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Roberto Montisci
Chirurgia Vascolare e Toracica
Policlinico Universitario
Anatomia del sistema venoso
• Un sistema superficiale
• Un sistema profondo
SEZIONE
TRASVERSA
DELLA GAMBA
SEZIONE
TRASVERSA DEL
GINOCCHIO
SEZIONE
TRASVERSA
DELLA COSCIA
La pompa muscolare
costituisce il “cuore
periferico” ,
determinante per il
ritorno venoso
Fisiopatologia del
sistema venoso
degli arti inferiori
Fisiopatologia del
sistema venoso
degli arti inferiori
Rarissime negli animali, le varici
si osservano abbastanza
comunemente nell’uomo, quasi
sempre negli arti inferiori.
Varici degli arti inferiori
Trattamento
chirurgico:
Stripping della
grande safena
Anatomia del sistema linfatico
E’ costituito da:
– Capillari linfatici
– Collettori linfatici
– Tronchi linfatici
– Due condotti toracici principali
Struttura del
terminale linfatico
Il terminale linfatico è
costituito da una serie di
cellule di tipo endoteliale,
organizzate a costituire delle
“camere di raccolta” nel
contesto dei tessuti dove si
ancorano mediante strutture
filamentose.
Anatomia del sistema linfatico
Schema della
pompa capillare
linfatica
In fase di rilascio, le cellule
endoteliali presentano degli
spazi intercellulari attraverso i
quali macromolecole e liquido
extracellulare viene richiamato
nelle camere di raccolta.
In fase di contrazione le
giunzioni intercellulari si
chiudono e la linfa viene
spinta, con meccanismo simil-
peristaltico nei canali e nei
collettori linfatici.
Anatomia del sistema linfatico
Sistema linfatico
dell’arto inferiore
Anatomia del sistema linfatico
Sistema linfatico
dell’arto superiore
Anatomia del sistema linfatico
•Contenzione elastica
•Compressione elastica
•Compressione pneumatica
20 mm Hg
25 mm Hg
30 mm Hg
La contenzione e la compressione elastica si
ottengono mediante due sistemi fondamentali che
possono essere usati alternativamente:
• il bendaggio
• l’utilizzo di tutori elastici medicali (calze e
bracciali)
ELASTOCOMPRESSIONE
(R.Stemmer)
EFFETTI DEL BENDAGGIO
• incremento della pressione interstiziale
• traslazione centripeta di fluidi
• azione pro-linfocinetica (sfruttamento migliore delle
pompe muscolari e induzione della miocontrattilità
intrinseca dei linfangioni )
• incremento della fibrinolisi intra-extravasale,
eventuale aumento della temperatura cutanea
• incremento della velocità di flusso nel circolo venoso
sovra-sotto-aponeurotico
• protezione dell’arto malato
BENDAGGIO MULTISTRATO
EINARSSON
P= Tn/Ra
r1 P =T /r
1 1 1
P2 > P > P1
SOTTOBENDAGGI
- SALVAPELLE
- SPESSORI
per cui
ELASTOADESIV A
A CORTA BENDE DI
ELASTICITA’ COMUNE
UTILIZZO NEL
FLEBOLINFEDEMA
BENDE DI
COMUNE
ELASTOADESIV A UTILIZZO NEL
A CORTA FLEBOLINFEDEMA
ELASTICITA’
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L’intensità di compressione di un bendaggio nel corso di un
dato periodo dipende da interazioni complesse tra quattro
fattori principali:
•la struttura fisica e le proprietà elastomeriche del bendaggio
•la grandezza e la forma dell’arto a cui viene applicato
•l’abilità e l’esperienza di chi lo applica
•l’attività fisica del paziente.
La pressione esercitata da un bendaggio
immediatamente dopo l’applicazione dipende
principalmente dalla tensione del tessuto, dal
numero di strati applicati e dalla curvatura
dell’arto. La relazione tra tali grandezze viene
espressa dalla legge di Laplace
opportunamente modificata (Einarsson):
P = T · n · 4620 / R · W
Tn
P= --------------
rw
P: pressione
T: tensione
n: numero degli strati sovrapposti
r: raggio di curvatura della gamba
w: altezza della benda
La tensione è inizialmente determinata dalla forza
applicata sul tessuto quando il bendaggio viene effettuato.
La capacità di un bendaggio di mantenere una tensione
specifica (e quindi la pressione esercitata dal bendaggio
stesso) dipende dalle sue proprietà elastomeriche, a loro
volta dipendenti dal filato e dal metodo costruttivo del
tessuto.
La capacità di una benda di allungarsi quando sottoposta a
una forza tirante viene chiamata estensibilità (capacità di
allungamento).
Nel descrivere le caratteristiche delle bende, sono ormai
entrati nell’uso comune in Europa termini quali corta
estensibilità (minimamente estensibile, anelastico, passivo)
media e lunga estensibilità (molto estensibile, elastico,
attivo).
Nei bendaggi elastici, piccole variazioni dell’estensione (che possono
verificarsi durante la deambulazione) causano fluttuazioni minime della
pressione del bendaggio. Questo tipo di bende è anche in grado di
assorbire le variazioni della circonferenza dell’arto che si verificano con la
riduzione dell’edema, contenendo le variazioni della pressione entro livelli
minimi.
Con le bende anelastiche la pressione compressiva può variare
sensibilmente quando si verificano cambiamenti minimi nella
forma del polpaccio. Questo tipo di bende può fornire una
pressione elevata durante la deambulazione ma una bassa
pressione di riposo.