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A.C. 1913
N. 24 depositati
(+ 1 PRESENTATO DALLA LEGA-segnalato nel file)
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 2
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 2
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 2
“Il comandante della nave è tenuto ad osservare la normativa internazionale e, salvo che si
tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, i divieti e le
limitazioni eventualmente disposti ai sensi dell’articolo 11 ,comma 1- ter.”
RATIO: Il primo periodo del comma 1 afferma che «salvo che si tratti di naviglio militare o di
navi in servizio governativo non commerciale il comandante della nave è tenuto ad
osservare la normativa internazionale e i divieti e le limitazioni eventualmente disposti ai
sensi dell'articolo 11, comma 1-ter» del decreto legislativo n. 286 del 1998, introdotto
dall'articolo 1; dal tenore letterale della disposizione, sembrerebbe potersi evincere che il
naviglio militare e le navi in servizio governativo non commerciale non siano tenute ad
osservare la normativa internazionale, mentre appare evidente la volontà di ribadire – in
modo peraltro non necessario – l'esclusione di tali tipologie di navi dall'applicazione
dell'articolo 11, comma 1-ter (l'esclusione è infatti già affermata all'articolo 1); SI PROPONE,
QUINDI, una riformulazione della disposizione al fine di evitare equivoci.
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 2
“Salve le sanzioni penali, quando il fatto costituisce reato, in caso di violazione del divieto di
ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane, notificato al comandante, si applica a
questo la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro
50.000.
RATIO: il secondo periodo della norma in oggetto, prevede che «in caso di violazione del
divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane, notificato al comandante e,
ove possibile, all'armatore e al proprietario della nave, si applica a ciascuno di essi, salve le
sanzioni penali, quando il fatto costituisce reato, la sanzione amministrativa del pagamento
di una somma da euro 10.000 a euro 50.000»; dal tenore letterale della disposizione
sembrerebbe potersi evincere che la sanzione si applichi all'armatore e al proprietario anche
nel caso in cui non sia risultato possibile notificare la violazione del divieto a tali soggetti, il
che risulta però in contraddizione con il principio generale di cui all'articolo 3 della legge n.
689 del 1981 in materia di sanzioni amministrative; in base a tale principio, infatti, perché
l'armatore e il proprietario siano responsabili dell'illecito occorre che abbiano commesso
l'omissione in modo cosciente e volontario, e che quindi la notifica del divieto sia stata
effettuata; in proposito la stessa relazione illustrativa precisa che l'inciso «ove possibile»
non deroga al principio generale della necessaria pre-conoscenza del presupposto della
violazione; anche in questo caso appare però opportuno riformulare la disposizione in
termini maggiormente coerenti con quanto sopra esposto.
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 2
“Art. 2 - bis.
(Modifiche all’articolo 12 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286)
a) al comma 8:
b) al comma 8-bis è aggiunto in fine il seguente periodo: “ E’ fatta salva la possibilità, per
fini di interesse generale o per finalità sociali o culturali, di valutare eventuali istanze di
affidamento tardive.”;
c) al comma 8-quinquies:
1) al primo periodo, dopo la parola: “assegnati”, sono aggiunte le seguenti: “in via prioritaria”
e, dopo le parole: “o trasferiti all’ente” sono aggiunte le seguenti: “o ad associazioni e
fondazioni”;
2) è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “I soggetti richiedenti di cui al presente comma
provvedono, con oneri a proprio carico, allo smaltimento, al momento della cessazione
dell'esigenza che ha giustificato la richiesta, delle imbarcazioni assegnate o trasferite,
dandone tempestiva comunicazione all’autorità giudiziaria procedente”.”
