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Contenuti

Notizie dal desk 5

Risposte alle domande più frequenti 5

Fattori da valutare prima di iniziare un’attività negli EAU 9

Opportunità professionali 10

Il Louvre del deserto 12

Fatti e numeri 13

Louvre Abu Dhabi 15

Dettagli della costruzione 19

Parola di Jean Nouvel 21

La luce naturale incontra la luce artificiale 23

Artemide, azienda italiana che ha illuminato le opere del Louvre Abu Dhabi

Professionisti a Dubai 25

Intervista a Carlotta Verdi, Head of Business Development MEA per Artemide

Bibliografia

Nel Prossimo Numero


Fondazone Inarcassa a Dubai

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“ Costruiremo una nuova realtà
per la nostra gente, un nuovo futuro
per i nostri bambini, e un nuovo modello di sviluppo

Sheikh Mohammed bin Rashid al Maktoum
vice presidente degli Emirati Arabi Uniti, primo ministro ed Emiro di Dubai

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NOTIZIE DAL DESK

Nel suo primo mese di attività il Desk Inarcassa si è confermato un utile strumento operativo
per i professionisti italiani che ci hanno contattato per avere informazioni specifiche sulle
modalità con le quali inserirsi nel mercato emiratino e sulle opportunità professionali.
Per gli iscritti che ancora non hanno avuto la possibilità di usufruire dei servizi del Desk, mettiamo
a disposizione una serie di informazioni pratiche create in collaborazione con Kelmer Middle East
- per ciò che concerne l’apertura di una società a Dubai - Whitespace Architects, LC & Partners
Engineering Consultants e iGuzzini - per le opportunità professionali.

Risposte alle domande più frequenti

Parola a Ilaria Baiardo, consulente legale presso Kelmer Middle East


01. In qualità di architetto, posso costituire una società di servizi all’interno della free zone e
detenere il 100% della proprietà?

Tutti gli architetti e ingegneri possono costituire una società in Free Zone di cui sono
proprietari al 100%, ma potranno solo svolgere attività per le quali non sono richieste
delle specificità da parte della Dubai Municipality (es. consulenza, trading ma non
costruzione).
Secondo una logica che si avvicina al sistema dei distretti industriali italiani, a ogni Free
Zone corrisponde un gruppo di attività ben definito, di conseguenza nella scelta della
zona più idonea una delle variabili da tenere in considerazione è la tipologia di business
che si vuole sviluppare – per esempio, non in tutte è possibile aprire una società di trading.
Inoltre, nella scelta della Free Zone saranno tenute in considerazione anche variabili quali
il costo (es. Umm al Quaim è più economica di South Dubai) e il prestigio. Attualmente,
due delle zone più prestigiose sono il d3, il nuovo e rinomato distretto dedicato al design
(vedi Destinazione Emirati Arabi Uniti #02), e South Dubai in forte sviluppo in virtù della
vicinanza al sito di Dubai Expo 2020.

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Da tenere in considerazione, nel momento in cui si decide di costituire la propria società
in Free Zone, è che non sarà possibile fatturare a privati. Se l’obiettivo della società è
svolgere un’attività B2C allora è consigliabile costituire una LLC in mainland
(vedi domanda #05).

02. Una società di servizi può occuparsi anche di import (es. elementi di arredo) oppure devo
creare una seconda società apposita?

Ogni società può svolgere solo le attività che rientrano in uno specifico gruppo e che
corrispondono a una determinata licenza. Nel caso in cui si volessero svolgere diverse
macro-attività (appartenenti a diversi gruppi) occorre aprire una nuova società e richiedere
la relativa licenza.
Per esempio, se il professionista X vuole occuparsi di trading, servizi e consulenza (tutte
macro-attività), dovrà aprire tre diverse società e richiedere le tre relative licenze con un
nome correlato:

- AziendaX Green Building Material Trading LLC


- AziendaX Building Energy Efficiency Services LLC
- AziendaX Green Building Consultant LLC

Una volta ottenute le varie licenze, nella pratica quotidiana dell’attività il professionista
potrà usare semplicemente AziendaX LLC. Inoltre, lo spazio a uso ufficio (e l’indirizzo
registrato) può essere lo stesso per le diverse società, ma questo deve avere una metratura
consona stabilita per legge.
Da ricordare che, nel caso in cui la società si occupi di import trading, deve essere richiesto
un import code per sdoganare la merce e farla entrare a Dubai.
La stessa società può svolgere due sotto-attività con la stessa licenza, se queste rientrano
nello stesso gruppo di macro-attività. La Dubai Municipality - per le LLC - e il regolamento
delle diverse Free Zone indicano chiaramente quali attività rientrano nello stesso gruppo
e a cosa, in concreto, corrisponda ogni attività.

