COSA E' L'ELETTROTECNICA?

E' la tecnica dell'energia elettrica, cioè le possibili

applicazioni degli effetti prodotti dalle cariche, ferme o
in movimento.
COSA E' UN CAMPO?
E' una distribuzione spaziale di una quantità
che può essere o non essere funzione del tempo
L'ELETTROMAGNETISMO E' ALLA BASE DI UNA
GRANDE QUANTITA' DI FENOMENI FISICI
• conversione elettromeccanica dell'energia
• comunicazione in fibra ottica
• dispositivi a micro-onde
• ricezione televisiva
• comunicazione via satellite
• radar
• oscilloscopi
• etc…
IPOTESI SU CUI SI BASA LA TEORIA DEI CIRCUITI
Quando la sorgente è di frequenza tanto bassa che le
dimensioni della rete conduttrice sono molto più
piccole della lunghezza d'onda, si ha una situazione
"QUASI STATICA", semplifica il problema
elettromagnetico in un problema circuitale.

LA TEORIA DEI CIRCUITI RIGUARDA ISISTEMI

A PARAMETRI CONCENTRATI

•Grandezze fondamentali: Tensioni e Correnti

•Matematica: Equazioni Algebriche o Differenziale
Ordinarie
ESEMPI
1) CIRCUITO AUDIO
•frequenza più alta ~25 kHz
•corrispondente λ = 12 km (c/f )
SUPERIORE DI GRAN LUNGA ALLE
DIMENSIONI DI UN CIRCUITO DEL GENERE

2) CIRCUITO DI UN CALCOLATORE
• f può essere 500 MHz
• corrispondente λ = 0,6 m
IL MODELLO A PARAMETRI CONCENTRATI PUO'
NON ESSERE SUFFICIENTEMENTE ACCURATO

3) CIRCUITO A MICRO ONDE

• λ varia tra 10 cm e 1 mm
LE LEGGI DI KIRCHHOFF NON VALGONO
 COSTRUZIONE DI UNA TEORIA
•Definire le quantità base
•Specificare le regole di operazione (cioè la MATEMATICA)
•Postulare le relazioni fondamentali

TEORIA DEI CIRCUITI

• Modello basato su sorgenti ideali, resistenze, induttanze,
capacità, …, PURE.
• Quantità basilari: TENSIONI, CORRENTI, R, L, C, …
• Regole Operative: Algebra, Equazioni Differenziali Ordinarie,
Trasformate di Laplace
• Postulati Fondamentali: LEGGI DI KIRCHHOFF

TEORIA DEI CAMPI

• Quantità basilari: SORGENTI, CAMPI
(La sorgente di un campo elettromagnetico è invariabilmente
una carica elettrica, a riposo o in moto)
• Regole Operative: Calcolo Vettoriale
• Postulati Fondamentali: EQUAZIONI DI MAXWELL
CARICA ELETTRICA (q , Q)

•E' una proprietà fondamentale della materia

•Esiste solo sotto forma di multipli positivi e negativi dell'elettrone
e = 1,60 x 10-19 C

•PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELLA CARICA:

"Una carica non può essere creata né distrutta"
E' una legge della natura

•DENSITA' DI CARICA (dipendono dalle coordinate spaziali)

∆q  C  ∆q  C  ∆q  C 
ρ = lim   ρ = lim   ρ = lim  
∆v→0 ∆v  m3  ∆s→0 ∆s  m2  ∆l →0 ∆l  m3 

Volumica Superficiale Lineare

 CORRENTE ELETTRICA

dq C 
I=  ⋅ A
dt s 
In elettromagnetismo si definisce la densità di corrente J che misura
la quantità di corrente che fluisce attraverso l'unità di superficie
normale alla direzione del flusso di corrente.

Esistono, inoltre, quattro quantità fondamentali, vettoriali, del tipo

"campi":
E: intensità di campo elettrico D: densità di flusso elettrico
B: densità di flusso magnetico H: intensità di campo magnetico
QUANTITA' BASILARI NELLO STUDIO DEI CAMPI
campo quantità simbolo unità
intensità di campo elettrico E V/m
ELETTRICO
densità di flusso elettrico D C/m2
densità di flusso magnetico B T=V s/m2
MAGNETICO
intensità di campo magnetico H A/m
E: è l'unico vettore necesario per lo studio del campo stazionario
nel vuoto
D: è utile nello studio del campo elettrico in mezzi materiali
B: è l'unico vettore necessario per lo studio della magnetostatica
nel vuoto
H: è utile nello studio dei campi magnetici nei mezzi materiali
 SE NON VI SONO VARIAZIONI TEMPORALI SI HA IL
CASO STATICO O STAZIONARIO

E, B, D, H sono quantità "puntuali"

Le proprietà del mezzo determinano le relazioni fra E
e D e fra B e H. Tali relazioni sono chiamate:

RELAZIONI COSTITUTIVE DEL MEZZO

εo è la costante di proporzionalità fra la densità di flusso elettrico D
e l'intensità di campo elettrico E nel vuoto:

D = ε0 ⋅ E

µ0 è la costante di proporzionalità fra la densità di flusso magnetico

B è l'intensità di campo magnetico H nel vuoto
1
H= ⋅B
µ0
 COSTANTI UNIVERSALI

costanti universali simbolo valore unità

velocità della luce nel
c 3 × 108 m/s
vuoto
permeabilità del vuoto µ0 4π × 10-7 H/m
1
permettività del vuoto ε0 ×10 −9 F/m
36π
 SISTEMA INTERNAZIONALE
Definizioni:

metro: la definizione deriva da quella

QUANTITA' UNITA' SIMBOLO del secondo e dalla velocità della luce
nel vuoto.
Lunghezza metro m c = 299 792 450 m/s
Massa kilogrammo kg secondo: 9 192 631 770 periodi della
radiaizone emessa da una particolare
Tempo secondo s transizione di un atomo di cesio
Intensità di kilogrammo: massa di un provino di
Ampére A platino-iridio conservato al International
Corrente
Bereau of Weights and Measurements di
Sevres
Costanti Universali Ampére: la corrente costante che, se
c velocità delle onde elettromagnetiche nel mantenuta in due conduttori rettilinei
vuoto ≈ 3 × 108 m/s paralleli di lunghezza infinita e di
µ0 permeabilità del vuoto 4π × 10-7 H/m sezione circolare trascurabile, messi ad 1
ε0 permettività del vuoto 8,854 × 10-12 F/m metro di distanza, nel vuoto, producono
fra i due conduttori una forza pari a
2 × 10-7 N/m
TUTTE LE GRANDEZZE ELETRICHE SONO ESPRIMIBILI IN
TERMINI DI GRANDEZZE FONDAMENTALI

Es:
• CARICA ELETTRICA q [C]
dq
I= → C = A ⋅s
dt
• INTENSITA' DI CAMPO ELETTRICO E [V/m]

F V kg ⋅ m kg ⋅ m
poiché E= → = 2 =
q m s ⋅ A ⋅ s A ⋅ s3

kg ⋅ m
da cui si ricava anche V=
A ⋅ s2

• INDUZIONE MAGNETICA B [T]

Φ V ⋅ s kg ⋅ m 2 ⋅ s kg
poiché B= = 2 = = (Φ = ∫ e ⋅ dt ⇒ [V ⋅ s])
S m A ⋅ s3 ⋅ m2 A ⋅ s2
 GRANDEZZE ELETTRICHE
GRANDEZZA SIMBOLO UNITA' DI MISURA SIMBOLO
AMMETTENZA Y Siemens S
CAMPO ELETTRICO E Volt/metro V/m
CAMPO MAGNETICO H Ampére/metro A/m
CAPACITA' ELETTRICA C Farad F
CONDUCIBILITA' γ Siemens/metro S/m
CARICA Q,q Coulomb C
CONDUTTANZA G Siemens S
CORRENTE I,i Ampére A
DENSITA' DI CORRENTE J Ampére/metro quadro A/m2
DENSITA' VOLUMICA DI CARICA δ,ρ Coulomb/metro cubo C/m3
ENERGIA W Joule J
FLUSSO MAGNTICO Φ Weber Wb
FORZA F Newton N
FORZA ELETTROMOTRICE e,E Volt V
FORZA MAGNETOMOTRICE Fmm Ampére-spire A , As
FREQUENZA f Hertz Hz
IMPEDENZA Z Ohm Ω
INDUTTANZA L Henry H
INDUZIONE MAGNETICA B Tesla T
MUTUA INDUTTANZA M Henry H
PERMEABILITA' MAGNETICA µ Henry/metro H/m
PERMEANZA P Weber/Ampére Wb/A
PERMETTIVITA' ELETTRICA ε Farad/metro F/m
 GRANDEZZA SIMBOLO UNITA' DI MISURA SIMBOLO
POLARIZZAZIONE ELETTRICA Pe Coulomb/metro quadrato C/m2
POLARIZZAZIONE MAGNETICA Pm Tesla T
POTENZA ATTIVA P Watt W
POTENZA REATTIVA Q VoltAmpére reattivi VAR
POTENZA APPARENTE S Volt Ampére VA
POTENZIALE ELETTRICO V,v Volt V
POTENZIALE VETTORE A Weber/metro Wb/m
REATTANZA X Ohm Ω
RESISTENZA R Ohm Ω
RESISTIVITA' σ Ohm metro Ωm
RIGIDITA' DIELETTRICA RD Volt/metro V/m
SPOSTAMENTO ELETTRICO
D Coulomb/metro quadrato C/m2
(DENSITA' DI FLUSSO ELETTRICO)
SUSCETTANZA B Siemens S
TEMPO t secondo s
TENSIONE V,v Volt V
 STORICAMENTE
RELAZIONI
OSSERVAZIONI CIRCUITALI TEORIA
MISURE INQUADRABILI DEI
ELAB. MATEMATICHE NELLA TEORIA CAMPI
DEI CIRCUITI
CONSEGUENTEMENTE: Le relazioni circuitali sono solo dei casi particolari delle
equazioni dei campi e possono essere dedotte da esse
IN PARTICOLARE: la teoria circuitale non è più applicabile per tensioni e correnti
con frequenza così elevata che la lunghezza d'onda associata risulti minore delle
dimensioni trasversali, non di quelle longitudinali, del circuito.
IN TALI CASI SI DEVE RICORRERE ALLA TEORIA DEI CAMPI
TEORIA DEI CAMPI
•Mezzi Continui, Omogenei, Isotropi, Lineari
•Caratterizzati dalle seguenti proprietà:
γ conducibilità (S/m) ε permettività (F/m) µ permeabilità (H/m)

Valgono le Equazioni Costitutive: Esistono anche relazioni miste tra

grandezze scalari e vettoriali. Es:
D =ε ⋅E B = µ⋅H B
VAB = ∫ A
E ⋅dl I = ∫ H ⋅d l
 FORME DIFFERENZIALI ED INTEGRALI

Teorema di Stokes: ∫S (∇ × A )⋅ dS = ∫l A ⋅ dl
Teorema della divergenza: ∫V ∇ ⋅ A ⋅ dV = ∫S A ⋅ dS
Equazioni di Maxwell
Forma Differenziale Forma Differenziale Altra Formulazione
∂B ∂B dΦ
∇ × E = rot (E ) = − ∫ E ⋅ dl = − ∫S ⋅ dS = − Legge di Faraday
∂t ∂t dt
∂B ∂D
∇× H = J + ∫ H ⋅ dl = J + ∫S ∂t ⋅ dS Legge di Ampére
∂t
∇⋅D = ρ ∫S D ⋅ dS = Q Legge di Gauss

