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Basilari (e pallosi) concetti sulle forze

Il concetto di peso e di massa è uno dei primi scogli concettuali contro cui sbattono gli studenti del
Liceo, un argomento “strano” quanto palloso, mi ricordo i coglioni disumani che mi facevo su
quelle che ritenevo vere seghe mentali.
L’altro argomento che manda fuori di testa i liceali, che a 16-18 anni pensano alla F..a invece che
alla FISICA è il moto circolare uniforme: un oggetto che ruota intorno ad un punto è soggetto ad
una accelerazione, ma… da che parte? Verso “il dentro” o verso “il fuori”?
Ok, il problema è che il palestrato medio usa le forze, le masse, i pesi e sottopone il suo corpo a
stress meccanici. Per quanto concetti pallosi, una piccola riflessione ci sta proprio bene, dai.
Ah… se l’Uomo dedicasse alla seconda materia che inizia per F l’1% delle energie psicofisiche che
dedica alla prima materia probabilmente avremmo già scoperto come viaggiare più veloci della lu-
ce.
Una forza si manifesta come una interazione fra almeno due corpi che altera il loro stato di moto,
cioè la loro velocità. La quiete è un possibile stato di moto caratterizzato da velocità pari a zero.
Continuando con la pedanteria, tutti sanno che la velocità è il rapporto fra lo spazio percorso e il
tempo necessario a percorrerlo. Banale: se per percorrere 100Km in autostrada ci metto 1 ora, la
mia velocità è pari a 100 chilometri orari, Km/h.
Una piccola noticina: Km è l’abbreviazione di chilometro e non di kilometro come scrivono solo
con i pollici e ragionano con il T9 in testa (ok, sono stronzo, lo so…)
Una forza applicata ad un corpo, pertanto, rappresenta una azione volta a variarne la velocità in un
certo intervallo di tempo.
La massa è una caratteristica intrinseca di tutti i corpi, rappresenta con un unico parametro il “come
è fatto questo coso”. Il punto fondamentale è che la massa di un oggetto rappresenta la sua attitudi-
ne a resistere, l’inerzia, ad una variazione del suo stato di moto: più massa ha un corpo e più resiste-
rà alle variazioni.

Sempre a me i
lavorini di
v
merda… M

F v
Eh eh
M eh

5Ton

1
E’ intuitivo affermare che:
 Più la massa di un oggetto è elevata, più forza dovrò imprimergli per fargli variare il suo stato di
moto. In altre parole, per ottenere la solita variazione di velocità devo applicare una forza mag-
giore ad oggetti di massa maggiore. La forza, pertanto, è proporzionale alla massa del corpo a
cui viene applicata.
 Allo stesso tempo, a parità di massa di un oggetto, più voglio variare il suo stato di moto e più
forza dovrò imprimergli. In altre parole, per corpi aventi stessa massa devo applicare una forza
maggiore per ottenere una maggiore variazione di velocità. La forza, pertanto, è proporzionale
alla variazione di velocità del corpo a cui viene applicata.
 La forza e la velocità sono grandezze vettoriali: sono delle “frecce” caratterizzate da una intensi-
tà, quanto “grande” è la forza, una direzione, una retta parallela alla freccia, un verso, da che
parte il vettore si sposta sulla retta ed è indicato dalla punta della freccia stessa. Senza fare tanto
puzzo, questa nozione è veramente intuitiva: non basta dire che un TIR a 300Km/h è pericoloso,
lo è se viaggia nella vostra direzione e anche nel vostro verso, perché sono anche queste due ca-
ratteristiche che determinano se la velocità del TIR genererà una forza che vi disintegrerà
nell’intervallo di tempo in cui avverrà l’impatto con voi… se invece viaggia nel verso opposto o
in un’altra direzione… pace, massacrerà altri ma non voi.
In pseudomatematichese:
 
variazione v
F M
variazione t
Le freccette sopra la forza F e la velocità v indicano che stiamo parlando di grandezze vettoriali. Ai
matematici questa scrittura non piace, invece di “variazione” usano la lettera d per differenza.
 
dv 
F M  Ma
dt
Et voilà, la classica definizione di forza: poiché la variazione della velocità in un intervallo di tempo
è chiamata accelerazione, abbiamo la formula finale. La forza si misura in Newton, N: 1N è pari alla
forza generata da una massa di 1Kg sottoposta ad una accelerazione di 1m/s2.
E la famosa forza peso? Perché usiamo come sinonimi i termini “massa” e “peso” o, meglio, i sac-
centi ci riprendono quando li intercambiamo?
La Terra genera una forza che interagisce con altri corpi, oggetti astronomici in questo caso e non le
caccole di bilancieri che usiamo noi, come nel disegno a destra: è la forza di Gravità. Senza entrare
in dettagli che rasentano il mistico, la forza di Gravità è generata dalla massa della Terra, pertanto
l’effetto di questa forza si manifesta anche vicino al suolo dove noi tapini abitiamo e non solo fra
pianeti.

