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NEWSLETTER T&P N°40 ANNO IV

SETTEMBRE 2010

NEWSLETTER
Trifirò & Partners Avvocati

Editoriale
La nostra newsletter raggiunge il traguardo del n. 40!
Attendendo di conoscere le sorti del Collegato Lavoro, ancora fermo alle Camere (e
l’iter non si preannuncia brevissimo, poiché, dopo il passaggio al Senato, il testo
dovrà tornare alla Camera dei Deputati) trattiamo nell’Attualità del Diritto del
Lavoro un tema che interessa tutti i datori di lavoro, pubblici e privati: l’invio dei
certificati di malattia via posta elettronica certificata.
Una recentissima circolare INPS (7 settembre 2010) ha definito la
procedura da seguire per ricevere i certificati medici dei dipendenti per
posta elettronica. I certificati medici sono trasmessi all’INPS dal medico curante e
il datore di lavoro ne può, dunque, subito venire a conoscenza. Ed a proposito di
circolari si segnala anche quella a chiarimento delle principali novità
introdotte dalla manovra d'estate (decreto legge 78/2010, in legge 122) in
materia di decorrenza della pensione di vecchiaia e dei trattamenti di anzianità.
Nelle “Nostre Sentenze” abbiamo inserito due sentenze del mese relative al
rapporto di lavoro dirigenziale, con riferimento ad un caso di licenziamento e
del rapporto fra giudizio civile e giudizio penale e con riferimento alla natura
dell’attività prestata presso un’azienda appaltatrice.
Nelle “Altre Sentenze” potete leggere casi relativi alla forma della
contestazione disciplinare, all’autonomia e alla subordinazione; abbiamo,
SOMMARIO poi, inserito l’articolo “Campione: mance non fanno parte della retribuzione”
su una nostra causa: un particolare caso sulla natura delle mance e su
✦ EDITORIALE come si inseriscono nel rapporto di lavoro.
Ritorna in questa newsletter la sezione relativa all’Agenzia con tre interessanti
✦ DIRITTO DEL LAVORO questioni attinenti i criteri distintivi fra lavoro autonomo e lavoro
subordinato, gli estratti conto provvigionali e, infine, le conseguenze
✦ ATTUALITÀ 2 economiche connesse al recesso intimato per fatto imputabile all’agente.
✦ LE NOSTRE SENTENZE 4 E veniamo al Diritto Civile ed Assicurativo.
Nell’Attualità si esamina la legge n. 122/2010 relativa all’istituto dell’accordo
✦ RAPPORTO DI AGENZIA 6 di ristrutturazione dei debiti nell’ambito della procedura fallimentare.
L’analisi dà conto delle principali modifiche introdotte dalla legge che ha
✦ CIVILE, COMMERCIALE, convertito il decreto legge n. 78/2010.
ASSICURATIVO
Seguono le “Assicurazioni” con interessanti casi in tema di rivalsa
dell’assicuratore, di prescrizione e di danni derivanti da veicolo in sosta su
✦ ATTUALITÀ 7
area pubblica. Il “Punto su…” tratta della responsabilità solidale in materia di
appalto e di rilascio del DURC, esaminando la disciplina legale e le istruzioni
✦ ASSICURAZIONI 8
contenute in circolari ministeriali e dell’INAIL.
✦ IL PUNTO SU... 9 Gli Eventi e la Rassegna Stampa chiudono un altro numero particolarmente ricco
della nostra newsletter e, dunque, non ci resta che augurarvi buona lettura!
✦ EVENTI / R. STAMPA 10/11
Stefano Beretta e il Comitato di Redazione composto da: Stefano Trifirò,
Marina Tona, Francesco Autelitano, Luca D’Arco, Teresa Cofano, Claudio
✦ CONTATTI 12
Ponari, Tommaso Targa e Diego Meucci

