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Lalfabeto
How much can be concluded about this writing, while we are yet unable to
connect it with signs of known values?
1. It is a definite system, and not merely a scribbling made in ignorant imitation of
Egyptian wring by men who knew no better. The repetition of the same five signs
in the same order on the figure and on the sphynx from the temple, as well as on
1
La localit fu scoperta nel 1809 da Ulrich Jasper Seetzen, e scavata da Lepsius nel 1845.
Una mappa del sito fu realizzata dal British Ordnance Survey nel 1868-69.
2
La si legga ora in WILLIAM FOXWELL ALBRIGHT, The proto-sinaitic inscriptions and their
decipherment, Cambridge, Harvard University Press (Harvard Theological Studies, XXII),
1966, p. 17, testo 348.
3
Cos Petrie le descrive: A remarkable group of figures was found in the Temple, of a
ruder style than the regular Egyptian figures, and some bearing inscriptions in unknown
characters [...]. The general form is a usual type of Egyptian figure, but the style is very
clumsy, and the head rises up in too cilyndrical a shape (W. M. FLINDERS PETRIE,
Researches in Sinai, with chapters by C. T. Currelly, New York, Dutton, 1906, p. 129).
2
three of the tablets over the mines a mile and a half distant, show that mere fancy
is not the source of this writing.
2. Il is always associated with work of a style different to all the usual Egyptian
work here, a peculiar local style which was not followed by any one trained in
Egyptian methods.
3. The direction of writing was from left to right, contrary to later semitic and most
Egyptian writing.
4. It is used about the XVIIIth dinasty. The only indication of date that I could find
at the mine, L, was a bit of buff pottery with the red and black stripe which we
know to be characteristic of the time of Tahutmes III, and perhaps rather earlier,
but not later. [...]
I am disposed to see in this one of the many alphabets which were in use in the
Mediterranean lands long before the fixed alphabet selected by the Phoenicians.
[...] Some of the workmen employed by the Egyptians, probably the Aaamu or
Retennu Syrians who are often named had this system of linear signs which we
have found; they naturally mixed many hierogliphs with it, borrowed from their
masters. And here we have the result, at a date some five centuries before the
oldest Phoenician writing thas is known. [...] Common Syrian workmen, who
could not command the skill of an Egyptian sculptor, were familiar with writing at
1500 B. C., and this a writing independent of hierogliphics and cuneiform. It
finally disproves the hypothesis that the Israelites who came through this region
into Egypt and passed back again, could not have used writing.1
3
sia le molte iscrizioni protocananee scavate in quegli anni in Siria e
Palestina. Albright elenca 27 lettere, e ne identifica 23. Pubblica inoltre,
traslittera e traduce 27 iscrizioni, due delle quali scoperte nel 1960 da
Georg Gerster a Wdi Nab.
Questa la tabella proposta dallAlbright:
4
Despite some readings which are indisputably correct, it would be premature to
state that the Proto-Sinaitic inscriptions have been satisfactorly deciphered.
However, these texts include quite a large number of pictographs which were
definitely identified as the original forms of the Phoenician letters. Thus the main
importance of this discovery is the contribution which these inscriptions make to
the origin and the early history of the alphabet.1
1
JOSEPH NAVEH, Early History of the alphabet. An introduction to west semitic epigraphy
and palaeography, Jerusalem, The Magnes Press, The Hebrew University, Leiden, Brill,
1982, p. 24. Ancora pi drastico il giudizio del Garbini: il tentativo di decifrazione
generale compiuto da W. F. Albright generalmente respinto, tranne che dai suoi allievi.
Attualmente sono soltanto una dozzina i segni che possono ritenersi ragionevolmente
decifrati, mentre poco probabile che le iscrizioni note contengano tutti i segni alfabetici
della scrittura protosinaitica (p. 68).
2
Per uno studio particolareggiato di tutte le iscrizioni, si veda oggi Sass, pp. 14-50.
5
nome della dea Hator, tr; i due segni mry, significano amato da;
6
Le iscrizioni di Wadi el-Hol
1
J. C. Darnell, Theban Desert Road Survey in the Egyptian Western Desert 1, Gebel Tjauti
Rock-Inscriptions 1-45 and Wadi el-Hol Rock Inscriptions 1-45, OIP 119 (Chicago:
Oriental Institute Press, 2002).
7
di quelle di Serabit. Lopinione oggi prevalente che essendo le iscrizioni
ieratiche e geroglifiche dello stesso sito ascrivibili al tardo Medio Regno
(XVIII sec.), anche le due iscrizioni alfabetiche siano da collocare nello
stesso periodo, e che quindi siano leggermente posteriori a quelle di Serabit.
8
6. Una piccola tavola di bronzo con 22 righe da una parte e 19 dallaltra
7. Una piccola spatula di bronzo scritta da una parte con tre righe
8. Una piccola spatula di bronzo con quattro righe da una parte e tre
dallaltra
9. Una grande spatula di bronzo con 5 righe da una parte e quattro dallaltra
10. Una spatula di bronzo con quattro righe da una parte e tre dallaltra
9
Unulteriore lastra di pietra, sempre da Byblos, con linizio di tre
righe di testo, in una cornice rettangolare, pur appartenendo allambito della
scrittura pseudogeroglifica, ha particolari affinit con lalfabeto fenicio,
tanto che Grimme ha potuto leggervi allinizio della seconda seconda riga le
parole: b-gbl, in Gebal, e rb, padrone.
