Sei sulla pagina 1di 634

^/<

:^v-:

iK>^

^>^*

^<tf&

.-*^
.

Hi^\'^%

APPENDICE
ALL ARCHIVIO STORICO ITALIANO

TOMO SECONDO
DI

QUESTA SERIE

ARCHIVIO
STORICO ITALIANO
OSSIA

IlACCOLTA DI OPERE E DOCUMENTI


FINORA INEDITI O DIVENUTI RARISSIMI

RI8GIIARDANTI

LA STORIA D ITALIA

APPENDICE

TOMO

II

FIRENZE
610.

PIETRO VIEUSSEUX

Dirbttore-Editork

Al suo Gabinetto Seientiflco-I.ettcrario

i.X

Tipografia Galileiana

APPENDICE
ALL' ARCHIVIO STORICO ITALLVNO

10

RELAZIONE
DI

LEONARDO DA

A'

MASSER

ALLA SEBEMSSIMA

REPUBBLICA
SOPRA

IL

DI

VENEZIA

COMMERCIO DEI PORTOGHESI NELL' INDIA

UOPO LA SCOPERTA DEL CAPO

DI

(1497-1505)

BUONA SPERANZA

AVVEHTIMENTO

Giunta
Speranza

all'India;

una

a universale notizia

come Vasco

di

la

V oltrepassasse e arrivasse

Veneziani furono giustamente sospettosi, che

via cosi inaspettala al

commercio

di

traffico,

il

eh' essi facevano attraversando l'istmo

Suez, o passando per

la Siria

all'Eufrate, o pel

nella Giorgia e nella Persia continentale.

darono esploratori a Lisbona

ma

contro di

Portoghesi, alleandosi

l'aprirsi

dell'Asia pi lontana,

sarebbe ad essi di grave danno, e cesserebbe forse

perch pi dispendioso

Buona

scoperta del Capo di

Gama

Mar Nero

Per non solo man-

cercarono

nuocere

di

ai

Soldano d'Egitto,

essi col

poi con Selim I, che questo paese aggiunse alle sue conquiste.

Ma

il

tefice

re di Portogallo

r investitura

dell'

Emanuelle
India

avendo avuta dal Poncome primo occupatore


,

profittando del diritto riconosciuto della scoperta

ogni tentativo contro di

Una nuova prova

della vigilanza della Repubblica

su quanto operavasi dai Portoghesi dal 1497

ora da

un manoscritto salvato

neto archivio

mandato a

l'

rese inutile

lui.

al

dalla distruzione

autore del quale Leonardo

bella posta dalla Serenissima sul

di

Veneta

1505,

si

ha

d'un ve-

Ga'di Masser,

Iago perch os-

servasse e riferisse esattamente quanto potea tornar pi utile


alla patria.

Sodisfacea Leonardo, non senza grave suo pericolo, all'avuta

commissione

e sebbene incolto scrittore

Ap. Voi.

II.

vi nelle

cose che

AVVERTIMENTO

10

espone un carattere di verit singolare; n

scordano da

certamente

di-

dopo colla stampa.

lui le storie pubblicate

Ora, su questo prezioso documento mi sia lecito fare al-

cune osservazioni.
Se

Repubblica Veneta

la

Portogallo

menomare

conviene avvertire

Roma

di

acque

contro

vana V impresa
Portoghesi

cupata da guerre italiane

Non

non pot contrastare al Re di


nuovo commercio coli* India

che in quei tempi avea contraria la Corte

e che tornata

Ormuz

d'

il

degli

Ottomani nelle

non molto dopo

fu oc-

n pi risorse air antica possanza.

non tentasse per arricchire anche


coir opera degli stessi Portoghesi
avendo offerto al loro
Re nel 1521 di comperare ad un convenevole prezzo tutte
le spezierie portate a Lisbona , meno quanto occorresse all' interno consumo del regno. Se Emanuelle, osserva Robertson
per

che tutto

avesse ceduto a questa offerta

Venezia avrebbe ottenuto con

un monopolio vantaggiosissimo
avea perduto

Ma

tutto quanto

Venezia era cos unita

se

il

guadagno che

(1).

coli'

invasore

dell'Egitto,

perch non pens ad aprire una comunicazione fra Suez ed


Alessandria

allontanare

la memoria dei vani tentativi fatti


Romani erano bastanti in quell'epoca ad

Se non che

dai Faraoni e dai

da simile impresa. Ma ora saNon pare. Pure g' Inglesi rimontano l' Eu-

qualsiasi ardito

rebbe impossibile

non pensano all' Egitto. Preferiscono quel fiume per


collocarsi in mezzo alla Porta
alla Persia
e alle progresfrate

sive conquiste russe ?


L' invenzione della forza impellente del vapore

strade di ferro

caniche
si

ci

voglia

si

li) If

sai

pag. 154).

le

pervennero

le

nuove
mec-

danno a' d nostri la certezza assoluta che ove


pu fare una strada coperta nell' istmo. Dico co,

Emanuel had

Venice would have

which she had

grado elevato cui

il

lost

been so inconsiderale as lo dose wilh his propo-

recovered

ali

Ihe

benefil

of the gainful

monopoly

{HiHorical disquisilion concerning ancienl India, Bas. 1792,

AVVERTIMENTO
perla, perch

11

venti del deserto sono cos potenti

che ove

un canale od una via scoperta, le sabbie volanti


colmerebbero il primo e coprirebbero la seconda. Fra l'Erisi

facesse

treo e

il

Mediterraneo contansi circa 120,000 metri di cam-

mino, e da Suez
mente

al vento.

ultimi anni

al

Se

Cairo
si

g' Inglesi

pu? E che non

si

monti fanno ostacolo probabilche fecero in questi

e gli Stati Uniti d'America,

farebbe

navi nel Mediterraneo


possibile d'unirle

pon mente a ci

nell'

da tutte

Egeo

le

e nel

che non

si

nazioni che hanno


Mar Nero se fosse
,

con un contratto sociale (1)?


G. SCOPOLI.

(1)

ferta in

Questa Relazione (u dal colto quanto gentile

dono

ai

sig.

Giovanni Scopoli

of-

Compilatori deVArchivio Storico Italiano In quei giorni stessi

nei quali egli si trovava a far parte della riunione degli Scenziati Italiani
convocata In Firenze. E di questo prezioso dono nostro debito il professargli a questo luogo gratitudine e obbligo singolare. {Nola dei Compilatori)

13

RELAZIONE
DE

LUNARDO DA CHA' MASSER

Jtissendo stato, Serenissimo Prencipe, et lUastrissimo Dominio,


(loi

anni continui in Portugallo

Sublimit Vostra

vizio della

tutti

quelli

et

lochi

trovato

fu

per ser-

Re

nell'

nave-

India

Portoghesi sono pratticati

come

nella Citt di Lisbona

novamente navegata
essendo bene informato di tale navegazione con
che per loro
che se hanno notizia nell' India

gazion di quello Serenissimo


visto et inteso

per veder et intendere quelle

e molti

viaggio con

quello

marcadanteschi, e

altri lochi
il

quello fin al

successo di

presente.

Viaggio Primo.
Essendo in tempo del Serenissimo Re
gallo, del

1497, mand

Gamba

scho de

con ordene, che

'1

costa della Ginea

r India

furono

fin

Cao

gionto qui

in

gran contrasto

il

Capetanio andasse a

ditto

e tanto

inanzi

V informazione
di

ghe 2000; e qui

li

longo

quanto potesse
che lui
,

erano

e dicevano al Capitanio
,

d'

stevano

le

lui

non

dette tal cargo,


tutta

questa

per discoprire

avea avuto

ita

che

chft se fanno da Lisbona le-

mediet del camino del viaggio

la

tenivan pi vittuaria

Bona Speranza

Gapitanio
,

ancorch

tamen questo Serenissimo Re

secondo

Don Manuel de PortoRe 4 caravelle, Capetanio Don Va-

quale nativo portoghese

el

era molto maritico

ditto

di

Colochut.

persone de tutte 4 caravelle

una opinione

di

non andar pi oltre

che andavano come perduti perch non

e molti delli marinari

erano morti.

Al ditto

RELAZIONE

14
Capilanio

parse

li

di

andare pi olire

a trovare alcuno loco di vittuaria

propinquo

per essere pi

che tornare indietro

cus

Cao con gran fortuna e and de longo zoso per costa


che se chiama
tanto che trov uno loco pur su la terra Orma

mont

el

Meledin

lamento

Re

del qual loco el


ditto

dette

li

molti altri

cum

pass

Capetanio

uno poeta

li

che inform

tali navilii

a un poco venne uno

Moro con una croce

quale viveva

el

cono-

mori

De

prattica delli navilii nostri.

mano

in
el

quale venne sopra

in Colocut

per venire a

nave, Capitanio che fu uno Gaspar nativo Alemano,

da poi se fece Moro

a vista

li

marcadanti

per molti

nave per intendere che nave erano queste


la

poeta

ditto

maravigliarono molto

si

de Cristiani

e che avevano

qual

el

4 caravelle gionte. Visto quelli

la spiaza sorze tutte

l,

che

ita

de Colocut,

ditto Capitanio

Capetanio e poet sopra Colocut, e

el ditto

navilii essere

che stevano

quale hav par-

el

e hav vittuaria al suo bisogno

Colocut questi

di terra

con

lochi sopra quella Costa d' India

de Colocut in

scendo

suo Re moro

zudeo, e

e fu mandato

per el Re de Colocut, sapendo ditto Gaspar parlare in diversi len-

guagi

per intender che gente era questa

nazione

e de che

chi r aveano menali in quelle parti. Montato in nave el ditto Ga-

spar , subito el Capitanio el fece prender


lare

italiano

poselo in ferri

non voleva dir

modo che per

vedendo

lui sapere par-

e mostrava essere prattichissimo di quelli paesi

la

li

dete molte bote, e pergot

verit

n informare

el

cum

Capitanio;

ditto

lardo, perch

per

forza de bote disse la verit al Capitanio, e deteli

ogni altra informazion de tutte quelle scale e lochi di questa Costa


d'India. Dapoi ritorn ditto Capitanio con el ditto Gaspar

in

sbona, del 1499, con tutte 4 caravelle a salvamento

stete a

quello viaggio anni due;

e de qui ditto

Capitanio

quanto aveva seguito per discoperto


cune mostre de spezierie significando che de
Altezza

come

fece referir a questo ditto

ben prattico de quelli paesi;

li

refer

traendo con

ne aveva abbondantissima quantit

precii valevano

in

Li-

Sua

al-

in quelli lochi se

Gaspar a Sua Altezza

e de qui

che

de

essendo lui

Lisbona ditto Gasparo

moresco Mamet

e se marid
una donna portoghese nativa di questa citt
e bave provision
da questo Serenissimo Re de ducati 170 de intrada all'anno per suo
se fece cristiano

se

chiamava

in

viver, per aver dato lui


ditto

in

Gaspar

delli

tali'

informazione dell'India, essendo stato

anni trentadue da poi che part dalCaiaro per terra

LEONARDO CA MASSER

DI

e per molli altri lochi in quelle part d'India. Essendo

Illa

Media

fen

informalo Sua Altezza de tale navegazione,

scale

gran quan-

de spezierie, deliber de mandar a quello viaggio una

tit

lochi

dalle qual se poteva levar

de marcadanzia,

Irato

le

15

frota.

Viaggio Secondo.

Del 1500,
e pizoli

alti

cum

Ali Scorer,

Marzo, mand Sua Altezza

di

numero 13

Capitanio Pedralboro

de Bona Speranza

mostr

qual

(2)

una forteza

et

1501, a

and

di

Pur

diciotto.

el ditto

bave

fattor

altre

per sua segurt

ali*

merze

Dapoi alcuni giorni

et

il

Re de Colocut

el

fece

li

Chuchim
Colocut
el

un certo

ditto

fon-

cum

el ditto fattor

el trattare

loro

nella

homini circa 47.

par che tre o quattro Portoghesi venissero a


sbattuto

Buona Speranza, scopre

il

dalla

tempesta innanzi
dopo Arae-

Brasile, che poco

rlcoVespucci investig pi accuratamente. (G.S.

tutte le 7 navi perirono. Quella di Pietro Diaz

torn in Portogallo

mentre Caprale oltrepass

il

dopo molli inCapo senza avve,

dersene. (G. S.)


(3)

incontro

metter sicuramente

cum

fattor

ditto

Alvarez Caprale o Cabrai,


di

del

sua terra, et affirmato

Capo

modo che fevano


Re de Chu-

Re de Colocut, mostrando aver a caro

feceno

medesimo de retorno

sue merze in terra; et essendo ben concertado

furlunj

in terra

cum el ditto fattor Ali Scorer, in


cum quel Re e messe in terra

le

Non

messe

e lev

el

(2)

(3)

in questo viaggio

Capitanio

certe

(1) Pietro

Re

contratt con el

lego, dove loro Portoghesi potessino abitar, e

d'arrivare al

loro

2000; e torn de qui in Lisbona


29 Luio, nave 6, che steteno al viaggio circa mesi

parlamento

cum

quello

Portoghesi

li

sue merze; per

poche merze e danari


pip. K.

forzo

el

cum

tratt

sopra una ponta del rio de (]huchim, per abitazion

rami

spezierie,

Portoghesi alquanto securi.

chim

a grato el navegar loro in quelle parte, e

aver

fattor e segurt delle

del ditto
ditti

bono amico de questo Serenissimo Re

se fece

Gao

li assalt una fortuna subita


per la
scamporono solum nave 6 le quale

Chuchim

fu in

detto fattor Ali Scorer, e

del

fattor

viaggio sopra el

al

suo viaggio nell'India. Nella prima scala che

el

haveno commercio
el

and

et

uno suo

andar

nell'

qaal se perse nave 7

seguirono

Gaspar,

el ditto

grandi

navilii, tra
et

(1)

Porse da intendere

pepe forte

canlara ec. (G.

S.)

RELAZIONE

16
parole con certi Mori

per aver fatto

modo che

Portoghesi furono

ditti

suo fontego,

al

Mori, e

Mori

li

molti ollrazi, e perso

Portoghesi

ditti

et

a pezzi da homeni

che

li

e questo

Mori

li

armadi

con

sta' fatti

de Mori

ec.

con gran furia andoro contra

uniti

suo

el

de

contra

essendoli

dentro suo fontego

intrarono

47

atrovavano,

si

subito corseno

quali

giorno avanti uno sambuco

il

ditto Gapitanio, tutti

ci

feriti

e molti di loro uscirono fora

tutti

che molti vivono in questa terra

Portoghesi alcune violenzie a certe More; per

ditti

fattor

e taglioli

e de

qui

tutti

nascete la

guerra del Re de Colocut con questo Serenissimo Re de Portogallo.

Et avendo

Re de Colocut

el

sua per sua segurt,

tre ostazi portoghesi stevano

casa

in

Re intender come era intravenuto questo inconveniente per More; certo, ditto Re mostr
quali

li

fecero al

avere grandissimo dispiacere di

cercando

di fare

quali furono malfacenti


si

dice erano

more,

el

sta'

la

inconveniente, e molto

da Mori

min molte
guerra con

fussino

puniti

5000

in terra

e la terra sleva

El

altro.
,

dolse,

si

quelli

numero

per essere stato tanto

Re non pot seguire

la terra, e

nascete

ma

quanto era seguito

visto

tali'

alcuna provisione acci

tutta

li

che

ru-

in

Capetanio della nave,

subilo cominci a

bombardare

case sopra la faccia della marina: e de qui

Re de Portogallo.

el

Viaggio Terzo.
Item, del 1501, del mese d'Aprile,
lanio

Zuan da Nova

(1)

fu fin sopra la bocca del

et

and

mand

al viaggio

altre 4 caravelle,

Mar Rosso; e da poi venne


Chuchim e Chananor,

Costa de Colocut, e cargo in


trasse spezierie da K.

1550 de ogni sorte, pur

essendo ditto Capitanio sorto sopra Colocut con


velle, et

avendo

se lev et

visto

and per

Cape-

per andare in corso, e


de qui sopra

el forzo

la

e quelle scale,

piper

et

sue ditte 4 cara-

da 40 nave de Mori, e circa cento sambuchi


investir quelle;

modo che

per

fece

scampare

armada solum con le ditte 4 caravelle, le quale tornodA mese de Settembrio 1502; e trasse spezie-

tutta quella

rono in Lisbona
rie K.
cali

(l)

S.

1550

e certi fazuoli moreschi

e roche per valuta de

du-

4000.

Giovanni della Nuova

Elena. (G.

S.)

che d

il

nome

all'isola della

Concezione e a

, ,

LEONARDO

DI

MASSER

CA'

17

Viaggio Quarto.

mand

Del 1502, de Fevrer et Aprii seguente,

viaggio nave 21

al

Don Vasco da Gamba, che fu quello che discoperse l'India,


qual men con si Gaspar ludeo; e nell'andar de li, del Cao de
Bona Speranza zonse in uno loco chiamato Ochilia; la qual terra
dentro uno rio, e l domand vittuaria per ci suo viver. Visto quello
U tante nave e tante persone de Cristiani steva stupefatto; che gi

Capitanio
-1

tanl'

anni non furono

tal

non

terra

della

lochi; e quelli

visti

n etiam Cristiani in quelli

navilii,
li

volevan dar recapito n vittuaria

alcuna. Visto cus, l'Armirante cominci a

che

la

comandava Sua Signoria;

daria quanto

He

bombardar

la terra; ita

gente da terra venne alla nave del Capitanio, dicendo che

della terra,

che

in

domand

e l'Armirante

persona venire dovesse davanti Sua Signoria

facendoli bon salvo condoto: e cus venne el ditto

Re de

Ochilia

quale Moro, a nave con el balelo del Capitano, e bas


le

mani, dicendo che comandasse, che

per

modo restorono

concertadi, che

questo Serenissimo Re
perle 5

Re

ricapito

torn

in

qua ogni anno

oro

piedi e

metechali

tributo a

1500,

(1)

uno stendardo con

le

guardati

terra

desse ogn'anno

li

el

arme del suo


e di qui
che quello riguardasse per suo Re
dete

li

avanti, che capitando alcuna sua

bon

li

ad ogni suo servizio;

lui sleva

Portogallo

di

e l'Armirante

Portogallo; e

di

li

al

e
come boni amici
Re con gran festa,

cus

ditto

el

nave, over sue gente, fosse dato

promise

de quello

in

il

suo tributo concertado. Da poi partito, se

n'and a Chuchim, e

li

contrat, et in Cananor et in

li

Colam cargo

molte spezierie d'ogni sorte, e parte de quelle se persero in queUi

mari e dopo andorono


;

corso sopra la bocca del

in

Mar

Rosso. Torn

de qui solum nave 16, del 1503 a d 11 Ottobre, e trasseno spezierie

quello molti

si prese uno
Mecha per Colocut. Erano sopra
marcadantiMori; e fece uno botino de ducati 100 mila,

per quello

si

d'ogni sorte da K. 30 mila

sambuco mollo

il

forzo piper. Questo Capitanio

p intendere;

chezza estrema

(1)

ricco, veniva dalla

perch

sopra quello

era

una

ric-

e fece tagliare tutta la gente a pezzi, e anegare,

P. Pietro Maffel nella sua Sloria delle Indie Orienlali, che scrisse

in Lisbona,

ove

si

rec nel

1572. dice che

meticali equivalgono a scudi.

(G. S.}

Ap. Voi.

11.

RELAZIONE

18

non camp persona niuna. Se intende che erano Mori, che

clic

si

vo-

Jcano riscatlare in Colocut per Ire nave carghe de piper: non volse,

che questo credo non fosse molto a grato a questo Serenissimo Re


e questo

veramente

fece

perch non

s'

intendesse

el

butin

che

lui fece.

Viaggio Quinto.
Del 1503, a

di.

in corso;

le altre

mand

Aprile,

Francesco dal Burchercher

andorono

in

s'

nave 12, Gapitanio

afTondarono, andando

Cananor a cargar con uno Veneziano

che se chiama Bonavito d'Alban,


l

al viaggio

(1), delle quali tre

el

qual era stalo molto tempo de

pass dal Caiaro coirAmbasciator del Prete Giani a quel tempo

l in
Cannanor et in Calanganor
una de queste caravelle torn del 1504
a d 15 Luio, uno d
la qual fu mandata per el Gapitanio, portando la nova della pace diceva essere concertada con el Re de Goiocut, el qual s'intendeva, li deva lutto el danno aveano avuto
ditti Portughesi quando fu morto Ali Scorer con el resto della gente;
e s'intendeva
che ditto Re l deva tanto piper per valuta de du-

che

si

ritrovava in

Caiaro, e

el

fu cargato el forzo piper; et

30 mila: tamen, par che ditto Gapitanio non volse seguire accordo

cati

alcuno, e se

mud

de proposito

salvo cercare de ruinare

el

e non volse far alcuno concerto,

ditto Re.

Viaggio Sesto.
Del 1504, a d 22 Aprile,

Lupo Suarez
la

(2),

nave Capitania, se

non

mand

una
chiamava

delle quali

la

se pot recuperar alcuna cosa:

a viaggio nave 12,

brus qui

in porlo.

Gapitanio

La maggior,

Nonzi, carga de merze, che

and solum nave 11,

le

qual

trasseno de merze: zoo, rami K. 2800; corali, zo, botoni O. 6500

piombo K. 500; cnabrii K. 300; arzento


omnibus computatis
da ducati 30 mila.
,

neir andar mesi 5, et haveno


el

commercio

vivo K. 300; de

conlati,

Le qual nave stetleno


Guchim cargo tutto

in

Cananor, 53. (3), e garofoli, e perle, e lache, et


drogane in Chaucolam piper in poder de Cristiani raarca-

piper in

allre

(1)
(2)

Questo segno, che trovasi ripetuto anche in seguito, potrebbe crecon molta ragione l'abbreviatura di zcnzir (zenzero).

(3)

dersi

Francesco Albuquerch. (G. S.)


Lopez Suarez Alvarenga. (G. S.)

DI

Culam

danti, in

uno

LEONARDO

Del loOi

le

cesco dal Burchercher

400

in 500.

torn nave 3, Capitanio Fran-

carghc de spozierie

maggior era de porta de


terza de

Cumari

cannelle.

a d 16 Seltembrio

19

piper poco, macis, piper longo, e camfora.

dove have tutte

loco,

MASSER

GA'

botti

Le qual

800,

qual

delle

seconda de

la

nave

la

500,

la

botti

spczierie veramente de quantit furono

da K. 12 mila. La qualit, zo: piper K. 10 mila, cannelle 500,


K. 450,

garofoli

K. 750. Spezierie

K. 2

cis

d'ogni

Con

Le

in

8 mila,

le

erano

fioli;
si

sua mogliere

con

casa e

la

formento

bona informazione
Veneziano anni ventidue

e lasci in

Caa-

carghe

de spizierie

si

nativa da Malecha;

Et

Reda

in quelle parte

ditto

el

Bonavito

ducati 70 all'anno,

per suo vivere; avendo


delle cose dell' India

ha nova alcuna.

d'Alban, Venezian,

(1)

fece cristiana.

have de provision da questo Serenissimo


tezza

ma-

e non se

quelle tre nave venne dall' India Bonavito

qual de qui in Lisbona

de

K. 191,

quale dovevassi partire doi

quali sono perse

con sua mogliere e suoi


la

quelle

surama

alla

cubebe

legno aloe K. 1

grosse,

da K. 7

sorte

giorni dopo questa.

verzin

camfora K. 7,

spigo nardo K. 3

i,

nanor due altre nave

lache

130,

53. K.

menude

Sua Al-

dato a

essendo

da poi che

stato ditto

el se parli dal

tempo che Misser Francesco Marcelo era Consolo in


Alessandria el quale veramente ha visto molto pi in quelle parte
che Gaspar ludeo.
Caiaro

in

Viaggio Settimo.
Del 1505 mand una armada; se part a d 25 Marzo, CapiUnio Don Francesco de Almada (2) abench avanti fu eletto e
,

doveva andar. Signor Tristan da Gugna

tempo

(3)

el

qual perse a quel

per modo che Sua Altezza fece elezione del ditto


Capitanio Don Francesco ; el qual con vele 30 tra grande e picole,
la

vista,

delle qual

una

se perse qui in bocca del Porto de Lisbona

la

qual

se chiamava la Nunci, con


detta

(t)

nave

(3)

Questo Bonavita Veneziano avrebbe contribuito all' impresa fortunata


e ne avrebbe anzi il merito principale. (G. S.J
Don Francesco Almclda. (G. S.)
Tristano da Cunha o d'Acugna
fu realmente capo della settima

de' Portoghesi
(2)

una gallia disfatta, che era sopra


con molle marcadanzie * va questo Capitanio per

spedizione

e superiore in

comando

a Francesco d'Albuquerch. (G. S

RELAZIONE

20

Vice Re per tre anni dalle bande de

da persone 2500

e leva

per far tre fortezze nell'India, una

e pi; e leva molte artelarie

sora in Zasale, et un'altra in Anzidiva, e l'altra in Gannanor: le

grosse de ferro de pezzi

numero 100

molte altre

e mettono de

sime;

prima de bote 1000

sopra

la

fin

con

arme

200

in

le

sue carete,

infinite

bellis-

con 80 homeni

queste vele era de nave 14:


bote 800

seconda de

la

150 l'una,

merze, zo,

de

nave: trasseno

et

et

fin

300

el

altre caravelle

a 100 l'una; gallic due sottile, quale port disfatte

cinabrii pochi, da K.

bianca,

artelarie

numero de

resto; caravelle 71 de bote

de bote 80

falconeti

tre Capitani delle fortezze

per cadauna fortezza. El


la

numero 65

numero 40; bombarde

grandi,

passavolanti

quall'artelarie sono

60;

4000

in

42; cera

corali bianchi K, 1 i;

(1),

e bastardo,

toro,

rami K. 3500

arzenti vivi K. 50; corali K.

cofoli

verderame K. 12; piombo K. 150 in 200: de contadi, computando


patroni de nave e Gapitanio, ducati 80 mila, e pi: hav de spesa
quesl'armada (veramente che se pole intendere) da ducati 250 mila.
Del 1505, a d 22 Luio, torn nave 10, Gapitanio
et
a

una venne avanti a


d

23 Agosto;

una

et

de qua de retorno

si

ultimo Zugno

perse sopra

el

che venne

Lupo Suarez;

due ultime gonsero


Gao de Bona Speranza

e le

in tutto

nave 13

le

quali

tras-

La qualit de quelle veramente piper


K. 22 mila, cannella 350 35. K. 450 garofoli 150 in 200, macis 7,
carafora 15, piper longo 10, lache 60, zenzeri 80, perle da onza,
onze 750 per valuta de ducati 4000
merze che f' vendere la
presente muda nell'India, cio rami K. 2800 a ducati 12 el K.
li quali non se ponno vender n pi n
meno, per esser cos tal
concerto fra loro, el qual fece TArmirante in Guchim: \ de rami
seno spezierie K. 24 mila.

al ditto prezio,

zinabrii K.

de contadi; questo solum s'intende nel piper:

300 a ducati 20

el

K.; arzenti vivi K. 300, a ducati 18

piombo K. 500, a ducati 6 el K.; corali cio botoni K. 6500,


a ducati uno l'onza: e pi contratt ditto Gapitanio in Ghuchim,
in Gananor, in Chaucolam, in Ghulam
in Gumari, in Belam, di
ritorno da Ghuchim. Questo Gapitanio si trov nave 17 de marcadanti Mori in uno porto se chiama Panidarami, e combatt con
queste le quali se messeno in terra; per modo che questo Gapitanio mand tutti li soi copani ben armadi con un baril de polvere
in 19;

(1)

Le parole toro, bastardo e

cofoli

sono ora d'ignoto senso. (G.

S.)

LEONARDO

DI

MASSER

GA'

21

per cadaun copano, e mise fuoco dentro dette navi de Mori; e tulle
quelle spczierie che erano carghe per

quelle brusolle, con tulle


la

Media,

grandissima

d'ogni sorte

suo camino

al

prima nave fece

viaggio suo in mesi 18, cio

a cargar mesi 3 i, de ritorno in

ma

steteno in

Monzanbich

sue nave ch'erano mal condizionate:

le

viaggio in mesi

il

il

ben pi presto seriano venuti

12 per conzare

giorni

80: dicono che

gran difesa. Dapoi si lev, e


Monzanbich in zorni 17 800 le-

fece

dell'andar in mesi 5, siete de

mesi 6

in

erano sopra quelle

e che

fecero

e pass a

tempo;

ghe, con bellissimo

da 70

feriti

Mori

difesa quelli

nave multi turcomani, quali

venne

spezierie.

di

homeni 22, e

questi Portoghesi da
fecero

danno increFurono morti de

e s'intende ch'erano mollo ricche; e fece

erano carghe

dibile:

la

e giorni 8.

2k-

Viaggio Ottavo.
Del 1505, a d 17

simo Re due nave


et

Novembrio

al viaggio di

una caravella de

de lun.

Mand questo

bolle 150: le quale

mand

nave, che se perseno sopra questa costa del


ranza

in

questi

marinari hanno opinione, che

qua,

le

quale venivano

le

mand

delle

navegar a terra, se

due nave a
l

perch molti

di

persone potriano esser salve


l

vicina;

so

che

Sua

quest'effetto, e per dar notizia del

sono secche alcune, overo basse, perch

sono molti de opinione che


terra: le qual

per intendere delle

Cao de Bona Spe-

de retorno;

sopra questa costa, overo a qualche isola


Altezza

Serenis-

Mecha, cio una nave de botte 300,

sia

poco fondi de 10 in 15 leghe da

nave lievano molta vittuaria, etiam rami K. 800 per

conto di Sua Altezza; e non avendo altra intelligenzia

dute persone, vadano de longo

al

viaggio.

Fu

delle

Capitano

per-

Barbut,

abitador da Sago.

Viaggio Nono.
Del 1506, a d 6 Aprile,

armada

in India,

mand questo Serenissimo Re una

Capitanio Signor Tri^an da Cugna, con nave 14/

Sua Altezza, el resto per conto de maruna de Sesto Fiorintino (1), et una do (fCnovesi, nella
qual partecipa la facitura; due altre sono de navilii di questo regno
delle qunl IO sono per conto di

cadanti, cio

(1)

Forse Marchionnl.

RELAZIONE

22
La portada

di Portogallo.

veramente:

di quelle

la

de botte 1200; tre o quattro nave, 700 in 800;

400
e

fin

300, e 250. La qual armada lieva con

benissimo armada de diverse artelarie

melalo,

da persone 1000,

40, e molle

una

de botte,

e de bellissimi

numero

cio passa volanti grandi

nave Capitana

el resto

de

tiri

bom-

altre

de

legname

quadra, cio passa 16 per ogni quadro in altezza, passa

3 larga,

barde grosse

falconeti

dove ha ad esser

leva

etiani

fortezza

muro, passa uno; hanno 13 bombarde per

el

ogni faccia, delle qual ne sono tre grosse tutte

cima

falconetti

60

cio 15 per faccia

quella, la quale da esser messa

Rosso ad un'

Mar

del

che

isola

in

et

India

Re, Capitanio Alfonso dal Burchorcher, a


el

debba star de
per

conto

l;

in

bocca del Mar

appresso

li

fermo anni

di

drittura

bocca

la

per Malacha

e la commission del Capitanio

ci

che

Lieva de merze, rami K. 4000,

6.

questo Serenissimo Re,

sono del Capitanio Signore Tristam da Cugna

salvo
:

che

K. 300,

cinabrii et arzenti

K. 600 in 700; piombi 150 in 200; lume de rocca K. 35; ver-

viri

derami

e risegali K.

25

ducati 40 mila. Questa armada

pu

intender,

de

botoni

O. 5000: de contadi, computando

si

raso terra,

Rosso. Delle qual nave 14, ne vanno 4, cio per conto del

per metter case de

tutto

alla

chiama Zilricornas,

si

homeni 250 per guardar

tutti

ha

corallo
li

per conto del Re

Capitani, saranno andati

avuto

di

spesa,

per quello

poco pi e meno, da ducati 120 mila, omnibus

computatis. Questa armada fu molto

difficile nell'

armare,

per

il

come etiam per causa de pestilenzia che regnava


in quel tempo; per modo che non si trovava gente a supplimento:
per armar li fu necessario dar pi soldo del consueto e rove 2 de
spezierie de pi de sua portada (1). Comand Sua Altezza che tutti
quelli che fusseno sbanditi per la isola di San Tome, overo nell'Africa;
soldo consueto,

volendo andar quelli nel viaggio d'India con

el soldo

consueto, fus-

seno absolli dal bando: et ancora con questo mezzo con gran
colt

arm. Morite da

sopra

la

nave Capitana, persone 14, etiam sopra altre nave:

qucst'armada and a manifesto pericolo


Serenssimo Re stava in gran dubio

(1

di

di

Rove due de spezierie di sua portada.

mare, che potesse

trallcare per

prima non era permesso.

diffi-

peste, pochi giorni avanti el partir dell'armada

(G. S.)

di perdersi,

mandarla o non;

Si

ma

concesse cio ad ogni

suo conto con un

che

bench questo

di pi di

per

nomo

merci, che

LEONARDO

DI
mostrare che de

non

nell'India

MASSER

GA'

23

per mancar

sia

navegar questo viaggio, determin de mandarla con

che

al Capitanio,

'1

ogni anno de

Gao Verde; e che se

vadi sino al

commission

tal

fin a

li

questa

che'l torni de qua

non vadi pi avanti, se non


uno loco dove si chiama Amazagan, nel qual loco altre
volte Sua Altezza avea determinalo di fare una fortezza per aver
commodit e pi segurt delti suoi navilii, per esser quello loco abmortalit fosse processa,

nell'Africa a

bondantissimo de formenti; e in quello loco detto Capitanio motta in


terra; e la detta fortezza, ch'andava per
in quello loco:

l'

India, fesse, e la fortificasse

che questa nuova commissione

ha dato Sua Al-

li

tezza per causa della mortalit ,chc era sora l'armada; tamen
rineri tutti

d'una opinione dicevano, che, dapoi passato

Verde, non dubitan di

li

el ditto

mortalit, per esser stato visto altre volte

tal

l'esperienza, passalo detto Gao, essere purificati quelli aeri, e

sopportar

tali'

maCao
non

infermit.

22 Marzo 1506, venne nave 4 d'India dell'armada de Don

Francesco; e a d 3 Zugno venne un'altra, che sono nave 5 pur di


detta frota; delle qual ne

He, e due d'Alemani,

sono due por conio

di

questo Serenissimo

dove in quelle partecipa Bortolo Fiorentino,

el

una de Fernando dalla Rogna

le

maggiori che andorono

de spezierie veramente

in

Cristian nuovo: le qual nave sono

quel viaggio. La quantit che trasseno

per

visto

li

libri delli scrivani

non com-

putando quello che viene nelle casse de marineri, K. 17 mila: cio

nave Capitana del Re trasse pevere K. 4000, 55- K. 700, garofoli K. 50, sandali rossi K. 40, camfora K. 10; nave de marcadanti,
la

trasse pevere K. 5000; la

nave Goncezion del Re, pevere K. 3500;

nave Buonfuogo de marcadanti, pevere K. 2800;

nave

la

de Fe-

rando dalla Rogna, Cristian nuovo, piper K. 2000. Trassero


queste navi, per quello se ha visto per la doana, per

(on

(1),

sta pagali

comessi,

sazi, sinabassi, sesse,

pur

La bonl
al

de

sono sta descargate in Sancruz


della citt circa

meza

et altri

mo' uno anno:


cio in

uno palazzo

Sua Altezza

nazion antescritta.

Panni e

stoffe di

le

li

prozi sono

qual spezierie
del

Re fuora

lega, sopra el rte de Lisbona, per causa di

questa pestilenzia, tutte in poder di

(1)

pani per valuta

delle spezierie al consueto

consueto

quartizar,

menude, etiam molti pani dal go-

perle K. 700, cio tutte perle

de ducati 3500.

el

in tutto

cotone iDdiane. (G.

S.)

sotto

pur

all'orde-

,,,

RELAZIONE

24
Quanto

veramente

se intende

alle cose

questo Gapitanio e Vice Re, quello aver deslruido


e questo
e fece
e

uno

Re

altro

Re de

ci

Vice Re;

al detto

uno bulino de ducati 50 mila

nella detta terra

Ochilia:

pi

accordo con quello

d'

questo Serenissimo Re de ducati 1500 all'anno:

fattolo tributario di
la

dar obedienzia

voleva

li

detta terra

nella

messo

non

perch

per

ncll' India

scerete

qual terra e isola de Mori. Etiam ha deslruito Mombaze, che

una terra grandissima pur de Mori

et isola

Re

dentro, e fece morire molta gente; e lo

Da

poi se lev de

and sopra

et

dretura in Chuchim, dove

fattor di questo Serenissimo

Costa de

la

bave nova

Re

che

sta'

a
el

leva detto fattor vietar alti detti marcadanti Mori, che

da

perch vo-

e questo

India

morto

nell'

era

che stevano

e molti altri

persone 20, vel circa, de Mori marcadanti

e messeli fuoco

fuggile alla Montagna.

non cargas

seno spezierie in quella scala. Subito inteso questo, el detto Gapitanio

mand alcune nave

nave de Mori carghe

Gannanor

nio and in

e per suoi

Da

trov molle

messeli

quelle

in

et

brusolle, che s'intende erano ricchissime.

de Gannanor

Gulam,e

in quello porto de

de spezierie;

fuoco e

poi, ci detto Gapita-

Re

fece la sua fortezza de volont del

homeni Indiani mureri

aiutar

fece

li

mostrando aver molto grato el trattar loro, e l'amicizia di questo


Serenissimo Re; la qual fortezza insta el dissegno che vi mand;
et in

poi

ditto

and

Gannanor contratt e cargo

in Anzfdiva

despopulata;

ma

nave de spezierie. Da
che

un' isola

in

per aver ottimo porto, siete appresso Gananor

in loco di sopra

il

et

le

nave che

lochi de quella India;

la

qual for-

tezza insta la forma del dissegno che


fortezza de Guchi

dove passano

passo delle nave

vieneno de Malacha, e d'altri

la

do'

e fece l'altra fortezza,

vi

vive,

tutta di pietre

mand. Da
e

feccia

poi fortific
isola

in

(che

certo per quelli lochi resta fortissimo), de Zafale: loro fin al partir

suo non hav nova alcuna de quello era seguito

salvo che

detto Gapitanio 4 nave a far la sua fortezza in detto


la

commissione

di

questo Serenissimo

restar in quella. Questa frota

Re con

le

gente dovevano

ha contrattato solamente

in Cananor: s'aspetta altre 4 nave, che se doveano


a pochi
s

giorni.

Da

poi che part questa

che non vien pi

che queste nave sono


s

di
le

stevano

questa frota, che nave 9 in

mand

luoco insta

in

Ghuchi

partir

de

et
l

quasi cargate
tutto.

Vero

maggiori che siano andate a quel viaggio;

che venendo quelle a salvamento

si

giudica che sarano in tutto

LEONARDO

DI

da K. 20 in 30 mila

spezieric

a viaggio suo

fatto

Quest' armata

3,

giorni

andar,

nell'

Cao de Bona

al

tutte le persone
di

meno

grande del Re

una nave

perse

Queste nave hanno

circa.

vel

U,

2o

e salve
and a fondo, se discusite carza de rami
non hanno
due altre caravelle se smarrono

Speranza;

nova

mesi

in

MASSER

GA'

Gn ora

quelle

non

si

sa se

siano

Al retorno de

perse.

queste nave, se scontrorno quelle do' nave che se partirno questo

Novembrio sopra

Cao de Bona Speranza

el

Suares da mo' un anno


a longo

qual

le

quelle che andorno per intender nova delle

nave

nave

sono

perse de

Lupo

e della nave de Francesco da Burchercher,

Cao de Bona Speranza

questa Costa del

haveno parlamento con queste nostre, e disse non

nave

qual

le

aver visto nave

n inteso nova alcuna di dette nave perse.


Visto el navegar di questi Portoghesi

sendo bene informato de tutte


altri

lochi

quell' India

di

scale raarcadanlesche
(1)

e questo viaggio

hanno

le scale loro

dove nasce

le

et es-

recapito, e molti

spezieric e zoie

per ne far nota per memoria.

El navegar de questa frota che va

viaggio d'India, se par-

al

Marzo e anco d'Aprile; per


Da poi el partir suo de qua

tono de qui da Lisbona de Frever, de


esser questi tempi a* loro propositi.
>

anno

tre mesi vel circa senza vista de terra. El

per Altare
e

(2)

per

el sole

non radegano de niente

iuslamente

me

ovcro per

el

non avendo

(3),

dicono dove se trovano:

Irovar sopra

el

loco

navegar suo

si

Polo artico con l'Astrolabio;


visto terra

za tre mesi;

capo de

tanti giorni

et in

che certo cosa

e de
gran prattica de molti pedoti de qui che sanno quel camino, et in
tanta prattica e con tanta facilit
come ci viaggio de Levante.
tal

bellissima

K passado
lanno
el

Cao de Bona Speranza in


prima scala a Zafale la qual

la

el

suo Re cristiano

vanno zoso per costa

terra

et sotto Preti Giani

bon recapito de

loro Portoghesi

si

in terra ferma

nella qual terra

vittuaria, de acqua,

hanno

e de alcune

merce de metali, cio latoni spazano l, trazeno de l


solum oro, par che ne sia gran quantit. In quella comarchia al
presente mand Sua Altezza a fare un^ fortezza bellissima in della
cosete de

(i;

li

capilolo che segue u

(ii

rHntJis.sima importanza.

posto in principio.
(2) Costellazione
'3)

Cio

non

si

Ap. Voi

meridiooale.

arrestano in alcuna rada


il.

V. 'Acverfimenlo

,,

RELAZIONE

26

Da

Zafale.
et

poi se partono de

Monzambich

ha uno buon porlo per ogni gran armada

presso terra ferma; etiam


el

aspettano

tempi che sono

li

colfo

qual

isola

isola ap-

traze vittuaria et acqua ottima; e de

li

de Colocut

qui passano

che una

la

che sono

800 de pacizo

leghe

e con

dell'Autuno,

nel principio

le

Tamen

sopra questa costa de qui hanno molti


ha recapito e cognoscenzia che piui de longo
e suo Ke moro. Da poi se va a Chedem
se va a Colam pur isola
el suo Re si moro. Questo
la qual terra si in terra ferma
quel che dete el poeta all'Armirante la prima volta che fu discocole fatte passano.

lochi dove se

altri

Da

perto l'India.

baza

poi se trova un'altra terra che

quale terra

la

murada

poi se trova un' altra terra che se

ferma
,

trova

Aden

ferma
e

la

mirra

che

alla

summa

qual

la

Ormusso

se

che

le

le quali

sono

de Mori,
biti

Da

et

di

a fanemini 12

della

terra

farasolo

el

Venezia

4 farasoli

(L. 160

In

K.).

il

Mori Arabi

colfo a un' isola de'

se trova perle d'ogni sorte bellissime,

suo Re Moro;

una gran terra

et

e spigonardo e mil (1), lache

poi se

se cattano perle in grandissima

un

in

fuora

Mar

el

Da

de' Mori.

trova Astici; qui nasce incensi,

si

manzo peso
,

pur

poder de quel Re Arabo Moro. In Gombea terra

in

il

poi

vende fanemini

quale se pescano

braza 4 de acqua;

Da

nella terra

che appresso

Mar Rosso

bocca del

terra de marcadanti

Azale

poi se trova

e qui nasce zenzir.

chiama Amodosi, pur

quale porto de Prete Giani

fanno uno K.

in

Da

de' Mori.

Rosso

chiama Mom-

si

e granda, pur de' Mori in isola.

el

K.

nasce tur-

corniole, calcedonie, gotoni,

che L. 150 nostre

e qui se trova pani de

goton de tutte sorte assaissimi. In Dabul una terra che ha porto;


l

se trova molli pani de seda.

e qui nasce 35.

de Colcut

sua moneda

al

ducato

ma

trar,

33.

li

e suo peso se

la

li

ma

boni

si

zentil,

come

quelli

si chiama fanemini
valeno 18
e sono d' oro basso
hanno un' altra moneta d' arzenlo basso che se chia116 per uno fanemino: el baar del piper vai fanemini 260
,

In Colocut

la principal scaia de'

sono da persone 5000 e pi;

fi)

suo Re

el

e non cus

chiama baar, che sono K. 4 da Lisbona:

valeno fanemini 72.

questa

In Cananor

pochi

53.

Mori
el

Mila, voce ora incognila. Non

alcuni segni di pesi, misure ec.

el
li

suo Re
viveno

si

zentil

molti

mori che

sforzo delle nave de Malacha re-

si

oltenae a Venezia

indicate nel nianoscrilto.

la

spiegazione di

(G.S.)

LEONARDO

DI
capita

si

vendono

Le case sue sono molto flache


sandrini

lutti

li

che

si

tutti

cardamomo

e zedoaria e

qiwl terra

et Alcaiarini et Ales-

terra nasce

in quella

un poco

e piper

la

de cana con crea

fatte

terra.

marcadanti della Mecha

Damaschini

sono ottimi

gran

et assai

27

mercadanti

e trattano tutti

a marina sopra la spiazza

qui trattano

MASSER

GA'

35-

li

suo

el

peso se chiama pur baar, che sono K. 4 de questi da Lisbona; el

baar del piper K.


vende tutte
e chebuli

baar

el

che mazor che

25.,

quali valeno ducati

li

do'

pevere vai fanemini 330

el

che sono K. 5
la

5. 2.*

le altre sorte spezierie

lache poche

zedoaria ducati 2

el

baar

el
el

valeno a fanemini 280

ducati 24 al baar

qual trazeno d'ogni sorte spezierie

rubini e diamanti vien


detto

Re

zentil; e

di
l

Colocut

l.

baar

el

cio

In Calanganor terra a marina sotto

tamen vive

il

pur

nella detta terra, el qual

in quel loco sono molti cristiani

n altra

anche qualche zoia

et

nave de Malacha,

sorte di spezierie vien de qui, salvo nel zonzer delle


le

ducati 3

33. vai

baar, che sono ducati 17,

cardamomo

baar;

che se

l'altri,

nasce mirabolani emblici

uno poco

e qui nasce

de piper nella citt medesima, non altro. In Chuchin, qui una


terra picola, et in quella vive el suo Re; el qual zentil, et piccolo

Re

avanti eh' el fosse favorizado per questi de Portogallo: e

lor Portoghesi

una fortezza sopra

la

ponta alla marina

tinuo tiene uno fattore della Maiest de questo

entrano sue nave, et

terra nasce tutto el piper (la

hanno

de con-

Re de Portugallo;

de tutte sue merze; e

el forzo

mazor somma che

circa intorno la

se traza dell'India), el

qual vien zoso d'uno rio che va in fra terra leghe 250; el qual basso
in alcuni lochi

uno passo e mezo, e non pi e non troppo largo


Re de Colocut molte volte detto
:

e perch stanno in guerra con el

Re vien

sopra detto rio

fin

a Chuchin

portughese

e se non

1'

sta defeso

per depredar

fosse stato

sempre

averia destruto el detto

piper che vien zoso

Colocut.

El suo

baar, el qual responde solo K. 3 de questi de qui

de spezierie se traze de qui

nave de Malacha
el

suo Re

Portoghesi
in

questo

qui

vien

si
,

salvo

in

over de altre scale de

caso
l

per

e zentil; et in questo loco etiam


e contrattano

regno
canella

vien
,

in questa

molte perle

garofoli

gente

Re de Chuchin; ma sempre

Re de

e datoli rota al

el

el soccorso della

terra.

che vegna

cubebe

si

alcuna

Colam
hanno recapito li
la costa. In

nasce piper

che nasceno

camfora

peso

n altra sorte

circa

macis

et

de

che de

RELAZIONE

28
molli

lochi vicii

altri

responde K. 3
lan

nasce

suriane

le

canelle

moneda sua

la

72

valeno

panni

molti

trovasi

Pur in
Zunnando
de gotton

sorte, quale vieneno da


e
le

li

chien

e gotton,

giacinti

Re

ferma, e

terra

e vi

sto porto

conzano
non

dove

tutti

bissi

etiam molti

vi

all'Indiana,

e qui

Etiam qui

tutti

che
rubini

ligano

li

sinabaG

un animale

d'

appresso de quelli
tagliano
li

nasce

K. 4

tulli

la

istinto di

che sono

verz

li

per

egli

testicoli

nasce

et in

questa
tutti

gazella

e sono

natura con

abench

sia

marina

el

li

quando

se

qual muschio

el

terra

in cogoli,

modo conzano

a suo

testi-

se va

denti

soi

vesiche de muschio.

le

molle

3 de Venezia. Que-

quali valeno ducati 1

li

qual terra

la

se trova molli

20 giornate

come

ch' simile

In Mar-

anello

meo

ogni

e tutte

aloe.

per

d'

e qui uno porto

lire

in
la

vien de terra ferma lonzi de qui circa


coli

suo Re e moro,

li

molte sede e muschio

vi

zentil

spizierie

el

elefanti

li

sanno aspianar a nostro modo

li

)enissirao.

nasce rixi, e

molte

rubini, e spinade, e zoie d'ogni sorte, in

chiama

Si-

appresso uno loco, che se chiama Acaplen, dove


lache: el suo peso se

e granate

si

se

longo uno poco, legno

nasceno

baar

si

al ducato.

suo

et el

Malacha. A Banzelo,

piper

in questo loco

e saGli

panni de gotton

se fa el forzo de'

sesse,

12

chiama fanemini
li quali
questo loco hanno avuto recapito

arzento

d'

suo peso

el

e fanemini

rubini

li

ducato.

al

Portughesi. In

delti

questa scala

un' isola

si

si

qual Silan

el

in

sua moneda

la

se

A Tenazar

suo baar, che

in terra ferma: el

suo Re zentil

nose, galanga

camfora da manzar, e de quella non se manza, e

molto muschio
che responde

el

de

et infinite

Alepo; e perle

vien pevere

sede

suo baar K. 3

canella

che sono

e verz di do' sorte

sorte

spezierie

un'isola, vien anche de


la

qual

che sia

e molti sandali

nell' India.

uose, piper longo

sottoposta a Malacha. Visto

d'India in questa

mente non

come

macis

de quelle vieneno

el sulil vai

molta terra oro et arzento. Questa veramente


tutte

garofoli

in

ducali 2 el baar,
,

la

(1).

...

etiam

prima scala

A Sanmalra
,

di

che

un poco de seda;

se portino le spezierie

terra. El piper portano a refuso, el qual vera-

patisce; solo, per

1'

acqua che

le

tocca da basso, pu-

(1) Qui nell'esemplare che serve alla nostra stampa seguono tre segni
che non siamo riusciti a comprendere.

LEONARDO

DI

zolente; l'altre sorte spezieric


nelle schibe,

qui

nave

le

come

MASSER

GA'

zenzeri, canella

vien de

garofoli

portano

e subito zonto de

in Alessandria;

li

29

niun non po' desmontar in terra, in pena della forca:


a far
vanno di
(1) de questo Serenissimo Re

e sopra queste

zerca a Capitani

la

scrivani

e marcadanli

casse

et

dapoi bollano quelle

Mina,

della

ogni nave ha

dove

el

e tutto

doana

cio la sua

fatta

quali

li

casa

descargato nella

nuovamente a

quest'effetto;

ord enatamente. Delle altre sorte de spezierie

se parteno cadauna nave le sue: le

traze d'India

se

carne e tutte sue

la

suo magazen. In detta doana sono magazeni 20,

sta el piper tutto

cosa che

vien

e marinari

vieneno con gran diligenza cercati fina sopra

questo Serenissimo Re

ss.

qual

et ogn' altra

spezierie,

de quelle se ha a pagar de drelo a

per g; e questo s'intende fino

anni

nelli

passati del

1503. Dapoi Sua Altezza fece una ordenazion a questo

modo: che

sia

armasseno

soldo

el

tornar

ranno

18

d'

nave

ogni

si

li

al

corpi delle nave,

vittuaria

et

ogni

e che de quanto

altra cosa

Re

un quarto
nave armate per conto

le

mandar

che quelli

altra

che se mette nel viaggio tra andar

che retornade dette

de spezie come

questo Serenissimo

gare sopra

nave del suo

le

marinari

delli

spesa accadesse per mesi


e

se voglia, che volesse

manda cum hac tamen condizione

marcadanti

cio

come etiam

marcadante

qual

viaggio d' India

e vintene
del

paghi

de

traze-

dretlo

e chi voranno Gar-

Re, pagheranno

el

dretto,

come se contien de sopra.


Le spezierie che de qui

in Lisbona se vendono, tutte queste


vendono senza garbelare, cus come vieneno dall'India, e sta
fatto la tara tre da 6 in 7 per g el K.: de questa responde a nostro

se

peso L. 168
stre

al

el

qual K. delle merze K. grosso, responde L. 132 no-

peso del qual se

pesa tutte altre cose

e sorte de merze.

Ordenazion del Re de Portogallo.


Del 1505

tutti

li

primo Zener

adi

ordenazion sopra

el

marcadanti

comprare spezierie

comprare e
di

in

questo Serenissimo

vend^e de queste

qual nazion
questa

terra

si
,

fusse

quelli si

che

Re

fece

una

che

venissero

per

spezierie

debbano presentare

(1) Nel MS. iu parola che si lascia in bianco scritta cosi


pmij. Forse
sar voce portoghese abbreviata , e vorr dire ministri o soldati di dogana.
:

RELAZIONE

30
alla casa

Mina

della

come sono

alcun delitto

termine

in

overo debito

di giorni

per comprar spezieric

venuti

siano seguri

saper

avendo

fatto

quelli

questa

terra

3,
et
in

far

che

tempo
non intendendose corsaro e che quello non
s' intenda de mesi 6
possi entrare in questo porto e tutti quelli che compreranno speel compradore non paghi dretto
zierie qui nella casa della Mina
alcuno , salvo quelli de chi sono le spezierie pagano 5 per cento
de dretto a questo Serenissimo Re e le dette spezierie possino
ninno

possa astrenzer

li

ne per

ne per criminal

civil

in

lenire quanto

piace

li

come per mare

terra

danti

della

nome del Re
vendeno per sua mano che sono de
non vendute per mano

sue spezierie se

vendute che saranno,

marca-

diversi

el

dette

ponno trazer n navegar detto

mercadanti non

e quelli

Mina

quelle

per

si

qual spezierie

le

Veridor della cassa

del

che per

fuore

trare

senza alcun altro dretto

mano

sono vendute per

qual Don Martino


spezierie se

e quelle navegare

sar date

Re

del detto fattor del

lor

mercadanti

la

sua parte

aspettante delle sue spezierie a soldo per lira.

Assai rasonevolmente se ha detratto in questa terra de Lisbona

de tutto se pono trazer de qui; cio primamente spezierie d'ogni


sorte mette cadauno sotto sopra K. 85 mila,

grandissima, seguendo questo viaggio


della

Mina da

che certo una

Ginea ogn' anno ducali

l'oro de

Meder

zone

Ginea malizete da K. 2000


inper

d.

ducati 10

qual salvatico

zuchari

200 mila ogn' anno. Item, traze dalla

(1)
,

traze

120 mila, che vien

ogni mese do' caravelle con ducati 10 mila. Item, traze


dall'isola de

summa

come mostra. Item,

quella spazase

per Fiandra

rezeno

K. Item, traze dalla Ginea piper K. 2000, e

el

pur quello se vende

in

Fiandra

reseno inper

tamen da poi questa navigazion d'India, l'


che non ghe intra pi in questo Regno.
Item, dalla Ginea se traze Negri da teste 2000 e pi. Item, traze

d.

ducati 10 el K.

sta

devedado de modo

grane nel paese da K. 120, bone in


vere. Item, nel paese

medesimo,

tutta

bont con

le

sue pol-

mieli ottimi da K. 15 mila. Item,

traze melazzi, quali sono dell'isola de Meder, da tenelle 1500

no,

li

quali se portano in Fiandra. Item, traze da

da K. 500,

ma non

cussi boni

come

all'

an-

Cao Verde gottoa

quelli de Levante. Item, traze

deir isola d'Instori guadi K. 10 mila. Item, traze qui nel paese molti

(1)

Cos nel MS.; forse doveva dire zane (corbe, ceste).

LEONARDO

DI

grandissima quantit, et ogli

Nali JD

pesce,

de

antonni

cio

MASSER

GA'

somma

in

31

bont. Item, trazc

per
tonine del Regno de Relgarbi
in
grandi
de
60
cuori
trazc del paese

ducati

12, 13 mila. Itera,

somma

bont, da pczi 40 mila. Item, cuori

d'

Irlanda e Ginea

Iraze

per valuta de ducati 10 mila. Item, traze de' Ginea denti d'avolio

summa

da K. 150. Item, traze del paese medesimo frutti una


cio fighi, et altro per Fiandra,

credibile,

in

et

altre

Li dretti veramente sono grandi in questa

come

Ultra in questa terra

sisa

che non

marcadanzia de
che sono 20 per cento de

e de insida

terra

tutto quello

5 per cento, salvo le gallo

da

veneziane, sono franche non pagano dritto alcuno. Nota

per esser devedado

porti del

alli

non se poi trazer n oro n

de qui

devedado per questo


anni in qua

Reame

ogni anno verzin da K. 20 mila,

tamen non lenze

Nova

della quale

qual verz mostra

quale

in quella perfezion

come

per molti lochi

et in Italia

qual

sta taiado
;

nostro da Levante:

fa el

e de qui in

qual valle ducati 2

Firnando dalla Rogna

appaltado per

verz

el

sia

se traze

molto pesoso e grave

de manco se ne spaza molto in Fiandra

niente
stilia

el

ci

si

porti de Portogallo. Item, da tre

dalli

da uno arbero molto grosso,

Reame

da

via

di Castiglia

arzento per Castilia, essendo

che fu discoperto Terra

che oro

questo Regno per

argento quello non se poi metter in

terra

so

qual sorte se voglia,

se possi sustentare la

pagano decima e

lutti

il

<*

da nave 40.

vini

<

in-

parte,

Ca-

| in

(1)

Cristian

il

K.,

novo, per anni 10 da questo Serenissimo Re, per ducati 4000 all'anno;
el

Rogna manda al viaggio ogn'anno in detta


et homeni a tutte sue spese
con questa
che questo Serenissimo Re deveda che non ne sia tratto

qual Firnando

Terra Nova
condizion

da qui avanti

dalla

sue nave

le

El qual verz, per quello

dell' India.

dotto qui a Lisbona, con tutte spese

qual terra

tutti

li

sta

de questo verz. Se

boschi

si

per ducati
fa

vede, fin coni el

K.

nella

da Lisbona a

l,

per ostro e garbin, da leghe 800.


Visto

la

carta del

per quella mostra

commercio

bene informato

si

la

carta

Fernando de Noronha.

discoprir
,

d'

India

e quanto

pe^ questi Portoghesi hanno

e discoperto fin ora

e sono per

per

che

lochi

e pratticato

discoperto assai

(1)

navigar de questo viaggio

tutti

come

pi

che

avanti

certo
et

e continuamente

hanno

essendo

io

da molte

RELAZIONE

32
persone

Portoghesi

di loro

e da diversi

altri

e ben considerato sopra

stati

in quelle parte

fatto

uno discorso per esser

tender ogni particolarit di quello po' succeder

per

dir

avendo

discorso

fatto tal

e senza

che da questo viaggio se ne po' trazer

de

nostra d'in-

quel

viaggio

quello

tratto

costrutto

vedo questo viaggio non

ma

dover esser per mancar da navegar,

tando e stabilindo

tale navigazion

proposito alla nazion

al

che sono

forestieri

continuamente

alcun dubio questo

frequen-

reveritissirao

Re

dominer quello, e massime sopra el mar, perch chiaramente


si vede quelli Indiani non poter difender tal navegazione
n re,

sister alli navigli

quella parte.

vedo

in

flache

alcuna de quelle ne portano,

al presente

el

modo che de

sue fortezze

le

quelle se ne possano prevalere per altra

etiam delle nave che hanno pi forte delle sue contrade:


nell'India,

sime per esser quelle edificale in


,

le

dove per loro Porto-

nelli lochi

ghesi hanno deliberato de assentarle

signori

sono debele e

lor Indiani

che se possano reparar da quelle de questo Serenissimo Re;

ne vedo
parte,

bench

questo Serenissimo Re de

et artigliarla di

Le sue nave de

senza artellaria

ma non

et edificarle

isola

scranno

fortis-

dove a mi pare scranno

quale non possono esser molestade da quelli de

terra

ferma. Per dico, loro Portoghesi sopra quelli mari esser poderosi,
e

dominar

fortezze

fabricate nella terra

che

segare per forte

fussino

seno, per molte rason

bona amicizia,
fattori

alcuno contrasto. Certa cosa se

quelli senza

fusseno

aver a grato

et

e per

tamen

mercadanzia

et altro

costa d' India

che

li

grande

presente

al

le

artellaria

che aves-

mostrano loro Indiani

che de continuo stanno de

dette

quelle non seriano

trattar loro nelle sue terre

el

de questo Serenissimo Re

ferma

con
l

li

de

vien ben per tutte le scale de quella

salvo che in Colucut per aver guerra mortalissima

con questo Serenissimo Re.

Quanto

over quattr' anni

non vedo rason

poterle metter a coverta

possino fare tale effetto

pare
e

manda Sua

nave che

alle

Altezza de

per restar tre

n intendo che abbia loco da

n porto alcuno, che loro pacificamente


perch a mi
dico nella costa d' India
;

necessario in questo tempo debbi dar concia alle sue nave,

massime

in quelli

ogn' altra parte


pericolo, e

mari de

che abbissano

che vedo queste

non esser l'opinion de

tal

le

nave pi che in

nave scorrine

manifesto

ma

ben parrai

Sua Altezza bona;

che sempre anderanno queste nave

al

suo viaggio

e torneranno

LEONARDO

DI

come

el

consueto suole. Circa

de voler divider
bocca

la

del

possi far

armada

tali' effetto

spesa, e divider

perch

1'

armada

nave de' Mori

le

a'

male informata

tamen

presente

da Cugna part ultimamente

gname

per assentarla in

qual

alla

cipal

bocca del

defeso

e la Soria

ficile,

perch

indico aver

contrasto

che iudico non potr esequi r

viaggio sia andato molto avanti


dia

tamen non

niente, a

e che se poi discoprir

del signor Trestan


le-

speziarle

le

indizio

sera

bench

dif-

fortezza,

neli' edificar delta


;

la

posto prin-

il

serrate

mio

al

tali' effetto
,

che per

una fortezza de
chiama Guriloras

si

si

totalmente

qual cosa

la

passi che

li

e Sua Altezza

dove lor dice esser

saranno

Mecha

che

isola

Mar Rosso

la

armada

nell'

ha levato con

una

quello,

dove sono

cosa impossibile,

la

al

infinita

con una grandissima

spesa seria insopportabile,

la

modo

el

el tenisse

necessario

Commuo

da

n vedo

impossibile,

in molti lochi,

quanto aspetta a questo,

per

opinion de questo Serenissimo Re


Mori per via della Mecha e per

el seria

banda de

33

l'

Mar Rosso, mi pare

in quella

passano

navegar

el

MASSER

CA'

ora questo

fin

et ha discoperto assai de quell'In-

comparazione de quello che ignoto,


grandissima

che certo cosa

de

molte

terre marcadantesche, ricchissime d'ogni sorte speziarle.

Visto el inteso

certamente

Portoghesi

sono pratticate

certa cosa

alli

nelle terre dove

che hanno

queir India

che

quantit e

che per loro

in quelle

che avemo una vera intelligenzia

del piper che nasce in

chin

le speziarie della

tulle

qualit nelli lochi dove che nasceno

la

commercio
pi

summa

una montagna de GhuGhuchin infino

sotto

a basso in tutta quella comarchia che da

termini di Gannanor, che e in circuito de leghe 15 vel circa,

cio

mia

4-5

del qual loco

10 mila de piper

sempre se trarranno ogni anno da baar

che sono K. 30 in 35 mila

certezza e senza dubio alcuno.

mento

El

e questo se traze con

qual piper se puoi far fonda-

esser tutto in poder de questo Serenissimo Re, mediante le

fortezze sue, e l'amicizia

Re

con quel

di

Ghuchin, e

la fortezza

de Gananor che tien guardado quello loco: e sempre se potr de-

devedar che ninno vegni

fender

rason

che tutto quel piper sera

in

cargar

Altre sorte speziarie poche nasceno in quella scala

Portoghesi sono pratticate


zeri in
di

Gananor,

Coliuchut

li

et

Ap. Voi.

fin

che credo

tal

poder de questo Serenissimo Re.

al presente

salvo

dove per loro

un poco de zen-

quali non sono in quella perfezion che sono quelli

un poco
II.

di cauella

le

qual speziarie scranno al

RELAZIONE

34
pi che se possi trazer

bont

di quelle

una sorte e V altra

tra

veramente non

canelle che vengono da Malacha.

Le

per loro Portoghesi sono levate de

che

in quelle scale

vedo

che sono

bench

al

quale sono sta navegade

le

hanno commercio

che chiaramente

si

ha mandado nave 4 a

presente Sua Altezza

Malacha

drettura per

nella qual terra certa cosa che abbiano

notizia, quella esser ricchissima de ogni sorte speziane e gran


tit

qual scala per Mori navigata

la

le

che pur

altre sorte speziarle

intondo le cose de questo viaggio quelle che sono certe et

et

incerte

loro

da baar 500. La

in quella perfezione

de speziane

che vieneno de

e levato la

in Alessandria.

quan-

mazor summa

La qual

scala di

sopra Chuchin leghe 800, e mollo pericoloso camin da

navegar

non essendo ancor quella per questi Portoghesi navegata, ne avuto


tratto

alcuno: per non dichiarisso pi avanti.

