli altri e, perché gira
di con- anziana.
mentano del Eddie è present la popolazione
quando è
concentrarsi quando non sta mai fermo. Anche
e
tinuo per la classe
210 Psicolog
7.2.1 Quali son
ia Clinic
a
o i sintomi del
lo stato
Tabella 7.4
DSM Checklist
Episodio mania
cale
Ogni disturbo è descritto in
ndano in una cu-
di classificazione del
cale ziona- almeno tre dei
dello stato mania emotiva, motiva Persistenza di
depressione (area fisica), ma in senso o grandiosità
namento della cogni tiva e ima ipertrofica
ntale, autost
le, comportame o di sonno
e diminuito bisogn con-
opposto. è pervaso da intens ità del solito,
oppure spinta
DSM-IV-TR
stato maniacale isce maggiore loquac
Chi vive in uno otenti ed euforiche. Esper parlar e i
e, onnip che, però, è spro-
tinua a soggettiva che
emozioni positiv o esperienza
sere ed esaltazione sogget- fuga delle idee ano rapidamente
un senso di benes agli eventi della vita reale del pensieri si succed
nato rispett o mania cale sono
porzio in stato
tutte le persone e diventano invece
distraibilità zata oppure
agita-
to. Tuttavia, non felicit à. Alcun to dell’at tività finaliz
della e in- aumen
la realizzazione quando altre person zione psicom
otoria e che
ili, soprattutto idee ambiziose. lgimento in
attività ludich
nervose e irritab danno-
azione delle loro maniacale fa sì
eccessivo coinvo
potenziale di
conseguenze
tralciano la realizz azionale, lo stato li, hanno un alto
Nell’ambito motiv costantemente nuovi stimo se. funzio-
cerchino con omissione del
che i soggetti lgimento emoti
vo. Essi vanno
Disagio signifi
cativo o compr
gnia e coinvo i amici, di nuovi
compa e vecch namento.
ricerca di nuovi proprio re I
entusiasmo alla si conto che il Disturbo bipola
ssi, senza render eo
e antichi intere ente. cale, ipomaniacal
è eccessivo e opprim solitamente un Presenza di un ore.
episodio mania
stile di socialità le persone hanno ,
Durante tale stato attivo. Si muovono rapidamente depressivo maggi niaca-
episodio ipoma
molto per tutto ciò che
in- è presente un
comportamento bastas se mai Se attualmente ore, è stato presente
in prece-
non e logorroici. maggi
le o depressivo io maniacale.
come se il tempo ndo spesso iperattivi
risulta intess ono un episod
funzio-
tendono fare, e ad alta voce,
denza
omissione del
o velocemente fatte per cativo o compr
Spesso parlan e osservazioni Disagio signifi
fitte di battute di la-
conversazioni al contrario, piene non è namento.
genti oppure, apparire Disturbo bipola
re II
sembrare intelli i. Il desiderio di
verbal e o depressivo
Figura 12.3
schizofrenia.
Alcuni studi indi-
Biologia della temporali e frontali sono rela-
lobi
te più esposte al
za rispet to alle
madri di sogge
Limosin et al.,
tti
2003). Infine, alcunie
(Brown et al., 2004; anticorpi ad alcuni virus nel
o
studi hanno rilevat schizofrenici partecipanti alla
sangu
ricer-
Curiosità e
schizofrenici i lie in strutture
come
citazioni famose
cano che negli ti anoma dei sogge tti . La presen -
tivamente ridotti
e sono presen . del 40% et al., 1994)
talamo al., 2004; Torrey state
l’amigdala e il ca (Leweke et persone erano
l’ippocampo, rpi indica che questeparticolari virus.
za di tali antico
Ippocampo e momento a quei
esposte in qualch
Talamo
frenia, ma affinc
posti per la schizo za anche di fattori
ab-
si limitano a
hé il
Lobo temporale definire i presup presen
esti occorre la
disturbo si manif ulturali essenziali.
psicologici e socioc
Paragrafi di
oggetto, attività nale su tutto il corpo, e ho iniziato a
noscono tre catego o situazione. Si sulle mani, avevo sudare,
rie rico- la sensazione i capelli fradici
fiche, fobie social principali di fobie: fobie speci- diventata pallida
di non avere più
sangu
. Avevo
autorevoli delle
i e agorafobia.
Le spiegazioni come uno spettro e nelle vene, sono
fobie, in partic più di stare per crollar . Avevo l’impre
olare e; mi pareva ssione
li, sono quelle
di ogni
menti di evitam attraverso compo nella testa e nelle battiti pulsare
ento. rta- orecchie; credev forte
Le fobie specif be fermato. Vedev o che il cuore
iche vengono o luci nere e gialle. si sareb-
con le tecnic he trattate delle persone Sentivo le voci
comp ortam entali efficacemente nienti
attorno a me,
da molto lontan ma ovatta te, come prove-
L’esposizione può di espos izione o. Non riuscivo
essere graduale .
paragrafo
sibilizzazione), e che a come mi a pensare ad altro
intensa (immersione rilassa ta (desen- sentivo e che dovevo assolu
re e correre via, tamente usci-
caria (modeling). o flooding) o vi- altrimenti sarei
ne da lì e respira morta.
I terapeuti che re aria fresca (Hawk Dovevo andarme-
si occupano di rigg, 1975).
no in genere due fobie sociali disting
caratteristiche uo-
ansie sociali e scarse di questo distur
bo:
contribuire a ridurr abilità sociali. Il trattamento al., 2006); quelli
può
verso i farmaci, e l’ansia sociale dei pazienti attra- tuti e improvvisi,
però che hanno
attacchi di panico
la terapia di grupp senza ripe-
anche con una o o cognitiva, trebbero soffrir alcuna ragione
combinazione o e di apparente,
si infine posson di diversi interv chi di panico, gli disturbo di panico. Oltre agli po-
o ricorrere all’add enti. Es-
lità sociali per estramento alle indivi attac-
miglio abi- un disturbo di panico dui ai quali è stato diagno
le situazioni social rare la sicurezza dei soggetti zionali nel modo verificano dei cambi sticato
i. nel- di pensare o di amenti disfun-
dagli attacchi stessi comportarsi provo
cati
guente). Ad esemp (si veda Tabella 4.8 alla pagina
4.3 io, può subentrare se-
pazione costan in loro la preocc
Disturbo te di
tali manifestazio avere altri attacchi e del signifi u-
Di panico ni cato
necessità di pianif («Sto uscendo di senno?»), oppur di
icare la loro vita
Schede di approfondimento su
che il bullismo dal 1977 è infatti timento della sono state avviate
è stato un fattore emerso salute campagne dal Dipar-
casi (crisp, 2001). scatenante nei dere la conosc di informazione
a volte gli autori due terzi dei enza dei progra per diffon-
bulli stessi, anche delle sparatorie la famosa «stop mmi antibullismo,
se molto più spesso erano i Bullying now». compresa
lismo. un sondag erano vittime allo stesso tempo
gio statunitense di bul- , proprio per la
scita avvenuto
all’interno di una
bs, Jensen, 2005) comun
. Nella maggioranza ità violenta (Hib- rischio i bambi
disturbo della dei casi, tuttavi ni con genitori
condotta è stato
blematici con collegato a rappor a, il disturbi correlati antisociali, colleri
all’uso di sostan ci, o con
i genito ti pro-
conflitti tra i genito ri, modelli genitoriali inadeg zofrenici (Julien
, 2008).
ze, dell’umore
o schi-
ri e ostilità famili uati,
2008, 2003). I are diffusa (Phare
bambi
216 Psicolog
ia Clinic nitori, oppure rifiuta ni che vengono abbandonati s, 14.4.2 Come vie
a
presente costan ti, maltra ttati, o la cui famig dai ge- della condott ne trattato il disturbo
temen lia non a?
essere maggiormen te e in modo adeguato, sembr è Poiché i compo
Riflessioni criti te a rischio di ano darsi con l’età,
rtamenti aggres
sivi tendono a
che della condotta.
Analogamente,
presentare il disturb
o i trattam enti per il disturb conso li-
sembrano essere sono generalmente o della condotta
1. Quasi tutti
i giorni si hanno più a ni (Hibbs, Jensen più efficaci nei ragazzi sotto
alti e bassi di umore , 2005). Negli i 13
ultimi anni sono an-
la depressione
clinica? . Come si può
2. In una ricerca distinguere una stati
, gli studenti che normale malinc
vano un ritmo ascoltavano una onia quotidiana
allegro (Stratto canzone malinc dal
dal-
conica ha riferito n, Zalanowski, onica risultavano
di 1999, 1994). più depressi di
successo in questo avere «apprezzato» l’esper Eppure, il gruppo
che aveva ascolta
coloro che ascolta
caso? ienza musicale -
3. Sono tanti più del gruppo to la
gli attori comici del brano allegro canzone malin-
potrebbe miglior che hanno avuto . Cosa può essere
are il loro umore a che fare con
cità di pensare ? C’è qualcosa la depressione.
o nel fatto stesso C’è qualcosa nel
4. Alcune person comportarsi in modo umoris di essere depres recitare una parte
e sostengono tico? si che potrebbe che
dualità e appiatt che i farmaci dare loro la capa-
iscono la sensibi antidepressivi
5. Numerosi lità rispetto sopprimono il
teorie di diverso ai mali sociali. compo rtamento utile,
sione: ad esemp orientamento Sono giustificate distruggono l’indivi-
studio e l’approfondimento
non professionali? ccio cognitivo che la loro visione
efficace per la
depressione unipola tetra e pessi-
re è diverso da
Parole chiave
Depressione
unipolare, p.185
Depressione
, p. 185
Disturbo bipola Inibitori seletti
re vi della ricapta
Disturbo bipola I, p. 211 na (SSRI), p.
194
zione della seroto
ni-
Domande di
riepilogo
1. Quali sono
i sintomi princip
2. Qual è la differe ali della depres
nza tra depres sione e dello stato
3. Descrivete sione unipolare maniacale?
il ruolo della noradr e disturbo bipolar
4. Descrivete enalina e della e?
la teoria psicodi serotonina nella
5. Come descriv namica depressione unipola
ono i comportamen della depressione di Freud re.
6. Quale collega tisti il ruolo del e di Abraham
mento esiste tra riconosciment e le prove a sostegn
I loro preziosi consigli hanno contribuito alla realizzazione di questa edizione di Psicologia Clinica.
La curatela del volume Psicologia Clinica è il risultato Un ulteriore livello di intervento ha riguardato lo stile
dell’unione di due competenze specialistiche, la psichia- linguistico e comunicativo dell’edizione americana che
tria e la psicologia clinica, mai disgiunte nella revisione talvolta risultava, rispetto alla tradizione manualistica
dei contenuti da quella psicoterapeutica. italiana, piuttosto colloquiale e che rischiava pertanto di
L’esperienza e la specificità propria della Psichiatria semplificare oltremodo talune prospettive cliniche. Per
hanno consentito la convalida, l’adattamento e, in alcuni contro sono state rispettate diverse caratteristiche forma-
casi, l’approfondimento degli aspetti inerenti la classifi- li del testo originale che possono favorire lo studio di
cazione e i correlati medici, organici e anche farmacolo- questa disciplina, quali i già citati box di approfondi-
gici dei diversi temi trattati. mento e lo spazio «Tra le righe», dove i contenuti ven-
L’esperienza e la specificità propria della Psicologia gono presentati con uno stile orientato alla riflessione
Clinica hanno garantito la presentazione della pluralità critica. Detto intento è ben esplicitato nella «Guida alla
dei modelli, dei metodi e delle tecniche che la caratteriz- lettura» fornita dalla casa editrice stessa.
zano, senza dimenticare l’attività clinica, comune deno- Sono state, inoltre, inserite vignette cliniche a titolo
minatore di tutti gli orientamenti, sia essa rivolta al sin- esemplificativo per gli studenti, sul modello di quelle
golo, ai gruppi o ai collettivi. presenti nell’originale americano. Dell’edizione origina-
La Psicologia Clinica persegue una clinica essenzial- le è stata, infine, conservata anche la collocazione dell’in-
mente psicologica che implica l’uso di metodiche fina- tero corpus bibliografico a conclusione del volume.
lizzate a modificare stati mentali, schemi di comporta- Il testo italiano nel suo insieme si caratterizza per uni-
mento e sistemi di relazione con lo scopo di promuovere formità di stile e per la presenza di tutti gli argomenti
migliori condizioni funzionali e adattive per la persona. indispensabili per l’insegnamento della Psicologia Clini-
In tale prospettiva, le psicoterapie propriamente dette ca, i quali, seppur trattati da un punto di vista didattico,
occupano una posizione centrale. Come si evincerà dal permettono allo studente che muove i suoi primi passi in
testo, sono numerosi gli ambiti di intervento della Psico- tale area di formarsi una visione il più articolata possibi-
logia Clinica, sia sul piano dei singoli individui sia su le di una disciplina sfaccettata ed eterogenea.
quello gruppale e/o istituzionale. Nella disamina delle L’intera revisione è stata supervisionata da entrambi i
molteplici situazioni problematiche, la psicopatologia si curatori, ognuno nel rispetto delle proprie specificità
costituisce come una, ma non l’unica, indicazione per un scientifiche.
intervento di tipo psicologico: possono essere diverse,
infatti, le ragioni del disagio personale e sociale. Si ringraziano la dottoressa Serena Bosco che ha la-
Il lavoro dei curatori, suddiviso in base alle specifi- vorato insieme alla professoressa Granieri nella riscrittu-
che competenze e interessi di ricerca di ognuno, si è pre- ra del capitolo 1 e la dottoressa Benedetta Vergani per la
fissato di integrare e arricchire la tradizione manualistica scrittura del box di approfondimento «L’inconscio tra
americana con temi propri della tradizione europea, al psicoanalisi e neuroscienze»; la dottoressa Chiara Bar-
fine di agevolare la lettura del testo da parte del pubblico basio per la cospicua integrazione e revisione del capito-
italiano. lo 2; il professor Fabio Veglia e la dottoressa Maria Zac-
Rispetto alla struttura globale del volume originale so- cagnino per la revisione e l’integrazione del paragrafo
no stati riscritti integralmente il capitolo 1 e 15, e sono 2.4; la dottoressa Gabriella Gandino per la revisione e
stati inseriti numerosi box di approfondimento con lo sco- l’integrazione del paragrafo 2.6; il professor Franco
po di descrivere lo sviluppo storico dei costrutti e dei con- Freilone e la dottoressa Barbara Fratianni per la revisio-
cetti e ridurre l’incidenza di alcuni temi collegati stretta- ne e l’integrazione dei paragrafi 3.2, 3.2.1 e 3.2.6 e per la
mente ai fenomeni sociali propri della realtà americana. scrittura dei box di approfondimento sul test di Ror-
schach, sul test di WAIS-II e sul PDM; la dottoressa Cont, Isabella Franzoi, Fanny Guglielmucci per la rilet-
Claudia Ricco per la scrittura dei box di approfondimen- tura critica del paragrafi relativi all’eziologia e al tratta-
to del capitolo 3 sul disegno della figura umana, sul dise- mento psicodinamico delle diverse patologie. Un ringra-
gno della famiglia, sul disegno dell’albero e sul disegno ziamento va anche al dottor Andrea La Terra e a Luca
della casa e per la revisione e l’integrazione del capitolo Ronzitti, tirocinanti presso il Dipartimento di Psicologia
16; il professor Saulo Sirigatti per la scrittura del para- dell’Università degli Studi di Torino, per il lavoro di re-
grafo 3.2.2; il professor Giuliano Geminiani per la revi- visione svolto con estrema cura. Il gruppo di lavoro, co-
sione e l’integrazione del paragrafo 3.2.5; la dottoressa ordinato dalla dottoressa Chiara Barbasio, ha permesso
Fanny Guglielmucci che ha lavorato insieme alla profes- di dare maggiore uniformità a un testo di grande respiro.
soressa Granieri nella riscrittura del capitolo 15.
Antonella Granieri
Si ringraziano le dottoresse Giulia Calarco, Chiara Francesco Rovetto
La stesura delle varie edizioni di Fundamentals of zionamento umano e, nel prenderli in considerazione, ho
Abnormal Psychology e di Abnormal Psychology mi ha cercato di far sì che fornissero uno stimolo alla riflessione.
tenuto impegnato per quasi trent’anni, pressoché metà Concludo esprimendo la speranza che anche questa
della mia vita. L’ultima edizione di Fundamentals of nuova edizione di Fundamentals of Abnormal
Abnormal Psychology è la sesta di questo volume e la Psychology possa risultare interessante per coloro che lo
tredicesima se si considerano entrambi i testi. Mi sento leggeranno, introdurli allo studio di questa disciplina e
profondamente gratificato dal fatto che molti studenti e parlare a loro e al loro tempo. Nel libro, ho sempre cer-
professori abbiano accolto con interesse questi libri ed è cato di far emergere la mia passione per questo settore,
stato un privilegio per me aver avuto la possibilità di ma il risultato è anche frutto delle segnalazioni disinte-
contribuire alla formazione di coloro che – ben più di ressate di coloro che hanno collaborato a questa impre-
mezzo milione – lo hanno letto nel corso degli anni. sa: gli studenti e i professori che hanno utilizzato questo
Il mio obiettivo, per ogni singola edizione, è stato di libro nel corso degli anni. Mi soffermerò sulle caratteri-
riuscire a presentare in maniera innovativa, interessante stiche di questa edizione e, se talvolta queste descrizioni
ed esaustiva la situazione che in ogni determinato mo- risultassero troppo elogiative oppure interessate, me ne
mento caratterizzava la psicologia clinica, una disciplina scuso, in genere riesco a evitarlo.
in continuo mutamento, e di far sì che le tecniche peda-
gogiche e gli approfondimenti fossero sempre aggiorna-
ti. Questo tipo di approccio, ossia il considerare ogni SESTA EDIZIONE: CAMBIAMENTI
edizione un «testo nuovo», è la ragione principale, alme- E NOVITÀ
no credo, dell’apprezzamento ininterrotto di cui hanno
goduto questi libri, e la nuova edizione segue lo stesso Nel corso degli ultimi anni vi sono stati grandi muta-
principio. menti nell’ambito della psicologia clinica, nella forma-
Infatti, anche quest’ultima edizione di Fundamentals zione, nel settore editoriale e nel mondo in generale.
of Abnormal Psychology è stata aggiornata e i cambia- Tenendo in considerazione tali mutamenti, la nuova edi-
menti sono perfino maggiori rispetto alle edizioni prece- zione presenta non solo degli aggiornamenti rispetto alla
denti per svariati motivi: precedente, ma anche degli elementi nuovi.
• l’ambito della psicologia clinica negli ultimi anni ha Maggiore spazio agli aspetti
registrato un enorme sviluppo; multiculturali
• il settore della formazione può avvalersi di molti stru- Lo studio dei fattori culturali (etnici, razziali, di gene-
menti nuovi; re…) ha assunto, giustamente, nel XXI secolo una pro-
• le innovazioni di cui dispone l’editoria per la presen- spettiva più ampia, la prospettiva multiculturale, un ap-
tazione dei materiali sono stupefacenti; proccio al comportamento anormale teorico e terapeuti-
• il mondo in cui viviamo è cambiato profondamente a co che viene ora applicato a tutte le forme psicopatologi-
causa dell’impatto sempre maggiore di Internet sulla che e alla loro cura. Nell’edizione attuale sono stati in-
nostra vita, della crescente influenza dei media, di trodotti vari elementi che si basano su questo tipo di ap-
eventi economici e politici quasi impensabili e del proccio.
mutamento dell’ordine mondiale. In ogni capitolo sono presenti ampie sezioni sulla
Prospettiva multiculturale che esaminano l’impatto
Cambiamenti di questo tipo devono necessariamente dell’appartenenza culturale sulla diagnosi, lo sviluppo e
essere inclusi in un libro sulla situazione attuale del fun- la cura dei modelli anormali di comportamento analizza-
ti. Il Capitolo 2 Modelli di anormalità per esempio, in- arricchiscono ogni capitolo per aiutare i lettori a com-
clude le sezioni sulle terapie culturalmente sensibili e prendere meglio la struttura delle diverse parti del
sulle terapie sensibili al genere; il Capitolo 5 Disturbi da cervello e le loro interazioni;
stress, esamina il legame tra la razza, la cultura e il di- • le analisi di come i fattori genetici, la chimica cere-
sturbo post-traumatico da stress, e nel Capitolo 7, Di- brale e le strutture cerebrali interagiscano con i fatto-
sturbi dell’umore, si analizzano i rapporti tra il genere, ri psicosociali nel determinare un comportamento
la cultura e la depressione. anormale.
In tutto il libro sono inoltre presenti box di approfon-
dimento culturale, che pongono anch’essi l’accento su- I media
gli aspetti multiculturali. Tra i temi affrontati, citiamo: I diversi strumenti di comunicazione utilizzabili nella
Diritto di priorità sui farmaci antidepressivi? (Capitolo nostra società rappresentano una risorsa straordinaria, e
7), I disturbi dell’alimentazione nel mondo (Capitolo 9) nel XXI secolo il loro potere è perfino aumentato con
e Prime rivendicazioni sui farmaci antipsicotici atipici? l’esplosione dell’uso di Internet, uno strumento che con-
(Capitolo 12). sente a chiunque di comunicare con persone sconosciute
attraverso i blog, i social network e altri strumenti simili.
Teorie e terapie cognitive e cognitivo- Lo straordinario impatto dei media sui nostri comporta-
comportamentali: la «nuova ondata» menti, pensieri e conoscenze, mi ha indotto ad aggiunge-
I terapeuti cognitivi e cognitivo-comportamentali, a ini- re, nei box di approfondimento, articoli di giornalisti che
ziare dagli anni Sessanta, si sono occupati di pazienti affrontano in pubblicazioni di diverso tipo temi riguar-
con atteggiamenti e processi di pensiero maladattivi che danti la psicologia clinica o racconti di persone affette
contribuivano alla loro disfunzione psicologica. A que- da disturbi psicologici che riferiscono le proprie espe-
sto approccio si è aggiunta, negli anni più recenti, la rienze.
«nuova ondata» delle teorie e terapie cognitive e cogni-
tivo-comportamentali che aiuta i pazienti ad «accettare» Maggiore spazio a disturbi e temi chiave
e a oggettivare i pensieri maladattivi che resistono al Tenendo in considerazione il crescente interesse di que-
cambiamento. Questa edizione di Fundamentals of sto settore (e della società) per certi problemi e terapie
Abnormal Psychology analizza in modo esauriente que- psicologiche, è stata aggiunta o approfondita sostanzial-
sta «nuova ondata», ad esempio la Terapia cognitiva ba- mente la trattazione di una serie di temi tra i quali ricor-
sata sulla consapevolezza (Mindfulness Based Cognitive diamo la tortura, il terrorismo e la psicopatologia, l’uso
Therapy) e la Terapia di accettazione e di impegno della metamfetamina, il transessualismo, il disturbo bi-
nell’azione (Acceptance and Commitment Therapy), il- polare nei bambini, le ferite autoinflitte, la terapia dialet-
lustrandone i presupposti, le tecniche e le ricerche in va- tico-comportamentale, i farmaci antidepressivi e il ri-
ri capitoli del libro. schio di suicidio, la musica e i tentativi di suicidio, la
chirurgia cerebrale, ad esempio la stimolazione del ner-
Maggiore spazio alle neuroscienze vo vago, la stimolazione magnetica transcranica e la sti-
Le tecniche di scanning cerebrale, le strategie di mappa- molazione cerebrale profonda, e il rapporto tra metari-
tura genetica e altri approcci basati sulle neuroscienze muginio e disturbo d’ansia generalizzato.
sono stati caratterizzati agli inizi di questo secolo da una
crescita e da un impatto continuo. Grazie a questi pro- Maggiore spazio a prevenzione e
gressi, anche le teorie e le cure biologiche del comporta- promozione della salute mentale
mento anormale hanno fatto passi avanti inauditi negli In linea con il crescente accento della clinica su preven-
ultimi anni. L’edizione corrente rende conto di questi zione, psicologia positiva e benessere psicologico, nel
progressi e, oltre alla visione biochimica del comporta- libro è stata dedicata una maggiore attenzione a questi
mento clinico, già affrontata nelle edizioni precedenti, importanti approcci.
presenta:
Mutamenti apportati al capitolo sui
• un’ampia analisi dei fondamenti genetici del compor- disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza
tamento clinico; Dei cambiamenti fondamentali sono stati apportati al
• spiegazioni approfondite su strutture e funzioni cere- Capitolo 14, Disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza,
brali alla base del comportamento anormale. Si spie- per rispecchiare gli orientamenti attuali della clinica. I
ga, per esempio, come reti neurali diverse contribui- disturbi dell’infanzia da cui risultano affetti anche gli
scano al disturbo di panico, al disturbo ossessivo- adulti, soprattutto i disturbi d’ansia e dell’umore, sono
compulsivo, alla depressione e ad altre forme di psi- ora approfonditi in questo capitolo (invece di essere af-
copatologia; frontati in varie parti del libro), insieme ai disturbi più
• numerosi disegni attuali ed estremamente chiari che strettamente connessi alla giovane età, come il disturbo
Mihura, University of Toledo; Robin Mogul, Queens tratta di persone davvero straordinarie, di grande talento,
University; Karen Mottarella, University of Central Flo- che si impegnano per raggiungere sempre il miglior ri-
rida; Karla Klein Murdock, University of Massachu- sultato possibile e per creare degli strumenti utili alla
setts, Boston; Sandy Naumann, Delaware Technical & formazione dei lettori, che lavorano nel rispetto dei prin-
Community College; Paul Neunuebel, Sam Houston cipi etici della professione, e che sono tutte ugualmente
State University; Ryan Newell, Oklahoma Christian meravigliose. Non posso che definirli co-autori e in
University; Katherine M. Nicolai, Rockhurst University; qualche misura sono stati perfino dei co-insegnanti in
Fabian Novello, Purdue University; Mary Ann M. Paga- questa impresa, perciò devo a loro molto. Cito Kevin
duan, American Osteopathic Association; Daniel Paul- Feyen, responsabile acquisizioni editoriali; Tracey Kue-
son, Carthage College; Paul A. Payne, University of hn, condirettore editoriale; Paul Lacy, progetto grafico;
Cincinnati; David V. Perkins, Ball State University; Ha- Mimi Melek, senior development editor di Abnormal
rold A. Pincus, Presidente del gruppo di lavoro del Psychology (Settima edizione); Jane O’Neill, responsa-
DSM-IV, University of Pittsburgh, Western Psychiatric bile del progetto editoriale; Barbara Reingold direttore
Institute and Clinic; Chris Piotrowski, University of artistico; Sarah Segal, responsabile della produzione;
West Florida; Norman Poppel, Middlesex County Colle- Ted Szczepanski, photo editor e Catherine Woods, se-
ge; David E. Powley, University of Mobile; Max W. nior publisher.
Rardin, University of Wyoming, Laramie; Lynn P. Re- Elizabeth Widdicombe, presidente di Worth and Fre-
hm, University of Houston; Leslie A. Rescorla, Bryn eman, ha continuato a dirigere il gruppo in modo eccel-
Mawr College; R. W Rieber, John Jay College, CUNY; lente, ha creato un ambiente propizio alla realizzazione
George Esther Rothblum, University of Vermont; Vic dei miei libri, ed è rimasta sempre una buona amica. Gli
Ryan, University of Colorado, Boulder; Randall Sale- altri professionisti della Worth and Freeman ai quali
kin, Florida International University; A. A. Sappington, esprimo la mia gratitudine sono Todd Elder, responsabi-
University of Alabama. Birmingham; Martha Sauter, le commerciale; Michele Kornegay, redattore; Katherine
McLennon Community College; Laura Scaletta, Niaga- Evancie, correttrice di bozze; Ellen Brennan e Kirsten
ra County Community College; George W. Shardlow, Kite, autrici dell’indice; Adam Frese, segretario di reda-
City College of San Francisco; Roberta S. Sherman, zione.
