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Opportunità professionali 10
Fatti e numeri 13
Artemide, azienda italiana che ha illuminato le opere del Louvre Abu Dhabi
Professionisti a Dubai 25
Bibliografia
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“ Costruiremo una nuova realtà
per la nostra gente, un nuovo futuro
per i nostri bambini, e un nuovo modello di sviluppo
”
Sheikh Mohammed bin Rashid al Maktoum
vice presidente degli Emirati Arabi Uniti, primo ministro ed Emiro di Dubai
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NOTIZIE DAL DESK
Nel suo primo mese di attività il Desk Inarcassa si è confermato un utile strumento operativo
per i professionisti italiani che ci hanno contattato per avere informazioni specifiche sulle
modalità con le quali inserirsi nel mercato emiratino e sulle opportunità professionali.
Per gli iscritti che ancora non hanno avuto la possibilità di usufruire dei servizi del Desk, mettiamo
a disposizione una serie di informazioni pratiche create in collaborazione con Kelmer Middle East
- per ciò che concerne l’apertura di una società a Dubai - Whitespace Architects, LC & Partners
Engineering Consultants e iGuzzini - per le opportunità professionali.
Tutti gli architetti e ingegneri possono costituire una società in Free Zone di cui sono
proprietari al 100%, ma potranno solo svolgere attività per le quali non sono richieste
delle specificità da parte della Dubai Municipality (es. consulenza, trading ma non
costruzione).
Secondo una logica che si avvicina al sistema dei distretti industriali italiani, a ogni Free
Zone corrisponde un gruppo di attività ben definito, di conseguenza nella scelta della
zona più idonea una delle variabili da tenere in considerazione è la tipologia di business
che si vuole sviluppare – per esempio, non in tutte è possibile aprire una società di trading.
Inoltre, nella scelta della Free Zone saranno tenute in considerazione anche variabili quali
il costo (es. Umm al Quaim è più economica di South Dubai) e il prestigio. Attualmente,
due delle zone più prestigiose sono il d3, il nuovo e rinomato distretto dedicato al design
(vedi Destinazione Emirati Arabi Uniti #02), e South Dubai in forte sviluppo in virtù della
vicinanza al sito di Dubai Expo 2020.
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Da tenere in considerazione, nel momento in cui si decide di costituire la propria società
in Free Zone, è che non sarà possibile fatturare a privati. Se l’obiettivo della società è
svolgere un’attività B2C allora è consigliabile costituire una LLC in mainland
(vedi domanda #05).
02. Una società di servizi può occuparsi anche di import (es. elementi di arredo) oppure devo
creare una seconda società apposita?
Ogni società può svolgere solo le attività che rientrano in uno specifico gruppo e che
corrispondono a una determinata licenza. Nel caso in cui si volessero svolgere diverse
macro-attività (appartenenti a diversi gruppi) occorre aprire una nuova società e richiedere
la relativa licenza.
Per esempio, se il professionista X vuole occuparsi di trading, servizi e consulenza (tutte
macro-attività), dovrà aprire tre diverse società e richiedere le tre relative licenze con un
nome correlato:
Una volta ottenute le varie licenze, nella pratica quotidiana dell’attività il professionista
potrà usare semplicemente AziendaX LLC. Inoltre, lo spazio a uso ufficio (e l’indirizzo
registrato) può essere lo stesso per le diverse società, ma questo deve avere una metratura
consona stabilita per legge.
Da ricordare che, nel caso in cui la società si occupi di import trading, deve essere richiesto
un import code per sdoganare la merce e farla entrare a Dubai.
La stessa società può svolgere due sotto-attività con la stessa licenza, se queste rientrano
nello stesso gruppo di macro-attività. La Dubai Municipality - per le LLC - e il regolamento
delle diverse Free Zone indicano chiaramente quali attività rientrano nello stesso gruppo
e a cosa, in concreto, corrisponda ogni attività.