∇⋅B = 0 ∫S B ⋅ dS = 0 Legge di Gauss

Il contributo fondamentale di Maxwell è stato quello di considerare che anche le
correnti di spostamento elettrico producessero gli stessi effetti magnetici delle
correnti di conduzione e di convezione
TEORIA DEI CIRCUITI: Molti Autori adottano l'approccio assiomatico,
introducono come postulati le leggi fondamentali dei circuiti
 CIRCUITO ELETTRICO
E' un insieme di elementi elettrici interconnessi in un certo modo

CIRCUITO ELETTRICO

La teoria circuitale ha avuto il suo effettivo inizio nel Marzo del 1800, quando
Alessandro Volta annunciò l'invenzione della pila elettrica.
da lui deriva il nome dell'unità di misura della forza elettromotrice, il Volt (V)
Un circuito è formato da due o più elementi, connessi per mezzo di
"conduttori perfetti".
I conduttori perfetti sono dei collegamenti che presentano nessuna resisteza e
permettono alla corrente di fluire liberamente senza accumulare né carica né
energia.
Quest'ultima si può considerare residente o "concentrata" in ciascun
componente circuitale. E' per questo che tali circuiti si dicono "a par<metri
concentrati"

COMPONENTE ⇒ {Superficie Limite, Terminale, Morsetto}

BIPOLI {Resistore, Induttore, Capacitore, Generatore ideale}

TRIPOLI {Transistor, Motore Trifase}

COLLEGAMENTO

CORRENTE {Convenzione, Ampére-metro, Unità di misura}

i A i

TENSIONE {Convenzione, Volt-metro, Unità di misura}
A B
V
VAB

RISOLUZIONE DI PROBLEMI CIRCUITALI

•Equazioni dei Componenti
•Equaizoni Topologiche
 COMPONENTE

terminale BIPOLO R L C E A

superficie limite

morsetto
MONOPOLO

M
Non vengono inclusi fra i
Motore componenti nello studio
TRIPOLO Transistor
Trifase della Teoria dei Circuiti

COLLEGAMENTO
Due o più componenti si dicono collegati se
hanno uno o più morsetti in comune
 CORRENTE TENSIONE

A v = v( t )
i v = vAB = -v’ = -vBA
i = i( t )
i = -i’ v v’
i’
B
UNITA’ DI MISURA: Ampére (A) UNITA’ DI MISURA: Volt (V)
STRUMENTO DI MISURA: Ampéremetro STRUMENTO DI MISURA: Voltmetro

inserzione Vi inserzione iv
i A i V

Vi piccolissima → ideale ri = 0 A B
VAB
iv piccolissima → ideale rv = ∞
 i2 I PRINCIPIO DI KIRCHHOFF
Σi=0
i1 div J = 0
Sotto le ipotesi fatte, esprime la
i3 solenoidaliltà della corrente
∑ ar ⋅ ir = 0 ar = ± 1
i4 i1 + i2 + i3 + i4 = 0 r

a) i -i'
b)
i i=0
∑ i = 0 ⇒ i = −i '
dq dq d
c) i = ∑ i = 0 ⇒ ∑ = 0 ⇒ ∑ q = 0 ⇒ ∑ q = cost
dt dt dt
PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELLA CARICA

d) Le superfici chiuse non devono tagliare né morsetti né superfici

limite dei componenti
 II PRINCIPIO DI KIRCHHOFF
2 v21+ v32+ v43+ v54+ v15 = 0
Sotto le ipotesi fatte, stabilisce
1 v21 v32 v43 l’irrotazionalità del Campo Elettrico
4
v51
3 ∫C E • dl = 0
∑ ar ⋅ vr = 0 a r = ±1
5 r
La somma delle tensioni lungo una linea chiusa è nulla

∫C E • dl = 0 ⇒ Irrotazionalità del Campo Elettrico

Questo principio è valido in assenza di campi magnetici o quando sono lentamente variabili.
Viceversa dovremmo servirci delle eq.ni di Maxwell. Questo conferma che: La Teoria dei
Circuiti è un’approssimazione valida solo quando si può fare l’ipotesi che le dimensioni fisiche
dei circuiti siano piccole rispetto alle lunghezze d’onda dei segnali

A vBA B vAB + vBA = 0 ⇒ vAB = -vBA

Allora, per esempio:
vAB v21-v23+v43-v45+v15 = 0
 CONVENZIONI
1 i1 2 i 3
2
i3 i1 + i2 + i3 + i4 + … + in + in+1 = 0
in+1 note n correnti la (n+1)-esima è determinata
n+1 in i4 4
n
2 3 va + vb + vc + … + vx = 0
1 va vb
note n tensioni la (n+1)-esima è determinata
vx vc Le n tensioni devono essere indipendenti
fra loro
n+1 4 Ciascuna tensione deve potersi ottenere dalla
n
misura delle altre n
I requisiti per la scelta delle n tensioni e delle n correnti sono:
INDIPENDENZA e COMPLETEZZA

Esiste un metodo sistematico per ricavare i “cosiddetti”

SISTEMI FONDAMENTALI di tensioni e di correnti
 CONVENZIONE DEGLI UTILIZZATORI
3
2 i3 {i1 , i2 , … , in } Indipendente
v2 i2 {v1 , v2 , … , vn } Completo
1 i1 in
v1 vn n
VARIABILI DESCRITTIVE
0
3 vx- v1 + v2 = 0 ⇒ vx = v1 - v2
2
v2 A
vx i i1 i2 1
1 2 2
1
n v
v1 v1 v2
B 0 0
v’ convenzione degli utilizzatori

i’ Le convenzioni sono arbitrarie

ESEMPI:
5A i
5 + i - (-3) - 2 = 0
a)
2A -3 A i = -6 A

v
b c
-15 + v +10 + 2 = 0
b)
16 V 10 V
v=3V
a d
2V
trovare i
c) 4A 4A 4 - 3 - i1 = 0 ⇒ i1 = 1 A
i2 8A
1 + 4 + 2 - i2 = 0 ⇒ i2 = 7 A
3A i1 2A i 7 - 8 - i = 0 ⇒ i = -1 A
4 + 4 - 8 - i + 2 - 3 = 0 ⇒ i = -1 A
 COMPONENTI ELEMENTARI
convenzione
• RESISTORE v=R•i …………………………………………………… utilizzatori
• CONDENSATORE i = C • dv /dt ( q = C • v) ………………………... utilizzatori
• INDUTTORE v = L • di /dt ( φ = L • i) ……………………………… utilizzatori
• GENERATORE IDEALE DI TENSIONE v = e ………………………… generatori
• GENERATORE IDEALE DI CORRENTE i = a ………………………… generatori
• CORTO CIRCUITO v = 0 resistore degenere o gen. di tensione con e(t) = 0
• CIRCUITO APERTO i = 0 resistore degenere o gen. di corrente con i(t) = 0
• GENERATORI PILOTATI (o CONTROLLATI)
v1 = n ⋅ v2 ……………………ingresso: utilizzatori

• TRASFORMATORE IDEALE  1 ……………………uscita: generatori
i1 = ⋅ i2
• NULLORE  n
• MUTUA INDUTTANZA
• GIRATORE
dv dq
* i =C⋅
dt
ma : i =
dt
⇒ q = C ⋅v (equazione caratteristica)

di dφ
v = L⋅ ma : v = ⇒ φ = L ⋅i (equazione caratteristica)
dt dt
RESISTORE i 1
v = R ⋅i i = ⋅v = G ⋅v
R
v l 1 l
per un conduttore di lunghezza l e sezione A: R= ρ⋅ = ⋅
A γ A

COLORE

CIFRA

MULTIPLO
prefisso simbolo significato

TOLL.ZA
atto a 10-18
femto f 10-15
pico p 10-12
MATERIALE ρ (Ω × m) NERO 0 100
nano n 10-9
MARRON 1 101
argento 1,63 × 10−8 micro µ 10-6
ROSSO 2 102
rame 1,72 × 10−8 milli m 10-3
ARANCIO 3 103
oro 2,44 × 10−8 centi c 10-2
GIALLO 4 104
alluminio 2,83 × 10−8 deci d 10-1
VERDE 5 105
tungsteno 6,52 × 10−8 deca da 101
silicio 2 300 BLU 6 106
etto h 102
VIOLA 7 107
kilo k 103
GRIGIO 8 108
mega M 106
BIANCO 9 -
giga G 109
ORO 10-1 ±5%
tera T 1012
ARGENTO 10-2 ±10%
exa E 1015
NERO o null - ±20%
peta P 1018
 CAPACITORE - INDUTTORE q = C ⋅ v
MATERIALE εr
i+ dq dv neoprene 6,46
+ =C⋅
+
+ + + ++ dt dt dv silicone 3,20
v i =C⋅
d + + ++ dt
mica 5,40 - 9,0

+ dq carta 2,99
- - - =i
- - - - dt acqua distillata 78,20

i - - A
aria 1
c=ε⋅ ε = ε0 ⋅εr
d
INDUTTORE

dφ di
φ = L⋅i v= v = L⋅
dt dt
 GENERATORI IDEALI

Generatore ideale di tensione Generatore ideale di corrente

i(t) i(t)
v(t) e(t) v(t) = e(t) v(t) a(t) i(t) = a(t)

Corto Circuito Circuito Aperto

i(t) i(t)
v(t) v(t) = 0 v(t) i(t) = 0

Caso degenere del generaore di Caso degenere del generatore

tensione o del resistore di di corrente o del resistore di
resistenza nulla resistenza infinita o
conduttanza nulla
 GENERATORI PILOTATI
esempio: R2
v1 v=β v1
i1
ag 0,5 i1
β : parametro di controllo a-dimensionale R1

i1 v=R i1 I generatori dipendenti o pilotati sono

R : parametro di controllo
dimensionalmente è una resistenza
v1 i=g v1
g : parametro di controllo
dimensionalmente è una conduttanza
componenti essenziali nei circuiti
amplificatori, in cui l'ampiezza
dell'uscita è maggiore di quella
dell'ingresso.
Inoltre servono ad isolare una
porzione di circuito o a fornire una
resistenza negativa

i1 i=α i1
α : parametro di controllo a-dimensionale
 BASE DI DEFINIZIONE
UN COMPONENTE SI DICE DEFINITO SU BASE TENSIONE SE, IMPONENDO
LE TENSIONI, LE CORRENTI SONO NOTE UNIVOCAMENTE ATTRAVERSO
LE CARATTERISTICHE O LE EQUAZIONI DEL COMPONENTE.
VICEVERSA, E' DEFINITO SU BASE CORRENTE SE, IMPONENDO LE
CORRENTI, SI TROVANO UNIVOCAMENTE LE TENSIONI.
Esempi:

i e v=0 i v = R ⋅i = R ⋅ a
i=
e R R a R
base corrente base corrente base tensione

i i i i i i
e a
v v v v
assurdi fisici
DIODO DIODO TUNNEL
entrambe le basi base tensione
 i1 1 2 i2
 i1 = 0


v1 v2 v2 = 0 [v1 ,i2 ] BASE MISTA
0

i1 1 2 i2 R1 ≠ 0 ; ∞
R1 R2
R2 ≠ 0 ; ∞
v1 v2
BASE TENSIONE, CORRENTE E MISTA
0
a) base tensione  v1 e1
i1 i2  v1 = e1  1 R = R
i =
 1 1
R1 R2
fissati:  trovati:  v e
e1 e2 v2 = e2 i2 = 2 = 2
v1 v2  R2 R2

a) base corrente
i1 i2
 i1 = a1  v1 = R1 ⋅ i1 = R1 ⋅ a1
 
a1 R1 R2
a2 fissati:  trovati:
v1 v2 i2 = a2 v2 = R2 ⋅ i2 = R2 ⋅ a2
 PROPRIETA' GENERALI

