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Andrea Zirilli

No alla droga!
Impariamo la lezione
Domanda, Offerta e politiche di contrasto
Andrea Zirilli

No alla droga! Impariamo la lezione

Youcanprint Self-Publishing
Andrea Zirilli è nato a Roma nel 1975. Si è laureato in
Scienze Politiche nel 1999, affrontando nella sua tesi, il
flagello droga e l’azione di contrasto al traffico illecito di
sostanze stupefacenti nell’Unione Europea. Da sempre è
impegnato come volontario, in azioni di prevenzione e
riduzione della domanda di droga. Nel 2011 ha pubblicato
il suo primo libro “L’alfabeto dei miei pensieri” con
Youcanprint edizioni. Nel 2012 ha pubblicato con
Libellula edizioni, “La flessibilità sicura” in due
conseguenti edizioni (l’ultima a dicembre del 2012, alla
luce delle novità introdotte dalla Legge Fornero) ed infine
nel 2013, sempre con Libellula edizioni, ha pubblicato,
“La disciplina delle vendite”. Lo puoi seguire sul suo blog,
Running around my brain, come un neurone motorio
impazzito, andreazirilli.blogspot.it
A tutti quelli che sono caduti,
a chi è stato capace di rialzarsi
e a chi non ha avuto la forza.
Titolo | No alla droga! Impariamo la lezione
Autore | Andrea Zirilli
ISBN | 9788891128171
Prima edizione digitale 2013

© Tutti i diritti riservati all’Autore

Youcanprint Self-Publishing
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previsto dalla legge 633/1941.
Indice

Introduzione

Capitolo I
La droga: definizione, storia e tipologie di prodotto.

Capitolo II
Il mercato, il traffico illecito, la geografia e le
filosofie di contrasto.

Capitolo III
Quali soluzioni per affrontare il problema?
Introduzione

“Illicit drug destroy innumerable individual lives and


undermine our society.
Confronting the illicit trade in drugs and its effects
remains a major challenge for the international
community. Although the consumption of drugs has
been a fact of life for centuries, addiction has
mushroomed over the last five decades.
It now demands a determined and international
response”, così l’ex Segretario Generale dell’ONU, Kofi
Annan1, introduceva i risultati del World Drug Report2
del 1997.
“Drug use affects not only individual users, but also their
families, friends, co-workers and communities. Children
whose parents take drugs are themselves at greater risk
of drug use and other risky behaviours.
Drugs generate crime, street violence and other social
problems that harm communities.

1 Segretario Generale dell’ONU dal 1996 al 2006.


2 Pubblicato dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il
crimine (UNODC) nel 1997. L’UNODC, operativo dal 1971, ha
come obiettivo quello di rafforzare l’azione internazionale contro
la produzione, il traffico e le attività criminali connesse alla
droga.

7
In some regions, illicit drug use is contributing to the
rapid spread of infectious diseases like HIV and
hepatitis”, cosi Yury Fedotov, Direttore Esecutivo
dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il
crimine (UNODC), apriva il World Drug Report3 del 2011.
“La piaga del narcotraffico, che favorisce la violenza e
semina dolore e morte, richiede un atto di coraggio di
tutta la società. Non è con la liberalizzazione dell'uso
delle droghe, che si potrà ridurre la diffusione e
l’influenza della dipendenza chimica. E’ necessario
affrontare i problemi che sono alla base del loro uso,
promuovendo una maggiore giustizia, educando i
giovani ai valori che costruiscono la vita comune,
accompagnando chi è in difficoltà e donando speranza
nel futuro”. Così Papa Francesco, nell’ultima Giornata
Mondiale della Gioventù in Brasile, concludeva il suo
intervento durante la visita alla Comunità di San
Francesco.
La droga invade la nostra quotidianità e bussa, spesso
inaspettata, ogni giorno alle nostre porte: circa 27 milioni
di persone in tutto il mondo hanno problemi legati
all'abuso di sostanze stupefacenti e sono più di 200 mila i

3 E’ il documento ufficiale dell’ONU che ogni anno fa il punto


sulle politiche, i dati e le strategie mondiali di contrasto alle

8
tossicodipendenti che muoiono ogni anno nel globo.
Secondo l'ultimo rapporto dell'agenzia anticrimine
europea, Europol4, sulla criminalità organizzata in
Europa5, il traffico di stupefacenti è la prima fonte di
finanziamento delle organizzazioni criminali.
I dati più clamorosi di questo rapporto, sono i numeri che
riguardano le maggiori sostanze stupefacenti trafficate,
che vedono al primo posto la cannabis e i suoi derivati.
La cannabis resta la sostanza stupefacente più popolare e
anche la più prodotta e consumata a livello mondiale, ma
è anche aumentato ovunque nel mondo, l’abuso di droghe
sintetiche.
La cannabis ha 23 milioni di consumatori in tutta
Europa, per un mercato che vale 1.300 tonnellate di
hashish e 1.200 tonnellate di erba ogni anno.
La cocaina resta al secondo posto con 4 milioni di
consumatori che consumano ben 124 tonnellate
annualmente.
Il fatturato del business della criminalità organizzata nei
Paesi dell’Unione Europea, è di oltre 311 miliardi di euro.
Circa l'80% di questi traffici è concentrato nel cuore

sostanze d’abuso e ai fenomeni ad esse legati.


4 L’Europol è l'agenzia anticrimine dell'Unione Europea.
5 ''Serious and Organised Crime Threat Assessment'', 2013,

Europol.

9
produttivo dell'Europa, con una quota maggiore in
Spagna, seguita dall'Italia e dalla Gran Bretagna.
Di fronte alla gravità dell’aggressione che le reti criminali
internazionali esercitano sulla sicurezza e sull’economia
dei Paesi europei, non corrispondono però, adeguati
strumenti repressivi: non esiste ad esempio, ancora una
definizione normativa comune di criminalità organizzata.
Passando dall’Unione Europea alla nostra Penisola, in
Italia tre milioni d’italiani, consumano regolarmente le
sostanze stupefacenti, mentre mezzo milione sono
“consumatori problematici”6.
L'analisi generale dell'andamento dei consumatori di
stupefacenti nel 20127, segna una tendenza alla
contrazione del numero di consumatori, come già
osservato nel 2010, per le sostanze quali eroina, cocaina,
allucinogeni, stimolanti e cannabis mentre in aumento

6 L’indicatore dell’Osservatorio europeo sulle droghe e


tossicodipendenze (OEDT), del consumo problematico di
stupefacenti, tiene monitorato il consumo di stupefacenti per via
parenterale oppure il consumo a lungo termine/regolare di
eroina, cocaina e/o anfetamine. Compreso nella definizione, per
convenzione, è l’uso di altri oppiacei come il metadone. L’OEDT,
ha come obiettivo di fornire all’Unione Europea e agli Stati
membri, una visione realistica dei problemi legati alla droga in
Europa e una base solida di evidenze che supportino il dibattito
sugli stupefacenti.
7 Riferiti alla popolazione presente sul territorio italiano, tra i 15

e i 64 anni.

10
per le droghe sintetiche.
I dati sopra indicati a livello mondiale, europeo ed
italiano, ci dimostrano che il fenomeno droga continua ad
essere, un problema internazionale8 da affrontare
seriamente e strutturalmente ed è purtroppo, da troppo
tempo divenuto un aspetto “ordinario” della nostra vita, a
cominciare dall’età adolescenziale.
Ogni giorno i mass media affrontano la questione, ma ciò
che stupisce, è che l’approccio che ne deriva, è molto
confuso. Sono messi insieme termini come, tossicomania,
sicurezza pubblica, paesi produttori, riciclaggio del
denaro sporco, cartelli, organizzazioni criminali,
spacciatori di strada, guerre tra gang, legalizzazione,
depenalizzazione, riduzione del danno, etc. , ma senza
alcun tipo di connessione, affrontando il problema ma
solo in superficie.
Una cosa però che colpisce maggiormente, è il
disinteresse della politica: ogni volta che si entra in

8L’attuale sistema di controllo globale delle droghe si basa su tre


Convenzioni internazionali: la Convenzione singola sulle droghe
narcotiche del 1961 (così come emendata dal Protocollo del
1972), la Convenzione sulle Sostanze psicotrope del 1971, e la
Convenzione contro il traffico illecito di droghe narcotiche e
sostanze psicotrope del 1988. L’adesione a queste convenzioni è
molto diffusa: 183 stati hanno aderito alla prima e alla seconda
convenzione, e 182 stati hanno aderito alla terza.

11
campagna elettorale, il problema droga diventa sempre
marginale e molto confuso.
Nelle ultime quattro elezioni politiche in Italia sempre lo
stesso copione9: nei programmi dei partiti o delle
coalizioni in campo al più si trovano generiche condanne
al fenomeno droga, vecchie proposte riguardanti la
legalizzazione, la depenalizzazione, la riduzione del
danno o le narcosale, ma talvolta nemmeno quelle.
Questo tema dovrebbe invece preoccupare le forze
politiche, perché la droga è un fenomeno che penetra
nella società civile, condizionandola e devastandola.
Nonostante il disinteresse dei partiti politici in Italia, la
questione droga è divenuta una delle maggiori
preoccupazioni di molti Governi nazionali e locali, di

9 Gli unici due partiti a parlare indirettamente di droga nelle


elezioni politiche del 2013, sono stati partiti minori che non sono
entrati in Parlamento: Forza Nuova nel suo programma politico
per uno Stato nuovo invoca l' “applicazione di pene severe per
chi commette reati minori nell' ambito del traffico di
stupefacenti, attraverso una politica processuale rapida che
arrivi immediatamente a condanne dure ed efficaci”.
I Radicali ne hanno parlato indirettamente, associandola al
problema del sovraffollamento carcerario: “le principali cause
del sovraffollamento sono da individuare: (tra i vari punti
indicati) nel punto 4) nella normativa sugli stupefacenti (legge
Fini-Giovanardi) che consente l'arresto anche per chi detiene
sostanza stupefacente leggera. La modifica della legge
richiamata è la prima condizione possibile per ridurre il
sovraffollamento ed impedire il collasso del sistema
carcerario”.

12
Istituzioni internazionali, nonché di cittadini di ogni
Stato democratico e non.
Fatte queste doverose premesse sul mercato, sia lato
domanda che lato offerta di stupefacenti, l’obiettivo di
questo testo, è quello di analizzare questo “flagello
devastante” che sta assillando le nostre vite.
La mia volontà è quella di tentare di rispondere a una
serie di domande che ogni giorno “running around my
brain” come un neurone motorio impazzito: si vuole
davvero realmente, lottare contro la droga, o si è già
gettata la spugna?
Si cede alla demagogia, o si cerca seriamente di prevenire
e ridurre la domanda?
Si è tenuto sufficientemente in conto che la
tossicodipendenza non si gioca sulla sostanza
stupefacente, ma su ciò che conduce un individuo a
drogarsi?
Per rispondere a queste domande, partirò dalla
definizione di droga, descrivendo il prodotto e il suo
mercato illecito dell’offerta, le dinamiche della domanda,
continuando per la geografia dei traffici e delle
coltivazioni, passando ai “drammi” correlati alla
produzione, il traffico ed il consumo, continuando per le
politiche di prevenzione alla domanda e di contrasto al
traffico illecito di sostanze stupefacenti.

13
Nell’ultimo capitolo cercherò, infine, di provare ad
identificare quelle che possono essere le cinque strade
complementari di lotta al fenomeno.
Un ultimo passaggio sul titolo di questo libro. Perché ho
scelto di intitolarlo, “No alla droga! Impariamo la
lezione”?
Tutto nasce da una campagna pubblicitaria voluta dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri a inizio degli anni
’90, quando era Presidente del Consiglio il Prof. Giuliano
Amato e Segretario Generale della Presidenza del
Consiglio, Fernanda Contri.
L’idea era di informare i bambini e gli adolescenti
dell’esistenza del problema droga, tramite delle immagini
a loro più vicine e senza traumatizzarli.
Le immagini utilizzate in questa campagna, erano le
vincitrici di un concorso a tema, disegnate da scolari.
Nacquero slogan, manifesti, spot per la più importante
campagna di prevenzione mai fatta in Europa. Ma ciò che
rese l'iniziativa unica è che, per la prima volta, gli autori
del messaggio furono i ragazzi stessi, scolari e studenti
italiani dai sei ai diciotto anni10.
La sensibilizzazione al problema droga, all’epoca, aveva

10 Per questa campagna, intitolata “No alla droga, questa è la


lezione”, la Presidenza del consiglio stanziò, 7,5 miliardi di Lire.

14
anche il fine di cercare di limitare la forte espansione del
virus HIV, collegato all’uso comune di siringhe già usate.
Almeno per quanto riguarda quest’aspetto pare abbia
avuto successo, visto a distanza di anni: ora l’AIDS, ha
come maggiore mezzo di diffusione, i rapporti sessuali
non protetti11.
Questo insegnò che grazie a campagne mediatiche efficaci
come questa e alle varie istanze impegnate nella
prevenzione del consumo di droga, si può ottenere un
cambio di atteggiamento nei confronti delle sostanze
stupefacenti, in modo tale che chi usa droga non sia visto
più come un trasgressore da imitare, ma come una
persona che ha dei problemi, e quindi, da aiutare ma non
certo da imitare.
Anche quando più volte si usa in maniera spregiativa il
termine “tossico”, ci si deve ricordare che la
tossicodipendenza è un grave errore di valutazione, ma se
una persona sbaglia è compito della società, di noi tutti,
tendergli la mano e aiutarlo a rialzarsi.

11 Il sesso non protetto, è il fattore maggiormente responsabile


della rapida espansione dell'epidemia in Paesi asiatici, quali
l'India e la Thailandia. La trasmissione può avvenire per contatto
sia omosessuale che eterosessuale, ed in quest'ultimo caso è più
frequente da uomo a donna che non da donna a uomo. La
trasmissione sessuale rappresenta circa l’85% delle modalità di
trasmissione, mentre la tossicodipendenza circa il 10%.

15
Il mondo della droga è cambiato: si è aperto un mercato
di largo consumo per cocaina, droghe sintetiche e i
derivati dei cannabinoidi.
La grande differenza con il passato è che si consuma
droga non per estraniarsi, ma per integrarsi e il consumo
diviene un aspetto socializzante e caratterizzante del
gruppo di appartenenza. Da qui il recente invito di Papa
Francesco ai giovani della Diocesi di Piacenza, di “andare
controcorrente, riscoprendo i valori della bellezza, della
bontà e della verità”.
Mi sia permessa un’ultima considerazione: anche il
cinema e la televisione, dovrebbero imparare la lezione,
evitando di continuare ad ispirarsi al grande crimine.
Pensate che al momento in cui scrivo, si stanno girando
ben tre film su Pablo Escobar, uno dei maggiori criminali
e trafficanti di droga mai esistiti a livello mondiale.
Niente di nuovo: i gangster movie hanno da sempre
segnato l’epoca d’oro di Hollywood.
I grandi fuorilegge, hanno sempre eccitato la fantasia di
sceneggiatori e registi, attratto il pubblico e in molti casi
scatenato polemiche, ma è fondamentale non far mai
passare questi personaggi come persone da imitare.
Io ho imparato bene la lezione e la prevenzione la reputo,
una delle migliori armi. Ecco perché bisogna parlarne
sempre, sin da piccoli.

16
In una relazione della Comunità Europea del 1986, si
diceva che la prevenzione deve partire dalle scuole
elementari e medie, dando agli studenti nozioni sulle
sostanze stupefacenti e i rischi connessi al loro utilizzo. A
tal proposito riporto un passo del libro di Don Oreste
Benzi, “Contro l’Ovvio dei Popoli”12, che può darci una
perfetta visione dell’importanza dell’educazione per la
prevenzione all’utilizzo di sostanze stupefacenti:
“già a cinque anni si può dire se un bambino sarà a
rischio di droga. Già nell'età che va dai 3 ai 5 anni si
creano le premesse che rendono più difficile al soggetto
l'accettazione di sé. L'evoluzione della persona, intesa
come essere relazionale, viene pesantemente
condizionata nella prima infanzia. Il bambino che a due
anni attraversa la fase più acuta del negativismo vuole,
senza esserne consapevole, che i grandi si accorgano
della sua esistenza. Il bambino che a tre anni fa l'istrione
e si mette sempre in evidenza non è certamente vanitoso,
ha solo bisogno di attenzione nel senso etimologico della
parola (tendere a, essere proteso verso), cioè ha bisogno
che ci sia qualcuno proteso verso di lui. Il bambino che a
quattro anni pone domande difficili chiede di essere

12 Guaraldi, 1992.

17
aiutato ad entrare in relazione positiva con una realtà
che va oltre la sua persona.
Un altro momento delicatissimo, a cui nessuno
generalmente presta molta attenzione, è quello dei 9-10
anni. In questa fase il bambino si sottrae alla tutela dei
genitori, specialmente della madre, attraverso il gruppo
dei coetanei. Verso i 9-10 anni il gruppo ha più
importanza della famiglia.
Compiute queste osservazioni, possiamo affermare con
la certezza di essere nella verità che il tossicodipendente
è un giovane che in tutto l'arco dell'età evolutiva non ha
vissuto relazioni soddisfacenti e non è stato educato a
vivere bene le relazioni umane. Tutte le agenzie
educative con le quali il tossicodipendente è venuto in
contatto dovrebbero esaminarsi per appurare le proprie
responsabilità: la famiglia, la scuola, la Chiesa, le
aggregazioni di adolescenti e giovani, l'intera società.
La responsabilità dell'uso di sostanze stupefacenti è
sempre del soggetto tossicomane, ma le agenzie
educative avrebbero potuto rendere più facile il suo
cammino verso la maturità se lo avessero educato bene”.
Sul lato della lotta all’offerta di sostanze stupefacenti,
invece, il mondo intero da qualche anno ha capito i suoi
errori del passato: non combatte più la droga, il traffico e
le organizzazioni criminali, con generali senza esercito e

18
con eroi solitari, ma con una risposta diffusa, costante e
crescente.
Chi lotta ogni giorno contro la droga e le organizzazioni
che sfruttano e si arricchiscono con questo mercato, non
deve sentirsi solo, acquisisce forza ed energia
raggiungendo l' invincibilità, se un numero crescente di
persone gli è vicino in questa guerra.
Come diceva il Papa Emerito Benedetto XVI: “la lotta
alla droga richiede determinazione politica,
cooperazione internazionale e sostegno dell’intera
comunità”.
Ognuno di noi non può e non deve tirarsi indietro, perché
siamo tutte pedine fondamentali in questa partita da
vincere.

