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SETTEMBRE 2010
NEWSLETTER
Trifirò & Partners Avvocati
Editoriale
La nostra newsletter raggiunge il traguardo del n. 40!
Attendendo di conoscere le sorti del Collegato Lavoro, ancora fermo alle Camere (e
l’iter non si preannuncia brevissimo, poiché, dopo il passaggio al Senato, il testo
dovrà tornare alla Camera dei Deputati) trattiamo nell’Attualità del Diritto del
Lavoro un tema che interessa tutti i datori di lavoro, pubblici e privati: l’invio dei
certificati di malattia via posta elettronica certificata.
Una recentissima circolare INPS (7 settembre 2010) ha definito la
procedura da seguire per ricevere i certificati medici dei dipendenti per
posta elettronica. I certificati medici sono trasmessi all’INPS dal medico curante e
il datore di lavoro ne può, dunque, subito venire a conoscenza. Ed a proposito di
circolari si segnala anche quella a chiarimento delle principali novità
introdotte dalla manovra d'estate (decreto legge 78/2010, in legge 122) in
materia di decorrenza della pensione di vecchiaia e dei trattamenti di anzianità.
Nelle “Nostre Sentenze” abbiamo inserito due sentenze del mese relative al
rapporto di lavoro dirigenziale, con riferimento ad un caso di licenziamento e
del rapporto fra giudizio civile e giudizio penale e con riferimento alla natura
dell’attività prestata presso un’azienda appaltatrice.
Nelle “Altre Sentenze” potete leggere casi relativi alla forma della
contestazione disciplinare, all’autonomia e alla subordinazione; abbiamo,
SOMMARIO poi, inserito l’articolo “Campione: mance non fanno parte della retribuzione”
su una nostra causa: un particolare caso sulla natura delle mance e su
✦ EDITORIALE come si inseriscono nel rapporto di lavoro.
Ritorna in questa newsletter la sezione relativa all’Agenzia con tre interessanti
✦ DIRITTO DEL LAVORO questioni attinenti i criteri distintivi fra lavoro autonomo e lavoro
subordinato, gli estratti conto provvigionali e, infine, le conseguenze
✦ ATTUALITÀ 2 economiche connesse al recesso intimato per fatto imputabile all’agente.
✦ LE NOSTRE SENTENZE 4 E veniamo al Diritto Civile ed Assicurativo.
Nell’Attualità si esamina la legge n. 122/2010 relativa all’istituto dell’accordo
✦ RAPPORTO DI AGENZIA 6 di ristrutturazione dei debiti nell’ambito della procedura fallimentare.
L’analisi dà conto delle principali modifiche introdotte dalla legge che ha
✦ CIVILE, COMMERCIALE, convertito il decreto legge n. 78/2010.
ASSICURATIVO
Seguono le “Assicurazioni” con interessanti casi in tema di rivalsa
dell’assicuratore, di prescrizione e di danni derivanti da veicolo in sosta su
✦ ATTUALITÀ 7
area pubblica. Il “Punto su…” tratta della responsabilità solidale in materia di
appalto e di rilascio del DURC, esaminando la disciplina legale e le istruzioni
✦ ASSICURAZIONI 8
contenute in circolari ministeriali e dell’INAIL.
✦ IL PUNTO SU... 9 Gli Eventi e la Rassegna Stampa chiudono un altro numero particolarmente ricco
della nostra newsletter e, dunque, non ci resta che augurarvi buona lettura!
✦ EVENTI / R. STAMPA 10/11
Stefano Beretta e il Comitato di Redazione composto da: Stefano Trifirò,
Marina Tona, Francesco Autelitano, Luca D’Arco, Teresa Cofano, Claudio
✦ CONTATTI 12
Ponari, Tommaso Targa e Diego Meucci
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Pertanto, il lavoratore avente diritto all’indennità di malattia a carico dell’INPS, in base alle nuove
disposizioni, non è più tenuto a trasmettere all’Istituto il certificato di malattia, eccetto i casi di
impossibilità di invio telematico.
Grazie alla novità introdotta dalla circolare in commento, il datore di lavoro, se vorrà ricevere via
posta elettronica gli attestati di malattia senza dover verificare ogni giorno sul portale INPS
l'eventuale immissione di nuovi certificati medici, dovrà trasmettere apposita richiesta a una
qualunque Sede territoriale utilizzando lo stesso indirizzo di PEC al quale dovranno essere destinati i
documenti telematici ricevuti dai medici.
