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DI

• JIP OSPE
COM:PROTETTORE
DELLA
o •
CITTA E DIOCESI DI LESINA
8HE SI VENERA

NELLA CHIESA CATTEDRALE.


IN OCCASIONE
DEI. I!. ()E~TENARIO
DALI,' ARRIVO A LESINA DEL CORPO DI S. PROSPERO
CADUTO NE::..L' ANNO 1871

rn
Glrola1no llaehledo di l.eslna
SOCJO C0RR1SP0NDENTE DELL' IST ITUTO ARC!iEOLOGICO DI ROM.i E DI ALTRI , .
ISTIT, DI BERLINO, PARIG I, VIENNA

. ,

SPALATO
TIPOGRAFIA DI ANTONIO ZANNONI

1872.
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ILLUSTRISSIMO E REVER.SIMO

MONSIGNORE GIORGIO DUBOCOVICH


DOTTO.RE IN SACRA TEOLOGIA , ASSIST ENTE AL SOGLIO PONT IFIC!O
E SOCIO llELLA ACCA_DEMIA DI RELI GIONE IN ROMA E TC.

VESCOVO
DI LESINA E BRAZZA .

Monsignor Giovanni Andreis di felice ricordanza, due ~e-


coli addietro, arricchi questa antica ed illustre Chiesa Cattedrale
del Corpo di S. ·Prospero Martire, elelto a Comprottetore della
Citta e Di(lcesi di Lesina. ln conseguenza di tale prezioso dono,
Lesina ricevette 'grandissimi ed incessanti benefici dal Cielo a
merito della intercessione di si gran Santo appresso Iddio Signore.
Da cio qutWl8; vivissima divozione de' Lesignani verso il loro Santo
Protettore. A tale sentimento compartecipo sempre, ed amd dai
primi suoi anni, Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima;
e nell' avanzare ch' Essa fece in dignita nella gerarchia di questa
Cattedrale, sino al cospicuo Seggio di Principe ed Apostolo della
Chiesa ;Farense, puo a tutta ragione dirsi, che n' ando sempre cre-
scendo di građo la venerazione pel nostro Santo, e I' affetto al
suo culto. Ed a! sentimento di V. S. si unirono le opere sue
benefiche. Documenti ne offrono e Ja costruzione dell' Arca Mar-
morea che dal 1860 conserva i1 corpo di S. Prospero, e I' innal-
zamento delle Jue Statue pur marmoree a Jato, nelle quali occa-
sioni risplendette la Munificenza di V. S. I. in favore dello scopo,
che trasse origine da voto della popolaiione in rendimento di
grazie ottenute per intercessione del Santo Protettore. Recente
documento poi di generosita e pieta ne e il dono fatto da V. S.
I. del nuovo pregievole e ricco Busto di Argento di S. Prospero,
esposto per Ja prima volta ii 1O Maggio di quest' anno cclebran-
dosi, dell' arrivo in Lesina del sacro Corpo, il II Centenario. Mos-
so io da sentimento divoto verso ii Santo, nonche da attaccamento
alla mia patria, ed a tutto cio che alla sna ~toria si riferisce,
-4-

fui animato ad estendere una Memoria riguardante la lnsigne


Reliquia che si venera in questa Cattedrale. Questo mio lavoro
non ha altro merito da quello infuori della espressione del mio
sentimento pio, congiunto ad onesto desiderio che esista scritta
una Relazione che rammenti ai posteri - oome nei Lesignani
fu antica la veilerazione delle Reliquie de' Santi - oome in altri
tempi era fregiata questa nostra Citta da insigni reliquie - oome,
priva posoia di queste, fu stggetta a gravi oalamita - oome ane-
lando sempre al possedimento di un Saoro Corpo, lddio Si-
gnore consolo Lesina del t67t per mezzo del prelodato Monsi-
gnor Andreis colla preziosa reliquia d_i S. Prospero Martire, ohe
ditfese la Citta da ulteriori disastri, e le reoo ogni oonforto e
bene - oome infine la divozione al Santo, e I' atfetto al suo Cul-
to andarono sempre aumentando per le frequenti grazie ottenute.
11 mio mesohino scritto ha bisogno di un valido patrooinio. Tale
patrocinio io imploro da V. S. I. oui riverentemente dedioo il
piooolo frutto di mie fatiche. Vostra Signoria Illustrissima e Re-
verendissima voglia benignamente acooglierlo, pel solo oggetto
cui mira, voglia usare indulgenza sopra la tenuita del mio la-
voro, e permetta che oon tutto ossequio abbia I' onore di poter-
mi segnare

LESINA, 27 Maggio 1871.

Di V. S. I. e R. Đevotissimo
'h•
Servitore
Girolamo Machiedo.
CAPITOLO I.

E antica nei Lesignani la venerazione delte Reliquie


de' Santi C*.

a luce del Vangelo, i rudimenti della religione di


· Cristo Lesina ricevette da S. Dojmo, discepolo del
Principe degli Apostoli S. Pietro. La prima missi@ne
Apostolica in Dalmazia era stala da S. Paolo affi...,
1'/1,"'-~ data a Tito, che sostenne il Pontificato Dalmatico,
secondo Ja piu comune opinione, tra il 45 ed il 62
di Cristo, nel quale anno passo al Pontificato Cre-
tense. Tito mori sull' Isola di Creta, e precisamente
nella Citra di Gortina I' anno 107 di Cristo, nella gra-
ve eta d' anni 94-. Allorche Tito, dal regime episco-
pale de11a Dalmazia, venne da S. Paolo t.rasferito ')(
a quello di Creta, ii Santo Apostolo avea sostituito
alla pastorale Cura di Dalmazia Herme. Questi so-
stenuto ii Dalmatico Pontificato per qualche anno,
lo dimise avanti ii martirio di S. Pietro, avvenuto
nell' anno di Cristo 67; e termino la sua sanM vita
col martirio solferto in Patrasso nell' Acaja. In Iuogo
di Herme, S. Pietro, non molto prima del suo martirio, surrogato
avea al Pontilicato della Dalmazia Doimo, creato Vescovo di Sa-
lona, e fu ii primo Vescovo Salonitano ed il Metropolita della
Dalmazia. San Doirr.o dilfuse la fede di Cristo in tutta Ja Dalma -
zia, e quindi anco i Lesignani, pel suo mezzo, furono fortunati
di diventare credenti di Cristo, e di abbracciare Ja fede Cristiana
nei suoi primordi, riguardando Doimo qual proprio Apostolo. Ooi-
mo solferse il martirio in Salona sotto il Prefetto Maurilio. L' ar-
rivo di Maurilio in Dalmazia, imperando in Roma Trajano, viene
calcolato al 107 dell' era volgare, cadendo I' anno circa quaran-
tesimo secondo, dopoche Uoimo assunto avea il Pontificato Sa-
lonitano; e nello stesso anno t 07 Doimo fu martirizzato, domi-
nando la III.a persecuzione dfllla Cb.iesa e della Cristiana Reli-
gioue. I Lesignani nutrivano ardente alfetto a tale tteligione, ed

") ln appoggio di tutto cio che si comprende oel prcsente


Capitolo vcdasi Farlato-lllirico Sacro.
-6-

una prova si trae anco dalla venerazione che professavano verso


le reliquie di quei Cristiani che per la fede di Cristo sopporta- ·
vano il martirio. Gia fervevano le persecuzioni contro la Chiesa.
Salona, quella grande e celebre Metropoli, era ii campo ove ver-
savano il sangue in copia i credenti di Cristo. I Lesignani ave-
ano cura che non rimanessero distrutte le loro reliquie per opera
de' nemici del nome Cristiano. La vicinanza dell' lsola al Con-
tinente facilitava loro il mezzo di raccogliere que' sacri Cristiani
corpi e spoglie, che religiosamente trasportavano presso di se, e
ponevano in salvo. Da cio, seconđo la piu accetta opinione, quel
nobile nome che. ali' Isola di Lesina la pieta e religione d' allora
imposero: nome non comune, e per quanto si conosca, unico, di
Isola Sacra. La storia di quei remoti tempi non conservo speciali
memorie di quei martiri, le di .cui reliquie furono trasportate in
Lesina, q-qale luogo di sicurezza; ne tampoco dell' ulterrore de-
stino di tll.nte reliquie . .Cio · resta avvolto nella oscurita de' tempi.
Pero relativamente a due Santi rimangono precise notizie : ra-
guai'devoli Santi, venerati tuttodi nella Chiesa di Spalato, che
possiede l_e loro sacre spoglie, nonche in venerazione di tutta la
Dalmazia e deHa Chiesa Cattolica. Vuolsi dire delle reliquie di
S, Doimo e di S. Anastasio, che Lesina ebbe la bella sorte pet
qualche tempo di possedere ; e cosi di fruire di tutti quei beni
celesti che addfoonsi 'a' luoghi. ove si onorano le spoglie de' Santi~
Di questo viensi a parlare nei seguenti Capitoli II. 0 e m. 0 ·

CAPITOLO II.

Delta tra,slazione da Salona a Lesina del corpo di S. Doimo,


e successivo riporto a Salona dopo circa 87 anni *).

II Martirio di S. Doimo, međiante decollazione-, segui fuori


della Citta di Salona. Le Storie portano : Lictores eum appre-
hensum extra Civitatem, ut decollaretur eduxerunt. Nel luogo stes- ·
so del martirio ,i Cristiani diedero sepoltura al sacro Corpo del
loro Pontefice. E dubbia la determinazione di tale Iuogo. Sonvi
pero opinioni che fosse sotto le radici del monte Mossor, opi-
nioni avvalorate da cio che in quella posizione erano stati

") Anche in appoggio di questo li. Capitolo vedasi Farlato·


lllirico Sacro.
-1-

scpolti, non molto prima, quarantacinque Martiri. Pel corso di circa


ventidue anni rimasero in quel luogo le spoglie di S. Doimo. La
continuata persecuzione non pennetteva di pensare ad una tra-
slazione in luogo piti conveniente al sacro corpo. Venne ii tem-
po propizio. Elio Adriano, succeduto a Trajano, sebbene nei pri-
mi momenti infesto a' Cristiani, avea dimesso la persecuzione
contro i medesimi, e li lasciava tranquilli. Approffittando di tali
momenti favorevoli, i Cristiani trasporta11tno ii Corpo di S. Doi-
mo, dal luogo ove trovavasi, nella Chiesa, costruita entro I~ Citta
di Salona da S. Doimo, e dedicata a Maria Vergine. Tale tra-
sporto avvenne intorno ii 128 di Cristo, e segna l' epoca della
_I.a traslazione del corpo di S. Doimo.
L' anno di Cristo 303, imperando Diocleziano, sorse 'il suo
Editto di nuova persecuzione de' Cristiani = piu, che avesse,ro
ad essere abbattuti, rovesciati tutti i Tempi sacri alla religione
di Cristo. 1n forza di tale Editto, ii tempio in Salona deđicato a
Maria Vergine, nel quale esisteva ii Corpo di . S. Doimo, venne
distrutto. Allora i Cristiani pensarono di sottrarre alla rovina il
sacro corpo, e trasportarlo in ltiogo di sicurezza. Ed e ben na-
turale che rivogliessero lo sguardo sopra Lesina, sop,ra quella
terra che a,ccolto avea le tante volte reliquie di Martiri. E cosi
fu. II trasporto del Corpo di S. Doimo da Salona in Lesina av-
venne appunto nel 303 di Cristo; e nella Stotia di S. Doirno co-
stituisce la sua II.a traslazione. I Lesignani, formi se:rnpre nella
fede di Cristo, -ebbero i1 bene di conservare tale preziosa rnliquia
sino cima al 390. JnJanto i Salonitani, dopo la pace donata alla
Chiesa, eransi prestati ad edificare in Salona due Templi: ii primo,
dedicato a Maria Vergine sopra gli stessi vestigi dell' anteriore
Tempio di Maria, pero con maggiore magnificenza dell' antico :
il secondo dedicato alli Santi Martiri Doimo, Anastasio, Cosmo e
Damiano. A questo aggiunsero una Cappella costituita pel sepolcro
dei. corpi di S. Doimo e di S. Anastasio. Ali' indicato secondo
Tempio venne dato il titolo ed il diritto di Basilica e Chiesa
Cattedrale e Metropathana. Completato tale tempio, e dedicaio al
cristiano rito, circa il 390 di Cristo, ii Clero e popolo Saloni-
tano primo pensiero tennero di ricuperare e riportare entro la
citta di Salona le sacre reliquie di S. Doimo. Quindi con quanta
maggiore pompa e celebrita poterono, da Lesina vennero levate1
e di nuovo in Salona trasportate le sacre reliquie di S. Doimo.
Ivi con grande onorificenza, nella indicata cappella entro Ia Ba-
silica, collocarono le reliquie del Santo Dojmo, e dappresso vi po-
sero il corpo di S. Anastasio di patria Acquilejese, per martirio
Salonitano, del quale trattera il seguente capitolo. II riporto di
S. Dojmo a Salona forma, nella Storia del Santo, la III.a tra-
slazione del sacro suo Corpo,
- · 8 -

CAPITOLO III.
Reliquia insigne di S. Anastasio a Lesina dat 308 di Cristo
sino al principio del Secolo XII I.

11 Martirio di S. Anastasio viene dagli storici ritenuto nel-


l' anno 308 di Cristo. , Anastasio era di patria Acquilejese. In
quel tempo la Chiesa di Acquileja avea pace e quiete, non tur-
bata da Massenzio che teneva dominazione in quelle parti di ltalia,
e che per calcolo cercava di cattivarsi la generale benevolenza .
Anastasio, bramoso del martirio, nel 308, si porto a Salona ove
stava Diocleziano, che, sebbene dal 305 avesse abdicato alla co-
rona lmperiale, pure riteneva ancora il potere in Dalmazia in
riguardo ai Cristiani per perseguitarli, e possibilmente anni entarli.
Anastasio giunto a Salona, da se si manifesto crisliano in faccia
ai nemici della Fede. Per ordine di Diocleziono, tu preso, legato,
tormentato; indi, con sasso pesante appesogli al collo, precipitato
nel mare della Citta, con che si completo il suo martirio. Come
si espose al Capitolo I., i Lesignani fedeli alla religione di Cristo,
anelavano al ricupero delle spoglie de' Martiri nel Continente,
per ·cui tenevansi a giorno di ogni notizia corrispondente. Di
condizione naviganti e pescatori, perche isolani, non era difficile
loro ii tragitto a Salona, che facevano specialmente di notte, onde
non rimanere scoperti. Informati del martirio di S. Anastasio,
recaronsi ne! porto di Salona, da essi nei piu reconditi punti
bene conosciuto, e riuscirono a ricup erare dal mare ii sacro Corpo.
- Esisteva a Salona una Matrona Cristiana di nome Asclepia, che
desiderando di possedere ii Corpo del Martire, ne ave.a, con pro-
messa di alto premio, impiegato i propri servi pel rinvenimento.
lnutilmente prestatisi al ricupero, non pole loro pero rimanere
celato che i Lesignani aveano ottenuta tale felice sorte. Impie-
garono e minaccie ed altri mezzi per togliere ai Lesignani il pre-
zioso possedimento. La pia questione fu S6iolta con cio che ai
Lesignani rimase il Capo di S. Anastasio, ed il Corpo suo venne
dai servi recato ad Asclepia che Jo accolse con molto content(}
e divozione. I Lesignani d' altronde giubilanti recarono ii sacro
teschio alla loro patria e citta. E perche questa preclara reliquia,
come era degno, ricevesse onore e culto, i Cittadini Lesignani
eressero a S. Anastasio un sacro Tempio, dove i fedeli implora-
vano ed ottenevano da Dio, per inlercessione dal venerato Santo,
le maggiori grazie. "Pharienses autem Cives ut praeclara illa lip-
"sana, quo dignum erat, honore cultuque affiderent, eisdem Sacram
"}Edem excitarunt, in qua D. Anastasius multis ac mHgnis mi-
"raculis vim suam ac praesentiam declaravit.,, Fari. lllir. Sacr..
-9-

Ecclesia Salonitana - Allri du.e tempi erano stati eretti a S. Ana-


stasio, uno in Salone!, da Asclepia che ne possedeva ii Corpo,
sebbene privo del Capo; 1' altro dagli Acquilejesi in Acquileja,
ove da Salona recato avea110 Ja pietra colla quale era stalo som-
merso ii Joro Santo compatriota - ''Tres Sacras Aedes per ea
"tempora Anastasio excitatas fuisse invenio ... in Pharia iiisula
"et urbe Dalmatiae, quae nunc Liesina dicitur = alteram in agro
"Salonitano, sive in praedio Asclepiae = tertiam Acquilejae, in
"eo loco, ubi Anastasius artem fulloniam exercebat. Prima caput,
"secunda corpus AnasLasii, tertia lapidem, quocum in mare pro-
"jectus esl.r (Farlafo opera indicata). Ecco che dal 308 di Cristo
Lesina era arricchi la di preziosa reliquia, 00efr0ete e consolazione. c A - , , ~
dei suoi abitanti. Questo tesoro Lesina possedeue per oltre a
nove Secoli. Nel principio del Secolo XIII. la Chiesa Matropoli-
tana di Spalato era retta dali ' Arcivescovo Bemardo. Questi, pel .
sentimento di venerazione verso ii santo martire Ana~tasio , eresse
ne! Duomo di Spalato l' altare flttT'O dedicato al Santo, 'nel quale ,.,74-.a ~ r
colloc6 il sacro suo Corpo, come pure attesta lo Storico Tom-
maso Arcidiacono che visse in quel secolo; e piu ancora Jo prova
la iscrizione esistente djnanzi la mensa dell' Altare che suona :

D. O. M
HOC. TIBI. BERNARDUS. PRIMAS.
ALTAHE. SACRAVIT. MARTIH. ANASTASJ.
QVEM. TENET. ISTA. QVIES
AN. D.NI MCCX. X. KAL. lVN.

li ben nalurale che I' Arcivescovo Bemardo in t.;1le ocea-


sione tendesse ad unire al sacro Corpo anche ii suo tcsrhio, chc
fino allora Lesina possedeva. E vi riu sci; Ja sua digni ta c pote1 e
di Met.opolita 1 l' interposizione del favor e e grazia ehe Uernardo
godeva e presso Bela III, e poscia presso i suoi fi gli Enrico ed
An drea, trovandosi in quel tempo anco Lesina sotto ii dominio
degli ungheresi, furono superiori al diritto, al desid erfo dei Lesi-
gnaui di conservare quella preziosa reliquia che, da oltre a nove·
s.eeoli, possedevano. li teschio di S. An aslasio fu trn sportato a
Spalalo ed unito al suo Corpo, e cio ragionevolmente deve rite-
Qersi avveuuto dopo il 1210, epoca dell' erezione dell' indicato
altare ne! Uuomo di Spalato. l Jiresignani rimasero dolentissimi
della perdita della preziosa reliquia, dal possedirn ento della qual e
speravano ed ottenevano fa vori celesti. Dopo il trasporto del sacro ><::~·
teschio a Spa!ato, ii culto in Le.sina a S. Anastasio ando a poco-
a poco scemando = il suo Tempio a . decadere. Questo Tempio
da tutti i. dati f11 riconosciuto che esisteva in quella parte dell a
Citta. d:i Lcsina. che era vicina, alla Chiesa di. S.. Marco de'·Paru:rri
- 10 -