Commenta Driver:
The signs in the inscriptions on all the objects just described are clearly not
numerous enough for a pictographic or even for a syllabic script, but they are
equally clearly too numerous for an alphabet; in appearance most of them are
pseudo-hieroglyphic but some of them strongly recall various forms of the
Phoenician letters. In other E collocabile tra between the Egyptian hieroglyphic
script and the Phoenician alphabet, possibly an elaborated alphabet combined with
a certain number of signs having determinatives values. At the same time, their
script on the one hand shows no affinity to that of the Sinaitic inscriptions, and the
two systems must probably be regarded as parallel developments; on the other
hand many of the signs resemble those of the epigraphs found at Lachish, which
may be due to borrowing on the one side or the other, or perhaps rather to common
influences.1
1
Driver, p. 93-94.
10
Alcune iscrizioni, forse le pi antiche si sottraggono ancora ad ogni
tentativo di interpretazione.
1
Sullargomento si veda la voce di John B. Hennessy in Anchor, vol. II, con aggiornata
bibliografia.
2
Ciottoli incisi in epoca assai antica, con disegni regolari, sono stati trovati anche a Sidone:
ma si tratta probabilmente di pezzi appartenenti a qualche tipo di gioco. Cfr. Driver, p. 91.
3
p. 10.
11
12. Ostrakon di Beth Shemesh (XII-XI sec.)
12
che rappresenta un uomo con le mani alzate. Il segno separatore di parola,
una specie di puntino, il pi antico di cui ci sia testimonianza.
13
quindi sarebbe posteriore alle iscrizioni del Sinai. Sass la legge invece b d r
k d r sottolineando per che questa solo una delle molte alterrnative.
Si noti che la prima lettera, frammentaria, pu essere interpretata in molti
modi; la seconda pu essere alef o dalet; la terza e lottava sono certamente
res; la quarta potrebbe essere il palmo di una mano con un solo dito, che
Albright legge appunto ; le due lettere che Albright legge mem sono viste
dal Sass come il segno dellarco composto, tann in semitico, presente anche
nelle scritture protosinaitiche. Questo segno shin/ vale nel XV secolo,
secondo lAlbright, t oppure . In seguito assunse nel sud-cananeo il valore
.
14
Lanello doro di Megiddo, trovato nel 1931 in una tomba, e databile
circa 1350-1250, di difficile interpretazione. Driver lo accosta ai testi
dellantica Byblos, ai cocci di Beth-Shemesh, e alliscrizione di Ahiram, ma
conclude affermando che the suggested interpretations of the text on these
lines make no sense.1 Sass lo considera addirittura una pseudo-iscrizione.2
Recentemente un tentativo dinterpretazione stato elaborato da Gordon
Hamilton.3
1
Driver, p, 102.
2
The form of one of the signs is identical to the Proto-Canaanite vertical shin, [...] but
since the rest of the signs cannot be identified, there is no way of knowing whether this
resemblance is accidental or not. For this reason, I prefer to regard these signs as a pseudo-
inscription (p. 101).
3
Near Eastern Archaeology", 2002, p. 38b. Si veda anche, dello stesso autore, The origins
of the West semitic Alphabet in Egyptians Scripts, 2006 e Giovanni Garbini, Introduzione
allepigrafia semitica, 2006, p. 63 e Colless, Abr-Nahrain, 1996-97, 45-46; 1998, 33, 46.
4
Le prime tre frecce sono ira in tre diversi musei, a Gerusalemme e ad Amman; le altre due
soni in collezioni private.
15
Lostrakon di Beth Shemesh un coccio probabilmente dellinizio
del secolo XII, con una scritta a inchiostro nero gi molto sbiadita allepoca
del ritrovamento, nel 1930, e ora quasi del tutto scomparsa. La lettura del
testo presenta particolari difficolt.
Il retto presenta due colonne: n n / g m n. Si tratta
probabilmente di due nomi di persona, annun e Guman.
Nel verso la prima colonna, a destra (ma lordine delle colonne non
chiaro) va certamente letta: l . Le altre lettere sono di fatto
illeggibili, tranne lalef allinizio della seconda colonna. Come ha scritto
Sass, All agree on the identification of the letters and the reading of the
shorter text (the recto). As to the reading of the text on the verso, in contrast,
the number of different readings approximates the number of readers1
1
Sass, p. 64
16
identificabile con lantica citt di Ebenezer, citata dalla Bibbia. Questo
coccio, composto da due frammenti, contiene circa 80 lettere su cinque
righe. La forma delle lettere intermedia tra i tipi pi antichi di proto-
Cananeo e la scrittura lineare ebraica che si affermer in seguito. Tutte le
lettere sono leggibili abbastanza chiaramente, ma il loro insieme non d
alcun senso. Lipotesi pi plausibile che si tratti di un esercizio di scrittura
da parte di una persona semi-letterata, che tentava di scrivere un abecedario,
e che poi si stanc e si mise a scrivere delle lettere a caso, in forma piuttosto
rozza. Proprio in questo sta limportanza di questo coccio dallaspetto
modesto: esso indica che in unepoca assai remota, in pieno periodo dei
Giudici, poco dopo Mos e due secoli prima della Monarchia, in uno
sperduto villaggio della Palestina qualcuno stava cercando di imparare a
scrivere. Gli Ebrei arrivarono relativamente tardi alla scrittura, dopo altri
popoli che abitavano la mezzaluna fertile. Ma la Bibbia ci dice che allepoca
di Mos essi gi la conoscevano. Lostrakon di Izbet Sartah non cos
antico, ma comunque una testimonianza preziosa sullesistenza di una
cultura letteraria ebraica molto prima di Saul.
