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architettonica.

Indice
1 Storia
1.1 1900 - 1930
1.2 1930 - 1945
1.3 1945 - 1965: il Bel Design italiano
1.3.1 Design e trasporti
1.3.2 Design ed elettrodomestici
1.3.3 Mostre e riconoscimenti
1.4 1965 - 1975
1.5 1975 - 1985
1.6 1985 - 2010
1.6.1 Design nel milanese
2 Designer italiani
3 Note
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni
Storia
In genere, il termine "design" viene associato all'et� della Rivoluzione
industriale, che in Italia arriv� con un certo ritardo rispetto ad altri paesi
europei, in un contesto caratterizzato dalla condizione geografica e politica
frammentata dell'Italia ottocentesca, un paese che alle soglie del 1860 era
agricolo. Dopo l'Unit� d'Italia, nonostante il lento consolidamento dell'industria
cotoniera e degli opifici, soprattutto al nord, non si poteva ancora parlare di
industrializzazione del paese prima del 1870-1880. Tuttavia, in questo periodo
iniziavano a nascere le fiere di paese e poi di citt�, le esposizioni, la nascita
di scuole specialistiche e di "alfabetizzazione grafica"[1]. Per esempio,
nell'Esposizione italiana del 1861 tenutasi a Firenze, viene sancito un carattere
legato ai tessuti e ai prodotti alimentari, mentre quella di Milano del 1881 �
incentrata sull'industria meccanica e le grandi costruzioni navali e ferroviarie; a
Torino, nel 1898, emergono le applicazioni elettriche e nel 1902 viene lanciata
l'avanguardia liberty con le sue espressioni floreali. Nell'Esposizione di Milano
del 1906 la trasformazione industriale italiana � data dalle macchine utensili[2].

Due grandi passi avanti per legare la didattica, la ricerca e le possibilit� della
produzione industriale: la legge Casati sull'istruzione pubblica del 1859 e la
fondazione, nel 1863, del Politecnico di Milano. Nel 1885 il panorama didattico
italiano della "cultura applicata" era composto da "scuole d'arti e mestieri",
"scuole di arte applicata all'industria" e "scuole speciali" che avevano indirizzi
pi� specifici. In occasione dell'Esposizione Universale di Milano del 1906, la
Societ� Umanitaria promuove un concorso per l'arredo della casa operaia, in quanto
comincia a vedersi l'industria come strumento capace di rispondere ai bisogni di
una classe operaia che per la prima volta si affaccia sul mercato del consumo[3].

Con l'Esposizione di Torino del 1902 si attu� un atto di allargamento


internazionale della cultura del disegno italiana. Il Liberty italiano, per�, aveva
vari limiti, anche se spiccavano alcune eccezionalit� progettuali come Carlo Zeno,
Vittorio Ducrot, Eugenio Quarti, Carlo Bugatti ed Ernesto Basile.

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