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Diritto del Lavoro


Attualità
IL CERTIFICATO DI MALATTIA ORA ARRIVA PER POSTA
ELETTRONICA CERTIFICATA
A cura di Diego Meucci
I certificati di malattia potranno essere inviati ai datori di lavoro via posta elettronica
certificata.
Lo prevede la circolare INPS del 7 settembre 2010 n. 119 che ha definito la procedura che i
datori di lavoro, pubblici e privati, dovranno seguire per potersi registrare sul sito dell’ente
pubblico e ricevere, tramite posta elettronica certificata, i certificati medici dei dipendenti.
Viene, quindi, completato l’iter legislativo iniziato con la Legge Finanziaria del 2005 (art. 1, comma
149, L. 311/2004) che aveva previsto, da parte del medico curante, l’obbligo di trasmissione on-line
del certificato di malattia all’INPS.
Tuttavia, solo nel corrente anno 2010 si è reso operativo tale obbligo grazie all’emanazione del
decreto 26.2.2010 del Ministero della Salute (di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze) e soprattutto della circolare INPS n. 60/2010
che ha fornito le prime istruzioni pratiche e la modulistica necessaria per la richiesta di
accreditamento on-line dei datori di lavoro.
Si elimina il flusso cartaceo e vi potrà essere maggiore tempestività nei controlli.
✦Il medico curante ha ora l’onere di trasmettere direttamente all’INPS, attraverso la rete internet
e per il tramite del SAC (sistema pubblico di connettività), il certificato di malattia del
lavoratore, rilasciando al medesimo copia dell’attestato di malattia per il datore di lavoro, privo di
diagnosi, e copia del certificato di malattia per l’assistito che contiene i dati della diagnosi e/o il
codice nosologico.
✦Il certificato ricevuto dall’INPS viene, quindi, messo a disposizione del datore di lavoro e del
dipendente intestatario che potranno prenderne visione accedendo, previa identificazione con
codici personali, al sito internet dell’Istituto.

Pertanto, il lavoratore avente diritto all’indennità di malattia a carico dell’INPS, in base alle nuove
disposizioni, non è più tenuto a trasmettere all’Istituto il certificato di malattia, eccetto i casi di
impossibilità di invio telematico.
Grazie alla novità introdotta dalla circolare in commento, il datore di lavoro, se vorrà ricevere via
posta elettronica gli attestati di malattia senza dover verificare ogni giorno sul portale INPS
l'eventuale immissione di nuovi certificati medici, dovrà trasmettere apposita richiesta a una
qualunque Sede territoriale utilizzando lo stesso indirizzo di PEC al quale dovranno essere destinati i
documenti telematici ricevuti dai medici.

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Gli indirizzi PEC delle Strutture territoriali INPS sono disponibili sul sito internet dell’Istituto
www.inps.it nella sezione: Le Sedi INPS - ricerca per elenchi: posta certificata.

La richiesta per essere accolta deve contenere:


✦per le Pubbliche Amministrazioni l’identificazione del richiedente espressa con il codice fiscale
della stessa e con il progressivo INPDAP relativo alla “Sede di Servizio”;
✦per  le Aziende private l’identificazione da comunicare è la matricola INPS. Nel messaggio
l’azienda può chiedere, specificandole, di abbinare all’indirizzo di P.E.C. mittente più matricole
INPS riferite all’azienda stessa.

La nuova procedura non prevede l’invio di una copia scannerizzata del “vecchio” certificato medico,
bensì di un semplice file di testo (o poco più) contenente solo i dati essenziali della malattia (ad. es.
nominativo e dati personali del lavoratore, data inizio e prognosi di durata, indirizzo di reperibilità,
medico certificatore, ecc.).

Link: www.inps.it
Circolare INPS - 7 Settembre 2010 n. 119 (PDF)

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Le Nostre Sentenze
LE SENTENZE DEL MESE
1) LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA - FATTI PENALMENTE RILEVANTI - RAPPORTO
FRA GIUDIZIO CIVILE E GIUDIZIO PENALE
(Tribunale di Milano, 12 agosto 2010)

