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Specie protette dalla Direttiva Uccelli Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli

BASETTINO NOME SCIENTIFICO: Panurus biarmicus

Ordine: Passeriformes Famiglia: Timaliidae

L’areale di presenza del Basettino spazia dall’Europa all’Asia centrale. È la sottospecie nominale P. b. biarmicus ad
abitare larga parte del vecchio continente, mentre in Turchia meridionale si troverebbe la sottospecie kosswigi , oggi
probabilmente estinta. L’intera porzione orientale dell’areale è invece terreno d’azione della sottospecie russicus ,
segnalata in Europa centro-orientale, Russia, Turchia, fino alla Cina; ma anche in Italia, dove il russicus è stato avvistato
in ben 5 regioni (Lazio, Toscana, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia), per un totale di 16 segnalazioni.

Maschio e femmina presentano un piumaggio diversificato fin da giovani, quando la colorazione esterna del becco nei
maschi ricorda l’arancio vivo, mentre nelle femmine appare marrone o verde oliva. In entrambi i sessi, comunque, il
dorso è bruno-fulvo, e la coda molto lunga, caratteristica quest’ultima peculiare della specie. Il maschio ha invece il capo
grigio-azzurro e due vistosi “baffi” neri, di cui la femmina è priva. Lungo 16 centimetri, di cui ben 8 occupati dalla coda,
l’individuo adulto pesa attorno ai 14 grammi.

Il Basettino è una specie insettivora in primavera e in estate. Infatti, durante questo periodo, si nutre di larve e pupe di
farfalle notturne, di chironomidi , coleotteri e piccoli ragni. Durante la stagione più fredda, grazie ad un mutamento
istologico dell’apparato digerente, l’alimentazione diventa granivora. Per le popolazioni centro-settentrionali, la
riproduzione inizia alla fine di marzo per concludersi ad agosto. Nel periodo che precede la deposizione delle uova i
maschi compiono, come rituale di corteggiamento, delle evoluzioni in volo che terminano con l’accoppiamento, che
avviene, generalmente, nel fitto del canneto. Subito la coppia inizia la costruzione del nido, posto tra le canne più fitte, a
un’altezza da terra di circa mezzo metro. Alla cova contribuiscono entrambi i genitori. Il numero delle uova deposte – di
colore bianco con fitte macchiettature marroni – varia da 4 a 6.

Non molto comune nel nostro Paese, il Basettino è diffuso soltanto nelle zone di canneto più conservate. La distribuzione
delle località di inanellamento restituisce un quadro piuttosto dettagliato sulla distribuzione della specie in Italia e
contribuisce, insieme ai dati di prima cattura, alla comprensione degli spostamenti talvolta anche importanti – e
verosimilmente a carattere irregolare – che compie questa specie, storicamente considerata stanziale.

Prospettive

Nell’ultimo ventennio il Basettino ha mostrato un drammatico decremento nel nostro Paese, pari, è stato stimato, anche al
90% degli “effettivi”. Sebbene le popolazioni della specie siano solite mostrare fluttuazioni anche notevoli, il decremento
della specie, accompagnato da locali estinzioni, sembra in Italia particolarmente sproporzionato sia rispetto all’incremento
che l’ha preceduto nel ventennio precedente, sia rispetto alle naturali fluttuazioni imputabili a fattori ambientali o
meteoclimatici.

Rispetto ad altre specie legate alle zone umide, il Basettino sembra risentire in modo particolare anche di alterazioni lievi
dell’habitat riproduttivo, causate soprattutto da pratiche di gestione del canneto non compatibili con le esigenze della
specie. Pur non essendo noti i fattori influenzanti l’esito della riproduzione, né le informazioni essenziali sui trend di
popolazione – il che rende impossibile la formulazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) – appare evidente
la dipendenza di questa specie dall’integrità dei canneti.

Occorre avviare indagini mirate su ecologia e biologia riproduttiva della specie e sulle principali dinamiche di
popolazione. Va infatti rilevato come – nonostante l’attuale situazione della specie risulti particolarmente allarmante –
una corretta gestione degli ambienti possa portare a ricolonizzazioni anche nel giro di pochi anni.

In termini conservazionistici, è molto importante sostenere, tramite opportune pratiche di gestione del canneto e altri
interventi mirati, le principali popolazioni note della specie, le cosiddette “meta-popolazioni”, cioè gruppi composti da più
nuclei occupanti un certo numero di zone umide relativamente vicine.

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Minacce

Non significativa a livello continentale, la popolazione italiana di Basettino rappresenta non più dell’1,4% del totale
“comunitario”. Il trend negativo registrato sembra imputabile, almeno a livello locale, alla perdita di habitat connessa alla
bruciatura dei canneti in periodo tardo-invernale (ad esempio in Umbria, nel Lago Trasimeno), alla variazione del livello
idrico, ma anche alla presenza massiccia della nutria, che provoca trasformazioni nell’estensione e nella struttura dei
canneti.