• Linearità: un componente si dice lineare se l'effetto dovuto ad una

qualsiasi causa è proporzionale alla stessa
• Tempo invarianza o Permanenza: un componente si dice tempo-
invariante se l'effetto non dipende dall'istante di applicazione della
causa
• Reciprocità
• Passività: un componente si dice passivo se:

∫ p(τ ) ⋅ dτ ≥ 0
t
−∞
∀t
• Causalità: un componente si dice causale se, in un qualunque
istante t0, l'effetto dipende solo dalla causa per t ≤ t0
 PROPRIETA' ENERGETICHE
• Potenza Assorbita da un Bipolo: p(t) = v(t) · i(t) (convenzione
normale) è la potenza che entra nella superficie limite del bipolo.
Con la convenzione normale si parla di potenza assorbita.
Unità di misura Watt [W]
• Potenza Elettrica assorbita in un intervallo δt: δω = v(t) · i(t) · δ
a) δω > 0 ∀δ t ⇒ elemento puramente dissipativo
L ⋅ i2 C ⋅ v2
b) 0 ≤ δω ≤ 0 ⇒ energia accumulata in bipoli di tipo L e C: E =
2
E=
2
•in tali casi è possibile definire un livello zero, cioè gli elementi possono essere
SCARICHI (STATO ZERO)
c) 0 < δω > 0 ⇒ elementi di capacità infinita, come i generatori ideali, che
possono assorbire o cedere una quantità infinita di energia senza che mutino le
sue caratteristiche. NON E' DEFINIBILE UN LIVELLO ZERO.
Si tratta di energia scambiata all'interno della superficie limite, con accumulatori
di capacità infinita (scambiatori).
I COMPONENTI ELEMENTARI SONO TALI PERCHE' INVESTONO IN UN
SOLO TIPO DI ENERGIA
 GENERATORI IDEALI

di TENSIONE v(t) = e(t)

di CORRENTE i(t) = a(t) ES: e(t) = E ≡ cost ; i(t) = A ≡ cost

∆ω = ∫t p(t ) ⋅ dt = E ⋅ A ⋅ (t − t0 )
t
E A 0
nel generatore di tensione
∆ω ' = ∫t p(t ) ⋅ dt = − E ⋅ A ⋅ (t − t0 ) nel generatore di corrente
t
0

La potenza assorbita dall'uno non è altro che quella generata dall'altro, e non si
riesce a stabilire un LIVELLO ZERO di energia, cioè non esiste lo STATO ZERO

CORTO CIRCUITO
CASI LIMITE

CIRCUITO APERTO
 BIPOLI PASSIVI

RESISTORE v(t) = R · i(t)

p(t) = v · i = R · i2(t) R · i2(t) > 0 sempre
∆ω = ∫t p(τ ) ⋅ dτ = ∫t R ⋅ i 2 ⋅ dτ > 0
t t
sempre
0 0

dv

CONDENSATORE i (t ) = C ⋅
dt
d 1 2
p(t ) =  Cv 
dt  2 
t b

a
1
2
[ ]
∆ω = ∫t p(τ ) ⋅ dτ = C ⋅ v 2 (tb ) − v 2 (t a ) >=< 0 variabile di stato: TENSIONE

di

INDUTTORE v(t ) = L ⋅
dt
d 1 2
p(t ) =  Li 
dt  2 
∆ω = ∫t p(τ ) ⋅ dτ =
tb
a
1
2
[ ]
L ⋅ i 2 (tb ) − i 2 (t a ) >=< 0 variabile di stato: CORRENTE
 2 MULTIPOLI
i2 v2 Hp: base di definizione [ v1 ; v2 ; i3 ]

i1 i3
e2=v2
1 3

v1 v3
e1=v1 a3=i3
0

Principio di Conservazione dell'Energia δω a = v1 ⋅ (− i1 ) ⋅ δt

δω = v ⋅ (− i ) ⋅ δt
δω a + δω b + δω c + δω = 0  b 2 2

δω c = v3 ⋅ (− i3 ) ⋅ δt
p(t ) = v1 ⋅ i1 + v2 ⋅ i2 + v3 ⋅ i3 δω = p ⋅ δt
LA POTENZA ASSORBITA DA UN COMPONENTE E' LA SOMMA DEI
PRODOTTI TENSIONE-CORRENTE DELLE SUE VARIABILI
DESCRITTIVE (CONVENZIONE NORMALE)
 GENERATORI PILOTATI
i2
i1 = A
A v1 i1 k·i1 v2 R  p(t ) = v1i1 + v2i2
v2 = k ⋅ i1

v1 = 0
i = A
1  k ⋅ A
p(t ) = k ⋅ A ⋅ − =−
(k⋅A )2
v2 = k ⋅ i1 = k ⋅ A  
  R  R
v2 k⋅A
i2 = − = −
 R R

La condizione di passività ∫t p(t ) ⋅ dt ≥ 0 non vale poiché l'integrando è negativo

t
0

COMPONENTE ATTIVO

I generatori pilotati sono componenti attivi

 TRASFORMATORE IDEALE

i1 i2 v1 = n ⋅ v2
n base di definizione mista:
 [ v1 ; i2] o [v2 ; i1]
v1 v2  1
i1 = − n ⋅ i2

v1
p(t ) = v1i1 + v2i2 = v1i1 + (− n ⋅ i1 ) = 0
n

Il trasformatore ideale è trasparente alle potenze

E' un componente PASSIVO non dissipativo

Non è dotato di stato

 VERIFICA DELLA PASSIVITA'
t n −1
∫ p(τ ) ⋅ dτ = ∫ ∑
t
−∞ −∞
vi ii ⋅ dτ ≥ 0 ∀t
i =1

RESISTORE p = v ⋅ i = R ⋅i2 La funzione integranda è sempre ≥ 0

i E E2 E2
∫ p(τ ) ⋅ dτ = ∫
t t
E v R i= ⇒ p= ⋅ dτ ≥ 0
R R −∞ −∞
R

CONDENSATORE
dv
p = v ⋅i = v ⋅C
i dt
v C d 1  t 1 
v = e(t ) ⇒ p =  Cv 2  p(τ ) ⋅ dτ = ∫−∞  Cv 2 dτ ≥ 0
t
∫
−∞
dt  2  2 
per t = -∞ il condensatore è scarico

analogamente per l'INDUTTORE
Sono componenti che hanno lo STATO ZERO ∆W = ∫
t2
t1
p (τ )dτ ≤≥ 0
[t
1
, t2 ]
 MULTIPOLI
n - polo
n -1
n-2  i1   v1 
p = v1i1 +  + vn −1in−1 = vT ⋅ i

0
 i =   
in −1 
v =   
vn −1  ω (t ) = ∫−∞ vT ⋅ i ⋅ dτ
t

Se ω (t ) ≥ 0 ∀ t il multipolo si dice PASSIVO

Equazione Costituitiva: [A]⋅ v + [B ]⋅ i + C = 0 (lineari, tempo invarianti)

MULTI-PORTA
Un multiporta è un particolare multipolo con un numero pari di morsetti organizzati in
coppie, in modo tale che, per ogni coppia, la corrente entrante in un morsetto è uguale
a quella uscente dal secondo morsetto della coppia. Ogni coppia è detta PORTA.
in
n  i1   v1  p = v1i1 + h + vnin = vT ⋅ i
vn
n' in i =  l  v =  l  ω (t ) = ∫−∞ vT ⋅ i ⋅ dτ
t

1
i1 l in  vn 
v1
1' i1 [A]⋅ v + [B ]⋅ i + C = 0 (lineari, tempo invarianti)
 AMPLIFICATORE OPERAZIONALE
L’Amplificatore Operazionale (Operational Amplifier - OP) è un
dipositivo elettronico che si comporta come un generatore di
tensione controllsto in tensione

CONFIGURAZIONE DEI PIN SIMBOLO CIRCUITALE

V+
7
BILANCIAMENTO 1 8 SCOLLEGATO
ING. INVERTENTE
2 _
ING. INVERTENTE 2 7 V+ 6
ING. NON INVERT. 3 6 USCITA 3 USCITA

V- 4 5 BILANCIAMENTO ING. NON INVERT. +

4 -1 5
V
AZZERAMENTO
OFFSET

LE ALIMENTAZIONI VENGONO SPESSO OMESSE NEGLI SCHEMI

CIRCUITALI, MA L’OP DEVE SEMPRE ESSERE ALIMENTATO
 MODELLO CIRCUITALE
Generatore di tensione
v1 controllato in tensione
Ro
vd Ri vo
A·vd
v2 vd = v2 −v1
vo = A ⋅ vd = A ⋅ (v2 −v1 )
A: guadagno di tensione ad anello aperto
valori tipici vo
A 105÷108 saturazione positiva
Ri 106÷1013 Ω Vcc
Ro 10÷100 Ω vd
Vcc 5 ÷24 V tensione di
alimentazione
saturazione negativa -Vcc
 AMPLIFICATORE OPERAZIONALE IDEALE

i1 = 0
_
i1 = 0
vd A=∞
 i2 = 0
v1 i2 = 0 +  Ri = ∞ ⇒
vo
R = 0 vd = v2 − v1 = 0
v2 = v1  o v2 = v1

NELLA MAGGIOR PARTE DELLE APPLICAZIONI SI CONSIDERANO OP

IDEALI NELLA REGIONE LINEARE DI FUNZIONAMENTO
NULLORE
i0 i∞
v0 = 0 v∞ qualsiasi
v0 0 ∞ v∞  
 
 i0 = 0  i∞ qualsiasi
 INSEGUITORE DI TENSIONE

Un generatore di tensione è collegato al morsetto

non invertente dell'operazionale, mentre il
vs vo morsetto invertente è collegato direttamente
all'uscita. Determinare la tensione in uscita vo

Ri ed Ro sono in serie. Quindi la corrente i vale:

i
vs − A ⋅ vd vs − A ⋅ Ri ⋅ i
i= =
Ro Ri + Ro Ri + Ro
vd Ri per l'equilibrio delle tensioni alla maglia 1:
A·vd
vo = Ro ⋅ i + A ⋅ vd = Ro ⋅ i + A ⋅ Ri ⋅ i = (Ro + A ⋅ Ri ) ⋅ i
vo
vs 1 da cui, sostituendo:
vo vs A ⋅ Ri vo
= − ⋅ ⇒
Ro + A ⋅ Ri Ri + Ro Ri + Ro Ro + A ⋅ Ri
vo Ri + Ro + A ⋅ Ri vs
⋅ = ⇒
Ro + A ⋅ Ri Ri + Ro Ri + Ro
Ro + A ⋅ Ri
vo = ⋅ vs ≈ vs
Ri + Ro + A ⋅ Ri
 INSEGUITORE CON CARICO

i- = 0
iL Determinare il valore della corrente iL che attraversa
io il carico RL
vs in vo RL

I due morsetti in ingresso all'operazionale hanno lo stesso potenziale. Il corto circuito

riporta lo stesso potenziale al morsetto di uscita, quindi vo = vs .

