Certo, non unimmagine bella, qualcuno far gli scongiu-
ri, ma si tratta della realt che vivono Marta e Maria, do-
po la malattia del fratello, e il cammino dei loro sentimen- ti: la fiducia nellamico e Maestro Ges, la richiesta di aiuto, lattesa dapprima fiduciosa e poi sempre pi preoccupata: Lazzaro peggiora e Ges non si vede, ma come a noi, suoi amici? Se ha guarito estranei, gente che neppure ave- va visto, che lo hanno sorpreso alle spalle e noi, gli amici suoi, quelli che aprono la loro casa a lui e ai suoi amici!? Perch? Perch mio fratello morto? Non poteva venire? Non ci resta altro che il funerale, e poi la sepoltura, e nes- suna notizia che Ges sia alle porte di Betania, che stia ar- rivando...ormai troppo tardi. Cosa dire di lui? Di Ges?
Infine larrivo del Maestro, e la sua convinzione che
si debba aver ancora fede; non smettere di credere, di sperare, di attendere un segno della sua potenza; e quel dialogo, che non risparmia a Ges la critica- rimprovero: se tu fossi stato qui!, segno della confi- denza tra loro, confidenza che non impedisce di dire anche la tristezza e la delusione, ma non spezza il le- game, non chiude le porte del cuore, se pur si tratta ormai di attendere solo la risurrezione alla fine della vicenda umana, come per tutti i credenti nellAltissi- mo, il Vivente, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacob- be, il Dio che non abbandona in potere della morte i suoi figli... E invece un gesto nuovo inatteso, anche se altri eventi simili erano accaduti a Nain, e per figlia di Giairo
Ges dimostra la sua potenza chiamando fuori
dalla tomba lamico Lazzaro, e mostra cos a Marta e Maria che la loro fede deve passare dal generico risorgere dei morti alla fine della storia umana, al potere che il loro amico e maestro possiede: richiamare alla vita chi ha gi oltrepassato la soglia della morte Levento di Betania precede di non molti giorni un altro fatto straordinario: la passione e morte dello stesso Ges, fatto seguito da diverse perso- ne e testimoniato, garantito anche dai Romani che hanno fatto eseguire quella condanna chie- sta a Pilato dal Sinedrio; un altro fatto, che non ha testimoni, e che non garantito se non dai suoi di- scepoli, si pone come conclusione, per molti inattesa, per altri impossibile, per altri ancora essenziale e fondamentale alla fede: la risurrezione dello stesso Ges, dove per, a differenza di Lazzaro, non si trat- ta di tornare indietro di qualche giorno, bens di entrare nel Giorno nuovo, in quellottavo giorno prepa- rato per tutti, giorno che ci attende, e che attendiamo con una fiducia che supera quella di Marta