Da questo punto di vista, i dati a disposizione indicano come, dopo un fenomeno espansivo negli anni ’70 – esteso dalla
costa emiliano-romagnola al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia, dall’Umbria alla Lombardia e alla Puglia – si sia andati
incontro a un successivo declino, determinato dalle trasformazioni dell’habitat. Mutamenti che, come ricordato, hanno
portato alla totale estinzione della specie dal territorio siciliano.

Molto impattante sulla specie appare anche l’allagamento prolungato della lettiera delle canne durante l’inverno, in
particolare quando seguito da freddo intenso; queste condizioni determinano infatti elevatissima mortalità di individui. A
scala biogeografica, è stato ad esempio osservato un certo incremento di individui svernanti nella decade 1970-1980, con
un picco di 100-150 soggetti alla fine del decennio, ridotti oggi a sole 13-18 coppie tra Torbiere del Sebino e Paludi di
Ostiglia e Busanello.

In Emilia-Romagna, un discreto contingente nidificante è stato censito nelle valli mirandolesi (20-50 coppie) – che
salgono a 150-200, secondo i dati più recenti, su scala regionale ma, anche qui, la popolazione si mostra particolarmente
sensibile ai rigori dell’inverno, con evidenti fluttuazioni nel corso degli anni. In Toscana – dove il Basettino era
certamente più diffuso in passato – è stato accertato un successo riproduttivo medio per la specie pari a 4,56 giovani
involati per nido, al Lago di Massaciuccoli.

Stato di salute

Il Basettino è classificato come sicuro nell’Unione europea, con stato di conservazione favorevole anche a livello
continentale. Nel complesso, si registra moderato incremento della popolazione nidificante nel periodo 1970-1990,
seguito da stabilità nel periodo 1990-2000. La popolazione dell’Ue è stimata in 30.000-70.000 coppie, pari al 13-15%
della popolazione continentale complessiva e a una frazione compresa tra il 5 e il 24% di quella globale. Il contingente
italiano era stimato in 4.000-10.000 coppie, ma negli ultimi anni è andato incontro a forte declino, riducendosi a 590-840
coppie e giungendo, ad esempio, all’estinzione in Sicilia a causa della distruzione dell’habitat idoneo.

Attualmente, l’85% delle coppie è concentrato in tre regioni: Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, mentre il
restante 15% è localizzato in Lombardia, Toscana, Umbria e Puglia. In Italia, il Basettino viene inanellato regolarmente,
ma con numeri abbastanza ridotti. Il picco annuale di catture di questa specie è stato raggiunto nel 1986 quando è stata
abbondantemente superata la soglia dei 1.000 soggetti marcati.

Le segnalazioni in Italia si riferiscono quasi interamente a soggetti inanellati in Austria, nell’area del Lago di Neusiedler.
Movimenti potenzialmente anche ampi sono suggeriti, nell’ambito del campione nazionale, da uno spostamento tra la
costa dell’Alto Adriatico e quella laziale, secondo un asse nord-sud. A supporto della forte “monogamia” che caratterizza
la specie, va ricordato come le uniche due ricatture all’estero censite – entrambe effettuate in Repubblica Ceca – si
riferiscano ad un maschio e a una femmina inanellati e ricatturati insieme, a confermare l’esistenza di un legame di coppia
duraturo anche al di fuori del periodo riproduttivo.

Non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Il Basettino è considerato specie a più
basso rischio nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria
(157/92).

Semaforo

Lo stato di salute del Basettino nel nostro Paese appare critico. Dopo un relativo incremento registrato negli anni
Settanta, le popolazioni italiane della specie hanno subito una drastica contrazione, che si è accompagnata ad estinzioni
locali. Tali decrementi sono in gran parte imputabili alla contrazione e al degrado dell’habitat idoneo e in particolare

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dei canneti, formazione essenziale – insieme ad altra vegetazione erbacea igrofila – per le esigenze ecologiche della
specie.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione


Range* In contrazione Inadeguato
Popolazione Fluttuazione, in marcato calo Cattivo
Habitat della specie In diminuzione, alterato Inadeguato
Complessivo Cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Il Basettino ama nascondersi nel folto della vegetazione. Eppure, anche quando non è visibile, può essere facilmente
riconoscibile per il suo canto, che ricorda il suono di un piccolo campanello. Si può così udire un sonoro e squillante
“ping-ping”, che il Basettino emette mentre si sposta agilmente, in volo acrobatico, tra acquitrini e canneti.

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