Bloomington Center for Counseling and Human Deve- Non posso dimenticare gli eccezionali professionisti
lopment; Wendy E. Shields, University of Montana; di Worth and Freeman che hanno incessantemente lavo-
Sandra T. Sigmon, University of Maine, Orono; Janet A. rato con grande passione, competenza e buonsenso per
Simons, Central Iowa Psychological Services; Jay R. far sì che i miei libri suscitassero l’interesse dei profes-
Skidmore, Utah State University; Rachel Sligar, James sori di vari paesi del mondo: Kate Nurre, direttrice del
Madison University; Robert Sommer, University of Ca- marketing; Amy Shefferd, responsabile del marketing;
lifornia, Davis; Jason S. Spiegelman, Community Colle- Tom Scotty, presidente delle vendite e della gestione,
ge of Baltimore County; John M. Spores, Purdue Uni- oltre ai validi addetti alle vendite. Ringrazio molto tutti
versity, South Central; Amit Steinberg, Tel Aviv Uni- loro.
versity; B. D. Stillion, Clayton College and State Uni- Una nota finale. Con il passare degli anni, divento
versity; John Suler, Rider University; Thomas A. Tutko, sempre più consapevole di quanto io sia stato fortunato.
San José State University; Norris D. Vestre, Arizona Nonostante sembri un’affermazione scontata, voglio di-
State University; Lance L. Weinmann, Canyon College; re con chiarezza che a 62 anni riesco maggiormente a
Doug Wessel, Black Hills State University; Laura We- rendermi conto rispetto a quando ero più giovane del
sten, Emory University; Brook Whisenhunt, Missouri privilegio di cui godo per avere la possibilità di lavorare
State University; Joseph L. White, University of Califor- ogni giorno con studenti interessanti e stimolanti in una
nia, Irvine; Amy C. Willis, Veterans Administration fase della loro vita importante, di grande crescita. È al-
Medical Center, Washington, D.C.; James M. Wood, trettanto grande, e quasi inesprimibile, la mia gioia di
University of Texas, El Paso; Lisa Wood, University of poter contare su molti amici eccezionali e avere una fa-
Puget Sound; David Yells, Utah Valley State College e miglia straordinaria, in particolare Jon e Jami, Greg ed
Carlos Zalaquett, University of South Florida. Emily, e la mia fantastica moglie, Marlene.
Il mio ringraziamento non poteva non essere rivolto
al gruppo di professionisti della Worth Publishers and Ron Comer
W. H. Freeman and Company con i quali ho lavorato a Princeton University
stretto contatto per la realizzazione di questa edizione. Si Dicembre 2009
PROSPETTIVE EPISTEMOLOGICHE
IN PSICOLOGIA CLINICA
1.1
RAGIONI E NECESSITÀ venditore di luoghi comuni e di trite banalità camuf-
DI UN PUNTO DI VISTA fate sotto una terminologia e un rituale ermeneutico,
EPISTEMOLOGICO torna ad apparire necessario, almeno a un livello
«culturale», un lavoro di precisazione delle autenti-
Se pensiamo al principale destinatario di questo libro, che caratteristiche di una scientificità e di una specifi-
l’interrogativo di base è cosa è importante che abbia nel- cità della psicologia (Agazzi, 1976, p. 4-5).
la mente uno studente di psicologia che si accosta alla
sua prima formazione, in termini di strumenti concettua- La posizione scientifica di Agazzi è quanto mai attua-
li essenziali che gli consentano di orientarsi in un pano- le e ci riporta alla necessità di una formazione che abbia
rama così complesso e diversificato come risulta attual- solide basi teoriche proprio per la definizione di una pro-
mente quello della psicologia. Ci riferiamo a strumenti fessionalità con un’identità chiara, non in balia di cor-
che gli permettano l’acquisizione di contenuti utili anche renti delegittimatorie del senso comune né di tendenze
alle sue future scelte professionali che inevitabilmente riduzionistiche.
investiranno campi di applicazione ad ampio spettro. E
soprattutto che consentano una strutturazione graduale Osservazione: è una pratica comune utilizzata per
conoscere la realtà che ci circonda, è il tentativo di ac-
ma profonda delle conoscenze teoriche con la precisa
quisire conoscenze, in maniera più o meno precisa, più
finalità di scegliere, nel corso degli studi, il proprio sog-
o meno sistematica. La persona che osserva assume un
gettivo vertice di osservazione e teorico-clinico. Solo in ruolo di notevole importanza: l’osservatore è in qual-
questo modo, in qualità di psicologo, potrà posizionarsi che modo la persona che «seleziona» i dati dell’osser-
all’interno di un panorama variegato facendo riferimen- vazione.
to a un modello teorico ben preciso e con un linguaggio
condiviso da un proprio gruppo di riferimento. Le conoscenze e le competenze di base del sapere
La società attuale è, infatti, sempre più propensa a ri- psicologico devono inoltre svilupparsi in modo integrato
chiedere alla figura dello psicologo prestazioni molto per i diversi ambiti disciplinari. Per questo uno degli
diversificate: quesiti che provengono da diversi contesti strumenti teorici essenziali è una mappa che permetta
professionali e organizzativi e in particolare dai servizi uno sguardo dall’alto sui contenuti, per acquisire un qua-
clinici, medico-psicologici, sociali, educativo-scolastici dro completo delle varie discipline con i rispettivi ap-
e dagli enti locali. Questo rende attuale l’esigenza di una procci e metodi di analisi di quell’oggetto così comples-
sempre più accurata messa a fuoco dell’identità della so e affascinante che è la mente umana.
professione di psicologo anche a fronte di una diffusa Se teniamo presente il modello in cui lo psicoanalista
delegittimazione di questa figura. Con le parole di Evan- Antonio Imbasciati differenzia diversi livelli epistemo-
dro Agazzi, filosofo della scienza le cui teorie hanno logici della conoscenza scientifica (osservazione, de-
contribuito ad ampliare il campo semantico del concetto scrizione, interpretazione, spiegazione), la mente
di scientificità: dell’osservatore costituisce un vero e proprio strumento
in particolare per il primo di questi livelli: essa deve es-
Di fronte a una massa di opinioni più o meno confu- sere accuratamente formata attraverso l’apprendimento
se, che finiscono con l’idealizzare lo psicologo quasi di concetti, teorie, modelli, ma anche mediante una com-
come un taumaturgo o un mago, e a un’altra massa di petenza personale, una sorta di quid specifico e indivi-
opinioni non meno eterogenee, che tendono invece a duale che fa sì che le conoscenze acquisite non siano le
deprezzarlo come un medico fallito o come un abile stesse in tutti gli operatori.
nell’area semantica della parola anima, nei suoi vari tra metodo induttivo e deduttivo dovuta alle radici filo-
impieghi, dal discorso del senso comune a quello re- sofiche proprie della psicologia, sarà largamente accet-
ligioso e filosofico (Imbasciati, 1986, p. 2). tata e condurrà nell’800 alla separazione della disciplina
dalla filosofia e alla sua costituzione come scienza natu-
La psicologia intratterrà con la filosofia numerose li- rale.
nee di continuità, soprattutto in relazione agli oggetti L’irriducibile scissione teorica tra scienze della natu-
d’indagine e talvolta anche ai metodi: pensiamo all’os- ra e discipline umanistiche si riflette in quella metodolo-
servazione empirica (introspettiva e comportamentale), gica: il metodo deterministico ed esplicativo, usato per
alla classificazione, alla suddivisione della mente in fun- spiegare le leggi della natura, e quello definito compren-
zioni e processi psichici, tuttora attuali. sivo e descritto come un atteggiamento intuitivo dell’in-
dividualità singola.
Approccio costruttivista: approccio teorico fondato Bisognerà attendere il XVIII secolo per avere la defi-
sulla comprensione della struttura e della dinamica del nizione di un’area semantica della disciplina che mag-
sistema di significati soggettivi dell’altro. Nell’ambito giormente si avvicina a quella attuale: fondamentale è il
della matrice epistemologica costruttivista, viene mes- pensiero del filosofo Christian Wolff (1728-1732), in
sa in discussione la possibilità di una conoscenza «og- particolare la sua distinzione tra una psicologia riferita
gettiva», in quanto sapere totale che rappresenti in
esplicitamente alla concretezza dell’esperienza e una
modo fedele un ordine esterno indipendente dall’os-
concepita invece come un tentativo di chiarire l’essenza
servatore; la stessa osservazione diretta dei fenomeni
non è più considerata fonte privilegiata di conoscenza
stessa dell’anima razionale.
obiettiva. Con la naturalizzazione cartesiana dell’uomo biologi-
co una serie di processi psicologici (come ad esempio
Approccio epistemologico: l’epistemologia è l’attività motoria o quella percettiva) può diventare og-
quell’attività speculativa che tende a scoprire e indica- getto di studio naturalistico: fondamentali sono le ricer-
re i criteri per distinguere le proposizioni scientifiche
che di anatomia e fisiologia cerebrale di Franz Joseph
da quelle non scientifiche; l’epistemologia mira
Gall (1758-1828) che lo conducono alla formulazione di
all’esplicitazione consapevole e sistematica del meto-
una dottrina fisiognomica, l’organologia, ripresa dal suo
do e delle condizioni di validità delle asserzioni scienti-
fiche. allievo Johann Gaspar Spurzheim (1776-1832) e ribat-
tezzata frenologia. Con lo studio della fisiologia cere-
Dualismo cartesiano: secondo Cartesio la realtà è brale s’intende indagare la dimensione psicologica se-
divisa in due sostanze, res cogitans e res extensa. Con condo l’ipotesi che le facoltà mentali siano variamente
res cogitans si intende la realtà psichica a cui Cartesio
localizzate nella corteccia cerebrale, dando luogo a un
attribuisce le seguenti qualità: inestensione, libertà e
ingrossamento delle corrispondenti parti encefaliche:
consapevolezza. La res extensa rappresenta invece la
dalla forma della scatola cranica sarebbe possibile risali-
realtà fisica, che è estesa, limitata e inconsapevole.
re ai tratti del carattere attraverso una mappatura del cra-
Frenologia: dottrina dell’Ottocento e da tempo ab- nio in ventisei regioni alle quali corrisponderebbero al-
bandonata secondo la quale vi sarebbe una correla- trettante dimensioni della personalità.
zione tra caratteristiche psichiche e forma del cranio. Nell’alveo della cultura illuministica viene così a de-
linearsi la psicologia sperimentale il cui riconoscimento
Con Cartesio (1596-1650) e il suo dualismo, si costi- accademico risale al 1897, anno in cui Wilhelm Wundt
tuisce uno dei pilastri fondamentali della nascente disci- (1832-1892), considerato il padre fondatore della disci-
plina, in quanto precondizione per la nascita della psico- plina, istituisce a Lipsia il primo laboratorio di psicolo-
logia scientifica: la suddivisione in res cogitans (cosa gia associato a una cattedra di filosofia. Sin dal 1867,
pensante) e res extensa (cosa che ha estensione e quindi presso l’Università di Heidelberg, Wundt inaugura un
soggetta alle leggi della fisica) delinea un modello di corso di Psicologia fisiologica e il 1881 vede la nascita
uomo costituito da due parti distinte, il corpo e l’anima, della prima rivista ufficiale.
intesi come due sostanze ontologiche separate da studia- L’oggetto della psicologia è per Wundt l’esperienza
re con metodi e strumenti diversi. Il dualismo cartesia- diretta e immediata e il metodo precipuo per rilevarla
no s’intreccia a livello di contenuto, e nello stesso tempo l’introspezione attraverso cui l’individuo sarà in grado
dà forma, a quella doppia matrice originaria, filosofica e di rivelare cosa avviene nel momento esatto in cui espe-
scientifica, che sta alla base della nascita della psicolo- risce la realtà. Metodo che condurrà a non pochi proble-
gia e che la condurrà su un percorso storico, teorico e mi di oggettività scientifica poiché porta con sé una do-
metodologico che si snoda su due binari differenziati e manda fondamentale, ineludibile e insolubile: come
spesso inconciliabili: una scientificità di tipo naturalisti- possiamo sapere quale sia il reale contenuto di coscienza
co e una di tipo storico-ermeneutico. corrispondente al resoconto verbale di un soggetto? No-
Questa distinzione, che incarna l’atavica oscillazione nostante queste non indifferenti aporie metodologiche si
può affermare che con Wundt la psicologia si stacca dal- sness) descrivibile nella sua immediatezza – liberandosi
la filosofia speculativa per aprirsi alla metodologia delle da sovrastrutture metafisiche, idealistiche o positivisti-
scienze naturali, acquisendo propri criteri metodologici che – e da analizzare nelle sue relazioni con un organi-
di sperimentazione e di quantificazione. smo concreto e immerso in un ambiente reale. Secondo
Dalla matrice concettuale wundtiana prendono vita il Funzionalismo i pensieri sono funzioni attive
indirizzi fra loro contrapposti, quali il Funzionalismo dell’adattamento dell’uomo al suo ambiente specifico:
(inaugurato da William James e John Dewey) che inter- esse sono rilevabili anche con l’uso di test psicologici e
preta i fenomeni psichici non come strutture ma come la loro evoluzione ha un carattere biologico. Con la sua
funzioni attraverso cui l’organismo si adatta all’ambien- Teoria periferica delle emozioni inoltre James considera
te, e l’Introspezionismo che legittima e tramanda ai po- l’esperienza mentale come una totalità comprendente,
steri il principale contributo wundtiano: il metodo per oltre ai pensieri articolati, anche quelli indeterminati e le
analizzare i processi psichici superiori attraverso una ri- immagini indistinte, aprendo così la strada alla nascita
gorosa codificazione, un’accurata identificazione e uno dell’inconscio e della psicologia individuale che caratte-
stretto controllo delle variabili psichiche. Nel laborato- rizzeranno gli studi sulla personalità e le indagini della
rio di Lipsia dette variabili sono circoscritte ai processi psicologia clinica.
sensoriali semplici, ma in seguito si estenderanno a quel-
li complessi. Funzionalismo: è un indirizzo di ricerca che interpre-
Il Positivismo eredita dall’Illuminismo il progetto di ta i fenomeni psichici non come elementi disgiunti fra
uno studio scientifico dell’essere umano, in particolare loro ma come funzioni mediante le quali l’organismo
quegli aspetti dello spirito e della psiche, sino all’Otto- si adatta all’ambiente sociale e fisico.
cento appannaggio della gnoseologia e dell’etica. Introspezionismo: metodo che utilizza un certo tipo
Nel 1859, con la pubblicazione de L’origine della di indagine, nella quale si chiede al soggetto di riferire
specie di Charles Darwin (1809-1882) assistiamo a un verbalmente circa gli eventi (contenuti e/o processi)
vero e proprio salto di paradigma: in quest’opera, infatti, che si sono svolti nella sua mente durante l’esecuzio-
si afferma che l’attuale forma degli esseri viventi non è ne di un dato compito.
più l’espressione di strutture immutabili, come invece Condizionamento: processo che si verifica con l’as-
sosteneva la biologia, ma il risultato di successive fortu- sociazione di uno stimolo incondizionato (naturale) a
ite variazioni dei caratteri della specie, progressivamen- uno condizionato (artificiale) in un organismo; lo sti-
te selezionati dall’ambiente. Lo sviluppo intellettuale e molo condizionato induce naturalmente una risposta
morale dell’uomo, e quindi le stesse attività psichiche, della cui prossimità lo stimolo incondizionato (arbitra-
possono da questo momento essere spiegati con la teoria rio) si avvale. La scoperta empirica del condizionamen-
evoluzionistica, nei termini di una selezione di quei ca- to è attribuita al fisiologo russo Ivan Pavlov che, stu-
ratteri più funzionali all’ambiente, trasmessi ereditaria- diando il fenomeno della secrezione psichica nelle re-
mente, a discapito di quelli meno adatti alla sopravvi- azioni dei cani alla presentazione di cibo, vi si imbatté
casualmente. Egli notò che gli animali salivavano ap-
venza, destinati invece a scomparire.
pena entrava nella stanza, associando la sua presenza
La matrice darwiniana è alla base delle teorie di
(stimolo condizionato) al cibo (stimolo incondizionato,
un’altra figura fondamentale della storia della psicolo-
poiché naturalmente il cibo provoca salivazione).
gia, Wiliam James (1842-1910), che conduce la discipli- L’esperimento fu verificato da Pavlov utilizzando co-
na alla sua prima disidentificazione dalla ricerca speri- me stimolo condizionato il suono di un campanello.
mentale per costituirsi come sapere applicato. Fondatore
del primo laboratorio negli Stati Uniti, egli dà una svolta La ricerca di ciò che sta oltre la razionalità è stata una
determinante alla formazione identitaria della nuova psi- costante sin dalle origini della filosofia ma sarà soprat-
cologia riprendendo l’originario filone filosofico e arric- tutto negli anni a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento,
chendolo con gli influssi del contemporaneo Pragmati- quindi tra l’Illuminismo e il Romanticismo, che verrà
smo americano. L’opera in due volumi I principi di psi- maggiormente approfondita e andrà a intrecciarsi con la
cologia (1890) costituisce un punto di svolta imprescin- psicologia attraverso il concetto d’inconscio. L’alveo
dibile poiché introduce nell’area semantica della psico- culturale profondamente fertile dove questo concetto
logia del tempo, ancora piuttosto fisiologica e naturali- s’innesta e trova il suo sviluppo è rappresentato dal mo-
stica, il concetto ben più profondo e complesso di co- vimento letterario dello Sturm und Drang: filosofi e
scienza: secondo James l’errore di Wundt è stato quello scrittori, in reazione ai rigidi schemi dell’Illuminismo,
di considerare i fenomeni psichici disarticolandoli in una iniziano ora a occuparsi dell’irrazionale, dell’occulto e
serie di elementi discontinui connessi ai meccanismi fi- dell’esplorazione delle profondità nascoste della psiche
siologici, senza coglierne gli aspetti dinamici. La realtà umana. Lo studio della mente e del comportamento ini-
psichica deve invece essere colta nel suo fluire in termi- zia, proprio in questo periodo, a far parte di un impianto
ni appunto di flusso di coscienza (stream of consciu- teorico e clinico dal quale fino a poco tempo prima era
stato escluso. Un primo ambito d’indagine fu appunto Con l’articolo del 1913 Psychology as the Behaviori-
l’inconscio, esplorato in termini di dinamiche intrapsi- st Views It, J. Watson (1878-1958) sancisce la nascita
chiche e in accordo con i canoni di scientificità del tem- ufficiale del Comportamentismo, movimento che avrà
po. Gli aspetti inconsci della mente umana erano già massima diffusione nella psicologia americana tra gli
stati argomento d’interesse dei mistici delle tradizioni anni Trenta e Sessanta. In esso sono delineati in modo
più antiche, dei filosofi panteistici e della natura, e di coerente e sistematico i principi della nuova teoria volta
letterati e filosofi quali F. Shelling, A. Schopehauer e G. al miglioramento delle condizioni della sperimentazione
Leibniz. È solo con Freud, tuttavia, che queste caratteri- in laboratorio e al rigore della quantificazione delle va-
stiche della mente umana, già note da tempo, vengono riabili:
studiate ed espresse con un metodo e un linguaggio atti-
nenti alle esigenze di scientificità del tempo. In questo • L’unico oggetto dell’indagine psicologica deve esse-
senso, lo scopo di Freud fu sempre quello di fare della re il comportamento degli individui.
Psicoanalisi una disciplina scientifica improntata sul • Esso è osservabile e misurabile con metodi obiettivi.
modello bio-medico imperante. • La metodologia di rilevazione deve permettere la ri-
petizione degli esperimenti.
Sintesi • L’interpretazione dei dati deve essere fatta secondo lo
In questo paragrafo si delineano le principali trasfor- schema fisso di stimolo/risposta (S-R).
mazioni storiche e concettuali assunte dalla Psicologia • Il pensiero, definito linguaggio subvocale, è conside-
nel suo emanciparsi dalla filosofia, fino alle soglie del rato una forma di comportamento riducibile a movi-
Novecento. menti impercettibili dell’apparato vocale.
scientismo, inteso come concezione che attribuisce alla Prende sempre più corpo in questi anni la necessità di
scienza un valore assoluto, considerandola come l’unica elaborare una prospettiva olistica nel valutare l’attività
forma autentica di conoscenza umana, quindi lo stru- scientifica e i suoi stessi elementi costitutivi, difendendo
mento più adeguato per risolvere tutti i problemi dell’uo- l’idea di un egualitarismo epistemologico che rivendica
mo. Il principale problema teorico diventa il non ricono- la piena legittimità di qualsiasi strategia d’indagine: se-
scere che la portata della scienza è solo parziale rispetto condo la prospettiva olistica l’organismo biologico e
alla complessità del campo d’indagine di cui si vuole psichico deve essere studiato in quanto totalità organiz-
occupare e di cui è necessario mantenere aperta l’ottica zata, e non in quanto somma di parti discrete.
di pienezza di senso e di complessità. Negli ultimi trenta-quarant’anni la psicologia vive un
La stessa idea d’immagine scientifica è quanto mai periodo di svolta radicale, una sorta di ulteriore salto di
problematica, poiché le varie scienze ci offrono tante paradigma necessario per allargare l’area semantica del
visioni parziali del mondo, ritagliate in funzione dei loro concetto di scientificità e per riformulare la sua specifi-
particolari criteri e metodi d’indagine: come può dunque cità e autenticità. Inserendosi nel gap creatosi tra la crisi
questa pluralità dar luogo a una sola immagine scientifi- delle certezze ottocentesche e la fecondità degli apporti
ca unitaria e globale dentro la quale l’uomo possa rico- del dibattito attuale, la psicologia sta via via precisando
noscersi e situarsi? Nel corso del Novecento prendono in modo sempre più accurato la propria identità tra tenta-
sempre maggior spazio all’interno della filosofia della tivi d’idealizzazione e svalutazione.
scienza interpretazioni anti-realiste che ne rilevano il ca-
rattere fallibile, la dipendenza dai contesti sociali e cul- Sintesi
turali, fino a negare le sue caratteristiche di conoscenza La prima metà del Novecento è caratterizzata dalla
oggettiva e rigorosa. necessità per la Psicologia, per definire in modo più
netto la sua identità, di emanciparsi dall’originaria
Falsificabilità: per Popper le ipotesi scientifiche sono
commistione con la Filosofia orientando linguaggi,
controllabili dall’esperienza, nel senso che è possibile
obiettivi e metodi verso una maggior oggettività. L’ot-
elaborare test per controllarne la falsità. In altri termini
l’unico elemento che raccomanda un’ipotesi scientifica
timismo scientifico degli esperimenti di I. Pavlov en-
è la sua resistenza ai vari tentativi di falsificarla. È que- tra però in crisi e, dopo le due guerre mondiali, assi-
sto che dà carattere empirico alle teorie scientifiche e stiamo al crollo dell’oggettività pura approdando, con
non l’assunzione della validità di procedimenti indutti- Karl Popper, al riconoscimento della complessità di
vi che cerchino di giustificare il passaggio da esempi oggetti e contenuti della scienza.
particolari a una legge generale.
Protocollo: nella filosofia neopositivista costituisce la
1.4
registrazione di un dato dell’esperienza immediata in
un’enunciazione elementare, quest’ultima detta pro- DAI CRITERI DI PROTOCOLLARITÀ
posizione protocollare. ALL’ISTITUZIONE
DELL’OGGETTIVITÀ
Oggetto scientifico: secondo la recente epistemolo-
gia è un’entità astratta poiché prodotto delle manipo-
L’intento di questo paragrafo è di delineare quali posso-
lazioni strumentali, fascio di relazioni che si sceglie di
no essere, al di là delle differenze teoriche e metodologi-
indagare dopo aver stabilito i criteri di protocollarità;
che, le peculiarità dell’oggetto di studio della psicologia.
l’oggetto è dunque un costrutto, un’entità teorica di-
rettamente sperimentabile attraverso una rete di nessi
Il percorso si snoda partendo da due interrogativi di base:
logici, esplicita e ispezionabile, che consenta in qua-
lunque momento e a chiunque di coglierne in modo • Cos’è scienza?
oggettivo l’articolazione e la consequenzialità. • Qual è l’oggetto della psicologia?
Una delle principali teorie, al cui interno prendono La psicologia attualmente è costituita da un corpus di
corpo le critiche allo scientismo positivista, è rappresen- differenti prospettive con metodi tra loro molto diversi.
tata dall’Epistemologia della Falsificabilità di K. Pop- Non costituisce dunque un’unica disciplina, ma un insie-
per (1902-1994), secondo cui una teoria scientifica si me di scienze molteplici la cui scientificità è affidata alla
contraddistingue per la possibilità di essere controllata e struttura e coerenza dello specifico metodo. Da questo
quindi falsificata empiricamente. La falsicabilità come deriva un’aura affascinante legata a una materia così
atteggiamento metodologico è collegata al riconosci- cangiante e poliedrica, d’altra parte tuttavia sono eviden-
mento del fatto che la conoscenza scientifica è sempre ziabili una serie di importanti limiti: aspettative magi-
contestuale e quindi parziale; è necessario dunque di- che, fraintendimenti, riconoscimento di alcune scienze
stinguere attentamente i differenti approcci adottati nelle psicologiche e rifiuto di altre. A fronte di questa fram-
diverse branche e discipline della scienza. mentarietà e apparente incoerenza, potremmo doman-
darci se sia legittimo riconoscerla come una scienza in tocollarità saranno dunque quei princìpi in base ai quali
grado di produrre conoscenze oggettive e confrontabili ogni scienza determina la verità o la falsità delle sue pro-
con quelle delle scienze della natura. Il semplice ricono- posizioni. Da qui la definizione di Agazzi di che cosa
scimento del pluralismo epistemologico non basta, poi- può costituire oggetto di una scienza:
ché occorre ridefinire prima i criteri generali della scien-
tificità e, quindi, dello specifico metodo scientifico uti- Non si può dire, nella scienza: prima decidiamo di
lizzato. Occorre dunque sviluppare una nuova epistemo- cosa occuparci e poi studiamo come occuparcene,
logia che legittimi la pluralità di modelli e di tipi di perché, come si è visto, l’oggetto scientifico nasce
scientificità adeguati alle esigenze delle diverse prospet- proprio non come presupposto, ma come risultato
tive teoriche, metodologiche e di ricerca. della scelta dei criteri di protocollarità, i quali sono
Oggi ciò sembra possibile, a partire da tre esigenze proprio di natura metodologica. Anzi, rifacendo per
fondamentali per ogni disciplina: l’ennesima volta la distinzione fra cose e oggetti, po-
tremmo dire che l’oggetto scientifico nasce quando
• La coerenza logico-programmatica, ossia la capacità una cosa viene investigata secondo certi metodi e che
di adeguare le osservazioni e le verifiche alla realtà. una cosa è un fascio di oggetti potenzialmente infini-
• La capacità di spiegare e anticipare, ossia di formula- ti, proprio perché è indagabile mediante sistemi di
re previsioni attendibili. metodi potenzialmente infinito e ciascuno di tali si-
• La capacità di auto-riorganizzazione, ossia di ade- stemi di metodi dà luogo a una scienza diversa che si
guarsi continuamente alle crescenti necessità delle occupa di quella «cosa» (Agazzi, 1976, pp. 15-16).
proprie ricerche.