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Gli indirizzi PEC delle Strutture territoriali INPS sono disponibili sul sito internet dell’Istituto
www.inps.it nella sezione: Le Sedi INPS - ricerca per elenchi: posta certificata.
La nuova procedura non prevede l’invio di una copia scannerizzata del “vecchio” certificato medico,
bensì di un semplice file di testo (o poco più) contenente solo i dati essenziali della malattia (ad. es.
nominativo e dati personali del lavoratore, data inizio e prognosi di durata, indirizzo di reperibilità,
medico certificatore, ecc.).
Link: www.inps.it
Circolare INPS - 7 Settembre 2010 n. 119 (PDF)
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Le Nostre Sentenze
LE SENTENZE DEL MESE
1) LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA - FATTI PENALMENTE RILEVANTI - RAPPORTO
FRA GIUDIZIO CIVILE E GIUDIZIO PENALE
(Tribunale di Milano, 12 agosto 2010)
Ad un dirigente, responsabile del procedimento (ex art. 10 del D.Lgs. n. 163/2006) in relazione a
numerosi contratti di appalto immobiliare, era stato contestato di aver consentito il pagamento
di corrispettivi per opere non o solo parzialmente eseguite e di avere, così facendo, permesso
alle imprese appaltatrici di percepire ingenti importi, allo stato non dovuti, con rilevante danno
per l’azienda committente. Successivamente egli veniva licenziato, avendo gli addebiti a lui
mossi trovato conferma negli atti del procedimento penale, nel frattempo depositati; da tali atti
emergeva, infatti, la consapevolezza del dirigente della non corrispondenza al vero degli stati di
avanzamento dei lavori presentati dall’appaltatore, sulla cui base egli aveva autorizzato i
pagamenti.
Il lavoratore aveva impugnato il licenziamento dinanzi al Giudice del Lavoro, dolendosi
principalmente del fatto di essere stato licenziato per la sola pendenza a suo carico di un
procedimento penale, nel quale, tra l’altro, nulla era ancora stato accertato. In particolare egli,
pur non contestando la sussistenza di ingenti scostamenti tra i lavori realmente eseguiti e quelli
contabilizzati, negava una qualsiasi responsabilità nella vicenda, sostenendo la sua estraneità ai
fatti e rilevando che l’emissione degli stati avanzamento lavori competeva al direttore lavori e
non al responsabile del procedimento.
Il Giudice ha ritenuto, sulla base degli atti e dei verbali del procedimento penale prodotti in
giudizio dalla convenuta ampiamente provati i fatti per cui il ricorrente era stato licenziato,
senz’altro tali da integrare una giusta causa di licenziamento. Ed ha confermato il licenziamento,
ritenendo non necessario attendere l’esito del giudizio penale, non essendo necessaria la
sentenza penale di condanna al fine di poter pronunciare sulla legittimità del recesso nell’ambito
del processo del lavoro.
(Causa curata da Giorgio Molteni)
La Corte d’Appello di Milano - in riforma della pronuncia di primo grado - ha ritenuto che lo
svolgimento, di fatto, da parte di un dirigente della società appaltatrice, di prestazioni lavorative
(anche ulteriori rispetto a quelle oggetto dell’appalto) unicamente presso la società committente
e a favore della medesima, non è sufficiente - in assenza di dimostrata simulazione del contratto
di lavoro con la società appaltatrice - a configurare la subordinazione del dipendente rispetto
alla società committente.
Infatti, secondo la Corte, ferma l’imputazione del rapporto di lavoro subordinato alla sola società
appaltatrice, tale fattispecie può esser qualificata come “distacco”; in particolare, le prestazioni
eccedenti l’oggetto dell’appalto, rese a favore della sola società committente, sono pure
inquadrabili quali incarichi, da quest’ultima assegnati, riconducibili alla figura del mandato
oneroso ex art. 1709 cod. civ., essendo in generale ammessa la coesistenza, a latere di un
rapporto di lavoro subordinato con un soggetto, di altro rapporto di lavoro autonomo (con lo
stesso o con soggetto diverso).