RELAZIONE: Negli ultimi mesi il numero degli sbarchi è sceso a poco più di 23mila. Sono
diminuiti soprattutto i grandi barconi mentre aumentano gli sbarchi autonomi, cioè quelle
piccole imbarcazioni che partono dalle coste del nord-africa e arrivano con maggiore facilità
su quelle italiane, con il loro carico di disperati. Il fenomeno dell'immigrazione clandestina è
stato normato dal legislatore attraverso il D.lgs. 25 Luglio 1998, n. 286, il quale ha avuto
cura di definire anche ulteriori aspetti del fenomeno, tra questi in particolare il destino dei
mezzi di trasporto utilizzati per l'arrivo dei clandestini sulle coste italiane. La disciplina del
fenomeno è contenuta in primo luogo all'art. 12 del D.lgs. 286/1998 ora citato, più nello
specifico dai commi che vanno da 8 a 8-quinquies, e che, salvo rari casi, ne prevede la
distruzione.
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Nel corso degli anni detta legge ha necessitato tuttavia di ulteriori precisazioni operative,
esigenza emersa all'interno degli organi politici e nel dibattito inter-istituzionale, per garantire
una migliore e completa applicazione della procedura ivi contemplata.
L’istanza di riforma muove principalmente da una serie di criticità che affliggono il sistema
attualmente in vigore. In particolare le disposizioni legislative vigenti prevedono un limitato
ventaglio di scopi ai quali tali imbarcazioni possono essere destinate, quali quelli di giustizia,
di protezione civile o di tutela ambientale. Ma la criticità maggiore risiede in particolare nei
soggetti che possono ottenere l'affidamento provvisorio e l'assegnazione definitiva, questi a
un’interpretazione letterale rigorosa risultano infatti essere esclusivamente organi dello
Stato o altri enti pubblici (commi 8 e 8-quinquies D.lgs. 286/1998). Le suddette criticità si
ripercuotono su due interessi pubblici di primaria importanza: la tutela dell'ambiente e la
tutela della finanza pubblica. Infatti il lungo iter sopra descritto, che può concludersi con
l'affidamento in demolizione a una ditta privata, non sembra riuscire a tutelare la costa o il
tratto di mare in cui l'imbarcazione galleggia, come testimoniato dall'accumularsi di relitti di
imbarcazioni in diversi porti italiani (es. Genova e Lampedusa). Sotto altro aspetto le finalità
di risparmio di spesa, contenute nella stessa circolare del 2003, sopra citata, per cui l'attività
di demolizione dovrebbe mirare all'obbiettivo del costo zero, risultano frustrate. Sovente
infatti tale economicità non è soddisfatta dati i costi di mantenimento del mezzo, trasporto e
smaltimento quale rifiuto pericoloso. Costi che, viceversa, nella presente proposta di legge
sarebbero esclusivamente a carico dei soggetti richiedenti.
In quest'ottica sembra muoversi l'Ordinanza n. 3969 del 31 Ottobre 2011, "Disposizioni
Urgenti di protezione civile", della Presidenza del consiglio dei Ministri (emessa a seguito
della dichiarazione dello stato di emergenza umanitaria nel territorio del Nord
Africa). Tuttavia tale ordinanza, rivestendo i caratteri dell’emergenzialità, è stata applicata
solo in quella circostanza specifica e in un numero di casi infinitesimale. Inoltre gli
affidamenti alle associazioni no profit, che si riscontrano sulla base dell'ordinanza citata,
sembrano per altro avvenuti a titolo provvisorio (es. caso del Galata Museo del Mare di
Genova, è riuscito a ottenere due imbarcazioni).
Tutto quanto considerato, sembra auspicabile una riforma normativa che preveda in via
generalizzata la possibilità di affidamento a enti del terzo settore, che non abbiano finalità
lucrative, che ne facciano richiesta. Dell'adempimento dovrebbe essere gravata la stessa
Prefettura non snaturando così l'iter istituzionale attualmente previsto dalla normativa, e
consolidatosi nella prassi, provvedendo comunque all’eliminazione del vigente vincolo di
destinazione, che permette l'affidamento e il successivo trasferimento solo a enti pubblici.