Ad un dirigente, responsabile del procedimento (ex art. 10 del D.Lgs. n. 163/2006) in relazione a
numerosi contratti di appalto immobiliare, era stato contestato di aver consentito il pagamento
di corrispettivi per opere non o solo parzialmente eseguite e di avere, così facendo, permesso
alle imprese appaltatrici di percepire ingenti importi, allo stato non dovuti, con rilevante danno
per l’azienda committente. Successivamente egli veniva licenziato, avendo gli addebiti a lui
mossi trovato conferma negli atti del procedimento penale, nel frattempo depositati; da tali atti
emergeva, infatti, la consapevolezza del dirigente della non corrispondenza al vero degli stati di
avanzamento dei lavori presentati dall’appaltatore, sulla cui base egli aveva autorizzato i
pagamenti.
Il lavoratore aveva impugnato il licenziamento dinanzi al Giudice del Lavoro, dolendosi
principalmente del fatto di essere stato licenziato per la sola pendenza a suo carico di un
procedimento penale, nel quale, tra l’altro, nulla era ancora stato accertato. In particolare egli,
pur non contestando la sussistenza di ingenti scostamenti tra i lavori realmente eseguiti e quelli
contabilizzati, negava una qualsiasi responsabilità nella vicenda, sostenendo la sua estraneità ai
fatti e rilevando che l’emissione degli stati avanzamento lavori competeva al direttore lavori e
non al responsabile del procedimento.
Il Giudice ha ritenuto, sulla base degli atti e dei verbali del procedimento penale prodotti in
giudizio dalla convenuta ampiamente provati i fatti per cui il ricorrente era stato licenziato,
senz’altro tali da integrare una giusta causa di licenziamento. Ed ha confermato il licenziamento,
ritenendo non necessario attendere l’esito del giudizio penale, non essendo necessaria la
sentenza penale di condanna al fine di poter pronunciare sulla legittimità del recesso nell’ambito
del processo del lavoro.
(Causa curata da Giorgio Molteni)

2) DIRIGENTE DI SOCIETÀ APPALTATRICE OPERANTE PRESSO SOCIETÀ COMMITTENTE -


SVOLGIMENTO DI PRESTAZIONI ULTERIORI - RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO
CON LA COMMITTENTE - INSUSSISTENZA
(Corte d’Appello di Milano, 5 luglio 2010)

La Corte d’Appello di Milano - in riforma della pronuncia di primo grado - ha ritenuto che lo
svolgimento, di fatto, da parte di un dirigente della società appaltatrice, di prestazioni lavorative
(anche ulteriori rispetto a quelle oggetto dell’appalto) unicamente presso la società committente
e a favore della medesima, non è sufficiente - in assenza di dimostrata simulazione del contratto
di lavoro con la società appaltatrice - a configurare la subordinazione del dipendente rispetto
alla società committente.
Infatti, secondo la Corte, ferma l’imputazione del rapporto di lavoro subordinato alla sola società
appaltatrice, tale fattispecie può esser qualificata come “distacco”; in particolare, le prestazioni
eccedenti l’oggetto dell’appalto, rese a favore della sola società committente, sono pure
inquadrabili quali incarichi, da quest’ultima assegnati, riconducibili alla figura del mandato
oneroso ex art. 1709 cod. civ., essendo in generale ammessa la coesistenza, a latere di un
rapporto di lavoro subordinato con un soggetto, di altro rapporto di lavoro autonomo (con lo
stesso o con soggetto diverso).
(Causa curata da Vittorio Provera)

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ALTRE SENTENZE
CONTESTAZIONE DISCIPLINARE E SPECIFICITÀ
(Corte d’Appello di Roma, 20 aprile 2010)
Fermo il principio che la contestazione ha lo scopo di fornire al lavoratore la possibilità di difendersi, nella
pronuncia in esame la Corte d’Appello di Roma ha ritenuto che la specificità della contestazione sussiste
quando sono fornite le indicazioni necessarie ad individuare nella sua materialità il fatto nel quale il datore di
lavoro abbia ravvisato la sussistenza di infrazioni disciplinari; la specificità esclude l’ammissibilità di
contestazioni implicite. Nel caso giudicato, la Corte ha ritenuto specifica la contestazione con la quale era
stato contestato al lavoratore di aver effettuato un turno diverso da quello stabilito, avendo verificato che in
essa erano indicati gli orari di lavoro del turno comandato e di quello concretamente effettuato.
(Causa curata da Marina Olgiati)