(Causa curata da Vittorio Provera)
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ALTRE SENTENZE
CONTESTAZIONE DISCIPLINARE E SPECIFICITÀ
(Corte d’Appello di Roma, 20 aprile 2010)
Fermo il principio che la contestazione ha lo scopo di fornire al lavoratore la possibilità di difendersi, nella
pronuncia in esame la Corte d’Appello di Roma ha ritenuto che la specificità della contestazione sussiste
quando sono fornite le indicazioni necessarie ad individuare nella sua materialità il fatto nel quale il datore di
lavoro abbia ravvisato la sussistenza di infrazioni disciplinari; la specificità esclude l’ammissibilità di
contestazioni implicite. Nel caso giudicato, la Corte ha ritenuto specifica la contestazione con la quale era
stato contestato al lavoratore di aver effettuato un turno diverso da quello stabilito, avendo verificato che in
essa erano indicati gli orari di lavoro del turno comandato e di quello concretamente effettuato.
(Causa curata da Marina Olgiati)
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Rapporto di agenzia
A cura di Luca Peron
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Civile, Commerciale,
Assicurativo
Attualità
ULTIME MODIFICHE ALLA DISCIPLINA DEGLI ACCORDI DI
RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI
A cura di Francesco Autelitano
Con legge 30 luglio 2010 n. 122 (di conversione del d.l. n. 78/2010) sono state apportate
ulteriori modifiche all’istituto dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, nell’ottica di un
miglioramento dell’efficacia di questo strumento finalizzato alla soluzione concordata delle
crisi d’impresa, ad evitare, ove possibile, le conseguenze drastiche della procedura
fallimentare.
✦l’art. 182-bis (con nuove disposizioni) prevede la sospensione delle azioni esecutive e
cautelari come conseguenza del deposito in Tribunale della proposta di accordo, in
pendenza delle trattative (e, dunque, prima dell’accordo); l’innovazione ha l’obiettivo di
contrastare il rischio che l’accordo possa essere pregiudicato da azioni esecutive di singoli
creditori nelle more del perfezionamento delle intese complessive;
✦l’art. 217-bis l. fall. (anch’esso nuovo) prevede l’esenzione dal reato di bancarotta per le
operazioni realizzate in esecuzione degli accordi di ristrutturazione, riducendo anche su
questo piano le remore degli interlocutori dell’imprenditore a partecipare al piano di
ristrutturazione.
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Assicurazioni
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano
L’azione di rivalsa prevista dalla legge n. 990 del 1969 può essere esercitata solo
contro il proprietario - assicurato e sotto tale profilo prevale la norma speciale su
quella di cui all’art. 1203 c.c. Ma ciò non esclude la configurabilità di una
responsabilità a diverso titolo a carico di altri soggetti e, quindi, l’applicabilità dell’art.
2048 c.c. Pertanto, in ordine al risarcimento del danno derivante dalla circolazione di
RESPONSABILITÀ veicolo a motore, l’assicuratore, che vi abbia provveduto per il danno derivante dalla
CIVILE - RIVALSA circolazione di un veicolo per il quale è obbligatoria l’assicurazione, condotto da
DELL’ASSICURATORE minore (privo di patente) con il quale sia stato stipulato il contratto di assicurazione,
non può esercitare, contro il genitore non stipulante, la rivalsa prevista dall’art. 18
della legge 24 dicembre 1969 n. 990 ma può surrogarsi a norma dell’art. 1203 n. 3
c.c. nei diritti del danneggiato verso il predetto genitore, per far valere la
responsabilità di questo, ai sensi dell’art. 2048 c.c., per i danni cagionati dal figlio.
(Cass. civ. sez. VI, 26 luglio 2010, n. 17504)
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Il Punto su...
A cura di Vittorio Provera
Come è noto, ormai da alcuni anni è divenuto indispensabile per le aziende munirsi del cosiddetto
Documento Unico di Regolarità Contributiva (brevemente DURC), la cui disciplina è contenuta nel
D.M. Lav. 24 ottobre 2007 ed in ulteriori circolari di detto Ministero n. 5 del 2008 nonché INAIL n.
7/2008.