Non

obstante questo viaggio esser molto pericoloso e se patisca

grandemente de viltuaria

et altri

sinistri

si

come

s'

intende

per molli sia stato referido; tamcn considerando tanta V utilit et


ii

gran guadagno che de quello se traze

che posilo che

per-

si

non se resteria per questo de seguir


quel viaggio perch vegnando a salvamento la minor parte d'una
trota, se recupera el danno perduto, e si resta con gran guadagno: s che concludendo dico, non ostante il manifesto pericolo
della persona e delle facull che score
sempre sar frequentado
desse la mit d'una frota

da navegar

tal

navegazion. Vedo etiam, che sempre volendo questo

Serenissimo Re dar licenzia a navigar in questo


vassalli

cavedal

overo

de uno ducato

viaggio

suoi

sempre senza scorrer pericolo de suo


largamente aver 25 per cento de tutto

altri stranieri

quello se trar d'India; che certo parmi questo

partido seria pi

a questo proposito, senza scorrer tanto pericolo de suo cavedal


lassar far la marcadanzia
tare

(la

stato
tal

a'

marcadanti che

qual cosa seria laudabile)

ma

vedo al presente Sua

la

sanno fare e

trat-

e attender a conservar el suo

Altezza esser aliena

fuora

di

opinione: sono de continuo sta sopra l'opinion sua de divedar

neir India le speziarle a Mori


tar tutto questo tratto in

suo

et

il

podere

navegar loro
;

della qual

de susten-

cosa non

rason, per la gran potenzia che fosse la sua, possi operar


fetto

che

Vero

il

vedo
tall'ef-

suo volere.

che

ha dissegnato benissimo de tegnir questo

lui

tutto in suo podere

possendo devedar

le

spezierie per

la

tratto

Soria

DI

la sua opinione;

e quesla

leberar

LEONARDO

le

ma

CA'

MASSER

35

vedendo non poter devedar quelle,

speziarie cadauno in sua libert, perch se vede non puoi

far altramente.

Dove nasce
cio da

Re

piper tutto quanto in una comarchia

el

Gudin Gn a Cananor;

infra terra alia

montagna

qual Re zenlil;

el

qual piper

el
,

leghe 15,

poder d'uno

in

si

qual Re se chiama Matachamal,

el

montagna

e tutto el piper nasce sotto la

in

quello loco del detto Re. Vero , che se ha notizia d'un altro loco

che pur produse piper, che se chiama Batachala, che a marina;


dal qual loco se traranno
terra

si

del

ogn'anno

pi baar 1000 piper; la qual

al

Re de Narsin, abitada da Mori marcadanti.

Hassc notizia delli maggiori Re che hanno nell'India, che


Re de Narsin, indiano zentil confina in Estremadura con el regno
de Comj el qual Re si Moro. El qual Re de Narsin tien grando
regno, far(l) ad ogni suo comando 10 mila elefanti, 30 mila cavalli, e infinito numero di gente. Da fatti, el regno suo s'estende

el

in longitudine

quali

per

doi regni

la costa

stanno

di

leghe 600, et infra terra leghe 300

guerra con

continuo in

li

Re de

el ditto

Comj, ch'ancora lui grandissimo Re, et Moro, e molto possente; el qual Re de Comj confina con Cobova, e con la Persia;
e

Combagra confina con Adem

in quello loco se

desimbarcano

che una

citt

navegazione

le

grandissima

d' India

dove

per la Mecha

e la Soria.

El zonzer mio de
alli

in

Portugallo nella

3 Ottubrio del 1504, venuto ad istanza

citt
dell'

di

gnorie Vostre per veder et intender el successo di


d'

India novamente da Portoghesi trovato e navegato

et iniraicissimi della nazion nostra

condizioni sue sono tanto pessime

cono

in quella citt, salvo

fu

questo viaggio
:

ma

li

maligni

sua malignit cercano de

la

male

e farmi patire qualche

disturbarmi
le

con

Lisbona,

Eccellentissime Si-

perch universalmente

che non voriano vedere

al-

che loro; per modo che inform quel

Serenissimo Re, dicendo che era venuto per danno de quello Serenissimo Re, e molte altre opposizione,
a dire particolarmente; adeo che

me

quali non m'estender

le

migero

in

grande suspetto. El

giorno seguente da poi che gionsi de

che

mandalo a chiamar da Sua Al-

il

giorno di S. Francesco,

tezza nel palazzo, che in

(1) Cosi

il

MS.;

forse

fui

in Lisbona,

cima de questa

citt;

doveva dire sar o hard.

che fu a

4 detto,

dove Sua Altezza

RELAZIONE

36
una

steva sola in capo d'

una tavola picola

sala scrivendo sopra

me

Altezza; el quale

che nazion era,

disse de

che comandava Sua

et io gionlo li, fatto la debita revercnzia, disse,

d'onde veniva,

che fare era in quella citt venuto. Non m'estender nella ririsposi quanto accadeva al bisogno. Da poi parlato lungasposta
et a

mente con Sua Altezza disse a uno suo che era poco distante da
ci quale , come seria
noi, el quale se chiama Piero da Lisbona
,

a dire,

Capo de Consiglio de X;

preggione orribile,

in

mondo. Et

in

senza che

persona del

mi

Altezza per

parlome

quattro volte; e vedendo ultimamente, che io steva

tre

costante su

li

primi parlari, mi

e
el

diligentemente inquerire et intendere

fui, volsi

quelli

saldo

pose in libert, e dissemi eh'

mio beneplacito. Et

stare in quella terra fosse a

che mi fecero tale opposizione; et

di

fede,

de

li

me

quali

fu significato a

Fiorentino

citt

de Lisbona

che

el

mandava due nave carghe

continuamente

Lisbona, per esser quella

come de

quale fa grandis-

el

veniva uno ad istanzia

nel suo

Soldano per devedare a Sua Altezza

de grandezza

da pi persone degne

intesi

Gran Soldano, per veder

della Signoria de Venezia, e del

Abtta

fussino stati

inanzi el mio zonzer


Sua Altezza da Venezia da uno Bonetto Tondo

quelle cose de quel viaggio d'India

gnoria de Venezia

che

liberato

io

quali

un mese

dissero che gi

nevodo de Bortolamio Fiorentino

sime facende nella

me menasse

'1

potessi parlare a

io

mand Sua

questo tempo

che

e le disse,

d'arlellarie

navegar

il

et intender

regno, e che

prima

di

citt

di

quel regno, e da equiparare,

e de marcadanzia,

sito

Gran

loro.

quel Serenissimo Re in quella


la

Si-

la

al

e de

abitazione

d'universal generazione de marcadanti abitata. S che parmi solum

quella citt sia per tutto

il

regno

resto di quel

nella

qual ha

il

suo palazzo in cima della terra nuovamente fabricato: ancora quello

non compiuto; non molto

di

gran spesa, anzi una fabrica molto

bassa, e con poco dessegno,

povera;

assai

rasonevolmenle

(l)

abitazione per sua corte a supplimento.

Uno Corezador
Ke, che

il

primo

di

continuo sta in

offizio in quella,

dese e corezador di quella citt,


offizii

hanno

Relazion

(t)

la

et

in

de criminal

in detta citt, delli quali

uno

se

qual de continuo sta nella detta

Poco chiaro

uno Vice

la detta citt, cio

forse ha da dir rasonevole.

vita;

el

quale zu-

come de
chiama
citt

la

civiL

Due

Casa della

.et in

quella

si

DI

LEONARDO

trattano tutte le cose,

de

come de criminal

ci vii

regno: nella qual casa entra

persona del Re con

la

sopradetto doi volte alia settimana, et


dottori e litteradi. Visto et iudicaio

Agrani, cio 6 zudesi, con

alli

6 aldidori

quali sono

li

segue

la

se

el

questo

Governador

20 zudesi, lutti per


hanno appellazion

cause, ghe

persona del Re, come saria a dire

l'opinion del Re, gli altri

e cus fenisseno

La seconda Casa

altri

di lutto

numero 20

senlenzie, overo tagliare. El bisogna che

tamen vedendo

seno a quella

la

le

37

pi vecchi, e dottori de questo

li

della della casa a laudare le

siano 4 vose;

MASSER

GA'

chiama

la

le

se aderis-

sentenzie senz' altra appellazione.

Supplicazione, la quale de continuo

Corte; dove eliam in quella se trattano le cose civil e cri-

minal, intendendose

le

cause larghe, leghe 5, cio miglia 15; nella


Re doi volte la settimana con el

qual casa intra la persona del

Corezador, che questo


desi

lilterati

il

secondo

e dottori de leze,

offizio di

quali sono deputadi a

dienzia; lutti sono in vita: le qual sentenze


alli delti

6 Agrani, con

la

quella citt, con 15 zu-

hanno

le

questa au-

appelazion sue

persona del Re, senza alcun'altra appella-

zion
ut supra. Uno Corezador, che alde tutte le cause, s de civil
come de criminal della detta citt, de ogni summa de denari; tamen
solum moreno (1) le sue sentenze da ducati 5 in zoso, senz'alcun' altra appellazione; de li in suso hanno appellazione alla Relazion. De
criminal, hanno larga libert de justizia: puoUeno far morire un uo,

mo per sua sentenzia senza alcun altro impedimento, salvo per la


Maest del Re assolutamente.
Sono
delle

tre

Veadori della Intrada, come saria a dire tre Governadori

intrade nostre, el qual offizio mollo onoratissimo, el quale

dato

alli pi preziali da Sua Altezza, che sono al presente: primo


Baron Don Diego Lopes el secondo Don Martino el terzo Don
Fedro de Castro: per questi tal Veadori sono governale le intrade

el

de Sua Altezza

eliam questi
della

Mina

tali

e de tutte le sue spese

tieneno el cargo de

delle speziarle; e per loro

che se fanno per

l'

li

recever

sono

quali fanno el tutto


li

fatte le

India. Questi 3 Veadori sono

cio genliluomcni di quel regno, e poleno olio

danari della

casa

spese dell' armade


li

primi Fidagli

con Sua Altezza.

(1) Questo moreno molto oscuro


n s) sa se vuol dir moriunlur o
moranlur pu facllmeote II secondo dimorano ossia rimangono in essere,
,

cio sono valide.

RELAZIONE

38

Uno Armirante cio un Capitanio general da mar, el qual


Don Vasco da Gamba quello che discoperse l'India questo offi,

molto onoratissimo

z io

Re a

Don Vasco,

detto

molto

el

grato

qual

senza alcuna ragione

ha

perch

nell'

che sono slate poco grate a Sua Altezza


che ha illuminato questo viaggio
questo Serenissimo Re

pu mandar

fusse

lui

altro

de

el

(1)

oiBzio suo

suoi

li

bassa condizione

mazor

littera

altri secretarii,

loro

pu spen-

quali el

li

pare,

lui

tamen

Sua Altezza, che

di

quale assai discretto

il

non abbia

dell'

che

pagare

senza
,

quando non

al presente fatto

quello regno.

Secretario

Carniero

una intrada

cio gentiluomo, e vive onoratamente, et reputado da

molti Grandi di

Uno

al presente

che quest' una grandissima intrada

dretto alcuno

quello;

discoperto

e donnli un castello,

ha

viaggio d' India ducati 200

al

qual sorte de spezierie

in

Fidalgo

Armirante

el fece

sta quello

etiam ha questo privileggio da Sua Altezza, che

de ducati 4000;

derli

India, e

d'

ha d'intrada da ducati 1500

dal quale

India nel suo viaggio,

tamen essendo

non

lui

homo destemperado

lui

molle cose

fatto

bench

Armirante;

e fattolo

Sua Altezza

ha dato questo Serenissimo

offizio

el

li

alcuna

1'

ha

homo

chiama Antonio

se

e prattico

bon naturai

bench

prattichissimo

qual molto estimato da Sua Altezza

ha molti

quali non tengono cargo delle cose segrete

hanno

deputadi; non s'adopera altro secretario nelle

offizii

cose d'inportanzia e scerete, salvo el detto Antonio Carniero.

Uno Scrivan de Puritade


simo, che
reali

tien

delio de questo Serenissimo

bona condizione

negozii con lui,

dico

di

Re

e molle volte

qual

Carneiro.

dispacciamenti

et altri
di

i'

non

Marchese

fra-

mano,

sua

fu figlio del

homo molto

discretto

boni

homo

che certo

che abbia in
di

de

Sua Altezza conferisce e consulta

quella

Sua Altezza

d'

che

si

ottima condi-

Corte.
,

che

offizio

onora-

Revisidor de' Conti de tutte quelle per-

sone che scodono et amministrano

(1)

molto onoratis-

offizio

per esser homo d'ottimo consiglio:

Un Contador maggiore
tissimo
come seria a dir
,

el

molto preziato da Sua Altezza


zione

un

non essendo affirmadi e segnadi

passano davanti Sua Altezza

li

che

cargo d'assignar privileggi,

l'

intrada di Sua Altezza

tulli

LEONARDO

DI

sono obbligati darli conto

quelli

2000

vai ducati

Hae

regno.

anno,

all'

molti

altri

decima del

cio

qual

el

delli onoratissimi ofBzii

questa

in

offizii

deputadi, cio uu

citt

letterado e dottore

offizio

questo

di

il

qual

offizio

qual tieu cargo delle cose dependenle dalla doana,

ol

vita,

39

Gontador;

al detto

el

ludice de' mercadanli stranieri

e in

MASSER

CA'

Re de

dritto del

merce

tutte

mettono dentro

se

qual ha libert de poder esaminar e sentenziar senz' alcuna ap-

il

summa

pellazion per

Sisa

fizio della

pendente della

de Reali.

che sono

Sisa,

che intrano dentro

in zoso. Item

uno dottor

cio

di

questa

el

uno Giudice

Re de

del

dretto

il

citt

dell' of-

qual Giudice delle cose de-

merce,

tutte

ha libert de sentenziar ut

supra.

Uno Fallor mazor de Sua Altezza


Mina,

della

de mala e

pessima condizione;
casa

attendesse a quella
zierie

de

lico

men
il

qual
se

cargo

tal

cio

frutto

tien

cargo

vendono

doana

Sua Altezza,

del

Re

li

la

detta casa

Veadori soprascritti. Questo

vanno per
overo per

sue mani quelli che

le
la

offizio

mina

Sono molti

mercanzia;

la

ta-

sue

e per

chiave di quella, e

che vieneno d'India, e per lui

Veadori delle facende

tre

alli

etiara lui riceve tutti

che se comprano in

de spe-

ha dato quell'offizio,

li

e tien le

pagamenti redrezati

anlescritte;

summa

casa della Mina

quella

tutta

di

tutte le spezierie

homo
homo che

non homo prat-

de Sua Altezza:

per lui sono riccpute le spezierie

sono dispazati

venderla pi

della casa

quale

el

essendo ogn' altro

poco intende quello importa

esser preziato da

per

mani

seria de pi

che tien cargo

qual se chiama Stefano Vaza (1),

el

denari delle spezierie

li

poi

lui

consegna quelli aUi

molto

certo

hanno

il

onorato

tratto

per

tutti

India

1'

dall'oro.

offizii

onoratissimi in la

casa

di

Sua Altezza

cio

primo Camerier mazor che al presente Don Martino


il
quale molto suo giurato, e puole molto con Sua Altezza; il
quale fu figliolo d' un Arcivescovo. Questo Serenissimo Re li ha
latto molla mercede, e datoli molta intrada
e principalmente li
el

ha dato, che niuno Cristian nuovo (che


quelli

non ponno uscire fuori

che per questa


stiani

(1)

via

s'

intende

di
1'

%i

po' dire tutti

ha guadagnato un

nuovi che sono usciti da questo regno

Vai.

li

ludei)

questo regno senza una licenzia;

el

tesoro

da' Cri-

ogni giorno usci-

RELAZIONE

40

s che per questa via ha


auguper guadagnar mollo pi per questi
restano, che sono li pi ricchi.

seno per paura

dell'

menlato

danari

infiniti

Cristiani novi che

Ha Sua

Inquisizion

et

Altezza molli altri camerieri, zoveni Fidalgi, cio gen-

d'anni 14

d'et

tiluomini,

20

fin

quando disna

overo cena

non sono reputati

quali

li

chiamansi mozi de camera, quali stanno

Sua Altezza

continuo alla

di
;

tavola

sono da otto in dieci a

medesima dove desina Sua


Altezza, stano etiam tutti li suoi Grandi, Ano che habbi compiuto
e dapoi lo accompagnano alla sua camera
di disnar
nlrano tutti
servirlo

alla tavola

nella sala

al disnar
le

cena

overo a

cose sue

imo molto

Mastro de casa,

el

di

Sua Altezza, che


qual tien cargo

Sua Altezza

non sono molto grave n

familiari e domestiche con

onoratissimo.

offizio

offizio

l'

quando

suo

casa de Sua Altezza

l'ultimo

uno Copier mazor, che


il

qual

offizio

casa

in

camera

al

offizio.

sopra

Mazordomo

Ha

cose
di

Ha uno
Ha etiam

cargo de dar da bever a Sua Altezza;

non adoperato per

onoratissimo.

le

cena

Questo Veador

della casa.

che se chiama Zorzi da Milo.


tien

di

etiam

et

che sta fino che Sua Altezza vadj a dormir.

Camerier zovene

altro

Portier mazor,

sta di continuo al disnar et alla

comanda

ritirala

qual tien cargo de veder

el

pertinenti al mangiare
,

Ha uno

tamen non exercilato per


Uno Veador mazor de

alla porta principal della audienzia;

Ha uno

alla porta della

si

medesima

la

lui, salvo misso un'altro che fa

Sua Altezza

cerimonios(^

lutti.

qual tien cargo delle cose necessarie alla casa

el

lui

molti altri

salvo

per uno

altro

in la casa di

offizii

che

A. non

S.

reputadi.

Doi Duchi sono al presente in questo

regno; cio,

il

primo

Duca si il Duca di Braganza che nipote di questo Serenissimo


Re el qual tien molte fortezze e castelli da numero 30 in suso.
La intrada sua veramente vassalli 30 mila per quello s' intende
,

ducati 16 mila; d'et d'anni 26 in 27, el qual maridado in la

Duca

fiola del

uno

vive

di

Medina Sedonia de

in Gastiglia

Don

Dionisio

Casliglia
,

el

qual

Roma

legilimo

maridado

in

a questo regno

da

fratelli

El secondo Duca se chiama Don Zorzi Duca de Ciubra


naturale del Re Don Zuanne el qual pretendeva succeder

Casliglia.

fu fiolo

sono doi

aspettava le sue
Re
morir del Re Don Zuanne suo padre per

e sperava de

avanti el

ma, come credo, che

esser

sia noto

quanto

sia sta

bolle
farlo

persegui-

LEONARDO

DI

Re Don Zuanne

lado suo padre,

regno,

di questo
si

quale

el

d'

complessione, e mal sano;


tando

41

per farlo morir, da

tulli

per rest questo Duca con

et d' anni 23 vel circa

ha

debole

et di

17 mila

inlrada ducati

d'

due Magistradi che ha, uno de San lacomo,


et una citt

li

Grandi

li

pi sui prcziali, dalli quali ultimamente non

pot difender, fu tossicato a termine

poco favore

MASSER

GA'

Calalrava; ha molli castelli e fortezze,

compu-

e l'altro de
sotto

suo

il

Ducalo.

Uno Marchese, che

chiama

se

Real

Ville

el

per esser leggiero

pi tosto

altramente;

di cervello, e

qual ha

el

Uno

tamen

Marchese soradito
sono

contadi

Dieci

Madalva

e da

Iole

Tentagel

fiolo del

arme

primo contado
ha

d'

inlrada

signore Alvaro

El Conte d'Aleutin

el

con

rasonevol

si

suo

il

inlrada

titolo

ha

d'

Conte

Conte

El

ducati 5000.

ha d'intrada ducati 3000

Colo del Marchese

(1).

questo regno

in

sempre

Contestabile, cio Capitano general delle genti d'

offizio nel

corte

in

sopra la persona.

viilenlissimi cavallieri. Il
di

qual zerman

accusato per pazo che

inlrada ducati 10 mila:

d'

debitor in capo dell'anno

qual

el

quale poco reputado

cusin de questo Serenissimo Re,

inlrada ducali 2500.

El Conte de Cimmagucrra ha d'intrata ducali 1500.

El Conte

Farro ha d'intrada ducati 2000. El Conte de Brannes

Prior del Crato, ha


ci

d'intrada ducati 2100.

ducati 4000. El

Conte de

Conte de Ponela ha
d'intrada ducati

d'

et

Borba,

de

ha fatto

de

Sua Altezza, ha d'intrada

ha d'intrada ducati 3200.

El

Fera

ha

inlrada ducati 1500. El Conte de

2000.

Due Archiepiscopadi
el

Tirocha

de

fratello del

El Conte

qual sta un valentissimo cavallier neirAfrica

bellissime prove, e rfiollo esislimalo da

de

in 3500.

il

primo

Archiepiscopo

Lisbona

de

qual ha d'intrada ducati 10 mila; e secondo archiepiscopo de

Braza

el

qual archiepiscopado hav a

sciadore a Sua

Re

nissimo

qual ha

el

Roma

d'

Sette vescovadi

pur

ux

,!u.

esato di questo

il

in

Sofeiido

II.

imba-

lui

questo Sere-

e puoi

el

qual

molto.

questo regno, % tre vescovadi nell'Africa.

vescovo de Bura, ha d'intrada ducati 12 mi-

ma

nessun dizionario geografico ha un mar-

nome. La correzione posta non

Ap. Voi.

essendo

inlrada ducati 9000, vel circa

nrchiepiscopo molto preziato da Sua Altezza

El primo vescovado

mand

Beatitudine della obbedjenzia

ci

sembra da
fi

rigettare.

RELAZIONE

42
la

secondo episcopado de Lisbona, ducati 10 mila; episcopato


vescovado de Braga, ducati 4000; vesco-

ei

de Coimbra, ducati 6000

vado della Mego

Guarda

5000; vescovado de Sylves, 4500; vescovado de

5000. NeirAfrica citlade Ire: Tanger

qual terre non ha profltto n intrada alcuna

Gela

et Argilla, delle

ma

spesa continua

per guardarle da Mori, con 400 cavallieri con

Sua Altezza

quali vanno a servir

staranno de

veramente

mese

al

dinari, ducati

hanno

Mori

Uno

in fra

suo cavallo

il

questo quanto

speranza

per

quando fanno

e de

stipendio

che

de' buttini

de

correrie dentro

le

terra.

Don

N., Prior del Grato, el qual

regno

in questo

cavalier

et valentissimo della

qual and molto tempo in corso in Rodi

el

Li

dal Ke.

che stanno pur de

archieri 6 formento per

si

merc

biava per

loro stanno

Prior, che se chiama

sua persona

onor

suo

di

bocca

sua

la

de' cavalli

onorato

molto

per

tamen

detti;

li

12

et archieri

fanno da Mori
loro

conseguir qualche

che non sono Gentiluomini

terre dell'Africa, el soldo

nelle

testa

li

amore;

et

anni do', over tre, e dapoi tornano alla corte di Sua

Altezza, sperando
altri

de loro, gratis

el forzo

suo capitanio

il

modo che

per

e per

intende veramente ha

de

tutto quello levante

grandissima presa

d'Infedeli, cio Mori e Turchi. El qual certo

era molto

qui

estimalo dal

dove ha qui

Gran Mastro de Kodi; da

suo stato

el

s'

et

alcuni

ftitto

venuto de

poi

fortissimi qui

castelli

neir Extremadure de Gastiglia, e primato suo.

Due sono

li

guono

persone

che
,

in

questa citt

Sua Altezza, con

li

due

capi
a

quanto per

sopra

quelli,

prendono

Alchaldi

detti

de' quali

suo comando

La natura

che sono in guardia

Gamerier mazor

il

li

li

Sua Altezza
quali cavalli

coman-

all'

Capitanio

el

sono

ad ogni

presti leghe 5 larghe dalla Corte.

questo Serenissimo Re parmi molto

di

complession sua

si

sospettoso in tutte

(1)

di

de

capi

li

messo. Sono salariati da questo Serenissimo Re ducati 200


no, cio 200

li

simili se-

altri

sui dui alguzini. Questi due

li

e portano tanto

e l'altro de civil,

come a dir do'


aguzini
e comandano

tienneno cargo

Guardia,
le

stanno

la corte di

Alchaldi

uno de criminal

Alchaldi(l),

quali de continuo

flaca

debile

sue cose;

le

Voce portoghese

che

non

de poco

si

risolve

significa Prefetti de!

allegra

spirito.

per

s,

se

Buon Governo.

la

molto

non

in

LEONARDO

DI

luUo vuole consiglio e consulta con


rella

quale prudente

la

MASSER

GA'

e con

43

Regina D. Elionora sua so-

la

suoi Grandi

li

vien

e questo

perch non se confida nel discorso et indico suo. Mostra esser avaro

cupido di denaro

maxime

da poco tempo

che tratta delle cose de marcadanzia

Dove

vede alcun profitto, in tutto

el

(teveda ad altri

non ha respetto

salvo el ben particulare suo

e questo

parmi d'ottima condizion

s, lui

Simo e divotissimo

ha

vien per

cio monasteri de religiosi


nel qual ha speso infiniti

somma

e de

e tira per

si,

maligni eh'

li

bont.

de bellissime

fatto far

poi

ben publico del suo populo,

al

per acquistare benevolenzia con Sua Altezza

conseiano

da

frutti di quella.

li

vuol intrar

el

qua

in

ha gustato

bench

el

in

Gattolichis

opere

e notabile

che se chiama Santa Maria de Betlera

danari

non compiuto

ancora

et

spenderassi da suo compire da ducati 150 mila in suso; e molli altri

monasteri

muda

volte si

Non molto

homo

maxime

Se deletta d'andar per mare per questi


suo bregantino

qualch'

Ha uno

in 37.

Don Zuanne
squaligo

el

uno

d' et

trada

Re V ha

la

d'

li

con poca

el

qual

in 4

et d'anni 3G

qual

fatto

sotto

1'

che una poca cosa

molte merc

ma

fu zu-

Duca de Goim-

altro.

per quello se vede e

el

chiama

si

messer Piero Pa-

et el

et

Re

s'

intende

bench

s'

du-

intende da

basse privato de molta in-

Dofl

che erano fora usciti

Zuanne: non solamente

eziandio le sue intrade da

quel

qua, ch'erano scorse; per modo che Sua Altezza

rest

suoi stati

li

intrada

come

qui de sotto particolarmente dichiarato.

Finalmente, traze della'mina dell'oro della Ginea,


ogn' anno

d'

el

Grandi de questo regno; ha due

quale ha dato a molti suoi Grandi

ha restituido
in

anni 3

uno

de questo regno, descazati per

tempo

primati

d'

delli

et

veramente

350 mila vel circa

poi fatto

uno

vedendo

mostra aver gran spasso andar per

Duca de Braganza

regno

el

infante

L' intrada sua


cati

e molte volte va in

passando tempo

quale era a quel tempo orator a Sua Altezza

uno

infanti el

che co-

in quelle cose

fu battezato per la Magnificenza de

per tutto

delli suoi

Principe

rato per principe per el

bre

rii

per Sua Altezza

fatto

queste sue nave e monasteri

mar con

sue cose, e molte

suo proposito, non considerato altro contrario.

in

sia

li

stabile nelle

de proposito; e questo, perch ascolta cadauno, e

facilmente crede ad ogni

gnosce che

laudabile a Dio et alle

opere in questo suo regno,

et

persone del mondo.

1'

uno per

l'altro

ducati 120 mila, che sono in tanl'oro,che ogni cara-

RELAZIONE

44

pure della Ginea per

velie vico in questa cill (1). Itera, traze

l'ap-

palto delli Negri, eh' intrano in questa citt da teste 2000, all'anno

pur de

ducali 5000. Itera, traze

Ginea malegete, per l'appalto

ditta

de quelle che se trazeno ogn'anno K. 2000 vel circa, ducati 6000.


Itera

qua da Terranuova per T appallo

traze da 4 anni in

qual se traze ogn' anno K. 10 mila

el

vel

circa

di verz,

appaltado per

ducati 5000. Itera, traze dell'isola delli Pastelli, cio l'Isola delli
Astori

e di quella

ducati 10 mila
della

cati

Meder per

se traze ogn'

50

el

suo quarto e decima per

zuccari, che de quella

li

anno rove 200 mila, poco pi o meno;

60 mila per

in

traze guadi, per essere appaltadi per anni 4,

si

raetto all'anno ducali 2500. Itera, traze dell'Isola

decima che

el |

li

li

quali metto du-

viene a Sua Altezza. Itera

traze del regno d'Algarbi tonine, sotto sora, all'anno ducali 13 ralla,
vel circa. Itera, se traze

de questa

circa. Itera, se traze del

magistrato de lesu Ghristo col

de ducati 40

vel circa

raila

scritta intrada.

de Lisbona ducali 1000,

cill

ducado ch'ei

Non metto

di

(2)

questo regno

che a suppliraento

et

alla

di quella

sopra-

perch, seguendo

dell'India,

el tratto

vel

uno
surama

de Viseo,

tien in s

quello s come raostra


saria una grand' intrada che per quello si
ha discorso, trazeriano ogn'anno ducati 35 o 40 mila; che volendo dar
libert navegar a quello viaggio n. 50 per cento
tocheria la mila
,

20

delle spezierie raetto sotto sopra a ducati

baar, ghe tocheria

el

per suo conto ducati 400 mila


li

netti de spese: tamen fln al presente


Sua Altezza una grandissiraa spesa peroch se poi dir

stala a

essere stata pi la spesa et el


sto Serenissirao

Re

povero

danno

non

si

che

l'

avere de

trova

ducato, perch in effetto sta di continuo su

mada per

l'

India

che

Io tien suto

de reuscir delle spese sue, perch

utile conseguido.

la

spesa con quest'ar-

e non ha el raodo
non sua prallica e

de danari

in effetto

armada tutta corre per li contadi. Certa cosa


per un picciolo Re e de quella poca intrada che ha certo
la

spesa

Que-

contadi uno

dell'

,
fa

che
gran

mercede e gran preraio. A tutti i suoi Fidalgi


quelli li quaji
seguono la sua corte con tulli li Grandi si d la sua mesaria
eh' una certa intrada de sua spesa, per suo vivere secondo le
,

(1)

qui

(2)

3.

Cosi r esemplare nostro

manchino alcune
X.**

ma

il

difetto

di

senso

ci

fa

supporre che

parole.

Nel manoscritto
4.

una

sigla

che

non

si

comprende se

voglia dire

LEONARDO

DI

MASSER

GA'

loro condizioni; la qual mesaria di ducati

anno

quali sono destribuidi ogn'

Re

e maridar le

secondo

soi

tal

vel circa,

sua inlrada

Fidalgi

e Grandi

li

e ha ogni

Etiam,

e de' suoi cavalli.

della

obbligato

de questi

fie

44 mila

in questi tali Fidalgi

mese questo suo soldo per delle sue spese


questo Serenissimo

45

dar

dota

la

corte

della

mazor mesaria: tamen


le
sua dote doble 40, che sono ducali 8000

loro condizioni, quelli contienneno

le

ordinariamente

la

qual Fidalge sono obbligade a servir la Maest della Regina per

dame
mandano
sua

di

patrimonio

Reina

dota

la detta

seguono

li

non ha altro ordine n modo


suoi cavalli

li

danno suoi padri

qualche segno de bon servire.

fa

Essendo bisogno far gente d'arme per campo

lutti

che se

la corte fin a

senza quello che

etiam essendo una de quelle molto privata della

et

qual

la

con quella

e viveno

con

e tutti

salvo che tutti

li

Grandi

li

questo regno,

in

con

suoi Fidalgi

con

di questa corte

sue

le

Sua
in persona
senza alcun soldo n premio. La guerra che loro hanno
nelle bande dell'Africa
contra Mori in due terre che per loro
sono mantenute, e castelli doi nelli quali sono de continuo 300 cavalli da fatti per cadauna terra
valentiset altrettanti cavallieri
simi homeni
e molte volte scorreno dentro in fra terra contra
persone, che vanno a servirlo,

maxime andando

l'Altezza

Mori, e

correre

fali

da poi

lieri,

Altezza

li

stati

e molti danni infra terra. Li quali caval-

(1),

due overo

vienneno de qui, e per Sua

tre anni,

ven fatto qualche mercede per el suo vivere

zente de guerra da terra

poco spesa

che per

questo Serenissimo

fa

presente. Parendoli cosa necessaria al suo regno,

Re

al

ha dato principio

a far gente d'

ordenanza da persone 3000

come

ha
uno suo Portughese, cio suo Capitanio d' ordenanza,

questo a

lato
l'I

se costuma in Italia

meslier

el

grandissima fama

hiamar ad

li

homo

Sua Altezza, eh'

daria

el

qui con salario de ducati 200 all'anno,

modo che

tutti

\\

(1)

offiziali

se

costuma

dell'arte

Forse da leggere

<le

questi

mccanica

fa

tempo;
el

l i

vurcrir.

fanti

vegnissc

qual aveva

el

qual fu mandato a

viver onorevolmente

el

Al presente

con Consalvo Fernando, et

dell'arme gran

de valentissimo

istanza de

he Sua Altezza

Italia

suo regno

in tutto

etiam in Castiglia.

qual stato qualche tempo in

ha essercitado

!e

et

a repatriar

che afermato

mostra de continuo

d'ordenanza

de questa citt:

che

averanno

sono
da

RELAZIONE

46
homeni 600

ducati

suo

vel circa; ci soldo

mese, redu(i

ai

che saranno in campo a servizio de Sua Altezza in Terra Ferma


e per

mar aver

ducati 3.

Questo regno cosa picola circa miglia 300 per longhezza, tulio
per costa de mar; per latitudine, miglia 120 vel circa alla Extre-

madura de

Gasliglia.

populade

lochi aridi e sterili

alcuna che sia

Sono grandissime parte de questo regno des-

regno; sono soccorsi per


che certo se non fosse

che non

p Irare de

quelli cosa

faciano a questo

Fiandra e dell'Isola degli Astori;

via di

formenti de fuora, che intrano in questo

li

Etiam patisseno de carne grande-

regno, patiriano grandemente.

mente

si

Non hanno formenti che

d' utilit.

perch non hanno pascoli da nutrire bestiami. Tutte queste

montagne sono aride. Vini, ogli, pesci e frutti assai rasonevolmente


imo se traze fuora del regno assai quantit.
hanno nel regno
Non hanno legnami, n altri navilii salvo uno poco de pignori
;

delli quali

bona parte sono destruidi

consumadi

tutti

boschi

li

Gommunit, s etiam delle particular persone per quest' armada d' India. La mazor quantit de legnami che sono per far nave

della

dove

e navilii, nel porto,

tutto se servono per via


dell'altre cose pertinenti

di

se fa el forzo delle nave;

Fiandra

delle

tamen de

nave come etiam

de quest' armada per India.

Circa al trattar della mercadanzia in questa citt, poco per loro


naturale Irattada,

despreziando quella, parendoli cosa

universalmente

bassa; per sono poveri de danari

Grando che
abbino

sia in

non

quella poca

s'

questo regno

de questo Re

Non ha

molte case sono

sono andati

tutti

e spendono

loro

viveno sopra

largamente senza

industria alcuna da intromettersi de vada-

gnar uno ducato. Vero


zion

perch

n per

per grand' intrada che

attrovano uno ducato

d' intrada

alcuna rasone.

incivil

tutti;

che dapoi che vanno a questa navegache sono

fatte ricche,

sta

li

Capitani

che

che certamente, da poi disco-

a quel viaggio d'India:

perto questo viaggio, sono fatte pi di 20 case ricchissime in questo

regno

tutti

con gran desiderio

a quel viaggio, per el

vedo

esser inclinati

vadagno grandissimo, che

nonostante che sia de grandissimo pericolo

se

d'

andar

bada

quello,

altri

sinistri

e molli

se patiscano in quello.

L'arte del marinarezo. Assai rasonevolmente molti de loro sono

ben dotadi,

e la intendono, e

maxime

sono cxcellenlissimi in questa arte

li

per

pedoti
el

in questo

continuo

regno

navegar

in

LEONARDO

1)1

quesii mari

lontano
irca

che sono molto bravi

come

47

navegando molto

che sono leghe 2000 vel

el verz

a questo viaggio

al presente

asperti

et

San Tome

Isola de

Terra Nova, dove viene

et alla

navegando

all'

MASSER

CA'

d'

che sono leghe 1200;

India, che son leghe 4000,

che certo una navigazione che se puoi dir pi tosto miracolosa


ihe altramente,

come per informazione de

quello viaggio referiro de quanto

molti che sono stali a

manifesto

pericolo scorfno

de quelli mari quasi inavegabili. Concludendo dico, che loro, quanto


all'arte della

meni

marinarcza, essere benissimo adotati

tamen sono ho-

non stimano alcun pericolo

navigano certe

ostinatissimi

caravelle molto picole, le quale sono de porta de bote 100 in 150,


e non pi,
e

peroch dicono essere quelle pi abile

superar quelli mari,

nave de mazor porta

Mina

con pi segurt

et all'Isola di

che

caravelle

tal

al

ogni

al

mari. Le nave et

sono

mazor parte

la

questo

altri

fatte

navilii

in

che

in

1200),

che se p dire con

tra esperienza esser pi segure che ogn' altro navilio


(al

sorte

viaggio della

San Tome (che sono da leghe 1000

sta visto a perir alcuna de quelle

navegare
altra

per esperienza

eh' in effetto basse visto

che navegano queste

\ raolt'anni

non

per quelli

che se servano in questo regno,

Beschagia e

de Fiandra, perch in

regno poca commodit hanno da far nave e

navilii

per

mancamento de legnami; salvo nel porto dove l se faranno qualche


nave ma come dico in questo regno poco se fanno.
Quanto alli ordeni de questo regno
poco ordinato e senza
,

alcun governo

poca

materia,

le

meno

ma

loro condizione; sono ostinatissimi e litigiosi, con


verit

potria dir molte cose pertinenti a questa

perch so certo che per

piuta relazione

all'

altri

ne sia stato fatto com-

Illustrissima Signoria Vostra

per non esser pi

lungo, voglio pretermettere.

TABULA
\

laggio

primo

jji^gio

secondo

iiggio terzo

16

laggio quarto

17

Pag. 13

15

T A B U L A

18
Viaggio quinto

Pag. 18

Viaggio sesto

Viaggio settimo

19

Viaggio ottavo

21

ivi

25

28

Viaggio nono
EI navegar de questo viaggio,

dove

lochi
zie

li

e tutte scale,

nasceno speziarie, zogie

nomi de

quelli paesi, o la

molti

et altre

altri

mercan-

moneta sua,

et

il

peso suo, et altre cose

El modo come vengono portade

le speziarle d'

India in Por-

togallo

El modo come se vendono

Ordene che mise


El

tratto

il

le speziarle in

Re sopra

el

comprar

ivi

Lisbona

29

vender queste cose

ivi

30

de tutto quello se traze de Portogallo

El mio discorso sopra questa navigazione

32

Lochi dove nasce

35

ivi

pipar

el

El Re de Narsin

El zonzer mio de

Lisbona, e

in

la

relenzion mia

Abitazion del Re de Portogallo


della

Offizii
el

citt di

Lisbona,

incominciando

Corezador

Duchi nel Regno de Portogallo


Marchesi
Contestabili

dove dice

ivi

36

ivi

40

...

41

ivi

Contadi

ivi

Archiepiscopali

ivi

Vescovadi

ivi

Priori

42

Alchaldi

ivi

La natura

e complession del

L' intrada del

Re de Portogallo

Re de Portogallo

El modo come bisogna far zenle d' arme


La grandezza del Regno de Portogallo
El

modo che

L' arte del

se tratta la

marinarezo

mercanzia

in

Lisbona

ivi

43

45
46

ivi

ivi

49

SPIEGAZIONE
DEI

NOMI GEOGRAFICI PI

d' Elanche Relgarbi


Gharb (nel regno di Marocco).
Amazagan
Mazagan (nel regno di

Algarbi ed

Cuchi

Coccino.

Culam, Corlan.
Curitoras

Ginea

Marocco).

DIFFICILI

Socotora.

Gainea.

Amodosi^ Magadoxo.

Malecha

Anzidiva, ngediva.

Mecha Mecca.
Meder, Madeira.
Meledin o Meledim

Astori (Isola degli)

Azale

Ara tra

Balachala
Beschagia

Braza

Azore.

Bisca ia.

Ochilia, Chiloa o Quiloa.

Cairo.

Cochln o Cocclno.
Cintra , Coimbra.
Colam , Coulan Collan o Collam.

Silan, Celan.

Colocul

Zafale

Calic l.

Combea, Cambaja.
Cnmbagra Cambaja
,

Ap. Voi.

Melinda.

Monzanbich Mozambicco.
Narzin, Narzlnga.
SancruZy Santa Crux.
5anma<ra Sumatra.

Cela, Ceata.
,

Mombaza.

Braya.
Calanganor , Cranganore.

Chaiaro

Malacca.

Mombaze

Baticala.

ChMchim

Tenazar , Tanasserim.
Terra Nuova Brasile.
,

Sof la.

Zitricornos
?

II.

Socotora.

60

SPIEGAZIONE
DI

ALCUNE TRA LE PAROLE

Alcaiarino

Aldir

del Cairo.

Devedado divietalo.
Disnar desinare.
,

udire.

PI DIFFICILI

Archieri, parola portoghese {alquei-

Doana

che significa slaia o moggia


misura di granaglie.
Armirante ammiraglio.

Dot

res)

Assenlar

situare.

fazzuolo (pannolino).

facevano.

febbraio.

Fidagli o Fida/gift!, nobili, gentiluo-

mini

CaOi capo.
,

diritto.

Fazuolo

Fevrer

Bulin, bollino.
Caravelle

Drello

Fevano

Biava, biada.
Bote, btte, colpi.

dogana.

due.

Placo
sorla di nave.

porloghese fidalgos).

(in

fiacco.

Fonlego

fondaco.

Cargar caricare.
Cargo, carico.
CaUare trovare.

Frola,

Cavedal, capitale.

Garbelare

Cogoli, cioltol.

Golon, cotone.
Granale granali.

Forzo piper

Gallia

Comarchia capoluogo di una regione, ed anche un trailo di essa.


Comi voce portoghese, che significa
,

estremo

limile.

test o governatore.

gabellare.

Hav

ebbe.

Insida

uscita.

lara).

Lache, lacche.
Laloni ottoni.
Lenguagi lingue.
Lonzi lungi.
Luio luglio.
Lume de rocca allume
,

Cuori cuoj cuoja.


stemperato
Deslemperado
,

rato.

galea.

Crea, creta.
,

forte.

cio navigli mercantili.

K. (sigla della parola kanlara o can-

Conzar acconciare.
Copano schifo palischermo.
ossia poCorezador correggitore
,

Inlrada, entrada.

Contadi, conlanli.

pepe

flotta

smode-

Luni

lunedi.

di rcca.

51
e

Porla

melaghelta cio
commercio
o grana del
cardamomo minore

Prpcii

Refuso

(a)

paradiso.

Hixo

riso.

Rola

rotta ?

Malezele

o maligele

nel

malaghelia

Manzo mezzo.
Mandar, maritare.
,

Maritico

Melasti

pratico di cose marittime.

melassa

chero

Safili

siroppo

di

zuc-

Menude minute.
Merze merci.

Mia

fine

dicevasi in Venezia

quei

((

Non

lenzuola

((

do

muratori.

nacque.

yevodo

nipote.

Von;;i

Annunziata.

Ollrazi

oltraggi.

Oslazi

Pesoso

Pigneri
Pizolo
l'oeta.

Suto

piloti.

plneti.

esemplare servito
ma molto probabile

Poelar. V. Poela.

Tralo

tratto

lineila

n.

che vale ga-

Verzin

Zenlil

verzino

il

Zoso

cusin

le

la

legno per tingere.

nel senso di pagano.

cugino germano.

gi (giuso).

giudice.

massime

poslille scritte

Hemso

quale con quella cmlesia che

adoperare

cio amraiulslra-

vettovaglia.

gentile

Zerman
Zudese

Palatina di Firenze

piccolo tino.

tratta.

veditore

Villuaria

geografici, ci sono stale d' ottimo aiuto

invito fattogli di

nel

di quella dei

margine

del

Bibliotecario della

gli

propria

accett

sua non comune dottrina nelle scienze geogra-

in pr dc/rArchivIo Storico
rendiamo qui grazie infinite.

fiche

tore, registratore.

nostro esemplare dal eh. cavaliere Iacopo Grberg di

I'

che

tagliato.

Alla compilazione di queste du tavole spiegative

nomi

spacciare.

Tenetla

nell'

stampa
che II MS. dicesse peota (piloto), e
che l'amanuense poco pratico, sembratagli nuova tal parola credesse
meglio cangiarla in poela.

alla

sinabaff

asciutto.

Veador

picciolo.

Cos

li

sorgere (prender terra).

Taiado

pillottare.

pesante.

Spiaza, spiaggia.

passi.

camicie e

tassa sulle derrate.

Spazare

Pedali,

le fa

volentieri lascian-

voce portoghese

bella

Sorzer

Pergolar

ma

glio .

Sisa

panni.
,

Pani

Paua

ogni tela

renzi

Trovasi usalo
Sperone Speroni :

troppo costano e poco durano


si appiglia all' utile, per suo me-

Pacizo, passaggio, cammino, viaggio.


,

di

assai

ostaggi.

d'

a tutti

renso (oggi vol-

al

lenza).

nell'apologia

tempi un dazio cui andavano soglureri

sdruci.

Era un tessuto

e simile

gette le mercanzie.

Sascele

Manca

o sinabafi.

garmente

miglia.

Muda,

scuc

seta.

Vocabolarii.

metalli.

specie di nave.

Scusile (da scusir)

Sinabassi

rinfusa.

alla

zaffiri.

Sambuco

Melali

prezzi.

Seda

).

portata.

Italiano.

di

questo

singolare

favore gli

TRE LETTERE INEDITE


DI

AGLI OPERI DI

LORENZO

S.

IL

MAGNIFICO

IACOPO E ALLO SPEDALINGO DEL CEPPO

DI PISTOIA

AVVERTIMENTO

wuando un uomo
lutte le
1

acuto ingegno e di fermo volere

meno

la

si

vedr

affacciarsi

non sempre,
vedono

la

Ma

pubbliche o private. Pi

facile fosse in tutti a scuoprire

contemporanei quasi mai non

loro meglio, qualche volta

pel

Non fu compreso
alla

ma

opprimere,

di

la

servit.

di

che

Egli

dove

altri

adoper

buona,

in

ogni cosa

(s'

un popolo all'obbenon di

un

modestia citta-

la

far

popolano e come
il

aria di

in

comodo

gli

facevano,

benissimo

Lorenzo
dabbene

il

tra' suoi,

amore

suoi disegni dispotici.

Quindi
,

cosi

e piacere),

umile preghiera

quel mestare in tutto senza dar vista di levar


tola

fuoco.

queir inframmettersi

intende per far

comandare imperiosamente

quel

per loro

era proposto

ferro ed

il

quel porgersi soccorrevole a tutti


alla

si

sedurre la libert; us

semplicit, la benevolenza, e

famglia

la
,

Magnifico, e torn bene a

il

lui, che cosi pot senza disturbo educare

dina

questa

quindi questi uomini grandi passano incompresi

dienza, poi

le

che solo un lungo tempo, e

fatto ,

il

discopre

ci qualche volta

sciagura.

anco nelle cose che paiono

qui facile sarebbe a spiegare la vita di

uomini grandi, se

idea regolatrice.

si

essa diviene la regolatrice di

sue azioni, grandi o piccole

pi indifferenti. Di
certi

di

fortemente in un' idea

Olio

le

mani da cin-

e riverenza, e cuoprivano

Certamente

quando un
raccomanda per amore di un amico
chiede limosina per due povere fanciulle da ma-

Magnifico

si

,,

AVVERTIMENTO

56
rito

implora grazia per un povero

podere

non
tare

ne vorrebbe bene

suo buon cuore

nocenze

? chi

Ma

intanto

tiene a devozione

si

non

si
,

fa

garbate

letterine

quesV Appendice.

Comunale

Tale

di Pistoia

Registrello

il

dell'Ospedale

mi furono additate

a car. 22 e 50

memorie patrie.
modo, voglio che

studioso di

dato

all'Archivio
,

se

citt

ninno

ne piglia
queste tre

di

donare a

ed inserita in un Album di antiche

con amore dall'eru-

dito archivista Sig. Alessandro Fiorineschi

partengono

trovasi autografa nell'Archivio

scritture pregevolissime , trovate e raccolte

stessa citt

bada

caso

il

una

di

ci

ohe mi parso non inutile di

La prima

chi

se per via di queste in-

mani dove non gli tocca ninno


caso tutti ammirano la degnazione

ricordo ne* pubblici registri.

studierebbe di conten-

maggiori poteri

se mette le

ne

messo fuori del

bisogna pur dire che V una gran degnazione

glie
il

fittaiolo

in

del

un

le

altre

Ceppo

A
i

questi egregi
leggitori

che

di questa

intitolato

libro

dal Sig. Giuseppe

due ap-

il

Mastripieri

me

sappiano

regaietto eh' io loro presento.

Ab. Enrico Bindi.

ne hanno

grado

del

sv

TRE LETTERE INEDITE


DI

LORENZO

MAGNIFICO

IL

LETTERA
Firo Hospitulario

Vefierabili

Societatis S.

Capitaneis et Consilianis

Mariae Ceppi de Pis torio

VenerabUis Vir major ionoran. Io

quanto

mentc

sempre

Neri

posso

lo

di casa nostra,

il

honore due sue

come v'

vi

(1).

racomando tanto

Fioravanti

(2)

istrecta-

amicissimo

stato

quale ridotto in luoglio colle substantie

che se non aiutato un poco da voi

ad

I.

(illiuole,

notissimo. Intendo

le

come

fare limosine in simile opere di

non so come possa ridurre


ha

quali

grandi

voi havete

in

da

marito,

questa Pasqua a

secondo che mi pare,

piet; et,

non so quale possa essere maggior piet che maritare queste


vere fanciulle Bgliuole di

maritandole

et

lo, se la

cosa

vi

mia intercessione

pregho con ogni

istantia

debba
,

giovar

una mia cosa. Raccomandomi

Florentiae

Aprilis

chi

voi

po-

harete,

Dio e cogli huonulla

in

questa

e resterovvi obligatissimo d'ogni

piacere et bene che farete a quelle fanciulle


ferito in

di

a riportarne laude grandissima con

mini.
,

uomo da bene

come

se fusse

con-

voi (3).

MCCCCLXXVL
L^lJRENTIUS DE MeDICIS.

p. Voi.

11.

S8

LETTERE INEDITE

LETTERA
Viris

Spectabilibus
et

IL

amicis carissimis

ho inteso che

Spectabiles amici honorandissimi. Perch io

come prudentissimi,
Spedale

sendo

volete provedere di

Io Spidalieri

commendo molto; mi
dere che per

a cholesta citt

amore che

vero

il

al

et a

buona prova

luogho

(5)

come

persona nella quale

Francescho

di ser

mia

amici

gli

de' Rossi (4)

in simile cose

postposla T amicitia

se io

et

et confortarvi

eh' io

piacendo a Dio

v'

come

come

io
,

mi ringratierete qualche

rispetto

debbo pro-

che per

volta

sia

conviene

si

che
,

et

le ra-

sono
direte

abbi preghati et strecti di cosa che voi naturalmente do-

vevate cerchare per


essere obligato

et

voi

medesimi. Nonostante

quando occorra

lunche di voi in parlichulari


facciendolo voi
altra cosa

non mi

che

ho veduto

non m' inganno,

elegierlo a questo ghoverno. Di


)

bont et

pare

del quale

pregharvi quanto pi posso

et

gioni predette vogliate


certo

mi

a qual-

solamente auto

bisongnio dello Spedale. Per ho deliberato

porre

fate voi

sia fede,

e della qualit sopradetta

inten-

porlo in publico et in privato

io

Et avendo examinato

persona actissima
a simile

sono constrecto pensare

Messer Andrea
sino a qui

impedito

voi

uno ghovernatore dello


come e di che vi laudo et

parulo scrivervi questa, per farvi

che buon instrumento


sufBcienlia.

Officialibus

hominibus Societatis Cippi Pistoni.

sia

che

come

io

io potessi

di

vi

voglio

merito a qua-

questo piacere che mi harele facto

spero et desidero

tanto

al presente desiderare.

negata da voi questa iusta domanda

Flm-entiae III lutti

questo

rendere buon

quanto alchuna

Per aspecto che


(6).

MCCCCLXXXV.
Laurentius de Medicis.

LORENZO

DI

MAGNIFICO

IL

LETTERA

III.

Iacopo in Pistoia

Alli Spectabili Operarii di S.


Spectabiles

et

che

Operai ch'erano tre

li

deUono

conleniplatioue mia

tano

e fratelli

(8)

a fido a

certo podere

hanno tenuto gi sono

tanti anni.

volete torre loro,

voi Io

Coin credo sappno

Viri honorandissimi.

vostre

clabilit

mi

59

anni sono,

Tonino

che tengono

Spe-

le

prieghi

di Callani dal

al

Pan-

et

che

presente

che

al presente

Et intendendo

parso farvi la

a'

(7).

presente

lettera,

et

pregharvi molto caldamente che voi siale contenti lasciare seguire


quello che per
fussi

amore mio feciono li Operai decti


mi dolerla assai et facendo

contrario

il

ragionevolmente se

li

dodo podere, a me

perch quando

voi loro quello

conviene, cio lasciarli anchora per

farete piacere et gratia

raccomando quanto so

Florentiae die

(9)

sei

imper

assai:

che

anni
ve

li

et posso.

XXX

Decembris

MCCCCXC.
Laurentils de Medicis.

ANNOTAZIONI
L'Ospedale

(1)

gine ornala
*ireve

di

di

molli

iritalive persone,

da

di S.

Maria del Ceppo

risale fino al Sec.

Xlll, e

la

sua ori-

maraviglie dalla divota fantasia de' Cronisti. Arricchitosi in


beni il Pubblico appoggi la cura di amministrarli a pi
,

una

era dipulala per capo e diceasi spcdalingo

delle quali

la Compagnia della Crocetta del Ceppo,


1297 Dondori I%1. Pisi., pag. 49 ). Continu
pe'due secoli seguenti in questo governo ed ebbe mollo peso anche nelle cose
civili. Le ricchezze sempre crescenti furono usale non solo a cura
degl' infermi ma si anco de' poveri con largho limosino e molle doli e ne fu ingrandila la fabbrica ed abbellita del magnifico fregio Robbiano. Dopo l'anno 1401,

lai

congregazione ebbe origine

la quale leggo

nominata

nel

ANNOTAZIONI

60

ullimo della nnsira liberl, sebbene si rimanesse in un'apparente indipenMedici sopra tutto.
vi mestava la Signoria Fiorentina, e

denza, tuttavia mollo

Pi volte fu tentato sottometterlo ora con occasione di discordie ora con pretesto di mal governala amministrazione. Finalmente l'anno 1300 la Signoria Fiorentina con Decreto del 17 Agosto soppresse

l'amministrazione dello spedale

Ma

al

Compagnia

la

Pubblico {Archiv.

l'anno appresso, rincruditesi feramenle

a motivo dell'elezione dello spedalingo

Otto

di

cogliere l'opportunit per levare affatto lo Spedale di

per anni

dando

del Ceppo,

Osp., Regislr.

N.'*

118).

Panciatica e Cancelliera

le fazioni

agli

dell'

Balia

non parve vero

mano

a' Pistoiesi

di

e darlo

Maria Nuova di Firenze {ivi,


Papa Clemente volendo gratificare
suo primo stato. Ma poco vi dur, pe-

fu detto) allo Spedale di S.

sei (cosi

Hegislro II). Sennonch, 30 anni appresso.


a' Pistoiesi,

Compagnia

restitui la

al

duca Alessandro alla morie dello Spidalieri^ per le differenlie deXilladini ma pi per le male suggestioni vuoile sospendere di nuovo quel governo
ed applicarlo per tempo dove prima. Nel 1548 a di 8 Dicembre, gli uomini

rocch

il

Compagnia

della

del

Ceppo decretarono che a benefUio

salisfalione della nostra Cipt

mani

Pistoia nelle

di S. A. Illustrissima,

molto ben ghovernalo socio


visitati da' suoi
solati,

1778

nel

lo

auspicio

et

le

de'

Poveri

et

honore

et

sue ragione alla Comunit di

promettendo che

oplimo timore di

lo

Spidale saria

S. A.; sicch

poveri

li

Cipladini nella sua infirmila sariano mollo pi sovvenuti e con-

dove stando cosi

car. 179).

dovesse cedere

tengono mollo male trattati [Provv. dal 1541 al 1553,

si

fatto supplica

di ci fu

al

Granduca

fu restituita ai Pistoiesi la carica di

decreto di Pietro Leopoldo del

di

ma

senza frutto.

Solo

Spedalingo o Commissario, per

23 Maggio.

Nel voluminoso Priorisla del Tonti, che

si conserva MS. nell'Archiv.


Comunale, trovo che un Neri di Fioravanle di Piero fu dai 1450 al 1473 tratto
pi volte di Consiglio, ed ebbe la prepositura de' Priori
e che nel Dicembre
del 1481 fu Gonfaloniere. Ma ninna memoria trovo delle sue rovinate sufts/awfje.
(3) Perch, se voleva cosi bene all' amico, non lo sovvenne del proprio?
Certamente lo avrebbe fatto il Magnifico se pi non gli fosse stato a cuore
di esercitare la sun inHuenza in un luogo di tanta importanza. E gi gli uomini della compagnia lo chiamavano padrone, e facendo grazia a Neri adducevano a principale motivo la loro devozione e
loro obblighi adversus maxima adiumenta, singularia beneficia recepta et que cotidie recipi possunt el
offeclionem tam vivorum quam mortuorum illorum de magnifica et generosa

(2)

familia de Medicis eie.

ponevano

e solo

perlatem Nerii de Floravantibus etc.

in

ullimo, e

come

per

calamilates filiarum eie.

el

di pi,

Onde

la

pau-

Ma-

Compagnia decret che vigore quarundam literorum eie. si dovesse


dare alle dette fanciulle, quando marilabuntur libras quatorcentas denartognifica

rum

[Regislrell.

(4)

La casata

a car. 22).
del Rossi delle antichissime della Citt

detto Colucci noverata tra quelle che a


aliisque privi legiis insignitae per

Zacch. Bibl.

Pisi.).

maronsi quelli

di

Infalli,

Cosenza

Bald.). Negli slalull del

bmt pr Magnalibus

Io

Romanorum

e dal nostro Bene-

Imperatoribus militi

universam cffluxerunt Italiam [Lazzareus apud

seci-ndo

Bartolozzi

il

in Calabria e quelli di

dal Rossi

Firefze

di

{rHsc.

Pistoia dirasulla

Fam.

1330 vedonsi
Rossi notati Ira quelli qui liaberi deche, sebbene allora era pena e vituperio, pure mostra
i

ANNOTAZIONI

61

la loro polenz.!.

La quale pure nolala pi volle

dicendo che per

te

{erra e

non

rilevasi

da

loro

mani

dall'

com'egli ascese per tutte

pubblici islrumenti dell'Arch. Cora,

come

pi onorevoli cariche della repubblica, e

la

Pistoiese

reggeva la

Quanto a questo Andrea

faceva nulla che noi facessino cllino.

&%

Anonimo

(e di altre tre principali famiglie) si

prolezione medicea

gli

le

valse

ad acquistargli molla autorit.


(3)

olUme

Oltre le

qualit morali richiedevasl ancora (equi notisi

catezza de' nostri l\idrij clie

Spedalingo non avesse n

lo

figlioli

la deli-

n nipoti. Lo

rilevasi dal seguente ricordo che leggesi nel Priorisla del Tonti. Magnificus
praeslanlissimus vir Laurenlius Pelvi de Medicis inlercedil ad favorem nobilis

che
et

Viri ndreae Ser Francisci de Rossis de Pislorio, civis oriundus Pisloriensis,

non

Reclorem el Hospilalarium eie. Ma


pi chiaramente rilevasi da alcune Capitolalioni hHq nel 1533 per lo Spedale
nelle quali si legge, che non passino andi S. Gregorio o della Misericordia
dare a parlilo quelli che avesseno figlioli masti marilali o non marilali, o femmine non maritale^ o che queste fosseno andale a marito e rimaste vedove: e
se per caso occorrisse che quelli che fusseno eletti per Spidalieri avesseno doppo
kabenlis

nec nepolei, ul

fi'ius

sii

eleclus in

masti o vero femine,

la loro elelione filliuoli alcuni

lala la sua elelione

dal i4i al 15o3,


(6)

E non

derando

e debbasi fare lo

scambio come

intenda ipso facto annul-

si

se

per morte vacasse. {Provv.

a car. 280).
negala, com' era naturale. Perocch

gli fu

la decla lettera el

il

tenore el effeclo di quella

la

el

Compagnia, consiriguardando che

la

Lorenzo fa el padrone el ghovernatore di dieta compagnia el hospUale el quante cose utili eie. etc. deliber che fosse mandala
alla Magnificentia eie. una ambasceria di quattro Cittadini (tra' quali il dotto
.Uagniflcenlia di diclo

giureconsulto e letterato e inlerpetre


lanUk autoril

vare
decle

quale

confermare

el

omologare

el

di

quanta ha lulla

Dante Bari. Baldinolli) con tale et


Compagnia di potere appro-

la decla

tulle le cose facle el

da farsi per

vigore delle

ledere per la Magnificenlia di diclo Lorenzo, non obstanle alcune cose di-

sponenti in contrario eUi. {Arch. dell'Osp., RegistrelL a car. bO verso). Tuttavia


dallo Scrutinio

ser

pra

si

rileva che ad onta delle lettere della Magnificentia eie,

Andrea ebbe 27
li*J

Mes-

sebbene non sono un gran che sofavorevoli, pur mostra almeno che qualcuno c'era che amasse la
voli conlrarii;

quali,

propria indipendenza.

Secondo il Borelli {Schede MSS. presso di me) S. Iacopo fu eletto a


(7
Patrono della CItl di Pistoia fin dal Sec. IX, ed ebbe chiesa nel luogo che
oggi pure dello S. Iacopo in Castellare presso le Regie Scuole. Gli statuii
della Cill. che portano in fronte l'anno 1107, ma che voglionsi riferire al Ili 7,
fanno fede della riverenza In che ebbero
Pistoiesi questo loro Protettore.
,

I/anno 1145

Vescovo Alto ottenne dal Vescovo di Composlella le reliquie


lol Santo
e si valse in ci dell' opera di Rainiero
dotto prete pistoiese
he l faceva uflzio d'insegnare, e che gi avk'a insegnato a Quintonia in
;nghlllerra la teologia. Vedansl le lettere scambievoli riferite dal Papebrochio
dal Cupero
le quali furon tratte da un Codice che trovasi nell'Arch. Cap.
il

W questa cill {Ad. Sanc. Maii, T.V. Vii. 5. ^don.).


.

Pistoia molti pellegrini e ricche offerte, di

mlnlslratore

di

esse

che

fu

il

prele Bondio

che
con

Queste reliquie trassero


creare un amlilolo di Rettore della Cap-

fu mestieri

ANNOTAZIONI

62

Opera di S. Iacopo { Lib. di Conlr. delV Op. dal 1163 al 1343 ).


Furono poi aggiunti due laici; e, morto II prete, l'ufizlo dell'Opera rimase

pella e dell'

alTatto laicale e

dipendente solo dal pubblico.

e le ofTerte, fu

lasciti

quell'altare

fatto

dell'arte cristiana che oggi

pure

si

Cosi

ammira;

Statuti.

gli

d'argento,

prezioso

e tanto

Crescendo

monumento

arricchissi

tesoro

il

che ebbe nome di Sagrestia de'belli Arredi. Questo Uflzio dell'Opera


rilievo grandissimo quando fu levalo al grado di Magistratura col ca-

della chiesa,
fecesi di

rico di

di
il

governare liberamente molti pubblici negozii

e con larghi privilegi!,

non pagare decime ecclesiastiche, n gravezze laicali, n gabelle;


potere permutare i beni anche contro la volont dei Testatori di godere

come

di

beneficio dell' inventario nelle eredit; di strigare

strepito di giudizio le

dare due

tratti di

sommariamente e senza

occorrenti; e fino (per benignit medicea)

lti

ma

corda;

due e non pi (Archiv. Com.

Questa magistratura cos autorevole, che era la seconda


mantennesi in vigore fin verso la fine del secolo passato.

Vecch. car. 52).


citt,
(8)

Fu

Castello assai forte della famiglia Cancelliera.