17
Nord: Ugaritico, Fenicio e Punico, Ebraico, Moabita, Edomita, Aramaico,
Nabateo, Palmireno, Samaritano, Siriaco
Est: Akkadico e derivati
Sud: Sabeo, Arabo, Etiopico (Gheez e Amharico)
Lalfabeto fenicio
18
La scrittura fenicia deriva direttamente dalla scrittura proto-Cananea,
e comincia intorno al 1050. Si scrive da destra a sinistra, sempre
orizzontalmente. Ha 22 lettere.
I Fenici scrivevano soprattutto su papiro, che importavano
dallEgitto. Ma nel clima freddo e umido del Libano il papiro non si
conservato. Per questa ragione ci rimasto pochissimo della letteratura
fenicia: solo una dozzina di testi, tutti epigrafici, chiaramente leggibili, ma
non particolarmente significativi. Possiamo per ricostruire la religione e la
cultura dei fenici grazie ai testi di Ugarit, giuntici in gran numero perch
scritti su tavolette di argilla. La cultura fenicia e la cultura ugaritica hanno
infatti molte affinit, appartenendo entrambe al mondo cananeo.
Dal Fenicio derivano il punico e il neo-punico, che sono
sostanzialmente identici.
Iscrizioni fenicie cono state trovate ovunque nel Mediterraneo, anche
in Sicilia e in Sardegna (liscrizione di Nora, in sardegna, dellXI secolo).
Col tempo si perde anche luso di dividere le parole, che
mantengono invece ebrei (col punto) e aramaico (con la spazio).
Le ultime iscrizioni neopuniche sono intorno al 200 d. C. Poi la
scrittura cessa totalmente di esistere.
Le iscrizioni pi importanti
19
Iscrizione di Elibaal su una statua di Osorkon I (c. 924-895)
Sul busto della statua ci sono due iscrizioni incise: il prenome di Osorkon
(Sekhemkheperre-setepenre) con un cartiglio e un dedica fenicia:
Statua che Elibaal, re di Byblos, figlio di Yehimilk, [re di Biblo], fece [per]
Baalat-Gebel, sua signora. Possa Baalat-[Gebel] prolungare [i giorni di]
Elibaal e i suoi anni su [Byblos].
20
Iscrizione sul sarcofago di Ahiram, circa 1000
21
Sulla statua di Sheshonq I, trovata nel 1894, Il testo fenicio afferma
esplicitamente che il dono per il tempio di Baalat Gebel stato portato
dallEgitto dal re Abibaal in persona. Possiamo avere cosi una possibile
sequenza di sovrani:
Per inciso Abibaal re di Biblo non va confuso con Abibaal re di Tiro padre
di Hiram I, secondo Giuseppe Flavio.
22
Pho/S.I. (South Gathe, separate inscriptions)1
Questa iscrizione sul fianco di uno dei due leoni (Phu /A IV, Portal
lion) precisamente quello allinizio della porta nord, il meglio conservato.
Diamo la sua traduzione in inglese:
Ugarit
1
HALET AMBEL, Corpus of Hierogliphic Luwian inscriptions, vol. II, Karatepe-Aslanta,
Berlin, New York, Walter de Gruyter, 1998.
2
Ibid., p. 55.
23
francesi, e a capo del servizio antichit era un noto orientalista, Charles
Virolleaud, che ispezion il luogo, raccolse alcuni cocci tralasciati dal
contadino, fece dei disegni, e mand il tutto a Ren Dussaud, conservatore
del dipartimento orientale del Louvre. Dussaud, ottimo conoscitore della
Siria, aveva gi il sospetto che Minet el-Beida corrispondesse al Leukos
Limn descritto dai geografi greci, un centro commerciale e un crocevia di
culture di grandissima importanza. Il ritrovamento conferm il suo sospetto.