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 2
Saitta, Dori, Piera Aiello, Ascari, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D’Orso,
Giuliano, Palmisano, Perantoni, Salafia, Sarti, Scutellà
Ratio: Modifica quanto gli oneri di custodia delle imbarcazioni sottoposte a sequestro
cautelare: all’armatore e al proprietario della nave
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 2
Aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«2-bis. Il comma 8-quinquies dell'articolo 12 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, è
sostituito dal seguente:
«8-quinquies. I beni acquisiti dallo Stato a seguito di provvedimento definitivo di confisca
sono, a richiesta, assegnati all'amministrazione o trasferiti all'ente che ne abbiano avuto
l'uso ai sensi del comma 8, nonché alle associazioni o fondazioni per finalità didattiche o di
utilità sociale. Nel caso di provvedimento di confisca definitivo nei confronti di associazioni
o fondazioni, non è ammesso l'assegnazione o il trasferimento del bene ad altri enti operanti
nel medesimo settore di quello a cui la confisca è stata effettuata. I beni, inclusi i mezzi di
trasporto, non assegnati o trasferiti per le finalità di cui al comma 8, sono destinati alla
vendita, anche per parti separate. Le somme ricavate dalla vendita affluiscono ad apposito
capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato per essere assegnate, sulla base di specifiche
richieste, ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'interno, rubrica
"Sicurezza pubblica". Decorsi due anni dal primo tentativo di vendita i beni non alienati sono
distrutti. Si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni vigenti in materia di gestione e
destinazione dei beni confiscati. Ai fini della determinazione dell'eventuale indennità, si
applica il comma 5 dell'articolo 301-bis del citato testo unico di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, e successive modificazioni.
2-ter. Le associazioni o le fondazioni destinatarie della concessione di cui al comma 8-
quinquies dell'articolo 12 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 provvedono, con oneri
a proprio carico, allo smaltimento, al momento della cessazione dell'uso delle imbarcazioni
assegnate, dandone tempestiva comunicazione al Prefetto interessato.
2-quater. All'attuazione dei commi 2-bis e 2-ter si provvede con le risorse umane, strumentali
e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza
pubblica».
Conseguentemente, sostituire la rubrica con la seguente:
"(Inottemperanza a limitazioni o divieti in materia di ordine, sicurezza pubblica e
immigrazione, nonché disposizioni sulla destinazione di beni confiscati)"
Saitta, Dori, Piera Aiello, Ascari, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D’Orso,
Giuliano, Palmisano, Perantoni, Salafia, Sarti, Scutellà
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 4
Nota: il presente emendamento è volto a potenziare le forze di polizia delle Frontiere al fine
di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nei territori dove il numero di arrivi degli immigrati
aumenta anche a causa di condizioni metereologiche particolarmente favorevoli.
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 5
Sostituire il comma 1 con il seguente:
“1. Al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno
1931, n. 773, all’articolo 109, comma 3, dopo le parole “mezzi informatici e telematici” sono
inserite le seguenti: “,prevedendo un potenziamento tecnologicamente innovativo del
portale dedicato “Alloggiatiweb” della Polizia di Stato per l’inserimento dei dati degli
alloggiati, nonché la possibilità di accesso al sito in modalità mobile con smartphone, la
realizzazione di un applicazione dedicata e la possibilità di inviare foto dei documenti,”;
Ratio: Visto l'evolversi della società e del turismo, data la possibilità di pernotti anche solo
di ore che un tempo erano una rarità, si chiede ai gestori di strutture ricettive e simili di
inviare i dati in tempi sempre più rapidi.
A tal fine, considerato che la necessità di velocizzare le pratiche è possibile se si
permette al gestore di usare i mezzi a sua disposizione come ad esempio l'uso di
smartphone, si richiede una specifica maggiore in termini evolutivi dei termini informatici e
telematici, prevedendo la possibilità di collegarsi anche con gli smartphone al portale o
prevedendo la realizzazione di app apposite. Ma anche la possibilità di fotografare e inviare
la carta d'identità degli alloggiati al portale web senza dover trascrivere tutti i dati. Si ritiene
infatti doveroso coniugare l'interesse della sicurezza statale con l'evoluzione dei sistemi con
cui tale dichiarazione va effettuata, onde non diventare un peso per i gestori, specie quelli
occasionali.