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Per esempio, l’attività di consulenza di “AziendaX Green Building Consultant” include
“Consulenza e assistenza tecnica in materia di edilizia ecosostenibile e progettazione della
comunità, scienza delle costruzioni ed efficienza energetica, servizi che consentono l’uso
efficiente di energia, acqua e altre risorse, che avranno un impatto sulla salute nazionale e
sull’ambiente globale. Le qualifiche minime richieste sono la laurea triennale in architettura
o discipline in ambito ingegneristico, oltre a tre anni di esperienza pratica.”
Sì, è possibile richiedere un freelance permit ma diversamente dal sistema italiano occorre
comunque costituire una società - di cui si detiene la proprietà al 100% - all’interno di una Free Zone
(es. d3 o Dubai Media City) e lavorare come libero professionista per un totale di tre anni (durata
del visto per un freelance permit).
È il caso di un architetto che voglia fornire un servizio di consulenza. Lo svantaggio legato a questi
permessi è la difficoltà a ottenerli, sia perché hanno un numero limitato sia per i numerosi requisiti
che devono essere soddisfatti. Solitamente, si consiglia di scegliere questa alternativa solo nel caso
in cui sia ha già un portfolio clienti in loco abbastanza ampio.
Il numero di visti per dipendenti dipende dalla metratura dell’ufficio (in mainland) che si prenderà
in locazione e dalla regolamentazione della Free Zone in cui è stata costituita la società.
Per esempio, una società in South Dubai che affitta come sede un flex desk (una sorta di co-working
space) può richiedere solo due visti (compreso titolare se lo richiede), salvo fare un upgrade e
affittare un vero e proprio ufficio. Nel caso delle LLC in mainland servono 8 m2 a dipendente.
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05. In quali casi mi conviene costituire una società LLC in mainland e cosa comporta?
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Fattori da valutare prima di iniziare un’attività negli EAU
Prima di considerare la possibilità di espandere il proprio business a Dubai o un altro Emirato, si
consiglia di valutare con attenzione i seguenti fattori.
1. Budget di investimento iniziale. Costituire una società comporta una serie di costi vivi come
canone di locazione, affitto, assicurazione medica, visti, costi per la costituzione societaria, ecc.
2. Tipologia di attività che si vuole svolgere e requisiti necessari. A ogni attività corrisponde
una precisa lista di requisiti che occorre soddisfare per poter richiedere la licenza relativa (es.
comprovata esperienza lavorativa, laurea, ecc.).
3. Attività B2B o B2C. A seconda che si vogliano offrire i propri servizi a livello corporate o privato,
la società sarà costituita in mainland o in free zone.
4. Aspetti fiscali tra Italia e Dubai e assetto proprietario. Nel caso in cui il professionista sia titolare
di una propria società in Italia e voglia espandere il proprio business a Dubai si devono valutare alcuni
aspetti legati alla fiscalità italiana ed emiratina - da considerare caso per caso con il proprio commercialista
italiano e un commercialista locale (vedi servizi offerti da Kelmer Middle East).
5. Socio Locale effettivo o dormiente. A seconda delle esigenze legate alla società o ai requisiti
di legge.
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Opportunità per gli iscritti
“Le motivazioni che hanno portato alla creazione di una partnership con Fondazione
Inarcassa scaturiscono dal voler creare un ponte tra i professionisti italiani, nello specifico
architetti e ingegneri, con la realtà lavorativa di Dubai e degli Emirati.
Il forte interesse che nutre la comunità locale emiratina - e in genere tutto il mondo arabo
- verso le competenze Italiane, nell’ambito del design, rendono doveroso e di buon auspicio
un investimento in questa direzione.
Dai continui colloqui con aspiranti architetti italiani - interessati a cimentarsi nel mercato
emiratino - si evidenzia la carenza di una preparazione verso l’internazionalizzazione,
ossia la generale mancanza di contenuti necessari all’inserimento immediato nel campo
lavorativo.
Con questa partnership si vuole pertanto favorire l’inserimento di architetti e ingegneri
italiani nel territorio emiratino a mezzo di una formazione sul campo. L’opportunità di
stage mira a implementare la conoscenza di sistemi e software che possano garantire
una preparazione adeguata al contesto lavorativo, non solo locale ma universale se si
considera che il sistema britannico/americano (utilizzato a Dubai) è il sistema utilizzato
a livello globale.”