19
Capitolo I

La droga: definizione, storia e tipologie di


prodotto

1.1 Definizione

La “guerra alla droga” ha compiuto ormai 50 anni. La


Convenzione Unica sugli stupefacenti è, infatti, del 1961 e
la dichiarazione di guerra alla droga ad opera del
Presidente americano Richard Nixon13 è del 1971.

13“Narcotics addiction is a problem which afflicts both the body


and the soul of America. It is a problem which baffles many
Americans. In our history we have faced great difficulties again
and again, wars and depressions and divisions among our
people have tested our will as a people-and we have prevailed.
We have fought together in war, we have worked together in
hard times, and we have reached out to each other in division--
to close the gaps between our people and keep America whole.
The threat of narcotics among our people is one which properly
frightens many Americans. It comes quietly into homes and
destroys children, it moves into neighborhoods and breaks the
fiber of community which makes neighbors. It is a problem
which demands compassion, and not simply condemnation, for
those who become the victims of narcotics and dangerous
drugs. We must try to better understand the confusion and
disillusion and despair that bring people, particularly young
people, to the use of narcotics and dangerous drugs. We are not
without some understanding in this matter, however. And we
are not without the will to deal with this matter. We have the
moral resources to do the job. Now we need the authority and

21
In quell’occasione il Presidente americano, dichiarò
guerra alla droga e definì l’abuso di sostanze stupefacenti,
il nemico pubblico numero uno.
Questa guerra però, non ha scalfito le cifre dei consumi di
tutte le droghe e quelle dei fatturati delle criminalità
organizzate globali, che al contrario sono notevolmente
aumentati, così come i costi umani e sociali legati all’uso
e abuso di sostanze stupefacenti.
Cosa s’intende, quando comunemente, si usa il termine
droga14?
Oggi con questo termine s’identifica un prodotto di
origine naturale che contiene delle sostanze
farmacologicamente attive15, insieme ad altre inerti.
Le droghe sono comunemente chiamate sostanze
stupefacenti che, in virtù dei loro effetti farmacologici

the funds to match our moral resources. I am confident that we


will prevail in this struggle as we have in many others. But time
is critical. Every day we lose compounds the tragedy which
drugs inflict on individual Americans. The final issue is not
whether we will conquer drug abuse, but how soon”. R. Nixon,
17 Giugno 1971
14 Droog = anglosassone dryg, pianta secca. Nel linguaggio

comune sono altresì dette droghe: le sostanze stupefacenti e le


spezie (sostanze vegetali, secche e aromatiche, utilizzate nella
preparazione dei cibi per conferire sapore o profumo).
15 Il termine principio attivo, sta a indicare una sostanza che

possiede una certa attività biologica, includendo tutte le sostanze


dotate di effetto terapeutico (farmaci), benefico (vitamine,
probiotici) o tossico (veleni).

22
sul sistema nervoso centrale, ed in particolare sullo stato
di coscienza, sono fatte oggetto di uso non terapeutico,
principalmente voluttuario.
L'uso della maggior parte di queste sostanze stupefacenti
determina l'insorgenza di fenomeni preoccupanti
di dipendenza fisica e/o psichica, oltre che di svariati
effetti collaterali.
La particolarità di alcuni tipi di queste sostanze ha
indotto molti Paesi nel mondo a vietarne sia il commercio
che il consumo.
L’ordinamento italiano, fa una distinzione tra “sostanze
psicotrope”16 e “sostanze stupefacenti”17, senza però dare
una chiara definizione giuridica delle due tipologie di
sostanze.
Prodotti utilizzati in medicina come antidepressivi,
ansiolitici, sonniferi e stimolanti, come caffeina e
nicotina, sono sostanze psicotrope, mentre il termine di
sostanza stupefacente è stato per lungo tempo riservato a
tutte quelle sostanze incluse nelle sei tabelle, istituite

16 Sono quelle sostanze naturali o chimiche elencate dalle quattro


tabelle della Convenzione delle Nazioni Unite sulle sostanze
psicotrope del 1971.
17 Sono tutte quelle sostanze naturali e chimiche inserita nelle

prime due tabelle della Convenzione unica delle Nazioni Unite


sugli stupefacenti del 1961, così come modificata dal Protocollo
del 1972.

23
dall’art.12 della legge n. 685 del 197518, distinte in base
alla nocività. In seguito l’attuale legge in vigore, la n.49
del 2006, ha apportato sostanziali modifiche alla
normativa in materia di stupefacenti (DPR n. 309/90).
Le modifiche apportate, riguardano la diversa
suddivisione in tabelle in cui gli stupefacenti sono
classificati e le relative modalità prescrittive. Infatti la
normativa precedente (legge n.685/75 e DPR n.309/90),
prevedeva la classificazione in sei tabelle (dalla I alla VI) ,
ora la suddivisione degli stessi è in due tabelle: nella

18Disciplina delle sostanze stupefacenti e psicotrope.


Tabella I: Oppio e derivati; alcaloidi derivati dalle foglie di coca;
anfetamine; ogni altra sostanza che abbia effetti sul sistema
nervoso centrale e determini dipendenza fisica o psichica uguale
o superiore a quelle prima indicate; gli indolici, e i derivati
feniletilamminici, che abbiano effetti allucinogeni o che possano
provocare distorsioni sensoriali; tetraidrocannabinolo e
analoghi; ogni altra sostanza naturale o sintetica che possa
provocare allucinazioni o gravi distorsioni sensoriali.
Tabella II: Derivati della cannabis.
Tabella III: Barbiturici che abbiano notevole capacità di indurre
dipendenza fisica e/o psichica (esclusi quindi i barbiturici usati
come antiepilettici e quelli usati in anestesia generale).
Tabella IV: Sostanze di corrente impiego terapeutico in grado di
indurre dipendenza fisica o psichica d’intensità e gravità minori
di quelli prodotti dalle sostanze elencate nelle tabelle I e III.
Tabella V: Preparazioni contenenti le sostanze delle tabelle
precedenti, ma in quantità tale o preparate in modo tale che non
siano in grado di indurre abuso.
Tabella VI: Prodotti ad azione ansiolitica, antidepressiva o
psicostimolante che possono dar luogo al pericolo di abuso e alla
possibilità di farmacodipendenza.

24
prima tabella (tabella I), sono ricomprese le sostanze
individuate come stupefacenti o psicotrope suscettibili
d’abuso. Comprende le sostanze, indipendentemente
dalla distinzione tra stupefacenti e sostanze psicotrope,
con potere tossicomanigeno19 ed oggetto di abuso:
oppiacei (morfina, eroina, metadone , buprenorfina ecc),
cocaina, amfetamina e derivati amfetaminici (ecstasy e
designer drugs), allucinogeni (dietilammide dell’acido
lisergico – LSD, mescalina, psilocibina, fenciclidina,
ketamina, ecc) e tetraidrocannabinoli.
La seconda tabella (tabella II), comprende le sostanze che
hanno attività farmacologica e pertanto sono usate in
terapia (farmaco).
La tabella II è suddivisa in cinque sezioni, indicate con le
lettere A, B, C, D ed E, dove sono distribuiti in relazione
al decrescere del loro potere di abuso: una stessa
sostanza, ad esempio la morfina, può trovarsi sia nella
Tabella I, sia nella Tabella II perché pur essendo un
farmaco fondamentale per il trattamento del dolore di
grado elevato, è molto spesso oggetto di attenzione da
parte dei tossicodipendenti.

19Si parla di "potenziale tossicomanigeno" per indicare il grado


di pericolosità di particolari sostanze, nell'indurre, se assunte,
assuefazione, tolleranza e dipendenza.

25
Come per le sostanze stupefacenti, non esiste una nozione
giuridica di tossicodipendente o di tossicodipendenza20.
Il concetto, non ha una definizione univoca, anzi si
caratterizza proprio per la mutevolezza delle forme e delle
declinazioni che esso assume all'interno dei relativi
contesti di riferimento.
Per quanto riguarda il consumo di droga dobbiamo
distinguere il consumatore, dal tossicodipendente. Il
primo consuma droga volontariamente, ma
saltuariamente e non dipende fisicamente e
psicologicamente da essa. Il tossicodipendente,21 la

20 Da distinguere dalla farmacodipendenza. Spesso i termini


sono usati come sinonimi ma non è così. Essa chiama in causa
farmaci psicotropi o “psicofarmaci”, sostanze usate, almeno in
origine, con finalità terapeutiche. Gli psicofarmaci hanno uno
spiccato ma non esclusivo tropismo verso il sistema nervoso
centrale e le funzioni psichiche, sulle quali possono esercitare
azione dipendogena. Una classificazione dei fruitori di droga alla
luce delle due condizioni fondamentali che causano dipendenza
prevede la definizione di farmaco-dipendente e tossicomane. Per
farmaco-dipendente s’intende colui che, malgrado l’uso non
occasionale della droga , “riesce a mantenere interessi e legami
con la realtà degli altri”, espletando una vita molto vicina allo
standard sociale. Il tossicomane è invece colui la cui dipendenza
dalla droga è assoluta e tale da monopolizzare i suoi interessi; il
soggetto giunge ad assumere una serie di comportamenti tipici
(stile di vita) che definiscono questo tipo di ruolo.
21 La tossicodipendenza, è la condizione di chi avverte la

necessità irrefrenabile e frequente di assumere una sostanza


nonostante il danno fisico, psicologico, affettivo, emotivo o
sociale che tale assunzione possa comportargli come
conseguenza. La tossicodipendenza è una malattia cronica

26
consuma volontariamente (sente una necessità
irrefrenabile e assai frequente) e dipende da essa.
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS), la tossicomania “è uno stato
d’intossicazione cronica o periodica, dannosa
all’individuo ed alla società, prodotta dall’uso ripetuto di
una sostanza chimica, naturale o di sintesi”,
abbracciando, nel complesso, una prospettiva medica
della materia.
Le caratteristiche dello stato di tossicomania, sono
identificabili:
 nel desiderio invincibile di continuare ad assumere la
sostanza e di procurarsela con ogni mezzo;

associata a deficit delle funzioni cerebrali e della dopamina, un


neurotrasmettitore coinvolto nel controllo da parte del cervello
delle risposte comportamentali e della salienza agli stimoli
esterni. Il tossicomane attraversa fasi specifiche per giungere alla
dipendenza: la tolleranza e l’assuefazione alla sostanza d’abuso.
Per tolleranza s’intende una sub-sensibilizzazione ai normali
effetti che la sostanza comporta (con conseguente "tolleranza"
degli eventuali effetti dannosi). Per assuefazione s’intende la
capacità di sopportare quantità sempre maggiori di una sostanza
dipendogena senza sviluppare conseguenze rilevanti,
avvertendo, al contrario, la necessità di aumentarne la dose per
ottenere gli effetti desiderati. Attraversando dunque i passaggi
obbligatori di assuefazione e tolleranza, in un consumatore
abituale di sostanze dipendogene, s’instaura quindi la cosiddetta
“Drug dependence”. Questa consiste in uno stato di dipendenza
psichica, fisica o psicofisica da una sostanza, originantesi in
seguito all’assunzione della stessa su base periodica o

27
 nella tendenza ad aumentare la dose per ottenere gli
stessi effetti;
 nella dipendenza psichica e poi eventualmente fisica
dagli effetti della sostanza;
 nella grave compromissione della salute, della vita di
relazione e della validità individuale22.
“Il tossicomane, con l'andare del tempo, va fatalmente
incontro ad un progressivo decadimento psichico e fisico
per cui mentre da un lato la produzione intellettuale,
l'attenzione e la memoria non sono più all'altezza di
prima, la volontà diventa fiacca, i sentimenti etici si
attutiscono, la capacità di lavoro diminuisce ed il
soggetto privato dei suoi poteri critici discende
inesorabilmente tutti i gradini della scala sociale”23.

1.2 La droga nella storia

Il fenomeno dell’assunzione di droghe nella storia è da


sempre esistito. Antiche fonti sanscrite parlano di una

continuativa.
22 Il tossicodipendente può andare in crisi di astinenza: si tratta

del disturbo che insorge, quando un soggetto dipendente da una


sostanza d'abuso, ne sospende o ne riduce sostanzialmente in
maniera brusca l'uso. E’ una sindrome, caratterizzata
da segni e sintomi sostanza-specifici.
23 Prof. E. Castiglioni, Università La Sapienza di Roma.

28
“pillola della felicità” a base di canapa e zucchero, tale da
alterare l’equilibrio psicofisico di chi la assumeva.
Il più antico trattato cinese sui farmaci cita la canapa,
come un prodotto particolarmente importante, utile in
malattie assai diverse come la gotta, il reumatismo, la
malaria, il beri-beri, la stitichezza e la mancanza di
concentrazione.
L'uso della canapa come pianta psicoattiva, invece,
sembra aver avuto origine in India. Una leggenda vedica,
racconta che il Dio Shiva cercò rifugio dal sole rovente, in
un boschetto di alte piante di canapa, provò a mangiarne
le foglie e ne trasse tanto conforto da adottarle come suo
cibo preferito.
Resti fossili di semi e capsule di papavero da oppio,
risalenti al periodo Neolitico e all'Antica Età del Bronzo,
sono stati trovati nelle caverne e nei villaggi lacustri in
Svizzera, in Spagna, in Francia e in vari siti nei bacini del
Po, del Reno e del Danubio.
In Spagna, nella necropoli neolitica scoperta nella “Cueva
de los Murciélagos” di Albuñol, presso Granada, capsule
di papavero sono state trovate nelle sepolture.
A Creta è stata trovata una statuetta databile al 1300 a.C.,
con la testa coronata di capsule di papavero, e a Cipro un
cilindro di avorio del 1200 a.C. che è considerato una
pipa per fumare oppio. Nel bacino del Mediterraneo non

29
si contano le monete, i gioielli, i vasi e i bassorilievi
raffiguranti il papavero da oppio.
A Cipro e in Egitto sono stati rinvenuti numerosissimi
vasi a forma di capsula di papavero, che sarebbero stati
utilizzati fin dal 1500 a.C. circa per trasportare.
Nelle tavolette dei Sumeri della Mesopotamia, antiche di
circa 5000 anni, si parla di una sostanza chiamata “hul-
gil”, che secondo alcuni studiosi sarebbe l'oppio.
La stessa sostanza è citata ripetutamente nelle tavolette
mediche ritrovate a Ninive nella biblioteca del grande re
assiro Assurbanipal.
Il papiro Ebers (1550 a.C.), scoperto nel 1862 a Tebe, il
più importante testo medico dell'antico Egitto, parla di
una sostanza chiamata “seter-seref” o “siepe”, che
sarebbe ancora l'oppio. Il mondo egizio faceva largo uso
del succo di papavero, ma condannava duramente
l’ubriachezza alcolica.
Nella civiltà greca nell’Odissea si fa riferimento alla
“Nepente”, bevanda che Elena somministra a Telemaco
che ha il potere di calmare il dolore e scacciare via il
ricordo di ogni sventura.
Nel IV secolo a.C., Alessandro Magno diffondeva l'oppio
tra i suoi soldati per non fare sentire loro la stanchezza e
le terribili sofferenze dei mesi di marcia forzata e di
combattimenti.

30
Nel VII secolo d.C., i mercanti arabi iniziarono ad
introdurre le coltivazioni di oppio in Estremo Oriente.
L'abitudine di fumare l'oppio iniziò a prendere piede nel
XVII secolo quando spagnoli e olandesi, utilizzavano
questo metodo come cura per la malaria.
Nel 1557 la Compagnia delle Indie Orientali s'impadronì
del monopolio del commercio di oppio, che era coltivato
dagli inglesi in India e venduto a tonnellate in Cina.
Da tempi immemorabili, nei paesi dell’America del sud, si
masticano le foglie della pianta di Erytroxylon Coca, per
combattere la stanchezza, la fame e la sete.
L’ingresso ufficiale nella farmacopea europea della
cocaina, avviene intorno al 1880 per opera di un medico
che la usa come anestetico.
Il ventesimo secolo, vede sostanze che per lungo tempo
erano considerate come sostanze stupefacenti (caffè,
tabacco e alcool) essere inglobate nel sistema giuridico e
sfruttate dagli Stati per potenziare le entrate tributarie
attraverso il sistema delle imposte indirette.
Le altre sostanze illegali (illicit drugs), sono divenute ben
presto, oggetto di traffico da parte delle organizzazioni
criminali.

31
1.3 Le sostanze stupefacenti

Le sostanze stupefacenti, si prestano a diversi criteri


classificativi.
Si può ipotizzare facilmente, un criterio storico che, non
ha alcuna valenza giuridica, che ne prevede la
suddivisione in droghe “antiche” e droghe “moderne”.
E’ certo, invece, il criterio legislativo che le suddivide, ad
esempio nel nostro ordinamento giuridico, in due tabelle.
Un criterio preparativo, le differenzia in sostanze
“naturali”, “semisintetiche” e “sintetiche”, mentre uno
chimico, le raggruppa sulla base della similitudine
strutturale.
Esiste inoltre, la possibilità di far riferimento ad un
criterio sintomatologico che sottolinea le modificazioni
psichiche, in rapporto alla loro attività sul sistema
nervoso centrale.
In particolare alla luce di quest’ultimo criterio si parla di
droghe deprimenti24, droghe stimolanti25 e droghe
psichedeliche26.

24 Inalanti, solventi organici, narcotici (oppio, morfina, eroina),

barbiturici.
25 Cocaina, amfetamine e derivati, antidepressivi.
26 Allucinogeni (LSD), cannabinoidi (hashish, marijuana).

32
I fattori che influenzano gli effetti di una droga d’abuso
sul consumatore, al di là di quella che è l’azione specifica
della sostanza sul sistema nervoso centrale, sono diversi e
individuabili come fattori chimico-farmacologici e fattori
socio-psicologici.
Quando si parla di fattori chimico-farmacologici, è
importante, oltre alla dose e alla frequenza di assunzione
della sostanza, lo stato chimico-fisico in cui è assunta e la
modalità di introduzione nell’organismo27.
Quando si parla invece di fattori socio-psicologici, si fa
riferimento all’associazione di variabili soggettive quali la
storia, la personalità e le attese del consumatore e di
variabili oggettive come l’ambiente e le circostanze in cui
la sostanza stupefacente è assunta.

