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Scienza e fede

Luca Granieri

Agosto 2003

Con questo scritto vorrei ancora intervenire brevemente sul rapporto tra fede e scienza, proponendo
qualche piccolo e secondo me significativo spunto di riflessione.
E' molto diffusa l'opinione secondo cui fede e scienza abbiano poco da spartire, e che, anzi, siano
acerrime nemiche l'una dell'altra. Certamente, vicende come quella di Galileo o di Darwin, tanto per
dirne qualcuna, sembrano accreditare questa tesi. E in effetti il rapporto tra queste due dimensioni
dello spirito umano sempre stato alquanto difficile, e non si pu certo negare che nella loro storia
ci siano stati numerosi momenti di scontro, nei quali l'uomo di fede ha visto nella scienziato il
nemico da combattere e viceversa.
Tuttavia, vorrei mostrare come tale conflitto sia per lo pi apparente, e che anzi un dialogo e un
confronto tra loro non solo sia possibile, ma anche auspicabile, potendo avere conseguenze
positive su entrambe.
In quello che dir d'ora in avanti, mi riferir alla fede della Chiesa Cattolica, che quella di cui
conosco qualcosa ma, soprattutto, quella che vivo.
Mi sembra che un giorno il biologo Louis Pasteur, abbia detto: " Poca scienza allontana da Dio, ma
molta riconduce a Lui".
Condivido in pieno questa espressione che interpreto dicendo che fede e scienza non sono affatto
contrarie l'una all'altra, e che, di pi, le apparenti contraddizioni sono dovute alla poca scienza o alla
poca fede; nel senso che si tratta di un problema spesso mal posto, perdendo di vista ci che scienza
e fede sono in realt, immersi come siamo in un mondo che conosce ben poco la scienza quanto la
fede.

FRUTTI DELLO STESSO ALBERO

Immaginiamo per un attimo un nostro antico antenato che alla fine di una dura giornata, dopo aver
soddisfatto le sue necessit primarie, si sia sdraiato sull' erba a guardare le stelle. Forse davanti a
quello spettacolo si sar domandato: ma che saranno mai quelle luci? dei fuochi? e chi le ha poste
cos in alto? un gigante? un dio?
Ecco cos nascere in un sol colpo le radici di scienza, filosofia e religione.
Fede e scienza nascono dunque entrambe da una stessa caratteristica fondamentale dell'uomo, che
quella di porsi delle domande su s stesso e sul mondo che lo circonda. Chi sono? Perch esisto?
Cos' la vita? E la morte? Cosa c' dopo la morte? Cosa giusto? Cos' l'universo? Qualcuno lo ha
creato? E' finito o infinito? E naturalmente nella necessit di cercare risposte in qualche modo
adeguate a quesiti che non lo lasciano indifferente.
Qualcuno ha paragonato la vita dell'uomo all'esperienza di un viaggiatore che si trova in un
convoglio ferroviario che viaggia nel buio, senza sapere da dove partito, n dove diretto, n
perch si trova su quel convoglio piuttosto che in un altro. A questo proposito bellissimo un
pensiero di Pascal: "Non so chi mi ha messo al mondo, n cosa il mondo, n cosa sono io stesso;
sono in una terribile ignoranza di tutto: non so cos' il mio corpo, i miei sensi, la mia anima, e
persino questa parte di me che pensa ci che dico, che riflette su di tutto e su di se stessa. Vedo
questi spaventosi spazi dell'universo che mi racchiudono, ed io mi trovo in un angolo, senza sapere
perch sono in questo luogo piuttosto che in un altro, n perch questo poco tempo che mi
concesso di vivere mi dato ora piuttosto che in un altro momento di tutta l'eternit che mi ha
preceduto e di tutta quella che mi seguir. Tutto ci che so che debbo presto morire, ma ci che
ignoro di pi proprio questa morte che non saprei evitare".
A questo punto naturale cercare di scoprire il senso di questo viaggio. Guardando fuori dal
finestrino si intravede ogni tanto un piccolo bagliore, ma niente di pi.
E tutte le persone che sono sul treno sono nel medesimo stato. Tutto ci che riusciamo a sapere
che prima o poi il treno imboccher un tunnel che finisce nel nulla o in chiss quale mondo e dal
quale, si dice, nessuno tornato mai indietro. Ora, come sapientemente ha osservato il giornalista
Vittorio Messori, c' chi, dopo aver magari girato per un po', esaminato i sedili, i materiali ecc si
siede tranquillo, senza lasciarsi inquietare troppo. Il resto non affar suo. Tanto si pu sempre fare
come esorta il poeta:" Meglio obliar oprando, senza indagarlo questo grande mistero dell'universo".
D' altronde ancora Pascal ad osservare che "gli uomini non potendo guarire la morte preferiscono
non pensarci".
Ma c' invece chi non si accontenta, e va ramingo di vagone in vagone, cercando un segnale, un
cartello, qualcosa insomma che possa dare un senso a questo viaggio che non abbiamo voluto.
Penso che questa sia la molla che spinge ogni ricerca religiosa e filosofica, ma in fondo anche
scientifica. Si tratta del tentativo dell'uomo di capire qualcosa di s stesso e del mondo che lo
circonda, alla ricerca di un senso e un significato delle cose.
Beata ignoranza