Lucchesi condotti da Carlo Duca

poter

di

Lib. dei Capilol.

di

Calabria

Quando

fecero oste

della

Fiorentini

sopra Pistoia

questo Castello venne col Montale alle mani dei nemici, e molto nocque alla
citt. Di poi smantellato, fu ridotto
com' anche attualmente, ad uso di villa.
,

L'Ammirato, non per udito ma per prova da lui fatta, rende veracissima testimonianza della singular liberalit del Colonnello Antinori nel ricevere gli
ospiti nella sua villa del Pantano {Nob. Fam. di Tose.
Fam. Cancell.).
Questo Tonino di Callani fu come mal pagatore e peg(9) Per amore
gio lavorante, levato del podere; e il 20 Gennaio 1487 fu quella terra allogata a Michele di Puccelto. Se non che
gli Operai ebbero un bel far
comandamenti che non intendevano di slare pi in allogazione de* poderi con

detto Tonino. Egli e suol fratelli ricusarono dar luogo

niuno

ci

fu

Cellesi e Iacopo d'Abra a richiamarsene a' magistrati;


fico

di

che

sua volont che detti Callani

rimuovino

nuovi lavoratori, e

e nulla giov che

fatto e stipulalo, e date

il

gli

eccoti

rimanghino

vecchi lavoratori

Magni-

il

el

egli

che

era

non

si

contratto con Michele di Puccietto fosse gi

malleverie ec.

gione Lorenzo a dire che

ma

come qualmente

intendere agli ambasciatori dell'Opera

fa

a'

buono. Gli Operai allora mandarono a Firenze Filippo di Simone

Operai

Di che

d' allora

vede come

si
il

feciono per

egli abbia

amore

suo.

ra-

La

medicea rilevasi da varil luoghi d' un libro


dell' Op. di S. lac. (Arch. Com.) intitolato Registro VI. Tuttavia gli Operai,
piaceri
curando pi il danno che ricevevano da questo tristo fittaiolo che
del Magnifico
lo ebbero rimandato nuovamente
e fu allora che comparve
questa letterina. Della quale non ho potuto trovar memoria ne' Registri; n

storiella di questa

prepotenza

mi

fa

meraviglia.

DONAZIONE

CODICILLO

DI

ALFONSO

I.

DUCA

DI

FERRARA

(26 E 28 OTTOBRE 1534)

65

NOTA

La

dell'Accademia Colombaria di Firenze 'possiede

biblioteca

originali dei

appresso pubblichiamo

Documenti che qui

rinnovare una disputa alla quale V andar

ma

ogni importanza;

vanno

di rado

soggette

personaggi potenti
vecchio stipo

per dar come un

le

tematico Pio Fantoni

lo

Un

antiquario compra un

confida in deposito al

di fare oltremonti

farne dono al medesimo Fantoni

dichiarando di

alcuni

anni

dopo

s'intende che V antiquario era morto; ne perci si apre


al

1799,

sesto alle sue cose


fogli

Fantoni,

narrata

esiliato

da

le

due

sopra indicate

qu^li

lo stipo

Firenze, trov,

dentro quel mobile alcuni libri

che contengono

Ma-

nel caso che esso possessore fosse,

viaggiando, mancato di vita. Passano

il

non

pregandolo di serbarglielo fino al suo ritorno

da un viaggio che intendeva

in cui

quasi

appartenute a

carte autentiche eziandio

passando per Firenze

tolta

saggio del destino a cui

di famiglie sovrane.

ha

de' secoli

li

non per

sino

nel dar

tra cui sono

scritture.

la cosa dal fondatore della suddetta Biblioteca

Cos

e*

Alessandro

una nota apposta a questo manoscritto.


La prima di esse carte contiene una donazione fatta da Alfonso I.
Duca di Ferrara alla donna amata da lui dopo la morte di Lucrezia Borgia, e nota nelle istorie col nome di Laura Eustochia. Il
Muratori (Antich. Eslens., Tom. ILpag. 429 e seg.) parve aver provato con parecchi e assai validi argomenti che Laura fu legittimamente sposata dal Duca Alfonso negli gitimi periodi della sua vita;
e il sig. Litta (Famiglia d'Esle
Tav. XIII e XV) mostr di
avere per assai dubbio un tal matrimonio, come quello che non pot
mai provarsi nelle questioni avute dal duca Don Cesare colla S. Sede
per la successione di Ferrara. La nostra carta prover soltanto
Rivani

in

Ap.

V(l.

II.

NOTA

66

che cinque giorni innanzi la morte di esso Alfonso

Laura Euslo-

chia non era ancora divenuta sua moglie.

La
priva

seconda scrittura

il

suo

figlio

un

codicillo col quale lo stesso Alfonso

Francesco di un lascito di scudi tredicimila d*oro,

assegnatigli in altro suo testamento, e insieme assoggetta ai vincoli


del fedecommesso , in linea

tanti

ad

mascolina

esso Francesco: e ci in

pena

stinamente abbandonato la patria

legittima,

beni tutti spet-

di aver esso figliuolo clande-

casa paterna per recarsi

e la

a conoscere che

notata colpa

la

si riferisce al

sco s'era portato in Ispagna per desiderio


sotto
de'

vessilli dell'

quali

si

parla

Imperatore Carlo V.
consistessero nel

di

tempo in che Franceservire

militarmente

come ancora che

Marchesato

in

modo

terra straniera. Il citato istorico delle Famiglie Italiane ci d

di

Massa

de'

beni

Lom-

bardi di cui gi in prima dal padre era stato istituito erede.


Il

primo documento

carta di pecora

Tommaso Mosto

ha
e

le

di

originale

in carta di lino;

il

secondo

sottoscrizioni autografe di Alfonso

Girolamo

Ziliolo.

Duca,

in
di

67

DONAZIONE

CODICILLO

DI

ALFONSO

DUCA

I.

FERRARA

DI

Factorihus nostris generalihus dilectissimis,


Dikctissimi nostri. Molliplicando ogni giorno pi

Madona Laura Eustochia


scritti nostri figlioli verso

Nui

Nui ogni giorno apriamo

seno de

che

il

non pensiamo che

la meriti

de

nostra liberalitade verso Lei:

la

in lei s

ampli

ancora pi. Et

per

beneficii

liberalo farli donatione per

et

Don Alphonso

per

loro heredi
sotto

che

de

fumo

Verzenese,

di

ol

cum

per

et

cum

(1)

Canlelmo

le se

et

per

in la villa del

siano,

cum

exemplione reale

la

beni et fructi

li

habiamo dedoppo Lei,

nostri e soi Gglioli

gi del signore Francesco

ragione

sua,

quelle doe possessione che vi sono

che qualit e quantit

le soe pertinentie e

sonale et mixla

Don Alphonsino

palazzo

lo

in vita

{idesl se)

che

facendo

tanto

quello che nostro peculiar costume et anco debito


si

di

infra-

li

non da maravigliare se ancora

non poliamo collocare

in verit

meriti

li

Madre

nobile Ferrarese et

et

tutte

per-

lavorandoci castaidi et bra-

come per ogni et qualunque modo et in tutto et per tutto


habiamo concessi et donati li altri beni che Lei tene et
possed. Per questo vi dicemo che Vui nomine nostro debbiate ti-

ccnti

come

li

lulo purac simplicis et irrevocabilis donationis inter

a detta

(1)

madona Laura per


Neil' originale dice

che non se non

la

si

vivos

donare

e detti soi fglioli e loro heredi

quanta quanlil

come

abbiamo lollo la prima parola


una sillaba di meno.

ripetizione della seconda con

DONAZIONE

68
di

sopra

biamo

et

notare che per loro recever

al

cum

sessione

esso palazzo e pos-

detta exemptione, cedendoli ogni ragione che

ancho

de

de evictione

nome

de nostra

questa nostra soprascritta

madona Laura

nostro

propria

modo che poliamo,

forma

beni in

detti

libert et facult in

per ogni miglior

damo

li

figlioli, in

valida

come

per

concedemo ch'essa

possi disponere intra vivos et in ultima

quale

et

cos

mano anchora Nui


e

uno

detto palazzo et possessione in tutto o in parte in


soi

ha-

in loco nostro et in tutte le nostre ragione

ponendola

et promettendoli

dandoli

CODICILLO

i:

volont di

solo de detti

secundo che ad Lei per sua libera volont

et

pi piacer et parer, facendoli del tutto lo instrumenlo in bona

forma

quale vogliamo no

del

racho notaro de
nuntie

specialmente de

et

la

esser

faciati

nostra Ducale

la

Sar-

Baptista

rogato

Camera cum

obligatione

le

re-

legge che dispone donationem exce-

dentem valorem ducatorum quingentorum auri viribus non subsistere nisi fuerit actis legitimis insinuata, et

che fusse necessaria

cum

cosa

ogni altra

inrectratabile fermeza d' essa donatione

quale de plenitudine nostrae potestatis

la

vogliamo, dechiaramo

comandamo irrevocabilmente tenere e valere cum expressa et


speciali derogalione quorumcunque contrariorum. Et bene valete.
,

Ferrariae,

XXVI

Octobris 1534.

1L

Amen. Essendo

In Christi nomine

mutare

correggere

agiungere a

in arbitrio

le

sue

quale se sogliono variare secondo che occorrono


Illustrissimo et

se bene alquanto indisposto di corpo

timo

et

che

naturale,

puta grave

li

ciascheduno
volunlade

casi

Exceilentissimo principe et Signor nostro

phonso Duca di Ferrara di Modena


di Rovigo
Conte et signor di Carpi
offesa et iniuria

di

ultime

immo

inconsideratamente

la

li

ha

fatto

Al-

Este,

d'

sano di mente et animo,


mosso principalmente da la

etc.

Don

Reggio, Marchese
,

Don Francesco suo

quale se ha applicato a

gravissima
,

di

le

per lo

per aver esso

lo

figliolo

animo,

legt-

et la re-

Don Francesco

senza licenza et saputa et fuori de ogni

tanto
vo-

ALFONSO

DI

DUCA

I.

Ionia de Esso Illustrissimo Signor

et abitare in terre aliene

respoudenle castigo
aldispiacere ad sua

Ricordandosi avere fatto

sminuire

Et perch

in

prima

li

il

Don Francesco
oro

d'

alchuna

in parte

quali coman-

esso
detto

da

dicillante
,

resti et sii privato,

stato fallo ad esso

legittimi

naturali

et

gittimo matrimonio

mente

il

mogenito

sempre

succeda

in infinito

li

succeda

al

primogenito maschio,

genito, maschio

monio;

la

di

la

linea

maschio nasciuto

modo

il

et simil-

et cosi

successione di primogenito in primonasciuto

di

legittimo matri-

di

legitlimo
el dello

secondogenito

maschio

per fideicommissum, et

eie; et in ogni grado

esso primogenito

di

grado che manchar


genito

il

le-

naturale del suo pri-

Don Francesco

esso

di

quali primogeniti in ogni caso substituisse l'uno all'altro

alio meliori

genito et

nasciuto

Don Francesco

legittimo et

legittimo et naturale

naturale,

prefato

primogenito

al

proceda

matrimonio,

legittimo

di

et

et l'altro all'altro vulgariler, pupillariter et

casse

tutto

se esso

nascimi

primogenito suo maschio, legittimo

omni

in

come

antedetta causa:

la

schi

che ne

delta

habia a

lui

Don Francesco et item mosso


Comanda, dispone et vole esso signor Coche mancando il prefato Don Francesco cum figlioli ma-

non fusse

lassato

detto

perch

Codicillante

esso signor

di

ma

lassato

in

consequire o possa consequire detti scudi tredexe millia

soi

fusseno sborsati incontinenti che

Et non vole per cosa alchuna che

et iniuria.

offesa

presenti

li

Duca dice et afferma esser pentito di


Don Francesco et questo per causa de la

fusse sequita la morte

lassato fatto ad esso

fa

cassa et annulla

tredexe millia

di scudi

dava in esso su' Testamento che

Illustrissimo signor

esso Illustrissimo signor Codicillante

per esso signor Codicillante ad esso

suo ultimo testamento

dispositione

beneficio et favore,

ordina et

per questi presenti soi Codicilli rivoca


fatto

er-

suo ultimo

il

et

lassati

ad suo commodo

et

in alcuna parte

Codicilli.

summo

rogato et pubblicato per mi Baptista Sarracho notaro

Don Francesco,

volendoli

per stare

debito et cor-

il

ricognoscenle del suo

et sii

infrascripto, et in quello aver fatto diversi

ad esso

non

che cognosca bavere facto

tale

Excellentia

commesso

rore et excesso

testamento

et andato

volendoli dare se

almeno

69

Duca, clandestinamente abban-

propria patria

Excellentia et la

donato sua

FERRARA

DI

matrimonio

primogenito

maschio

et la

mancando

succeda

et la

et

il

il

primo-

secondogenito

sua linea

di

quello

sua linea. Et se man-

sua linea

succeda

il

tertio-

nasciuto di legitlimo matrimonio; et cos sempre

DONAZIONE

70
(le

r uno in

pre

solo

supraditta

la

stia

mancasse

lutto et per tutto

che cos mancassi

mancasse senza

Illustrissimo Signor

insieme

con

polyto

figlioli,

in

di

sopra

legato

donatione,

legittimi

non

in

vendere

se possi

diveda

di

alienalione

causa

causa

in parte

denti maschi
,

et

caso che per

pure

li

tione

se
,

in

come

s
,

premesse
Et

lutto e

adesso,

donatione,

lassati

il

fusse

tutti
si

ad
n

in

suo

detto

omnno

si-

te-

in tutto

quale ne sequesse aliefatto

in

fraude

et

la

de

qualunque beni

observino ne

la

antedetta

li

et

descen-

matrimonio de esso Don Franper

et

il

modo,

disposto esso signor Codicillante;

Don Francesco o alchuno de li detti


subslituli come di sopra in alcuna
,

se devenisse ad

sopra

detto di

acto alcuno de

adesso

deroga e vole che

sii

come

derogato

aliena-

allora

tale

institutione e legato, et ad ogni altro

cose che se facesseno, o se

tutte e singule dichiara

per tutto

alie-

ragioni per esso

et proibisse et

che

sopra ha

predetto

contrafacesse

alienatione

fatto.

di

o altri de quelli

e allora

le

il

et

n per

indirectamente

beni e

Don Francesco,

et descendenti etc.

figlioli

cosa

nasciuti di legittimo

che

lo

Hip-

V^olendo

n ogni altro che

vadono de primogenito in primogenito,

et

ordine et forma

soi

alcuna

ordina e dispone

ragione lassati ad esso

cesco

perch esso signor Codicillante mosso da

vole

capita.

morte o inslitutione

che se presumesse che

donare o altramente

divieta) ogni contracto et acto per

na tione

modo

raegliore

n disponere in ultima volont per via

per causa

modo
o

vul-

prohibendo esso Illustrissimo signor

et

gnor Codicillante ad esso Don Francesco


in tutto

et na-

pupillariter

Reverendissimo signor Don

et

questo avesse auctorit directamente o

stamento

in caso

et naturali

soi figlioli legittimi et naturali,

dispensa o commissione di alchuno signore

per alcuno colore,

Don Francesco

per ogni

et

esso

substituisse

li

stirpes et

nare n dare in pagamento


di

soi discendenti

per alcuno tempo per esso Don Francesco

che mai

come

Don Hercule o

lo Illustrissimo

soi

Codicillante,
soi

maschi

Gglioli

expressamente dcchiarando
o

cos ad

per Gdeicommissum

gariter et

Et

ogni caso a lo ultimo

allora et in

et

matrimonio

legittimo

sciuti di

che semquando in

di sorte

masculina de

la linea

alchuno non se ne ritrovasse


che

successione.

nasciuti di legittimo matrimonio, talmente che

legittimi et naturali

di loro

grado in grado

altro se osservi de

l'

uno

in

CODICILLO

potesse dire

comanda

ordina

de

essere stato
et

siano et debbano essere nulle et

vole

de

che

niuno

ALFONSO

DI
valore

senza

raomenlo

efficacia o

a?ocarc et recuperare

ragioni

doppo

che

autem

suo testamento

do-

alienanti,

tali

morte de

la

beni

tali

se possano

a la successione de

chiamati

non expeclala altramente

nanti o disponenti. Tutte

71

che incontinenti

donate o lassale

per quelli

nanti o disponenti fusseno

FERRARA

DI
et

che fussino cos alienate

et ragioni

et

DUCA

I.

beni

tali

essi

cosi alie-

disposilioni fatte in esso

le altre

esso signor Codicillante pienamente et

cum

piena

ragione, et per certa soa scientia le conferma.

Et questi
et se

per Codicilli non valcsseno

comanda

valere,

comanda

soi Codicilli esso signor Codicillante

che vagliano et debbano valere per ragione

et

modo

vole et

via

per ogni

et

al-

ragione et causa che possiuo valere. Et

comanda che non

opponere vel

debbano valere per ra-

gione et forza de donalione per cagione di morte


tro migliore

et volc

Codicilli

valeranno o non potesseno

che vagliano

vole

et

non

forza di

et

se

mai contrariare

possi

li

excipere o

conlravenire etiam per causa che non fusseno ser-

vate le debile solemnitade, interponendo

piena pienissima et
stade che ha,

suprema

per qualunque

et

derogatione d' ogni cosa contraria

ad questo etiam

la

sua

la

sua

authoritade et podo-

modo

pole

usar

et tutta

cum expressa
modo li po-

che per alcuno

et

tesse obstare.

Io Alfonfo da Este

Io

Duca de Ferrara confermo com de sopra.

Tommaso Mosto

presente

fui

ali

soprascripti Codicili et pub-

blicatione de queli, et ala sotscrizione del prefato S.

mi sono

et in fede

lo

leronymo
Duca,

ala

et

et

solo soscrilione del prefalo

mi sono solo schripto.

fede

et in

Li presenti sopra scritti Codicilli

gnor Codicillante

fumo

de soa concessione

fatti

letti

per

il

prefalo si-

et pubblicati

Baptista Sarracho notaro pubblico Ferrarese. Corrente lo

nostro Signore Messer lesu Christo


tro, Indiclione

Ferrara

Ziliolo fui presente ali sopra soscripti Codizilii et

pubblicationc di quelli
S.

Duca

sotscriplo.

seplima

in Castello

Vecchio

fato signor Codicillante:

furono sottoscritti da

a d

Elda

sua

la

poi

mi

mille cinquecento trenlaquat-

vinte
io

per

anno del

otto* del

mese de Octobre

in

casa de la Residentia del predetta

Illustrissima

publicatione incontinenti

Signoria

roano et de soa volont; successivamente da

li

de

soa

soprascritti

propria

messer

DONAZ.

72

Thomaso
pradetle

et

E CODIC. DI

messer Hieronymo

cose, cos

ALFONSO

I.

Ziliollo

leslimonij

chiamati, richiesti

pregati

et

ec.

ad tulle
de

le

so-

bocca pro-

pria de esso signor Codicillante.

(Luogo

del sigillo)

Ego Baptista filius D. Ioannis Andreae

de Sarachis, pubblicus Apo-

stolica et Imperiali authoritate notar ius Ferrarien.

ptorum Codicillorum ordination


scritionique praefati
factae

notam sumpsi

D.

Illustrissimi

Codicillantis

eamque

sic fieri vidi

ideo hoc praesens publicum

subscriptionibus roboratum exinde

conferi

signoque , nomine et cognomine meis

solitis in

fidem

et

manu

propria

Testium subscriptionibus una cum

aliisque dictorum

Testibus praesens interfui


et in

Quia suprascri-

eorumdumqite pubblicationi, sub-

ipsis

audivi et intellexij

instrumentum iisdem

subscripsi et publicavi

praemissorum omnium

robur signavi, a praefato Illustrissimo D. Codicillante rogatus

et requisitus.

RELAZIONE
DELL' ASSEDIO DI CUNEO
dell'anno 1557

SCRITTA DA ANONIMO CONTEMPOKAINEO

Af).

Voi.

II.

iO

75

AVVERTIMENTO

breve relazione

Vf uesta

assedio che nel 1557 ebbero

dell'

Cunees a patire dall'esercito di Francia

che n'ebbero

debb'esser considerata

di quegli sforzi

che

tamente contro

le

il

e della vittoria

come

esposizione d'uno

popolo italiano andava facendo isola-

armi straniere

dopoch

diluvio de'mali,

il

sceso dairAlpi coU'esercito di Carlo Vili, aveva addottrinato


gli

uomini

buon senso

di

combattuta sino
per forza
tire di

1559,

al

che sapesse

che

l'essere

propria patria.

nella

esuli

popoli a s stessi

nella

mancarono

principe

quanto scarso

di quelle doti

culcassero

gli

il

nostri

le

il

Piemonte,

regnava in questa

ricco di

private virt

che sono sostegno ad un trono

di far

precedere

ai

soldati che con-

come

cosi fece
in

il

Francesco

re

una dieta

narrano

contendendo a nome

presidente Poyet cogli oratori del Duca, e sentendosi

stretto dalle

parler;

III

Non

principi ai popoli.

avvocati che persuadessero od appannassero

menti degli uomini

gli storici

Carlo

Usava allora

vacillante.

1336

guerra rotta nel

provincia un

del re

dominio

del

furono dapprima vinti


non tardarono per troppo a sen-

poich lo scritto ch'or vede la luce, concerne

dir

le

frutti

se gl'Italiani

per menzogna

mancarono

amari

sugli

In quella quasi continua guerra che dal 1494 fu

straniero.

loro

ragioni

esclamasse

trovianw nei nostri

libri

alcun

Il

roy veult ainsi. Cui rispondeva

il

n'en

fault

Porporati

testo che parli di questo.

plus

Noi non
Il

Duca

AVVERTIMENTO

76

avrebbe dovuto vedere che se vivevano

vivevano pure

di Pier

spiriti

gli

midit, noncI: chiamar all'armi

pubbliche

lettere

rendersi
invili
s

a non

del

prime armi

tosto scesero le

Piemonte

ben rispondevan
scellerati,

il

nella sua ti-

a cedere

ad ar-

Un s nuovo comando
macchinava novit: e non

tentar difese disperate.

rata peste, accoltasi sotto


togliere al

ma

sudditi, gli esortava per

26 febbraio 1536

deboli, tolse vergogna a chi

Brenno,

odii di

gli

Capponi

le

Bolleri

le

Francia

di

insegne

che ogni pi scelle-

sua antica indipendenza.

la

procacciava

straniere,

si

reo fine

opere; centinaia di banditi, retti da due

ed

il

Torresano, nati ambedue nelle

fini

Cuneo, rubavano, uccidevano incendiavano gridando viva


Francia: udiva il re tali iniquit, ne accarezzava gli autori,
di

li

esaltava

a'

primi gradi nella sua milizia; operava che

Bolleri fosse eletto vescovo di Reggio

danaro

il

Torresano pei

ceva squartare per

commessi in Italia
commessi in Francia.

delitti

delitti

il

premiava con onori e


,

poi lo fa-

Immanit non minori vedevansi d'altra parte per opera dei


e giunsero a tal segno che le
difensori mandati da Carlo V
terre del Piemonte che avevano pi forti uomini ed alzavano
;

tuttora la bandiera di Savoia, ripulsando Francesi e Spagnuoli,


si

ridussero a difendersi colle proprie armi e stipendiar sol-

dati Piemontesi.

Tra queste and distinta

la terra

quale, dovendo l'origine sua ad


nel forte sito che alla
il

nome

della citt),

dopo

poi citt, di

un pugno

di

Cuneo;

la

contadini ridottisi

foce del Gesso nello Stura (d'onde


uccisi

signorotti violatori dell'onor

delle famiglie, poi cresciuta tra guerre continue duranti quat-

tro secoli e mezzo,

berto

allora serbavasi fida ad

che nelle Fiandre

Premio

combatteva per

1'

Emanuele

del valore di quei cittadini fu la vittoria; poi

Francesi

d' allora in

poi ogni qual volta

lo

sforzo

Luigi,

il

del

XIII,

re

di

Enrico

XIV,

XV

Cuneo
II

si

di avere

(1542-57),

pri-

il

vilegio, dato loro direi quasi dal Cielo, di ripulsare le

ch vanto bellissimo

Fili-

antico dominio.

armi

presentarono. Poi-

due volte fiaccato


poi

quello

dei

tre

(1639, 1691-1744). Gli ultimi anni

AVVERTIMENTO
dello scorso secolo

77

videro offuscata questa gloria: la citt,

ceduta a Buonaparte per

infausto trattato di Cherasco

l'

difesa invano nel 1799 dai Francesi contro

le piazze

non sarebbe

soli dieci giorni di trincea aperta

del presidio

fossero aggiunte

si

dopo

tadini. Pochi anni


di

Francia

di dire vedesi che fu

il

dopo

al valore

valore dei cit-

da un codice contem-

tratta

ma

dagl'idiotismi e dai

presso

ma

copia pur ne conosco,


il

ed

le forze

ed

modi

Piemontese e presente alla difesa. Co-

desto codice io lo conservo

se alle forze

per decreto del ripristinato dominio

La presente relazione Tho


poraneo. L'autore anonimo,

Gioffredo

stala resa la citt

famose mura di Cuneo furono atterrate.

le

fu

Io

ma pure

grandemente vantaggiossi soprala difensiva;

in quest' ultimo assedio

Austriaci.

di quel secolo l'arte dell'espugnar

seconda met

so, che nella

gli

di et

me

di

men

e qualche

altra

Fu noto al
libro XXI della

remota.

quale ne fa menzione ove nel

Storia dell'Alpi Marittime parla di quest'assedio, e riporta

sommario che qui

leggesi in

tanta analogia con tutte

Aggiunger che

calce.

il

per la

narrazioni contemporanee, meri-

le

anonimo: e che quan-

tano ogni fede

tunque ora

arringhe degli storici sian tenute in conto di

le

fatti riferiti

bugiarde eleganze

Governatore che
glioso di farle

le

queste

dal nostro

porgeva

me non

paion

tali

poich

il

era avvocato, cio abile e vo-

e quali leggonsi qui

trovansi pure nella re-

lazione dello stesso assedio, che (dedicata al Conte di Masino,

luogotenente di Emanuele Filiberto


nell'anno stesso del 57

ed

libro

vidde la luce in Milano


irreperibile piuttostoch

raro; e forse neppur sarebbe conosciuto

non r avesse riprodotto

se Teofilo

Parteno

ne' suoi Secoli della Citt di

Cuneo.

Carlo Promis.

79

LA VERA DESCRIZIONE FATTA DI GIORNO IN GIORNO DE L'ASSEDIO ET

IMPRESA

DI

VITTORIE OTTENUTE CONTRA DE'FRANCESI

CUNEO, ET

DA GLI CUNEESI ET PAESANI, l'ANNO DI NOSTRA SALUTE 1557.

1557 d'Aprile. Venendo nuova a quelli


erano

Illustrissimi et Escellentissimi Signori

dalli

zasco governator del castello di


fano Doria

Figaroa

(3),

al

della

Lengueglia

circa 100 soldati,

ma

torre ossia castello

FruzStef-

et

il

il

zasco. Cos
terra. Li

si

per aver soccorso de soldati.


il

Signor Pantaleo

Mario de Ravenna con

Et

(5).
il

il

con dinari

puotelero aver salvo

al

numero de 600

il

la

Cardinal di Trento,

Puodest de Milano, che

(6)

Signor Colonnello Doria et


trovorno

a Genova al Signor

et

non puoterno entrar per esser gi presa

de Roccavione

somma non

In

(4),

Capitano

Signor collaterale Carlo Malopera


intrar.

Signor Conte

mand per soccorso

che governator de Milano, mand

mandorno

Signor Marchese di
di

imbasciator di sua Maest

detto Signor imbasciator

Conte

il

al

(2),

Leyni

de

Signor

Cuneo che Francesi


(1), mandorno

Nizza, al Signor Colonello

Pescara, da Monsignor della Trinit

Il

di

Querasco

espugnazione de Valfener e

alla

li

il

manco puot

cento

soldati

che

Signor Conte di Fruz-

fanti, oltre

erano ancora dentro circa 150 contadini

li

atti

uomini della

a adoperar le

armi, e far ripari e simili bisogni.

Valfener fa presa nell'Aprile del 57: del qual fatto io vidi in Siena
dotto e gentile Sig. Gaetano Milanesi una Relazione della presa di
Golfonara in Piemonte , scrilla da Girolamo Roffia ad Andrea delli Agli (ms. in
(1)

presso

il

10 carte, che sembra autografo, ed appartiene


cesco Calenl

di Colle).

Il

qual

nome

al Sig.

cosi guasto

Canonico Pier Fran-

da codesto contemporaneo

scrlUor Toscano, analogo assai a quello di Gualfinara datogli dal Guicciardini.

Cherasco fu presa d'assalto nell'Agosto

(2)

Giorgio Costa.

(3)

Signore di Dolceacqua, Colonnello generale del presidio

(4)

Andrea Provana.

f5)

T. Inferiormente sotto data del 5 Maggio.

(6)

DI antica famiglia Cuneese

Nizza.

fu pi lardi senatore in Savoia.

RELAZIONE

80

Esortazione fatta dal Signor Governatore

Signor Governatori con

Non mi persuado

con

crescervi

la risposta.

(1)

capitani,

alli

offi-

radunati in casa d'esso

et alli principali della terra,

ciali, soldati,

Al i di Maggio 1557, sabbato.

compagni e fratelli, acmie parole ardire e fortezza, perch crederei

le

gi, valorosi miei

ma

veramente

(X

solamente per intender da voi se rallegrar mi posso della bella

occasione che ora

mondo

alla virt vostra far

gran torto;

la fortuna vi

apporta

ho chiamati

io vi

prova

di far fede e

al

del vostro valore, la quale ciascun di voi deverebbe aver

pi cara

bito ch'avete

possete dimostrar

che tenete

d'

ogni ventura

di

perch da una parte

con Tlllustrissimo
il

spinge

vi

per

nostro Principe,

calore dell'animo vostro; e l'altra,

estinguer la gloria francese

tempi nostri e sopra

de-

il

quale

desiderio

e far delle spoglie loro

mura

nostre

il

il

e vi

nclli

debbono Tallre

mici erano pi gagliardi e numerosi

di

guardia

bastano.

battere, nodrita nelle armi continuamente, et anco in maggior

ripari;

le

onorati trofei

nondimeno
scelti e

soldati

Ora vedete

vi

ne-

e voi pi debili di gente e

Ora abbiamo per nostra

diffendesie.

e tanti che per diffesa

sperimentati

nel popolo la giovent

Sicch

quando

volte acquistate vittorie sovvenire,

ci

maggiore nata a com-

non

alcuna cagione

fortezza questa terra ridotta.

temere, puotendo da noi diffenderci e sperando da' nostri soccorso,

c(

senza

il

di

quale V Illustrissimo Signor Marchese di Pescara lunga-

mente non

ci lasciar.

N che

tanti altri luoghi si siano perduti,

nuovamente Valfenera e Querasco vicini nostri vi spaventi


che ci non avvenuto per forza o virt del nemico, ma per
una sprovveduta disgrazia di quei presidii, a' quali sono infeli-

cemente caduti

Poi

e l'amore che al Principe vostro portate. Quivi non grida

or

ripari;

per voi combatte

il

che non occorso in

la giustizia.

questo luogo,

Vi deve accendere

oppressione tirannica, non sparso sangue a torto

vostra sta fissa nel cospetto d' Iddio

la

il

ma

la

Era Governatore

il

Cielo

solo la fede

quale molto ben rimira

ragione che abbiamo di combattere e diffenderci, et

(1)

libert,
al

Conte Carlo de' Signori

di

Lucerna nelle

il

gran

valli del

Valdesi, petto e senno pari ad ogni evento. Datosi dapprima agli studi, poi
professore d'Istituzioni Civili nell'Universit di Padova {Facciolati. Gymm.

Patav. pag. 135), senti che in guerra meglio si serve la patria colla spada
che col codice; e fallosi soldato, fu principale strumento della salute di molte
terre del Piemonte.

DELL'ASSEDIO DI CUNEO
hanno

torto che questi


((

che, godete

fratelli,

volerne opprimere e tiranneggiare. Sic-

di

che anch'io godo

veder rappresentarci occa-

di

opportuna nella quale possiamo

a sionc

prova della nostra fede,

far

mani pi

Godete, che venuta l'ora, che

tre, e

ff

standovi onor sempiterno et immortai fama

le

che senza altra replica,

e Ja terra diffendere o lasciar

giorno radun similmente molti

in

oro se non con

questa forma

con

tutti gli

quale abbiano a far

cito

non

Per

vita.

sete voi

che

Miei fratelli

non

prova del fuoco, e

confermarmi

questo periglio volete che

lo

del vostro valore

voglia

qual cosa

la

la

fece

lieto

quali

finezza

la

pcrfczion dell'uomo,
li

manda

suo

il

Iddio.

Principe

se gli appresenta, per

il

prova. Io, intendendo che l'eser-

ho volsuto qui

per

congregarvi

purit della vostra fede

la

cose

n che Iddio che stato

abbandonarvi. Vedo

stipendiati da voi e divenuti

a voler con

l'arme

in

mano

che

soldati

ormai

di

sono gi

fa

e porre la propria vita

sono, dico, deliberatissimi a combattere ed

dimostrare quanto importi

in simil

al

Principe

caso l'amore eh'

e'

nostro

suoi soggetti

questa vita rimanere contenta se non

quanto

i'avcr da offerire; sicch non

in servizio del nostro

Signore
vi

et

per salute de

compagni

vogliono con ferma deliberazione farvi scudo.

nel vostro travaglio

tutti

voi

dofete smarrire vedendo tanti

'<

Ap. Voi. n.

anni

tanti

sono prontissimi

del vostro onore e de' figliuoli

((

me non ha

conosca.

si

non mi defido punto


sempre con voi, ora

Cuneo

difi^endervi

per salvezza della vostra robba

hanno. Ed a

l'islesso

soggiunse

conosce

si

verso

fedeli

rivolgo alle passate

gli

com-

di

fede che tengo delli animi vostri, e sapere se in

la

quando mi

di se stessi

sopraviene

ufficiali

fdelissimi

de' soldati,

soldati

ai

quando alcun travaglio

Francese ne

finito di

delti principali della terra, ai

deveno sbigottir

si

Go-

lor

il

sempre

salvo che con la isperienza delle Iribulazioni che

Onde
come

fece

li

pena ebbe

slati

dell'animo

maniera

la

sua fede, e voler combattere

la

la

Signor Governator, certificato

dell'

erano

che

mondo

battere, e far conoscere al

anche

animo

Duca, e che erano deliberatissimi

soldati e sudditi al Signor

avendo ragionato nella

d'

detti capitani

e soldati rispuosero concordi:

<r

forti dell' al-

valorosi soldati al parlar che

li

vernatore; e tutti pieni di ardor e

il

vostre

nostri animi pi d'ardir pieni saranno conosciuti, acqui-

Si rallegrorno

dire,

81

che per salvar

E
11

voi

di

loro slessi

riputate che Iddio

RELAZIONE

82

eoa questo mezzo

di

perpetuo onore

abbia apparecchiala una corona di gloria e

vi

Detto ch'ebbe Monsignor di Luserna queste paroh,

di

somma

contentezza

del loro Governatore


a

Non

ci

sidii de'

apparendo per quelle

fu risposto in questa

li

la

nemici circondati

condotto da Monsignor di Brisac,

torioso e fortunato capitano

portar

Valfenera e

poter essere soccorsi, perch abbiamo

fortuna in

Querasco

di

che a guisa

mano; n

onde

poco

rende pi

si

tutti

che dar fama

odore, non che al pari

((

tale

forze nostre e quanto

fedele,

sime ragioni e del Principe nostro

et

si

sentito

sia

d' altro

et

Cuneo

ma

che essendo stato altre volte occupato

dove se ne riport

tal vittoria

della liberazione di tutto

il

(per grazia

d' Iddio)

Piemonte

il

di

Cuneo,

che fu cagione

paese, e ridotto alla prima ubbidienza

suo padrone. In segno e memoria

di tal vittoria fu fatto

quel

Comunitade qual dice: notum sii cunctis


QUOD cuNEUM EST CAPUT PEDEMONTis. Cos spcro S ratificher
questo detto venendo l'esercito Francese sovra di noi, e causer
(con Tagiuto d'Iddio) nuova restituzione di tutto il paese all'Esceldetto nel suggello della

lentissimo

Signor Duca nostro Emanuelle Filiberlo

salvi et prosperi .
si

le

sua persona

la

stre di

sopra

ragione alcuna. Si ritrova nelle croniche no-

da nemici, venne l'esercito per espugnar questo luoco

f(

per

le nostre giustis-

te

del

tirannicamente del suo sialo

c<

di

qualsivoglia popolo

da quello che non ha superiorit sopra


stati

modo

il

acquistarne onor

d' altri

sperando che Iddio protegger e difender

n sopra suoi

la perdita di

difficile

vincere e morire se Ba bisogno

liberazione di combattere

quel Principe al quale siamo nasciuti sudditi

di
vit-

salda ed immobile de-

ce

c(

Cesare pu vantarsi

di

d terrore

ci

spogliato

la fede

un potente Re

e ritrovarsi ora di

Francia l'esercito contra

prodezza e

maniera brevemente

impaurisce, Signore, vedersi lungo tempo gi da'pre-

la

quali a

le

nondimeno furono

quello animoso popolo, bench fusseno superflue,

qual Iddio

Molte altre cose furono dette, che per brevit

lasciano. Cos ciascuno

dimostr cuore

provisioni e distribuzioni, universalmente


tere armati di speranza in Dio

di

fatte le debite

deliberorno di combat-

nostro infallibile diffensore.

Poco innanti furono mandate ad


donne da certi suoi parenti et amici
aveva da venir alla volta

di leone
si

Cuneo,

invitar
,

alcune onorate gentil-

quali sapevano che


offerendogli con

le

il

campo

sue fami-

DELL'ASSEDIO

CUNEO

DI

non voler dentro aspellar

glie liberl sicura di uscire, esorlandole a


l'

ultimo esterminio del fuoco

spada

della

83

e perdila

dell'

onore.

fu risposto che dentro erano pi liete e securc che se fossero

Tili

fuori

donne attendere a defender

e che volevano le

commessa
messo

la

chiamata

della terra

delTenderebbeuo

il

compagnie

il

Teodoro Albanese. Contro


Chiesa,

il

Scaramuzza,

il

quella

Mon-

Capitano

di cavalli lingieri dil

uscirono

e quella di

Capitano Battista

et altri officiali,

con molli

soldati,

cappella di Santo Bernardo, che di l

sin' alla

dal flume di Stura; dove ne

come da

Busca

in
,

Marcantonio d'Asti, l'AlGer Francesco

Rubato, TAIfier Lorenzo Sicca,


alla

\8 ore. Incominci

di (]entallo

de' quali

Capitano

le

a Cuneo. Prima giunsero le

Mola governator

Lunga governator
signor deMontemal conia compagnia

del Signor Pierre

della

circa

campo Francese soUo

Monsignor della

di

parte a loro

(1).

2 di Maggio 1557. Domenica

lli

a presentarsi

la

come l'avevano pro-

Hivazzo, e

furono morti parecchi Francesi

da

uno capitano, et uno soldato


menomo dentro prigione che malamente fu ferito; senza offesa delti
usciti, escetto uno servitor del Signor Governator, che fu ferito d*una
piedi

archibusata

cavallo, tra

della

ponte sovrano

di

quali mor

quale

n'

Da

guarito.

Stura. Usci

(2)

con alcuni soldati mandati per abrusiar


il

che fecero prestamente,

poi occupati e ritenuti


sediati
li

grandemente.

da'

ma

poi

si

mand

la sera circa le
li

edifici! vicini

non puotero abrusiarli

Et avendo

penuria de farine

et a

mano 27
,

de' quali

prima non

vi

tal

era pur uno.

donna delli Malopera


nell' arrivare che fecero
Francesi
Invitala per un lamburro dai suoi parenti e da un suo genero, ch'era
con
nemici di uscire della citt e di ri^prsi in luogo sicuro li facesse
risposta, come gi aveva fatto Leonora Rabbia nel tempo dell'assedio d'Annebaudo (1342) ad un altro che le fece il simile invito; cio che se fosse

lina gentil

e mancandoli

Del valore delle dorme Cuneesi e della bella loro risposla, cita MonDella Chiesa questo particolare esempio
Si dice che

(1)

quali

gli as-

erano molini, tra da cavallo

signore Agostino

li

molini, fu dato ordine con diligenza a fabbricare di dentro in


vi

il

di notte

alla terra;

tulli;

nemici strinsero e danneggiorno

maniera che neir ultimo dell'assedio

rovinar

2 ore

fuora

ella

Manca

sarebbe

altro luogo .
(2)

rientrata,

polche

si

Relazione del Piemonte,

nel codice

il

nome

di

teneva pi forte

MS.

codesto capitano.

ivi

che in qua!

RELAZIONE

84
Maggio. Lune

Alli 3 di

contro de'quali uscirono


,

aperta tra

ponle

assalendo
vello
in

di

sopra

fiume

et

Capitano Sinigaglia,

ammazzatine parecchi

menomo

9 ne

dove ne furono poi penlili

dove

tutta

annegavansi

con

il

luocole-

rimandorno

li

messero

la

fuga,

la

governator di Ro-

sua compagnia,

la

pensavano salvarsi con

nella pianura

della Stura

sotto

nenle prigioni in Cuneo. Et avendoli svalisali

campo

il

Scaramuzza

alla

et quello di

che veniva in campo con

luocolenenle del Capitano Terriga

il

rotta, e quei che

nel

Capitano Baltisla

con alquanti soldati

l'Alfier Sicca
il

Francesi venivano tuKavia in cannpo,

i).

il

tutti in

mal trattamento
che fecero a quelli che venivano col Capitano Mcnicone per soccorso.
Oelli Cuneesi usciti
ne fu duoi feriti et uno morto.
Dapoi disnare, venne Monsignor della Mola con duce compagnie
de Guasconi et una de cavalli dalla banda del monastero delli Angeli
,

inlendendo

il

verso Gesso

per stringer sopra

contro de'quali salt fuori

cantone del Baslion

il

Capitano Battista,

il

dell'

Olmo

l'Alfier Richiardino,

l'Alfier Sicca, l'Alfier

Anrieto (2), con molli soldati, alla Scaramuzza,


due grande ore scaramuzzorno conlra queste tre
compagnie; dove che di Francesi morirono uno Capitano Battista
da Novara et uno Alfiere con molti altri soldati. De* nostri solo furono duoi feriti
riducendosi a salvamento con presa de cavalli
e per spazio de

Mentre che scaramuzzavano

de' nemici.

ponte

di

Alli k di

Menicone

(3)

Maggio. Marte. La notte


con 77

Monsignor
zeri

li

Cuneesi rovinarono

fanti

parli da Fossano

si

mandati per soccorso

Capitano

sano, trenta e sette ne fu tra morti el prigioni,


quali ne fu uno di Cuneo. Pure

del sole entr in

Cuneo con 26

quelU Svizzeri. La venuta

Oggi giunto

il

il

fanti,

(1) Cosi

gli

impiccorno,

non senza danno e morte

dell' esercito

sono segnati nel MS.


,

li

valente Capitano nel levar

cio

numero grande de

Capitano Gio. Domenico Grasso

(iiaIcKo del paese

il

di

questo capitano giov molto.

di

resto

Svizzeri e Guasconi, con

usc

11

dall' Illustrissimo

della Trinit
passando per il campo dove erano Svizcombalterono animosamente per parte ritornarono in Fos-

tra

il

Gesso.

come pure

in

Italiani

l'Alfier

(2)

Idiotismo gallico di Enrchelto.

(3]

Domenlcone Giordano, Calabrese.

Francesi

Francesco Rubato

giorni della seltlmana

Spagnuolo ed

cavalli; contro de' quali

in

come

Limosino.

dconsi fn

CUNEO

DELL' ASSEDIO DI
con alquanti soldati
de'

loggiameuti

Alli

di

Ambrosio. Nel prender

dalla parie di Santo

molli de' Francesi ne furono

furono 9

usciii

feriti,

ma

85

feriti

e morti. Degli

non da morte.

Maggio. Mercuri. Li Francesi occuporno

ch'erano vicine

rimpelto

al fosso

le

trincere

mandorno

Baslion dell'Olmo, e

al

uno tamburro a parlamento per parte de Monsignor Luigio Mochia


et Monsignor Gio. Antonio d'Aceglio, tutti duoi di Cuneo (che a caso
se ritrovorno fuori),

terra

li

pregando

Parte del

campo and

alla torre

il

situato nelli

monti alpennini

et

e tiene

passo de

il

sic

passo de Nizza

che non

o vero castello

Cuneo

circa k mi-

poco danno a Cuneo

fa

Maggio. Zobia, Li Francesi battetero

Alli 6 di

con 3 cannoni.

Giuseppe Alion
a cavallo

tolti

verso Stura

tempo

Uscirono

ritomorono con duoi prigioni

Alli 7 di

si

andava

fuor del

alla

campagna aperta

la torre

castellano

il

le

l'

altro

si

de Roccavione:

Lionardo Mogliaca,

rese.
soldati verso

fosso.

loro trincere

il

piano

per far romper una strada per

Et a questo

effetto stettero

maggior parte del giorno scaramuzzando continuamente


nemici avevano

Caporale

uno de Monestarolo,

Capitano Sinigaglia con alquanti

nella via coperta fuori del fosso

quale

Maggio. Venere. Battevano ancora

che era dentro con forse 30 compagni


i4

il

delli usciti.

ch'ebbero 3 cannonate,

Usc

de nemici scaramuzzarono lungo

fanti

danno alcuno

torre de Rocca-

e della terra propria,

quali scorsero nelli prati

con cavalli e

le

Sicca

l'AlGer

fuori

con alquanti ottimi soldati

Centalk), senza

tirate

la

torre

lontano da

Fossano.

vione

di

uomini della

et

de Rocca v ione con 5 cannoni

Nizza. Questa

per occupar

glia

Signor Governatore

il

piacesse ascoltarli: sopra di ci fu fatta consulta e risposto.

indi

lontane

la

la

perch

lunghezza d' una

picca; onde ne rimasero de' Francesi molti feriti e morti, et de' Guneesi duoi feriti et
11

uno morto.

Signor Governatore fece intendere Monsignor de Brisac per

uno tamborino venuto


(he non

che

li

li

a chieder

li

prigioni

eh' erano

in

Cuneo

mandasse pi alcuno trombetta ne tamborino; altramente,

farebbe ammazzare.

RELAZIONE

86
Uscirono fuori
ii

Caporale

la

Anrieto

noUc seguente,
Basso

con

Caporale Andrea

il

molti

soldati

dalla

Poma

parte

et
del

piano, a tener questa contrascarpa e gli nemici lontani dall'argine


del fosso: il che fu fatto, valorosamente tutta la notte combattendo,

con perdita

AIH 8

di

uno solo

delti usciti.

Maggio. Il Sabbaio da mattina. Francesi incominciorno

di

campanile de Nostra Donna del Bosco d' ove recevevano


molta ofifesa n perdonavano alle torri et alle case eminenti. In

a batter

il

27 cannonate smozzorno detto campanile.


Incominciorno ancora battere il ponte levadore
porta di Santo Francesco, con tre cannoni

n cessorno
battevano

Cuneesi far

riparo dietro

il

il

bastion della

il

ponte levadore, d'ove

gridando sempre viva Savoia; onde ne furono parecchi

questo d sin air ultimo che

n notte

che non tirassero de

averli tiralo pi

Fu

et

dalla mattina alla sera;

morti dalle scaglie.

feriti et

Da

li

partirno, non pass

si

mai

l'artellaria in questo bastione. Si dice

de 500 cannonate.

una cannonata dal suddetto bastion di San Francesco,


che smont uno delli 3 cannoni che tiravano nel detto bastione.
tirata

Francesi diedero principio ad uno cavalliero dalla parte del Gesso,

sopra

riva, rimpetto al Bastione dell*

la

Olmo. Subito che

li

Cu-

neesi s'avvidero di questo disegno, providdero con ripari e traversi


al

danno che puoteva seguire;

inutile

perch quanto

reparavano
traversi

d e la notte.

il

con gran diligenza

si

che

tal

essi l'alzavano,

sol in

fortificava,

il

cavalliero

detto

rimase

tanto contr'alzando dentro

quel luogo

rovinando case

trincere, rinforzando parapetti; secondo

ma

in

ogni parte

facendo cavallieri,
il

bisogno ciascuno

staseva attento nel suo quartiero.

Alli 9 di

Maggio.

La

Dominica.

Usc l'Alfier Sicca con alcuni

andorno verso Stura, onde


uno soldato nominato Messer Fi-

soldati a cavallo dalla parte del piano;

scaramuzzando casc
lippo Provana
et

il

il

cavallo a

mezzo

nemici

de'

cavallo per le redini

piuttosto che lasciarsi dietro


dersi tutti

alcuno.

ma

con

la

pigli la sella sopra le spalle

aitandolo a questo suoi compagni, quali

uno

Iddio

di loro in pericolo

grazia

si

salvorno

volevano per-

senza

danno

DELL'ASSEDIO
Balletero

una

torretta verso Stura

dava, (ia'Franccsi detto

AUi 10

di

gabbionate

dal Gesso

giorno

dice in

si

luoghi, cio nove di

li

dove

erano
li

cantone

erano k cannoni

di

danno

alcuni Francesi a riconoscerla con suo

et

una

di

qua

dur tutto quel


mqra. Vennero poi

batteria

la

grossi,

Gesso sulla riva, e in

l dal

cannoni per gabbionata

tre

il

Quaranta, con 13 cannoni

dove rovinorno quindeci trabucchi

bastione che la circon-

il

Maggio. Lune. Nel far del giorno batletero

posti in quattro
tre

et

87

Bastion Verde, per esser fatlo di terra.

il

Santo Ambrosio, dove

di

CUNEO

DI

e vedettero tal pro-

visione, che non volsero poi dar altro assalto. Tirorno quel d pi

de mille cannonate. Battevano con tanta furia che non

si

puotevano

contare. Si vide prender nel fiume Gesso

uno che veniva

de Cuneo

Rivazzo, da'soldati Fran-

tosi

il

correndo verso

la

parte detta

il

alla volta

qual s'estim dovesse esser una spia nostra.

Alli 11 di

Maggio, Marte. Fu

ferito

Capitano Sinigaglia d'una

il

iurhibusata in una coscia, della quale n' guarito.

La seguente

notte furono messi fuori alcuni guastadori alla Torretta verso Stura

che scarpavano a basso quel eh' aveva rovinato V artellaria. Cos


feciono al bastion di San Francesco.

uomini per scarpar, perch


Alli 12 di
fier

di

pi altre volte mandorno fuori

continuo battevano.

Maggio. Mercuri. Furono morti d'una cannonata

Ricciardino et Capitano Perotto

tutti

l'Al-

duoi insiema. Di conti-

nuo Francesi tiravano delle archibusate et cannonate. Altres facevano


li Cuneesi. Fu tirata una cannonata dal Rivazzo in una delle tre gabbionate che erano sulla riva del Gesso, che smont

che tiravano

alla porta di

uno

delti

cannoni

Quaranta.

Maggio. Zobia. Francesi lasciorno solamente tre pezzi


Quaranta: passorno il resto in altre parti; cio sopra
piano verso il canton di Caraglio ne messero duoi pezzi, et uno
Alli 13 di

<l

il

artellaria in

n'aggiunsero nel basso


|H)rta di

(1)

San Francesco

di

Stura con

et alla

gli

altri

Torretta,

Idiotismo militare, dal francese approcher.

lamente ritenuto

il

vocabolo approccio.

tre
li

che tiravano alla

aprochiorno

(1)

pi

La lingua nostra ha so-

RELAZIONE

88
presso.
ai

molini

sei

Alli k di

Stura

cannoni ne messere ancora nel basso

Stura

di

presso

rimpelto alla porla di San Francesco.

Maggio. Venere, Francesi ebbero un' a

secondo che da noi

puoleva comprender.

si

uno soldato

bastion di San Francesco

del Vernante

1*

arma de

l de

gi dal

Si cal

fingendo esser

de sentinella.

Alli

15

Maggio. Sahhato. Usc

di

piano verso Gesso


sotto al bastione
usciti

il

dell'Olmo:

quali

li

volta quella sera

per riconoscer

spada, in giuppone. Usc

Alli

meglio

di

Sant'Ambrosio, dove era

il

gli argini loro e le trincere,

guardia

cantone

il

e quivi 4 n'

con alquanti soldati

quartier

della piazza edificata

chiamata Pellerino
giorno

e molti ne ferirono; portorno


delli usciti.

una loggia sopra

dimeno, percuotendo

in

edifcio

quale aveva
si

la

rest

che a pena

una sola

catena della

in

mezzo

da' Cuneesi

venditori foraslieri

d'altezza non pi d'una picca; non-

questa uno solo colpo


,

Era

colonne

otto

erano usati

sotto la quale

tutte le colonne e le basi

parte

dubitando de mina. Ruppero uno corpo

ammazzorno

mercato raunarsi

di

dalla

per riconoscer

Italiani,

delli

Maggio. Lune. Tirorno molte cannonate nelle case: una

Alli 17 di

onde

la

di Caraglio.

tra r altre misse a terra sette colonne del Pellerino.

quando

trincera de' Francesi con

la

dentro molte armi, senza danno alcuno

loggia

cave

dette

li

un'altra

16 di Maggio. Domenica. Usc Messer Giorcino, sargiente del

Capitano Gio. Dominico Grasso

il

luoco, e

il

Cuneesi

li

Capitano Battista con alquanti soldati

il

seguente, per riconoscer

la notte

di

abbandonorno

presero arme, vesti e zappe. Uscirono

quello della Montanera salt sopra

di

Capitano Battista dalla parte del

per riconoscer certe cave che facevano Francesi

berlina

si

fece

andar a fracasso

conosceva esser

stata

delle otto colonne in piede


,

prese buono augurio dal popolo

che
,

serviva

la

giustizia

alla

dicendosi che la ragion del

Principe restarebbe salda.

Alli 18 di
soldati

Maggio. Marte. Usc

il

sargiente Prineto, con alquanti

dalla parte del piano nel fosso

andorno verso

il

canton

di

DELL'ASSEDIO

CUNEO

DI

89

Caraglio, dove combaUetero animosamente e presero da


bioni a' Francesi

che

un corpo

dietro essi gabbioni slava

mandata una

ritrovati fuori);

che

piacesse ascoltarli

li

che

cose che sarieno in servizio di Sua

Eccellenza

Governator

Sopra questo

tra

Signor Governatore

il

non

loro

et beneflcio della

in

et

terra.

li

Vennero

farli risposta.

compagnia de Monsignor

di

disse:

li

onor

Signor

Signor

del

fece consulta

si

a quattro giorni

Mola

della
;

mal grado

dicendo che vorriano

quali fu risposto dal Signor

ai

Cuneo, che mettessero ogni cosa

reria risposta; e

il

direbbeno

li

Signori Rettori di Cuneo; fu risolto

poi de

parlar al detto Signor Governator

Giudice

Messer

et

Cuneo (che a caso s'erano

tenor della quale era, che pregavano

il

Cuneo

di

guardia. L'istesso giorno fu

di

Messer Luigi Mochia

lettera per parte de

Gio. Antonio d'Aceglio, tutti duoi di

Governator

gab-

sei

lirorno nel fosso, dapoi nella terra, dove

li

che se

in scritto,

fa-

li

guardate chi siate et che cosa scriviate.

Ma

non scrissero poi altramente.


Alli 19 di

Maggio. Mercuri. Francesi messero a basso con uno

cannone una guardiola

o sia garita

la

eh' era

dalla parte verso Gesso, et che molto

sopra

muraglia

la

offendeva. In 19 cannonale

li

gitlorno al basso.

Usc

il

retta verso

Caporale Liono della Chiusa


Stura,

et

and sino

alla

solo, al baslion della Tor-

vigna

delli

Frati per combatter

con uno soldato Francese eh' era nel molino delli Alasi
fatto

parole insieme.

pagno Liono

fuori

vedendo Gianotlo

di

Racconisio

usc ancora lui per agiutarlo

esso Gianotlo d' una archibusala

per

la

quale

n'

ferito, agiutandolo altri

Alti
soldati

20

di

compagni,

Maggio. Zobia. Usc

et lo

il

d'un'arca

poi

desccndeno

(1), fatta

il

Liono, tolse

il

il

portorno dentro.

andorno verso
una riva et vanno

per

ferito

Ma

morto.

Capitano Battista con alquanti

dalla parte del piano nel fosso

dell'Olmo,

per aver

suo com-

dove fu

Francese non volse uscir dal molino. Vedendo questo

il

per riparo dell'acqua del Gesso. Quivi

il

baslion

alla
li

volta

era uno

La parola arca valeva allora nel dialetto piemonlese come gi aveva


il
volgo di Roma e dell' Ilalia antica, un riparo, cio un ared in questo senso occorre non di rado presso gli Scriplores (inium
gine
regundorum, ridondanti (come sanno filologi) di antiche voci plebee.
(1)

valuto presso
;

Ap. Voi.

II.

12

RELAZIONE

90
corpo

guardia de Guasconi, qual lagliorno tulio a pezzi

di

proviso

quali

stavano a golder

si

[sic)

fresco

il

e molli ne ferirono, e cinque ne inenorono prigioni;

un

era
dati.

de Monsignor de Vidamcs

alfiere

volendo

il

Signor Francesco

tra

quali

uno caporale e

Valperga

im-

all'

n'ammazzorno,

otto

tre sol-

condurre

prigione

uno soldato Guascone, fu conslretlo ammazzarlo, perch oslinalamcnte recusava di andarvi, dicendo che non lo condurrebbe mai in
Cuneo. Delti
braccio

usciti fu

Alti 21 di Maggio.

suo tamburro
ni

Sicca d' una

Alfier

l'

22

di

Venere. Francesi

tirorno delle

bastion di Nostra

Alli

ferito

picca

uno

in

della quale n' guarito.

Donna

cannonale
quali

sopra la chiamata
alli

dentro

di

d'

eh'

uno

erano

scoprivano per rispondere.

si

Maggio. Sahhato. Tirorno alcune blle nella torre del

Comune.
Alli
di

23

Maggio. Dominica. Tirorno

di

24

Alli

cannonate

Maggio. Luni. Poco innanzi l'alba

di

Mancino, soldato
mandato alli 21.

sano

il

25

Alli

continui

di

tiri

al

canton

26

Alli

canton

di

Maggio. Marte. Non

vi

Maggio. Mercuri. Usc

di
,

dalla parte del piano

ritorn da Pos-

che

era slato

vi

fu cosa segnalala

salvo

li

il
,

Capitano Battista

nel fosso

con

andorno verso

alil

Caraglio, dove guadagnorno nove gabbioni, e nella zuffa

furono morti duoi

Alli

Menicone

del Capitano

delTartellaria et delli archibus.

quanti soldati

delli

Cuneesi.

27 di Maggio. Zobia. Usc

soldati, dalla parte del piano


fu

infinite

Caraglio.

il

Capitano Ballista con alquanti

sulla via coperta del fosso,

dove ne

morto uno nominato Stefano Giorgio.


Alli

continui

28

29

tiri dell'

di

Maggio. Non

vi

fu cosa

artellarie et delli archibusi.

segnalata

se

non

li

DELL'ASSEKDIO DI CUNEO
30 di Maggio. Dominica, Usci

Alli

91

Caporale Scanello con

il

quanti soldati, dalla parie del piano, nel fosso; andorno verso

canlon

Caraglio, finsero

di

di

una Scaramuzza.

attaccar

alil

Avevano

Cuneesi posto uno cannone da batter muraglia nel bastion della

li

Torretta verso Stura


et

qual era da quel lato rovinato per Tartellaria

avendolo racconcialo, affustorno detto cannone

strada verso
alquanti

canton

il

gabbioni

stavano corpi

dice

si

La

28

et

ne

nostri

li

fu

avevano

posti

continuo

e di

fer

pi de trent'

una

tirata

sola canno-

n'ammazz (secondo

della Torretta, che

nata dal detto Bastion

che

'una

dietro a quelli gab-

suddetta strada

nella

per scaramuzzar con

dove Francesi

buso d'una mina

il

lungo

guardia. Li usciti feciono dar all'armi, et essen-

di

dosi Francesi radunati

bioni

Caraglio

di

quivi era

al

altri.

sera poi, Francesi tirorno infinite cannonate in questo ba-

stione.

Alli

rono

31

di

Maggio. Lune.

nove tra uomini

feriti

scaglie. Gittorno a basso dal

del

Bastion

Al
il

1."

di

suo cavallicro

Donna, dove

li

mezzo

Nostra Donna verso

Giugno.

di

Alla porta

donne

in
in

su

la torretta

canton

il

San Francesco

di

due cannonate

messero

sei

piano

rimpetto

pezzi d'artellaria

eh'

li

presso

gabbioni sopra

Bastion

al

fu-

cio dalle

Caraglio.

di

Marte. Francesi messero

fallo nel

de Nostra

che facevano gran

danno.

Per il bastion di San Francesco fu tirato dentro un contadino


mandato da'Francesi con una lettera al Signor Governator di (]uneo,
che li fece intender come avevano tolto prigione uno suo figliuolo,
ch'aveva dato a balia a una donna della Chiusa era d'et allora
d'uno mese. Fu data la corda in casa d'esso Signor Governator
al detto contadino, pensando che fosse una spia
questo fu la sera
circa le 2 ore di notte (1).
:

(1)

Non

gi perch fosse credulo

ma

spia,

misero contadino

si

per

impeto d'ira,

direi

siccome venne poi a notizia,


ed io riferisco colle parole del sovracitato Monsignor della Chiesa. Maggior
ardire e generosit di tulle (le donne di Cuneo) dimostr la moglie del
Governatore Donna Beatrice di Savoia alla quale essendo stalo riferto
che se non operava che il marito si rendesse , le voleva Brissac gettar nella
citt in una cannonala un suo picciolo fanciullo , eh' essendo a balia nel

quasi sacrosanta, fu coliato

((

il

RELAZIONE

92

mano

misso

Si

a'

ripari, alzando grandissimi traversi per iscon


detto cavalliero, qual dava noia alle

tro dell'arlellaria posta in sul

contrade

per

et alle case

le

di

palle di ferro continuamente volassero

quali le

maniera che gran parte

dimorar e dormire

La

Alti 2 di Giugno. Mercuri,


dalli

delti abitanti

notte

Cuneesi duoi messi alla volta

Alli 3 di Giugno.

Zobia.

La

di

Alli 4 di Giugno, Venere.

notte seguente

Comunit

dalla

di

Cuneo,

particolari gran

somma

ciascuno, e cos

di notte.

di notte

seva

q.

li

di danari. Si

li

tre fuo-

guastadori sono
tolto in presto

pagava

q.

il

salvo che

stati

pagati

persone

da

giorno per

Et a quelli guastadori che uscivano fuori

Giugno,

Pu tumulto

Sabbato.

fece questione per certe panlalere

luogo di

videro

fece cosa segnalata

qual ha

la

si

messi sopranominati.

se

li

da-

3 per ciascuno.

5 di

Alli

si

li

per scarpar quel eh' aveva rovinato V artellaria

ss.

Non

fortificala dentro. Tutti

si

mandali

furono

seguente

Possano.

ghi di Possano, per segno di esservi giunti

tuttavia

era costretta

nelle cantine.

Beneltc, havevano

nella

terra

cio

si

(1).

Francesi preso nel giunger che fecero sotto

meglio
che solo con tal crudelt guardasse di non tirarsi addosso
che quanto per lei non havrebbe spesa una parola per quel
r ira di Dio
fatto, poich bench ella fosse del figliuolo privata, haveva per ancora la
se mai assediati mostrarono ardire ed
forma di farne altri. In somma
animo invincibile, si pu dire essere slati in questa occasione questi di
nobili e plebei
giopoich lutti generalmente huomini e donne
Cuneo
vani e vecchi
et ognuno in particolare
con lo star giorno e notte alla
muraglia et esporsi a mille pericoli oltre all'haver difesa la ripulatione
della propria patria et l'haversi acquistata fama presso tutta l' Italia, dimoDonna Beatrice era
strarono quanto fedeli fossero al loro signore ec.
figlia di Gianfrancesco di Savoia Pancalieri. Inutile soggiungere quanto que

Cuneo

li

fece risposta che facesse pur Brisacco del putto ci che

li

piaceva

ma
,

f(

ste sue parole richiamin quelle di Caterina Sforza.

Voce

(1)

di tela

del dialello, significante certe tettoie di

sporgenti dal

muro

in Panlaleria e Panlhera.

tavole,

oppur tende
Ducange

a riparo del sole e delle intemperie. V.

DELL'ASSEDIO DI CUNEO
6

Alti

canton

di

una mina

Giugno, Dominica. Si scoperse

il

r uno fu Monsignor Luigi Cabale, per

Messer Adriano. Sopra

il

Montanara

Bastion di Nostra Donna

delto moriglione fu

la

capo

in

morto

Alti 7 di Giugno. Lune. Di

nuovo Francesi

mura che

Bastion di

stava sopra

zappe Francesi
con cannonate

il

messero

si

sotto

lo battevano.

il

Et

di

d'una

servitor del Signor

il

una canno-

ch'aveva uno

(1)

per ne mor.

duoi,

feriti

qual n' morto; l'altro fu

la

nata fu dato nella cresta ad uno moriglione


di

al

Capitano Giovan Battista con circa 40 soldati per rico-

noscer delta mina, e per aver lingua: dove ne furono

dato

fallita

Caraglio.

di

Usc

93

sol-

del

scaglia

Giudice.

battetero aspramente

Ambrosio.

Santo

Con

Bastion Torretta verso Stura, et

s'incominci un cavallier dentro

per rimedio della Torretta.


Usc TAlGer Sicca con alcuni soldati
detto Bastione della Torretta

notte

la

che zappavano detto bastione. Et abrusiorno

delti

per

seguente

duoi vastatori

et ferirono

il

quelli

di

gabbioni ch'erano

quivi sopra la strada.

Alli

di

Marte.

Giugno.

zappe. La

della Torretta con

Francesi
sera

tornorno solfai

circa

le

Bastion

22 ore, con

gran

furia tirorno circa 50 cannonate al canton di Caraglio.

