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Stadio di Bologna: un’alternativa sostenibile esiste.

In sintesi
Questo documento ha due intenti:
- Ricordare le critiche all’ipotesi di contribuire a finanziare l’ammodernamento dello Stadio con
una operazione speculativa ai Prati di Caprara
- Mostrare che la costruzione di un nuovo Stadio è possibile in un’altra area, che comporterebbe
meno problemi, soprattutto in merito alla mobilità, con costi di realizzazione non certo
superiori a quelli dell’ipotesi attuale. L’unico “svantaggio” sarebbe di non assecondare i progetti
che interessano alcuni operatori economici privati, che però non coincidono affatto con il
benessere della città e nemmeno, alla lunga, al suo sviluppo sostenibile. Inoltre alla più
opportuna localizzazione del nuovo Stadio si sommerebbero i vantaggi di mantenere un “bosco
urbano” e usarlo come parco e di disporre nel vecchio stadio dell’opportunità di realizzare la
“cittadella dello sport”

L’ipotesi che il Comune di Bologna persegue fino ad ora


Il complesso di operazioni noto come restyling dello stadio Dall’Ara, è articolato, come si può
desumere fino ad oggi, dai resoconti giornalistici1, nelle seguenti operazioni:
1.Ristrutturazione pesante dell’edificio denominato stadio, con un insieme di interventi atti a
trasformare l’attuale struttura in una comprendente, oltre alle attrezzature per il gioco del calcio,
spazi e annessi da destinare a commercio e ad altre attività d’intrattenimento, il tutto
trasformando le gradinate e le tribune, con il vincolo di mantenere larga parte dell’originale
struttura razionalista (come si può vedere nell’immagine sottostante).

1
Dalla fine del 2016 sono oltre 100 gli articoli comparsi sino ad oggi sulla stampa locale, che periodicamente
rilasciavano notizie sull’andamento del progetto e della ‘trattativa’ tra Privati e Comune.

1
Questo rendering sulla trasformazione veniva diffuso dalla stampa circa nello stesso periodo in cui
esponenti della maggioranza in Consiglio Comunale e fuori si affannavano a dire che non c’era
ancora un progetto. E questa immagine -come altre pubblicate- su che cosa si basava?.

2.Interventi edilizi nel campo denominato antistadio (vedi parte alta immagine): interventi
presumibilmente annessi alle attività dello stadio, compresi forse parcheggi, di cui non è dato
conoscere la natura e la destinazione ma solo la evidente consistenza.

3.Costruzione di un parcheggio multipiano nella zona adiacente al canale di Reno, di fianco ai


capannoni dell’ex bocciofila, parzialmente riutilizzati ora come sede di un gruppo di tifosi con
annesso locale (ASkeggia).

4. Interventi edilizi negli immobili a suo tempo noti come complesso Cierrebì, (club
sportivo/ricreativo privato), già di proprietà di una Fondazione bancaria, convenzionato da anni
con il Quartiere per un uso parzialmente sociale. Parte di questi immobili - venduti dalla
Fondazione ad un noto costruttore locale - verrebbe mantenuta ad usi sportivi. Si tratta della
componente definita Cittadella dello Sport: è lecito pensare che, più di un gesto di filantropia, si
tratti di una scappatoia per sbarazzarsi (e scaricare su gestioni pubbliche) di impianti che già nella
gestione precedente erano in forte perdita gestionale.
Nell’area oggi occupata anche da una piscina (molto frequentata d’estate), previa demolizione
della stessa e presumibilmente di altri annessi, è prevista la realizzazione di una struttura
commerciale (sempre secondo i media, afferente alla catena Despar) di media grandezza in
termini di superficie. Allo stato attuale sembrerebbe che sul progetto gravino alcune
incomprensioni tra Comune e il noto costruttore bolognese per via di non meglio precisati
standards di verde e parcheggi che l’impresa vorrebbe monetizzare anziché realizzare.