LA TENSIONE IN USCITA NON DIPENDE DAL CARICO

Per il calcolo della corrente:

vo vs
iL = =
RL RL
AMPLIFICATORE INVERTENTE

R2 i2
Determinare il valore della tensione vo
i1 R1 1 2
vs io i1 = −i2 equilibrio al nodo 1
in vo RL v s − v−
i1 = equazione del componente R1
R1
vo − v−
i2 = equazione del componente R2
R2

ma, per l'idealità dell'operazionale: v1 = v− = v+ = 0

da cui:
vs v R2
=− o e infine: vo = − ⋅ vs
R1 R2 R1 vs
Questa configurazione di operazionale t
amplifica l'ingresso in ragione del
vo
rapporto R1/R2 e ne inverte il segno.
 AMPLIFICATORE NON INVERTENTE

R2 i2
i1 Determinare il valore della tensione vo

R1 io i1 = −i2 equilibrio al nodo 1

vs in vo RL
v−
i1 = − equazione del componente R1
R1
vo − v−
i2 = equazione del componente R2
R2

ma, per l'idealità dell'operazionale: v− = v+ = v s

da cui:
vs v −v  R 
− =− o s e infine: vo = 1 + 2  ⋅ vs
R1 R2  R1 
t
Questa configurazione di operazionale vs
amplifica l'ingresso della quantità
vo
1+R2/R1 e non inverte il segno.
 AMPLIFICATORE SOMMATORE

i3 R3 Determinare il valore della tensione vo

i2 R2 Ro i
v3
i1 R1
v2
v1 io
in vo RL

i + i1 + i2 + i3 = 0
v v v v  v1 v2 v3 
− o − 1 − 2 − 3 =0 da cui, riordinando vo = − Ro  + + 
Ro R1 R2 R3  R1 R2 R3 

L'uscita è proporzionale alla somma pesata delle tensioni. Se R1 = R2 = R3 = R :

Ro
vo = − (v1 + v2 + v3 )
R

Cioè l'uscita è proporzionale alla somma delle tensioni

AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE

Determinare il valore della tensione vo

R1 1 R2

R1
v2
v 1 R2 vo RL

R2
v+ = v1 ⋅ = v− partitore di tensione
R1 + R2
v2 − v− vo − v− v2 vo R1 + R2
+ = + − ⋅ v− = 0 equilibrio al nodo 1
R1 R2 R1 R2 R1 ⋅ R2
sostituendo:
v2 vo R1 + R2 R2 R2
+ − ⋅ v1 ⋅ = 0 ⇒ vo = ⋅ (v1 − v2 )
R1 R2 R1 ⋅ R2 R1 + R2 R1

Cioè l'uscita è proporzionale alla differenza tra le tensioni

AMPLIFICATORI ADINAMICI -TABELLA RIASSUNTIVA
inseguitore amplificatore amplificatore
di tensione invertente R2
vo = − ⋅ vs non invertente  R 
vo = vs vo = 1 + 2  ⋅ vs
R1
R2  R1 
R2
R1

RL vs vo RL R1
vs vo vs vo RL

amplificatore amplificatore
 v1 v2 v3  R2
sommatore vo = − Ro  + +  differenziale vo = ⋅ (v1 − v2 )
R1
 R1 R2 R3 
R3
R2 Ro R1 R2
R1
v3 R1
v2 v2
v1 vo RL v 1 R2 vo RL
 TEORIA DEI GRAFI
•nodi
•lati GRAFO DEL COMPONENTE
•ordine del nodo
•percorso
GRAFO DEL CIRCUITO
•grafo connesso
•maglia •co-cicli fondamentali
•albero •maglie fondamentali
•co-albero
TEOREMA DI TELLEGEN
per ogni lato di una rete è p(t) = v ·i. Per il principio di conservazione
dell’energia : ∑ (vk ⋅ ik ) ⋅ δ t = 0
k
per qualsiasi insieme di i compatibile con la I legge di Kirchhof
∑ v k ⋅ ik = 0 per qualsiasi insieme di v compatibile con la II legge di Kirchhof
k

v e i sono ORTOGONALI
 TEOREMA DI TELLEGEN
Esistono infiniti {ui} purché
b 2 v a = u1 compatibili col grafo cioè purché
1 d
vb = u1 − u 2 indipendenti.
u2
v  va   ia 
u1 a c
3
c = u2 − u4  vb   ib 
0
e v = u 2 − u3 v  i 
f 4 u3  d  c  c
v 4 = u 4 − u3 Consideriamo: ;
 vd   id 
u4
v f = −u 4
 ve   ie 
 v f  i f 
eseguiamo il prodotto vT · i = va · ia + …+ vf · if =
= u1·ia + (u1-u2 )·ib + (u2-u4 )·ic + (u2-u3 )·id + (u4-u3 )·ie- u4·if =
= u1·(ia + ib ) + u2 ·(-ib+ ic + id ) + u3 ·(-id - ie ) + u4 ·(-ic+ ie - if )
Se l’insieme delle correnti è compatibile con il grafo le quantità tra parentesi sono nulle

vT · i = 0
Il Principio di Conservazione dell’Energia è un caso particolare del
Teorema di Tellegen
 ESEMPI
a 2
b
3
1 d
e
a)
f h c Scrivere le equazioni topologiche
4 g 5

R1
Scrivere le equazioni topologiche
b) u(t) C R2 e dei componenti

R2
Scrivere le equazioni topologiche
c) a(t) R1 L
e dei componenti
Reti in Regime Stazionario
 COMPONENTI ELEMENTARI IN REGIME STAZIONARIO

Per circuiti assolutamente stabili, in presenza di eccitazioni costanti

nel tempo:
•Generatore indipendente di tensione •Generatore indipendente di corrente
I I
V = E ≡ cost I = A ≡ cost
V E V A

•Resistore •Induttore •Condensatore

i i I i I=0

v R v L V=0 v C V

v = R ⋅i ⇒ di dv
v = L⋅ =0⇒ i =C⋅ =0⇒
V = R⋅I dt dt
V = 0 (cto − cto) I = 0 (circuito aperto)
 Vedremo in seguito i casi di circuiti con generatori pilotati, nullori e giratori
•Mutua Induttanza
I1 I2
i1 i2  di1 di2
M v = L ⋅ + M ⋅ =0
 1 1
dt dt V1 = 0
v1 L1 L2 v2  ⇒ V1=0 V2=0
v = M ⋅ di1 + L ⋅ di2 = 0 V2 = 0
 2 dt
2
dt

Tutti i condensatori si comportano come circuiti aperti,

Tutti gli induttori si comportano come corto-circuiti

RETI DI SOLI GENERATORI E RESISTORI

Esempio: B
A C N=4 L=6

Eq. topologiche
A B C N-1 eq KI → 3
R1 R2 L-N+1 eq KV → 3
E1 R3 A E2 D
L = 6 eq. componenti
D
 RESISTORI IN SERIE
V1 V2 Vi Vn VAB
A B A B
I R1 I1 I2 R2 I2 In-1 In I Req
Ri Rn
VAB
I1 = I 2 =  = I i =  = I n = I
VAB = V1 + V2 +  + Vi +  + Vn = R1 I1 + R2 I 2 +  + Rn I n = (R1 +  + Rn ) ⋅ I = Req ⋅ I ⇒ Req = ∑ Ri
i

PARALLELO DI RESISTORI
Vi
A Vi = R I
i i I i = = GiVi
Ri
A A I A A V1 = V2 =  = Vi = Vn = V
V1 Vn  1 1 
I1 I2 Ii In I = I1 +  + I n = +  + 
=  +  +  ⋅ V
R1 Rn  R1 Rn 
V1 V2 Vi Vn
R1 R2 Ri Rn Geq = ∑ Gi = ∑ =
1 1
i i Ri Req
Nel caso di due soli resistori:
B B B B R1 R2
Req = Geq = G1 + G2
B R1 + R2
 PARTITORI
Partitore di Tensione
I R1 R2 Ri Rn I
V1 R1  R1
V Vi V
 1 = V ⋅
V  R1 + R2

Vi = Ri I V = (R1 +  + Rn ) I ⇒ I = V ∑R V = V ⋅ R2
i
i
V2 R2  2 R1 + R2
Ri
Vi = V ⋅
∑ Ri Nel caso di due soli resistori:
i

V
Partitore di Corrente Ii =
Ri
= V ⋅ Gi
I I
I = I1 + I 2 +  + I n = V ⋅ (G1 + G2 +  + Gn ) ⇒ V =
I1 I2 I3 In ∑G
i
i

V R1 R2 Ri Rn Ii = I ⋅
Gi
I
∑G i 
1I = I ⋅
R2
i
 R1 + R2
R1 I1 R2 I2 
 I = I ⋅ R1
Nel caso di due soli resistori:  2 R1 + R2
 TRASFORMAZIONE STELLA-TRIANGOLO
A A

RA
RCA RAB
RC 0 RB

C B C RBC B
 RAB RCA
R
 A =
 R0
 RBC RAB  RAB = R A ⋅ RB ⋅ G0
 RB = R0 = RAB + RBC + RCA  1 1 1
R0  RBC = RB ⋅ RC ⋅ G0 G0 = + +
 R = R ⋅ R ⋅ G R A RB RC
 RCA RBC  CA
R
 C = C A 0

 R0

Nel caso di tre resistenze uguali sarà: R∆

RY =
3
 PRINCIPIO DI SOVRAPPOSIZIONE DEGLI EFFETTI

In una rete lineare, comunque complessa, contenente bipoli lineari,

le tensioni e le correnti in ciascun lato possono essere determinate
sommando i contributi dovuti ai singoli generatori presenti, agenti
uno alla volta.
(Passivazione dei generatori)
TEOREMA DI TELLEGEN ∑V I
h
h h =0

PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELLE POTENZE

•TEOREMA DI THEVENIN
•TEOREMA DI NORTON A I A I
A I Req
V Aeq Geq V
Eeq
V B B
V = Eeq + Req I I = Aeq + GeqV
 TEOREMA DI THEVENIN
SE IL CIRCUIRO CONTIENE:
• RESISTORI E GENERATORI INDIPENDENTI E PILOTATI (LA
GRANDEZZA PILOTANTE INTERNA ALLA RETE):
•ETH: tensione a vuoto fra A e B
•Icc: corrente di corto-circuito fra A e B
•RTH = ETH/ Icc
• RESISTORI E GENERATORI PILOTATI (NESSUN GENERATORE
INDIPENDENTE)
•ETH = 0

COLLEGARE UN GENERATORE DI CORRENTE DA 1 A FRA A E B

CALCOLARE VAB

RTH = VAB/1

ANALOGAMENTE PER IL CIRCUITO EQUIVALENTE DI NORTON

 METODO DELLE CORRENTI DI MAGLIA
E1 E2
R 1 R 2
I1 = J 1
I5 I2 = J2 Le equazioni ai nodi
J1 J2 sono identità
I1 E4 R5 I2 I 3 = J 3
R4 R6 I6 I 4 = J1 − J 3
 E1 − E4 = R1 I1 + R5 I 5 + R4 I 4
I 5 = J1 − J 2 
I4 J3 − E2 = R2 I 2 + R6 I 6 − R5 I 5
I6 = J 2 − J3 E + E = R I − R I − R I
 3 4 3 3 4 4 6 6

R3 I3
E3
 E1 − E4 = R1 J1 + R5 (J1 − J 2 ) + R4 ( J1 − J 3 )  E1 − E4 = (R1 + R5 + R4 )J1 − R5 J 2 − R4 J 3
 
− E2 = R2 J 2 + R6 (J 2 − J 3 ) − R5 ( J1 − J 2 ) − E2 = − R5 J1 + (R2 + R5 + R6 )J 2 − R6 J 3
E + E = R J − R (J − J ) − R (J − J )  E + E = − R J − R J + (R + R + R )J
 3 4 3 3 4 1 3 6 2 3  3 4 4 1 6 2 3 4 6 3

Rii : auto-resistenza
 R11 R12  R1M   J1   E1   E1   EV 1   E I 1 
     =    della maglia i
   =  +  
     Rij : mutua resistenza      
 RM 1 RM 2  RMM   J M   EM  tra la maglia i-esima e  EM   EVM   EIM 
la maglia j-esima
ESEMPIO Trovare la potenza fornita dal
4Ω generatore da 6 V
J3 3Ω 2Ω
2Ω [Z ]⋅ J = E