Alli

quanti

9 di

Mercuri. Usc

Giugno.

il

sargente Prineto con al-

soldati dalla parte del piano nel fosso, et andati

al

buso

mina fallita , lo empirono sino in cima et ritornorno dentro senza danno alcuno. Perseveravano Francesi nel tirar

della soprascritta

delle

cannonale

et

Francesi domandato

ancora

il

zappar detto Bastione

il
il

parlamento

Bastion Verde
di

La

quel del Poggetto.

per

nero alcuni soldati Francesi

della

per esser

riconoscer

Torretta

fatto di terra.

da

Fu

notte seguente ven-

luogo

il

ch'avevano

zappato nel detto bastione.


Alli 10 di Giugno,

alcuni soldati per

(1)

il

Zobia

Usc TAlfler Sicca con

cio la notte.

Bastion della Torretta

fecero abbandonar

Moriglione, per idiotismo, sinonimo di morione.

RELAZIONE

94
a'Francesi non solaraenle
baslione

ma anco

ch'avevano

luogo

il

zappato nel

primi gabbioni che avevano posli

strada; et alcuni uccisero, altri ne ferirono. Detta

arma

gridata, et altri segni

Alli ti

Giugno.

di

Bastion della
di

l'orretla

fuogo; r una

duoi

delli

12 di

Alli

mandata

il

stelle

si

Venere.

Francesi

e tirorno dentro

ma

vennero riconoscere

con

mano alcune

danno.

n'abrusi

l'altra

nome

Il

dell'uno

Giugno. Sabhato. Venne un'altra spia da Fossano

alli

del presente dalli Signori

Rettori

di

Cuneo

lorno altre pignatte da fuogo nel bastion della Torretta

uno nominato

dentro, mai per

fu

li

possibile

degli uni

agli altri,

non

de

scacciargli

di

gli

git-

baslione,

il

tanto valorosamente

ed

e n' offese

fosse spianato assai d'

maniere facessero prova

mezzo,

In

E bench

Pescetto.

fuoghi et altre

dififesero.

il

pignatte

suo compagno rest fuori per non saper nuotare. Francesi

e con

li

altro Pescetto.

1'

poco

foce

li

la

per

notte,

armali sin quasi giorno.

rimandata a'Francesi integra

fu

Cuncesi

Francesco d'Odino

dello

sopra

sempre

si

che

il

era pi

parapetto, che pi volle l'avevano refatto.

pegolate
al

con solfaro

fuori

Alli

continui

tiri

per

del bastion a

15 d

et
,

uno

et

Giugno.

la

di

seguente,

Gesso

li

ch'erano sotto

Qui morse

Mancino,

il

tal effetto.

vi fu

Boves che
alli

si

cosa segnalala
cal

gi del

salvo

bastion

li

di

14.

Da mattina

Mercuri.

si

basso alcune insegne de Svizzeri in ordinanza


di l del

Cuneesi

li

fascine accese im-

gabbioni

li

strada.

Giugno. Non

Nostra Donna. Questo fu

Alli 16 di

abbrusiar

sopra

cio

notte

Torretta alcune

bastion della

dello baslione,

uscito

La

Giugno. Dominica.

Alli 13 di

gittorno gi del

viddcro andar

con

la

cavalleria

quali poi ritornorno al loggiamento circa

l'

ora

del disnare.

Alli
li

17 di

continui

Giugno. Zobia.

Cuneesi tirava

Non

dell' artellarie et

tiri

di

vi

fu

cosa

archibusi.

raro per aver poca polvere.

Ma

segnalata
l'

artellaria

salvo
delli

DELL'ASSEDIO
Giugno.

18 di

A/li

della terra

nella

dala

come

sin' allora

fede; esortandoli

avevano

minciato avevano
gloria

scara

che

li

Capitani

Signor Gover-

il

molti

et

prin-

di

fermi e costanti

tutti

nuovo che non mancassero

di far

che perseverassero come

inco-

una immortai fama e


Illustrissimo Signor Marchese di Pe-

fne riporlariano

noli'

mancaria

non

che

di

fatto,

al

perch sperava

sua

casa

per riconoscere se stavano

95

Venere. In questo jjiorno

oator fece congregar in


cipali

CUNEO

DI

mandar soccorso

di

come

poi

fece.

D'altra parte, ne proponeva la bont del nostro Illuslrissimo

robba e

la

fermezza

Si rallegrorno tutti della

Signor Governalor. Subito

il

mati della

terra rispuosero

non

sin'allora

che pi

la libert,

Con queste ed

vita propria.

la

parole, sotto brevit, fece sua esortazione.

altre simili

aveva

da poi l'onore e

non tiranneggia;

qual

cipe,

caro tener dovemo che

Prin-

li

vano Francesi

li

uno per uno


alcuna

era occasione

alcuni dei

et

tutti di

pri-

uno animo che


:

aver paura

di

grandissime batterie

fatte

d'animo che

constanza

et

capitani

se ben ave-

non avevano ancora dato

nessuno assalto; e quando occorrer, che volevano combattere,

che non mancariano far

vamo
volte

(sic)
,

paura
il

fu

perder

come

come

acci, che

volevamo mille

presto morir

non

tali

si

eh' avevano

alcuni

poi la persero

presente ave-

sin' al

),

dubitavano che

perdessero d'animo

uno di Cuneo nominalo Messer Francesco Brizzo che offerse


Comunitade a nome di presto, gratis 600 stara di grano,
200 sculi per fortificar. Ma questa consulta non si puot finir
(

per la subita gran

di

dar V assalto

le

23 ore

si

fornito

messisi

1'

apertura

di e
il

(1)

CoUiina,
gli

li

Francesi al bastion
in battaglia
finta

mina. La sera circa


,

mina che facevano Francesi


Cuneesi

fosso e la slrada coperta

un pozzo dentro

per cortina

della

fecero vista

tennero

Francesi

notte ristretti di maniera, che sin' al pre-

della coltrina (1) del bastion della

presso

una

della

Madonna. Sempre

trincere

sente giorno tennero

Francesi

poi

e diedero fuoco ad

scoperse

baslion della

nelle loro

batteria che fecero

muraglia

Torretta et alla

al

raccolta
;

loro,

Perch erano

libert.

la

grano non mancasse

alla
et

la

debito

che pi

dicendo,

fatto;

che perder
di

il

la

loro

Madonna

nella quale avendo

trincera
,

ivi

sin' al

mezzo

fecero loro mina.

voce scordata dal Grassi, non Infrequente

scrlUori cinquecentisti.

RELAZIONE

96

Giugno. Sahhato. Circa

Alti 19 di

batteria al

far

pitano Battista con alcuni soldati


fecero Francesi

trincera che

la

Madonna,

stion della

le

21 ora Francesi ritornorno

bastion della Torretta et alla muraglia. Usc

li

gi del detto Bastipne nella trincera de' Francesi

neesi giltar

Ca-

del fosso sotto al Ba-

al traverso

ritornorno a salvamento. Volevano

et

il

notte seguente per riconoscere

la

Cuuna

fascina impegolata, con solfaro, accesa; rest sopra al parapetto,

che faceva lume

tal

basso

Alli

avevano chiamalo
con

quali non se

li

faceva risposta alcuna

avevano dal Signor Governatore.

men che onestamente

parlando

con

ma

archibusale,

volte Francesi

Altri
ai

e l'ossa

et in diversi

chiamavano

et di continuo

Alcuni parlavano onorata

essi loro.

Savina metter

altri.

20 di Giugno, Domnica. Pi

per parlar
ai

e volendo Nicolino

morto d'una cannonata; l'armi

ne ferirono cinque

del quale

luoghi

nemici

ai

detta fascina, fu

perch

et

tal

non cessavano

quali se

li

Cuneesi

li

onestamente,

mandamento

dirci ingiurie,

rispondeva non solo

ancora con parole tale quale meritavano.

Alli 21 di Giugno. Lune. Li Cuneesi fecero la descrizione della

polvere da fuoco,

non so che

computata quella che era


pezzi

altri

in

duoi cannoni et in

furono trovali 25 rubbi

soli.

11

che vera-

mente ci affliggeva del maggior cordoglio che avessemo. Si fece


parlamento al bastion della Madonna per il Signor Francesco
Valporga.

22 di Giugno. Marte. Si fece il parlamento. Venne MonMombasino il Signor Visconte Gordon con Monsignor
Cure a parlamento con il Signor Governator Sindici et

Alli

signor de
della
altri

disse

ci

c(

di

Cuneo,

alla

porta verso Gesso. Fatte le debite salutazioni,

Monsignor de Mombasino

Mi ha mossi

Signori

il

valor

vostro e l'amor ch'io vi porto a richiedervi di puoter oggi par-

lar

con voi

perch essendo

stati gi noi all'

assedio molti giorni,

abbiamo conosciuto la virt vostra per la quale vi sete acquislato una perpetua fama et onore
et avete fatto cosa che insino
ad oggid non ha avuto animo terra di Piemonte; et io perch
,

sono allevalo et nutrito

guita e portala

l'

in

questo

paese

et altre volte

ho se-

insegna rossa sotto Carlo Quinto nella impresa

,,

DELL'ASSEDIO
Marseglia

di

(T

CUNEO

DI

97

sono naluralmenle costretto ad amarlo

e special-

mente questa terra per lo suo valore, ed esser io quasi uno


stesso con voi ed amandovi mi crepa il cuore doverla veder perire
quali col tempo
et insieme perdersi tanti uomini di valore
puotriano essere di molto rilievo a Sua Magest Regia. M'incre-

ff

sce

ff

perdizione. Vedete

(T

<r

fratelli

che

io vedi

voi

la

non poco danno

a importante

in

robba vostra

preda

ora state per perdere,

d'ora

tante

ce

servare, se

Voi sete circondati

donne e fanciulle

tanto ci

la

con

star

vi

che ad ogni

non

modo

vi

perch

((

tre fortezze loro pi vicine.


stri

tanto che

poich avete compitamente

vi

rimane

Consigliate

quale
di

rimedio,
il

quale

ritenga

vi

accorti

fatti

vedendo

non hanno soccorso

dunque bene

lasciate

fuggir

fallo

debito

il

esercito

onor

pu con-

si

deliberazione

vostra ultima rovina

e soccorrete alla

dell'

apportate

gli

rari e deboli agiul d'Imperiali, quali

pur molto

muove

almeno

dall'

dovrebbe ornai aver

vi

vi

converr cedere. Ne sciocca

e vana speranza di soccorso in questa


isperienza

non

in

esser

potrebbe recare

se ci che

caglia

dalle terre regie e

l'

vi

andarsene
ricolto

il

qual pi lungo tempo non

vostra prudenza

la

et

qua! cosa

avvenire? Ricordatevi

cio la vita vostra e V onore

in

tutta via

campagne

vostre

le

dati al nostro esercito in

casi

al-

vo-

cercate salvar quel


s

occasione

bella

E maggior

vostro.

non si richiede salvo con vostro onore


di far cambio
un povero e sfortunato Principe, in uno potentissimo, felice,
magnanimo, cortese e liberale Re, come dal governo delle citt

officio

a di

tf

ff

pu comprendere, e dalla giustizia ch'egli vi mantiene,


non vi tenera raen cari de tutti gli altri sudditi
suoi
anzi vi aver in maggior conto poich maggior valore in
voi si conosce. Onde
per conclusione
questi duoi che qui vedete, sono gentiluomini com'io, e di gran credilo appresso Sua
Maest; et Monsignor di Brisac, e tulli molto amici voslri, visi
vicine

Ed

si

accertatevi

offeriamo e se conoscete che vi possiamo far servizio meltete in


opera V ingegno e favor nostro
e provarete quanto il vostro
bene et onore amiamo che gli effetti non saranno differenti

dalle parole.

(t

stiano,

Finito

fratello et

ch'ebbe

amico che
di

prender altro termine


Ap. Voi.

quanto

ci

II.

parlare
il

vi
vi

voglio per ora

dir

come

Cri-

sono*.

Monsignor

Signor Governalor

di
,

Mombasino, senza
quale conosce mollo
13

RELAZIONE

98
bene

tutti

colori

modo

sto

Monsignor

ringraziar mollo,

strano

ff

1'

Mombasino,

di

e voi Signori

quando l'animo vostro

ornalissime parole con

debita impresa vi

a de* nostri

rispose in que-

li

fideli al

si

proponendoci

ci

dimoonesta

perdita

la

credo che se

troviamo, esponereste

per servizio del vostro Re

la vita

abbiamo

vi

come

qual cosa non suole intenerir

la

suo Principe.

a stevi in simil caso che noi

noi

sia tale

quali da questa utile

le

sforzale di sviarne

campagne;

beni e

animi generosi e

ff

persuasione

della

artificii

et

gli

voi

fo-

robba e

la

per sappiate che qui dentro

c<

sono gentiluomini della terra, capitani e soldati, quali non sono

((

di fortezza

(.(

al vostro

d'animo

meno che

di

tutto

e di fedelt al

suo signore

inferiori

voi

di

Re, e che per nessuno lor comodo farebbono mai cosa


onesta, poich dell' onor tengono maggior

che

conio

rimanente. Or, con buona vostra pace sia detto, che

il

non mi pare eh' el vostro Re e voi suoi ministri usiate termine di ragione poich senza causa usurpate 1' altrui e quando

ben qualche antica querela

'(

gi*

((

ratore

tutti

muova ch'abbiate contro l'Impe-

vi

giusta cagione per non avete contra noi

perch qua

sono sudditi del suo Principe legittimo e naturale

amore combattcmo. Ma lasciamo per ora questo

cui

Voi cercate

ff

e dell'onore, e dipingendoci che assediati da un

non puotemo fuggir sua

nostri

ne spaventino

Re sopra

ci

varne;

((

si

hi lo

Non averessimo

tiamo

((

un minimo

((

mente promettete

cf

verno del presidio, nondimeno per non far torto a

((

valorosi che sono delle nostre fatiche

Ir

non

ci

la

non

vi

Re

dico che

conviene siano

perch speriamo

agiutar

che a torto

di

in

potente,

animi

gli

fatti

che

uno che

se a persuasione et

spirilo di

vita

al
ci

forte qual vi puote resistere.

essi

V amore che

por-

quale non volemo mancar mentre

Ma

resta.

farci servizio

ora, Gnch con

di pri-

Gn vittoria. E che
parole mancassimo al de-

gi soddisfatto all'obbligo et

Principe,

sforzate

vi

et daracci al

non combattendo un

al nostro

per

parole

qual vedendo che noi combattiamo con ragione,

il

direbbe di noi
,

le

vita e l'onore

consigliar

nostro

forza. Signori

smarriscono per questo

Re;

difender

lo

spaventarci, appresentandoci la perdita della vita

di

si

per

in disparte.

io

poich cos

amorevol-

quantunque abbia
compagni

abbia conferito

non
il

tanti
vi

il

go-

uomini

chiedo

al-

tutto; e dimani

DELL'ASSEDIO
((

poi

questa ora

che ni' assicuro

o pi

CUNEO

DI

lardi

vederemo

99

farvi risposta

sar lutto superfluo

ben-

che altro non aggiungeranno a quanto

ho

vi

dello, et

Ciovernator

governo

comprende

intiero et

monio (il che piacesse a Dio) o per forza


cosa che non credo
6a mai n da noi n da' nostri figliuoli veduta
ritornasse nel

suo stalo

var questo popolo intiero e sano

Replic a questo Monsignor di Mombasino, et disse

credo che

questa

di

Duca

il

terra

Savoia

di

per

si

per

buone qualit che

le

come per regger bene

non dissipalo

et conservarli

quando occorresse

Signor

abbia commesso

vi

il

voi

in

questo luogo

o per matri-

Duca vostro, m'assicuro che pi caro

il

consigliateli

ben suo

il

et

misurate

rt

sono

sfortunato

c(

gli

potentissimo;

supremo tribunale molto pi

et

nostre

alle

Rispose

tanto pi che

il

ma

Confesso

le

di

n'

che

che diffende

lui,

cose nostre et del

Duca

povero et sfortunato, dicovi che

Re

sia
il

la giustizia,

nostro. Et perch

in

quanto

Re

pi stato che molti altri Duchi d'Italia

spada, qual' tanto virtuosa et valente che, con

spero in breve lo far molto pi potente et grande

il

vostro

abbi usurpato mollo paese, tiene per( per la Iddio grazia)

alcuno

di

manca per

casa sua. Et se ben


la

l'

oltre che, gli resta

che

solila virt et valore: oltre

li

cordar che

che sar molto pi duro da piegare che mai

d'

potenza

<(

che maggiori

rovina

padre

li

cresciuto uno nuovo

(l).

ramo

di lui si

agiuto
,

d'

vi

una

Iddio,

che sia mai


,

non

dovete rac-

potente et gagliardo,

Et avvegnach del vostro Re

nondimeno

l'

Imperator vecchio

(c

il

vostro

il

un altro qual tiene

stalo

se uguali

vecchio, che poco agiuto

et

ricordatevi che ve

spero conservar

dite ch'egli
gli

Duca povero

vostro

Signor Governator

il

forze vostre

le

vedete

l'Imperator gi fiacco

et

pu dare

sar ritro-

li

che disolato et distrutto: per,

sia stala la forza

sia

grandissima

la

non ha ancora il corso de' suoi giorni


sono veduti in poco tempo cadere in estrema

finito

et dal pi alto e felice

seggio della

ruota precipitosa-

mente andar nel fondo . Et dello questo, ogni uno tolse licenza.
la
Usc poi il Capitano Marcantonio d'Asti con alcuni soldati
et uccisero uno Franal bastione della Madonna
notte seguente

<f

(1)

Allude forse

al

matrimonio

soli Ire

Filippo II con Maria regina d' Inghilterra.

anni innanzi contratto dal giovane

RELAZIONE

100
mina ch'era

cese nella

menomo

ferito

nel dello bastione

un

et

che ne

dentro prigione;

malamente
mine et il soc-

altro

rivel le

corso d'Imperiali, et l'inganno che usar volevano Francesi contro


li

Cuneesi, mentre

parlamento.

il

23 di Giugno, Mercuri.

Alli

parlamento

del

faceva

si

ma

niente

fece consulta sopra la

Si

fu concluso

vi

60 colpi

forse
li

d' arlegliaria

perch speravano pur qualche soccorso

venuto

Mombasino

il

a ricercar risposta,

essendo lui con

quanto

egli

li

li

presero

questa

causa

24

questo

uomini

non

li

si

il

poteva n

volessero

lasciarli

in

pace

Iddio, et ritirarsi. Venne poi

affidatosi

d'Asti

San Francesco

in

uomini

et

goder

et

V un V altro

di

levano. Rispose

il

il

Capitano

fu ferito
n'

d'

lo

il

risolto, s'el

et

il

suo Re non avevano

espugnar
beni

la terra di

quali gli

Cuneo,

aveva dati

Signor Giuseppe della Monta, con

il

al

non offendersi
il

il

bastion della

Madon-

capitano del bastione; onde

il

Capitano

Marcantonio

parapetto, disse loro che cosa vo-

Mombasino con

appresso del Signor Governator

Fu

cortesi offerte

delle loro

una parola

appresentandosi sopra

voleva far altra

si

richiedeva, era che volessero dir

si

Monsignor de Mombasino, nelle trincere verso


na, richiedendo di voler dir

frequenti

facesse in questa maniera:

li

a Monsignor de Brisac, da poi che egli


li

ora.

congregorno

compagni

piaser che da ossi

giusta occasione di molestar

che

alquanti uomini della terra, per con-

et

risposta, che se

cio ringraziar lui et suoi

sicch essendo essi

sultar di nuovo sopra la risposta d'il parlamento.

che tutto

la sera

Madonna

della terra uniti per ragionar

medesima

di Giugno. Giobia. Si

Signor Governator, capitani

Mombasino ricercava

bastion della

il

aveva da rispondere, furono costretti per

et la colpa di

la risposta,

fu detto da parte del Signor Governatori

capitani et

risposta sin' al d seguente alla

Alli

Onde

occasione.

nelle trinciere verso

scaricando

per aver tempo di

colpi tratti di partirsi senza altra conclusione


la

terra: perii che

in diverse parti della

Cuneesi, ch'altro non ricercavano che andar differendo

fornir le contramine

di

grandemente

l'ora del disnare, clic Francesi bravorno

risposta

perch occorse circa

l'altro:

la risposta

or

Vi

preghiamo instar

promessa

Et dicendoli

farebbe di buon cuore, subito, contro la fede data,

una archibusata

che

li

port via

l'

ossa

per

la

quale

morto. Et fu tratta indi poco lontano dalla trincera dove quegli

DELL'ASSEDIO DI CUNEO
por

dimoravano:

che

il

rimproverandoli

tulli

che dicevano aver

lollo colui

il

bastione ad alla voce

del

soldali

fede

rolla

la

101

Signor Giuseppe della Monl

trailo

fecero sembiante di volerlo

impiccare; et menandolo poco lontano dal fosso, instavano che

il

mandasse a pigliare, offerendoglielo legato,


et che sene facesse poi mille pezzi. Onde, avendo questa bella occasione et onesta il Signor Governa tor li fece risponder, de poi
che erano s manifesti mancatori di fede, non sperassino aver mai
Signor Governalor

lo

pi risposta n udienza
sero per
a darli

che animosamente sarebbero aspettali

buon conto.

Detto questo
et la

cosa alcuna, et che lietamente seguis-

di

mal intento

loro

il

fecero nuova batteria tra

porta di San Francesco,

che stavano

Possano

in

mandato

de cavalli

infestare

cavalli

Monsignor della
compagnie de fanti e
Signor Marchese di Pescara
s per medi Possano
come per maggiormente
diligentissimo

il

alcune

a richiedere

Illustrissimo

all'

glior guardia del

combatter fuori.

Sino nel principio dell'assedio,


Trinit aveva

baslion della Torretta

il

senza dar assalto. Si videro

presidio

nemici. Ricevute che l'ebbe, con la venuta delti Signori

D. Gio. Ghevara et Niccol Secco

con buon numero de cavalli

fanteria, continuamente dava a* nemici gran noia e disturbo,

mazzandone molli togliendogli

le vittovaglie et prigioni:

d'oggi, tra Taltre, notabile. Si parli da Possano

Monsignor della Trinit


duoi millia fanti
cesi.

Prima

Monsignor

de fanteria; poi venne con


Italiani

che slavano

Mand

il

la

di l del

questa

con circa trecento cavalli

et

campo de'Pran-

volta

delti Svizzeri et

fiume Stura presso alla torre dell'Aera.

mano

di

Gercenasco, con alquanti cavalli


detti

Svizzeri.

che erano sette

insieme con tredici insegne


de' Francesi

ma

Illustrissimo

della Trinit fece far tre imboscale

Scaramuzza con

tolsero le loro insegne in

la cavallaria

la cavalleria alla

suo Alfier, Sebastiano

per attaccar

glia

persona

per attaccar una Scaramuzza nel

dello

il

in

1'

et

am-

d' Italiani

tutta a cavallo

Subilo

li

Svizzeri

e messersi in balta-

e per sorte ritrovorno

perch Francesi avevano

ordinalo di dar l'assalto a Cuneo), e quivi scaramuzzorno benissimo. Dove in

parte,

ma

un

istante furono morti parecchi dell'

assai pi de cavalli

della Trinit casc

alcuno. Vedendosi
teria

Francesa,

il

pur

una

altra

cavallo de Monsignor

II

Iddio volse
si rizz senza danno
Monsignor carico della cavalleria et fannella prima imboscata; et usciti li imboscati
,

detto

si ritir

come

Prancesft

RELAZIONE

102

uno bellissimo affronto: per quella ireiboscala fu


Vedendo questo il detto Monsignor si ritir

fecero

cesi rotla.

conda imboscata, seguitandolo continuamente


questi imboscali

come

nalmente, Francesi soguilorno

pensorno

come

far di questa

prima, fu

la
i

nella se-

Francesi; similmente

combattettero animosamente e ne

parecchi; pur questa,

da' Fran-

fecero

morir

da' Francesi rotta.

Fi-

nostri sino alla terza imboscata

duoe

dell' altre

mai con archibusate

ma

furono pi che

salutati. Conobbono
Francesi che in quel luoco
puotevano far poco profitto, se ne ritornorno in campo; et Monsignor
della Trinit si ritir in Fossano co' suoi soldati. Dur questa Sca-

ramuzza
100

circa tre ore

pi

feriti

altri

oltre

et pi altri

dove

sono

feriti

e molti

300 Francesi

morti circa

et

Belli Imperiali furono morti circa

cavalli.

furono

prigioni

tolti

di

V una e

l'altra parte.

In questo giorno,

proposto di far dar

Signor

il

Vicer in Piemonte, aveva

di Brisac,

assalto a

1'

Cuneo

per questo

il

suddetto Mon-

signor della Trinit ritrov tutta la cavallaria Francesa in battaglia;

ma

come

a Iddio

piacque

la

soprascritta Scaramuzza

fu causa

farlo differir all'indomani.

25

Alli
il

di Giugno. Venere. Circa tre ore innanti l'assalto, vennero

Signor Carlo Bisago

Vaccha,

Battista

capitano Stefano Caramello

il

l'argine del fosso, per ragionar con

bastione

e datasi la fede

insieme, incominci

di

non

li

non voler aspettar

((

prepara di darvi

c<

contra di voi

grandissimo disordine

sin'

fatto

che aspettiate soccorso alcuno

ranno pi questa

cr

le

vediate alla soprastante vostra rovina.

zione Piemontese

adesso non

il

il

e disse: Vi

crudel assalto che

si

che se sapeste quanta rabbia Francesi abbiano

uno

venireste a qualche patto et soccorrereste a


,

avete

poich

fatto

n terra

stata citt

li

debito vostro

il

terra che abbian fatto

come

Di questo ne vederete

la

che

non bisogna

perch Imperiali non soccorrele altre.

occasioni a rendervi con onor vostro; per

Piemonte ch'abbia

nel

quel che fatto ha questa terra di Cuneo. Poi

voi altri sete

a rovinare et insieme perder tanti

capitano

mentre che ragionavano

Capitano Stefano Caramello,

il

esortiamo

Signori

il

Cuneesi ch'erano dentro

tirarsi

c(

Sant'Ambrosio sopra

et molti altri, dalla parte di

A me,
,

vi

Voi avete tutte

preghiamo pro-

per essere di na-

mi crepa

il

cuore veder

uomini da bene e miei amici.

prova infra tre ore

se pi presto

non

DELL'ASSEDIO
provedelo

e se vi contenlale di rendervi

li

ghiamo

nazione Italiana

favoriti

<(

Carlo

ben

perch

ci

sono

osorliamo

vi

nazione

vi

pre-

et

rendiate alla

onoratissimi et

signori

molti

il

di

caso vostro

sangue,

fatto

il

Signor Gaspero Cambiano

il

costumi che

ancora

una medesima

103

quali e' il Signor


tra
Sua Maest Regia
Birago, che non vi mancare a quanto vi prometter. Con-

Rispose

per esser di

appresso

di

u sigliate

CUNEO

DI

et disse:

gentiluomo non

meu

di

Capitano Stefano, noi non avemo

debito nostro, n prova del valor nostro, perch

non avemo ancora combattuto salvo con archibusate; ma quando


allora dimostraremo
venir V occasione di giocar alle pugna

con Tagiuto d'Iddio,

mente. Circa

apparecchiato dell'aglio per frettargli

la

combattemo giustarabbia ch'hanno Francesi contra di noi, l avemo


il

valor nostro, perch

denti (1), a guisa le

bisogna parlar

molto pi

di

mu-

non mordano. In quanto al renderci non


questo, perch siamo fortissimi di bastioni
e

slele sabatiche, acci


di

animo. Quando occorresse che

qual cosa non sar), penso

troni fossero sforzati far simil effetto

pi presto alla Italiana che ad altra nazione

((

non accade pensar

tal cosa.

Avemo

il

miei signori pa

li

Duca

si

renderiano

ma

Savoia per patrone,

di

non volemo mutarlo a patto nessuno pi presto volemo morir


bastioni. Del soccorso, speriamo in Dio, non ci mantutti sopra

cara soccorso; e basta. Poich infra tre ore dite averci dar Tas-

salto, noi
a sar

il

l'aspettiamo

di

buon animo: e mi rallegro perch oggi

giorno della nostra resurrezione; oggi acquisteremo, con

Tagiutodi Dio, tal fama ed onore che voi altri Italiani sarete
sforzali di mantener l'onor nostro dove vi ritrovarete. Sol m' incresce che voi altri Italiani per esser tutti di una medesima na,

zione, debbiate venir al

macello; per,

vi

esortiamo a non venirvi:

nazione Francesa

lasciate venir all'assalto la

mana, che

qua dentro non

N' incresce ancora che essendoli nel vostro

gentiluomini del paese et parenti, che siano sforzati per

suo

faremo conoscer quanto vaglia


ci

Frenargli

slesso che

pretta Ialina.

la

ammazzar

denti

Guascona

la

sono Tedeschi n Spagnoli,

di venir a farsi

(1)

modo

li

ma

tutti

campo

dalli suoi proprii.

idiotismo del dialetto,

et

Ger-

Piemontesa; perch
Piemontesi,

felli

Ma

che

signori

si

direbbe

dal Francese [roller;

seguente voce muslela, significante

la

donnola

et

Tonor

al

voce

RELAZIONE

104
cr

di noi

ce

sidio

che gi venti anni sono che siamo soldati in questo preSua Altezza che adesso che ne vien data Toc-

al servizio di

manifestar

animo nostro verso il nostro


mancassimo del debito nostro? Non saressimo degni di
biasimo in ogni buona compagnia ? Certo s. Per fate voi il debito vostro, che noi faremo il nostro . Dello questo, ognuno tolse

casione

di

caior dell'

il

a patrone,

ce

licenza.

Francesi perseverorno pur tuttavia con gran furia nella cominciata batteria Ira

il

cesco, atterrando

le

avendo

la

mattina

bastion della Torretta e la porta di San Fran-

mura

massimamente

scale,

sino alla

sotto

in quelle parli

avendo messo

Guascona

et

alla diffesa in

il

Nostra Donna et del canlon


delle

mine;

quei luoghi
i

alla nazion

Caraglio

Piemontcsa

del bastion della Torretta et

assalti.

cio

Perch
nazione

alla

carico degli assalti del bastion di

il

di

metterci

acciocch,

reslassino pi de-

veri

lor esercito in battaglia

Franccsa fu dato

tal via

di divider le forze,

dove disegnavano dar

tutto

trabucchi,

quello de' Qua-

pensando con

dubbioso parlilo, e darci occasione

augumentando gente
bili

per molli

bastion dell'Olmo e

il

ranta et a quel de San Francesco


in

radice

grandi ostentazioni di molte e grandissime

fatto

prima

aspettata

l'

opera

et Italiana fu assignato l'assalto

San Francesco.

zeri et alquanti millia soldati nuovi fatti nel

Circa poi 6000 Sviz-

Piemonte

con

la ca-

vallarla, stettero in battaglia.

Disposte et ordinale in questa maniera le cose, avevano a metter

fuoco in un istante alle mine

con

gliaria et

orrenda molto

Per
de'

la

el

spaventosa a vedere.
,

prima a

vennero

Piemontesi et Italiani
s

sotto

tosto fermati

il

et

gettavano con

sopra quei miseri soldati


in

un piccolo campicello
de' corpi

terra

vedevano

morti, d'insegne,

portati; et la

(1)

si

remettersi

di

li

che

in

di

le palle

bande

alcune
;

dove

mura

pareva piovessero
di feriti e

morti

un sopra l' altro talch


un momento fatti muggi

1'

tamburri e

mucchi.

arli-

drilli delle

di scale

maggior parie furono persone segnalale.

Muggi, idiotismo

l'

archibusieri nostri cariga-

gran numero

de' quali

un momento caderono per

con

darci l'assalto: cosa

che per certi fianchi

prontezza

tal

et

bastion de San Francesco

della terra, et per l'istesso bastione,

vano

furiosamente

tempesta delle archibusate,

qual cosa

non furono

ballerei

la

che

vi

in
(1)

avevano

CUNEO

DELL' ASSEDIO DI
In quel

mine

medesimo tempo

che erano quattro

gabbioni scaricavano tutta

quella ora per

li

nemici dettero fuoco a tutte

gran cavallier

et dal

105

l'

artegliaria

gran terremoti

loro

le

e da tutti

modo che parve

di

di fuori

in

Cuneo

et strepiti tutta la terra di

dovesse abissare.

Le mine terribilmente spaccarono


da queste et da spessi colpi

vano agevole

Prima
li

fusse

grand'

mura

affocata fu la

mina

perch dal

efifetto,

erano

T ordinanze armate ave-

del bastion

una contramna opposta

non

per

canton

il

Bench

Torretta.

della

lasci

fianco verso

questo di

far

Caraglio dove

di

quivi restorno sotterrati duoi soldati di Caraglio

casamatta

in sentinella nella detta

che agevolissima
vi

d' artegliaria

rotte et

salita a entrarvi dentro.

era una casamatta


eh'

erano

bastioni sotto quali

ordinate, talch ripiene le fosse con la rovina delle

era la salita

vi

dove spian

modo

di

che

la Torretta (cio quel tanto

era rimasto) alzata tutta insieme nell'aria, ritorn a luoco in-

pi bassa che non era.


Le duoe mine che erano

tiera

al

canton

Caraglio fecero grandis-

di

sima rovina; perch essendo dal fondo del


pi de

della piattaforma
tutto quel terreno
vallo

come

fece

giorni da poi

che dentro ogni uno

l'

cinque trabucchi

Illustrissimo Signor

che a duoe ore

vi

sino

fosso
d'

altezza

cima

alla

spianato

fu

puoteva entrare a ca-

Marchese de Pescara duoi

di notte

arrivando

et

un

essendo

certo picciolo adito della porta occupato dall' entrar della sua van-

guardia

con alcuni de* suoi principali fu condotto dal Signor Cover-

nator per quella apertura dentro a cavallo con molti altri signori.

La mina

del

bastion

al

canton

mina

il

di

il

fu

l'

ultima affocata

fuoco quando gi

si

dava

Madonna sbocc con

sopra et dentro

il

cavallier

Guasconi

et di

de'

tanta furia

nemici

che gett

spianando

Francesi et una d'Italiani, quasi

per darli l'assalto subito che


vi

la

et

delli di

salvo

che alzati

casc nel fosso e non ebbe danno alcuno


II.

quel

tre insegne

tutti corsaletti,

effetto,

fuwri forse sessanta che avan-

dentro nessuno fu offeso

eh' erano in sentinella in quel luoco

p. Voi.

le pietre

tutto

mina avesse operato suo

restorno lutti coperti et sotterrati

zorno ; e

assalto

Caraglio et alla Torretta. Miracoloso effetto fece questa

che occorse trovar in mezzo. Et essendo apparecchiate


de'

I'

cui parapetto con una buona parte della cortina del detto

bastione della
fin

Madonna

della

astutamente aspettorno darli

ma

duoi

di

nell' aria

Cuneo
1' uno

subito ritorn dentro


14

RELAZIONE

106
per

di

islessa apertura

l'

1'

Essendo gettata via

fesa.

maniera che

vi

altro rest sopra

il

bastione

cortina et parapetto,

la

puoteva entrar a cavallo

si

ma

era tre giorni avanti con diligente industria riparato

una

trinciera traversa, qual tagliava

tra essa trinciera et

che, con la Iddio grazia,

of-

bastione rest

dentro

gi

et fortificato

si

con

bastione con uno fosso cavato

il

parapetto, dove

il

con poca

il

faceva la mina, in

si

modo

bastione restava diffeso.

il

Or poi che le mine fecero questa operazione, avendo nemici


prima inviato una grande ala d' espedili archibusieri alla volta delle
due spianale del canlon di Caraglio prima saltorno su duoi alfieri
i

per riconoscere

contro de' quali and uno soldato, nomalo Stefano

Brignono, fuori della trincera


segna

e ne messe

ma

voleva ancor levarli Io scudo,

coltellata sulle

gambe

uno

a terra e tolseli l'in-

l'altro alfiere

de una cannonata fu anco ferito nel brazzo dritto

segna insieme con


ha perso

brazzo.

il

con furore

brazzo; delle quali

il

una

diede

li

subito ritirandosi esso Stefano con l'insegna,

Venne a un tempo

ferite

dove perse

l'in-

n' guarito,

ma

tutta la battaglia in

ordine

sicch Francesi al canton di Caraglio et Italiani al ba-

stion della Torretta, dettero fortissimo et erudel assalto, perseve-

rando dalle 19 ore sino


tre volte l'assalto di

tiravano.

E durante

de tirare,

alle

23 senza intermissione alcuna rinfrescato

l'assalto

maniera che

di

combattendo con

la

nuova gente

luoco de' morti et

in

altri

che

si

re-

non cess mai l'arlegliaria de' Francesi


fece strage de' nostri, quali stavano gi

meno ch'a ugual

spada, e poco

partito de'ni-

mici, non avendo altro avantaggio che un picciol traverso alto al


petto dell'

mina

uomo

col quale duoi giorni innanti

avevano indietro attraversata

fianco basso tra la muraglia et

20 archibusieri, che molto


dalle diffese

busate

dezza

le

se gli resisteva.
assaliti

con

vasi di fuoco

che

sassi et archibusate

E molto

Era ancora uno


stavano circa

dove

valse farci partir

offesero

incontro con gagliar-

all'

con picche, e

nemici molte opere

fin

di

a spada,

fuoco dalli

fronte loro

massimamente

impegolate con solfaro et altre materie

e certe palle di

buse dentro

mato Mastro Giovanni


tirar con

nemici.

li

fabbricate et gettale centra la

le fascine

metallo

offesero

continui colpi d'arlegliaria, la tempesta delle archi-

pignatte et

animo

et

terrapieno

il

dubitandosi della

la piattaforma.

l'

invenzione nuova trovata


delti

artegliaria et

Facci de Bargie

con mano

ma

dall'

Ingignier no-

tal palle si

puonno

differentemente acconciale:

tirandole con l'arlegliaria fanno duoi effetti, cio la sua passata.

DELL'ASSEDIO
crepano

poi

tirandole con

buon numero

in

tratte

molti pezzi

mano, fanno

nelle

squadre

et diverse parti si

CUNEO

DI

il

de'

107

medesimo
nemici

spezzavano

effetto: le quali

toccando terra in

gettavano con terribil

et

furia per le materie che vi erano dentro, facendo suoni et sbara-

gliando tutto quello che attorno trovavano

de sagri

Circa
salto

onde
le

Italiano

per questo

23 ore,

si

come

fossero stati colpi

Francesi morse.

di

abbandonando l'asuno tamburro

tutte le insegne rivoltorno,

vidde nel loro ritirarsi suonar fuori eh'

e tal bandiera

gran numero

vidde ritornar accompagnata con circa

si

venti soldati soli. Delli Cuneesi ritrovornosi circa

e morti
i

nell' assalto

quali fu morto

Monsignor
di

di

avendo per

Baron

il

Moresa

di

fatta

Spich

mastro

feriti

nemici

de'

tra

campo generale

di

e molti capitani et alfieri

cento tra

gran strage

con altre persone

grado.

Alli

26

di

Giugno, Sahhato. Si videro

dove prima non cessavano


gnori et Cavalieri.
notte poi

sentendo

li

nemici molto

dirci ingiurie, allora ci

tirorno Francesi pi di

il

soccorso

dell'

Pescara, levorno l'artellarie, quali erano in

in

cinque luoghi nel tempo

Alli

27
et

riva

di

et

Si-

due cannonate. La
Marchese

Illustrissimo Signor

di

campo,

tristi

chiamavano

somma

pezzi 25, posti

delli assalti.

Giugno, Dominica. Francesi incomincorno a levar

giunta Tartellaria de l del fiume

tirorno ancora molte cannonate

duoi putti. Poi

si

di

Stura

dando nelle case

sopra

il

la

et ferirono

partirno la maggior parte, abrusiando molte ca-

scine et le loro capanne d'ogni parte.

Quella sera da uno del Poggetto intesimo del soccorso nostro.

Alli

28 di Giugno. Lune. Da mattina vennero da Fossano quattro


che diedero nuova certa della giunta dell' Illustris-

soldati a cavallo

simo Signor Marchese

di

Pescara in Fossano.

Francesi stettero ancora sino a mezzod sopra la riva di Stura.

La sera poi, circa le due ore di notte giunse l' Illustrissimo et


magnanimo Signor Marchese di Pescara con circa ducento cavalli
in Cuneo, in compagnia del quale vi erano duoi suoi fratelli et Monsignor della Trinit con molti

Entrorno questi Signori


falla

al

canton di Caraglio

altri Signori.

et molti
,

altri

cavalieri per la

battana

essendo un certo picciolo adito

della

RELAZIONE

108

porta occupato dall* entrar della sua

vanguardia

biamo; dove
compreso in

raccolto

da

fu

lietamente

lutti

non minor virt

lui

noi nel mantenerci

millia fanti solamente, et

mente pass

che

perch

dominio

ab-

de' Francesi

sia stata in

con circa

mille et ducento

forse

tra le forze et

grazia

detto

onorato, avendo

nel soccorrerci

la Iddio

per

come

et

cavalli,

tre

ardita-

per darci agiuto

et soccorso.

Et
ved

visitato

il

luogo, et laudali

gli

a Possano

dove aveva

lasciati

suoi soldati.

Dio

(il

due

volte ha salvata questa terra di

il

uomini del valore,

gente et di alquanta munizione di polvere

di

qual sempre sia laudato), che per

La

dal

merc

cui

e di

sua boutade gi

l'islessa

Cuneo

pro-

ci

poi ritornossene

campo

de' Francesi

pericoloso et grave assedio di questa terra ebbe onorato fine.

Sommario dell'Assedio
Soldati che

no 1557

sani, inclusi

si

ritrovorno in Cuneo al tempo dell'assedio dell'an-

somma 600

in

li

Cuneo 1557.

di

uomini della terra

oltra gli

100 Nizzardi che pochi

partiti sotto tre insegne

l'

e tutti pae-

erano venuti. Com-

d innanti

una era del Signor Governatore,

Capitano Gio. Battista della Chiesa

la

sotto

S.""

la 2.^ del

Capitano Giovan

il

Domenico Grasso.
Conladini ch'erano in

Cuneo

a portar l'armi et fortificar,

alti

circa 150.

Bovi che erano nell'assedio, circa 160.

Occorse che manc


perte di

mangiar

delle fascine di

carne grossi doi


Tulli
dello

li

fieno et la paglia; scoprivano le stalle co-

assedio

tempo

viti.

mangiare
Alcuni

li

alle bestie. Altri

davano a

e vendevano la

che fortificavano

et

Cuneo ha

di

bovi che

ritrovorno nel

li

sono

tolto in presto

dell'assedio, per fortificar, scut

Molni, tra da cavallo et da


dell'assedio N. 27, e

Pezzi d'arlellaria

duoi cannoni grossi


dici falconetti.

li

ammazzavano,

la libbra.

guastadori et bovari, con

Comuni tade.
La Comunit
nel

il

paglia, per darla

da persone particolari,

fatti

pur uno.
ch'erano dentro d Cuneo,
vi

pagali dalla

2000^

mano, furono

prima non

tutti

stati

in

Cuneo

al

tempo

era

in

somma 20

cio,

duoi quarti de cannoni crepati, tre sagri, e tre-

DELL'ASSEDIO DI CUNEO

109

Polvere per rartellaria et archibusi, ch'era dentro, cio la munizione, in

somma, rubbi

circa 400.

L'avanzo della polvere ch'era io Cuneo quando


in

somma

n'

avessimo poche.

rubbi 17; cio, in

non

Palle d'arlellaria

Soccorso uno, cio


Soldati da piedi

si part il

sono mancate, bench innanli

campo

campo,

4, et in particolare 13.

Capitano Menicone con 26

il

nel

ci

comune rubbi

de' Francesi,

il

campo

fanti.

erano circa 15000.

Soldati da cavallo, erano circa 2000.

Guastadori Francesi, circa 4000.


Pezzi d'arlellaria ch'avevano Francesi in campo, N. 25; cio can-

mezzo cannone, un quarto di cannone ,


una bastarda et uno sagro posti in cincpie luoghi

noni grossi N. 20, pi uno

una colovrina
al tempo delli

assalti.

Trabucchi de mura per terra


Alla ballarla di Santo

pi de 153

Ambrosio con

San Francesco con

Alia porta di

il

cio

bastione, trabucchi 56.

bastione, trabucchi 18.

il

Alla baltaria della Torretta verso Stura, con

canton di Caraglio,

il

trabucchi 70.

La Torretta che
donna trabucchi
,

tra

il

canton di Caraglio

et

il

bastion della Ma-

2.

Al baslion della Madonna, trabucchi 6.


La gabbiola verso Gesso, trabucchi 1.

molte altre cannonate tirate in diverse parti della muraglia et

nelle case.

Battarie quattro: la

La

'2*

La
La

4.' tra

1.* alla

porta di San Francesco.

a Santo Ambrosio.

3." al

canton
il

di

Caraglio.

bastion della Torretta e la porta di

Bastioni spianati tre, ed

uno cavaliero, cio

11

baslion de San Francesco

Il

baslion della Torretta

per artellaria.

per zappe, mina et artellaria.

per duoe mine


Madonna, per una mina.

Il

cavaliero del canton di Caraglio

Il

baslion della

Sopra questi se
Uscite 25: n

San Francesco.

li

et artellaria.

ascendeva et descendeva senza scala facilmente.

mai Francesi hanno

tolto

pur uno

delli usciti

pri-

gione, salvo quelli duoi (l'uno era del Vernante, l'altro de Boves) che
si

gittorno gi delli bastioni.


Prigioni Francesi

tolti dalli di

Cuneo

18.

RELAZIONE DELL'ASSEDIO

110

Morti et

Morti

feriti delli

delli

DI

CUNEO

Francesi, stimasi 4000.

Cuneesi, 116.

Feriti delli Cuneesi, 222.

Cavallieri

ch'hanno

fatto

Francesi fuori, 2.

Trincere de Francesi et strade coperte,

Luoghi

infinite.

dell'artellarie di fuori, 15.

Gabbioni, stimasi che Francesi n'abbiano

fatti

portar circa 1500.

Mine tentate N. 6.
Mine effettuate, 4 e tutte 4 contraminate.
Spie mandate dalli Cuneesi e ritornate, 2.
,

Parlamenti con Francesi


xVssalti

Tempo

molti

ma uno

solo ordinato.

3, cio in tre luoghi.


dell'assedio, giorni 58.

Giorni 52 hanno battuto di continuo, e cos di notte.

Numero

delle

sono pi de 5000.

cannonate ch'hanno

tirate Francesi,

si

dice che

CARTA LONGOBARDA
DELL' AMSO DCCLXIi

ILLUSTRATA DAL PROF. PIETRO CAPEI

CARTA LONGOBARDA
DELL'AIO

mm

PKECF-miTA DA UNA LETTERA

MARCHESE GINO CAPPONI

AL

SEGOITATA

D ONA ILLUSTRAZIONE

DEL PROF.
f

CAPEI

P.

Eslratta dagli Annali delle Universit Toscane

[*]

Al Marchese Gino Capponi. Firenze.

Voi

ottimo

Amico che cortesemente m'


,

in pubblico le vostre cos lodate

Non

()

Lettere

tanto alia amicizia e al vincolo che

questa Carta

quanto e pi principalmente

ci

stringe con l'Editore di

gentilezza dei Direttori degli

1845), noi dobbiamo la facolt di riproCarta predetta. Gli Annali poi sono una conti-

Annali delle Universit Toscane (Pisa


durre nelle nostre pagine

alla

indirizzaste

Sulla Dominazione

la

nuazione del Giornale toscano ec, pubblicato da' professori della Universit di
Pisa, e che momentaneamente cess per rinascere sotto diversa e migliorala
forma e se non han visto ancora vedranno tra momenti la pubblica luce.
Sono gli Annali distinti In due parti che V una delle scienze fsiche e matematiche ec.
l'altra delle scienze sociali. In questo primo volume spettano
;

alla I.*

bercoli

Fenomeni

elettro-fisiologici ec. (prof.

polmonari (Cozzi). Ricerche

Matteucci). Ricerche soprai tu-

sulla Salicina (prof. Pirla). Sulle propriet

degli spettri (prof. Mossotli). Saggio dei terreni che

compongono

''prof.

Spettano alla 11.^ Del metodo di esporre


Capei). Alcune osservazioni sopra la dottrina del dolo

Sulla

verit delle

(prof. Pilla) ec. ec.

delVanno 762

cognizioni

(prof. Capei).

umane

(prof. Centofanti).

il

il

suolo d'Italia.

Diritto

ec. (prof.

Carta

romano
Mori).

Longobarda

Monografa dei delitti (prof. Carmignani). Giunte


Placido grammatico (dott. Corsi). Alcuni docu-

inedite alle Glosse di Luttazio

Arrigo VII (prof. Bonaini). Storia del Diritto Romano nel


De Savigny (prof. Capei) [VI ed ultimo articolo in continuazione dei primi cinque gi pubblicati neW Antologia].
nienti inediti di

medio-evo del

sg.

Nota dell'Editore.
Ap. Voi.

il.

15

,,

114
de'

Longobardi in Italia

Carta Longobarda

dell'

dover

mio

d'intitolare adesso

anno DCCLXII

che per

una

prima

la

volta viene prodotta in luce e dichiarata quel meglio che per

me

si

Non che

poteva.

bitato dell' obbligo

in tal

modo

io reputi d' essermi sde-

contraccambiare

di

alle

vostre Lettere

quando saranno ultimate ma dando fuora di presente un


documento della et Longobarda, mi parve di non potere senza
taccia d' ingratitudine non decorarlo del nome di Voi
che
ultimo per tempo e non gi per dottrina o per ingegno vi
,

arduo e spinoso argomento.

faceste a trattare queir

Trovasi

questa Carta nel celebre Archivio di monumenti raccolti gi


dal Canonico Raffaello Roncioni

le

cui Storie Pisane furono

test pubblicate nell' Archivio Storico

di preziosi ed

notizia di quella Carta

tempo rimosso
le

questioni

a'

suoi conforti se presi

all'

mie

N mi

sia rischiarata

ispregevoli notizie,

una

dee la
tra-

Francesco
trattarla

per qualche

mi sono propri, per portarvi


quantunque delle molte
condizione dei Romani vinti dai Lonimperocch

nondimeno

Re Longobardi.
Vogliate dunque

le

poche

indi

si

e pi certo

ninna per

accogliere di buon

d 5 di Aprile

sciolsi

maggiordomo

disadorne parole di che era

il

la

mede-

traggono alcune non

segnatamente poi (se

un nuovo

dei

Di Pisa,

si

dagli studj che


fatiche

intorno alla

sigla) di

me

animo a

se potei

doluto di essermi

gobardi, agitate dagli eruditi ai di nostri

sima

ed arricchite

egregio e culto Cav.

suo libralissimo possessore

studiarla a beli' agio.

sopra

questo mio Collega per

scriverla e dichiararla
,

illustrate

documenti dal dottissimo ed amicissimo

ignoti

nostro Prof. Bonaini.

Roncioni

a dovere
in

Corte

animo quella Carta e


dato accompagnarla

1845
Al vostro

affez.""*

P. Capei.

Amico

CHARTA LA^GOBARDA
In tahulavio Roncioniano

AN. DGGLXII.

Pisis sub ii II,

la nomine d(oaiI)ni dum ex juss^(ione) domnl pr3ecell,(ea-

tissiml)

dcslderliregisresedlssemusnos ilK(ustri)bus ve-

ris (') Gisilpert

de berona

siilf gast,(aldius)

(-)

bursia maiTd^

et ar-

(^) [*

tlcino in sacro palatlo Iblque

venerunt

in nostri presentia tarso gasind^(Iii3)5domni regis civi(tatis) (*) pIstoriens,(is)

non

de

et aipert

peragebat^ nec

qui causa rodtrude


|

civi(tate) pisana,

dicebat ipse tarso

quia tu aipert contra ordm(ni) introisti in res q(uon)-

d (am) aurlperti

germani

eo quod ipse germanus

tui

tuus per cartul,(am) sue ordlnationis instituit exenedo^

cliioinalimoniisetsubsidilspauperum

etstatuitutper

pontificem cTi(tatis) pisane rectum et guvernatum

fi)

Iflest

viris.

(2)

West

(3)

Major domus. V.

(*)

Haec

de

et

Verona.
in illustra lione.

insequenles

lineolae

perpendiculatae finem et exinde caput

Tersuuna charlao denoonslrant.


(4)

lerlla

indubic

Malui

linea
'(

fieri

civilalis

pr

quam

civilale

civilalis

civis

poniUir

legcndum

nani

denuo

est. Cf. I.u[)i

sigla

hnec

in linea quinta

Cod, Dipi. Dcrg,

I,

quae

clv

occurrit

527

c(

in

ibique

not. yill.

CARTA LONGOBARDA

116
deber^(lt)

cium

absque neglegentiam et

fierlt

si ipse

neglegeret re-

per ipsa rottruda ideo ut dixi

tibi res ipsas

nihii pertenit et debis eas nobis relaxare et justtiam

acb

facere hii

mihi impedii

respondejbat pse alpert Ni-

c(oiit)ra

C^)

ipse auripert judicalum fecit de suis

si

rebus aut exenedocliium quia ecce esemplar {cartu)\Q\

convenentiequam
ut

slue

si

ipse auripert

legitimos unus de nobis ab ac luce de-

filios

cederit unus alteri

auripert sine
10

mec (um) factam habuit

deberemus succedere

filios

decessit ego

et quia ipse

succedere debeo;

illi

replecabatadversuseum tarso de exemplar quam


1

dis

osleii-

mihi non impedii quia autentica exinde non habis et

nec per thinx

est facta

nec per launicliild

star(e)

de inde habuissis

poluissit etiamsi autentic^(am)

non

Nam

ecce exemplar de ipso judicato auriperti qualit^(er) ipse


res suas

C")....

in pauperes largibit stare legibus debilT

eum

asserens iterum adversus


talJ^am)

q{id)a

quomodo

tarso

isla

(5)
:

(6)

Pergamena charla

debit. tu

exemplar judicati stabelire

velis (?)

eum

Lilerae enim fere

(8)

Ila

ex

bis

quae

censeo scriptum fuisse

stare

[iterum tarso)

sii

eum

decem
in

(^)

exemplar

Desonl auleni duo Iresve

salis scio.

in liac

lum maxime

charla pergamena lacera est. Censeo autem


(7)

hic paullisper corrosa est.

nec quid reponendum


In ore exlremo

((7<2r-

non

non autenticala in) (^)

respondebat adversus

lilerae

ipse alpert si islam

et

odo

praeced.

niiiil

in

duabus seqq.

Ilneis,

aut omnes hic excidisse.

desideranlur.

linea ileram ....

deeranl autem lilerae fere decem.

alperl legunlur,

DELL'ANNO DCCLXII
stare debit quia jiidicatiim
1

preceptum domni

ipsum factum
firmatum.

aistulfi regls

s(upra) s(crlp)ti judecis

117

quam

per

Tunc

nos

dum omnem eorum

audlssemus

exemplar or-

altergationis fecemus nobis relegere ipsa

dinations

fuit et

auripert fecerat ubi legebatur

quod

rectum

fierit

de rebus

suls senedochio esse statuerat et

per rodtrudam et li|ceatiam haberit ipsa de mobelibus


rebus vel usumfructum in die obitus sul dare pr ani-

ma

sua et quatragenta nomina

Simul

homenis livertarit^

et fecimus nobis relegere illam

nentife

quam

alpert ostendebat^

et

exemplar conve-

dumper ambarum

partium monlmena et altergationis causam ipsam inqui20

reremus paruit nobis rectum

pr animae sua; remedium quod

ut iUud judicatum

auripert fecerit stare

f)

deberit et esset exenedochio sicut

ipse statuerat et non

haberit adversus ipsum exenedochio aliquid


peter,(It)

quia ejus cartul,(am)

tantummodo

essit et

quamquam

autentica exinde

non erat

25

et per ordin(m) rettulemus

eorum simul
(9)

Rectias:

et

quod monimeife

quondam

Ex

exemplar

stare

nec per

sicut edicti contenit textus.

Cum autem in supradictiprincepispresentia


semus omnia

quod rep

non haberit

nullomodo deberit quia nec per garatihi(^^)


launichild factam

quod

conjunxe-

altergationem

ipsa con|tenebatur

hoc autem sphalmate chartam nostrana

non autographam sed anligrapham esse suspicari polest.

CARTA LONGOBARDA DELL'AN. DCCLXII

118

placuit pletatl ejus

quod nos recte dedissemus

Et adhuc ipse pruiceps


ipsum

vedlssit et

dlxt nobis

quod judicatum

eum

per ejus rogum domnus aistulf

per suum prelceptum firmassit unde qual


stri

judiciiun.

(iter) in

no-

presentia actuni vel defenitum est presentem notijudicati leontace notario facere

tia

admonuemus

Et

ego petrus per ipsius dictato scripsi anno domi|norum

nostrorum desiderii

et adelchis regibus in d(e)i

sexto et tertio per indict(ionem) quintadecima fel


30

nomine
(iciter)|

Signum ('^) manus gisilpert qui hunc judicium


Signum

qui hunc

arsiulf gast^(aldionis)

qui hunc

manus bursioni maTd^

('^)

dedit|

('

judicium dedit
|

Signum

(^^)

manus

judicium dedit
|

(In tergo, aliena

et paullisper recentiori

manu, scriptum

Exemplar de judicato tempore

(10) Signa desunt. f. not. praeced.

(11)

Majordomi. V.

s.

noi. 3.

Desiderii.

est)

ILLUSTRAZIONE

Semplice molto

dichiarazione delle cose contenute in qutsta

la

Carta Longobarda, dettata nell'anno 762, quando regnavano Desiderio e Adelchi, nell'anno sesto e terzo della respettiva loro domi-

nazione

(1).

Auriperto ed

il

il

fratello

Alperto, della

una privata convenzione per

sato tra loro

quale morisse senza

figli

succedesse

din, che

sue cose

di tutte le

buire pane

alimonia

altro.

l'

con altra sua disposizione {judicatum

e sussidj ai poveri

sano pontefice, o, in caso

che a quel d'essi

Sennonch Auriperto,

cartula ordinationis

uno spedale per

instituisse

s'

avean pas-

citt di Pisa,

iscritto:

incombenzandone

cui attribu licenza di elargire,

della sua

morte per

o parte delle cose mobili o l'usofrutto

al d

r anima sua; e diede

quaranta uomini o servi

inoltre la libert a

convenzione gi con
sciach

il

fermata

lui

vescovo pisano non

lite

si

dici Giselperto

ne occup

fidando
le

ne

da Verona

ad

po-

Alperto.

dove sederon giu-

Re

gasindio o convitato del

procuratore

di

Ecco poi

guisa in che la causa venne

lite

ragioni

le

Bursio maggiordomo e Arsiulfo gastaldo,

Pistoja

Rottruda

(2).

privata

nella

sostanze;

mosse

agit in Pavia nel regio palazzo

comparvero Tarso da
la

presentava a propugnare

si

Rottruda

dello spedale, usc fuora

Questa

Alperto

fratello

il

pi-

il

negligenza per parte di lui, Rottruda^

di

che fu probabilmente sua donna

Morto per Auriperto

or-

distri-

ed Alperto suddetto della


trattata.

come

citt di Pisa.

Tarso

appog-

giandosi alla disposizione (judicatum] di Auriperto, che delle proprie cose avea fondato

uno spedale

nella guisa predetta

invitava

Alperto a rilasciare quelle sostanze, siccome ad esso non pertinenti.

Ma

rispondevagli Alperto: di non trovare impedimento a ritenerle,

(1)

Non credo

pAriscono segnati

lungamente

di
i

dovermi dilungare intorno al diverso modo con che apcomun regno^i Desiderio e Adelchi, perch

primi anni del

di ci favellano gli eruditi.

V., per

es.,

Fumagalli, Codice S.

Am-

brosiano, pag. 34 e segg.


(2)

Cosi

linee 16-18.

mi sembra debbano

costruirsi le parole alcun

che intricate delle

ILLUSTRAZIONE

120

sue cose

nello aver disposto Auriperto che delle

spedale

atteso la convenzione passata col

fondasse uno

si

fratello

della quale

uno esemplare, che il superstite di loro succedesse all'altro


che fosse morto senza figli. Replicava Tarso, peraltro: non valer
punto lo esemplare oppostogli della convenzione s perch questo
esemplare non era autentico e perch la convenzione non era stata
esibiva

pubblicamente

tampoco

per via di donazione

fatta

le parti

onde

appellavasi launechild;
stare,

nemmeno

ai

non

cit dei

avrebbe potuto

fosse trovato in grado

(judicatum

disposizione

poveri le proprie sostanze

doversi stare alle leggi. Stretto Alperto da queste

tamente procacci

n prestandosi

d esi-

intanto produceva Tarso ancor egli dal

canto suo uno esemplare della

Auriperto aveva elargito

si

quel picciol dono che

convenzione

la

se desso Alperto

birne autentico esemplare

thinx

acci fosse irretrattabile

di ridurre

ad un punto solo

documenti, dall'una e

l'altra

ragioni

accor-

cio alla autenti-

ogni

prodotti,

parte

che

con

e concludeva

que-

stione tra loro, dicendo: che se lo esemplare della convenzione per


lui prodotto

non dovea contare

perch non autentico

non sapea

ei

davvero come Tarso potesse fondarsi dal canto suo sull'esemplare

Ma

esibito della disposizione di Auriperto.

francamente replicava

Tarso che questo esemplare era valido perch quella disposizione


{judicatum) era stata certamente fatta, e perch Re Astolfo aveala
,

convalidata. Allora

ribggere e

lo

giudici

udite

quelle

esemplare della ordinazione

altercazioni
di

fecero

si

uno spedale

fatta

da

Auriperto, e lo esemplare della convenzione esibito da Alperto, e


sentenziarono: doversi stare alla disposizione (jM^ica^wm), e rigete perch lo esemplare della
tarsi come invalida la convenzione
medesima non era autentico e perch non fatta n per garathinx,
n per launechild^ come vuole l'Editto di Rotari (3). Che anzi,
;

recatisi que' giudici in

addotte dalle parti e

il

presenza del Re

ed

espostegli

contenuto dei documenti

cipe aver essi drittamente sentenziato; e soggiunse,

veduto da s stesso

la

disposizione

[judicatum)

le

dichiar

ragioni
il

prin-

aver gi

lui

Auriperto, e

dato preghiera ad Astolfo suo predecessore acciocch volesse con-

Laonde

validarla.

stendere

tura di lui

(3)

giudici ordinarono al regio notaro Leontace di

documento

il

di questo giudicato

che

in effetto

fu scritto da Pietro, notaro subalterno.

L. 172-178. Rolh, LL. Liulpr. Vili L. 4.


.

a detta-

E un esemplare

ILLUSTRAZIONE

121

mano

di Pietro

sentenza

disteso forse dalla stessa

a guisa di duplicato (4)

e che per difetta dei segni o delle croci

sincrono

tal

di

che

de' giudicanti, quello

che

cioni in Pisa, e

custodisce nel celebrato Archivio Ron-

si

presente

di

Annali

questi

in

quanto

io

sappia, per la prima volta vien pubblicato.

Ora dei giudicati proferiti ai tempi de' Re Longobardi e massimamente poi nel regio palazzo loro in Pavia non si possiede in
,

pubblico tanta dovizia, che questa Carta disperar debba


coglienze. Certo

quali

moderni

verse sentenze

scrittori di cose

E, poich
linea

ci

si

Ma non

Re Longobardi

insigni storici

frata la sigla a

dopo

gi

prima e

si

penultima

nella

in

il

Muratori ed

m' abbia adeguatamente

nome

al

deci-

di Bursio,

come

Faulone occorreva in quel Diploma lucchese

Fiorentini, e da lu poscia lamentato

la

non

vi si

la

fu

veduto

come perduto

parola exemplar

Carta, significa copia (V. anche


parola eocemplar u

di-

per

maggiordomo

se col Mabillon

e paleografl, io

di

Non Ignoro che

in

starei

viene per essa a conoscere in Bursio

dell'anno 686 dato da Re Cuniberto, che

(4)

vano

e pi certo

mdird~^ che tien dietro

nome

il

scindono

si

acalle

per questo, scarse o irrilevanti

come un nuovo

secondo de' giudici qui ricordati

altri

liete

intorno

che ne scaturiscono.

para innanzi nella

diciara subito

r.orte dei
il

notizie

le

longobardiche

niuna per essa vien risoluta

dire, sarebbe slato sperarlo.

hansi a dire

gravi questioni

delle molte e pi

(5),

celebre

dal

gi scrit-

apposta sul tergo della nostra

nota 9 apposta

alla Carta).

Come

per altro la

legge in testa, e di per s stessa la Carta apparisce

sincrona e scritta in caratteri separati e nitidissimi a guisa di molti autografi


della stessa et riferiti dal Brunetti

tempo dopo

morto Alperto e

s'

Intende cui bono potesse

qualche

a patrimonio di Auriperto distribuito ai poveri,

di questa sentenza
non ho voluto dissimulare questo mio
un duplicato autografo; che, fondato o non fondalo, non toglie e
non aggiunge nulla alla sincerit della Carta medesima.

bramarsi copia

sospetto di

MaJbillon^ in Annal.

(5)

Ben,T.

in

Adpend. Muratori, Anliq. m.ae, Diss. 65.

r.V coi.367 e 368. Brunetti Cod. Dip.losc,. pag.242.282. Berlini, in Memorie e Documenli per servire alla storia del Ducato di Lucca, T. IV pag.273,
wla 24; e in Appendice Docum. di N." XXXIII. Oltre Faulone, che per et
si presenta il 1.^ altri maggiordomi conosciuti dei Re Longobardi sono, 2." Ambrogio maggiordomo di Liutprando, mentovato in una carta Aretina apografa
pubblicata dall' Ughelli, Italia sacra I, 410, nn che lo stesso (Jghelli e il Sa,

vlgny, .Storta del Diritto


falsa

il

Romano

nel medio-evo, I.c. 4 nota 10 i

Fumagalli, Antichit Longob.

ebbero per sincera.