1.3.1 La cocaina

La cocaina è una sostanza stimolante, estratta e raffinata


dalla pianta della coca.
E' tipicamente una polvere biancastra, senza odore con
un gusto amaro, è inoltre possibile trovare i cristalli di
base libera (o crack28), ottenuti dalla manipolazione

27 Parenterale, inalatoria, orale.


28 Il crack è una sostanza nata in America e molto diffusa anche

33
chimica della polvere che resiste alla decomposizione da
calore e consente l'inalazione del composto, con pipe di
vetro o di plastica.
La cocaina agisce sul cervello aumentando la produzione
di dopamina, un neurotrasmettitore del piacere. Alza il
tono dell’umore, rende più fiduciosi e sicuri di sé, più
egocentrici.
Le prestazioni fisiche e sessuali sono percepite come
migliori e più soddisfacenti, non fa sentire la fame e la
stanchezza. E' anche un anestetico locale e restringe i vasi
sanguigni.
A causa dei suoi effetti piacevoli può provocare una forte
dipendenza psicologica.
La cocaina non provoca alcuna dipendenza fisica, nel
senso che anche dopo molti anni di assunzione, la sua
mancanza non dà luogo ad alcun sintomo di astinenza.
L’abuso può provocare gravi problemi al cuore, ai vasi
sanguigni e in alcuni casi emorragie celebrali.
L’interruzione improvvisa dopo un periodo di abuso può
provocare depressione, paranoia, ecc..

in Gran Bretagna dagli anni 80. È ricavata, tramite processi


chimici, dalla cocaina. Essa è poi assunta inalando il fumo dopo
aver surriscaldato i cristalli, in pipe apposite di vetro o ricavate
spesso da bottiglie di plastica modificate o lattine.
Quest’operazione provoca degli scricchiolii che danno origine al
suo nome.

34
Con la cocaina, si può andare in overdose specie se è
iniettata o fumata provocando “colpi di calore”, ictus ed
arresto cardiaco.
La fase di prima sperimentazione di questa droga, si
colloca nella scuola superiore tra i 16 e i 19 anni e la
motivazione per la sperimentazione è spesso ludica, per
provare e fare qualcosa di diverso29.
I prezzi bassi per la cocaina (particolarmente in Italia)30,
hanno determinato un ampliamento straordinario del
mercato illecito, tale da espandere senza controllo il
consumo di questa sostanza in fasce sempre più vaste
della popolazione, senza distinzione di età e condizione
economica. Preoccupano anche i livelli ormai raggiunti
dal mercato della cocaina in Europa: ben 23 miliardi di
euro, secondo le stime dell'UNODC.
L'Italia non è solo un Paese di consumo della cocaina, ma
purtroppo anche un crocevia dei traffici internazionali,
infatti, i carichi provenienti dall'America Latina e
destinati all'Europa privilegiano i porti della Sicilia e della
Calabria.

29Altre motivazioni per l’utilizzo della cocaina sono: per favorire


effetti prestazionali, per divertimento, per stare in compagnia,
per sentirsi più sicuri, perché accessibile tra le droghe.
30 Da 55 a 80 euro al grammo, a seconda della qualità, ma il

costo può scendere di molto in base alla qualità e alla purezza e


diventare quindi accessibile a tutti.

35
1.3.2 La canapa

La canapa è una pianta che comprende tante varianti.


Dalla canapa femmina si ottengono:
 dalle foglie e dai fiori, la cosiddetta marijuana;
 dalla resina, olio d'hashish e fumo (hashish).
Utilizzando il criterio sintomatologico, hashish e
marijuana, sono droghe psichedeliche.
I principi attivi sono una circa una sessantina, il più
conosciuto e che ha un effetto psicoattivo è il Thc31.
Gli effetti psicoattivi non sono solo dovuti al principio
attivo, ma molto dipende dalle complesse sinergie tra i
diversi principi contenuti nella pianta.
Tra tutte le sostanze illegali è quella che lascia tracce nel
sangue e nelle urine per più tempo: anche fino a 36 giorni
dopo l'ultima assunzione.
A basse dosi può essere sedativa, rilassante o
euforizzante. Ad alte dosi provoca alterazioni sensoriali e
percettive.
La modalità di assunzione più comune di tutti i derivati
vegetali della cannabis è la via inalatoria. L’esperienza
comune dimostra che l’uso voluttuario della cannabis

31 Psicostimolante, antinausea. Abbassa la pressione


endooculare, antidolorifico e euforizzante.

36
costituisce un problema sociale molto serio pur non
comportando, per quantità non eccessive, una forte
dipendenza psichica né una precisa dipendenza fisica.
Essa, infatti, può dar luogo, quando l’assunzione non è
sporadica, ad esperienze di netto tipo psichedelico e
dispercettivo, oltre a modificazioni sostanziali della
personalità, anche se come per tutte le sostanze
stupefacenti, ogni persona reagisce diversamente e i
rischi possono variare secondo il consumo.
Andando ad analizzare il confronto del trend dei consumi
di stupefacenti negli ultimi undici anni, si evidenzia
un'iniziale e progressiva contrazione della prevalenza dei
consumatori di cannabis, caratterizzata da una certa
variabilità fino al 2008, da una sostanziale stabilità nel
biennio successivo 2010-2012 e una tendenza
all'aumento nell'ultimo anno.

1.3.3 L’eroina

L'eroina è ottenuta elaborando chimicamente la morfina,


il principale alcaloide che si ricava dall'oppio grezzo. E'
una polvere finissima e granulosa di colore bianco o
bruno, a seconda della purezza.

37
Può essere fumata, sniffata e iniettata in vena. Queste
diverse modalità di assunzione, influenzano i tempi della
salita, la durata degli effetti e i rischi ad essi collegati.
Rallenta il battito cardiaco, il ritmo respiratorio, provoca
miosi, nausea e vomito.
Effetti a medio e lungo termine possono essere: diffuso
prurito alla pelle, stitichezza, diminuzione dell'ovulazione
e irregolarità o mancanza delle mestruazioni.
Riduce la sensibilità e la risposta emotiva al dolore, fisico
e psicologico (ansia, disagio, ecc.). Induce una pacifica
euforia, una sensazione di benessere molto intenso e di
tranquillo distacco.
L’eroina è quella che induce dipendenza psichica e fisica
più spiccate. La dipendenza psichica si manifesta come
una prepotente spinta o una costrizione a continuare
l’assunzione della droga, procurandosela con ogni mezzo.
Oltre alla dipendenza psichica comune a tutte le droghe,
sia pure con diversa intensità, l’eroina procura una
marcata dipendenza fisica.
Questa aumenta con l’aumentare della dose e si sviluppa
attraverso le classiche fasi della tolleranza e
dell’assuefazione.
Instauratasi la dipendenza fisica, l’interruzione
dell’assunzione della droga o la somministrazione di
antagonisti specifici, quali Naloxone o Naltrexone,

38
provoca la comparsa di una sindrome da deprivazione
molto accentuata.
La crisi di astinenza è terribile e provoca nervosismo,
ansia, tremori, febbre, sudorazione intensa, crampi,
vomito e diarrea, sbadigli, lacrimazione32.
Per l'eroina, è importante sottolineare che si sta
osservando in Italia, un costante e continuo calo del
consumo sin dal 2004, anno in cui si è osservata la
prevalenza di consumo più elevata.

1.3.4 Le droghe sintetiche

Secondo un rapporto dell'UNODC, l'utilizzo delle


sostanze stupefacenti sintetiche33, ha superato nel

32 Sulle motivazioni dell’utilizzo dell’eroina: per provare, per


dipendenza, per curiosità, per stare bene, per sballare, perrelax,
per stare in compagnia. Di solito i giovani la utilizzano per
curiosità, mentre gli “anziani” lo fanno per stare bene.
33 Sintetiche perché create in laboratorio. Tra le droghe

sintetiche possiamo trovare:


Poppers: è nitrito d’amile, molto volatile, disponibile come tale o
miscelato con altri nitriti, camuffato da incenso liquido o
profumante per ambienti. Tra gli effetti si registra una forte
ipotensione.
Protossido di azoto, solventi volatili e carburanti danno effetti
euforizzanti per liberazione di endorfine e per meccanismi simili
a quelli di barbiturici, benzodiazepine, alcol.
Fenciclidina (Pcp): Anestetico dissociativo simile alla ketamina.
Tra gli effetti confusione, allucinazioni visive ed acustiche,
delusione.

39
mondo, cocaina ed eroina. In particolare, gli stimolanti
simili all'anfetamina, sono diventati la sostanza illecita
più usata con un trend in forte crescita, rivelato dai
sequestri delle pasticche e dei laboratori clandestini.
La produzione delle pillole per lo sballo sintetico, si sta
allargando: dall'Olanda ha raggiunto nuove aree come
l'Africa occidentale o il Sudamerica.
Economiche e facili da produrre, le sostanze stimolanti
del tipo anfetamine, attraggono milioni di utilizzatori in
tutte le regioni del mondo e offrono ai criminali un nuovo
ingresso in mercati giovani e inesplorati.
A differenza di oppioidi e cocaina, poi, che richiedono
piantagioni e una coltivazione ad hoc, queste sostanze
possono essere prodotte ovunque, con un piccolo
investimento iniziale.
Le droghe sintetiche, le quali, pur non figuranti
attualmente negli elenchi di sostanze psicotrope della
Convenzione delle Nazioni Unite del 1971, hanno effetto
terapeutico limitato e costituiscono per la pubblica sanità,
una minaccia altrettanto grave delle sostanze figuranti
negli elenchi I e II della suddetta Convenzione.
Tra gli effetti collaterali a breve termine, troviamo
continui disturbi del sonno, iperattività, nausea, manie di
grandezza, aumento dell’aggressività e dell’irritabilità.

40
Può causare perdita dell’appetito e far dimagrire. Nelle
dosi più elevate si ottiene maggior “rush”34, seguito da un
aumento di agitazione e talvolta da violenza. Altri effetti
possono includere insonnia, confusione, allucinazioni,
ansietà e paranoia. Può provocare convulsioni che
possono portare alla morte.
Tra gli effetti a lungo termine si registra un aumento del
battito cardiaco e della pressione sanguigna, danni ai vasi
sanguigni cerebrali, può creare aritmia e collasso
cardiovascolare (del cuore e dei vasi sanguigni) o portare
alla morte.
Può causare danni al fegato, ai reni e ai polmoni. In
alcuni casi sono stati riscontrati danni al cervello, inclusa
una diminuzione della memoria e una crescente
incapacità di afferrare i pensieri astratti. Coloro che si
riprendono sono solitamente soggetti a vuoti di memoria
e ad estremi sbalzi di umore.
Come è noto, le droghe sintetiche (anfetaminici,
metamfetaminici35, barbiturici, allucinogeni ecc.), si

34Effetto iniziale dell’assunzione di una sostanza.


La Mdma, nota come Ecstasy, è una metanfetamina dagli
35

spiccati effetti eccitanti ed entactogeni, anche se non


propriamente allucinogeni. Essa differisce dalla Mda soltanto
per la presenza del metile sul gruppo amminico (che è la
differenza tra anfetamina e metanfetamina in generale). Si tratta
di un composto sintetico ottenuto dal safrolo, uno degli olii

41
distinguono concettualmente dai restanti tipi di
stupefacenti naturali (cannabis, oppio, foglie di coca) e
semisintetici (cocaina ed eroina), in quanto si ottengono
esclusivamente a seguito di processi chimici di varia
complessità nei quali intervengono prodotti quali
“precursori” e “sostanze chimiche di base”. Il commercio
e l’impiego dei precursori e delle sostanze di base,
sebbene oggetto di controllo, è lecito per fini industriali.
Sostanze di sintesi come gli amfetaminosimili (usati in
medicina come antidepressivi e a fini militari per
aumentare le capacità belliche), e come gli allucinogeni
(usati in psichiatria e psicoanalisi), hanno avuto
un’origine legale ma nel tempo sono divenuti oggetto di
abuso e quindi sono divenuti oggetto di controllo.
Per sfuggire alle conseguenti restrizioni si sono
sintetizzate nuove molecole, varianti di quelle note, ad
effetto psicoattivo.
Ogni molecola ad effetto stupefacente può essere
sintetizzata in centinaia di intermedi di reazione, allo
scopo di eludere la normativa di contrasto.

essenziali presenti nel sassofrasso, nella noce moscata,


nella vaniglia, nella radice di acoro, e in diverse altre spezie
vegetali. Esistono altri precursori naturali dell'Mdma, come
il piperonale.

42
La presenza sul mercato di una nuova molecola di sintesi
ad effetto psicoattivo è oggetto di rilevazione solo dopo
ripetuti sequestri36.
Un’organizzazione criminale che operi razionalmente,
immette nei canali di distribuzione nuove sostanze e
cessa di alimentarne il mercato quando le sostanze sono
incluse nella normativa di contrasto, ricominciando il
ciclo produttivo-distributivo con una nuova molecola.
Statistiche alla mano, mediamente per oltre un anno e
mezzo l’attività di smercio, è da considerarsi priva del
rischio, costituito dalla repressione penale del traffico.
Tale fattore di successo diviene nuovamente operativo a
ogni nuovo inizio del ciclo, il che rende economicamente
conveniente l’attività.
Quello che era una produzione da appartamento, si è
trasformata negli anni in un vero e proprio business alla
cui base ci sono laboratori di dimensione industriali
sparsi nel globo: nel sud-est asiatico, in particolare nella
sub-regione del Grande Mekong, per la produzione di
pasticche di Crystal Meth37 e Ketamina38 e in alcuni Paesi
dell'Unione Europea per quella di pasticche di ecstasy.

36 La produzione di droghe sintetiche è sempre più veloce e in


costante aumento nel mondo, con 16 nuovi tipi che circolano in
Europa e ben 51 in Giappone.
37 Con questo termine, ci si riferisce alla forma più pura della

43
L’obiettivo di qualsiasi campagna informativa preventiva
che riguardi questo tipo di droghe, è quello di contrastare
la tesi dell’innocuità di queste sostanze e l’atmosfera di
normalità che si sta diffondendo nel loro utilizzo.

1.3.5 Gli inalanti

E' diventata una pratica giovanile pericolosa l'abitudine


di inalare lacche, deodoranti ed altre cosiddette droghe
dei poveri.
Gli inalanti sono sostanze volatili che producono vapori
chimici che possono essere inspirati e provocare un
effetto psicoattivo o uno stato di alterazione mentale.
Questa definizione, abbraccia un'ampia gamma di
prodotti chimici differenti che possono avere diversi
effetti farmacologici, ma non terapeutici.
E’ spaventoso il fenomeno del loro utilizzo, soprattutto in
Sudamerica o nei Paesi dell'Est europeo, per ottenerne
effetti di tipo sedativo-allucinogeno.
La presenza in una varietà di prodotti economici e di
largo consumo aumenta notevolmente le possibilità di
contatto e di accesso a queste sostanze, favorendone il

metanfetamina.
38 La ketamina è un anestetico per uso umano e veterinario.

44
loro consumo in sostituzione delle droghe più
tradizionali.
L'assenza di specifiche normative di riferimento sulla loro
vendita, giustifica il crescente interesse per gli aspetti
epidemiologici e tossicologici di questi composti.

45
Capitolo II

Il mercato, il traffico illecito, la geografia


e le politiche di contrasto

2.1 Il mercato della droga

Il mercato della droga, obbedisce alle stesse regole della


domanda e dell’offerta di qualsiasi mercato, dove il
consumo, rappresenta la domanda del prodotto e lo
“spaccio” (dal produttore al consumatore, attraverso il
trafficante) ai vari livelli, l’offerta delle sostanze
stupefacenti.
Gran parte dei profitti, sono incassati dagli operatori
delle fasi intermedie fra la produzione e la vendita al
dettaglio; una quota rilevante è trattenuta dai grandi
spacciatori e dalle grandi organizzazioni criminali; una
parte residuale va agli spacciatori al dettaglio “di strada”,
che spesso sono anche consumatori problematici e non
hanno sufficienti risorse economiche per soddisfare la
loro dipendenza. Buona parte dei profitti è riciclata in
attività legali producendo inquinamento e distorsione
nell'economia legale.

47
Sul lato dell’offerta si può affermare che tra la pianta e il
prodotto che arriva sul mercato, si possono prendere in
considerazione cinque categorie d’individui, ognuno
portatore d’interessi diversi:
 l’agricoltore che coltiva un prodotto che gli
permette maggiori ricavi, rispetto ad altri legali;
 il produttore del prodotto finale, la cui
motivazione alla produzione è sicuramente l’alto profitto;
 i trasportatori che organizzano il traffico e la
loro motivazione è l’accumulazione di capitali;
 i grossisti che commercializzano il prodotto, con
una logica di guadagno simile a quella dei trasportatori;
 venditori di strada o spacciatori che traggono un
guadagno variabile dal loro profitto a seconda che siano o
meno consumatori.
Se vogliamo analizzare la problematica da un punto di
vista economico, la produzione e la commercializzazione
delle sostanze stupefacenti, sono normali attività di
produzione industriale ma in ragione del suo carattere di
mercato illegale non esistono fonti che permettano di
valutare questo mercato.
Il paradosso su cui riflettere è che il settore “droga” è uno
dei principali settori economici nel mondo, nonostante

48
questo è del tutto assente (giustamente), dalle contabilità
e dalle statistiche internazionali.
Il mercato della droga obbedisce, però a delle regole
proprie, laddove è l’offerta sul mercato ad indurre la
domanda del consumatore.
La differenza con gli altri mercati, è che questo è un
mercato illecito e la sua illegalità gli è stata conferita in
nome della salute pubblica e della sicurezza del cittadino.
Dal lato della compravendita, il traffico di droga è il
sistema illegale di contatto tra domanda e offerta
delle sostanze stupefacenti.
Con lo sviluppo delle nuove tecnologie e il loro dilagare
tra i giovani, si sono fatte largo negli ultimi tempi,
modalità di spaccio impensabili fino a qualche anno fa.
E’ recentissimo, infatti, l’allarme lanciato, sulla vendita di
sostanze stupefacenti attraverso internet: si parla
addirittura di un aumento del 40% di accesso ai siti che
offrono droghe e farmaci negli ultimi sei mesi del 2011.
Sul mercato virtuale s’incontrano domanda ed offerta di
anfetamine artigianali, farmaci, oppiacei e cannabis, e tali
sostanze vengono offerte mascherandole sotto le più
svariate diciture, come alimenti o prodotti per uso
animale, tutto questo come un qualsiasi prodotto legale,
anche se di legale c’è veramente poco.