Predicalori, e trovavasi gia entro il circondario deIIe antiche mura,


prima che nel secolo XV. venisse operato l' ultimo e piu ristretto
circuito delle mura della .Citta con torri e merli, come si osserva
tuttodi, per cui al nuovo contorno del Secolo XV. venne applicato,
in confronto alle altre parti di Lesina, ii particolare titolo di
Citta, ed_in quei primi tempi anco di Citta nuova, come si ha •
da conservati documenti di quel seeofo, in ispecialita MI. Volume tM.I
in Pergamena e con caratteri semigotici. Due secoli e mezzo
· circa dopo il 1.210, .Jli,pi del f484,jlJ.empio Ji S. A.nastasio J!1t::
vavasi .gia in rov_in_a_.!Jl(ll ·n s:r §.lieriva neHa Citta di Lesina ii
_._ 1 . morbo peštHeniiale clie miele grande numero di vittime. I Lesignani,
sempre fidenti in Dio, col!' intercessione della B. 'Vergine e dei
Santi, fecero voto di erigere una Chiesa in onore della Beata
Vergine e de' Santi Rocco, Fabiano e Sebastiano per intercedere
da Dio grazia, e liberare Ja citta dal fiageJlo dominante. Le tri-
stissi1ne circostanze in cui erano avvolti, la premura di veder
nel pili breve spazio di tempo soddisfatto ii voto, non concede-
vano di poter dalle _fondamenta costruire tale votata Chiesa. L~
memoria delle grazie che ottenevano i loro antenati nel tempio
di S. Anastasio, unita alle premesse riflessioni, li determino a
destinare una parte dell' antico Tempio di S. Anastasio pr.r Ia
riduzione della nuova Chiesa. Cosi fecero - l' antico Tempio
si trovava colla faccia a mezzodi e ·proseguiva verso tramontana.
La sua porta principale era a Mezzodi - piu avea una porta
laterale a ponente. Era costruito di una sola navata lunga piedi
veneti 45, polici 9; larga piedi veneti 25. - A tramontana vi
stava il Presbitero della larghezza di piedi veneti 13. 4" e della
profondita di piedi veneti 13. 6". Le mura della navata aveano
corrispondente altezza. JI muro di Ponente presenta oggidi I' al-
tezza di piedi veneti :l 6, sino ad un finestrone esistente con che ·
non completavasi I' altezza del muro stesso. A levante rimango-
no ruderi del muro antico.
Per la riduzione della nuova Chiesa, pili comunemente ap-
pellata Chiesa di S. Rocco, perche speciale protettore contro la
peste, dedicarono la parte di mezzodi dell' antica Chiesa, per
modo che questa nuova stesse colla faccia -a ponente, avesse Ja
larghezza di piedi veneti 18, pol. 9, la lunghezza di piedi ve-
neti 25, che formava ii Iato dj, mezzodi della Chiesa antica. Ag-:
giunsero poi alla nuova una cappelletta pell' altare; e nel dinnanzi
della Chiesa, regolando il telto, vi posero un campanile ad uso
di lllla sola campana. Tutti i dati premessi sono di fatto, e si
presentaQo tuttogiorno alle osservazioni di ognuno, conservandosi
e le mura dell' anlico Tempio, e la chiesa del t 484 dedicata
alla Beata Vergine, a S. Rocco, ai Santi Fabiano e Sebastiano.
Sciolto per ta] · modo allora il voto della eitta di Leiina, il morbo
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a) forse Templum.
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b) Era Lodo"ico Memmo Conte provveditore di Lesina del i.484..
-12-

I..a chiesa di S. Rocco, come ricordano ancora persone vi-


venti, avea appunto nella sua Pala l' effigie della Beata Vergine,
e quelle di S. Rocco, di S. Fabiano e S. Sebastiano, ed anco
il palio della mensa dcll ' altare portava tali santi, palio poscia
conservato nella Chiesa Parrochiale di Bruscie. .\nche una Scul-
tura, tuttodi esistente sopra la porta di tale Chiesa, presenta li
Santi Rocco e Sebastiano.
Rsposta Ja storia dell' esistenza in Lesina della reliquia di
S. Anastasio, con cio che si riferisce al .suo Tempio, si passa
nel seguente Capitolo alla narrazione delle calamita che trava-
gliarono poscia la Citta di Lesina.

CAPITOLO IV.
Calamita in Lesina dat tempo in cui la Citta perdette
la insigne reliquit, di S. Anastasio
sino al 1671 in cui {u arricchita del Corpo di S. Prospero M.

Come si nam', al precedente Capitolo, i Lesignani rimasero


addolorati alla perdita del teschio di S. Anastasio. In conse-
guenza della privazione di tanto tesoro, non vedevano che mi-
naccie df calamita pubbliche sopra la Ioro Citta., e sentivansi
men forti a sostenerle, tolto loro quel sacro presidio di cui erano
per I' avanti forniti. La fede va congiunta alla fortezza. La pri-
ma, in esistenza della sacra reliquia in Lesina, era rassodata.
Mancata Ja sacra reliquia, scemato ii culto animatore che le pro-
fessavano, rimaneva indebolito, non lo spirito di religione e di
fede, ma si dira quello di viva fiduda nel patrocinio del Santo,
della quale fiducia erano compresi nel tempo in cni ne posse-
devano e ne veneravano parte insigne di quelle sacre spoglie.
Ne fu esente di calamita la citta di Lesina dopo I' indicata epoca
sino al t 67 t. Senza fermarsi sopra tante che bersagliavano Le-
s ina, specialmente ne1le occasioni di cambiamenti di dominazioni,
!anto pili serie in qnei tempi, nei quali in vigenza di dirilti e .
privilegi municipali (giacche anche qucsta Citta avea il proprio
S:atuto e forma di Repubblica), piti complicati erano i rapporti
tra dominatori e popoli, oltrecche tra i vari Ordini Civici fra loro;
si tocchera dei disastri della citta per altre cause, vale a dire:
per invasioni ed attacchi stranieri, dei quali si acceDneranno i
piti gravi = per guerre civili nel luogo = e per pestileoziale
contaggio distruggHore.
- f3 -

ln quanto a fatti di invasione straaiera non e a tralasciarsi


quello del 1354, alloruhe Ja Citta di Lesina fu presa, saccheg-
giata, incendiata da Genovesi. Lesina libera, avea col mezzo del
proprio Vescovo Dobrigna, del 1278, falta 1a sua prima dedizione
ai Veneziani sotto ii Doge Giacomo Contarini. Da quel tempo era
ririiasta. sotto I' alto dominio veneto, governandosi colle proprie
leggi statutarie. Nel secolo XIV. ferveva la ottava guerra de' Ve-
neziani contro i Genovesi, incominciata del 1348. Era Qoge di
Venezia ii celebre Andrea Dandolo. Correva I' anno 1354. l Ge-
novesi aveano gia penetrato colle Ioro squadre nel Golfo Adria-
tico. Ad essi stava sommamente a cuore ii conquisto della Citta
di Lesina, come punto sempre riguardato di grande importanza,
e dai Veneziani tanto apprezzato sino dai tempi di Orseolo II,
cioe sino dal 997 in cui, dietro attaoco e robusto assalto, eransi
impadroniti per Ja prima volta. Colto da' Genovesi un momento
propizio, in cui la citta non poteva fare valida resistenia da se,
ned era garantita da navi veneziant', Ja attaccarono, se ne im-
possessarono, la saccheggiarono, feoero molli prigioPieri. Non
basta : vi appiccarono il fuoco per maggiore desolazione degli
abitanti. Tutti qnelli della Citta che poterono salvarsi, fuggirono
nei vioini casali e campi, recando seco qttello ehe riusci loro
di preservare dalla distruzione nemioa a). I Genovesi pero poco
tempo rimasero padroni di Lesina, perche Nicolo Pisani la ricu-
PQl'O ai Veneti, ai quali tanto importava di conservarla.
Non passarono che quattro anni ciroa, ohe nuovo infortunio
veune a colpire Lesina, e fu I' assedio degli Ungheresi nel 1358
uniti agli Almissani, Spalatini, Traurini. Non riuscirono ad im-
posessarsi della Citta dift'esa da Nicolo Corner, ohe si ridusse
nell' antico Castell, , ma Jo incendiarono, recando gravissimi d~nni
agli abitanti. Ceduta poi, nello stesso anno t 358 per trattato di
Paoe, dai Veneti al Re Unghero Lodovico I. tutta la Dalmazia,
passo anco Lesina sotto ii dominio Ungherese, cui si oonservo
soggetta sino al principio del susseguente secolo XV. avendo
poi, libera, falta la sua ultima dedizione ai Veneti del 1420.
AI prinoipio del secolo XV. cioe del 1418, svilupparono
in Lcsina le discurdie negli Ordini Civioi, che erano ii Patriziato
da una parte, I' Ordine de' Cittadini e Popolo dali' altra, per ra-
gioni politiche di poteri ambiti dai secondi, e contrastati dai

a) Nel 1866 nei lavori dclla Strada l\facstra da Lesins verso


Bruscie, ad un n,iglio di distanza da Lesim1, fu trovata fra rHpi, una
massa di monete d' argento venete, co11iatc nel 13D3 dal Doge An-
drca Dandolo, e fu ritcnuto csscre stale nascoste al tempo ap-
punto . dcll' iuvasione genovese a Lesiua.
-14 -

primi che cercavano • tenere · in se concentrato tutto i) governo


della Comunita di Lesina, che abbracciava Ja pienezza dell' Isole
Lesina e Lissa. Dette guerre Civili produssero i pili gravi disa-
stri ali~ Citta; e calamita tale duro, a stadi, puo dirsi due se-
coli, cioe sino al 1611 in cui fu segnata una pace tra gli Or-
dini della Citta.
Nel t 484 si spiego in Lesina il contaggio, che fece stragi.
Di . questo si fece menzione al Capitolo Ili. circa I' erezione per
voto della Chiesa a S. Rocco. Dei 1510 le ire cittadine era-
no nel maggiof bollore = gli animi erano esacerbatissimi eđ
infiertti. A quel tempo si riferisce quell' avvenimento prodigioso
e misterioso di una Croce che freno allora meditate stragi, e
ohe e segno tuttora di viva venerazione religiosa, avvenimento
acoompagnato da notevoli fenomeni, e da forti e ripetute scosse
di terremoto, cosa straordinaria in Lesina, con rovina di edifict
sacri e;~articolari: tutte cose narrate e documentate da speoiali
.
storie e cronache del luog" a).
Dei 1516 doininava la peste in Lesina. Una lettera del t6
Ottobre 1516 si esprime: '
'!Qui li giorni passati siamo stati in gravissimi travagli, tro-
vanrlosi ogni di oasi nuovi ora nel Borgo, ora nella Cit,ta, ora
in Goiava.,, X
Dei t 529 poi nuova pestilenza sviluppo in Lesina, e duro
per lo spazio di cinque a sei mesi, oolla soccombenza di grande
numero di abitanti di tutte le classi e condizioni.
Ned e qui inopportuno đI fare qualche osservazione sta- .
tistica della Citta di Lesina, in quanto a sua popolazione, in quei
tempi ed in quel secolo, il pili importante sotto tanli rapporti
nella storia di Lesina, come venne esposto in un articolo in-
serito nella Voce Dalmatica al N. 0 t del 4 Gennajo 1862 sotto
il titolo = Atto eroico di cristiana virtu di Giovanni 'Balci
Patrizio Lesignano.
Anteriormente alle indicate calamita, Ja popolazione della
citta di Lesina, secondo la tradizione, ascendeva ad ottomila
anime. Cio viene avvalorato dalla considerazione e dal fatto =
della esi_stenza in Lesina di non meno di sedici Chiese, le prin- ·
cipali anche vaste, di vari monasteri, di piu oentinaja di sepolcri
od urne di principali famiglie esistenti entro le Chiese, special-
mente al Duomo e nella Chiesa di S. Maroo de' Dominicani, dato
pur di conto nella statistica delle popolazioni, e questi sepolcri
oltre estesi Cimiteri comuni per interramento esistenti in Lesina =
da! f atto che in una sola parte di Lesina, cioe nel su o Borgo

a) Vedi Nota N. in fine del presente Capitolo. .• ,


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- t5 -
esistevano nel t 525 quasi settecento case di pietra riquadrate,
edificate sontuosamonte, come attesta il Padre Vincenzo Priboevo
Le-signano nella soa O:razione Iatina deJI' 0Iigine e Successi degli
Slavi = dal fatto dell' esistenza di una vasta Piazza, Ja piu
vasta delle · piazze in provincia, ed allora di maggiore estesa
perche, come porta I' indicato Priboevo, e8tendevasi in lunghezza
dal Duomo sino alla Chiesa di S. Marco Evangelista a) = piu,
corrreesicuro e docnmentato in Jarghezza occupava nei tempi an-
teriori tutto lo spazio, poscia coperto da edifid (fra i quali ii
magnifico Palazzo Paladini oggidi Gazzari), ed andava sino alle
mura mei;idionali della Citta, che allora formavano Jato di Borra
alla Piazza.
Si aggiunge poi anco il ritlesso che nel Secolo XVJ., come
porta l' lntinerario o Relazione dei Siridaci in IJalmazia, Zan Bat-
tista Giustiniano, ed Anzolo Diedo dell' anno 1553, al llJimero di
trentaotto ~scendevano i Cas11.ti Nobili nella Citta di Lesina b);
e questi naturalmente con piu diramazioni di famiglia dello stesso
Casato. Anohe da questo puo proporzionatamente dedursi come
fosse alto ii numero degli abitanti, riflettuto pure che la Casta
. Nobile non amava di dilatarsi coll' accoglienza di nuove famiglie
al Patriziato e rimaneva circoscritta. Sebbene colpiti i Cittadini
da frequenti calamita, pure i locali felici elementi, e la coltura e
civilta degli abitanti, ricordata anco dalla indicata Relazione Giu-
stiniano e Diedo, e fonte sempre di bene, sollevavano di quando
in quando Ia Citta dalle percosse della trista sorte, rinnovavano
ii suo vigore e la sua prosperita, la rimettevano nell' importanza
sna propria c). Una sorgente principale di ben essere Iocale

a) In questa Chiesa ancor nel Secolo XIV. ii Consiglio dc' Nobili


teneva le sue Riunioni - ln Ecclesia Sancti Marci - Poscia nella
firande Sala del Palazzo Puhblico. ·
b) Giova indicarli coll' ordio.e stesso della Relazione: Lucio, Pal-
Jadini, Vidali, Leporini, Boni ni, Balci, Bertucci, Niccolini, Colom-
bini, Duimicich, Lucoevich, Aogeli, Bassich, Barbis, Lupi, Gazzari,
Jaxich, Stanoe, Ettorei, Berislavi, Chischich, Scanderbegh, Fasa- '
neo, Petris, Bencovich, Piretich, Zamberlini, Spinetti, Jaxa, An-
gelini, Decovich, Gottifredi, Simonetti, Stipichievich, Canavelli,
Candia, Fumatti, Peregrini,
c) ln quanto al grado di sua importanza, ed al posto c.he Lesina'
occupava fra le principali Dalmate Citta, basta ricordarsi come
ali' impari delle Citta di Zara, Sebcntco, Trau, Spalato ebbe dal
Veneto Governo ne! 1495 ii diritto di far coniare propria mo-
neta, di cui si conservano -a Lesina degli eseinplari'. NoLisi pure
ehe Lesina ne' Secoli andati avea ii titolo di Ducato, comc in-
dico ii riputato Geografo Antonio Chiusole di Roveredo, morto
- 1& -

consisteva nell' arte ed industria della navigazione. Lesina ana la


sua Marina Mercantile. SI ha per tradizione che soltaoto in queUa
Coulrada di Lesina che si chiama Gogliava, e che prima del ~.,...
colo XV. entrava nel piti esteso contorno delle mura della Citta,
contavansi ben 70 Capitani patentati a lungo corso con propri
navigl i, favoriti dal celebrato nostro Porto. Che Lesina avesse
molte navi lo , ttesta anco Palladio Fosco (del Secolo XVI.)
nella sua opera de Situ Ore lllyrici. Dice. "Ab ea (lssa) in-
" trorsus 18 mill. pass. abest lnsula admodum . celebris prius
" Pharos nunc Lesina appellata, que duplo major quam lssa, Ur-
bem habet ejusdem nominis a Nautis Mercatoribus per bune
" sinum comeantibus maxime lrequentatam„a). Poscia dice: Pha-
" rii navigati<:ini, et mercaturae dediti, plurima habent navigia,
" quibu_§ tum sua tum aliena mercimonia huc illuc vebunt, et sic .
" plerique eorum ditescunt,,. Anche un tale vivo movhnento ma-
rittimo, unilo a richezze, indicava corrispondente popolazione, fat-
tore di prosperita. Le iuvasioni strat1iere, le guerre civili, piti an-
- cora le indicate pesti dei t 484 - del t 516 - del 15.29, aveano ben
dimezzata Ja popolazione di Lesina. Dei t 560 ai to Novembre
ii Conte Provveditore di Lesina fece Ja descrizione delle,:persone
d, lla · Citta, e furono rinvenute ancora 3499, come da pubblico
documento.
Restavano pero altre calamita ancora ad infierire in danno
della popolazione di Lesina. E cio avvenne non molto dopo, cioe
negli anni 1571 e 1576. •
· li 1571 mai sara dimenticato da Lesignani. 1n Agosto di
tale ann,,, Uluzzali con 70 Galere improvisamente giunse, puo
dirsi, ali' eccidio della Citta di Lesiua. Presa colla forza la Citta,
distrusse gli Edifici e Sacri e J,ubblici e privati, dembo ii tesoro
delle Chiese, e · casi spoglio le famiglie private di quanto aveano,

ncl 17!:i!i nella sua opera: /l mondo .Antico e Modenio ov11ero


breve Trattato delta Llntica e Moderna Geografia - /Tenezia
1722: Scgno poi di coltura, civilta e buon gusto offrono quei
sueprbi monumenti in piu gencri di belle arti eretti specialmente
ne! Secolo XVI.
a) Di questo Porto e Citta parlava anco Scilace Cariandeno, visssuto
alla meta del lV Secolo avanti Cristo, allorche nei suoi Peripli
pssia Oescrizione di Navigazione per I' Adriatico si esprimeva =
"Navigantes, quando ex Occ1dente in prospectum Promon~orii
"Oioemedis, sive Peninsulre Hillis perven;unt, ut Sinum Mom um
"pertnnsire possint, Pharum versus, navigationem dirigunt, et
"Ionge diei itinere, vento propitio ipsum Phari portum app_el-
" lant, sique ventus lenior sit, ad primam ex ejusdem sinus 111-
" sulis perveniunt "·
- li -