5. Prati di Caprara2. Quest’ampio possedimento di oltre 440.000 mq (44 ettari), già di proprietà del
Demanio militare, sembra essere confluito di recente a Investimenti Immobiliari Italiani Sgr
S.p.A.(INVIMIT SpA) società del Ministero dell’Economia e delle Finanze3 (il cui scopo è
sostanzialmente fare speculazioni immobiliari per lenire lo spaventoso debito pubblico italiano).
L’area è suddivisa in due parti:
Prati di Caprara Ovest, superficie di 168.100.000 mq, con un’area coperta da edifici esistenti di
30.000 mq
Prati di Caprara Est, superficie di 267.000.000 mq (26,7 ettari)4, in cui praticamente non ci sono più
volumetrie, nonostante il Demanio in un suo documento parli di 1.658 mq edificati.

2
Individuato nella rete ecologica del PSC come Ecosistema boscato a prevalente matrice naturale(bosco o macchia
boscata)
3
Come indicato nel sito di riferimento, Investimenti Immobiliari Italiani SGR S.p.A. è una società di gestione del
risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, istituita nel 2013. Secondo quanto previsto dagli artt. 33 e 33-
bis del Decreto Legge 98/2011, ”Invimit Sgr può operare sia tramite c.d. “Fondi di Fondi”, investendo in fondi target
istituiti dagli Enti Territoriali, come anche in qualità di promotore e gestore di Fondi immobiliari diretti finalizzati a
ridurre il debito pubblico e a generare economie di scala sul territorio, favorendone, anche lo sviluppo. La missione di
Invimit Sgr è, dunque, sintetizzabile nella volontà di contribuire positivamente allo sviluppo e alla valorizzazione dei
patrimoni immobiliari pubblici, sia attraverso la leva urbanistico-edilizia che perseguendone una più ampia e
profonda rigenerazione, anche sul piano del risparmio energetico e della riduzione dell’impatto sull’ambiente. In tal
senso, e affinché il proprio posizionamento risulti chiaro e ben identificabile, Invimit Sgr intende assumere un ruolo di
cerniera tra i soggetti pubblici, proprietari di ingenti patrimoni immobiliari, e il mercato”.
4
Dati del Demanio, c’è una differenza tra i dati del Demanio e quelli del Comune.

2
Il Comune di Bologna ha provveduto, anche dopo appositi studi e programmi5, a valorizzare dal
punto di vista immobiliare i Prati di Caprara, inserendo cospicue quantità edificatorie in entrambe
le sue parti.
Nella zona Est è prevista anche la realizzazione di una struttura scolastica della quale “c’è
bisogno”, secondo le accorate dichiarazioni degli amministratori locali. In attesa della scuola
(l’inizio dei cui lavori edilizi è previsto nel 2020), si è pensato bene in un ingarbugliato e non chiaro
rapporto tra Demanio e Comune, con la scusa della verifica della necessità di operare una bonifica
bellica, di operare la completa deforestazione tramite taglio a raso di circa 20.000 mq di suolo
boschivo, senza neanche seguire le indicazioni di salvaguardia di essenze pregiate rilevate dallo
stesso Demanio.
Nelle figure che seguono si da’ conto delle previsioni urbanistiche ed edificatorie elaborate in
ambito comunale.
Occorre en passant sottolineare che i Prati di Caprara fanno parte della Rete ecologica urbana
(art.35/Piano Strategico Comunale), e sono un Nodo ecologico urbano, cioè sono parti di città che
presentano un rilevante valore ecologico, costituendo parte del Connettivo ecologico urbano che
“costituisce una riserva di suolo permeabile che, adeguatamente ampliato e migliorato dal punto
di vista arboreo-arbustivo, se e quando possibile, può contribuire alla riduzione dell'inquinamento
atmosferico e termico della città.” (fig.1).
I Prati, inoltre, sono segnalati come facenti parte dell'Ecosistema boscato a prevalente matrice
naturale, e i due corsi d’acqua al confine nord dell’area, il torrente Ravone e la secolare canaletta
Ghisiliera, rientrano tra i Corridoi ecologici acquatici esistenti.
Infatti, nella tavola del PSC dedicata a Strategie per la qualità- Dotazioni ecologiche e ambientali
(fig.2), i Prati sono indicati in giallo (e c'è una parte anche dei Prati Ovest, novità rispetto alla
tavola della rete ecologica) come Nodo ecologico urbano.

