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COMUNICAZIONE DELLA NOMINA DI UN DIFENSORE DI UFFICIO, INFORMAZIONE SUL DIRITTO DI DIFESA, A VVISO DI CONCLUSIONE DELLE INDAGINI PRELIMINARI, COMUNICAZIONE

DI DEPOSITO DEI DECRETI DI PA GAMENTO. IL PUBBLICO MINISTERO nel procedimento penale n.10149/12/21 RGNR PM LE (stralcio dal n.6053/11/21) relativo alle indagini preliminari nei confronti di: 1. LAUDATI Antonio, nato il 17.4.1954 a Forino,

2. SCELSI Giuseppe, nato il 23.12.1953 ad Andria LANNES Luciano, nato il 18.5.1965 a San Severo CHIARELLI Maria, nata 1' 1.9.1967 a Bari MAURO Ezio, nato il 24.10.1948 a Dronero SCAGLIARINI Massimiliano, nato il 9.1.1977 a Bari DE MARCO Marco, nato il 12.11.1955 a Napoli

DINOI Nazareno, nato il 24.11.1957 a Manduria indiziati Antonio LAUDATI: A) del delitto di cui all'articolo 323 del codice penale per avere, nello svolgimento delle funzioni di procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, con pi atti in violazione delle norme sotto indicate, intenzionalmente arrecato ingiusto danno ai magistrati Giuseppe Scelsi e Desir Digeronimo (sostituti procuratori in servizio presso il suo stesso ufficio) consistito: nella indebita aggressione alla sfera della personalit (per come tutelata dai principi costituzionali e dagli artcoli 2043 e 2059 del codice civile) per essere stati i due magistrati illecitamente sottoposti da parte della Guardia di Finanza ad investigazioni e ad abusivo controllo della loro attivit professionale, nella lesione della loro professionalit e della loro immagine anche agli occhi della polizia giudiziaria per il solo fatto che la loro attivit fosse sottoposta al vaglio di quest'ultima, nella perdita di prestigio nei confronti della stessa polizia giudiziaria e dei colleghi e nella possibilit che, sulla base di siffatti illeciti accertamenti, si avviasse nei loro confronti un procedimento penale o disciplinare; in particolare: = per avere, previa intesa con il generale Vito Bardi, comandante interregionale dell'Italia Meridionale della Guardia di Finanza (il quale non era a conoscenza della