AUTONOMIA E SUBORDINAZIONE - VOLONTÀ DELLE PARTI - RILEVA


(Tribunale di Milano, 25 febbraio 2010)
Con la pronuncia indicata in epigrafe il Tribunale di Milano ha ribadito che le dichiarazioni di volontà dei
contraenti, pur prive di valore assoluto, dovendo essere verificate alla luce dell'effettivo contenuto del rapporto,
debbono comunque ritenersi un indicatore privilegiato quando la riconducibilità del caso concreto alla
fattispecie tipica sia oggetto di controversia e l'assetto degli interessi posto in essere risulti compatibile con tale
volontà. In relazione a ciò la sentenza evidenzia che, a fronte della volontà liberamente espressa a distanza di
pochi mesi in due distinti accordi contrattuali, dove la posizione del prestatore di lavoro, soggetto qualificato e
ben remunerato, non pare certo di debolezza, la prova della sussistenza della simulazione e, dunque, di un
reale svolgimento dei fatti diverso da quanto concordato, avrebbe dovuto essere - ad avviso del giudicante -
particolarmente rigorosa, non potendosi, in questo caso, non tener conto della volontà dei contraenti e della
qualificazione data da questi ultimi al rapporto di lavoro.
(Causa curata da Mario Cammarata)

CAMPIONE: MANCE NON FANNO PARTE


DELLA RETRIBUZIONE
di Anna Maria Rengo - GiocoNews.it
17/09/2010
Le mance percepite dai croupier del Casinò di
Campione non hanno natura retributiva ma
reddituale, con la conseguenza che non sussiste,
in capo all'azienda, nessun obbligo di garantire
dei minimi sulle mance o la compensazione di
eventuali diminuzioni nel corso del tempo. Fermo
restando, inoltre, che le stesse non possono
essere computate per il calcolo dell'ammontare
del trattamento di fine rapporto.
eventuali superminimi individuali e assegni ad
È quanto consegue dalla decisione personam.
emessa  stamattina dal  Giudice del Lavoro di
Como Beniamino Fargnoli, che ha dunque Non sono ricomprese, ovviamente, le mance,
accolto le ragioni addotte dalla Casa da gioco, che dunque sono da considerarsi una liberalità
rappresentata dall'avvocato Vittorio Provera, concessa da soggetti terzi, ossia i giocatori
respingendo il ricorso presentato da due (presumibilmente quelli che hanno vinto) e che tra
croupier.  l'altro gli impiegati di gioco si dividono secondo
regole tra essi stessi concordate, senza dunque il
Nel contratto collettivo aziendale del Casinò, coinvolgimento del Casinò.
peraltro, si fa espresso riferimento al fatto che la
retribuzione è composta da retribuzione base, Le motivazioni della sentenza, come sempre,
indennità di contingenza, scatti di anzianità, saranno rese note solo successivamente.

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Rapporto di agenzia
A cura di Luca Peron

CONTRATTO DI AGENZIA E LAVORO SUBORDINATO: CRITERI DISTINTIVI


(Tribunale di Pinerolo, 21 maggio 2010)
In una causa promossa da un agente cessato, volta ad ottenere, tra l’altro, la riqualificazione del rapporto
come subordinato, il Tribunale di Pinerolo Sezione Lavoro, con motivazione ampia e condivisibile, ha
ritenuto che non solo è compatibile con la figura dell’agente la sottoposizione alle direttive del
preponente, ma è anche positivamente previsto dall’art. 1746 c.c. l’obbligo per il primo di adempiere
l’incarico affidatogli in conformità alle istruzioni ricevute: così, fintanto che i controlli effettuati dal
preponente sono funzionali ad una maggiore efficienza e produttività dell’attività svolta senza degradare
nell’esercizio di un vero e proprio potere gerarchico, si rimane nell’alveo del contratto di agenzia.
Nel caso esaminato, poiché l’agente non aveva allegato alcuna circostanza in ordine al dovere di
rispettare un orario di lavoro, di giustificare le assenze e chiedere ferie e permessi, né altre circostanze
idonee a connotare l’azione del preponente come manifestazione di un potere gerarchico di
eterodeterminazione della prestazione, tenuto conto altresì della volontà dichiarata dalle parti in contratto
e del fatto che tale qualificazione non era mai stata contestata in costanza del rapporto, il Tribunale ha
concluso che il rapporto era stato correttamente inquadrato come contratto di agenzia.
(Causa curata da Luca Peron)