Alla luce di questa definizione dunque, la psicologia
Queste diverse ma basilari esigenze concorrono al deve essere considerata come un insieme di discipline
costituirsi di una struttura generale della scientificità, «autenticamente diverse per oggetti» stabiliti, questi ul-
che consente a ogni disciplina di elaborare una rigorosa timi, in base a una scelta precisa e consapevole dei meto-
coerenza intrinseca, appropriata alla sua identità e sem- di d’indagine. Da ciò si può dedurre che uno degli assun-
pre adeguabile a compiti nuovi. ti fondamentali che ciascuna disciplina deve fare proprio
La costituzione di questa struttura si articola intorno a per essere legittimata come scientifica è l’esplicitazione
due elementi essenziali: l’oggetto e il metodo. Secondo di precisi criteri di protocollarità impiegati per ritagliare
l’ideale positivistico, solo il concreto, il materiale può il proprio oggetto di studio.
costituire oggetto di scienza: tutto ciò che non si vede e Come conseguenza di queste riflessioni si può così
non si tocca non rientrerebbe nell’ambito della scientifi- definire la struttura dell’oggetto scientifico: esso è
cità. un’entità astratta poiché prodotto delle manipolazioni
Nell’orientamento epistemologico contemporaneo strumentali, fascio di relazioni che si sceglie di indagare
l’oggetto scientifico è invece interpretato come un mo- dopo aver stabilito i criteri di protocollarità. L’oggetto è
dello utile per conoscere la cosa, tanto che la scienza non dunque un costrutto, un’entità teorica direttamente spe-
è più concepita come una rappresentazione speculare rimentabile attraverso una rete di nessi logici, esplicita e
della realtà, ma come un discorso su di essa, un’interpre- ispezionabile, che consenta in qualunque momento e a
tazione dei suoi oggetti e leggi. La possibilità del lin- chiunque di coglierne in modo oggettivo l’articolazione
guaggio di mediare e tradurre la realtà in termini simbo- e la consequenzialità.
lici permette la costruzione di discorsi e paradigmi teori- Un altro concetto esaminato dalle teorie epistemolo-
ci, per cui la scienza può essere definita come un sistema giche di Agazzi è quello di «oggettività scientifica»: es-
di proposizioni linguistiche che intendono spiegare un sa nasce dal presupposto che si formi una comunità, un
certo ambito della realtà. Ma cosa differenzia una propo- gruppo di riferimento i cui componenti si trovino a esse-
sizione scientifica da tutte le altre proposizioni del lin- re d’accordo nell’impiego di certi strumenti per verifi-
guaggio comune? Per spiegare questo concetto prende- carne la coerenza. L’oggettività è data dunque non dalla
remo in considerazione il pensiero di Evandro Agazzi, comunità scientifica in generale, ma dal particolare
autore che ha dedicato molte delle sue riflessioni a que- gruppo di riferimento cui appartiene quello specifico
sti fenomeni: egli utilizza una locuzione tecnica, elabo- vertice osservativo e metodologico, cioè deve valere per
rata dal Neopositivismo, i criteri di protocollarità. Nel tutti i soggetti che si occupano di quell’oggetto di studio.
contesto scientifico è definito protocollo una proposi- Chiunque accetta le condizioni di partenza del processo
zione semplice, non ulteriormente riducibile, che regi- di oggettivazione deve poi condividere il discorso che da
stra i dati elementari e immediati della percezione. Gli esse si sviluppa.
enunciati protocollari non hanno bisogno di verifica, Il discorso teorico di Agazzi parte dal presupposto di
perché la loro verità è garantita dallo stesso protocollo non assumere nessun modello epistemologico precosti-
che le fa corrispondere al dato empirico. I criteri di pro- tuito perché, come afferma nelle conclusioni:
[…] l’attuale situazione della psicologia, da un punto dell’oggettività scientifica sia quello di garantirsi dei
di vista epistemologico, è quello di una ricerca livelli d’intersoggettività su un fondamento essen-
d’identità e l’identità ben difficilmente si raggiunge zialmente operativo. Ciò mette subito a loro agio il
riconoscendosi in un modello altrui. Saranno perciò comportamentista da un lato e il neuropsicologo
gli psicologi, a partire da questo momento, che do- dall’altro, che possono effettivamente esibire criteri
vranno dire se nel quadro epistemologico generale di protocollarità la cui operazionalità è di pacifica
proposto essi ritrovano alcuni elementi di chiarifica- evidenza (Ibidem, p. 34).
zione, capaci di aiutare la loro riflessione critica sulla
struttura conoscitiva della loro scienza e che, even- Nel box L’oggetto scientifico proponiamo una sinte-
tualmente, potranno cominciare a evidenziarli espli- si dei principali assunti della recente epistemologia.
citamente. […] Si è visto come il tema centrale
Approfondimento
L’OGGETTO SCIENTIFICO
• Non è reale ma discende da assunzioni di metodo che si che complessa, a proposizioni direttamente controllabili
originano dalla teoria e che specificano le procedure, le in base ai criteri di protocollarità (Ibidem, p. 15).
tecniche di osservazione e di analisi valide per quella
teoria. Quali sono le principali caratteristiche dei criteri di protocol-
• Non ha una corrispondenza uno a uno con l’oggetto larità?
d’indagine.
• Non esiste un solo oggetto scientifico, ma più oggetti • Essi devono avere un carattere empirico, cioè consistere
scientifici che descrivono alcuni aspetti, ma non altri, in qualcosa di coincidente, o paragonabile, a osservazio-
dell’oggetto reale. ni dirette;
• devono servire a rispondere a domande ben precise;
Esistono quindi più oggetti scientifici anche nell’ambito di • devono essere codificati, dettagliatamente descritti, to-
una stessa scienza e non sono direttamente comparabili, talmente esplicitati;
perché ognuno ritaglia aspetti diversi dello stesso oggetto • devono consistere in effettive operazioni eseguibili sulle
reale. cose.
Approfondimento
• le correlazioni tra preconscio e inconscio e corteccia del macaco e una serie di studi ha dimostrato che si tro-
prefrontale; verebbe anche nel cervello umano.
• l’orientamento sessuale;
Sistema: insieme di elementi coordinati tra loro in una
• la psicoterapia e le modificazioni strutturali del cer-
unità funzionale.
vello (plasticità).
Secondo l’ipotesi di Vittorio Gallese e coll. (2006) il
Uno degli apporti più significativi e più attuali da par- meccanismo messo in atto dai neuroni-specchio costitu-
te delle neuroscienze a questa questione è costituito dal- irebbe una sorta di simulazione incarnata (embodied si-
le recenti scoperte, da parte dell’equipe italiana guidata mulation), grazie alla quale l’uomo ha la possibilità di
da Giacomo Rizzolatti, dei neuroni-mirror: questa spe- riconoscere in quello che vede qualcosa con cui può «ri-
cifica popolazione neuronale si trova nella neocorteccia suonare» e di cui si appropria in modo esperienziale:
Approfondimento
I NEURONI MIRROR
All’inizio degli anni Novanta l’Istituto di Fisiologia dell’Uni- suono prodotto da una determinata azione, o durante l’os-
versità di Parma diretto da Giacomo Rizzolatti ha rilevato, servazione di movimenti della bocca ed espressioni facciali
attraverso una serie di ricerche, la presenza, nella corteccia eseguite dallo sperimentatore di fronte alla scimmia (neuro-
premotoria dei macachi (F5), di una classe di neuroni che si ni specchio audio-visivi e comunicativi).
attiva non solo quando la scimmia afferra o manipola un Nonostante nell’uomo non siano mai state registrate attivi-
oggetto, ma anche quando osserva le stesse azioni eseguite tà di singoli neuroni appartenenti al sistema mirror, una
da altri (G. Rizzolatti et al., 1996). È stato evidenziato che serie di dati convergenti derivanti da esperimenti neurofisio-
l’azione osservata dal macaco doveva consistere nell’intera- logici, comportamentali e di brain imaging, può essere con-
zione tra la mano dell’agente e un oggetto poiché la sem- siderata una prova indiretta dell’esistenza di questo sistema
plice osservazione visiva di un oggetto non evocava alcuna anche nel cervello umano. In particolare recenti studi di ri-
risposta neuronale. sonanza magnetica funzionale (fMRI) condotti su soggetti
In una prima serie di esperimenti (C. Umiltà et al., 2001) i adulti hanno dimostrato che i neuroni specchio sarebbero
neuroni specchio dell’area F5 sono stati studiati in due con- attivati, oltre che dall’osservazione di azioni eseguite con la
dizioni sperimentali diverse: mano, anche dall’osservazione di movimenti eseguiti da al-
tri organi effettori come la bocca e il piede (G. Buccino et
1. La scimmia poteva vedere l’azione nella sua interezza: al., 2001). L’osservazione di azioni semplici eseguite con le
una mano che afferra un oggetto. dita (M. Iacoboni et al., 1999), ma anche l’apprendimento
2. La stessa azione era oscurata nella sua parte terminale, imitativo di complesse sequenze di atti motori (G. Buccino
quella cioè in cui la mano dello sperimentatore interagi- et al., 2004) implicherebbe l’attivazione di questo sistema
va con l’oggetto. La scimmia sapeva che l’oggetto ber- neuronale.
saglio dell’azione era nascosto dietro uno schermo, ma Le recenti ricerche sono concordi nel considerare il sistema
non poteva materialmente vedere la mano che afferrava mirror, sia nell’ambito dello sviluppo infantile che delle neu-
l’oggetto. roscienze, come il substrato neuronale dell’intersoggettività,
intesa nella sua accezione più ampia come l’insieme com-
In questa seconda situazione sperimentale, nonostante l’im- plesso dei modi in cui due menti si relazionano, si sintoniz-
pedimento visivo, più della metà dei neuroni registrati ha zano, rompono e riparano la sintonizzazione. Se ipotizziamo
continuato a rispondere anche nella condizione oscurata. l’esistenza del sistema mirror anche nel cervello umano, pos-
Attraverso la simulazione dell’azione nel cervello del macaco siamo considerare la comprensione di azioni altrui e l’attri-
che osservava, anche la parte non vista dell’azione ha potu- buzione d’intenzioni come due fenomeni collegati, sostenu-
to essere ricostruita e il suo scopo essere compreso implici- ti dallo stesso meccanismo funzionale, definito da V. Gallese
tamente. simulazione incarnata:
Da questi esperimenti emerge che l’osservazione di un’azio-
ne induce l’attivazione dello stesso circuito nervoso deputa- In contrasto con quanto affermato dalla scienza cogniti-
to a controllarne l’esecuzione e quindi l’automatica simula- va classica, la comprensione di un’azione e l’attribuzione
zione della stessa azione nel cervello dell’osservatore. Questo d’intenzioni – almeno d’intenzioni semplici – non sem-
meccanismo dunque potrebbe essere alla base di una com- brano appartenere a domini cognitivi diversi, ma entram-
prensione implicita delle azioni altrui. Studi successivi (E. bi concernono meccanismi di simulazione incarnata so-
Kohler et al., 2002; P. F. Ferrari et al., 2003) hanno dimostra- stenuti dall’attivazione di catene di neuroni specchio lo-
to l’attivazione di neuroni specchio durante l’ascolto di un gicamente collegate (Ibidem, p. 553).
Il significato delle esperienze altrui è compreso non dello per attivare i propri circuiti cerebrali secondo sche-
in virtù di una spiegazione ma grazie a una compren- mi che andranno a stratificarsi nella sua memoria impli-
sione diretta, per così dire, dall’interno (Gallese, cita, non dichiarativa. Questo tipo di memoria, teorizza-
2006, p. 543). to dagli autori dell’Infant Research, è specifico delle
aree subcorticali (amigdala, regioni limbiche, nuclei del-
Nel box I neuroni mirror viene trattata la genesi di la base, corteccia motoria e percettiva) e immagazzina le
questa scoperta e le sue possibili applicazioni nell’ambi- protoconversazioni in cui ancora non è presente il lin-
to della ricerca. guaggio; al «cosa» si sostituisce il «come» avviene una
Un altro contributo all’area d’interdisciplinarietà fra relazione, in termini di ritmo, intensità e forma, grazie
le teorie psicoanalitiche e le ricerche neuroscientifiche è alla memorizzazione delle rappresentazioni degli stati
costituito dal corpus teorico di Allan Schore, autore che viscerali, somatici e delle sensazioni corporee e delle
recentemente si è occupato di indagare i correlati neuro- loro variazioni interne in base ai cambiamenti dell’am-
biologici della sintonizzazione affettiva in atto tra madre biente.
e bambino durante la fase d’intersoggettività primaria. Secondo questo modello evolutivo gerarchico il siste-
L’attenzione di Schore è principalmente focalizzata ma limbico, organizzato in tre livelli (amigdala, cingolo
sull’emisfero destro del cervello che, secondo gli studi anteriore, insula orbitofrontale), permette un tipo di ela-
recenti che indagano le specificità funzionali dei due borazione soggettiva degli stimoli emotivi provenienti
emisferi, le loro asimmetrie e lateralizzazioni, è quello dal mutevole ambiente esterno. Una regolazione affetti-
deputato all’elaborazione olistica e parallela, mentre va funzionale e affettivamente significativa garantisce il
quello sinistro è analitico e lavora con modalità sequen- passaggio dell’informazione a livelli sempre più com-
ziali. L’emisfero destro è definito «cervello emotivo» e plessi d’integrazione: inizialmente sperimentati come
raggiunge la sua massima crescita durante i primi diciot- rappresentazioni corporee, in forma di sensazioni disor-
to mesi di vita del bambino (è noto come la corteccia ganizzanti, gli affetti vengono successivamente interna-
destra si sviluppi più precocemente di quella sinistra), lizzati nei sistemi superiori e percepiti come stati sogget-
assumendo un ruolo dominante nei primi tre anni. Allo tivi condivisibili a livello relazionale e modulabili in
stesso modo il cervello della madre, a causa delle modi- termini di durata e intensità. L’elaborazione di tipo se-
ficazioni ormonali in atto durante la gravidanza e il mantico avverrà, a questo punto, grazie alla trasmissione
puerperio, subendo una sorta di regressione, tende a usa- dell’informazione emotiva all’emisfero sinistro, me-
re in questa fase soprattutto la sua parte destra. diante le interconnessioni del corpo calloso.
L’emisfero destro del bambino sarebbe così sintoniz- Tutte queste informazioni sensoriali, connotate affet-
zato, dal punto di vista psicobiologico con l’output che tivamente e integrate come stati soggettivi discreti, an-
deriva dall’emisfero destro della madre, determinando dranno a formare una mappa comprensiva e integrata
l’elaborazione delle informazioni emotive e nella comu- dello stato del corpo che indurrà condizioni di consape-
nicazione non verbale. volezza più coerenti e complessi: un adeguato conteni-
mento da parte del caregiver dei contenuti pre-simbolici
Holding: termine introdotto da Winnicott per definire caratterizzanti i vissuti emotivi del bambino, è fonda-
la capacità della madre di fungere da contenitore delle mentale per il passaggio da forme di rappresentazione
angosce del bambino. basate esclusivamente sul corpo a rappresentazioni ge-
neralizzate, proprie e dell’altro, presupposto fondamen-
In sintonia con il concetto winnicottiano di holding, tale per la formazione del Sé. Durante la fase d’intersog-
possiamo infatti evidenziare come molti primati e la gettività secondaria, infatti, che si sviluppa intorno ai sei
maggior parte delle donne umane tendano a tenere in mesi del bambino, questi contenuti sempre più organiz-
braccio i loro piccoli dalla parte sinistra del corpo: in zati e consapevoli andranno a formare la memoria di ti-
questo modo l’immagine del bambino è collocata po esplicito, semantica e autobiografica o episodica, in
nell’emiretina visiva dell’emisfero destro. concomitanza con la maturazione di specifiche aree ce-
Durante le interazioni faccia a faccia e nelle proto- rebrali (ippocampo, corteccia orbito-frontale).
conversazioni caratteristiche dell’intersoggettività pri- Un’insufficiente stimolazione dell’emisfero destro e
maria, l’emisfero destro del bambino – dominante nel un basso e disorganizzato livello di sintonizzazione af-
riconoscimento del volto materno e nell’elaborazione fettiva, tutti fattori dovuti a un ambiente carente, inade-
delle informazioni visivo-emozionali e prosodiche – si guato o traumatizzante, non permettono un funzionale
sincronizza con l’emisfero destro della madre, a sua vol- processo di elaborazione dei contenuti emotivi impliciti
ta deputato alle comunicazioni affettive non verbali e nella relazione e non consentono la formazione della ca-
alla produzione di una gestualità improntata alla cura pacità di autoregolazione, in termini di modulazione
spontanea del piccolo. L’output del cervello della madre d’intensità e durata degli affetti. Anche la mentalizzazio-
è così interiorizzato e utilizzato dal bambino come mo- ne, intesa come capacità di rappresentare internamente
gli stati mentali propri e altrui, risulta compromessa dal- operato da parte del caregiver dei loro vissuti percetti-
la relazione con una figura di accudimento non adegua- vi e affettivi, non riescono a raggiungere, dal punto di
tamente sintonizzata con gli stati emotivi del bambino, vista evolutivo, un’organizzazione psichica in grado
negligente o disorganizzante: di generare complesse rappresentazioni simboliche di
sé e dell’altro (A. Granieri, 2011, p. 80).
Nei casi in cui il rispecchiamento emotivo del caregi-
ver è deficitario o addirittura contraddittorio (come Il box L’inconscio tra psicoanalisi e neuroscienze è
nei casi di diniego da parte dell’adulto del vissuto dedicato, per concludere, all’esplorazione bifocale del
emotivo del bambino), si assiste a una marcata diffi- concetto psicoanalitico d’inconscio: l’intrecciarsi fra
coltà a riconoscere e rappresentare dal punto di vista psicoanalisi e neuroscienze nello studio di questo con-
simbolico i vissuti affettivi che, pertanto, vengono cetto apre prospettive ricche e fruttuose per l’evoluzione
percepiti come eventi angosciosi e altamente disorga- della clinica, in termini di ricerca e soprattutto d’inter-
nizzanti. Questi bambini, a causa del disconoscimento vento terapeutico.
Approfondimento
modo le caratteristiche formali dei sistemi di memoria si ri- • L’inconscio rimosso: contiene elementi che sono stati
specchiano nella struttura dell’inconscio. oggetto di ricordo in forma esplicita e che, per la loro
intollerabilità psichica, sono stati rimossi.
La scoperta del doppio sistema della memoria: esplicita • L’inconscio precoce non rimosso: contiene elementi che
o dichiarativa, cosciente, verbalizzabile e ricordabile, es- non sono mai stati oggetto di ricordo in forma esplicita
senziale per la nostra identità e per la nostra autobiogra- e che, quindi, non sono mai stati oggetto di rimozione.
fia, e implicita, non cosciente, non verbalizzabile e non
ricordabile, apre prospettive enormi alla teoria e clinica L’inconscio precoce non rimosso è il luogo in cui si deposi-
psicoanalitica (M. Mancia, 2006, p. 1019). tano le esperienze intersoggettive sensoriali e a forte conte-
nuto emozionale più precoci della vita umana:
Secondo evidenze neurofisiologiche non tutti i sistemi di
memoria giungono a maturazione contemporaneamente: • gli stimoli uditivi provenienti dalla madre (battito cardia-
la memoria esplicita, localizzata a livello dell’ippocampo, co, respiro...);
giunge a maturazione verso i due anni; la memoria implicita, • l’intonazione della voce materna e la struttura del suo
localizzata a livello dell’amigdala, giunge a maturazione già linguaggio;
nelle ultime settimane di gestazione. • il contatto con il corpo della madre;
Esistono esperienze che, per la loro precocità, non possono • il sincronismo e la reciprocità nelle interazioni di accudi-
essere immagazzinate in forma esplicita sotto forma di me- mento;
morie semantiche o episodiche; esse possono essere depo- • il rispecchiamento degli stati emotivi nel volto della ma-
sitate nella memoria implicita i cui circuiti corticali sono dre.
maturi fin dalla nascita.
Dal punto di vista formale questi sono ricordi di natura
In particolare la implicita è la sola memoria che si svilup- preverbale e presimbolica, ricordi carichi d’affetto che
pa precocemente, è presente e attiva già nelle ultime confluiscono nell’area semantica data dal concetto di sen-
settimane di gestazione ed è l’unica memoria di cui di- timento, inteso come affetto che collega le pulsioni e le
spone il neonato nei suoi primi due anni di vita. La sua relazioni tra il Sé e l’oggetto e che fonda l’inconscio preco-
dimensione procedurale ed emotivo-affettiva permette ce non rimosso.
al bambino di archiviare in essa le sue prime esperienze Le esperienze emozionali e affettive depositate in forma pre-
collegate alla voce e al linguaggio materno e all’ambien- verbale e pre-simbolica nell’inconscio non rimosso costitui-
te in cui cresce. Inoltre lo stesso rapporto che la madre scono la struttura di base di un nucleo precoce del Sé.
ha con il corpo del neonato, il suo parlargli, guardarlo e Secondo la teoria della funzione predittiva del cervello ogni
toccarlo, in sintesi la sua rêverie veicola affetti ed emo- individuo, a partire da stimoli attuali, produce in modo in-
zioni che saranno archiviati nella sua memoria implicita. consapevole tendenze percettive sulla base di esperienze
Questa è la sola memoria dove potranno essere archivia- precedenti immagazzinate nei diversi sistemi di memoria;
te le esperienze traumatiche precoci (Ibidem, pp. 1019- nel corso dello sviluppo produrrà reti rappresentative sempre
1020). più articolate che contengono informazioni su di Sé e sull’Al-
tro derivanti dalle prime interazioni di accudimento e la for-
Le recenti ipotesi psicoanalitiche hanno evidenziato la pre- za e durevolezza di queste reti riflette la forza dei circuiti
senza di diversi tipi d’inconscio: neuronali che si formano nel bambino piccolo e dipendente.
Questo processo permette la creazione di modelli di relazio-
ne sulla base della natura e della qualità degli scambi e del-
le interazioni primarie. Per questo si può affermare che esi-
Rêverie: secondo Bion processo attraverso il quale la stano tendenze incoercibili alla ripetizione del passato nel
madre elabora e trasforma le proiezioni del suo bambi- presente che si radicano in esperienze emozionali il cui ri-
no, tra le quali angoscia e terrore, e gliele restituisce cordo e significato possono non essere disponibili alla co-
bonificate dal pensiero e dall’affetto. scienza per l’immaturità del cervello infantile all’epoca in cui
si sono verificate.
Parole chiave
Approccio costruttivista, p. 11 Holding, p. 20
Approccio epistemologico, p. 11 Introspezionismo, p. 12
Condizionamento, p. 12 Oggetto scientifico, p. 14
Criteri di scientificità, p. 17 Osservazione, p. 9
Dualismo cartesiano, p. 11 Protocollo, p. 14
Falsificabilità, p. 14 Rêverie, p. 22
Frenologia, p. 11 Sistema, p. 19
Funzionalismo, p. 12
Domande di riepilogo
1. Qual è la radice della parola «psicologia»? Descrivi, a partire dalla radice greca, il senso etimologico di questa paro-
la.
2. Quali dovevano essere per Wundt oggetti e metodi della psicologia?
3. In che senso, secondo la Teoria generale dei sistemi, un organismo vivente può essere considerato un sistema com-
plesso?
4. In quali ambiti, secondo Kandel, Psicoanalisi e neuroscienze possono cooperare?
5. Quale ruolo ricopre, secondo Schore, l’emisfero destro nella relazione madre-neonato?
6. Principali differenze fra Memoria a breve termine e Memoria a lungo termine.
MODELLI DI ANORMALITÀ
P
hilip, 25 anni, celibe, disoccupato, ex redattore di accelerato una certa reazione insolita a causa della quale
una grande casa editrice, […] viene ricoverato dopo aveva dovuto restare una notte in ospedale. […] A pro-
aver tentato di suicidarsi tagliandosi le vene di un posito del ricovero, disse che l’ospedale era «una topaia»
polso con una lametta da barba. Ha raccontato [al tera- e che il personale si era rifiutato di ascoltare quello che
peuta] di essere rimasto seduto per un po’ sul pavimento voleva dire o di soddisfare i suoi bisogni e che, in effetti,
del bagno a guardare il sangue che scorreva nella vasca, tutti i pazienti erano trattati «in modo sadico». Il medico
poi ha telefonato al padre, che era al lavoro, per chiedere che lo aveva visitato confermò che Philip era un paziente
aiuto. Il padre lo ha accompagnato al pronto soccorso per difficile che esigeva di essere trattato in modo speciale e
suturare il taglio, ma Philip non ha voluto essere ricovera- si comportava in modo ostile nei confronti della maggior
to, perché non lo riteneva necessario e di ciò ha convinto parte del personale durante il suo ricovero. Dopo uno
anche i medici dell’ospedale. Il giorno successivo, quando scontro verbale con un assistente, decise di lasciare l’ospe-
suo padre gli consigliò di farsi aiutare, scaraventò la cena dale e fu dimesso senza il consenso dei medici.
per terra e si precipitò, furioso, nella sua stanza. Dopo Philip appartiene a una famiglia della classe media con
essersi calmato, permise al padre di accompagnarlo di due figli. Il padre ha 55 anni ed è dirigente di una com-
nuovo all’ospedale. pagnia assicurativa. Philip lo considera una persona debo-
La causa più immediata del suo tentativo di suicidio era le e incapace, del tutto dominato dalla moglie, la madre
stato l’avere incontrato la sua ex ragazza insieme al nuo- autoritaria e crudele che Philip sostiene di odiare con «una
vo fidanzato. Philip ha raccontato di aver bevuto qualco- forza contenibile a stento». Afferma che la madre aveva
sa assieme a loro, ma per tutto il tempo non era riuscito l’abitudine di chiamarlo «pervertito» e «femminuccia» nel
a smettere di pensare che «morivano dalla voglia di an- periodo della crescita, e che una volta, durante un litigio,
dare via per andare a letto insieme». Folle di gelosia, si era gli aveva sferrato «un calcio ai testicoli». Contemporane-
alzato dal tavolo ed era uscito dal ristorante. Poi aveva amente, Philip definisce i suoi genitori ricchi, potenti ed
iniziato a pensare in che modo avrebbe potuto «farla pa- egoisti; inoltre pensa che loro lo considerino pigro, irre-
gare» alla ragazza. sponsabile e con problemi di comportamento. Quando i
Negli anni precedenti, Philip aveva spesso sofferto di crisi suoi genitori chiamarono il terapeuta per parlare del trat-
depressive di breve durata. Rimproverava a se stesso so- tamento del figlio, spiegarono che i suoi problemi erano
prattutto la sua scarsa vita sociale e il fatto di non essere iniziati con l’arrivo del fratello Arnold, nato quando Philip
riuscito ad avere rapporti sessuali con una donna neppu- aveva 10 anni. Dopo la nascita di Arnold, Philip era diven-
re una volta nella sua vita. Mentre ne parlava al suo tera- tato un ragazzino «scontroso», che usava un linguaggio
peuta, alzò gli occhi da terra e con un sorrisetto sarcasti- scurrile e non era facile da controllare. Philip ricorda quel
co disse: «Ho 25 anni e sono vergine. Avanti, ora può ri- periodo solo in modo vago e riferisce che sua madre una
dere di me». Era uscito con diverse ragazze che definiva volta fu ricoverata perché depressa, ma che ora «non cre-
molto attraenti, ma che secondo Philip avevano perso de nella psichiatria».
interesse in lui. Indagando più a fondo emerse, tuttavia, Philip si era laureato con una votazione media. Dopo la
che era lui a diventare subito molto critico nei loro con- laurea aveva lavorato presso tre diverse case editrici, ma
fronti e a esigere che soddisfacessero sempre ogni suo in nessuna era rimasto per più di un anno e aveva sempre
bisogno, spesso sacrificando se stesse. Per questa ragione trovato qualche ragione per lasciare il lavoro. In genere,
le donne finivano per considerare la relazione non appa- dopo essersi licenziato restava a casa a oziare per due o
gante e lo lasciavano. tre mesi, finché i suoi genitori non lo forzavano a trovare
Nel corso degli ultimi due anni Philip era stato seguito per un nuovo lavoro. Raccontò una serie infinita di discussioni
periodi brevi da tre psichiatri, uno dei quali gli aveva pre- avute durante la sua vita con insegnanti, amici e datori di
scritto un farmaco; non ne ricordava il nome, ma aveva lavoro in cui si era sentito offeso o maltrattato […], discus-
sioni frequenti che lo avevano amareggiato [...] e passava comprendere in che modo un clinico spiega o tratta una
la maggior parte del tempo solo, «annoiato». Era incapa- serie specifica di sintomi, ad esempio quelli di Philip, dob-
ce di affidarsi a una persona, non aveva solide convinzio- biamo conoscere il suo modello di funzionamento psico-
ni né provava fedeltà nei confronti di qualche gruppo. logico normale e patologico.