natura delle indagini che sarebbero state effettivamente affidate al personale di polizia giudiziaria), chiesto ed ottenuto il distacco alle sue dirette dipendenze funzionali di un contingente di ufficiali di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza (che aveva assunto la denominazione di "Aliquota della Guardia di Finanza distaccata presso la Segreteria del procuratore della Repubblica di Bari"), comandato da un ufficiale superiore del Corpo, con l'espediente di richiedere al generale Bardi con nota del 14 settembre 2009 l'applicazione di ufficiali di polizia giudiziaria ai sensi dell'articolo 5 delle norme di attuazione del codice di procedura penale, in violazione della relativa normativa, sia perch l'applicazione di personale di polizia giudiziaria era previsto dal citato articolo 5 soltanto con riferimento alle sezioni di polizia giudiziaria e soltanto per il personale "di altri organi", diversi cio dalle Forze di polizia che gi compongono la sezione (all'epoca Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza), sicch non avrebbe potuto essere applicato personale della Guardia di Finanza, sia perch non veniva seguita la procedura prevista dal citato articolo 5 che prescriveva la richiesta congiunta "del procuratore generale presso la Corte d appello e del procuratore della Repubblica interessato" (mentre il procuratore generale non ne veniva neppure informato); = e per aver poi delegato, senza alcun atto scritto, al suddetto personale di polizia giudiziaria della Guardia d Finanza attivit di indagine - seguendone personalmente gli sviluppi - sulle modalit di conduzione delle indagini sulla sanit pubblica pugliese svolte dai sostituti procuratori del suo ufficio Giuseppe Scelsi e Desir Digeronimo (titolari unici di esse fino al suo arrivo alla Procura di Bari) e sulle irregolarit e criticit di esse, in violazione sia dell'articolo 11 del codice di procedura penale, che gli impediva di svlgere alcuna indagine penale nei confronti di magistrati in servizio presso il suo stesso ufficio, sia delle disposizioni del Decreto Legislativo n. 109/2006 in materia di accertamento della responsabilit disciplinare nonch della relativa normativa secondaria del CSM (tra le altre, delibere CSM 30 maggio 1969, 20 gennaio 1999, 12 luglio 2007 e 21 luglio 2009) che non consentivano di avviare di iniziativa indagini per accertare eventuali profili di illegittimit o di rilevanza disciplinare delle attivit di indagine svolte dai magistrati del suo ufficio n consentivano di delegare compiti di controllo, del tutto impropri, affinch esse venissero condotte verso uno sviluppo pi corretto (come si ricavava dall'annotazione di servizio 27 gennaio 2011, la cui redazione era stata da lui richiesta perch fosse documentata l'attivit svolta e con la quale, appunto, il comandante del suddetto contingente della G.di F. aveva riferito sulla delega), n consentivano in alcun caso di delegare alla polizia giudiziaria un'azione di supervisione e controllo delle attivit di indagine e di ricerca di fattori di criticit che le avessero portate a divergere rispetto al normale e corretto svolgimento di esse (come anche si ricavava dalla menzionata annotazione di servizio), ovvero comunque di eseguire indagini, verifiche, accertamenti, investigazioni di alcun genere nei confronti di magistrati ai fini della eventuale rilevanza disciplinare che avessero potuto avere i loro comportamenti ovvero al fine di intervenire nelle indagini gi in corso: aspetti tutti sui quali avrebbe poi riferito il maggiore Nicola Sportelli, comandante del suddetto contingente della G.di F. (che aveva tenuto costantemente aggiornato il dott. Laudati) con la suddetta annotazione di servizio, poi inviata dal dott. Laudati ai procuratori generali presso la Corte di Cassazione e la Corte di Appello di Bari; in Bari, dal 14 settembre 2009 al 16 febbraio 2011;

B) del delitto di cui agli articoli 378 e 61 n.9 del codice penale per avere, con abuso dei poteri e violazione dei doveri di magistrato, nominato procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, aiutato Giampaolo Tarantini e gli altri indagati nel medesimo procedimento ad eludere le indagini avviate dal sostituto procuratore Giuseppe Scelsi nel procedimento presso la Procura della Repubblica di Bari per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione delle cosiddette escori, nel quale era coinvolto quale fruitore delle loro prestazioni sessuali il Presidente del Consiglio dei Ministri on. Silvio Berlusconi (al fine di favorire indirettamente quest'ultimo preservandone l'immagine istituzionale) ed aiutato anche quest'ultimo ad eludere le suddette indagini, dirette ad accertare anche l'eventuale suo concorso nei suddetti reati, disponendo arbitrariamente, in un incontro da lui voluto con gli ufficiali della Guardia di Finanza delegati alle suddette indagini e con altro personale del Corpo, nonch con Io stesso Scelsi, svoltosi il 26 giugno 2009 presso la Scuola Allievi della Guardia di Finanza di Bari, circa due mesi e mezzo prima d assumere le funzioni di procuratore della Repubblica di Bari (delle quali sarebbe stato immesso in possesso il 9 settembre 2009) che le indagini venissero sospese e non si adottasse alcuna iniziativa fino a quando non avesse assunto le funzioni di procuratore, cos impedendo l'assunzione di sommarie informazioni dalle altre escori non ancora ascoltate e causando ritardo ed intralcio nello svolgimento delle investigazioni per la maggiore difficolt di accertamento di fatti e circostanze conseguente alla maggiore distanza temporale del momento investigativo dal loro verificarsi, per l'impossibilit di adottare atti urgenti diretti alla tempestiva acquisizione delle fonti di prova, per l'impossibilit di acquisire tempestivamente elementi sulle condotte degli indagati e dello stesso Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso le dichiarazioni delle escori, per la possibilit che non ne fosse pi possibile l'acquisizione ovvero per la possibile perdita di genuinit ed efficacia delle dichiarazioni acquisite con ritardo, a cagione sia della mancanza di contestualit con quelle gi acquisite, sia della possibilit che il decorso del tempo o altre circostanze ne inquinassero il contenuto (a seguito dell'iniziativa del dott. Laudati, la "pattuglia" di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza delegata alle indagini, che gi aveva assunto sommarie informazioni da quattro escori - Patrizia D'Addario, Teresa De Nicol, Barbara Montereale e Lucia Rossini - ed aveva programmato gli ascolti delle altre - una quindicina - era costretta a rinviarli e a redigere un'informativa interlocutoria con l'esposizione delle attivit svolte fino a quel momento); servendosi per rafforzare il valore dell'ordine nei confronti degli ufficiali di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza anche della presenza all'incontro citato del generale Vito Bardi, comandante interregionale della Guardia di Finanza dell'Italia Meridionale; in Bari, il 26 giugno 2009; Giuseppe SCELSI: C) del delitto di cui all'articolo 323 del codice penale per avere, sostituto procuratore in servizio alla Procura della Repubblica di Bari, intenzionalmente arrecato ingiusto danno a Desir Digeronimo e Paola D'Aprile, consistito nella indebita aggressione alla sfera della loro personalit (per come tutelata dai principi costituzionali e dagli articoli 2043 e 2059 del codice civile) per essere state le loro conversazioni sottoposte ad intercettazione fuori dei casi consentiti dalla legge, per fini estranei alla funzione