aggiungendu I' inoe11dtu, deNti rnua; la strage dei veochi e dei


tf~tm; kHl'ali\lM tr., 11111 ltlMJIH.,,,bt,: mm poterono mettersi..ia
· 8alV6· WM bii1Miti• •••a.,..t·,Us•peroiriitas• anoora tanta
Vittll d-. iffilil' llmli'fJ.:Yfto tlopcr la · Gatea•Ftrtll6e; (;lm, ~man-
data dil ··f f ~ ~1111.oHiitu·, ~aao, · Gibvam Baki, fece
ptodtgi_tti, \tel4W c'1fi ittJIMt~saa -di . am nemi-Olle, ~elladaaosa
batfuglia lli •tet,leCo, at, su~vo v Otlolire inh:Pero i anni
delt' incttrs~ne di Uli~ -ftlrtmo per Lešlna -gravissiini;; :
Nel t 576, in qtffllr· ti.nne inemore.bi~ p~ dominM dt ~on-
tfl!ift~st~zta.11}.· e_o~e Dasle~ebhe 11 ~cordarJo la. mqne. da
p"8tTdirgtttnd~· Mano< Veoceho - nell' eta di oltre , 99 allJU1 .e
lil e~l8n9, lb Veite!ia p~r -~ ~-'t>Uhblioo del famoso Tempio al_
~~-e,i, ~iD& -~ {M.· •ffi~~;.~ ·· ft-.~
510mr noti··~ l i ·sWege 'tt :;uol a"™""i:
-·a- --~ ~~L ~~~j~~~- C8-
i ·
Puo. infine aggiungersi anco il disastro avv..,nuw Qe.l ,t.579
della esplosione delle munizioni da guerra nel Castello di Lesina,
in causa di fulmine; esplosione in conseguenza della quale ri-
masero distrutte molte case della Citta sino alle fondamenta.
Una sequela di talite e'3lmnitftc per continuazione di Secoli
dovevauo ridurre alfranti gli animi -de' Lesignani. Eppure succes-
se lii-Mnameat.; poitht\ sebbene in tempi di dts~Grdo cittadino,
per ragioni politiche, pure trovavansi . .compresi da sentimenti re-
ligiosi che đavano loro forza a sostenere ii loro spirito, e poi
sempre uniti ove si trattava di pugnare per Ia Religione, por 1a
patria loto carissima. L' amore ·đella patria, e lo spirito appunto
di teligione time\rano sempre fermn in casi Ja idea e la persua-
si'one, clle la Gitta aon avtebbe 80duto felicita fino e. tanto che,
col possedimentO' lti una inl!igne. reliquia di Santo Prottetore, non
T&nisse presidiattl d'Q ·lnnli e' disgrazie. A tale possedirawto sem-
pre tendeltno. An·oor piu đopo g1i uHimi i1.ditati gravi disastri.
No11 oosi -tt:litOi )).ure veobe il tempo in <mi futono esauditi tali
-voti ; e questa e l' epoca del f b71, che segna I' arrivo in Lesina;
della preziosa reliquia del Corpo di S. Prospero Martire, su di
oh-t trMtĐra il segaent~ Cel)itolo.

Nota al Capitolo IV.


N. f. Cio fu ii 6 Febbrajo 1510. Dai principali partigiani
contro il Patriziato, era stata fatta una congiura pel loro totale
eGcidiQ• .n gitUa.QJento venne pr~statq din.nanzi_ · un, piccolo Cro-
eifis5t di legno, ur Ga.sa đeU' Ammiraglio del Porto Nioolo Bevi-
laoqua; uo de' CapL d~Ha :~o·ngiura. In quelJo stesso giorno il
Crocilisso tramantlo s~gue'.i sUIFe da sotto le spine d&lla corona,
2
-- i8 -

in giu pelle narici, e pelJa bocca. Fu recato al Duomo, esposto


alla vis ta di tuUi che se ne accertarono• .Gli animi furono pieni
di spavento a tale prodigio, accompagoato da segoi straordinarl,
e specialmento da ripetute scosse di terremoto. Le meditate stragi
rimasero frrnate. Da parte Ecclesiaslica f11rono assunte deposi-
zioni sul fatto in quel tempu. Ben phi. tardi, cioe del i579, al
Visitatore Apostolico Valier era commesso dalla Santa Sede l' i-
struzione di regolare Processo sul prodigio. Il Valier a Lesina
esamino tutte le persone che ancora viveano ,e che erano si.ate
contemporanee all' avvenimento. Pero la Santa Sede non pote
giudicare il fatto come miracoloso, e solo fat continuare la di-
vozione verso ii Crocifisso : divozione che si conserva, come si
conserva per generale sentimento 1a persuasione che ii fatto non
potesse essere che prodigioso, viste tutte le circostanze che lo
accompagnarono.

CAPITOLO V.
Dell' arrivo in Lesina del Corpo di S. Proij,ero Martire,
e di cio che a tale sacra reliqttia si riferisce.

Del 1667, in successore al celebre Veseovo di Lesina Vin-


cenzo della nobile famiglia Milani di Vieenza, Prelato ehe fece
molti beni a questa Chiesa, a questa Citta e eoll' attivazione
del Monastero delle Monache Benedettine, con ehe ebbero ef-
fettu Je pie cure e largizioni per l' avanti fatte a tale seopo da
due Cittadini Nicolo Colombino e Giulia Vedova di Antonio Lu-
cio, figlio def celebre Poeta Illirico di Lesina, Annibale Lucio, e
colla istituzione del Seminario Vescovile, e per altri modi, venne
destinato altro rispettabilissimo Soggetto. Questi fu Giovanni della
famiglia degli Andreis di Trau, distinta per tanti uomini di me-
rito in tanti rapporti drrivati dalla famiglia stessa. Giovanni An-
dreis fu il XXXIII. Vescovo nella Serie dei Vescovi di Lesina,
che comincia del i i 45 circa con Martino Manzavino di Zara e
prosegue, senza interruzione. o alterazione di Sede, come eonferma
Jo Storico Ecclesiastico Pa dre Far!ato aJ con Prelati degnissimi,

a) Hic (pa,·lando della citta di Lesina) certe Seculo duodecimo con-


stituta fuit Sedes episcopalis, neque unquam hine dimota, aliove
traslata. (lllir. Sacr. Tomo IV. Episcopi Pharensis). fn quanto
ali' estesa della giurisdizione della Diocesi, al VescoYo di Lcsina
-- (~) -
fra' quali due Cardinali, Monsignor Giov. Battista Palavicino Ge-
novese (1522), Monsignor Zaccaria Delfino Veneto (i 553), que-
st' ultimo ricordato con grande stima pelle importanti prestazioni
sue nell' ocoasione tlel Conoilio di Trento. Monsignor Andreis
univa in se tutte le qualita proprie di un Veso,,vo: caldo alfetto
alla ·santa religione, al oulto divino: cuore sempre intento a pro-
muovere il bene spirituale e temporale del suo gregge: anima
gelterosa dimostrata dalle opere sue : saggezza di consilio, fer-
mezza di azione. Uomo dotto e graude di mente, studio e co-
nobbe le condizioni morali de' suoi figli Lesignani per prestarsi
a provedere alla loro felicita, al loro conforto. Trovo che al van-
taggio di felici oombinazioni fisiche e locali, al pr~gio di natu-
rale svegliatezza e di coltura nella citla, le mancava ancora pel
suo bene ona condizione importantissima, ed era Ja concordia
cittadina e I' affetto vicendevole non ancora rassodato, sebbene
fosse stala segnata la Pace negli Ordini Civici sino dal 16 f f. A

in quei tcmpi appartenevano le Isole di Lesina, Brazza, Lissa, Cur-


zola, Lagosta. Pili oel continente Macarsca e tutta 1a Craiua. Dei
H8?S nel Sinodo Provinciale di Spalato, eonvoeato dali' Arcivescovo
Pittro Hl., fu decretato come aegue =
Decrevit igitur Archiepi-
scopus et Synodus, ut Pharensis Episeopus habeat Sedem suam in
Phar, et habeat has Parocbias Phar, Braciam, et Lissam, Corce-
ram, Lastam, et Muleer et lotam Crainam. Da cio ii Veseovo di
Lesina, come nota Farlato, si usava chiamare Episcopus lnsularum.
La pre~enda del Vescovo di Lesina, dalla sua origine sino al prin-
cipio del presente Sccolo, era costituita da contribuzioni de' Dio-
cesani sui prodotti del suolo sottQ ii titolo comune di Decima Ec-
elesiastica. Cio risulta am,be relativamente a) Primo Vescevo di
Lesina Martioo Manzavino, che per grave eta e cagionevole salute,
ess~ndo stalo dai Lesignani allontanato c rimosso, intrusosi nel
1171> nella Sede Vesrovile Luccaro Ciele, rlietro reclamo del }lan-
zavino portato personalmcntc ad Alcsandro Ili. a Zara, ove trova-
vasi nel suo passaggio per Ja Dalmazia per reearsi a Venezia, ven-
ne ii Maozavino del H 77 dal Sommo Pontefiee rimesso nella Sede
di Lesina, deposto ii J,uce'aro, e diretta Epistola a Chajalisio Conte
di Lesina cd ai Nobili di Lesina nclla quale, sotto pena di sr.o-
mu niea, li ebiamava n rieonoscere ii Vcscovo Manzavino e con-
trihuirgli le dovute decime. Pel 1·icevimento ed amminislrazione
del prodotto in natura. i Vescovi aveano bisogno di tenere Casa
e Magazzini in piu Juogbi della Dioeesi, e quiudi aveimo casa a
Lissa, a Bol della Brazza, ed in altri luoghi. Aneo altri Pii Istituti
della Citta di I,esina per oggetto delle loro ·rendite ne aveano,
come ii Convento di S. l\larco de' Dominicani di Lesina, ebe, r1ceo
di Beni fondi in piu parti, avea una Casa a Lissa, due in Gelsa,
ed in altri luoghi.
- 20 -

que~to prezioso scopo si presto e tosto, e la stessa s~a Pasto-


rale, ohe si oonserva, pubblioata al ptender ~ssesso della Sed1'
Vescovile, parlll vtffmente di paoe; di carita vioendevole, oome
fondamento di ogrti ptosperita e spirituale e temporale. Ne ri-
maseto senza etretto la. sue paterne cure. D' attrollde poi oonob-
be ehe tutta 1a popolazione era di sani e perfetti principi reli-
giosi, portala pel decoro del Saoro Tetn"pio e- del C\llto Di,ino,
dolente perohe prfva di una saora reliquia ins!gne per presidio
della Citta e per fortiflcar6 ancor pili il propri'O religioso . senli-
mento. 11 Saggio e bttbn Pastore penso _a confbttilre in tale rap-
porto i Cittadini di Ltsina. - .Nel j 671, combittando ii sti o dovere,
dopo · ii primo triennfo del s110 Pontificato Leslnense, di porger
personalmente la ima Relazione al Sommo Ponteftce (rulara Cle-
merite X.) si reco a Roma, !lupplioo e<J ebbe Ia fortuna di ot-
tenere, oltre ad altre Reliquie, la pterl~sa r~liquia dell' intero
Corpo di S. Prospero Martire, estratta diel Cen\etero Priscma b).
Si restitui alla propria Sede, portando seco tanto tesoro di cui,
per dono, arricchi la s1ia Chiesa Cattedrale. Giubilanti i Lesi-
\ gnani con fes te· e dimostraiiohi lo acoolsertl-, segnando ii 9110
; artivo, ehe fu appunto il t671 c), un' epoM itlteressa,t~sima
' nella Storia deUa citta , di Lesiila e sotto i rll.l,pl>rtl teliglosi, e
sotto i riguatdi moral~ e đal tato hiflhe dtlla · ptosper~ta e ben
essere della popolazitlne, come verta tneglio ,U1~strato in pro-
gresso. La venerazione al Santo, la viva . tid'.lll}ia nel suo allQ
patrocinio naql,lero tosto e sempre pili crebbero, come ppre verra
dimostrato. l: urna contenente la insigne reliquia ve~ne coJlo-
cata, sino a nuova destinazione, sull' Altare Maggiore della Cat-
tedrale, dedioato a S. Stefano Papa e MarUre1 Anti~ Patrono
.. della Citta e DioGesi, e titolare della Chiesa Gattedrale. Si ·co.-
"'mincio poi a pensare a d11e cose: la ptima, secondanclo ii voto
universale, di eleggere S. Prospero Martire in Comprotettore della ·
Citta e Diocesi; 1a seconda di assegnare al Santo u.na ijpj105.i_t11 .
Cappella nella Cattedrale, con l' erezione di apposito Altare ove
·cotloc'ifte in \Jfoa eonvenletrte 1a Saćra teliquia, datitnanere alla
venerazione .de' fedeli. In qnanto al ptimo oggetto, del f 674,
, venne, secondo i Sacri Canoni, eletto ed acclamato dal yoto del
Popolo, rappresentato dal Consiglio Nobile ,ella Citta, e dal voto
del Clero, S. Prospero Martire Comprotettore della Citti e Diocesi

b) yedi Documento Pontificio in fine di questo Capitolo Nota f.


c) E interes!'lltlte la osservazione che ii f671 segnava epoc:1 fau-
stissima, c che al 167t si compivano cento anni dalla distru-
zione della citla per opera ostile del t !>71, indicata a! Capitolo IV.
- 21 -

di Lesina d) ; elezione accompagnata da pia e~ultanza, feste, di-


mostrazioni senia fine. . •
ln quarato alla Cappella e«t ~· altlre ·(,\a dediparsi al Sa}\to,
il ben,enierit,o V~covo ,\ndi'eis pen.§O all)1op~ D~ 1571 nella
distruzione di Le~, narrata al Ca.pitoio· f\\ ,crit ~~t/l attem.ta
in ·gran parte Ja antica Cbiesa Cattedrale, deha quale non era
rimasta, come osservasi tuttodi, che Ja P.arte che .costituiva ii Co~o e
Preibiterio, e la ·C•rpetla 4ell' AJtare Maggiore :, ~a.rti oh'e presenta-
vano nella loro arttiitettlli'a · u oorattei:e· <li sJfN · ~olipq. Destinato,
dopo_ la distrn~io_nf.'1 ~ · V'esoovo. 4i Lesin11. iJ Wr ceJ~~re Prelato
Martmo de Martim d1 !t,q:tiila degti Abbrnz~, ci.e · ~es11e dlll .W al
i 581 Ja ·chie~a _Leš~J~1 qu.esti, c~I ..S\IO ese~pio e coll' 'im-
1,
pulso, mosse 1 C1ttadfnf · di ogm cond1z1one ad mtraprendere la
rifabbric~ d,1111. C11.t~~6 ~on piu vame J~QPQl"~iopi e no~ili ar-
chitettura. ll .c!efi&itiw completamenfo intf»'no e<l esterQQ -si e(-' .
fettuo foltai;iw ~l ,ptiJcipio del Secolo XVlll., sotto gli ~~pici .
del pur ilfust.re .Vescovo Fra Raimopđe de' Coati Asperti di ijer- 1
.gamo, benemeri'9 . spe'iialmeate in qnanto llll1 opera dd bellis- ·
simo Prowetto deUi Cattedr-1e, clle aella aua. ll.rcllitettura pre-
.senta lo s.tile l.omb~c!o. i.. Cattedrale, con,,e oggidi, a,co nel
i 67 4. coosisteva dHte p.av~ <i0n .....,cappelle laltlraJi. Di queste~ ~
nella &vit~ iJ. d~fi'1.l, 1a wtifw. Cappella interna a Levante, era
dedica~ alla :eeata Vergiue đella Pieta, tenuta in venerazione
da: Lesigua-.i. Assegnata p~ro aJ culto della B. V. della Pieta
altril Capp1,lla nella Cattedrale, ed e la prima nella Navata a de- ·
stra, ove fu eretto poscia ricco altar.e fornito di quattro grandi
colonne di du,.spro di Sicilia, la. ind,i()ata Cappella \nterna a Le-
vante venne destil\ata per S. Prospeto e). Monsignor Andreis con
prop19 dispendio. :ere~se I' altare di Marmo dedicato. al Santo
Co1Dprotettore1 . sopra ii quale, entro Urna lignea dorata con
egregi lavori di intaglio· di manq maestra,. ~olloco . JI venerato
Corpo, coperto di ricche vesti. Cio fu del i 676, nel qua)e anno
ina11guro I' Altare, co~ferlJlo ii dono della reliquia alla sua dilet-
ta Chjesa; e per ~~eacere ii culto al Santo, iustitui una Pia

d) Vedi Documenti in fine del presentc Capitolo sotto i N. 2 e 5.


e) Nel f ~ operandosi dal Vescovo Bordini nell' Orto dell' Episco-
pio, dappresso alla mura deHa Capella di S. Prospero, uno scavo
per ogge• di costruzione di Cisterna, a dier.i passi di pofondita ;
fu scoperto un pavimento di antico mosaico a vari colori che,
cominciando nella parte dell' Orto, proseguiva in pon<'nte sotto
ilriano della Cappella stessa. Di questo mosaico si conservano
de · p,ezzi, che per ragione del lavoro er1mo stati estratti, c pre-
scn~ ~ppu!to .,?.P_e~a 1ben anti?a> '. 1 . !_,,
~-_,...... .,, v ·'t ~ - I 1 ~·I ,.~ ~. !