Il paziente era un giovane dal fisico molto magro, con la Nel corso degli anni, al fine di comprendere e trattare il
barba e gli occhiali, la pelle chiara; non sopportava a lungo funzionamento psicopatologico, si sono sviluppati svaria-
il contatto visivo con il terapeuta e aveva nei suoi confron- ti modelli teorici e tecnici.
ti un’espressione amara e ostile. Sebbene si lamentasse Questa diversità teorica e tecnica deriva in gran parte dai
della depressione, negava altri sintomi della sindrome de- mutamenti sociali, culturali e tecnici avvenuti durante gli
pressiva. Sembrava assorbito dalla sua rabbia contro i ge- ultimi cinquant’anni, così come anche dai progressi nella
nitori e dava l’impressione di essere particolarmente inte- ricerca psicologica in campo clinico.
ressato a trasmettere un’immagine spregevole di sé (Spit- Prendendo in considerazione sinteticamente i modelli che
zer et al., 1983, pp. 59-61). tratteremo, a un estremo dello spettro troviamo il model-
lo biologico che considera i processi fisici come l’elemen-
Philip risulta, in tutta evidenza, una persona turbata e to determinante del comportamento umano. Al centro si
molto sofferente: ma come è giunto a vivere questa con- collocano quattro modelli che si focalizzano sugli aspetti
dizione? Come spiegare e come intervenire sui suoi mol- più psicologici e individuali del funzionamento mentale:
ti problemi? il modello psicodinamico che approfondisce i processi e i
Per rispondere a queste domande, dobbiamo innanzitut- conflitti interni inconsci degli individui; il modello compor-
to esaminare l’ampia serie di disturbi che intendiamo tamentista che pone l’accento sul comportamento e i
comprendere: la depressione e la rabbia di Philip, i suoi modi in cui esso viene appreso; il modello cognitivo che
fallimenti sociali, la sua mancanza di lavoro, la sfiducia si concentra sul pensiero sottostante al comportamento
delle persone che lo circondano e i problemi all’interno e il modello umanistico-esistenziale che sottolinea il ruolo
della famiglia. In seguito, dovremmo riflettere sulle possi- dei valori e delle scelte. All’estremità opposta dello spet-
bili cause: interne ed esterne, biologiche e interpersonali, tro, vi è il modello socioculturale che considera le forze
passate e presenti. sociali e culturali come gli elementi fondamentali del fun-
Quando leggiamo un caso clinico come quello di Philip, zionamento umano. Questo modello include la prospet-
pur non essendone consapevoli, usiamo dei quadri teori- tiva sociofamiliare che si concentra sulle interazioni fami-
ci. Ognuno di noi, nel corso della propria vita, ha svilup- liari e sociali dell’individuo e la prospettiva multiculturale
pato una prospettiva che ci aiuta a comprendere le cose che pone l’accento sulla cultura dell’individuo e su idee,
che gli altri dicono e fanno. Nella scienza, le prospettive valori e storia condivisi di quella cultura.
utilizzate per spiegare gli eventi sono conosciute come In ragione della diversità dei concetti e delle idee, i mo-
modelli o paradigmi (vedi capitolo 1). Ogni modello il- delli appena elencati entrano spesso in opposizione. Oc-
lustra in modo dettagliato le concezioni teoriche di base corre d’altro canto sottolineare che nessuno dei modelli
dello scienziato, struttura l’ambito e l’oggetto dello studio citati è in sé esaustivo: ognuno di essi infatti pone l’accen-
e stabilisce le linee guida per la ricerca (Kuhn, 1962). Esso to soprattutto su alcune dimensioni del funzionamento
influenza non solo ciò che i ricercatori osservano, ma an- psichico e non è in grado di comprendere e spiegare tut-
che le domande che si pongono, le informazioni che cer- ti gli aspetti delle condotte psicopatologiche dell’essere
cano e il modo in cui le interpretano (Sharf, 2008). Per umano.
Anatomia del cervello e comportamento anormale Chimica del cervello e comportamento anormale
Il cervello è costituito di circa 100 miliardi di cellule I biologi ricercatori hanno inoltre scoperto che i disturbi
nervose, i neuroni, e da migliaia di miliardi di cellule di cerebrali possono essere connessi ai problemi nella tra-
supporto, le glia (da una parola greca che significa «col- smissione dei messaggi da neurone a neurone. L’infor-
la»). All’interno del cervello, ampi gruppi di neuroni mazione si propaga nel cervello da un neurone a un altro
formano delle aree separate o regioni cerebrali. Nella o a molti altri sotto forma di impulsi elettrici. Un impul-
parte superiore del cervello, ad esempio, vi sono una se- so viene prima captato dai dendriti di un neurone, pro-
rie di aree definite nell’insieme cervello, che include la lungamenti simili ad antenne posizionati all’estremità di
corteccia, il corpo calloso, i gangli basali, l’ippocampo un neurone; da qui viene trasmesso all’assone del neuro-
e l’amigdala (si veda la Figura 2.1). I neuroni presenti ne, una fibra lunga che si protende dal corpo del neuro-
in ognuna di queste regioni cerebrali controllano funzio- ne. E, infine, viene trasmesso attraverso la terminazione
ni importanti. La corteccia è lo strato più esterno del cer- nervosa nell’estremità dell’assone ai dendriti di altri
vello, il corpo calloso connette i due emisferi cerebrali, i neuroni (si veda la Figura 2.2).
gangli basali svolgono un ruolo essenziale nell’organiz-
zare e produrre il movimento, l’ippocampo aiuta a con- Neurone: l’unità cellulare che costituisce il tessuto
trollare le emozioni e la memoria, e l’amigdala ha un nervoso, il quale concorre alla formazione, insieme al
ruolo fondamentale nella memoria emotiva. I ricercatori tessuto della nevroglia e al tessuto vascolare, del siste-
clinici hanno scoperto i legami esistenti tra alcuni distur- ma nervoso. Grazie alle sue peculiari proprietà fisiolo-
giche e chimiche è in grado di ricevere, integrare e
bi psicologici e i problemi in certe aree del cervello. Uno
trasmettere impulsi nervosi, nonché di produrre so-
di questi disturbi è la malattia di Huntington, caratteriz-
stanze denominate neurosecreti.
zata da reazioni emotive violente, perdita di memoria,
pensieri di suicidio, movimenti involontari del corpo e Sinapsi: è il punto di contatto tra la terminazione ner-
idee assurde. Questa malattia viene ricondotta a danni vosa di un neurone e il dendrite di un altro.
neurologici dei gangli basali. Neurotrasmettitore: è la sostanza chimica rilasciata
da un neurone nello spazio sinaptico e captata dai re-
cettori sui dendriti dei neuroni prossimi.
TRA LE RIGHE
I gemelli
Gli studi sui gemelli suggeriscono che alcuni aspetti del
comportamento e della personalità sono influenzati da
fattori genetici. Molti gemelli identici hanno gli stessi
Ippocampo gusti, si comportano nello stesso modo e fanno scelte
di vita simili. Alcuni sviluppano perfino comportamenti
Amigdala psicopatologici simili.
Figura 2.2 Trasmissione dell’informazione di un neurone. Un messaggio sotto forma di un impulso elettrico viene trasmesso
dall’assone del neurone trasmettitore alla sua terminazione nervosa, in cui sono rilasciati i neurotrasmettitori che veicolano il mes-
saggio attraverso lo spazio sinaptico fino ai dendriti del neurone ricevente.
Sinapsi
Altro neurone
Terminazioni nervose
Impulso elettrico
Assone Rilascio di
neurotrasmettitori
Sinapsi
Neurotrasmettitori
Dendriti
Siti di ricezione del
neurone ricevente
Gli studiosi hanno identificato decine di neurotra- cortisolo. Anomalie nella secrezione di questa sostanza
smettitori nel cervello e hanno riscontrato che ogni neu- chimica sono state connesse all’ansia e ai disturbi
rone ne utilizza solo alcuni tipi. Le ricerche dimostrano dell’umore.
che l’attività anormale di certi neurotrasmettitori può
causare disturbi mentali particolari (Sarter et al., 2007). Ormoni: è un messaggero chimico che trasmette se-
La depressione, ad esempio, è stata collegata a un’insuf- gnali da una cellula (o un gruppo di cellule) a un’altra
ficiente attività di due neurotrasmettitori: la serotonina e cellula (o altro gruppo di cellule). Tale sostanza è pro-
dotta da un organismo con il compito di modularne il
la norepinefrina. Un’attività insufficiente della serotoni-
metabolismo e/o l’attività di tessuti e organi dell’orga-
na potrebbe essere letta come in parte responsabile dello
nismo stesso.
stato di depressione e rabbia di Philip.
Oltre a studiare i neuroni e i neurotrasmettitori, i ri-
cercatori hanno scoperto che i disturbi mentali sono tal- Cause delle anormalità biologiche
volta connessi a un’attività chimica anormale del siste- Perché le strutture cerebrali o le attività biochimiche di
ma endocrino. Le ghiandole endocrine, poste in varie certe persone non rientrano nella norma?
parti del corpo, insieme ai neuroni contribuiscono a con- Negli ultimi anni si è concentrata l’attenzione su tre
trollare le funzioni fisiche come la crescita, la riprodu- fattori: la genetica, l’evoluzione e le infezioni virali.
zione, l’attività sessuale, il battito cardiaco, la tempera-
tura corporea, l’energia e la risposta allo stress. Le Genetica e comportamento anormale. Le anormalità
ghiandole rilasciano nel flusso sanguigno delle sostanze nell’anatomia e nella chimica cerebrale sono talvolta do-
chimiche, gli ormoni, che regolano l’attività degli orga- vute all’eredità genetica. Ogni cellula del cervello e del
ni. Nei periodi di stress, ad esempio, le ghiandole surre- corpo contiene 23 coppie di cromosomi e ogni cromoso-
nali, poste all’apice dei reni, secernono un ormone, il ma di una coppia è ereditata da uno dei genitori. Ogni
cromosoma contiene innumerevoli geni, dei segmenti modo efficace, sono quelli che più facilmente sono stati
che controllano le caratteristiche e i tratti che un indivi- trasmessi di generazione in generazione fino a oggi.
duo eredita. Nel complesso, ogni cellula contiene tra In modo analogo, affermano i teorici dell’evoluzione,
30.000 e 40.000 geni (Andreasen, 2005, 2001). Gli la capacità di provare paura era, e in molti modi è anco-
scienziati sanno ormai da anni che i geni contribuiscono ra, adattiva. La paura metteva in guardia i nostri antenati
a determinare alcune caratteristiche fisiche come il colo- nei confronti di pericoli, minacce e calamità in modo che
re dei capelli, l’altezza e la vista, possono predisporre potessero evitare o sfuggire ai problemi potenziali. Gli
alle malattie cardiache, al cancro o al diabete e, forse, individui particolarmente sensibili ai pericoli, in cui la
anche al possesso di doti spiccate per l’arte e la musica. reazione alla paura era più pronta, avevano una maggio-
Gli studi suggeriscono che i fattori ereditari svolgono un re probabilità di sopravvivere alle catastrofi, alle batta-
ruolo anche nei disturbi dell’umore, nella schizofrenia e glie e ai pericoli in genere, e di riprodursi trasmettendo
in altri disturbi mentali. così i propri geni della paura. Naturalmente, nella realtà
attuale, le pressioni sono più numerose, meno evidenti e
Gene: è l’unità ereditaria fondamentale degli organi- più complesse di quelle passate, e condannano molti in-
smi viventi. Concretamente, essa corrisponde a una dividui con questi geni a un’ondata di paura e allarme
sequenza di acidi nucleici (DNA o, più raramente, di pressoché senza fine. In altre parole, i geni che aiutarono
RNA) composta da regioni trascritte e regioni regola- i loro progenitori a sopravvivere e a riprodursi potrebbe-
torie. La somma delle sequenze geniche codificanti ro ora rendere alcuni individui particolarmente predispo-
(ovvero gli esoni, anche se esistono esoni non codifi- sti a reagire alla paura, a soffrire di disturbi di ansia o di
canti), insieme a quelle non codificanti (introni), è det- problemi psicologici connessi.
ta genoma. Nell’ambito clinico, la prospettiva evolutiva è contro-
versa ed è stata respinta da molti teorici. Imprecisa e tal-
Il modo in cui i diversi geni possono contribuire ai volta impossibile da verificare, questa spiegazione ri-
disturbi mentali è diventato più evidente negli ultimi chiede un atto di fede che molti scienziati considerano
anni grazie anche al completamento del Progetto geno- inaccettabile.
ma umano nel 2000. In questa impresa colossale gli
scienziati si sono serviti degli strumenti della biologia Infezioni virali e comportamento anormale. Un’altra
molecolare per mappare o sequenziare tutti i geni del possibile causa di anomalie nella struttura cerebrale o di
corpo umano in modo dettagliatissimo. Possedendo una disfunzione biochimica sono le infezioni virali. La
questa informazione, i ricercatori sperano alla fine di ricerca suggerisce ad esempio, come vedremo nel Capi-
riuscire a prevenire o a modificare i geni che contribui- tolo 12, che la schizofrenia, un disturbo caratterizzato da
scono a causare disturbi medici o psicologici (Holmans visioni, allucinazioni o altri tipi di visioni distorte della
et al., 2007). realtà, potrebbe essere connessa all’esposizione a certi
virus nell’infanzia o prima della nascita (Meyer et al.,
Evoluzione e comportamento anormale. I geni che con- 2008; Shirts et al., 2007).
tribuiscono ai disturbi mentali sono generalmente intesi Grazie ad alcuni studi si è scoperto che durante la
come un caso sfortunato, alla stregua di errori dovuti gravidanza le madri di individui schizofrenici avevano
all’eredità genetica. Il gene responsabile potrebbe essere avuto l’influenza o erano entrate in contatto con virus di
una forma mutata, ossia una forma anomala del gene tipo influenzale. Queste e altre prove circostanziali sug-
originario creatasi per caso. Oppure, il gene problemati- geriscono che un virus potenzialmente pericoloso po-
co potrebbe essere ereditato da un individuo dopo essere trebbe penetrare nel cervello del feto e rimanere dor-
inizialmente entrato nella linea familiare come una for- miente fino all’adolescenza o alla prima età adulta
ma mutata. Secondo alcuni teorici, tuttavia, molti geni dell’individuo. In quella fase il virus può produrre i sin-
che contribuiscono al funzionamento anormale sono in- tomi della schizofrenia. Nel corso dell’ultimo decennio i
vece il risultato di fenomeni evolutivi normali (Fábrega, ricercatori hanno talvolta collegato le infezioni virali
2007, 2006, 2002). all’ansia e ai disturbi dell’umore come anche ai disturbi
In genere, i teorici dell’evoluzione sostengono che le psicotici (Dale et al., 2004).
reazioni umane e i geni che ne sono responsabili sono
sopravvissuti nel corso del tempo poiché hanno aiutato 2.1.2 Trattamenti biologici
gli individui nella lotta per l’adattamento. I nostri ante- I medici di orientamento biologico, nel tentativo di com-
nati che erano in grado di correre velocemente, ad esem- prendere il comportamento patologico, cercano alcuni
pio, o che erano particolarmente abili nel trovare rifugi e indizi specifici. Nella famiglia del malato esistono dei
nascondigli avevano maggiori probabilità di sfuggire ai precedenti di quel disturbo e vi è perciò una predisposi-
nemici e di riprodursi. Così, i geni che hanno favorito le zione genetica? (Nell’anamnesi di Philip viene detto che
azioni del camminare, correre o risolvere problemi in la madre era stata ricoverata una volta per depressione).
Il comportamento è causato da eventi che potrebbero Figura 2.3 Iter precedente alla commercializzazione di un
aver avuto un effetto fisiologico? (Philip stava sorseg- nuovo farmaco.
giando una bibita quando ha avuto un’esplosione di ge-
losia furiosa al ristorante). Negli Stati Uniti occorrono circa 14 anni e decine di milioni di
I clinici, dopo aver identificato le cause fisiche della dollari prima che un’azienda farmaceutica possa mettere in
disfunzione, saranno in grado di scegliere un percorso commercio un farmaco di recente scoperta. Prima della com-
terapeutico. I tre tipi principali di trattamento biologico mercializzazione, l’azienda deve scrupolosamente seguire le
attualmente più utilizzati oggi sono: la 1) terapia farma- tappe stabilite dalla legge (adattamento da Lemonick, Gold-
steing, 2002; Zivin, 2000)
cologica; 2) la terapia elettroconvulsiva e 3) la psicochi-
rurgia. La terapia farmacologica è di gran lunga il più Fase preclinica (5 anni)
comune di questi approcci. Un nuovo farmaco viene sviluppato e identificiato. Il farmaco
Negli anni Cinquanta gli studiosi hanno scoperto viene testato su animali, in genere ratti, per stabilirne la sicu-
molti farmaci psicotropi efficaci, sostanze che agisco- rezza e l’efficacia.
no principalmente sulle emozioni e sui processi di pen-
siero. I farmaci hanno cambiato in modo rilevante il mo-
do di considerare molti disturbi mentali e oggi sono uti-
lizzati ampiamente sia da soli sia associati ad altre forme Fase clinica I:
di cura. Tuttavia, la rivoluzione dei farmaci psicotropi è valutazione della sicurezza (1-5 anni)
stata anche all’origine di notevoli problemi. Molte per- I ricercatori sperimentano i farmaci sugli esseri umani per de-
terminarne la sicurezza.
sone ritengono, ad esempio, che di questi farmaci si fac- Numero di soggetti: 10-100
cia un uso eccessivo. Inoltre, se occorre riconoscere che Costo in genere: 10 milioni di dollari
i farmaci sono efficaci in molti casi, essi tuttavia non
sono sempre validi per tutti (si veda la Figura 2.3).
a distanza di due o tre giorni, molti pazienti si sentono estrema irrequietezza; ovviamente si tratta di problemi
notevolmente meno depressi. Il trattamento viene prati- che devono essere affrontati e valutati confrontandoli
cato ogni anno a decine di migliaia di persone depresse, con i vantaggi forniti dai farmaci.
soprattutto a quelle la cui malattia non risponde ad altre La domanda di fondo è quindi: l’eziologia della ma-
cure (Eschweiler et al., 2007; Pagnin et al., 2004). lattia mentale è da rintracciarsi nella mente o nel cervel-
Una terza forma di trattamento biologico è la psico- lo? Il trattamento della malattia mentale dovrebbe essere
chirurgia o neurochirurgia, ossia la chirurgia cerebra- somatico o psicologico/psicoterapico? Il problema mag-
le per i disturbi mentali. Tale tecnica sembra avere una giore nel dibattito tra queste correnti di pensiero con-
storia molto antica e risalire direttamente alla trefinazio- trapposte è rintracciabile in questi stessi interrogativi.
ne, la pratica preistorica che consisteva nel praticare un Non è una questione di «aut-aut» bensì di «vel-vel». Co-
foro nel cranio di una persona dal comportamento stra- me ci ricorda John Nemiah nel 1961:
no. Le pratiche moderne derivano da una tecnica risalen-
te alla fine degli anni Trenta, sviluppata ad opera di un Per una comprensione funzionale dell’essere umano,
neuropsichiatra portoghese, Antonio de Egas Moniz. In talvolta è il linguaggio della psicologia e talvolta
quella tecnica, conosciuta come lobotomia, un chirurgo quella della fisiologica e della biochimica ad essere
recideva i collegamenti tra i lobi frontali e le aree infe- più appropriato; e, quando siamo fortunati, possiamo
riori del cervello. I procedimenti attuali della psicochi- occasionalmente intravedere le complesse interazioni
rurgia sono molto più sofisticati della lobotomia pratica- tra questi due modi del discorso (Nemiah, 1961, p. 9).
ta nel passato. Nonostante ciò, sono considerati speri-
mentali e sono usati solo quando alcuni gravi disturbi I modelli strettamente biologisti e quelli rigidamente
perdurano da anni senza rispondere ad alcuna altra for- psicologisti sono entrambi colpevoli di riduzionismo li-
ma di cura (Sachdev, Chen, 2009). mitante. Uno scienziato che, a questo proposito, ha fatto
scoperte fondamentali in questo ambito è Eric Kandel.
Terapia elettroconvulsiva (TEC): tipo di trattamento Con le sue parole: «Quello che concepiamo come la no-
biologico usato soprattutto con pazienti depressi in cui stra mente è un’espressione del funzionamento del no-
vengono provocate delle convulsioni quando una sca- stro cervello» (Kandel, 1979, p. 1037). In una serie di
rica elettrica passa attraverso gli elettrodi posti sulla esperimenti effettuati sulla lumaca marina Aplysia,
fronte del paziente.
Kandel (1979, 1983) ha dimostrato come le esperienze
Psicochirurgia: chirurgia cerebrale per disturbi men- con l’ambiente alterino l’efficacia funzionale dei contat-
tali, detta anche neurochirurgia. ti sinaptici modulando il flusso di calcio nelle termina-
zioni presinaptiche (Gabbard, 1994). Conseguentemen-
te, i disturbi di natura psicologica si riflettono necessa-
2.1.3 Valutare il modello biologico, riamente in cambiamenti delle funzioni neuronali e si-
ovvero orientarsi nella relazione naptiche. I fattori ambientali, così come quelli genetici e
mente-cervello costituzionali, insieme con gli agenti infettivi o tossici,
Il modello biologico gode oggi di una notevole conside- moduleranno la mente a livello del suo funzionamento
razione. La ricerca biologica produce costantemente cerebrale.
nuove informazioni preziose e i trattamenti biologici
spesso arrecano grande sollievo nei casi in cui altri ap- TRA LE RIGHE
procci si sono rivelati inefficaci. Questo modello presen-
Eric Richard Kandel
ta, al contempo, dei limiti. Tra i suoi sostenitori, alcuni
sembrano aspettarsi che il comportamento umano possa Eric Richard Kandel (Vienna, 7 novembre 1929) è un
essere interamente spiegato in termini biologici e trattato neurologo, psichiatra e neuroscienziato austriaco. Pro-
esclusivamente con metodi biologici. Questa visione fessore di biofisica e biochimica presso la Columbia
può limitare, anziché migliorare, la nostra comprensione University dal 1974, è uno dei maggiori neuroscienzia-
ti del secolo appena trascorso. È il primo psichiatra
del funzionamento psicopatologico, poiché la nostra vita
americano ad aver vinto il Premio Nobel per la medici-
mentale è il risultato di un’interazione di fattori biologici
na (nel 2000), conseguito per le sue ricerche sulle basi
e ambientali, ed è importante comprendere questa intera-
fisiologiche della conservazione della memoria nei
zione più che concentrarsi in modo esclusivo sulle varia- neuroni, premio che condivide con i colleghi Arvid
bili biologiche. Carlsson e Paul Greengard. Kandel lavora alla Colum-
Un altro limite consiste nel fatto che molti trattamenti bia University dal 1974.
biologici odierni comportano significativi effetti collate-
rali. Alcuni farmaci antipsicotici, ad esempio, possono Kandel nel 1979 dedusse considerazioni assai rile-
produrre problemi nel movimento come grave tremolio, vanti sulle fondamenta biologiche dei trattamenti psico-
strane contrazioni muscolari del viso e del corpo ed logici del disturbo mentale. Dal momento che l’espe-
rienza modifica il funzionamento cerebrale attraverso «Disciplina scientifica che studia i rapporti di reciproca
l’alterazione delle forze sinaptiche e la regolazione influenza fra sistema nervoso, sistema immunitario e si-
dell’espressione genetica, allora, dice Kandel: stema endocrino, nelle loro implicazioni fisiologiche e
patologiche» definendosi come Psico-neuro-endocrino-
è solo fintantoché le nostre parole portano dei cam- immunologia (PNEI). L’implicazione fondamentale ri-
biamenti nei cervelli di ognuno che l’intervento psi- guarda l’unitarietà dell’organismo umano, la sua unità
coterapico porta a un cambiamento nelle menti dei psicobiologica non più postulata sulla base di convinzio-
pazienti. In questa prospettiva, l’approccio biologico ni filosofiche o empirismi terapeutici, ma frutto della
e quello psicologico sono legati tra di loro (1979, p. scoperta che comparti così diversi dell’organismo uma-
1037). no funzionano per mezzo delle stesse sostanze. Lo svi-
luppo delle moderne tecniche di indagine ha permesso di
Benché ormai oggi sia condiviso dai più l’idea scoprire quelle molecole che, definite neuropeptidi, ven-
dell’impossibilità di separare mente e cervello, è impor- gono prodotte dai tre principali sistemi del nostro orga-
tante riconoscere che i due domini parlano linguaggi dif- nismo (nervoso, endocrino e immunitario). Grazie ad
ferenti. Il linguaggio della mente e quello del cervello esse, questi tre grandi sistemi comunicano, al pari di veri
sono legati a diversi modelli concettuali e anche a diver- e propri network, tra loro non in modo gerarchico ma, in
si livelli di astrazione. Lo psichiatra Gabbard si esprime realtà, in maniera bidirezionale e diffusa, formando così
così a questo proposito: un vero e proprio network globale.
A oggi, le sempre crescenti scoperte su un altro fon-
Il linguaggio della psicologia – nei suoi vari orienta- damentale sistema per l’organismo umano, il sistema
menti – è il linguaggio della mente per eccellenza, ma connettivo, impongono l’espansione dalla psico-neuro-
non dovremmo permettere che la finalità semantica endocrino-immunologia (PNEI) alla psico-neuro-endo-
del comunicare oscuri la fondamentale origine di crino-connettivo-immunologia (PNECI).
quel linguaggio nel cervello (Gabbard, 1994, p. 15).
Sintesi
E ancora: Il modello biologico
I teorici di orientamento biologico analizzano i pro-
Gran parte della polarizzazione tra la prospettiva bio- cessi biologici del funzionamento umano per spiegare
logica e quella psicologica nasce dalla scarsa com- il comportamento patologico ponendo l’accento sulle
prensione della complessa relazione tra i fattori psi- disfunzioni anatomiche o biochimiche del cervello e
cologici e neurobiologici nell’eziologia e nella pato- del corpo. Tali anormalità possono essere il risultato
genesi dei disturbi psicopatologici […]. Si condivide dell’eredità genetica, dell’evoluzione o di infezioni
ormai l’idea che i processi biochimici siano meccani- virali. I terapeuti di orientamento biologico usano me-
smi di mediazione fisiologica piuttosto che agenti todi fisici e chimici per aiutare le persone ad affron-
causali. I cambiamenti neurochimici e neuroanatomi- tare i loro problemi psicologici. I metodi principali
ci del cervello possono essere correlati con un nesso sono la terapia farmacologica, la terapia elettroconvul-
causale alle influenze psicologiche dell’ambiente siva e, in modo limitato, la psicochirurgia.
(psichico) e al significato attribuito a queste influenze
[..] Come corollario di questo punto di vista gli inter-
venti di tipo psicologico possono tradursi in un’alte- 2.2
razione permanente del funzionamento cerebrale IL MODELLO PSICODINAMICO
(Gabbard, 1994, p. 16).
Il modello psicodinamico è il più antico e il più noto dei
2.1.4 Un campo di frontiera modelli psicologici moderni. I teorici di orientamento
Negli ultimi anni si sta affermando soprattutto nel cam- psicodinamico ritengono che il comportamento di un in-
po della ricerca una nuova disciplina di integrazione dividuo, normale o patologico, sia determinato in ampia
chiamata «Psico-neuro-immunologia»�. misura da dimensioni psicologiche inconsce. Queste so-
Il termine Psiconeuroimmunologia è stato coniato nel no descritte come dinamiche, ossia interagenti l’una con
1975 da Robert Ader, direttore della divisione di medici- l’altra, e da tale interazione avrebbero origine il compor-
na psicosociale e comportamentale dell’Università di tamento, i pensieri e le emozioni. I conflitti tra queste
Rochester a New York, per indicare un ambito discipli- dimensioni produrrebbero i sintomi psicopatologici (Lu-
nare che studia i rapporti fra gli stati mentali e la fisiolo- borsky et al., 2008).
gia umana con particolare riferimento alla risposta im- I teorici psicodinamici considererebbero Philip co-
munitaria. Nel corso degli anni la psico-neuro-immuno- me un individuo vittima di conflitti e cercherebbero di
logia (PNI) si è evoluta e attualmente viene così definita: analizzare le sue esperienze passate poiché, nella loro
visione, i conflitti psicologici sono connessi alle rela- impossibile accedere; 2) un metodo terapeutico basa-
zioni vissute e alle esperienze traumatiche che hanno to su tale indagine per il trattamento dei disturbi ne-
avuto luogo nell’infanzia. Le teorie psicodinamiche si vrotici; 3) una serie di conoscenza psicologiche ac-
fondano su idee di tipo deterministico: nessun sintomo quisite per questa via, che gradualmente si armoniz-
o comportamento è «accidentale» e tutti i comporta- zano e convergono in una nuova disciplina (Freud,
menti sono derivati da esperienze passate; perciò l’odio 1922, p. 439).
di Philip per la madre, il ricordo di lei come crudele e
oppressiva, l’arrendevolezza del padre e la nascita del La psicoanalisi quindi include tre dimensioni distinte
fratello, quando Philip aveva 10 anni, costituiscono dei seppur intersecate fra di loro: un metodo di osservazione,
fattori fondamentali per comprendere i suoi problemi una terapia e un corpo di teorie di riferimento sul compor-
attuali. tamento umano e sulla struttura della personalità.