giurisdizionale; nella violazione della riservatezza dei rapporti Ira loro e nella lesione della loro professionalit e della loro immagine, in quanto: = avendo appreso che in un procedimento (n.19497/08/21 RGNR) nei confronti di Alberto Tedesco, assessore alla sanit della Regione Puglia, assegnato alla dott.ssa Digeronimo, sostituto procuratore del suo stesso ufficio, erano state intercettate alcune conversazioni telefoniche di suo fratello Michele Scelsi (dalle quali risultava che quest'ultimo si lamentava con l'assessore Tedesco delle scelte in materia sanitaria del direttore generale della ASL di Bari Lea Cosentino e che vi era forte contrasto tra quest'ultima e Tedesco e tra Tedesco e i fratelli Tarantini, concorrenti nelle forniture di protesi alla ASL e indagati, unitamente alla Cosentino, in un procedimento a lui assegnato (n. n.9319/09/21 RGNR, stralcio dal n.13015/08/21 disposto il 22 giugno 2009), = avendo appreso altres che la dott.ssa Digeronimo ne aveva informato il procuratore della Repubblica d Bari, che aveva tenuto nel luglio 2009 una riunione con lui e la dott.ssa Digeronimo affinch valutasse la opportunit di astenersi nel citato procedimento ed avendo manifestato al procuratore Marzano ed alla collega Digeronimo la sua intenzione di chiedere l'archiviazione del suddetto procedimento n.9319/09/21 nei confronti di Lea Cosentino ed altri (cos facendo venir meno ogni eventuale esigenza di astenersi da esso) ed avendone poi effettivamente richiesto l'archiviazione il 29 luglio 2009. = avendo ritenuto che la segnalazione della dott.ssa Digeronimo avesse come fine quello di "sottrargli" il suddetto procedimento per riunirlo a quello nei confronti di Alberto Tedesco a lei assegnato, in violazione delle norme del codice di procedura penale e del decreto legislativo n. 109/2006, sottoponeva ad intercettazione i telefoni di Paola D'Aprile non per finalit di esercizio della giurisdizione, bens solo per ripicca nei confronti della collega Desir Digeronimo, che sapeva amica della D'Aprile, affinch potesse risultare tale rapporto di amicizia e la Digeronimo fosse "costretta" ad astenersi nel procedimento a lei assegnato nel quale, tra gli altri, era indagata Lea Cosentino, in particolare: - richiedeva "per le vie brevi" alla Guardia di Finanza di redigere un'informativa con la quale si segnalasse l'urgenza di disporre intercettazione delle utenze telefoniche in uso a Lea Cosentino (anche quelle di Paola D'Aprile, utilizzate dalla Cosentino, sua amica) e = disponeva nel procedimento n.6694/09/21 RGNR (anch'esso, stralcio dal suddetto n.13015/08/21) l'intercettazione delle conversazioni sui telefoni di Paola D'Aprile con decreto di urgenza del 5 agosto 2009 bench non ne sussistessero i presupposti (tanto che il GIP non convalidava il decreto) e la Cosentino non risultasse tra le persone indagate (la sua posizione era stata gi da lui stesso compiutamente valutata nel citato procedimento n.9319/09/21 del quale pochi giorni prima era stata chiesta l'archiviazione, rispetto alla quale non era sopravvenuto alcun nuovo elemento), utilizzando per motivare il relativo decreto i risultati dell'intercettazione tra presenti presso l'hotel Eden di Roma, risalente al 12 novembre 2008; = dopo la mancata convalida del decreto di urgenza, chiedeva "per le vie brevi" alla Guardia di Finanza di individuare ulteriori elementi per disporre nuovamente l'intercettazione, suggerendo di indicare a tal fine la conversazione tra presenti intercettata presso l'hotel De Russie di Roma il 21 gennaio 2009 effettuata nel procedimento nei confronti di Lea Cosentino ed altri (quello n.9319/09/21, stralciato 4