., / ; '
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- 22 -
/
Confraternita di S. Prospero, cornposta di dodeci soggetti del Pa-
triziato della Citta, decorando questa Confrateroita di una Chia ve
dell' Arca, conservandosi I' altra da Mohsignor Vescovo, indi dai
Successori suoi (}. A perpetuare poi la memoria, a tergo del-
1' Altare oolloco una lapide colla seguente iscrizione :
D. O. M.
IOANNES. ANDREIS. EPISCOPVS. PHARENSIS.
CORPVS. S. PROSPERI. MARTIR.IS.
DILECTAE. SPONSAE. SVAE. DONO. DEDIT.
PIAM. NOBILlVM. CONFRATERNITATEL\f, EREXlT.
EA~QVE. ALTERA. VENERABILIS. ARCAE. CLAVE CONDECORAVl'f.
ANNO DOMINl MDCLXXVI.
Si hanno memorie di grandi feste nelfa Citta di Lesina in
detto ilioontro, e ben a ragione, percM veniva reso onore al cuJto
verso ii novello Santo ComproteUore, rišplendeva la pieta reli-
giosa, e la muniftoenza dell' mustre Vescovo; nell' unita di sen-
timento religioso di tuW i ceti de' Cittadini, scorgensi un pre-
sagio, anzi un pegno di futura unione e concordia ; infine era
risorta la fiducia, col presidio del Santo Comprotettore, di vedere
cessate ed allontanate da tlfflta quelle calarnita, ch~ per tanto
spazio di Secoli sopra Lesina piombarono, come fu narrato pre-
cedenternente.. -Ne furono male concepite tali speranze. II risor-
gimento della Citta in tanti rapporti venne tosto appresso; i di-
sastri cessarono, tutto fu rianimato, come verra esposto nel se-
guente Capitolo. Innanzi pero di chiudere ii pre,sente, si indichera
come Monsignor Andreis, dopo aver ,-,fatto tanto bene a Lesina,
assenti al proprio trasferimcnto alla Sede Vescovile di Trati,-
ri~asta vacante per Ja niorte di Monsignor Giovanni Galrloni,
per adoperarsi anco a pro della sua patria con opere benfiche.
Infatti nel 1681, a merito di Monsignor Andreis, segui Ia solenne
e memorabile Translazione, nella nuova magnifica Cappella _del
Duomo di Trau, del Coqso di S. Giovanni Ursino. Altre opere
benefiche fece, delle quali gia parlano le storie di quei tempi.
U distacco da Lesina di Monsignor Andreis avvenne- nell' anno
1676, vale a dire, nello stesso anno della inaugurazione del->
l' Allare di S. Prospero. Ebbe per successore nella Sede Veseo-
vile di Lesina Monsignor Girolarno ~riuli della illustlw.Patrizia
famiglia di Venezia, Prela to di no bili sentimenti, e tanto bene-
merito alla Chiesa di Lesina, che ne conserva le i:ae spoglie.

fJ Vedi in fine del Capitolo prcsente, documcn\o di approvazione


della Confraternita colla elczione dclli Pa11·izi, Fraucesco Lupi,
Mariuo Giaxa a Presideuti - N. 4 [';ote. ·
I
- 23 -

Note al Capitolo V.
i)
Paulutius Tit. Sano&issimorum XU. Apostolorum S. R. E.
Presbvter .Card. de Alteriis, Sanoliss. D. N. Papae Vioarius Ge-
neralis, et in Ala,la Urbe, eiUSqUe Oistriotu Judl)x Ordinarius. .
UniTersis, et. singulis presentes nostras litteras inspeotuns,
t\dem facimus, et attestamur, quod Nos ad Majorem Omnipoten-
tis Dei gloriam, suqtumque Salictorum . venerationem dono de-
di111us m.mo et R.mo D; D. J·oanni Andreis Episcopo Pharensi,
Saoras Reliquias desumptas ex corporibus Sanctorum Cbristi Mar-
tynun Viaoontii, Coelestini, Victoriae et Candidi, et integrum Cor-
pus S. Prosperi, de mandato Sanctiss. D. N. Papae, ex Cemeterio
Priseilla extraotas, quas in eapsula oooperta cam Jela serica oo-
loris n&bei Jre~ elausa et foniculu serico coloris rubei colligata,
et sigillo nostro signata ~upradicto D. Ili.mo ac R.mo Episoopo
consignavimus, eidemque ut praedictas Sacras Reliquias apud se
retin.-&, aliis ·don,.re, extra Urbem transmittere, et in quacumque
Ecolesia, ~ , au.t Cappella pubblice Adelium venerationi
exponere,. et collo~e valeat in Domino facultatem conoessimus.
In ·quol'um fldeap Jlas .litteras testimoniales, manu nostra subsori-
, pw, et nostio ·silillo batas · fteri .· mandamas. Romae ex aedi-
bqs nos&ris . die . 2da Mensis Augusti i 671.

P. CARDINALIS DE ALTERIIS Vio.


CL. S.)
' Ludovicus -A.bbas .Picinus Sec.rius
Gratis Ubique.

2) ' Adi 25 Febbraro t 67 4.


Convooato ii Spettabile Consiglio dei SS.ii Nobili nella Sala
del Palazzo Pretoreo, alla presenza dell' Ili.mo Signor Santo Bar-
baro Co. e Prov., premessi prima li mandati soliti con Ja pub-
blicatione pella Giurisdizione et poi suon della Campana more
ordinario, nel quale intervennero, oltre la persona di S. S. Ill.ma,
gli infrascritti SS.ri Nobili per far le cose espresse nelli man-
dati, quali furono letti ecc.
, Li Spettabili Signori
.Pietro Nicolini e ) . d" .
Gio. Battista Vidali ) 6 lU 101
fl Signor Andrea Vidali Avvogador Attuale
,, ,, Gio. Antiquario Avvocador di rispetto.
- 34 -

Ol\fl\USSIS.
- NeJ q.u;ile ~p~ttal.>ile Con~lio llopo leni li lfliU~4Mi su-
det\i fu Jetta l' iitfrtsorma pa.~te. .
flicuflo~ce favuri dal Cielo qiiesta Cilta uel vedersi arri-
chit,a MI Corpo di s. frospero il }l;irtir~, pwcbe q11asi pqbblico
svegliatoglio đella soprana pieta desUnato opportunemente con, te
sue internessioni, rimettera nelle. anticJm feH~a \e ~ri~ cor,..
renti, et qual stell, l>elligrnssima eon 'gU .intJ.ij~~i prQ~Jrrjgara
quell' aricl.ezza cbe per lllalignita di co.ll\{ario ftian~~ ~tu.Ji (~pi
trn~orsi i,i e, prpvata. JU pe:rch~ cbi di pili.. gioje , ,.~Qvi~ii\ ip
piu giojeHi I' amanta, CQ!,i ba.vendo per fr~tet~or .t\n.VCQ que~ta
Citta e Giuris~i,µqne Sap, StefauQ J>apa, ~t ,MarUtt:11 :neoos!i1Jxio 11i
rende per ~' ~·9crescer gl' lxlter.Qe!!sql'i apprl.l$~9 ·~ui,, J;liv~a )Jaes.@
. l).fl a"co. di.- Sh f,.r~J>er~ •..~. cw . voJ lµm~ .di
as!luwer ·.la .prot~io
que1,t~ due gjiQje r8Bl.it1wo lll(ll;ij~ · MI ~ij~re ~on renqvaw
tiene le · ~ei1wrcie; ll1 ~ -.{e.lwiJ~ d~1 t,eIQpi ite~~-;:F. Ch~ p~u fll
pQsta.pwl~ ~idli SpettabiJi ~nmi Gi\1,dici1 ~t A.VVQ&A~Pri, c,h, 4~
quest;1 Spetta~ile CP11111nit~ ~ja pon ~PPll\\lSQ đivot,issimo . ~li@> tn
suo Cq.wpro\e,Uor~ U GiooQ@. Sa11 Pw!!pe!,10 Maru:r~, ~t ,troplQJ'!-to,
accio vogli;i inu,ssan~mimte porgere , Sua J)i"fu~. AfMst4 VQti
propicii a questa Citta e ~\uri~d.i~e. . · . . . ,
Qual parte Ietta, e b~llottata fu presa a tutti Ii voti et fu
pubblicata per :ri~i\i~.

3) Adi 2 Agosto 1674.


Convocato e coadunato ii Venerabile Capitolo nella Sacre-
stia di questa CaUedrale, pr!lmesso ii. $l).ono della Cnmpantt
d' ordine dell' Ill.mo e Rmo Mons. Vescovo, che assisti nel me-
. desim() per trauai:e le oose jnfra~criUti, ii:.tflfVel\n~u :;:,:a
11 Signor D.r Arciprete Lupi
,, ,, Canoniflo Lupi
)l
,, Luxich
,," ,, D.r Vincenzo Jvaneo
,, " Sim:unich habente Ii voli delli S.ri Canonici
))
" Gazzari e Vidali
,, Mttrinich
" ,, " D.r Francesco Ettoreo
" ,, " Domianich \
" "
Dopo di cbe fu dal medesir;no Jll.lllo e Rev,mo Jonsignor
Veseovo esibita a me C;!ncel!iere Capitolare l,1. seguentl3 Parte.
- ~5 -

Tut.to one l' infinita miserw.ordia dell' Altiss-imo lddio non


hablliii, ~degqato di do~IM'e llll' JI$il,llO genere I' unico dilelli$siuio
suo ~lio1 @p.io. cl\e oj'f.· .. . ~đ~~j. Y ...~ !lJl. de..~. lla
. it·t.·iJl .•. a.I. _Padre,·r···e. d.i-
messe COl propno p,:e~~lS$!1llO ~~U~. ij~ (If8J,llllde del !}~-
(l. <:·•·