Dussaud convinse lAcadmie des Inscriptions a organizzare una
spedizione, e nella primavera del 1929 gli scavi poterono iniziare. Capo
della spedizione fu nominato un giovane archeologo di Strasburgo, Claude
Schaeffer, che messosi al lavoro, subito riport alla luce i resti di unantica
necropoli, con un gran numero di oggetti, anche preziosi. In seguito
Schaeffer spost gli scavi di circa un chilometro verso linterno, su una
collina che sorgeva isolata tra due fiumiciattoli, e che faceva pensare ai Tell
mesopotamici. La localit era detta Ras Shamra. Si scopr subito che Minet
el-Beida era in realt la necropoli di una citt vasta e importante, dalla
lunghissima storia, che si trovava proprio sotto il Tell di Ras Shamra. Sul
pendio che guardava verso la baia, Schaeffer scopr i resti di un grande
edificio che era stato distrutto dal fuoco, e numerosi oggetti, tra cui statue
egizie, che permettevano di datare il ritrovamento al periodo in cui la Siria
era stata dominata dai Faraoni. Lungo il lato orientale di questo edificio, il
14 maggio, furono trovati parecchie stanzette, una delle quali, una
biblioteca, conteneva decine di tavolette dargilla. In quella prima stagione
di scavi le tavolette ritrovate furono circa 50; negli anni successivi il numero
crebbe notevolmente sino al 1953, quando lo stesso Schaeffer, scavando il
Palazzo reale, trov gli archivi principali della citt. Virolleaud esamin
subito le tavolette, che si rivelarono simili a quelle di Tell el-Amarna: scritte
in akkadico, si riferivano prevalentemente alle relazioni diplomatiche della
citt con i grandi Imperi che la circondavano, ma contenevano anche testi
lessicali, religiosi, legali, pi o meno come le altre biblioteche coeve di
Assiria e Babilonia. La maggior parte delle tavolette, scritte in cuneiforme e
simili alle altre tavolette akkadiche, si rivelava tuttavia illeggibile, scritta in
una lingua del tutto ignota, e con un sistema di segni formalmente
cuneiforme, ma profondamente diverso nella struttura dalle altre scritture
mesopotamiche. Virolleaud cap subito che la scrittura non impiegava pi di
trenta segni: si era dunque alla presenza di un vero e proprio alfabeto. La
scoperta era sensazionale: si pensava sino a quel momento che lalfabeto
fosse stato inventato dai fenici, agli inizi del primo millennio, e le scoperte
di Petrie nel Sinai non avevano modificato questa certezza. Ora si trovava
un alfabeto cuneiforme, circa tre-quattro secoli pi antico dei pi antichi
alfabeti conosciuti: dunque lalfabeto era stato inventato dagli scribi di Ras
Shamra. In seguito si sarebbero scoperte in Siria e in Palestina altre scritture
alfabetiche, ancora pi antiche: lalfabeto non fu quindi inventato a Ras
Shamra, ma era gi diffuso in una zona relativamente ampia, tra le
popolazione che con termine generico si definiscono cananee, intorno alla
24
met del secondo millennio. Nel 1929, di fronte a quelle tavolette
misteriose, ci si preoccup soprattutto di riuscire a leggerle: cosa
apparentemente non facile, perch lingua e scrittura erano entrambe
sconosciute. Scheaffer e Virolleaud non si preoccuparono di tenere per s le
scoperte. Gi nel 1929 una precisa riproduzione dei testi fu pubblicata sulla
rivista Syria, e messa disposizione degli studiosi. Il lavoro di decifrazione
fu singolarmente facilitato da un altro ritrovamento di Schaeffer. Proprio ai
piedi della scala che portava alla biblioteca era stato rinvenuto un gruppo di
ben 74 tra armi e utensili di bronzo. Cinque asce attirarono subito
lattenzione degli studiosi, perch su esse erano ben visibili delle scritte
cuneiformi, che avevano tutta laria di appartenere alla stessa lingua delle
tavolette. Sulle cinque asce ricorrevano spesso i medesimi segni. Sin dal
primo articolo su Syria, Virolleaud fu in grado di avanzare alcune ipotesi
che si rivelarono poi corrette. Innanzi tutto egli stabil che si era alla
presenza di una scrittura alfabetica, e in secondo luogo che le brevit delle
parole, composte in genere da tre o quattro lettere, escludeva che la lingua
fosse di tipo miceneo, greca o cipriota. Quanto alle scritte sulle asce,
Virolleaud cit una punta di freccia trovata a Sidone con uniscrizione
fenicia, in cui si leggeva hets addo, ovvero freccia di Addo. Era
possibile che anche sulle asce fosse presente una scritta di questo tipo: allora
la prima parola, quando era presente, doveva leggersi ascia, e la seconda,
presente su tutte le cinque armi era il nome del proprietario. Si era inoltre
trovata una tavoletta in cui era presente questo secondo nome, preceduto da
un singolo segno, probabilmente una preposizione: un tal caso il confronto
con lAkkadico poteva far pensare di essere alla presenza di una lettera, che
iniziava con la preposizione a e con il nome del destinatario.
Sulla base di questi dati si misero al lavoro tre studiosi: lo stesso
Virolleaud, padre Edouard Dhorme1 dellcole Biblique di Gerusalemme e
Hans Bauer,2 professore di semitico a Halle. I risultati non si fecero
attendere. Bauer ricevette larticolo di Virolleaud il 22 aprile 1930, il 27
aprile era gi riuscito a decifrare quasi interamente la scrittura, e il 28 dava
notizia della sua scoperta a Dussaud; il 15 maggio invi un articolo
preliminare, Das Alphabet von Ras Shamra, al quotidiano Vossische
Zeitung, che lo pubblic il 4 giugno3. Virolleaud lesse una relazione
allAcadmie des Inscriptions il 3 ottobre dello stesso anno, e la pubblic su
Syria lanno successivo. Dhorme pubblic due articoli4 nel 1930 e nel
1931. E di estremo interesse seguire, almeno nelle parti essenziali, i diversi
modi secondo cui i tre decifratori operarono.
1
Dhorme era esperto di crittografia, e durante la prima guerra mondiale aveva lavorato a Salonicco per i servizi
segreti francesi, guadagnandosi anche una medaglia.
2
Hans Bauer (1878-1937) era studioso sia di lingue orientali (cinese e malese), sia di lingue semitiche, e aveva
scritto grammatiche dellebraico e dellaramaico.
3
Un questo articolo Bauer si limitava a indicare i punti principale delle proprie ricerche; il lavoro principale
apparve lo stesso anno con il titolo Entzifferung der Keilinschriften von Ras Shamra, Halle, 1930.