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Per esempio, l’attività di consulenza di “AziendaX Green Building Consultant” include
“Consulenza e assistenza tecnica in materia di edilizia ecosostenibile e progettazione della
comunità, scienza delle costruzioni ed efficienza energetica, servizi che consentono l’uso
efficiente di energia, acqua e altre risorse, che avranno un impatto sulla salute nazionale e
sull’ambiente globale. Le qualifiche minime richieste sono la laurea triennale in architettura
o discipline in ambito ingegneristico, oltre a tre anni di esperienza pratica.”

03. Posso lavorare come libero professionista?

Sì, è possibile richiedere un freelance permit ma diversamente dal sistema italiano occorre
comunque costituire una società - di cui si detiene la proprietà al 100% - all’interno di una Free Zone
(es. d3 o Dubai Media City) e lavorare come libero professionista per un totale di tre anni (durata
del visto per un freelance permit).
È il caso di un architetto che voglia fornire un servizio di consulenza. Lo svantaggio legato a questi
permessi è la difficoltà a ottenerli, sia perché hanno un numero limitato sia per i numerosi requisiti
che devono essere soddisfatti. Solitamente, si consiglia di scegliere questa alternativa solo nel caso
in cui sia ha già un portfolio clienti in loco abbastanza ampio.

04. Quante persone posso assumere nella mia società?

Il numero di visti per dipendenti dipende dalla metratura dell’ufficio (in mainland) che si prenderà
in locazione e dalla regolamentazione della Free Zone in cui è stata costituita la società.
Per esempio, una società in South Dubai che affitta come sede un flex desk (una sorta di co-working
space) può richiedere solo due visti (compreso titolare se lo richiede), salvo fare un upgrade e
affittare un vero e proprio ufficio. Nel caso delle LLC in mainland servono 8 m2 a dipendente.

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05. In quali casi mi conviene costituire una società LLC in mainland e cosa comporta?

Di seguito le ragioni principali per cui è consigliabile scegliere di costituire la propria


società in mainland (piuttosto che in Free Zone) con un socio locale che detiene almeno
il 51% della proprietà.
- Se si prevede di offrire i propri servizi anche a soggetti privati - attività B2C (es.
arredare la villa di un residente), non solo a livello corporate - B2B (es. altre società o
contractor).
- Per determinate tipologie di attività in ambito ingegneristico (es. costruzione di
strutture ecosostenibili e in generale progetti legati alla costruzione) e per le firme dei
progetti la Dubai Municipality richiede che nella società sia presente un professionista
locale con 10/15 (a seconda delle attività) anni di esperienza negli EAU. Professionista
che può svolgere anche il ruolo di local sponsor.
Inoltre, non sono da sottovalutare anche alcuni vantaggi fiscali (soprattutto nel caso in
cui si sia titolari di una società in Italia) - da valutare caso per caso con un consulente
legale esperto del sistema italiano ed emiratino (vedi servizi offerti da Kelmer Middle East).
Fondamentale differenza - rispetto a una società costituita in Free Zone - è la figura del
local sponsor: persona fisica o giuridica che detiene almeno il 51% ex lege della proprietà.
Questo non significa però che lo sponsor locale debba partecipare necessariamente
all’attività o ai profitti al 51%.
In alcuni casi il socio locale potrebbe essere “dormiente” ovvero viene scelto solo per
soddisfare il requisito previsto dalla legge di Dubai.
Per tutelarsi sarà opportuna e doverosa la stesura di Patti Parasociali ad hoc, con i quali
si stabilisce l’estraneità da parte dello sponsor locale sulla gestione della società e il
corrispettivo annuale riconosciuto.
Una seconda possibilità è costituire la società in mainland con un effettivo socio locale
(persona fisica o giuridica) che non solo soddisfa il requisito del local sponsor ma che
partecipa attivamente agli investimenti societari in proporzione alle quote sottoscritte e
definite nei Patti Parasociali.