In questa ottica si inserisce anche la seconda modifica proposta. Non tutte le zone
d'Italia hanno una buona connessione della rete internet; dunque per evitare di mettere in
difficoltà i gestori che, in caso di malfunzionamento della rete internet, non possano
accedere direttamente agli uffici della Questura territorialmente competente a causa della
loro chiusura, è opportuno prevedere una dilazione delle tempistiche per gli ospiti che
alloggiano una sola notte.
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 5
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 5
Al comma 1, apportare le seguenti modificazioni:
a) sostituire le parole “e con immediatezza”, con le seguenti parole:
“e comunque entro le sei ore dall’arrivo del cliente”;
b) dopo il comma 1, aggiungere il seguente comma:
“1-bis. Le disposizioni di cui al presente articolo entrano in vigore tre mesi dopo la
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto con il quale il Ministro dell’Interno integrerà
le modalità di comunicazione dei dati degli alloggiati con mezzi informatici o telematici al
fine di consentire l’interfacciamento diretto con i sistemi gestionali delle strutture ricettive.”
Dori, Piera Aiello, Ascari, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D’Orso,
Giuliano, Palmisano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà
Ratio. Modifica quanto alla tempistica per la comunicazione, da parte di albergatori, alle
questure sui soggiornanti
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 6
«1) il secondo comma è sostituito dal seguente: Nei casi di cui al primo periodo del comma
precedente, il contravventore è punito con l'arresto da uno a due anni o con l'ammenda da
1000 a 2000 euro.»
Dori, Piera Aiello, Ascari, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D’Orso,
Giuliano, Palmisano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà
Ratio: In conseguenza della novella vengono splittate le condotte di chi utilizza un casco in
luogo pubblico o aperto al pubblico e di chi lo utilizza durante le manifestazioni.
L'emendamento rende oblabili le condotte connotate da minore offensività, ovvero di chi
indossa il casco in luogo pubblico o aperto al pubblico.
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 6
Dori, Piera Aiello, Ascari, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D’Orso,
Giuliano, Palmisano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà
Ratio. Eliminiamo per l’integrazione della fattispecie di cui all’art. 5 bis L. 152/75 il riferimento
al concreto pericolo per l’integrità delle cose, lasciano solo quello relativo al pericolo
concreto per l’incolumità delle persone
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A.C. 1913 – Emendamento
ART. 7
Al comma 1, alla lettera a) premettere la seguente:
0a) all'articolo 61, dopo il numero 11-sexies) è aggiunto il seguente:
«11-septies) l'avere commesso il fatto con violenza o minaccia in danno degli esercenti le
professioni sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni»
Macina, Dori
Ratio: l’emendamento riprende l’articolo 2 del cosiddetto “ddl Grillo” per la tutela della
sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. Il ddl, fermo da quasi un anno, è in
discussione al Senato in commissione Sanità.
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 7
D'Ambrosio, Macina, Alaimo, Baldino, Berti, Bilotti, Brescia, Cattoi, Corneli, Dadone, Dieni,
Donno, Forciniti, Galantino, L’Abbate, De Lorenzis, Parisse, F.Silvestri,, Suriano, E. Tripodi,
Alemanno, Angiola, Aprile, Aresta, Cassese, De Giorgi, Di Stasio, Ermellino, Faro, Galizia,
Giuliano, Lattanzio, Lovecchio, Menga, Masi, Menga, Nitti, Ruggiero, Scagliusi,
Tasso,Troiano, Vianello
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 7
«Art. 7-bis
1. Il comma 4 dell'articolo 35-quater del decreto legge 4 ottobre 2018, n. 113 è sostituito
dai seguenti:
«4. Una quota pari al 14 per cento delle risorse del fondo di cui al comma 1, è destinata ai
primi cento comuni per numero di presenze nelle strutture ricettive in base ai dati ISTAT
dell'anno precedente a quello di imputazione delle risorse che abbiano ubicazione nel centro
urbano o una o più frazioni sulla costa, che non siano capoluoghi di provincia e che non
abbiano usufruito di contributi per iniziative analoghe promosse dal Ministero dell'interno.