4
E. DHORME, Un nouvel alphabet smitique, Revue Biblique, n. 39, 1930 e Premire traduction des textes
phniciens de Ras Shamra, ibid., n. 40, 1931.
25
Bauer, da linguista e semitista, prefer procedere in modo teorico.
Egli part dal presupposto che nelle lingue semitiche lettere singole possono
essere prefissi, suffissi o parole monosillabiche. Esaminando i molti testi di
Ras Shamra, egli stese un elenco dei segni che si presentavano appunto in
questa forma. Otto segni in particolare si trovavano usati come prefissi:
mentre sei erano usati come suffissi:
e infine quattro erano usati per parole monosillabiche:
. Come si vede benissimo, due segni, sono presenti nelle
tre classi, mentre tutti i sei segni della seconda classe sono presenti anche nella prima.
Esaminando tuttavia le ricorrenze, Bauer calcol che i due segni ricorrevano con
particolare frequenza. Come i lettori di Edgar Allan Poe ricorderanno, purch il testo sia
sufficientemente lungo, molto facile decrittare uno scritto in codice se il crittografo si
limitato a sostituire ogni lettera con un segno diverso, come fanno a volte i bambini per
gioco: in ogni lingua infatti la frequenza con cui ogni lettera ricorre ben determinata, e
basta calcolare le frequenze dei singoli segni per ottenere una chiave di decifrazione. Dalla
conoscenza delle lingue semitiche Bauer poteva affermare che i suoni pi usati nei prefissi
erano aleph, y, m, n, t, b, h, w, k, l; che i suoni pi frequenti nei prefissi erano h, k, m, n, t,
w, y; e che le parole monosillabiche pi usate erano l, m, b, k, w. Collocando queste
ricorrenze in una tabella, si poteva dedurre che i suoni usati con maggior frequenza nelle tre
classi sono w, m; e che i suoni usati con maggior frequenza nelle prime due classi sono n, t.
dovevano corrispondere uno al suono w,
La conclusione era ovvia: i segni
laltro al suono m; e i segni uno al suono n, laltro al suono t.
Il procedimento logico era assai elegante. Sfortunatamente solo la seconda delle
due conclusioni era esatta, e la prima totalmente sbagliata. Su queste basi Bauer prosegu
nella decifrazione, a volte con buoni risultati, altre volte accumulando errori su errori.
Virolleaud procedette in modo pi empirico, ma con risultati nettamente migliori.
Egli cominci con supporre che la lettera
, che nella tavoletta gi da lui esaminata
precedeva il nome presunto del destinatario della lettera fosse la preposizione a, in
ebraico , corrispondente, sia in ebraico, sia in fenicio, al suono l. Ora, due parole fenicie
contenenti il suono l che era probabile trovare nei testi scritti di Ras Shamra potevano
essere re, mlk, e il nome del dio Baal, bl. Virolleaud trov due parole trisillabe che
nella giusta posizione, rispettivamente al secondo e al terzo posto:
avevano il segno
e . Non solo, ma per la prima esisteva anche la forma
e per la seconda la forma . Si poteva supporre allora
che corrispondesse a mlkm, plurale di re e che il segno dopo la
parola bl fosse una t, per formare il femminile blt, signora, padrona. Questo
permetteva di leggere il bisillabo bt, casa (bath), oppure figlia (bayt), che
ricorreva spesso nei testi. E cos di seguito, ipotizzando e verificando le diverse possibilit,
sino a giungere a un sistema del tutto coerente.
Dhorme part invece dalle ipotesi di Bauer, che confront con le scoperte di
Virolleaud. Bauer aveva proposto come traslitterazione di ascia, ,
grzn, in cui la prima e la terza lettera erano sbagliate, ma la seconda e la quarta corrette
(grzn in effetti il nome ebraico per ascia, ma nel dialetto di Ras Shamra la parola suonava
26
invece hrsn). Dhorme cerc di leggere il nome del personaggio che quelle asce aveva
posseduto, e fece propri i valori di Bauer: per colmo di
fortuna, nel nome del proprietario erano presenti le due lettere indovinate dallo studioso
tedesco, ma non quelle su cui si era sbagliato. Questo nome era stato erroneamente letto da
Bauer rbwhnk. Delle sei lettere che lo formavano, Dhorme aveva a disposizione la prima (r,
da Bauer), la seconda (b da bl e da bt secondo Virolleaud), la terza (k da mlk), la quinta (n,
da Bauer) e la sesta (m, da mlk). Gli mancava solo la quarta; lesse allora rbk?nm, e suppose
di essere alla presenza di un titolo piuttosto che di un nome proprio: ipotizzando allora che
la lettera mancante fosse h, era lecito pensare che la parola fosse rb khnm, ovvero capo dei
preti.
Sar inutile proseguire con ulteriori dettagli. La decifrazione
dellalfabeto ugaritico, dopo i primi lavori di Virolleaud, Bauer e Dhorme,
presentava ancora qualche lacuna, ma ben presto ulteriori scoperte di
Scheffer misero a disposizione degli studiosi nuovi testi in quantit, molti
dei quali esercizi scolastici bilingui, e fu possibile leggere le tavolette senza
problema. Sar utile piuttosto sottolineare che la decifrazione dellugaritico
avvenne con una straordinaria collaborazione tra gli studiosi e senza
nessuna polemica tra essi, a tal punto che difficile dire a chi vada attribuito
principalmente il merito del lavoro.