Dunque scienza e fede nascono entrambe dalla stessa condizione esistenziale dell'uomo, che
riconosce in s ed in ci che lo circonda un mistero, qualcosa che richiede una spiegazione. Ma ci si
pu domandare: possiamo davvero spiegare qualcosa? E le nostre spiegazioni che grado di certezza
hanno? Siamo veramente sicuri di quello che sappiamo?
Alcuni pensano che quello della scienza sia un cammino incontrovertibile verso la verit, mentre
l'errore religioso viene sostenuto dagli oscurantisti.
Forse andrebbe detto che anche la scienza ha le sue controversie, che prima di essere accettate, ma
anche dopo, le teorie sono sostenute da alcuni e avversate da altri.
Il progresso della scienza davvero impressionante, ma costituisce pur sempre un corpo di
conoscenze suscettibile di essere migliorato, nonch, come attivit umana, interpretazione creativa
dell'esperienza e dunque rivedibile e incerta.
Ora, non sto dicendo che non possiamo affermare alcunch del mondo che ci circonda, non si pu
certo mettere in dubbio ogni cosa in ogni momento. Anche ora, mentre scrivo, ho fiducia nel fatto
che la sedia regger il mio peso, che la penna non comincer a volteggiare improvvisamente
nell'aria, e cos via. Dico che se produciamo tante buone ed efficaci teorie vuol dire che abbiamo
capito qualcosa della natura, ma per quanto questa comprensione possa essere migliorata, resta
comunque vincolata ai nostri assunti, impliciti o espliciti, che sono anche molto ragionevoli, ma non
certo indubitabili. Anche la scienza contiene i suoi atti di fede e costituisce pertanto non pi di un
corpo di credenze ben motivate. Quello che uno scienziato pu dire :" Abbiamo buoni motivi per
credere che..."
Frase che dovrebbe star bene anche sulla bocca di un religioso. Gi, potr sembrare strano, ma
anche la fede non la risposta a tutti i perch. Credere non significa capire tutto. " Veramente Tu sei
un Dio misterioso, o Dio di Israele Salvatore " ( Isaia 45,15 ). La fede non annulla il mistero, anzi
gli d una veste nuova ed un nome, che quello di Ges.
Cos, assodato che la certezza non abita in questo mondo, il problema non pi se credere o meno,
ma in cosa credere e perch. Il sano dubbio allora servir a tenersi lontano da ogni integralismo,
scientifico o religioso che sia, mostrando che scienza e fede, come credenze ben motivate, hanno
pari diritto di cittadinanza.
Ragione e sentimento

La questione del rapporto tra fede e scienza inoltre viziata da un'altra diffusa ed errata opinione. Si
tratta del fatto che molti sono convinti che la scienza sia il regno della razionalit, mentre la fede
quello dell'irrazionalit. Ovvero che la scienza segue la ragione, mentre la fede il sentimento.
Certo i motivi per credere in Dio non saranno gli stessi per cui accettiamo la legge di gravit, ma
questo non vuol dire che debbano essere per forza irrazionali.
Nel Vangelo ( Matteo 22,16-39) Ges dice che il pi grande comandamento quello di amare Dio
con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze; e il prossimo come se stessi.
Quindi l'amore necessita non soltanto del sentimento (cuore), ma anche dell'intelligenza (mente) .
La fede cos non soltanto una scelta emotiva, ma anzi, richiede delle motivazioni profonde e
ragionate. " Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, prima non si siede e calcola attentamente
la spesa, per vedere se pu condurla a termine? (Luca 14,28)
Cos la fede non un affare solo per donne e bambini dal cuore tenero, o per poveri sprovveduti e
sempliciotti, ma invece dimensione di tutto l'essere umano e da sempre coinvolge fior di
intelligenze. La fede dunque necessita della ragione non meno della scienza.
Viceversa, non bisogna pensare che l'emotivit sia esclusa dall'indagine scientifica. Spesso si ha
l'immagine di una scienza fredda ed asettica, come se fosse opera di un calcolatore. Invece la
scienza ricca di fantasia, passione, entusiasmo. La storia della scienza mostra come anche
l'indagine scientifica sia percorsa dal gusto della bellezza e dell'eleganza, dall'alternarsi di
entusiasmi e cadute, di successi ed insuccessi. A volte si sostengono tesi anche per motivi non
strettamente razionali, intuito, orgoglio, o semplicementi perch ci si affezzionati.
Abbiamo inventato Dio?