r
QUIJl.iO ap,ill)e,,~ IQ.l timto c11re~ q~li ·,~ gipstissuno Dfcreto,
4opo Ja i~sgre~iQ..ne dd.l' jpgrato A~;uru,), ,nđ!lvapq p~rclµJe;,elle
pene ·eterne ·_ et abbenche institui~e. i,1 rimediQ efnca9issftt10.. M,
ijAAU ~a<?rJWJenH ijopra .Ii me.riti de]lii, s~a PiviQa Passione, con-
J,:q le t!lilllte · degli fnfe.rmh .tuHavia ~ rima!Jta .da si ~ave per-
~~~ii, di µ1ao,iera in4tl'bq!,ita)' UJP.ii,P.a. natura, .ohe bi)~, spesso,
J!il,ij~fJndo cot;11;itp $alIJt.ifere mediciIJe1 trasćgra ijnco. (' eterna
~aMe. 1{i1, yqlato pero I' iµetfabile C{w.nenza del Creatore accrfl-
t,cer, ll'*· ~em,\~ile .~~tste~11 al cU JJij 01tsti.co corpo, perche
1rnll~lasAA ig_ tµttj _li .. tempi 4al. ;Tf.QJJ.CP de~a Sa~a . Crqce serie
(1i;tl)h!,lrutta. 4t ,SIUJU ~ero\ olle Wll.tandoJo :qell'. i\tion• s11e S~cro-
~1m~, · ~r94q,c~~ro ~ori .~ ·ćelesJe toavita =: et. quasi luciIii J\,stri
d!ll. fiflJ.\8IBtm\o, ,seni&$eriJ. · di. nuovo ritle]lso di brne a queili, che
&~~nno ~tw.QJ,ti pelw tencl.!11:; .cosi clrn s"'1eC<lhiatisi in tanti esem-
plari · di 'Dna pieta, si ridticessero al retto sentiero. Perci() la
Chi~~i ~adui ,af{t;Uq,o~a; ~e' f~(leJj b& giustam~nt.e \lfo~ossa I~
4.~votil!D.e;; ~ 1J CJ1#Q 4i q-ye.sti che ~aµpo m.mtaio e~~ere fatti
C.Qt/{~m .·«.!#...· ,Cid9,. a ti.A~ čfrn, coq le loro }:a'i.de intero. essioni
e.

te.u(.l;es&~t'P p~ca~ J' .u:, l{illstissima dell' ~erno Giuđice, e ri-


stas~e a JlQJ yjyi\mw.te jlJWfessa la roemo.ria ~ei lorc;, santissimi
g~ti. On4e :mm vi· e,ssenđo lqogo alcuio di qualche nome, che
non goda SlJlgQlatissin)a la gra.zia. d' aver in custodia depositate
le ceneri di qualche Santo Protettore, ·r solo con nostra parli-
colare ammiratione vedendo noi sino dal principio della nostra
Pastora! Cura dafraudata di eosi valido presidio le nostre dilet-
tissime Citta e Diocesi di Lesina, siamo rieorsi alla Santa Sede,
perche si degnass~ oonf!olanHl ppstro gr~gge di qualche Santa
Reliquia lnsigne, per esser posta alla Pubblica venerazione del
Pc;,pol9, lu che per gratilJ. qel .Sjgnor lđdio sjamo stati 4oppia-
1Qtllfe es1.n1dW, mentre dil.lla ~enigmta di Nosto Si~nore habbia-
mo riportato il Corpo dj S, fl'ospero Martire, da noi altresi so-
lenell\ente. rivQsto jn questa nost.ra Cattedfale. Considerando dmi-
q1Je quanto conferisce alla dpyqJ,a venerazione di questo Santo
l\lartire 4' elegge.rlo per CP~:prot.ettore della Cilta e Diocesi =
fercio h11,vuto maturo consi~lio col Venerabile Nostro Capitolo
de' Cauq:qiei della stessa nostr(l Cattedrak di Liesene, I' andera
parte da noi p{opo~ta --:- CM San ru,spero Martire sudetto sia
eletto, ei accettato 'per CQmprotettore, e per avvanire come r
twe i~ ,Uij~a la Diocesi I\OStra sia venerato, et sia celebrato ii
suq 0!9fio conforme 1.\1 ritQ d{)lla Santa l.\oma!!l! Chiesa. E cio
a· m•ro.: gloria, ed honore drl Signpr ld4io, clte si glorifica
- 26 -

nelli Santi Suoi, e con ferma fiducia che l' infinita clemenza della
Maesta Sua, a intercessione del medesimo San Prospero Martire
nostro Comprotettore, versera sempre piu sopra qoesta Citta e
Diocesi ii colmo delle sue celesli br,nedizioni.
La qual Parte letta da me Cancelliere sudetto a chiara
intelligenza di tutti, fu presa et accettata con tutti voti, e con
consenso e giubilo universale.
Quibus peractis lll.mus et Rev.mus D. D. Joannes .Andreis
E. pus Pharens, et Brachiens. "pronunciavit, ac declar!lvit ( cum
jam accesserit hujusmodi e]ectio, et assensus Spectabilis Consilii
et Communitatis Nobilium Pharens.) Sanctum Prosperum Marti-
rem electum, et assumptum ad formam juris in Comprotectorem
Civitatis, tt Dioecesis · Pharcns. mandavitque mihi Cancellario
praedicto exarare plura exemplaria hujus Actus, ut unum asser-
vet. in Archivio E.pali, aliud in Archivio Cap.lari, aliud vero suo
tempore ponat. in Arca S. Prosperi Martiris com ejos S. Cor-
pore ad perpetuam rei Memoriam, et ad Majorem Dei, nec non
ejusdem S. Prosperi Comprotectoris gtoriam, et honorem, et ita
omni modo.
Illustrissimus vero et Rev.mus D. Episcopus pred. ascendens
Cathedram, E.palem infra Chorum, cecinil principium hymni Te
Deum Laudamus, quo per Chorum decantato inter tormentorum
roboatus, et sonitus Campanar omnium Ecclesiar Civitatis, . non-
dum Phariam ipsam, sed celestem Jeru~alem innenarabili per-
funderunt laetitia, cantattque per Chorum Antiphona S. Martiris
pred.i et pariter oratione per D. lll.m et R.mum D. Episcop huic
solemni Actui finis impartitus fuit.

4) Die Dicta ~ (t t Febbrajo t676).

lll.mus, et R.mus D. Joannes Andreis E.pus Pharensis et


. Brachiensis dictae petitioni Nobilium suprascriptorum Dominat.ni
auae lll.mae ae R mae oblatae, annuendo, ad majorem Dei glo-
riam, et devotionis Gloriosissimi Sancti Prosperi Martiris incre-
mentum, et ut Divinus cultus magis ac magis in Civitate Pha-
rensi augeatur, Confraternitatem sub titulo Sancti Prosperi juxta
petita erexit, et Capitula suprascipta a dictis Nobilibus manu
propriae subscritionis firmata de plenitudine juris Canonici con-
firmavit, et approbavit, et pro hac vice tantum in Praesidentes
dictae Confraternitatis Dominum Franoiscum Lupo, et Dominum
Marinum Jaxa elegit, et deputavit in nomi~e Patris, et Filij, et
Spiritus Sancti - Amen - ln quorum,..salvo et salvis. Ac pro-
inde unam Clavem Arcae Gloriosissimi Martiris, et Comprotectoris
- 27 -

praedicti dedit, ac consignavit praedicto D0~1i11o F~ancisco I~upo


Praesidenti sernndam, .ac tenendam perpetuis futuns temponbus
a Praesideniibus praeđiotae Confraternitatis pro tempore cxisten-
libus, et i'41t omnp-.
·J'oannes E.pus Pharensis et Brachie11sis.
(~: i·} •· Marinus de Gazzari
~anonicus, et Cancellarius Curiae E.palis.

CAPITOLO Vl
Prosperita delta Citta di Lesina dopu il 1671
cioe dopo l' (,lrTivo di S. Prosperu:
e
beneficl ge·nerali e speciali ottenuti a sua intercessione.

I(nome istesso đel Santo Protettore afludeva a prosperita;


e dopo il suq arri'vo, la Citta veramente prospero sotto i rap-
portj. e reljgiosi e morali e materiali. lncremento lo spirito di
religjone. Questo spirito che compendia in se tutte le virtu e
morali e SO!)iali, doveva naturalmente essere sorgente di bene
alla Citta, ai suoi abitanti. Uno de' primi, -do' principali benefici
fu quello del ra1sodam~nto della pace e concordia fra i Cittadini1
tesoro ehe, da quel tempo in poi, Lesipa poss,ydette e possiede,
per cui allco sotto questo riguarJo merita, e grazie al Cielo go-
de, la stima di tutti gli . uomini onesti. Ne al solo allontanamento ~~
del ffagell-0 delle discordie oiviehe si Ilmitarono i benefic1 fhtttt -- ·
da Lesina dopo ii 1671. Come si espose al Capitolo IV, Lesina 1
era · stat.a per lungo tempo avanti bersaglio di altri due flagelli,
vale a dire delle invasioni straniere, con conseguenti distruzioni
della Ciua = delle stragi cbe nella Citta recavano le pesti. Dopo
il 1671 non si riilovello mai piu ii primo flagello delle incur-
sioni nemiche, eppure continuarono le guerre ancora in Dalma-
zia tra .i Veneti ed Ottomani non terminale definitivamente, come
ben si sa, che del 1718 colla pace di Passarovitz. 1n quanto
alle pesti, queste, dopo il l67f, dominarono pili volte nel ,Dal-
mato Continente, tanto vicino di communicazione con Lesina.
~i noteranno, quanto al distretto di Spalato, gli anni 1731, 1732,
i 763. Al palrocinio del Santo, alla sua intercessione presso Id-
d!o ~ignore, invocata nelli pericoli nostri, venne. sempre pella
viva tiduo.ia nostra . attribuito il favore del preservamenlo della
Citta ed lsola intera dal contagio desolatore. Specialmente
- 28 -

nell' epoca del t 784, in cui tanto tempo duro Ja peste a danni
della Citta di Spalato, con cui Les.ina fU sempre in _communica-
zione, ed anco in đetta disgraziata oćcasione -:- neU' anno UH5
nel quale domino fieram~nte la peste neJJJi_ citta.đi Macarsca
e nel Primorie, tanto vicino all' Isola di Lesina, dalil"' quale pure
_DlJtidavasi a Macarsca e legna e calce viv~ e cio ch.e potevasi
_i~ ajuto di quella allora ben disgraziata Citta. _
.-,-,, Allo stesso patrocinio venne aUribQita poi nel 1836' I~ sal-.
vezza di Lesina dall' introduzioil.e del _Cholera Morbus, ohe fil-
ceva stragi in tanti pun ti della Dalmazia, specialmen te a Trau,
da dove venivano, continuamente a salvarsi a Lesina, gli abitanti
accolti e suffragati sempre caritatevolmente da' Lesignani, pero
con cautele di riserva e ~i segregazione, Yisto pure -che afouni
rifuggiati morivano di _Chofora nel porto di Lesina. Allora, cioe
del 1836, i Lesignani pella grazia ottenuta, fecero voto della e-
. rezione di nuova Area Marmo:rea _al Santo, cosa che ebbe effetto
nell' anno 1860, como verra in segqjto narrato.
Riguardandosi poi lo stato di prosperita della Citta di Le-
sina, dopo il 1671, sotto i rapporti materiali, si riconosce che ·
dal 1671 in poi increment6 ii ben ·essere di Lesina in modo
considerevole. Le (ortune delle famiglie crebbero sensibilmente
,., in meno di una ventina d'_ anni. Uit segno d_i fortuna e di do-
>· vizia delle pope>Jazioni sta nene fabbriche cbe :vengono innal~ate;
e questo segno non manco allora. _Docuinento evidente di đovi­
zia di alcune principali ramiglie di Lesina, e di lodevole e no-
bile spirito di _pieta rellgiosa, si ha .pure neUa ~rezigne avvenuta
dopo ii i 6_71, per dispendio speciale delle rispettive famiglie che
verranno indicate, di magnifie.i Altari di marm~l~J:attedrale
: · nošti1C A questa opera areaeveraii:iente Tesempio Monsignor
· . Yescov.o Girolamo Priuli, succeduto, come fu a-ecennato, all' Anđreis.
Eresse mjlgnifico altare a S. Gaeta,no cou quattro Colonne di
.ID.!l~~nti_co, cioe di marmo _pavonazzetto. Las\rico di quadrelli
.
.• ~.,.' . di _IDl!IJl!.Q..!.~}!~-1.~.JJI]~ e nel meizo costrm ii sepolcr~.J>-~!
-.. · ... ~e Vescov1 su_ccessori. Cio foce d~ .16S,..,t Nello stesso _anno,
·--ni una Cappella di facciata a quel11"a'r S. Gaetano, ii Conte
Francesco Lupi eresse pari altare, con pari marmo antico, a S,
Antonio di Padova. La famiglia lvaiieo Fasani, cioe Vincenzo
... panonico e Girolamo suo Fratello, def 1692 eressero I' altare a
S. Giuseppe della stessa arcbittetura de' due indicati, ed anche
con quattro Colonn-e di marmo antico pavonazzetto. Girolamo
Vidali pure del 1692 costrui ii piu: ricco <legli altari dedicato
alla Santa Croce, e nel quale si conserva quella croce venerata
sino dal 1510, di cui si fece cenno al Capitolo IV, Q~esto al-
tare e di matmo,_n~ro antico, e fornito di quattro _gra.'!1_4.f Colon-
ne appunto di nero antico, di valore puo dirsi inappre·zzabile.
,,
~- ..·'; .,.
29

(}ua.fuhe anno avaQ.li la tftmiglifl. ~ttQreu, e,ioe Boadurnier Arcidia:..


~i;, Effllte- Primiti,rfo aveano· tretto· gi:1J.tulioso altare di. marmo
alta. B. V. đtl Catiftin~, di genere pattioolare di arch1tettura,
fO\'nito dt $tat'lie ai 'li;g'no dot\lto, a}cune di pregio. Posteriormente
miren, etttli p'tr. ·e,um e ·dispendio della ·famiglia Damiani li .2!!e.
altatt. ~ marmo oon ·il'olQnne pore di nero antico, dedicati uno
anhfi.ntf l>ietrd t · Paolo :_ r altro alle . Sante Lucia ed Aga ta.
Pill tatdr tenne innalzato l' altare pur di marmo del . Santissimo
Sačni.hiellttr ·;,~n- quattto · ČolQnne di Rossetto di Francia, per cura
dellli 'CM:fratthnta del Sacramento. Poscia; per obblazioni di ,di-
·r
v~, AJt}1re aiJa ~-. y. d~Ua Pieta, indi?at? al Ca~ito!~ y., pre-:
zlo~ "alta~ per Je qtfattro' š1ie colonne d1 Diaspro di S1mlta. Tutt1
qti~tt allari, <ag~unto quello dedicato a S. Prospero, ed il gran-
dioso ·aJtare maggiore, pure di marmo pregiato, e che tiene la
Pala đi 8.. Ste fan o coi Santi Girolamo e Carlo .Borromeo della
mimto inaestra di Giacomo .J>aima juniore, formano, nel numero di
unđeei, ii de'Coro, lo splehđCli'e peimarmi đella nostra Cattedrale,
e rfool'tfano Ja prosperita Lesignana risorta dopo la indicata epo-
ca torfililata deI 1671. ·
·. ., Fin~ ·.a qui, ~uUa base dei fatti storici, fu considerata la
cosa ·sotto ii rlgulttdo di ptos'perita e bene comune. In quanto
poi ·a· beheftcl, a grazie ottenute in ispeciaH occasioni, sia a pro
delr intera popalatione, sia a pro di particolari persone e fam1-
glie, .si dira. I benefici, le grazie ottenute da speciali divote per~
sone e famiglie, fiiienti nel Santo Protettore, f1nono e sono nu-
merose1 e . rimangono consenrate patticolatmente nella- memoria
e tl'adi~ne speciale. Una ditnosttazione pero della fiducia nel
Santo ·mtit ·dmiinuita, ina seinpre tresteO:te non solo ne' cittadini
di Ltsma, bensi nelte ,ntere popolazioni deIIa Diocesi, sta nel
fatto _delta: incessa~te invocazione del suo suifragio nei vari bi-
signi e tribolazroni speciali: invocazione espressa con frequente
apertttra dell' Arca contenente la Sacra Reliquia, e colla cele-
brazione, dinnanzi al Santo, del Divino Sacrifizio. Gli abitanti della
Citta di Lesina poi riconoseono alcuni fatti, in gravissime circo-
stailze della popolazione, tiguard·o ai quali non potrebbesi attri-
buir~ al caso la derivazio!\e, ma colla piu sana ed illuminata
tagioile considerarli come emanati dalla Divina Provvidenza, e
_non disoonoscerne la mediazione e la intercessione del proprio
Sabto Protettore. Questi fatti sono molti. Qui pero ne verra nar-
rato lino succedut, a memoria di persone viventi> che si riferi-
sce all' anno 1807. _
ln seguito alla pace di Presburgo, la Dalmazia tutta era
·• passata siittt> ii dominio Francese. I francesi irteano preso pos-
sesso di Lesina in febbrajo . f 806. Jn quel tempo Ia Flotta Russa
del Baltico, forte di undeci Vascelli di linea con varie Fregate,
- 30 -

Crovettc, Brik, comandate dal Vice Ammiraglio Siniavin, a,ea


oltrepassato lo Stretto di Gibilterra; entrata poscia nell' Adriatico,
erasi impadronita delle Bocche di Cattaro. Aspirava al conquisto
di tutte queste lsole, specialmente di Lesina e della sua Citta,
qual punto importantissimo. Al 29 Aprile :1806, col Vascello
Corablia, ed altri legni ancora, il Vice Ammiraglio Siniavin pose
J' attacco alla Citta di Lesina, appostandosi entro ii suo Porto.
Cannoneggio, bombardo per piu giorni Ja Citta, che non si ar-
rese, sostenuta da milizie francesi đirette dat Generale Guillet.
Tento per ultimo uno sbarco di 800 uomini nella Collina di
Santa Veneranda, che, per la valentia delle truppe francesi, sorti
esito disgraziato, lasciando i Russi 300 tra morti sul campo, e pe-
riti annegati nelle onde, e :100 prigionieri. Al 6 Maggio, giunti
rinforzi di guerra ai Francesi dalla parte di Socolizza, convenne
ai Russi tagliare le gomene e prendere il }argo. Pero essendosi
impadroniti delle tre lsole Curzola, Brazza e Lissa, tendevano ad
assoggettare anco Lesina col mezzo di forte blocco attivato tosto
tutto ali' intorno dell' Isola, Qnde ridurre la Citta e I' lsola alla
resa per mancanza di mezzi di sussistenza. Tale blocco duro Iun-
gamente senza effetto pei Russi. Gli abitanti della Citta e dell' Isola,
mediante saggi provvedimenti, si dilfendevano nei loro bisogni. Pero,
col progredire del tempo, andavano a poco a poco a consumarsi,
sebbene economizzati rigorosamente i generi di vitto, e special-
mente i grani. Si venne al ·1807, ed i primi mesi di quell' anno
, fecero sentire Ja gravita del bisogno. Intanto i Bussi . sempre
piti stringevano Ja Citta e I' Isola col blocco. AI termine di Aprile
la citta avea consumato ogni provvedimen_to di vettovaglie. Gli
abitan ti si sarebbero dati alla disperazione; ma si avvicinava Ia
ri~orrenza del 1O Maggio in cui cade la . Festivita annuale di
S. Prospero. Tutto essi fidavano nel loro Santo Protettore. Ed in
qualc um11no a,iuto potevano spcrare, se era, per rigoroso blocco
Husso, 'intercettala ogni comm,micazione -col Continente Da1mato;
e se dalla parte dell' Adriatico, solcato da Legni Russi, f!iun
soccorso potevano attendere? Dal :1 al 9 Maggio Ja fame co-
minciava a farsi sentire, ed ognuno era desideroso di pane. JI
9 Maggio era Ja vigilia della festa di S. Prospero. Al dopo pran-
zo, come al solilo, venne aperta I' Arca del Santo. Tutta Lesina
si porto alla Chiesa a supplicare il Santo con Iagrinfo di divo-
zione e di angoscia per le tristissime condizioni del luogo. Ese-
guita la Sacra funzicne de' Vesperi, si aggiungono preci al S;lnto
a pro della travagliata popolazione. Esce il popolo dalla Chiesa,
cd oh_ meraviglia ! vede entro ii porto una grossa Nave amica
che nleva essere carica di granaglie, di legumi di ogni sorta ,
come . pure di ogni sorta di minestre. Dal cout.ento, dalla com-
mozione i Lcsignani rimangono in uno stat2,_ 11011 descrivibilc =
- 31 -
quasi non credono ai Ioro ooohi = temono d' ioganarsi. Ma la
Provvidenza noa ingailtlli, ne manoa ""Yerso chi in essa confida.
Piangono perflno i Lesignani dal giobilo, bd altribuendo J' arrivo
prodigimto đella i:ialvetza Ioro alla iofei'cessipne del loro Santo,
corrotto tlrtti alia Chiesa, ove dinanzi I' Arca di S. Prospero dai
pii Eoolesiastici viene intuonato, e dal popolo e colla sna -v:oce
e eol sentimento accompagp.ato, I' lnno di rendirr ento di grazie
a Dio Signore.
L' avvenimento fece, e per la so.a altissima importanza e
per le circostanze che I' aooompagnarono, grande ,impressione
non solo nell' intera Isola di Lesina, che ne risenti ii benefizio,
ma in altre parti ancora della Provincia - L' opinione generale,
che quanđo e fondata sopra principf sani, sicuri e 'santi, non
falla mai, qualifico I' avvenimento stesso come prodigioso; e tale
opinione rimase sempre ferma e, si dira, venne consacrata dal
tempo. In quanto poi alle circostanze che accompagnarono ii
fatto della comparsa a Lesina del tanto desiderato e vitale soc-
corso, si esporra quanto segue: La consolaotissima notizia del
naviglio salvatore ,-.e difl'tJsa, puo dirsi in un lampo, in tutte
Je parti dell' isola nello stesso giorno 9 Maggio. Si conservano