6V J 1Ω 12 V  3 − 1 − 2   J1   6 
1 J2  − 1 6 − 3 ⋅  J 2  = 12
− 2 − 3 9   J 3   0 

6 −1 − 2
12 6 − 3
0 −3 9 6(54 − 9 ) − 12(− 9 − 6 )
J1 = = =5A
∆ 3(54 − 9 ) + (− 9 − 6 ) − 2(3 + 12)

P = V ⋅ I = 30 W
 METODO DEI POTENZIALI NODALI
G11 G12 h G1n  V1   A1  n = N -1  A1   AI 1   AV 1 
 l  l  =  l    =  +  
      Gii : conduttanza propria del      
Gn1 Gn 2 h Gnn  Vn   An  nodo i  An   AIn   AVn 
Gij : conduttanza mutua tra i
nodi i e j
Noti i potenziali si può risalire a tutte le incognite
A TEOREMA DI MILLMANN
Caso limite di rete con due soli nodi
R1 R2 R3 Ri Rn
G1 E1G1 Gn EnGn
E1 E2 E3 Ei En

B
∑G E i i A
V AB = i
∑G ∑E G
∑G
i i i
i i
i
i
B
 ESEMPIO
E1
R1 E1 = 100 V; E2 = 50 V
E3 = −50 V; E4 = 150 V
R5 2 R6
1 3 R1 = R2 = 10 Ω
R3 = R4 = 5 Ω
R2 R7 R4 R8 R3 R5 = 2 Ω
R6 = R7 = 4 Ω
E1 E4 E3
R8 = 1 Ω

0
1 1 1 1 1   E1 E 2 
 + + − −  U 1  − + 
 R1 R2 R5 R5 R1    1 R R 2 
 1 1 1 1 1 1 1    E4 
 − + + + + −  U 2  =  
 R5 R4 R5 R6 R7 R8 R6    R 4 
  
1 1 1 1 1     E1 E 3 
 − − + +  U 3   + 
 R1 R6 R1 R3 R6   R1 R3 
 0,7 − 0,5 − 0,1  U 1  − 5
    
    
− 0,5 2,2 − 0,25 U 2  =  30 
    
    
 − 0,1 − 0,25 0,55  U 3   0 

U 1 = 3,61 V

U 2 = 13,68 V

U 3 = 6,87 V
 CASO IN CUI SONO PRESENTI GENERATORI PILOTATI
• La matrice dei coefficienti nel metodo delle maglie non è
più simmetrica
• Il metodo si destruttura

Esempio:

R3

R2 J3 R4
 R2 J1 − R2 J 3 = E1 − 2(J1 − J 3 )
IR2 
 R4 J 2 − R4 J 3 = 2(J1 − J 3 ) + 3(− R3 J 3 )
3V3 (R + R + R )J − R J − R J = 0
E1 J1 2IR2  2 5 4 3 2 1 4 2

J2
 TEOREMA DEL MASSIMO TRASFERIMENTO DI POTENZA
a
THEVENIN i
RTH a
RL ETH RL
b
p
b pmax
2
 ETH 
p = R L i 2 = R L ⋅  
 RTH + RL 
RTH RL
SI HA LA MASSIMA POTENZA TRASFERITA AL CARICO QUANDO LA
RESISTENZA DEL CARICO E’ UGUALE ALLA RESISTENZA DI
THEVENIN VISTA DAL CARICO: RL = RTH
Dimostrazione:
dp 2
 (RTH + RL )2 − 2 RL (RTH + RL ) 
= ETH  =0 ⇒ RTH + RL − 2 RL = 0 ⇒ RL = RTH
dRL  (RTH + RL ) 4

2
ETH
⇒ p max =
4 RTH
 1
Rendimento in potenza:
p Pcarico
p max η=
Pgeneratore
Se RL = RTH allora:
R L RTH

1
2
ETH 
Pcarico = p max = 
4 RTH  1
 ⇒ η=
 ETH  ETH 2
 2
Pgeneratore = ETH ⋅ i = ETH ⋅   =
 RTH + RL  2 RTH 


IN CONDIZIONI DI MASSIMO TRASFERIMENTO DI POTENZA

SI HA UN RENDIMENTO PARI AL 50%
 ESEMPIO

6Ω 3Ω 2Ω Determinare RL affinché si
a abbia il massimo
trasferimento di potenza al
12 V 12 Ω 2A RL carico. Determinare la
b potenza massima

Risposta:

RL = RTH = 9 Ω
VTH = 22 V
2
VTH
p max = = 13,44 W
4 RL
Reti in Regime Sinusoidale
 INGRESSO CISOIDALE

yp (t) dipende dall'ingresso u(t)

INGRESSO CISOIDALE: u(t) = U eσt cos(ω t + ϕ)⋅ δ-1(t) U>0

a) σ = 0; ω = 0 ⇒ u(t) = U cosϕ⋅ δ-1(t) GRADINO

b) σ = 0; ⇒ u(t) = U cos (ω t + ϕ)⋅ δ-1(t) SINUSOIDE
c) σ < 0; ω = 0 ⇒ u(t) = U eσt cosϕ⋅ δ-1(t) ESPONENZIALE DECRESCENTE
d) σ < 0; ω ≠ 0 ⇒ u(t) = U eσt cos(ω t + ϕ)⋅ δ-1(t) OSCILLATORIO SMORZATO
DALL'INGRESSO CISOIDALE SI POSSONO RICAVARE COME
SOTTOCASI ALCUNI TIPI DI INGRESSI COMUNEMENTE
UTILIZZATI.
Una rappresentazione compatta di u(t) è la seguente:

{
u (t ) = ℜe U ⋅ e st } s = σ + jω U = U ⋅ e jϕ
bm s m +  + b0
{
y p (t ) = ℜe A ⋅ e st } A= n
an s +  + a0
⋅U
 bm s m + h + b0 FUNZIONE DI
A=
a n s n + h + a0 TRASFERIMENTO
DIPENDE DALLE CARATTERISTICHE DELLA RETE E NON
DALL'INGRESSO
RIASSUMENDO:
REL. I/O
dny d nu

an n + h + a0 y = bm n + h + b0u
λi FREQ. LIBERE DELLA RETE
dt dt
(soluzioni dell'eq.

 y0 ( ) + caratteristica)
 CONDIZIONI n



 l INIZIALI
∑ Ai eλi t Rappresenta il modo
 n −1 i =1 di evolvere della rete,
NOTE indipendentemente
d y
 dt n −1 dall'ingresso
 +
0

{
u (t ) = ℜe U ⋅ e st } ⇒INGR. CISOIDALE

{ }
n
y (t ) t >0 = ∑ Ai eλ t + ℜe H (s ) ⋅ U (s ) ⋅ e st
i

La risposta forzata evolve,
i =1
nel tempo, come l'ingresso
RISP.LIBERA RISP.FORZATA
 FREQUENZE LIBERE
ℑm(λ)
se ℜe{λi } < 0 ∀i la risposta libera
ℜe(λ) converge a zero dopo un certo tempo. Per
t→∞ RIMANE LA SOLA RISPOSTA
FORZATA

se ℜe{λi } < 0 ∀i RETE ASSOLUTAMENTE STABILE

se ∃i ∋ ℜe{λi } = 0 RETE SEMPLICEMENTE STABILE

se ∃i ∋ ℜe{λi } < 0 RETE INSTABILE
 REGIME SINUSOIDALE

se s = j ω (ingresso sinusoidale), dopo un certo tempo si instaura

il regime sinusoidale

A = H ( jω ) ⋅ U
Per tempi molto grandi, possiamo prescindere dall'origine dei tempi e
pensare di lavorare direttamente nel campo complesso.
La riconversione al dominio del tempo è immediata:

{
y (t ) = ℜe A ⋅ e jωt
} se {
u (t ) = ℜe U ⋅ e jω t
}

SI UTILIZZA IL METODO SIMBOLICO

 ESEMPIO
u (t ) = a (t )
 u (t ) = iR + iL KLI
t=0 
eq. top.
iL
iR vu = vR = vL KLV
vu R L vL
a(t) vR  v R = R ⋅ iR

 diL
eq. comp.vL = L ⋅
 dt
 a(t ) = u (t )


L diL
u(t ) = + iL RELAZIONE I/O
R dt
 Se
( )
u (t ) = I 0 ⋅ eσt cos ωt ⋅ δ −1 (t ) I 0 > 0 →
{
u (t ) = ℜe I 0 ⋅ e st } I 0 = I 0 ⋅ e j0 = I 0

Hp: stato nullo : iL(0-) = 0

  R  
{ } { }  I 0  − L ⋅t st
 I 0 ⋅ e 
1
i Lp = ℜe B ⋅ e st = ℜe H (s ) ⋅ U ⋅ e st H (s ) = i L = −ℜe  ⋅ e + ℜ e  L 
L L
 s + 1  s + 1
s +1
I0 R 
 R    R 

t
ℑm(λ)

I0 ℜe(λ)

a) σ = 0; ω = 0 ingresso a gradino PER t →∞ LA RISPOSTA TENDE ALLA

b) σ = 0; ω ≠ 0 ingresso sinusoidale SOLA RISPOSTA FORZATA!
 CASI PARTICOLARI

a) σ = 0;; ω = 0 λ valore negativo → Rete assolutamente stabile

u(t)
I0
gradino
t

R
− t  − t
R
iL = − I 0 ⋅e L + I 0 = I 0 ⋅ 1 − e L 
 
 

iL(t)
I0

t
 b) σ = 0;; ω ≠ 0 u(t) = I0 cos ω t sinusoidale

 I0  I0
A = −ℜe =−
 jω L R + 1  (ω L R )2 + 1
 I 0 ⋅ e jωt   I 0 ⋅ e jωt (1 − j ωL R ) 
iLp = ℜe  = ℜe  =
 jω L R + 1   (ω L R ) + 1 
2

I0  ωL 
= ⋅  cos ω t + sin ω t 
(ω L R ) + 1 
2 R 

I0

t  ωL 

2
 +1
 R 
t t
I0
− 2 risposta libera risposta forzata
 ωL 
  +1 risposta completa
 R 
 IN UNA RETE ASSOLUTAMENTE STABILE, IL REGIME
SINUSOIDALE VIENE CONSEGUITO DA TUTTE LE VARIABILI
DELLA RETE

METODO SIMBOLICO

U , A sono due fasori

ℑm A verso positivo U = U ⋅ e jϕ
per le fasi
ψ
U
(convenzionalmente) H = H ⋅ e jψ
ϕ
ℜe A = H ⋅ U ⋅ e j (ϕ +ψ )
Le grandezze sono iso-frequenziali, quindi, dopo un certo
tempo, l'istante iniziale perda significato ed è superfluo
indicare il riferimento degli assi. L'importante è che le
diverse grandezze fasoriali stiano in un determinato
rapporto di fase tra loro
 ℑm A

Nella figura, A è in anticipo rispetto a V

ψ
U
ϕ
ℜe ANTICIPO → ANGOLO POSITIVO
RITARDO → ANGOLO NEGATIVO

CASI PARTICOLARI:
a) ψ = π / 2 i fasori sono in quadratura
b) ψ = π i fasori sono in opposizione di fase
c) ψ = 0 i fasori sono in fase

PRINCIPI DI KIRCHHOFF

Dominio del Tempo Dominio della Frequenza



∑v = 0 

∑V = 0
∑i = 0
 ∑I = 0

 EQUAZIONE DEI COMPONENTI
I(jω) V ( jϖ ) = H ( jω ) ⋅ I ( jω )
A(jω) V(jω)