IL DECORSO DEL TERMINE DI DECADENZA (EVENTUALMENTE) STABILITO NEL CONTRATTO


DI AGENZIA RENDE INOPPUGNABILI LE RISULTANZE DEGLI ESTRATTI CONTO
PROVVIGIONALI PERIODICAMENTE INVIATI ALL’AGENTE
(Tribunale di Pinerolo, 21 maggio 2010)
Nel caso in commento, il contratto di agenzia stabiliva che eventuali reclami relativi alle informazioni
contenute nella situazione provvigionale dovevano essere comunicati per iscritto al preponente, sotto
pena di decadenza, entro e non oltre trenta giorni dalla consegna degli estratti conto cui i reclami si
riferivano. Il Tribunale, sulla scorta di detta clausola (ritenuta pienamente valida ed efficace), constatato
che l’agente non aveva mai contestato i movimenti e i saldi contenuti negli estratti conto, ha ritenuto che
fosse decaduto dal diritto di chiedere asserite differenze provvigionali a suo dire mai corrisposte dal
preponente.
(Causa curata da Luca Peron)

RECESSO PER FATTO IMPUTABILE ALL’AGENTE E INDENNITÀ DI CESSAZIONE RAPPORTO


(Tribunale di Napoli, 21 luglio 2010)
Ai fini dell’accertamento della giusta causa di recesso dal rapporto di agenzia, applicando per analogia i
principi stabiliti dalla giurisprudenza in materia di licenziamento, è rilevante qualsiasi comportamento
tenuto dall’agente, anche al di fuori dell’esecuzione del mandato. In particolare, assumono rilevanza i
comportamenti illeciti tenuti ai danni del preponente, nell’ambito di un rapporto di vendita in conto
deposito “parallelo” rispetto a quello di agenzia e pendente tra le stesse parti.
La sussistenza della giusta causa di recesso esclude il diritto al pagamento dell’indennità di cessazione
del rapporto, a prescindere dal fatto che essa sia quantificata in base ai criteri di legge (art. 1751 cod.
civ.), o in base ai criteri pattizi previsti dall’Accordo Economico Collettivo applicato.
Infatti, in entrambi i casi, l’indennità è esclusa se il recesso del preponente è stato motivato da un fatto
imputabile all’agente, e tale concetto - essendo più ampio del concetto di giusta causa - la ricomprende.
(Causa curata da Tommaso Targa)

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Civile, Commerciale,
Assicurativo
Attualità
ULTIME MODIFICHE ALLA DISCIPLINA DEGLI ACCORDI DI
RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI
A cura di Francesco Autelitano

Con legge 30 luglio 2010 n. 122 (di conversione del d.l. n. 78/2010) sono state apportate
ulteriori modifiche all’istituto dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, nell’ottica di un
miglioramento dell’efficacia di questo strumento finalizzato alla soluzione concordata delle
crisi d’impresa, ad evitare, ove possibile, le conseguenze drastiche della procedura
fallimentare.

Com’è noto l’istituto in questione consiste in un accordo tra l’imprenditore ed almeno il


sessanta per cento dei creditori, avente ad oggetto la definizione dei crediti (mediante, ad
esempio, riduzioni, dilazioni, concessione di nuova finanza), di cui viene chiesta l’omologazione
da parte del Tribunale (art. 182-bis l. fall.). In tale ambito è possibile altresì accedere alla
transazione fiscale (art. 182-ter l. fall.) ed ottenere esenzioni dalla revocatoria (art. 67 l. fall.).

La novità in commento prevede ulteriori benefici conseguenti all’accordo di ristrutturazione,


di cui fra i principali si possono segnalare i seguenti:

✦l’art. 182-quater (ora introdotto) prevede la prededucibilità dei crediti derivanti da


finanziamenti effettuati al fine di sostenere l’accordo di ristrutturazione; in tal modo viene
incoraggiata l’erogazione di nuova finanza (passaggio essenziale per il successo del piano di
ristrutturazione), garantendo al finanziatore che (in caso di successivo fallimento) il proprio
credito verrà trattato in via preferenziale;