Rimaneva aperto ancora un problema: a quale citt antica
corrispondeva Ras Shamra ? Schaeffer suppose dapprima, sul fondamento
di uniscrizione geroglifica trovata su una stele egizia dedicata al Baal di
Sapuna che Sapuna o Saphn1 fosse appunto il nome della citt. A questa
ipotesi si oppose W. F. Albright, che in una nota di un articolo2 pubblicato
nel 1931 sostenne per primo come altamente probabile lidentificazione dei
sito scoperto da Schaeffer con la citt di Ugarit, citata ben sei volte
nellarchivio di Tell el-Amarna. Poco dopo lipotesi fu confermata dal
ritrovamento di tavolette in cui ci si riferiva esplicitamente alla citt con il
nome di Ugarit, che da quel momento fu universalmente adottato.
1
In realta Saphn il nome dellOlimpo presso i Cananei.
2
W. F. ALBRIGHT, The Syro-Mesopotamian God ulmn Emn and Related Figures, Archiv fr
Orientforschung, VII, 4, 1931.
27
a a h j D G
e e T p p
u u y y x
b b k k Z
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d d m m r r
H h n n s C
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z z c S t t
H o ` i D
28
un minor numero di tratti fossero anche i pi frequentemente usati, ma in
proposito non si pu dire nulla con certezza.
I testi che stato possibile leggere dalle tavolette di Ugarit si sono
rivelati di straordinario interesse. Prima degli scavi a Ras Shamra la
letteratura cananea e fenicia era considerata perduta per sempre, con
lesclusione di pochi frammenti citati da Eusebio.1 La conoscenza della
letteratura, dei miti, della religione cananee potevano invece rivelarsi
importantissime per comprendere lorigine di molti testi biblici tardi, come i
Salmi o il Libro di Giobbe. Ma anche il libri biblici pi antichi avrebbero
potuto attingere a fonti assai pi antiche, e alle tradizione dei popoli che
prima degli ebrei avevano popolato la Palestina. Quando fu possibile
leggere le tavolette di Ugarit, sembr che fosse possibile dare una risposta a
questi interrogativi, e alcuni studiosi, tra cui lo stesso Ren Dussaud, 2
ritennero che fosse ormai possibile identificare le origini dei principali
racconti biblici. Calmatisi gli entusiasmi, si pot stabilire che la letteratura
dei Cananei, senza essere la progenitrice della letteratura ebraica, aveva
comunque una notevole complessit, e che molti dei suoi temi furono ripresi
nella Bibbia. Come ha scritto Leo Deuel:
1
Eusebio si riferisce a uno storico fenicio, Filone di Biblio, e sulla sua testimonianza cita un misterioso poeta
fenicio, Sancuniatone.
2
RENE DUSSAUD, Les Dcouvertes de Ras Shamra Ugarit et lAncien Testament, Paris, 1937.
3
LEO DEUEL, Testaments of Time, New York, 1965, trad it. Cacciatori di libri sepolti, Milano, 1968, pp. 228-29.
29
Fenicio, ebraico e aramaico
Ebraico
Con la distruzione del Tempio e lesilio a Babilonia (587) gli ebrei vanno a
Babilonia. Babilonia poi conquostata dai Persiani di Ciro II nel 539. Si
diffonde lAramaico, e anche gli ebrei si convertono a questa lingua e a
questa scrittura.
Quando gli ebrei ritornano a partire dal 538 parlano ormai aramaico. Il
paleoebraico rimane solo presso i Samaritani, che lo usano ancora oggi.
30
Calendario di Gezer. Molto simile alle iscrizioni fenicie di Byblos. Nessun
carattere tipicamente ebraico distinguibile
31
Iscrizione nella galleria di Siloe, VIII secolo. Per rifornire dacqua
Gerusalemme in caso di un prevedibile assedio da parte degli Assiri,
Ezechia (725-697) fece costruire una galleria che portava lacqua dalla fonte
di Gihon, fuori dalle mura, sino alla cisterna di Siloam. Secondo liscrizione
gli operai iniziarono i lavori dalle due parti e si incontrarono a met ogni
uomo di fronte al suo corrispondente, ascia contro ascia. In realt le due
parti della galleria non coincidono perfettamente.
La galleria fu scoperta nel 1838 e studiata da molti archeologi
nellOttocento, ma liscrizione, nascosta da detriti, fu scoperta solo nel
1880. Nel 1891 liscrizione fu rimossa di nascosto dalla parete, e si ruppe in
frammenti, che gli inglesi riuscirono a recuperare, collocandoli poi al museo
archeologico di Istambul, dove ancora si trovano.
Liscrizione da collocare poco prima del 701, data in cui appunto
Gerusalemme fu assediata da Sennacherib. Si cominci a scavare la galleria
da entrambe le parti, perch si aveva molta fretta di finire il lavoro prima
che lasssedio cominciasse. Liscrizione celebra labilit degli ingegneri,
che riuscirono a incontrarsi pur procedendo da due lati opposti. Si noti che
la galleria non diritta, ma a forma di S, e che quindi limpresa fu notevole.
Arrivati a una cinquantina di metri luna dallaltra, le due squadre
apportarono una serie di correzioni al tracciato dello scavo, che infatti nella
parte centrale tortuoso, sinch arrivati a portata di voce, poterno
finalmente incontrarsi.