Fig.1 fig.2

5
Puvat , “Con il Piano unitario di Valorizzazione Territoriale (PUVaT) sono messi in gioco 18 tra immobili e aree in
disuso di proprietà pubblica (di Comune, Demanio, Ferrovie, Cassa Depositi e Prestiti) che insieme occupano circa 1
milione di mq e che offrono grandi e diversificate potenzialità di valorizzazione”.
”http://urbanpromo.it/2014/progetti/riqualificazione-diffusa-a-bologna/

3
Fig. 3 – Previsioni insediative presenti nel Piano Operativo Comunale 2016 per ambito Prati Est; nella
tabella sotto il dettaglio per comparto (numero nuovi abitanti e nuclei famigliari sono stimati).

4
Quale rigenerazione?
Sempre stando alle informazioni giornalistiche, nell’area Prati di Caprara Ovest (dove attualmente
ci sono attrezzature della Croce Rossa e un importante deposito di vaccini), dovrebbe essere
ubicata una grande struttura commerciale, modello outlet, per la quale fino a pochi giorni fa si
dava per scontato l’interesse di una grande catena tedesca, che ha già realizzato mostruosità
urbanistiche in altre città come ad esempio Verona.
Il comitato cittadino RigenerazioneNoSpeculazione6, ha evidenziato che scelte urbanistiche di
questo genere sono insensate, non derivano da una visione coerente di cambiamenti sostenibili e
utili a tutti della città, ma nascono dall’inseguire di volta in volta proposte di privati, che avranno
una loro logica, ma non quella dell’utile collettivo. Bisogna pensare invece alla complessità
insediativa del quadrante urbano intorno ai Prati di Caprara, le molte criticità che già presenta
sono destinate ad amplificarsi con l’aumento esponenziale del carico urbanistico. Basti pensare
alla viabilità: il nodo mai risolto della congestione all’incrocio via Emilia/via Prati di Caprara, cui si
somma la non trascurabile presenta di uno dei nosocomi più grandi dell’Emilia-Romagna
(l’Ospedale Maggiore). Criticità su cui graverà la presenza di un importante nodo scolastico. E
proprio a ridosso si vorrebbe destinare un’area ad un outlet che in alcuni giorni attirerebbe
migliaia di auto, che per di più potrebbero interferire con i flussi generati dallo stadio rinnovato,
non molto distante. Alla fine l’intasamento non peggiorerebbe solo la qualità dell’abitare,
danneggerebbe anche l’attrattività della città, in contrasto con gli intenti di crescita economica.
Tale brillante prova di urbanistica contrattata porterebbe alla distruzione di un immenso bosco
urbano, che attualmente svolge un ruolo ambientale insostituibile nell’ecosistema cittadino, per
l’assorbimento del CO2, per l’assorbimento delle polveri sottili e per la mitigazione del
surriscaldamento climatico.
Questo il quadro. Non è dato vedere i lati positivi di quella che viene definita un’operazione di
rigenerazione urbana; la stessa ultima norma nazionale la cd ‘legge sugli stadi’7 ha prescritto che,
in caso di interventi che coinvolgono più aree, è necessaria la contiguità fra queste, ma ha
ammesso anche la residenza tra le destinazioni d’uso aggiuntive, non possibile fino al 2013.
Ovviamente ciò non ha influito sulla volontà di ‘rigenerare’ e l’operazione sembrerebbe andare
avanti, tra un sussulto e l’altro.

