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Associazione civica Porta Nuova – Vasto

www.portanuovavasto.altervista.org

comunicato stampa 2 ottobre 2010

L’Associazione civica Porta Nuova annuncia la propria partecipazione alle prossime elezioni
comunali.

1. Chi siamo. Ci siamo sempre definiti un’associazione di volontariato che opera nel settore della
politica. Il nostro scopo è la crescita civile della città. Crescita civile per noi vuol dire la
fuoriuscita da una tradizione locale (e non solo locale) di delega, di clientelismo, di sterile
protesta o di semplice distacco dalla vita pubblica. Questa crediamo sia la prima emergenza –
ancorché non dichiarata- della nostra città. Senza crescita civile è impossibile costruire
alcunché di durevole, per quanto bravi e onesti, e di qualsiasi colore siano, gli amministratori.
In otto anni di attività ci siamo battuti perché alcuni presupposti fondativi della democrazia quali
l’informazione ai cittadini, la partecipazione diretta, il rispetto della legalità, fossero garantiti non
solo a parole. Da qui sono nate quelle che abbiamo chiamato le nostre battaglie –battaglie non
antagoniste- di civiltà. Queste ci hanno portato ad affrontare decine di temi, tra i quali: il centro
storico, la tutela dell’ambiente, il servizio idrico, la raccolta dei rifiuti, lo Statuto Comunale, i
servizi pubblici locali, il Piano Regolatore, il porto turistico, la qualità dell’aria, etc. Ci pare di
essere stati una presenza scomoda tanto per il centrosinistra che per il centrodestra.
Di sicuro sconti non ne abbiamo fatti a nessuno.

2. Perché ci presentiamo sulla scena elettorale. La decisione di partecipare alle elezioni, una
decisione che molti di noi hanno preso malvolentieri, è un gesto di sfiducia nei confronti del
ceto politico locale nel suo insieme. Per anni abbiamo svolto –talvolta insieme ad altre
associazioni- un ruolo di intermediari tra cittadini ed istituzioni locali, e insieme di raccordo tra
la società dei comuni cittadini e la sua rappresentanza politica organizzata, i partiti. Per quel
ruolo non c’è più spazio.
I partiti sono spariti in quanto soggetti portatori di idee, di analisi, di proposte, per divenire per lo
più delle bande vere e proprie, perfettamente separate dalla società civile e in perenne lotta tra loro.
Essendosi in Italia i partiti da sempre sovrapposti alle istituzioni, accade così che le decisioni che
contano –in ambito locale non meno che nazionale- siano concertate in circoli ristretti e di solito
non istituzionali. Così, nonostante le reiterate dichiarazioni di trasparenza, il confronto pubblico è
spesso un confronto di pura facciata, e l’opposizione è tale solo di nome.
La città finisce per essere retta da pochissime persone, secondo logiche note solo a loro. Questo
accade anche nella nostra città, ed è questo anzitutto che deve cambiare.

3. Che cosa vogliamo fare. Non è il caso, però, di prendersela con i partiti più di tanto. Il ceto
politico locale non è che l’espressione ultima –e non necessariamente deteriore- della vita
politica e civile della città. Questa è pervasa, da sempre, da una tradizione plebea di localismo,
particolarismo, clientelismo, personalismo, che attraversa tutti gli schieramenti. Questa
tradizione è il nostro vero nemico.
La nostra battaglia, prima ancora che politica, è una battaglia civile e culturale per l’affermazione di
principi diametralmente opposti: legalità, trasparenza, partecipazione, responsabilità. Parole, si dirà.