4-bis. Fatto salvo quanto previsto al comma 4, le modalità di presentazione delle richieste
da parte dei comuni interessati nonché i criteri di ripartizione delle risorse del fondo di cui al
comma 1 sono individuate con decreto del Ministro dell'interno, da adottare di concerto con
il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie
locali.»
2. Il decreto di cui al comma 4-bis dell'articolo 35 quater del decreto legge 4 ottobre 2018,
n. 113 è adottato entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di
conversione del presente decreto.»
Dori, Piera Aiello, Ascari, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D’Orso,
Giuliano, Palmisano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà
Ratio: Fondo per il potenziamento della sicurezza urbana da parte dei comuni. Modifica
quanto alla distribuzione delle risorse
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 8
All’articolo 8, premettere il seguente:
“Articolo 08.
1. I comandanti e i dirigenti dei corpi di polizia locale degli enti con una popolazione
superiore a 1.000 abitanti devono essere in possesso di un attestato di formazione
presso la Scuola superiore di polizia.
2. Presso il ministero dell’interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza, è istituito
l'Albo nazionale dei comandanti delle polizie locali. Con decreto del Ministro
dell'interno è adottato, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, un regolamento nella quale sono stabiliti i requisiti personali e professionali
nonché i criteri e le modalità di accesso e permanenza nell’Albo.
Cattoi, Galizia, Macina, Alaimo, Baldino, Bilotti, Berti, Brescia, Corneli, Dadone, D'Ambrosio,
Dieni, Forciniti, Parisse, Silvestri Francesco, Suriano, Tripodi Elisa, Dori, Piera Aiello,
Ascari, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D’Orso, Giuliano, Palmisano,
Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Iezzi, De Angelis Sara, Giglio Vigna, Invernizzi,
Maturi, Stefani, Tonelli, Vinci, Bisa, Boniardi, Cantalamessa, Di Muro, Marchetti, Paolini,
Potenti, Tateo
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 10
Dopo l’articolo 10, aggiungere il seguente articolo:
«Art. 10-bis (Patti Educativi Territoriali)
1. Al fine di definire azioni ed iniziative volte a contrastare il degrado, la violenza nonché
fenomeni di criminalità minorile nelle aree geografiche caratterizzate da maggiore povertà
educativa e dispersione scolastica, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge,
è istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, un tavolo di lavoro
permanente per la redazione di Patti Sociali Educativi Territoriali volti ad amplificare e
potenziare le attività dei presidi culturali ed educativi presenti sui territori, attraverso la
creazione di una rete di soggetti, coordinata dal competente servizio sociale territoriale, che
supporta gli istituti scolastici con la creazione di attività extrascolastiche.
2. il Tavolo di cui al comma 1 è composto da rappresentanti del Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del
Ministero dei Beni e delle attività culturali e rappresentanti degli operatori del terzo settore
direttamente coinvolti nei percorsi educativi e culturali presenti nelle aree geografiche
individuate.
3. Per attuare le iniziative previste dai Patti Sociali Educativi Territoriali, è avviato un piano
di assunzioni straordinario di 1000 assistenti sociali, in deroga ai divieti ed ai vincoli di
contenimento della spesa di personale previsti dalla legislazione vigente.