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Fattori da valutare prima di iniziare un’attività negli EAU
Prima di considerare la possibilità di espandere il proprio business a Dubai o un altro Emirato, si
consiglia di valutare con attenzione i seguenti fattori.

1. Budget di investimento iniziale. Costituire una società comporta una serie di costi vivi come
canone di locazione, affitto, assicurazione medica, visti, costi per la costituzione societaria, ecc.

2. Tipologia di attività che si vuole svolgere e requisiti necessari. A ogni attività corrisponde
una precisa lista di requisiti che occorre soddisfare per poter richiedere la licenza relativa (es.
comprovata esperienza lavorativa, laurea, ecc.).

3. Attività B2B o B2C. A seconda che si vogliano offrire i propri servizi a livello corporate o privato,
la società sarà costituita in mainland o in free zone.

4. Aspetti fiscali tra Italia e Dubai e assetto proprietario. Nel caso in cui il professionista sia titolare
di una propria società in Italia e voglia espandere il proprio business a Dubai si devono valutare alcuni
aspetti legati alla fiscalità italiana ed emiratina - da considerare caso per caso con il proprio commercialista
italiano e un commercialista locale (vedi servizi offerti da Kelmer Middle East).

5. Socio Locale effettivo o dormiente. A seconda delle esigenze legate alla società o ai requisiti
di legge.

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Opportunità per gli iscritti

Parola a Francesco Anzolin, fondatore di Whitespace Architects

“Le motivazioni che hanno portato alla creazione di una partnership con Fondazione
Inarcassa scaturiscono dal voler creare un ponte tra i professionisti italiani, nello specifico
architetti e ingegneri, con la realtà lavorativa di Dubai e degli Emirati.
Il forte interesse che nutre la comunità locale emiratina - e in genere tutto il mondo arabo
- verso le competenze Italiane, nell’ambito del design, rendono doveroso e di buon auspicio
un investimento in questa direzione.
Dai continui colloqui con aspiranti architetti italiani - interessati a cimentarsi nel mercato
emiratino - si evidenzia la carenza di una preparazione verso l’internazionalizzazione,
ossia la generale mancanza di contenuti necessari all’inserimento immediato nel campo
lavorativo.
Con questa partnership si vuole pertanto favorire l’inserimento di architetti e ingegneri
italiani nel territorio emiratino a mezzo di una formazione sul campo. L’opportunità di
stage mira a implementare la conoscenza di sistemi e software che possano garantire
una preparazione adeguata al contesto lavorativo, non solo locale ma universale se si
considera che il sistema britannico/americano (utilizzato a Dubai) è il sistema utilizzato
a livello globale.”

Parola a Lorenzo Candelpergher, Chairman e CEO LC & Partners Engineering Consultants

“LC & Partners Engineering Consultants ha già da tempo attivato un programma


strutturato per offrire a giovani ingegneri italiani l’opportunità di affrontare una
prima esperienza internazionale in Medio Oriente.
Un primo approdo all’estero presso una realtà italiana di construction project management
e di engineering come LC & Partners Engineering Consultants - già presente a Dubai da
diversi anni - permette l’ingresso graduale nel mercato, in un ambiente relativamente
protetto. Per l’intera durata del programma, a ciascun partecipante verrà affiancato un
tutor. Quest’ultimo avrà la responsabilità di definire uno specifico programma di formazione
ed esperienza operativa, con regolari tappe intermedie di verifica del percorso e dei risultati

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ottenuti, rispetto alle aspettative dell’azienda (riflesso di quelle del mercato) e - soprattutto
- alle aspettative individuali del partecipante.
La collaborazione con Fondazione Inarcassa dà ulteriore slancio al nostro programma:
abbiamo infatti grande piacere di poter dare il nostro contributo all’affermazione dei
giovani talenti italiani in ambito internazionale.”

Parola a Paolo Guzzini, Vice President FIMAG e Managing Director iGuzzini Middle East

iGuzzini, leader nella produzione di apparecchi di illuminazione per interni ed esterni, è


la prima azienda ad aver firmato il protocollo d’intesa con Fondazione Inarcassa e offerto
ai professionisti iscritti l’opportunità di svolgere sei mesi di stage presso la sede di
Dubai.
“Come azienda italiana che ha reso l'internazionalizzazione una delle sue principali
pratiche e valori - dichiara Paolo Guzzini, Vice President FIMAG e Managing Director
iGuzzini Middle East - è nostro interesse e onore sostenere e creare opportunità per i
professionisti che vogliono intraprendere un'esperienza internazionale in uno degli
ambienti più emozionanti per l'industria della costruzione e dell'architettura.”