Ap.

VoL

3.*
II.

mi.

98 e

reputarono

cil. p.428,
Ratperto, maggiordomo dello stesso Liutprando, che
i

il

Brunetti, op.

16

ILLUSTRAZIONE

122
tori di

ancora

la necessit di credere

molta fama aveano avvisato

Re Longobardi

un

fosse

ufficiale

il

gasindj e avesse giurisdizione sovra di loro

perch gasindio era

quale

procuratore di Rottruda

il

nostra carta seder tra' giudici Bursio

non

poi, che presso a' Longobardi

(6).
,

noi

che presso

governasse

appunto

forse

vediamo nella

maggiordomo. Ad ogni modo

il

fosse

il

maggiordomo

in

tanta

preminenza, quanta questo ufficiale ne teneva nella signoria de' Franchi, lo fa conspicuo

persona e

la

Verona;

Io

la

di

quel Giselperto

quale in entrambi

Bursio

conferma adesso
luoghi

cui

il

(7)

il

presenta

ci

maggiordomo, dopo Giselperto da

rive-

che se poi ci piacesse di sapere chi

nome

avremmo da Paolo Diacono

un Giselperto , che

fermo non troveremmo, se Bursio avesse

Io che per

una dignit superiore

stito

sia

nome

il

silenzio della storia, e lo

il

tenore di nostra Carta

preposto a quello di Bursio


il

quale narra come

fu vanerello e tristo

Duca

a'

Verona

di

noi

suoi giorni
,

turb

sepolcro di Alboino, ne rap la spada ed ogni altro ornamento

il

poi vantossi d aver visto Alboino (8),

Ne meno degna

di

osservazione la circostanza che nella nostra

Carta Tarso gasindio del Re

s'

qui causa[m] Rottrudae peragebat

incontra in altra carta antica (apografa) dell'anno 715 pobbllcata parinente

dall' Ughelli,

e dal Muratori In Diss. 74

T. VI col. 384
che ne dimostra la
Finalmente Bursio nostro maggiorpi certo
siccome quel solo il cui nome
,

verit, e dal Brunelli ibid. pag. 450. 4.

domo

del

possa da

Re

Desiderio e di tutti

tutti

un autografo o almeno pressoch sincrono


Maid debba qui sciogliersi in una cos lunga

vedersi anch'oggi in

monumento. Che poi la sigla


parola come majordomus, me ne convince ancora

la soverchia lunghezza della


perch nella nostra Carla la codetta pi
breve o pi lunga secondo che pi o meno sono le lettere omesse.
(6) Leo, Vicende della coslituzione delle Citt Lombarde, traduzione del

codetta che taglia

la sigla istessa

conte Cesare Balbo, pag. 37, nota 2. Cf. Muratori

Anche

(7)

dei 5 Luglio 715,


giudici

ma

Liutprando

nella sentenza di

non

solo Katperto

tiene persino

1*

Anliq.Diss., 4.

confermatoria della precedente

maggiordomo viene dopo parecchi

ultimo luogo (V. cit.nota

5).

Non

altri

so poi perch

il

Leo non si appoggiasse n a questa Carta n al Diploma di Cuniberto che


apertamente ne favorivano lo assunto della necessit di un maggiordomo
,

appresso
(8)

Re

Longobardi.

De Gest.Langob.il, 28 ad

diebus Giselbertus

spalham ejus
hanc causam
jactabat

et
,

si

(al.

Gisleperl)

fin.

qui

solita

nostris in

aperiens

inventum fuerat , abstulil. Qui ob


apud indoctos homines Alboin se vldisse

quid in ornatu psius

vanitale

Hujus (Alboini) tumulum


Dux Veronensium fuerat,

ILLUSTRAZIONE

123

sembra essere un semplice procuratore o attore


dualdo

lieve

dubbio se Rotlruda

suo procuratore
ultimi

mani

circostanza

delle parti sieno prettamente

nomi

Da questa

Itotlruda.

di

fosse

longobardi

e ad onta che

sorgerebbe non

o longobarda o romana

fosse de'gasndj

mun-

e non gi

infatti

maggiori o minori

se Tarso

(9);

(10), e tra questi

Ro-

contassero alcuni discendenti dalla schiatta de' vinti

si

(11)

e finalmente se lo stesso Alperto della citt di Pisa fosse

romano: dubbio che

anch' egli o longobardo o

rispetto

lui

si

rafforzerebbe, laddove potesse aversi buona cagione di raffigurarlo


in quell'Alperlo
la

care
il

medesimo

famosa Carta pisana

di

che nell'anno 757 scriveva come notaro

Rachi frate e re

costoro per longobardi

tutti

che

rilievo

la

Poich

(12).

a qualifi-

non mi parrebbe invero bastante

convenzione passata tra' due

fratelli

Auriperto ed

meno per

difetto

di

Alperto venne dichiarata invalida,

autentico che non delle simboliche forme prescritte

esemplare
Editto di

nell'

un canto, essendo sospetti di coloro


i quali
per la pi parte almeno reputano territoriale V Editto
vinti Romani
n sembrando per Taltro inverosimile, che anco
Rotari

gravi e fondati, dall'

quali in ogni et ebbero di solenni forme per le donazioni

[man-

cipatio, in jure cessio, insinuatio), ora le avessero per

maggiore co-

modit oca u tela scambiate con quelle de' vincitori

Ed

perch mai

la disposizione di

(13).

oltracci,

Auriperto abbisogn ella d'essere con-

fermata da Re Astolfo? Forse perch da sano e non infermo e pri-

vatamente aveva

egli disposto a

dell'anima sua (14)

(9)

L.

toccava

vantaggio dei poveri e in rimedio

o per qualche altra pi riposta cagione? Non

205 Roth. LL. Liulpr. VI. L. 74


Rottruda

lo interesse della stessa

in One.
,

cui

si

avvertasi che

erano

lasciati

la

causa

mobili e

postoch poteva disporne. Del resto, da notare che nelle Carte


longobarde quando alcuno interviene come Mundualdo per le donne, tal qualit 8i esprime (ov'io non m'inganni) con apporre quel predicato, e non gi
r osofratto

per circonlocuzione.
(10)

(11)
riensis

LL. Liulpr. yi.L.9.


Dubbio che molto crescerebbe se nella Carta

la lezione

civm pisfo-

potuta anteporre a civUatis {V. nella Carla, noia 4) ;


perch quando Paolo Diacono, V, 39. IV, 21.53, allegato dal Leo, op.cil.p.4'0
si

fosse

nota 3, chiama cives

Longobardi abitatori

ostenti latina eleganza.

(12) V. Brunetti

opcil. P.I pag.562.

(13) LL. Liulpr. VI. L.


(14)

LL. Liulpr.

I.

37

Leg. 6.

{de scribis).

tffelle

citt, da sospettare

che

ILLUSTRAZIONE

124

vuole intanto mandarsi in silenzio, che la convenzione


telli

onde

senza

superstite di loro succedesse

il

figli,

all'

due

tra'

fra-

morto

altro che fosse

potrebbe anch'essere una imitazione del cos detto

te-

stamento reciproco, assai limitatamente permesso nella precedente


et imperiale (15)

come

e aggiuntavi la condizione a si sine liberis co-

romano

nosciutissima in

Ma,

diritto.

in tutto ci, la pensi

ognuno

crede; potendo invece conghietturarsi che la donna

la

longobarda e stesse sotto


ad un gasindio

Anche

la

il

mundio

del

fosse

Re, e questi ne commettesse

la difesa in giudizio.

ricchezza non pccola da notare del patrimonio la-

sciato da Auriperto, posciach a

non meno

di

servile condizione voleva egli donata la libert.

quaranta uomini

in

N vorremo troppo

rammaricarci perch non detto se quegli uomini fossero o schiavi


propriamente tali, o coloni romani, o massari, o aldj, ec.
qua;

sich in

tal

caso

si

fosse potuto plausibilmente

dedurne se longo-

bardi o romani originarj del regno dovessero dirsi ed Auriperto e


il

fratello e

Rottruda: essendo invece o molto ragionevole

sempre

dere,

a qualsivoglia condizione ridotti,

per qualunque

essi

modo

fosse

vi

ciprocamente comprare e vendere


attenenti

infallibile

commercio o facolt

di re-

beni stabili con le persone ad

cosicch le varie qualificazioni

de' servi ed altre dipendenti persone,

come un

a cre-

che tra Longobardi e Romani,

lecito di sospettare

parmi non debbano reputarsi

argomento per determinare

la schiatta del pos-

sessore (16).

N meno
bocca

di

preziosa

Re Desiderio,

mi sembra
il

quale

ci

la

notizia

uscita

dalla

propria

dichiara, aver lui veduto la di-

sposizione (judicatum) di Auriperto, e dato preghiera al predeces-

sore Astolfo, acci volesse convalidarla.

noto, infatti, essersi gi

disputato molto per gli eruditi, se Desiderio,

avanti

salire al

di

mai stato Duca di Lucca, ed anzi di tutta Toscana. Ed


ora che noi sappiamo aver lui veduto la disposizione di Auriperto

trono, fosse

(13)

Lo

malgrado

fu in origine ai soli soldati, L. 19.

la inefficacia, si

de paclis

(II

3)

ma

che, a

praticasse alle volte tra privati. Io attesta con pa-

recchie altre la delta legge. Dipoi fu permesso ancora

Nov. Vdlenliniani de leslamenlis

tra' coniugi.

V. Const.

p. Cod. Theod,

rimanere il dubbio se per colai vendila ad un romundio alienalo. Ma siccome il romano, marito, poteva
comprare il mundio sulla donna longobarda {LL.Liulpr. VI. L. 74) non saprei
vedere il perch non potesse acquistarlo ancora sugli aldj^ massari ec.
(16) Al pi potrebbe

mano

restasse

il

ILLUSTRAZIONE

125

Re, onde

ed essersi interposto presso quel

pos-

confermasse,

la

siamo con qualche verosimiglianza conghietlurare che Astolfo Re


straordinario almeno, in
Io avesse inviato ad esercitare un potere
,

questa nostra provincia, o qualche altra volta o, se

di

Anastasio Ribliotecario,

il

quale ce

lo addita

queste parti quando egli udiva la morte del

Re

che

le

parole

mosso appena a
(17).

finalmente, venendo alle persone de' giudici e

questa Carta ricordati, terminer con dire

molto

vuoi,

pi tempo innanzi che gi non consentivano di credere

in

de'notari

Giselperto

in

gi

ravvisammo un famoso Duca di Verona, e che di Bursio il maggiordomo e di Arsiulfo il gastaldo non mi occorse altrove menzione ;
forse perch in proposito non adoprai la diligenza propria degli
eruditi.

Ed anche

rcgj notari,

di

Leontace, da noverare

non apparisce, per quanto

carte dettate nel palazzo di

nome

di Pietro,

Re

mi

adesso

tra' principali

sappia,

il

nome

nelle

Desiderio. Vi apparisce peraltro

il

notaro subalterno (18), che attesta di avere scritto la

Carta medesima

della

quale

per sodisfacimento degli eruditi che

vogliano instituir confronti (19),


l'eclipo fedelissimo

(17) Anastas.

io

in

credemmo

di

dover qui annettere

(*).

Slkephani

Scriplor. Rer.ItcU.T, I.P.II

vita

Fragment. Longob.

historiae eie;

io

pag. 113. Muratori, Annali d'Italia, all'anoo 756.

(18) V. Famagalli, Cod. S.

Ambros. pag. 36.

(19) V. sopra, nota 4.


(*)

Trovasi nella edizione principe di questa Carta, Pisa 1845 ; negli AnNota deWEditore.

nali delle Universit Toscane.

RASSEGNA DI LIBRI

LAVORI SPETTANTI ALLA STORIA D'ITALIA,

DI ALCUNI

ULTIMAMENTE PUBBLICATI IN GERMANIA.

Articolo primo.

Se io mal non mi appongo,

gli

studj storici sono tra quelli che

ora nella Germania del pari che in Italia primeggiano, e pei quali

come

intraprese

le

felice, e

de'

modo

meglio

spettanti a s fatti studj


dell'

il

gomenti

numero
Italia

documenti e

delle

ha forse

il

le

esecuzione non possono

Tedeschi riesce

nuove opere che trattano


il

ammaestrati), abbiano un esito

sortiscano una grata accoglienza. Se fra

maggiore
di

non

ne rimove ogni dubbiezza

letterarie

quali e per gli argomenti e pel


servire all'uso se

Me

simpatia.

pi viva dimostrasi la

vedere

vanto

riguardo

di altri materiali di storia.

Le

di storici ar-

pubblicazione e

alla

sorti dei

due paesi

sono state in ogni tempo troppo intimamente collegate, perch da


codesta attivit nelle diverse regioni

del vasto

campo da

essi oc-

cupato sulla terra, non abbiano l'uno e l'altro a profittarne per


la

pi perfetta

cognizione

non troppo grande


generarono
taggio.

ponga

in

loro annali

antichissime scambievoli

le

Non

dei

si

pu con buona

non cale ci che

di queste produzioni

vantaggio veramente

confronto dei mali che ad Italia e Germania

al

si

produce

non sono

condizioni

giustizia asserire

tra

al di

ma

che

la

l dell'Alpi

pure van-

Germania
e se molte

noi conosciute quanto merite-

rebbero, non gi da imputarcelo a trascuratezza o superbia,


soprattutto

del soggetto,

per tacere

d'

impedimenti pi

materiali

che sebbene in se stesso importante

si

ma

alla qualit

aggira spesse

RASSEGNA

128

DI LIBRI
grandemente attrarre Talci non avvenga

volte Ira limili troppo angusti per poter

un paese

tenzione in

ovvero che

modi

straniero.

Ogniqualvolta

di trattar la

materia siano

larghi da connet-

tere la storia dell'uomo, della famiglia, del municipio con quella

non

del secolo; allora


gletti

frutti dell'

opere del Botta


tra noi

un

favorevole accoglimento.

pur confessare che

moderna

la

taccia di aver ne-

Per

Italiani.

tacere delle

e oiV Amari hanno avuto

Colletta

del

gli scritti

pu veramente dar

ci si

ingegno e degli studj

malgrado

ci

di

Germania come dovrebbe essere


un maggior numero dei nostri lavori, specialmente
;

relativi all' Ita-

divenuto per via de' volgarizzamenti in propriet

lia, sia

bisogna

non diffusa in
mentre noi andiamo superbi che

letteratura Italiana

di quella

nazione. Fra questi voglonsi annoverare la storia del Leo e V opu-

medesimo sulla costituzione delle


Papa Silvestro II dell' Botk e quelle

scolo di lui
vita
d'

di

Innocenzo

III di

del Papencordt.

Yoigt e di Harter

buon

e non rimasero senza


zioni

impedite da ragioni

frutto

luti' altro

che

rivista

me

per quanto da

si

storia Italiana.

sano essere

di

n' esistano

tradu-

Storico
,

tesser

di quello

di

una

che sin

pubblicato in Germania sulla

Siccome per spero che

le notizie di tal fatta pos-

qualche utile a quelli che

pandosi, ho creduto far cosa grata

Rienzo

non molto intendo fare

air Archivio

si

di

letterarie.

possa pi completa

dal principio del corrente secolo

Cola

la

VII e

ed apprezzati

conosciuti

bench non

In un lavoro bibliografico che fra

pubblica ragione neWppendice

Gregorio

la storia di

Ranke sono

libri del

Lombarde,

citt

di

ai

di tali studj

vanno occu-

medesimi parlando un po' pi

diffusamente di alcune opere nuove che alla detta classe appartengono. Nella scelta

di

esse

non mi sono limitato a quelle

discorrono esclusivamente di cose Italiane

mettere in
nali delle

tal

numero

due nazioni

riferiscono.

sole che

giudicando doversi

grazie a queir intimo connesso tra


altre

ancora che solo

M' imporr intanto

la

gli

aman-

in parte all' Italia si

regola di toccar pi leggermente

anche da parte ci che rimane straniero allo scopo


principio
preflssomi. Avendo cos dichiarato il mio intento, dar
a questa serie di note con un libro il quale per la gravit della
o

di lasciar

materia a pochi alcerto inferiore.

RASSEGNA

DI LIBRI

129

CoRRESPONDENZ DES Kaisers Carl V. Aus dem Koniglichen Archiv


und der Bibliothque de Bourgogne zu Brussel mitgetheilt von
Dr, Carl Lanz. Erster Band, 1513-1532. Leipzig

teggio deir imperatore Carlo

La

XXVUI

V non

perch

della Scozia

dere a quello che oggi

Ranke,

rica. 11

io

stala scritta fino a' no-

qui debba additarli

ma

non bisogna

accennare, che quest'opera, composta presso a cent' anni

un angolo

in

1.

del Robertson sono troppo general-

pregi dell'opera

mente conosciuti
fa

Car-

e 706 pag. in 8. gr.)

storia dell'Imperatore Carlo

giorni.

nemmeno

1844.

Borgogna a Brusselles dal Dottor Carlo Lanz. Voi.

Bibl. di

Lips. 1844.

stri

tratto dal R. Archivio e dalla

ci

non pu

fanno esigere

in

veruna guisa corrispon-

progressi della Scienza sto-

qualunque altro a

alto forse pi di

e per le profonde cognizioni delle cose di

impresa

siffatta

queir epoca

e pel di-

gnitoso contegno e per la sua imparzialit in materie di religione,

per

quale non abbassa n denigra V una delie

la

ch un sol lato

di

all'

altra

morte dell'Imperatore

speranze

r operar suo politico e religioso


alla

due parti anche

non ha preso a considerare fuorcio Carlo V in Germania e


quest' argomento

laddove presta orecchio

dal

primo sorgere

di

Lutero sino

quale stanco e deluso nelle sue

il

(1);

scendeva nella tomba, combattendo fino all'ultimo colla

convinzione importuna, non essere pi luogo in Europa all'unit

da stendersi suU' intero mondo occidentale

politico-religiosa
egli l'aveva

a cui

concepita nell' animo

dobbiamo

la storia

Il

(2).

della casa di

sino al regno di Massimiliano

(3)

materiali,

ho esposte

L.

(1)
voi.

I.

quando morte tronc


le ragioni

Ranke
V.

le

quali

Habsburg

voleva

storia politica di Carlo V, ed aveva gi


i

Principe E.

come
M. Lithnowsky,
,

dai suoi principj

accingersi a dettare

messo mano

la

a raccoglierne

suoi vasti disegni. In altro luogo (4)

muovono

mi

Teiilsche Geschichie

Berlino, 1842 (1837)-43.

im
(

a credere che al suo

Zeitaller der Reformation.


11

VI. voi. contenente

f/."*

ediz.

documenti

tuttora Inedito).

Raoke op. cit.


M. Llthoowsky,

(2)

(3)

morte

di

Regesti
(4)

Federigo

III).

voi.

V. pag. 425.

Geschichte des Hauses Habsburg.

Vienna

Voi I-Vill

).

Ugemeine Zeilung
Ap. Voi.

II.

1845

(sino alla

1836-1844 (con molti documenti e


,

n.'

17.

17

copiosi

RASSEGNA

130

mancalo

libro sarebbe

DI LIBRI

gran lunga quel carattere

di

accennato, e quella giustizia senza

test

diviene un' invettiva di passione e di

Lanz

di Giessa (1), si

uomini

lato ci

si

cos egli

fanno incontro

ricco di grandiose

degli stati e dei popoli

le idee potenti e

progressive di un secolo

uno sviluppo stupendo

gli

Da un

allettano.

nella vita

di tali forze

contrasti e le lotte

dei governanti ora unita ora opposta ad esse

litica

Dottor Carlo

il

impresa, a L'epoca e

grandemente mi

rivoluzioni

Ora

partito.

dedicato a tale

esprime

si

imparzialit

d'

quale un* opera storica

la

la

po-

ora in atto di

dirigerle ora di frenarle, ed ora approfittandone per le proprie mire,

ma pur sempre
un
di

un ingegno vasto quanto

in cui egli

pugnanti

come

il

cio e di

esaltazione d

nucleo

politica.

sguardo su quell'unico

fisso lo

ravvisa la missione che la Provvidenza gli ha de-

di assoggettare
all'

un'ambigua

tutti di

Scorgiamo quest'uomo tener sempre

mezzi

attivo, ricco di grandi disegni, di

e giudizioso, fortificato dagli artifizii

stinato

fronte di

scorgiamo l'uomo dotato

una costanza che ha del tenace, sempre prudente

inesauribili, e di

scopo

del tempo.

soggetta alle grandi leggi

tale sviluppo e di lotte somiglianti,

della

sua

servire

far

stesso

queste forze tra s

Lo scorgiamo

vita.

che forma

quell' idea

affaticandosi

combattendo, temporeggiando, conciliando, vincendo, riordinando,

sempre ad assicurare

intento mai

progressi e la riuscita

di

quel

disegno che egli ha concepito: mentre poi credendosi giunto in cima,


egli

s'

illude e vedesi ingannato dalle proprie arti, sorpreso e vinto,

e costretto a cedere a poteri maggiori di lui e ad abbandonare

timone degli
a Do solo

non

v'

affari; lo

il

scorgiamo indebolito, scoraggiato,

si

ogni voler

sua costanza. Forse e senza forse

sacrifizio dell' invitta

tratta di far palesi

umano

le leggi

Le ricerche che
giare nel Belgio ed

il

sig.

in

Lanz

si

Francia.

centrale pel governo e per

accinse a fare dei materiali e

l'

Gli

il

condussero a viag-

archi vj di Brusselles

amministrazione degli

Sluigard, i844

Non
come

),

di cui

aveva

di gi

rammentare

tedesca (Lipsia, 1842).

c' bisogno di

di quella del D'Esclot, alla Italia

(Firenze, 1844).

punto

di

En Ra-

data una traduzione

che

questa Cronaca,

Stati settentrio-

Al D. Lanz doLblamo un'edizione della Cronaca catalana

mon Muntaner

soggiace

alle quali

divine

soprattutto di documenti propriamente detti

di

il

facendo

ha sulla scena storica maggior esempio n soggetto pi degno

allorch

(1)

ma

la

bella

versione

diede F. Mois.

RASSEGNA
che

nali

all'

Imperatore ubbidivano,

dei quali per

gnuolo e quello dell'Austria


tanti di quella

miniera

perch

governo Spa-

il

cominciarono a valersi

gli esteri,

K. Biblioteca a Parigi,

di carte (1). Nella

quantunque esplorata, e negli archivj col


il Laiiz trov gran numero di documenti di

inesauribile

trasferiti di

durante

talch solo da qualche anno gli abi-

regione, al pari che

quell'immensa copia

ricchissimi tesori,

troppo profitto,

inaccessibili
;

131

gli offrirono

T avanti non erasi cavato

quegli archivj erano rimasti

di

DI LIBRI

Simancas,

Avendo sott' occhio una messe tanto coun servizio alla scienza con pubblicare

non minore importanza.


piosa, egli stim rendere

quella parte dell'

immenso carteggio

generale da

alla politica

dell'

seguita

lui

Imperatore che ha rapporto


e che

particolarmente

pi

spelta alle cose Tedesche e a quelle d' Italia e degli altri paesi che

prime

colle

si

trovano in immedialo contatto. Quel limitarsi all'ar-

Lanz dal vedere

chivio della Cancelleria Tedesca venne consigliato al


i

del Belgio e di Francia operosissimi

dotti

che pi specialmente illustrano

la storia dei loro paesi:

senza dubbio degno di lode. Le collezioni


trasse

Cancelleria Tedesca che viene intitolata

nali

dunque

suoi materiali, sono: 1. quella sezione

forme religieuse en Atlemagne


ovvero copie

quasi tutta

copie

di

relatifs

documens historiques

Francese

rivoluzione

della

quali egli

dalle

la r-

conlenenti carie origi-

essendosi

fonti

le

divisamento

dell'Archivio della

Documens

32 volumi

2." Collection de

composta

tempo

Lilla al

indagare

nell'

perduti
e

gli

3. la

raccolta

originali a

ricchissima

Biblioteca di Borgogna. Nel darci gii atti pi importanti di queste

raccolte

il

Lanz

si

studiato

osservare

di

esattezza, conservando, per quanto polevasi

(i)

li

SIg. Gacftard

maggior

la
,

1'

possibile

antica ortografia^,

direttore dogli Archivj, conosciulo per diversi lavori

1838 una succinta notizia


Sur lesarchives gnrales du royaume y Bruss. 1838, con
utilissimi, ha pubblicata nel

que' veri tesori

di

suppl. 1839.

porli del noLedesirao nel bulIelUni delia coramissione storica

rap-

ovvero stampali

separatamente, che trattano del viaggi da esso fatti in paesi stranieri collo
scopo di completare essi archivj
contengono eziandio moltissime notizie
sulla storia di quesli archivj medesimi
quali
pochi anni prima della fondazione del regno del Belgio
onde
trovaronsi minacciati da un Incendio
,

aumentalo il disordine che di gi ne rendeva dilTcilissirao 1' uso.


Si sa
che il Sig. Gachard ritorn non ha molto
da un viaggio fatto in Ispagna
per l'oggetto indicato Degli Archivj della Fiandra orientale tratt il direttore dei medesimi, Barone J. de Suini- Genois, Mesuager desscienr.es historiques du Belgique. An. 1841, pag. 137-204, An. 1843.

fu

RASSEGNA

132
n permettendosi

ma

originali

v'ha una sola


Castiglia

meglio

Le

correggere manifesti errori fuorch laddove non

il

sole copie

trovarono.

si

primo volume comprende

Il

suir ajuto da lui prestato agi' Inglesi. Forse sarebbe stato

cominciare

di

incoronazione di Carlo a re de' Romani.

dall'

1515

ventisette lettere del

cesco

non parlano fuorch

di altro

del trat-

da concludersi tra l'Arciduca e Fran-

matrimonio allora progettalo di Carlo con Kenata


medesima che nel 1528 and sposa a Ferrara.

e del

Valois

anni 1513-1532. Del 1513 per

gli

Luigi XII all'arciduca Carlo principe di

lettera

tato d'amicizia e d'alleanza

di

DI LIBRI

quella

queir ambasciata era preposto

spos Claudia di Ghalon

che

storie italiane

conte Enrico di Nassau,

il

Filiberto

sorella di

Francia

in quella di

pi

matrimonio che

ramo Ottonico della casa di Nassau


r Grange. La corrispondenza predelta termina
sare al

quale

il

nominato nelle

titoli

fece pas-

sopra

diritti

colle congratulazioni

dell'Arciduca in occasione della battaglia di Marignano

la

grande

que dieu luy a donnee don t Jay este fort joyeulx^ et


en loue dieu de tout mon cceur. L' unica lettera del 1520 quella

et belle victoire

scritta

da Lochau in Sassonia

deburgo
sonia

Card. Arciv.

nome

di

il

20 Febbrajo da Alberto

Magonza

del Collegio degli

Federigo

e da

Elettori

all'

di

Duca

BranSas-

di

Imperatore eletto

omniomodo (sic) in hoc vere


coronam suam regiam in Aqui-

invitandolo a passare in Germania: ut


traijcere

et

in principio aestatis

possit. Non omettono di far menzione delle cattive


Re Francesco: Serenissimum Francorum regem, qui

sgrano suscipere
disposizioni del
et

magnitudinem

dignitatem

et

spectas habet, querere


pedire.

Non prima

quenti.

del

1522

di

di essere stato

proprio pugno
il

eius

lettere

le

quell'anno appartiene

Carlo scrive

vires regie maiestatis

et

omnibus modis

al

il

cominciano a

farsi

pi fre-

pontefice

Brusselles, 7

Marzo),

principal motore della sua elezione: ce ^rwe powr-

Manuel mon ambassadeur

ma

su-

carteggio con Papa Adriano VI.

rcz aussi cogneistre par une responce qiie fut faide a

direni que a

vestre

ex Hispania discessum im-

de

par

le

college des

Don Jehan

cardinaulx

contemplacion fut faide lelledion

de

que lui

votre

sain-

Et me semble que estant le papat en votre main et lempyre


en la mienne^ est pour fair e par ensemble beaucop de bonnes et
grandes- choses. Nonostanti queste parole sembra che V Imperatore
non si tenga ben sicuro delle intenzioni del papa, giacch nel seguito della lettera
agnel domandare dei cappelli cardinalizj
ciite,

RASSEGNA
Ijiunge: de crainte

aucun savancast de vouloir mener quelque

qu-e

nraetique entre vous et

roy de Trance,

le

me

fust convenable

contegno

di

promesse ed amicizia

di

osservarsi

il

Adriano

Francia non

abundans de promesses

estre rices et

Saragozza

surer lamitie a leur profict

fa

conto

(aire.

Maggio

assavoir

les

la

).

da

Delle

francois

mais me-

belles et doulces parolesy

de sorte que changeant

que

ce fissiez chose

par

que suis sehur ne vouldriez

ce

que por leurs doulces

et

parolles vous cuydassent endormir, et que

ne

133

DI LIBRI

fortune

et

condition des choses, si ne leur vient a profict, soubs quelque cou-

mains que veritable

leur guise et a la fois


lamitie. L'elezione

ils

sua per al papato non

deserent

laissent

et

riconoscerla da

vuole

Carlo, bench cerchi ^di negarlo col miglior garbo possibile: je suis

joyeux non estre parvenu a

toutesfois bien

pour

pur et e

la

que

et sincerite

les droits

lelection

divins et

par vos prieres


humains regnie-

rent en semblables affaires: je vous en scay neanmoins aussi bon gre


si par vostre moyen et prieres vous le meussiez impetre.
(Taragona, 27 Luglio), evita la domanda dei cappelli
di cardinale
che in realt l' Imperatore mai non ebbe da lui
noto che il solo Enckevoerd fu da Adriano promosso alla porpora ).

ou meilleur que
In seguilo

22 Agosto, Carlo

In data dei

Bassi

Margherita sua

e dell'ordine dato

la

al

fa

parte alla governatrice

della

partenza

a luy

nom

porselon

forme de leurs instruclions. Le rimanenti lettere di quest'anno

presa

Gennajo 1523

1.

assediata da Solimano
armamenti contro la Francia ; dei
scendere in Lombardia e degli affari

Re Francesco di
Germania e di Spagna. Lo

Carlo

si

le lettere del 1521.

tore scrive al fratello

contro

poco florido delle

stato

finanze

di

svela ad ogni tratto.

iMentre del 1523 poco

sono

degli

progetti del
di

Paesi

dei

Papa per Roma

faire lobeissance en nostre

trattano dei soccorsi da mandarsi a Rodi


(

del

Vicer di Napoli e agli ambasciatori di

incoronazione

tarsi all'

zia

la

si

Da

trova, importanti per


Vittoria,

Ferdinando,

Francia, delle speranze

),

le

cose d'Italia

16 Gennajo,

informandolo della

di

gogna (che con Milano forma quasi


e trattative

il

riconquistare
il

il

1'

Impera-

spedizione

ducato

cardine di tutte

le

di

Bor-

intraprese

e del bando solenne da pronunciarsi contro a quel Re,

come usurpatore

del regno d'Arles


del f)elQnato , della contea di
Valenza, del principato d'Orango e d'altre terre dell' Impero: dont

il

mest rebelle subgect

grandi cose

si

et

a commis felonnye. Dell'armata d'Italia

aspettano. Era quel

tempo

in cui

l'ammiraglio di

RASSEGNA

134

DI LIBRI

Bonnivet, disfatto dal Pescara nel passaggio della Sesia e ritirandosi in Provenza

venne seguitalo dal Duca

bon frere, scrive Carlo

Beaurain, second chambellier,


nestabile

fa

5 Maggio

Francia

la

dall'

volendo riprendere alcuni pezzi

vostre ennemi, si a ce este


gentil chevalier

vesgu que

monstre a sa

fin

et qui

car ce a este la plus

Storia di Ferdinando

503

I., II.

a bien

il

dont je ouys oncques

belle

mandalo

un

segrete istruzioni (delle quali trovasi

aussi bien

avoit

a la verite

et

parler. In queir anno V Imperatore aveva

holz

da

egli dice

dict SJ^

dung chacun

bien aime

perduti

Bayart fut serviteur de


dommaige de sa mort ; car cestoit ung
le

jamais homme de son estati

fit

Carlo,
d'Arles.

quale venne ucciso

il

d' artiglieria

nemico: Sire, combien que

leale

che

sa

si

un nuovo regno

Parlando della morie del cavaliere Bayard

Con-

il

sulla ritirala dell'Am-

Borbone; pel quale


voleva formare

nostre

signor di

Imperatore spedilo presso

un lungo rapporto

niiraglio e sui disegni di

smembrando

Bourbon

di

Davalos. Adriano di Croy

e dal

Italia

in

estratto presso

con

Buch-

il

Gherardo de Pleme, Signore

De La Roche. Da Roma (20 Agosto) costui indirizza al suo sovrano un dispaccio pieno di particolarit circa il suo viaggio, partendo da Reggio, e sulla situazione degli
quella citt

egli

visita

Duca

fortiGcazione pel

mageste

comme

ses

venne

vernatore,

Rubiera
di

dove

vederlo

A Modena

vouloist

se

et

que

il

(iro-

du pape

Leon

il

il

Majesle. Osserva

il

demorer bon imperiai;

est impossible que la chose dentre

de Ferrare puist demorer


.,

trespas

le

ricev

lo

ne demande aulcunne chose a Votre

De Pleme:

Modene

apres

Senes

di

service de votre

a bon traitement

a tousjours

offre

du pape ,
il

entrer en

dove

le

opere

le

ung des bons caBench de Chory, quant

pitaines DytaliCy et est cellui qui desfeyt


il

Guido Rangone

Lasciata

d'Italia.

afifari

continuano

si

Ferrara, de tout pour

gens dient,

ou quii recouvre

tient le dit

due

comme
les

elle

est

chasteaulx

et

le

faut que

et plat

pape
le

et le

due

pape rende

pays de Modenois

de Ferrare. Notre saint pere contend a ravoir ce

que iceluy a surprins sede vacante. Le viceroy a tenu ces termes


aussi Jay bien donne a entendre

et

au due de Ferrare que desirez fort fere

au pape. Le due de Sesse vouldroit negocier plus subtillement.


Quant a moy, il me samble quavez tant affere dupape^ que devez

service

avoyr sa vraye amytie

et luy

complaire

le

plus que pouhez: car

il

est

PRCDENT QUIL NE SE FIERA EN VOUS SIL VOIT QUE NAYEZ PIANGE


EN LUY ET QUE VOUS NE LUY coMPLAiSEZ. A Bologna Viene grande-

SI

RASSEGNA

DI LIBRI

135

mente festeggialo dal Vescovo di Fola vice-legato. NeirAppennino a


Scaricalasino vede il Ramazzolto conosciuto nella Storia dell'As,

sedio di Firenze

uno

che

ivi

t'a

costruire

dei primi capitani di fanteria

Firenze,

una chiesa
che

chiama

e che egli

Imperialissimo.

dice

si

gens de bien^ vengono ad incontrarlo, del pari che la

les

famiglia del Cardinal di Cortona

legat de Toscane et corame gou-

verneur de Florance. Essendo andato ad alloggiare nelle case de' Medici

Vhostel de nostre sainct pere, dal Cardinale ricevuto a pie

della scala e condotto alle sue stanze

gono a vederlo

come pure

alcuni

ambasciatori

gli

della

ven-

Signoria

e Fabio

Sanesi

Pe-

On dall'anno precedente fatto capo di quella Repubblica per


opera del Papa e del Duca di Sessa. Delle dissensioni di Siena discorre molto. Prima di entrare nella citt, viene incontrato da
Irucci,

Francesco

di

Camillo Petrucci, stato capo della Repubblica dopo

morte del Cardinal Raffaello (1522) , e che desidera tornarvi ;


mentre molti gentiluomini della citt, qui corame je croy^ auront

la

un governo pi largo,
1' am-

suyte de la pluspart dicelle cyte, vorrebbero

senza partecipazione dei Petrucci. Malgrado queste fazioni


basciatore crede l'opinione favorevole all'impero.

mano

molli amici e d

ricorso a violenze: mais

forte nel
il

di

Capua,

di

e (si crede) del Papa.

vuol sentir parlare

comme

Di

finora
il

restringere

persone, avutone anche

Fabio procura

governo, senza che

nest point si aspre

fait de justice criminelle. Intanto desidera

minor numero

il

abbia

debvroit au

governo in

avviso dell'Arcivescovo

l'

Francesco Petrucci nessuno

a cagione delle crudelt e delle uccisioni

dinate da lui e dal Cardinale suo fratello. Alla preghiera

di

ortutti

que jeusse mis ordre de par votre majeste en

leur affere, il De
Pleme ricusa aderire allegando di dover prima abboccarsi col
Duca di Sessa, lequel a faict de maniere que nul partie se contente
de luy. Non si potrebbe restringere 1' autorit di Fabio senza incontrare il dispiacere del Papa del quale egli ha sposata una parente;
mais aussi quant il se pourtera autrement quii ne doit il est a vous
,

le

chasser hors a votre plaisir.

che da Siena

si

Quanto

all'

caverebbero 25 mila ducati

asserzione
,

del

Vicer

F Inviato osserva quii

ny a homme qui presente ung ducat. A Viterbo incontrato dal


Gran-Maestro di Rodi e dai suoi cavalieri , che gli raccomandano
gli

affari di

de Carpy,
narsi a

si

Malta. Del Conte della Mirandola

lagna per aver esso falsate

Roma

il

Papa

gli

manda

le

incontro

grand amy du conte

monete. Al suo avviciil

datario Giovan Matteo

RASSEGNA

136
(

Giberli

e poi Giovanni

che lo conducono

dici,

DI LIBRI

Delle Bande Nere

alla

vigna

ed Alessandro

),

Nerone

di

de' Me-

Clemente vuol

(1);

ch'egli faccia un'entrata solenne; la quale terminata, je fus salue

daustant de trompettes

et

menestriers quii est accoustume davoir de-

chasse Saint Romhault

vani la

jour de

le

Car messe de Malines.

la

ammesso all' udienza del Papa al quale espone


commissione
come ha autorit di trattare sotto gli aola sua
una
tregua da essere seguitata dalla pace colla
Clemente
di
spicj
Dipoi r Inviato

Francia

per

d' intendersi

anche

ci

coli'

ambasciatore inglese.

De Pleme dimostra poca speranza


Ma di tal
di Francia na nulle inclination a
ambasciatore
Carpi
pace

il

sans cesse machine

practique la guerre

et

Francois. Nel caso che non

si

dover far tornare

et

autres se trouveront sans paiement

tout

le

le

peuple que a este bon pour

cois en Italie: et si les

Francois ou

les

desirera

ou

le

Suisses

Conte

di

paix, ainsi

les

tant de

et feront

vom

il

accenna

sue truppe in Lombardia

di

la

amis pour

et fere

concluda nulla

al

le

roy

rischio

Espagnolz

maulx que

retour des Fran-

joindront avec

se

eulx pour chasser vos gens hors de Lombardie. L' aspetto delle cose
in

quanto

Borbone e Pescara in Provenza


non
Be Francesco partito da Lione per Vienna

alla spedizione di

niente favorevole.
nel Delfinato

11

con molti

credere che egli fra poco

mentre quella
ficolt

dell'

fanti

e uomini d'arme

avr riunita une

Imperatore minacciata

per mancanza di viveri e di danari

pitaines, mais je ne scay sils se trouveront

au Marquis

ha luogo a
,

di trovarsi in gravi dif-

Vous avez de bons ca-

dung accord. Jay

escript

de Pescayre et a Monsieur de Beaurains, que votre in-

tencion est que votre armee ne soit mise en

puist retirer

e v'

bonne grosse armee

ou

elle

lieu

dont

elle

ne se

pourroit etre constraincte de combattre a son

desadvantaige.

Questa scrittura importante

uomo

di

giacch in esso ravvisiamo un

stato avveduto e per Io pi

buon osservatore

delle condi-

momento che dovea veder nascere

zioni d' Italia.

Era quello

avvenimenti

quali fermarono le sorti della Penisola dal 1530 sino

il

gli

guerra della successione Spagnuola. Di gi Clemente VII co-

alla

minciava a vacillare e ad accostarsi


cercavano

disporre principi e

Suppongo che

(I)

erano

di

ai

Francesi

stati Italiani

parli di quella parte del

contro

suoi oianeggi
a

Carlo

Vaticano dove anticamente

giardini di Nerone.

RASSEGNA
menlrcch

1*

137

armala Imperiale, assediala inulilmenle Marsiglia, rialle spalle lo slesso Re, il quale nuovamente scen-

avendo

travasi,

Una

deva in Lombardia.

5 Dicembre 1524)
grado

DI LIBRI

dapprima

de' felici successi

etes bien

Lannoi

di

oltenuli

quel monarca avranno mal

gli affari di

Sire, vous

lettera di Carlo

moslra Francesco all'assedio

ci

Soursir

Raccomanda

fine.

(?)

mal-

Lannoi predice che

il

di Pavia.

Leyva:

il

tenu a Antoine de Lene; y a bien servi a la

defension de Pavie, e ne fey doute que ne

Vous etes

reconnoissez.

le

GRAND, ET PLUS QUE vos ALLIEZ NE vouDROiENT VOUS me pardouneallusione al Papa e allo Sforza
rez de ce que vous en dis.
:

25 Febbraio 1525

chiara.

Il

France

etoit loge

vittoria

Lannoi

Nous donnames

lettera

del

quanto

Leyva

in

que avez

Marchese del Vasto

di

Frundsberg, Marco

di

Roma),
:

Conte

il

pour

raccomanda

una seguente

il

Carpi

ou

le

Roi de

le

gran

la

Deu vous donner

Roy

de France pri-

luy en mes mains. Parla poi dei grandi servigj di Borbone,

et

Pescara

del

la

all'Imperatore

hier la bataille, et plut a

victoirCf laquelle fui suivie de sorte

sonnier

du camp

annunzia

devant Pavie,

il

conte di Ginevra

Salm ed

altri.

Al

questa

in

medesimo giorno,
Giorgio d

Altemps

stipite degli

Davalos propone

desservices que ledit conte de

les

tanto

Alarcone

Hohenembs

Sittico (di

di

Carlo

scritta la sera del

Carpi vous a

di

dar

fait, sera

bien den porter lapaine; al Leyva Novi nel Genovese; ad Alarcone

alcuni possessi di Casa Orsina nell'Abruzzo. L'Imperatore

non ne

fece nulla.

Veniamo ora
le

quali Carlo

alle

si

lunghe e implicate

circostanze. L'arciduca Ferdinando

che allora avea da fare col Duca


dell'

Impero

cesi e dal
ni

gneur

e con alcuni ribelli

Turco

nomina

les

mais

si

veu que

ledit

votre bonne fortune

spera

telle

bando
Fran-

Frangipa-

mains joinctement
conseiller

opportunite

a vous ne aux

lo

fa

il

me

ains poursuyr

France ne

aufres cy apres

assenso Inglese

dell'

Francia. Lo indica l'Arciduca


Ap. Voi. n.

al

je ne scay que vouldrez faire ,

de sorte que ledit roy de

puissance
si

messo

Borgogna. Ausurplus, Monsei-

la

pour vous bien scavoir

et faire

parler dommaige. Molto

Ungheria sostenuti dai

roy de France est en vos

ses successeurs aient la

lire la

Wurtemberg

d'

>emble quii ne fauldroit perdre une

durante

delle prospere

Innspruck, 14 Marzo 1525),

di

plus grans de son roy anime


jestois saige assez

pu

particolarmente Cristoforo

vuol invadere quanto prima

avec

pace

trattative di

studia di approfittare quanto

per

indebo-

conoscere Carlo nella


18

RASSEGNA

138

da Madrid,

lettera scrilta

Enrico Vili

il

pace, dice desiderarla

egli

ai diritti del

suo

presso

inviato

Luigia

che

desidera
lui si re-

duca

Bourbon e

di

ma

vuol disarmare,

che

abbia riguardo

si

a continuar

e al Cardinal

Wolsey

il

Vous

guerra.

la

quale era gi poco

contento del contegno di Carlo a suo riguardo) aussi, que


intencion

nesl point de nous desarmer

quartier de pays
frere se desarme

aucunement

au

reffuz de la

diete

paix

du quel

pour en

et

dit est.

Car

sagement de

ce ne serait fait

passer ceste bonne fortune soubz fiance des

rolles des

Francoys

en

le

delay

et

se

et

le-

quen

ce

viceroy

abuser

laisser

doulces pa-

belles et

lesquels ne faisons doubl nous entrectiendront

plus quils pourront,

alaygne (haleine)

(aire

ou de

reffuz

sera vous serez adverty par lesdict Seignor de Bourbon

comme

notre

ny en aucun

ains plustosl desirons et lui requerrons quii face

(aire toutes ses apprestes necessaires a la guerre

secution

ni aussi entendons que ledil Seigneur roy notre

non

degli altri suoi alleati. Perci

essere pronto

Re

leur direz (cio al

Savoia

di

que justement nous apper tieni

stituisca ce

al

pure, volendo per che a

ciate dalla reggente di Francia


la

26 Marzo,

Signor de Prael. Parlando delle trattative comin-

il

DI LIBRI

ghilterra cominci subito la guerra

Va Quo
per

reprandre

cependant

esperants

gaingner temps.

a proporre che l'In-

quale

la

promette

ogni

aiuto di gente e di viveri. Mentre cos cerca d'indurre quel Be a


far con lui causa comune, continua a trattare, per mezzo del Signor di Beaurains colla reggente e col Re prigioniero. Lettere di
Lannoi Milapo, 20 Aprile) confermano l'Imperatore nel suo proposito: se non si ha la pace, il vous faut bien assurer da roi Dan,

glelerre

et faire

provision dargent pour venir a chef de votre

JJa Pizzighettone

3 e 6 Maggio

il

medesimo annunzia

affaire.

a Carlo

Don Ugo Moncada gi prigione e contraccambiato


Monimorency), che viene a parlargli da parte del re Francesco.
Da Villafranca (10 Giugno), Lannoi scrive, come conduce il suo

la partenza di

col

prigioniero

Le

in

espressioni

Ispagna
della

il

lettera

17 annunzia

dimostrano

suo arrivo

il

l'

idea di

Palamos.

questo

viaggio

me manetou il vous

esser nata nel solo vicer. Sii plait a votre majeste, vous

drez a tonte diligence ce quii vous plait que je fasse,

mene le roy ou sii vous plait que


pour vous avertir des raysons pourquoy

plaise que

vous

crois vous plairont si vous avez vouloir a la

voie
le

paix,

fair la guerre, vous en ferez votre bon plesir.

par

la poste vers

vous amenne
et si

comme

vous desirez

Et selon mon petit

RASSEGNA
avs,

seroit tems

il

sii

130

DI LIBRI

vous plait (aire guerre

savez que vous leur deviez huit cent mille ecus,


le

scrive iiitanlo all'Arciduca

duchessa d'Alengon

31 Lu-

tregua

Lannoi

avere mandato salvocondotto alla

ed aspettare

il

plonipotcnziarj di Francia per

quale arrivato col Re a Santorias

(5 Agosto) come questi plenipotenziarj

zia

sono per istrada. Intanto Enrico Vili non

condare

Francia
dell'

D'Embrun

grandezza

ragione movente: v'avevano luogo per motivi

De Prael

personali, ed anche d' interesse pecuniario. I dispacci del

(Lione,

13

come sono

15 Ottobre) fanno conoscere

se-

rovina di

la

l'equilibrio degli stati europei minacciato dalla


la

annun-

e Bryon)

mostra disposto a

si

desiderj di Carlo e a cooperar con lui per

Imperatore, era

vous

comme avez vu par

conte que vous a porte figueroa. L'Imperatore (Toledo,

glio

la

hater

cel eie, de se

votre armee de Italie vous coutte beaucoup a entretenir

car

fallili

disegni dell' Imperatore. Parlando della sua missione presso la reg-

De Praet

gente, che allora a Lione soggiornava.

come

avverte,

la

aura grosse diffculte mesmement les


estatz de ce royaume
et croy que pour henvie que madame la regente a de ravoir le roy elle y consentiroit si ne tenoit que a elle.
La pace tra Inghilterra e Francia pubblicala 1' avere il re Encessione

della

Borgogna

rico mandati per trattarla

due

un uditore

apostolica,

nuovo

camera

della

vogliano complicare

si

dunque, convien
sicurarsi di lui

alliance

diffidare, e

par

soit

que a ladvenir

dispaccio poi del

Italiani

fa

nascere

cose d'Italia.

le

prima

la voye
il

Mcsser Gregorio Casale e

force

ne vous puist nuyre ou malfaire.

Novembre

l'

di

il Re
bisogner asou de bonne et estroite

liberare

di

de

che

sospetto

Dell'Inghilterra,

ambasciatore osserva

ISel

come

la

Reggente che gi cominciava a trattare col Papa e coi Veneziani


si

fa

dichiarando che

forte dell'alleanza inglese,

morirebbe

in prigione piuttosto

gl'interessi

si

che cedere

la

il

Re suo

Borgogna

figlio

ma

che

potrebbero conciliare per via di malrimonj. Di nuo-

faril Re debolissimo o di
buon amico. L'Inghilterra per fare intrighi a Roma: di
Papa Clemente non e' da fare verun conto malgrado le belle apparenze d' amicizia
da cui
soprattutto dopo l' affare del Morone

vo accenna alla necessit o di rendere


selo

era stato tentato

il

Pescara.

Quando

in* Italia

si

vedr

en quelque

Il Duca d Fernon ha potuto ottener salvocon-

pari la chose en transle, non c' da sperar quiete.


rara volendo portarsi in Ispagna
dotto por la Francia.

Il

Papa ha intromesse segrete pratiche

coi

RASSEGNA

liO
Veneziani

marchese

il

25 Novembre 1525)
Francesco Sforza

Madama

ma

Eleonora

avons repondu

que

ou avons

la

che

voleva sposa

si

mori

Re.

auecq

Gennaio

appartenances

et

ni baille

V esatta data man-

Re, che consente ad abboccarsi con lui


gli manda il conte d'Egmont;

paix (Trattato

mon

enchemineront

beaufrere.

pape

Et

je espere

quelle

tous princes et potestalz se

et

guideront pour par ce moyen entreprcndre lenire-

et

Turcq

le

le

la con-

Madrid, 17 Gennaio) quejay prinse

di

sera commenchement par ou

prinse contre

leur

pace, e che perci

la

roy treschrestien

le

Im-

sera point

9 Febbraio annunzia alla governalrice dei Paesi Bassi

clusion de la

il

Nous

Roy ne

droit si clair, ne falloil nul arbitre

le

ca) 1526, Carlo scrive al

il

del

seigneur

liberte dudit

hostaiges de notre part. Ai primi di

per concludere

egli

que nayons premier la possesson dudit duche

baille
et

que

20 Novembre)
Francesi offrono tre
pretendono alla Borgogna in qualit di dote

Toledo

milioni di riscatto,
di

morire

Pescara per

di

l'assedio del castello di Milano (occupalo da

continuato debolmente degli Imperiali. L'

peratore risponde

DI LIBRI

dieu permect en la

extirper

chrestiennele

heresies

Ics

que par noz pechiez

lenir toute jcelle en bonne

paix

et

quy sont les choses en quoy je desire de tout moncceur men


employer pour maquiter en la charge quii a pleu a Dieu me donner.

justice

Et vous asseure
SE EXECUTENT.
Savoia

Madame

Madame ma

que a moy ne tiendra quelles ne

bonne mere

ostaggi

di

principi

condurre

al confine

Vittoria

il

per ora sicuro dell' andamento della cosa.

cano

a
le

in data del d

faire ce

est

tenu vers F.

M.

devoit venir

dentre vous deux.

deur

De

Praol

il

E quanto
vous

devez appoincter avecques


diffidence

Ma
Lega

di

du roy

era di

agli

escrit
le

per

suoi timori

de coy
la

me

il

si

verifi-

paix

la

ambassa-

Votre

potentats Ditalie

pour

deplet

de

chretienle

affari d' Italia

et

come
non

egli

amplement aussi de son

pape

par-

che aveva

ricevere

ivi

3 Aprile
I

roy de France prend delay

le

esperois qui

a quoy

bien que

7 annunzia che

prossima

la

Francia. Lannoi

la

Re

il

scrive da

annunzia

tenza della Regina sua sorella per

avuto r incarico

Luigia di

16 Febbraio, l'Imperatore saluta

Il

avis

que

sans montrer

de France.

Siamo

gi troppo tardi.

Cognac, come molle

malaugurata
Lega santa, ma poi chia-

giunti a quella

altre detta

mata Lega funesta al Pontefice della quale a ragione si


non fu mai lega tanto formidabile nelle apparenze come
;

disse che

essa

RASSEGNA
che a tanto male riuscisse
basciatore

quella

in

non mancavano

Clemente VII, temendo

termini

nei seguenti

rends Bourgogne, de quoi

voiis

16 Maggio

choses fussent ben

Sire

me

il

accompUs comme

supplie bien penser a votre affaire

que nous faisons aussi hater

prima che

la raison

et

le

voudroit, Sirey

ici.

du pape, Angleterre

et

France

quavons a

del Vicer
torto.

il

Dal

faire.

portarsi

egli

en ait tanl de regret


et

ait plut

plut a Dieu

il

quale

del suo

car

gli

fa

noto

je

que

estoit

permesso ottenuto

lagna del vano esito delle tratta-

si

ny

vois apparence, dont

Davanti

ai

Non
di

senza spirito

aver

avute cattive notizie


II).

le

lui

ancora
bujo

mentre

temiamo

Ugo de Moncada

una

politica

je

della salute

traile

le

la reine.

un laberinto d'odioche oggi

rischiara in parte un

talvolta di smarrire quel filo

fois

repondis que lair

fattamente avviluppato

la luce della critica

traverso le latebre di

(ij

occhi viene a scoprirsi

un laberinto

quii

data al

risposta

la

contraire , et quii vous devroit complir

nostri

et

a Madrid afin de reprendre ses enfants avecque

sissimi intrighi

Urne deplet,

men fusse jamais mele


comme par plusieurs

ne

ie

d'Orlans (Enrico

figlio

timori

n pu darglisi
lega che non gli era

Imperatore del

l'

ordre

et

conoscono

si

avoir deporte

a Tolede.

Despagne leur
fait

les af-

que jen sens ce quun bon serviteur doit

men

a V. M. de

vous suppliai

Re

affaires

les

si

et Venitiens, sont

tornare in Italia

di

Napoli, mentre

scrivere

di

conclusione della

la

ringrazia

Quant a Bourgogne

sentir

modo

suo desiderio

Tre giorni dopo

peranco nota

et

de Ita-

le vous supplie

Sire ,je vous supplie de rechef, avoir tost de vos nouvelles,


de ce

tive.

vous

quii est bien besoing que les affaires de Naples se remedient.

telles

di

ie

les affaires

treshumbement me vouloir donner conge daller a Naples


faires et pratiques

que toutes

vous respondrez ce quii vous plet

Don Hugo, car

lalee de

que lon

nevois apparence

je

deplet; et plut a Dieu

vont a la longue.je ne vous saurois de rien servir

il

certo

dell'Imperatore

ne se peuvent pas soutenir sans brief remede. Sire,

lie

che

(sei giorni

troppa preponderanza

la

come am-

quale trovavasi

concludesse r accordo colla Francia, coi Veneziani e collo

in Italia,

Sforza

il

affine d'insistere sulla ratifica del

),

il

141

Moncada e De Praet

col

perspicacia

di

Madrid, scrive

Irattato di

Lannoi

(1).

citt

DI LIBRI

che pur

ci

gran

guida at-

da ogni parte pressoch infame.

tornato in Italia

da Milano

Gino Capponi, Appendice all'Archivio Storico Italiano

Giugno
ec.

I.

egli

475.

RASSEGNA

142
scrive a Carlo,

come

DI LIBRI

gran bisogno

sia

non lontani provvedimenli.

di

Il me paroit que cette affaire comprend trois poinfs : le premier sequi regarde le due Francois Sforcia et
roit de complaire au pape
,

comma
donne

demande

le

il

en ce qui concerne

et

autre seroit de saccorder avec

aux

veoir avec promptitude


dici

meme que

de

larmee

due de Ferrare

le

M.

quelque raison apparente de la venne de V.

(r)

sans

davantage

ne doutant pas quen

le

Rome

Quand

je serai a

mouvemens de guerre

et

faisant ainsi
,

se

est avertie

ce qui concerne

avec la celerit quii convieni


reussira selon ses desires.

elle

du pape

jentendrai la volonte

France

et

quon saura

et

les

jentretiendrai

et

pourra, jusques a que lon

ponse sur ce que lon vous ecrit

et

lautre de pour-

et

dont votre majeste

et les nouvelles de

autant que (aire

les affaires

un prompte remede en

de por ter

differer

le

roy de France;

le

affaires

en Italie;

re-

ait

de

la volonte

votre

Da Granata (11 Giugno) T Imperatore risponde alle lettere


Moncada scritte da Vittoria e da Cognac, incitandolo a cercar
terminare le trattative col Papa il quale non si era ancora sco-

majeste.

dal
di

perto avversario deciso

Francia.

per

A guadagnar

Papa

il

a cedere su molte quislioni.


la restituzione dello Sforza

dizione per d'indennizzare

e Venezia,

D
qu
il

concludere

poter

indi

l'acoll

es la

al

Carlo

si

Moncada

Papa per

napoletani

ec. ec.

a conclusione

di

promettere

principal diffcultad; con con-

Borbone, a cui era

promessa

stata

Vuol

rinvestitura di Milano, e con color de justicia.


lont del

con

l'affare

mostra disposto

vo-

fare la

Duca di Ferrara
beneficj
Nel caso per che Sua Santit non volesse \enir
ci che riguarda

il

o che cercasse dei sotterfugj

ovvero che

sco-

si

prisse voler concluir con otros que con wos, bisogner servirsi dei

Colonnesi

ed assicurarsi dei Sanesi.

sapere segretamente
contro al Papa

all'

Imperatore

11

Colonna ha

cardinal

essere pronto a

e a far nascere tumulti a Siena

a Firenze ed in

alcune terre dello stato ecclesiastico; proposizione da


vuta con ringraziamenti per la

quale

si

promesso segreto

buona volont

avviso.

zato a intendersi coi Colonnesi, se


del

del

Carlo

Cardinale

rice,

al

Don Ugo vien adunque autoriznon si pu guadagnar T amicizia

Papa.

Non c' bisogno

di

dire con molte parole

proverando r Imperatore dei modi da esso

formalmente
gli

fatto

muover Roma

lega

la

rispondesse

come Clemente, rim-

tenuti

Doc. 92 del nostro volume

Granala

18 Settembre, doc. 94

gli
) ;

annunziasse

come Carlo

offerendogli nuo-

,,

RASSEGNA
vaiueule

terrarum

orbis

LIBRI

143

cum a Deo simus ambo

far pace generale: et

di

luminaria duo magna

velati

1)1

barbarisy

gitemus de universa republica, de pro/ligandis


et

erroribus comprimendis

Ironlo dei rimproveri

fomentali

g'

vane parole quando

intrighi

sectis

avere

fatta

corrompere il Davalos
dello Sforza. Sappiamo come frattanto

aver tentato

di

medesima lettera
Re Francese, di aver

il

de

mettono a con-

si

contenuti nella

giuramento

sciolto dal prestato

leanza con lui

comtituti

demus operam ut per noi illustretur


neque per nostrum dissidium oriatur eclypsis ; co,

di

al-

di aver

Mon-

il

cada, corrispondendo alle intenzioni del suo sovrano, costringesse


('temente a cercar rifugio nel castello e a far accordo

viamo poi, come l'Imperatore scrivendo

(6 Ottobre, Doc. 95 ) e come Analdategli da Carlo (Doc. 96).

ricorresse al futuro Concilio

mente Clemente
In

mezzo a

qui tro-

(1):

al Collegio de' Cardinali


,

ribattesse le accuse

gran

cos

conflitto delle cose d* Italia

le

quali non po-

Ger-

terono non avere azione sugli affari politici e religiosi della

mania

vennero

afflitti

da nuovo turbine

di

pianure

di

orientali della cristianit. Nelle

guerra ancora

Mohacz

Solimano distrusse (29 Agosto) l'esercito ungarese


Lodovico
al

II

nando

sulle corone di

quelli dal

Zapolya

Ungheria e

vaivoda

di

sore Francia e Papa e Turchi

di

diritti

dell'arciduca Ferdi-

questi dal

Duca

di

Baviera
s

spiegavano Carlo e Ferdinando. In un anno soltanto

colla politica conquistati, e

che d'allora

non meno che


in

poi

armi

colle

rimasero indivisi

sua discendenza.

Dalla citt di Granala (30

Novembre 1526) l'Imperatore

all'Arciduca, promettendogli ogni aiuto nelle cose d'Ungheria


ostante la penuria del

(i)
'

quegli

gran parte d'Europa; mentre

due regni

questi assidevasi sui troni di

che

un tratto minacciavano la grandezza della


Tanto pi ammirabile l'energia che da ogni

vide dispersa la formidabil lega di

nella

gagliardi

contrasti che ad

casa di Ilasburg
iato

a cui prestavano fa-

aspirava anche alla dignit di He de' Romani. Tanti e

erano

giovine re

il

Boemia vennero contrastati

Transilvania
;

Drava

sulla
:

confini

fiume; Buda mand

trov la morte nell'onde di quel

vincitore le chiavi delle sue porle;

12

Documenti

tesoro

scrive
,

non-

[javoye pourveu et envoye en Italie

di Storia Italiana,

copiali

da

Giuseppe Mulini.

Voi.

RASSEGNA

144

DI LIBRI

jusques aa dernier ducat de largent que javoye

desorte que lon ne

meust sceu prendre a (emps plus despourveu que maintenant); ammonendolo per di condursi colla maggior cautela e di far tregua
,

quando sia possibile. Et quant a ce que mescripvez et


conseillez de a mon honneur et pro/jHt faire appaine tement avec le
roy de France gaingner le plus dalliez que pourray et tacher de
rompre la lighe Ditalie je vous asseure que jusques a ceste heure
Jay fait tout ce que a este possible pour a cela parvenir. Lo ringrazia d' aver mandato in Italia il Frundsberg nella di cui venula
molto si confida mentre Lannoi si imbarcato pel Regno con
Turchi

coi

circa diecimila uomini

Tedeschi.

Spagnuoli e

le

doubte questes bien jnforme de tout ce quest succede


pillage de leglise et

que jay de

desplesir

du

ce que en

casion a mes gens, que


satisfaction et

da pape. Jay

palais

este fait

donner raison

comme

tei

nulle

fais

en

Rome au

au nonce

dit

grand

le

et que lon ait donne loc-

desastre soit advenu.

tei

ne

Et pour plus grande

pillage a este contre

tnon

intencion et volunte (/), iay despeche Cesar Feramosca deoers

sa

par luy ay escript mes justificacions en cest affaire. Et


davantaige pour me metlre en plus que devoir de paix envers Sa
Sainctete je luy ay escript par ledict Cesar une lectre de ma main
de la quelle vous envoye copie avec cestes par ou entendrez tout ce
que touchant cest affaire se pourroit dire. Quale credenza meritino
queste proteste ce lo insegnano le lettere di Carlo medesimo. Frattanto la gran catastrofe di Roma si va preparando. Il Fieramosca
sainctete

et

Ferrara

4 Aprile 1527

all'Imperatore
naio

gli

con dispaccio assai minuto, rende noli


in Italia sin dal di

giorno del suo arrivo a Gaeta col Vicer

generale de' Francescani


armistizio e trattato
di

avvenimenti succeduti

Borbone

di

tregua dal Lannoi

suo viaggio a

15 e 19 Marzo);

accampato a

per mancanza

il

paghe

S.

la

col

e col

Roma

per concludere un

sua

andata all'esercito

Giovanni nel Bolognese e ammutinato


rifiuto delle truppe

il

Papa

fatta col

20 Gen-

Moncada

l'

di

riconoscere la

impotenza e malattia del Con-

nestabile, e la marcia dell'esercito verso Roma (31 Marzo). Larmee marche sans ordre et avec beaucoup dardeur vers la Romanie:
plaise a Dieu dy vouloir mettre la main afi quils eussent une bonne
fin

ce que je

ne prevois pas. Questo

scaricarsi sull' infelice citt

il

nembo

cos minaccioso

sacco di Roma. Trovandosi a Siena

doveva

Maggio vide V orrendo


17 Maggio
il Lannoi manda

giorno 6

RASSEGNA
mezzo

air Imperatore, per

DI LIBRI

145

del suo segretario

Ourant, un rapporto

fedelissimo su quanto, dall'Ottobre precedente sino

Roma, era

in Italia

A malgrado

accaduto

Antonio da Leyva

affari

gli

dell'Imperatore

Da Milano

non

Luglio - 4 Ago-

suo principe una descrizione importante

fa al

che dolorosa delle condizioni della Penisola

del pari

di

(!].

di questi successi,

presentavano un aspetto troppo florido.


sto)

presa

alla

dove tutto mi-

nacciava rovina; dei movimenti degli Svizzeri e dei Francesi, che

preparavansi a nuova guerra

armee

cito. Ceite

se conduit

e dell'anarchia insinuatasi nell'eser-

mal: lon diroit plus tot une armee da-

venturiers que celle de Votre Mayeste

Les capitaines ne

lent.

mais seulement quand

il

parcequils font ce quils veul-

peuvent faire agir quand ih

la

leur plait de

faire; et

le

que raisonnable, que votre mayeste doit prendre

ment avec

cette

cien deu

et

de plus

un

veuillent,

le

me

semole plus

autre arrange-

armee, en leur payant ce quon pourroit de leur an-

engager a sen contenter

les

sii est

il

possible

en ajoutant quelque chose

un nouvel arrangement

faire ensuite

et

parceque autrement Votre Mayeste ne sera jamais bien servie. Sils


avoient obei lors que
bardie,

comme

Rome

fui pris

convenoit,

il

et sils etoient

Litalie

toute

Lom-

retournes en

a votre

appartiendroit

il ny avoit des vivres suffsants dans les villes des Vepour sy maintenir quinze jours et ils nauroient ose se tenir
en campagne: de maniere queje dis quii est necessaire de prendre une
resolution avec ces gens la soit quon fasse la pais ou la guerre ; car

mayeste; car

nitiens

en cas de guerre , lon ne feroit rien qui vaille avec ces gens

sur

le

pied actuel, et en temps de paix

ils se

de votre mayeste et nen sortiroient point,


ce

quon leur

devroit. Voila, ce

me

a nu)ins quon ne

les

Buchholtz

tembre 1527
Dieu
teur

III

pays
paiat

il

y aura moins

autres.