✦l’art. 182-bis (con nuove disposizioni) prevede la sospensione delle azioni esecutive e
cautelari come conseguenza del deposito in Tribunale della proposta di accordo, in
pendenza delle trattative (e, dunque, prima dell’accordo); l’innovazione ha l’obiettivo di
contrastare il rischio che l’accordo possa essere pregiudicato da azioni esecutive di singoli
creditori nelle more del perfezionamento delle intese complessive;

✦l’art. 217-bis l. fall. (anch’esso nuovo) prevede l’esenzione dal reato di bancarotta per le
operazioni realizzate in esecuzione degli accordi di ristrutturazione, riducendo anche su
questo piano le remore degli interlocutori dell’imprenditore a partecipare al piano di
ristrutturazione.

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Assicurazioni
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano

L’azione di rivalsa prevista dalla legge n. 990 del 1969 può essere esercitata solo
contro il proprietario - assicurato e sotto tale profilo prevale la norma speciale su
quella di cui all’art. 1203 c.c. Ma ciò non esclude la configurabilità di una
responsabilità a diverso titolo a carico di altri soggetti e, quindi, l’applicabilità dell’art.
2048 c.c. Pertanto, in ordine al risarcimento del danno derivante dalla circolazione di
RESPONSABILITÀ veicolo a motore, l’assicuratore, che vi abbia provveduto per il danno derivante dalla
CIVILE - RIVALSA circolazione di un veicolo per il quale è obbligatoria l’assicurazione, condotto da
DELL’ASSICURATORE minore (privo di patente) con il quale sia stato stipulato il contratto di assicurazione,
non può esercitare, contro il genitore non stipulante, la rivalsa prevista dall’art. 18
della legge 24 dicembre 1969 n. 990 ma può surrogarsi a norma dell’art. 1203 n. 3
c.c. nei diritti del danneggiato verso il predetto genitore, per far valere la
responsabilità di questo, ai sensi dell’art. 2048 c.c., per i danni cagionati dal figlio.
(Cass. civ. sez. VI, 26 luglio 2010, n. 17504)

È priva di efficacia interruttiva della prescrizione la lettera raccomandata con cui


l’assicurato dichiari di trattenere a titolo di acconto l’assegno inviato dalla Compagnia
a titolo di pagamento dell’indennizzo; ciò in quanto detta espressione non integra
PRESCRIZIONE
un’intimazione scritta di adempimento, ma solo una generica riserva di agire in un
momento successivo.
(Cass. civ. sez. III, 12 febbraio 2010, n. 3371)

La sosta di un veicolo a motore su area pubblica o ad essa equiparata rientra, ai


R.C.A. - VEICOLO A sensi e per gli effetti dell’art. 2054 c.c e della disciplina sull’assicurazione obbligatoria
MOTORE SU AREA r.c.a., nel concetto di “circolazione”, con la conseguenza che dei danni derivati a terzi
PUBBLICA - INCENDIO dall’incendio del veicolo in sosta nelle predette aree, anche se determinato da vizio di
- DANNI A TERZI. costruzione o difetto di manutenzione, risponde anche l’assicuratore, salvo che sia
COPERTURA sopravvenuta una causa autonoma (ivi compreso il caso fortuito) che abbia
ASSICURATIVA determinato l’evento dannoso.
(Cass. civ. sez. III, 11 febbraio 2010, n. 3108)

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Il Punto su...
A cura di Vittorio Provera

RESPONSABILITÀ SOLIDALE IN MATERIA DI APPALTO E RILASCIO


DEL DURC

Come è noto, ormai da alcuni anni è divenuto indispensabile per le aziende munirsi del cosiddetto
Documento Unico di Regolarità Contributiva (brevemente DURC), la cui disciplina è contenuta nel
D.M. Lav. 24 ottobre 2007 ed in ulteriori circolari di detto Ministero n. 5 del 2008 nonché INAIL n.
7/2008.

Il DURC è l’attestazione dell’assolvimento, da parte dell’impresa, agli obblighi legislativi e contrattuali


nei confronti degli enti previdenziali e assicurativi (INPS, INAIL, CASSE EDILI) ed è indispensabile - fra
l’altro - per partecipare ad appalti e subappalti di lavori pubblici, per i lavori privati soggetti a rilascio
di concessioni edilizia o DIA e per altre attività e servizi. Il DURC viene richiesto per via telematica
attraverso il portale di INAIL o INPS e contiene il risultato delle verifiche effettuate, parallelamente, dagli
Enti previdenziali e assicurativi sulla posizione contributiva dell’impresa.