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IL LOUVRE DEL DESERTO

Il museo delle civiltà


Dopo 10 anni di lavori, l’11 novembre 2017 è stato inaugurato il tanto atteso Louvre Abu Dhabi,
città museo firmata dall’architetto Jean Nouvel. Un’opera visionaria che ancora una volta dimostra
l’importanza di adattarsi – se non addirittura abbracciare – le peculiarità ambientali degli Emirati
Arabi Uniti, per dare vita a qualcosa di unico.

“Sono un architetto contestuale, e non posso immaginare


un’architettura che non sia profondamente
legata al territorio in cui sorge.”

Jean Nouvel

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Fatti e numeri

Il museo è costruito su un sito di 97.000 m2 sull’isola di Saadiyat,


a 500 metri dalla costa di Abu Dhabi, sede di numerosi progetti
di turismo e sviluppo.

Gli ingegneri hanno dovuto spostare 503.000 m2 di sabbia per gettare


le basi del museo.

L’intera area è coperta da una cupola argentata alta 36 metri


e pesante 7.500 tonnellate, quasi quanto la Torre Eiffel.

La cupola sembra fluttuare, poiché i suoi 4 pilatri sono nascosti


all’interno del museo e sono distanti circa 110 metri l’uno dall’altro.

La cupola è composta da 8 strati sovrapposti: 4 strati esterni in


acciaio inossidabile e 4 strati interni separati da una struttura in
acciaio alta 5 metri.

La stratificazione di 7.850 perforazioni modellate crea ciò che i cineasti


chiamano una “pioggia di luce”: ogni raggio del sole deve attraversare tutti
gli otto strati per raggiungere il suolo, creando un motivo intricato e in
continua evoluzione.

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Gli spazi espositivi coperti copriranno una superficie totale di circa
8.600 m2.

Le 23 gallerie permanenti copriranno 6.400 m2 e presenteranno 600 opere


d’arte, di cui 300 prestate da 13 musei francesi per l’anno inaugurale.

Il Louvre Abu Dhabi è stato progettato a seguito di una richiesta degli


Emirati ed è stato istituito nell’ambito di un accordo intergovernativo
del 2007 tra Parigi e Abu Dhabi

Si dice che Louvre Abu Dhabi abbia finanziatori di fondi superiori a


un miliardo di euro, inclusi 400 milioni di euro per portate il nome del
Louvre (per 30 anni e 6 mesi).

La costruzione del museo è stata stimata per circa 600 milioni di euro,
ma i costi sono aumentati a causa di ritardi nel finanziamento e nella
costruzione.

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Louvre Abu Dhabi

Situato nella zona a nord-ovest di Saadiyat Island, dove terra ferma, mare e cielo
sembrano incontrarsi creando uno spazio unico nel suo genere, Louvre Abu Dhabi è
stato progettato per offrire al pubblico una nuova tipologia di museo.
La struttura stessa è considerata un vero e proprio capolavoro, grazie soprattutto alla
futuristica - e immediatamente riconoscibile - cupola che si erge fino a 36 metri dal suolo
e si estende per 180 metri, una copertura costituita da 7.000 tonnellate di acciaio e
alluminio, che sembra fluttuare miracolosamente sull’arcipelago.
Uno scrigno universale - primo del genere nel mondo arabo - che metterà in luce opere
di tutte le epoche e civiltà, esposte nei 55 edifici bianchi ispirati alle Medine orientali in
cui sorgono dipartimenti e gallerie. Tra i pezzi esposti ci sono un Corano del VI/o secolo,
una Bibbia gotica e una Torah dello Yemen e addirittura il 'Ritratto di Dama' - la Belle
Ferronière - di Leonardo Da Vinci, prestato dal Louvre di Parigi al cugino del deserto.

Uno degli obiettivi del progetto è stato creare l’impressione di una struttura fluida e leggera,
ma non si devono sottovalutare le forze colossali con le quali il museo deve confrontarsi,
in particolare dal punto di vista ambientale.
Al suo interno, infatti, il museo deve assicurare i più alti standard in termini di controllo
della luce e delle temperature, per garantire la sicurezza delle opere d’arte, mentre
all’esterno la struttura deve essere completamente impermeabile.

