Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
T. L N O
P RE IT I
III
EOFILO F L
OPERE ITALI E
A C RA
01
UMBE R T RE DA
OL l\I E TERZ
B RI
GIUS . LATERZA FIGL I
T JPO GRA I'I-E DJTO RJ-LIBRA l
~ PRIETA LETT ERARIA
A PRIL E MCMXI - 3 3 4
IV
L ERMIT
DI
M NACO CASINENSE
UMANITA DI CRISTO
SALUTE
C TO
ualita dell'autore.- In ocazione.- enzia del Fi liuol di Dio.
T II
c T III
Coliseo past rale - Repre entazione della creazione angelica .
CA TO l
CAN TO V
.
~
2 IV -L P AL E RMIT NA
CA T VI
CANTO Vll
! 25
Poi vede a un tratto m inaccio o e crudo
l'ano-el balzarsi fuor di nebbia e vento,
armato di corazza brando e ·cudo.
Trema col mar, la terra in argomento
che Dio commosso sia, non che natura ;
,
mu ggio n le elve e i monti e il sole è p <:: n t .
13 L uomo, gia piu d'ogni altra creatura
misero fatto, quinci e quindi fugge,
rosso di scorno e bianco di paura.
Ha sempre il geni irato, che gli uo-o-e
col ferro nudo per spavento il san ue;
x35 ha fuoco dentro e ghiaccio, che l'aduo- c ;
- LA PALERMITANA
C TO VIII
C,.L T I
CA TO
Apparenza d i tre persone: iosue, Ezechia e alomon .
CANTO X I
CA TO Xli
54 IV - LA PALEJ.L\llTA ' A
CA TO XIII
me nnunzia ed ama.
Pescia fe rmata, in un be l d ir sovrano
so alza la oce ribu tta ndo il velo
del cap a ·pali in gentil atto umano.
- Su dal bel- d i e , - ov'è pi u largo il cielo ,.
piegò l' nnipotente all urnil gene
un g uard o di pi ta, d'amor , eli zelo .
'"S Co i, pien del suo fuoco tutto ar e nte,
nei di po tremi e tempo diffinito
cendera in terra e fiacchen\ il serpente .
i vert>in gr mb , che fu prima ordit
al frutt enza eme, · l parto intero,
6o nasceni fra gli ebrei, da lor tradito . -
Palermo di se allor : - Qu esto mi tero
sol per virtu di ueste one te donne
pr u se mpre a noi ien chiaro p iu sincero.
Di Zibeltarro a ll' ult ime Colonne
65 fin d l piu basso mar dell'Asia grande
nuncio di lu i l'alto v !or portonne.
60 IV- LA P LERMITAN A
CA T XIV
CANTO XV
ANTO XVI
L lB IMO
CA T XVII
CA T XVIll
CA TO XIX
A T X
an co di q ue to nobil ramo al gn
porgi l'orecchia e Ila medolla il co re,
e on buon 'opr sei di g razia egno.
Com quest'alma verga enza umor
35 'e nza c rza e radice o-ia piu me i
verde trovai fra l 'altre, e il frutt e il fiore;
co. i il F attor el lutto, pria eh a c . i
f, r el ciel reat i primi lum i,
n n che del m ndo i car 1m e ae i ,
i e le e in men te fuor pini e u 1
un'altra r a v rbinella e sant ,
che , ace a d'al o, l'univ r allum i.
Que t i è l'alta nna, in cui s' mm nta
d'umana carn e il i in Lume eterno ,
4- c m qui l' almo e a rdente pirt ant,.
va econda vi n che dell'interno
suo entre verginal fuor manda il F ort ,
che chiacci il apo al m o tro d Il' in C rn
Co i fOr ' r · n le parole accorte .
so Poi amuèl d ella sua ietra di e
e di duo re la tr muta a sorte:
la pietra, dic , dell' iuto fi se
tr legge g razia in bel oncerto, l'una
priv· del re n , e all al tre q tello aflì~
-s avi d , intant , che i ura n en i ad 1n
del ec hìar l, che per figura l 'un .
del empiterno Re, non per f, rtuna ,
ievo i dritt , e p i e ne m un e;
ma in terra le gino hia e in cielo il vi
6o e que te n te all'aurea cetra aggiu e:
- Or che al piant giammai sue ede il ri o,
partorisci, cor mi , quant l ai co ncetto
del Re, 'ha un gran tiranno in me conqui o!
tu, mia ling ua, mentre al i 'alto abbietto
65 poggiar t'accingi, or i non men v l
d'un pront riba muov· il tuo ti letto !
lBR PRI
CA T X~"l
ANT XII
CA T XXlii
CANTO XXV
CANTO XXVI
CA TO XXVII
CA TO XX III
C TO ..1
C T XX
t
LI RO ECO
LA T I
CANTO U
CA T II I
LIBRO SECOND
c T I '
•
- - - ----~---------~-------
l 54 lV - LA PALERMITANA
•
LIBRO SECO I5
CANTO V
CA TO VI
CA TO ll
CANTO VIII
Descrizione delle virtu di Dio Figliuolo, del fato, della natura e dell'idea .
CANTO IX
CA TO X
I 6 lV - LA PAL ERMITANA
CA TO XI
ongresso dei duoi fa nciulli, l'uno santo e l'altro sant ificato nel ventre.
Gelosia di Gioseppe.