Il DURC sarà negativo se anche uno solo di tali Enti dichiari l’irregolarità dell’impresa stessa. In questo
contesto si pone il problema (reso ora più frequente dalla situazione di crisi che si riflette sulle aziende)
delle eventuali conseguenze connesse alle obbligazioni solidali tra committente ed appaltatore,
nonché tra appaltatore e subappaltatore con riferimento ai debiti per oneri retributivi, contributivi e
fiscali.

Si rammenta che la disciplina delle obbligazioni solidali in materia di appalti prevede precise tutele a favore
dei lavoratori interessati per quanto concerne l’assolvimento, in capo ai soggetti operanti nella filiera
dell’appalto, degli obblighi inerenti la corresponsione delle retribuzioni, nonché il versamento dei contributi
previdenziali e di quelli assicurativi.

L’articolo 29 comma 2 Decreto Legislativo 276/2003 dispone, in favore dei lavoratori occupati in appalti o
subappalti di opere e servizi, una garanzia per compensi e contributi (entro il limite di due anni dalla
cessazione dell’appalto), da parte di tutti i soggetti operanti nella filiera (dal Committente all’appaltatore).
L’art. 35 del Decreto Legislativo 223/2006 dispone un regime di solidarietà tra appaltatore e
subappaltatore, per quanto concerne il versamento dei contributi previdenziali e dei contributi assicurativi
obbligatori per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dei dipendenti, nonché il pagamento delle
ritenute fiscali su redditi da lavoro dipendente.

A fronte di tale regime, l’eventuale presenza di una posizione debitoria dell’appaltatore - ad esempio
verso l’INPS - con relativo obbligo in solido a carico dell’Azienda appaltante, può costituire causa
ostativa al rilascio del DURC in favore dell’appaltante (anche se quest’ultimo - per quanto concerne la
sua posizione diretta verso l’INPS - è adempiente?). E ancora, quale è l’estensione dell’obbligazione
solidale; riguarda i soli trattamenti retributivi, contributivi e fiscali o ricomprende anche somme dovute
ad altro titolo?

Su questi due quesiti è intervenuto recentemente il Ministero del Lavoro, Direzione Generale per
l’attività ispettiva, con comunicazione n. 3/2010, il quale ha precisato che, per quanto attiene al rilascio
del DURC in favore del debitore in solido, detto documento “certifica la regolarità contributiva
riconducibile all’unicità del rapporto assicurativo e previdenziale instaurato tra l’impresa richiedente e
gli enti, al quale vanno riferiti tutti gli adempimenti connessi”.

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✦Pertanto, qualora l’impresa abbia assolto tutti gli obblighi contributivi e assicurativi riguardanti il
proprio rapporto, ma sia esposta quale obbligata in solido a fronte di un debito di terzi verso gli Enti,
ciò non impedisce il rilascio del DURC.

✦Per quanto concerne invece l’estensione del regime di solidarietà, si è asserito che l’obbligo di
pagamento ricomprende l’importo capitale, nonché quanto dovuto a titolo di interessi sui debiti
previdenziali (o fiscali) e di sanzioni civili. Secondo il Ministero, tali voci sono in stretto rapporto con lo
stesso debito previdenziale e/o fiscale, volte a mantenere inalterato il valore reale di quanto dovuto
all’Amministrazione. Sarebbero escluse altre tipologie di sanzioni ed oneri (non meglio individuati).

A nostro avviso tale estensione, soprattutto per quanto concerne le sanzioni civili, non è condivisibile.
Infatti, la sanzione non ha lo scopo di mantenere inalterato il valore del credito rimasto insoddisfatto
ma, come esprime chiaramente il termine, la medesima identifica un danno che viene posto a carico
di chi trasgredisce la norma (danno anche di carattere economico). Orbene, porre tale sanzione in
capo al terzo soggetto estraneo al rapporto previdenziale/assicurativo, anche se con obbligo solidale,
pare eccessivo e giuridicamente non corretto.