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A livello sotterraneo, il basamento del museo è in uno stato di costante sollecitazione
a causa della sabbia e dell’acqua di mare, la cui pressione è in grado di far letteralmente
galleggiare la struttura. Per assicurarne la stabilità, oltre 4500 fondamenta ancorano il
complesso al sostrato roccioso dell’isola di Saadiyat.
Molto è stato scritto a proposito della visione di Nouvel e dell’idea che ha dato vita al
design del museo. Louvre Abu Dhabi è una prodezza di ingegneria composta da diverse
migliaia di tonnellate di cemento e alluminio, pietra, acciaio e vetro, ma anche la più recente
espressione di un’ossessione che ha caratterizzato tutta la carriera dell’architetto: il
controllo “discreto” della luce e dei suoi mutevoli ed effimeri effetti.
Non solo, nella sua essenza il progetto si basa su ciò che Jean Nouvel ha descritto come la
“corrispondenza di sensazioni”, che sono create dal delicato sciabordio dell’acqua e
dall’effetto che promette di essere la firma visiva dell’architetto, la delicata e ipnotica
Pioggia di Luce.
Creata semplicemente dai raggi di sole che attraversano gli 8 strati della complessa
copertura del museo, la Pioggia di Luce è costituita da infinite gocce di luce solare in
continuo divenire, che emergono, si muovono, si trasformano e infine scompaiono,
aggiungendo un tocco di poesia “transitoria” alla struttura della città museo.
L’architetto Nouvel ha descritto questo effetto come un’ombra perforata da tanti
piccoli fori.

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“ Questi fori non sono quelli che vedi attraverso
un colino, non sono solamente dei buchi
casuali che permettono alla luce di entrare,
ma sono il risultato della luce che attraversa
un totale di 8 filtri.
La luce solare può passare attraverso 2 buchi
ed essere bloccata da un terzo, ma questo
cambia rapidamente quando i raggisi muovono
e otteniamo punti di luce che compaiono e
scompaiono, si ingrandiscono e si restringono…
è un effetto cinetico visibile a occhio nudo
perché tra 30 e 40 secondi si vede un punto
diventare più grande mentre un altro scompare.”

Jean Nouvel

Si dice che la Pioggia di Luce sia stata ispirata dalla vista dei raggi del sole che filtravano tra le fronde
delle palme nell’oasi di Al Ain, in realtà ci sono molti più collegamenti con i primi progetti di Nouvel,
come L’Institut du Monde Arabe, l’edificio che ha sancito ufficialmente il suo ingresso nel mondo
dell’architettura d’eccellenza già nel 1987.
Costruito come uno spazio per lo scambio culturale e come una vetrina per le conquiste scientifiche
e tecnologiche del mondo arabo, le facciate dell’istituto sono dotate di aperture motorizzate che
rispondono alla luce del sole, aprendosi e chiudendosi come le lenti di una macchina fotografica o
come una mashrabiya (vedi Destinazione Emirati Arabi Uniti #1) mobile, creando ombre mutevoli
e filtrando la luce parigina.

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Dettagli della costruzione

© Ateliers Jean Nouvel. Dome Structural Element

© Ateliers Jean Nouvel. Dome Layers

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© Ateliers Jean Nouvel. Roof and Ground Floor Plan

© Ateliers Jean Nouvel. Museum Program

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Parola di Jean Nouvel

In un’intervista, alla domanda se quando ha costruito Louvre Abu Dhabi, l’architetto


fosse cosciente della valenza globale del progetto e dell’importanza politica come
simbolo di tolleranza e di armonia, Jean Nouvel risponde…
Quando ho iniziato a lavorare al progetto, non sapevo che sarebbe stato il Louvre, ma
che doveva diventare un museo delle civiltà - da notare il plurale utilizzato nella sua
definizione.
Volevo dare vita a un simbolo forte, capace di ispirare il dialogo e una potente dimensione
spirituale.
Non solo, volevo anche un’architettura che rispecchiasse la storia del luogo ed echeggiasse
l’architettura araba, ma allo stesso tempo si rivolgesse all’universalità. Questa è la sintesi
che stavo cercando.
E siccome l’architettura è un’arte, doveva essere anche qualcosa di misterioso, abbastanza
accattivante da tentare il pubblico e invitarlo a perdersi al suo interno per cercare le
proprie risposte.