Pietro de Vcyre
il

les

les

semole, ce quii convieni de faire

avec linfanterie espagnole; et agissant ainsi avec eux,

a faire avec

les laissant

tiendroient dans

97

mandalo da Carlo
)

al

Lannoi

Istruzione presso

comincia

il

suo rapporto

come

il

Vicer mor in Aversa

coir esporre

Napoli

30 Setil

d 23.

ame. Votre Mayeste y ast perda ung bon servimerveilleusement hors de seison: car les affaires de pardesa

veuille avoir son

et

sont en

si tres

mauvais ordre qui nest pomble de pis

sa graie ne remedie a vostre mayeste

(i)

Se ne legge un estratto presso


Ap. Voi.

II.

il

par

le

; et si Dieu par
moien de quelque bonne

BucchhoUz,

III, 0.

19

RASSEGNA

146

DI LIBRI

pais f jei grant peur pour parler a la ver ite.

Il

chiuso in castello:

condurlo via;

dice che

si

egli si rifiutato

armi imperiali, e

delle

Duca

il

prendere

Papa sempre

cardinal Colonna

Il

sospettalo d'intrigare coi Tedeschi, nella speranza che essi

mutinati uccidano

Papa

mentre Aiarcon ricusa

Da ogni parte manca

Gaeta.

dine

il

marchese del Vasto

il

saputo

denaro

il

geloso del principe d'

calata del maresciallo di Lautrec in

la

brave et fest du mauvais.

Non

e'

non voglio cessar

Grange. Avendo

Lombardia,

Papa

il

Carlo

di

tra

ministri

imperiali

nominare un uomo

di

maggior disor-

da sperare fuorch nella pace.

Non trovando pi d'ora innanzi


Lannoi

am-

condurlo

di

tutto nel

di

comando generale

il

accosta ai Francesi.

si

rin-

Ferrara ha intenzione

di

di tanta influenza

sulle cose d' Italia senza osservare che le molte lettere che di lui
leggiamo, ne danno un concetto vantaggioso, dimostrandolo pieno
di zelo per la causa del suo sovrano e di buona fede pi di quello
che in molti altri ci avvenga di trovare. Se le sue trattative a Co,

gnac

e a

Roma non

la

colpa a lui,

darne

non era dato


storia

partorirono

ma

V. Risposta

Papa
l'

11 Gennaio 1528

Burgos

sulla sua udienza di

Grange, nominato

Troia nella Puglia

dell'esercito
il

Sua Santit

dopo

la

quale poi commise

Parigi 31

350

sua prolungata detenzione

Dopo

).

15 Febbraio.

congedo

Papiers (FEtat de Gr.

d'

Lettere

gratula-

Moncada

il

Marzo

ibid.

20 Marzo

Granvella

partenza da

Roma,

lo sbaglio di

quest'esercito da Troia a Napoli.

non

col

Papa

20 Febbraio

).

frastornare

Vediamo

sui

il

la

ritirata

di

Principe, assediato in

Giugno)

gli

e acprin-

movimenti

nemico,

Il

della

e sulla marcia di Lautrec;

mit a cui trovasi ridotta

citt

manda all'Impera-

Napoli dai Francesi, rappresentare a Carlo (14


la

10 Aprile. Vedi

un rapporto

HO.

Rapporto del Perrenot

a vicer di Napoli,
,

I,

cagionata dalla morte di Lannoi

lui

della

dichiarata la guerra

nuovamente

scusasi

filo

il

Imperatore richiama Niccol Perrenot

suo ambasciatore

credita presso

che

Burgos 22 Novembre. V. Lettere dei principi,

del

colla Francia

avvenimenti

Orvieto

in

non da

desiderati,

efl'etti

Per riprendere ora

vediamo Clemente ricoverato

tore

di signoreggiare.

torie di Carlo,

cipe

gli

alla forza di

sforzi del

l'estrela

mala

contentezza del Doria pel rifiuto dal re Francesco fattogli di Sa-

vona

vantaggi che procaccerebbe

imperiale. Je croy fermement


di dargli

Savona)

et

que

si

il

passaggio

di lui alla

parte

vous lassurez de ce point (cio

de la liberte dudit Gennes, et payer la souldee

RASSEGNA
de ses galeres

royaulme

ce

MelG ancora

principato di

il

et

ou vous

la necessite

tant apropos que cesi accord

incominciata
la

andasse a

morie

strusse ad Aversa

La

roso esercito.

d' aiuti

tempo

5 Maggio

fedeli

Buda

per

l'

dalle torri di

il

Ma

l'

Cambray

il

si

di

Papa

delle disposizioni di

ammalato

il

regno
ad

che

Barcellona.
,

deciso

Clemente e

la

Alessandro de' Medici e

Il

di

tennero

degU

ultimi

Paesi-Bassi
tener

di

De

Signor

Il

Roma

di quelle del

le

la

Il

il

scrive

congresso

sua andata

in

29 Giugno ebbe

Praet
mandato da
30 Luglio - 5 Agosto
,

Sacro Collegio.

colici

Il

Papa

che lo astringevano

cure del governo) lo riceve in

qui a ete longuement mal dispose;

sua contentezza pel matrimonio stabilito tra


la

Imperatore in

Margherita d'Austria
Italia e

Imperatore. Le cose

di

per la soprastante

per la speranza della pace

presta giuramento di osservare


coli'

degl'in-

porte.

tende degli Olto-

le

d'indugiare

d ragguaglio da

dhomme

ed avendo espressa

le

14 Ottobre

conosca l'esito di quello.

letto: certes avec visage

nunzio

si

tempo

nerale

mano

in

sugli avvenimenti

egli soffriva allora di dolori

dell'

pre-

quel

nessuno facevagli

essi

al

in

ci sia detto qui solamente di passaggio.

a dimettere per qualclie

venuta

di

gli affari d'Italia.

Re cadeva

Vienna vedevansi

e prega l'Imperatore

luogo r accordo

Marchese

un documento

),

di-

pode-

Imperatore la invila a portarsi nella Spagna. Tutto

Italia, fintantoch

Carlo presso

come

di cos

Turco. Stantech

suolo, e che Ano

26 xMaggio

il

preparavasi per raccordo. La governatrice dei


Brusselles

ripetere,

Papa Clemente

apriva

nuovo con Clemente

di

altre

dal

kk9

I,

scrive

Solimano invadeva

assediata la capitale.

anni passati

Carlo

Ungheria contro

manni che coprivano


Scusandosi

ne vou-

quei tempi.

dopo breve difesa

26 Settembre

1526

homme

Principe d'Orange

Francesco

sacra antica corona dei

la

molte

di

sono altre lettere concernenti

vi

Maggio

gandolo

resistenza;

Non ho da

miserandi avanzi

Sire

quo

quel

con prosperi successi

il

Append. all'Arch. Stor.

infelicit di

Del 1528 non


Nell'Aprile

30 Agosto

pari

al

16 Agosto

lettera scritta al re

Saluzzo moribondo

memorabile delF

vuoto

Laulrec

di

Francesi

dei

car jamais chose ne vous vini

vieni a bien.

sii

come questa nuova spedizione

Sire

Je vous supplie

estes.

vous demande

loir refuser riens quii

dopo

nella famiglia

pourrez avoir pour vous. Vous scavez

voits le
il est

147

avec quelque promesse de lui faire quelque ben en

DI LIBRI

ge-

capitoli conclusi dal

Firenze erano quelle che

il

suo

Papa

RASSEGNA

148

aveva merveilleusement a cueur.

mini

DI LIBRI
Duca d'AmalQ

li

era giunto per parte dell' Grange

Roma

di recarsi a

il

Alfonso Piccolo-

quale aspettava l'ordine

per disporre quant' era necessario a queir im-

presa. Clemente incarica V Inviato di abboccarsi col Cardinale Sanliquattro

Lorenzo Pucci

dinal Salviati
II

non fidandosi per

Pucci mostrasi partigiano dell'Imperatore, e solo

aspetta l'ar-

si

rivo del principe per venire alla conclusione. Col Cardinal


il

De Praet parla

rinunzia che

Puglia e
sperare

un accordo da

di

farsi

Repubblica avrebbe

la

Romagna

in

possibilit

la

Car-

tale effetto del

troppo bene impressionato riguardo alla sua patria.

Ravenna

l'

che

di

) ;

Cornaro

mediante

la

luoghi occupati nella

fatto dei

e Cervia

semprech

con Venezia

il

Cardinale

fa

Imperatore non ritenga per s

medesimo il Ducato di Milano e l'Ungheria. La riputazione del


Papa una volta cos grande sul declinare
principali consiglieri suoi sono il Salviati ed il Sanga
dei quali l' inviato non mostrasi troppo contento. Votre Mayeste scet quelle
Sua Santit nest
,

en

felle

reputacion quelle

Jacobo Salviati

souloit,

et

le

Secretaire

Sanga sont deux qui soni continuellement entour de sa personne:


Jay veu plusieurs en

ma

ner grans

affaires.

Le pape de sa nature

est

pour

hommes

de peu de cueur et desperience

mon jugement

selon

estre

tant affectionnes commilz en font

ou

giers aucunnesfois

irresolue

larchevesque de

Capua
a

eust assez profite

Salviati et

sest

toutefois

nous entretenons

Cardinali

il

pi autorevole

hommc

qui desire honneur

si le siege vacquoit.

Tutto

il

et entretenir

Farnese

trois mille.

somme
Et

est

que a autre prince chretien

les

na pas perdu

il

est en votre

principaulx deulx en pen-

de vingtmille ducas

pour

lung mille lautre

que plus vous touche

les afferes

que votre mayeste a

cecy chose
,

et

perpetuellement ce college en votre de-

en distribuant seulement entre

sions sur benefices la

deux ou

il

Sacro Collegio po-

trebbesi guadagnare con qualche migliaio di ducati

demonstrons

leur

et

lesdits

demonstre bon. Votre Mayeste saura ben dissi-

esporr destre pape

vocion

non
dan-

autrefois este guieres bon serviteur de votre mayeste

LUI.* il cst

mayeste gaigner

et peutestre

lui peignent des

Sanga au mieulx que pouvons

Le Farnesys a
MULER AVEC

ces affaires

grant confidence. Tra

mais depuis

me-

deux

craintif, et ces

et par ainsi Sa Saintete decomme chascun voit. Si jeusse tei troupe


il
lo Schomberg era allora a Cambra y

nen a point

il

meure souvent

semblant

le

vie plus dignes de

journellement a despecher en ceste court

Sire

car ores que la plus part

RASSEGNA

149

DI LIBRI

desdits cardinaulx ne se meslent des afferes destai

vous survient

t7

plusieurs autres journellement qui ne se peuvent bonnement

cher sans leur advis

davantaige nest peu

et

obligepour en cas de vacacion de ce siege,

lege tout votre

seulement pour empecher


poscrillo

non

annunzia l'arrivo tanlo desiderato

Sire

et plus

au

necessaire

manca;

la S.

Un

estre

plus la congnoist lon

et

Ma, come

affaires.

Sede povera; e

Grange

dell'

(31 Luglio):

che dell'impresa contro Firenze, la-

va lon avant

bien de voz

ne fusi ce

et

mavaises intencions de vos ennemys.

les

di altro si tratta in corte

quelle

despe-

de chose davoir ce col-

al

solito,

denaro

il

Puglia e di Lombardia non

gli afifari di

sono in buona condizione.


Frattanto

pace

la

di

Cambray [paix

Barnes] conclusa

de

il

dopo l'Imperatore approda a Genova. In Lombardia non ancora ristabilita la tranquillit Federigo da Gonzaga
Mantova \k Settembre
eletto a Capitano ge-

di

5 Agosto 1529, e

sette giorni

nerale delle armi

imperiali, partecipa

al

Du

Peloux

di

il suo parere sui modi da tenersi contro


Veneziani. Pousset
La Ghaux, dall'Imperatore mandato al Duca di Savoia (Lione,

Carlo,
de

inviato

23 Settembre

scrive sulle condizioni malsicure ancora dell' Italia

buone

settentrionale, e sulle

recarsi a Bologna

Di queir inquieto Galeazzo Visconti


e consigliere a cui poco

tili

Duca,

disposizioni del

dove devono abboccarsi

si

parla spesse volte in questo

dispaccio, e de' suoi discorsi e delle intenzioni.


plusieurs choses doni nen y efist

deux lingnaiges en
estoent

este bien

asscavoir

une

seulle

//

bonne

me

Medecis

heureux que pieca

et

Sforces

la rosse

que

et

en eust este

dit

apres

et quii

y avoit
maulx que y

Italie questoient causes de tout les


les

vuol

Carlo.

molte lettere inu-

scrittore di

bada

si

quale

il

Pontefice

il

monde

le

failliez,

eust

In questa

considerazione

il Signor Galeazzo non aveva forse tanto torto


Il
).
a
longtemps
que je congnois le Galias Visconte et lay tousjours
y
veu plus subject a dire mal que bien : mais si ne laisse il a estre
!

homme
d' Italia

desprit.

L'osservazione

non sar nuova

laffaire de

Milan

ma

sulla

cagione

principal

bene espressa

Jay

fondem^nt de tous ces maulx.

estre le naif

mali

dei

veu

toujours

La

Governatrice dei Paesi-Bassi continua ad avvisare l'Imperatore; al

che
di

le

danno

diritto la

Ilario stesso

volle e

ancora

che
di

lettere di costei

1'

sua posizione politica

1'

amava come sua madre

affezione verso
e

l'

abilit

recente dimostrata nel maneggio degli affari.

sono verbose

suoi suggerimenti

non

di

lei

tante

Le

rado

RASSEGNA

150

mancanti del senso pratico


perspicacia. Consiglia

Veneziani senza
cipe Filippo

ridurli all'estremit, e di

logna. Carlo scrive al Gonzaga

tobre

La Chaux

venne

Piacenza

Veneziani

coi

ma

frammettersi

senza per

Borgo

il

Re

Ottobre

trattative

le

pace con Francia

la

Ferrara

di

citt dei

Veneziani

guardo
che

la

agli eredi di

nella spedizione contro

Borbone,

Grange

all'

ilz

Doria

al

Aux

portent lesdits ambassadeurs

et

e gi

Vediamo

fanno a Napoli, e della

assedio di Firenze cominciato

dell' esercito.

dalla borsa degF Italiani

et

et

que

non pour

Non

e'

quasi lettera che non parli del

somme che

si

spera cavare

dell'

egli scrive al fratello.

Imperatore

La guerra

confessione d'Augusta

svelano in

si

quella

poco

noi fratelli

a prestarvi aiuto
e perch

s'

pi

principi

imaginano che

me

una medesima

loro aiuti

cosa

perch

il

anche

le attitu-

minacciose

dice l'Imperatore, sono

del

nemico non

si

vero

dunque saranno

attenda a

farla

ma

per

bene

vostro

ci che difatti

lendo far tregua col Sultano


la

decise ed

credo principalmente

maggiore toccherebbe
cosa.

Turco continuava

lettera

1530),

gran parte dei principi guardavano Fer-

dinando con inquieto sospetto.


disposti

col

divenivano

protestanti

dei

silz

dal

lunghissima e confidenziale che da Bologna (11 Gennaio


dini

ri-

scorge

l'

cattivo stato delle finanze di Carlo, e delle

Le mire politiche

si

campo
Grange si lamenta degl'intrighi che si
mancanza di denaro, che produrr l' am-

1'

imperiale (15 Dicembre),

mutinamento

Turco.

ont batik a entendre

sera seulement pour retirer Usdits princes

longue amitie.

lo

termes et parolles que

declere qulz trouvoient ledit tratte de dure digestion

lobservent

il

Francesco

mostrate da

pace non sar di lunga durata.

ont tenu

mire

come

le disposizioni

voler

Verona

stato di Milano, promettendo di aiutare Carlo a ricuperar

Poco soddisfacenti sono

nuovo

riavere Asti ad onta delle fatte rinunzie, e desiderar di

ed altre

essere

d'

Donnino, 28 Ot-

S.

Duca

pel

Bo-

tenuto a

infatti

21

e al Segretario Des Barres

essere stata giurata

Estense

voler rimettere

scrive

dall'

coi

al prin-

estensione che Margherita desiderava

sino al suo arrivo in Bologna

accordarsi

di

la clef Ditalie

un congresso (journee generale)


bench fosse non con quella

tener

dei principi italiani. Tale congresso

pronto a far pace

tuttavia negarle spirito n

Ottobre

da Firenze e

di trar profitto

dar Milano

di

pu

si

Brusselles

Papa

il

non

DI LIBRI

la

essere

parte

essendo noi

quasi nulle. Posenza precipitar

avvegga della necessit. Da ogni

RASSEGNA
parte

sua presenza

la

Spagna

sciar la

Carlo

di

DI LIBRI
Era necessario

richiesta.

car je croys pour certain

151
la-

que tant que je fusse

james la paix ne se fut faide par ceulx que la devoient


ny la guerre ne se fut achevee pax ceulx que la devoient
achever. Et mes forces sachevoient
et les moyens de les entretenir.
Lo chiamano, peraltro les grandes heresies qui soni en Alemaigney
la este

[aire,

cestoit ma
croisent tous les jours : si remede y avoit
ou me veoir pour le moings oultre la mer.
elezione di
Ferdinando a Re de' Romani che deve ottenersi un altro caso
importante. La pacificazione d'Italia e l'amicizia del Papa sono inles

quelles

tenue

dispensabili al fermo stabilimento della sua potenza. Affine di fare

accordo coi Veneziani e

allontanarli dalle coste di Puglia

di

giudicato poter fare delle

dove intanto ha ritenuti


guerra
di

la citt di

Firenze

finita

di

che

fa

due punti

Como

cio

non gi

in

animo

buon

di

ma

caso di

in

impresa

solamente

le

presto

sar

spera

si

re Francesco;

nonoslanli

Italia
,

Papa

il

il

importanti

pi

quale non cessa

il

sue promesse
fine

ha

Lombardia,

alla

castello di Milano. L'

il

per obbligarsi

quando non s'intrometta

mantener pratiche

riguardo

concessioni

riavere

di

fatte
i

fi-

La conlesa con Ferrara non ancora interamente decisa.


pi imporConclude dicendo che gli afifari di Germania sono
gliuoli.

tanti
al

che tutto

resto dipende dalla loro riuscita

il

portarvisi sollecitamente ad oggetto di svellere

sente di aver obbligo

cessione imperiale

ne far tutto

Bologna

Ferdinando leggesi presso

le relazioni

tra l'Austria

Qui convien rammentarsi


bre 1529

l'

e che

stati Italiani coli'


il

Geray

Ungheria e

prender

che Carlo era giunto

il

il

23 Dicembre

Imperatore

il

si

fece

la

lega

che in

risposta

di

Novem-

24 Febbraio 1530. Degli

una

Cornaro

perpetua degli

soli Fiorentini

affari di

colla quale gli

rimasero

corona

Firenze non

si

Impetratta

d'Orango (23 Giugno)


d conto di un segreto avviso di

sola lettera, scritta dal principe

all'Imperatore,

23 Novembre;

lasciando luogo d'entrarvi all'Estense:

esclusi da ogni accordo. Carlo ricev finlilmenle la


il

La

colle condizioni dal Cardinal

che avvenne nel Marzo 1530, mentre

riale

suc-

corona

la

Documenti per illustrare


la Porta Ottomana, I. 3. 59).

Francesco Sforza ebbe luogo

poi r accordo coi Veneziani


;

il

come

la

a Bologna, dove trov Clemente; che la riconciliazione

e r investitura di

indicate

possibile, e

anzich perder tempo col recarsi a Roma.

in

di

il

quanto

eresie

le

sua famiglia

assicurare alla

e di

e che

RASSEGNA

152
Malatcsla Baglioni

DI LIBRI

governanti delia

aver tentato

citt

avve-

di

Papa. Altra bricconeria di quel vile traditore, che non


giunge per ad illudere l' Grange il quale conclude colle parole
ce que te pense bon signe pour la breve expedidon de ceste emlenare

il

prinse

car

il

se voit si bas quii veult bien se rabiller avec

D'ora innanzi
con cui termina

il

primo volume,

condar]; mentre quei

prevedere

met

cio dalla

mano

del servaggio di

fa

mano

in

dell'

popoli tedeschi alla loro unit

sono interamente se-

felice

per

le diflQcoll

successo,

alcune

Verso

gi

celo

fratelli

dalla

per ricondurre

quale

speravasi

che finalmente doverono tornare a vuoto

il

la

natura degli uomini e quella

Natale del 1530

principi e

magistrati

convennero a Smalcalda (piccola

citt protestanti

monti della Turingia

pie dei

religiosa

che frapponevano

delle circostanze.
di

ma

come

Imperatore. Giacch comincia-

un tempo parevano poter promettersi

l'unit politica: sforzi che

uu

pape.

gl'interessi d' Italia, dove l'opera

compivasi

rono allora quegli sforzi grandiosi dei due


i

le

met del 1532,

alla

Germania predominano

di

ultima lettera

1'

1530,

del

dove fondarono

la lega

citt

che ha reso

l'Arciduca Ferdicelebre codesto nome. Il d 11 Gennaio 1531


nando venne coronato a Re de' Romani protestando in contrario
Doc. 154-, 155). Clemente
l'Elettore di Sassonia ed altri principi
,

aveva provvisto l'Imperatore


tore
(

in

).

si

Sassonia

in

mantiene ancora

deva

Concilio

il

cederlo,

152

161

cesco

il

ma
,

bolla per d'esclusione deirElet-

giudicasse necessario

un simile espediente

Nella Svizzera la riforma faceva progressi

modo corrispondente

mento
si

che

nel caso

Doc. 149

una

di

di

166

il

mire

alle

talch

di

venne subito a quella

si

ai d

nostri. L'

Papa

in

non per

quel movi-

chi presiedeva a

scissura

che

Imperatore istantemente chie-

apparenza mostravasi disposto a con-

ne era grandemente avverso (Doc. 140, 151,


desideri del Re Fransecondando in tal guisa

fatti
)

quale sperava nella disunione

(cos scrive Carlo al fratello,

di

Germania. Vous verrez

da Brusselles

il

21 Luglio 1531)

respondu par escript

que a
auquel na apparence et plus va
et que le
lon avant, lon appercoit que le pape ny a volente
pendant
par
ce moyen le
ROY de Frange luy en veult complaire,
ai
Francesi,
accostavasi
novamente
tenir gaingne. Di gi Clemente
uno dei
Caterina
con
nipote
sua
e concludeva il matrimonio della

par

au

la copie

que va avec ceste

legat touchant ledici concille

este

ce

figli

del

Re.

Le cardinal

de

Grantmont

evesque de Therbes

(Ga-

RASSEGNA

DI LIBRI

153

bride di Grammont, vescovo di Tarbes, creato cardinale 8 Giuretourne derrenierement de Rome a publie par chemin
gno 1530
que le mariage denire le due Dorleans et la nyece
et en France
du pape estoit faict combien que ledici saint pere le nye a mes
gens estans a Rome; et a ce quilz peuvent' entendre et coniectu)

rer

croyent qui soit fait

ne

Eod.

loco

rimasto poco conlento del laudo imperiale


(

Doc. 186

triamo

Ricercando ci che spetta

).

di

il

Monferrato

266

remonstre ce

raisonnables

et

dipoi

quello

alle cose

italiane

Mantova

principessa di

colla

Dicembre 1531

per

20 Ottobre

di

(Doc. 161, 165, 166, 179,

(1)

Ferrara

di

incon-

e'

quale

la

repub-

la

que convieni afin quilz soient plus

Brusselles

matrimonio del Duca

dello Sforza

Papa era

il

suo ambasciatore presso

di scrivere al

quii leur

traictables

viamo

Peraltro

nell' affare

qualche differenza insorta coi Veneziani

in

Carlo propone
blica

).

Gennaio 1532

1531

tro-

principessa

colla

del 1531), e

tutti

Danimarca

Doc. 260

nuovi intrighi tra Milanesi

278); e Analmente le differenze del CastelMusso (Gian Giacomo Medici) col Duca di Milano, che

e Francesi (Doc. 179,

lano di

volte

replicate

vengono esposte nella corrispondenza

Carlo col

di

frateIlo{Doc.l77,186, 195,203,231,2i0,2i9,273, del 1531-32),


e che r Imperatore giudica
fair es

e della Svizzera.

triamo nel 1531


Svizzera sui

si

gli

teme che

d' Italia

affari

si

Il

nelle

fatto di

11 Ottobre 1531)

af-

sono

contese religiose

della

1'

di

atti-

Ger-

maggiore importanza che incon-

la vittoria ottenuta dai cantoni cattolici della

vittoria

che segnava

Germania

il

cammino

settentrionale.

Ce

lo

alla

ala

reazione allora

dimostrala lettera

da Ferdinando all'Imperatore, 24 Ottobre 1531

de lo que loca

es

Medici possa

il

novatori (battaglia di Cappel e morie dello Zwingli,

sovrastante nella
scritta

a la verite jnpour tante

perch

troviamo allincontro veramente immensa

Imperatore e del Re

vit dcir

Francia. Se

gettarsi nelle braccia di

poca importanza

mania

chose

tant Ditalie que autres

a quien tanto deiemos aunpara

T pues

lo

demas

temporal

senalada y principalmente de las casas de Borgona y de l* Austria , ha


tantos anos que no huno tal aparejo y coyontura de ganar honrra y

provec ho

que

supplico a vra mg. ^ humillmente, no dexe perder larocasion

se leoffrece^de la

(1) Il

qual

se

puede ganar fhas gloria que de ninguna

matrimonio ebbe luogo nel medesimo anno. Francesco Sforza non

Ispos Crlslierna avanti al 1534.

Ap. Voi.

II.

20

RASSEGNA

154

DI LIBRI

olra cosa que en nuestros liempos ha avido nj puede aver, y assi corno
doler que en

es de

ria y detrimento

que

cabeca y fuerca de las sectas de Alemana ; sin la qual


flacos y derribados. Ma l'Imperatore in

es la

demas quedaran

todos los
sulle

prime non

vuol

non prestar

zera per

espressamente che

di

Papa

del

modo che non

entrino in sospetto

accenna V Imperatore quella

di

il

17 Aprile 1532

ravvicinamento tra

d'

tempo

Ratisbona

salute

sotto

nella quale

per ser-

quale

alla

aperta dopo lunga

luogo una specie

ed in cui ebbe

la

Ungheria impedivano

prima del 1547

di

potr

si

quale per non fu

il

vacillante

di

Carlo e

ricorrere a mezzi violenti.

di

si-

armi

Germania. La dieta

cattolici e protestanti,

lunga durala. In quel


guerra

le

che

principi

non prendano

affinch

vire alla pacificazione e quiete della

dilazione

venga

Doc. 231-278 passim. Ot-

provvedere a tutto che

vuole

cattolici

anzich aspettare la prossima dieta

fare

e al-

Egli dichiara con precise parole

).

Sviz-

di

guerra

alle replicale istanze del fratello

nome

gnori e citt Germaniche

cercher

affari

di

aiuto da prestarsi ai cantoni

1'

tobre 1531 - Maggio 1532

bisogner far di

negli

Francesi nuovo pretesto

dato sotto coperta ed a

questo pretesto

d'intervento

sentire
ai

lorquando Analmente cede

si

la yglesia de dios tanta iniu-

su remedio y restauracion que


facilmente alcancarse por est via de Suica,

duda puede muy

sin

aya rrecebido

ellos

a^si er de dessear

dopo esaurito ogni altro termine

di
la

Non

cominci

la

guerra Smalcaldica.
Eccoci giunti alla fine del primo volume
(Luglio 1532),
e dispacci
ci

il

quale contiene 281

ordini ed istruzioni
riesce

alquanto

Giacch

ho

si

mente

diffcile

dei

Paesi-Bassi

ciata di Cristiano II,

solo

lettere

anno 1531

e comunicazioni d' ogni

non ismarrire

di

fatto parola in questi brevi

al divorzio di

Il

cosicch in tanto affollamento di mandati,

di rapporti

cenni

dell'Inghilterra

Enrico Vili

della

e degl' intrighi di

genere

pi principale.

filo

il

tratta in essi di moltissime altre cose

nemmen

Spagna e

carteggio

questo

di

appendice 284

coli'

e a cui faranno seguito due altri volumi.

105 documenti

offre

delle quali

non

delle condizioni di

riguardo principal-

Danimarca

dopo

cac-

la

per tor-

questo principe

narvi; della Turchia, e finanche della Persia ec. ec; per non parlare
de' fatti pi speciali della

Germania. Sui Paesi-Bassi troviamo

as-

saissime particolarit, in ispecie sino alla morte dell'Arciduchessa

Margherita

la

cui perdita era gravissima

all'

Imperatore

il

quale

RASSEGNA

DI LIBRI

185

scrivendo alla sorella Maria, regina-vedova d'Ungheria, parla della


perte que y avons faide

mere

doni

elle

et

pour

la faute

avoit la charge

sidence que y puis

et

prncipalement

quelle
y

fair e.

me

moy

qui la tenoit

au gouvernement

fayt

delle lettere sono scritte

in lingua francese, di cui quasi esclusivamente

dispacci

ancora non mancano. La stampa generalmente corretta:

Italiani

originali per

gli

serve l'Impera-

si

L'arciduca Ferdinando spesso scrive in spagnuolo

tore.

pays

absence et peu de re-

et la continuelle

La maggior parie

comme

des

quali ora esistono

Alcuni sbagli di nomi ec. facilmente

si

non sempre paiono

emenderanno

esatti.

qualche

il-

lustrazione di pi sarebbe da desiderarsi. Dell' importanza del libro

non

d'

uopo

di fare

nuovamente menzione.

Berlino, Maggio 1845

Alfredo Reumont.

Sig.
di

Aggiunla alla nota 1. pag. 131. Degli archivi di Lille parl il prelodato
Gachard (Bruss. 1841 ): essi contengono le carte concernenti l'elezione

V,

Carlo

Lovanio

alcune delle quali vennero stampate dal professor

Mone,

gi a

a Carlsruhe, nel giornale; Anzeiger


far die kunde des trutschen MUlelallers (1836 ) , e di cui ha promessa l' intera pubblicazione il Sig. Ed. Le Glay , archivista del dlpartiraento del Nord
,

e autore
l'elezione

ora Direttore degli Archivi

una

di
di

bella storia

del

Conti di Fiandra.

Carlo, non senza interesse

da E. Miinch

la

vita di

Per ci che riguarda


Francesco di Sickingen
(

1827). Il carteggio dell'Imperatore coi ministri


suoi in Inghilterra verr edito dal Gachard, il quale attende ancora al carteggio del medesimo colla governatrice dei Paesi-Bassi
Margherita sua zia.
La ribellione di Gand nel 1539 , stata esposta con corredo di documenti
tratti dagli archivi del Belgio, da W. A. Arendt ( nell'Annuario storico di F.de
Raumer, 1842). Delle relazioni diplomatiche di Carlo V colla Turchia e
colla Persia, tratt C. Piot ( Messager An. 1843, pag. 44-70). L'opera del
Sig. r. /. Altmeyer , prof, nell' Universit di Brusselles
Histoire des relascritta

Slullg.

lions commerciales et diplomatiques des

Pays Bas avec

le

Nord de V Europe

(Bruss. 1840), contiene documenti importanti tratti da varj archivi. La storia del

sollevamento delle Provincie stata illustrata in un

modo molto

op-

portuno dalla Correspondence de Margherite d'Autriche duchesse de Parme avec


Philippe II pubb. dal Barone De Reiffemberg (Bruss. 1842), nella quale si
danno anche gli interrogatorj del Conte d'Egmont, e carte spettanti al principe
Guglielmo d' Orango. Questo carteggio tratto dalla Regia Biblioteca. Dell'im,

portantissima collezione di carte diplomatiche riguardanti

Groen van Prinslerer, non occorre

la

casa d'Orange, del

documenti
che servirono al Sig. Lanz, parl il Doti. Coremans a Brusselles, nei BuHetinsde
la commission d' histoire (1842). Nella Germania, a ci attese il Ranke, che
agli altri meriti suoi aggiunse quello di far conoscere la ricchezza degli archivi
del Belgio per la storia anche d'altri paesi, nella sua bell'opera sui tempi della

Sig.

il

far parola. Delle collezioni di

RASSEGNA

156

DI LIBRI

Riforma. Altri scrillori Tedeschi sonosi occupali della storia


ora formano

regno del Belgio

il

del

numero sono

loro

dei

Leo

il

paesi

che

nella

sua

{Zwblf Buchcr Niederlndischer Geschichlen, Balla


1833 ) il Miinch, nelle vile di Margherita d' Yorck moglie di
Lipsia
e
1832)
Carlo il Temerario, e di Maria di Borgogna sua figlia
con lode maggiore di qualunque altro, X-.^. Warnkuig, nella sua storia delle
Fiandre {Flandrische Slaals-und Rechls Geschichte^ Tublnga 1835 e segg ).
storia molto criticata dei Paesi-Bassi
,

Lettere Romane

un Fiorentino

di

Florentiner). Lipsia

tere Romane

un

di

einem Florentiner

L'

opera

Romische Briefe von einem

Brockaus 18i0.
Fiorentino.

ibid., eod.

di cui noi ci

ed.

Nuove Let-

2. Voi. 12.

von

Neue Romische Briefe

1844. 2. Voi. 12.

proponiamo

di

dare un cenno

questa

in

Appendice, la produzione di un letterato ben noto all'Italia per

un

altro applaudito

suo lavoro

di simil

natura: di gi

divenuto caro, e in grande stima tenuto da

murosi della patria gloria


loro Fautore
s'

intitola

italiane

come

giacch

rallenesse

il

suo nome

gl'Italiani pre-

quali volonterosamente accolgon tra

concittadino e fratello, quale egli cortesemente


1'

amore e

lo studio

sono per lui un legittimo

da esso collocali nelle cose

titolo

un riguardo per

la volont

non

se

non

di naturalizzazione

Potremmo esprimerci pi chiaramente,

soggetto a revoca.
ci

tutti

dell'

autore

al quale

in

questa sua opera piaciuto di rimanersi incognito.

Quantunque
scopo principale

l'

illustrazione di

di

Roma

e delle cose

romane

sia lo

questa opera, l'autore ha nondimeno diretto

sguardo anche ad altre regioni d'Italia, con

la mira di stabiun confronto tra Io stato sociale di Roma e quello del resto
dell'Italia. Ci ha luogo soprattutto nella seconda parte, dove le

lo

lire

notzie di questa specie occorrono assai frequentemente, e in

modo

speciale su la Toscana, per la quale l'autore ha un'evidente predilezione. L'

opera intera pu considerarsi come un acquisto im-

portante alla letteratura in generale, per l'esatta conoscenza dello


stato presente e passato della Penisola italica.

cupa un luogo eminente

nelle pagine

di

La parte

storica oc-

quest'opera; e ad essa

specialmente rivolgeremo la nostra attenzione nel succinto raggua-

RASSEGNA
ilio

che ne daremo.

non

Storico Italiano

Lo scopo
ci

DI LIBRI

157

assegnato all'Appendice dell'Archivio

permette

sopra argomenti di

di estenderci

natura diversa dalla storica.

Tutta l'opera, come dal

scuna composta

Tuna

anni

volume

Cronologia dei Papi

la

prima parte;
sente; e

di

cui

d<?l

si

V autore ritorna con maggiore impegno


di gi toccate nella

altre ve n'aggiunge importantissime per l'epoca pre-

tutto infiora ed abbella di citazioni poetiche, estratle dalle

il

opere dei pi famosi

vati del

Romano,

zione dell'Agro

Parnaso antico e moderno. La descri-

e le notizie storiche che ad esso

riempiono una parte considerabile dell'opera, e

quattro

terr discorso in se-

aumentata erudizione sopra molte materie

e con

sparse in

tulli

Noteremo

si riferi-

si

trovano

volumi.
adoperata nel

in particolare la diligenza dall'autore

raccogliere le notizie

Roma

alla distanza di

ciascun volume; la seconda 26 lettere, e in fine

guito. Nella seconda parte

scono

appare, divisa in due parti, cia-

dall'altra. La prima contiene 40 lettere e un'appendice

alla fine di

titolo

due volumi, e pubblicale

di

concernenti

antiche famiglie baronali di

le

tempi

pi moderni. Quat-

tro lettere sono dedicate a questo interessante

argomento; due delle

e le famiglie principesche

dei

quali nella prima parte dell'opera, e due nella seconda parte.

La

materia non essendo aliena dalla natura del nostro lavoro, noi pre-

senteremo

il

catalogo delle famiglie registrate nelle pre-

s'

incontrano nella lettera 12.^ del primo volu-

al lettore

dette lettere.

Le prime

me

notizie

dove r autore descrive

pi feroci del medio evo, e

si

lo stato

anarchico

Roma

di

nei secoli

riferiscono alle potenti schiatte Colon-

na, Orsini, Savelli, Conti, Frangipani e Caelani.

Una nota annessa


romane prin-

a questa lettera contiene la lista delle odierne famiglie

cipesche e ducali, di cui l'autore d pi speciali notizie nelle susdella prima parte, 10.'' e 20.' della seconda
Le famiglie papesche Buoncompagni-Ludovisi , Borghese

seguenti lettere,
parte.

24.''

Barberini-Colonna

Doria-Pamfili

Chigi

Rospigliosi

Odescalchi, Albani, Corsini e Braschi, formano


lettera

24-.''

la

10.^

della

Buoncompagni;

romane: Sforza

Altieri

subbicllo della

seconda parte parla delle famiglie che

ebbero successivamente dominio in Pio|pbino


dovisi e

il

la 20."

gli

Appiani

Lu-

d conto delle rimanenti famiglie

Cesarini, Bonelli,

Altemps, Ruspoli, Bonaparte,

RASSEGNA

158

DI LIBRI
un rag-

Conti, Torlonia, Poniatowski; alle quali l'autore aggiunge

guaglio assai parlicolarizzalo su l'antica schiatta feudale dei Bour-

bon del Monte.

Un esempio

della

maniera seguita dall'autore nel trattare questo

soggetto di storia privala, non sar discaro al lettore,

ja

cui nulla

pu essere indifferente, che tenda in qualunque modo a


un punto di storia patria. Noi sceglieremo a tale effetto
zione che

Altemps

il

la

rela-

nostro autore ha compilato della famiglia dei duchi d

credendo noi che questa,

schiarire

al pi dei lettori, sia la

nota tra le moderne case principesche di

meno

Roma.

L'autore, dopo avere accennato l'origine dei duchi Bonelli


osservato che essi non sorsero mai ad alcuna importanza,

gue
si

in questo

modo:

Altramente fu

alz con molto splendore,

il

della

prose-

famiglia Altemps; questa

quale per ebbe corta vita, ed ora

se ne parla tanto poco quanto della famiglia Bonelli. Volfango di

Hohenembs apparteneva

a una casa, il cui nome negli annali mimedio evo tedesco cos famoso, che io non ho bisogno
accennarne altro. Non pochi membri di questa casa discesero dal

litari del

di

loro castello, situato non lungi da Braganza nel Vorarlberg, con-

ducendo seco sopra


d'

uno

di

le

Alpi le loro schiere di lanzichenecchi: pi

campo

essi lasci la vita sul

molta parie nelle campagne italiane

derdone
il

di

di

battaglia. Volfango ebbe

Carlo V, dal quale in gui-

de' suoi servigi fu innalzato alla dignit di conte.

Durante

suo lungo soggiorno in Milano, spos Chiara de'Medici, o Medi-

chini, sorella del futuro papa Pio IV, e dell'ardito

circospetto capitano, che

prima

non meno che


Musso,

in qualit di castellano di

quindi

di

marchese

guerre

di

quel tempo guerresco, in Italia, nelle Fiandre e in Ger-

di

Marignano

prese parte in quasi tutte

mania. Per mezzo di questo matrimonio

la

casa

di

le

Hohenembs

contrasse stretta parentela con parecchie illustri famiglie italiane.

Uno

de'suoi figliuoli, Iacopo- Annibale, conte di Gallerate nel Mi-

lanese, spos una Borromea; con che parve aver gettato stabili ra-

per

dici

suo

figlio

perpetuazione della sua schiatta


Gaspare-Marco, per certe quistioni

la

ne torn nel suo paese

dove

l'

in
di

Lombardia.

Ma

giurisdizione, se

ultimo della casa di

Hohenembs

Giovan-Francesco-Guglielmo, colonnello austriaco e comandante


Gratz , mor nel 1759. Ma in Italia questa schiatta si mantiene
fiore.

di

in

RASSEGNA

li

secondo

figlio di

il

dell'armi; e tra

comando

all'assedio di Siena, che termin con la

trare nella prelatura:

ma

Marco

poi

che

il

campi

di

Marciano. Egli

San Jago. Suo

di

zio,

cappello rosso, lo sollecit ad en-

Sittich
il

imprese

di

combatte ancora coi Turchi, e fu cavaliere

Gian-Angelo, che aveva ottenuto

altre sue

le

Marignano suo zio,


resa della citt, dopo la

marchese

del

sconfitta del maresciallo Piero Strozzi nei

a tal vocazione;

159

Volfango, Marco Sittich, fu educalo come

suoi antenati nel mestiere

intervenne, sotto

DI LIBRI

non

sentiva guari inclinato

si

cardinale fu divenuto papa, la voca-

zione cominci grado grado a manifestarsi, soprattutto dopo ch'egli

ebbe rovesciato con

la

carrozza presso S. Piero inVinculis, con grave

offesa della persona. Nel

1559 fu ammesso tra

prelati; l'anno ap-

presso fu nominato governatore d'Ancona e vescovo

di

Cassano

insieme spedito in nunziatura presso T imperator Ferdinando, che


in quel

tempo era

d Trento.

11

lutto inleso

all'

imminente riapertura

del Concilio

Nunzio, che poco s'intendeva d'affari e niente

di

teo-

logia, ebbe per suo consigliere spirituale il vescovo di Bilonto. Finalmente nel 15G1, nella circostanza di una grande promozione di

cardinali (tra

quali furono Antonio Perrenot di Granvella, e Sta-

nislao Hosio vescovo di Ermelandia),

Marco

Sittich fu investilo della

porpora. Nel seguente anno fu eletto vescovo di Costanza e legato


al Concilio.

Sperava

il

papa

che

una favorevole impressione sopra


che

il

la
i

sua presenza col produrrebbe

suoi conterranei tedeschi: se

non

cardinale medesimo, avendo la coscienza della sua totale igno-

ranza del vero slato delle cose, e considerando T importanza e


gravit dei negozi che

si

la

trattavano nel Concilio, dai quali in molli

paesi dipendeva l'ordinamento dei rapporti ecclesiastici, sent di

essere al suo posto, e nel 1563 di suo proprio

Roma. Quivi pass


dendo, mentre
di

qualunque

della

il

il

pi dogli anni della sua vita posteriore, go-

papa visse, del suo favore

altro

non
moto ritornossene a

nipote

di

in

grado forse maggiore

papa. Nel 1564

Marca d'Ancona, dove ebbe occasione

di

fu

nominato legalo

spiegare di nuovo le

sue guerresche propensioni. Perocch, essendosi Ascoli rivoltata,

il

Cardinale mosse contro di essa con quelle milizie che nella stretta
dell'urgenza pot ragunare, ed entrato nella citt fece atterrare le
case dei sei principali faziosi, e ordin l'erezione di
alla quale, quasi
lit d

per ischerno, delle

legato alla Dieta di Augusta.

ecclesiaslici e delle abazie di

il

Le

nome

di

una

fortezza,

Pia, Assist in qua-

rendite dei numerosi benefizj

sua pertinenza lo costituivano gi in

RASSEGNA

160

DI LIBRI

molta affluenza; ma le grosse somme di danaro ch'egli ricevette in


dono dalla Spagna, e l'acquisto di una parte dei beni Carafeschi,
stati conflscati dopo la condanna dei capi di questa casa, aumenta-

rono grandemente

suo patrimonio, come pur quello

il

Borroraei e Serbolloni

gini

de' suoi cu-

che rimiravano con occhi invidiosi

favore compartito al loro cugino. In tal

modo

gli

il

riusc gradual-

mente di acquistare feudi di grande estensione ed altri latifondi, s


Toscana che nello stato della Chiesa e nel reame di Napoli; tra

in

Soriano nel Viterbese, l'ultimo de' quali per-

Gallese e

altri

gli

venne pi tardi nelle mani della famiglia Albani. Questa gran


tuna destinava

Altemps deriv

Embs,

cardinale

il

di

Hohenembs

traduzione

dalla

marchese e ammogliatosi

tolo di

dopo un corso
del padre.

vita

di

Marco

petuto fra

ramo

le

numerose

villa

ora deserta

il

titolo

lettore

parentesi

come
il

il

ti-

casa Orsini

Altemps presso la
Mondragone presso

cardinale, e nella quale assai

suo

nome

si

stabilirsi in

si

Roma

Fermo

trova pi volte ri-

nella

Marca:

il

un
ramo

nel percorrere questo saggio di scrit-

del frequente uso dell' autore d' inserire

notizie ausiliarie, provocate

bietto in trattazione

Gian-An-

di Gallese:

sar accorto

con eventi

come

sub-

od

altri

accaduti

in

altri

ci

tempi

par degno di lode ed

imitazione. Giacch, la brevit delle notizie intercalate

osta gran fatto

da un altro lato

alla
il

aumenta

la

suppellettile delle

non

mentre

rapidit della narrazione principale,


lettore

in

dalla connessione del

luoghi: lo che praticato con moderazione,


d'

di

inscrizioni di questa bella chiesa.

and a

della famiglia

tura narrativa

anche

di

suo nipote, eredit dal nonno e fu fatto duca

principale rimase in
Il

Alto-

pazza e dissoluta, mor ancor giovine prima

fabbric e assai rinnov; talch

in

e mor nel 1595. Egli giace sepolto in S. Maria in Tra-

stevere, di cui portava

gelo

con una donna

for-

italiano

quale, ottenuto

il

Sittich eresse l'attuale palazzo

chiesa di S. Apollinare, e la

Frascati

Bohenembs

italiana di

suo figliuolo naturale Roberto,

al

nome

di cui

il

sue

co-

gnizioni.

Oltre alle lettere soprindicate in cui le

portano ad un gruppo

di

recchie intorno alla vita e alle vicende

una

storiche

di singoli individui; e

riguardate dal lato storico, sono certamente


tutte. I

notizie

si

ri-

pi famiglie, l'autore ne ha scritte pa-

le

queste,

pi interessanti fra

personaggi, nella cui illustrazione l'autore ha impiegato

diligenza cos speciale, sono notissimi, soprattutto per le grandi

RASSEGNA

DI LIBRI

161

sciagure che nel corso delle loro vite ebbero a sopportare; e


dell'autore, nella scelta di

come

mostrare

un vivido quadro

in

il

fine

argomenti, fu senza dubbio

tristi

immoralit

profonda

la

di

dei

tempi susseguenti alla finale distruzione della libert e indipendenza


degl' Italiani

ammansato

quando

il

progresso della

nei petti degli uomini queir

che pareva inerente


che narrano

di

ramboni e dell'ultimo rampollo

nella ferrea et

appartengono

questa classe

tragica fine

la

ferocia di passioni,

natura dei loro antenati

alla

reggimento feudale.

del

non aveva ancora

civilt

immane

Beatrice Cenci

Giovanna

di

per

celebralissime
d'

animo da

d'Aragona

rara

bellezza

esse costantemente

gran lunga

il

primo posto

di

cognata

spiegata

Vittoria

di

nel loro travagliato pas-

come

donne dotte

tra le

donne ambedue
forme, e per la grandezza

sua

saggio per questo mondo: oltrech Vittoria,


di

Acco-

dei Savelli d'Ariccia: le altre trat-

tano della vita e dei casi fortunosi di Torquato Tasso

Colonna e

le lettere

Vittoria

di

poetessa, occupa

italiane. Di

lei

pu

con verit

ripetersi

Che sovra r altre com' aquila vola

L'orrifica leggenda del


giunti (Parte

L%

caso di Beatrice Cenci e de* suoi con-

voi. 2., leti. 26.*

fu estratta dall'autore da

una

relazione manoscritta di un contemporaneo, testimone della cosa,


esistente nella libreria di

un convento

di Frascati, e tuttora inedita.

Noi desideriamo la pronta pubblicazione di questo fedele racconto,

per migliore informazione agli studiosi


storia

dell'umanit in generale; poich

tissimo, nei suoi particolari poco e

non

del nostro articolo

fatto, nella sostanza no-

mal conosciuto.

permettono

ci

delle cose italiane e della


il

di

allargarci

ristretti limiti

nell*

esame

di

questa nefasta materia; tuttavia ne presenteremo al lettore un corto

brano

che ne informa

come Monsignor Guerra

uno

dei princi-

complici nell'orrendo assassinio di Francesco (]enci padre della

pali

Beatrice
<x

pervenne a scampare dalle mani della giustizia umana.

Monsignor Guerra

non volendo aspettare

il

fato

che

lo

mi-

nacciava, essendo gi caduto in sospetto e citalo in giudizio, prese


la

fuga: lo che egli esegu con molta actjortezza. Perocch essendo

egli

a cagione

della sua

troppo conosciuto

bellezza e delle

possibile eh' egli riuscisse a salvarsi

Ap, Voi.

sue peculiari

ed oltracci tenuto di mira

II.

pens

di

maniere

talch pareva im-

corrompere con da21

RASSEGNA

162
naro un carbonajo, e
e tingere la faccia,

zoppicando

le

panni,

rivestitosi de' suoi sudici

Roma

con

la

bocca sempre piena

e con cipolle nelle mani. In questo frattempo

cercando dentro e fuori

di

Roma; ma

abbandon alcuni giorni dopo

gli sbirri

egli vendette

la citt

e sotto

La travagliosa
con

vita di

Corte di Ferrara

la

(1),

il

Lettera

35.""*

voi. 2. della

sua fatale connessione

la

suo imprigionamento per

Anna

anni nello Spedale de' Mentecatti di S.


nel convento di S. Onofrio

tra-

campagna,

la

suo matto amore per Eleonora d'Este

il

non ben vestuta

vecchia e

suo carbone,

il

senza essere riconosciuto

Torquato Tasso,

pane

di

andavano

lo

suo strano

il

vestimento cavalc tramezzo agli sbirri che battevano


e riusci felicemente a salvarsi

fece radere

si

cavalle zoppe, e con esse travers

comper due

vie di

DI LIBRI

Roma

di

Parte

II.''

formano

flne

subbietto della

il

numerose sono
Torquato s in

citazioni tratte dalle opere dell* infelice

sette

sua tristissima

la

in essa le

che

versi

in prosa.

Le
con

vite di

la storia

Vittoria Colonna e di

contemporanea

tera 11." del 2." voi. IL' Parte, T


vi

si

Giovanna d'Aragona

delle loro famiglie

una

trova rappresentata in tutto lo

di seguito all'altra.

splendore

insigni del Collegio

narroti esaltano

il

chi

tempo, e

Bembo

il

Vittoria

il

di

dai

Buo-

suo incomparabile valore con versi inspirati da

vero genio poetico, e contro


nulla

cardinalizio

insieme

nembo

del suo

gloria, circondala da tutte le sommit letterarie del

membri pi

stanno nella Let-

non conosce

e a Poscia eh' appreso

quali

L' alta

falce del

la

Colonna

ha T arte intera

ferma

pura

tempo non pu
alle

tempeste

? L'Ariosto

come

a tutti noto, consacr sei stanze del suo immortale Furioso alla

gloriBcazione di questa donna, unico ornamento di

casa Colonna.

Giovanna d'Aragona, che segue appresso, fu moglie ad Ascanio


Colonna, fratello di Vittoria, e madre a Marcantonio Colonna il
vincitore di Lepanto, due personaggi notissimi nelle storie italiane
del secolo

XVI. Le

vicissitudini politiche

alle

Giovanna

quali

si

assoggett con lo stringersi in matrimonio col capo di casa Colonna;


le

persecuzioni che questa casa ebbe a soffrire sotto

Paolo IV Carafa, acerrimo suo nemico;


losa, di Giovanna da

eterna;

(1)

il

Roma;

il

la

il

pontiGcato di

fuga, quasi miraco-

suo ritorno trionfale nella

tutto narrato in succinto,

ma

da una

V. la Lelt. indicata sotto nel testo, p. 246.

mano

citt

esperta nel

RASSEGNA
dipingere a scorcio

163

DI LIBRI

prestano a questa Lettera un interesse affatto

pure s'incontrano frequenti

particolare. Quivi

poetiche,

le citazioni

specialmente nella prima sezione dedicata a Vittoria Colonna: tutte

compajono

in veste tedesca

ramo

L'estinzione dell'ultimo erede del

avvenne in conseguenza

medesima

eccetto quelle di Vittoria

che vengono presentate anche in veste italiana

(1).

Savelli d' Ariccia

dei

da un vassallo della casa Savelli sopra

commesso

un omicidio deliberatamente

di

persona del 6glio dell'ul-

la

timo duca d'Ariccia, che corteggiava sua moglie. L'omicida riusc


a salvarsi in Levante.

resto della Lettera (19.* del voi. II Parte

Il

contiene la descrizione d'Ariccia

d'Albano.

ai Savelli

caso di Vittoria Accorambona (Lettera 25.^ del citato volume),

11

caso da far gelare

quale

il

sangue nel cuore a chi non

il

pu leggere

si

come

avuto a sua disposizione,

chiesa di S. Agostino, in

Imperocch
del

di sasso, e sul

mondo

cattolico

bona giunse

che

non conosce il tedesco;


e accuratamente
avendo egli
relazione
della
una
caso
Cenci,

1'

nella

Biblioteca Angelica presso

un codice contenente

fu sotto

egli

nel

Roma

che conservasi in

ha

in italiano da chi

narrato dall' autore distesamente

inedita

1*

celebre poeta e novelliere Ludovico Tieck ha scritto un ro-

manzo, che

la

2.')

e alcune notizie storiche intorno

regno

il

di

V.

questo terribile Pastore

orrenda tragedia

suo termine, dopo avere avuto

al

la vita di Sisto

di Vittoria
il

Accoram-

suo cominciamento

innanzi all'esaltazione del cardinale di Montalto al papato, con la

morte a tradimento
Vittoria

di

Francesco Peretti suo nipote e primo marito

di

subito dopo

quale quasi

la

V uccisione

conde nozze con Paolo Giordano Orsini, duca


voce pubblica designava
del

misero Peretti.

mostruoso duca

gambe

grosse

parli del
di

cesco

(I)

il

al

pari del

altri

Granduchi

specialmente

(del

quale

tronco di

le

che
di

la

si

in

Toscana

che questo

racconta eh' egli avea

un uomo

la

nell' assassinio

giusto

sue empie manacce strozzata


figliuola

di

Cosimo

dell'

la

le

altre

le

sua prima

e sorella di

Toscana, Isabella dei Medici

In una stanza del Furioso (9*

di

complice principale

se-

corpo all'avvenante) aveva gi, nel suo castello toscano

la

Fran-

quale a vero

ultimo canto) l'Ariosto, nel lodare

Giovanna d'Aragona, che spos il Marchese del Guasto,


Anna: il nostro autore la chiama Maria. V. voi. 3, p. 37.

sorella di

nome

come

noto

Bracciano

Cerreto-Guidi, con

moglie, non

la

di

il

pass a

Bracciano, cui

di

le

,,

RASSEGNA

164

non era uno specchio

dire,

DI LIBRI

di virt

v'

ha ragione

non cess

dal contegno amichevole che la casa Medici

credere

di

mostrare,

di

anche dopo l'atroce fatto, verso il duca d Bracciano, che la cosa


non accadesse senza saputa, o almeno successiva approvazione, di
Francesco I, che occupava in quel tempo i! trono di Toscana.

Lo spavento
Papa

Sisto

ritirarsi

con

per eccesso

duca

del

dopo

il

di Bracciano per le minacciose parole di

caso seguito

nipote di questo,

al

nuova sposa nel Veneziano

la

di cibo,

testamento lasci

la

indusse a

lo

dove in breve mor

mentre giaceva gravemente ammalato. Nel suo


moglie ricchissima

diata della tragica fine di Vittoria

Un Lodovico

che fu

lo

la

causa imme-

Accorambona.

Orsini, congiunto di Paolo Giordano,

uomo

dififa-

mato e fuggiasco da Roma per avere in pieno giorno fatto ammazzare Vincenzo Vitelli luogotenente di Iacopo Buoncompagni
figliuolo di Gregorio Papa XIII e Capitano generale della Chiesa,
,

avendo

offerto

suoi servigi ai Veneziani e ottenuto dal Senato

comando del presidio d Corf era


posto, quando gli giunsero le nuove
ciano.

Sotlo

il

pretesto di

della

assicurare

il

recarsi al suo

in procinto di

morte del duca di Bracmorto al suo

l'eredit del

unico figliuolo, Virginio Orsini, avuto dal primo letto, corse im-

mantinente a Sal, dove

misejn possesso
il

il

duca con

la

moglie s'era stabilito, e

di tutto l'avere lasciato dal

pi speditamente che

si

potesse,

duca.

per ricuperare,

anche quello che avea

il

defunto

legato alla moglie, fece dai suoi scherani scannare addirittura la ve-

Paolo Giordano, insieme con Flaminio Accoramboni suo

dova

di

tello.

Ci avvenne nella

s'

Padova, l'anno

era trasferita da Sal dopo

zione di questo atto diabolico,


il

dell'

la

la

fra-

incarnazione 1585,

12 dicembre, nel palazzo Cavalli, dove

la notte del

tima

citt di

la devota vit-

perdita del marito. In puni-

Signoria di Venezia ordin, che

signor Lodovico Orsini fosse strangolalo con un cordone rosso d

sela

dell'

e quindi seppellito onorevolmente nella chiesa di Santa

Orto

nella

medesima sepoltura dove giacevano

Maria

padre e

il

l'avolo suo morti al servizio della Repubblica veneta.


Si disse,

che

alla fine dell'opera l'autore

aveva aggiunto

la serie

cronologica dei Papi, da S. Pietro fino al regnante Pontefice Gregorio

XVI. Noi consideriamo questa giunta come una

delle parti pi

importanti dell'opera, per l'utile che ne pu risultare a chiunque


attende allo studio della storia,
colo

Manuale come questo che

ci

profana che ecclesiastica.


offre

il

nostro autore

Un

alla

picfine

RASSEGNA

DI LIBRI

ad opere pi voluminose,

della sua opera, ci dispensa dal ricorrere

dove usualmenle, con perdita

che

le notizie

abbisognano. Certamente l'agglomerare in cos breve spazio

ci

uomo meno

agevole per un
il

tempo, convien cercare

di

notizie pi importanti sopra

le

16JS

quale, secondo

broso incarico

s' disimpegnalo del suo sca-

nostro avviso,

il

modo

in

un vasto argomento, non era opera

erudito e diligente del nostro autore;

da meritarsi

applausi di

gli

ogni colta

persona.

La

nome,

il

Papi occupa 126 pagine

tavola cronologica dei

volume, ed divisa

in quattro scompartimenti.

promozione

riore del pontelce, la data della sua


lutti

casi dov' stato possibile

trovino riuniti

tutti

farlo.

il

Cardinale

Esempio

al

cardinalato, in

( il

primo

IX Generale

Sabina

Santa

di

1298

in cui si

XI, Nic-

particolari sunnominati): Benedetto

col Boccasini, nato in Treviso 1240,

Predicatori

ultimo

l'anno della nascita, lo stato ante-

patria, la famiglia,

la

dell'

primo contiene

Il

dell'Ordine dei

Cardinal- Vescovo

1300, e legalo in Ungheria e in Polonia (canoil


nizzato nel 1736). Nella seconda colonna viene indicato V anno
giorno e il luogo dell'elezione, quando questa non fu falla in Roma.
d'Ostia e Velletri

La

terza colonna segna l'anno,

dove giace sepolto

sito

il

zione, che occupa tutta


i

giorno e

il

Papa

il

cui

di

si

luogo delia morte,

il

seconda pagina della tavola

la

principali avvenimenti occorsi in questo lasso di

e nei

maggiori

Romano,

d'Europa,

stati

italiani, e

messa

in

Copiosi poi sono


e delle belle arti:

dietro a s
sia

la

lista

intervallo tra la sua caduta e

pero Tedesco e Regno

accordo con
i

cenni su

lutti

citati,

in

Italia

(Impero

suo ristabilimento. Im-

progressiva della letteratura

degl'Italiani

un nome non perituro,

ne'due dipartimenti sopra

il

tempo

sovrani

serie cronologica dei Papi.

la

la storia

nomi

de' cui

se-

accenna

insieme con quella de' principi

Francia)

di

La quarta

tratta.

che hanno lasciato

sia nella carriera delle

Scienze,

sono ricordati in questa appen-

dice con la doppia data della loro nascita e dipartita da questa vita.

In conclusione,

l'opera

dell'Appendice un' idea

di

cui

sufficiente

s'

bene sollo un solo aspetto; giacche nulla

non ha diretta relazione

tentato

di

per apprezzarne

alla storia

si

dare

ai

lettori

valore (seb-

il

toccato di lutto ci che

propriamente della

nulla

s'

dello delle descrizioni topografiche del suolo d' Italia, sparse a pro-

fusione

nei

monumenti

quatto volumi
d'

ogni genere

dell'opera;
,

n dei grandiosi

sacri e profani

antichi

edifizj

gotici e

mo-

RASSEGNA

166

DI LIBRI

derni esistenti in Italia accuratamente descritti dall' autore

morale e

della condizione materiale,

nulla

religiosa del popolo italiano,

su cui l'autore ha raccolto con molta diligenza importanti notizie;

n, in 6ne, dello stato presente


delle

lettere,

belle

consacrato una

amore

in Italia delle arti del disegno e

quale importantissimo oggetto l'autore ha

al

parte considerevole delle sue fatiche, e tutto per

e riconoscenza, com'egli pi volte

terra per eccellenza

europea),
italiana,

classica, e

pare degnissima

ci

fatto

due

di

esprime, verso questa

si

animatrice della

volte

un volgarizzamento

nella

civilt

lingua

da persona competente, e con quell'intenso ardore

che un nobile scrittore straniero

ha mostrato per

la

sua

patria

adottiva.

A. F. Angelini.

Benedetto Giovanelli

Delle Opere del Conte


e

Tridentina,

numero

Gi nel quarto

di

rica letteratura de' Trentini

sulla Storia Retica

sui primi popoli d' Italia,

questa Appendice
e

si

si

ragion della sto-

opera del loro

qualche

ricord

benemerito Podest signor Conte Benedetto Giovanelli.


di

scritti

lui

conchiudono intera l'antica

angolo della patria comune


additare quante pi

Paese
qui

rechino

si

di

quegli

il

assai dotto

note

vicende

sembrar

del Bel

che

disutile

medesimi alcune pi esatte notizie.


popoli Tridentini nel regno italico, to-

ragionamento

l'origine rezio-etrusca
dottevi

men

gli

assunto di raccogliere o

signor conte Giovanelli a giustiflcare quella unione con

ma

nell'

per

scritti

Compresi l'anno 1810


breve

non pu,

Come

quell'estremo

di

possono illustrazioni delle

si

specialmente delle sue parti

glieva

storia

e per le

(1)

un

nel quale dimostrava, e per

romane

colonie da Augusto

con-

e per le divisioni dell' impero ordinate da quell'imperatore

stesso e da Costantino, poscia dai barbari, dai re Franchi e dagl'im-

peratori Germanici

sempre

(1)

lipogr.

e per la lingua e pei costumi

stala in effetto citt d'Italia: bello e

Trento, citt d' Italia per origine, per lingua

Monanni 1810.

Trento essere

compiuto compendio

per costumi. Trento,

RASSEGNA
(li

tutta la storia tridentina

167

DI LIBRI

ornai raro a trovarsi, e

degno d'essere

riprodotto.

L'anno medesimo,

in

un

altro opuscolo di poca

mole

ma

assai

ricco di cose (1), illustrava alcune monete spettanti all'antica Rezia,


a Trento, a'suoi principi vescovi, ai conti del Tirolo, ed a parecchie citt lombarde , un monumento reputato dei tempi della guerra
piratica scoperto presso

monte Prenner

il

ed una iscrizione retico-

elrusca trovata nella pittoresca valle di Non.