Un’alternativa sostenibile per lo stadio e per la città


Quello che qui si proporre è un’ipotesi alternativa e radicalmente diversa su come affrontare la
questione di una struttura bolognese dedicata al calcio, in linea con la rilevanza che tale sport
suscita a livello di apprezzamento cittadino, senza rinunciare alla massimizzazione di obiettivi di
sostenibilità ambientale e urbanistica, a vantaggio della popolazione bolognese nella sua totalità.
L’obiettivo dello stop al consumo di suolo è ovunque citato ma raramente perseguito. Il rilevante
carico urbanistico ed edificatorio che risulta connesso al restyling dello stadio Dall’Ara e al POC
“rigenerazione dei patrimoni pubblici” sulle aree boscate dei Prati di Caprara non solo consuma
suolo, ma lo fa in una area insostituibile per le sue caratteristiche. perciò analizzare una soluzione
localizzativa alternativa e confrontarla con l’ipotesi attualmente in campo è doveroso e –
cercheremo di mostrare - sembra percorribile.
L’idea è individuare la possibile localizzazione di nuovo impianto sportivo, abbinata ad un processo
di rigenerazione e/o riqualificazione urbana di tutta l’area connessa allo stadio attuale.
6
Rigenerazione No Speculazione, fondato nell’aprile del 2017 da cittadini contrari alla chiusura del Cierrebì.
7
"art.1, comma 304, Decreto Legge n. 50/2017,avente ad oggetto "Disposizioni urgenti in materia finanziaria,
iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo
" pubblicato il 24 aprile 2017, nella Gazzetta Ufficiale, chiamata anche "manovrina”.

5
Un nuovo stadio potrebbe essere costruito nella zona c.d. Parco Nord, su un’ampia area di
proprietà pubblica/comunale (e non è un particolare da poco), ubicata a Nord dell’asse
tangenziale – Autostrada; questa localizzazione potrebbe supportare meglio i flussi di mobilità
connessi alla fruizione dell’impianto sportivo.

Nelle immagini sopra le aree di Parco Nord: in colore azzurro le proprietà comunali.

Quest’area, dotata di ottime connessioni viabilistiche ed in prossimità di due caselli autostradali,


corrisponde ad una superficie complessiva di 203.493 mq (circa 20 ettari), di cui 109.606 mq

6
risultano già cementificati8. Come noto si tratta di uno spazio utilizzato da decenni per
manifestazioni, concerti, feste e fiere. Quest’ampio spazio non è certo assimilabile ad una zona
agricola o ad suolo fertile pregiato: infatti, in merito all’area Parco Nord si sono ipotizzate vere e
proprie operazioni di de-sealing (de-sigillazione cioè decemetificazione), e di una sua
‘riforestazione’ con interventi cospicui ed tanto onerosi che forse non si faranno mai.
L’area in esame risulta strategica per molti aspetti:
 area già di proprietà pubblica (comunale);
 vicinanza alla fascio infrastrutturale viabilistico Autostrada/tangenziale (anche senza
allargamenti di sorta);
 presenza di ampie aree di parcheggio esistenti con migliaia di posti (e già utilizzati in altre
occasioni), con possibilità di realizzarne di ulteriori;
 prossimità ad altre aree terziarie importanti quali il quartiere fieristico bolognese e Fico
(Fabbrica Italiana Contadina);

Sotto il profilo urbanistico, il Parco Nord rientra in ambito n. 127 “ area da riqualificare”
disciplinato dall’articolo 22 del PSC9.
L’area in questione è interessata anche da previsioni ecologiche come si può leggere
nell’art.35/PSC:
“6. Rete ecologica urbana. Con questa locuzione sono individuati gli spazi aperti urbani con diverso
valore ecologico, presente o potenziale, anche destinati a usi pubblici. Gli elementi funzionali sono
i nodi e il connettivo. I Nodi ecologici urbani sono parti di città che presentano un rilevante valore
ecologico, generalmente potenziale, e costituiscono sia le ultime propaggini di territorio rurale sia i
principali elementi di verde “pubblico”. Possono essere esistenti o di progetto; in quest'ultimo
caso caratterizzazione, struttura e sviluppo verranno definiti in sede di Poc e/o di progettazione