Interessante è anche il racconto dell’architetto Nouvel su come è nata l’idea della


cupola e delle 7.850 stelle.
Volevo fondere cielo, acqua, sabbia e qualcosa che è tra l’eternità e il momento. Questa
unione offre una spiritualità a sé.
La cupola si ispira all’ombra creata delle fronde delle palme che si muovono nel vento
e offre ai visitatori un ambiente luminoso - come una giornata piena di luce - e fresco,
grazie anche alla brezza che arriva dal mare.

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Gli otto strati sovrapposti della copertura evocano l’architettura araba e creano un
reticolo di 7.850 stelle, ognuna caratterizzata da una forma unica, risultato di uno sforzo
sia tecnico che estetico.
Il gioco di luce che ne deriva è di conseguenza sempre diverso, per la forma delle aperture,
ma anche perché legato al momento del giorno, del mese e dell’anno.
Nessun calcolo può prevedere tutte le combinazioni possibili di questo pattern di
“pioggia leggera”.
In alcuni periodi dell’anno, a mezzogiorno, la luminosità è così densa che la cupola
sembra perforata da stalattiti di luce.

Foto: Mohamed Somji

“Le persone arriveranno da ogni parte del mondo con convinzioni, culture e riferimenti
estetici diversi, per trovarsi insieme a condividere lo stesso posto. Riunire in uno spazio
le principali opere dell’umanità è eccitante!”

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LA LUCE NATURALE INCONTRA LA LUCE ARTIFICIALE

Artemide, leader internazionale nel campo della luce e sinonimo di innovazione made in Italy,
è l’azienda italiana scelta per illuminare le opere esposte al Louvre Abu Dhabi.
La riflessione da tempo avviata da Jean Nouvel e Artemide sul rapporto fra luce e architettura
trova in questa grandiosa opera un proficuo campo di sperimentazione, che ha portato alla
messa a punto di una nuova versione del proiettore Cata progettato dall’architetto Carlotta
de Bevilacqua.

Credits: Artemide - Luc Boegly & Sergio Grazia

“Per l’illuminazione del Louvre Abu Dhabi era necessario un proiettore che fosse in grado di
regolare il rapporto tra la luce e l’ombra, per integrarsi nella grande copertura e ottenere un
flusso di luce definito sulle opere esposte. Inoltre, le prestazioni richieste da Jean Nouvel
erano molto precise.
Abbiamo subito capito che Cata era il prodotto perfetto per questo progetto: una piattaforma
aperta in grado di supportare ottiche differenti e garantire le varie performance di luce
necessarie.” Arch. Carlotta de Bevilacqua

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Nel dettaglio, questo particolare proiettore è in grado di assecondare le molteplici variazioni
della luce naturale che penetra dalla enorme cupola, illuminando al tempo stesso con
flessibilità, controllo e precisione opere di dimensioni, materiali, epoche e stili molto diversi
tra loro.
Ogni singolo apparecchio è impostato su uno specifico livello di illuminamento, che viene
mantenuto costante nel tempo con il variare delle condizioni di luminosità naturale, nel
pieno rispetto delle opere esposte e del paesaggio luminoso ricreato all’interno del museo.
Infine, l’innovazione firmata Artemide mantiene il principio della trasparenza e della leggerezza,
per smaterializzare la sua presenza nello spazio rendendo protagonista la luce.

Progetto di illuminazione realizzata da Artemide per Louvre Abu Dhabi.

Credits: Luc Boegly & Sergio Grazia

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Professionisti a Dubai
Intervista a...

CARLOTTA VERDI
Head of Business Development MEA per Artemide

Raccontaci la tua esperienza di crescita professionale negli EAU

Sono arrivata Dubai nel 2008 alla ricerca di un cambiamento, perché la situazione lavorativa che avevo in

Italia aveva lentamente smesso di appassionarmi. Dopo un primo periodo di adattamento, ho deciso

di dare una possibilità a me stessa e mettere in gioco la mia esperienza professionale.