Il DURC sarà negativo se anche uno solo di tali Enti dichiari l’irregolarità dell’impresa stessa. In questo
contesto si pone il problema (reso ora più frequente dalla situazione di crisi che si riflette sulle aziende)
delle eventuali conseguenze connesse alle obbligazioni solidali tra committente ed appaltatore,
nonché tra appaltatore e subappaltatore con riferimento ai debiti per oneri retributivi, contributivi e
fiscali.
Si rammenta che la disciplina delle obbligazioni solidali in materia di appalti prevede precise tutele a favore
dei lavoratori interessati per quanto concerne l’assolvimento, in capo ai soggetti operanti nella filiera
dell’appalto, degli obblighi inerenti la corresponsione delle retribuzioni, nonché il versamento dei contributi
previdenziali e di quelli assicurativi.
L’articolo 29 comma 2 Decreto Legislativo 276/2003 dispone, in favore dei lavoratori occupati in appalti o
subappalti di opere e servizi, una garanzia per compensi e contributi (entro il limite di due anni dalla
cessazione dell’appalto), da parte di tutti i soggetti operanti nella filiera (dal Committente all’appaltatore).
L’art. 35 del Decreto Legislativo 223/2006 dispone un regime di solidarietà tra appaltatore e
subappaltatore, per quanto concerne il versamento dei contributi previdenziali e dei contributi assicurativi
obbligatori per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dei dipendenti, nonché il pagamento delle
ritenute fiscali su redditi da lavoro dipendente.
A fronte di tale regime, l’eventuale presenza di una posizione debitoria dell’appaltatore - ad esempio
verso l’INPS - con relativo obbligo in solido a carico dell’Azienda appaltante, può costituire causa
ostativa al rilascio del DURC in favore dell’appaltante (anche se quest’ultimo - per quanto concerne la
sua posizione diretta verso l’INPS - è adempiente?). E ancora, quale è l’estensione dell’obbligazione
solidale; riguarda i soli trattamenti retributivi, contributivi e fiscali o ricomprende anche somme dovute
ad altro titolo?
Su questi due quesiti è intervenuto recentemente il Ministero del Lavoro, Direzione Generale per
l’attività ispettiva, con comunicazione n. 3/2010, il quale ha precisato che, per quanto attiene al rilascio
del DURC in favore del debitore in solido, detto documento “certifica la regolarità contributiva
riconducibile all’unicità del rapporto assicurativo e previdenziale instaurato tra l’impresa richiedente e
gli enti, al quale vanno riferiti tutti gli adempimenti connessi”.
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✦Pertanto, qualora l’impresa abbia assolto tutti gli obblighi contributivi e assicurativi riguardanti il
proprio rapporto, ma sia esposta quale obbligata in solido a fronte di un debito di terzi verso gli Enti,
ciò non impedisce il rilascio del DURC.
✦Per quanto concerne invece l’estensione del regime di solidarietà, si è asserito che l’obbligo di
pagamento ricomprende l’importo capitale, nonché quanto dovuto a titolo di interessi sui debiti
previdenziali (o fiscali) e di sanzioni civili. Secondo il Ministero, tali voci sono in stretto rapporto con lo
stesso debito previdenziale e/o fiscale, volte a mantenere inalterato il valore reale di quanto dovuto
all’Amministrazione. Sarebbero escluse altre tipologie di sanzioni ed oneri (non meglio individuati).
A nostro avviso tale estensione, soprattutto per quanto concerne le sanzioni civili, non è condivisibile.
Infatti, la sanzione non ha lo scopo di mantenere inalterato il valore del credito rimasto insoddisfatto
ma, come esprime chiaramente il termine, la medesima identifica un danno che viene posto a carico
di chi trasgredisce la norma (danno anche di carattere economico). Orbene, porre tale sanzione in
capo al terzo soggetto estraneo al rapporto previdenziale/assicurativo, anche se con obbligo solidale,
pare eccessivo e giuridicamente non corretto.
Eventi
SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE IN DIRITTO DEL LAVORO
Biennio 2011-2012
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RASSEGNA
STAMPA ✦DOSSIER LOMBARDIA - il Giornale: 21/09/10
“Riforma, Regole e Sanzioni sono indispensabili”
di Salvatore Trifirò
GiocoNews.it: 17/09/10
“Campione: mance non fanno parte della retribuzione”
✦IlMondo: 03/09/10
“Obiettivo Flessibilità”
Intervista a Vittorio Provera
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