49
In relazione a questo ultimo aspetto, ho letto di un breve
aneddoto, relativo ad una riunione tra il Direttore del
Servizio Federale Antidroga della Russia, Viktor Ivanov e
l’allora presidente Russo Dmitri Medvedev39. Ivanov e
Medvedev parlavano della lotta alle droghe e della
pericolosa diffusione d’informazioni in Internet. Il
Presidente Medvedev ad un certo punto apre il suo
computer e cerca la parola “isomorfina”: la prima voce sul
motore di ricerca era proprio, “come si fa l'isomorfina?”.
La facilità di accesso a tali informazioni, rappresenta il
pericolo più grande: infatti, se l'eroina è diventata più
cara, l'isomorfina si può produrre grazie al fai da te, con
tre dollari spesi in farmacia per tutto il necessario.
La cosa ancora più pericolosa è che la produzione di
queste sostanze è in mano a criminali che non sono molto
attenti alla qualità del prodotto, con l’evidente rischio di
sostanze ancora più pericolose per l’essere umano.
Per quanto riguardo il fenomeno della cannabis su
internet, è da evidenziare che il numero dei siti tematici,
che offrono sostanze o ne promuovono l'uso, abbia
abbondantemente superato nel corso del 2012,

39Dal Maggio del 2012 è Primo Ministro della Federazione


Russa.

50
le 800.000 unità . Una decisa progressione, basti pensare
che il dato riferito all’anno 2008, era di circa 200.000.

2.2 Il traffico illecito di sostanze stupefacenti

Il traffico di sostanze stupefacenti è un fenomeno


complesso: la strategia delle organizzazioni criminali è
quella di aprire nuovi mercati in ogni area del pianeta,
investendo su sistemi di distribuzione in continua
evoluzione, lavorando sull’introduzione di nuove droghe e
su sistemi di occultamento delle sostanze stupefacenti
nonché su un rapido investimento dei proventi del
traffico.
Il traffico di droga è un reato di carattere transnazionale
con organizzazioni criminali che controllano la
produzione, lo stoccaggio, la spedizione e la distribuzione,
favorite in questi passaggi anche da una grande differenza
di legislazione tra i Paesi.
C’è una stretta forma di assistenza tra organizzazioni
criminali di Paesi diversi e tra i cartelli della droga e i
gruppi terroristici, nel senso che i proventi dello spaccio
sono destinati a finanziare le singole cellule terroristiche.
In Italia per quanto riguarda il mercato della cocaina e
dell’eroina, tra le organizzazioni criminali, la Mafia è stata

51
sorpassata nella gestione dei canali del narcotraffico dalla
‘Ndrangheta e dalla Camorra40.
La ‘Ndrangheta ha una posizione di netta supremazia nel
traffico di cocaina con l’instaurazione di canali diretti di
approvvigionamento dal Sud America, mentre la Camorra
è impegnata nel traffico attraverso contatti diretti nei
paesi produttori.
La Sacra Corona Unita, per lungo tempo contraddistinta
nelle cronache giornalistiche solo per il contrabbando di
sigarette, negli ultimi anni si sta dedicando attivamente al
traffico dall’Albania, gestito attivamente da
organizzazioni criminali, albanesi e kosovare.
C’è da considerare però che per la Direzione Centrale
Antidroga, la Mafia da un lato sta “riattivando quei
canali e contatti grazie ai quali è stata nel passato
indiscussa protagonista nel traffico dell'eroina con il
Nord America” e dall'altro sta “stipulando intese e
accordi per ottenere nuove referenze internazionali e
sfruttare consolidati appoggi logistico-operativi, come
ad esempio in Sud America”.

40 La Mafia sembra preferire partecipare al traffico come


committente e prende parte invece attivamente alla gestione dei
flussi finanziari del narcotraffico.

52
Per la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, “il
rinnovato interesse delle cosche mafiose41 verso una
maggiore partecipazione al narcotraffico è sicuramente
dovuto anche alla necessità di garantirsi nuove entrate
finanziarie in quanto il tradizionale settore delle
estorsioni, è diventato più critico e rischioso a causa dei
sempre maggiori risultati dell'azione investigativa e
dell'aumentata ribellione della società civile contro tale
fenomeno”.
Oltre queste forme di criminalità conosciute, negli ultimi
anni si sono andate ad associare forme nuove di
criminalità che sono state definite le “nuove mafie”.
Gli “albanesi” che spesso sono partners di organizzazioni
criminali italiane, con strette relazioni con i grossisti e i
trafficanti turchi e rumeni.
I “colombiani” che continuano ad avere un ruolo
importante nel traffico mondiale di cocaina.
Gli “africani” che hanno allargato la loro attività dal

41 “All'inizio degli anni settanta Cosa Nostra cominciò a


diventare un'impresa. Un'impresa nel senso che attraverso
l'inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò
addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze
stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme
di capitali, dei quali, naturalmente, cercò lo sbocco, perché
questi capitali in parte venivano esportati o depositati
all'estero. Contestualmente Cosa Nostra cominciò a porsi il
problema e ad effettuare investimenti” Paolo Borsellino .

53
contrabbando di cannabis e derivati (Ghana e Nigeria) al
traffico di cocaina ed eroina e ecstasy dal Marocco42.
La cosa che sconvolge è che lo spaccio e il traffico di
stupefacenti, siano diventati attività endemiche e visto
dalle persone reclutate dalle organizzazioni criminali
come una fonte di reddito e occupazione.
Come dicevamo prima, caratteristica del fenomeno del
traffico di stupefacenti è l’individuazione di nuove
modalità di trasporto e occultamento della droga.
Per i trafficanti di droga, ogni via di comunicazione è
buona, per generare miliardi di dollari di profitti. Dopo
gli aerei e le navi, i cartelli sudamericani si affidano
sempre di più ai sottomarini per far approdare sulle coste
africane i loro carichi di cocaina destinata al mercato
europeo.
I rapporti pubblicati in questi ultimi anni dall’UNODC,
hanno rivelato che l'Africa occidentale, è diventata una
rotta di transito imprescindibile per il traffico di cocaina
tra il continente sudamericano e l'Europa. Questo a causa
della posizione geografica strategica di questa regione del
continente africano, dove la corruzione e la debolezza

42 Per approfondire questa prima parte del paragrafo, si veda

“Investigare” di Manganelli-Gabrielli, Cedam 2007.

54
delle strutture di controllo e di polizia sono una garanzia
per i narcotrafficanti.
Non si tratta di sottomarini nucleari o militari ma di
semi-sommergibili che possono essere acquistati sul
mercato internazionale, a un prezzo che varia dai due ai
tre milioni di euro.
Secondo la guardia costiera americana, di solito questi
sottomarini usati per il narcotraffico sono costruiti nelle
foreste delle Colombia e sono progettati in modo da poter
affondare rapidamente per sfuggire ai controlli
dell’autorità.
Sono di solito lunghi meno di 30 metri, hanno un
equipaggio di quattro o cinque persone e possono
trasportare fino a 10 tonnellate di cocaina.
Questo tipo d’imbarcazioni è spesso impiegato per il
contrabbando nel Pacifico.
Ma i narcotrafficanti non si fermano. L'ultima risorsa,
sono i siluri che con l'aiuto del Gps, sono in grado di
rintracciare in mare i carichi di droga, anche a distanza di
tempo. Alcuni dei missili rinvenuti sono vecchi, altri più
recenti, e la maggior parte sono artigianali.
Per fabbricarli, i narcos non esitano a ricorrere all'aiuto
d’ingegneri appena laureati, che disegnano elaborate
combinazioni di tubi metallici, poi assemblati e saldati.

55
Principalmente i missili imbottiti di droga e denaro sono
assicurati alla chiglia delle imbarcazioni, pronti per essere
sganciati nel caso di controlli, ma capita anche che siano
lanciati da elicotteri o aerei, e recuperati in un secondo
momento, con l'ausilio di localizzatori satellitari.
Elemento conseguente del traffico illecito di sostanze
stupefacenti, è il riciclaggio dei profitti di questo mercato.
Il riciclaggio è il fenomeno per il quale è dissimulato la
provenienza dei fondi, con l’obiettivo di farli sembrare
legali introducendoli nel circuito regolare, producendo
una ripulitura del denaro sporco o “money laundery”.
Queste considerazioni sul traffico e sul riciclaggio di
denaro sporco e sul proliferare di queste organizzazioni
criminali, ci fanno capire che, nel mondo, non solo in
Europa e in Italia, il traffico di sostanze stupefacenti è la
prima fonte di finanziamento del crimine organizzato, la
prima causa di destabilizzazione politica in centro e sud
America, la prima causa di conflitto in Afghanistan e
causa di numerosi problemi in Africa (soprattutto nel
nord del continente prima e dopo la “primavera araba”),
nuova via commerciale del traffico di stupefacenti dal sud
America all'Europa ed infine alla nostra Penisola.

56
2.3 La geografia della droga

Se andiamo ad analizzare la “geografia della droga”


possiamo vedere che tutti gli Stati del mondo hanno a che
fare con questo flagello43. Nel dettaglio elenchiamo
brevemente gli “Stati produttori” e gli Stati che sono uno
snodo fondamentale nel traffico illecito di sostanze
stupefacenti.

2.3.1 Afghanistan

L’Afghanistan produce ben il 90% dell'oppio mondiale.


Nel 2008, ha esportato oppio per 3,4 miliardi di dollari,
pari a un quinto del suo Prodotto interno lordo. La
produzione di oppio, qui rappresenta il maggior settore
dell’economia nazionale e contribuisce al 9% del Pil. Il
2008 ha registrato un lieve calo nella produzione, le cui
cause tuttavia non sono tutte riconducibili al
miglioramento delle condizioni del paese. I guadagni più
alti ricavati dall'oppio, contro i prezzi più bassi del grano,
hanno incoraggiato i coltivatori a muoversi verso la

43 Utilizzo questo termine perché così definito (“flagello


devastante”) da molti documenti dell’ONU e l’UNODC.

57
coltivazione del papavero da oppio44.
La pianta è, infatti, coltivata nella metà delle 34 province
del paese, ma il 95% della produzione arriva da 9
province, ovvero nelle zone più instabili del sud e del sud-
ovest dominate dalle reti del crimine organizzato.45
L’economia dell’oppio è così legata a doppio filo con
l’insurrezione e la presenza dei talebani.
L'ascesa dei prezzi dell’oppio, è il risultato di speculazioni
legate al declino della produzione causato da una malattia
delle piante presente in natura, che ha devastato il
raccolto del papavero da oppio nelle province di Helmand
e Kandahar in Afghanistan46. Nel 2010, la media del
prezzo dell'oppio al momento del raccolto, è stata di 169
dollari per Kg, con un aumento vertiginoso del 164 %
rispetto al 2009. Nel 2011 è arrivata a 241 dollari al Kg47.
La lotta al narcotraffico, costituisce dunque la principale
sfida per la normalizzazione del paese, non solo sul piano
economico ma anche sul piano politico.

44 Il 5% della popolazione, è coinvolta nella coltivazione


dell'oppio. Secondo il rapporto dell’UNODC, la truppe afghane e
internazionali, nel 2011 sono state in grado di sradicare 3.810
ettari di oppio in 18 province, contro i 2.316 ettari in 11 province
dell’anno precedente.
45 L'Afghan Opium Survey, 2011.
46 L’aumento dei prezzi nel 2011 è un segnale importante basti

pensare che i prezzi erano in calo costante dal 2005.


47 Nonostante il calo della produzione, il fatturato lordo per

58
2.3.2 Birmania

La Birmania, è il secondo produttore mondiale di oppio.


Ha un ruolo importante, nella fabbricazione e nel traffico
regionale di sostanze stimolanti del tipo delle anfetamine.

2.3.3 Regione Balcanica

La regione balcanica, è il centro del contrabbando di


droga verso e da i Paesi dell'Unione Europea.
Il maggior numero di gruppi criminali multinazionali, è
concentrato in Kosovo, Macedonia e Albania ed i cittadini
di questi Paesi sono sempre più coinvolti nel
contrabbando di cocaina e eroina, mentre una parte dei
fondi è destinata al finanziamento di gruppi armati.
L'eroina proveniente da Turchia e America Latina, è
depositata nei Balcani prima di essere trasportata nei
Paesi dell’Unione Europea, mentre sostanze chimiche
prodotte in Europa viaggiano nella direzione opposta
verso la regione balcanica.
Una delle maggiori organizzazioni criminali impegnate
nel traffico di droga in Europa, è il “gruppo dell'Africa
occidentale” composto in massima parte da nigeriani, ma

ettaro di oppio coltivato, è aumentato del 36 %.

59
anche da cittadini di Paesi francofoni. Sono specializzati
nel traffico di cocaina, eroina, marijuana ed ecstasy.
Subito dopo viene la mafia albanese, attiva nel traffico di
ogni tipo di droga.
Dopo nigeriani e albanesi si distinguono i gruppi
criminali lituani che sono molto attivi nell'Europa
occidentale e settentrionale e sul territorio dei paesi
dell’ex Unione Sovietica48.

2.3.4 Iran

L’Iran è lo snodo fondamentale nel traffico di oppio


proveniente dal vicino Afghanistan.
A 12 anni dall'inizio della guerra nella regione afghana, è
aumentata la produzione di droga nel Paese, con pesanti
costi per lo Stato iraniano in termini di sicurezza, spese e
perdite di vite umane.
I trafficanti di droga, mettono a rischio la sicurezza lungo
i 900 km di confine tra Iran e Afghanistan, dove la polizia
ha intensificato la sorveglianza costruendo bastioni,
barriere e fossati per ostacolarne il passaggio, investendo
più di 700 milioni di dollari.

48 Fonte: rapporto di Europol sulla minaccia del crimine


organizzato.

60
La guerra ai trafficanti è costata la vita a quasi 3.700
agenti di polizia iraniani negli ultimi 30 anni.
Ma non è questo l'unico prezzo pagato dall'Iran per il
passaggio di droga sul suo territorio. Secondo cifre
ufficiali vi sono 400 mila tossicodipendenti consumatori
di eroina e 1,2 milioni di oppio.
L'Iran sta costruendo anche un muro per proteggere i
700 Km del suo confine orientale con il Pakistan dalle
infiltrazioni dei trafficanti di droga e di gruppi armati di
estremisti49.
L'Iran è il Paese che effettua il maggior numero di
sequestri di droga in tutto il mondo, pari al 23% delle
sostanze illegali che attraversano il suo territorio, contro
il 7 % dell'Europa e il 5 % della Russia.
Nel Paese c’è stato un aumento delle esecuzioni capitali,
infatti, la legge iraniana prevede la pena di morte per il
possesso di più di 30 grammi di eroina o di 5 chili di
oppio e oltre l'80% delle esecuzioni capitali sono legate al
traffico di stupefacenti.
Secondo le autorità iraniane, molte esecuzioni in Iran
sono relative a reati di droga, ma è opinione di

49 Circa il 70% dell'eroina consumata in Europa passa attraverso


il Pakistan e l'Iran.

61
osservatori sui diritti umani che molti dei giustiziati,
possano essere in realtà oppositori politici.

2.3.5 Messico

Il Messico, è uno dei più importanti produttori di eroina e


marijuana destinate al mercato statunitense.
E’ il paese dove la lotta al narcotraffico, produce migliaia
di vittime ogni anno.
I giornalisti hanno paura e la copertura mediatica della
violenza provocata dai cartelli della droga50 in Messico, è
scesa del 50% nel 2013 e le parole “cartello” e “criminalità
organizzata” e “narcos” sono quasi sparite dalle cronache
nere di ogni giorno.
In Messico ormai solo i “narcoblog”, raccontano di questa
guerra, pubblicando foto articoli e video nell’anonimato
più assoluto. Fare il blogger in Messico può costare la vita
ma il coraggio di alcuni uomini e donne supera la paura,
solo per denunciare il livello di violenza in questo paese

50 Los Zetas, è il nome di un’organizzazione criminale originaria


del Messico, impegnata nel traffico internazionale di droga sul
territorio centroamericano. Formatasi inizialmente come gruppo
paramilitare, i suoi membri originari erano disertori delle forze
speciali dell'esercito messicano e “Kaibilies” del Guatemala, cosa
che ha reso i Los Zetas come uno dei più violenti e tatticamente
meglio progrediti sul campo.

62
che non ha eguali nel resto del mondo: decapitazioni,
torture, sparatorie sono purtroppo all’ordine del giorno.
Perché lo fanno?
In queste parole di una blogger, la risposta: “in varie
occasioni abbiamo pensato di mollare, ma non vogliamo
farlo perché il nostro messaggio deve uscire da qui, ci
hanno tolto la tranquillità, i sogni e la pace”.
Altro aspetto particolare e macabro di questo Paese, è il
cosiddetto Narcoturismo.
Questo particolare tipo di turismo deriva in parte dalla
diffusione della cosiddetta “narco-cultura”, una specie di
trend in base al quale i boss dei cartelli della droga, sono
presentati come stereotipi di grande ricchezza.
Secondo uno studio, effettuato anche consultando le
imprese che in Messico operano settore del turismo,
l'ondata di violenze che ha provocato 34.000 vittime
negli ultimi 4 anni, ha causato una calo del turismo
tradizionale ma ha invece spinto al rialzo quello più
morboso.
Gli antesignani, sono stati i cosiddetti “springbreak”51
statunitensi ed europei, giovani più o meno sui 35 anni e

51 Spring break (traducibile in italiano con “vacanza di


primavera”) è tradizionalmente una settimana di vacanza che
hanno a disposizione ad inizio primavera, numerosi studenti
degli Stati Uniti e di un certo numero di altri paesi

63
con un alto potere d'acquisto. Chiedono di fotografare
edifici con sopra i muri, i fori delle pallottole o zone dove
restano i segni dei regolamenti dei conti tra i killer dei
narcos.
A Città del Messico sempre più turisti chiedono di visitare
il famigerato quartiere di Tepito, dove pullulano gli
spacciatori di droga e criminali di ogni sorta.
Nello Stato di Hidalgo, nel centro del Paese, è stato
inoltre ideato un singolare show per turisti stranieri, in
cui questi ultimi sono inseguiti da finte guardie di
frontiera che, quando li raggiungono, li insultano,
affinchè abbiano un'idea di come vengono trattati gli
immigrati clandestini.
Chi invece vuole visitare un centro di transito per
immigrati illegali può farlo per 750 dollari alla frontiera
tra il Messico e gli Usa. Qui decine di centroamericani
sono sempre pronti a parlare con i visitatori delle loro
tribolate vicende. Per 950 dollari, invece, si può andare in
Chiapas, nel sud del Paese, dove, si possono visitare le
locali comunità indigene più isolate per comprendere, la
iniquità storica in cui vivono. C’è da sottolineare che il
narcotraffico in Messico è diventato oltre che un dramma,
anche uno stile cinematografico: il “narcocinema”.