La crisi economica cominciava a far sentire i suoi primi effetti, ma fortunatamente ho trovato lavoro in

pochi mesi e - anzi - mi ha permesso di adattarmi gradualmente al ritmo lavorativo, appassionandomi

appassionandomi al mondo dell’illuminazione. La mia storia con la luce è iniziata nel 2009 e da allora

sono passata da una trading company locale, per la quale ho lavorato i primi due anni e mezzo, a lavorare

per Artemide da Settembre 2011. Con Artemide ho imparato cosa vuol dire creare la luce, la storia del

design e come unire il rispetto delle tradizioni con l’innovazione.

Devo ringraziare per questo La Proprietà nella figura del Presidente Ing. Ernesto Gismondi e del Vice

Presidente/CEO Arch. Carlotta de Bevilacqua.

Cosa puoi raccontarci della tua azienda e dei suoi progetti più importanti negli Emirati?

Fondato nel 1960 dall’Ingegnere Ernesto Gismondi, Presidente, il Gruppo Artemide ha sede a Pregnana

Milanese. Opera attraverso 15 Commercial Subsidiaries e un Representative Office a Dubai e ha una

rete tra cui spiccano numerosi Showroom monomarca nelle principali città del mondo.

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I prodotti Artemide sono distribuiti in 98 diversi Paesi. Con 5 unità produttive in Italia, Francia, Ungheria

e Canada, 1 vetreria e una struttura di Ricerca e Innovazione supportata da laboratori di prototipazione

e test all'avanguardia, il Gruppo impiega attualmente 750 dipendenti di cui 60 in attività di R&S, a

conferma del ruolo portante dell'innovazione quale componente chiave per il suo successo, confermato

da un investimento pari al 6% del fatturato.

Ricerca tecnologica, dialogo con i grandi architetti ma anche indagine in campo socio-culturale sono fin

dall'inizio del percorso di Artemide alla base di innovativi progetti capaci anche nel tempo di illuminare

con la stessa forza il futuro. Oggi le collezioni Artemide rappresentano un incrocio unico di valori:

l'approccio alla luce umana e responsabile si coniuga a un saper fare progettuale e materico, in un incontro

tra tecnologia di ultima generazione e antichi saperi, perfetta espressione del progetto sostenibile.

Tra i diversi progetti sviluppati negli Emirati, i più importanti in termini di innovazione e di visibilità sono:

Louvre Abu Dhabi, Etihad Museum, Sharjah Art Foundation, NYU, Emaar Boulevard Enhancement,

Al Amal Hospital, Al Qassimi Hospital.

Quali pensi possano essere le opportunità, ma anche le sfide che questo mercato
rappresenta per i professionisti italiani?

Le possibilità sono molte e dipendono dall’esperienza diretta nel settore specifico, ma soprattutto

dalla capacità dei professionisti italiani di far incontrare la tradizione con le nuove esigenze e culture.

Il vantaggio - tutto italiano - è la nostra abilità “vivace” nell’affrontare ostacoli o sfide, anche in

situazioni insolite o lontane da casa. Le difficoltà iniziali possono essere date appunto dalla distanza

culturale, che si riflette in un diverso approccio al business in genere - oltre che umano.

La sfida più grande, come expat italiani, è diventare un ponte di “comprensione” lavorativa e gestionale

che possa portare avanti il sapere, il gusto e le tradizioni legate alle nostre origini.

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Quale pensi possa essere l’influenza di Expo 2020 sulle opportunità professionali nel
vostro settore?

Artemide è già presente in alcuni progetti e personalmente ho già partecipato a più di un incontro

specifico in visione di futuri lavori. Nonostante ciò, non sono ancora chiari i risvolti per le società

come la nostra, ovvero per gli uffici di rappresentanza. Confido molto nel supporto delle autorità e

istituzioni italiane nell’implementare un sistema per la condivisione di informazioni e di aggiornamenti.

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Bibliografia

www.kelmer.com

www.fondazioneinarcassa.it

www.iguzzini.com

www.lcandpartners.com

www.whitespace.ae

www.louvreabudhabi.ae

www.thenational.ae

www.architecturaldigest.com

www.arabianbusiness.com

www.scmp.com

www.archdaily.com

www.constructionweekonline.com

www.meconstructionnews.com

www.artemide.com

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Nel prossimo No. di
Destinazione
E mirati A rabi U niti

Fondazione Inarcassa a Dubai


A tu per tu con l’architetto Francesco Anzolin
e l’ingegnere Giulio de Carli

Kelmer Middle East LLC

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