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ottenuti, rispetto alle aspettative dell’azienda (riflesso di quelle del mercato) e - soprattutto
- alle aspettative individuali del partecipante.
La collaborazione con Fondazione Inarcassa dà ulteriore slancio al nostro programma:
abbiamo infatti grande piacere di poter dare il nostro contributo all’affermazione dei
giovani talenti italiani in ambito internazionale.”
Parola a Paolo Guzzini, Vice President FIMAG e Managing Director iGuzzini Middle East
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IL LOUVRE DEL DESERTO
Jean Nouvel
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Fatti e numeri
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Gli spazi espositivi coperti copriranno una superficie totale di circa
8.600 m2.
La costruzione del museo è stata stimata per circa 600 milioni di euro,
ma i costi sono aumentati a causa di ritardi nel finanziamento e nella
costruzione.
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Louvre Abu Dhabi
Situato nella zona a nord-ovest di Saadiyat Island, dove terra ferma, mare e cielo
sembrano incontrarsi creando uno spazio unico nel suo genere, Louvre Abu Dhabi è
stato progettato per offrire al pubblico una nuova tipologia di museo.
La struttura stessa è considerata un vero e proprio capolavoro, grazie soprattutto alla
futuristica - e immediatamente riconoscibile - cupola che si erge fino a 36 metri dal suolo
e si estende per 180 metri, una copertura costituita da 7.000 tonnellate di acciaio e
alluminio, che sembra fluttuare miracolosamente sull’arcipelago.
Uno scrigno universale - primo del genere nel mondo arabo - che metterà in luce opere
di tutte le epoche e civiltà, esposte nei 55 edifici bianchi ispirati alle Medine orientali in
cui sorgono dipartimenti e gallerie. Tra i pezzi esposti ci sono un Corano del VI/o secolo,
una Bibbia gotica e una Torah dello Yemen e addirittura il 'Ritratto di Dama' - la Belle
Ferronière - di Leonardo Da Vinci, prestato dal Louvre di Parigi al cugino del deserto.
Uno degli obiettivi del progetto è stato creare l’impressione di una struttura fluida e leggera,
ma non si devono sottovalutare le forze colossali con le quali il museo deve confrontarsi,
in particolare dal punto di vista ambientale.
Al suo interno, infatti, il museo deve assicurare i più alti standard in termini di controllo
della luce e delle temperature, per garantire la sicurezza delle opere d’arte, mentre
all’esterno la struttura deve essere completamente impermeabile.
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A livello sotterraneo, il basamento del museo è in uno stato di costante sollecitazione
a causa della sabbia e dell’acqua di mare, la cui pressione è in grado di far letteralmente
galleggiare la struttura. Per assicurarne la stabilità, oltre 4500 fondamenta ancorano il
complesso al sostrato roccioso dell’isola di Saadiyat.
Molto è stato scritto a proposito della visione di Nouvel e dell’idea che ha dato vita al
design del museo. Louvre Abu Dhabi è una prodezza di ingegneria composta da diverse
migliaia di tonnellate di cemento e alluminio, pietra, acciaio e vetro, ma anche la più recente
espressione di un’ossessione che ha caratterizzato tutta la carriera dell’architetto: il
controllo “discreto” della luce e dei suoi mutevoli ed effimeri effetti.
Non solo, nella sua essenza il progetto si basa su ciò che Jean Nouvel ha descritto come la
“corrispondenza di sensazioni”, che sono create dal delicato sciabordio dell’acqua e
dall’effetto che promette di essere la firma visiva dell’architetto, la delicata e ipnotica
Pioggia di Luce.
Creata semplicemente dai raggi di sole che attraversano gli 8 strati della complessa
copertura del museo, la Pioggia di Luce è costituita da infinite gocce di luce solare in
continuo divenire, che emergono, si muovono, si trasformano e infine scompaiono,
aggiungendo un tocco di poesia “transitoria” alla struttura della città museo.
L’architetto Nouvel ha descritto questo effetto come un’ombra perforata da tanti
piccoli fori.
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“ Questi fori non sono quelli che vedi attraverso
un colino, non sono solamente dei buchi
casuali che permettono alla luce di entrare,
ma sono il risultato della luce che attraversa
un totale di 8 filtri.