Per concludere, tutte le teorie, in ogni scienza, cam-
2.2.1 Come veniva spiegato il biano e si evolvono se quella scienza ha le potenzialità
funzionamento normale e anormale per progredire: sono dunque definibili come ipotesi teo-
da Freud? riche, necessarie per connettere i fatti osservati e per af-
Il modello psicodinamico fu formulato per la prima vol- finare il metodo e quindi permettere altre scoperte. In
ta dal neurologo viennese Sigmund Freud (1856-1939) ogni scienza, se questa progredisce nel tempo, le teorie
all’inizio del XX secolo. Dopo gli studi sull’ipnosi, cambiano, e il metodo si affina (Imbasciati, 2008).
Freud sviluppò il modello psicoanalitico per spiegare il
funzionamento psicologico normale e anormale e creò 2.2.3 Cenni sulle ipotesi teoriche
un metodo di cura corrispondente, un approccio fondato psicoanalitiche
sull’uso della parola chiamato anch’esso psicoanalisi. In questa sezione intendiamo fornire in sintesi alcuni dei
concetti di riferimeno della scoperta e del metodo freu-
TRA LE RIGHE diano. Molti di essi hanno subito, come già ricordato,
Piccole curiosità su Freud una complessa evoluzione nel corso del tempo e dello
sviluppo della psicoanalisi.
Il costo di una seduta psicanalitica di Freud era di 20
dollari, che corrisponderebbero oggi a 160 dollari. I modelli principali della teoria classica freudiana si
distinguono in 1) teoria topica e 2) teoria strutturale tri-
Per circa quarant’anni Freud curò i pazienti per 10 ore partita.
al giorno e per cinque o sei giorni alla settimana. Il primo modello concepisce i sintomi come il risulta-
Quando Sigmund era piccolo, i genitori, per la sua in- to di ricordi rimossi di eventi e di idee. Freud ipotizzò
telligenza precoce, gli concedevano spesso dei privilegi che l’intervento psicoterapeutico potesse eliminare la
rispetto ai fratelli, ad esempio, gli avevano dato una rimozione, portando alla rievocazione dei ricordi. Di
stanza personale, in cui poteva studiare da solo senza conseguenza, una dettagliata e precisa descrizione ver-
essere disturbato (Gay, 2006, 1999; Jacobs, 2003; Asi- bale dell’idea o dell’evento patogeno se ricordato e ac-
mov, 1997; Schwartz, 1993). compagnato da un intenso affetto avrebbe portato, se-
condo il maestro viennese, alla scomparsa del sintomo.
Questo metodo catartico, conosciuto anche come abrea-
2.2.2 Premessa epistemologica zione, consiste nel far divenire conscio il ricordo patoge-
La psicoanalisi non è una teoria intesa in senso proprio, netico inconscio.
tanto meno oggi la teoria elaborata da Freud, bensì un
metodo che ha fondato una scienza, che si è sviluppata e Rimozione: è tra i principali concetti della psicoanalisi.
che pertanto in un secolo è ormai evoluta e cambiata. La In senso generale si può dire che la rimozione è
psicoanalisi di oggi non è più solamente quella di Freud. un’operazione psichica che respinge (rimuove) nell’in-
conscio una rappresentazione legata a una pulsione.
L’evoluzione delle ipotesi e del metodo psicoanalitico Principio di costanza: l’apparato psichico tende a
non sminuiscono affatto i meriti del maestro viennese: mantenere al livello più basso possibile l’eccitazione.
se una scienza si sviluppa e cambia, è merito del suo
fondatore, che ha gettato le basi di un metodo idoneo a In questa fase, Freud pensa che l’apparato mentale
far proseguire la ricerca (Imbasciati, 2008, p. 52). sistemi e regoli l’energia psichica che può essere «quie-
scente» (in accordo con il principio di costanza di
Nel 1922 Freud definisce così la psicoanalisi: Fechner) oppure tendere alla «scarica». Il sentimento o
l’emozione sono identificati con l’eccitazione energeti-
La psicoanalisi è 1) un procedimento per l’indagine ca. Un risveglio di eccitazione emozionale associato a
dei processi psichici cui altrimenti sarebbe pressoché un’idea può essere affrontato in modi differenti. I pro-
Tabella 2.1), come la rimozione, necessari a contrastare incorpora la coscienza morale e l’ideale dell’Io: la prima
le potenti pulsioni istintive che governano l’Es, precisa- proscrive (ovvero detta che cosa la persona non deve
mente la sessualità (libido) e l’aggressività. fare in base all’interiorizzazione dei valori genitoriali e
L’Es è un’istanza intrapsichica totalmente inconscia sociali), la seconda prescrive (ovvero detta cosa la per-
tesa solamente allo scarico della tensione pulsionale. sona deve fare o come deve essere). Il Super-Io tende ad
L’Es è controllato sia dagli aspetti inconscio dell’Io sia essere più sensibile agli sforzi dell’Es ed è pertanto più
dalla terza istanza del modello strutturale, il Super-Io. immerso nell’inconscio di quanto non lo sia l’Io (Gab-
Il Super-Io è essenzialmente inconscio ma alcuni bard, 1994).
aspetti di esso accedono alla coscienza. Questa istanza In questa teoria il mondo intrapsichico è concettualiz-
DIFESE PRIMARIE
Il ritiro primitivo La proiezione
Il ritiro psicologico in un diverso stato di coscienza è una L’individuo affronta conflitti emotivi e fonti interne o
risposta autoprotettiva che si osserva in persone che si esterne di stress attribuendo ad altri i propri sentimenti,
sottraggono a stimolazioni esterne, sostituendo gli stimoli impulsi o pensieri non riconosciuti e non riconoscibili, rin-
del proprio mondo interiore alle tensioni esercitate dal negandoli inconsciamente.
mondo esterno. Si rimanda al paragrafo 2.2.8.
Il diniego L’introiezione
Attraverso questo meccanismo il soggetto affronta con- L’introiezione è il processo per cui si considera provenien-
flitti o fonti di stress rifiutando inconsciamente il rico- te dall’interno qualcosa che è in realtà esterno. Nelle sue
noscimento dell’esperienza dolorosa. L’esempio più lam- forme benigne equivale all’identificazione primitiva che
pante dell’uso del diniego è la maniacalità. In uno stato il bambino fa con altre persone importanti del suo am-
maniacale, infatti, le persone possono denegare le proprie biente esterno. Nelle sue forme più problematiche, esso
limitazioni fisiche, la necessità di dormire, le emergenze è un meccanismo assai distruttivo. L’esempio più noto di
finanziare, le debolezze personali e via dicendo. introiezione patologica implica quel processo che è stato
definito come «identificazione con l’aggressore». Per una
disanima più dettagliata si rimanda al testo di McWilliams
(1994, p. 130).
DIFFESE SECONDARIE
La rimozione Il volgersi contro il sé
È quell’operazione psichica che respinge (rimuove) nell’in- Questo meccanismo indica lo spostamento di un affetto o
conscio una rappresentazione legata a una pulsione. Que- di un atteggiamento negativo che un individuo fa da un
sto meccanismo protegge la persona dalla consapevolezza oggetto esterno verso il Sé con la percezione inconscia che
di ciò che sta provando o ha provato in passato: in altre questo processo conferisca un maggiore controllo delle
parole, se da un lato la dimensione emotiva è chiaramen- situazioni disturbanti per il Sé. L’uso sistematico di questa
te percepita e presente, l’aspetto cognitivo (il ricordo) difesa si ritrova nelle personalità depressive.
rimane al di fuori della coscienza.
La regressione Lo spostamento
È quel meccanismo di difesa attraverso il quale l’indivi- L’individuo risponde a conflitti o fonti di stress genera-
duo affronta conflitti emotivi e fonti interne o esterne di lizzando o indirizzando su un oggetto, di solito avvertito
stress ritornando temporaneamente a uno stadio evolu- come meno minaccioso, un sentimento o una condotta
tivo precedente. originariamente indirizzata a un altro oggetto.
L’isolamento La formazione reattiva
L’individuo risponde a conflitti o fonti di stress mostran- L’individuo risponde a conflitti o fonti di stress sostituen-
dosi incapace di sperimentare al tempo stesso le com- do i propri pensieri o sentimenti sentiti da lui come inac-
ponenti cognitive e quelle affettive di un’esperienza in cettabili o troppo dolorosi con comportamenti o senti-
quanto l’affetto e l’emozione vengono esclusi dalla con- menti diametralmente opposti. Sostituendo i sentimenti
sapevolezza. originari con i loro opposti, il soggetto riesce a evitare i
sentimenti di colpa per lui intollerabili da contattare e di
conseguenza da gestire.
L’intellettualizzazione Il capovolgimento
L’individuo risponde a conflitti o fonti di stress attraverso Con le parole della Mc Williams (1994, p. 154) il capo-
un uso eccessivo e rigido del pensiero astratto per evitare volgimento consiste «[in quella modalità] utilizzata per
sentimenti ed emozioni dolore e disturbanti. fronteggiare sentimenti che rappresentano una minaccia
psicologica per il Sé creando uno scenario nel quale la
propria posizione psichica passa da soggetto a oggetto
e viceversa. Ad esempio se si percepisce che il desiderio
di ricevere attenzione da qualcun altro è vergognoso o
pericoloso, è possibile soddisfare in modo vicario i propri
bisogno di dipendenza occupandosi di un’altra persona e
identificandosi inconsciamente con la sua gratificazione».
La razionalizzione L’acting out
Il meccanismo della razionalizzazione entra in gioco L’individuo affronta conflitti emotivi e fonti interne o
quando non riusciamo a raggiungere qualcosa che vo- esterne di stress agendo senza riflettere né preoccuparsi
gliamo e retrospettivamente affermiamo che non era poi delle possibile conseguenze delle sue azioni: è una forma
alla fine così appagante o desiderabile. di espressione del comportamento incontrollato e implica
spesso un comportamento dannoso o etero/autodistruttivo.
La moralizzazione La sessualizzazione
È un meccanismo di difesa affine alla razionalizzazione. Attraverso il meccanismo della sessualizzazione l’indivi-
Dice Mc Williams (1994, p. 146): «Quando una persona duo connota sessualmente le esperienze con l’intento in-
razionalizza, cerca inconsciamente delle basi cognitiva- conscio di convertire il terrore o la sofferenza per lui non
mente accettabili per il comportamento che ha intrapreso; tollerabile in eccitazione.
quando moralizza invece cerca, sempre inconsciamente,
di pensare che sia doveroso e giusto moralmente seguire
quella linea di condotta».
La comportamentalizzazione La sublimazione
La funzione di questo meccanismo di difesa è permettere L’individuo affronta conflitti emotivi e fonti interne o
a due condizioni psichiche in conflitto all’interno di un in- esterne di stress incanalando sentimenti o impulsi poten-
dividuo di esistere senza creare confusione, sensi di colpa, zialmente pericolosi o disadattavi in comportamenti so-
vergogna o angoscia sul piano consapevole. cialmente accettabili. Ad esempio impulsi ostili e aggres-
sivi possono essere sublimati attraverso la pratica di sport
violenti come, ad esempio, la boxe o il karate.
L’annullamento
«L’annullamento è lo sviluppo naturale del controllo onni-
potente», ovvero ne è una versione più evoluta. Si tratta
dello sforzo inconscio di controbilanciare una affetto e
un’emozione, solitamente la vergogna o il senso di col-
pa, attraverso un atteggiamento o un comportamento
che magicamente lo cancelli (Mc Williams, 1994, p. 149) .
zato come un mondo in conflitto tra le tre istanze. Il Su- 2.2.4 I meccanismi di difesa
per-io, l’Io e l’Es combattono tra loro così come la ses- I meccanismi di difesa sono delle operazioni psichiche
sualità e l’aggressività tendono a esprimersi e scaricarsi. che vengono utilizzate dall’individuo per due ordini di
Il conflitto tra le varie istanze provoca angoscia che deri- ragioni (McWilliams, 1994, p. 118): 1) evitare o comun-
va dalla trasformazione in ansia della pulsione libidica que gestire qualche sentimento intenso e minaccioso, di
che viene quindi rimossa. Il meccanismo della formazio- solito l’angoscia, talvolta un dolore non affrontabile e
ne del sintomo nevrotico può essere così compreso: il altre esperienze emotive disorganizzanti per la persona;
conflitto provoca angoscia, la quale porta a una difesa che 2) mantenere l’autostima.
a sua volta è un compromesso tra l’Es e l’Io. Un sintomo Vengono suddivise convenzionalmente in due grosse
pertanto, nel modello della teoria struttuale, è una forma- categorie: i meccanismi di difesa primari e i meccanismi
zione di compromesso che contemporaneamente difende di difesa secondari. Le difese primarie operano in modo
dal desiderio che emerge dall’Es e soddisfa al contempo globale e indifferenziato in tutta la dimensione sensoria-
lo stesso desiderio in forma mascherata. Gabbard (1994, le della persona, fondendo dimensioni cognitive, affetti-
p. 29) offre un esempio illuminante a tal riguardo: ve e comportamentali, mentre quelle più evolute opera-
no trasformazioni specifiche del sentimento, della sensa-
Un impiegato affetto da disturbo ossessivo-compulsi- zione, del comportamento o di una loro combinazione
vo era terribilmente preoccupato di poter avere (McWilliams, 1994, p. 119).
un’esplosione di collera con il proprio superiore. Pen- Per essere definita primitiva, la difesa mostra due
sava di poter riuscire a controllare la propria rabbia qualità specifiche e distintive: un mancato raggiungi-
deglutendo cento volte consecutivamente. Questo mento del principio di realtà e la mancata percezione
sintomo lo difendeva contro l’erompere della rabbia della separatezza e della costanza di coloro che sono
dell’Es, ma conteneva anche una forma attenuata di esterni al Sé; al contrario le difese secondarie contem-
soddisfacimento del desiderio aggressivo nei con- plano il riconoscimento del principio di realtà e la possi-
fronti del principale: il processo di contare e deglutire bilità di contattare la separatezza tra sé e l’altro e il man-
infatti gli impediva di svolgere il proprio lavoro e co- tenimento della costanza d’oggetto.
sì sfidava il capo ed esprimeva la sua indipendenza. Seguendo la traccia di Nancy Mc Williams nel suo
Approfondimento
a. Leibniz: esistono percezioni insensibili che non hanno I poeti e i filosofi hanno scoperto l’inconscio prima di me.
mai raggiunto il livello della consapevolezza perché trop- Quello che io ho scoperto è il metodo scientifico con il quale
po sottili, ma che agiscono sul soggetto attraverso reali l’inconscio può essere studiato (Freud, in occasione del suo
mutamenti dell’anima. 70° compleanno).
b. Schopenauer: la volontà è, per definizione, largamente
inconscia. Essa rappresenta l’essenza noumenica del L’esperienza clinica con pazienti che non ricordano gli ele-
mondo. L’intelletto è solo un suo pallido servitore e la menti traumatici del loro passato pone l’esigenza di postu-
coscienza un suo prodotto tardivo. lare l’esistenza di una dimensione inconscia della psiche.
c. Friedrich Nietzsche: l’inconscio è la parte essenziale L’inconscio freudiano è, dunque, inizialmente il frutto di
dell’individuo. È un’area di pensieri, emozioni e istinti un’esperienza concreta e di una necessità logica e in un
caratterizzati da incoerenza e disordine. Tutta la nostra secondo momento nasce e si sviluppa attraverso ipotesi e
vita psichica è guidata dall’inconscio. definizioni successive.
La prima definizione d’inconscio formulata da Freud risale
In questo contesto teorico precedente a Freud, l’inconscio al 1913: esistono rappresentazioni inconsce che non sono
assume progressivamente il ruolo centrale che, nella tradi- conoscibili in modo diretto ma solo attraverso i loro deriva-
ti. Tutti i contenuti mentali non immediatamente presenti avviene attraverso la progressiva elaborazione delle rela-
alla coscienza possono essere definiti inconsci (anche quelli zioni con questi primitivi e inconsci oggetti interni.
latenti o preconsci). b. Wilfred Bion (1897-1979): l’inconscio è una metaboliz-
Le definizioni successive sono quelle della Prima Topica (La zazione di esperienze psichiche regolate, nella dinamica
metapsicologia, 1915-1917) nella quale si teorizzano tre relazionale tra madre e bambino, dal modello conteni-
diversi sistemi psichici: conscio,preconscio, inconscio. L’in- tore-contenuto e il cui adeguato funzionamento è ciò
conscio è il luogo del rimosso, in esso trovano spazio i con- che consente lo sviluppo della mente e del pensiero.
tenuti psichici inaccettabili alla coscienza e che, di conse- c. Ronald Fairbairn (1889-1964): l’inconscio è un teatro
guenza, sono oggetto di rimozione. Nell’inconscio il movi- privato dove vivono personaggi costruiti sulla base
mento delle cariche affettive è libero e regolato dal Principio dell’interiorizzazione delle prime relazioni oggettuali. La
di piacere. libido non si definisce come ricerca del piacere, ma
Nella Seconda Topica (L’Io e l’Es, 1922) Freud parla di tre dell’oggetto.
diverse istanze psichiche: Io, Es, Super-Io, ciascuna con fun- d. Donald Winnicott (1896-1971): la mente infantile si svi-
zioni e caratteristiche proprie e comprese in un modello luppa secondo una dinamica di riconoscimento e sco-
detto «strutturale». L’Es rappresenta il polo pulsionale e im- perta dell’oggetto (madre) che è, contemporaneamente,
personale dell’apparato psichico, contiene impulsi primitivi, frutto di una relazione reale e prodotto della creatività
forze prerazionali, combinazioni di desideri, paure e fantasie del soggetto.
ed è totalmente inconscio. L’Es cerca solo la gratificazione
immediata, operando secondo il principio di piacere; è pre- Gli aspetti centrali degli approcci teorici di questi autori post-
verbale e si esprime con immagini e simboli, utilizzando freudiani sono:
funzioni afferenti a quello che Freud definisce «processo
primario», cioè la modalità cognitiva primitiva, che soprav- a. Relazione: l’inconscio si sviluppa soggettivamente, ma
vive nel linguaggio dei sogni, delle battute umoristiche e all’interno di un contesto relazionale. La vita psichica si
delle allucinazioni. organizza attorno al rapporto con l’oggetto reale o fan-
Il Super-Io, solo in piccola parte conscio, è l’istanza critica tasticato.
che si contrappone all’Io; rappresenta la coscienza morale, b. Dialettica inconscio-sé: l’inconscio trae alimento dalla
esercita funzione di censura e di autosservazione e propone vita affettiva e dalle prime esperienze relazionali, a par-
modelli ideali. Funziona secondo il principio di realtà e com- tire dalle quali costruisce continuamente il senso di iden-
prende gli ideali imposti dal mondo esterno (tabù, proibizio- tità personale e la propria modalità di interazione col
ni, princìpi, regole). mondo esterno.
L’Io è l’istanza, prevalentemente conscia, che assolve la fun-
zione di controllo e armonizzazione tra gli stimoli interni ed Gli approcci teorici successivi a Freud pongono l’accento non
esterni, comportandosi «precisamente alla maniera del ri- tanto sulla fase di sviluppo non interamente superata o sul-
mosso»; Freud definisce l’Io come un insieme di funzioni che le difese egoiche predominanti, quanto piuttosto su quelli
consentono all’individuo di adattarsi alle esigenze della vita, che sono stati gli oggetti più importanti nel mondo del bam-
trovando modalità accettabili all’interno della famiglia prima bino, sul modo in cui sono stati percepiti, o su come tali
e della società poi per gestire gli impulsi dell’Es. L’Io agisce oggetti e alcuni loro aspetti sono stati interiorizzati e infine
secondo il principio di realtà ed è la sede del processo se- su come le loro immagini e rappresentazioni interne agisco-
condario del pensiero, che funziona secondo modalità co- no nella vita inconscia dell’adulto. L’opera di Freud non è
gnitive sequenziali, logiche, orientate secondo la realtà; è incompatibile con tali sviluppi teorici, anzi ne è arricchita:
«servo di due padroni», l’Es e la realtà esterna, ed è in par- l’interesse dedicato da Freud agli oggetti infantili, nella loro
te conscio e in parte inconscio realtà e nella percezione del bambino, traspare nel concetto
I due aspetti centrali dell’inconscio secondo Freud sono: di «romanzo famigliare», nel riconoscimento di quanto pos-
sa essere diversa la fase edipica per il bambino a seconda
a. Rimozione: l’inconscio è il luogo del rimosso. I contenu- della personalità dei genitori, e anche nella crescente atten-
ti inconsci sono stati oggetto di rimozione primaria o zione prestata ai fattori relazionali nel trattamento.
secondaria. A metà del ventesimo secolo, la teoria delle relazioni ogget-
b. Pulsione: l’inconscio è il luogo delle pulsioni. L’affetto, tuali è affiancata da nuovi sviluppi proposti da alcuni tera-
nell’inconscio, non è legato ad alcuna rappresentazione. peuti statunitensi che si autodefiniscono psicanalisti inter-
La pulsione precede l’oggetto. personali (Harry Sullivan, Erich Fromm, Karen Horney).
Essi pongono l’accento sulla natura interiorizzata delle rela-
Tra i successori di Freud che maggiormente contribuirono zioni oggettuali precoci, tendendo a dare meno importanza
all’analisi del concetto d’inconscio, ricordiamo: alla persistenza d’immagini inconsce degli oggetti primari e
di loro aspetti.
a. Melanie Klein (1882-1960): l’inconscio è una dimensione Sul piano terapeutico, la relazione emotiva fra paziente e
dinamica nella quale preesistono oggetti indipendenti terapeuta è considerata il fattore curativo più vitale, posizio-
dagli apporti percettivi del mondo esterno. Lo sviluppo ne condivisa dai clinici contemporanei.
testo del 1994 «La diagnosi psicoanalitca», qui di segui- zione di due termini, passivo e attivo. La zona eroge-
to proponiamo un elenco di alcuni dei principali mecca- na privilegiata è l’ano, la gratificazione libidica si ha
nismi di difesa (suddivisi in primari e secondari) con una con la defezione che produce nel bambino una forma
loro breve definizione (si veda la Tabella 2.1). di eccitazione della mucosa intestinale;
Approfondimento
esempio, se il lattante piange perché sente la fame e la 62-63). Nella posizione shizoparanoide predomina an-
madre non è immediatamente disponibile, egli sentirà che il meccanismo della scissione e della frammentazio-
queste sensazioni e questo dolore come se fosse indotto ne, oltreché quello della proiezione.
da qualche oggetto interno vissuto come cattivo, che in Per concludere, il soddisfacimento degli impulsi libi-
realtà non esiste, ma è un fantasia inconscia che si svi- dici del bambino crea dunque oggetti interni buoni che
luppa a partire a da una sensazione corporea, dolorosa e diventano fonti di aiuto e piacere, mentre il non soddi-
persecutoria. L’oggetto cattivo viene esternalizzato e il sfacimento dei desideri crea oggetti cattivi che diventa-
soggetto vivrà una sensazione di persecutorietà. L’og- no fonte di ostilità, paranoia e sofferenza. L’odio e la
getto cattivo entra in conflitto con quello buono, che è il distruttività del bambino dominato dall’oggetto cattivo
suo opposto, e si costituisce attraverso sensazioni corpo- sono intesi, nella concezione kleiniana, come innati e la
ree positive che fanno pensare che l’oggetto sia amore- frustrazione è solamente il motore che li rende espliciti
vole e abbia intenzioni benevoli nei propri confronti. ed evidenti.
L’oggetto buono è un oggetto che rappresenta mental- La sensazione della frustrazione nella posizione schi-
mente la sensazione di un bisogno soddisfatto ed è il nu- zoparanoide è percepita dal bambino in modo assoluto:
cleo centrale dell’Io che è fondato sulla soddisfazione e egli infatti non possiede il concetto del tempo o dell’esi-
sull’appagamento. stenza di oggetti nel tempo. Ciò, dice la Saltzberger-
Per arrivare a costituire una mente stabile e sufficien- Wittenberg, «conferisce all’esperienza una qualità di
temente fiduciosa nelle potenzialità del Sé e delle rela- “adesso o mai più”, “ora o per sempre’’» (Saltzberger-
zioni con gli altri è necessario aver potuto introiettare e Wittenberg, 1970, p. 63). In altre parole, il bambino vive
conservare un oggetto buono nel corso del proprio svi- una sensazione di fantasia onnipotente sia quando è abi-
luppo psichico. Quando l’introiezione non è stabile, si tato dall’oggetto buono sia quando lo è dall’oggetto cat-
perde l’oggetto buono, o esso entra in conflitto con quel- tivo e persecutorio. Una madre attenta e sintonizzata, ma
lo cattivo, la persona entra in uno stato di insicurezza e non onnipotente, frustrerà necessariamente in parte le
di angoscia che caratterizza la situazione schizoparanoi- aspettative onnipotenti del neonato che metterà in atto
de (vedi sotto). meccanismi di scissione e di proiezione; in altre parole,
il neonato non può tollerare il bisogno e l’angoscia di
Posizione schizoparanoide essere separato dall’oggetto «madre» e oscilla costante-
La posizione è una modalità di relazione oltre che una mente tra una posizione di integrazione (oggetto buono)
costellazione di angosce, difese e impulsi che il bambino e una di disintegrazione (oggetto cattivo). Il bambino
sviluppa. Il principale testo in cui Melanie Klein defini- non è ancora in grado di tenere dentro di sé la rappresen-
sce le caratteristiche della posizione schizoparanoide è il tazione dell’oggetto buono quando questo è assente, e
testo del 1946 «Note su alcuni meccanismi schizoidi». quindi non può tollerare l’assenza e la lontananza; egli
Cercando di essere il più chiari e sintetici possibili, la non si può rendere conto che l’oggetto (mamma) è sem-
Klein parte dall’idea che il neonato fantastichi l’assenza pre lo stesso e non è buono, se presente, e cattivo quando
dell’oggetto (ad esempio: il seno che lo allatta tarda ad assente, ma piuttosto è lui stesso che si sente appagato
arrivare ed egli sperimenta sensazioni di pericolo, di an- quando l’oggetto è presente o angosciato quando è as-
goscia e financo di morte) come il fatto che la madre lo sente. La possibilità di riconoscere l’oggetto separato da
stia offrendo a un rivale, ad esempio al padre, al fratello, sé comporterà l’accesso alla posizione depressiva.
e così via. In estrema sintesi si può affermare che la posizione
Tali sentimenti infantili sussistono però per tutta la schizoparanoide è un meccanismo di sopravvivenza che
vita, sono attivi in qualunque relazione di dipendenza il neonato adotta in quanto la sua mente, ancora fragile e
emotiva e sono particolarmente evidenti nei momenti di debole, non può fare fronte in altro modo alle angosce
crisi e di angoscia. L’angoscia che sperimenta il bambi- primitive cui egli è esposto.
no non è solo quella di non essere soddisfatto e di essere
lasciato solo, ma di essere lasciato solo con il terrore, Posizione depressiva
ovvero con l’oggetto cattivo e persecutorio. Il timore è Se nella posizione schizoparanoide le angosce sono cen-
quello della morte e del dolore espresso nella fantasia trate sulla paura per il Sé e per la propria sopravvivenza,
del bambino, morte e dolore che possono distruggerci le angosce depressive sono incentrate sulla preoccupa-
nell’assenza della persona buona (la madre dei primi an- zione per l’oggetto nella paura di averlo danneggiato. La
ni di vita). Dice la Saltzberger-Wittenberg: «Il bambino posizione depressiva metterà in gioco dimensione psichi-
[in questa posizione ] non può distinguere tra esperienze che fondamentali quali la colpa, il lutto e la riparazione.
interne ed esterne cosicché, qualunque siano le sue fan- La Klein descrive così la posizione depressiva:
tasie, ritiene che abbiano effetti sulla madre esterna non-
ché sulla rappresentazione di essa nella mente e nel cor- Secondo la mia ipotesi nel 5-6 mese di vita il bambi-
po del bambino» (Saltzberger-Wittenberg, 1970, pp. no incomincia a temere il danno che i suoi impulsi
distruttivi e la sua avidità possono causare ai suoi og- La brillante concettualizzazione delle posizione schi-
getti amati perché ancora non può fare distinzione tra zoparanoide e depressiva ha un valore clinico straordi-
i suoi desideri, i suoi impulsi e i loro effetti reali. Egli nario soprattutto se consideriamo queste due posizioni
si sente colpevole e desidera ardentemente conserva- come due modalità di generare l’esperienza che sono
re quegli oggetti e riparare il danno causato [con la attive per l’intero corso della vita e che creano una dia-
propria fantasia]. L’angoscia assume un carattere pre- lettica nella mente piuttosto che semplici fasi evoluti-
valentemente depressivo e ho notato che le emozioni ve che devono essere attraversate e poi superate.
che la accompagnano e le difese che insorgono contro
di esse fanno parte dello sviluppo normale e costitui- 2.2.9 I meccanismi di difesa principali
scono quella che ho denominato «posizione depressi- secondo la teorizzazione della Klein
va» (Klein, 1959, p. 21). della scuola della relazioni oggettuali
tiva che porta a varie forme di psicopatologia futura non gare i problemi di Philip, lo considererebbero forse un
è forse tanto da ricercare in quella di un’ideale gratifica- uomo che ha ricevuto un «addestramento» inadeguato:
zione di pulsioni e desideri, ma piuttosto in quella di uno ha appreso cioè dei comportamenti che offendono gli
spazio per l’affermazione e il riconoscimento reciproco altri e ripetutamente lo danneggiano.
tra soggettività differenziate (la madre e il bambino nei Il modello comportamentista, a differenza del model-
primi anni di vita), di identificazione autentica dei biso- lo psicodinamico che affonda le sue radici nel lavoro cli-
gni e dei desideri più intimi dell’altro. nico dei medici, ha avuto origine nei laboratori in cui gli
psicologi conducevano esperimenti sul condizionamen-
Sintesi to, una forma di apprendimento elementare. Negli esperi-
Il modello psicodinamico menti, gli studiosi manipolavano gli stimoli e le ricom-
I teorici di orientamento psicodinamico ritengono che pense, poi osservavano come le loro manipolazioni con-
il comportamento di un individuo, normale o anorma- dizionavano le risposte dei partecipanti alla ricerca.
le, derivi dall’interazione di forze psicologiche incon-
sce e che i conflitti psicologici abbiano origine nelle TRA LE RIGHE
relazioni e nelle esperienze traumatiche vissute dal Lo vedo e lo faccio
bambino nel rapporto con i genitori durante l’infanzia.
