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LA SOGLIA

“Essere o no oltre la soglia?”: è la tensione inquieta che interpella il vissuto esistenziale dell’uomo.
La domanda di fondo che ha accompagnato la filosofia di grandi mistici e pensatori del Novecento è
l’apertura al Trascendente che può essere identificata con la metafora della soglia, paradosso
esistenziale di un cammino inquieto verso l’Infinito. La soglia rappresenta la linea di confine verso
un Oltre: per questo ho delineato un accostamento tra il pensiero religioso di Simone Weil, di Edith
Stein e di Etty Hillesum. E nondimeno la “soglia” di ognuna, così dissimile e inconsueta l’una
all’altra, si fonde in un’unica voce quando si fa riferimento alla loro esperienza esistenziale, alla
loro inquietudine interiore e al loro rapporto con Dio.
Edith Stein (1891 - 1942), personalità che porta nella sua intensa vita una sintesi drammatica del
nostro secolo, può essere definita sintesi di una verità piena al di sopra dell'uomo. Ci si trova di
fronte ad un salto metafisico che accentua la profondità del suo essere: ebrea, cattolica, carmelitana,
martire. Ha varcato la soglia dell’ebraismo in quanto proveniente da famiglia ebraica; nel suo cuore
inquieto e inappagato, "finalmente trovò pace in Dio" con il suo ingresso alla Chiesa Cattolica: il l°
gennaio del 1922 Edith Stein si fece battezzare. "Avevo cessato di praticare la mia religione
ebraica e mi sentivo nuovamente ebrea solo dopo il mio ritorno a Dio". Ora sarà sempre cosciente,
non solo intellettualmente ma anche tangibilmente, di appartenere alla stirpe di Cristo: ha varcato la
soglia del cristianesimo. L’itinerario spirituale di Edith chiede un ulteriore passo per arrivare al
“tutto” e compiere il passaggio al nada: è la porta del Carmelo: "Mi accompagnarono alla porta
della clausura e questa finalmente si aprì. In profonda pace varcai la soglia della casa del
Signore". Edith è giunta alla verità, solo dopo aver attraversato molteplice porte che la condurranno
al vertice del suo castello interiore. L’ultima porta da attraversare sarà il martirio di Auschwitz, la
soglia dell’universale amore divino.
Etty Hillesum (1914-1943). Una giovane donna olandese affida, nel 1941, ad un diario la cronaca
della sua complessa vicenda interiore. Mentre tutta l'Europa vive il dramma della persecuzione e
delle deportazioni di massa, Etty Hillesum, ebrea e destinata a trovare la morte ad Auschwitz, narra
con lucidità la sua avventura di liberazione spirituale e la conquista, attraverso le strettoie
dell'occupazione nazista, di una felicità che, ben lungi dal costituire una fuga dall'epoca, si traduce
in arricchimento e forza vitale. Benedetto XVI ebbe a dire di lei: «Penso anche alla figura di Etty
Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana
da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive " (Diario, 97). Solo sorretta da
quest'amore e da quest'etica Etty riuscirà a trovare la forza , "sulla soglia dei campi della morte",
d’esprimere la cifra della sua fede e della sua testimonianza: "arrivo sempre alla stesa conclusione:
la vita è bella. E credo in Dio. Etty non ha mai fatto una scelta religiosa esplicita, non è mai entrata
nella Chiesa Cattolica, anche se il suo aspetto veritativo era fortemente cristologico. Etty è rimasta
sulla soglia: si è fermata in quel punto di convergenza dove l’uomo è in tensione verso l’Infinito.
Simone Weil (1909-1943). Mistica e filosofa del novecento, è interprete di una Fede che cerca
l'esperienza diretta con il mistero della Realtà ultima capace di abbracciare l'intera umanità. Proprio
l’universalismo di fede la condurrà a rimanere, durante la sua vita, in un punto di equilibrio tra
credenti e non: è il dimorare sulla soglia. La sua posizione la condurrà ad essere quella corda a cui
tutti possono aggrapparsi per raggiungere Colui che attende, Colui che rimane dietro la porta.
Quella soglia, però, sarà oltrepassata in punto di morte: il suo salto metafisico è parvenza di una
Fede già accolta nell’intimo della propria coscienza ma mai esplicitata in un’adesione netta. Lei
doveva essere per vocazione la soglia per raggiungere Dio.
Simone Weil, Edith Stein, Etty Hillesum: Figure solo sulla soglia o anticipatrici di coloro che vanno
nelle “periferie dell’esistenza”?

Alessandra Ventura

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