La luce solare può passare attraverso 2 buchi
ed essere bloccata da un terzo, ma questo
cambia rapidamente quando i raggisi muovono
e otteniamo punti di luce che compaiono e
scompaiono, si ingrandiscono e si restringono…
è un effetto cinetico visibile a occhio nudo
perché tra 30 e 40 secondi si vede un punto
diventare più grande mentre un altro scompare.”
Jean Nouvel
Si dice che la Pioggia di Luce sia stata ispirata dalla vista dei raggi del sole che filtravano tra le fronde
delle palme nell’oasi di Al Ain, in realtà ci sono molti più collegamenti con i primi progetti di Nouvel,
come L’Institut du Monde Arabe, l’edificio che ha sancito ufficialmente il suo ingresso nel mondo
dell’architettura d’eccellenza già nel 1987.
Costruito come uno spazio per lo scambio culturale e come una vetrina per le conquiste scientifiche
e tecnologiche del mondo arabo, le facciate dell’istituto sono dotate di aperture motorizzate che
rispondono alla luce del sole, aprendosi e chiudendosi come le lenti di una macchina fotografica o
come una mashrabiya (vedi Destinazione Emirati Arabi Uniti #1) mobile, creando ombre mutevoli
e filtrando la luce parigina.
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Dettagli della costruzione
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© Ateliers Jean Nouvel. Roof and Ground Floor Plan
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Parola di Jean Nouvel
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Gli otto strati sovrapposti della copertura evocano l’architettura araba e creano un
reticolo di 7.850 stelle, ognuna caratterizzata da una forma unica, risultato di uno sforzo
sia tecnico che estetico.
Il gioco di luce che ne deriva è di conseguenza sempre diverso, per la forma delle aperture,
ma anche perché legato al momento del giorno, del mese e dell’anno.
Nessun calcolo può prevedere tutte le combinazioni possibili di questo pattern di
“pioggia leggera”.
In alcuni periodi dell’anno, a mezzogiorno, la luminosità è così densa che la cupola
sembra perforata da stalattiti di luce.
“Le persone arriveranno da ogni parte del mondo con convinzioni, culture e riferimenti
estetici diversi, per trovarsi insieme a condividere lo stesso posto. Riunire in uno spazio
le principali opere dell’umanità è eccitante!”
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LA LUCE NATURALE INCONTRA LA LUCE ARTIFICIALE
Artemide, leader internazionale nel campo della luce e sinonimo di innovazione made in Italy,
è l’azienda italiana scelta per illuminare le opere esposte al Louvre Abu Dhabi.
La riflessione da tempo avviata da Jean Nouvel e Artemide sul rapporto fra luce e architettura
trova in questa grandiosa opera un proficuo campo di sperimentazione, che ha portato alla
messa a punto di una nuova versione del proiettore Cata progettato dall’architetto Carlotta
de Bevilacqua.
“Per l’illuminazione del Louvre Abu Dhabi era necessario un proiettore che fosse in grado di
regolare il rapporto tra la luce e l’ombra, per integrarsi nella grande copertura e ottenere un
flusso di luce definito sulle opere esposte. Inoltre, le prestazioni richieste da Jean Nouvel
erano molto precise.
Abbiamo subito capito che Cata era il prodotto perfetto per questo progetto: una piattaforma
aperta in grado di supportare ottiche differenti e garantire le varie performance di luce
necessarie.” Arch. Carlotta de Bevilacqua
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Nel dettaglio, questo particolare proiettore è in grado di assecondare le molteplici variazioni
della luce naturale che penetra dalla enorme cupola, illuminando al tempo stesso con
flessibilità, controllo e precisione opere di dimensioni, materiali, epoche e stili molto diversi
tra loro.
Ogni singolo apparecchio è impostato su uno specifico livello di illuminamento, che viene
mantenuto costante nel tempo con il variare delle condizioni di luminosità naturale, nel
pieno rispetto delle opere esposte e del paesaggio luminoso ricreato all’interno del museo.