Alcune manifestazioni del comportamento anormale
Questo modello è stato sviluppato inizialmente da possono essere spiegate attraverso il modellamento.
Freud, secondo il quale dall’interazione di tre forze Uno studio molto noto di Albert Bandura e dei suoi
dinamiche (Es, Io e Super-Io) derivano il pensiero, i collaboratori (1963) ha dimostrato che i bambini mal-
sentimenti e il comportamento. Altre teorie psicodina- trattano un pupazzo se vedono che questo stesso
miche sono la teoria dell’Io e la teoria della relazione comportamento è tenuto dagli adulti. Infatti, i bambini
oggettuale in tutte le loro declinazioni e orientamenti non esposti al modello degli adulti non maltrattano il
moderni e contemporanei. I terapeuti psicodinamici pupazzo.
pongono l’attenzione sull’indagine dei traumi precoci
e dei conflitti interiori che ne derivano attraverso una Nel corso degli anni Cinquanta, molti clinici erano
serie di tecniche, ad esempio la libera associazione, delusi dal carattere vago e indefinito del modello psico-
l’interpretazione della resistenza, del transfert e dei dinamico; alcuni perciò iniziarono ad applicare i principi
sogni. dell’apprendimento allo studio e al trattamento dei pro-
blemi psicologici e i loro sforzi diedero origine al mo-
dello comportamentista dell’anormalità.
2.3
IL MODELLO Condizionamento: forma di apprendimento elemen-
COMPORTAMENTISTA tare.
Condizionamento operante: processo di apprendi-
I teorici comportamentisti, come i teorici psicodinamici, mento in cui un comportamento che produce effetti
pensano che le nostre azioni siano determinate in ampia soddisfacenti ha maggiori probabilità di essere ripetu-
parte dalle nostre esperienze, ma il modello comporta- to.
mentista si concentra sui comportamenti, ossia sulle ri- Modellamento: processo di apprendimento in cui un
sposte che un organismo dà al suo ambiente. I comporta- individuo apprende le risposte osservando e imitando
menti possono essere esterni (andare a lavorare, ad gli altri.
esempio) o interni (provare una sensazione, pensare). Le
spiegazioni e le cure dei teorici comportamentisti si fon-
dano sui principi dell’apprendimento, i processi tramite 2.3.1 Come spiegano il funzionamento
i quali questi comportamenti cambiano in risposta anormale i comportamentisti?
all’ambiente. I teorici dell’apprendimento hanno identificato molte
forme di condizionamento e ognuna di esse può produr-
TRA LE RIGHE re un comportamento anormale come anche un compor-
Hanno detto tamento normale. Nel condizionamento operante, ad
«Siamo modellati e rimodellati dalle persone che ci
esempio, gli esseri umani e gli animali apprendono a
amano» François Mauriac. comportarsi in certi modi poiché ricevono una ricom-
pensa, ossia qualunque effetto soddisfacente, ogni volta
Molti comportamenti appresi ci aiutano ad affrontare che si comportano in un determinato modo. Nel model-
i cambiamenti quotidiani e a condurre una vita felice e lamento, gli individui imparano le risposte semplice-
attiva, ma è possibile apprendere anche dei comporta- mente osservando altri individui e imitando i loro com-
menti anormali. I comportamentisti, se dovessero spie- portamenti.
In una terza forma di condizionamento, il condizio- Nel vocabolario del condizionamento classico, in
namento classico, l’apprendimento ha luogo attraverso questo esperimento la carne viene definita stimolo in-
l’associazione temporale. Quando due eventi si verifica- condizionato (SI) e scatena la risposta incondizionata
no più volte immediatamente l’uno dopo l’altro, si fon- (RI) della salivazione, ossia una risposta naturale che il
dono nella mente di una persona che, in breve, risponde cane possiede fin dalla nascita. Il suono del campanello
nello stesso modo a entrambi gli eventi. Se un evento è uno stimolo condizionato (SC), uno stimolo che prece-
produce una risposta caratterizzata dalla gioia, anche dentemente era neutro e che viene connesso alla carne
l’altra porterà la gioia; se un evento arreca una sensazio- nella mente del cane. In quanto tale, anch’esso produce
ne di sollievo, anche l’altra lo farà. Uno sguardo più at- la risposta della salivazione. Quando la risposta della
tento a questa forma di condizionamento illustra come il salivazione viene prodotta dallo stimolo condizionato e
modello comportamentista possa spiegare il funziona- non dallo stimolo incondizionato, viene chiamata rispo-
mento anormale. sta condizionata (RC).
Il condizionamento classico spiega molti comporta-
Condizionamento classico: processo di apprendi- menti comuni. La gradevole sensazione che un ragazzo
mento che ha luogo attraverso l’associazione tempo- prova quando sente il profumo della sua ragazza, ad esem-
rale di due eventi che si verificano ripetutamente l’uno pio, può rappresentare una risposta condizionata. Inizial-
dopo l’altro e che, fondendosi nella mente di una per-
mente, il profumo poteva forse avere un effetto emotivo
sona, producono la stessa risposta.
trascurabile su di lui, ma poiché durante i vari incontri ro-
mantici sentiva sempre quella fragranza, essa ha finito per
Ivan Pavlov (1849-1936), famoso psicologo russo, produrre come risposta una sensazione piacevole.
dimostrò per la prima volta il condizionamento classico Attraverso il condizionamento classico possono esse-
con esperimenti su animali. Egli pose una ciotola con re acquisiti anche comportamenti anormali. Ad esempio,
cibo per animali davanti a un cane ed ebbe luogo la ri- un ragazzino si spaventa sempre quando vede il massic-
sposta naturale che tutti i cani hanno davanti al cibo: ini- cio pastore tedesco del vicino. Ogni volta che il ragazzi-
ziano a salivare (si veda la Figura 2.4). Poi Pavlov fece no attraversa il cortile del vicino, il cane abbaia feroce-
un passo ulteriore: prima di presentare al cane la ciotola mente, gli si lancia contro e viene fermato solo da una
con il cibo, suonava un campanello. Dopo molte volte catena legata al portico. Visto il ripetersi di questa spia-
che il campanello veniva suonato prima di presentare la cevole situazione, i genitori del bambino non si stupisco-
ciotola, Pavlov notò che il cane iniziava a salivare non no di scoprire che comincia ad avere paura dei cani, ma
appena sentiva il campanello: il cane aveva imparato a si meravigliano per un’altra grande paura manifestata
salivare in risposta al suono. dal bambino, la paura della sabbia. Non capiscono per-
ché urla ogni volta che lo portano al mare e grida per la
paura di sporcarsi di sabbia.
Da dove ha origine questa paura della sabbia? Dal
Figura 2.4 Lavorare per Pavlov. Nella macchina per l’espe-
rimento di Pavlov, la saliva prodotta dal cane era raccolta in un
condizionamento classico. Infatti, nel cortile dei vicini si
tubo, e la quantità veniva registrata su un cilindro rotante. Lo trova un grande recipiente pieno di sabbia per i giochi
sperimentatore osservava il cane attraverso una finestra con del cane. Ogni volta che il cane abbaia e gli si scaglia
vetro unidirezionale. contro, il bambino vede sempre anche la sabbiera. Dopo
che questi due elementi appaiono contemporaneamente
più volte, il bambino comincia ad avere paura della sab-
bia quanto ha paura del cane.
percorso graduale, i pazienti apprendono a reagire in Figura 2.5 Approcci clinici prevalenti negli Stati Uniti.
modo calmo invece di provare una paura intensa per gli
oggetti o le situazioni che temono (Farmer, Chapman, Comportamentista
2008; Wolpe, 1997, 1995, 1990). Per prima cosa impa- 10%
Psicodinamico
rano tecniche di rilassamento nel corso di molte sedute; 15%
poi costruiscono una gerarchia delle paure, una lista di Altri 8%
oggetti o situazioni temuti, iniziando con quelli meno
temuti e terminando con quelli che generano maggiore
Interpersonale 4%
paura. Questa è la lista compilata da un uomo che teme-
va le critiche, soprattutto quelle riguardanti il suo equili- Socio-familiare 3%
Centrata sul cliente 1%
brio psichico. Esistenziale 1%
Gestalt 1%
Desensibilizzazione sistematica: trattamento com-
portamentale in cui i pazienti con fobie imparano a
reagire in modo calmo e non spaventandosi di fronte a
oggetti o a situazioni che temono.
Cognitivo
Eclettico 29% 28%
mentista, sostenne che per sentirsi felici e comportarsi in cognitivo: le persone affette da disturbi di tipo psicologi-
modo adeguato occorre sviluppare un senso positivo di co possono quindi affrontare, gestire e superare il disa-
autoefficacia: ossia, le persone devono sapere di poter gio, le difficoltà e le problematiche sviluppando delle
padroneggiare e attuare i comportamenti che occorrono, modalità di pensiero nuove, più funzionali e adattive.
quando è necessario. Anche altri comportamentisti degli
anni Sessanta e Settanta riconobbero che gli esseri uma- 2.4.1 Come spiegano il funzionamento
ni assumono comportamenti cognitivi, come anticipare o patologico i teorici cognitivi?
interpretare: questi concetti fino ad allora erano stati am- Secondo gli esponenti del modello cognitivo standard
piamente ignorati nella teoria e nella terapia comporta- la spiegazione di un funzionamento patologico è da rin-
mentale. Questi studiosi hanno sviluppato sia delle spie- tracciarsi a livello cognitivo: credenze e pensieri distor-
gazioni cognitivo-comportamentali che presero in mag- ti ed errati, infatti, costituiscono il prodotto di processi
giore considerazione i comportamenti cognitivi non di elaborazione dell’informazione disfunzionali e irra-
evidenti (Meichenbaum, 1993; Goldiamond, 1965), sia zionali.
delle terapie cognitivo-comportamentali per aiutare i pa- Nello studio della depressione, ad esempio, Beck e
zienti a cambiare i comportamenti controproducenti e i collaboratori (1979) hanno descritto i processi cognitivi
modi di pensare disfunzionali. I teorici e i terapeuti co- che sostengono l’esperienza di sofferenza e dolore men-
gnitivo-comportamentali hanno stabilito un rapporto tra tale ipotizzando alla base del disturbo l’esistenza di con-
il modello comportamentista e il modello cognitivo, ar- tenuti di pensiero, riguardanti sé, il mondo esterno e il
gomento che sarà affrontato nella sezione seguente. futuro, deformati in senso pessimistico. Gli Autori han-
no messo a punto una linea di intervento per questo disa-
Sintesi gio che poggia sulla correzione di questi e altri errori
Il modello comportamentista cognitivi. Questi ultimi, se non riconosciuti e adeguata-
I comportamentisti si concentrano sui comportamenti mente modificati, possono progressivamente radicarsi e
e sostengono che i comportamenti si sviluppano in ac- auto mantenersi creando l’esperienza di impotenza e do-
cordo con i principi dell’apprendimento; ritengono lore inevitabile, tipica della depressione (Beck, Weisha-
inoltre che tutti i comportamenti, normali o disfunzio- ar, 2008; Beck, 2002, 1967).
nali, trovino spiegazione in tre tipi di condizionamento:
il condizionamento classico, il condizionamento ope- 2.4.2 Terapie cognitive
rante e il modellamento. L’obiettivo delle terapie com- Il lavoro pioneristico di Aaron T. Beck (1967), che ha
portamentali è identificare i comportamenti problema- sviluppato la terapia cognitivo-comportamentale
tici del paziente e sostituirli con quelli più appropriati, standard (CBT), è stato notevolmente influenzato dalla
usando tecniche fondate su uno o più principi di ap- terapia razionale-emotiva di Albert Ellis (1962).
prendimento. L’approccio basato sul condizionamento Quest’ultima, si focalizza esclusivamente sulle credenze
classico della desensibilizzazione sistematica, ad esem- patogene e sulla loro confutazione con interventi diretti-
pio, si è rivelato efficace nella cura delle fobie. vi e psicopedagogici, considerando le emozioni, nella
pratica clinica, come delle mere conseguenze della co-
gnizione esplicita. La CBT proposta da Beck, invece, è
2.4 meno direttiva e si focalizza sull’individuazione di mo-
IL MODELLO COGNITIVO dalità disfunzionali dei processi cognitivi che non per-
mettono la confutazione spontanea delle credenze pato-
Il modello cognitivo ha avuto origine nei primi anni Ses- gene.
santa (Beck, 1967; Ellis, 1962); secondo tale modello
una caratteristica tipica dell’uomo è quella di elaborare le Terapia cognitiva: terapia sviluppata da Aaron Beck
informazioni costruendo delle rappresentazioni di sé, de- orientata a far acquisire al paziente una consapevolez-
gli altri e del mondo. Tali rappresentazioni sono alla base za dei propri processi di pensiero erronei e a modificarli.
dei processi cognitivi che comprendono interpretazioni,
credenze, pensieri e comportamenti, a loro volta valuta- Tali Autori hanno quindi proposto un approccio alla
bili e modificabili. A partire dalle informazioni sensoriali psicopatologia basato sull’individuazione di credenze
ricevute e dai processi legati alla memoria autobiografica patogene e pensieri automatici e sulla loro modificazio-
a lungo termine e al ragionamento di ordine superiore, ne attraverso il riconoscimento e la confutazione su un
l’individuo costruisce le proprie interpretazioni della re- piano logico e razionale. La terapia cognitivo-comporta-
altà in forma di schemi cognitivi che influiranno sui suoi mentale utilizza inoltre tecniche comportamentali, in-
comportamenti rendendoli più o meno adattativi. Secon- centrate sul riconoscimento di pensieri automatici legati
do questo approccio, il cambiamento sia emotivo sia a situazioni specifiche e sulla modifica di processi co-
comportamentale si originerebbe tramite il cambiamento gnitivi disfunzionali e credenze irrazionali che si accom-
pagnano all’incremento del disagio emotivo, alimentan- citi e verbalizzabili, a discapito degli stati emotivi e dei
do, in un circolo vizioso, convinzioni distorte e aspetta- meccanismi impliciti sostenuti dalle relazioni interper-
tive negative su di sé e sugli altri. Una delle conseguenze sonali.
di tale meccanismo è proprio l’incapacità di regolare A partire dagli anni Ottanta, infatti, il cognitivismo
adeguatamente le emozioni e di monitorare i propri stati clinico ha conosciuto nuovi sviluppi che hanno contribu-
mentali, nonché di riflettere sugli stati mentali altrui. ito a generare una nuova ondata di terapie cognitive at-
È importante sottolineare che l’atteggiamento del te- tente in modo particolare al rapporto tra pensiero e dina-
rapeuta cognitivo non è tanto interpretativo delle creden- miche emozionali. Mentre la terapia cognitiva standard,
ze e delle rappresentazioni cognitive del paziente, quan- in particolare la Rational-Emotive Therapy (RET, Ellis,
to piuttosto cooperativo nell’incoraggiare un’esplorazio- Dryden, 2007), mirava a modificare le credenze patoge-
ne degli schemi prevalenti di significato e nel negoziare ne intervenendo indirettamente sulle emozioni quali con-
gli obiettivi della terapia. La creazione di una buona al- seguenze della cognizione, la nuova ondata della terapia
leanza terapeutica è, infatti, fondamentale per concorda- cognitiva si propone di concentrarsi in primo luogo sulle
re gli scopi dell’intervento e per assicurare il rispetto dei emozioni dolorose del paziente come processi mentali
compiti stabiliti legati, ad esempio, all’esposizione gra- impliciti, sul loro ruolo e sulla loro influenza sui processi
duale agli stimoli temuti, come avviene nel trattamento espliciti. A un modello di intervento direttivo e psicope-
di fobie specifiche e disturbi di panico. dagogico se ne sostituisce uno più attento alle esperienze
vissute e all’importanza del funzionamento interpersona-
TRA LE RIGHE le. Tra le nuove forme di terapia cognitivo-comporta-
Hanno detto mentale è da menzionare la Dialectical-Behavior The-
rapy (DBT), introdotta da Marsha Linehan (1993) per il
«La vita stessa resta sempre la terapia più efficace».
Karen Horney, I nostri conflitti interni, 1945. trattamento del disturbo borderline di personalità corro-
borata da numerosi e solidi studi di out-come.
L’attenzione alle esperienze vissute e all’importanza
del funzionamento interpersonale è alla base degli studi
2.4.3 Valutare il modello cognitivo teorici sui processi metacognitivi e sulle disfunzioni ad
Il modello cognitivo ha trovato un vasto riscontro e negli essi legati (Wells, 2000, 2008). In ambito clinico tali stu-
ultimi decenni si è consolidato divenendo un forte para- di si sono rivelati utili nell’indagare i processi cognitivi
digma concettuale sia per la ricerca sia per la terapia. di attribuzione di significato all’esperienza e alle rela-
Nel complesso, circa il 28% degli psicologi clinici negli zioni interpersonali, cogliendo i meccanismi disfunzio-
Stati Uniti attuali definiscono cognitivo il loro approccio nali e patologici. In particolare, nel contesto italiano, la
(Prochaska, Norcross, 2007). terapia metacognitiva-interpersonale (Dimaggio, Seme-
Uno dei punti di forza di questo modello consiste rari, 2003), applicata al trattamento dei disturbi di perso-
nell’aver riportato al centro dell’attenzione i processi nalità, si propone di potenziare le abilità metacognitive
cognitivi quali mediatori delle risposte emotive e com- del paziente attraverso l’identificazione e la gestione dei
portamentali dell’individuo e responsabili dell’adatta- processi mentali problematici e delle dinamiche relazio-
mento o disadattamento all’ambiente. nali disfunzionali.
Un ulteriore fattore che concorre alla sua validità è la Un ulteriore sviluppo del modello cognitivo ha preso
ricerca empirica la quale, grazie a numerosi studi speri- piede a partire dall’incontro con la Teoria dell’Attacca-
mentali volti a chiarire il ruolo dei meccanismi di distor- mento (Bowlby, 1988), ispirata alle scienze empiriche,
sione cognitiva sottostanti i disturbi psicopatologici (In- agli studi etologici e alle teorie evoluzioniste. Tale aper-
gram et al., 2007), ha contribuito a mostrare l’efficacia tura in psicoterapia cognitiva ha permesso di approfon-
di svariati protocolli di trattamento terapeutico. Infatti, i dire lo studio della storia di sviluppo e delle dinamiche
metodi e le tecniche della terapia cognitivo-comporta- interpersonali della persona, di focalizzare l’attenzione
mentale si sono dimostrati utili ed efficaci in una grande sui processi mentali impliciti alla base delle rappresenta-
varietà di condizioni psicopatologiche (Beck, Weishaar, zioni cognitive e di riflettere dunque, su questa base, in
2008), quali ad esempio i disturbi di personalità, l’abuso modo più specifico sulla modulazione della relazione
di sostanze, il disagio da dolore cronico, evidenziando la terapeutica.
versatilità di questo tipo di procedure. In Italia i contributi di diversi autori hanno permesso
Tuttavia, il modello cognitivo standard ha riscontrato di ampliare la cornice concettuale della terapia cogniti-
alcuni limiti che hanno costituito motivo di insoddisfa- vo-comportamentale in senso costruttivista ed evoluzio-
zione tra i suoi esponenti. È stata rilevata la mancanza di nista. La prospettiva post-razionalista di Guidano (1987,
unitarietà tra le teorie sul funzionamento mentale e sulla 1991) ha messo in luce, tra i vari concetti, l’esistenza di
pratica clinica, nonché uno sbilanciamento nel focaliz- organizzazioni della conoscenza individuale che si strut-
zare l’attenzione su razionalità e processi cognitivi espli- turano a partire dai primi scambi interpersonali con le
malità apparve in quello stesso periodo. Molti principi da riuscire a convivervi e attribuisce in genere agli altri
furono mutuati dai filosofi esistenzialisti europei del la colpa dei suoi problemi. Ciononostante, l’immagine
XIX secolo, i quali ritenevano che gli esseri umani si negativa di sé gli si rivela di continuo. Rogers avrebbe
interroghino costantemente sul senso della propria esi- probabilmente collegato questo problema al modo criti-
stenza e sul modo di conferire ad essa un significato at- co in cui Philip veniva trattato dalla madre durante l’in-
traverso le loro azioni (Mendelowitz, Schneider, 2008). fanzia.
Le teorie umanistiche ed esistenziali e le loro impli-
cazioni edificanti acquistarono grande popolarità negli Terapia centrata sul cliente: terapia umanistica svi-
anni Sessanta e Settanta, anni di notevole ricerca luppata da Carl Rogers in cui i clinici cercano di aiutare
nell’interiorità e di rivolte sociali nella società occiden- i pazienti mostrando nei loro confronti accettazione,
tale. Rispetto ad allora hanno perso parte del favore, ma totale empatia e genuinità.
continuano a influenzare le idee e il lavoro di molti cli-
nici. I clinici che applicano la terapia centrata sul cliente
di Rogers tentano di creare un clima accogliente in cui i
TRA LE RIGHE clienti si sentono capaci di guardare se stessi in modo
Realizzare il Sé
sincero e di accettarsi (Raskin et al., 2008). Il terapeuta
deve mostrare tre importanti caratteristiche nel corso
Secondo gli umanisti, le persone che si sentono realiz- della terapia: considerazione positiva incondizionata
zate mostrano interesse anche per il benessere degli (accettazione piena e calorosa del cliente), forte empatia
altri. (ascolto competente e riformulazione) e genuinità (co-
municazione sincera). Il dialogo del Caso 2.1 mostra un
terapeuta che fa ricorso a tutte queste caratteristiche per
2.5.1 Teoria e terapia umanistica di guidare il paziente verso una maggiore autoconsapevo-
Rogers lezza.
Carl Rogers (2000, 1987, 1951) sosteneva che il percor-
so verso la disfunzione inizia nell’infanzia. Il bisogno
fondamentale di ricevere una considerazione positiva CASO 2.1
dalle persone importanti della propria vita (soprattutto i Paziente: Sì, so che non mi dovrei preoccupare di que-
propri genitori) è presente in tutti gli individui. Se si è sto, ma lo faccio lo stesso. Tutte queste cose, il dena-
oggetto di una considerazione positiva incondizionata ro, le persone, i vestiti. Durante le lezioni mi sento
(non giudicante) fin nelle prime fasi della vita, è proba- come se tutti aspettassero solo l’occasione per criti-
bile che l’individuo sviluppi una considerazione positiva carmi. […] Quando conosco qualcuno, mi chiedo
di sé incondizionata, che riesca cioè a riconoscere il pro- cosa pensi realmente di me. Poi, dopo, mi chiedo
come devo comportarmi per essere all’altezza
prio valore come persona, anche se è consapevole di non
dell’opinione che ha di me.
essere perfetto. Quest’individuo ha delle buone probabi-
Terapeuta: Quindi ha la sensazione di essere piuttosto
lità di realizzare il proprio potenziale positivo. sensibile alle opinioni che gli altri hanno di lei.
Purtroppo, alcuni bambini sono indotti ripetutamente Paziente: Sì, ma sono cose che non dovrebbero preoc-
a considerarsi non degni di una considerazione positiva cuparmi.
e acquisiscono, perciò, delle condizioni di valore, ossia Terapeuta: Sa che queste cose non dovrebbero scon-
dei criteri secondo i quali si è amati e accettati solo se ci volgerla, ma la preoccupano ugualmente.
si conforma a certe regole. Per conservare una conside- Paziente: Ma solo alcune cose. La maggior parte delle
razione positiva di sé, queste persone devono guardare a cose mi preoccupano perché sono vere. Quelle che le
se stesse in modo estremamente selettivo, negando o di- ho detto, lo sono. Ma ci sono molte cose che non
storcendo i pensieri e le azioni che non sono conformi sono vere. […] Sembra che in me le cose si accumuli-
alle loro condizioni di valore; per tale ragione acquisi- no, si accumulino… È come se le cose si stessero af-
scono una visione distorta di se stessi e delle loro espe- follando e che stiano per esplodere.
rienze. Non sanno cosa sentono davvero, di cosa hanno Terapeuta: Sente che si tratta di una specie di oppres-
davvero bisogno o quali valori od obiettivi sarebbero si- sione, unita a una certa frustrazione e che le cose
gnificativi per loro; di conseguenza è inevitabile che sor- siano proprio incontrollabili.
gano dei problemi nel funzionamento della psiche. Paziente: In qualche modo sì, ma alcune cose sembra-
no proprio illogiche. Temo di non essere molto chiaro
Rogers avrebbe forse considerato Philip come un uo-
su queste cose, ma la sensazione è proprio questa.
mo che si è smarrito perché, invece di lottare per realiz-
Terapeuta: Non si preoccupi. Lei dice solo quello che
zare il proprio potenziale umano, passa da un lavoro
pensa.
all’altro e da una relazione all’altra. In ogni interazione, (Snyder, 1947, pp. 2-24)
si autogiustifica cercando di interpretare i fatti in modo
Un’atmosfera simile dovrebbe consentire ai pazienti individui sono incoraggiati a esprimere le emozioni in
di sentirsi accettati dai loro terapeuti, per essere in grado maniera totale. Molti danno sfogo alla rabbia, urlano, ti-
poi di guardare se stessi con onestà e accettazione. I rano calci o battono i pugni. Attraverso questa esperienza
clienti iniziano a riflettere su emozioni, pensieri e com- possono giungere a «fare propri» (accettare) quei senti-
portamenti per liberarsi da incertezze e dubbi che osta- menti che in precedenza li avevano fatti sentire a disagio.
colano l’autorealizzazione. Perls ha sviluppato anche una serie di regole per aiu-
La terapia centrata sul cliente non ha trovato grandi tare i clienti a osservarsi più da vicino. In alcune versioni
conferme nella ricerca (Sharf, 2008). Soltanto alcuni della terapia gestaltica, ad esempio, si può chiedere ai
studi hanno dimostrato che i partecipanti trattati con clienti di esprimersi in prima persona invece che alla ter-
questa terapia stanno meglio rispetto ai partecipanti del za persona. Devono perciò dire «Ho paura» invece di
gruppo di controllo; molti altri studi non sono riusciti al «La situazione fa paura». Un’altra regola spesso usata
contrario a riscontrare un tale miglioramento. Cionono- richiede ai pazienti di vivere «qui e ora». Perciò essi
stante, la terapia di Rogers ha esercitato un’influenza hanno i propri bisogni ora, nascondono i loro bisogni ora
positiva sulla pratica clinica (Raskin et al., 2008); infatti e devono rendersene conto ora.