lettere in tale data dirette, Je quali servono pure a conferma del
fatto : d' allronde tuttodi attestabile da persone ancora viventi.
Di queste lettere si riportera un brano, perche otfre circostan-
ziata notizia del fatto -:- Porta = " Saprete gia l' arrivo in Le-
" sina da Puglia di una Polacca con 1400 staja di bellissimo
" frumento = 1000 staja di Orzo -= fava, riso ed altri legumi,
come pure d' ogni sorta di minestre. La detta Polaooa al certo
" fu diretta dalla Provvidenza. Era destinata per Ragusa con al-
" tre due, ed essendo 30 miglia lontana dalla detta Citta, prin-
" cipio a far acqua ii Bast mento, poco dopo gli si spezzarono
" dei Penoni, per ii che fu costretta a poggiare sotto Lesina. Non
" temiamo ora pili di morire dalla fame,, - Molte ritlessioni po-
trebbero farsi a qualificare prolligioso tale fatto, ma la pili grande
e quella che, senza uno speciale ausilio celeste, non poteva
alla nave benefica certamente riuscire di penetrare di bel giorno
nel porto di Lesina, passaodo incolume e salva framezzo alle
tante Navi Russe, che strettamente tenevano bloccata Ja Citta di
Lesina, e ohe conoscevano le angustie della Citta stessa, priva
affatto di generi di sostentamento.
U ricco provvedimento ottenuto assicuro alla Citta ed al-
i' lsola intera ii mezzo di snssistenza per qualche tempo. Iotanto,
ali' otto di Luglio 1807, venne segnata Ia pace di Tilsit, e col-
l' esecuzione di questa pace cesso il blocco Russo, ed in Lesina
in detto riguardo cessarono le angustie prodotte da lato ostile,
- 32 -

ohe· ~rden\eineiite tenđeta ad impossessarsi di tina Citta,.~i -~


impoi'lanz~ rnililare a), . .. . . . . . ,..." ., ,..
Dal t807 ih pm, e_sIM a Novemb(e ·t8t3, w1llii: Lčsjii;i
ritot40 sotto ii Uominio Austriaco, che dalla l)adlita daUa Ve,net11
j\epubblica Ct 797), Ia avea govei:nata sino a. Febbtaj o ·1806, vi
(orono e timori di ostili ~!{nneggii e pertutba~iOili pubbliche~ ma
Lesina sempre unita Ml serttilnento, si tivolse nej bisogni ,atpte-
sidio del suo Santo Protettore, e fu sempre salva ed immufi'e da
đisgrazie e pubblieM ·calll1hita b}' i • · . · " .

Note al Capitolo VI.


1}
· A: ditnO'S(ra.re f , ifflflottanza Mllilate della Ciua: •i ·
,:,,,
~tili;
i,;i ~~otra ch1I; dopo J'it fatlđ Russo delt800, ii :Govetno"Frantese
a
penso ' fBrtifietire lll bilta St@ssa ollte le '8.IlCetioti StJ.6, r.iboma.te
fl:11-tificazioni. .La dirntmne suprema tene•& il •6Mieiill6,: pMcia
MarescMo.lJ.o Matmont,: che sentiva quanto - . . v&lg,~· LemtWl; . e
Jo . espresse nelle sue Mem.otie = "je mis les fortifi,tatfmt~ • de
" r Ue de Lesina e'lt b<111 etat ·.· c' etai un potnt le retathe
prećieux a conserver, 't f &bn a enleiJer a t',,en~i,,:» ' : '
Alla eseouzione poi dei I1:1.vori di fortifića-.zione; L.est11a;,vea
un . distinto Ingegnere militar'e franoese .. Era ii. GaritaafJ: 1'.-čy,
nome di ·cottto, figlio di un11. oeltbriu franoesei riguatllo •Lquale
Gapitano Tracy, NitlOlo T3inmasoo, Mile sue apj)tlndioi lđ •oom-
pendio' di Geogtafia, pubblioa&o a Milano ii :1864- presso il Tipo-
grafo Editore Frllncesco Pagn<tni 1 aggiunge sotto il titolo = Me-
morie notabili = ll figliuolo dell' ldeologo Tracy, latJora le for-
tifi,caztoni di Lesina.

2) " '
· Nella iMtWrezione insulare di Agosto 1809, anche salvo la
Citta di Lesina llt protezione di S. Prospero. Minaeciato dagli
insorti il saecheggio della Citta; per la mattiria di un determinato
giorno, i Lasignail! ricorsero al Santo, del quale nel gior1to · fis-
sato pel saccheggU, si a.pri di buon' orll l' Area, celebtandosi ii di-
vino uffizio. Gli insotti intervennero in Chiesa. Tern'ltnatll la sa-
era funzione, sortirono eome confusi = non seppero decideFSi al
minacoiato. spoglio. Anco un qualche intervallo di t_empo · fu u-:-
ti_lissimo. A salvezza della Citta, allora senza presiđio frahcese,

a) Vedi Ja Nl)ta N. 1 di questo Cap,1t6lo VI.


b) Vedi Ia Nota N. 2 di queslo Capitolo VI.
- 33

era stata diretta una Deputazione della Citta di Lesina a Milna


dslla Brazza, ove trovavasi una Ces. Reg. Lancia Cannoniera
Austriaca---comandat11. dall' Ufficiale di Marina Lehensteio, solo le-
gno Austriaco in queste acque, a pregarlo caldamente di voler
portarsi col suo Legno a Lesina a rimettere I' ordine. Di questa
Deputazione facevano parte I' Avvocato Marino Gazzari = Spiri-
dione Tocigl = altri. II Comandante Lehenstein, accogliendo le
preghiere de' Cittadini Lesignani, giunse a tempo a Lesina. Ap-
pena giunto, sbarcatosi colla propria gente, allontano tosto dalla
citta gl' insorti, rimise I' ordine. La citta quindi rimase salva dal
saccheggio, a merito principalmente dell' invocato soccorso del
Santo.

CAPITOLO VII.
Divozione sempre piu crescente in Lesina verso il suo Santo
Comprotettore dimostrata anco con opere di decoro della sua
Cappella = costruzione dell' Arca Marmorea at Santo con due
Statue laterali = traslazione del suo sacro Corpo dall' arca
lignea dorata nella nuova Ar6a del 1860.

Tante dimostrazioni di favore celeste a merito della pro-


tezione di S. Prospero, doveano naturalmente šempre pili accre-
scere la divozione verso un Santo cosi grande, e la accrebbe.
A dimostrare la propria pia gratitudine, sorgeva ii desiderio di
aggiungere maggiore decoro alla Cappella del Santo. Mancava
questa Cappella di un nobile seloiato e di una balaustrata che
la dividesse dalla contigua Cappella dedicata al Santissimo Sa-
cramento. La Chiesa non possedeva i mezzi a farlo. Si rinvenne
la persona pia e divota che se ne presto. Questi fu il degnis-
simo Arciprete della Cattedrale, Dottor Don Nicolo Zudenigo, che
in successione al Canonico e Vicario Generale e Capitolare D.n
Marco Dobrossich di gratissima ricordanza, governava quale Vi-
cario Generale e Capitolare la Chiesa Vescovile e Ja Diocesi di
Lesina in Sede vacante, dietro la morte avvenuta in Venezia, nel
f8 t 2, del celebre Vescovo Monsignor Angelo Pietro Galli. Mon-
signor Vicario Zudenigo del f8t 7, a tutto dispendio proptio, fece
lastricare di quadrelli di marmo rosso e bianco Ia intera Cap-
pella di S. Prospero = pili vi colloco bellissima balaustrata di
marmo che mediante una gradinata pur di marmo, per tutto ii
Iargo della Cappella, la separa dalla contigua del S.mo Sacra-
mento. Della quale pia e generosa opera viene ~eD1pre conservata
5
- 34 -

memoria, 'come del merito d' altronde del dolto e rispettabile


Dottor ... Zudenigo, allievo Lauretano.
' · Negli anni t839, t840 vennero fatti grandiosi lavori nella
' C\1iesa Cattedrale. A fondamento della spesa, ii mai dimentica-
bjle, dotto, munificentissimo Vescovo di Lesina Monsignor Gio-
vanni Scacoz, morto ii 3 Aprile t837, avea Iasciato 400 fioriui.
-rari importo era stalo donato dal Venerabile Capitolo de' Cano-
' ' nici della Cattedrale. Al rimanente del dispendio, che sommo a
piu migliaja di fiorini, concorsero gli abitanti di Lesina e l' am-
ministrazione della Cattedrale. 1n tale occasione, speciale cura
si ebbe di decorare con finissimi lavori in rilievo, e con dora-
ture la Cappella di S. Prospero, e nelle sue pareti e sol suo
cielo, per cui e ammirata anco in questo riguardo.
Ma I' opera che stava a cmore dei Lesignani, quella per
cui dopo Ia salvazione del morbo choleroso del t836, aveano
fatlo voto, consisteva nella tanto desiderata costruzione di un' Ar-
ca marmorea, con due Statue Iaterali. Gia sino dal t837, si
· raccoglievano in Lesina obblazioni e in denaro ed in prodotti
della terra e del mare, e si proseguiva nel religioso e nobile
intento. Dei t851, fu costituito Amministratore del fondo rela-
tivo ii R.mo Canonico Preposito e Vicario Generale Dottor Gior-
gio Dubocovich, attuale Vescovo nostro. Monsignor Dubocovich,
itnpiegando ogni maggior cura, e sempre divoto al Santo nostro,
!li presto per modo che, al 26 · Luglio t852, si viddero c.pllocate
ailati dell' Altare le due Statue di marmo, rappresentanti Ja Fede
-e la Fortezza, acquistate a Venezia, ed attribuite al celebre Scul-
.tore Giuseppe Toretti, Maestro di Canova. Rimaneva l' acquisto
della Urna di marmo. Monsignor Dubocovich seguit6 a prestarsi,
· e con viaggi in Italia e con propri dispendi. Frattanto, sopra
supplicazione inviata, giungeva elargizione in favore. dell' opera
in fiorini 200, da parte della Imperatrice Maria Anna Pia, mo-
glie dell' Imperatore Ferdinando I. d' Austria. Seguitavano gia le
obblazioni della popolazione Lesignana. II lavoro dell' Arca di
marmo fino di Carrara veniva commesso allo Scultore Padovano
Antonio Bresolin. II lavoro della portella con lastra di argento,
..:on ornamento e telajo di metallo dorati, veniva commesso a
Giovanni Cristofoli nativo di Lesina, argentiere patentato in Ve-
uezia. Compiute tali opere, e fatte giungere a Lesina, al 6 De-
cembre 1859, si ebbe ii contento di vedere I' Arca marmorea
. , collocata al_suo luogo sopra l'Altare frammezzo alle due Statue a).

a) Pe1: dar luogo alla collocazione sull' Altare di S. Prospero dclla


miova Arca di marmo, si e1·a fatto prima, cioe nel di 24 No-
vembre 1859, con publilica funzione, ii trasporto dell' arca
- 35 -
,. ~/
Frattanto a maggior ornamento della Cappella, erano stati ,.
per oura di Monsignor Dubooovioh aggiunti ai lati di essa dei
Coretti di legno di nooe. Alle Suore di Carita in Spalato er~
stato affidato ii Iavoro del nuovo riooo . vestito del Saoro Corpo,
oon rioami d' oro. Cadendo ai t O di Maggio di oiasoun anno
la festivita di San Prospero, era stala pel to Maggio 1860 fis-
sata la solenne traslazione della Saor.a Reliquia dall' Arca ante-
riore nella nuova di marmo, e proseguivasi ooi provvediment1,
pretiminari e preparativi alla oelebrazione della Cesta. La voce
dilfusasi della straordinaria funzione saora, da aver Iuogo in Le-
sina al t O Maggio, aooompagnata Ja fes te e dimostrazioni Civiohe,
avea gia. predisposti gli animi de' Diooesani, divoti al Santo Com-
protettore, di intervenirvi. Dilfatti oopioso in Lesina fu i1. oonoorso
al 10 Maggio 1860, oh·e puo caloolarsi ben di quattro in oinque
mila persone tra diooesani, e di altre oitta e looalita della pro-
vinoia. Le funzioni e feste ebbero hrogo ooll' ordine seguente:
Al 9 Maggio, vigilia della festa, appareoohiato oonvenien- .
temente ii saoro Corpo, e coperto delle nuove ricche vesti, ven-
ne, entro Ja Urna antica; oollooato sopra I' Altare Maggiore della
Cattedrale, dedioato, oome si disse anteriormente, all' antioo Pro-
tettore della Citta e Diooesi Santo Stefano Papa Martire. Al dopo-
pranzo di quel giorno, aperta I' Aroa del Santo, venne ool con-
oorso di numerosi Eoclesiastici, cantato Vespero solenne, PontHi-
cato da Monsignor Vescovo Filippo Domenico Bordini, e seguito
da solenne Mattutino. Alla sera ebbe luogo I' accensione di ben
diretti fuochi di artiflzio, indi rappresentazione drammatica nel
Civico Teatro illuminato a giorno. Due Bande Musicali, oioe 1a
Civioa di Lesina e la Militare giunta a Lesina da Spalato, ralle- -
grarono la oitta ooi loro suoni. 11 giorno t O Maggio presento
una continuazione di' funzioni Saore, e di feste Civiche. Le due
Bande musicali percorrevano la Citta addobbata a festa; e oon-
tinuo era lo sooppio di armi da fuooo e in terra e nel porto,
che, come al solito, accoglieva anco in quel giorno Navigli di
alto bordo. Alle fO ant. Messa Pontitioale oon musica istrumen-
tale, di composizione dell' egregio defunto Maestro e nostro con-
oittadino, Monsignor Vicario e Primioerio D.n Giuseppe Ralfaeli.
ln tale occasione, sebbene vasto ii Duomo e oeppo di gcnte,
non olfriva spazio a tutti, che molti rimanevano nella Piazza,
cui fa capo la Cattedrale. Alle ore 3 pom. Tombola pubblica in

auteriore col sacro corpo dali' Altare di S. Prospero ali' Altare della
B. . V. del Carmine. Anco del 1840, in occasione dei lavori della
Cappella di' S. P1·ospero, erasi fatto Io stesso, riportata l' aPca
dall' Altare del Carmine al prnprio altare ii 2 Maggio 1841.
- 36 -

Piazza., Alle 5 Vespero ~olenne pontifioato oome al 9. Poscia


solenoe Processione col trasporto dell' Arca lignea dorata col
Corpo di S. Prospero, portata da quattro Sacerdoti. Non e de-
scrivibile I' effetto prodotto da tale sacra funzione. La pro~es-
sionc era decorata di numerosi ecclesiastici, con alla testa Mon-
signor Vescovo Bordini, gia pili che ottuagenario. Le davano ri-
salto gli onori volonterosamente usati dal presidio Militare di
Lesina, e con ispalliera formata per ambi i lati dello spazio per-
corso dalla Processione nella Piazza di Lesina, e con drappelli
innanzi e dietro ii Clero = Allietava la processione la interve-
nienza di due Bande coi suoni alternati, cioe la civica e la mi-
Jitare. Decorava pure Ja processione Ja intervenienza degli allievi
delle Scuole Elementari Maggiori e delle fanciulle delle Scuole
Puellari. II municipio, a capo di copioso numero di Notabili di
Lesina e di altre Jocalita, seguitava dappresso Monsignor Ve-
scovo. lnflne la popolazione, divisa in Corpi e con buon ordine,
rendeva c<'lla sua .divozione la sacra funzione veramente au-
gusta. Ma la vista delle sacre spoglie del Santo Protettore, che
si portavano per Ja nostra citta, infondeva tale santa cornmozione
in tutti da fare, come si vide, spargere Iagrime pel sentimento
.di viva fede, sa ero aft'etto, alta riconoscenza e speranza nel ve-
nera to nostro Celeste diffensore, nel nostro Santo Prospero. Ri-
tornata la processione al Duomo, in presenza del Vescovo, del
Clero, del Popolo, frammezzo a sacri Canti segui la Traslazione
del Sacro Corpo dalla primiera Urna nella nuova Arca di mar-
mo, sulla quale applicato venne il suo cristaJlo, rimanendo con-
serva&a esposta la Sacra Reliquia alla divozione dei fedeli. b)
La sere del 10, fuvvi generale magnifica illuminazione,
primeggiando quella della facciata del Duomo, della loggia del
Comune, dei · Fondachi. Anche rappresentazione drammatica in
Teatro illuminato a giorno.
Sino al di 18 Maggio, giorno dell' Ascensione, rimase aperta
l' arca di S. Prospero; ed in tutti questi giorni seguito il festeg-
gio sacro e civile. Ogni giorno venne cantata messa solenne
dinnanzi al Santo. Ciascuna sera avea luogo in Teatro dramma-
tica rappresentazione. Nel corso di questi giorni venne giusta-
inente usato riguardo di riconoscenza a Monsignor Dubocovich,
e con serenata, e per altri modi, considerato pure il dono fatto
in favore dell' opera della Urna e delle Statue di piu centinaja
di fiorini spesi del proprio, nel disavvanzo del fondo relativo.

b) L' Arca antica dorata, di pregievole Iavoro di intaglio, si con-


. serva ali' altare del Carminc, cd entro vennero riposte altre Re-
Jiquie di cui e ricca Ja Cattedrale.
- 37 -

II giorno dell' Ascensione, t8 Maggio, die!ro al PonWioale


di Monsignor Bordini, cantato un Tedeum dinnanzi I' altate di
S. Prospero; venne chiusa I' Arca del Santo, dopo colloce.to en-
tro I' Urna documento relativo ad perpetuam rei Mernoriarn c],
e cosi si chiusero le feste della sua Traslazione, che rirnarranno
mernorabili a chi vi intervenne e ricordate da' posteri.

Note al Capitolo VIl.


N. 379.

In nomine Snactissimae et Individuae Trinitatls. Amen.


Quod priđem veteres Pharenses exoptnerunt, quod re-
centiores, praeserlim anno t836, quum navi conta~iam advehente
portus ingressu prohibitu, pi:odigiose a morM Cholera dicto, u-
bique in Dalmatia tune grassante, prorsus evasissent immunes,
S. Prospero M. Compatrono suo voverant, hoc feliciter anno 1860
omnino absolutum, ingenti animorum exultatione, conspexerunt.
Ejusaem enim Martyris Corpus, ex quo Pharam fuit delatum, in
Arca lignea deaurata antea servabatur supra Altare ipsi dica-
tum, et statuae, quae decorarent, et veluti custodes Arcae asta-
rent, vehementer desiderabantur. Ad bas tamen comparandas,
marmoreamque Urnam in dies collectae factitabantur, quae operi
aliquando perficiendo sufficerent. Quum vero coacta pecunia se-
mel atque iterum administrantium incuria interiisset, fuit demum
4.ta februarii an. t85t auspicato, constitutus illius administrator
D. Georgius Dubocovich S. T. O.tor, Capituli Praepositus, Vica-
riusque Generalis, qui annuente atque adprobante Ill.rno ac R.mo
D. Philippo Dominico Bordini Pharensi Epiicopo, primum duas
statuas Marmoreas acquirr.ndas, et in basi su8 26 julii an. 1852
collocandas curavit. Postea reliqua pecunia collectisque subinde
factis, inter quas numerandi sunt ducenti floreni ab lmperatrice
Maria Anna Pia Ferdinando I. Austriae Imperatore suppeditati,
omnem dedit operam, ut e marmore Cararensi, nova Arca confi-
ceretur, omniaque Martyris indumenta denuo fierent. Arcae col-
locatio quidem 6 Uecembris 1859, ad exitum fuit perducta =
subsequente vero tempore caetera, quae ad exornandum tum Sa-
crum Corpus tum Altare opus erant, procurante, · advigilante et
non exiguas impensas praestante Vicario Dubocovich, quippe

c) Vedi DocHmento 18 Maggio 1860 che tiene riportato per esteso.


38 -

qui ab eodem Praesule ad id fuit ablegatus, cuncta ad praesti-


tutum tempus fuerunt rite elfecta, et adeo concinne completa,
ut peritorum judicio quaeque satis alfabre elaborata videantur.
Sic tandem magna populi undique affluentis gratulatione, omni-
genisque laetitiae signis, 10 die Maji 1860, qua S. Prosperi M.
festum recurrit, post Vesperas quarr. maxima solemnitate ad pla-
teae extrem itatem sacrum Martyris Corpus a quatuor Presbyteris
in veteri Arca circumferri· potuit, comitante praememorato Epi-
scopo pontificalibus vestibus induto, qui licet octoginta sex an-
nos natus, totam solemnem pompam ad fidelium aedificationem
sua praesentia libens cohonestare voluit. Mox post reditum, in
conspectut eJusdem Epi. universique Capituli, Cleri ac Populi,
integrum Martyris Corpus e veteri in novam marmoream Arcam