Qumran
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tre scopr una caverna sembra inseguendo una capra. Guard dentro
dallalto e vide delle giare. Ritronato cin i compagni e vinta la paura degli
spiriti (che come noto di solito sono rinchiusi appunto in giare), entr nella
caverna, vide che le giare erano 10 e ne apr una trovandovi cinque oggetti,
alcuni dei quali avvolti in tela. Tornati al campo aprirono i pacchi e
scoprirono che essi erano formati da lunghe striscie di pelle ricoperte di
scrittura. questi non avevano per essi alcun uso e se le portarono con s
parecchio tempo, sino a che, giunti a Betlemme, le vendettero ad un
rigattiere, certo Khalil Iskander Shahin, detto Kando. Questi aveva anche
una bottega di ciabattino, e probabilmente li acquist per riparare scarpe.
Ma in giorno, incuriosito dalla scrittura, li port al Monastero di san Marco,
appartente alla Chiesa Siriaca, il cui metropolita, Mar Athanasius Yeshua
Samuel, fu molto interessato. Forse insieme si recarono sul sito, e trovarono
altre rotoli, che diventarono in tutto 7. Il Metropolita ne acquist 4 acquist
per 24 sterline, senza ancora sapere di cosa si trattasse. A questo punto
Kando contatt un professore dellUniversit ebraica di Gerusalemme,
Eleazar Sukenik, che nel novembre 1947 si rec a Betlemme e comper gli
altri tre rotoli, cercando iinutilmente di comperare anche gli altri 4 propriet
del Metropolita. Nel frattempo il Metropolita fece esaminare i rotoli
dallAmerican School of Archeological Research, nella parte giordana di
gerusalemme. I rotoli furono fotografati da un giovane studioso, John
Trever, e si cominci a sospettare che fossero molto antichi, anche perch
essi erano molto simili al famoso papiro Nash. Alla fine fu consultato
Albright a Baltimore, il quale conferm limportanza della scoperta: i rotoli
appartenevano al periodo di Giuda Maccabeo e di Erode, che era anche il
periodo di Ges.
Il metropolita port i suoi rotoli negli Stati Uniti, e li mise in vendita
con un annuncio sul Wall Street Journal nel 1954. Li comper
anonimamente lappena nato steto di Israeli, e li riun cos agli atri tre di
Sukenik. Questi sette rotoli furono pubblicati abbastanza in fretta, e sono ora
visibili al Museo di Gerusalemme.
Nei dieci anni successivi si scaten la caccia alle grotte e ai
manoscritti. Esse erano ormai in territorio Giordano.
Furono scoperti circa 800 tra manoscritti e frammenti, in ebraico,
aramaico e greco, da ben 11 grotte, situate tutte nella zona, non lontano da
un sito archeologico noto come Qumran.
I rotoli di Q1 subito pubblicati:
- due rotoli di Isaia
- una guida per la vita in comune
- una parafrasi di parte della Genesi
- un commentario su Habakkuk
- il racconto della guerra finale tra figli della luce e figli della tenebra
- una raccolta di inni.
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Ci misero molto tempo a pubblicarli, e questo ha dato origine a
polemiche e sospetti.
La pubblicazione avvenuta tra 1988 e 1991, la traduzione in
inglese nel 1994.
Ma tutto ??
Nella grotta 3 stato trovato il famoso rotolo di rame dei tesori, ora
ad Amman.
Sono tre domande estremamente ardue, per rispondere alle quali sono state
scritte intere biblioteche.
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pi recente. Unipotesi sostenuta da molti che il faraone biblico fosse
Ramesse II (XII secolo), perch nellEsodo si dice esplicitamente che gli
ebrei lavorarono alla costruzione delle due citt da lui fondate nel Delta del
Nilo, Pithom e Rameses. Altri pensano ad un periodo ancora pi tardo, e
fanno coincidere lesodo con gli attacchi a cui lEgitto fu sottoposto (circa
1175) durante il regno di Ramesse III da parte dei popoli del mare (i
Filistei). Qualunque ipotesi si accetti, Mos va collocato ad una data
piuttoso antica, nel secondo millenio.
A questa data gli ebrei conoscevano la scrittura ?
Il problema va approfondito.
35
De Wette, scopr che il Deuteronomio linguisticamente assai diverso dai
quattro libri che lo precedono. Con questo gli autori del Pentateuco
diventavano ben quattro. Il problema era identificarli e definirne lapporto.
Si cominci con lattribuire a ciascuno di questi autori una sigla: J
contrastingue le parti di colui che usa per Dio lappellativo Yahveh (Jeovah
in tedesco); E quelle dello scrittore che lo chiama Elohim; P contrastingue
le parti del terzo autore, le pi ampie (P sta per Prete, Priest, essendo
questo autore particolarmente interessato a problemi liturgici e alle leggi);
lautore del Deuteronomio fu contraddistinto dalla lettera D. Colui che mise
insieme tutti questi scritti, il redattore, fu unfine contraddistinto con la sigla
R.
Due studiosi, fortemente influenzati dallidea hegeliana dello
sviluppo storico delle religioni, confrontarono tra loro la serie dei testi e
cercarono di mettere in ordine cronologico i quattro autori. Karl Heinrich
Graf stud soprattutto le dipendenze interne dei testi, mentre Wilhelm Vatke
cerc di determinare a quale stadio di sviluppo della religione ciascuno di
essi apparteneva: J ed E rispecchiavano uno stadio pi antico, una religione
della natura e della fertilit, D uno stadio medio, una religione di tipo etico-
spirituale, P infine uno stadio tardo, una religione fondata sui riti e sulle
leggi. Alle stesse conclusioni arrivava anche Graf, ed entrambi collocavano
i quattro autori in unepoca molto posteriore a Mos.