dal n. 13015/08/21) bench non si trattasse di elemento "nuovo" e fosse stata da lui stesso ritenuta penalmente irrilevante, tanto che il 29 luglio 2009 aveva chiesto l'archiviazione di tale procedimento; = reiterava il 19 auosto 2009. per le medesime finalit estranee alla funzione giurisdizionale, l'intercettazione di urgenza delle medesime utenze di Paola D'Aprile utilizzando surrettiziamente per motivare il relativo decreto, quale ulteriore elemento rispetto a quelli che il GIP aveva ritenuto insufficienti, i risultati della suddetta intercettazione tra presenti presso l'hotel De Russie di Roma risalente al 21 gennaio 2009, inserita in altro procedimento (quello n.9319/09/21 nei confronti di Lea Cosentino ed altri) e ritenuta penalmente irrilevante da lui stesso che il 29 luglio 2009, aveva chiesto l'archiviazione di tale procedimento; = chiedeva, poi, alla Guardia di Finanza "per le vie brevi" una nota informativa con la quale si riferisse dei rapporti e degli incontri tra la Digeronimo e la D'Aprile risultati dalle conversazioni intercettate sui telefoni di quest'ultima (che la G.di F. depositava il 15 settembre 2009 e che veniva trasmessa il 15 ottobre 2009 al procuratore della Repubblica); in Bari, fino al 15 ottobre 2009; Luciano LAiNNES (detto Gianni): D) del delitto di cui all'articolo 595, primo, secondo e terzo comma, del codice penale (con riferimento all'articolo 13 della legge n.47 del 1948), per aver offeso la reputazione di Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia, Francesco Manna, suo Capo di gabinetto, ed Antonio Laudati, procuratore della Repubblica di Bari, con la redazione di annotazioni giornalistiche pubblicate il 23 marzo 2011 sulla testata online "COSTRUENDO L'INDRO" dai titoli "Vendola: corruzione nei palazzi del potere?'\ "Giravolta", "Disparit di trattamento tra Vendola, Manna e Tedesco" e "Atti inequivocabili", nei quali, con l'attribuzione d fatti determinati, si affermava che "si era assistito ad una giravolta della Procura barese che, per quanto riguardava i capi di imputazione in cui Tedesco era indagato insieme a Manna e Vendola, dopo aver stralciato i nomi di questi ultimi, aveva chiesto l'archiviazione di tutti gli altri indagati indicati nelle informative dei Carabinieri per tutti i reati d concussione a loro caric''' e "dopo meno di un anno, sulla base degli stessi atti e mentre la richiesta di archiviazione era ancora pendente, aveva chiesto l'arresto del senatore Tedesco per gli stessi reati per i quali aveva chiesto l'archiviazione"; affermando (seppure con l'uso del condizionale) che "la vicenda avrebbe potuto far pensare ad una 'disparit ' di trattamento tra Vendola e Manna da una parte, e Tedesco dall'altra" e suggerendo "nell'analisi di tale 'disparit' di trattamento l'utilit di leggere la determinazione del Capo di gabinetto del Presidente della Regione" con la quale, "su proposta del Gabinetto di Presidenza regionale - ovvero il Presidente Vendola e il suo Capo di gabinetto Manna, indagati a quella data presso la Procura della Repubblica di Bari - si concedeva un rinnovo parziale d contratto alla societ 'Centro Italiano Congressi-C IC. SUD' per la fornitura di beni e servizi necessari all'organizzazione di iniziative e manifestazioni", cio alla "societ che curava l'allestimento del convegno dal titolo 'Organizzare la giustizia ', fortemente voluto dal procuratore di Bari Antonio Laudati, tenutosi nel capoluogo regionale dal 28 al 30 ottobre 2010, al quale il governatore Vendola aveva partecipato da indagato, seduto affabilmente accanto al procuratore Laudati"; chiedendosi (seppure