(Canada, Giappone, Cina, Francia).

64
Ogni anno vengono prodotti più di 30 “Narco peliculas”,
film violenti che hanno come tematica centrale la
violenza scatenata dal conflitto tra cartelli della droga.
Il problema di questi film è che spesso con i loro luoghi
comuni e la grande azione che li contraddistingue,
rendono attraente lo stile di vita dei baroni della droga.
Anche se le pellicole sono basate su fatti reali, non
bisogna dimenticare che tramite un film non si riesce ad
esprimere in maniera efficace l’orrore e la devastazione
che il narcotraffico genera in Messico: come descrivevo
prima si contano, circa 34.000 morti violente negli ultimi
4 anni.

2.3.6 Brasile

Il Brasile, è il secondo Stato, consumatore di cocaina al


mondo, dopo gli Stati Uniti.

2.3.7 Colombia

La Colombia è il maggior fornitore mondiale di cocaina.


Anche quasi tutta l'eroina che è consumata nell'est degli
Stati Uniti, proviene dalla Colombia.

65
2.3.8 Bolivia

La Bolivia ha aumentato considerevolmente la


produzione di cocaina nell'ultimo anno, grazie a
piantagioni più estese e nuove tecniche di coltivazione.
Masticare foglie di coca, è una pratica comune tra gli
indigeni andini anche se è un’ attività illegale. La
masticazione della foglia di coca, è un costume secolare
indigeno in Bolivia, Perù, Argentina, Cile, Ecuador e
Colombia. Ma non solo gli indios la consumano: la coca è
molto diffusa in tutta la popolazione, e particolarmente
popolare tra lavoratori e studenti, sia per ragioni culturali
e sia perché serve a combattere il sonno.
La Bolivia è il terzo produttore mondiale di cocaina. Nel
Paese andino la coca è costituzionalmente riconosciuta52.

2.3.9 Marocco

Il Marocco è tra i primi produttori di cannabis del


mondo, con un giro d'affari da 13 miliardi di dollari
all'anno.

52 Evo Morales, primo Presidente indio della Bolivia, ha inserito


la coca come “patrimonio culturale” nella Costituzione Boliviana
del 2009.

66
2.3.10 Maghreb

Pur provocate dalla povertà diffusa e dalle grandi


disparità sociali, le rivoluzioni in Maghreb non avrebbero
avuto luogo senza la miccia accesa dai potenti cartelli
della droga, ormai fortemente radicati nel nord Africa.
L'Africa è divenuta territorio di transito di tre grandi rotte
degli stupefacenti: la cocaina dall'America latina, l'eroina
dall'Afghanistan e l'hashish dall'Africa nera, alimentando
così una grande circolazione di droga destinata a rifornire
soprattutto il mercato europeo.
La crescita di questi traffici, ha aumentato il numero di
armi presenti sul territorio africano e ha favorito la
formazione di gruppi paramilitari, oltre, naturalmente, a
far affluire grandi risorse di denaro e, a favorire la
diffusione di mezzi di comunicazione assai sofisticati,
necessari per gestire i traffici. Tutto ciò ha aumentato il
potenziale esplosivo della regione.
Questa situazione è stata sfruttata dai cartelli della droga
che, dunque, hanno avuto un ruolo non trascurabile nella
destabilizzazione del nord Africa. D'altra parte, se
guardiamo alla catena dei colpi di Stato avvenuti negli
ultimi anni in Africa, essa coincide esattamente con le
rotte della droga.

67
2.3.11 Nigeria

La Nigeria, è uno snodo importantissimo nel traffico di


droga proveniente dall'America Latina e dall'Afghanistan
e destinata all'Europa.
In Nigeria, è stata approvata lo scorso anno, una legge
per contrastare il riciclaggio di denaro sporco. Con la
nuova normativa, sono inasprite pene e sanzioni per i
colpevoli e per le Istituzioni chiamate a contrastare il
fenomeno e sorprese a chiudere un occhio.
S’introduce l'obbligo per banche e istituzioni finanziarie
di comunicare alla Banca Centrale, tutti i movimenti di
denaro superiori ai 10 mila dollari, così da attivare un
campanello d'allarme in caso di trasferimenti sospetti. È’
inoltre introdotto, l'obbligo di dichiarare alla dogana
l'ingresso o la fuoriuscita di somme superiori a 500
dollari, contro l'attuale limite di 5.000.

2.3.12 Spagna

La Spagna, è in questo momento, la via di accesso della


cocaina al mercato europeo, ed è uno dei paesi
dell'Unione Europea dove è più intenso il consumo di
cocaina, hashish e droghe sintetiche.

68
2.3.13 Russia

In Russia, il consumo di eroina e derivati provoca 80 mila


morti l'anno. L'Hiv e le epatiti dilagano in maniera
incontrollata.

2.3.14 Olanda

L’Olanda, è un centro di smistamento e un importante


produttore di ecstasy e marijuana. Conosciuta in tutto il
mondo per la presenza dei suoi coffee shop, anche se una
legge del 2010, ne impone la chiusura se si trovano a
meno di 350 metri da una scuola.

2.3.15 Uruguay

Ho inserito anche l’Uruguay, perché a Luglio del 2013, la


Camera dei deputati del Paese, ha approvato la
legalizzazione della marijuana, provvedimento molto
discusso che dovrà ora essere ratificato dal Senato
(approvazione prevista per novembre 2013). Il testo è
stato approvato con 50 voti favorevoli su 96.
La norma prevede la legalizzazione della coltivazione
(fino a sei piante per persona) e compravendita del
cannabis, attraverso la creazione di un organismo statale

69
che regolamenterà ogni fase dell'attività: i consumatori
registrati potranno acquistare fino a 40 grammi di
marijuana al mese, attraverso una rete di farmacie
autorizzate.
Lo scontro nel paese è ora però sul prezzo del prodotto,
infatti, se il prezzo della cannabis legale risulta essere
elevato la comprerebbe solo chi ha soldi, mentre gli altri
continuerebbero a cercarla sul mercato nero, o
potrebbero perfino pensare di rubarla nelle farmacie.

2.3.16 Paraguay

Il Paraguay è oggi il maggior produttore di cannabis in


America Latina ed esporta grandi quantità di marijuana
essiccata che costituisce la base del rifornimento illegale.

2.3.17 Un’istantanea della geografia

In conclusione, il principale produttore di oppio è


l’Afghanistan, seguito dalla Birmania. A questi si devono
aggiungere le produzioni dei paesi dell’Est, Kazakhstan,
Turkmenistan, Uzbekistan e Ucraina.
I principali paesi produttori di coca sono la Colombia, il
Perù, e la Bolivia, e altri paesi stanno entrando nel
mercato, come il Brasile e l’Ecuador.

70
I principali produttori di marijuana sono il Messico
seguito dalla Colombia.
Per quanto riguarda l’hascic, il Libano insieme
all’Afghanistan, il Pakistan e il Marocco.
Dal lato della domanda, il mercato mondiale della
cannabis e i suoi derivati è diviso quasi equamente tra
Stati Uniti ed Europa.
Se andiamo ad analizzare la geografia dei traffici in Italia,
la provenienza degli stupefacenti segue le principali vie
internazionali di traffico.
La cocaina arriva dalla Colombia transitando dal Messico,
Spagna, Olanda, e Brasile. I principali punti d’ingresso
nell’Unione Europea sono Spagna, Portogallo e Paesi
Bassi.
L’eroina parte dall’Afghanistan passando per Grecia e
Turchia.
L’hashish parte dal Marocco e arriva nel nostro Paese
transitando per Francia e Spagna.
Infine la marijuana e le droghe sintetiche arrivano
direttamente dall’Olanda.
Mi sia permessa un’ultima considerazione sulla
situazione nordafricana all’indomani della cosiddetta

71
“primavera araba”53. L'instabilità degli ultimi tre anni nel
Nordafrica, fa prevedere un peggioramento della
situazione in Europa e in particolare in Italia per la lotta
al narcotraffico.
Sarebbe necessario un piano più complesso che permetta
di includere il più ampio numero di Paesi possibile, a
fronte di un traffico di droga sempre meno controllabile e
contrastabile.
Come? Agendo all'origine del flusso, dal Sud America,
con le annuali 994 tonnellate di cocaina e
dall'Afghanistan, con 820 tonnellate di eroina e una
produzione di hashish che ha superato quella
marocchina. In tale contesto, la regione sahariana sta
diventando uno snodo cruciale, infatti la distribuzione di
cocaina passa dal Sud America all'Europa attraverso il
Sahara, come anche l'eroina afghana.

53 Primavera araba, è un termine di origine giornalistica


utilizzato perlopiù dai media occidentali per indicare una serie di
proteste ed agitazioni cominciate alcune già durante l'inverno
2010/2011 e in parte tuttora in corso[nelle regioni del Medio
Oriente, del vicino Oriente e del Nord Africa. I paesi
maggiormente coinvolti dalle sommosse sono l'Algeria, il
Bahrein, l'Egitto, la Tunisia, lo Yemen, la Giordania, il Gibuti,
la Libia e la Siria.

72
Nei Paesi dove l'instabilità regna sovrana, il rischio è la
creazione prima di gruppi sempre più forti, destinati a
diventare cartelli, capaci di spartirsi il territorio.
Questi cartelli iniziano a concorrere tra loro e la loro
preoccupazione non è certo chi lotta contro il
narcotraffico, ma la concorrenza.
La presenza dei cartelli diventa sempre più invasiva.
Sono interessati a partecipare al sostegno politico, a
partecipare alle campagne elettorali per fare avere uomini
o comunque persone facilmente controllabili, a investire
in politica per destabilizzare la situazione o anche
diffondere il terrore tra l'elettorato, come accaduto in
Niger.

2.4 Coltivazioni e guadagni

I coltivatori delle piantagioni guadagnano,


complessivamente circa 1.100 milioni di dollari: una cifra
pari all'1% dell'effettivo guadagno del traffico
internazionale di droga, per il 99% saldamente in mano ai
narcotrafficanti.
Gli indicatori economici, dimostrano che dall'Afghanistan
alla Colombia, c'e' un rapporto inversamente
proporzionale fra la produzione di droghe illecite e la
crescita economica di un Paese. Anzi, più un Paese

73
produce droghe e più è condannato al sottosviluppo.
Infatti, nonostante i guadagni immediati derivanti dalla
coltivazione di droghe, la destabilizzazione a lungo
termine delle strutture dello Stato, dell'economia e della
società civile impedisce lo sviluppo del capitale umano e
alimenta il narcotraffico.
L’evidente conseguenza di questo ragionamento è che le
droghe generano guadagni a brevissimo termine per
pochi (i narcotrafficanti) e perdite a lungo termine per
molti.
Inoltre dall'analisi degli indicatori di sviluppo si evince
che, proprio perché gran parte degli introiti alimenta il
narcotraffico, la produzione di droga aumenta solo a
breve termine lo sviluppo economico, mentre la
riconversione in altri tipi di colture assicura lo sviluppo
sostenibile e a lungo termine dei vari Paesi.
In Afghanistan ci sono prove sufficienti che la crescita
economica del Paese è stata negativa da quando è iniziata
la coltivazione su vasta scala dell'oppio, che con
l'impressionante aumento della sua produzione, ha
trasformato l'Afghanistan nel più grande produttore di
oppiacei illegali del mondo all'inizio degli anni '90, senza
contribuire allo sviluppo socio-economico del Paese e
acutizzando la guerra civile. Al contrario, Pakistan e Iran,
che hanno ridotto o eliminato completamente la

74
produzione di oppio, hanno registrato tassi positivi di
crescita sia negli anni '80 che '90. Per questo non può
esserci sviluppo a lungo termine, senza un controllo
efficace del traffico e produzione di droghe.

2.5 Il nuovo mondo del consumo di droga

Il mondo del consumo di droga, rispetto a qualche anno


fa è radicalmente cambiato e si sta spostando verso altri
modelli di consumo e verso nuove utenze.
Gli assuntori non sono più identificabili con un unico ceto
sociale e si distribuiscono in tutte le classi e in tutte le
fasce di età, senza distinzioni di sesso.
Il primo segnale è una costante diminuzione del consumo
di eroina, aumentando invece il consumo delle cosiddette
droghe ricreazionali (hashish, marijuana, droghe
sintetiche e cocaina).
Si sta abbassando l’età del consumo, arrivando dai
precedenti 18/19 anni a dei picchi di 14 anni. Cambia la
percezione della droga che dissociandola dall’immagine
dell’eroinomane emarginato, è vista come una sostanza
del tutto compatibile con una normalissima vita. Si sa che
presenta dei rischi, anche se prevale un’dea d’innocuità di
queste sostanze e un’atmosfera di normalità che si sta
diffondendo.

75
Sono sostanze che facilitano la socialità e non sono
sostanze da inoculare e quindi non lasciano segni visibili.
Il mondo del consumo è spesso caratterizzato dalla
poliassunzione, abbinato anche con sostanze lecite: si
sniffa la cocaina, si cala l’ecstasy, si beve alcol e alla fine
con una canna ci si rasserena gli animi. Sono cambiati gli
assuntori, ragazzi e ragazze giovani che studiano o
lavorano ma anche professionisti di fascia alta.
Cambiano anche i luoghi di consumo, non solo durante i
rave e in discoteca, ma anche tra le mura domestiche.
Si sottovalutano le conseguenze come la depressione, gli
incidenti automobilistici, l’ansia, il panico: e per avere
queste conseguenze non serve l’abuso ma basta anche
l’uso associato ad una specifica predisposizione del
soggetto.
Purtroppo quando ormai è troppo tardi e la situazione
sfugge di mano ci si rivolge ai genitori per chiedere aiuto.

2.6 Come si approccia ora il fenomeno droga

2.6.1 La normativa italiana

La repressione deriva dall’applicazione delle sanzioni,


cercando di creare un effetto “deterrenza”.

76
Nel piano d’azione 2009/2012 dell’Unione Europea, le
azioni che dovevano essere implementate per combattere
il fenomeno droga erano:
• promuovere il coordinamento tra i vari organismi
impegnati nella repressione dei traffici illeciti;
• promuovere la cooperazione internazionale tra Stati
membri;
• promuovere la maggiore comprensione del problema
droga attraverso un’informazione a 360° sul fenomeno.
Quindi azioni che si concentravano soprattutto sulla
repressione del traffico e generiche dichiarazioni sulla
prevenzione.
La prima legge sulla repressione del commercio di
sostanze stupefacenti in Italia, è del 1923 la numero
39654: la linea era quella della penalizzazione delle
condotte individuali di consumo.
La legge prevedeva pene detentive brevi per la vendita, la
somministrazione e la detenzione di tali sostanze da parte
di persone non autorizzate nonché, prevedeva una multa
per la partecipazione “a convegni in fumerie” adibite
all’uso di stupefacenti. Successivamente, la legge n. 1145
del 1934, contenente “Nuove norme sugli stupefacenti”

54“Provvedimenti per la repressione dell’abusivo commercio di


sostanze velenose aventi azione stupefacente”.

77
introdusse il “ricovero coatto” dei tossicomani in “case di
salute”.
Novità rilevanti furono apportate dalla legge n.1041 del
195455 che, prevedeva un inasprimento delle sanzioni
penali per chiunque detenesse sostanze stupefacenti,
senza alcuna distinzione tra commercio e mero uso
personale.
Il ricorso al ricovero coatto in ospedali psichiatrici fu
mantenuto nei confronti “di chi, a causa di grave
alterazione psichica per abituale abuso di stupefacenti,
si rende comunque pericoloso a sé e agli altri o riesce di
pubblico scandalo”.
A partire dalla fine degli anni ’60, vi fu una rapida
diffusione delle sostanze stupefacenti nel mondo
giovanile, alimentata sia da motivi culturali e ideologici
che da logiche di mercato particolarmente allettanti per i
narcotrafficanti, e apparve sempre più inadeguata una
legge che poneva sullo stesso livello spacciatori e
consumatori. Nel 1975 fu così varata la legge numero
68556: l'assuntore di droga che non sia anche spacciatore

55 “Disciplina della produzione del commercio e dell’impiego


degli stupefacenti”.
56 “Disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope.
Prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di
tossicodipendenza”.

78
e non detenga grandi quantitativi di sostanze
stupefacenti, è considerato come una persona da curare e
riabilitare.
S’introduceva quindi una distinzione tra spacciatore e
consumatore.
La legge del 1975 non fu però in grado di contrastare
efficacemente la diffusione del fenomeno e da più parti si
reclamarono interventi maggiormente repressivi, sia
contro gli spacciatori che contro i consumatori di
sostanze stupefacenti.
Il DPR n.309 del 199057, diede inizio a una nuova fase, di
breve durata, in cui prevale la disciplina sanzionatoria,
indotta dall'esplosione dell'Aids. Il DPR n.309 del 1990
prevedeva inoltre l’istituzione dei servizi pubblici per le
tossicodipendenze (Ser.T) 58presso le unità sanitarie

57 “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli


stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e
riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”.
58 I Servizi per le Tossicodipendenze (SerT), o Servizi per le

Dipendenze (SerD), sono i servizi pubblici del Sistema Sanitario


Nazionale italiano (SSN), dedicati alla cura, alla prevenzione ed
alla riabilitazione delle persone che hanno problemi conseguenti
all'abuso di sostanze psicoattive (droghe o alcool) che generano
dipendenza dalle stesse. I SerT, dispongono di una propria
pianta organica, definita periodicamente dalla Regione; inoltre,
vi sono operatori professionali qualificati e specializzati nella
dipendenza da sostanze psicoattive. I servizi offerti non sono a
pagamento e chi si rivolge è obbligato a fornire i propri
dati anagrafici, anche se è garantito il diritto

79
locali, con compiti di prevenzione, cura e riabilitazione
delle tossicodipendenze, ed aboliva il ricovero coatto
disposto dall’autorità giudiziaria.
Tre anni dopo, nel 1993, un referendum abroga articoli
significativi della legge n.162 del 1990: l'uso personale e
la cessione finalizzata al consumo di gruppo, non sono
più sanzionate penalmente.
Infine, la legge Fini-Giovanardi del 2006, la legge n.49
del 2006, inasprisce le sanzioni ed elimina la distinzione
tra droghe cosiddette leggere e droghe pesanti.
In questa normativa, scattano atteggiamenti repressivi
nella misura in cui non sono rispettate le norme
giuridiche e comportamentali.
Un aspetto rilevante da considerare conseguente a
questa normativa, è quello che riguarda il problema dei
tossicodipendenti in carcere, per i quali è necessario
utilizzare maggiormente le misure alternative al regime
carcerario.
In tale contesto è evidente la necessità di studiare nuovi
modelli alternativi che puntino soprattutto a evitare già
durante i processi per direttissima, l'entrata in carcere ad
applicare fin da subito le misure alternative.

all'anonimato, usando un codice identificativo, oltre al segreto


professionale.