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M
F Sole Luna
5Ton v
F Sole Terra F
Forse non è stata
una brillante

F Terra Luna
idea…

Il peso di un corpo è pertanto una manifestazione dell’interazione fra la massa della Terra e la mas-
sa del corpo stesso: l’essere sulla Terra impone ad ogni corpo di massa M una forza verso il basso.
Questo significa che un oggetto non vincolato non può rimanere sospeso per aria (cioè mantenere il
suo stato di quiete) poiché la Gravità lo “tira” al suolo con una forza pari a:
   
F  Mg  P  Mg
L’effetto della forza di gravità sulla massa di un corpo è detto forza peso o peso del corpo: g è l’ ac-
celerazione gravitazionale, cioè la variazione di velocità indotta dalla forza gravitazionale e per la
Terra è pari a 9,81m/s2.
Perciò peso e massa sono usati come sinonimi, nel senso che sapendo l’uno potete conoscere l’altro
e viceversa, e poiché tutti noi non andiamo in vacanza su altri pianeti, il valore di g non cambia mai.

M Terra
5Ton
5Ton 5Ton
5Ton
M Luna  M Terra
 
Nemmeno qui è
stata una brillante
idea…
 1 
PTerra  Mg PLuna  PTerra
6
Che nemmeno
Cosa sta sulla Luna è una
dicendo? idea brillante

Passatemi questo: mentre la massa è una proprietà di un corpo, intrinseca, il suo peso dipende
dall’interazione con il pianeta in cui si trova. Sulla Luna l’accelerazione di gravità è pari ad un sesto

3
di quella terrestre, perciò lo stesso oggetto di massa M peserebbe P sulla Terra ma un sesto di P sul-
la Luna.

Lo blocco,
tanto non
pesa un
cazzo…

5Ton
5Ton

v Non ha capito la
Che è differenza fra
successo? massa e peso

La differenza fra peso e massa è evidente nello spazio libero: un corpo di massa M che si muove a
velocità v effettivamente ha un peso pari a zero, però ciò non significa che sia “leggero”: per variare
il suo stato di moto, per fermarlo ad esempio, dovete applicarci contro una forza proporzionale alla
sua massa e alla variazione di velocità che volete ottenere.
Perciò, 5 tonnellate che si muovono nello spazio si maneggiano male come 5 tonnellate sulla terra:
se il blocco di ferro si muove, col cazzo (eh eh eh) che riuscirete a fermarlo “perché tanto non pe-
sa”, ma proseguirà per la sua strada a causa della sua enorme massa che necessita di una enorme
forza per rallentarlo!
Regoletta pratica: spannometricamente 10N sono pari ad 1Kg, tanto per avere un’idea di cosa si
legge sui grafici quando sono presenti i N.
Un altro concetto che ci troviamo sempre fra i piedi quando analizziamo la biomeccanica degli e-
sercizi è lo stress meccanico sulle strutture organiche. Per parlare di questo è necessario introdurre
il concetto di pressione.
Rappresentiamo sempre le forze come delle
frecce, ma le forze in generale non agisco-
F
no in maniera puntiforme: l’interazione fra
corpi avviene fra le loro superfici di contat- 5Ton P
to. Nel disegno le 5 e le 10 tonnellate inte-
ragiscono fragorosamente fra loro tramite il S
contatto che avviene sulla superficie S. F
Definiamo perciò pressione come il rappor-
S
to fra la forza che agisce perpendicolar-
mente ad una superficie e la superficie stes-
sa: più forza sulla stessa superficie o meno
superficie su cui agisce una stessa forza
equivalgono ad un incremento della pres-
10Ton
sione su quella superficie!

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Arrrrrgh!

F F

Non lagnate e imparate a decifrare questo linguaggio un pochino più formale, chiunque sul pianeta
ha avuto esperienze di “pressione”, banalmente nell’autobus dove delle mezze seghe di signore ma
con tacchi a spillo vertiginosi vi hanno trafitto un piede: la forza peso dei queste nane (altrimenti
non si metterebbero i tacchi altissimi, no?) si distribuisce su un’area piccolissima che vi trafigge il
piede poiché la pressione è enorme.
E’ la pressione che crea perciò lo stress meccanico sulle strutture organiche: la forza che “spinge” o
“tira” su sezioni o aree del vostro corpo. Avete mai visto quei simpatici fachiri che si fanno piallare
da una macchina? Tantissimi si fanno mettere sopra un’asse di legno, in modo da distribuire la forza
peso del veicolo su un’area più grande, diminuendo la pressione.
La pressione si misura in Newton su metro quadrato, unità che viene chiamata Pascal:
1Pa=1N/1m2d

F
F S1 
Trazione sul
tendine del CSA1
quadricipite

CSA1 - Area della sezione


del tendine del quadricipite

CSA2 – Area della sezione


del tendine rotuleo

F
Trazione sul
tendine rotuleo F S2 
CSA2

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A sinistra un ginocchio visto di fronte: il quadricipite “tira” la tibia attraverso il suo tendine, la rotu-
la e il tendine rotuleo. I due tendini sono sottoposti alla stessa forza, ma le aree delle sezioni traver-
se sono differenti: ciò significa che il tendine rotuleo è sottoposto ad uno stress tensivo, una trazio-
ne, più elevato rispetto al tendine del quadricipite.

F1 F2

F1 F2
S1  S2 
CSA CSA
CSA – area di CSA – Area di
contatto del contatto del
condilo femorale condilo femorale
laterale sulla mediale sulla
tibia tibia
In quest’altro esempio un ginocchio valgo: le aree di appoggio dei condili femorali sulla tibia sono
sempre le stesse, ma cambia la forza fra i due lati del ginocchio: ciò significa che i punti di contatto
sono sottoposti a stress compressivi, una compressione, differenti.

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