4.Al fine di attuare un efficace contrasto alla dispersione scolastica, considerata causa
significativa del degrado e della cultura della illegalità, della marginalità sociale nonché
capace di incentivare la criminalità minorile, è predisposta l’attivazione di un processo di
monitoraggio degli studenti relativo alla frequenza scolastica, ai fattori di rischio di devianza
ed alle condizioni economiche e sociali delle famiglie di origine, svolto da parte dei
responsabili dei singoli istituti scolastici di ogni ordine e grado, con il supporto degli
Osservatori locali della dispersione scolastica. Tale Monitoraggio è svolto dal momento
dell’iscrizione alla fine dell’anno scolastico ed è finalizzato ad individuare i minori da
coinvolgere nei servizi offerti dal Patti Sociali Educativi Territoriali, nonché ad offrire adeguati
aiuti alle famiglie dei minori a rischio. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente
comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
5.Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, entro il 30 marzo di ogni anno, presenta
una relazione annuale al Parlamento contenente i dati relativi alle iniziative adottate grazie
ai Patti Sociali Educativi, al monitoraggio degli studenti, di cui al comma 4 ed alle politiche
nazionali in vigore volte a contrastare il degrado, la violenza nonché fenomeni di criminalità
minorile. I dati raccolti sono utilizzati per realizzare ricerche di natura qualitativa e
quantitativa per l’analisi del fenomeno dei comportamenti criminali dei minori e della
dispersione scolastica, nonché per migliorare l’efficacia delle politiche sociali esistenti e per
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valutare e ridefinire le iniziative adottate a seguito della sottoscrizione dei Patti Sociali
Educativi.
6. Le scuole di ogni ordine e grado, in coerenza con i Patti Sociali Educativi Territoriali
sottoscritti e gli obiettivi generali del processo formativo di ciascun ciclo, nonché nel rispetto
dell’autonomia scolastica, possono prevedere la costituzione di specifiche equipe territoriali
formate da ricercatori, docenti, assistenti sociali, operatori di comunità per minori, sociologi,
pedagogisti ed educatori al fine di progettare ed adottare percorsi di educazione attiva e
modelli educativi innovativi utili rivolti a tutti gli studenti e alle loro famiglie.
7.Gli istituti scolastici di ogni ordine e grado possono dotarsi di un sistema di
videosorveglianza installato all’interno ed all’esterno delle proprie sedi, costituito da
telecamere a circuito chiuso con immagini criptate, al fine di garantire una maggiore
sicurezza degli istituti scolastici. Le registrazioni del sistema di videosorveglianza possono
essere visionate esclusivamente dalle Forze di polizia soltanto a seguito di denuncia di reato
presentata alla competente autorità.
8. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, si provvede a valere sulle risorse
del Fondo istituito dall’articolo 5-septies, comma 1 della legge 14 giugno 2019, n. 55.».
Gallo Luigi, Nesci Dalila, Grippa Carmela, Barbuto Elisabetta Maria, Sarli Doriana, Macina,
Dori
Ratio: Si propongono Patti Educativi Territoriali per il contrasto del degrado, violenze,
criminalità minorile nelle zone con maggior povertà educativa e dispersione scolastica
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 11
Ratio: L’ipotesi emendativa è volta ad estendere le ipotesi di permessi per soggiorni di breve
durata anche ai casi di soggiorno per motivi di ricerca scientifica.