Eventi
SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE IN DIRITTO DEL LAVORO
Biennio 2011-2012

AGI - Avvocati Giuslavoristi Italiani - e il Consiglio


dell’Ordine degli Avvocati di Milano organizzano,
con il patrocinio del Consiglio Nazionale Forense,
la “Scuola di alta formazione in diritto del
lavoro, sindacale e della previdenza sociale”
per il biennio 2011/2012.
✦ Modulo IV:
Lo «Statuto dei Lavoratori» (Legge n. 300 del
1970): norme di tutela individuale della dignità
del lavoratore e norme di promozione e
sostegno dell’attività sindacale in azienda
Docente: Avv. Giacinto Favalli

✦Regolamento della Scuola (PDF)


✦Programma delle Lezioni (PDF)

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RASSEGNA
STAMPA ✦DOSSIER LOMBARDIA - il Giornale: 21/09/10
“Riforma, Regole e Sanzioni sono indispensabili”
di Salvatore Trifirò

✦HR On Line - AIDP: N°14 Settembre 2010


“La detassazione del lavoro notturno”
di Luca D’Arco

GiocoNews.it: 17/09/10
“Campione: mance non fanno parte della retribuzione”

✦IlMondo: 03/09/10
“Obiettivo Flessibilità”
Intervista a Vittorio Provera

✦AIDP Newsletter: N°7 Settembre 2010


“Mobbing: elemento soggettivo del datore di lavoro e
acquiescenza del lavoratore”
di Anna Maria Corna

BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 18/08/10


twitter 24job http://twitter.com/24job
“Che fine ha fatto il collegato lavoro?”
di Stefano Beretta
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www.scribd.com/TPAvvocati
✦CorrierEconomia - Corriere della Sera: 12/07/10
“LAVORO Quando la crisi aiuta gli studi”
Intervista a Stefano Trifirò

✦AIDP Newsletter: N°6 Luglio 2010


“Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo”
di Giacinto Favalli
Trifirò & Partners su twitter
http://twitter.com/TrifiroPartners
✦Corriere.it:
12/07/10
“LAVORO Quando la crisi aiuta gli studi”

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TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI

Realizzazione Newsletter: Emanuela Zocchi


Trifirò & Partners ha sede a Milano e filiali a Roma, Genova,
Torino e Trento. Fondato negli anni ‘60 dall’Avvocato
Salvatore Trifirò, oggi annovera 80 professionisti e
collaboratori coordinati dai Partners.
Leader nel Diritto del Lavoro, Trifirò & Partners fornisce
assistenza anche in numerose aree del Diritto Civile, e in
particolare del Diritto Societario, Assicurativo, Commerciale,
Finanziario, Industriale e Sportivo.

Lo Studio, interlocutore delle più importanti aziende nazionali


e multinazionali, dispone di una rete di qualificati
corrispondenti in tutta Italia, Europa, Stati Uniti, Cina e
Emirati Arabi assicurando la presenza diretta dei propri
avvocati in tutto il territorio nazionale e estero.

Dotato di tutti i più moderni sistemi di comunicazione, con tecnologie di supporto continuamente
aggiornate, Trifirò & Partners dispone di una fra le più prestigiose biblioteche giuridiche, sia cartacee che
multimediali. Lo Studio è centro di riferimento per la formazione professionale, la partecipazione a
convegni, la redazione di articoli per i maggiori quotidiani e le riviste specializzate e la redazione di
pubblicazioni e libri.

Aree di Attività
Diritto del Lavoro
Diritto Societario
Diritto Assicurativo
Diritto Commerciale
Diritto Finanziario
Diritto Industriale
Diritto Sportivo

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Roma
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Genova
16121, Piazza della Vittoria 12
Tel.: + 39 010 58 01 39; + 39 010 56 22 62 Fax.: + 39 010 58 28 71

Torino
10121, Via Raimondo Montecuccoli 9
Tel.: + 39 011 52 10 266 Fax.: + 39 011 51 19 137

Trento
38122, Via Galileo Galilei 24
Tel.: + 39 0461 26 06 37 Fax.: + 39 0461 26 44 41

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