Del 1824

dichiarando un' altra iscrizione tridentina del tempo

degli Antonini (2), veniva alla patria

Valeria

famiglia

guili gli onori

di

Rrescia

Mariano

in Trento

fu

Prefetto degli

Auguri

di

ogni onore e diritto di colonia romana

documenti, e col lume

Decurione

ec. ec.

mostrava come fosse Trento ascritto alla Trib Papiria


goduto

conse-

Prefetto dell'Annona e dei

Curatore della repubblica de' Mantovani

sidio d'altri antichi

Augusto

Sacerdote ad

eletto

illustre

la

che

terza legione italica stanziata nella Rezia

la
,

sua rivendicando

e di essa quel C. Valerio

tutti

Flamine a Giove
Fabri per

e di-

avesse

ci tutto col pre-

di quella

vasta e pro-

fonda erudizione che lo segnal tra' primi archeologi d'Italia.


Uscita di que' tempi alla luce in Roveredo

la

Illustrazione

del

monumento eretto dalla citt di Trento al suo patrono Cajo Valerio


Mariano opera postuma dell* ab. Girolamo Tarlar otti rover etano
,

supplita nella parte mancante dalV ab. Bari.

Croce

ove quest' ultimo sosteneva

ma Cenomani

proteggere quelle avvenute

d' Italia

non essere mai

ottenuto da Adriano

il

(3)

averli tenuti Strabone,

dalla

non essere stato

di questi

imperatori a

e soggetto alla bresciana giu-

stato colonia

ma

solo averne

eh. nostro A. scendeva

campo

Stoffella

Tridentini non essere Rezii,

da Augusto fino a Vespasiano

Trento che un castello fabbricato dal primo


risdizione

Gius,

il

titolo

nuovamente

in

con nuovo presidio d'antichi monumenti e di sagaci argomentazioni provando


Trentini essere veramente d'origine Rezii
,

tali

Dione Cassio,

Plinio,

Tito

Livio,

(1) Intorno all' antica Zecca Trentina, e a due Monumenti Reti ; Lettere tre.
Trento, Ijpogr. Monannl 1812.
(2) Discorso sopra un' Iscrizione Trentina de^ tempo degli Antonini. Trento,

tlpogr.

Monanni 1824.

Trento citl de' Rezii e Colonia Romana.


Appendice al Discorso
sopra un' Iscrizione Trentina del tempo degli Antonini. Trento
tipogr. Monanoi 1825.
(3)

RASSEGNA

168
Giustino

non essere

portanza

questo luogo per

da Augusto

non

Trento
tempi

di

cose

le

d' Italia

argomento

lieve

offerirsi

una colonia romana

citt sino dai

infatti

di

essere stato dagli scrittori

quel primo imperatore

Saturno

del culto di

e la colonia dai Ro-

altri

e dei

riti

rici

il

geografi

rivelava

cer-

Tusculani o Tusci
antichissimi;

valli

vero sito de' popoli al pi ricordati dagli antichi sto;

dichiarava

la

sentenza di Tito Livio intorno alla

prisca lingua ed origine dei Rezii

che

del nostro

scritti
(1)

ed Ambarvali, nell'Anaunia e nelle altre tridentine

determinava

riconosciuto

romano impero

il

non minore importanza. Nell'uno

memorie

condotta

adattissimo allo stanziamento

que' tempi medesimi appartengono tre

tissime

gli

l'Iscrizione Augu-

di colonia quivi

non avere avuto in Italia che colonie dedotte


mani dedotta a Trento essere dimolto antica.
Archeologo

altre citt

ei

di

stea Tridentina indurre

di

mai dipendenti da

stati

Guerra Retica, tacendo di Trento, non comprovare


non esistesse avanti Augusto
antichissima l' im-

scrittori della

perci che

DI LIBRI

Raseni progenitori degl'

Itali

non

avvisava

cui

primi

essere

altri

avviso che

lo

vedremo

con pi ampio ragionamento confermare in altro suo scritto pi


recente. Nel secondo dei sovraccennati
il

precedente

(2)

illustrava un' ara sacra

Claudia Augusta non lungi dal castello


iscrizione

correggendone

la

Tirol

di

trovata
;

di

via

sulla

ne dichiarava

imperfetta lezione d' altri

dimostrava l'uso e l'importanza

come

in lingua tedesca

Diana

la

archeologi

quella via militare,

la

condi-

i
Romani i tributi impostigli l' origine e il
Castrum Majense, di Merano, di Castrum Teriolis di Subabione e Pons Drusi, degl'Isarci e de' Breuni. Nel terzo, similmente ip tedesco (3) narrala la storia primitiva dei Rezii la loro

zione del Tirolo sotto

sito di

calata fino in Toscana

tentrionale Italia
di

le loro

le spedizioni dei

Druso, che fece finalmente

nava sull'argomento

nando l'epoca

(1)

scorrerie suU' altre parti della set-

della

il

Romani

contr' essi

grande

via

e la vittoria

romana,

loro paese provincia

tor-

Claudia-Augusta, determi-

della sua costruzione, e divisandone

Del cullo di Salurno nelle Alpi Reliche

nel

giornale:

diversi

rami

Beylrdge

(2j

Tridenlo bis Vipiteno. Bolzano 1824.


(3)

zur

und Slalistik wn Tirol. Innsbruck 1824.


Ara Dianae und die Richlung der Rmerstrasse Claudia Augusta von

Geschichte

Das rmische Slrassen-HIonumenl von Marelsch. Innsbruck 1825.

RASSEGNA

DI LIBRI

169
impor-

e la direzione e misura e storia loro, colla scorta di due


tantissime iscrizioni
della

da esso dottamente

Tavola Peutingeriana e

L'anno 1826

1'

illustrate,

Antonino.

dell' Itinerario di

ab. Stoffella

riscontro

col

menzionato pi sopra, pubblicava

UD Saggio sopra i confini del territorio Veronese e Trentino a' tempi


romani (1), sostenendo, contro l'avviso del nostro A., la signoria della
citt di Verona a que' tempi essere estesa fln sulle montagne intorno alla Chiusa e a Brentonico e non essere Trento giammai
appartenuto politicamente alla Rezia alle quali nuovo obiezioni il
,

eh. nostro A. rispondeva tosto vittoriosamente


a cui in flne

con altro volume

aggiunse tre lettere dello Schiassi

Furlanetto, con rilevanti rettificazioni d'alcuni

del

(2),

Borda e del

punti del Discorso

sopra un'Iscrizione Trentina del tempo degli Antonini, e della sua

appendice, Trento citt de*Rezii

colonia

Romana.

anno medesimo ragionava pure dell' Origine dei sette e dei


tredici Comuni, e d'altre popolazioni alemanne, abitanti fra VAdige e
L'

la

Brenta nel Trentino

brevemente
che

la

le fecero de' Reti

Alemanni

nel Veronese

loro storia e la lingua


,

de'

Cimbri

de'

nel Vicentino (3)

Tugurini

conchiudeva confermandole anch'

e toccata

e riferite le opinioni altrui


,

de'

Franchi e degli
ultimi

egli di questi

e propriamente degli Svevi emigrati regnante Teodorico.

Del 1832 toglieva ad illustrare

Canto XII dell'Inferno


Slavini di
le

cause e

tradotto e

Bolzano

di

il

Dante,

secondo e terzo terzetto


riferendoli

col

(4).

luce a Innsbruck in tedesco, una relazione


caglie scoperte

(1)

del
agli

Marco determinando l'epoca della caduta del monte, e


il modo di quella
immensa rovina. Questo scritto fu
pubblicato in tedesco dal cavaliere Antonio de Remich di

L' anno 1839 inscriva nel giornale Ferdinandeo

nale, fra

Vannetti

due anni innanzi

(5)

di

che usciva alla


parecchie anti-

io varii paesi del Tirolo meridio-

ruderi di antichi sepolcri e d*

un tempio dedicato a Giove

Milano, tlpogr. Bonfantl.

Considerazioni di alcune cose contenute nel Saggio del Signor Professore


Stoffella sopra i Confini del
Veronese e del Trentino. Trento
lipogr. Mo(2)

nanni 1826.
(3)

Trento, tlpogr. Monannl.

Der eingesliirzle Berg


4i Marco genannl. Innsbruck
(4)

(5)

Allerlhumliche Entdeclmngen

Ap. Voi. n.

dem Dorfe Marco


bel Wagner 1832.

bei

im

Siidlirol

im

unter Roveredo^
lahre 1837.

22

Slavini

RASSEGNA

170

Summano

polcrali col

forme

vasi di varie

nome

C. Dessi

anelli

DI LIBRI
,

frammenli
fibule

armi

d'

lucerne se-

monete romane

di diversi

imperatori, delle famiglie Minuecfa e Fabia, di Marsiglia, ed assi


e semissi

mediatini

dei secoli

XII

e Denari

tertioU] di

Mattapani e Grossi

parvuli denariorum

Merano, Trento, Verona

e XIII.

L'anno appresso pubblicava

medesimo

nel giornale

la descrizione

d'altre antichit trovale in quc' luoghi nel 1838 (1), e

mente

di

Brescia, Bergamo,

particolar-

alcune monete dell'Italia supcriore, del Tirolo

d'Acqui,

Savona, d'Ivrea, intorno alle quali


produceva pure un decreto dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo , che dimolte di esse determinava il valore documento assai

della famiglia del Carretto, di

prezioso e poco conosciuto

che conservasi nella raccolta diploma-

tica dell'ah. Zucchelli di Pisa.

Nel 1844 illustrava in


ratori Federico
gravii di

Babenbcrg

Padova, e

sirail

modo

(2)

e II, Ottone e Corrado

Carlo

degl'

impe-

dei

Mar-

IV

Francesco Novello Carrarese signore di

di

monete

altre

Visn sul

di un'altra dell'India colla effigie di

diritto,

e la stella mattutina e la via lattea sul rovescio, recata probabil-

mente nel Tirolo

Vedemmo

da' Crociati.

in parecchi

di

cotesti

scritti

enumerati, dal

finqu

chiarissimo nostro Archeologo con larga copia di dottrina e

amore
da

illustrata la storia degli antichi Rezii-Tridentini

essi g' Itali

tenza

primi

ma, o

men

diversa e

fosse ignorata, in Italia

per opposte ragioni, e


principalmente

il

fosse per disapprovazione

lusinghiera

nessuno

vi

Niebuhr

si
,

v'

della

comune

abbad. Sibbene

accostarono tosto
Ottofredo Miiller

e Steiib, l'ultimo de'quali pubblicava l'anno

sommo

e derivati

d'una sen-

perch

vi

abbadarono,

ella

Tedeschi, tra cui

Grotefend

Abecken

1843 a Monaco un

buon volume a dimostrare appunto l' affinit tra Rezii ed Etruschi.


Per queste nuove autorit confortato il signor conte Giovanelli riassumeva r anno passato il medesimo argomento e illustrando una
,

Enldeckungen im Sudlirol im lahre iS3S , und ubereine


Munzwesen bezugliche Urkunde Kaisers Heinrich VII Beson6 Band 1840.
ders abgedruckl aus der neuen Zeitsschrifl des Ferdinandeums
(1) AllerlhUmliche

auf das

alle lirolische

innsbruck.
(2)

Uerlhumliche Enldeckungcn in SuUirol

Zeslschrift des

Ferdinandcums.

scil

dem Iahre iS3B. Aus der

RASSEGNA
Iscrizione Rczio-Elrusca (1),
disse

confutava

171

sentenza di Giustino che

la

propaggine degli Etruschi cacciati dai GaUi

Rezii

DI LIBRI

regnante Tarquinio Prisco, occuparono V Insubria


gine Lidia dei Tirreni per la impossibilit di
zione

per r anteriore

Dionigi d'Alicarnasso

Tirreni aborigeni
schi

d' Italia

che

e questi essere gli stessi

nome

il

polazioni loro vicine, tutte della schiatta dei Rezii

gine taurisca

nome

celtico appellativo di tutti

Norici, popolo taurisco anch'essi;

gli stessi

V autorit

Rafcni e

gli

e prevalenti fra

tanti

essi autori di

Leponzii

Verona

nomi
e

avanti la presa di Troja

con quella dei Pelasgi

Rezii

Leponzii d'ori-

primi

vicini dei

presto corrotta

commercio
afiferm

Como,

Romani

divisa

epper essere

queste genti alpine

di

la loro

di

tra* retici

falsa la

monti

simo argomento nella


di

una

nella Valle di

della quale

iscrizione

situla di

rame

che furono

e ci che a

intorno

ha

pi antica

la

al

circa diciassett'anni

pe' suoi

per

validis-

all'orlo ed

Sembra a nove miglia da Trento,

la scrittura

carattere

adduceva un altro

dissotterrata

ogni

sentenza di Livio l dove

impressa

simo Autore dimostrata antichissima

qui ben

da

barbarie dover essere stato appunto


:

lingua commista

dei Galli, essersi

Rezii-Etruschi imbarbariti Gn nella favella

mede-

collettivi

e pi secoli avanti Giano,

padroni d'Italia;
dei

della incorrotta ahtichit

manico

soprannomi

mentre pura serbossi

parve segno

lui

Euganei, nomi

Rezii e gli

forse di

Etru-

popoli montanari;

Norici e dei popoli taurisci in generale; gli Euganei, della

sima origine che

di

Rezii padri dei

Tridentini e le altre piccole po-

l'ori-

lontana naviga-

e per

e stanziava in quella vece

non diverso che

popolazione

che,

impugnava

e dal

chiaris-

angolosi

caratteri

mancanza d'ogni segno

d'interpunzione, e della lettera 0, secondo tostile degli antichi Etruschi

per

la

rozzezza del lavoro, indizio dei principii dell'arte, al

confronto dei simiglianti vasi cinerarii euganei del Gatajo, illustrati


chiarissimo professore abate Celestino Cavedoni

dal

deva

Qualor

si

siano in origine
si

assomigliano

(1)

sca

gli

euganei

cade onninamente

Dei Rezj, deWorigine dei popoli d'Italia,


I.

Modena, 1842.

e conchiu-

e d'

monumenti

perch ad

essi

pi

origine de' Rezii dagli

l'

R. Stamperia Monanni

Indicazione de' principali

Calajo

(2);

che questi caratteri della nostra secchia

medesimi che
allora

Pensieri ec. Trento


(2)

del

voglia

una
,

iscrizione Rezio-Elru-

1844.

antichi del reale

Museo Estense

RASSEGNA

172

DI LIBRI

Etruschi i quali con le loro persone avrebbero anche portato


queir alfabeto che aveano, e non un altro: o se si voglia convenire che r alfabeto rezio fosse invenzione tutta propria dei Rezii
,

montanari

allora

siccome esso

degli altri alfabeti della Penisola

prima ossatura

mostra qual

si

dovrebbe necessariamente con-

si

chiudere che da esso vennero generati anche questi

argomentarne che
in Tito Livio

e rude

appariscono

loro accento

il

scrittura.

de' Boi e

e che tale doveva essere ancor

le

di quella

antico

stecchita la loro

appartennero una introduzione posteriore

Sennoni e della supposta accessione

alpi, allora la

voglia che lo scrivere sia in tutta la Penisola e le

si

montagne che

qual era rimasta secca e

meno
come

o per lo

Rezii non erano genti cotanto abbrutite

si

al

tempo

de' fuggitivi a queste

farebbe discendere ancor infinitamente pi a basso

avea condannata anche

la

grecomania

civilt

dell'antica

povera condizione a cui

stessa gi tanto

questo rapporto

in

la

Italia.
or

se queste singolarissime particolarit,

non mai per

altri

con-

mia secchia antica e nelle sue iscrizioni reggeranno


alla severit della critica
e si annoderanno cos bene al dubbio
che mi son permesso contro V aggiustatezza e verit degli allegali
siderate nella

come

Tito Livio e di Giustino, ch'esso ne riceva,

di

testi

ne parve

una

volli riuscire

allora questa

bitato e

conferma

lunga serie

di

bella

da

me

che quel solo certo al quale


amminicoli e minute avvertenze);

ci

mia patria anticaglia questo Ano a qui unico indumonumento d'una spenta nazione e della sua
questa
la quale per me una delle pi antiche
,

sincero

paleografa

che possa vantare l'epigrafia etrusca

dessa che l'illustre Cavedon

chiam insigne, meriterebbe veramente questa onorificentissima


distinzione: perocch a differenza delle altre simili de'musei,
batevi

il

pi delle volte

a niun altro

mirarle

dell' averle e alla curiosit del

delle cose patrie

non mi sedusse

buon uso che


,

questa

starebbe

qual documento e chiave a risolvere uno


inosservali problemi della
Tali sono le opere onde

con bella vece alternando


intese per

sua

lunga serie

le quali

tesoro

di

patria

de' pi

ser-

gloria

se la

tenerezza

mia

collezione

belli

ancora

istoria .

il

chiarissimo signor Conte Giovanelli,

le

cure dello scrittore e del magistrato,

anni

ad

illustrare s stesso e la patria

come potranno tornare

delle savie

nella

alla

dottrine che

di

in s

somma

utilit

rinchiudono,

per l'ampio

qualunque

RASSEGNA
cultore degli archeologici studi

antichi

monumenti

riputiamo assolutamente ne-

cos

chiunque ami conoscere

cessarie a consultarsi da
gli

173

DI LIBRI

riti

costumi e

le

primi popoli e

vicende di ciascuna

se solamente per cotesta via

parte della

patria nostra coramie.

delle storie

municipali possiamo omai procedere alla ricostruzione

una compiuta

di

tenerci

istoria d' Italia

lungo tratto

discosti

sue genti; qui sarebbe

il

degli studi sopra

per

avvisata. Se

dove poterono

e se da questa non potrebbe non

disconoscere qualunque delle varie

danno

portanza
altri

il

di

gran lunga maggiore. La im-

settentrione, rispetto a

il

noi, gi fu

primi nostri padri dovettero venire di col

primi popoli avere stanza

storie e la ragione

con bella concordia

dover essere stato

prima

il

evidente l'antichit de* nostri

monte che

e se

monumenti

e le

confermano cotesto luogo

ci

il

piano

per

s stessa

non avremo

popoli alpini: e sinch

accertato tutto quanto d'indigeno ebbe l'Italia per essi, come potremo esattamente determinare le popolazioni e gl'instituli di civilt che ella ricevette d' altronde ? Gi assai fu arso d' incensi
agi' idoli delle greche e romane origini ; e come 1' antico prestigio

une fu sciolto dalla nuova luce che


campi di Canino e dalle mura di Volterra
delle

a' d nostri
,

balen

dai

cos la superbia dell'al-

tre gi cade avanti l'autorit di

memorie pi antiche e venerande.


Pi sublimi e pi vetusti dell'Acropoli e del Campidoglio fanno
al Bel Paese corona altri monumenti
che additano agl'immemori
,

nepoti la

ghiamoli

non

glio

culla de' prischi padri: accostiamoci riverenti e

prenda turpe vergogna

ci

arross del vincastro di

Romolo

quando

il

interro-

romano orgo-

e delle giovenche d'Evandro.

G. Picei.

Memorie

originali italiane risguardanti

le

Belle Arti

edite ed

it-

lustrate per

Sassi

cura di Michelangelo Gualandi. Bologna Tipografia


a spese dell' editore , 184/i.
in 8." di pag. 206. Serie
,

Quinta.
Procede
cui

benemerito

Editore anche in questa Serie delle


Arti con quella stessa alacrit e diligenza con
or sono cinque anni, diede principio alla sua impresa, la quak

Memorie

il

di Belle

RASSEGNA

171

massimamente per

da lodarsi

DI LIBRI

la

bont e utilit del

Abbiamo

fine.

alcune memorie e documenti che mettono

in questa quinta Serie

maggior luce la persona del celebre Aristotele Fioravanti, il cui


per un documento del 14-28 eh' presso di noi sappiamo
,

in

padre

essere stato l'architetto del palazzo

del legalo di

castello di

Braccio da Montone in Perugia.

tante assai

stimiamo essere quella

Dalmata
di

alcune statue per

di

Bologna.

dell'

la

Altra

Bologna,

famosa Arca

naro

cattedrale

maestri di quel tempo

delle cose

altri artefici

quali da ogni

o cavate dagli archivi

da molti amici

lui fornite

parte

d' Italia

concorrono con

bella e lodevole gara ad aiutarlo in questa impresa.

luogo a consigli

Gen-

segnalati

Bologna per industria dell'Editore, o a

e conoscenti suoi

pi

anche intorno ad

particolarit

operarono

ove

come il Domenichino Guido Reni il CaNon mancano poi buone e spesso nuove

valier d'Arpino, ed allri.

di

Napoli,

di

San Domenico

di

fatte dai Deputali alle pitture della cappella del Tesoro di S.

nella

del

allogazione a Niccol di Bari

minor pregio teniamo quella relazione

di

scrittura impor-

uno ne proporremo

al sig.

Gualandi

se qui

ed che

voglia collocare nella sua raccolta pi specialmente quelle scritture

per

le quali la

pi agevole
Il

storia degli

pubblicare memorie

de' quali

per

antichi artefici

dubbi

e molti

e molte

abbiamo pi

le scritture

libri

che parlino

ne'secoli antecedenti, tranne

ne

scrisse

tres

sarebbe che

il

quali

ci

Belle in

Se al

ma

il

de' secoli

di coloro

Vasari

un paese

XVI

XVII non

che vissero e operarono

che non sempre con diligenza

possiamo noi ricorrere

? Utile al-

singolari artefici e le loro opere riguar-

che volesse allargarsi alla ricerca

scoprono meglio e pi

sig.

di quella stessa utilit

Gualandi non slesse contento a presentarci

sig.

solamente memorie che


dassero

artefici

ma

a qual altro autore

tolte.

vicini

risguardanti tempi pi lontani sogliono d'ordinario

apportare. Imperciocch degli

mancano

a noi

particolare, pi ordinata e

pi chiara notizia, pare a noi che non sia

che

sarebbero

che riguardino tempi pi

tanti scrittori

renderebbe

Italiani si

incertezze

ordinatamente

di que'

la

documenti

delle Arti

vita

una provincia.

e in

Gualandi fosse dato

di

raccogliere dai libri e dalle

carte dell'archivio dell'antico Reggimento di Bologna le cose ope-

rate da quel
giosi
le

come

Comune

sia rispetto agli

civili; sia rispetto alle leggi e

corporazioni delle Arti

edifizi

pubblici

cosi reli-

consuetudini che governavano

sia, infine, rispetto agli aiuti

ed agl'in-

RASSEGNA
itamenli che le arti

DI LIBRI

medesime ebbero

175
tempi

in diversi

mostrando

o vennero
cagioni questi aiuti o
come
alla storia
giovamento
meno; sarebbe opera egregia e di grandissimo
esalta
piena,
aversi
la
quale
sperarsi,
n
dell'Arte Italiana,
non pu
scritture
le
tutte
se non quando saranno pubblicate
e compiuta
e per quali

accrebbero

si

che essa arte riguardano

giori

e sarebbe opera tale

che

gra-

titoli di

mag-

obbligo grande che al sig. Gualandi ha l'Italia,

titudine e di

per questa divenlerebbero.


G. M.

Description de Palerme

del secolo

etc.

dell'Era volgare

Palermo alla met


Ebn-Haucal, tradotta dall'arabo

Descrizione di
,

di

da Michele Amari. In

in francese

Journal Asiatique

n.''

dell'

8. di

anno 1845

Degli assidui e fruttuosi studi che

lingua araba

Parigi sulla

francese di

zione in

Ebn-HaucaK uno
la

citt

di

decimo.

al certo

pag. 44.

Estratto dal

Amari ha impreso

Sig.

il

un

).

bel saggio questa tradu-

un importantissimo brano

della Cosmografia di

dei pi antichi viaggiatori arabi, dove descritta

Palermo,

quale

tale

si

trovava nella met del secolo

a questo studio filologico

egli

si

messo perch ha

intenzione di scrivere la storia della Sicilia, sua

terra natale, ai

tempi degU Arabi; storia che ancora da farsi: e dal quel forte
ingegno

accompagnato da una volont ferma e immutabile

possiamo attendere se non un lavoro degno

Siciliano.

Non

ticolare della
al

frammento

luale
Sicilia

del nostro proposito

Ebn-Haucal

descrizione di

il
;

dell*

non

render qui conto par-

diremo solamente

del viaggiatore arabo precede

autore del Vespro

che

una introduzione

nella

Sig. Amari produce alcune considerazioni sulla storia della


Musulmana alcune brevi notizie intorno a Ebn-Haucal

il

uno sguardo

alla storia di

cosmografo: viene quindi

Palermo avanti
testo

il

arabo

il

viaggio

di

questo

cui tien dietro la tradu-

zione francese, accompagnata da trentasette note, belle per copia


ili

erudizione critica, storica e filologica. A questo frammento

conclude)

hanno parlato
d'Arabi

ne far seguitare,

altri

della

siciliani

Sicilia

estratti dagli

come pure una colloz^ne

con che spero

di

egli

autori arabi che


di

poesie

somministrare nuovi materiali

RASSEGNA

176

DI LIBRI

per

la storia di Sicilia nel medio evo, alla quale mi


sono posto
con quell'amore di patria che neppur nell'esilio non scema.

M.

C.

Francesco Buri^amacchi storia lucchese del secolo XVI, nuovamente


narrata da Carlo Mindtolf. Lucca, dalla Tipografia di Giuseppe
,

Giusti

18U;

in 8. di

pag. 50.

La congiura macchinala da Francesco Burlamacchi


secondo l'Adriani intendeva
essa

di

suo stalo temporale, e che

il

sero concepita per rovesciare

mento

abbassare

per dignit

discorso

di

Con

razioni.

governi e la

religione,

pi o

meno da

sarono

la verit; e

rono

memoria.

tratti essi

perch

XVI

pure

Burlamacchi

moderni, seguitando
in alcuni errori

macchi, e sulla famiglia


principali

le

l'Adriani
il

il

da

di

Bolla ed

vita

di lui, la

hanno

altri

di

ciascuna
ai

mali

confederazione
il

comuni
,

governare
interessi

Strozzi

effetto
,

le

di

parso
si

primi

svolge

disegno

il

per nobilt e dovizia fu

come

viene ad esporre quale fu

voleva, dopo liberate ed assicu,

stringerle in

mentre

un corpo a

fosse in facolt di

cose proprie secondo suo grado,

la

fu-

riandare

di

umile condizione

di

patti di

venisse

comune accordo

fer-

prosperit e la indipendenza di tutte .

a questo disegno invoc

nimicissimi del

quale

quale

guisa che

provveduto con

che assicurassero

dare

mossi

pubblica e privata del Burla-

dello

concetto del Burlamacchi. Egli

me

autentici documenti.

Lucca, e non

rate dalla servit le citt di Toscana

modo

di cui siaci

contemporanei
la scorta de'

entro del

in ci soccorso

Premessi alcuni cenni sulla

tra

gli storici

Burla-

poco and non

particolari rispelli, in parte occultarono o travi-

quel breve periodo di storia


del

conside-

di

singolare per

fatto

giungesse ad operare uno dei pi stupendi rivolgimenti

pervenuta la

l'argonotabile

disegno, cio, di Francesco

il

quale verso la met del secolo

il

per gravit di giudizio e

prende ad esporre quel

essa egli

l'ardimento del concello;

macchi

ad

Galluzzi ed altri storici dis-

il

questa breve scrittura del Sig. Carlo Minutoli

di

quale

il

Chiesa e togliere

la

gli aiuti di

nome mediceo. A

Piero e di Leone

costoro avvis di rivol-

RASSEGNA
gersi

il

nala.

Il

Burlamacchi e
Priore

cooperatori

farli

Capua lod

di

il

177

DI LIBRI

impresa da s immagi-

all'

disegno del Burlamacchi

proferse aiutatore. Francesco voleva che ci avesse

ma

mente;

Leone Strozzi

che

fu di parere

a che tornasse di Francia

fratello Piero

il

alle ragioni del Priore

avesse a differire sino

si

adunato danaro

fosse

di

un'occasione pi favore-

questa non poteva cos di leggieri

era stata confidata dal Bcnedino

Angelo Pezzini
fanciulla

il

Ma

offerirsi.

la

poi

trama.

tutta la

ad

quale perduta in giudizio la tutela di una ricca


concep odio

Duca Co-

ferissimo contro di lui, e ne prese vendetta svelando al

simo

congiura

fedelissimo del Burlamacchi

per sentenza del Gonfaloniere Burlamacchi

Burla-

Il

e forse la dilazione fu causa

perduta. Certo,

che l'impresa andasse


vole

gli

sollecita-

e veduto qual piega prendesse la guerra di Alemagna.

macchi cedette

e se

efifetto

Il

Burlamacchi

esaminato con torture atrocissime

fu preso e posto in carcere;

come

reo di offesa maest,

condannalo nel capo. La grazia chiesta all'Imperatore fu vana; e


il

Burlamacchi
Questa fu

dell'evento

mozza

ha

Francesco Burlamacchi.
parca misura

assai

fatta

Feb-

14

il

pubblicamente.

la testa

la flne di

gli

Milano,

trasferito nelle carceri di

braio 1548 ebbe

La

della

infelicit

lode;

concios-

siach alle imprese sfortunate non sia d'ordinario riservato che

biasimo o

ranno

il

disprezzo degli uomini

disegno avesse sortito

il

Michele Burlamacchi
figliuolo
tempo abbracciate le nuove opinioni
,

per opera segnatamente

di fra

Francesco

di

religiose

storia

suo flne

la

il

il

vor-

discreti leggitori

luogo avrebbe assegnato

vedere qual

di per s

Francesco Burlamacchi, se

ma

processo di

in

disseminate in Lucca

Bernardino Ochino e del Vermigli,

ripar in Ginevra nel 1566, trasportando col un

ramo

della

fa-

miglia Burlamacchi; che nuova illustrazione ricevette dappoi nella

persona e per

gli

scritti

del celebre Gio.

XVIII

diritto pubblico nel secolo


di diritto

naturale e

politico

le

Giacomo, ristauratore

autore

di

del

opere accreditalissime

quali anche al

di

d'

sono

oggi

tenute in grandissimo conto.

Non possiamo
derio che

ci

in

ultimo

astenerci dal manifestare

ha accompagnati sino

cio di vedere aggiunto allo scritto

cumenti autentici sui quali


sue asserzioni.

messo

in

il

sig.

Sarebbe piaciuto

pubblico
Ap. Voi.

per
II.

le

stampe

un

termine della lettura

al

qualcuno

desi-

quello

di quegli inediti do-

Minutoli dice di aver fondato


alla
il

nostra

processo

curiosit

formato
23

il

le

veder

contro

il

RASSEGNA

178
Burlamacchi

DI LIBRI

Ma

che ancor giace inedito.

forse parve airAutore

forma succinta dalla sua narrazione (che ha sole 50 pagine)


non comportasse Y aggiunger documenti che per la loro lunghezza

che

la

avrebbero vinto

la

proporzione del libro.


G.

Santa Croce

Firenze. Illustrazione storico-artistica di Filippo

di

Mois, con note

Fra

M.

documenti

inediti.

Firenze 1845.

monumenti che fanno bellissima la citt di Firenze tiene


la magniGca chiesa di Santa Croce, inalzata nei tempi

luogo cospicuo
in cui la

stupendo

mente

democrazia riportava
edifizio,

come

le et successive

agli

pi

suoi

altri

trionG.

lieti

questo

che sorgevano contemporanea-

non seppero contrapporre nulla

di uguale.

che le lodi pompose


anche come creatori d grandi opere d' arte non sono nulla pi
che una esercitazione reltorica. Perch, lasciando stare che i Medici,
ci prova

ai

fatte

primi padroni

nostri

celebrati

come generosissimi

seria (1), vero che essi

tennero molti nobili artisti nella minon seppero dar compimento a ninna
,

delle grandi opere dell' et antecedenti

mano, segnano
Se noi credi

l'

osserva la Repubblica e

giudica le opere

e che quelle a cui posero

epoca del decadimento dalla primitiva grandezza.

dell'

uno

e dell' altra.

il

Principato

La

e confronta e

principale di esso

virt

fu di sapere trarre profitto dalla fiacchezza dei tempi, dalle perfidie,

come scrisse
Le opere belle

dai tradimenti e dalle lodi codarde di coloro che,


chi, al vivere
si

libero preferivano

il

vivere.

snaturarono travolgendole da libert a dispotismo

monumenti

Santa Croce

ce ne

Essa dapprima fu trascurata con grave danno

(1)
,

Di ci

Var-

allora

e pei grandi

della Repubblica sulle prime nulla fu fatto, e solo

consent che fosser guastati.

tura

il

si

offre

poi fu guastata con

hanno novelle prove nella Nuova raccolta di lettere

scultura e architettura

scritte

si

una prova.

sulla pit-

dai pi celebri personaggi dei secoli

XV

a XlXf con note e illustrazioni di Michelangiolo Gualandi, in aggiunta a quella


dati in luce da Mons. Bottari e dal Ticozzi, Voi. I. Bologna 1844. Ivi si trovano
aalenlici documenti della miseria in cui si condussero Crlslofano dell'Altissimo,
Giovanni Bologna e Antonio da S. Gallo, per colpa di Cosimo e degli altri
che non erano n larghi n pronti pagatori delle fatiche degli artisti.

RASSEGNA
aggiunte che contaminarono

DI LIBRI

idea

l'

179

primitivo

del

architetto

e fu

memorie che ricordavano i tempi migliori.


Pure questa fabbrica, coi suoi annessi, rimane ancora come una

spogliata delle belle

delle pi grandi testimonianze della ricchezza, della potenza, della

buon popolo antico

generosit e del gusto del

pendio

la storia delle rivoluzioni

tempi trascorsi. Qui sono


valore, delle virt

si

uomini pi benemeriti e le
mille maniere degli emblemi che fa-

adornarono in

gli

cevano fede delle guerriere virt degli


a nobile emulazione.

La

estinti

uopo

voce di valenti oratori, che

campo

giovent

s'

la patria

di

armarsi per difendere

e poscia

rate,

superbo

il

per celebrare
dei padroni.

antica

quando non

fasto

e le goffe

con spontaneit

fu testimone

accendevano

vi

risuonarono di plausi

Finalmente, questo

ordini per cui


si

a lotte e a

membra per

ingagliardiva le

luoghi

La

era pi patria
servili

questi orrori che pi

si

videro

ostentazioni

con cui

la

atta a soccorrer

rendersi

di

me-

questi

masche-

le

ridicole

pompe

comandata

le

monumento

inalzato dalla libert

barbarissimi

di

nozze e

Di qui

fatti.

le

fecero sentire sotto

gioie

partirono

gli

umane membra

le

cui tutta la citt era spaventata.

roghi da

la patria

piazza pi d'una

esercizi

forti

torturavano e slogavano

si

vivi

magistrati parlavano alla mol-

eletti dai

a liete feste

desimi

e le sue magniflche navate risuonarono della

titudine delle virt del soldato e del cittadino.


volta fu

ed eccitavano

chiesa spesso fu stanza ai militari comizi

nei giorni in cai faceva d'

dal feroce straniero

Qui furono

e di tutta la civilt nostra.

onorati di sontuosissime esequie

loro tombe

com-

e ci offre in

delle glorie e delle sciagure dei

pi belle memorie della sapienza, del

le

patrie

di

pi abietti successori

Cosimo, erano ministri quelli slessi che dalla generosit del


Comune avevano avuto nutrimento ricchezza e magnifica abitazione. Pare che per loro la gratitudine fosse straniera merce. Im-

di

pinguati dalla Repubblica, cospirarono sempre ai danni di

prima

colle loro

di fazione

armi servirono

e furono cagione

di

nero pel sozzo Duca d'Atene

dopo aver negato

di

rendere

ai furori

scompigli e di scandali

e finalmente
ai bisogni

parte dei benefizi che in tanta copia

lei:

dap-

dei Guelfi e allo spirito

tempi

ai

della

bevano

patria

dell'

poi tenassedio

una piccola

ricevuti da essa, fa-

vorivano con segreti intrighi la vittoria delle armi nemiche.

La magnifica bellezza
e

liete e triste

di

che ad esso

questo
si

monumento

collegano

le tante

memorie

e le egregie opere d'arte

RASSEGNA

180

che lo adornano, merlavano


servono ad illustrare tutta

DI LIBRI

di essere

per esleso discorse, perch

la storia della citt.

ci ha fatto de-

gnamente Filippo Moisc col libro che ora annunziamo. Egli non
perch illustr gi il Palazzo vecchio
nuovo in queste materie
uno dei grandi monumenti che sorsero insieme colla chiesa di
,

ma

Santa Croce:

neir illustrazione di questa ultima, l'autore aveva

davanti pi grandi difficolt

perch

le

piene del 1333 e del 1557

distruggendone ripetutamente l'Archivio, fecero perire


delle

la

memorie che erano necessarie a render compiuta

questo ediBzio. Pure egli non

frugando

sgoment

si

gli spogli

dei nostri eruditi

della difficile impresa, e

svolgendo

tutti gli archivi della citt,

pi parte

la storia di

e cercando

le storie,

giunse con lunghe e penose fatiche a

raccogliere buona messe di notizie importanti, le quali rischiarano

bastantemente

chiesa e del convento, la generosit

la storia della

dei cittadini che in diversi

tempi concorsero

menti della Repubblica a favore


molti nobilissimi artisti per

ali*

opera

questo ediGzio

di

abbellirlo.

Richa

Il

poco potevano giovargli a fare ci che


disse grossi spropositi.

Richa e

Il

ma

il

loro scritti

egli si era proposto. Il Biadi

Cinelli

il

provvedi-

Cinelli

il

Biadi avevano preceduto l'autore in questo lavoro:

e gli sforzi di

poterono inse-

nulla

gnargli, di recondito, perch nulla dissero (sono sue parole) della

prima costruzione
intima

della chiesa, nulla del convento, nulla della vita

de' religiosi

nulla

fosse stato esercitato in Santa

uomini grandi che


menticando
niunoper,

sia

come

Croce dal 1254

Altri

hanno toccalo

permesso dirlo,

La

storia della chiesa di Santa

da

farsi

in

al

1782!

di

non

Degli
,

di-

questo monumento;

conveniente al soggetto.

Convento era sempre

annunzia ci

colle seguenti

siamo provati
:

modo

Croce e del

Con queste parole l'autore nota

tempi

nulla del

se quel terribile ministero

riposano hanno poi nominato ben pochi

vi

maggiori.

ci

confraternite secolari

delle

Tribunale della Inquisizione

come meglio

abbiamo

che

ci che gli altri

egli

ha inteso

lo consentivano

tolto a parlar dell'intero

in tutte le sue parti

delle confraternite

non fecero, e

di fare,

cr

Noi

ci

le nostre forze ed

monumento:

della chiesa

secolari e del convento

abbiamo

detto

dei religiosi fino dalla loro venuta in Firenze, del loro ufficio

come

e delle une e delle altre

inquisitori

che segnano

la storia

uomini sommi che riposano in questo Panteon e


progressi maravigliosi dell'intelletto in Toscana ed

degli
i

abbiamo narralo

RASSEGNA
in Italia dal secolo

XIII

spettacoli religiosi

politici

al secolo

DI LIBRI

XIX

Ma

poteva e

si

si

e per dire le cose che

lunge nulladimeno da noi

e detto tutto quello che

abbiamo raccontato degli


non abla piazza

e militari che vide

biamo perdonato a indagini per sapere


da dire.

181

doveva: saremo contenti d'aver

dato una spinta a far meglio: saremo contenti che

a proseguire

nostri concitta-

sappiano buon grado dell'intenzione, che

dini ci

erano

pretensione d'aver fatto

la

e'

incoraggiscano

jd.

Non solamente
grado air autore

dell'intenzione,

ma

sappiamo buon
il suo

del fatto noi

e non potendo a parte a parte esaminare

diremo che in generale ci sembrato scritto con amore e


con cura che molte notizie nuove e utilissime vi sono raccolte ;
che la storia dei Monumenti, dell'Inquisizione e della Chiesa nelle
libro,

sue epoche diverse sono

fatte

con molta

diligenza

e che possono

insegnare moltissime cose che vergogna non sapere, e che molti

non sanno

Molti documenti sono

[1].

per intero alla fine del libro

(1)

(2).

ivi citati,

Insomma

altri

sono trascritti

molta e preziosa eru-

proposito del valenti Italiani sepolti in Santa Croce, a noi sarebbe


con una parola di lode anche il botanico

piaciuto di sentire [rammentali

GUorgio Galleslo

l'

eruditissimo

Tommaso de Ocheda

V avvocato Collini di

e Filippo Pananti che pel


nobile ingegno e per l' Intero animo fu amato da lutti e merit che Glo. Battista Niccolini scrivesse di lui che fu uomo di semplice vita , di schietti

cui celebre

ancora

la facile

e bella eloquenza

costumi, del vero non inconstante n timido amico, scrittore di facile e


arguta vena In ogni maniera di giocosa poesia a nessuno secondo, e per

consentimento
(2) I

sono

d' Italia

Documenti,

seguenti

nell'

Epigramma

estralli dagli

l.o Bolla d'

trailo di vendita; degli il

11

primo

Archivi Diplomatico e delle Riformagioni,

Innocenzio IV
Febbraio 1262.

de'
3.

24 Aprile 1252.

2. Con-

Provvisione della Signoria

per la costruzione deflnitiva della chiesa e convento di S. Croce ; degli


4.^ Bolla del Legalo cardinale Matteo d'Acquasparla ; del
8 Aprile 1295.
5.*' Testamento di Alberto di Lapo degli
19 Gennaio 1297.
Alberti , dei
6." Ricordo di Tommaso di Leonardo Spinelli di tutte le
9 Luglio 1348.

la chiesa e sagrestia di Santa Croce In pi anni (1440-1471).


Decreto della Signoria di Firenze per far tornare da Ravenna le ossa
di Dante , e per erigere un monumento'a lui , all'Accursio , al Petrarca , a
8. La Signoria
Zanobi da Strada e al Boccaccio; del 22 Dicembre 1396.

spese fatte per

7.

Firenze chiede le ossa di Dante a Ostasio Rolentani signor di Ravenna 5


U l.*' Febbraio 1429.
9.^ Supplica degli Accademici Fiorentini a Leone X,
di

per aver da Ravenna le ossa di DantelAllghIerl ; 20 Ottobre 1519. 10. Fratrum et Convenlus Sanctae Crucis de Florenlia , commissio in artem et consuks Calismale; 22 Dicembre 1441.
il." Il Comune di Firenze raccomanda

RASSEGNA

182

DI LIBRI

dizione con paziente affetto raccolta rende pregevolissima l'opera,

e la raccomanda a

Per mostrare

cui stanno a cuore le

tutti quelli

ai nostri

che non muovono se non

che queste

lettori

dall'amore

vero,

del

noi avvertiremo

che in alcune parti del libro avremmo vo-

colla stessa franchezza,

luto trovare pi rapidit e pi amenit di discorso

siderato che r autore

meno

fosse

si

pellegolezzi de' frati, sui

monumento,

avremmo

de-

diversi delle loro famiglie, e sopra

titoli

meno

trattenuto in certe ricerche sui

altre questioni cos fatte, che a rigore

del

cose patrie.

sono sincere, e

Iodi

importano poco

pluralit dei lettori.

alla

alla storia

Altri

potrebbe

notare alcune negligenze e licenze di lingua; a noi, per citare qual-

che esempio

non sembrano belli i modi seguenti : le acque del


,
fiume correvano scapestratamente, pag. 30; stimatizzare le forme
dell'architettura, pag. 62; i monumenti che depongono di una gran
potenza di genio e di volont

tempio

Santa Croce

di

pag. 134;

anima

pag. 66

nella polvere sparsa pel

scritta la storia dell* incivilimento italiano,

bene organizzata, pag. 234.

qualche inesattezza nei

fatti

come a

Potremmo notare anche

pag. 221

ove

dice che Fi-

si

lippo Villani nel 1401 e 1404 fu eletto a dar lezioni sulla Divina

Commedia,

e a lui successe

detto decoro del Secolo


si

dimenticano allorch

notizie di cui

il

si

allo

pensa alle molte

l'

piccole

buone

e autentiche e

a noi piace di arrestarci in

autore ha fatto un' utilissima Opera

nostrali e gli stranieri troveranno

stupendo tempio da Arnolfo

grandezza

il Lami
mende che

Boccaccio; e a pag. 226 ove

libro ricchissimo.

questo dolce pensiero, che

che in essa

il

XVII, Ma queste sono

inalzato

nei

ampia

illustrazione

giorni della nostra

e dalle et successive adornato di egregie opere d'arte

e consacrato alle glorie pi belle della nazione.

Atto Vannucci.

la

chiesa e

il

convento

di

Santa Croce

all'

Universit dei Mercanti; 25 Giu-

Conferma fatta dal Padre Generale delle facolt concedute


al P. Provinciale e PP. del Convento di poter fabbricare entro al medesimo,
iS.'^ Capitolo XL del Libro III
a Tommaso Spinelli 25 Novembre 1452.

gno 1361.

12.*'

degli Statuti Fiorentini:

visione del
sulle

Comune

di

De

haerelicis diffldandis et

Firenze

condanne dell'Inquisizione, per

gno 1290.

banniendis.

che dispone della terza parte che


finire

il

muro dell'Arno;

14. Provgli

dei

spetta

30 Giu-

RASSEGNA

dai tempi romani fino ai nostri,

delle leggi sulV Agricoltura

Cenni storici

183

DI LIBRI

dell'Avvocato Enrico Poggi. Firenze, 18i5;8vo. Voi.

Non sono ancora

molli anni

lamo Poggi mandava


intitolata

trascorsi

che a Girolamo tanto non bastasse

la vita

a nuovi lavori

Ma

mente condotto.

e tutti poi

A minorare
si

presenta

l'

il

un tempo
ci si

caro fratello

noi del

in

Avv. Enrico Poggi con

un suo

stri:

primo volume stendesi dalla origine

cui

sepolcro

al

or viene e ci

libro

delle

il

che

che

intitola

s'

Leggi sull'Agricoltura dai tempi romani fino ai no-

Cenni storici

di

Roma

In questo volume

caduta dell'occidentale imperio.

alla

Toscana

della

mostrassero per breve

scendessero immaturamente dentro


desiderio

felice-

eletta schiera

Girolamo Poggi spettava a quella

Provvidenza era scritto

livel-

ond' egli potesse o dar

o tornar su quello che fu da lui cos

orgoglio e speranza a

ne' disegni della

ora

conto

picciol

molto da rammaricare

).

di giovani

non

di

Saggio di un trattato teorico pratico sul sistema

lare (Voi. I-IV. Firenze 18'29~t83*2

mano

Giro-

dacch l'Auditore

sua opera

in luce la

1.

insino
capital

il

cio le condizioni economico-agrare de' Rosembrano da un canto indagate con molta perspicacia di

soggetto dell'opera,

mani

ci

mente e con

ischietta

originalit

pensieri,

di

maestre-

inoltre

volmente svolte e rappresentate con rara ed invidiabil chiarezza.

E ognuno intende che il giovine Autore trattando cos arduo argomento della veneranda antichit molto si dov rendere famigliare
,

e con la

quando

storia e
egli

con

Romana, o

diche instituzioni della Citt

che
e

illustrarono

le

non

e con

di
gli

Sennonch

erudizione.

la

poi

ragiona o della costituzione o delle

rado

di

alcuni sovrani ingegni

non proceda sempre con

per

fallisca

studi domestica

via.
,

vorr

di ci

mi

pare che

ci

originarie giuri-

la stessa

franchezza

persona che sia discreta

credo, levar voce di soverchio

biasimo: che alla fin dei fatti, l'argomento per lui

propostosi

Romana;
animo
e

trattare sta nelle condizioni economico-agrarie della Citt

quando

egli

vittorioso alla

riusci

a questo con tutte

intese

prova

non da

trech l'amore di lui per gli studi


ci

ripromettono, che

quando

torner amorevolmente

dare

il

come

si

forze

le

dell'

su pochi

insistere

e la'tanta

falli

ol-

bont dell'ingegno

sar levata di dosso la greve soma,

tutti

debbono

a rivedere ed

proprio lavoro. Abbiansi pertanto molta lode

emen-

le fatiche

del

RASSEGNA

184

DI LIBRI

nostro autore; voglia esso continuare nella bene


e siagli di

conforto

il

pensiero

uomo

recherebbe onore ad

che se

il

impresa

fatica

libro per lui pubblicato

cui ninna cura distogliesse dagli studj

molto maggiore ne rende a chi , con


impiega in difficilissime investitanta industria e con tanto senno

delle utili e

buone

lettere

gazioni que* ritagli di

giamente adempiuto

tempo che

a lui

rimangono, dopo avere egre-

le parti del cittadino e del

magistrato.

Prof. P. Capei.

185

NUOVI CORRISPONDENTI
CHE

COLLA LORO GOOPERAZIONE ONORANO L'ARCHIVIO STORICO ITALIANO

Sigg. Ab.

Avv.

ENRICO BINDI.

Pistoia.

CESARE LEOPOLDO

Consigliere

BIXIO.

GIROLAMO TOMMASl

Archivio.

Genova.

Direttore del Pubblico

Lucca.

CORREZIONI E RECLAMI
SUI VOLUMI PRECEDENTI

OSSERVAZIONI

Volume F/, Parte

li.''

In segno dell'imparzialit

quale accettiamo

le

Dispensa L'
nostra

volumi deirArchivio gi pubblicati


lenza con che

avvertimenti

nostri confratelli
il

conto

una lettera
San Remo, nella quale
l'estratto di

Ap. Voi.

II.

ci

e per

vengan

ci

dimostrare

sono cortesi

che per noi *e


scrittaci dal Sig.
si

gratitudine

della

osservazioni da chiunque

ne

fa

la

di

24

la

sui

benevo-

consigli

e di

riportiamo qui

Andrea Carli

Dott.

contengono notizie

di

con
fatte

di

Antonio Pelotto,

OSSERVAZIONI, CORREZIONI,

186

maggiori e pi

piene

ec.

quelle che a noi fu dato di poter pre-

di

sentare nella nota 1/ pag. 383 delle Cronache Pisane. Ecco le parole stesse del Sig. Carli
Lessi,

c(

Parte

tomi

II."

appena ricevuta da Genova

Dispensa

383

alla pag.

I."
,

la 13.*

Dispensa (Tomo VI.

dell'Archivio Storico Italiano

osservai che lo scrittore delle note

ed imbattuall'

anonimo

Autore della Guerra del 1500, dichiarava che eragh del tutto ignoto
chi

fosse

si

latino

ivi

questi

si

(Tom.

Messer Anton Pelotto che ha composto l'epigramma


Cum caesum etc, Vennemi allora sospetto che

riportato

fosse quel Pelotto orefice e poeta, registrato dal

per Filippo

di

Montegatti

Sappiamo anche

altri.

poesie di diversi autori

rime

Quadrio

2."), le di cui rime vennero stampate in Milano nel

di

Antonio

probabile se

dal
,

assieme a

quelle del

Quadrio medesimo

che in un MS.

di

esistente nella Biblioteca Estense, si trovano

Pilloto.

Questo

mio dubbio diviene tanto pi

osservi che costui fu di patria fiorentino, e

si

H93,

Bellincioni e di

che

il

Quadrio lo crede quello stesso che si fugg di Firenze nel 1526


con Michelangelo Buonarroti, suo amico, che gli fece fare la palla
a seltantadue faccie per la cupola, e le mirabili gelosie di
delle quali parla

il

rame

Vasari [Vita del Buonarroti). Stimo inutile

aggiungere che questo Pilotto era pure amicissimo e famigliare

di
di

Perino del Vaga, che condusse seco a Firenze nel tempo della peste di

cone

Roma;
e

e che furono pure amici di lui Baccio Bandinelli, Ja-

Benvenuto

Roma

Cellini

scritta

da

morto

in quell'anno.

un giovane,
stotele,

si

anzi, da

una

a d 9 di Settembre

Che

lettera

1526

di

quest'ultimo,

pare che

venisse ucciso per la sua

il

Pilotto sia

mala lingua da

ritrae dal Vasari nella vita di Bastiano, detto Ari-

da San Gallo

187

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

OPERE
Il

Saggiatore

CORSO D'ASSOCIAZIONE.

IN

Romano

Giornale

Letteratura

Storia

di

Roma

e Paolo Mazio.

Nel n.^ 3 uno scriUo del

1845.

sig. P.

Mazio

Belle

Arti e

da Achille Gennarelli

diretto e compilato

Anno
sullo

2.^

Scisma

di

Pietro de Luna,

con un docunaento inedito e gli alti deJla pace fatta


In Viterbo tra alcuni Corsi e la famiglia di Paolo de' Marzi
il l'i84
illustrali
dallo stesso Mazio.

ossia

Benedetto XIII

Andiam

persuasi di far cosa grata ai nostri leggitori ripubblicando qui

che trovasi nel surriferito n,'' S.^ dove si d l'anuna nuova Storia del Ducalo di Urbino. Esso il seguente:
Il signor Denistoon di Denistoon
scozzese , si occupa da varj anni a
comporre una storia del ducato di Urbino. Pochi sono paesi che abbiano
lanla celebrila negli annali della politica e della letteratura quanto la piccola
cill di Urbino ed il suo stato. Ognuno ricorda
suoi conli e duchi di casa
Feltresca
tra' quali Guidobaldo I
generale della signoria di Venezia i suoi
duchi di casa della Rovere
tra' quali Francesco Maria I, nominalo conle sue principesse, Elidottlcre degli eserciti confederali contro il Turco
la sua corte che rappresentava il flore ed il
sabetta e Leonora Gonzaga
meglio della eleganza e civill italiana nel secolo XVI ed ognuno soave-

un

articolo del sig. Mazio,

nunzio

di

mente commosso

nome suona

dalla

memoria

congiunto a quello

di Raffaele, del

di

Urbino.

Il

Lazzari

signor

del Barocci

il

cui

Denistoon ha visitato

specialmente il Valicano, e quei di Urbino e di Pesaro, non


perdonando n a viaggi n a dispendi affinch la sua storia sia compiuta ed
accurata in ogni parte nella quale sar raccolto il frullo delle sue molte
investigazioni, per modo che abbia il suggello autorevole de'documenli, senza
averne l'aridit, e sia un libro non solo grato ai sapienti, ma si pure accomodato al gusto del popolo. Abbiamo veduto 1 ritratti di varj duchi che egli

molli archivj

possiede

disegni che ne fece eseguire da valenti artisti

a fine di corre-

siamo fermati lungamente a vagheggiare un rilratllno


fallo da Giovanni Sanzio suo padre. Ci
di Raffaele fanciulletto in anni sei
gode l'animo veramente che questa nostra Italia ecciti pi chFari ingegni
d* Inghilterra a parlare e scrivere di s
a ricercare le sue memorie nella

darne

la

storia

ci

polvere degli archivj municipali

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

188
Nel n." 6

Guerra

della

di

A. Gennarelli continua con un VI articolo a discorrer

sig.

il

Cipro e della battaglia di Lepanto, illustrando

documenti

che a quelle due Imprese si riferiscono , tratti dagli archivi Colonna e Caetanl.
e delle vicissitudini del
Nel n 7. Della famiglia di Giovlano Fontano
Comune d' Orvieto lettera di Carlo Ponlani a Paolo Mazio.
Frammenti di una orazione di Bernardino Stefonio in lode di Flaminio
,

Delfino. Paolo Mazio.


Nel

n.<*

8.

vescovo

Di Ursiclno,

Torino nel secolo

di

VI.

Luigi Ci-

brario.

Di Fabio Fontano, letterato del secolo

XVI,

Lettera

Carlo Ponlani

di

a Paolo Mazio. Segue una inedita vita di Gioviano Ponlano scritta in latino,
col volgarizzamento di essa a riscontro.

Nei n.** 9 e 10. Gli Eufreducci di Fermo, Commentario storico dell'avvocato Giuseppe Fracassetli.
Nel n. 11. Delle condizioni amministrative di Roma In tempo dell' Esarcato.

Paolo Mazio.

Storia di

Romagna

dal principio dell'

da Antonio

nostri, scritta

Muse, 1845,
che

Fest.

Era volgare

Bologna

ai giorni

pei tipi delle

in 8. Distribuzione 1.*, 2.* e 3."

far

conoscere

il

Sig.

A. Vesi

ci

promette, crediamo meglio d'ogni nostra parola.

per intero

la

Prefazione

riferire

concetto e

il

la

Romagna

ragione di questa Storta della

Il

stessa dell' autore.

Fin qui si mosse guerra al passato, si considerarono gli abusi che


ebbero regno nelle decorse et e con ribrezzo volgeasi addietro lo sguardo
per rimirar quel terreno ove avea fitte cos profonde radici l'enorme e ta,

tirannico feudalismo. Ora che g' Italiani


il
cominciano a riconoscere s slessi, disseppelli-

citurna oppressione straniera e

traggono

scono

il

fiato pi libero

trascorsi tempi, e interrogano le

memorie antiche per

ritrovare In

esse speranze e glorie. In

per tutta

mezzo a tanto e cos maraviglloso ardore ditTuso


Europa, non v'ha omai paese che non si adoperi a raccor docu-

menti dai nazionali archivii, a

far

note

mondo

al

gloriosi fatti de' maggiori, e a rischiarar

pienamente

le

vicende,

gli

usi,

tenebre de' varcali


secoli. La Romagna sola, quasich non fosse stala sempre feconda di avvenimenti, e nobile per industria, per arti e per grandi gesta, e quasich la storia del popol suo non fosse slrellamente collegata alla storia di
tutta Italia; la

sociale

Romagna

che ogni giorno

sola, la quale

le

non certo estranea a quella

vita

prospera e rigogliosa, sembrava non aver


sentilo l'appello del secolo che invitavala ad ammaestrare le novelle sue
generazioni sul libro della gloriosa vita degli avi. NIssuno fra i molti uo-

mini

di altissimo

l'eccellenza della
a chiarire

si

ingegno

fa pi

ai quali die vita

mente ad accrescerle

costumi,

la politica,

e che non cessano


gloria, nissuno

le virt, a

scrivere

di

volse

insomma

operare con
il

la

pensiero
storia del

popolo romagnuolo ch'ebbe ognor tanta parte in tulli quasi gli accidenti
che appartengono al bei paese italiano. Considerando pertanto noi riuscire
a

comune

noslra vergogna

la

storica oscurit in cui

quasi

volonterosi

ci

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

189

avvolgiamo, da palrla carit innammali o non rallenuli dalla picclolezza e


concepimmo il disegno arduo di trattare la
scarsezza del nostro Ingegno
,

Romagna.

storia di tutta

Per condur quindi ad effetto il generoso ardenllsslmo desiderio, narcon cupido genio
maravigliosi accidenti lutti che risguardano quel
milione d'Italiani, l quali abitano le belle contrade cui cinge da un lato la
Foglia e l'Appennino , e circoscrive dall' altro l'Adriatico , il Po e lo Scula

rammo

E primieramente,

tenna.

diradare
sero

la

interrogando

le

et pi lontane,

tenebrosa caligine in eh' eran sepolte

sforzammo

ci

mostrammo

pi antichi abitatori di questa regione; per quali cagioni

di

quai fos-

un popolo

tramutasse; e quale ebbero origine, incremento e termine le


varie citt e castella che sorgevano o sorgono sul suo terreno. Dicemmo
poscia degli ultimi imperadori che In Ravenna dimorarono, dicemmo
nell'altro

si

de' Goti, degli Esarchi, de' Longobardi e delle importantissime mutazioni

che

venuta del magno Carlo. Indi, varcalo il millesimo anno e


ad un'epoca pervenuti pi grande e pi memorabile raccontammo come la
Romagna costituissi in repubblica come a poco a poco andasse soggetta
all'Iniquo dominio di parziali tiranni; e come finalmente da cos lunghe

succedettero

alla

agitazioni

si

riposasse.

forti

Vedemmo

di

rcche, murale e ben munite

dell'autorit

come

allora

cuore, impugnando

d braccio e di

nuovo

le citt,

Romagnuoli

rinvigoriti gi

dismesse lance, innalzale


lentamente s'impadronirono

le

mano agli alemanni imperadori e un nuovo


consolidarono: vedemmo come in quel secolo, che diede a

che sfuggiva

ordine di cose

di

una libert
il popolo fra
non ben guarentita, ed antichi odii mal fondati: ed ora lacerato era Internamente da fazioni, da invidie, da peccati: ora cozzava col vicino, col
fratello, col quale avrebbe dovuto invece stabilire vicendevoli patti di socnoi la luce delle arti e delle lettere, ondeggiava

corso e di

amore

vedemmo

infine

come

il

popolo stesso, per troppo desi-

derio d'indipendenza e di potere, distrusse quello slato

di

cose pel quale

adoperava e non si accorse della propria rovina se non quando


gi debole e disarmalo
non polea pi porvi riparo. Cosi in mezzo a vicende quasi sempre tumultuose, in mezzo a lotte piene di sangue e a falli
or magnanimi or vili, gingnemmo alla prospera et in cui viviamo.
non
Siccome poi sogliono
pi contenti alla superficie delle cose
tanto

si

scorgere nelle mezzane et se non che la popolare rozzezza e ferocia , la


Ignoranza comune, il sacrilegio delle fraterne guerre e la brutale possanza
de'signorolli municipali, cosi noi

cercammo

in esse con gioia la origine e


ne esaminammo le condizioni civili, politiche e militari, osservammo come il popolo con lento passo procedesse al miglioramento della morale , dell' inlellelto e dell'industria; ne
investigammo costumi, parie immensa della storia de' popoli afifinch
ciascuno veder potesse ne'coslumi presenti il mirabile anello che li congiunge
a quelli delle et che gi furono e nel passaggio da un secolo all'altro descrila

cagione della moderna civilt nostra

vemmo sempre
arti.

Per

tale

lo stato

maniera,

progressi

innalzando

mento

storico di cui

noi ad

un vano esercizio

mancava per
di

alla

delle *leltere, delle scienze e delle


diletta

colpa degli

eloquenza o ad

patria nostra

slessi

suoi

arliflciali

figli

monu-

quel
,

non paghi

splendidezze

dalle

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

190
qaall snol risultare

un

principalmente

proponemmo

ci

non alcuna severa

Inutile allettamento e
di

che

far si

la vita degli

avi

lezione

educati a

patimenti, ed anfatti ed a grandi sventure, le loro eccelse opere,


che colpe, fossero fonte ai nepoll, pi che di diletto , di civile ammaestramento tale essendo il sublime scopo a cui dee guardare la storia eterna

grandi

conclltadina di ogni popolo.


Finalmente, affinch nulla mancasse a render l'opera meno imperfetta
che possibile fosse, fu per noi corredata di tutti quegli autentici documenti
che inedili sono, o Irovansi qua e col sparsi e divenuti rarissimi, e che, valgono ad appoggiare la storia e a dilTondere una pi bella o pi sicura luce
,

sulle cose di questa magnifica e splendida italiana provincia

ma

qui non solo agli esteri,

nazione,

quali o parola di

agi' Italiani

lei

ai

mal nota

fin

pi grandi storici slessi della

non fecero, o ne favellarono con danno

della

giustizia e del vero.

Tate

cosi

nostro divisamenlo

il

memmo. Ben

tale

il

malagevole carico che noi assu-

fortunali ci eslimeremo, se queste istorie, che a noi costarono

grave fatica,

agi' Italiani lutti

riusciranno

gradile, non

ai

ma

Romagnuoli soltanto,

sendo esse cosa afTatlo italiana

Antonio Vesi.

Storia d'Italia

narrata

Farina. Firenze

da Giuseppe La

Popolo Italiano

al

PoligraQa Italiana

coi tipi della

Ga-

lileiana, 1845. Manifesto del 1. Luglio.

Una

Storia della nostra patria


dettata veramente pel popolo italiano,
un desiderio dell' universale. Dobbiamo pertanto saper grado al
Sig. M. Guigoni di voler dar principio alla sua carriera di editore con
un'impresa di tale interesse, e di essersi rivolto a questo fine all'egregio La Farina
il quale da
molto tempo aveva concepito il nobile pensamento , e vi si era preparalo con molti studj. Del manifesto crediamo ben
,

era

fatto riprodurre

La Storia

seguenti passi

che da noi si annunzia, non sar opera esclusiva


di dotti: spoglia la grave toga di un'arida erudizione, deposto il pallio
compassalo de' retori, narrer con semplici e calde parole gli avvenimenti
di questa patria comune
cercher in essi le riposte cagioni
pi che le
apparenze; tenter seguire lo sviluppo delle idee; insegner ad amare, a
venerare, a compiangere questa Italia nostra, nella quale le invasioni
barbariche le discordie municipali, le guerre eunuche de' retori, non son
giunte a spegnere la fiamma del genio il sentimento del bene , la divina

d' Italia

ispirazione del bello.

Muoveremo

((

la

narrazione dalla conquista longobardica

colla

quale

crediamo cominci la vera storia del popolo italiano, e la condurremo fino


a' tempi attuali. Tela estesissima nella quale s' intrecciano tutte le forme
politiche dal dispotismo airanarchia, tutte le gradazioni religiose dal bigot-

tismo

all'

ateismo

lulte le opinioni civili dalla

dramma immenso che


leone

si

apre con Gregorio

e nel quale passano

come meteore

teocrazia

Magno

pi grandi

si

alla

laicocrazia

chiude con Napo-

uomini del mondo

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
torneo sanguinoso

civile;

manni

191

quale Longobardi, Greci, Franchi,

nel

Ale-

Spagnuoli .... vengono a contendersi quesl' Elena delle nazioni, a

cui fu colpa la bellezza, sventura la gloria, cagione di lagrime la

vaga

fer-

della terra.

tilit

questa scritta senza alcun fumo

a Storia sar

d'

arte

n col consiglio

perch coloro i quali si appoggiano alle proprie


passioni in ogni cosa trasvanno. Nostro scopo narrare il vero; non sar
e libri e documenti
falli sieno attinti alle fonti
nulla trascurato perch
di

vituperare o di lodare,

ed archivj tutto sar messo in opera per far cosa utile a questo popolo italiano , del quale molti parlano e che pochi conoscono, perch pochi han

saputo mettergli una

voluto
gioia

le

mano

speme

ansie della sua

cuore

sul

e sentire

fremiti del suo dolore

palpili della

sua

Dizionario Geografico-storico-statistco-commerciale degli stati


di S.

