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Ricerca scientifica
La sindrome dell’anziano fragile: quando il corpo non riesce a
fronteggiare le s de della vita
A fronte di un innalzamento delle aspettative di vita molti anziani si ammalano di patologie croniche che compromettono
pesantemente la qualità della loro vita. Esistono poi anziani perfettamente in buona salute sia sica che mentale. E poi esiste
una fetta di soggetti anziani altrimenti sani, nei quali si assiste ad un rapido declino sico e psicologico e all’incapacità di
affrontare lo stress e i cambiamenti.
Questi anziani vengono de niti “fragili” in quanto, come descritto nella gura, in seguito al manifestarsi di un fattore di stress
come una patologia non grave o un evento traumatico un anziano non fragile (linea verde) subisce l’insulto per poi ritornare
alla condizione di benessere iniziale mantenendo al contempo, la sua condizione di indipendenza nella gestione della
quotidianità. Lo stesso fattore di stress sul soggetto anziano fragile (linea rossa) induce un effetto più marcato e al cessare
dell’evento scatenante, il suo recupero è più lento e mai del tutto completo. Il soggetto infatti non recupera la condizione di
benessere iniziale e perde anche la sua indipendenza nella gestione della quotidianità. Esiste poi una distinzione tra fragilità
primaria, non legata alla presenza di patologie e una fragilità secondaria legata a patologie, le più delle quali comuni sono il
diabete e le patologie osteoarticolari.
Ed è proprio questo meccanismo di esaurimento delle scorte di ricambio che il nostro gruppo vuole investigare nel progetto “Il
midollo osseo come organo chiave nella fragilità dell’anziano” nanziato dalla Fondazione Cariplo.