in forma interrogativa retorica) se il finanziamento da parte della Regione di un convegno "valesse due archiviazioni" e se il "lungo ritardo" con il quale Laudati aveva trasmesso al Parlamento gli atti riguardanti Tedesco (la richiesta di autorizzazione all'arresto) Tosse motivato dalla preoccupazione che "qualcuno potesse collegare i fatti" (vale a dire confrontare il trattamento di Tedesco con quello riservato a Vendola e Manna, quest'ultimo diverso in virt del finanziamento del convegno); facendo riferimento ad "atti inequivocabili" ed affermando che "sulla base di accordi tra l'indagato Nichi Vendola, il Capo di gabinetto Manna ed il 'loro ' procuratore della Repubblica, il giorno successivo alla scadenza naturale del contratto con 'C.I.C. SUD', veniva offerto a quest'ultimo, con modalit che avrebbero potuto suscitare dubbio di legittimit, l'incarico di curare la realizzazione del convegno voluto esclusivamente dal procuratore Laudati"; affermando che il 'C.I.C. SUD* era stato liquidato da Manna con la somma di 99.990,00 euro, da lui stesso precedentemente impegnata e per sua indicazione "rientrante nel limite di cassa ", circostanza formalmente vera ma ingannevole in quanto la cassa conteneva 100.000,00 euro sicch ne restavano solo 10,00; chiedendosi, sempre in forma interrogativa retorica, se "Vendola e Manna fossero stati 'graziati' da laudati con la richiesta di archiviazione nei loro confronti perch gli avevano elargito un favore da centomila euro " e se vi fosse stato "qualche accordo tra il procuratore Laudati, il suo Presidente Vendola ed il Capo di gabinetto Manna", cos screditando la persona ed il ruolo istituzionale di Vendola, Manna e Laudati (procedimento gi n.7204/11/21 RGNR PM LE); in Bari (ovvero in Orta Nova [FG], secondo la regola suppletiva della residenza dell'indagato) il 23 marzo 2011 Maria CHIARELLI: E) del delitto di cui all'articolo 595, primo, secondo e terzo comma, del codice penale (con riferimento all'articolo 13 della legge n.47 del 1948), per aver offeso la reputazione di Antonio Laudati, procuratore della Repubblica di Bari, con la redazione di un articolo, pubblicato sul quotidiano "LA REPUBBLICA", edizione di Bari, del 3 settembre 2011, dal titolo "Quelle relazioni pericolose tra l'imprenditore e Laudati. Giampi: 'voleva archiviare, ma il suo ruolo fallito"' nel quale, con l'attribuzione di fatti determinati, si dava ad intendere resistenza di un rapporto personale ed un comune interesse con Giampiero Tarantini, sottoposto ad indagini da parte della Procura barese, e si riportavano brani di conversazioni intercettate che riguardavano il procuratore Laudati e gli attribuivano il "presunto ruolo" di favoreggiatore nella vicenda delle escori (nella quale era coinvolto quale fruitore delle loro prestazioni sessuali il Presidente del Consiglio dei Ministri on. Silvio Berlusconi) ed il fallimento d tale ruolo non essendo riuscito ad archiviare il procedimento come avrebbe voluto, cos screditando la persona ed il ruolo istituzionale di Antonio Laudati (procedimento gi n.2505/12/21 RGNR PM LE); in Bari il 3 settembre 2011 ; Ezio MAURO: F) del delitto di cui all'articolo. 57 del codice penale (in relazione all'articolo 595, primo, secondo e terzo comma, dello stesso codice e all'articolo 13 della legge n.47 6