fuit translatum, vitreaque lamina. ostium munitum; quo finito
gratiae sunt Deo actae. Octava vero die, quae erat festum A..,.
scensionis O.ni, solemnem post Missam idem lll.mus ac R.mus D.
Epis.pus ad Altare .accessit, Martyris ibique hymno Tedeum de-
cantato, aspiciente numeroso populo, Arcae ostium lamina ar-
gentea ex parte inaurata claudi, sibique clavim unam, alteram
cui de more dare jussit. Ista pagella, in qua haec ad postero-
rum memoriam sunt conscripta, authenticitatis ergo subscriptione
sigilloque Epis li munita, cum reliquis chartis praefati Martyris
Corpus spectantibus, apud illud in Arca erit reponenda, et la-
mina vitrea, his insertis, signo Epis.li et Capitulari obsignanda.
Pharae. Ex Curia Episcopali die t8 Maji 1860.
Ph. Dominlcus E.pus Pharens.
Joannes Cassandrich Canc. Episcop.

CAPITOLO vm.
Celebrazione del II. Centenario deli' arrivo del Corpo
di S. Prospero nella Citta di Lesina caduto nell' anno 1871.

II primo Centenario dell' arrivo del Corpo di S. Prospero


a Lesina cadeva nel 1771. Si hanno dati che fu celebrato, ma
mancano relazioni della qualita delle Feste fatte. Pero trovandosi
allora alla Sede Vescovile di Lesina Monsignor Pietro Riboli, dotto
Prelato e di vivo sentimento religioso, succeduto all' insigne Ve-
scovo Gioachino Maria Pontalti, che era Generale dell' Ordine
de' Carmelitani, e da ritenersi siasi. degnamente festeggiata tale
- 39 -

centenaria ricorreuza. La Confraternita di S. Prospero del ceto


Patriziale avra certamente promosso in. tale incontro ii maggior
onore al Santo Protettore, e la popolazione intera per la sua
divozione vi avra pure contribuito·.
Nell' anno presente 1871 veniva a compiersi il II. Cen-
tenario. Ben per tempo si penso a festeggiarlo per tutti i modi
possibili. Presa l' iniziativa dali' Amministrazione -Comunale, ba-
sata sul generale sentimento e desiderio, nomino un Comitato
alle feste, composto di un R.mo Canonico e di altri tre Concif.ta-
dini. Formato ii Programma delle feste; raccolte obblazioni da
concittadini in tutte le classi e ceti della popolazione ; ottenuto
sussidio della Comune per deliberazione unanime del Consiglio
Comunale; ebbero luogo le feste nei giorni 9 e 10 Maggio. Tatto
fu regolato e diretto con cura, e tutto procedette col migliore
ordine.
Al dopo pranzo della vigilia della festa venne, in preienza
di Monsignor Vescovo, di tutto ii Capitolo Cattedrale, di nume-
rosi Sacerdoti, di numerosi divoti, fatta I' apertura solenne del-
l' Arca del Santo, celebrata col suono dei Saori-·Bronzi = collo
scoppio di armi da fuoco in terra e nei Navigli nel porto, colle
armonie musicali della Banda Civica. Si innalzo ii Paviglione Im-
periale sullo Stendardo in Piazza. Si paviglionarono nel porto
tutti i navigli, tanto nazionali quanto esteri. Fu cantato Vespero
solenne, pontificato da Monsignor Vescovo; indi soJenne Mattutino.
Alle ore 8 p. m. della sera cominciar"no i fuochi d' artifizio so-
pra palco, con buon gusto eretto in Piazza, e sortirono eccel-
lente elfetto a).
La Banda Civica rallegro la Citta, e prima e durante i fuo-
chi; e chiuse ii trattenimento di quel giorno. La vasta Piazza di
Lesina, durante i fuochi, era gremita di gente lanto daJ. luogo
che forestiera.
II sorger del giorno fO Maggio fu annunciato e della Ban-
da Civica e dello scoppio di armi da fii.oco in terra ed in mare.
lnnalberata in .Piazza la Bandiera Imperiale. Paviglionati i Navi-
gli. Addobbata tutta la citta, specialmente gli edifizi in piazza con
drappi, bandiere, vasi di fiori, altri ornamenti. Alle IO Messa
Pontificale in Musica b) con intervento della Banda Ci vica. II

a) Opera di un dilettante Pirotecnico nostro concittadino, Signor


Girolamo Macbiedo di Antonio, che a naturale disposizione uni-
sce studio dell' arte, ed accurata attenzione nella preparazione
de' fuochi.
b) Egrcgia composizionc del M. R. Padre Buonagrazia Maroevich
del Coovcnto della B. V. delle Grazie de' Minori Oiservanti iu
Lesina.
- 40 --

Pontificale ebbe luogo all' allare Maggiore ove lrovavasi espo-


sto pella prima volta ii busto in argento di S. Prospero, pre-
giatissimo e ricco lavoro recente di mano maestra di Vicenza,
fatto eseguire, appunto a commemorazione del II.0 centenario,
per ·cura e dispendio del benemerito Vescovo, Monsignor Du-
bocovich.
Durante la Messa, dopo il Vangelo, ii R.1110 Canonico D. n
Luca Torre, nominato a Canonico Decano, recito un terso ed
elegante Panegirico in onore di S. Prospero, accolto con molta
stima dai divoti ascoltanti.
La sacra funzione duro sino le t p. m.
AHe 3 p. m. ebbe Juogo in Piazza, dietro Ministeriale per-
messo, l' estrazione di pubblica Tombola con iscopo di benefi-
cenza, detratte le spese e le vincite. Anche in questo incontro
era gradito spettacolo vedere raccolta grande quantita di gente
nella bella e vasta piazza di Lesina.
Alle 6 p. m., dopo il Vespero pontificato da Monsignor
Vescovo, ebbe luogo la solenne processione all' intorno della
piazza. Pteccdendo le due Confraternite, cioe della Santa Croce
addetta alla Chiesa della B. V. Annunziata, di S. Nicolo addet.ta
alla antica Chiesa dello Spirito Santo. Seguivano, coi loro Pre-
cettori, gli allievi delle Scuole Elementari Maggiori, indi le fan-
ciulle delle Scuole Puellari che trovansi appoggiate alle Reve-
rendi Madri Benedettirie. Teneva seguito la Banda Civica, che a
riprese faceva senlire suoni addatti alla sacra funzione. Veniva
poi in apparati solenni il Clero, numeroso perche accresciuto
coll' intervenienza di molti Rev.di Parrochi della Diocesi. Poscia
ii Corpo de' R.mi Canonici della Cattedrale, anche in solenni e
ricchi apparati. Ogni Ecclesiastico portava una Reliquia. Succe-
deva poi in abiti Pontificali Monsignor Vescovo fra due Seniori
Canonici. Monsignore portava ii nuovo busto d' argento, conte-
nente reliquia di S. Prospero. ll Municipio teneva posto dopo
Mo11signor Vescovo, ed era seguitato da persone notabili della
Cilta. Poscia numeroso popolo con buon ordine, per cui anco
questa Sacra funzione produceva uno spettacolo interessantissi-
mo, specialmente dal Jato della divozione della quale nano con-
presi tutti quelli che ne facevano parte. ,
Terminala la processione, la Banda Civica si raccolse en-
tro la bellissima nostra Loggia, magnifica opera di Sammichieli,
i1~ quest' ultimi anni ridotta a perfezione anco nel suo interno,
e dedicata ad uso di Cursalon, e rallegro con vari scelti pezzi
di musica. La Loggia era ceppa d1 persone e cittadine e fore-
stie.re = 1a Piazza animata da numeroso e brillante passeggio.
Al comparire della notte cominci6 la illuminazione generale
đella Citta, specialmente nella Piazza, e lungo le due rive che
- 4-1 -

oosteggiano il porto. Dei trasparenti oon isorizioni allusive nei


tre idiomi Jatino, i_taliano, illirioo osservavansi sul Duomo , sulla
facciata del locale delle Scuole Elementari. Mirabile era l' etfetto
della illuminazione de' tre Monumenti nella Piazza, vale a dire,
del prospetto del Duomo, della Loggia, dell' Edificio dei fonda-
chi, illuminazione operata coll' impiego di apposite lampade ad
olio, seguendosi tutto il disegno e l' ordine, arohitettonico di tali
Edilici. In particolare ii prospetto del Duomo di stile Lombardo
nel suo genere grave maestoso, quale si addioe a Sacro Edilicio,
la Loggia di Sammichieli nel suo gentile ed elegante carattere,
presentavano un' aspetto magnilico, un aspetto di Palazzi dorati.
I riguardanti non potevano staccare gli ocohi dalla oompiaoenza
di rirnirarli. N-0tisi ohe la nostra piazza, ove hanno esistenza
tutti gl' indioati Monumenti, per la sua estesa si presta a:;sai al
rnigliore ottico etfetto, che non potrebbe ottenersi ove gli edilici
illurninati manoassero dinanzi a se di spazio oonveniente. Eh-
besi pure la fortuna ohe, sebbene vi fosse aspetto tristo quanto
a tempo torbido, pero nella sera del 10, quasi in rispetto al
generale Jesiderio, l' aria si trovasse abbasta.nza oalma, da per-
mettere di gustare nella sua interezza ii bello ohe risultava da
una illuminazione diretta dal buon gusto, ohe non manca nella
Citta di Lesina.
Nella sera stessa alle 1O orn si passo ad altro tratteni-
mento, ohe duro fino al sorgere del giorno successivo, vale a
dire ad un Veglione masoherato J!.eLCiyjpQ JtJ11trn. JI baJlo, que-
sta antichissima oostumanza, e tanto antica ohe indarno e lilo-
soli ed eruditi si fatioarono ad investigarne e determinarne la
preoisa origine, e ohe ii dottissimo Quadrio defflni per una in-
vinoibile inolinazione alla imitazione ed til movimento, ~d il oe-
lebre Moureau di Saint-Mery disse, quanto alla sua origine,
essere quella di tutti i grandi movimenti dell' animo ohe appar-
tengono alle passioni e ohe al oorpo si cornmunicano ; il ballo e
certamente I' espressione del sentimento di allegrezza e di gioja,
a tale sentimento di allegrezza e di gioja dorninava gia negli
anirni de' Lesignani nella fausta occasione nostra. Ne, come os-
servo quell' erudita, atfettuosa e oarissima Giustina Renier Mi-
chieli, disdice a festeggiare avvenimenti, o cornmemorazioni in-
interessan ti, Ja concorrenza tanto delle teste Religiose quanto
delle feste Civili. Pero fondarnento della nostra festa centinaria,
religioso oggetto, non si ohiusero col Balio le feste e dimostra-
zioni. Principiate colla religiosa divozione--e-col religioso sen- ·
timento, con pari sentimento ed azione religiosa.,. aveano a ter-
minare.
I cittadini di Lesina, perche la intera popolazione potesse
avere agio di venerare il Sacro Corpo di S. Prospero, pregai;8no
- 42 -

1\fonsignor Vescovo di voler far tenere aperla I' arca del Santo
fino alla Domenica, cadente nel di U Maggio. Monsignor, acco-
gliendo il pio desiderio, vi aderi. 11 t 4 Maggio con grande con-
corso di divoti fu . cantata Messa in MusiQa, celebrata all' Altare
del Santo. Dopo Ia Messa, Monsignore si reco pontificalmente al-
i' altare del Santo ed intuono I' Inno Ambrosiano che terminato e
fatte Je preci consuete, venne, in mezzo a santa commozione de' di-
voti, chiusa I' arca contenente la Sacra Reliquia fra suoni della
Banda Civica e dei Sacri Bronzi e Jo scoppio di armi da fuoco.
Con cio ebbero fine le feste del n°. Centenario di S. Prospero.
Queste non saranno dimenticate da contemporanei, e veranno ri-
cordate da' posteri riconoscendo = che tutto cio che si fece in
Lesina in tale occasione parti da religi oso e patrio sentimento =
che tutte le dimostrazioni furono direttp con senno e cura= che
vennero eseguite con ordine ed ottennero il migliore successo =
che a merito del buon contegno, e della civilta della popola-
zione di Lesina e di tutti quelli che ooncorsero alla Citta, niun
tristo avvenimento ne fortuito, ne da altra causa prodotto ebbe
a funestare Ja generale letizia = che infine 'la Citta di Lesina,
anco mediante le feste fatte in tale occasione, dimostro di QOn-
servare sempre ii suo puro alfetto alla religione de' padri nostri,
e la antica sua venerazione alle Reliquie dei Santi, pel proprio
bene e spirituale e temporale, bene penetrata e mai dimentica
della massima, ricordata dal grande Benedetto XIV. che " Reli-
quiae Sanctorum in locis, in quibus , coluntur, solent praestare
validum praesidium ad arcendas calamitates, et succurrendas
necessitates,,.
Appendice I.
Serie dei Prelati che governarono la Chiesa
Cattedrale di Lesina dal 114 7, in cui venne fondata la
Sedc V escovile, sino all' epoca presente.

1. t 147. Martino Manzavino, Zaratino. Dopo 28 anni đt gover-


no, per malatLia mentale che sembrava incurabile,
venne dal Consiglio Nobile deposto, e costituito
in sua vece
2. 1175. Luccaro Cicle, Arcidiacono di Spalato. Reclamatosi dal
Manzavino al Pontefice Alessandro III., questi con
sua .Bolla datata da Benevento, ristabili ii Manza-
vino, ammosse il Cicle.
3. 1-J77. Martino Manzavino di nuovo.
4. 1184. Nicolo Manzavino, Zaratino, nipote del preceđente. Del
1185, Pietro III Aroivescovo di Spalato, tenne il
Sinodo Generale Provinciale per confermare la.Sedtl
e Giurisdizioni Vescovili in Dalmazia. Vi interven-
nc ii Vescovo di Lesina.
5. i 188. Micha Canonico di Spalato.
6. i 230. Nicolo, Canonico- di Spalato. .
7. 1260. Dobronia o Dobrigna. Del 1278, Lesina col mezzo del
proprio Vescovo Dobronia, fece la sua prima De-
dizione ai Veneti.
S. t 280. Simeone.
9. i 288. Doimo. A' suoi tempi, nell' entrare del secolo XIV,
colla istituzione del Vescovato di Curzola, si sot-
trassero al Vescovato di Lesina le isole di Cur-
zola e Meleda ; e dopo pocbi anni, restituita Ia
Sede Vescovile di Macarsca, la Craina cesso di
essere amministrata dal Vescovo di Lesina.
:tO. 1308. Fra Gabriele.
t t. t 3 t 3. Gregorio de Madiis, Spalatino. Forse consanguineo del
celebre Miha Madiis.
12. 1323. Stefano, Zaratino.
13 t 329. Fra Luca.
14. t 34 t. Giovanni
- 44- -

15. 1350: Stefano Cega, Traurino. Esimio prelato. Con dolore


le Storie di Lesina ricordano la llisgrazia da esso
soflerta in sua patria, la notte di S. Nicolo nel 1357.
16. 13!-l5. Benvenuto.
17. 1412. Giorgio. Traslatato a Lesina dalla Sede Vescov. di Dumno.
Dopo 8 anni circa, da Lesina passo alla Chiesa
Vescovile di Scardona nel t 42 t.
18. 1431. Doimo, Arciprete di Neresi delta Brazza. Dotto ed
erudito. Fu benemerito nella storia patria per me-
morie che lascio, e che sempre apprezzate si
conservano.
,19. 1423. Giorgio di nuovo. Dalla Sede di Scardona passato alla
Chiesa di Lesina.
20. i428. Tommaso Tommasino, Veneziano, Domenicano. Insigne
Pi elato. Si distinse nella Legazione di Bosna presso il
Re Thomascum che converti alta fede cattolica,.
nel Concilio di Basilea. Eresse chiese, fra le quali
a Bol, una a S. Bernardino. A Lesina un Ospizio
per se e successori . nella citta per ricovero, in
evento d' ineursioni ostili. Dono alla Cattedrale .
arredi sacri, fra' quali <le' calici, un ciborio, nn
ostensorio, che si conservano ancora quali oggetti
interessanti, come monumenti di quei tempi. Nel
corso del suo Pontificato, al i 464, venne fonda-
to ii monastero dei PP. Francescani in Lesina.
21. 1466. Nicolo a Crucibus.
22. 1473. Lorenzo Michieli, Patrizio veneto.
23 . 1490. Girolamo Diedo, Patrizio veneto.
24. 1492. Bernardino de Fabiis, Veneto. Generoso di Lasciti,
specialmente di arredi sacri preziosi alla Catte-
drale
25. 1509. Francesco Patricio, Francescano, di Nona. Al suo tem-
po, del 15 i O, si riferisce l'avvenimento ritenuto pro-
digioso, deila Croce venerata tuttodi nella Cattedrale.
Lascio alla Cattedrale un pastorale di magnifico
lavoro e di grande pregio , che forma oggetto di .,/
interessanti osservazioni artistiche del secolo XV.
( 26. 1522. Giovanni Battista Pallavicino, Genovese. Cardinale di
~- Santa Romana Chiesa. Nome grande che illustro
la Sede Vescovile di Lesina.
l 27. 15 24. Zaccaria Trevisan, Patrizio vene to.
~28. 1537. Gerolimo Argentini, Veneto. Canonico di Padova.
29. 1549. Marco Malipiero, Patrizio veneto
/ 30. 1553. Zaccaria Dolfino, Patrizio veneto. Cardinale di Santa
Romana Chiesa. Uomo grande d' ingegno, dottrina
l-hi 4----' ·v ·\)., t k 7 s - -~ j-+- ""'4- ć~\.:...T;..,,
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[ 1.A~~~ot__. ; ,.Y !i~~V.· ( ~i . ~~- ~~-'
·1/,
e di opere. Risplendette fra i Padri nel Concilio
di Trent@ per parte presa nelle Sessioni, e per /vr-.t,\Ji,..'.~1
missioni con onore sostenute presso Sovrani. De-
coro della Lhiesa VescoYile di Lesina.
7..t., ·.~r
3 t . t 57 4. Martino de Martinis, di Aquila degli Abbruzzi. Assai
benemerito in tutto, e specialmente per Ja pro-
mossa ed animata ricostruzione della Cattedrale, - /
del Palazzo Vcscovile, e di altri edifizi saeri c
privati, distrutli nel t 57 t, nella infestazione tur-
chesca.
32. t58L Pietro Cedulino, Patrizio zaratino. Prima Vescovo di
Nona, poscia di Lesina per 54 anni. Prelato di
fervido cuore e zelo. Riedifico in gran parte ii
Palazzo Vescovile. Tenne •due Sinodi Diocesani
t 586 e 1596. Tutto cio che possedeva lascio in
morte alla Cattedrale, ad altri luoghi pii, ed ai
poveri. ·
33. 1635. Nicolo de Zorzi, Patrizio lesignano . . Viene dagli Sto-
rici patrii acclamato degno della <lignita per gran-
dezza d' animo, finezza del suo sapere, eroico
spirito diretto al bene. Diflatti le sue opere lo di-
mostrano tale, ed il suo governo reco benefict
tutt' ora ricordati.
34. t 644. Vincenzo Milani, Patrizio vicentino. Benemerito e per
l' istituzione di Seminario Vescovile nell' edifizio
Lucio fuori della citta, e per I' attivazio_ne del Mo-
nastero delle Monache Benedettine.
35. t 667. Giovanni Andreis, Patrizio traurino. Se altre doti di
cui era riccu non ne tenesse viva la stima della
citta di Lesina, basterebbe la memoria del dono

~
della preziosa Reliquia di S. Prospero Martire. Del
1676 fu trasferito alla Chiesa Vescovile di Trau.
36. 16 76. Girolamo Priuli, Patrizio veneto, Frate Somasco. Dot-
..-- ..:::: to, pio e generoso. L' altare eretto a S. Gaetano
dal Priuli, porse l' esempio all' erezione di altri
.dieci che decorano la Cattedrale.
37. 1693. Giovanni Tommaso Roveta, Bresciano, Domenicano.
Dotto , elargitore verso la Chiesa Cattedrale che
specialmente conserva fra gli oggetti di valore la-
sciati, il busto di S. Stefano Papa Mattire di pre-
zioso lavoro artistico lombardo.
38. f 704. Raimondo de' Conti Asperti di Bergamo, Domenicano;
Dotto, beneficentissimo. A suo merito venne com-
pletato il bel prospetto della Cattedrale, e Mon-
- 46 -

signor Asperti fece la consecrazione della Chie-


sa del t 706.
39. 1723. Domenico Condulmer, Patrizio veneto. Alla dottrina,
dolc_ezza di modi, modestia, uni sommo zelo pel
bene del suo gregge, impiegandosi specialmente
nelle visite Pastorali, promuovendo sopratutto ii
