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SIMMEL (1858-1918)

La società secondo Simmel

Per Simmel, la società è il risultato delle relazioni reciproche degli individui; dalla
complessità dell’agire, in una correlazione di situazioni, sorge un’unità che è appunto
la società. Se le unità sociali sono caratterizzate dall’agire individuale, per
conoscere tali unità il sociologo deve procedere attraverso astrazioni e selezioni
che, solo utilizzando le categorie proprie dell’intelletto umano, si possono trovare. A
differenza di Kant, Simmel ritiene che le categorie mediante le quali noi abbiamo
accesso alla conoscenza e all’esperienza nascono dai nostri bisogni vitali. Inoltre,
Simmel riconosce gli a-priori come una concezione non realista della conoscenza.
Essa viene considerata come il risultato di un’attività costruttiva dell’individuo
conoscente.

1 L'a priori del ruolo=Noi non ci possiamo rappresentare l’individualità altrui nella
sua natura individuale, la quale è in se stessa irrazionale, inesprimibile. Noi siamo
forzati a pensarla sotto la categoria generale del tipo umano, la quale non la ricopre
mai completamente e, a sua volta, nemmeno essa ricopre mai completamente quella
generale del tipo. Per conoscere un altro, noi non lo consideriamo nella sua
individualità, ma come portato, elevato, e talvolta anche abbassato al tipo generale
entro il quale noi lo includiamo. D’altra parte, riguardo ciascuna personalità, noi
concepiamo la personalità ideale come sarebbe se essa fosse compiuta, se avesse
esaurito le sue virtualità sia nel bene sia nel male (p. 33). «Noi siamo dei frammenti
non solamente dell’uomo in generale ma di noi stessi, della nostra individualità
essenziale che prolunga idealmente la nostra individualità reale». Infine, noi non
vediamo l’altro se non sotto gli aspetti particolari di gruppo al quale
appartiene.Questa ipotesi fa sì che ciascuno veda l’altro come attraverso un velo.
Così, ogni uomo è assoggettato nelle nostre rappresentazioni dell’altro, a delle
alterazioni, delle deviazioni (Verschiebungen), sottrazioni o complementi (la
generalità, rispetto all’individuo, è sempre un di più o un di meno), per il fatto di
queste categorie a priori: l’idea del tipo umano, l’idea della personalità ideale
dell’altro, l’idea del gruppo al quale l’altro appartiene.

2L'a priori dell'individualità= Un’altra categoria sociologica consiste nel fatto che
ciascun elemento di un gruppo non è solamente una porzione del gruppo, ma è anche
qualche cosa al di fuori del gruppo. «Noi sappiamo dell’ufficiale che egli non è
solamente ufficiale, del commerciante che egli non è solamente commerciante, del
funzionario che egli non è solamente funzionario: e questo essere extra-sociale – il
suo temperamento, i suoi gusti, il suo valore personale – per poco che modifichi
l’essenziale della sua attività come ufficiale, come commerciante, come funzionario,
gli dà di fronte all’altro una sfumatura particolare e fa penetrare nel suo essere
sociale insensibili influenze extra-sociali. Gli individui – come le professioni, come le
situazioni sociali – si differenziano secondo la proporzione variabile nella quale
questo elemento extra-sociale si mescola all’elemento sociale. L’amicizia e l’amore
rappresentano un termine estremo, si caratterizzano per il fatto che la parte
dell’individuo si riserva a se stesso si avvicina al limite zero. In un altro ordine di
idee, il prete cattolico presenta lo stesso fenomeno, nel senso che in lui la funzione
ricopre e assorbe completamente l’essere individuale. Il polo estremo opposto è
rappresentato dalle relazioni finanziarie ed economiche che non assorbono in
generale che una frazione dell’individuo. Tra questi due poli estremi si dispongono le
diverse situazioni e relazioni sociali dove l’individuo e il sociale si mescolano a dei
gradi variabili. Ma, dappertutto, l’elemento sociale e l’elemento extra-sociale si
condizionano mutualmente e sono dati in una sintesi assolutamente indissolubile, così
come nella categoria kantiana della causalità la causa e l’effetto formano una sintesi
indissolubile.

3L'a priori della struttura=La terza categoria a priori di Simmel è l’ipotesi di una
armonia prestabilita che ogni società è tenuta a supporre tra l’individuo e la società.
L’ineguaglianza e la diversità degli individui li destina a occupare ciascuno un posto e
a compiere un ruolo che si armonizzi con l’insieme. Questo a priori fonda per
l’individuo la possibilità di appartenere a una società. «Che ogni individuo sia
destinato per le sue qualità proprie a un certo posto nel suo ambiente sociale, [e]
che questo posto che gli appartiene idealmente esista realmente nella società, è
l’ipotesi preliminare che permette all’individuo di vivere la sua vita sociale».Simmel
applica il suo ideale a quella forma di associazione che è il circolo professionale.
Perché si possa parlare di una professione nel senso forte della parola (la parola
Beruf implica l’idea di vocazione, Ruf), l’armonia qui sopra postulata tra l’individuo e
il suo circolo sociale deve essere presupposta. «Questa ipotesi comporta la
conseguenza che per ciascun individuo esista nella società una posizione e una
funzione alla quale egli è chiamato e di conseguenza anche l’imperativo, per
l’individuo, di cercarla sino a che non l’ha trovata». Questa convinzione di un’armonia
prestabilita tra l’individuo e la società, nonostante l’elemento incalcolabile e
irrazionale contenuto nelle individualità, trasforma il rapporto causale che presiede
alle interazioni sociali, in rapporto logico e teleologico e designa l’individuo per la
funzione di essere sociale».