de! 1948), per aver omesso, quale direttore responsabile del quotidiano "LA REPUBBLICA", di esercitare il controllo necessario ad impedire che fosse commesso il reato di diffamazione aggravata di cui sopra a danno di Antonio Laudati con la pubblicazione sul giornale del 3 settembre 2011, edizione di Bari, dell'articolo sopra indicato (procedimento gi n.2505/12/21 RGNR PM LE); in Bari il 3 settembre 2011; Massimiliano SCAGLIARCI; G) del delitto di cui all'articolo 595, primo, secondo e terzo comma, del codice penale (con riferimento all'articolo 13 della legge n.47 del 1948), per aver offeso la reputazione di Antonio Laudati, procuratore della Repubblica di Bari, con la redazione di un articolo, pubblicato sul quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO" del 21 settembre 2011, dal titolo "Venne a Bari e s present come inviato dal Ministro Alfano, Un Generale: archivio segreto nella scuola G.di F. con i suoi fedelissimi" nel quale, con l'attribuzione di fatti determinati, si affermava che "una superprocura parallela, alla dirette dipendenze del procuratore Antonio Laudati, avrebbe commissariato i PM baresi incaricati di occuparsi di sanit e soprattutto di escori. E su quest'ultimo fascicolo c'erano stati tentativi di avvicinamenti da parte del Centrosinistra; Laudati - emerge dalle carte - aveva creato un pool di investigatori che riferivano a lui e solo a lui, con lo scopo di estromettere la cordata di finanzieri che faceva capo al Generale Nino Di Paolo, comandante in seconda del Corpo, cui aderiva l'ex comandante regionale Luciano Inguaggiato, ritenuto inaffidabile in quanto vicino all'ex capo dei Servizi, Niccol Pollari). Nello stesso articolo, sotto il titoletto "L'amico del Ministro", si affermava: "Subito dopo la coassegnazione il doti Angelillis prospett l'ipotesi dell 'impossibilit di configurare reati in materia di prostituzione giusta il risultato di una sua ricerca giurisprudenziale. L'orientamento del collega corrispondeva a quello del procuratore Laudati, che a Scelsi si era presentato come 'molto amico del Ministro della Giustizia, che gli aveva concesso l'onore del tu', e che in virt di questa amicizia 'aveva garantito per lui', cos impedendo l'avvio dell'attivit ispettiva sul suo operato (.,.). E sotto il titoletto "La Banca Dati", si affermava: "Laudati, dice ancora Scelsi, ha alle sue dipendenze un gruppo di investigatori e ha creato una banca dati presso la Scuola Allievi della Guardia di Finanza dove un intero corridoio di uno degli ultimi piani era occupato dagli atti, dai terminali informatici presso i quali avveniva la remotizzazione dell'ascolto delle intercettazioni (trasferiti dal Nucleo di Polizia Tributaria che non poteva pi accedere alle intercettazioni) e dagli atti di indagine che mano a mano si andavano espletando. 1 PM non avevano pi neanche le copie degli interrogatori", cos screditando la persona ed il ruolo istituzionale di Laudati (procedimento gi n.5387/12/21 RGNR PMLE); in Bari, il 21 settembre 2011 Nazareno DINOI: H) del delitto di cui all'articolo 595, primo, secondo e terzo comma, del codice penale (con riferimento all'articolo 13 della legge n.47 del 1948), per aver offeso la reputazione di Antonio Laudati, procuratore della Repubblica di Bari, con la 7