è stata una delle prime importanti alternative alla terapia L’1% circa degli psicologi clinici negli Stati Uniti e
psicodinamica e ha contribuito ad aprire l’ambito clinico non solo si descrivono come terapeuti gestaltici (Procha-
a nuovi approcci. Rogers ha concorso inoltre a creare le ska, Norcross, 2007). Poiché essi ritengono che le espe-
condizioni perché gli psicologi esercitassero la psicote- rienze soggettive e l’autoconsapevolezza non possano
rapia, che in precedenza era stata considerata ambito essere valutate in modo oggettivo, i sostenitori della te-
esclusivo degli psichiatri. Il suo impegno nella ricerca rapia gestaltica non hanno svolto spesso studi controllati
clinica ha fatto sì che il trattamento fosse studiato in mo- su questo approccio (Yontef, Jacobs, 2008; Strümpfel,
do sistematico. Circa l’1% degli psicologi clinici attuali 2006, 2004).
negli Stati Uniti, il 2% degli operatori sociali e il 4%
degli esperti di counseling affermano di utilizzare l’ap- TRA LE RIGHE
proccio centrato sul cliente (Prochaska, Norcross, 2007). Sconfiggere la malinconia al ritmo del blues
I terapeuti della Gestalt spesso insegnano ai pazienti a
2.5.2 Teoria e terapia della Gestalt esprimere i sentimenti nella loro interezza colpendo
La terapia della Gestalt, un altro approccio di tipo dei cuscini, gridando, dando calci o battendo sugli og-
umanistico, fu sviluppato negli anni Cinquanta da un getti. Come altre tecniche di questo tipo, la terapia
clinico molto carismatico, Frederick (Fritz) Perls (1893- con il tamburo incoraggia i pazienti a battere su un
1970). I terapeuti della Gestalt, come i terapeuti centrati tamburo per aiutarla a liberarsi di ricordi traumatici,
sul cliente, insegnano ai pazienti come sviluppare la cambiare le proprie convinzioni erronee e sentirsi più
considerazione e l’accettazione di sé (Yontef, Jacobs, liberi.
2008); ma, a differenza dei terapeuti centrati sul cliente,
spesso cercano di realizzare questo fine facendo leva
sulla sfida e perfino sulla frustrazione dei pazienti. Alcu- 2.5.3 Visioni e interventi di tipo
ne delle tecniche preferite da Perls erano la frustrazione spirituale
abile, i giochi di ruolo e regole ed esercizi svariati. Per la maggior parte del XX secolo, gli psicologi clinici
hanno considerato la religione come un fattore negativo,
Terapia della Gestalt: terapia umanistica sviluppata o al massimo neutro, nella salute mentale (Blanch, 2007;
da Fritz Perls in cui i clinici stimolano attivamente i Richards, Bergin, 2005, 2000). Agli inizi del secolo,
clienti alla considerazione e all’accettazione di sé usan- Freud, ad esempio, sosteneva che il credo religioso face-
do alcune tecniche (gioco di ruolo ed esercizi di auto- va parte dei meccanismi di difesa «generati dal bisogno
scoperta). dell’uomo di rendere tollerabile la sua impotenza»
(1961, p. 23). Tale visione negativa della religione sem-
Nella tecnica della frustrazione abile, i terapeuti della bra ora giunta alla fine. Negli ultimi dieci anni sono stati
Gestalt si rifiutano di rispondere alle aspettative o alle pubblicati molti articoli e libri che collegano i temi spiri-
richieste dei loro clienti. Questo uso della frustrazione tuali alla cura clinica, e i codici etici di psicologi, psi-
mira ad aiutare le persone a comprendere quanto spesso chiatri e counselor sono giunti ad affermare che la reli-
cerchino di manipolare gli altri per soddisfare i loro biso- gione è un tipo di diversità che i professionisti della salu-
gni. Nella tecnica del gioco di ruolo, i terapeuti insegna- te mentale devono rispettare (Richards, Bergin, 2005,
no ai pazienti a recitare ruoli diversi, ad esempio a una 2004). Gli studiosi hanno compreso che la spiritualità
persona si può dire di far finta di essere un’altra persona, può, in effetti, costituire un beneficio psicologico per
un oggetto, un sé alternativo oppure una parte del corpo. certi individui. Alcuni studi hanno esaminato soprattutto
Il gioco di ruolo può diventare coinvolgente poiché gli la salute mentale di quei credenti che considerano Dio
come pazienti con malattie psicologiche, gli umanisti e ha dei valori culturali. Questi fattori operano costante-
gli esistenzialisti li considerano semplicemente come mente su Philip, determinano regole e aspettative che lo
persone che devono ancora esprimere il loro potenziale. guidano o esercitano pressioni su di lui e lo aiutano a
Al contempo, l’attenzione umanistico-esistenziale sui modellare i suoi comportamenti, a elaborare pensieri ed
temi astratti della realizzazione dell’individuo genera un emozioni.
problema importante dal punto di vista scientifico: su Secondo il modello socioculturale, il comportamento
questi argomenti è difficile svolgere delle ricerche. In anormale viene compreso meglio alla luce dei numerosi
effetti, con la rilevante eccezione di Rogers che cercò di fattori che influenzano un individuo. Quali sono le nor-
analizzare i suoi metodi clinici con precisione, gli uma- me della cultura e della società in cui vive? Quali ruoli
nisti e gli esistenzialisti hanno tradizionalmente rifiutato svolge nell’ambiente sociale? A quale tipo di struttura
l’uso della ricerca empirica. La posizione contraria alla familiare appartiene e in quale ambiente culturale è inse-
ricerca sta ora iniziando a cambiare. Gli studiosi di rito? E in che modo lo considerano e reagiscono gli altri
orientamento umanistico ed esistenziale hanno condotto nei suoi confronti? Il modello socioculturale è costituito
una serie di studi recenti con gruppi di controllo e analisi da due prospettive importanti: la prospettiva sociofami-
statistiche adeguati, e hanno scoperto che le loro terapie liare e la prospettiva multiculturale.
possono risultare di aiuto in molti casi (Schneider, 2008;
Strümpfel, 2006). Questo recente interesse rivolto alla 2.6.1 Come spiegano il funzionamento
ricerca dovrebbe condurre ad approfondimenti impor- anormale i teorici sociofamiliari?
tanti sui vantaggi di questo modello negli anni a venire. I sostenitori della prospettiva sociofamiliare affermano
che i teorici clinici si dovrebbero concentrare sui nume-
Sintesi rosi fattori che operano direttamente sull’esistenza
Il modello umanistico esistenziale dell’individuo, ossia le relazioni familiari, le interazioni
Il modello umanistico esistenziale si concentra su temi sociali e gli eventi della comunità. Essi ritengono che
specificamente umani come l’autoconsapevolezza, i tali forze aiutino a spiegare sia il comportamento anor-
valori, il significato e la scelta. male sia quello normale. In particolare, si concentrano
Gli umanisti ritengono che le persone siano portate ad sull’analisi di tre tipi di fattori: etichette e ruoli sociali,
autorealizzarsi e, se questo impulso viene ostacolato, reti sociali e struttura e comunicazione nella famiglia.
può manifestarsi un comportamento anormale. Tra i
terapeuti di orientamento umanistico, i terapeuti cen- Etichette e ruoli sociali: il problema del labelling e la
trati sul cliente cercano di creare un clima accogliente profezia che si autoavvera
in cui le persone possano considerare se stesse in ma- Il funzionamento anormale può essere influenzato in
niera onesta e accettarsi, trovando così la strada per modo rilevante dalle etichette e dai ruoli assegnati agli
l’autorealizzazione. I terapeuti della Gestalt usano in- individui con problemi psicologici (Link, Phelan, 2006;
vece tecniche più attive per favorire lo sviluppo della Link et al., 2004, 2001). Le persone che non rispettano le
consapevolezza e l’accettazione dei propri bisogni. Di norme della società in cui vivono vengono definite de-
recente, l’attenzione degli studiosi e dei clinici si è vianti e, in molti casi, «malati di mente». La diagnosi,
rivolta al ruolo della religione, considerata un fattore come in una sorta di profezia che si autoavvera, spinge
rilevante nella salute mentale e nella psicoterapia. l’individuo a identificarsi con la patologia, a mettere in
Secondo gli esistenzialisti, un comportamento anor- atto comportamenti tali da rinforzare l’immagine malata
male deriva dall’evitare le proprie responsabilità. I di sé e ad accettare un ruolo sociale ai margini. L’eti-
terapeuti esistenziali incoraggiano le persone ad ac- chetta diagnostica finisce perciò per apparire adeguata.
cettare la responsabilità della propria vita, a ricono- Un noto studio del ricercatore clinico David Rosen-
scere la libertà di scegliere un percorso diverso e a han (1973) conferma questa posizione. Per lo studio, ot-
decidere di conferire alla propria vita un maggiore si- to persone sane si presentarono in diversi ospedali psi-
gnificato. chiatrici lamentandosi di aver sentito delle voci che di-
cevano «vuoto», «cavo» e «tonfo». Soltanto sulla base
di questa affermazione, ognuno dei soggetti veniva defi-
2.6 nito schizofrenico e sottoposto a ricovero. In effetti, gli
IL MODELLO SOCIOCULTURALE: «pseudopazienti», dopo l’emissione della diagnosi, non
PROSPETTIVE SOCIOFAMILIARI riuscirono a convincere gli altri che stavano bene. Il loro
E MULTICULTURALI ricovero è durato da 7 a 52 giorni, anche se si sono com-
portati in modo normale dopo il ricovero. Inoltre, la dia-
Philip è anche un essere sociale e culturale: è circonda- gnosi continuava a influenzare il modo in cui il persona-
to da persone e istituzioni, appartiene a una famiglia e a le li vedeva e si comportava con loro. Ad esempio, uno
un gruppo culturale, intrattiene delle relazioni sociali e pseudopaziente che passeggiava nel corridoio per passa-
re il tempo, nella cartella clinica era descritto come «ner- parole, il gioco relazionale familiare non è mai tale per
voso». Nel complesso, gli pseudopazienti giunsero a cui il comportamento di una persona possa dirsi causato,
sentirsi impotenti, invisibili e annoiati. in modo lineare, dal comportamento di un’altra. Ciascu-
na descrizione infatti risente del punto di vista dal quale
Reti sociali e aiuto viene effettuata.
Le reti sociali in cui operano le persone, comprese le Allo stesso modo, la disfunzionalità di una famiglia
loro relazioni sociali e professionali, interessano i teori- può essere descritta da diversi punti di vista. Ad esem-
ci sociofamiliari. Qual è il loro livello di comunicazio- pio, se guardo alla permeabilità/rigidità dei confini tro-
ne con gli altri? Quale tipo di segnali inviano o ricevo- verò alcune famiglie caratterizzate da una struttura invi-
no dagli altri? Gli studiosi hanno spesso scoperto dei schiata: ogni membro si sente costantemente, fortemen-
nessi tra le carenze nelle reti sociali e il funzionamento te coinvolto in attività, pensieri e sentimenti di tutti gli
di una persona (Yen et al., 2007; Paykel, 2006, 2003). altri: i bambini appartenenti a famiglie di questo tipo po-
Hanno notato, ad esempio, che le persone che vivono tranno avere molte difficoltà nel diventare indipendenti
isolate e non hanno aiuti sociali o relazioni affettive di nella propria vita (Minuchin, 1974; Santisteban et al.,
alcun tipo sono più inclini alla depressione quando so- 2001). Altre famiglie mostrano invece uno svincolo ca-
no stressate e rimangono depresse più a lungo di coloro ratterizzato da limiti molto rigidi tra i membri: i bambini
che possono contare sull’aiuto di un coniuge o di amici cresciuti in queste famiglie possono avere dei problemi a
affettuosi. inserirsi in un gruppo o nel dare o ricevere aiuto (Corey,
2008, 2004).
Struttura familiare e comunicazione La rabbia e il comportamento personale impulsivo di
Una delle reti sociali più importanti per un individuo è la Philip potrebbero essere visti come il risultato di una
famiglia. Secondo la teoria dei sistemi familiari, la fa- struttura familiare disturbata. Secondo i teorici dei siste-
miglia è un sistema di parti interagenti, legate fra loro in mi familiari, i vari membri della famiglia (madre, padre,
modo coerente, in base a regole che sono specifiche di Philip e il fratello Arnold) hanno assunto un comporta-
ciascuna famiglia (Goldenberg, Goldenberg, 2008). I te- mento che sembrerebbe volto a conservare inalterato il
orici dei sistemi familiari ritengono che i modelli struttu- comportamento di Philip. I teorici della famiglia potreb-
rali e comunicativi di alcune famiglie spingano concre- bero essere particolarmente interessati al conflitto tra la
tamente ciascun membro a comportarsi in un modo che madre e il padre di Philip e allo squilibrio tra i ruoli pa-
appare disfunzionale, ma che è utile a ridurre le tensioni rentali, e potrebbero perciò considerare il comporta-
interne e concorre a mantenere l’omeostasi familiare mento di Philip sia come una reazione sia come uno sti-
(Jackson, 1957). molo per il comportamento dei genitori. Con Philip che
recita il ruolo di un bambino maleducato o del capro
Teoria dei sistemi familiari: teoria secondo la quale espiatorio, i suoi genitori potrebbero avere poco biso-
la famiglia è un sistema di parti interagenti, le cui inte- gno o poco tempo per mettere in discussione la propria
razioni seguono modelli costanti e regole non espresse. relazione.
I terapeuti sistemici cercherebbero un’ipotetica spie-
Il concetto di omeostasi si riferisce alla tendenza del- gazione del comportamento di Philip nell’analisi delle
le famiglie di mantenere una configurazione stabile tra i interazioni familiari, ponendo attenzione alle relazioni
propri membri. I meccanismi che mantengono l’omeo- almeno triadiche (che coinvolgono almeno tre membri
stasi operano secondo regole che condizionano o «stabi- della famiaglia) e non dimenticando la trigenerazionalità
liscono» l’ampiezza entro la quale il sistema può sop- (interessandosi ad almeno tre generazioni). Cerchereb-
portare un cambiamento senza sbilanciasi; se una regola bero inoltre di far luce sulla natura delle relazioni di Phi-
viene trasgredita e il cambiamento è rilevante, allora si lip e della sua famiglia nucleare con la famiglia allarga-
attiva il meccanismo omeostatico della famiglia, con il ta, e si chiederebbero quali sono i significati prevalenti
compito di riportare il sistema familiare all’equilibrio secondo i quali Philip e la sua famiglia riescono a dare
precedente. Alcune di queste regole familiari si traman- senso a loro stessi, agli altri significativi e al mondo.
dano da molte generazioni e possono avere la funzione
di «copioni», di «miti familiari» (Ferreira, 1966). 2.6.2 Trattamenti sociofamiliari
Secondo questa teoria, un funzionamento individuale La prospettiva sociofamiliare ha favorito il moltiplicarsi
anormale può essere legato a un sistema familiare di- di approcci alla cura, come la terapia di gruppo, la tera-
sfunzionale. Lo scambio di informazioni che unisce i pia familiare, la terapia di coppia, e il trattamento di
membri di una famiglia, per essere compreso, suggerisce comunità. I terapeuti di qualunque orientamento posso-
l’adozione di una causalità circolare: una parte del si- no praticare con i pazienti questi diversi tipi di terapia,
stema crea modificazioni in un’altra parte, che a sua vol- applicando le tecniche e i principi dei loro modelli di ri-
ta retroagisce sulla prima, e così via, all’infinito. In altre ferimento.
Approfondimento
sta (Mueller et al., 2007). Secondo le stime, esistono at- miglia a cambiare il proprio comportamento, rendendolo
tualmente tra i 500.000 e i 3 milioni di questi gruppi più adattivo (Goldenberg, Goldenberg, 2008; Bowen
soltanto negli Stati Uniti, frequentati ogni anno dal 3 o 1960). La famiglia era considerata come l’unità che se-
4% della popolazione. gue la terapia, a prescindere dalla presenza di eventuali
diagnosi individuali. La presenza di tutti i membri nella
Terapia familiare stanza della terapia era indispensabile per dare al tera-
La terapia della famiglia è nata negli anni Cinquanta, peuta la possibilità di cogliere dal vivo le interazioni
in America, come movimento pluricentrico, con diverse comportamentali problematiche. Il riferimento teorico
origini e diversi sviluppi, qualche volta connesi tra loro alla base di questa modalità operativa è il behaviourismo.
ma più spesso indipendenti. Una possibile definizione è Negli anni Ottanta parte delle terapie sistemiche si
la seguente: «terapia della famiglia è l’insieme di tutti i apre ai contributi del costruttivismo e del costruzionismo
modelli di intervento che in qualche modo si pongono sociale. La famiglia è intesa come composizione di indi-
come obiettivo (sia pure seguendo teorie, prassi e tecni- vidui, ciascuno dei quali occupa una posizione specifica
che diverse) la cura (nel duplice senso di «curare» e all’interno del suo nucleo familiare e ha suoi scopi, cre-
«prendersi cura») di famiglie piuttosto che di individui, denze, emozioni, sentimenti, che sono diversi da quelli
lavorando sule loro interazioni emotive e cognitive (Ber- degli altri familiari. Il terapeuta può lavorare non solo
trando, Toffanetti, 2000, p. 3). con la famiglia nella sua interezza, ma anche con alcuni
sottosistemi familiari: la coppia genitoriale, la fratria o il
Terapia familiare: tipo di terapia in cui un terapeuta soggetto singolo. La terapia sistemica diventa così anche
incontra tutti i membri di una famiglia e li aiuta a cam- una terapia individuale e l’interesse si allarga dalla comu-
biare attraverso metodi terapeutici. nicazione, intesa anche come comportamento manifesto,
alla conversazione, che non può prescindere dalla seman-
Ai suoi esordi, la terapia familiare era connotata tica (Castiglioni, Corradini, 2003; Ugazio, 1998).
dall’incontro tra l’équipe terapeutica e tutti i membri di Nel Caso 2.3 riportiamo un’interazione tipica tra i
una famiglia nucleare convivente. Il percorso terapeutico membri di una famiglia e una terapeuta.
aveva lo scopo di identificare i comportamenti e le inte- I terapeuti della famiglia possono seguire uno dei
razioni problematiche e di aiutare i componenti della fa- principali modelli teorici, ma sono sempre più numerosi
CASO 2.3
T
ommy sedeva imperturbabile su una sedia e fissava rono sul padre. «Sì, me ne ha date un bel po’, e non avevo
la finestra. Aveva 14 anni ed era un po’ piccolo per fatto niente!».
la sua età. […] Sissy ne aveva undici. Era seduta sul «Ma Thomas, non è vero.» La madre aveva un’espressione
divano tra la madre e il padre, sorridente. Di fronte a loro di rimprovero sul viso. «Se ti fossi comportato un po’ me-
sedeva la dottoressa Fargo, la terapeuta familiare. glio, non te le avrebbe date. Dottoressa, non posso dire di
La dottoressa disse: «Potreste essere un po’ più precisi sui essere favorevole alle botte, ma capisco che talvolta può
cambiamenti che avete notato in Tommy e quando si sono essere irritante per Bob.»
verificati?». «Non immagini quanto sia irritante per me, tesoro». Bob
La madre rispose per prima. «Ecco, mi sembra che risalga- sembrava turbato. «Devi lavorare tutto il giorno in ufficio
no a due anni fa. Tommy ha iniziato a fare a botte a scuo- e poi, quando torni a casa, ritrovarti ad affrontare tutto
la. Quando gli parlavamo a casa, diceva che non era affar questo. Certe volte non vorrei neppure tornare a casa.»
nostro. È diventato lunatico e disobbediente. Non faceva Ginny gli rivolse uno sguardo duro. «Pensi che le cose a
mai niente delle cose che gli dicevamo. Ha iniziato a esse- casa siano facili tutto il giorno? Mi aspetterei da te un po’
re cattivo con sua sorella e l’ha perfino picchiata». di aiuto. Tu pensi che tutto quello che devi fare è guada-
«E riguardo alle scazzottate a scuola?» chiese la dottores- gnare dei soldi e che spetti a me fare tutto il resto. Bene,
sa. non intendo continuare a farlo più». […]
Alla domanda rispose subito il padre. «Ginny era più preoc- La madre iniziò a piangere. «Non so più cosa fare. La si-
cupata di me per quello che avveniva. Anch’io quando an- tuazione sembra disperata. Perché in questa famiglia le
davo a scuola facevo a botte spesso e penso che sia norma- persone non riescono a essere più gentili? Non penso di
le. […] Ma rispettavo molto i miei genitori, soprattutto mio chiedere molto, no?»
padre. E quando non lo facevo, mi dava un ceffone». La dottoressa […] lanciò una rapida occhiata a ogni mem-
«Ha mai dovuto picchiare Tommy?» Chiese la dottoressa bro della famiglia, sicura di incontrare lo sguardo di ognu-
con calma. no di loro. «Sembra che qui ci sia molto da fare. […] Pen-
«Sì, un paio di volte, ma mi è sembrato che le cose non so che dovremo comprendere una serie di cose per capire
siano andate meglio.» quello che sta accadendo» (Sheras, Worchel, 1979, pp.
All’improvviso Tommy si fece attento, i suoi occhi si fissa- 108-110).
coloro che adottano i principi della teoria dei sistemi fa- (Baucom et al., 2009, 2006, 2000). Si fa in genere ricor-
miliari. Oggi il 3% di tutti gli psicologi clinici, il 13% so a una terapia di coppia anche quando i problemi psi-
degli operatori sociali e l’1% degli psichiatri si defini- cologici di un bambino sono riconducibili ai problemi
scono principalmente terapeuti dei sistemi familiari della relazione tra i genitori.
(Prochaska, Norcross, 2007). Sebbene un certo livello di conflitto esista in qualun-
Le diverse terapie familiari si dimostrano spesso effi- que relazione a lungo termine, nella nostra società molti
caci, sebbene la ricerca non abbia ancora chiarito quanto sono gli adulti che vivono conflitti di coppia alquanto
(Goldenberg, Goldenberg, 2008). Alcuni studi hanno gravi. La percentuale di divorzi in Canada, Stati Uniti ed
scoperto che il 65% degli individui trattati con gli ap- Europa è ora vicina al 50% dei matrimoni (Marshall,
procci familiari ha un miglioramento, mentre altri studi Brown, 2008). Per molte coppie conviventi non sposate
suggeriscono percentuali meno alte di successo. Nessun sembra che le difficoltà siano le stesse (Harway, 2005).
tipo di terapia familiare si è rivelato più efficace rispetto La terapia di coppia, come la terapia familiare e la
alle altre (Alexander et al., 2002). terapia di gruppo, può seguire i principi di uno qualun-
que degli orientamenti terapeutici più importanti. La te-
TRA LE RIGHE rapia comportamentale della coppia, ad esempio, utiliz-
Cena familiare virtuale za molte tecniche della prospettiva comportamentista
Molti teorici dei sistemi sono preoccupati che con l’al-
(Shadish, Baldwin, 2005; Gurman, 2003). I terapeuti
lontanamento geografico dei membri di una famiglia, aiutano i coniugi a riconoscere e a modificare i compor-
le dinamiche familiari chiave si perdano. Per aiutare a tamenti problematici insegnando generalmente delle
mantenere le interazioni familiari importanti, due ricer- competenze specifiche di soluzione dei problemi e di
catori hanno sviluppato «La cena familiare virtuale», comunicazione. Una versione socioculturale più ampia,
uno strumento per la videoconferenza che permette ai chiamata terapia integrativa di coppia, aiuta inoltre i
membri di una famiglia di condividere i pasti e altre partner ad accettare i comportamenti che non è possibile
esperienze anche se vivono lontani. cambiare e a credere, ciononostante, nella relazione
(Christensen et al., 2006). Ai partner si chiede di consi-
derare questi comportamenti come dovuti all’esistenza
Terapia di coppia di differenze fondamentali tra loro.
La coppia è un organismo complesso, un sistema diadico Le coppie che si sottopongono a questa terapia sem-
con livelli di funzionamento suoi propri, diversi da quel- brano mostrare un miglioramento più marcato nella rela-
li degli individui che la compongono. Nella terapia di zione rispetto alle coppie con problemi simili che non
coppia, o terapia coniugale, il terapeuta lavora con due cercano aiuto (Fraser, Solovey, 2007), ma nessuna for-
persone che intrattengono una relazione duratura e che si ma di terapia di coppia può essere considerata superiore
presentano in terapia sostenuti dalla stessa richiesta. rispetto a un’altra (Snyder et al., 2006; Harway 2005).
Spesso tale richiesta è connessa al bisogno di entrambi i Sebbene due terzi delle coppie trattate vivano un miglio-
partners di definire più stabilmente l’identità di coppia ramento nella vita di coppia alla fine della terapia, meno
(Monguzzi, 2010). della metà delle persone trattate vive una relazione «pri-
va di tensioni» o «felice». Inoltre, in un terzo delle cop-
Terapia di coppia: tipo di terapia in cui il terapeuta pie curate con successo si è assistito a un ripresentarsi
lavora con due persone che intrattengono una relazio- dei problemi entro due anni dalla fine della terapia.
ne duratura. Viene definita anche terapia coniugale.
Cura della salute mentale di comunità: tipo di trat- Il trattamento di comunità
tamento che pone l’accento sulla cura della comunità. I programmi per la cura della salute mentale di comu-
nità permettono ai pazienti, soprattutto a quelli con dif-
Nell’incontro con una coppia di pazienti che richiede ficoltà psicologiche gravi, di rimanere nel proprio am-
una psicoterapia congiunta, ossia un intervento clinico biente sociofamiliare nel periodo del trattamento. Nel
rivolto alle problematiche della relazione, di fondamen- 1963, il presidente John Kennedy invocava un «nuovo
tale importanza appare la domanda circa le ragioni che approccio coraggioso» alla cura dei disturbi mentali, un
spingono le due persone, tra le quali esiste un legame approccio rivolto alla comunità che avrebbe aiutato la
affettivo e una storia comune, a formulare una richiesta maggior parte delle persone con problemi psicologici a
di aiuto in termini di coppia. ricevere dei servizi da agenzie vicine più che da strutture
Spesso si tratta di moglie e marito, ma la coppia non o istituzioni lontane. Subito dopo il Congresso approvò
deve essere costituita necessariamente da persone sposa- la «Legge sulla salute mentale di comunità», promuo-
te e neppure conviventi. Come la terapia familiare, la vendo il movimento per la salute mentale di comunità
terapia di coppia spesso si concentra sulla struttura e sui negli Stati Uniti. Una serie di altri paesi hanno incorag-
modelli di comunicazione messi in atto nelle relazioni giato la nascita di movimenti simili.
Un principio fondamentale del trattamento di comu- 2009, 2007, 2004). La visione multiculturale odierna è
nità è la prevenzione. In questo caso sono i clinici stessi diversa dalle prospettive culturali del passato, meno illu-
a recarsi dai pazienti, anziché aspettare che siano i mala- minate; infatti l’appartenenza a una minoranza razziale,
ti a chiedere di essere curati. Dagli studi si deduce che etnica e di altro tipo non implica in nessun modo il fatto
questi sforzi sono stati spesso coronati da successo (Ha- che si sia considerati inferiori o culturalmente svantag-
ge et al., 2007). Gli operatori di comunità attuano tre tipi giati in rapporto alla maggioranza della popolazione
di prevenzione che definiscono primaria, secondaria e (Sue, Sue, 2003). Al contrario, secondo questo modello
terziaria. il comportamento di un individuo, normale o anormale,
La prevenzione primaria riguarda gli sforzi per mi- viene compreso meglio se esaminato alla luce di quel
gliorare i comportamenti e le politiche della comunità particolare contesto culturale dell’individuo: dai valori
con il fine di prevenire i disturbi psicologici nel com- di quella cultura alle pressioni esterne particolari affron-
plesso. Gli operatori di comunità possono, ad esempio, tate dai membri della cultura.
consultarsi con una commissione scolastica locale oppu- Negli Stati Uniti i gruppi sui quali si è concentrata
re condurre dei workshop pubblici sulla riduzione dello l’attenzione degli studiosi multiculturali sono non sol-
stress (Bloom, 2008). tanto i gruppi minoritari etnici e razziali (afroamericani,
La prevenzione secondaria consiste nell’identificare ispanoamericani, nativi americani e asiatico-americani),
e trattare i disturbi psicologici nelle fasi iniziali, prima ma anche di altro tipo (persone economicamente disa-
che diventino seri. Gli operatori di comunità possono giate, omosessuali e donne, sebbene le donne non costi-
collaborare con insegnanti, sacerdoti o poliziotti per aiu- tuiscano tecnicamente un gruppo minoritario). Ognuno
tarli a riconoscere i primi segni della disfunzione psico- di questi gruppi è soggetto a particolari pressioni nella
logica e a insegnare loro in che modo aiutare le persone società americana che possono contribuire alla sensazio-
a trovare una cura (Ervin et al., 2007). ne di stress e, talvolta, al funzionamento anormale. I ri-
Il fine della prevenzione terziaria è fornire una cura cercatori hanno scoperto che, ad esempio, l’anormalità
efficace non appena si rende necessaria in modo che di- psicologica, soprattutto di tipo grave, è molto più comu-
sturbi moderati o gravi non diventino problemi cronici. ne tra le persone a basso reddito rispetto alle persone più
Oggi le agenzie di comunità negli Stati Uniti offrono la benestanti (Byrne et al., 2004; Draine et al., 2002). Forse
cura terziaria in modo efficace a milioni di persone con i problemi connessi alla povertà spiegano questa relazio-
problemi psicologici modesti; ma, come abbiamo già ne. Naturalmente questi vari gruppi in parte si sovrap-
detto nel Capitolo 1, spesso non riescono a fornire i ser- pongono, poiché, ad esempio, anche molti membri dei
vizi necessari a centinaia di migliaia di persone affette gruppi minoritari vivono in povertà. Il tasso più elevato
da disturbi gravi. Una delle ragioni di questo fallimento di criminalità, di disoccupazione, sovraffollamento abi-
è la mancanza di finanziamenti, un tema che sarà affron- tativo o di senzatetto, l’accesso insufficiente alle cure
tato nei prossimi capitoli (Weisman, 2004). mediche e le opportunità di formazione limitate vissute
in genere dai poveri possono creare uno stress maggiore
TRA LE RIGHE in molti membri di questi gruppi minoritari.