CA TO XII
CANTO XIII
l
IV - L. PALERMIT NA
CA TO Xl
202 IV - LA PALERMITI\ A
CA TO XV
Ode Erode da' magi la cagione di lor venuta, fi nge esserne lieto,
fa g rand'o nore ad essi e fa chiamare i dottori eb rei .
CA T XVI
CA TO r II
CANTO XVIII
TT DE LA PINT A
E li ANGEL I cantino:
ATUR A 1AN .
erus est sermo, quem audivi in terra mea. Maior est sa-
pientia tua qua m rumor , quem audi vi. Be ti viri tu i, qui stan t
cora m te semper et audiunt sapie ntiam tu m.
pp r so dirra I UDIT co il tesch io di loferno in mano e cantera li
versi seq uenti :
Esir Jeova mispatai, pinn a oie ech Israel Jeova bechir betho
lo tiri ra ot baiom hahu jeamer lirusalaim al tirai Sion al irpu
jadau Jeo a eloaich beqirbech ghibor.
Appresso u ini. la ibilla E ROPA, giovane e bella, col volto plen-
diente, con un velo sottili imo in capo, vestita d ' una veste toccata di oro:
Allo r :'d aria er "ne con mara igli m stri con ide r re e ricevere
etta imbascial c n upore . E l' A::-<G ELO qua , dice ndo:
l DUE A GIOLINI.
O g loriosa do mina ,
excelsa super sidera ,
qui te creavit provide
lactasti sacro ubere .
\. - T T O DE LL A PI TA
T UTTI OTTO .
T UTTI OTTO .
l DU E A GIOLI L
T UTTI OTT O
- -- - - -
OTA
l RL
c. 1, str. 31; III, 6s; tv, 72-73; v, 6o; del tratto che va da vu, 67
i no a v m, 3s (l epi odio di riffarrosto); e dell'Apologia del-
l'autore, che nell'ediz. r 526 occupa le cc. 90v-92r .
Si è di eu so quale di ueste edizioni ia stata pubblicata per
la prima. Il P RTl LI (Le opere maccher. di Merlùl Cocai, Man-
t ov , r8 2- r 90, I IL, VIII g.) sostiene che la oncmtana, non
ostante la ata piu t rdiva (r527), che si legge nel frontispizio
e nell'ul t ima carta, abbia preceduto la abbio (1526), per due
principali ra gi ni: perché è mutila ri petto a que ·t'u ltima, n Ila
quale i luoghi aggiunti hanno a ritene rsi modificazioni po teriori
del pen iero del poeta ; e perch é nella supplica diretta dal libraio
icolò aranta al sena o veneziano in data 3 no embre 152 6
(cfr. PoRTIOLI, op. cit., I, XLII ) gia fatto ricor o dell'« Orlandino
con la giunta » o .·ia del p emetto con l'epi odio di riffarrosto.
Ma uesti moti i uon ono per e te si probanti, e quel ch'è
piu, non ispi gano la posticipazione della data impre a nella
onciniana: noi li abbiamo ia c nfutati altro e (in Gion1ale stor.
d. Lett. ital., xxtv, 72-75 e xxx , :3 92) con una e r ie di arg -
menti , che ci hanno indotto altre i a so p ttare d i una edizione
dell' Orlandino oggi p rdut a, la quale avre bbe dovuto preced re
la S::tbb io e la Soncino. Qui vogliamo aggiungere, r iauardo alla
prete a testimonianza offerta dalle par le del Garanta, ch e ques t ,
t utt'al più, permetton la c ngettura che, accanto al test co m -
plet dell' Orlandino, del quale l ra ed iz. a n i pervenuta risale
al 1526, fo se me so in circolazione un testo mutilo a tarnpa, di
cui la prima e unica tampa a noi pervenuta sarebb quella del r 527.
E ciò, senza escludere 'la po. ibil ita eh anc r prima di que t due
date, copie c mplete e muti l dell' Orlaudino c rr sero fra l mani
di molti, manoscritte, se non pur stampat ; com lascia con get-
t urare il eguente pa so del poema (vm, r, ediz . 1 526):
L'i t ria del beato Griffarrosto
che p e r domenticanza ne la penna
rimasta m'era .....
D'altra parte è bene richia mar l'at enzion del lettore sul e-
uente p s dell Apologia dell'autore, pubblicata, i noti, in calce
all' ediz. r 526:
Ma veramente, po eia che que ta favoletta mia de l' Orlandino, in-
ceris imamente da me composta, uscita mi è dalle mani per complacenzia
di chi solo com ndar mi puote, dirò con baldanza non manco essere lo
. OT 2
[f
C DEL TRIPERU O
l
~
III
l e
PPE DI
Per altri critti del Folengo, oggi perduti o di non sicura at-
tribuzione cfr. l'elenco datone dal PoRTIOLI, op. cit., I, cvn sgg. :
ma di alcun e sue tragedie cristiane (S. Caterina, . Cecilia e
. Cristina), attribuite al siciliano Gaspare Liceo, mi pare che a
torto (cfr. il mio critto in Rass. pugliese cit., pp. 43-44) gli venga
contestata la paternita.
I D I CE
L PALER 1IT
OTA .
I. O rlandino . ,. 26J
II. Cao d el Triperuno " 268
III. L ' umanita del Figliuolo di Di » 2]0
IV e V. P lermitana e Atto della Pinta ]l 271
Appendice 273