Fino ad ora abbiamo posto l'accento su alcune analogie tra scienza e fede. Molti si potranno
chiedere se Dio non sia altro che la nostra risposta alla ricerca religiosa di un senso della vita e della
morte. In altre parole se Dio non sia altro che la proiezione della necessit dell'uomo di credere in
qualcosa di soprannaturale, di dare fondamento ai valori morali, alla speranza in un mondo migliore
ecc..., come la scienza proiezione della nostra intelligenza ordinatrice sui fenomeni naturali.
In parte senz'altro cos. Non si pu negare che nel loro sviluppo storico le grandi domande di cui
abbiamo detto all'inizio abbiano prodotto sistemi filosofici e/o religiosi.
Anche se, e qui apro una piccola parentesi, su questo punto si potrebbe sostenere un moderato
realismo, nel senso che come la scienza, per quanto attivit dell'uomo, possa riflettere qualcosa
della realt del mondo, anche la teologia possa in qualche modo riflettere qualcosa della realt di
Dio.
Tuttavia proprio a questo punto che compare una netta differenza tra fede e scienza: la rivelazione.
Il fatto che il cristiano crede in un Dio personale che si rivela, e si rivelato in maniera particolare
attraverso i profeti e Ges; e non in una generica entit sovrannaturale che spiega l'esistenza delle
cose.
Non che l'indagine metafisica condita con la nostra sete di spirituale abbia prodotto Dio, almeno
non quello della Bibbia. Dio non il termine dei nostri ragionamenti, semmai ne l'inizio. La
teologia cristiana infatti essenzialmente una riflessione sulla rivelazione di Dio.
Ma questa rivelazione avviene veramente o ci siamo inventati tutto? Questa mi pare la questione
centrale. Come a volte si dice, se Cristo sia una invenzione dei preti oppure no.
Sebbene questo non possa essere escluso del tutto, mi sembra almeno che ci sia qualcosa che non
quadra.
Almeno non si capisce come mai gli apostoli spaccino Ges per risorto quando nemmeno avevano
capito cosa volesse dire "risuscitare dai morti". Se erano dei creduloni, come mai sono tanto restii
ad accogliere gli insegnamenti del loro maestro? E poi improvvisamente vanno a predicarli a costo
della vita? Forse davvero accaduto qualcosa di straordinario in quel sepolcro. Altrimenti credo che
non ne avremmo mai sentito parlare. Francamente se quella dei vangeli non che una favola
alquanto strana. Se avessi potuto, credo che mi sarei inventato un dio pi a mia immagine e
somiglianza, non certo uno cos scomodo ed esigente come quello che Ges ci ha rivelato. Del resto
questa l'esperienza di Cristo che la Chiesa continua ancor oggi a sperimentare: l'incontro con un
Dio personale che va accolto cos come .
Ora, se vogliamo, una teoria scientifica deve rispondere a dei dati di fatto che sono i fenomeni
naturali, mentre la teologia deve rispondere al fenomeno Ges. Nei confronti di quest'ultimo, tra le
tante, c' anche l'opzione della fede, che oggettivamente mi sembra se non altro una possibilit di
tutto rispetto.
Conclusioni

Abbiamo visto come scienza e fede non siano poi cos lontane tra loro. Tuttavia esse restano
comunque ben distinte. Bisogna cio sempre tenere bene a mente ci che scienza e fede sono in
realt, ma anche ci che non sono, in modo da evitare grossi calderoni tipo New Age dove si trova
un po' di tutto e che oggi vanno tanto di moda.
La scienza necessaria alla fede affinch non scada in integralismo o in credulit, in modo da
recuperare il ruolo insostituibile dell'intelligenza nella vita dell'uomo.
La fede poi necessaria alla scienza perch essa mantenga una certa umilt, e non perda di vista il
punto centrale che l'uomo, mantenendosi al suo servizio. Ma anche perch l'uomo possa
mantenere quella parte di mistero che d sapore alla vita, e che soprattutto lascia la porta aperta
all'incontro con Dio, dando un senso a questa nostra avventura terrena. Ma questa un'altra storia...

Letture utili

Molti degli spunti che ho presentato possono essere approfonditi e discussi tra gli altri con la lettura di questi testi, tutti
molto interessanti:

- John Polkinghorne, Credere in Dio nell'et della scienza, Raffaello Cortina Editore, 2000
Scienza e Provvidenza, Sperling & Kupfer, 1993
Quark, caos e Cristianesimo, Claudiana, 1997
- Claude Allegre, Dio e l'impresa scientifica , Raffaello Cortina , 1999
- Piergiorgio Odifreddi, Il Vangelo secondo la Scienza , Einaudi, 1999
- Bertrand Russel, Dio e la religione, Newton, 1994
- Blaise Pascal, Pensieri, FME, 1990
- Vittorio Messori, Ipotesi su Ges , SEI, 1976
- Paul Davies, Dio e la nuova fisica , Mondadori, 1994
La mente di dio, Mondadori, 1993
- Jean Guitton, Dio e la scienza, Bompiani, 1992

Alcuni saggi di Piergiorgio Odifreddi su questo e altri argomenti si possono trovare momentaneamente sulla rete
all'indirizzo: www.vialattea.net

Altre risorse in rete sono:


- www.disf.org
- http.//euresis.ispp.it
- http:// forum.siticattolici.it , dove si pu trovare un forum sul rapporto scienza-fede
- www.wisf.uniba.it, dove si pu trovare un'ampia rassegna stampa

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