H(jω) prende il nome di IMPEDENZA Z ( jϖ )

Z ( jω ) = Z
V = Z ⋅ I
Se esiste l'inversa della funzione di trasferimento:
1
AMMETTENZA Y ( jω ) = = Y
Z ( jω )
 EFFICACE In elettrotecnica si utilizzano
VALORE EFFICACE.
spesso i valori efficaci delle grandezze sinusoidali,
soprattutto quando si parla degli aspetti energetici.
Il valore efficace è definibile per tutte le grandezze
periodiche:

1 T 2
VALORE EFFICACE = ∫0
f (t )dt
T

Nel caso sinusoidale:

1 T VM
Veff =V = ∫ VM2 sin (ωt ) ⋅ dt =
2
T 0 2
 1 T 2
VALORE EFFICACE = ∫ f (t )dt
Se
0
f(t) = AM cos (ϖt + ϕ) T
1 T 1 2 T
∫ ∫
2 2
A= AM cos (ϖt + ϕ)dt = AM cos 2 (ϖt + ϕ)dt
T 0 T 0

ma : ∫ ∫
cos 2 (x)dx = cos x ⋅ cos xdx = (integrando per parti)

∫ ∫
sin x cos x + sin x ⋅ sin xdx = sin x cos x + sin 2 xdx =

sin x cos x + ∫ (1 − cos x)dx = sin x cos x + ∫ dx + ∫ − cos xdx ⇒

2 2

sin x cos x + x
2∫ cos xdx = sin x cos x + ∫ dx ⇒ ∫ cos xdx =
2 2
2
allora
T 1 1
∫
2
cos (ϖt + ϕ)dt = [sin ϖT cosϖT + ϖT − sin 0 cos 0] =
0 2ϖ
1 T  2π 2π 2π  1 T 2π T
= sin T cos T+ T = T=
2 2π  T T T  2 2π T 2
1 2 T A
A= AM = M
T 2 2
 z
RESISTORE 1
I
v = R ⋅i ⇒ V = R ⋅ I z = R y = = G
R
p (t ) = v ⋅ i = R ⋅ I max
2
cos 2 ωt V
p(t)
1 + cos 2ωt 1 + cos 2ωt
cos 2 ωt = ⇒ p(t ) = R ⋅ I max
2
2 2
R⋅I2
I max = 2 ⋅ I eff = 2 ⋅ I
t
p (t ) = R ⋅ I 2 (1 + cos 2ωt ) = V ⋅ I + V ⋅ I ⋅ cos 2ωt pulsazione 2ω

NOTA: La potenza assorbita dal resistore è sempre positiva o, al

più, nulla, è pulsante di pulsazione doppia rispetto a quella della
tensione o della corrente

IL VALORE V·I E' IL VALORE MEDIO DI p(t) NEL PERIODO E

VIENE CHIAMATO POTENZA ATTIVA

2
P = R⋅I =V ⋅I
 CAPACITORE i
C

dv
i=C ⇒ I = jω C ⋅ V ( jω ) v
dt
V
= Z ( jω ) =
C 1
=−j
1
YC = jω C I
I jω C ωC
π
2 V
v' V0
i ( )
v' 0− = 0
C dv'
i(t ) = C t>0
v dt

NOTA: SI PUO' PARLARE DI IMPEDENZA DI UN

COMPONENTE SOLO SE TALE COMPONENTE E'
NELLO STATO ZERO
 2
I max
p(t ) = v ⋅ i = sin ωt ⋅ cos ωt = 2VI sin ωt ⋅ cos ωt = VI sin 2ωt
ωC
p(t)
V ⋅I La potenza assorbita è sinusoidale di
t pulsazione doppia rispetto a tensione e
corrente ed ha valore medio nullo. LA
POTENZA ATTIVA E' NULLA
pulsazione 2ω

La quantità Q = V·I pari all'ampiezza massima dell'oscillazione

della potenza istantanea è detta POTENZA REATTIVA.
La potenza reattiva si misura in VAR

Se ω=0 → jωC = 0 (regime permanente) Il condensatore si

comporta da circuito aperto

•PARALLELO DI CAPACITORI
•SERIE DI CAPACITORI
 INDUTTORE di
L v=L ⇒ V = j ω L ⋅ I ( jω )
i dt
V 1
v = Z ( jω ) = j ω L
> >
Y=
I jω L

RAPPRESENTAZIONE FASORIALE

V
π V è in anticipo di π /2 rispetto a I
2 I
Se lo stato iniziale non è nullo si può ricorrere al circuito equivalente:
v
di '
i' v=L ⇒ V = jω L ⋅ I ' ( jω )
i dt
i(0-)
 p (t ) = v ⋅ i = − 2 I cos ωt ⋅ 2ωL sin ωt =
= −ωLI 2 2 cos ωt sin ωt =
= −ωLI 2 sin 2ωt = −VI sin 2ωt

p(t)
V ⋅I
La potenza istantanea è una
t
sinusoide di pulsazione doppia
rispetto a tensione e corrente.
pulsazione 2ω LA POTENZA ATTIVA E' NULLA
Q = V·I POTENZA REATTIVA

•SERIE DI INDUTTORI
•PARALLELO DI INDUTTORI
MEMORIZZAZIONE DELLO STATO INIZIALE
SE NON SI E' NELLO STATO ZERO NON SI PUO' PARLARE DI
IMPEDENZA DI UN COMPONENTE
C 1 q (t )
v(t ) = ∫ i (τ ) dτ + cost v(t ) =
t
i
0
C C
v 1 t 1
( )
v(t ) = ∫0 i dτ + V0 = ⋅ q t ≥ 0 − + V0
C
−

vc' V0·δ-1(t)

( )
i dv'
C vc
−
vc ' 0 = 0 i (t ) = C
dt

Lo stato del capacitore può essere "memorizzato" mediante un

generatore di tensione
 L 1 ϕ (t )
i (t ) = ∫0 v(τ ) dτ + cost i (t ) =
i t

L L
v
1 t 1
( )
i (t ) = ∫0 v dτ + I 0 = ⋅ ϕ t ≥ 0 − + I 0
L
−

iL
i L'
( )
−
iL ' 0 = 0 v(t ) = L
diL '
dt
I0 ·δ-1(t)

Lo stato dell'induttore può essere "memorizzato" mediante un

generatore di corrente
 MUTUA INDUTTANZA -1
i1 i2
M  di1 di2
 1v = L1 + M 12
non dissipativo M 12 = M 21 = M
dt dt Hp:
L1 L2 
v1 v2 v2 = L2 di2 + M 21 di1 passivo L1L2 − M 2 ≥ 0
 dt dt
M
k= COEFFICIENTE DI ACCOPPIAMENTO ( k ≤ 1)
L1L2
i1 i2 i1 i2 i1 i2 i1 i2
M M M M

L1 L2 L1 L2 L1 L2 L1 L2
v1 v2 v1 v2 v1 v2 v1 v2

a) M > 0 b) M > 0 c) M < 0 d) M < 0

I regime sinusoidale: Se inizialmente si è nello stato zero, jωL1 , jωL2 e jωM

sono delle impedenze (Ω).
 V1 = jωL1I1 + jωM 12 I 2


V2 = jωL2 I 2 + jωM 21I1 LA MUTUA A 4 TERMINALI HA LE STESSE
EQUAZIONI DI QUELLA A 3 TERMINALI
 MUTUA INDUTTANZA -2
M 12 ≠ M 21 ⇒ M 21 = M 12 + g
Hp: PASSIVO
d 1 2 1 2  di
NON DISSIPATIVO p (t ) = v1i1 + v2i2 =  L1i1 + L2i2 + M 12i1i2  + g ⋅ i2 1
dt  2 2  dt
i2 l1 Per la condizione di NON DISSIPATIVITA':
A B
∆ω1 + ∆ω 2 = 0 ⇒ ∫ p(t ) ⋅ dt = 0
l2
i1 ∆ω1 e ∆ω2 devono dipendere solo dagli estremi →
p(t) deve essere un differenziale esatto →
g = 0 → M12 = M21 = M
Infatti: ∫ g ⋅ i2 di1 = 0 AREA A TRATTEGGIO SEMPLICE
Lungo le l1 e l2 ∫ g ⋅ i2 di1 assume valori differenti . Per la condizione di passività:
 L1 M   i1 
1 1 1
p(t )dt ≥ 0 ⇒ L1i12 + Mi1i2 + L2i22 ≥ 0 ∀t ⇒ [i1 i2 ]   ≥ 0
t
ω=∫ −∞
∀t
2 2 2   
M L2  i2 

FORMA QUADRATICA SEMIDEFINITA POSITIVA → MINORI ≥ 0 →

L1 ≥ 0 L2 ≥ 0 L1 L2 -M2 ≥ 0
 TRASFORMATORE IDEALE
Se k = 1 (accoppiamento stretto)

M = L1L2
 di1 di2  di1 di2
v = L + L L  1v = L + L L
 1 1
dt
1 2
dt
1
dt
1 2
dt L1
 ⇒  ⇒ v1 = ⋅ v2 = n ⋅ v2
L di di
v2 = L1L2 di1 + L2 di2  1 v2 = L1 1 + L1L2 2 L2
 dt dt  L2 dt dt
Nel dominio della frequenza:
 V1 = jωL1I1 + jω L1L2 I 2
 I1 1 V1 L
 L1 ⇒ V1 = n ⋅V2 = − 2
 ⋅ V2 = jωL1I1 + jω L1L2 I 2 I 2 jωL1 I 2 L1
L
 2
1 V1 L2 1
Per L1 , L2 → ∞ si può trascurare il termine mentre = da cui:
jωL1 I 2 L1 n

 V1 = nV2 I1 I2
n:1

 1 TRASFORMATORE IDEALE V1 V2
1I = − I2
 n
 ESEMPIO
I1 1 I2
j
Calcolare I1 e I 2 a regime
V1 j 2j V2 1
E e(t ) = 2 ⋅ 30 cos ωt

 30 = 1 ⋅ I1 + j ⋅ I1 + j ⋅ I 2 30 = (1 + j ) ⋅ I1 + j ⋅ I 2
 
 ⇒
0 = j ⋅ I1 + 2 j ⋅ I 2 + 1 ⋅ I 2 0 = j ⋅ I1 + (1 + j 2) ⋅ I 2
−j − j ⋅ (1 − j 2 ) −2− j I2 E
I2 = ⋅ I1 = ⋅ I1 = ⋅ I1
1+ j2 5 5
 1− 2 j  6 3
30 = 1 + j −
5 
 ⋅ I1 =  + j  ⋅ I1 I1
 5 5
30 ⋅ 5 30 ⋅ 5 10 ⋅ 5 ⋅ (2 − j )
I1 = = = = 10 ⋅ (2 − j ) A = 22,4∠ − 26,6° A
6 + j 3 3 ⋅ (2 + j ) 5
I 2 = −2 ⋅ (2 − j ) ⋅ (2 + j ) = −2 ⋅ (4 + 1) = −10 A
 ESEMPIO
I1 2Ω I2
jω
V2 v1 = 100 cos10t
V1 jω j2ω 3Ω
trovare la tensione V2 e v2(t)

 V1 = (2 + jω ) ⋅ I1 − jω ⋅ I 2


0 = − jω ⋅ I1 + (3 + j 2ω ) ⋅ I 2
2 + jω V1

− jω 0 jω ⋅ V1 jω ⋅ V1
I2 = = = =
2 + jω − jω (2 + jω )(3 + j 2ω ) + ω 6 + j 4ω + j3ω − 2ω + ω
2 2 2