8
La superficie permeabile occupa oggi 93.887 mq.(dati del Comune).
9
PSC BOLOGNA n. 127 - Parco Nord,
a. Ruolo: La riqualificazione del Parco Nord, che costituisce uno dei "luoghi" caratteristici della Città della Tangenziale,
ha l'obiettivo di dotare la città di nuovi spazi dedicati alla produzione e al consumo culturale, adeguatamente
accessibili e attrezzati. La prossimità di questo Ambito a quello fieristico, alla Manifattura tabacchi (per la quale si
ipotizzano attività di studio e ricerca), a Bolognina est e, quindi, alla nuova Stazione ferroviaria centrale, crea le
condizioni per la realizzazione di un distretto culturale giovanile di rilievo metropolitano. Una migliore accessibilità
può essere garantita dal collegamento al nuovo casello autostradale Fiera, ma anche dalla realizzazione di un
sistema continuo di agevoli percorsi che colleghi il Parco al quartiere fieristico, al sistema di trasporto pubblico su
ferro (Sfm e metrotranvia), ai parcheggi e agli alberghi della zona Michelino. La riorganizzazione degli spazi può
interessare sia le strutture all'aperto (da ristudiare con attenzione alla protezione acustica), sia quelle coperte, e
non esclude la realizzazione di nuovi edifici e impianti, comunque destinati ad attività di produzione culturale e
spettacolo. Gli interventi di riqualificazione dovranno valorizzare l'ecosistema fluviale del Savena Abbandonato e
alcuni lembi di ecosistema terrestre, realizzando all'interno dell'Ambito spazi di transizione con valenza ecologica e
paesaggistica.
b. Dotazioni: Infrastrutture per l'urbanizzazione. Allacciamento alla rete d'acquedotto adduttrice, a pressione ridotta,
di via Stalingrado e realizzazione della ammagliatura con la rete di via Romita (dopo aver disconnesso la rete di via
Romita dall'adduttrice denominata "tangenziale idrica").Condotte di scarico delle acque bianche fino a confluire
nello scolo Savena Abbandonato, previa laminazione. Immissione degli scarichi di acque nere nel collettore acque
miste esistente in via Stalingrado.
c. Condizioni di sostenibilità
o L'attuazione è subordinata:
o alla integrazione del sistema degli accessi con il sistema di trasporto pubblico;
o al mantenimento di una quota di superficie permeabile di suoli pari al 40% delle superfici fondiarie.

7
esecutiva. Sono nodi: l'insieme Giardini Margherita - ex Staveco - aree di via Codivilla – San
Michele in Bosco; il parco della Certosa (villa Contri) con una parte del canale di Reno e il parco
della Funivia; l'area Scandellara assieme a quella di villa Pini e all'arboreto comunale; il parco di
San Donnino; l'insieme Parco Nord - aree sportive Dozza - spazi a nord della Fiera; il parco di via
Corticella (Caserme Rosse – fascia boscata); il parco di Villa Angeletti e quello della lunetta
Mariotti; il parco di Villa Spada e quello di Villa delle Rose; i Prati di Caprara. I nodi ecologici
urbani, dal punto di vista dell'utenza ciclo-pedonale, sono i principali “nodi di interscambio” tra
città e territorio rurale; costituiscono la rete dei parchi dedicati al tempo libero e alla ricreazione
informale.”

Il previsto progetto di forestazione urbana per l’area di Parco Nord è compatibile, sotto il profilo
dimensionale e localizzativo con la realizzazione del nuovo stadio.

ANALISI COMPARATIVA TRA IPOTESI ALTERNATIVE

Il confronto tra le ipotesi in campo per consentire il restyling e la rifunzionalizzazione dell’attuale


stadio Dall’Ara e la predisposizione di uno spazio idoneo alle esigenze dell’esercizio del
campionato calcistico presuppone un’analisi comparata di parametri e indicatori derivanti dalle
trasformazioni territoriali che gli interventi previsti comportano per gli ambiti urbani
urbanisticamente idonei. L’intento fondante, infatti, nelle scelte di una pubblica amministrazione
consapevole di un proprio ruolo super partes, dovrebbe essere la massimizzazione dell’interesse
collettivo a fronte della riduzione del potenziale impatto ambientale connesse alle trasformazioni
territoriali. Segue una prima analisi dei principali parametri connessi all’alternativa 1 (Restyling
Dall’Ara, con compensazioni immobiliari ai Prati di Caprara) versus alternativa 2 (Stadio nuovo a
Parco Nord e restyling Dall’Ara con impiego sportivi, commerciali e terziari)