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A.C. 1913 – Emendamento (M5S+LEGA-DEPOSITA LEGA)
Art. 11
Dopo l’articolo 11, aggiungere il seguente articolo:
«ART. 11 bis
(Modifiche al decreto legge 4 ottobre 2018 n.113 convertito con modificazioni dalla legge
1°dicembre 2018, n.132)
1. All’articolo 29 bis, al comma 1, lettera a), punto 1), del decreto legge 4 ottobre 2018
n.113 convertito con modificazioni dalla legge 1°dicembre 2018, n.132 sono
apportate le seguenti modificazioni:
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LEGA +SCAGLIUSI, DE CARLO, LOVECCHIO, MACINA, DORI
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l’immatricolazione e la regolamentazione dei veicoli nel Paese elvetico, compresi gli
aspetti assicurativi. Peraltro, merita evidenziare che la deroga prevista per i cittadini
campionesi replica quella speculare contenuta nell’art. 132 dello stesso codice della
strada, dedicato alla circolazione dei veicoli immatricolati negli Stati esteri;
b) i veicoli destinati al trasporto internazionale di persone o di merci su strada, ad
esclusione dei trasporti di cabotaggio. A tal proposito, l’apposizione della stessa
regola di default vale a richiamare espressamente l’operatività degli atti unionali e
delle pattuizioni internazionali che concorrono a fissare la disciplina del trasporto
internazionale stradale, come pure a salvaguardare i diritti e gli interessi dei numerosi
operatori, economici e non, che dispiegano la loro attività con carattere di
transnazionalità;
c) i residenti in Italia da più di 60 giorni che conducono veicoli di interesse storico o
collezionistico e veicoli d’epoca immatricolati all’estero, limitatamente allo
svolgimento di manifestazioni autorizzate, nonché i residenti in Italia da più di 60
giorni che conducono veicoli immatricolati all’estero impegnati in competizioni
sportive su strada autorizzate ai sensi dell’art. 9, limitatamente alla durata delle
competizioni stesse e delle relative tappe di trasferimento. In entrambe le ipotesi (lett.
c) e d) della presente proposta normativa), la deroga è giustificata dalla specialità e
dalla occasionalità delle competizioni e delle gare in questione, alcune delle quali di
notevole prestigio, risalente tradizione e ampia risonanza, cui partecipano numerose
autovetture immatricolate in diversi Paesi stranieri che non potrebbero, in base alla
normativa vigente, essere condotte da persone residenti in Italia da più di 60 giorni;
d) i residenti in Italia che conducono veicoli immatricolati all’estero impegnati in
competizioni sportive su strada autorizzate ai sensi dell’art. 9, limitatamente alla
durata delle competizioni stesse e delle relative tappe di trasferimento;
e) il personale civile e militare dipendente da pubbliche amministrazioni in servizio
all’estero, di cui all’articolo 1, comma 9, lettere a) e b), della legge 27 ottobre 1988,
n. 470, nonché al personale delle Forze armate e di polizia in servizio all’estero
presso organismi internazionali o Comandi nato. La deroga persegue la finalità di
evitare disparità di trattamento nei confronti di categorie di cittadini che non possono
iscriversi all’Anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero (AIRE) sulla base di
specifiche previsioni normative;
f) il personale degli organismi internazionali accreditato in Italia che presta servizio e
conduce sul territorio nazionale veicoli immatricolati all’estero. Tale deroga, non
dissimilmente da quanto dianzi esposto, mira a raccordare la normativa “stradale” e
quella diplomatico-consolare, di modo da consentire agli agenti diplomatici residenti
in Italia e in servizio presso ambasciate o corpi diplomatici presenti sul territorio
nazionale la conduzione di veicoli privati muniti di targa diplomatica estera;
g) il personale, residente in Italia da più di 60 giorni e dipendente di imprese aventi sede
in Italia che, per brevi spostamenti strettamente legati allo svolgimento di prestazioni
lavorative, conduce veicoli immatricolati all’estero appartenenti o nella disponibilità di
clienti delle medesime imprese. Tale deroga vale a preservare la flessibilità operativa
e le potenzialità commerciali di numerose imprese, con particolare riguardo a quelle
del settore terziario e della filiera dell’industria automobilistica;
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h) le persone residenti all’estero che lavorano o collaborano in modo stagionale con
imprese aventi sede in Italia e che per tale motivo rientrerebbero, a dispetto del
carattere interinale dell’attività lavorativa svolta nel territorio italiano e del
mantenimento della residenza anagrafica all’estero, nel campo di applicazione della
nozione di residenza temporanea ovvero normale in Italia, con conseguente
applicazione (duplice rispetto a quella del Paese straniero di “formale” residenza)
della normativa interna in materia di immatricolazione e circolazione dei veicoli.