− jω 3 + j 2ω
jω ⋅ V j103 j103
= = = = 8,53∠126,7° A
( )
6 − ω 2 + j 7ω − 94 + j 70 117,2∠ − 36,674°

V2 = − R ⋅ I 2 = −3 ⋅ 8,53∠126,7° = −25,6∠126,7° V v2 (t ) = −25,6 cos(10t + 2,21) V

 TEOREMI DI THEVENIN E NORTON
I Rete attiva costituita da componenti
RETE lineari tempo-invarianti
ATTIVA
V

I
zeq
EQUIVALENTE
THEVENIN V CIRCUITALE V = Z eq I + Eeq
Eeq

Il duale è il teorema di Norton

I

Aeq
EQUIVALENTE I = Yeq ⋅ V + Aeq
NORTON y eq
V CIRCUITALE
 ESEMPIO
C A
500 Ω -j250 Ω
10∠0° Trovare gli equivalenti di Thevenin e Norton
500 Ω

B
D
THEVENIN
500 500 ⋅ 500
Eeq = 10 ⋅ = 5∠0° V zeq = − j 250 + = 250 − j 250 = 250 ⋅ 2 ∠ − 45° Ω
500 + 500 500 + 500
C A
NORTON 500 Ω -j250 Ω
1 1 10∠0° 500 Ω
y eq = = ∠45° Ω = 2,828 ⋅10 −3 ∠45° Icc
zeq 250 ⋅ 2
500(− j 250 ) B
B
VCB 500 − j 250 −j 5
I cc = VCB = 10∠0° ⋅ = 10∠0° ⋅ = ∠ − 45°
− j 250 500(− j 250 ) 2 − j 2 2
500 +
500 − j 250
5∠ − 45° 1
I cc = = ∠45° = 0,01414∠45° = Aeq
2 ⋅ 250∠ − 90° 2 ⋅ 50
5
Eeq ⋅ y eq = ∠45° = 0,01414∠45° = Aeq c.v.d.
250 ⋅ 2
 PARTITORI
PARTITORE DI TENSIONE: PARTITORE DI CORRENTE:
z1 z2 zi zn

V y1 y 2 y n−1 y n A
I Vi

E
Vi = zi ⋅ I  I i = y i ⋅ V
 zi  y i
   ⇒ Vi = E ⋅    ⇒ I i = A ⋅
 E =  ∑ 
z i  ⋅ I ∑ zi  A =  ∑ 
y i  ⋅ V ∑ yi
  i  i   i  i

n=2 n=2
I
U1 z1 Y1 Z 2
z1 U1 = U ⋅ I1 I2 I1 = I ⋅ =I⋅
z1 + z2 y1 + y 2 Z1 + Z 2
U
z2 y1 y 2 Y2 Z1
z2 U2 = U ⋅ I2 = I ⋅ =I⋅
U2
z1 + z2 
Y1 + Y2  Z1 + Z 2
 POTENZE IN REGIME SINUSOIDALE
I
{
i(t ) = 2 ⋅ I ⋅ cos ωt = ℜe 2 ⋅ I ⋅ ejωt
} j0
⇒ I = I ⋅e
z = z ⋅ e jϕ V zl
V = z ⋅ I = z ⋅ e jϕ ⋅ I ⋅ e j 0 = z ⋅ I ⋅ e jϕ
{ }
v(t ) = ℜe 2 ⋅ zI ⋅ e jϕ e jωt = 2V cos(ωt + ϕ )
p(t ) = v ⋅ i = 2V cos(ωt + ϕ ) ⋅ 2 I cos ωt = 2VI cos(ωt + ϕ ) cos ωt
ma : 2 cos(ωt + ϕ ) cos ωt = cos ϕ (1 + cos 2ωt ) − sin ϕ sin 2ωt

VI·sinϕ
p(t ) = VI ⋅ cos ϕ (1 + cos 2ωt ) − VI ⋅ sin ϕ sin 2ωt S

Potenza Attiva istantanea Potenza Reattiva istantanea ϕ

valore medio valore massimo
VI cos ϕ
P = VI cos ϕ Q = VI sin ϕ TRIANGOLO
Potenza Attiva [ W ] Potenza Rettiva [VAR ] DELLE POTENZE

S = P + jQ Potenza Complessa
( )
S = P 2 + Q 2 = V 2 I 2 cos 2 ϕ + sin 2 ϕ = VI Potenza Apparente [VA]
Si dimostra facilmente che: S> = V ⋅ I *

Infatti: I z> = R + jX = z> ⋅ e jϕ

V z> se I = I ⋅ e jψ allora :
V = z> ⋅ I = zI ⋅ e jϕ ⋅ e jψ = V ⋅ e jϕ ⋅ e jψ

Perciò:
V ⋅ I * = Ve jϕ e jψ ⋅ I ⋅ e − jψ = VI ⋅ e jϕ =
= VI ⋅ cos ϕ + jVI ⋅ sin ϕ = P + jQ = S
P rappresenta la potenza dissipata
Q rappresenta la potenza scambiata con altri accumulatori di energia

cos ϕ : fattore di potenza del carico

 CASI PARTICOLARI

RESISTORE ϕ = 0 p (t ) = VI (1 + cos 2ωt ) = RI 2 (1 + cos 2ωt )

p(t) valore medio: P = VI
I Q=0
RI 2
V t
I V

CAPACITORE ϕ = π/2 anticipo p (t ) = −VI sin 2ωt
p(t) I P=0
I
VI π Q = -VI
V t 2 V

INDUTTORE ϕ = π/2 ritardo p(t ) = VI sin 2ωt

p(t)
π V P=0
VI
I 2 Q = VI
V t I
 TEOREMA DI BOUCHEROT
' ''
Dal teorema di Tellegen: ∑ vh ⋅ ih = 0
h

In regime sinusoidale: {Vh } ; {I h* }

{ }
Applichiamo Tellegen agli insiemi delle {Vh } e I h*

∑ h h = ∑ (Ph + jQh ) = 0
V ⋅ I *

h h

Affinché sia verificata deve essere:

∑ Ph = 0
h

∑ Qh = 0
h
 RIFASAMENTO
IL 2 2
IL E E
P= cos ϕ ; Q = sin ϕ
E zC = zC ⋅ e jϕ zC zC

E
I L' IL = j ωC E
zC I L' E
j ωC E IL
Per Boucherot: ϕ E
E zC sin ϕ
IL zC
Qg + Qc + Qz = 0
RIFASARE SIGNIFICA IMPORRE: Qg = 0 CIOE': Qc + Qz = 0
E2 E2  π sin ϕ
Qz = sin ϕ ; Qc = sin  −  = −ωCE 2 ⇒ C=
z 1 ωC  2  z ω
LA CAPACITÀ DIPENDE SOLO DAL CARICO E DALLA PULSAZIONE
 1   cos ϕ − j sin ϕ  E cos ϕ
I L' 
= E jωC +  = E  jω C + =
 
z ⋅ e jϕ   
z  z
   
IN FASE CON E (GENERALMENTE cos ϕ' ≅ 0,9 )
Pg + Pz = 0
Ic ' V
IL
Qg + Qc + Qz = 0 ϕ ϕ'
I L' cos ϕ ' = I L cos ϕ ⇒ I L' = I L
cos ϕ
IL Ic
cos ϕ '
I c = I L sin ϕ − I L' sin ϕ ' = I L sin ϕ − I L cos ϕ ⋅ tan ϕ '
 sin ϕ cos ϕ tan ϕ '  V
I c = I L cos ϕ ⋅  −  = I L cos ϕ ⋅ (tan ϕ − tan ϕ ')
 cos ϕ cos ϕ  V
P ⋅ (tan ϕ − tan ϕ ')
I c = ωCV = S
V Qc Q
P ⋅ (tan ϕ − tan ϕ ')
⇒ C= '
ωV 2 ϕ S
ϕ ' Q'
P
TRA I CARICHI CHE OCCORRE RIFASARE:

MOTORI ASINCRONI

LAMPADE A SCARICA CON REATTORE DI STABILIZZAZIONE

FORNI AD INDUZIONE

etc

Es: Lampada fluorescente da 20 W → C ≅ 5 µF

Lampata fluorescente da 100 W → C ≅ 18 µF

MASSIMO TORNACONTO PER L'ENTE cos ϕ = 0,95 ÷ 0,97

Norme: Per P ≥ 15 kW

cos ϕ ≥ 0,9 Nessuna Penale

0,7 ≥ cos ϕ ≥ 0,9 Penale: f (∫ Qdt ∫ Pdt ) nel periodo di fatturazione

cos ϕ ≤ 0,7 Obbligo di Rifasamento

ESEMPIO: impedenza equivalente

R = 10 Ω
R X2 X1 = 2 Ω
X1
X2 = 5 Ω
X3 X3 = 6 Ω

zeq =
( R + jX 2 )(− jX 3 )
− jX =
(10 + j 5)(− j 6)
− j2 =
1
R + jX 2 − jX 3 10 − j

− j 60 + 30 − j 20 − j 2 28 − j80
= = = 8,43∠ − 64,9°
10 − j 10 − j
 2Ω 2H 2F
ESEMPIO
1F
e(t) 1Ω v2(t) v2(t) = ?
1Ω
e(t) = cos(t-π/4)

j2 -j 0,5 I2
2Ω 2 I = E zeq
1F I j 1,5 I 1− j
1∠ − 45° 1Ω 1 E zeq I2 = I
1Ω E 1-j (1 − j ) + (1 + j 25)
V2 = 1⋅ I 2

zeq =
(1 + j1,5)(1 − j ) + 2 = 1 − j + j1,5 + 1,5 + 4 + j = 6,5 + j1,5 = 6,67∠13° = 3,24∠ − 1°
1 + j1,5 + 1 − j 2 − j 0,5 2 − j 0,5 2,06∠14°
1∠ − 45°
I= = 0,31∠ − 44°
3,24∠ − 1°

1− j 0,31∠ − 44° ⋅ 2∠ − 45°

I 2 = 0,31∠ − 44° ⋅ = = 0,21∠ − 103°
2 + j 0,5 2,06∠14°

V2 = 0,21∠ − 103° v2 (t ) = 0,21 ⋅ cos(t − 103°)

ESEMPIO

1Ω 2H e(t) = 3 cos t - sin t

i(t) i(t) = 2 cos t + sin t
e(t) C
C=?
10
E= ∠ − 0,322
e(t ) = 10 cos(t − 0,322 ) 2

i (t ) = 5 cos(t + 0,464) 5
i (t ) = ∠0,464
2
zeq = 1 + j 2 − jxc

E
zeq = = 2∠ − π 4 = 1 − j
I
1 − j = 1 + j 2 − jxc ⇒ xc = 1 ⇒ C = 1 F
ESEMPIO (Teorema di Boucherot)
I 1 j 1 La potenza complessa erogata
IX IR dal generatore è:
E = 20 V10 jX R SC = 100 ⋅ (1 − j )
Calcolare i valori di R ed X
0
SC = E ⋅ I *
I * = SC E = 100 ⋅ (1 − j ) 20 = 5 − j 5 ⇒ I = 5 + j 5 = 50∠45°
V10 = E − (1 + j )I = 20 − (1 + j )(5 + j 5) = 20 − 5(1 + 2 j − 1) = 20 − j10
V10 20 − j10 10 + j 20 500
IX = = = ⇒ IX =
jX jX X X
V10 20 − j10 500 Essendo:
IR = = ⇒ IR =
R R R