Indicatore alternativa 1 (Prati Caprara) alternativa 2 (Parco


Nord)
1. superficie coinvolta 440.000 mq10 203.493 mq
2. proprietà attuale INVIMIT srg Comune di Bologna
3. costo per acquisizione area 40 milioni euro -
4. uso del suolo attuale - 265.342 mq di bosco spontaneo11 93.887 mq di prato con
- 8.000 mq orti urbani12 alberi sparsi
138.199 mq di prato con alberi sparsi 109.606 mq già coperti
31.658 mq coperti da fabbricati da cemento
5. % suolo già cementificato per 7,2%13 53,9%
l’ambito
6. % suolo boscato 60% 0%
7. % suolo a prato alberato 33,3% 46,1%
7. nuove costruzioni compensative 180.812 mq edificabili
di cui per residenza 130.902 mq (pari a 3.491 nuovi
di cui commerciali e terziario abitanti) 50.906 mq
8. valore immobili a nuovo14

10
Dato PSC, (168.199 mq Prati di Caprara Ovest, fonte Demanio + 267.000 + orti urbani e altre zone) senza
considerare l’area del CRB.
11
Di fatto l’intera area denominata Prati di Caprara EST, tranne 1.658 mq di un ex capannone in abbandono
12
Area calcolata in via speditiva tramite immagine satellitare
13
Cioè già cementificato, asfaltato o edificato; in ogni caso non permeabile;

8
per residenze 235,6 milioni di euro
per outlet/terziario 84,8 milioni di euro
9. % nuovo consumo di suolo 34% delle superfici oggi verdi 0%
10. incremento flussi traffico:
per nuovi residenti +1.811 auto private in circolazione15
per outlet moda Previsti 8 milioni di visitatori annui16
11. costo stadio futuro 210 milioni di euro per restyling 60 milioni di euro per
Dall’Ara stadio nuovo
12. stadio temporaneo 7 milioni di euro non necessario
13. capienza spettatori 30 mila posti max17 possibile incremento

La voce 11 della colonna 2 deriva da una media dei costi preventivati o sostenuti per gli stadi
italiani in fase attuale di progettazione, a parità di capienza
Nell’immagine sottoriportata (fig.4), per puro confronto dimensionale, si è riportato l’ingombro
complessivo dello stadio attuale nell’area del Parco Nord. Appare evidente che il vincolo
strutturale di 30 mila posti come capienza imposto dalla struttura del Dall’Ara adeguato alle
norme vigenti per la sicurezza, nel caso di un nuovo stadio a Parco Nord, sarebbe superato e
consentire maggiori economie di scala realizzative.
Il nuovo impianto potrebbe, come già accennato, sfruttare le aree a parcheggio già presenti (molto
più consistenti di quelle esistenti in zona Saragozza), ed utilizzate per altri eventi e non ci sarebbe
la necessità di eliminare l’arena per concerti già esistente, che potrebbe continuare la sua attività
in coerenza con le previsioni di PSC.
Inoltre le fermate ‘Aldini’ e ‘Fiera’ (della ipotizzata linea 6, prevista anche dal Piano Strategico
metropolitano), del Servizio Ferroviario Metropolitano sarebbero relativamente poco distanti dal
futuro impianto (in linea d’aria 1,6 km la prima e 1,1 la seconda). Valorizzazione e potenziamento
delle piste ciclabili e percorsi pedonali potenzierebbero l’accessibilità dolce all’impianto.

C’è inoltre da dire che nell’ipotesi ubicazionale approssimata del nuovo impianto, oltre ad essere
conformi agli standard Uefa 418, è pensabile un ulteriore utilizzo della aree scoperte a fini
compensativi per la copertura dei costi i quali, sia in termini economici che ambientali,
risulterebbero di gran lunga meno impattanti, sia per il Comune (e quindi per noi tutti cittadini) sia
per la proprietà del BFC.

Non solo, è abbastanza evidente l’integrazione territoriale e funzionale del futuro impianto con le
altre due grandi strutture pubbliche o semipubbliche attualmente in affanno: Fiera e Fico. Il che
potrebbe voler dire un rilancio significativo della zona Nord di Bologna19.
Un ultimo appunto: pare consolidato l’atteggiamento di alcuni grandi finanziatori – segnatamente
Assicurazioni20 – verso progetti territoriali che coniughino attività sportive con attività