Tale deroga spiega principalmente i suoi effetti nell’ambito del settore agricolo, ove
sono numerose le imprese italiane che impiegano lavoratori residenti all’estero con
contratti “stagionali”.
Le disposizioni di cui alle citate lettere a) e b) sono di carattere ordinamentale e non
producono nuovi o maggiori aggravi finanziari per l’Erario, limitandosi a estendere
selettivamente il novero delle eccezioni già previste a legislazione vigente, in
considerazione di significative e specifiche situazioni e in attuazione dei vincoli
derivanti dall’ordinamento unionale e dagli obblighi internazionali.
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 12
Dopo l’articolo 12, inserire il seguente:
Art.12
Dopo l’articolo 12 è inserito il seguente:
“Art. 12-bis
(Alimentazione del Fondo unico di amministrazione per il personale contrattualizzato non
dirigenziale dell’Amministrazione civile dell’interno)
Macina, Alaimo, Baldino, Bilotti, Berti, Brescia, Cattoi Maurizio, Corneli, Dadone,
D'Ambrosio, Dieni, Forciniti, Parisse, Silvestri Francesco, Suriano, Tripodi Elisa, , Dori, Piera
Aiello, Ascari, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D’Orso, Giuliano,
Palmisano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Iezzi, De Angelis Sara, Giglio Vigna,
Invernizzi, Maturi, Stefani, Tonelli, Vinci, Bisa, Boniardi, Cantalamessa, Di Muro,
Marchetti, Paolini, Potenti, Tateo
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 12
Dopo l’articolo 12, inserire il seguente:
“ Art. 12 -bis
(Inserimento di nuove attività nella lista di cui all’articolo 1, comma 53, della Legge 6
novembre 2012, n. 190
All’articolo 1, comma 53, della Legge 6 novembre 2012, n. 190, dopo la lettera i), sono
aggiunte le seguenti lettere:
“i-bis) servizi funerari e cimiteriali;
i-ter) ristorazione, gestione mense e catering;
i-quater) servizi ambientali.”
ANDREA CASO, DAVIDE AIELLO, PIERA AIELLO, SALAFIA, BALDINO, MIGLIORINO, ASCARI,
NESCI, MACINA, DORI
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 12
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 12
“ART. 12-BIS
(Tavolo Polizia Locale)
1. Al fine di rafforzare l’efficacia dell’azione della polizia locale in materia di sicurezza urbana, nelle
more della riforma della legge 7 marzo 1986 n.65, è istituito presso il Ministero dell’Interno un tavolo
tecnico-politico per la redazione di linee guida finalizzate a un percorso di revisione organica della
disciplina relativa al personale della polizia locale, individuando gli orientamenti generali per la
formazione e l’aggiornamento professionale del personale iniziale e in servizio, garantendo il
riconoscimento per il personale della polizia locale dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi
e pesanti e di speciali elargizioni per le vittime del dovere e per i loro familiari e l’istituzione di una
specifica classe di rischio adeguata ai compiti svolti ed equivalente al trattamento previsto per gli
appartenenti alle Forze di polizia dello Stato.
2. Al tavolo partecipano i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni della Polizia Locale. Il
tavolo è istituito con decreto del Ministro dell’Interno entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore
della legge di conversione del presente decreto.
MACINA, DORI
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A.C. 1913 – Emendamento
Art. 13
Al comma 1, lett. a), n. 5), cpv. comma 8-bis, dopo le parole “operoso, quali”, aggiungere le
seguenti:
“lo svolgimento di attività socialmente utili,”.
LATTANZIO, DORI, MACINA
Ratio: nell’ambito del ravvedimento operoso quanto alle previsioni del violenza stadi, si
inserisce nell’elenco già previsto per legge, anche lo svolgimento di attività socialmente utili
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