{}
P = ℜe SC = 100 = 1⋅ I 2 + R ⋅ I R2 = 50 + 500 R 100 R − 50 R = 600

 R = 10 Ω

⇒ ⇒
Q = ℑm{SC } = −100 = 1 ⋅ I 2 + X ⋅ I X2 = 50 + 500 X − 100 X − 50 X = 500  X = −10 3

Reattanza Capacitiva
 ESEMPIO (Teorema di Boucherot)
I1 = 20 A ; I 2 = 20 A ; I = 24 A
I I1 R1 R2 I 2
P P = 2,4 kW ; Q = 0 VAR
Q XC XL
Calcolare R1 , XC e la potenza reattiva assorbita da XC
Q = QC + QL = X C ⋅ I12 + X L ⋅ I 22
 Q = 0 ⇒ X C ⋅ I12 + X L ⋅ I 22 = 0 ⇒ X C = − X L (I1 = I 2 )

 P = P1 + P2 = R1 ⋅ I12 + R2 ⋅ I 22 (R1 + jX C )⋅ I1 = (R2 + jX L ) ⋅ I 2 = U
(Teorema di Boucherot)
Essendo le correnti uguali in modulo e le reattanze uguali in modulo,
ed essendo i due rami in parallelo, sarà: R1 = R2 , da cui:
P = 2 R1I12 = 2 R2 I 22 ⇒ R1 = R2 = P 2 I12 = 2400 (2 ⋅ 400 ) = 3 Ω inoltre è:
U U2
U = R12 + X 12 ⋅ I1 ⇒ R12 + X 12 = ⇒ R12 + X 12 = 2 ma:
I1 I
P 2400 U2 1002
S = P + jQ = P ⇒ S = P = U ⋅ I ⇒ U = = = 100 V XC = 2
2
− R1 = 2
− 32 = 4 Ω
I 24 I 20

⇒ QC = X C ⋅ I12 = 4 ⋅ 400 = 1600 VAR capacitivi

 ESEMPIO (Rifasamento) Si valuti il fattore di potenza
A' A complessivo cos ϕt e il valore
efficace della corrente totale per i
C 2 1 carichi 1 e 2, alimentati con una
tensione di 500 V alla frequenza
industriale di 50 Hz
Si rifasi eventualmente il carico a cos ϕ't = 0,95 e si valuti l'indicazione
dell'ampermetro A' dopo il rifasamento.
Dati: P1 = 10 kW , Q1 = 10 kVAR , Q2 = 8 kVAR , cos ϕ2 = 0,5
Q2 8000
P2 = = = 4619 W Pt = P1 + P2 = 14619 W Qt = Q1 + Q2 = 1800 VAR
tan ϕ 2 1,732

St = Pt 2 + Qt2 = 14619 2 + 18000 2 = 23189 VA ⇒ I t = St U = 46,38 A

cos ϕ t = cos(arctan Qt Pt ) = cos(arctan (18000 14619 )) = 0,63 occorre rifasare a cos ϕ = 0,95:
tan ϕ − tan ϕ ' 1,23-0 ,329
C = Pt 2
= 4619 ⋅ 2
= 168 µF dopo il rifasamento:
ωU 2π ⋅ 50 ⋅ 500

Q 't = Qt − QC = 18000 − ωCU 2 = 18000 − 13195 = 4805 VAR ; S 't = 14619 2 + 48052 = 15389 VA

S 't 15389
I 't = = = 30,78 A (Lettura dell'ampermetro A')
U 500
 METODO DI ELIMINAZIONE DELLE TENSIONI

Rete di bipoli (non vincolante)

I z

z ⋅ I n −1 ∑ Ik = 0

l − n + 1 ∑ Ek + ∑ zk I k = 0

E
 ESEMPIO 7 lati
7 equazioni
z1 z3 z4 A 5 nodi
z4
I2 I5 A
I1 I3 I4 A z5 Eeq
E2 A
E1 z z5
2
I7 E2
I6 z5 z5
B B
 I1 + I 6 = 0  E1 − z1I1 − z2 I 2 = 0
  Correnti indispensabili: I1 , I 2 , I 3 , I 7
 
 I1 − I 2 − I 3 = 0  z2 I 2 − z3 I 3 − E2 = 0 Le correnti dei generatori si possono
 
I − I = − A  E − z I − z I = 0 eventualmente ricavare in seguito.
 4 5  2 4 4 5 5
 E1 − z1I1 − z2 I 2 = 0
E' indispensabile conservare le equazioni 
ai co-cicli dove non compaiono  z2 I 2 − z3 I 3 − E2 = 0

le correnti dei generatori. Le 4 equazioni  E2 − z4 I 4 − z5 I 5 = 0
sono: 
 I1 − I 2 − I 3 = 0
 METODI ABBREVIATI DI ANALISI
METODO DELLE CORRENTI CICLICHE
Discende dalle equazioni di Maxwell →
Z ⋅ J = E []
Solenoidalità delle Correnti  z11 z12  z1M 
 z z 22  z 2 M 
Si introducono delle correnti fittizie che [Z ] =  21

    
siano di per sé solenoidali (base vettoriale  
 z M 1 z M 2  z MM 
su cui si proiettano le correnti reali I )
Es: A M = l – (n - 1) zij = z ji

z6 I6 zii Impedenza propria della maglia i

z ji Impedenza mutua tra le maglie i e j
I4 JC I5
della maglia i
z4 z5
E1 I2  J1   Ev1   Ei1 
J B I3 z3 Correnti cicliche
[J1 ] =    [E ] =    +   
I1 z1 J A E2  J 2  Nelle maglie  EM 1   EiM 
• Evi è la somma dei generatori di tensione nella
maglia i, prese con segno + se concordi con il verso
di Ji e viceversa

• Eii è la somma delle tensioni dovute ai generatori di

corrente collegati agli estremi dei lati della maglia i
(prodotto della corrente per l'impedenza del ramo a
cui è collegato) preso con il segno + se la caduta di
tensione provocata in quel ramo dalla sola corrente
del generatore è concorde con Ji e viceversa
 ESEMPIO
I1 X1 I2 R2
e1 (t ) = 100 2 sin ωt
I5
E1 J1 X 5 J 2 E2 e2 (t ) = 200 2 cos ωt
I 4 R4 X6 e3 (t ) = 100 cos(ωt + π 4 )

I8 R2 = R4 = R7 = 6 Ω
J4
J3 X8 X3 X1 = X 3 = X 5 = X 6 = X 7 = X 8 = 3 Ω
X7
E3
R7

E1 = j100; E 2 = 200; E3 = 50 + j 50
6 j3 −6 0   J1   j100 
 j3 6 0 − j 3    − 200 
 J 2  =  
− 6 0 12 − j 6 j 3   J 3   0 
    
 0 − j 3 j 3 − j 3 J
  4   − 50 − j 50 
 METODO DEI POTENZIALI NODALI
SI BASA SULLA PROPRIETA’ DI IRROTAZIONALITA’ DELLE TENSIONI
A3
∫ E ⋅ dl = 0 Legge di Kirchhoff delle tensioni

2 Qualsiasi tensione di lato è esprimibile

1 3
come somma algebrica dei potenziali
Y1 Y3 di nodo.
Y2
A1 U2 Y4 A2
E LE U 2 COSTITUISCONO UNA
U1 U3 BASE PER LE TENSIONI

[Y ][U ] = [A]
 Y1,1 Y1, 2  Y1, N −1   U1   Ai1   Av1 
[Y ] =    

 [U ] =    [A] =    +   
YN −1,1 YN −1,2  YN −1, N −1  U N −1   AiN −1   AvN −1 
   
 N = n –1 nodi indipendenti
[Y ][U ] = [A] Yij = Y ji
 Y11 Y12  Y1N  
  Yii = ammettenza propria del nodo i
[Y ] =     
 = ammettenza del lato che collega i
Y
YN 1 YN 2  YNN  ij
  nodi i e j presa col segno negativo
 U1  Potenziali degli n–1 nodi rispetto all’n-esimo
[U ] =    Aij = somma delle correnti dei generatori di
U N  corrente che incidono sul nodo i, positivi
 
 Ai1   Av1  se entranti
    Avi = correnti dovute ai generatori di tensione
[A] =    +    inseriti in lati convergenti nel nodo i
 AiN   AvN  (f.e.m. × ammettenza del lato) positivi se
il generatore da solo fa circolare corrente
entrante
NOTA: SI PARLA DI NODI CHE SONO CASI PARTICOLARI DI CO-CICLI.
IN PRATICA SI CONSIDERANO I CO-CICLI FONDAMENTALI RIFERITI
AD UN ALBERO A STELLA
ESEMPIO
1/18 F 1/6 F
12 Ω
i(t) Trovare i(t) con l’analisi
nodale
14cos2t 9Ω 3Ω 3/2 H

A B
12  1 1 j  j  14 
-j9 -j3 12 − j 9 9 + 3
+ − U A  
3 
14 9 3 j3     = 12 − j 9 
 j j 1 j     
 − + −  U B  0
 3 3 3 3  

1 1 j 14
+ +
12 − j 9 9 3 12 − j 9
j
− 0
3 UB
UB = = j1,5 I = = 0,5 i (t ) = 0,5 cos 2t
0,1669 + j 0,1244 j3

N.B. ho lavorato con i valori massimi

 METODO DELLE CORRENTI CICLICHE: OSSERVAZIONI

z1 z 3
 E1 − z1 J1 − V x = 0
E2 
V x − (z3 + z 4 )J 2 = E 2
E1 Vx A J + A − J = 0
J1 J2 z 4  1 2

LA PRESENZA DI GENERATORI DI CORRENTE INTRODUCE UNA

DESTRUTTURAZIONE DEL METODO, INTRODUCENDO INCOGNITE
MISTE ( V, J ) E TERMINI NOTI MISTI ( E , A ).

ANALOGAMENTE PER IL METODO DEI POTENZIALI NODALI.

E’ IMPORTANTE LA SCELTA OCULATA DELLE MAGLIE E DEI NODI.

 ESEMPIO:

R
A = 10 A R =1Ω
R J2
A J1  J1 = A

I 3I 3 J 2 = 2 J 2 − J1
R − 3 J 2 = 2 J 3 + J1
J3
R  J 2 = −10 A

 J 3 = 10 A
 THEVENIN IN PRESENZA DI GENERATORI PILOTATI

R A I R0 A

R0 R0
E i θi VAB −θ E
R
B B

R A I R0 A

E i θi R0 VAB − θ iR0

B B

N.B.
GRANDEZZA PILOTANTE ESTERNA: POSSIAMO PASSIVARE
GRANDEZZA PILOTANTE INTERNA: NON POSSIAMO PASSIVARE
 ADATTAMENTO ENERGETICO zCg A
A I
Rete zCC Per il T. di Thevenin E V zCC
Attiva
B
B
Quali sono le condizioni nelle quali zC assorbirà la max potenza attiva?
E E ⋅ zC
I= ; V = ; zC = RC + jX C ;
z g + zC z g + zC
2
E ⋅ 
z E * E
S = P + jQ = V ⋅ I = * C
⋅ = ⋅ zC
z g + zC (z g + zC )*
z g + zC
2

2
E E2
{}
P = ℜe S = ⋅ zC = ⋅ RC
z g + zC
2
(Rg + RC ) + (X g + X C )
2 2

Max P:
Poiché XC 0 → XC + Xg = 0 → XC = - Xg
 E2
P= ⋅ RC ⇒
(Rg + RC )
2

dP
=E 2
(R g + RC )2
− 2 RC (Rg + RC )
=E
R + RC − 2 RC
2 g
=E 2
Rg − RC
dRC (Rg + RC ) 4
(Rg + RC )3 (Rg + RC )3

dP
= 0 ⇒ RC = R g ⇒ Z C = Z g*
dRC

TEOREMA DEL MASSIMO TRASFERIMENTO DI POTENZA