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PAESE :Italia AUTORE :Anna Puccio*

PAGINE :7
SUPERFICIE :34 %
Buone Notizie
PERIODICITÀ :Settimanale

9 aprile 2019

Lafilantropia chesostienegli ateneid’Italia punta sui giovani


Esperienzediffuse in tutto il mondo:Harvard cominciònel 1643
In Italia funzionanocampagnedi fundraising e 5 per mille
E Ca’Foscaria Veneziaspiegaai benefattoricomeusai soldi raccolti

IO DONO
(ALL’UNIVERSITÀ)
di ANNA PUCCIO*

L
a filantropia accademica è la forma di impegno sociale più
connessa al concetto di «futuro». Quello dei giovani, natu-
ralmente, e quindi anche il nostro e di tutte le generazioni
che verranno. La filantropia che sostiene il mondo dell’università
fa poco notizia, e spesso, nella sua narrazione, presenta ancora
importanti lacune: prima tra tutte, una non chiara rappresenta-
zione della distribuzione dei fondi. Quando rivolgiamo lo sguar-
do alle università come possibili beneficiarie di una donazione,
stiamo portando a compimento anche «l’ultimo capitolo» di ciò
che intendiamo per innovazione sociale. Donare all’università si-
gnifica sostenere studenti, finanziare borse di studio e dottorati,
supportare il lavoro dei ricercatori, l’attività didattica e la ricerca
fondamentale. I nuovi filantropi scelgono spesso di sostenere la
Terza Missione dell’università, cioè tutte
quelle azioni che favoriscono la valorizza-
zione e l’impiego della conoscenza per con-
tribuire allo sviluppo sociale, economico e
culturale del territorio. Questo non è altro
che l’impatto sociale delle università che
non potrebbe esistere senza la prima mis-
sione (la formazione) e la seconda missione
(la ricerca).
In tempi di cambiamenti e sfide economi-
che e sociali, uno sguardo speciale vaperciò
riservato a questi aspetti della filantropia,
perché il suo «social impact» di medio ter-
mine è il più importante, nel momento in
cui facciamo un passo indietro e guardiamo
a cosa ci aspetta nel futuro. La storia della

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filantropia universitaria passaper l’esperienza di tante università,


invariepartidelmondo,cheneltempohannoricevutodonazioni
da individui, imprese e altre realtà di stampo filantropico. Negli
Stati Uniti l’Università di Harvard ha lanciato le sueprime campa-
gnedifundraisinggiànel1643.Elostessovaleperaltreimportan-
ti università americane dove si possono trovare nomi illustri che
hanno dato il loro sostegno e anche il loro nome agli atenei (Stan-
dford, Carnagie, Duke). Ritornando in Europa, le più grandi uni-
versità tedesche hanno contato sul sostegno di donazioni private
fin dal diciannovesimo secolo. Nello stesso periodo e nel secolo
scorso grandi fondazioni americane hanno influenzato lo svilup-
po del settore universitario sia in Cina che in Africa.
Per dare un’idea dello stato dell’arte della filantropia a livello
mondiale prendiamo come esempio, uno per tutti, il caso del-
l’Università di Harvard che secondo alcune analisi (World Econo-

mic Forum) riceve una media di 3 milioni di dollari al giorno. Uno


studiodelNationalBureauofEconomicResearch,dimostracheil
30%deifondiperlaricercadellepiùgrandiuniversitàprovieneda
contributifilantropici.Sedaunlatositrattadisommeingentiedi
azioni meritorie, dall’altro essesollevano riflessioni fondamenta-
li. Non tutte le università sono in grado di reperire, attraverso la
filantropia, i fondi necessarialla propria missione. Quelle che so-
no in grado non necessariamente sono dotate di una struttura
manageriale che ne ottimizzi l’utilizzo. Inoltre l’università deve
mantenere l’autonomia e l’indipendenza rispetto ai propri obiet-
tivi e non divergere dagli stessi.
Guardando all’Italia, è necessario fare prima di tutto distinzione
tra le università pubbliche e le private. Le università private, Boc-
coni, Luiss e altre, hanno programmi avan-
zati di fundraising e si distinguono per la ri-
levante raccolta di fondi da privati e la loro
gestione. Tutte le università pubbliche par-
tecipanoallaraccoltadel5x1000,alcunecon
campagne ad hoc verso i contribuenti.
L’Università di Pavia si distingue per aver
lanciato la prima piattaforma di crowdfun-
ding per progetti di ricerca (universitia-
mo.eu)attraversolaqualehagiàraccoltool-
treunmilionedieuro.L’AlmaMaterStudio-
rum Università di Bologna, l’Università di
Padova,il Politecnico di Milano, insieme ad
altre, raccolgono fondi on line sul loro sito
che rappresenta la piattaforma sulla quale i
progetti trovano la loro rappresentazione.
Tra le università pubbliche, l’Università Ca’Foscari di Venezia ri-
tieniamo meriti una nota di riguardo. Di recente ha chiamato a
raccolta come prima università pubblica italiana, tutti i suoi do-
natori. Presso le sale dell’Ateneo si sono ritrovati rappresentanti
di aziende, fondazioni e filantropi, per conoscere direttamente
dal Magnifico Rettore Michele Bugliesi i risultati della raccolta

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dal Magnifico Rettore Michele Bugliesi i risultati della raccolta


fondi e la loro distribuzione secondo i criteri internazionali di Ca-
se (Council for Advancement and Support of Education). Negli
ultimi 5 anni, Ca’Foscari ha raccolto contributi esterni per 18mi-
lionidiEuro,elihainvestitiinricerca(8.3mlneuro),cattedre(4.8
mln euro), programmazione didattica (1.6 mln euro), borse di
studio (1.4mln euro), terza missione (2.0 mil euro) e ScienceGal-
lery Venice (630.000 euro).
*Board Director Università Ca’ Foscari Venezia
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RISERVATA

Non tutte le università sono in


grado di reperire, attraverso la
filantropia, i fondi necessari
alla propria missione. E non
tutte hanno una struttura
manageriale che ne ottimizzi
l’uso. Importante è mantenere
l’autonomia e l’indipendenza
rispetto ai propri obiettivi

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