redazione di un articolo, pubblicato sul quotidiano "IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO" del 21 settembre 2011, dal titolo "Laudati, regia occulta su Scelsi" nel quale, con l'attribuzione di fatti determinati, si alTermava che "ima regia occulta interna alla Procura ili Bari controllava le mosse del pubblico ministero Giuseppe Scelsi quando indagava su Giampaolo Tarantini e il suo traffico di escori nelle residenze di Silvio Berlusconi...; Laudati, cos come descritto da chi lo accusa, sarebbe stato garante di Berlusconi o di un suo portavoce da cui avrebbe avuto il compito di eliminare o comunque limitare i danni che l'inchiesta a suo carico di Tarantini avrebbe potuto arrecargli", cos screditando la persona ed il ruolo istituzionale di Laudati (procedimento gi n.1761/12/21 RGNR PM LE); in Bari il 21 settembre 2011; Marco DE MARCO: I) del delitto di cui all'articolo 57 del codice penale (in relazione all'articolo 595, primo, secondo e terzo comma, dello stesso codice e all'articolo 13 della legge n.47 del 1948), per aver omesso, quale direttore responsabile del quotidiano "/ CORRIERE DEL MEZZOGIORNO", i esercitare il controllo necessario ad impedire che fosse commesso il reato di diffamazione aggravata di cui sopra a danno di Antonio Laudati con la pubblicazione sul giornale del 21 settembre 2011 dell'articolo sopra indicato (procedimento gi n.1761/12/21 RGNR PM LE); in Bari, il 21 settembre 2011;

AVVISA

AVVISA inoltre le stesse persone, ai sensi dell'art. 369 bis c.p.p., che: nel processo penale obbligatoria la difesa tecnica; la persona sottoposta ad indagine ha facolt di nominare, per l'esercizio di tutte le facolt ed diritti attribuitile dalla legge, uno o due difensori di fiducia ed in mancanza sar assistita da quello nominato d'ufficio;

il difensore ha diritto di assistere, durante la fase delle indagini preliminari, all'interrogatorio, al confronto, alle ispezioni, alle perquisizioni, al sequestro e ai conferimento di incarico per il compimento di accertamenti tecnici irripetibili. Inoltre, per tutti questi atti, l'indagato ha diritto: nella perquisizione e nell'ispezione personale, di farsi assistere da persona di fiducia purch idonea e prontamente reperibile, nel conferimento di incarico per accertamento tecnico irripetibile e nella ispezione di luoghi o di cose ha facolt di nominare propri consulenti di fiducia, nell'interrogatorio ha diritto di non rispondere alle domande, nel sequestro, nelle perquisizioni e nelle ispezioni personali e dei luoghi o di cose ha diritto a ricevere copia del provvedimento; vi l'obbligo di retribuire il difensore d'ufficio ove non sussistano le condizioni per accedere al beneficio dell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato; in caso di insolvenza si proceder ad esecuzione forzata; pu essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato, ai sensi dell'art.3 della legge n.217/1990 e successive modifiche, chi titolare di un reddito imponibile ai fini dell'imposta personale sul reddito, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a 10.628,16 euro (salvo adeguamenti che potranno eventualmente essere disposti con decreto ministeriale). Se l'interessato convive con il coniuge o con altri familiari, il reddito costituito dalla somma dei redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia ivi compreso, l'interessato; in tal caso l'importo indicato elevato di milletrentadue/91 euro per ognuno dei familiari conviventi. Ai fini della determinazione dei limiti di reddito si tiene conto anche dei redditi che sono esenti dall'IRPEF o che sono soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta ovvero ad imposta sostitutiva. Nel caso in cui nel presente procedimento gli interessi del richiedente siano in conflitto con quelli degli altri componenti del nucleo familiare con lui conviventi, si terr conto del solo reddito personale. AVVISA tutti gli indagati ed i loro difensori, a norma dell'art. 4\5-bis c.p.p., che: le indagini preliminari sono concluse; la relativa documentazione depositata presso la segreteria del pubblico ministero; hanno facolt di prenderne visione ed estrarne copia; l'indagato ha facolt, entro venti giorni, di presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, presentarsi per "rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto adinterrogatorio. COMUNICA agli indagati ed ai loro difensori, a norma degli art. 168 e seguenti T.U. n. 115/2002 in materia di spese di giustizia, che sono stati depositati anche i decreti di pagamento delle spese ripetibili. INVITA gli indagati cui stato nominato un difensore di ufficio a nominare un difensore di fiducia, in mancanza del quale rimarr designato quello indicato nel presente avviso. Lecce, 20 settembre 2012

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