80
Secondo il flusso dei dati del Ministero della Giustizia, nel
2012 gli ingressi in carcere di soggetti con problemi
socio-sanitari correlati alla droga, hanno subito una
riduzione del 18, 4%.
E' importante sottolineare che il 34,5 % dei soggetti
entrati in carcere nel 2012 per reati in violazione alla
normativa per gli stupefacenti, sono usciti in libertà nel
corso dell'anno.
Nel 2012 si è osservato un incremento degli ingressi di
soggetti stranieri per reati in violazione al D.P.R. 309/90
che dal 31,3% del 2011 è passato al 34,5% del 2012.
Una modesta riduzione si è rilevata, invece, per i soggetti
di nazionalità italiana (33,7% nel 2011 e 33,2 % del
2012).
Rispetto alla reclusione dei minori in violazioni alla
normativa sugli stupefacenti, rispetto al 2011, si è
registrata una riduzione del 16%.

2.6.2 La lotta al traffico illecito di droga

Per quanto riguarda la riduzione dell’offerta, le azioni da


intraprendere devono essere mirate alla repressione del
traffico e del riciclaggio, nonché sul contrasto alla
diversione e all’uso improprio di precursori chimici.

81
Su questo campo è feroce il dibattito tra proibizionisti e
antiproibizionisti.
I primi si fondano sul principio etico per cui lo Stato non
può rendersi complice di somministrazione di sostanze
dannose per il corpo umano.
I secondi sostengono che “la proibizione non riesce a
stroncare il mercato clandestino” e riconoscono nella
proibizione, un fattore della creazione di un mercato
monopolistico in cui i produttori e distributori sono in un
regime di trust, lasciando all’offerta la possibilità di
determinare il prezzo in assenza di concorrenza. Secondo
i fautori dell’antiproibizionismo, con la legalizzazione si
otterrebbe il calo dei prezzi e si libererebbe il commercio
delle droghe dall’ingerenza del crimine, riportandolo nel
quadro di una economia legale. Secondo
l'economista Pierre Kopp59, con la legalizzazione della
cannabis si potrebbero risparmiare 300 milioni di euro di
spese per le incriminazioni e anche di più se si
aggiungono le spese dovute ai fermi di polizia, al
funzionamento dei tribunali e all'esecuzione delle pene.
Inoltre, permetterebbe di incassare una tassa pari
approssimativamente a un miliardo di euro. E infine,
tempo e mezzi potrebbero essere riallocati alla

59 Professore di Economia all’Università Sorbona di Parigi.

82
prevenzione e alla lotta contro il traffico delle altre
droghe.
Interpellato sul rischio di stimolare in questo modo il
consumo, Kopp spiega che a suo parere “legalizzare non
condurrebbe a un boom dei consumi, se la tassa fissata
dallo stato permettesse di mantenere il prezzo attuale
della cannabis. Inoltre, un secondo elemento chiave
èl'educazione. Bisogna prevenire gli usi pericolosi,
allertando sugli effetti del consumo eccessivo e sui rischi
di guidare sotto l'influsso della cannabis. Con queste
precauzioni, la necessità di sopprimere le azioni
giudiziarie penali e' per me un'evidenza.
Ma, in quanto economista, sono più favorevole a una
legalizzazione controllata, con uno Stato che
supervisiona produzione e distribuzione”.

2.6.3 La riduzione della domanda

Azioni di prevenzione adeguatamente concepite, possono


tenere i giovani lontani dalle droghe e incoraggiare i
tossicodipendenti a interromperne l’uso o a ridurre il
consumo.
L’Unione Europea considera interventi di riduzione della
domanda “tutte le attività svolte nell’ambito di sistemi
sanitari, sociali, scolastici e giudiziari al fine di

83
prevenire il consumo di droghe, di assistere e curare i
tossicodipendenti e di promuovere il reinserimento
sociale di persone che hanno abusato di droghe”.
Per un’efficace azione nell’ambito della prevenzione serve
una diversificazione d’interventi tra loro coordinati,
ovvero una vasta promozione educativa e sanitaria rivolta
alla popolazione in generale, integrata da azioni
specifiche mirate a gruppi vulnerabili e a rischio.
La scuola deve avere un ruolo fondamentale, affrontando
a livello preventivo il problema del disagio giovanile,
migliorando le relazioni fra coetanei e diminuendo
l’incidenza degli abbandoni scolastici. A questi interventi,
si devono associare azioni di informazione tra i giovani e
formazione degli operatori scolastici.
Già nel 1986 la Comunità Europea, aveva proposto che
tutte le scuole elementari e medie avrebbero dovuto
includere nei loro programmi, nozioni sugli stupefacenti.
Agli operatori del pubblico e del privato sociale spetta il
compito più difficile. Questi soggetti sono formati
prevalentemente per contrastare l’eroina, ma spesso con
competenze che non sono adeguate ai nuovi consumi e
alle nuove utenze.
Nuove utenze perché il nuovo consumatore non è
identificabile con un singolo ceto sociale, ma si

84
distribuiscono praticamente in tutte le classi di età e in
tutte le classi sociali.
Ulteriore figura strategica, è il medico di medicina
generale che è chiamato ad intervenire sia in fase di
prevenzione che in fase di intervento.
Serve anche per loro un’adeguata formazione sulle nuove
tendenze in modo da poter individuare precocemente le
situazioni di disagio e indirizzare il soggetto verso
strutture ad hoc.
Per ciò che riguarda le azioni sui gruppi vulnerabili e a
rischio, servirebbe identificare interventi ad hoc su
gruppi etnici e su genitori e figli di tossicodipendenti.

2.6.4 La riduzione del danno

La riduzione del danno, è una strategia d’intervento, nata


per arginare il propagarsi di malattie infettive tra i
consumatori di sostanze illecite per via endovenosa.
La riduzione del danno si basa, fondamentalmente, su
due pratiche: in primo luogo, la distribuzione di materiale
sterile gratuito ai tossicodipendenti, incentivando la
restituzione, da parte di questi.
In secondo luogo, sulla promozione della prevenzione,
mediante il passaggio di informazioni attraverso i diretti
interessati.

85
Non si tratta di un’azione di consenso sociale all'utilizzo
di sostanze stupefacenti, ma di un intervento sanitario,
che non produce un aumento di consumo, bensì il
contrario, oltre a un drastico calo delle overdose e delle
infezioni da Aids e epatiti.
La prevalenza di Hiv tra i consumatori di eroina, risulta
ridotta e contenuta nei Paesi che hanno introdotto
strumenti innovativi di riduzione del danno.
Le filosofie, le idee e le posizioni politiche che
argomentano e sostengono la riduzione del danno nelle
sue varie forme, sono molto variegate.
Si va dai “liberalizzatori” che fondano il principio sulla
libertà individuale, che vede ognuno libero di agire come
meglio crede, a patto di non recare danno agli altri.
Ci sono poi quelli che hanno un'impostazione medico-
sanitaria, che partono dal presupposto che l'uso di
sostanze sia una pratica non condivisibile ma comunque
esistente e motivata da ragioni precise, e che occorre
affrontare come una questione sanitaria per poterlo
gestire in maniera efficace.
Infine, la posizione “pragmatica”, così riassumibile: le
sostanze ci sono, molte persone le consumano, che sia un
bene o sia un male costa meno allo Stato e alla società
accettarlo e limitare il più possibile rischi e danni, che
non perpetrare una lotta impari e costosissima contro la

86
“droga”: questa impostazione è forse quella che, ha
portato alle sperimentazioni più avanzate (il caso
dell'Olanda e della Svizzera), arrivando a attivare la
somministrazione controllata di eroina.
Durante l'allarme Aids alla fine degli anni 80, la Svizzera
è stato il primo Paese a proporre di sviluppare una
politica di riduzione del danno, essendo le iniezioni di
droga uno dei principali vettori della pandemia di Hiv.
Negli Usa, in Russia, in America latina, nell'Unione
Europa, in Asia del sud e nelle altre regioni del mondo,
l'Aids ha fatto molti danni anche perché legato all'uso di
droghe.
I consumatori di droghe per via endovenosa avevano
trasformato i luoghi pubblici di Zurigo e di altre città
svizzere in dei veri e propri campi di siringhe.
Le autorità svizzere hanno preso il problema di petto ed
hanno avviato una politica di riduzione del danno,
facendola diventare una delle più importanti in materia
di sanità pubblica.
Gli svizzeri non si sono più impegnanti, al contrario di
altri Paesi, in una “guerra contro la droga” e nel
rafforzare la repressione della polizia, l'aumento delle
carceri e il cumulo delle pene detentive, tutti metodi che
si sono dimostrati controproducenti.

87
Oggi in Usa c'è il più alto numero di detenuti e
soprattutto per questa “guerra alla droga”, un numero
sproporzionato di detenuti è afroamericano o ispanico.
Quest’offensiva ha permesso ai cartelli della droga di
sviluppare profitti come mai in passato e di soggiogare
intere comunità dell'America Latina.
Altra politica innovatrice è quella dell'Ufficio federale
svizzero della sanità pubblica che, per coloro che sono
dipendenti da lungo tempo da oppiacei, in sostituzione
dell'eroina clandestina, ha sviluppato una notevole
esperienza nella prescrizione medica di eroina sotto il
controllo di personale competente.
La minuziosa valutazione scientifica fatta dal Governo, ha
dimostrato che la terapia a base di eroina è nello stesso
tempo possibile e redditizia, e che consente un reale
miglioramento della salute di chi ne usufruisce.
Una politica che ha contribuito a far diminuire in modo
consistente la criminalità organizzata legata alla droga.
I risultati sono convincenti, due referendum hanno
validato questa politica, nonostante una opposizione
politica interna e le critiche da parte da parte
dell'Organizzazione internazionale di controllo degli
stupefacenti.

88
2.6.5 Depenalizzazione del consumo

Il Portogallo, tredici anni fa, era il Paese dell'Unione


Europea con il più alto numero di persone legate alla
droga infettate da Hiv ed epatiti.
La decisione di questo Paese, presa nel 2001 con la
depenalizzazione del possesso di stupefacenti, non solo
ha consentito un aumento di consumatori di droghe che
si sono rivolti ai trattamenti, ma anche una notevole
diminuzione di infezioni da Hiv tra i consumatori delle
stesse sostanze stupefacenti.
Secondo un recente studio, da quando è entrata in vigore
più di 10 anni fa, il consumo di droghe pesanti si è
dimezzato rispetto all’inizio degli anni Novanta.
Gli esperti attribuiscono il calo nei consumi a un
cambiamento nella politica sulla lotta alla droga, di cui la
depenalizzazione è soltanto uno degli aspetti. Il
Portogallo ha deciso, infatti, di puntare sulla cura dei
tossicodipendenti piuttosto che sulla loro
criminalizzazione. Il risultato è stato anche una
progressiva diminuzione del numero d’infezioni contratte
e dei crimini connessi all’uso di droga60.

60La polizia portoghese invia circa 1.500 persone all’anno alle


varie commissioni, in media meno di 5 al giorno, e il 70 per

89
La legge, che era entrata in vigore il 1 luglio del 2001, non
aveva legalizzato la droga, ma costretto le persone trovate
a farne uso a comparire davanti a speciali commissioni
anti-droga invece che in tribunale.
Le commissioni sono costituite in genere da psicologi,
giudici e operatori sociali, che decidono che tipo di
procedura seguire caso per caso.
Un problema però della depenalizzazione, è che questa è
inutile, se non è accompagnata da programmi di
prevenzione dall’uso della droga e dal lavoro di recupero
delle cliniche e quello effettuato dagli operatori sociali
direttamente per le strade. Programmi che però costano:
prima della crisi, il Portogallo spese 75 milioni di euro
all’anno per il suo programma antidroga.

2.7 Il Doping nelle attività sportive

In questi ultimi anni il doping nello sport, è cresciuto con


tale intensità da obbligare le Istituzioni nazionali ed
internazionali ad esprimere tutta la preoccupazione per la

cento dei casi riguarda casi di consumo di marijuana. Il


Portogallo ha oggi uno dei dati più bassi dell’Unione Europea
come consumo di marijuana tra persone con più di 15 anni (il 10
per cento). Il consumo una tantum di eroina tra i 16-18 anni è
sceso dal 2,5% al 1,8 %, così come il tasso di infezione da HIV.

90
gravità di un problema che mina le fondamenta dell’etica
sportiva e mette a repentaglio la salute dell’uomo. Il
ricorso a tecniche illecite è stato favorito dal progresso
scientifico e dall’approccio sempre più commerciale della
pratica sportiva.
E’ importante infatti, ricordare l’impatto che le attività
sportive hanno sul pubblico in generale e l’influenza che i
campioni dello sport hanno sui giovani.
E’ stimato che il ricorso a pratiche dopanti tra gli sportivi
è tra il 3% e il 5% dei bambini che praticano sport
amatoriali, mentre la percentuale sale al 15%-25% tra gli
adulti che praticano sport a livello competitivo.
Serve quindi un’azione immediata per migliorare le
informazioni in materia di doping, migliorare il
coordinamento legislativo dei Paesi dell’Unione Europea
e migliorare la tutela per i giovani atleti attratti
dall’illusione di ottenere un fisico che permetta loro di
primeggiare sugli altri.
Molti sono gli sportivi amatoriali raggiunti dal mercato
legale degli integratori ovvero quella zona grigia,
anticamera del passaggio verso prodotti più dannosi.
Le classi di sostanze definite dopanti sono suddivise in
stimolanti, narcotici, anabolizzanti, diuretici e ormoni
peptidici. Sono altresì vietate pratiche quali il doping

91
ematico e in generale le manipolazioni farmacologiche,
chimiche e fisiche.
Sul piano repressivo, è importante poi che per dissuadere
gli sportivi dall’utilizzo di queste sostanze, le pene
dovrebbero essere molto più dure, iniziando con la
radiazione immediata a vita al primo conclamato uso del
doping con un coinvolgimento penale per chi
procura sostanze dopanti con pene simili a quelle per gli
spacciatori di sostanze stupefacenti.
Purtroppo ormai il commercio di steroidi e anabolizzanti,
permette alle mafie di guadagnare meglio rispetto al
commercio di droga e così il problema non diventa più
solo un problema sportivo e sociale, ma anche e
soprattutto una piaga criminale.

92
Capitolo III

Quali soluzioni per affrontare il


problema?

3.1 Il dibattito sulla droga

E' necessario iniziare a porsi il vero problema che non è la


sostanza stupefacente che si assume, ma l'uomo che la
usa ed è spinto ad utilizzarla.
William Burroughs, diceva che “si scivola nel vizio degli
stupefacenti perché non si hanno forti moventi in
alcun'altra direzione. La droga trionfa per difetto”61.
Il fenomeno della droga è sintomo di un malessere
profondo che influenza la cultura e l'etica, supera i limiti
di una questione sanitaria o di un problema settoriale.
La droga è allo stesso tempo frutto e causa di un grande
smarrimento etico e di una crescente disintegrazione
sociale. Ad esempio l’emergere dell’individualismo che si
basa su idee di competitività e carrierismo, spinge sempre
di più le persone, alla ricerca di prodotti che possano
aiutare a mantenere i ritmi frenetici che la carriera

61 La scimmia sulla schiena, 1953.

93
impone, ma anche a “staccare la spina” e rilassarsi. La
conseguenza di questa visione della vita, è spesso l’abuso
della cocaina62.
I nuovi tossicodipendenti, quelli delle nuove droghe, sono
distanti dai contesti di emarginazione e raramente
compiono reati connessi con l’uso di droga.
Hanno tra i 15 e i 28 anni e appartengono a tutte le classi
sociali. Sono ragazzi normali di quelli che si possono
incontrare sulla metro. Questi giovani non si considerano
tossicodipendenti perché purtroppo spesso l’associazione
di questo stato è con l’eroinomane, considerato da loro
soggetto marginale e senza speranza, un mondo distante
da loro.
Per questi giovani, sono droghe sicure che gli
garantiscono energia, piacere e ottime prestazioni.
Questo è il mondo della piazza, ma queste sono droghe e
non sono caramelle: sono sostanze chimiche prodotte in

62 Uno studio dell'università di Ginevra, ha lanciato a maggio del


2013, un vero e proprio grido d'allarme sulla dipendenza da
cocaina di molti manager della piazza finanziaria elvetica. Gli
assuntori, hanno tra i 25 ed i 45 anni e ricoprono posti di
responsabilità in banche, società finanziarie e gruppi
assicurativi. Un universo di gente apparentemente normale che,
tuttavia, ad un certo punto, è costretta a chiedere aiuto. Hanno
una rete sociale di amici, un partner o una famiglia, spesso
sembrano persone in forma. Molti di loro iniziano, con la prima
striscia, la mattina presto, poi vanno avanti, così, per tutta la
giornata.