4. Come vogliamo farlo. Se queste non vogliono solo restare parole, allora la critica radicale che
portiamo non può che sfociare nell’indicazione di un radicale cambiamento di metodo. È
difficile, ma non impossibile. Per quest’ultimo alcuni strumenti sono già presenti nella
normativa, e basterebbe applicarli; altri si potrebbero facilmente adottare. Non sono strumenti
miracolosi, ma sarebbero probabilmente in grado, se gestiti con la necessaria convinzione, di
imprimere per davvero una svolta. Stiamo parlando di:
- Bilancio Sociale (Art. 35 dello Statuto Comunale): un documento in cui di anno in anno il
Comune rende conto ai cittadini delle politiche e dei servizi resi, mostra i risultati conseguiti
in relazione agli obiettivi dichiarati, preventiva le azioni da intraprendere. Il tutto viene
discusso in incontri pubblici con i cittadini. (Uno strumento di stampo sovietico? No. Nel
2004 ne ha redatto un manuale la Presidenza del Consiglio dei Ministri, governo Berlusconi
II)
- Inchiesta Pubblica (Art. 11, LR 11/99): una procedura, regolata dalla legge regionale, e
definita in un orizzonte temporale certo, volta a “fornire una completa informazione” al
pubblico sui progetti di maggiore impatto territoriale e ambientale, “e raccogliere
osservazioni, proposte e controproposte al fine di acquisire tutti gli elementi necessari per
una decisione ponderata sulla realizzazione dell’intervento”. Con questo strumento progetti
quali il PRG (2001) e il PRP (2007) non sarebbero passati, com’è avvenuto, quasi
all’insaputa della città.
- Carta dei Servizi (Artt. 10 e 12, LR 23/04; Dpcm 27 gennaio 1994, etc): un documento
pubblico, redatto con il concorso delle associazioni dei cittadini e dei consumatori, con il
quale i gestori dei servizi pubblici locali (Pulchra, Tessitore, etc.) “assumono nei confronti
dell'utente impegni diretti a garantire predeterminati e controllabili livelli di qualità delle
prestazioni”; e stabiliscono le relative sanzioni in caso di inadempienza. È uno strumento
largamente in uso altrove, ma da noi pressoché ignorato.
- Istituzione di un Ufficio specificamente dedicato ai problemi dei quartieri, che abbia un
referente politico, al quale ufficio i cittadini si possano rivolgere singolarmente o in forma
associata.
- Istituzione di un Comitato zonale permanente di consultazione e di controllo, composto
dagli enti pubblici (Provincia, Comuni del Vastese, ARTA) e dalle associazioni interessate,
che tenga d’occhio le numerose criticità ambientali della zona (aria, acqua, elettrosmog,
discariche, inceneritori, centrali nucleari, petrolio, etc) e ne riferisca periodicamente alla
città.

5. La questione ambientale. Hanno cercato, in questi anni, di farci passare per ambientalisti
fanatici. In verità per noi la questione ambientale si riduce al tentativo di impostare un disegno
razionale, consapevole e –se possibile- condiviso, di gestione del territorio. Un disegno che
subordini l’interesse privato a quello pubblico e non viceversa. Ma per questo è necessario che
la città si dia finalmente un orizzonte strategico, e definisca delle priorità. In questa prospettiva
va impostata la questione del Parco Nazionale della Costa Teatina. Noi proponiamo che essa
venga affrontata secondo le modalità dell’Inchiesta Pubblica di cui al punto precedente.

6. Con chi ci vogliamo alleare. Le proposte esposte ai punti 4 e 5 sono, è evidente, proposte di
metodo. Del nostro programma sono quelle che a noi paiono assolutamente prioritarie ed
irrinunciabili. Altre ve ne sono, di merito, maturate negli anni, su cui avremo modo di tornare.
Il nostro interlocutore di riferimento, va da sé, è la società civile, cui rivolgiamo qui un caldo
appello a partecipare a questa impresa. Invitiamo i cittadini interessati a contattarci, e noi stessi
organizzeremo degli incontri con il mondo delle associazioni.
Ma ci rivolgiamo anche agli schieramenti già costituiti in vista della campagna elettorale. E diciamo
chiaro che noi siamo disposti ad allearci con chiunque –di sinistra, centro o destra- sia disposto ad
accettare pubblicamente le nostre priorità, e a darci le necessarie garanzie. Sempre che alcuno ve ne
sia. Altrimenti andremo da soli, o, nel caso, non andremo affatto.

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