Infine, l’innovazione firmata Artemide mantiene il principio della trasparenza e della leggerezza,
per smaterializzare la sua presenza nello spazio rendendo protagonista la luce.
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Professionisti a Dubai
Intervista a...
CARLOTTA VERDI
Head of Business Development MEA per Artemide
Sono arrivata Dubai nel 2008 alla ricerca di un cambiamento, perché la situazione lavorativa che avevo in
Italia aveva lentamente smesso di appassionarmi. Dopo un primo periodo di adattamento, ho deciso
La crisi economica cominciava a far sentire i suoi primi effetti, ma fortunatamente ho trovato lavoro in
appassionandomi al mondo dell’illuminazione. La mia storia con la luce è iniziata nel 2009 e da allora
sono passata da una trading company locale, per la quale ho lavorato i primi due anni e mezzo, a lavorare
per Artemide da Settembre 2011. Con Artemide ho imparato cosa vuol dire creare la luce, la storia del
Devo ringraziare per questo La Proprietà nella figura del Presidente Ing. Ernesto Gismondi e del Vice
Cosa puoi raccontarci della tua azienda e dei suoi progetti più importanti negli Emirati?
Fondato nel 1960 dall’Ingegnere Ernesto Gismondi, Presidente, il Gruppo Artemide ha sede a Pregnana
rete tra cui spiccano numerosi Showroom monomarca nelle principali città del mondo.
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I prodotti Artemide sono distribuiti in 98 diversi Paesi. Con 5 unità produttive in Italia, Francia, Ungheria
e test all'avanguardia, il Gruppo impiega attualmente 750 dipendenti di cui 60 in attività di R&S, a
conferma del ruolo portante dell'innovazione quale componente chiave per il suo successo, confermato
Ricerca tecnologica, dialogo con i grandi architetti ma anche indagine in campo socio-culturale sono fin
dall'inizio del percorso di Artemide alla base di innovativi progetti capaci anche nel tempo di illuminare
con la stessa forza il futuro. Oggi le collezioni Artemide rappresentano un incrocio unico di valori:
l'approccio alla luce umana e responsabile si coniuga a un saper fare progettuale e materico, in un incontro
tra tecnologia di ultima generazione e antichi saperi, perfetta espressione del progetto sostenibile.
Tra i diversi progetti sviluppati negli Emirati, i più importanti in termini di innovazione e di visibilità sono:
Louvre Abu Dhabi, Etihad Museum, Sharjah Art Foundation, NYU, Emaar Boulevard Enhancement,
Quali pensi possano essere le opportunità, ma anche le sfide che questo mercato
rappresenta per i professionisti italiani?
Le possibilità sono molte e dipendono dall’esperienza diretta nel settore specifico, ma soprattutto
dalla capacità dei professionisti italiani di far incontrare la tradizione con le nuove esigenze e culture.
Il vantaggio - tutto italiano - è la nostra abilità “vivace” nell’affrontare ostacoli o sfide, anche in
situazioni insolite o lontane da casa. Le difficoltà iniziali possono essere date appunto dalla distanza
culturale, che si riflette in un diverso approccio al business in genere - oltre che umano.
La sfida più grande, come expat italiani, è diventare un ponte di “comprensione” lavorativa e gestionale
che possa portare avanti il sapere, il gusto e le tradizioni legate alle nostre origini.
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Quale pensi possa essere l’influenza di Expo 2020 sulle opportunità professionali nel
vostro settore?
Artemide è già presente in alcuni progetti e personalmente ho già partecipato a più di un incontro
specifico in visione di futuri lavori. Nonostante ciò, non sono ancora chiari i risvolti per le società
come la nostra, ovvero per gli uffici di rappresentanza. Confido molto nel supporto delle autorità e
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Bibliografia
www.kelmer.com
www.fondazioneinarcassa.it
www.iguzzini.com
www.lcandpartners.com
www.whitespace.ae
www.louvreabudhabi.ae
www.thenational.ae
www.architecturaldigest.com
www.arabianbusiness.com
www.scmp.com
www.archdaily.com
www.constructionweekonline.com
www.meconstructionnews.com
www.artemide.com
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Nel prossimo No. di
Destinazione
E mirati A rabi U niti