culto divino. Dopo 13 anni cii governo della Chie-
sa di Lesina, venne trasferito a reggere la Chiesa
di Belluno I' anno i 736.
40. t 736. Cesare Bonajuti, Veneziano. Trasferito a Lesina dalla
Chiesa Vescovile di Zante e Cefalonia. Indimen-
tfoabile soggetto per lumi, per benefiche istituzio-
ni, per cuore tutto carita. II solo suo testamento
costituisce 1a dimostrazione del suo grande meri-
to. Fu nel i 759 ii fondatore della Biblioteca ca-
pitolare pregiata per numero e qualita di Opere
scelte e rare.
41. 1759. Antonio Becich, Butmrno. Trasferito a Lesina dalla
Chiesa Vescovile di Scardona. Sebbene brevissimo
il suo governo, giacche di soli due anni, morto
nel t76t a Roma, ove erasi recato per promuo-
vere beni alla propria chiesa, pure lascio imperi-
tura memoria del suo grande merito, e della sua
disposizione alla prosperita della sua chiesa e dei
suoi figli, e cio con istituzioni pie ed elargizioni
~alla chiesa per cui rimane venerato fra i piu di-
stinti Prelati Lesinensi.
42. 1761. Gioachino Maria Pontalti, Veronese. Era Generale dei
Carmelitani. Di alta mente, versato· nelle scienze
e lettere, fornito di tutte l' egregie virtu e doti
dell' animo; stimato percio a Roma, specialmente
dai Sommi Pontefici Benedetto XIV, Clemente XIII,
e Clemente_ XIV, e presso altre Corti delle quali
era Consigliere, ed anche ben riguardato da Fe-
derico il Grande di Prussia. Sostenne la Sede di
Lesina per sei anni, spargendo e colla parola, e
con la mano liberale beneficenze al gregge affida-
to alle sue pastorali cure. Del t 767, dimise a
Roma ii Vescovato di Lesina.
43. 1767. Pietro Riboli, Arcidiacono di Spalato. Dottrina, zelo
per la chiesa e per la disciplina ecclesiastica, sa-
piente arte di governare 1a Diocesi, beneficenze,
ed altre virtu segnalarono Ja vita nel corsc, di
anni t 7, di questo egrngio Prelato al reggime
- 47 -

della Chiesa Vesoovile di Lesina. Mori compianto


generalmente gli ultimi di Deoembre t 783.
44. t 784. Gio. Doinenioo Stratioo, di patria Zaratino. Domeni-
[ "'".C oano. Traslatato dalla Chiesa Vesoovile di Citta-
nova. Uomo grande, universale, ed universalmen-
te venerato. Superiore ad ogni lođe. Inspiratore e dei
lumi e delle virtu morali e sooiali. Prosperita della
Chiesa e della citta di Lesina. Gloria di questa, e
della Provinoia intera. Lasoio nei suoi scritti mo-
numenti del profondo ed esteso suo sapere. ,Ces-
so di vivere il 24 Novembre 1799, nell' eta di
anni 67.
45. 1800. Galli Angelo Pietro, Veneziano. Dotto, letterato spe-
cialmente di greoa letteratura olassica, di cui la-
soio stampati dei lavori. Stimato particolarmente
da Pio VII, ohe formo la iUa oonoscenza a Ve-
nezia nel ·1800, quando si tenne il Conclave per
la elezione del Sommo Pontefice. Venne creato
Vesoovo di Lesina dallo stesso Pio VII., e feoe ii
/suo ingresso nel 1801. Mori a Venezia nel 1802.
Dietro la sua morte rimase, pelle vicende po -
litiohe, vacante la Sede Vescovile di Lesina.
La Diocesi venne sucoessivamente governata dai
Vicari Capitolari :
Don Marco Đobrossich.
D.r Đon Nicolo Zudenigo.
Đon Giuseppe Ratfaelli.
tutti Soggetti di distinto merito e imperitura ri-
cordanza.
46. 1821. Giovanni Scacoz, Arcidiacono e Vicario Generale di
Trau, venne promosso a Vesoovo di Lesina, oon-
fermato a Roma nel 1822 e fece ii suo solenne
ingresso il 17 Marzo 1823. 1n seguito alla orga-
nizzazione delle Diocesi in Dalmazia, fu il primo
Vesoovo nominato da S. M. Francesco I., e cio
contemporaneamente alla nomina dell' Arcivescovo
di Zara. Monsignor Scacoz fu uno dei piu celebri
Prelati di Lesina per profonda dottrina e coltura
letteraria, per cuore tutto inteso al bene della Chie-
sa ed al sollievo de' poveri. Piu ohe i tanti mo-
numenti dei suoi benefici, 1a indestruttibile memo-
ria negli animi dei Lesignani ne assicurano la sua
gloria ed ii nome suo sempre benedetto. Mori in
Aprile del 1837, col pianto di_tutti, e con tali
- 48 -

dimostf3.zioni che confermarono ii generale ,senti-


mento mai venuto a meno.
4-7. t839. Filippo Domenico Bordini traslatato dalla Sede Veseo-
vile di Sebenico. Soggetto, come Jo defini Tom-
maseo, d' ingegno elegante e d' animo mite. Dotto
nelle letterature Iatina, italiana, slava. Prelato di-
gnitoso e di animo liberale. Resse Ja Chiesa di
Lesina anni circa 26. Mori nel t865.
48. Giorgio Dubocovich, Figlio della Chiesa di Lesina. Dalla ce-
lebre Universita di Padova, ove fece i suoi studi,
venne insignito di laura dottorale in Sacra Teo-
logia. Percorse presso Ja Chiesa di Lesina tutti i
gradi di ecclesiastica dignita sino a quella di Ve-
scovo, che degnamente sostiene. L' aff'etto suo alla
Chiesa, al bene generale, e le sue liberalita non
datano dalla sua promozione al Seggio Episcopale,
ma sono ben anteriori. Particolarmente poi si di-
stinse nella venerazione del Comprotettore di Le-
sina S. Prospero, per cui benemerito si rese, co-
me, per dovere di verita, viene giustamente enco-
miato n@lla presente Memoria
Appendice ti.
Serie de' Pubblici Rettori della Citta e Giurisdizione
di Lesina, a cominciare dall' anno 997, epoca della
espugnazione della Citta stessa da' Veneti per mezzo
del Doge Pietro Orseolo TI, sino a.I 1797, epoca della
caduta della V(meta Repubblica

ln conseguenza delta distruzione ed incendio degli Archivi


P'ubblici e Privati delta Citta di Lesina in piit volte, e special-
mente del i571, per opera de' Turchi, non si possono portare
con perfetta, successione i nomi de' Rettori dei Primi tempi.
Dal 1571, in seguito pero fi,gurano tutti senza interruzione,
tratti dall' antico Archivio Municipale.

Anno 997. Giacomo Memmo. Primo Rettore col titolo di Podec..


sta. - (Gallizioli. Memorie Venete, Tomo II).
,, 1 t 76. Chajalisio Conte. Riguardato dalla Bolla di Alessan-
dro Ili. che ordinava il ripristino del Vescovo
Martino Manzavino,
·,, I t 84. Bratco. Col titolo di Comes Insularum.
„ 1240. Zepregna. Zuppano di Lesina e Brazza. Diploma di
, Bela . IV. di Privilegi alla nobilta Lesignana.
,, 1277. Nob. Vir Petrus. Comes Insularum Pharae etBraze,
,, 1281. Maroo Dolfin. Podesta di Lesina e Brazza.
„ 1288. Ruberto Quirino . Potestas Insularum Pharae et
Brachiae.
,, 1289. Bertuzzo Dauro. Podesla di Lesina e Brazza.
,, t 292. Bogdan. Podesta delle Isole Lesina e Brazza.
,, 1305. Marino Falliero. Potestas Pharensis et Brachiensis.
Ritiensi iI Faliero, celebre Doge decapitato di
oJtre 80 anni, nel 1355, e che nei primi suoi
tempi cuopri diverse podesterie f orestiere.
,, 1309-10. Superanzio (Soranzo) Giovanni.
,, 1312. Andrea Zeno Conte.
,, 1320. Tommaso Barbarigo. Podesta di Lesina e Brazza.
- 50

Anno 1322-23. Angelo Bembo.


,, 1325. Celtiberio Giustiniani.
,, 133 t. Zanotto Loredano.
,, 1334. Pantaleone Giustiniano.
,, 1338. Barbadico Pletro. Podesta di Lesina e Brazza.
.,, 1351. Contarini Pietro .
,, f35T. Pietro Gabrieli. Rector Pharae et Brachiae.
n 1358. Nicolo Corner. Intrepido soggetto. Sostenne, ritira-
tosi nel Castello, l' assedio degli Ungheresi uni-
ti a Spalatini, Ttaurini, Almissani ehe inoendia-
rono le parti della citla esposte fuofi delle
mura.
1370. Colano Martinuzzi de Butovano de Jadra. Vicario.
"n 1385-86. Matteus de Patracchis. Comes Insularum Pha-
riae, Brachiae et Curculae.
l) 1394. Giovanni Barco . .Comes Civitatis Pharae.
n t 396-97. Antonius de Grisogonis de Spalato. Vicarius Ci-
vitatis.
1412. Paride Superanzio. Conte di Lesina.
",, 1416-18. Ladislao Giaxa1 Rettore delle lsole di Lesina,
Brazza e Curzola.
,, 1420-21. Giovanni Tavilich, Patricio Sibenicense, Conte
di Lesina.
,, 1422. Paride Soranzo, Conte di Lesina.
1423-25. Luca Zorzi.
",, 1426. Saladino Premarino.
,, 1427-29. Pietro Barbarigo.
,, 1430-31. Giovanni Contarino.
n 1432. Giovanni Zantani.
,, 1433. Francesco Malipiero.
,, 1434-35. Pietro Ghisi.
1437. Francesco Malipiero.
" t 438-40. Girolimo Malipiero.
J)
" 1441. Lodovico Calbo.
1442-44. Marco Magoo.
,," 1445-46. Stefano Gontarini.
1447-49. Antonio Marcello.
",, 1449-51, Pietro Morosini.
,, 1452-54. Lodovico Sagredo.
1454-57. Antonio Manolesso.
. ,,
" 1457-60. Marco Barbaro.
)l 1460-63. Francesco Giusti.
1464-65. Francesco Sagredo.
" 1466. Agostino Renier.
" 1467. Giacomo da l\fosto.
)l
- 5t

Anao 1468-69. Loreazo Diedo.


,, 1470-7 f. Lođovico Canal.
,, 1472-75. Giulio Bolani.
11
1476-77 Pietro Moro.
n 1478-80. Francesco de Riva.
,. U.81-82. Pietro Michieli.
„ t 483-85. Lodovico Memmo, Benemerito Rettore per le
provvidenze in occasione del grave contagio
desolatore t 484.
n U.86-87. Giovanni Capello.
n U.88. Francesco Capello.
,, 14,89. Giovanni Capello.
1490; ·Andrea Giustiniano. . _ 1/ •

„ 1492-93. Giovanni Malipiero. Sotto questo Rettore la citta


11

di Lesina ali' impari delle ,eitta oi Zara, Sebe-


~ nioo, Trau e Spelato, ottentte ii privil!gio di
far coniare propria moneta munioipale.
n 1494-96. Alvise Barbo.
,, 1498-9~. Alvise .Barbarigo.
,, 1'503. Franoesoo Mofine.
n 1505-06. Gabriel Trevisan„
" 1506. Luigi Badoer,
,, 1507. Antonio Venier.
,, 1508-09-10. Bernardino Zane. Contemporaneo, testim-0nio,
e relatore dell' aTVenilnento della Croce ritenuta
prodigiosa (6 Fobbraro 15.1'0).
,, 1510-12. Antonio Lippamano.
,, •15 t 3. Vinconzo Donato.
,, t 514.. Nicolo Donato.
„ t 5 t 5-17. Vittor Diedo. Prudentissimo Soggetto in te mpi
difficili. Contem~raneo all' azione eroica di cri-
stiana virtu del Patrizio Giovanni Balci ohe ac-
colse in sua oase. e salvo I& vita aH' uccis*
dell' unico suo figlio. (Yedt descrizione nella
Voce Dalmatica del t862 N. t.
„ 1518-20. Zaccaria Valaresso, Cominciano col titolo di
Conte e Provnditore di L~irla.
„ t 520-22. Vittor Diedo. Si riliene quello stesso che con
saggezza av~ g.ovarnato dal t 5 i 5 al 151 7.
,, t 523. Francesco Nani.
,, 1524-26. Pietro Diedo.
• 1527-28. Pietro QuirinL
„ 1529-31. Marco Malonesso. Saggio e benemerito Rettore e
per eure .prestate in assisteoza della popolazione
colpita da pestilenza t;ravissima nel 1529, ma
- 52 -

ben anco per provvide Iegislazioni in favore


specialmente della proprieta e dei poveri.
Anno t53t-33. Alessandro Badoer.
,, 1533-35. Matteo Malipiero.
,, 1535-37. Cornelio Barbaro,
,, 1537-39. Francesco Coppo.
,, 1539-42. Zaccaria Barbaro. ,,
,, 1542-44. Alvise Tron. -·
,, 1544-47. Daniel Tron.
,, 1..i48. Francesco Cocco.
11 1549. Vincenzo Orio.
,, 1550. Francesco Cocco.
,, 1551-53 Vincenzo Orio.
,, 15.53-56· Pietro Vitturi.
,, 15!>6-57· Mattio Pizzamano. ..,,,..,.
,, 1559-60. · Andrea Diedo.
„ t56t-63. Alvise Tagliapietra
„ 1564-65. Mare' Antonio Falier. 11 . • ~ {'\l'il \S
,, t 567-69. Alvise Priuli. - · <o . ~t.v 'f '}4 IV) _;).z.·
„ 1571-73. Girolamo Quirino. Rettore nel tempo della grave
distruzione falta da Uluzzali narrata nella Me-
moria.
,. 1573-75. Gerolimo Tiepolo.
„ 1575-77. Angelo Dolfin. Provvido Rellore per le sagge
misure nell' incontro del contagio scoppiato del
1576, che miette molte vittime nella cit ta di
Lesina.
,, 1577.-79. Mare' Antonio Venier.
,, 1580-83. Benedetto Corner.
,, 1583-86. Giovanni Grimani.
,, t 586-88, {i'racesco da Mosto.
,, 1588-90. Antonio Longo.
dif.•• 1590-92. Orsato Giustinian.
„ 1592. Marino Balbi
,, 1592-94. Pietro Longo.
,, t 594-96. Pietro Bondomier.
11 _ 1596-98. Marco Barbarigo
,, 1598-1600. Andrea Venier.
,, 1601-03. Cristoforo Capell~.
„ tel03-05. Giulio Contarini
,, 1605-07. Pietro Civran.
,, 1607-09. Stefano Tiepolo.
,, 1609-1 i. Aurelio Bon.
„ 16tt-13. Pietro Semitecolo. Molto benemerito per Ia pace
seiuita nel 16ft tra gli ordini Civici.
- 53
Anno 16f3-f4. Marco Contarini.
n 1614-16. Franceseo Contarini.
,, 1616-18. Girolamo Dooado.
n 1bt8-20. ,Pellegrin Bragadin.
,, , 1620-23. Gabriel Bembo.
11 t 622-24. Marin Morosini.
,, 1624-25. Giacomo Lippamano.
n t 625-26. Marin Sagredo.
,, 1626-27. Lorenzo Morosini.
n 1627-29. Nieo)o Contarini. -
11 1629-31. 6. B. Mioio.
11 1631-33. D;iniel Venier.
11 , t 633-36. Girolamo Barbarigo.
11 t 636.,.38. Mare' Antonio Marcello. ~
,, f 638-40. Mare' Antonio Soranzo . .
,, t 6~2. Paolo Donado. .
11 , 1642-44. Alvise QuirinL. ,
„ t 644-46. Giulio BalbL
,, t 646... 48. Giovanni Bembo.
,, 1648,-50. Giovanni Pizzamano.
,. 16.50-53. Giovanni Qlfirini.
„ 1653. Mamo Pasqualigo. Morfo a Lesioa nel 1653, in eorso
di Reggimento. Per le sue non comuni doti,
virtu e benemerenze, ii Consiglio Nobile de-
creto sul fondo del Munioipio la spesa de suoi
fuoerali, cbe furono eseguiti con pompa degna
de' tempi, del luogo, e del Soggetto cui ·si ri-
ferivano. ..
,, 1653-54. Zorzi Quirini.
~'"'\: ,; *54-57. Analo Orio. Questi ebbe pure ii merito di muo-
vere ed animan, la memorabile Spedizione de-
gli Isolani di Lesioa, eapitanata dal poscia Ca-
valiere Giovanni Obradicb Bevilaequa (Vedi
"Voee Dalmatiea„ 1860 N. 31) in soccorso della
citta di Spalato che da vari giorni era oppressa
di assedio di 18000 Turchi i qualt, tre giorni
dopo I' arrivo a Spalato degli avventurieri Le-
signani, furono obbligati ad allontanarsi abban-
donando e tende ed artiglieria e provvigioni.
Capo supremo a Spalato era Gioan Francesco
Orio, fratello del Conte Provveditore <li Lesina.
,, 1657-58. Zilio Morosini.
,, 1658-60. Leonardo Bollani,
n 1660-62. Giulio Qnirini.
11 1662-64. Giacomo Gabrieli.
54 -

Anno 1664-65. Zuanne Zen.


" 1665-67. MMatteo,se~iteoolo. ·( . ....,, fb __. U!';:;::~
. _ ...... ...
.Ji,
·.

,, 1667-69 . . arcoHhlllt. _ ~ "'· _,..,..~


,, 1669-70. Alessandro Duodo.
,, 1670-71. Girolamo Tiepolo.
,, 1671-73. Paolo Pasqualigo.
,, 1673-75. Santo Barbaro.
,, 1675-77. Nicolo Bragadin.
11
1677-79. Giacomo Morosini.
,, t 679-81. Vincenzo Minotto.
,, t 681-83. Sebastian Balfo.
,, 1683-85. Zorzi Pizzamano.
,, 1685-87. Gerolimo Donado.
11 t 687 -89. Marco de Riva.
,, 1689-9 f. Alvise Fosearioi.
,, t 691 -94.. Paolo Trevisan.
,, t 694-96. Zuanne Battagia . .
,, 1696-98. Anzolo Priuli.
,, 1698-1700. Marco Lippamano.
11
1700-02. Andrea Bembo.
11 1702-04. Alessandro Donado.
„ 1704-06. Domenico Maria Semitecolo
,, 1706-08. Antonio Sen itecolo.
,, 1708- tO. Antonio Bon.
,, t 710-12. Gio. Anto ni o Diedo. Tante furono le distinte qua-
lita ed i meriti del Diedo, che ii Consiglio No-
bile, nel corso del suo Reggimento, con una
onorevole _parle presa, decreto a suo favore ii
dono di una Spada di valore per monumento
della stima e gratitudine Jll1!ll' ottimo ~ e r e ~ . &.'
della citta di Lesina e Giurisdiziop.e. . . ·.
,, 1712-U. Zorzi Bembo. · __;
n t 714-16. Matteo Balbi. .~
„ f 716-18. Prospero Do nado.
,, 1718-20. Pietro Loredan.
,, t 720-21. Angelo Pasqualigo.
,, t 721-23. Gio. Francesco Polani.
,, 1723-25. Bortolo Vitturi.
„ t 726-28. Domenic~ Pasqualigo
. ,, 1728-30. Pietro Minotto.
n t 730-32. Girolamo Bragadin.
„ t 732-34. Mare' Antonio Pasqualigo. --
ll
t 734-36. Vincenzo Gritti. ...,___., ____, ~ 1·
t 73.6-38. Marco Trevisan. ·
: t 738-40. Pa, lo Quirini.

.•..•, ........... Jlad~t.
fTU.;.;lf~ .. _ . Trevis11.r1;
• ,. tf41"i:W, ·Giaoomo •Trevjsan:
» f1~l$. Gi..._e, Se&litefflo.
,, tl'.50. 1s...,.
Cdt<ldlnler.
. ,, i~52. Pietro Vineenzo Sagredo.
,}
~ - ...
i

,, t'15;t-54. M~o ~e !Iya. ,


,, 17$5'-57. Zu~ Pasqualigo.
,, i1i7-59. Sebastian Barozzi.
„ 1719;-61. Nioof.4,~,t
,, t '161-&3-: Alessanđro Mor-0sini.
t7&3-65. Piel Aiviši llarbarigo.
„" 416'~. ·Lovio Antooio Balbi
17.67·69'. Antonio Morosini. .
v·JJ 17tt9,...7f. Entieo Dandolo.
· ,..~·,,
,, f't7ftJ3. Sebastiano Soranzo.
,, i'f73... 7.5. Antonio Qniriai.
,, 1775-77. Angelo Barbaro~
,, 1777-79: : I ~ ~ - · -
,, 1779-St. Nuzio Balbi.
,, f 7Si-83. Alessandro Morosini.
,, i 7~3-85. Marohio Balbi. Duraote il suo reggimento di Le-
. sina, infierl la peste memorabile nella citta di _. 3
Spala.to del 1784, Ricordavano i contemporanei /\
ohe il Balbi, oolla cooperazione gia della Co- '· , L..·
munita, nella lunga durata del contagio, im- -z
piego attivita e senno per sottrarre la Giuris-
diZione di Lesina dal morbo pestilenziale come
riusei, e nello stesso tempo promosse da Le-
sina ogni possibile soccorso in favore della de -
, .sola ta tiUit di Spalato.
,, t 785-87. Cattarino Balbi. -:.1
,, 1787-89. Zuanne Venier.
,, f 789-91. Zan Andrea Corner.
„ i 79 t-93. Alvise Piero Corner. Soggetto di non com une
letteraria coltura, stimato dal celebre Monsi-
gnor Vescovo Stratico, che qualche proprio
lavoro dedic6 al Corner. :.t ~
,, f 793-95. Marco Daodolo.
" :- t !~5:!l Iseppo Barbaro. Nel corso del re~gimeoto di Isep-
-~ ,, ""- · po Barbaro cadde la Repnbbbca Ve.eta al l2
, Maggio t 797.

I 't

'

lndice de' Capitoli.
. Pag.
Cap. I. E antica ne' Lesignani Ia venerazione delle Reliquie
de' Santi . . . . . . . . . . . 5
II. Della Traslazione da Salona a Lesina del Corpo
" di S. Doimo e successivo riporto a Salona dopo
circa 87 anni . , .- . . . 6
„ III. Reliquia insigne di S, Anastasio a Lesina dal 308
di Cristo sino al principio del Secolo Xllf.~ . . . 8
" IV. Calamita in Lesina dal tempo in cui la Citta per-
delte la insigne reliquia di S. Anastasio sino . al
167 f in cui fu. arricchita del Corpo di S. Prospe-
ro Martire . . . 12
,, V. Dell' arrivo in Lesina del Corpo di S. Prospero
Martire, e di cio che a tale reliquia si riferisce . 18
,, ·v1. Prosperita della Citta di Lesina dopo ii 1671, cioe
dopo I' arrivo di S. Prospero = benefici e generali
e speciali ottenuti a sua intercessione . . . . 27
,, Vfi. Di vozio ne sempre piu. crescente in Lesina verso il '
suo Santo Comprotettore dimostrata anco tion opere
di decoro della sua Cappella-= costruzione dell' Ar...
ca marmorea al Santo con due Statue laterali =
traslazione del suo Corpo Sacro dlill' Arca lignea
dorata nella nuova Arca del 1860 . , . . . 33
,, VIII. Celebrazione del II. Centenario dell' arrivo del Cor-
po di S. Prospero nella Citta di Lesina caduto nel-
1' anno 1871 . 38

• ~>< )

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