94
laboratorio che agiscono sul sistema nervoso centrale e in
certi casi lo danneggiano.
Il fenomeno della droga non interessa solo i paesi ricchi.
Molti cittadini dei paesi in via di sviluppo, per motivi
diversi (miseria, disoccupazione, urbanizzazione,
cambiamento di costumi), ne fanno uso e il fenomeno è
in crescita sempre maggiore, in quanto coinvolge la
produzione, il consumo, il traffico e il riciclaggio dei
proventi illeciti del narcotraffico.
Il comportamento d’abuso da sostanze stupefacenti,
richiama diverse forme di disagio su base individuale e
relazionale.
Come fenomeno sociale, si possono individuare alcuni
fattori che hanno contribuito e contribuiscono ancora, al
mantenimento vivo di questo flagello e sono:
 gli interessi economici internazionali;
 il facile accesso al mercato;
 un modello di vita improntato ai valori di consumo
e ai guadagni rapidi.
Tutto, sotto un unico cappello: l'illegalità, ma a farne le
spese, è sempre il consumatore di queste sostanze.
Il quadro che emerge dalla “finestra sul mondo” libera e
apartitica che è quella della rete, è molto interessante: un

95
mondo intero in lotta contro la droga, anche se è una
battaglia lontano dall’essere vinta.
Impostando “google alert” con il termine droga, ogni
giorno si vede che non c’è continente, Stato, Istituzione
locale, nazionale ed internazionale, che non sta
prendendo posizione contro questo terribile flagello,
anche se con posizioni in certi casi completamente
differenti ed inaspettate, ma tutti accomunati da un
severo ed univoco no alle sostanze stupefacenti. Infatti,
sul lato dell’offerta i cartelli della droga stanno adottando
una strategia sempre più aggressiva ed espansionistica
nell'invadere nuovi mercati con nuove droghe, con
schemi di distribuzione in continua evoluzione e con
un'abilità sempre più spiccata nell'occultare, trasferire e
ripulire i proventi dei loro traffici.
Un fatto ancor più preoccupante è che essi utilizzano,
come visto nel capitolo precedente, le risorse accumulate,
per interferire con i processi democratici ed economici
dei paesi, condizionando la politica e assumendo il
controllo di settori chiave del mondo imprenditoriale e
dei servizi finanziari.
Sempre più spesso si assiste a forme di collaborazione tra
i cartelli della droga e gruppi terroristici, che utilizzano
gli stupefacenti per procurarsi le armi.

96
Il legame tra traffici di droga e gruppi terroristici è spesso
definito “narcoterrorismo”63. Un esempio significativo di
narcoterrorismo, è offerto dalle Fuerzas Armadas
Revolucionarias de Colombia (FARC), e dagli altri gruppi
guerriglieri e paramilitari colombiani, il cui controllo di
circa il 40% del territorio nazionale, garantisce un
notevole ruolo nel proficuo traffico di sostanze
stupefacenti verso il mercato nordamericano, stimato in
oltre 80 tonnellate di cocaina l’anno e in 10 di eroina.
Sul lato della domanda ci sono posizioni difformi ed in
certi casi sorprendenti.
La più interessante e con portata rivoluzionaria, è quella
della Commissione Globale sulle politiche delle droghe, di
cui fanno parte l’ex Segretario Generale Onu, Kofi
Annan e numerosi ex capi di Stato, che ha presentato un
rapporto nel 2012, in cui si dice in maniera netta che “la
lotta alla droga è fallita”64, con conseguenze devastanti
per la società e gli individui di tutto il mondo. La
Commissione sostiene che è giunto il momento di finirla

63 L’espressione, coniata nel 1984 dall’allora ambasciatore


statunitense in Colombia Lewis Tamb, caratterizza ora quei
gruppi terroristici che partecipano direttamente o
indirettamente alla coltivazione, manifattura, trasporto e/o
distribuzione delle sostanze stupefacenti e dei guadagni da esse
derivanti.
64 Termine coniato da Richard Nixon nel 1971.

97
con la criminalizzazione, l’emarginazione, la
stigmatizzazione di chi fa uso di droghe ma non arreca
danni agli altri. Le misure repressive dirette a produttori,
trafficanti e consumatori di droga si sono rivelate un
boomerang, impedendo misure di sanità pubblica per
ridurre i malati di Hiv, le vittime dell’overdose e chi è
seriamente danneggiato dalle droghe. Per la
Commissione quindi occorre puntare sui servizi sanitari e
su una prevenzione credibile, non più basata sul
messaggio di “tolleranza zero” e allo stesso tempo
occorre sperimentare modelli di legalizzazione delle
droghe, in particolare la cannabis, che colpiscano la
criminalità organizzata salvaguardando la salute dei
cittadini.
La posizione sopra citata, non deve essere considerata
così rivoluzionaria e sorprendente, in quanto dimostra,
che sul tema continua ad esserci un dibattito sempre vivo
e acceso. Basti pensare che nonostante la presenza di
molte Convenzioni internazionali, ogni Stato ha un suo
approccio differente, nella lotta alla droga.
Se si prova ad analizzare la legislazione sul fenomeno
droga dei vari Stati membri dell’Unione Europea, emerge
che ogni Stato ha una sua idea e quindi che in:
 Austria, Danimarca e Germania, il possesso di
droghe è proibito e sanzionato penalmente;
98
 Belgio e Bulgaria, l’uso di droghe, è parzialmente
proibito;
 Cipro, non c’è nessuna distinzione tra uso,
detenzione e spaccio;
 Estonia, non c’è nessuna differenziazione tra
droghe leggere e pesanti;
 Finlandia, Grecia, Malta, Romania, Svezia,
Ungheria e Repubblica Slovacca, l’uso è proibito e
sanzionato penalmente;
 Francia, non c’è nessuna distinzione tra spaccio e
traffico;
 Irlanda, l’uso di oppio è proibito e l’uso di altre
droghe sanzionato;
 Lettonia, c’è una distinzione per le quantità di
possesso;
 Lituania, l’uso di droga è proibito;
 Lussemburgo, Portogallo, Spagna e Olanda, l’uso di
droga è parzialmente proibito e decriminalizzato;
 Norvegia, l’uso di droghe è parzialmente proibito;
 Polonia, l’uso personale non è soggetto a
penalizzazione;
 Repubblica Ceca, è tollerato il possesso di modiche
quantità;

99
 Regno Unito, l’uso di oppio è proibito mentre perle
altre droghe perseguibile;
 Slovenia, l’uso non è proibito mentre il possesso è
considerato come reato minore65.
Questo focus sulle varie legislazioni dei Paesi dell’Unione
Europea, evidenzia che un primo passaggio di contrasto,
deve passare attraverso l’armonizzazione delle
legislazioni penali in materia di lotta alla droga
nell’Unione Europea e la condivisione di tabelle comuni
delle sostanze vietate.
Una prima ed efficace via per affrontare il problema in
maniera pragmatica, è affrontare il flagello della
tossicodipendenza sotto un punto di vista sanitario, come
già avviene in numerosi Paesi europei. Trattare la droga
come una “questione sanitaria” vuol dire utilizzare un
nuovo approccio per ridurre il consumo che sostituisca la
strategia di criminalizzazione delle droghe e l'arresto dei
consumatori.
In sostanza, vanno cambiati radicalmente i sistemi usati
finora dagli Stati e dagli Organismi internazionali per
contrastare la tossicodipendenza ed i tossicodipendenti
devono essere trattati come pazienti da trattare e aiutare.

65 Presidenza del Consiglio, Dipartimento Antidroga: sostanze

stupefacenti legislazione comparata Stati Membri UE.

100
Il problema è che come al solito, la scure sanzionatoria si
abbatte con particolare intensità sui soggetti meno
pericolosi e più esposti al controllo penale: i consumatori
che possono essere anche spacciatori di piccole quantità.
Fatte queste dovute considerazioni, cosa deve essere
fatto?
Secondo molti la proibizione del prodotto, genera
l’organizzazione del crimine e il commercio del prodotto è
in mano alle organizzazioni criminali.
Non bisogna però dimenticare che prima di essere la
causa della criminalità, il traffico di droghe è la
conseguenza di una domanda.
La proibizione è legata all’offerta, ma l’offerta esiste
perché c’è una domanda e la domanda c’è, non perché il
prodotto è proibito, ma perché corrisponde ad un bisogno
la cui origine è psicologica e sociologica.
La domanda di droga se non affrontata in maniera
adeguata continuerà a crescere.
Detto questo, dobbiamo distinguere quindi la lotta alla
droga, dalla lotta alla criminalità organizzata.
La lotta contro l’uso delle sostanze stupefacenti riporta
alla questione della domanda, la lotta contro la
criminalità richiede che si combattano le cause dell’alta
redditività del traffico.

101
Come ottenere risultati contro questo flagello? E’ una
risposta difficile ma è doveroso tentare.
La legalizzazione, è una forma di resa di fronte ad un
problema che non si riesce a dominare.
Questa ipotesi non sembra reggere ad un esame più
approfondito del problema, perché la criminalità
riconvertirebbe il narco-traffico in una nuova attività
criminale.
Secondo Paolo Borsellino66, non è vero che la
legalizzazione della droga eliminerebbe il mercato
clandestino perché l'esistenza di un mercato legale della
droga comporta delle regole: “mercato legale significa
che la droga non può essere venduta da chiunque, non
può essere venduta in qualunque momento, non può
essere venduta in qualunque posto e a chiunque”.
Nessuna legalizzazione può dare luogo ad un mercato
senza regole. Si dovrebbe, dunque, fissare
legislativamente l'età minima (e in base a quali criteri ?),
con ciò stesso si creerebbe una fascia costituita da tutti
coloro che sono al di sotto di essa, che diventerebbero

66 Paolo Borsellino, il procuratore di Palermo assassinato dalla


Mafia, affermava che la legalizzazione del mercato degli
stupefacenti, non elimina la mafia che è nata ed è esistita senza
la droga e può esistere ed essere altrettanto pericolosa senza la
droga.

102
clandestini. Il mercato legale della droga, secondo
Borsellino, spingerebbe gli spacciatori clandestini ad
indirizzare la loro azione nel diffondere la droga ai
minorenni esclusi dal mercato legale, nel diffondere dosi
superiori a quelle stabilite per legge, nel diffondere la
droghe pesanti se venissero legalizzate quelle leggere.
Altro problema, come nel caso che ho esposto sul
processo di legalizzazione della marijuana in Uruguay, è il
problema del prezzo.
La depenalizzazione del consumo, in altre parole trattare
la questione come un problema medico, piuttosto che un
problema penale, eviterebbe di affrontare la reale
questione della tossicomania.
La riduzione del danno, è a vantaggio delle persone che
usano droga, delle loro famiglie e di tutta la comunità.
Ogni intervento in grado di tutelare una persona,
eliminare il rischio che contragga malattie, deve essere
valutato per i risultati che consegue, sapendo che la salute
della singola persona, è garanzia per la salute dell’intera
collettività. Ma anche in questo caso non si argina la
domanda.
Criminalizzare il consumo è un’operazione pericolosa, in
quanto contraddice le esperienze internazionali sulla
proibizione come fattore di allontanamento dalla
consapevole modifica dei comportamenti, di produzione

103
di emarginazione sociale, di spinta alla microcriminalità,
di attrazione dei consumatori di droga nel circuito
carcerario.
La reale azione vincente è quella di combattere con
convinzione le cause della domanda e dell’offerta, con
azioni che siano complementari tra loro.
Pertanto, la politica nei confronti della droga deve
necessariamente prevedere un bilanciamento tra le azioni
di prevenzione, cura e riabilitazione e le azioni di
repressione e contrasto, con un sistema generale basato
soprattutto sui diritti delle persone, ad essere difese
dall'offerta di sostanze stupefacenti, ad essere curate
precocemente se tossicodipendenti, ma con un
orientamento alla piena riabilitazione ed al reinserimento
sociale, tenendo però a mente quanto Papa Giovanni
Paolo II ci ha insegnato: “esiste, certo, una netta
differenza tra il ricorso alla droga ed il ricorso
all'alcool: mentre infatti un uso moderato di questo
come bevanda non urta contro divieti morali, ed è da
condannare soltanto l'abuso, il drogarsi, al contrario, è
sempre illecito, perché comporta una rinuncia
ingiustificata ed irrazionale a pensare, volere e agire
come persone libere. Non si può parlare della - libertà di
drogarsi - né - del diritto alla droga -, perché l'essere
umano non ha il diritto di danneggiare se stesso”.

104
In accordo con quanto stabilito nella Raccomandazione
del Consiglio Europeo, denominata “Strategia
dell’Unione europea in materia di droga (2013-2020)”, le
politiche nazionali ed europee devono puntare, attraverso
una serie di interventi in linea con i dati raccolti dal
territorio, ad una riduzione della domanda e dell’offerta
di droga, oltre alla riduzione dei rischi e dei danni per la
salute e la società.
Possiamo dire, quindi, che sono cinque le strade da
dover seguire e su cui è imperativo investire. Strade che
devono essere obbligatoriamente complementari e
sincroniche tra loro: la prevenzione al cosnumo, la
riduzione del danno, il recupero del tossicodipendente, la
depenalizzazione del possesso e la repressione del traffico
illecito.
La prevenzione, perché contribuisce a ridurre il consumo
di sostanze stupefacenti, evitando l’inizio del consumo.
Gli interventi di prevenzione all’abuso di droga, sono
finalizzati a contrastare i fattori di rischio ed a rinforzare i
fattori di protezione, avendo come obiettivo principale
quello di rendere i giovani consapevoli dei rischi e dei
danni.
La riduzione dei danni correlati all’abuso di droga, tende
a ridurre le conseguenze negative del consumo di droghe
sui consumatori e indirettamente sulla società.

105
Il recupero del tossicodipendente, perchè contribuisce a
ridurre il consumo di droghe e permette al soggetto di
uscire da una situazione di dipendenza e favorisce il suo
reinserimento sociale.
La depenalizzazione del possesso, evita di criminalizzare
il consumo e tratta la questione dal punto di vista
“sanitario”, in altre parole la volontà politica di utilizzare
un nuovo approccio per ridurre il consumo che
sostituisca la strategia di criminalizzazione delle droghe e
l'arresto dei consumatori, che sono le vittime e l’anello
più debole della catena.
Infine la repressione dei traffici, rimanda all’atavico
problema dell’offerta di sostanze stupefacenti e alle
distorsioni provocate sull’economia dal riciclaggio del
denaro sporco. Quest'attività, è considerata una delle
principali fonti di entrate di tutte le organizzazioni
criminali, definite di "stampo mafioso".

3.2 La prevenzione al consumo

La droga non si combatte solo con provvedimenti di


ordine sanitario e giudiziario, ma anche instaurando
nuove relazioni umane, ricche di valori spirituali ed
affettivi.

106
La tossicodipendenza è passata nello spazio di qualche
decennio da una diffusione relativamente ristretta, a un
fenomeno di massa, che tocca innanzitutto gli adolescenti
e i giovani, divenendo per loro un aspetto ordinario della
loro vita.
Infatti, un gran numero di quanti fanno uso di droga è
costituito da giovani, e l’età di approccio al problema si
abbassa sempre più.
Per questo motivo la preoccupazione va innanzitutto ai
giovani perché sono le prime vittime di questa
“dipendenza chimica”. Sono i soggetti più vulnerabili ad
incorrere in questo grave “errore di valutazione”, così
definito da Philip K. Dick67 che diceva: “l'abuso della
droga non è una malattia, ma una decisione, come
quella di andare incontro ad una macchina che si
muove. Questo non si chiama malattia, ma un errore di
valutazione. Quando un certo errore comincia a essere
commesso da un bel po' di persone, allora diviene un
errore sociale, uno stile di vita. E in questo particolare
stile di vita il motto è: "Sii felice oggi perché domani
morirai"; ma s'incomincia a morire ben presto e la
felicità è solo un ricordo”.

67 Philip Kindred Dick (1928 – 1982), scrittore statunitense.

107
E’ compito delle istituzioni pubbliche impegnarsi in una
politica seria, volta a riparare situazioni di disagio
personale e sociale, tra le quali emergono la crisi della
famiglia, principio e fondamento della società umana, la
disoccupazione giovanile, la casa, i servizi socio-sanitari,
il sistema scolastico.
Lo Stato ha per compito di vegliare al benessere dei
cittadini. L’aiuto dello Stato ai cittadini deve rispondere
al principio dell’equità e della sussidiarietà: cioè deve
innanzitutto proteggere, fosse anche contro se stesso, il
più debole e povero della società. Non ha dunque il diritto
di dimettersi dal suo dovere di tutela di fronte a coloro
che ancora non hanno avuto accesso alla maturità e che
sono vittime potenziali della droga.
Si deve partire da un presupposto: sulla base delle nuove
evidenza scientifiche, le sostanze stupefacenti,
prescindendo dai diversi effetti psicoattivi di ciascuna,
sono tutte egualmente dannose e pericolose per la salute
delle persone.
A mio parere deve interessare poco se le sostanze danno
dipendenza fisica o psicologica, ma bisogna partire dal
presupposto che danneggiano, in maniera più o meno
accentuata, l’organismo.
La prevenzione si deve ritenere prioritaria e
fondamentale per la riduzione della domanda di droga. A

108
livello preventivo68, è necessario che una informazione
medica, saggia e precisa sia data in particolare ai giovani,
sottolineando gli effetti devastanti della droga a livello
somatico, intellettuale, psicologico, sociale e morale. Ma
la scuola non deve intervenire con una prevenzione
centrata solo sull’informazione e sulla dissuasione, ma
anche deve lavorare sulle condizioni che favoriscono
l’iniziazione precoce all’alcool e al fumo e affrontare in
modo serio le condotte marginali e contronormative che
si sviluppano prima dei 14 anni.
Bisogna considerare che le campagne informative sui
pericoli derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e
psicotrope, furono istituite in Italia con il Testo Unico n.
309 del 1990.
Le prime quattro si sono svolte dal 1990 al 1993 e hanno
coinvolto anche le scuole, con mostre e pannelli didattici

68 E' stata approvata, sia a Bruxelles dal Consiglio dei 27 Paesi


dell’Unione Europea, sia a Vienna dalla Commissione
stupefacenti dell'ONU, la risoluzione presentata dall'Italia in
tema di lotta alla droga, sia sul fronte della prevenzione sia su
quello del recupero totale delle persone tossicodipendenti.
La risoluzione è un risultato importante, perché riporta e
valorizza come punti fondamentali centrali dell'intervento sulle
tossicodipendenze i concetti di riabilitazione, reinserimento
sociale-lavorativo e il recupero totale della persona. Con questa
risoluzione, tutti gli Stati hanno concordato che questa deve
essere la strategia prioritaria nell'approccio alle
tossicodipendenze.

