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SOMMARIO
In questo articolo è analizzata, sulla base delle esperienze condotte nel campo degli edifici monumentali dal gruppo di
ricerca negli ultimi decenni, la risposta sismica di quattro edifici a pianta basilicale in seguito al terremoto che ha colpito
L’Aquila nell’Aprile 2009. Gli edifici studiati sono: la chiesa di S. Giusta, la Basilica di S. Maria di Collemaggio, la chiesa di S.
Silvestro e la chiesa di S. Pietro di Coppito.
Le analisi sono state condotte impiegando una procedura a “due passi” sviluppata dagli autori; il primo step consiste
nell’analisi di modelli tridimensionali in campo elastico lineare al fine di definire per ciascuna struttura le proprietà dinamiche
e di capire come i carichi verticali e quelli sismici orizzontali vanno a ripartirsi tra i singoli macroelementi nei quali può
idealmente essere scomposto l’organismo strutturale. Nel secondo step sono stati analizzati in campo non lineare i modelli
bidimensionali dei vari macroelementi al fine di ottenere per ciascuno di essi la capacità ultima in termini di tagliante alla
base da confrontare successivamente con le sollecitazioni ottenute dalla precedente fase (con riferimento agli spettri di
risposta del Mainshock del 06/04/09) determinando così il livello di sicurezza e confrontando quest’ultimo con i danni
realmente rilevati.
ABSTRACT
On the basis of previous studies on the basilica type churches structural behaviour carried out by the authors in the last
decades, in this paper is analyzed the seismic response of four such a buildings after the L’Aquila April 2009 earthquake.
The buildings studied in this paper are: S. Giusta Church, S. Maria di Collemaggio Basilica, S. Silvestro Church and S. Pietro
di Coppito Church. The analysis are carried out employing a “two step” procedure developed by the authors; the first step
concerns with analyzing three-dimensional linear elastic models of the churches to define their dynamic properties and to
understand the seismic and the vertical loads sharing between the macro-elements in which the structures can be divided. In
the second step, bi-dimensional non linear models of the macro-elements are analyzed with the aim to obtain for each of
them the ultimate base shear that will be compared with that calculated in the previous step (referring to the L’Aquila
earthquake response spectrum) to determine the safety level also comparing this results with the actual damage
experienced by the structures after the quake.
a) b)
a) b)
Figura 3. S. Maria di Collemaggio: a)Crollo del transetto e danni all’abside, b)Vista aerea dei danni
Figura 8. Confronto taglianti alla base NTC’08 vs Spettri Mainshock lungo le due direzioni principali
Dalla ripartizione dei taglianti tra i vari macroelementi (Figura 8) è stato possibile notare, o meglio, avere conferma, di come i
macroelementi sollecitati fuori piano diano un contributo assolutamente non trascurabile alla resistenza della struttura
sollecitata da azioni orizzontali, in particolare nel caso queste siano perpendicolari all’asse della navata.
Figura 9. Curva di capacità ottenuta dalle analisi non lineari per il macroelemento T1 della chiesa di S. Giusta
Si nota come, tranne rare eccezioni, quasi tutti i macroelementi non riescano a sopportare le sollecitazioni derivanti da uno
spettro elastico, e cioè senza attingere alle proprie risorse di resistenza plastiche.
Nel grafico di Figura 13, analogamente a quanto descritto per la Figura 12, è mostrato il confronto tra capacità e richiesta
sismica ridotta adottando il coefficiente di struttura 2.8; è possibile osservare come un buon numero di macroelementi sia
dotato di capacità tali da sopportare la richiesta sismica ultima. Questo risultato è da considerarsi, alla luce dei danni rilevati,
alquanto ottimistico, siccome, in vari casi, macroelementi che secondo i risultati delle analisi numeriche avrebbero dovuto
sopportare le sollecitazioni sismiche, sono invece andati incontro, o molto vicini, al collasso.
Figura 11. Confronto taglianti alla base NTC’08 vs Spettri Mainshock lungo le due direzioni principali
Figura 12. Confronto taglianti alla base NTC’08 vs Spettri Mainshock lungo le due direzioni principali
I risultati ottenuti sono però da considerare tenendo conto delle approssimazioni fatte soprattutto in merito alla
caratterizzazione dei materiali per i quali mancano dati bibliografici o sperimentali; inoltre nel calcolo della capacità dei
singoli macroelementi non si è tenuto conto delle sollecitazioni fuori piano che possono invece in molti casi risultare critiche
ai fini della resistenza della struttura.
Figura 13. Confronto taglianti alla base NTC’08 vs Spettri Mainshock lungo le due direzioni principali
4. CONCLUSIONI
Confrontando i risultati ottenuti dalle analisi si nota come questi non sempre corrispondano a quanto verificatosi nella realtà
in occasione del sisma del 06/04/09; certamente, come già anticipato, questo è dovuto alle inevitabili approssimazioni fatte
sia nella modellazione geometrica sia nell’assegnazione delle caratteristiche ad un materiale così complesso come è la
muratura(in particolare quella a sacco).
Tuttavia, nonostante le inevitabili incertezze presenti nella modellazione, emerge una sostanziale affidabilità della procedura
a due passi che risulta un metodo valido per l’analisi di edifici a pianta basilicale e che permette, quindi, di ottenere una
previsione attendibile del comportamento sismico e del livello di sicurezza.
Il secondo punto sul quale è opportuno porre attenzione riguarda le reali capacità dissipative degli edifici di tipo
monumentale per i quali, adottando coefficienti di struttura forniti dalle norme, e probabilmente calibrati per edifici semplici, si
vanno a sovrastimare le reali capacità dissipative.
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