Prevenzione secondaria in azione Gli studiosi multiculturali hanno inoltre rilevato che
I professionisti della salute mentale di comunità talvol-
il pregiudizio e la discriminazione affrontati da molti
ta collaborano con la polizia e con altri funzionari pub- gruppi minoritari possono contribuire a certe forme di
blici, insegnando loro come affrontare i bisogni psico- funzionamento anormale (Carter, 2007; Nelson, 2006).
logici delle persone sottoposte a uno stress elevato. Ad esempio, nella società occidentale la percentuale di
donne affette da ansia e disturbi depressivi è almeno
doppia rispetto a quella maschile (McSweeney, 2004).
Analogamente, tra gli afroamericani è insolitamente
2.6.3 Come spiegano il funzionamento molto alta la percentuale di disturbi d’ansia (Blazer et
anormale i teorici multiculturali? al., 1991). Gli ispanoamericani hanno in genere una
Con cultura si intende l’insieme di valori, atteggiamenti, maggiore vulnerabilità ai disturbi connessi allo stress
convinzioni, storia e comportamenti condivisi da un post-traumatico rispetto a persone appartenenti ad altri
gruppo di persone e trasmessi da una generazione a gruppi etnici (Koch, Haring, 2008). E i nativi americani
un’altra (Matsumoto, 2007, 2001). mostrano delle percentuali eccezionalmente alte di alco-
In una prospettiva multiculturale, o culturalmente lismo e suicidio (Beals et al., 2005). Sebbene molti fatto-
diversa (Jackson, 2006), gli psicologi cercano di com- ri possano combinarsi per produrre queste differenze, un
prendere in che modo la cultura, la razza, l’etnia, il gene- pregiudizio razziale e sessuale e i problemi che pone,
re e fattori simili influenzino il comportamento e il pen- possono contribuire a modelli anormali di tensione, infe-
siero, e in che modo le persone di culture, razze e generi licità, bassa autostima e fuga (Carter, 2007; Nelson,
diversi siano psicologicamente diverse (Alegria et al., 2006).
Sistema Consape-
Obiettivo Mutamen- Comporta-
Intervento Pensiero Auto-rea- Vita familiare o volezza e
della to psicolo- menti
biologico adattativo lizzazione autentica sociale ef- benessere
terapia gico ampio funzionali
ficace culturale
ma, acquisiscano cioè un senso del valore personale giudizio e la discriminazione sono le cause principali
che è stato spesso intaccato da un’infinità di messaggi dell’ansia e della depressione, perché solo alcune delle
negativi persone che li subiscono soffrono di disturbi psicologi-
ci? Vi sono ancora altri fattori essenziali per l’insorgere
2.6.5 Valutare il modello socioculturale dei disordini?
Le prospettive sociofamiliare e multiculturale hanno da- Dati questi limiti, la maggior parte dei clinici conside-
to un notevole contributo alla comprensione e alla cura ra le spiegazioni sociofamiliari e multiculturali come
del funzionamento anormale. Oggi, la maggior parte dei operanti congiuntamente con le spiegazioni biologiche o
clinici prende in considerazione gli aspetti familiari, cul- psicologiche, e concordano sul fatto che i fattori familiari,
turali, sociali e della comunità, fattori che fino a 35 anni sociali e culturali possano creare un clima favorevole allo
fa venivano trascurati. Oggi inoltre si è più consapevoli sviluppo di certi disturbi. Essi ritengono, tuttavia, che an-
dell’impatto dei ruoli clinici e sociali. Infine, le modalità che le condizioni biologiche o psicologiche, o entrambe,
di cura offerte dal modello socioculturale talvolta conse- debbano essere presenti per lo sviluppo dei disturbi.
guono buoni risultati laddove gli approcci tradizionali
hanno fallito. Sintesi
Il modello socioculturale
TRA LE RIGHE Il modello socioculturale si rivolge all’esterno, alle
Hanno detto forze sociali e culturali che influenzano i membri di
«Aiuto! Sono prigioniero dell’ereditarietà e dell’am- una società. Una delle prospettive di questo modello,
biente» Dennis Allen. la prospettiva sociofamiliare, individua tre tipi di fat-
tori nelle sue spiegazioni del funzionamento anormale:
Al contempo, il modello socioculturale pone alcuni etichette e ruoli sociali, reti sociali e di aiuto, e sistema
problemi. Per prima cosa, le scoperte della ricerca socio- familiare. I clinici che utilizzano l’approccio sociofa-
culturale sono difficili da interpretare. Infatti, la ricerca miliare possono praticare una terapia di gruppo, fami-
può rivelare una relazione tra certi fattori familiari o cul- liare o di coppia o un trattamento di comunità.
turali e un particolare disturbo, ma non riesce a stabilire La prospettiva multiculturale, un’altra prospettiva del
se ne siano davvero la causa. Gli studi mostrano un rap- modello socioculturale, afferma che il comportamen-
porto tra conflitti familiari e schizofrenia, ad esempio, to di un individuo, normale o anormale, viene com-
ma questa scoperta non significa necessariamente che preso meglio se esaminato alla luce del suo contesto
una disfunzione familiare causi la schizofrenia. È ugual- culturale specifico, di cui fanno parte i valori di quel-
mente possibile che il funzionamento familiare sia alte- la cultura e le pressioni speciali esterne subite dai
rato da conflitti e tensioni creati da un comportamento membri che ne fanno parte. Gli operatori di questa
psicotico di un membro della famiglia. prospettiva possono utilizzare le terapie culturalmen-
Un altro limite del modello socioculturale è la sua te sensibili, approcci che cercano di analizzare i pro-
incapacità di prevedere l’anormalità in individui specifi- blemi particolari che i membri dei gruppi culturali
ci. Se, ad esempio, alcune condizioni sociali come il pre- minoritari si trovano ad affrontare.
Parole chiave
Autorealizzazione, p. 50 Processo secondario, p. 34
Censura, p. 34 Prospettiva multiculturale, p. 60
Condizionamento classico, p. 46 Psicochirurgia, p. 31
Condizionamento operante, p. 45 Pulsione, p. 34
Condizionamento, p. 45 Rimozione, p. 33
Cura della salute mentale di comunità, p. 58 Sinapsi, p. 27
Desensibilizzazione sistematica, p. 47 Teoria dei sistemi familiari, p. 55
Farmaci psicotropi, p. 30 Terapia centrata sul cliente, p. 51
Gene, p. 29 Terapia cognitiva, p. 48
Gruppo di auto-aiuto, p. 56 Terapia della Gestalt, p. 52
Modellamento, p. 45 Terapia di coppia, p. 58
Modello, p. 26 Terapia di gruppo, p. 56
Neurone, p. 27 Terapia elettroconvulsiva (TEC), p. 31
Neurotrasmettitore, p. 27 Terapia esistenziale, p. 53
Ormone, p. 28 Terapia familiare, p. 57
Principio di costanza, p. 33 Terapie culturalmente sensibili, p. 60
Principio di realtà, p. 34 Terapie sensibili al genere, p. 60
Processo primario, p. 34
Domande di riepilogo
1. Quali sono le regioni principali del cervello e come vengono trasmessi i messaggi a livello cerebrale? Descrivete i
trattamenti biologici per i disturbi psicologici.
2. Quali sono i principi chiave e in cosa si differenziano in modo sostanziale il modello psicodinamico, comportamen-
tista, cognitivo e umanistico-esistenziale?
3. Su quali forme di condizionamento si fondano i comportamentisti nelle loro spiegazioni e nei trattamenti dei com-
portamenti anormali?
4. Quali tipi di disfunzione cognitiva possono causare un comportamento anormale?
5. In che modo le etichette sociali le reti sociali i fattori familiari e culturali sono connessi con il funzionamento psico-
logico?
VALUTAZIONE CLINICA
E DIAGNOSI
A
ngela aveva 22 anni, viveva con sua madre e lavo- stabilire le cause e il probabile andamento della sua di-
rava come segretaria in una grande compagnia di sfunzione attuale, nonché a suggerire quale tipo di stra-
assicurazioni. Aveva già attraversato alcuni periodi tegie potrebbero aiutarla. Il trattamento potrebbe quindi
di «malinconia», ma in questo momento era particolar- essere adeguato precisamente alle necessità di Angela e
mente abbattuta. Era gravemente depressa e aveva fre- al suo particolare modello di funzionamento anomalo.
quenti crisi di pianto, che negli ultimi due mesi erano Nei Capitoli 1 e 2 abbiamo visto in che modo i ricercatori
state particolarmente forti. Angela trovava difficoltà nel nell’ambito della psicologia clinica sviluppano una com-
concentrarsi sul suo lavoro, faceva fatica ad addormen- prensione generale del funzionamento anormale. Gli spe-
tarsi la notte e aveva scarso appetito. […] La depressione cialisti clinici applicano queste informazioni generali al
era iniziata due mesi prima, dopo che si era lasciata con loro lavoro, ma il loro obiettivo principale, quando si tro-
il fidanzato Jerry (Leon, 1984, p. 109). vano di fronte a un nuovo paziente, è raccogliere su que-
sti informazioni idiografiche o individuali (Bornstein,
La sensazione di profondo scoraggiamento ha portato 2007). Per aiutare le persone a superare i loro problemi, i
Angela a fissare un appuntamento con un terapeuta pres- clinici devono comprenderle appieno e assieme alle loro
so un centro locale di counseling psicologico. Per prima particolari difficoltà. Allo scopo di raccogliere queste in-
cosa, lo specialista ha raccolto il maggior numero di in- formazioni, i clinici utilizzano le procedure di valutazione
formazioni possibile su Angela e il suo disturbo. Chi è e diagnosi. Solo dopo sono in grado di proporre un trat-
questa persona, che tipo di vita conduce, quali sono esat- tamento.
tamente i suoi sintomi? Le risposte possono aiutare a
un uomo descrive ad esempio la propria tristezza per la tribuisce particolare attenzione agli argomenti conside-
recente perdita della madre con espressione allegra, il rati più importanti (Wright, Truax, 2008). Gli intervista-
clinico può sospettare che in effetti nell’uomo ci siano tori psicodinamici cercano di sapere quali siano i bisogni
emozioni in conflitto riguardo a questo evento. della persona che hanno di fronte, cosa ricorda delle
esperienze passate e come siano i suoi rapporti con gli
Condurre il colloquio altri. Gli intervistatori di orientamento comportamentale
Spesso il colloquio è il primo contatto fra paziente e cli- mirano a ottenere informazioni sugli stimoli che deter-
nico. I clinici ne fanno uso per raccogliere informazioni minano certe reazioni e sulle loro conseguenze. Gli in-
dettagliate sui problemi e sulle emozioni di quella perso- tervistatori cognitivi cercano di scoprire le convinzioni
na, sul suo stile di vita, i rapporti personali e altri ele- le interpretazioni che influenzano la persona. I clinici
menti della sua storia. Possono anche porre domande su umanisti fanno domande sull’autovalutazione del pa-
cosa si aspetta il paziente dalla terapia e sulle motivazio- ziente, sull’idea che il soggetto ha di sé e sui suoi valori.
ni che l’hanno spinto a chiederla. Il clinico che ha lavo- Gli psicologi biologici cercano di individuare sintomi di
rato con Angela (Caso 3.1) ha iniziato con un colloquio disfunzioni biochimiche o cerebrali. Gli psicologi socio-
individuale. culturali, infine, pongono domande riguardo all’ambien-
te familiare, sociale e culturale del soggetto.
TRA LE RIGHE I colloqui possono essere inoltre non strutturati o
Individuare la depressione strutturati (O’Brien, Tabaczynski, 2007; Rabinowitz et
al., 2007). In un colloquio non strutturato il clinico pone
I medici di famiglia individuano meno di un terzo di domande aperte, magari un semplice «Perché non mi
tutti i casi di depressione clinica riscontrati tra i loro dice qualcosa di lei?» L’assenza di struttura consente
pazienti. La maggior parte dei casi non identificati so-
all’intervistatore di seguire degli indizi e di addentrarsi
no comunque casi lievi (Coyne, Calarco, 1995).
in temi significativi che non potevano essere previsti pri-
ma del colloquio.
Oltre a raccogliere dati fondamentali sulla storia pas- In un colloquio strutturato vengono poste domande
sata della persona, chi conduce un colloquio clinico at- già preparate. Talora si utilizza un modello di colloquio
CASO 3.1
A
l primo colloquio Angela si è presentata ben vestita. Angela descrive sua madre come una donna «votata alla
Era graziosa, ma aveva gli occhi gonfi e cerchiati di sofferenza», che diceva sempre di essersi sacrificata per la
scuro. Ha risposto alle domande e alle altre infor- felicità delle figlie e di aver ricevuto in cambio solo dolore
mazioni riguardo alla sua storia personale parlando lenta- e infelicità. […] Quando Angela e [sua sorella] iniziarono a
mente e in tono monotono, in modo alquanto distaccato. uscire con i ragazzi, la madre prese a fare commenti sgra-
Sedeva rigida sulla sua sedia. […] devoli sui ragazzi stessi e sugli uomini in generale. […]
La paziente ha affermato che il periodo immediatamente Angela ha detto di essere sempre stata tendenzialmente
precedente alla fine della relazione con il fidanzato era depressa. Al liceo, se prendeva un voto più basso di quan-
stato di estrema agitazione emotiva. Non era sicura di vo- to si attendeva, la sua reazione iniziale era di collera, se-
lere veramente sposare Jerry e lui aveva iniziato a preten- guita da depressione. Iniziò a pensare di non essere ab-
dere da lei una decisione, in un senso o nell’altro. La madre bastanza intelligente per prendere buoni voti e si incolpa-
di Angela non stimava particolarmente Jerry e si compor- va di non studiare abbastanza. Angela si faceva prendere
tava in modo freddo e distante quando lui veniva a trova- dallo sconforto anche se aveva una discussione con sua
re la figlia. Angela si sentiva in trappola e incerta sulla madre o se aveva la sensazione di essere sfruttata al lavo-
decisione da prendere riguardo al suo futuro. Dopo diver- ro. […]
se discussioni con Jerry riguardo al matrimonio, lui le disse L’intensità e la durata del [cambiamento di umore] prova-
di avere capito che lei non si sarebbe mai decisa e che te dopo la rottura con Jerry furono molto più accentuate.
quindi la loro storia sarebbe finita lì. Non era certa di sapere perché fosse tanto depressa, ma
Angela ha affermato di avere avuto un’infanzia molto in- cominciò a sentire la pesantezza dello sforzo per uscire e
felice. Suo padre non c’era quasi mai e quando era a casa andare al lavoro. Divenne difficile per lei parlare con gli
litigava costantemente con sua madre. […] altri. Angela aveva difficoltà di concentrazione e iniziò a
Angela ricorda di essersi sentita molto in colpa quando il dimenticare le cose da fare. […]
padre se ne andò di casa. […] Ha detto di sentirsi in qual- Preferiva restare a letto anziché trovarsi in compagnia di
che modo responsabile del fatto che suo padre avesse la- altre persone e piangeva spesso quando era da sola (Leon,
sciato la famiglia e che questa idea le tornava in mente 1984, pp. 110-115).
ogni volta che pensava a lui. […]
pubblicato, ossia una serie di domande standard valide fre di depressione, ad esempio, ha una visione pessimi-
per tutti i tipi di colloquio. Molti colloqui strutturati stica di sé stesso e può dire di essere un pessimo lavora-
comprendono un esame dello stato mentale, una serie tore o un genitore inadeguato, quando non è affatto così.
di domande e osservazioni che valutano in modo siste- Anche gli esaminatori possono compiere errori di
matico la consapevolezza del paziente, l’orientamento giudizio che alterano le informazioni raccolte. Può capi-
rispetto a tempo e spazio, la soglia di attenzione, la me- tare che tendano a basarsi troppo sulla prima impressio-
moria, il giudizio e il discernimento, il contenuto e i pro- ne e a dare troppo peso alle informazioni negative su un
cessi di pensiero, l’umore e l’aspetto esteriore (Palmer et dato soggetto (Wu, Shi, 2005). I pregiudizi dell’intervi-
al., 2007). Un modello strutturato consente all’esamina- statore riguardo a sesso, razza, età e aspetto possono in-
tore di inserire lo stesso tipo di temi importanti in tutti i fluenzare a loro volta le sue interpretazioni di ciò che
suoi colloqui, nonché di confrontare le risposte di indivi- dice il soggetto (Ungar et al., 2006).
dui diversi. I colloqui, in particolare quelli non strutturati, posso-
no mancare inoltre di affidabilità (Wood et al., 2002). Le
TRA LE RIGHE persone rispondono in modo diverso a intervistatori di-
Colloquio rivelatore versi; ad esempio forniscono meno informazioni a una
Nella Seconda guerra mondiale le reclute americane
persona algida rispetto a un esaminatore cordiale e capa-
venivano sottoposte a un rapido colloquio e a qualche ce di empatia (Quas et al., 2007). Anche in questo caso,
test per stabilire se erano adatte al servizio militare. razza, sesso, età e aspetto dell’intervistatore possono in-
Quando al famoso (e spiritoso) pianista Oscar Levant fluenzare le risposte del soggetto (Springman et al.,
fu chiesto se si ritenesse capace di uccidere, si dice che 2006).
dopo una breve pausa di riflessione avesse risposto: Poiché intervistatori diversi possono ottenere risposte
«Non ne sono sicuro se si tratta di estranei, ma nel ca- diverse e trarre conclusioni diverse, anche ponendo le
so di amici e parenti, decisamente sì» (Bahrick, 1996). stesse domande alla stessa persona, alcuni ricercatori ri-
tengono che il colloquio non sia uno strumento valido di
Sebbene i colloqui clinici siano per lo più costituiti valutazione clinica. Come vedremo, tuttavia, anche gli
sia da parti non strutturate che strutturate, sono molti i altri due tipi di metodica di valutazione clinica presenta-
professionisti che prediligono un tipo rispetto all’altro. I no dei limiti notevoli.
colloqui non strutturati in genere sono preferiti dagli psi-
cologi comportamentali e cognitivi, per i quali è neces-
sario identificare comportamenti, atteggiamenti o pro- 3.2
cessi cognitivi che possono essere alla base di un com- TEST CLINICI
portamento anormale (Hersen, 2004).
I test sono strumenti per la raccolta di informazioni su
Esame dello stato mentale: batteria di domande e di alcuni aspetti del funzionamento psicologico di una per-
osservazioni all’interno di un colloquio tese a rivelare il sona, dai quali è possibile desumere informazioni più
grado e la natura del funzionamento anormale di una generali su quella persona (Gregory, 2004). Da un punto
persona. di vista superficiale può sembrare facile mettere a punto
Test: sistema di raccolta di informazioni su alcuni un test efficace. Riviste e siti web presentano ogni mese
aspetti del funzionamento psicologico di una persona, nuovi test intesi a farci conoscere meglio la nostra perso-
dalle quali è possibile inferire altre informazioni riguar- nalità oltre che le relazioni, la vita sessuale, la reazione
do a essa. allo stress o la capacità di riuscita nella vita. Essi posso-
Test proiettivo: test costituito da materiale ambiguo, no sembrare convincenti, ma mancano per lo più di affi-
soggetto all’interpretazione e alla risposta della perso- dabilità, validità e standardizzazione, ossia non danno
na. informazioni coerenti e precise e neppure svelano come
ci collochiamo rispetto agli altri.
sere alla base di un funzionamento anormale (Tuber et le si affermarono tra i test proiettivi più ampiamente usa-
al., 2008; Hojnoski et al., 2006). I test proiettivi più dif- ti nel XX secolo.
fusi sono il test di Rorschach, il Test di appercezione Gli psicologi somministrano il «Rorschach», come
tematica, i test di completamento delle frasi e i test basa- viene comunemente chiamato, presentando una tavola
ti sui disegni. alla volta e chiedendo ai soggetti cosa vedono, a cosa
assomigliano le macchie d’inchiostro o cosa viene loro
Test di Rorschach in mente guardandole. Negli anni immediatamente suc-
Nel 1911 Hermann Rorschach, psichiatra svizzero, con- cessivi alla sua diffusione, gli esaminatori che sommini-
dusse una serie di esperimenti usando delle macchie di stravano il test prestavano particolare attenzione ai temi
inchiostro nella sua attività clinica. Produsse migliaia di e alle immagini riportati alla mente dalle macchie (Wei-
macchie lasciando cadere gocce d’inchiostro su fogli di ner, Greene, 2008). Oggi si osserva anche il tipo di rea-
carta e poi ripiegandoli in due per creare immagini sim- zione: l’immagine viene vista come un unicum o nei
metriche, ma del tutto casuali, come quella illustrata nella dettagli specifici? Il soggetto si concentra sulle macchie
Figura 3.1. Rorschach verificò che tutti vedevano imma- nere o sugli spazi bianchi tra di esse?
gini nelle macchie e che tali immagini sembravano corri-
spondere in maniera significativa alla condizione psicolo- Test di appercezione tematica
gica dell’osservatore. Le persone con diagnosi di schizo- Il Test di appercezione tematica (TAT) è un test proietti-
frenia, ad esempio, tendevano a vedere immagini diverse vo figurativo (Tuber et al., 2008; Morgan, Murray,
da quelle descritte da chi era affetto da depressione. 1935). Ai soggetti sottoposti al test vengono mostrate 30
tavole costituite da disegni e fotografie (più una bianca)
TRA LE RIGHE e viene loro chiesto di elaborare un racconto drammatico
Incredibile ma vero su ciascuna tavola. Essi devono raccontare cosa sta acca-
Per una strana coincidenza, i compagni di scuola di dendo nell’immagine, cosa ha condotto a quella situa-
Hermann Rorschach gli avevano dato il soprannome zione, ciò che provano e pensano i personaggi e quale
Klex, una storpiatura del termine tedesco Klecks, ossia sarà l’epilogo.
«macchia d’inchiostro» (Schwartz, 1993). I clinici che utilizzano il TAT ritengono che ci si
identifichi sempre con uno dei personaggi di ciascuna
Rorschach selezionò in particolare dieci immagini tavola. Si ritiene altresì che i racconti elaborati riflettano
che pubblicò nel 1921, corredandole di istruzioni per circostanze, bisogni ed emozioni propri degli individui.
l’uso nella valutazione clinica. Questa serie di dieci ta- Ad esempio, in questo racconto una paziente sembra ri-
vole fu chiamata Test psicodinamico delle macchie di velare i propri sentimenti riguardo all’immagine TAT
Rorschach. L’autore morì a distanza di otto mesi, a soli illustrata nella Figura 3.2, una delle poche che possono
37 anni, ma il suo lavoro fu ripreso da altri e le sue tavo- essere pubblicate nei libri di testo.
Figura 3.1 Macchie di inchiostro simili a quelle usate nel test di Rorschach. Cosa vedete?
Approfondimento
RORSCHACH
Le dieci tavole hanno un ordine di presentazione preciso e La localizzazione (o modalità di apprensione o modo di com-
precostituito; sono disposte rispetto a un asse centrale, con prensione) indica la parte della tavola che viene interpretata
un aspetto simmetrico. dal soggetto (ad esempio. il tutto, parti piccole, parti bianche
Alcune sono più compatte e danno un’idea di unitarietà, ecc.).
altre presentano una configurazione bilaterale maggiormen- La determinante è il cuore valutativo del test poiché rappre-
te marcata (II, III e VII). senta il fattore determinante che ha fatto sì che fosse data
Alcune sono monocromatiche, compare solo il colore grigio- quella risposta (ad esempio la forma, il colore, il movimento
nero (I, IV, V, VI, VII); altre sono bicromatiche, compare anche ecc.).
il colore rosso (II, III); le ultime tre sono policromatiche, cioè In particolare rappresentano i due diversi modi di funziona-
caratterizzate dalla presenza di più colori (VIII, IX, X). mento mentale: la percezione sensoriale dei fattori presenti
Ogni singola tavola permette un certo tipo di inferenza; tut- nello stimolo (ad esempio la forma o il colore) oppure l’ap-
te hanno un potere evocatorio o un carattere connotativo porto proiettivo del soggetto (ad esempio il movimento).
specifico, cioè possono rimandare a costellazioni psicologi- Il contenuto. Esistono diverse categorie di contenuto in cui
che specifiche. sono raggruppate le risposte (ad esempio le risposte umane,
La presentazione delle tavole evocherà delle risposte e la animali, anatomiche, geografiche, sessuali, sangue, archi-
produzione di immagini (engrammi). tettura ecc.).
Ogni risposta Rorschach dovrà quindi essere classificata e La banalità della risposta. Viene considerata banale una ri-
ordinata essenzialmente attraverso quattro elementi, di cui sposta data con un’alta frequenza in una popolazione nor-
tre fondamentali e uno accessorio: male.
Si ricorda che il Rorschach è un test che può essere letto
a. Localizzazione attraverso diversi metodi di lettura (Scuola Europea, tra cui
b. Determinante la Scuola Francese; il Comprehensive System di Exner ecc.)
c. Contenuto e attraverso diversi approcci teorici (empirico-normativo, di
d. Banalità del contenuto (accessorio) Tipo Psicoanalitico ecc.).
Figura 3.2 Questo è un disegno come quelli usati per il TAT. Test basati sul disegno
Partendo dal presupposto che i test grafici, essendo di
natura proiettiva e di orientamento prevalentemente idio-
grafico, rappresentano «una via di accesso privilegiata
alla conoscenza dell’inconscio» (Widlocher, 1965, p.
118) e − proprio per questi motivi − un prezioso strumen-
to di indagine sulla personalità di un soggetto, gli psico-
logi chiedono spesso ai pazienti di produrre un disegno e
successivamente di commentarlo. La richiesta che solita-
mente viene fatta ai pazienti è di disegnare delle figure
umane, una famiglia, un albero, oppure ancora una casa.
La valutazione di questi disegni si basa su un’analisi
di livello grafico (come ad esempio la pressione del trat-
to sul foglio, le cancellature, gli annerimenti o le om-
breggiature), di livello formale (quali ad esempio il tem-
po di esecuzione, la collocazione del disegno sul foglio,
le dimensioni degli elementi raffigurati), di livello con-
tenutistico (dimensione che prende in considerazione
l’analisi sia dei dettagli che compongono il disegno sia
del significato simbolico che essi veicolano, come pure i
commenti che l’autore verbalizza mentre esegue la rap-
presentazione grafica) (Castellazzi, 2010).
Sebbene i test grafici si siano rivelati strumenti utili
per acquisire informazioni sul mondo affettivo e cogniti-
vo sia di adulti che di bambini, è pur vero che i disegni Nei seguenti box si riportano i test grafici più utiliz-
vengono più comunemente impiegati per valutare il fun- zati.
zionamento psichico in età evolutiva.
Approfondimento
Approfondimento
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IL DISEGNO DELL’ALBERO
Il te