109
esposti negli istituti di tutta Italia. Si ricorda di questi
anni il tono forte dei contenuti: lo slogan più famoso è
forse “Se ti droghi, ti spegni”, accompagnato dai ragazzi
con gli occhi bianchi.
La prima aveva avuto invece un atteggiamento più
propositivo: “La vita, ragazzi, non bruciatela con la
droga”, e lo stesso tono si afferma con il “claim” della
terza campagna: “Uscire dalla droga, se vuoi. Insieme
possiamo”, con ragazzi vestiti di bianco che corrono sulla
spiaggia.
Nella campagna successiva è stata la volta di: “No alla
droga, questa è la lezione”, sotto il Governo Amato.
Nel 1994 si è svolta la quinta campagna, gli spot erano
rivolti più direttamente alle famiglie e al ruolo dei
genitori come primi educatori.
L’attività del Dipartimento Affari Sociali, è proseguita nel
1995 e nel 1996 con altre campagne e si è interrotta per
un solo anno (1997) durante il quale si è svolta la II
conferenza nazionale sulla droga a Napoli.
Il 1998 e il 1999 sono stati gli anni delle prime tre
campagne rivolte soprattutto all’uso delle nuove droghe
sintetiche.
La settima ebbe come slogan “Fatti furbo, non farti male”
e rappresentò una svolta sia nel linguaggio che nelle
attività. Oltre a concentrarsi su un tipo specifico di

110
consumi, la campagna tentò di dialogare con i giovani e
gli adolescenti, immettendo anche esplicite azioni di
“riduzione del danno” nelle discoteche.
Lo slogan della campagna successiva (l’ottava’99-‘00) era
“Io non calo la mia vita”.
La nona campagna - articolata intorno allo slogan “Il vero
sballo è dire No” - ne rappresenta la continuazione ideale
e si è conclusa alla fine del 2001 dopo aver realizzato un
grandissimo numero di iniziative locali e nazionali a cui
hanno partecipato anche diverse organizzazioni del non
profit.
Oltre queste campagne, è fondamentale che la
prevenzione sia il più precoce possibile, attivando
interventi specifici fin dalle scuole elementari.
Mons. Ersilio Tonini diceva che “per prevenire bisogna
prendere sul serio il problema educativo. Troppi sono
convinti che un ragazzo cresca solo dandogli da
mangiare o delle cose. Niente di più sbagliato. Solo una
formazione equilibrata salva dallo squilibrio, dalla
rottura della personalità. E in questa formazione anche
la mente richiede la sua parte e cioè forti convincimenti.
Oggi abbiamo una cultura secondo la quale niente c'è di
certo e pertanto io sono libero e padrone di me, le mie
scelte trasgressive sono espressione della mia libertà e
della mia piena umanità. Sui fondamenti di questa

111
cultura si costruisce poco. Diverso è quando la persona
avverte che c'è una verità.
Tu sei stato preceduto nell'essere, l'essere è un dono: è da
questo convincimento che parte la salvezza, la creazione
di una tensione morale.
E nel bambino di sei anni che bi sogna creare la tensione
morale che poi si svilupperà insieme alla crescita fisica e
psicologica del soggetto.
Cosa vuole dire tensione morale? Tendere a fare
qualcosa di buono della propria vita.
L'educazione deve essere in grado di comunicare al
ragazzo i valori autentici: ciò che lo fa prezioso, ciò che
lo fa migliore, ciò che lo arricchisce”.
Oltre questo, servono azioni nei luoghi di incontro
giovanili con operatori di strada formati.
Sul lato della domanda si deve partire però sempre dal
presupposto che non è lecito drogarsi e che non esiste un
diritto a consumare droga, neppure occasionalmente, ma
senza criminalizzare il consumo.

3.3 La riduzione dei danni

Della riduzione del danno correlato all’abuso di droga, ho


parlato nel capitolo precedente, qui mi preme
sottolineare che la riduzione del danno, è una strategia

112
d’intervento, nata per arginare il propagarsi di malattie
infettive tra i consumatori di sostanze illecite per via
endovenosa.
Si basa, fondamentalmente, su due pratiche: in primo
luogo, la distribuzione di materiale sterile gratuito ai
tossicodipendenti, incentivando la restituzione, da parte
di questi.
In secondo luogo, sulla promozione della prevenzione,
mediante il passaggio di informazioni attraverso i diretti
interessati.
Sua caratteristica peculiare, è il focus sui danni causati
dall’uso di sostanze stupefacenti e sulle persone che
continuano ad usare droghe, piuttosto che sulla
prevenzione dall’uso.
E’ basata sull’accettazione del fatto che molte persone nel
mondo continuano a fare uso di sostanze psicoattive.
La riduzione del danno riconosce che molti
tossicodipendenti non sono in grado o non vogliono
smettere di usare droghe in un determinato momento.
E’ necessario quindi offrire alle persone che usano droga
altre possibilità che li aiutino a minimizzare i rischi che
derivano dalla prosecuzione dell’uso di sostanze, come
fare del male a se stessi o ad altri.
E’ quindi essenziale che siano disponibili informazioni
sulla riduzione del danno, sui servizi, e sugli altri

113
interventi esistenti, per aiutare questa tipologia di
persone a proteggere se stesse e a rimanere nel migliore
stato di salute possibile.
Lasciare che le persone soffrano o muoiano di cause
prevenibili, non è un’opzione possibile e accettabile nel
ventesimo secolo.

3.4 Il recupero del tossicodipendente

Non va dimenticato che la tossicodipendenza non è una


scelta, ma una malattia che si basa fondamentalmente
sull’annullamento della volontà del soggetto, mediante
precisi meccanismi neuropsicologici legati direttamente
all’effetto delle sostanze e alle caratteristiche di
vulnerabilità individuali ed ambientali della persona
malata.
Se così è, risulta chiaro che queste persone vanno aiutate
a ritrovare il loro stato fisiologico di piena autonomia,
libertà e responsabilità decisionale e, conseguentemente,
di controllo volontario dei comportamenti e delle loro
scelte di vita.
Mi piace dire che spesso è un errore di valutazione.
Fondamentale è, quindi, il recupero del
tossicodipendente.

114
La persona tossicodipendente ha bisogno di essere
accompagnata all’interno di un percorso, che parte dal
raggiungimento della consapevolezza di avere un
problema e quindi dall’attivazione di una motivazione al
cambiamento, e giunge fino al reinserimento socio-
lavorativo attraverso una presa in carico totale della
persona in un percorso comunitario. Inoltre, parte
integrante della riabilitazione è la prevenzione al rischio
di ricadute attraverso una serie d’interventi ritenuti
fondamentali non soltanto nella fase di reinserimento,
ma anche nella fase successiva in cui la persona tenta di
mantenere una stabilità relazionale e socio-lavorativa.
La droga è un nemico troppo potente per il
raggiungimento e la conservazione del benessere
individuale.
Il tossicodipendente, per quanto cronicizzato, non può
essere abbandonato alla sua condizione di disagio e di
malattia e deve essere sempre considerato recuperabile
alla vita. Chi fa uso di droga, non è in grado di gestirsi, e
può recare danni a se stesso e agli altri vicini. L'eroina, in
particolare, porta con sé il fantasma della disperazione,
autodistruzione e morte, che prende corpo in un circolo
progressivamente vizioso fatto di reati, carcere,
prostituzione, overdose e Aids.

115
I genitori di un figlio tossicodipendente, devono essere
lucidi e non devono disperare mai e devono mantenere il
dialogo tra loro e con lui, prodigargli affetto e favorire i
suoi contatti con strutture che lo possono prendere in
carico, anche se solo l'impegno personale dell'individuo,
la sua volontà di rinascita e la sua capacità di riprendersi,
possono assicurare il ritorno alla normalità dal mondo
allucinante dei narcotici.
Accedere ad un buon trattamento è importante per le
persone con problemi correlati all’uso di droga,
soprattutto per risolvere i motivi che sono alla base
dell’abuso di queste sostanze.
Se si vuole aiutare un tossicodipendente ad uscire dalla
droga bisogna affidarsi solo a persone esperte che ne
conoscono il comportamento da porre in essere durante
le fasi terribili della crisi di astinenza, che possono
supportarlo nella disintossicazione dalla sostanza
stupefacente e supportarlo nella fase formativa verso una
vita libera dalle dipendenze.
Per questo sono necessari e imperativi da parte dello
Stato e delle istituzioni locali, anche gli aiuti sociali delle
famiglie e delle comunità terapeutiche.

116
3.5 La depenalizzazione del consumo: il caso
del Portogallo

Sono passati 12 anni, dall’approvazione della legge che ha


depenalizzato il consumo e il possesso di droghe illegali
in Portogallo.
L’esperimento portoghese è stato uno dei più importanti
esperimenti legislativi al mondo in materia, che ha reso il
Portogallo il paese più liberale in Europa sul fronte delle
droghe.
Ha prodotto risultati molto incoraggianti: l’uso delle
droghe è diminuito tra i giovani, l’epidemia di AIDS tra i
consumatori è stata fermata, c’è stata una diminuzione
della delinquenza legata al traffico di droga e sono
aumentati i sequestri di sostanze.
La legge parte dal presupposto che “i consumatori di
droghe non sono criminali ma malati”, e che la materia
avrebbe dovuto essere competenza del ministero della
Salute e non più di quello della Giustizia.
I consumatori di droga non sono dei criminali e non
devono essere trattati come criminali.
Fu così approvata la legge 30/2000, che ha depenalizzato
l’uso di tutte le droghe illecite e ha fissato, attraverso una
tabella, il loro possesso. Le sostanze elencate nella tabella
restano ancora illegali, ma le persone trovate in possesso

117
non sono più arrestate, bensì inviate davanti a una
commissione formata da un giurista, uno psicologo e un
medico, chiamata “Commissione di avvertimento sulle
tossicodipendenze”, che valuta il percorso
dell’utilizzatore, il suo livello di consumo della sostanza e
propone un sostegno psicologico o l’opportunità di
accettare un trattamento di recupero finanziato dallo
Stato.
Il consumatore non ha l’obbligo di seguire queste
indicazioni ma deve evitare di essere inviato nuovamente
di fronte alla commissione nell’arco di sei mesi.
In caso contrario è punito penalmente con una multa,
variabile da 5000 pesetas (25 euro) fino al livello del
salario minimo nazionale.
Il Portogallo tratta quindi la questione come un problema
medico, piuttosto che come un problema penale: lo Stato
portoghese ha deciso, infatti, di puntare sulla cura dei
tossicodipendenti piuttosto che sulla loro
criminalizzazione.
In Italia non è reato penale utilizzare droghe, come
risulta chiaramente dalla legge specifica in materia, e che
nessuno è mai stato perseguito penalmente per il
consumo personale, ma esclusivamente per traffico,
spaccio o condotte ad esso collegate o coltivazione. A chi
fa uso personale di droga viene esclusivamente erogata

118
una sanzione amministrativa con ritiro della patente, del
passaporto e del porto d'armi.
L'assuntore trovato in possesso di sostanze stupefacenti
potrà essere sottoposto ad una o più delle seguenti
sanzioni amministrative:
 a) sospensione della patente di guida, del
certificato di abilitazione professionale per la guida di
motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di
ciclomotori o divieto di conseguirli;
 b) sospensione della licenza di porto d'armi o
divieto di conseguirla;
 c) sospensione del passaporto e di ogni altro
documento equipollente o divieto di conseguirli;
 d) sospensione del permesso di soggiorno per
motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino
extracomunitario.
In Italia costituisce reato la produzione (intesa come
coltivazione, produzione e fabbricazione, estrazione,
raccolta e raffinazione) di determinate sostanze
stupefacenti, se effettuata al di fuori dei casi
espressamente autorizzati dalla legge.
Il medesimo reato è commesso da chi, non autorizzato,
traffichi in sostanze stupefacenti, distribuendo,
commerciando, trasportando, procurando ad altri,

119
inviando, passando o spedendo in transito sostanze
stupefacenti.
A mio parere deve essere quindi mantenuta la
distinzione tra sanzione amministrativa per detenzione
finalizzata all’uso personale e sanzione penale per
detenzione finalizzata allo spaccio. In più sarebbe
interessante valutare una progressività di interventi
amministrativi per favorire e far emergere la dimensione
educativa del provvedimento.
La finalità ultima dell’intervento sanzionatorio, sia esso
amministrativo o penale, dovrà in ogni caso essere il
recupero della persona prevedendo la possibilità del
suo inserimento in un programma di recupero.
Trattare la droga come una “questione sanitaria” vuol
dire utilizzare un nuovo approccio per ridurre il consumo
che sostituisca la strategia di criminalizzazione delle
droghe e l'arresto dei consumatori.
Muovendosi verso una prospettiva che dia prevalenza alla
salute pubblica piuttosto che alla sicurezza, si
privilegiano prevenzione e trattamenti.
Depenalizzazione è l’unico modo per ridurre il
preoccupante numero di detenuti per delitti minori
relazionati con il consumo di stupefacenti, ma non vuol
dire legalizzazione.

120
Se non si va verso la depenalizzazione, ritengo sia invece
preferibile che i detenuti tossicodipendenti, spesso
condannati per spaccio di lieve entità, scontino la pena
fuori dal carcere, nelle Comunità di recupero, per porre in
essere ogni sforzo concreto necessario ad aiutarli ad
uscire definitivamente dal tragico tunnel della droga e,
quindi, a non tornare a delinquere.
I detenuti tossicodipendenti sono persone che
commettono reati in relazione allo stato di malattia e
quindi hanno bisogno di cure, piuttosto che di reclusione.

3.6 Il contrasto al traffico illecito di sostanze


stupefacenti

Il traffico di sostanze stupefacenti, è un reato di carattere


transnazionale con organizzazioni criminali che
controllano la produzione, lo stoccaggio, la spedizione e la
distribuzione, favorite in questi passaggi anche da una
grande differenza di legislazione tra i Paesi.
Il reato nella normativa italiana è commesso da chi, non
autorizzato, “traffichi” in sostanze stupefacenti,
distribuendo, commerciando, trasportando, procurando
ad altri, inviando, passando o spedendo in transito
sostanze stupefacenti.
In generale, in Italia per il reato di vendita e traffico è

121
prevista la reclusione, oltre alla multa da euro 26.000 ad
euro 260.000 (pena soggetta a variazioni al ricorrere di
particolari circostanze o condizioni espressamente
previste).
Sul lato dell’offerta s’impone quindi la necessità di
seguire un piano di leale cooperazione regionale,
nazionale, continentale e mondiale, perché i mezzi che si
usano per combattere il traffico dei narcotici abbiano la
dovuta efficacia.
Lottare contro l’offerta illecita, vuol dire che le attività
criminali della produzione e del traffico della droga siano
combattute direttamente e, alla fine, frenate.
Sul lato dell’offerta distruggere qualche piantagione da
qualche parte del mondo non frenerà l’offerta, in quanto
quella piantagione sarà sostituita da un’altra in un’altra
parte del globo.
La questione reale è la lotta contro l’ingerenza della
criminalità organizzata nell’offerta e l’alta redditività del
traffico illecito.
E' quindi un dovere fare in modo, con permanenti azioni
di contrasto, che le organizzazioni criminali siano
perseguite costantemente sia nelle fasi di produzione e
traffico, sia nelle fasi dello spaccio ed infine nel
riciclaggio dei proventi del traffico illecito.

122
La transnazionalità del fenomeno crea l’ulteriore
questione di riuscire a coordinare il lavoro delle
istituzioni nazionali, e delle relative norme legislative,
con quelli esteri e internazionali.
L’unica possibile risposta per contrastare efficacemente il
traffico illecito di sostanze stupefacenti, è che gli Stati e le
Organizzazioni internazionali siano consapevoli della
sfida posta loro e partecipino insieme e attivamente alla
lotta.

3.7 La battaglia si può ancora vincere

In molti Stati, come il nostro, la droga è vista come un


problema marginale da affrontare secondariamente,
come se l’abuso di sostanze stupefacenti e psicotrope,
fosse un vizio e non una grave forma di dipendenza.
Educare, prevenire, curare. Non incarcerare.
Per le tossicodipendenze non servono né il carcere né i
ricoveri coatti. Alla tolleranza zero, bisogna opporre una
strategia dell’accoglienza sociale per la persona e le
famiglie che vivono il dramma della droga, a partire dalla
depenalizzazione delle condotte legate al consumo.
Occorre un reale contrasto dei traffici e la tolleranza zero
verso i trafficanti.

123
Vanno sostenuti quanti, con approcci culturali e
metodologie differenti, da anni sono impegnati a
costruire percorsi personalizzati e perciò efficaci di
prevenzione, cura e riabilitazione considerando le
strategie di riduzione del danno come parte integrante
della rete dei servizi.
Per vincere questa battaglia serve determinazione politica
per portare avanti reali azioni di prevenzione, di recupero
e di riduzione dei danni correlati all’abuso di droga e
cooperazione internazionale per le azioni di lotta al
traffico e al riciclaggio.
Associata a queste azioni, deve essere prevista una
normativa di depenalizzazione del possesso di
stupefacenti, nell’ottica della non criminalizzazione del
consumo.
E’ necessario trovare una risposta alla necessità di un
approccio globale, pluridisciplinare e integrato in materia
di lotta alla droga, attraverso una legge quadro che
risponda a tre requisiti: riduzione della domanda,
riduzione dell’offerta, azione contro il traffico illecito.
Tutto questo deve essere sostenuto con passione,
convinzione e amore dall’intera comunità, solo lavorando
insieme si possono creare società più sane e sicure dove
far vivere e crescere i nostri figli.

124
Concludo citando quanto ha dichiarato Yury Fedotov
nella prefazione dell’ultimo World Drug Report del 2013:
“Illicit drugs continue to jeopardize the health and
welfare of people throughout the world. They represent
a clear threat to the stability and security of entire
regions and to economic and social development. In so
many ways, illicit drugs, crime and development are
bound to each other. Drug dependence is often
exacerbated by low social and economic development,
and drug trafficking, along with many other forms of
transnational organized crime, undermines human
development. We must break this destructive cycle in
order to protect the right of people to a healthy way of
life and to promote sustainable economic growth and
greater security and stability”.

Ps dimenticavo: No alla droga, abbiamo imparato la


lezione?

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