14 Pari alla superficie totale edificabile per residenze 87.268mq x 2.700 euro/mq e a 33.397 mq superficie edificabile
per commerciale x 2.500 euro/mq, cioè i valori di mercato per mq di superficie lorda, al nuovo, rilevati dalla banca dati
OMI dell’Agenzia del Territorio, per la zona Periferica/SAFFI SANTA VIOLA BARCA nel secondo semestre 2017.
15
Il numero di nuovi abitanti stimati (2 per ogni nuovo alloggio, in media) moltiplicato per 0,519 di auto/abitante, dato
base di rapporto tra auto e abitanti nell’area cittadina di Bologna (fonte: area statistiche Comune di Bologna)
16
Questo il dato annuale di utenti rilevato, secondo la stampa di settore, dal gruppo tedesco ECE dalla struttura di
vendita aperta a Verona 14 mesi fa.
17
Numero massimo di spettatori possibile nel restyling Dall’Ara, considerati i vincoli per la sicurezza. In realtà dal
progetto sono circa 23.800, in luogo dei 36.462 esistenti.
18
UEFA Stadium Infrastructure Regulations - Edition 2006
19
Il capofamiglia la domenica allo Stadio, la moglie alla cittadella della moda e la sera tutti a mangiare da Fico….

9
ricreative/aggregative, quindi anche commerciali nella misura in cui si presentano sotto una forma
aggregata spazialmente.

Fig.4 Lo stadio Dall’Ara a Parco Nord (simulazione).

Per le altre zone attualmente coinvolte nel processo di restyling:


Lo stadio Dall’ara potrebbe diventare la vera ‘città dello sport’ dell’area metropolitana ed essere
dato in gestione ad un consorzio di società sportive21.

L’Antistadio potrebbe mantenere lo stesso ruolo attuale collegato allo stadio (la città dello sport).
L’area attualmente destinata a parcheggio, e l’ex bocciofila potrebbero in un ottica di
trasformazione urbana, essere interessate da altre destinazioni, da definire.

Il Cierrebì potrebbe tornare alle sue funzioni originarie di centro sportivo privato, convenzionato
con il Quartiere.

I prati di caprara per la zona Est, anche seguendo le indicazioni del processo partecipato
“Parteciprati”, dovrebbero essere destinati in parte a Bosco Urbano e in parte a Parco fruibile.
20
Si veda l’Allianz Stadium di Torino.
21
Nella Città Metropolitana di Bologna gli atleti attivi sono 90.000 e 1.760 (843 a Bologna) gli impianti sportivi.(dati
Nomisma).

10
I prati Ovest potrebbero essere trasformati in parte , soprattutto quella esistente (oltre 30,000 mq
di Su esistente secondo il demanio), con qualche destinazione particolare, articolandole magari
con un concorso di idee sul tipo di quello che ha interessato la caserma Sani. Ma soprattutto una
destinazione urbanistica che tenga conto della delicatezza dell’area dal punto di vista territoriale.

Appendice
Con la strana e frequente premessa dell’”adeguarsi ai tempi”, sono in corso o sono appena
terminati una nutrita serie di interventi sugli stadi di numerose città italiane.
Comprendendo anche gli Stadi (4) che, novità per l’Italia, sono di proprietà delle squadre di calcio
e quelli, molto più numerosi, di proprietà dei comuni, gli stadi in Italia sono 108, che vanno dagli
80.000 posti del Meazza a Milano ai 5.000 di quello del comune di Nardò.
Come costi d’intervento, che può essere di ristrutturazione o di realizzazione ex novo (N), si va dai
2 mln di euro per l’intervento di Crotone (R) ai 420 mln di euro dello stadio di Firenze (N) che
prevede anche una superficie di 70.000 mq per terziario e commerciale.
In mezzo, fra intenzioni e realizzazioni concrete, ci stanno Cagliari (55 mln di euro x 21000 posti),
Empoli (N, 16.000 posti x 20 mln di euro), Genova (20 mln di euro ,R), Bergamo (il comune vende
lo stadio, interventi x 25/30 mln di euro R/N), Torino, Allianz stadium (Juventus), 155 mln di euro
per 41500 posti + superfici commerciali), Udine 50 mln di euro x 25132 posti, la “Dacia Arena”,
Frosinone 20 mln di euro per 16125 posti. E Roma che dopo travagliate vicende (che hanno visto
un ridimensionamento delle previsioni) sembra marciare sull’ipotesi di uno stadio nuovo.

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