Queste idee furono rielaborate e trasformate in unipotesi coerente e
ben costruita da Julius Wellhausen (1844-1918), che nel suo famoso libro
Prolegomena zur Geschichte Israels, 1885, propose quella che da allora
nota come ipotesi documentaria. Wellhausen riprese tutti gli studi
precedenti, e li ricompose in una forma solida e scientificamente fondata,
che da allora rimasta strettamente legata al suo nome.
La critica biblica fu per molti anni avversata dalle istituzioni
religiose. Spinoza fu espulso dalla cominit ebraica, William Robertson
Smith, divulgatore di Wellhausen in Inghilterra, perse la propria cattedra ad
Aberdeen, le opere di Richard Simon furono bruciate, Wellhausen stesso
abbandon linsegnamente temendo che le sue idee potessero minare la fede
degli allievi. Recentemente il panorama completamente cambiato.
Lenciclica Divino afflante spiritu di Pio XII, nel 1943, ha esplicitamente
incoraggiato gli studiosi a determinare le circostanze in cui le Sacre
Scritture furono composte, il contributo di ciascun autore, le fonti a cui essi
attinsero. In effetti, come ha ben dimostrato Richard Elliott Friedman
nellultimo capitolo del suo libro Who wrote the Bible?,1 sapere che il testo
biblico opera di diversi autori, che lavorarono in tempi e modi diversi,
assemblando a volte documenti preesistenti, non impedisce affatto, se lo si
ritiene, di leggere la Bibbia come opera ispirata da Dio e portatrice di una
verit religiosa trascendente.
1
RICHARD ELLIOTT FRIEDMAN, Who wrote the Bible?, San Francisco, Harper, 19972, pp. 234 e segg.
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Con ogni probabilit J apparteneva al regno di Giuda, probabilmente
con luso di fonti pi antiche. Caratteristiche di J sono una visione
antropomorfa della divinit, e il maggior rilievo dato alle storie e ai
personaggi che in qualche modo sono legati al regno di Giuda; per contro
non mancano allusioni negative ai personaggi della storia di Israele: ad
esempio lacquisizione della citt di Shechem, costituita da Jeroboam
capitale del regno del Nord, avviene attraverso il massacro dei suoi abitanti,
mentre secondo E essa semplicemente comperata, in modo pacifico. J
ignora la caduta del regno di Israele, ed quindi collocabile prima del 722.
Per contro riflette la divisione tra i due regni, e quindi da collocare dopo la
morte di Salomone, nel 922. La storia di Giacobbe ed Esa dimostra inoltre
che J conosce lindipendenza di Edom, avvenuta durante il regno di
Jehoram (848-42). Di conseguenza il termine a quo potrebbe essere
abbassato all848.
37
particolare fastidio, nellambito di una cultura abituata alla ridondanza
letteraria.
38
R. E. Friedman attribuisce tutto D a Geremia o al suo scriba Baruch.
Il lavoro di Dtr2 stato a suo avviso una riformulazione della stessa storia,
tenuto conto della conclusione tragica, la morte di Josiah in battaglia, e della
caduta di Gerusalemme. Il codice delle leggi, nel Deuteronomio, sarebbe
davvero il testo molto antico scoperto nel 622, e la revisione dei sette libri,
cio lopera di Dtr2, dovrebbe risalire allesilio di Geremia in Egitto, dopo il
587.
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un quinto scrittore decise che occorreva mescolare tutti questi testi, ed
unificarli. Questo scrittore defino R, redattore. Egli non scrisse quasi nulla
di proprio, ma si limit a riarrangiare i quattro testi che aveva a disposizione
in una storia omogenea. Era anchegli con ogni probabilit un sacerdote
discendente di Aronne, e quasi sempre assegna un ruolo privilegiato al testo
di P (ad esempio le prime parole della Genesi). Egli utilizz anche altre
fonti, ad esempio il Libro delle Generazioni, spezzandole e mescolandole
agli altri testi.
Alcuni (Cross) pensano che P e R siano la stessa persona, o almeno
persone appartenente allo stesso gruppo. Altri (Friedman) collocano R ad un
periodo pi tardo, e lo identificano con Ezra, il profeta che riaccompagn in
Patria gli Ebrei portando con s i rotoli della Torah. Questa ipotesi,
collocando R negli anni del Secondo Tempio, recupera anche in parte le
teorie tradizionali sulla collocazione tarda di P: P risale ai tempo di Ezechia,
ma la sua versione finale, opera di R, effettivamente successiva al ritorno
dallesilio.
R concilia le diverse versioni e le riporta senza preoccuparsi delle
loro contraddizioni. Inserisce anche il Deuteronomio ed i sei libri successivi,
costruendo cos una narrazione ininterrotta dalla creazione sino alla caduta
di Gerusalemme ed al ritorno dallesilio. La versione del Pentateuco che
oggi leggiamo opera sua.
Le lettere dellalfabeto
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Aleph
deriva da eleph, bue
Bet
deriva da bayt, casa
Gimel
deriva da gamal, cammello
Dalet
deriva da delet, porta
He
deriva da he, uninteriezione che significa ecco, oppure certo
Waw
deriva da waw, uncino
Zayn
deriva da zayn, arma
Het
deriva da barriere, chiusura, cancello
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