Tali sono i postulati che, secondo Simmel, rendono una società possibile.

Il rapporto tra idee e strutture sociali si configura nei termini di un’influenza


reciproca tra le due dimensioni, dato che la conoscenza nasce attraverso dei
condizionamenti naturali e sociali ma, a sua volta, è anche il risultato di un’attività
soggetiva autonoma.

Le forme sociali

Per analizzare e comprendere le unità sociali, il sociologo deve procedere attraverso


selezioni e astrazioni per costruire il suo oggetto di studio. Simmel propone di
mettere in evidenza le forme di relazione che vengono a stabilirsi nei rapporti
dinamici tra gli attori sociali. Egli distingue tra forma e contenuto della società.Il
contenuto, semplicemente, è tutto ciò che negli individui è presente come impulso,
interesse, scopo, ecc.; la forma, invece, è rappresentata dai diversi modi attraverso
cui gli individui stabiliscono le loro intenzioni. Dunque, se il contenuto costruisce, la
forma permette la giusta strutturazione. Le forme, a loro volta, tendono a rendersi
indipenti dal contenuto e ciò spiega quello che per Simmel sono le “forme del gioco”.

Rapporto individuo-società

Per Simmel, come detto prima, la società è il risultato delle azioni reciproche;
l’individuo, come tale, da solo, non può mai essere integrato socialmente. Simmel
afferma che nell’individuo vi è una dimensione che non è rivolta alla società. Questa
dimensione non deve essere intesa come qualcosa che sta accanto alla parte
socialmente significativa nell’individuo, ma deve essere ritenuta unita con essa.
L’ambivalenza della posizione dell’individuo nella società, spiega il fatto che
l’individuo si possa contrapporre all’ordine sociale. Si mostra dunque una tensione
continua che riguarda il rapporto tra individuo e società, poiché l’attore sociale, con
le sue forme di rappresentazione, può sia avvicinarsi nelle interazioni reciproche ma,
d’altro canto, può rinchiudersi, alienandosi da ciò che più propriamente appartiene
alla sua vita.In Simmel, dunque, emerge “l’ambivalenza delle forme di
determinazione”. Egli sviluppa una concezione tragica della cultura poiché essa
produce effetti inquietanti. La mancanza di misura della vita, costituisce un
presupposto essenziale attraverso cui Simmel spiega come sia naturale la
complessità dei fenomeni sociali. E’ nel rapporto con le forme che si sviluppa
l’esperienza umana; quindi, la necessità delle forme viene riconosciuta come
determinante e Simmel critica la modernità perché essa tende a liberarsi da ogni
forma determinante.

La crisi della modernità

Simmel dunque critica aspramente la modernità. Nella società moderna, un’immensa


quantità di rappresentazioni e significati culturali diversi è venuta, in un tempo
breve, oggettivandosi in cose e conoscenze, istituzioni e comodità, per poi creare un
regresso della cultura.Per tale motivo, l’attore sociale tende sempre di più a non
riuscire ad integrarsi nello sviluppo lussureggiante della cultura oggettiva,
riducendosi in quella quantità che viene definita trascurabile.Per le sue
caratteristiche, la modernità appare come un’epoca nella quale si verifica per
eccellenza una sorta di “epifania della condizione umana”, durante la quale si
manifesta la tensione che c’è nel rapporto tra individuo e società.

Differenze e rapporti della sociologia e della psicologia sociale.

Le ricerche che si viene a indicare sembrano fare della sociologia un semplice


capitolo della psicologia, in ogni caso della psicologia sociale. Simmel, tuttavia, non
l’intende così. Egli non vuole ridurre la sociologia alla psicologia e mantiene
fermamente la distinzione delle due scienze.La differenza della sociologia e della
psicologia sociale consiste nel fatto che la sociologia studia le forme sociali in se
stesse, le serie che esse formano, i loro rapporti di coesistenza e di correlazione. La
psicologia sociale studia l’azione delle forme sociali e delle interazioni sociali sulle
coscienze individuali, vale a dire la loro ripercussione nelle coscienze sotto forma di
sentimenti, di idee, etc. La psicologia sociale è una scienza più concreta rispetto alla
sociologia, scienza essenzialmente astratta, formale, analoga alla geometria e alla
logica.

Oggetto della filosofia sociale.

Simmel distingue dalla sociologia la filosofia sociale. Questa è in parte una teoria
della conoscenza sociologica, in parte una metafisica sociale.La metafisica sociale di
Simmel è tutta spiritualista. Per lui, come per Platone, la società è un’immagine
ingrandita dell’anima individuale. È secondo delle analogie psicologiche (opposizione,
accordo, combinazione delle rappresentazioni) che noi ci rappresentiamo la società;
e, inversamente, è secondo delle analogie sociali (interazioni sociali, lotte, accordi)
che noi ci rappresentiamo l’anima. «La società è l’immagine dell’anima; l’anima è
l’immagine della società»

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