M.

Torino

uscito

il

Re

Sardegna, del prof. Goffredo Casalis ec.


presso G. Maspero e G. Marzorati 1845.

il

di

ec.

fascicolo 51

in cui si

termina l'Importante articolo consacralo

a Novara, e si contengono preziosi particolari sugli antichi statuti della medesima e sugli ordinamenti con cui ella governavasi al tempo della sua Indipendenza politica e alcuni cenni sulla sede vescovile, e sui due cleri di
fra
S. Maria Maggiore e di S. Gaudenzio, e le notizie degl' illustri Novaresi
Albertino da Canobpi antichi dei quali risplendono Pietro Lombardo
,

bio,

il

Campano

Mossotli

,11

Filargio: e fra

il

pi recenti

il

Tornielli,

Paletta,

il

Zanoja. Trovansi nell'istesso fascicolo la provincia e

yoin descritte

in lutti

con l'accuratezza

loro particolari

la

il

la citt di

dottrina propria

dell'autore, e buona parte dell'articolo concernente Nuoro,

ragguardevole
Sardegna, compilato con egual diligenza e con pari
erudizione. Ci dolce vedere che l'alacrit del Casalis in opera di tanta
provincia del

Regno

di

mole e di tanta fatica non vien meno un momento, e pi che si appressa


meta diventa maggiore {Gazzella Piemontese, N.^ 93 del 1845).

alla

Famiglie Celebri Italiane

del conte

Pompeo Litta. Milano


Ferrano in f.

dalla Tipografa del dolt. Giulio

Fase

))

XLVI.

Disp.

102. Duchi di Savoia, P. XII.

LIX.

103. Torelli di Ferrara, P.

LX.
XLVI.
LX.

104. Acciaioli di Firenze

II.

ed

P.

I.

105. Duchi di Savoia, P. XIII.

106. Acciaioli di Firenze, P.

Acta Ecclesiae Mediolanenss


S.

Saocto Carolo

II

ed

ult.

ult.

Cardinali

Praxedis archiepiscopo, condita, Federici Card. Bor-

romei archiep. Mediolani


collecta et edita,

cum

jussu

privilegio

undique diligentius

Summi

Pontifcis. Edilio

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

192

novissima atque coeteris omnibus antecedentibus locupletior

atque auctoritate archiepiscopi Mediola-

jussii

nensis. Mediolani 1843.

Tomi duo

Paulus Pagnoni lypographus.

permagno

singulae paginae columnas

duo liabebunt.

pariter

Monumenti

in 4.

delle arti cristiane primitive nella metropoli

del

Cristianesimo, disegnati ed illustrati per cura di Giu-

dini
L'

Roma

Marchi D. C. D. G.

seppe

editore

opera sar divisa

mese ne verr

in Ire parli

alla luce

un

cui prezzo fissalo a balocchi

mero

4.''

real grande,

dei fascicoli

romani

Architetlura

la

romani 75

Clemente Nar-

Pittura e Scultura. Ogni

due

fogli di

slanapa e di

massinaa fedell e diligenza,


pari a fr.4. 08.

Il

dell'

opera.

di 60,

n maggiore quindi

Le spese

di

di

ti

sesto dell'edi-

carta e caratteri appositamente scelli.

non sar maggiore

prezzo intero

il

1845

fascicolo conaposto di

quallro lavole disegnale ed Incise con


zione in

proprietario.

di

Il

nu-

45 scudi

porlo e dazio saranno a

carico del signori associali.

Annales Minorum, ab anno 1575 ad


a

Stanislao

fr.

Melchiorri

annum

de

Cerreto.

typographia losephi Aurelii 1844. in


Forma il Tomo XXI di lutto corpo degli Annali
,

il

tinuazione

Arti

con aggiunta di alcuni

pag.
di

588.

In con-

scritti

intorno

Domenile

Belle

del P. L. Vincenzo Marchese dello stesso Istituto.

Firenze

Storia

del Minori

ex

di pag.

dei pi insigni pittori, scultori architetti

cani

di

Anconae

f.**

Wadding.

al

Memorie

1584, continuati

1845

Spagna

in 8.

presso Alcide Parenti

in

8.**

Voi.

I.

455.

lohn Bigland
fino ai

dall'
;

epoca

nostri giorni.

Sono

pi remota fino

prima traduzione

al

1809

di

italiana, e continuata

Venezia 1844. Cecchini editore

pubblicati

fascicoli 1. 2.

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

193

OPERE TERMINATE.
Elogio di Gio. Batista Caccialupi de' Conti

Truschia

della

XV,

giureconsulto ed avv. concistoriale del secolo

da Mons. Gio. Carlo Gentili. Macerata


cini

18M

scritto

Tip. di A.

Man-

in 8. di p. 36.

Studii critici sovra la storia d'Italia ai tempi del re Ardoino,

Provana, socio della R. Accademia

del cav. L. G.

Scienze. Torino, 1844-45;

1 voi. gr.

8.**

delle

L. 7, presso

it.

C. Schiepatti.
lavoro dell' egregio Cav. Provana l'Appendice
una delle susseguenti dispense. Ecco frattanto la nota del

DI questo importante

render conto
Capitoli

in

Proemio.
Capitolo
degli Ottoni (961-1002).

I.

Sunto delle cose italiane sotto


II.

Origine e primi

tinuazione del

medesimo argomento.

tica dell'Italia

verso

dello slesso

ma.

il

fatti di

Fatti d' Ivrea.

principio del secolo XI.

IV. Divisione poli-

V. Continuazione e fine

argomento. Ducato Romano. Digressione sovra

VI. Continuazione dello stesso argomento. Fatti di

dominazione
- III. Con-

la

Ardoino.

le

cose di Ro-

Roma

sul finire

Sue vittorie alle


Chiuse dell'Adige (1002). Vili. Fondazione del monastero di Fruttuaria.
Arrigo II re di Germania scende in Italia. Tradimento di Verona. IncenIX. Ricerche sovra
fatti
del re Ardoino
dio di Pavia (1003-1004).
dopo l'incendio di Pavia. Oberto II. marchese della Liguria (1004-1010).
X. Condizioni delle citt della Toscana regale. Gare tra Pisa e Lucca. Cose
di Roma. Giovanni figliuolo de! Console Crescenzio vi creato Patrizio.
X.

del secolo

VII. Elezione d'Ardolno

a re d'Italia.

Stato delle fazioni sotto Benedetto VIII S. P. (999-1014).


zione imperiale di Arrigo re

di

Germania. Sommossa

Roma

XI. Coronadestata dagli

questo re, e sua morte in FrutXII. Conseguenze della morie d'Ardolno. Vendette

Estensi In favore di Ardoino. Ultimi


tuaria (1014-1015).

in

fatti di

de' Tedeschi. Prigionie, confische, esigli. Origine dell' ordine degli Umiliali,

Appendice (che contiene


Giunte e principali correzioni.

e breve sunto della storia loro. Conclusione.

41 documenti, 13 de' quali sono


Registro delle opere consultate.

Della condizione

de'

inediti).

Romani

vinti

Longobardi, e delle

dai

vera lezione d'alcune parole di Paolo Diacono intorno a


tale

argomento. Discorso

conda, con osservazioni


dice dell'Autore.
Ap. Voi.

II.

di

di

Catrlo

Troya. Edizione se-

Francesco Rezzonico ed appen-

Milano, 1844;

8. di p. 516.

25

^,
,

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

194

Della fusione delle schiatte in Italia, Lettere di Cesare Balbo


agli estensori della Gazzetta d'Augusta. Italia,

bre 1844

Del Diritto di Albinaggio

1843. Tip.

poli,

n. 11

Novem-

p. 74.

8.**

uno

libro

di G.

di Luigi

Na-

Volpicella.

Golavita, Strada

Montesanto,

di p. 54.

Proemio. Gap. I. Origine del Diritto di Albinaggio. Gap. II. Del Diritto di Albinaggio nella Francia. Gap. MI. Del Diritto di Albinaggio in Italia.
Gap. IV. Del Diritto di Albinaggio nel regno di Napoli. Gap. Y. Gonchlaslone.

L*Abbaye de

S.

Marie de Pignrol au Bourg de Saint-Veran

notice historique par l'abb

de Pignrol.

Pignrol

Crozel-Mouchet

/.

1845

chanoine

nouvelle imprimerle

de

Joseph Lobetti-Bodoni.
Sul Sacco d

Roma

dell'anno

Iacopo Bonaparte

MDXXVII,

ragguaglio storico di

gentiluomo samminiatese.

Tip. e libreria Pirotta e C.

1844; in 16.

di p.

Milano
xxiv-104.

Vi una prefazione di Francesco Gusani , ove parlasi della questione


ancora non ben decisa intorno al vero autore di quest'operetta, da alcuni attribuita al Buonaparle, altri a Francesco Gu/ccmrdmi ed altri a Luigi Guicciardini.

Collezioni di Codici manoscritti e di Quadri, vendibili nella


citt di

giore
Sassi

Bologna,

1845

N. 286 della strada

famiglia Hercolani).

(della
;

al civico

Tip.

della

mag-

Volpe

al

di pag. xxiii e 16.

Biografla del Cav. Canonico Rinaldo Rosati scritta dal ProContrucci. Pistoia, Tip. Gino; 8. di p. 36.

fessor Pietro

Catalogo ragionato delle Opere dei principali scrittori Bellunesi

non viventi, compilato da Mariano Pagani. Belluno,


xx e 68.

Tip. Tissi, 1844; in 4. di pag.


GII autori

sono 55

distinti ne' respetllvl secoli.

Della corte del Poi di Provenza, lezione di Giovanni Galvani


inserita nel N."^ 41,
tifico
Il

anno

4. del Giornale Letterario Scien-

Modenese, da pag. 375 a 403.

Fioretto delle Cronache di

Gionta

notabilmente

Mantova

accresciuto

raccolto da Stefano
e

continuato

sino

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
air

MDGCCXLIV

anno

195

per cura di Antonio Mainardi.

Edizione ornata di ventiquattro delle principali vedute


della citt.

Mantova,

Fratelli Negretti, 1844; in

8.**

di

pag. viii-382.

Commentario

sulla vita del Cardinale

Roma

Raggi.

Tip.

Monaldi

Bessarione

1844

di Oreste

in 8.^ di pag. 18.

Bruti Liberati Marchese Filippo. Inediti documenti sulla bi-

Giacomo detto della Marca,


prima Messa del Sig. Ab. Don Antonio

blioteca e reliquie di

pubblicati per la

S.

Romandini. Ripatransone
Narrazione

dell'

novesi

Tip. Jaffei,

1844

di pag. 12.

origine e unione delle 28 famiglie nobili ge-

e di quelle ad esse aggregate, cavata dalla Sto-

ria inedita di Cibo Recco.

Genova,

Tip. Faziola; in 16.

di pag. 100.

Almanacco

pel

1843; con alcune poesie Inedile

Vicenza

Dell' architettura in

di Serafino Pucci.

discorso con appendice critico-

cronologica delle principali sue fabbriche negli ultimi

Padova

otto secoli dell' Ab. Antonio Magrini.

Seminario

1845

Tip. del

in 8. di pag. 64.

Antichit dei Liguri Bebiani


faele Carrucci della

raccolte e descritte dal P. Raf-

Compagnia

di

Ges. Napoli, Gaetano

Nobile, 1845.

Corrispondenza segreta di Gian Matteo Giberti, datario di Cle-

mente VII, col Cardinale Agostino Trivulzio, dell'anno MDXXVII decifrata e pubblicata dal March. Filippo
Gualterio. Torino, Stabilimento Fontana, 1845.
,

Nel Rlcoglltore Universale, Giornale di Genova , nunaeri 8 e 9 del 1845


v' un articolo del P.Carlo Grossi su questa corrispondenza.

Saggio sui

dialetti Gallo-Italici, di

G.Bernardoni, 1845;

Amedeo

B. Biondelli.

MWanOy

presso

in 8.^

duca di Savoia e alle sue gesta


pi memorabili. Discorso da Pompeo Litta, letto nell'Adu-

Intorno a Vittorio

nanza

dell' I. e

II

R. Istituto Lombardo

di

Scienze, Lettere

ed Arti.
Di esso

si

rende

tuto Italiano, Milano

conto nei fascicolo 28 e 29

1845

a pag. 27.

del

Giornale

dell'

IsU-

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

196

Epifanio vescovo santo nel secolo

storico nel secolo

C,

1845; in
Carlo Leoni. Padova

Pavia, Tip. Fusi e

Opere storiche
nerva
Volarne

di

8.^ di pag. 32.

Tipografia della Mi-

1844. Volumi 2.

I.

Liutprando vescovo e

biografie di D. Pietro Carpanelli.

Prefazione.

Sguardo

storia

alla

e alla civilt d' Italia.

Epoca prima gli Etruschi. Epoca seconda Roma. Epoca terza, Medio Evo.
Epoca quarta Terzo Evo. La Lega Lombarda narrata e considerata.
Prima Lega Lombarda, 1152-1190. Seconda Lega Lombarda, 1226-1233.
Dante e la Divina Commedia (Capitoli X). -- Il castello di Monlegalda.
La Rcca di Pendice. Sulla festa della Rua in Vicenza.
Volume II. La Repubblica e Carraresi Storia Padovana con Appendice (Cap. Vii). Gli Svevi
gli Angioini e il Vespro Siciliano, 1183-1282
(Cap. VI).
Petrarca
sua vita e scritti (Cap. IX).
Storia di Masaniello (Cap. VII). Della storia di Padova e de' suoi scrittori antichi e mo,

derni (Cap. III).

Delle opere di Pittori Modenesi che


riale

Galleria

dalla

Vienna. Relazione di
;

di pag. 24. Estratto

due gruppi
di S.

conservano nella Impe-

in

Modena 1844
Strenna Modenese Anno 1.

Giuseppe Campori.

si

Belvedere

del

porfido suU' angolo del tesoro della Basilica

di

Marco

manele
Venezia

in

Venezia

Cicogna
,

Merlo

tip.

esaminati e descritti da

nozze

nelle

1844

Todros-Treves
8.**

in

di pag.

Em-

Bonfili.

29 con 4 ta-

vole in rame.
Storia dei Principj della Legislazione

accademico Cosentino
di

Napoli.

Napoli

ec.

di Vincenzo

Tip. Azzolino,

Lomonaco

giudice del tribunale civile

1844,

8.^

in

di

pag. 365.

La

sotterranea Confessione della

recentemente scoperta
signore Domenico

Roma

tip.

litografiche.

Romana

Bartolini

Puccinelli

Marco,

cameriere di
in 4.* di pag.

S. S.

Monec. ec.

56 e 4 tavole

letta nella pontificia

acca-

di archeologia).

Prospetto cronologico di alcune


di

1844

(Dissertazione

demia romana

Basilica di S.

descritta ed illustrata da

Brugnato. Genova

tip.

notizie riguardanti la citt

Ponthenier

1844

in

pag. 16. (N' autore l'abbate Domenico Zolesi),

8.**

di

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Nuova

illustrazione dell' antico Piceno

niore

all'egregio

lettere

Roma,

40 (Tre

Se-

secondo Plinio

Angelini

Francesco

sig.

Ripatransone,

di Carlo Arduini.

in 8. di pag.

197

1844,

tip. laffei,

con un' appendice sulla

lettere,

via Salaria).

Memorie

istorico-critiche della citt di Santo Arcangelo

da Monsignor Clarino Marini

colte

vaticani

chivi

Bourli

Memorie

Roma

Ar-

presso Francesco e Leopoldo

Propaganda, 1844.

tipografi di

rac-

prefetto degli

istoriche della citt di Offida nella

Marca

d'

Ancona,

raccolte ed illustrate dal professore abate Carlo Arduini.

Fermo

L. Giferri

tip. di

1844

Granfioni e Beraldi Capozzoli

San Bellino

di

vescovo

tala

Padova

dell'opera
.

Padova nuove osservazioni


Ero comprese nella pun,

dell'

Cenni Storici

Padova,

vero cognome della famiglia

di

storiche di Luigi Grotto

in 8.^ di pag. 228.

tip.

famiglie

sulle

Minerva, 1844,

della

di

in 8.

di pag. 16.

Petri Allegherii,

super

Comraentarium
et

silio

Dantis

nunc primum

sumtibus G.

Nannucci. Florentiae
8.**

in

Ad un
Dante e

di pag.

illustre

Piatti

Lettera di Lord Vernon.

Camaldolese,

Commento

e che

Indice degli autori citali nel

Monumenti

dell'

di
di

Commento

de' Codici del


et viri

celeberrimi

ordine

Doti.

genitoris

Comoedia.

Di Pietro di

Dante ossermesser Piero


,

servili alla

Alle-

Varianti del Co-

Correzioni dei passi degli antichi scrit-

si

leggono nei Codici o guasti o

Commento.

travisati.

Errata-Corrlge.

Egitto e della Nubia disegnati dalla spedi-

di

materie

Ippolito Rosellini

Culto.

1845

Domini Petri

zione scientifico-letteraria toscana in Egitto


in

Vincentio

curante

Commento.
Sul Commento di Pietro
Marco Giovanni Ponta. Canzone morale

gher super egregia Dantis ipsius


dice Vaticano segnalo N. 4782.
nel

apud Guilielmum

Dante contro a' Pastori. Fac-simili


stampa. Eximii Legum Docloris

tori citati

lucem

editum Con-

xxxi-741-clii.

del suo

vazioni del P.

in

Bar. Ver non

I.

Comoediam

geniloris

ipsius

Tomo

unico.

presso N. Capurro

ec.

Parte

III.^

Pisa, 1844,

con un atlante

distribuiti

ed illustrati

interpretati

in
di

dal

Monumemi del
8.*

di pag.

tavole.

392,

Volume

198

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
postumo

edito per cura

e del Prof.

Prof. Francesco Bonaini

del

Flaminio Severi.

pag. 231 di quest'appendice noi

riproducemmo

il
manifesto col
Parte del Monu-

quale era

annunziala

la

menti

Nubia

EgiUo contenente Monumenti del Cullo; la qual


per la slampa , dovette rimanere ancora

della

e delV

pubblicazione

Terza

della
i

parte gi disposta e ordinata


inedita per la

Ora

ci

morte

dell'illustre

suo autore, Cav. Prof. Ippolito Roselllni.


per cura dei signori professori

grato di potere annunziare che

Francesco Bonaini e Flaminio Severi deputati a dirigere e sorvegliare la


slampa del manoscritto e la Incisione dei disegni questo Tomo uscito
,

L'ordine e

norme

pubblico il compimento
dell'opera laboriosa dell'amato Collega sono dichiarale da loro medesimi
alla luce.

in

le

seguile nel dare

al

un avverlimento che noi crediamo del proposito il recitar per Intero.


La pubblicazione che annunziammo delle ultime dispense dei disegni,

e della terza ed ultima parte del testo dei

Monumenti

Egitto e della

dell'

Nubia, illustrati dal fu Cav. Prof. Ippolito Rosellini , viene ora in pubblico
secondo le cose le quali furono da noi promesse correndo l' anno milleottocento quarantaquattro. Due sono le dispense dei disegni che si pongono in
luce:

XXXIX

XL. Esse compiono

numero dei quattrocento disegni


Le tavole che fanno parte delle
ultime dispense sono quelle stesse che l' illustre Autore poco Innanzi la
morte aveva all' uopo di per s preparale. Mancavano vero in alcune le
i

la

la

il

quali furono sin da principio annunziati.


,

iscrizioni geroglifiche;
tafoglio,

e inserite

ai

ma vennero

rintracciate nel voluminoso di

luoghi loro quante volte

sembr che

lui

por-

fosse stala inten-

zione dell'Autore di non ometterle.

La

Monumenti

terza parte del lesto destinala alla iMstrazone del

Culto, ultimo dei tre argomenti che l'Autore erasi prefisso

viene fuori
dell'opera.

di

del

trattare,

in un bel volume di circa quattrocento pagine che il nono


Avvertivamo gi nel manifesto che l'Autore istesso ne aveva
,

lasciato in buon' ordine

giorni di sua vita

il

ultimi

manoscritto. Alcuni ricordi vergati negli

ne rendevan

sicuri

com'

egli considerasse pressoch

com-

anche questa terza parte del suo lavoro, la quale quantunque apparinondimeno ci
sca mancante della fine e lasci senza illustrazione pi tavole
parve che secondo il proposito dell'Autore dovesse, cosi quale essa divulgarsi come compiuta.
Per le cose sin qui discorse manifesto come noi che ci togliemmo il
carico di pubblicare la parte postuma di quesl' opera celebratissima , ci
Siam limitati a porla in luce quasi in quello stato in cui gi si trovava
di sempre
aderendo ognora al fatto o alla mente del defunto collega
chiara ed amata memoria contenti di provvedere a quella maggior correzione letteraria e tipografica che per noi poteva procacciarsi. Ora a compiere il numero dei volumi dall'Autore promessi altro non manca se non
il decimo
il quale secondo le ultime determinazioni di lui devesl comporre
pita

di indici generali

cento tavole,
II

e ragionati, cosi dei soggetti rappresentati nelle quattro-

come

delle materie discorse nella illustrazione delle

Dott. Giuseppe Bardelli

addetto nella

medesime.

qualit di Ajuto alla cattedra di

Lettere Orientali di questa nostra Universit,

ricev

dall'Autore

istesso

199

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
r Incarico

di

compilare

tali Indici

che ben presto saranno impressi e pub-

blicati.

Speriamo con ci che le nostre core rlosciranno graie a quanti seguono


quali nella morte immatura del cav.
della veneranda antichit
Prof. RosellinI deploravan pi ch'altro la Imperfezione in che lasciava la
cui sagrific il
grandiosa opera del Monumenli dell' Egillo e della Nubia
lamenti, crediamo che
flore dei suoi giorni migliori e la vita. E cessando

gli sludil

vorranno tributare encomio all' ottimo Principe della Toscana , Il quale


da un lato promuoveva l'opera del RosellinI Inviandolo come capo
della scientiflca spedizione In Egitto, veniva per l'altro magnanimamente
ad agevolarne il compimento, concedendo ogni pi largo sussidio alla pubblicazione ancora del postumi volumi di quest'opera insigne .
se

Biografia del Prof. Ippolito Rosellini

le

in

Sacre Scritture;
8.**

delle

SCRITTI D

dal

di Religione

di

Tomo

Sul primo

Morale

di Letteratura).

delle Storie Pisane di Raffaello

Archivio Storico Italiano

nell'

e note del prof. Francesco Bonaini


del sig.

L.

prime due
neir Espero

lettere di

G. Carvaro
II.

Gino Capponi

Italia.

Artieri.

inserito

nel

Articoli

Giornale Genovese

Sulle Corporazioni degli

ann.

leggesi

Rondoni,

con prefazione

un

articolo

De Mas-Latrie allievo della Scuola delle


28 dell'Edio du Monde Savant; Avril 1845.

Longobardi in

dei

Carte, nel N.

Da

della Serie 3.*

GIORNALI ITALIANI E STRANIERI.

volume

stampate

di

1845,

ARGOMENTO STORICO PUBHLICATI O DE QUALI E RESO CONTO


IN

Sulle

Modena,

C. Cavedoni.

(Estratta

di pag. 75.

Memorie

di

con alcune osservazioni


dell' Egitto con

Monumenti

intorno alla consonanza de'

N.'

Della dominazione
di

Giulio Rezasco

14 e 15 del 1845.

Romani articolo
Giornale Euganeo N.^ 4.
Collegi

(Aprile 1845).

quali cause deriv l'influenza politica delle religioni antiche.

Causa terza:
tuto

Lombardo

Patriarchi. Di A. Zambelli. Letta all'Istidi Scienze, Lettere, Arti, e

nel Giornale di esso Istituto

pag. 13.

resone conto

Fase. 28. 29. an.

1845

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

200

Collezione Numismatica della Principessa Belgiojoso in Locale.

Articolo di Luigi Ferrano nell' Appendice della Gazzetta


Privilegiata di Milano

Della Storia di Ginevra

N. 59,

anno 1845.

e di alcune

>

fonti

poco note della

medesima. Memoria del Cavaliere Luigi Cibrario

inse-

Accademia delle Scienze di


Torino. Serie seconda, Tomo VI, 1844. a pag. 231.
rita nelle

Esame

di

agli

Memorie

della R.

alcune carte antiche concernenti

ai

Piemontesi che

Amadeo IV furono

stipendii del conte

alla quinta

Memoria del Cav. Costanzo Gazzera inserita


nelle Memorie suddette
a pag. 241.
Notizia di un inedito documento dell' archivio vescovile d'Ivrea
concernente ad una donazione fatta alla
dell' anno 1094
chiesa di S. Maria della stessa citt da Umberto figliuolo
di Amedeo; del Cav. L. G. Provana, inserita nelle MemoCrociata.

rie suddette

a pag. 315.

Prossima pubblicazione.
Archivio Dantesco
inediti

Raccolta

ossia

di

documenti

per servire alla storia della vita

Dante

del secolo di

editi

ed

delle opere e

pubblicato dai signori Pof. Atto

Vannucci e Colombo de Batines, con


degli Eruditi Danteschi

la

collaborazione

italiani e stranieri.

Quest'opera della quale saranno pubblicati ogni anno 2 volumi In 8.,


conterr le seguenti materie
di 30 a 36 fogli ciascuno , a dispense
2.*' Scritture
inedite
l.'' Articoli originali, scritti dagli eruditi Danteschi
3. Ristampa
cavale da' Manoscritti delle Biblioteche pubbliche e privale
,

analisi
4.'^

dei migliori

Traduzione

scritti sul

Dante,

pubblicati

di quelli inseriti ne' giornali stranieri

bullettino bibliografico delle pubblicazioni

modo

Il
i

nomi

verr

di

pubblicazione

dei collaboratori

alla luce.

di

questa

saranno Lutati

Frattanto

la

d' Italia

S. Analisi critica e

moderne.
raccolta

in

nei giornali

il

prezzo di essa

un manifesto che quanto prima

sottoscrizione aperta nel Gabinetto Scienti-

flco-Letterarlo di G. P. Vieusseux.

APPENDICE
ALL ARCHIVIO STORICO ITALIANO

11

p. Voi.

11.

26

NOTIZIE
DI

ISABELLA. ESTENSE
MOGLIE

A FRANCESCO GONZAGA
AGGIUNTIVI

MOLTI

DOCUMENTI INEDITI CHE

ALLA STESSA SIGNORA

SI

RIFERISCONO

ALL' ISTORIA Di

MANTOVA

ED A QUELLA GENERALE D'ITALIA.

NOTIZIE
DI

ISABELLA ESTENSE GONZAGA

JLjodovico Antonio
coscienzioso

Annali

degli

cose

principi

sudditi.

mo

le

il

me

finora

non che verso

benigni,

incendii ed ogni

che

altra

abbiamo

lor

clementi trovia,

e guerra

groppa con essa

in

sorta

di

ribalderia.

lasciata poc' anzi

l'

Italia

anni vi continu essa dipoi. Chi, dun-

e per moltissimi
di

ringraziare Iddio d'es-

allora tanti piuttosto tiranni

moderati,

pubblico stato

ogni particolare persona,

andando ordinariamente

g'

che

osserv

il

narrazione

regnanti. Per lo pi tutto era allora guerra

saccheggi

d'

al cielo e

crudeli fin col proprio sangue

Oggid

In questo infelice stato

que

privato

mani

Miravansi

senza legge

la

piuttosto in questo che ne' secoli da

nato

descritti

XV

secolo

al

storico

diligentissimo

per quel che riguarda

non gi

avrebbe da alzare

sere

Muratori

poich ebbe compiuta

d' Italia spettanti

Chiunque ora vive

delle

scrittore

questi tempi parlando

non comuni

delitti,

volont o di

rea

ricorder vizii moltissimi

ragionevole

intenzione

che non debbasi di mala

accagionarlo,

ma

sibben ripu-

tarlo fedele al debito di spassionato narratore. Ora, volendo noi

chiarire

un brano

inediti

pensammo che a rattemprare

d' istoria

istessa dell' intrapreso

gliere a

tema

la

con

italiana

argomento

Marchesa Isabella

documenti

giovare potesse
,

affatto

e correggere la natura
il

prescie-

moglie a Francesco Gon-

,,

NOTIZIE

206
zaga

perch virtuosissima donna

proponendo ad argomento
1490

del nostro discorso quel periodo d'anni che corsero dal

1539

al

che

ella visse qui in

Mantova.

Degli Estensi.

per, in primo luogo ci tocca di parlare della famiglia

cui appartenne Isabella

Muratori

del

cio degli Estensi

il

a giudizio

conti della Tosca-

originarono dagli antichi

na, e, per avere ottenuto

quali

dominio sul paese

di Este

da

Este furono poi sempre e non altrimenti chiamati. Non contenti costoro di godersi

mano mano cercarono


rara

allora che questa

fra' suoi cittadini, e

ebbe

la libert

cheselli

il

quel paese

tranquillo possesso di

il

di estendere la

potenza loro sopra Fer-

per una pazza

divisione

di

dopo accaduta

morte

la

di

Gulielmo Mar-

quale era stato amicissimo al popolo tanto

odiatore ostinato dei signori assoluti


ste e le pratiche aperte

r anno 1208

(1).

Cos

le

ad accontentare

loro governatore perpetuo (2).


g' indizii

quanto

mene nasco-

da lungo tempo esercitate, riuscirono,


1'

animo intemperante

zone da Este, ricevendo allora dai Ferraresi l'ambito

manifestando

animi

per la prepotenza di certe famiglie, perduto

quali preludii

sicuri dello invilimento

di

Az-

titolo di

chiaramente
a cui eransi

a poco a poco condotti quei cittadini, procurarono che viepi


propizia arridesse fortuna alla smodata ambizione dei signori

da Este.

Cosi nel 1264 dall' Imperadore accordavasi

titolo e l'autorit
si

tramandasse nei suoi discendenti

lamente fosse eletto dal

e che Niccol III

(2)

ma

fiorini,

decreto imperiale, egualmente lo fosse di

( 1 )

che

il

non so-

papa a proprio vicario in Ferrara

contro l'annuo sborso di diecimila

Rerum

conceduta ad Obizzo Estense per eredit,

eziandio, per

Modena

e Reggio.

Marchionibus adversarius semper (aerai. Ricobaldo, Chron. Imp. T. 9.


Hai. script.

Gubernalor

goliis providendis el

bilrium voluntalis.

ci

rector generalis el perpeluus

emendandis

el

dominus in omnibus necivitatis ad suum ar-

reformandis ipsius

DI

Lo che aperse ben


di

Borso figliuolo

ISABELLA ESTENSE

presto la via a sodisfare

207
i

pi

alti desiderii

Niccola, sendo da Federico

di detto

Augu-

chiamato oel 1452 duca di Modena e Reggio e dal pontefice nel 1471 duca in Ferrara (1). Al quale Borso successe
sto

nella dignit e nel potere

fratel

il

nora d'Aragona sua moglie

suo Ercole

a' diciotto

I,

che, per Eleo-

Maggio 1474, fu padre

a Isabella di cui noi favelliamo.

Delle relazioni tra


Sebbene

gli Estensi e

signori da Este e quei da

che per Isabella

stretti si fossero

Gonzaga.

Gonzaga ancor prima


,

insieme con vincoli di pa-

rentado pei raatrimonii di Lucia e di Leonello,

figli di

signor di Ferrara, a Carlo e Margherita fratelli

Gonzaga

Niccola
;

tut-

covavano fra loro inimicizie e rancori,


mossi dalle cagioni che or brevemente accenneremo. Morendo,
Tanno 1439, Leonello da Este, test nominato, lasciato aveva Niccol suo figlio, il quale, molto amato essendo dal duca

tavia segretamente

Galeazzo Maria Visconti e da Lodovico Gonzaga, coir aiuto di


questi pretese a dominare

Borso suoi

in Ferrara, a dispetto di Ercole e

abbench costoro, perch nati legittimi,

zii;

fossero nominati dal padre a successori


la difficile impresa, nel 1471,
fatti il

Gonzaga

ma

stati

favorire

con gente d'armi

nel luogo detto

di pi oltre procedere,

ed eredi.

il

si condusse inBondeno, con intendimento

donde invece fu costretto a

ritrarsi

pei validi sforzi usati dai Veneziani a difendere Ercole Estense,

che in queir anno fu acclamato signor di Ferrara


tanto Nicola ristavasi in

Mantova presso

il

(2).

Frat-

cognato, atten-

dendo pi propizia occasione a riuscire nel meditato disegno;


mantenendo intanto segrete pratiche coi suoi amici e facen,

do raccolta

ti)

di

gente.

Quando,

L'Imperatore Federico

III

si

a' tre

rec nuovamente a Ferrara nel 1469,

e nuove grazie e favori concesse agli Estensi.


(2) In ci

abbiamo seguito

il

Settembre 1476, paren-

Si

vegga

il

Documento

I.

racconto fattone dal Muratori e dal Frizzi,

avvertendo che a diversa cagione attribuisce lo Schivenoglia l'avere Niccola


allor rinunciato a quel suo proposito.
Vedi il Documento li.

NOTIZIE

208
dogli

esser venuto

fanti d*

improvviso

popolo a ribellione;
e la plebe

il

momento opportuno

si

condusse in

ma

contro

rimase invece

vi

fatto morire, concedendogli

cro, gli onori ducali (1).

lui

Ferrara

con

suscitandovi

movendosi e

le

settecento
il

soldatesche

prigione; e dopo due giorni fu

per quanto spetta solo al sepol-

miglior sorte incontrarono

suoi

partigiani, alcuni dei quali col capestro perirono; altri, per

monchi o monocoli miseramente si fecero


per comandamento del duca ed ai Mantovani, infine, che aiusalutevole ricordo, o

tarono que' rivoltosi

cost assai caro

Pareva naturale

che queste prove

il

riscatto (2).
d'

inimicizia

privata

dovessero procurare una divisione di animi, da impedire che


queste due famiglie
di parentado, soliti

Ma non

cosi

collegassero fra loro con nuovi vincoli

si

ad accadere fra amiche e concordi persone.

avvenne

fra

non erano

le

due principesche famiglie

le

mai da comuni affezioni furono per sempre mosse da vizii e da desiderii conformi.
Ambedue con lunghe arti con nascosti maneggi con tradimenti ed altri delitti usurpato avevano podest di dominio
sul popolo
ambedue
i sudditi
e la loro prole istessa spre-

quali

se unite

state

giando, orgogliosi, ardettero d'infame


alle

nit

mene
e

la

politiche

di

di stato

onde

e l'uma-

di queste inclinazioni cotanto concordi

voluto avevano

rire e gli Estensi ed

quarto

supposte ragioni

regno;

natura ed ogni pi nobile senso volenterosamente

sacrificarono.
infatti

alle

sete di

Mantova

bene

pubblica manifestazione del pari offe-

Gonzaga

quando Francesco capitano


mandava Agnese Visconti

l'anno 1391

sua consorte al patibolo, e Niccola Marchese in Ferrara, addi

(1)

Delle vicende accadute a Niccol da Este, forse pi d' altri scrittori

lo Schivenoglia. Si vegga il Documento III.


Che Gonzaga pigliassero parte in questo sporco negozio raffermano
documenti e le istorie (Cronica di Ferrara, Tom. 24. Rer. Italie. Script.);
ma pure lo negano cronachisti di Mantova, sempre Inclinati a lodare quei
dopo
loro marchesi. Infatti e lo Schivenoglia ( Docum. IV ) , e l'Amedei

tenne conto
(2)

avere esaltata la piet religiosa di Lodovico Gonzaga, ci vorrebbero far


credere ctie senza il consenso di quel signore , i Mantovani si mossero ad
aiutare Niccola da Este nella spedizione contro Ferrara.
,

,,

ISABELLA ESTENSE

DI

Maggio 1425

dicotto

sua moglie

consegnato ebbe Parisina Malatesta

ed Ugo suo figliuolo

con un alto cotanto feroce

loro

infamia

dopo

se

Mantova
Francesco Gonzaga

di

da

Isabella

Este

pratiche

le

quel

la

morte

una

importava)

gli

tempi

tanta la

corse

gi

fra

anni

ne

sei

dei fidanzati

presiedette

vi

il

il

si-

Ferrara, l'anno 1480, fosse

di

che appena

affetti

vera

di quelle vittime

sposo ad

promesso
contava

di et (1).

Perch, se a quel coniugio partecipare non poterono


clinazioni e

quali due

Ora dunque meravigliar

ostili

a quattordici

ambedue poco dopo, quasi

tristizia dei

la

di que' signorotti d' Italia

non deve
gnore

ed

piangere

di

Tanta era

furore.

al carnefice.

intesero a vendicare

o temuta ingiura loro privata

ad insulto, mostrarono
del

209

bene

(e

le

in-

ci soprattutto

privato interesse delle due do-

minanti famglie.

Che

il

mantenere

gli antichi dissidii fra due principi tanto


mai apparve cagione di perniciosissimi effetti
popoli mostravano volont di sottrarsi dal
cui ed

vicini pi che

allora in

giogo gravissimo che loro era stato imposto

ed

altri

ambiziosi coi tradimenti e la forza cercavano usurparsi


nio

(2).

Al che viepi

sione di Galeazzo

muni

spingevano

Maria Sforza, duca

Oltre queste ragioni

altre proprie e speciali

viepi

domi-

freschi esempii della uccidi

Milano l'anno 1476 (3)

Giuliano de' Medici signor

e quella di
nel 1478.

il

eh'

di

Firenze

erano

avevane

il

ad

avvenuta

ambedue co-

signor di Ferrara,

offese e deporne gli odii. Che gi fino


mal occhio veduto aveva Venezia essersi
Ercole Estense congiunto in matrimonio ad Eleonora figliuola
del re Ferdinando di Napoli, a quella repubblica tanto nemico,

per dimenticare

le

anno 1472

di

dall'

la

quale dipoi spesse cagioni intromise per attaccar seco

poich van riuscirono

modi rimessi

le

litgi.

umili scuse e

vegga il Documento V.

La Intenzione (Jl pubblica mente mostrare come gli Estensi ed Gontenessero fra loro legali da concorde amicizia, ben la dimosira una

(1) SI

(2)

zaga

si

circostanza narrata dallo Schivenoglia.


(3)

le

Si

vegga

Ap

il

Voi.

SI

vegga

II

Documento

Ducumenlo VII.

U.

27

VI.

NOTIZIE

210

preghiere interposte da Ercole per acquietare

gli

animi dei Ve-

neziani, questi, collegandosi al papa e ad altri potentati Italiani,

Tanno 1482, apertamente dichiararono guerra

In questa lotta, che minacciava annientare

ben era naturale

paci di procacciargli mezzi ed aiuti


gli

dovesse utilissimo

il

il

signor di Ferrara,

cercasse di collegarsi

eh' egli

marchese

agli Estensi.

ad

e che sopra

Mantova siccome

di

quegli

che, avendo ricevuto prove segnalate di speciale affezione


di grato

animo

le

(1) e

ponteflce Sisto, potuto avrebbe presso lui

(2) dal

intercedere che

ca-

altri

molti parer

armi papali non crescessero pondo

alle gi

ancor troppo potenti dei Veneziani. Alle quali intenzioni per

non corrispose egualmente

perch

l'effetto;

papa ed

il

Ferrara

ziani mossero infatti contro di Ercole duca di

guerra

che sconvolse l'Italia tutta

Muratori

danno ne risentirono pure

anzi grave

Vene-

s\

e dalla

Mantovani

fiera

quale

(3).

Dei Gonzaga.
Ora, a chiarire

Gonzaga presso cui visse


vico nel 1478, che fu il
ed

il

que

secondo che

si

figliuoli (4)

de' quali

governo

di

non possiamo tacere dei signori


la nostra Isabella. Il morto Lodoquinto fra' dominatori Gonzaga,

discorso,

il

marchese

intitolasse

Mantova.

Federico
costui

figliuolo Francesco, marito

fu

aveva cin-

lasciato

tenne

anni

il

succedergli

il

per

destinato

sei

ad Isabella da Este, che a diciotto

anni di et, titolo ricevette ed autorit principesca. Volgevano


allora

le

cose

d'Italia agitate da varii

e scomposti partiti,

mossi da tanti e diversi signori, ambiziosissimi


simi

d'

imperare

sugli

altri

quali perci

tutti

ed avidis-

mantenevano

nei

vegga il Docuraenlo Vili.


Papa Sisto moslravasi grato ai marchesi di Mantova
per avere il
cardinale Gonzaga fatta opera, onde a lui e non ad altri toccasse la tiara.
Si vegga il Documento IX.
accenna
nelle ultime memorie che lasci scritte
(3) Lo Schivenoglia
alcuni dei danni patiti dai Mantovani. - Si vegga il Documento X.
(1) SI

(2)

(4)

Documento XI.

ISABELLA ESTENSE

DI
loro proposili

una ostinazione

associavano tradimenti e

valor delle armi

e al

feroce,

delitti.

211

perch

popoli,

mancavano

e pesante servaggio troppo inviliti,

da lungo

di stimoli e di

concitazioni efficaci a secondare le vaste ed ardimentose

prese a cui

loro padroni

miravano;

im-

con diso-

cos costoro,

danno gravissimo della nazione, al triste partito


di chiamare in Italia le armi straniere,
a cui commettevano la propria salute e la rovina dei proprii
fratelli. Parve per che fra questi signori alcuni mal sopportasnore e con

bene spesso appigliaronsi

E Francesco Gonzaga

sero quest'infamia.

a que'tempi fu molto

lodato per questo nobile orgoglio di patria, che almeno da prin-

aveva saputo mostrare

cipio

per certi privati

massime

questi

il
,

ed eziandio pel molto suo valore

con Napoli

litigi

Lodovico

di

(Muratori)

(1),

quando Alessandro VI

in combattere. Infatti,

pontefice, nel 1494,

entrato era nelle sconsigliate

Moro, ed invitato aveva in


eh* era giovine

Italia Carlo

ma

in Italia facendo mostra di sussidiare ad altrui,


di farsene egli

risoluto

stesso

1'

Vili

re della Francia, discese

con animo

assoluto padrone. Allora

le

armi francesi, calate in Piemonte, dirizzaronsi verso Pavia,


e quindi in

Romagna, commettendovi

nite; e vinte

trato Carlo in Firenze

soprusi e crudelt infi-

campo

Faenza e Forl, posero


con sembianza

in Toscana.

En-

di amico, alteramente vi

parlava da re; onde meritava quella generosa risposta di Piero

Capponi

che sola in ogni

entusiasmo

tempo baster a destare un nobile

di gloria nei nostri petti Italiani. In

vedendo papa Alessandro venirne contro esso


vilmente calava agli accordi, pei quali
sto

inondarono

Francese
g'

eh' era

il

Italiani j perci

liano

(1)

/.

Il

reame

di Napoli.

venuto unicamente

Perloch

papa Alessandro VI,i


di

dimostrando
giogo a

il

Veneziani

Spagna,

il

tutti

Massimi-

Lodovico

la

il

medaglia

rappresentante Curzio alla vo-

ragine, potrebbe aver rapporto ali impegno mostralo dal


i

ramiglia Gonzaga, alTerma che

conlata in onore del marchese Francesco


della libert d'Italia contro

armi straniere,

Francesi, senza contra-

a mettere

Imperatore, Ferdinando

Litta, parlando della

le

questo mez2;o,

Gonzaga in favore

Francesi, che avrebbero voluta renderla schiava.

NOTIZIE

212

Moro

(che della sua balordaggine s'era infin ravveduto)

rono una lega contro del re


entr Francesco Gonzaga

Veneziani. Sbigottito

stamente ripassare

eletto

Muratori

generale

capitano

Ma

Parma.

Francesco Gonzaga

Francesi ad una risolu-

de'

un buon

e lasciato

presidio l in

a'

quivi

attendevano

1'

d sei Luglio

collegati; e quivi

1495

del

combattendo

presso Fornovo, die prova che non era ancora spento


Italiano

per

impresa

nobile

cui quella

Mantova fama

di forte

Non

nel regno

Napoli

di

dove Francesco Gonzaga pei Veneziani

Gonzaga con

il

Francesi

poi

Veneta

repubblica

sempre

Di pensieri e

servendo

presso

le

gli storici)
si

tenne

in

nel

affezini

trista

1501 colla

di

ripe del

Quale

si

valor militare

Garigliano

onde

II

alla

mas-

mu-

spesso

ambizione

pose agli stipendii di Francia

si

die varie prove di

generale serv alle

combattere contro

di

una

sedotto da

tolta agli Spagnuoli.

vi

non molto, per mala

titolo di capitan

torn per essa

in Sicilia.

simamente
dano

nuovamente acconciatosi

non molto Francesco

caldo

di

(1).

Francesi, e d'onde, da

armi Imperiali

quale

valore

ridusse in Ferrara. Venuto, nel 1497, in sospetto dei

si

Veneziani,

il

marchese

al

pertanto, gl'interessi politici continuarono sconvolti

combatteva

tabile

dette

temuto guerriero, e

amatore della patria nostra comune

salute

dai

col grosso dell' esercito difllatamente si ritrasse in sul

territorio di

di

tratta-

nella quale

);

con disperato consiglio pens a pre-

Alpi

le

Francia

giovane re

il

zione tanto improvvisa

Napoli

di

Gaeta

fu

cagione (che in ci discor-

fosse

certo che Francesco tornossene in patria

domestica

pace fino

all'

anno

1506

nel

quale, eletto da papa Giulio a suo capitan generale, scacci da

(1) Si

Documento LXV \nche Antonio Averoldi da Cremona


argomento alcune poesie latine, le quali, sebbene rarisriferiamo, trovandosi stampate dal Braglla in Mantova al 1788

vegga

il

scrisse su questo

sime, non le
in un libretto
r\Q\Y Archivio

per nozze.

V. ancora

Storico Italiano

sono descritte con molta evidenza


zaga

in quella battaglia.

le

Annali del Malipiero

gli

Tom. VII

stampati

Par. I, pag. 358 e seg.

prove

di

valore

di

dove

Francesco Gon-

ISABELLA ESTENSE

DI
Bologna

Giovanni

Bentivogiio, e

213

ridusse

serva

la citt

non

pontefice (1). Dipoi, collegatosi, nel 1508, ai Francesi,

similmente operava a danno di Genova e di Venezia

finalmente qui in Mantova, per compirvi

sua carriera

(2).

genito

quale,

il

(3),

vigio prestato

merc
(

lega

della

Muratori

all'

);

ridusse

si

corso della mortale

successe Federico suo figliuolo primo-

lui

quando Leon

Italia con tirarle

con

contratta

venne

il

in poter

della quale caduto prigione, ed ottenutane la libert,

al

(iis-

eletto

papa

fece palese

gli

Svizzeri

suo in combattere nelT assedio di


i

bel ser-

coli'

a ca-

die prove del valor

Parma dove rimase


,

pontificii della citt di

ancora nel difendere Pavia dalle armi

Imperadore

correndo allora V anno 1521

pitano supremo dell'armi di santa Chiesa.

e nella presa che fecero

il

addosso una nuova guerra

ferito (4),

Milano

Ne

francesi (5).

ed

altre

azioni militari oper dipoi Federico, che degne siano a ricordarsi

onde a noi baster

tova neir anno 1530


al

Gonzaga

l'

gozi!

(7).

cessarie ci

Man-

Imperador Carlo V, questi concedesse


il quale, nel 1536, pervenne al

terminando dipoi

la

sua vita

Senza oltre occuparci partitamente di

che in particolar

d' Italia (8)

accennare, come venuto in

l'autorit ducale (6);

possesso del Monferrato

no 1540

di

modo riguardano

all'

altri

anne-

agi' interessi generali

dopo avere premesse queste notizie che neparvero a chiarire il discorso, intendiamo adesso
,

a parlare di Isabella

Gonzaga.

(2)

vegga il Documento Lll.


Docuraenlo XII.

(3)

Docomento XIII.

(1) Si

Cosi narra Benivolo da Pielole nel suo poema che non fu mai
pubblicalo. Documento XIV.
(3) VEquicola, che, come suo segretario, segui il marchese Federico In
questa spedizione guerresca , ne mantenne memoria in una iscrizione incisa
(4)

nei

marmo,

delle Grazie,
(6)
(7)
(8)

e che lullodi

poco lungi da

si

conserva presso

Documento XVI.
Documento XVII.
In miglior modo giudichiamo

col riferire quei

il

santuario di Nostra

Donna

Mantova. Documento XV.

questo intendimento

soddisfare

documenti compresi dal N." XXI al N. LXIV i quali diligentemente da noi furono trascritli sopra gli originali che si conservano
presso la Real Biblioteca di Mantova.
,

NOTIZIE

214

fino allora alla corte io Ferrara,

Narra V Equicola, vissuto


maestro

zaga 15,000 ducati

che Isabella: port in dote

alla Estense,

denaro

in

gemme

3,000 in

al

Gon-

ed arredi

don una carretta messa a oro, foderata di


panno d'oro, con quattro cavalli stornelli, ed un bucintoro
indorato col quale
in mezzo ad altri quattro bucintori e
cinquantuno navigli fu condotta a Mantova dove si feche

e
((

padre

il

le

cero di grandi feste e tripudii (1)

no 1490,

dieci anni

dopo che era

marito

del suo

tero
di

sua donna con

riverente affezione

devotamente amicarlesi chiunque

simamente
d'

suoi

soggetti

intercedere grazie

amor

sorte questo

ammollire l'animo

o favori

rispettoso

la

al-

ma

(2).

ancora poterono

ebbe a conoscere, e maspronta mostrossi

a cui sempre

mercarsi

molto giovarono

con cui governavasi

e rimessi

di

quale ben presto chinavasi alla virt

il

maniere soavi di questa

le

non solamente ebbero forza

an-

nel!'

promessa moglie a Fran-

stata

cesco Gonzaga. L' indole docile e


signora,

venne

e dove ne

dal suo con-

gli

umili modi

ben traspaiono dalle

e che

lettere sue a lui indiritte.

N tard molto
legrato

fosse

che

talamo del signore Gonzaga ralche dall' anno 1496

il

da ricca prole da Isabella

1509 divenuta era gi madre di sette figli, dei quali tre


furono maschi Federigo cio che poi successe nel domial

Mantova, Ercole che

nio di
forte
(

appoggio

Botta

la

fazione

della

di

cui

fama

chiala dalla accusa di

Quanto

fu cardinale

imperiale

e Ferrante,

nelV Italia

di valoroso soldato

uomo

rapace

quel

superiore

fu poi

mac-

nel governare Milano.

femmine, Eleonora divenne moglie al duca


Susanna al conte di Golisano Livia ed Ippolita
si monacarono in Mantova. Della tenerezza con cui la nostra
marchesa am sempre i suoi nati
offrono prova le lettere

di

alle

Urbino

(1) SI

vegga

il

Documento XVIII.

che tallodi si cond' Isabella al marito


volgono che a raccomandare ora questi ed or
quelli, od ad intercedere altrui qualche grazia
o qualche perdono ai falli
commessi.
(2)

servano

Moltissime lettere familiari


,

a nuir altro fine

si

ISABELLA ESTENSE

DI
marito

scritte al

(1)

dalle quali traspare

215

un

afifetlo

sem-

che quasi sempre rileva uel cuor delle madri

plice s naturale,

veridica impronta delle cure lunghe e pazienti che furono

la

compagne air et tenera


premura di ammaestrare
con

del Castglioni,

de' loro

Ed ancora

figliuoli.

cui, nel 1522, in risposta alle

zioni vivissime fattegli da Isabella


dell'illustre signor

della

una lettera
raccomanda-

la prole ci vale d' indizio

scriveva: circa la cosa

Ercole del trovargli un precettore, io mi

governer secondo che V. E. mi comanda

(c

precettore

spero bene, che

'1

non potr essere tanto grande, che il discepolo


non ne sia ben degno . Ma dalle famigliari occupazioni,

da

lei

tanto gradite, spesso era costretta Isabella a distrarsi per

attendere agli affari di stato

interamente a

lei

confidati dal

quando per le militari imprese s'intratteneva


lontano, e quando per lungo spazio di tempo fu tenuto prigione
dai Veneziani. Nelle quali pratiche mostr la Estense avere
signore Gonzaga,

moltissimo a cuore
Italiani (2)

la

politica tanto allora


vizii

di cui

mestica casa

al

il

suo

della

intricata (3)

non

forse

Quantunque
via

gloria

poi

si

era stato

scoprendo

(creduto bastardo)
bellezza di lui

(1) SI

quali pi gratamente

premesse sventura.

quando Giulio

il

persona

Di

ci

suo fratello

sfregiare

fatto

dall' altro

Cardinale (tanto infami correvano

Perch, alle offese sendosi aggiunte

veggano

certi

marito.

per gelosia di donna che lodata aveva la

fratello Ippolito d'Este,

LXX

il

una

una nuova famiglia tuttamantenne pur sempre costante affezione

fu nella

d'

essa

in

facendosi capo di

cuore

anzi abbiamo notabile esempio

!).

onore degli

mondo neppure

paese nativo e ai cari parenti: fra

tempi

l'

misteri

ai

giovinetta abbandonata avesse la do-

accoglieva coloro cui pi grave

nazione e

e di penetrare ben addentro

le

accuse, Giulio

Documenti XXVIII, XXXVll, XLIX, LXVII, LXVIII,

LXXI,

veggano Documenti XXVII e XSVlll.


Se ne ha indizio dai Documenli XXXVll
XLl e LIX. Che anzi
Francesco Gonzaga, suo marito, nell'atto di ultima sua volont, disteso il
29 marzo del I5l9, affermava di aver conosciuto in Isabella sua moglie un
ingegno maraviglioso capace di qualunque difficile ed alta impresa.
(2) SI

(3)

,,

NOTIZIE

216
si

mal concio fu costretto a ricoverarsi qui

Isabella

per

quale

la

tanto

dipoi

anno 1493 doglia

1'

morte allora accaduta

di

che

la quale ebbe a riferirla


una terza
venuto r anno 1502 il fratel suo si
,

con Lucrezia Borgia,


ministrare

occasione

usi e

gli

scrisse

al

spettacoli

e
i

il

padre

pure

in latino

Zambolti. Quando

matrimonio

strinse in
affidarle

l'incarico di

primi onori di corte. Dalle lettere che in quella

ella

quali feste

volle

il

Benve-

e da

due orazioni

componesse

ne

Spagnoli

Batista

frate

dette

state

onor della

in

sebbene in Ferrara da Batista Guarini

marito

il

provava della

influita

Eleonora sua madre

nuto Sangiorgio fossero gi


volle

vedere

Ferrara, che per cinquantaquattr'anni lo tenne chiu-

di

so in prigione.

quale

Mantova presso

in

in

senza piet consegnarlo ad Alfonso

secrete cagioni di stato

duca

dolse

si

costumi

di

marito

chiaramente apprendiamo

fatti

fossero

quella

et

Ferrara

in

allora

dei principi

come

quelle nozze non riuscissero liete: con ci confermando quanto

narra V

dovevano

stati

mariti

tre

sciolta

Che

istoria (1).

il

eh'

eli'

fratello,

il

sapersi

ebbe,

da ognuno

dall'uno

da un altro

ad Alessando VI

fosse figliuola

il

veggano
LXXIII.

questo

(1) Si
1

XXII
(2)

si

l'

di

avesse di-

come

stata ella

che allora teneva

la

sedia

da Este, costretto quasi

nodo

(2)

(3).

cagione,

ma certo che sul

Isabella trovavasi in Napoli

Documenti LXVII,

modo

morte

pontefice; e

Non sappiamo poi donde movesse


anno 1514

come Lucrezia

di spodestarlo se ricusava quel

ricevesse allora la sposa

finire dell'

colla

apostolica; e come, infine. Alfonso

da prepotenti minacce

nozze essere

infatti tristi preludi! di

esprime

infatti

LXVIH

LXIX

e nel

LXX

su questo proposito

fi

1532

LXXl

Muratori

furono adoperale per quesV affare , con far sopra tulio conomediatori che questo parentado portava seco l'assicurarsi dalVambi-

l'ante ballerie

scere

che gli Estensi condiscesero a tali


del duca Valentino
nozze. Si vegga il Documento XXXI.
fu dato
(3) Anche nell'anno 1304 Isabella si rec a Ferrara, dove le
un religioso spettacolo, composto in un modo veramente curioso, e che
da lei stessa descritto nel Documento LXX IV.

zione e dall'

armi

,,

ISABELLA ESTENSE

DI
Q

Venezia

Rimasta vedova nei 1519, non

(1).

parsi delle cose di stato

Ferrante suoi

figliuoli,

il

la

che agitavano V

In occasione del giubbileo

marchesa d'andarsene presso

la corte del

scosto di poter procurare al figliuolo

ebbe a patire

Quivi

rischi

Roma

sendo

imperiali e spagnuole (2)

mese

del
dell'

di

maggio

imperadore e

1529 Carlo

nel

tefice la

al 1.

corona
f

gravi timori

ed

correre

armi
met circa
dalle

e quivi rimase fino a

Fra

il

molti principi allora concorsi

Giordani (3), venne a Bologna Isabella

marchesana

illustrissima

ricre gli animi

la

Ercole la dignit car-

a quel tempo assalita


:

pens

papa, col fine na-

anno 1527. Composti poi gli animi


del papa, dapprima fra loro discordi, venne
in Bologna, per ricevere da Clemente pon-

novembre scrive

da Este

Italia

dell'

d' Italia.

leggiadre damigelle

da Federico e

rendono consapevole degl'in-

molto conto in che era tenuta pei suoi

retti e sapienti consigli.

gran

lasci di occu-

e le lettere scrittele

con cui

trichi politici e delle fazioni militari

chiaro dimostrano

dinalizia.

217

di

Mantova

con

fu V entrata cos ben disposta

le

sue assai

e bella,

che

a suavissime rimembranze. Della entrata dell'Im-

peradore in Bologna ne abbiamo anzi

la descrizione fatta dalla

Renea di Francia, duchessa di


quale documento, affatto inedito, fu ignoto

stessa Isabella, scrivendone a

Ferrara (4);^ il

ancora all'accurato scrittore or ricordato. Sennonch, men-

marchesa abitava

Bologna

entro

zola presso alla piazza di san Donato

accadde che

tre

la

in

nenti e leggiadre donzelle seco condotte da

il

(1)

(2)

Da Napoli

LXXXIV;

scriveva

Infatti

Isabella

e da Venezia all'Ariosto,

datesi

destarono non

cagioni di litigio; cosi che insorta contesa fra

mento

M anavve-

le

Mantova

troppo licenziosamente agli spassi ed agli amori


lievi

palazzo

varii loro

Federico Gonzaga

Docu-

Documento XCI.

Le circostanze che accompagnarono la dimora d' Isabella in Roma


ci rimangono descritte dal Daino, testimonio di veduta, che

l'anno 1320,

marchesa. Documento XIX.

allora Irovavasi al servigio di essa


(3)

sommo

Gaetano Giordani
pontefice

Cronaca

Clemente VII per

la

della

venuta

dimora in Bologna

a pag. 18.
(4)

Documento LXXXVIl.
Ap. Voi.

11.

del

coronazione di Carlo V; Bologna 1842,

28

NOTIZIE

218
amatori

questi,

la notte del

alcuni

de' quali

rumore

levatosi forte

marchesa,
ventun marzo,

di subito risolse di partire


si

la

nostra

e col suo seguito, a di

condusse qui in Mantova.

Dopo aver procurato


cole

improvviso

d'

molto dolendosene

di

diciotto ne rimasero

pel grave scandalo

Bologna

in

Spagnuoli

altri

marzo 1530,

venti

uccisi dai primi. Perloch

ed

Italiani

e dappoich

la dignit cardinalizia al figliuolo

vide porsi

capo a Federico

sul

la

Er-

ducale

corona, e questi in matrimonio congiungersi all'unica erede


dei Paleologh

fortune

ci ch'essergli

Isabella

);

doveva fondamento

che tanto presso

all'

maggiori

di

imperadore ed

al

papa

operato aveva a que'fni, parve riconoscere nel proprio cuore


ogni suo voto perfettamente compiuto.

domestica e

ne aveva

cagione

con religioso consiglio deliberava

cos

perch di quella pace

a Dio solo sempre attribuito

di quelle gioje terrene

la

doversi con atti esteriori manifestare pubblicamente la gratitu-

dine dell'animo suo devoto. Perci, correndo l'anno 1532, a


d ventiquattro

maggio

Francesco Gonzaga

Mantova,

ebbe a compagni

scelti eh'

Tommaso

and a Marsiglia per

e se ne

dedicato a Santa Maria Maddalena

Quivi Mario Equicola

preziosi.

da essa marchesa

secretarlo

marmo

(1)

anche posta

cui narrazione fu
patria

intitolato

dove depose doni molto

pose
in
alle

memoria

latino

stampe

ed

il

a Santa Paola in Mantova

Questa

Iscrizione

fu

pubblicata

Equicola,

ben logora

come

scrisse

VAmadei,

aver copia

Reduce

(3)

Documento XX.
Sul suo sepolcro fu posta
,

in

feb-

come

in

Ricerche sloriche di

di questo viaggio , della


aggiunta ai Commentarii

rari sono coloro, a' quali possa

e questa talora

di quella

prima edizione

una

and guasta e
opera citata, Tom. Ili, pag. 77.

(4)

perduta

(2).

(4).

dal Tonelli

quale, essendo stata anticamente stampata

toccare la sorte di

nel

scritta

quel viaggio, la

suo corpo venne deposto nel convento

Mantova; Mantova 1798, Tonao III, pag. o9.


(2) A noi non fu dato di leggere la descrizione
di esso

parti da

Santuario

tranquillamente visse Isabella fino al d tredici

brajo 1539 (3)

(1)

il

che allora stato era eletto

ne descrisse

e dipoi

visitare

cavalieri

Strozzi e l'Andreasi

iscrizione, la quale oggi

e che fu pubblicala dal Tonelli

ISABELLA ESTENSE

DI

Ma

perch

illustre

verso

lodi migliori

le

precipuamente

lettere e le arti

le

prodigate a questa donna

volsero

si

ed

219

all'

amor suo grandissimo


generosa da

alla protezion

lei

accordata agli studiosi e agli artefici; debito nostro di volgere


adesso sopra tale argomento

poco celebrati

signora; fra' quali l'Ariosto (1),

Caviceo

il

(i).

sunto proposto

non
a

so,

il

Giovio,

abbiam

Correggio e
nero

1'

le

(1)

(6)

l'

Manuzio,
,

(7)

ad

parole

Bandello

il

poesie

virt
;

mano

originali

gli

dei Signori

Bembo

il

Gonzaga,
lei

s'

Tas-

il

il

da

intratten-

scritture

da loro

indiritta nell'

anno 1505 da

apprendiamo ancora avere

la stessa Isa-

impresa

Nec

spe

Orlando furioso

poema

di

fatte

il

famigliarmente con

lei

al

comune

cosa

nec metu

entro le stanze un tempo da

Neil'

dimostrano

privato

come

riser-

che la

sopra

della

elogi
altri

(5)

copie

archivio

apparisce

da una lettera a

prescelto

latine

scritte

da Mantova

Equicola

Mario Equicola
bella

da

quasi tutti offerendole o

composte.

lettere

tolte

infatti

il

quegli

di nobili e sapienti discipline

arricchivano

teriapo

Gonzaga. Di qui

perci

alcune

riferire

noi

lettere

ripeteremo

furono gi pubblicati da

che

del signor Arrivabene

che un

ed

invece

quali

(3),

perch noi intendiamo a mantenerci nell'as-

sua neir esercizio


le

Calandra(2), l'Equicola

il

nostra Isabella

bandoci

N furono pochi n

discorso.

il

che magnificamente lodarono questa

gli scrittori

che
lei

a que' tempi

ancora

si

veggono

abitate. Nella espres-

canto trigesimosellirao.

Aura di Giovanni-Giacomo Calandra.


(3) Scrisse infatti cosi: Et se le lodi di tanta madama in carta esprimer
direi di tanto gran
si potessero, o scrivere in qualsivoglia ornalo stile
cumulo difficile essere a poterne eleggere qualche particella.
(2)

Nel

Intitolalo

(4j

Peregrino.

II

veggano Documenti LXXVII, LXXVIII, LXXX, LXXXIX e XC.


quegli a cui il dottor Giovanni Gaye nella
(6) Giuseppe Arrivabene
prefazione al suo Carteggio inedito d'artisti (J'irenze 1839) attestava pubblicamente la sua gratitudine per avergli offerti molti documenti che si ri(5) Si

ferivano alle arti od agli artefici.

Questi dedic ancora alla stessa Isabella

(7)

tura d'amore, ristampalo

vegga

il

in

Docuraento LXXVII.

il

libro intitolato:

Di na-

Venezia dall'Ugolino nell'anno 1583.

Si

NOTIZIE

220

sione delle quali parole forse racchiudesi

ma

e sublime;

un

senso pi

alto

certo viene a mostrarsi che Tanirao tranquillo

Signora potuto non avrebbe agitarsi n da alcuna

di quella

speranza n da alcuno timore.

dall'anno in cui fu prescelta

codesta impresa, argomentare eziandio potrebbesi, che non per


le

sventure sopportate nel 1509, quando fu prigione

Roma

o nel 1527, quando ella trovavasi in


Bettinelli) (1);

ma per una

quella fosse ed a quel

inclinazione naturale del suo

modo
,

ci

animo

ed

le arti

alle

cure infinite che

sculture, ed altre anticaglie, molte

prove noi avremmo da addurre


scorso a cui

siamo obbligati

le

quali, per la brevit del di-

forza d omettere

riserban-

doci di pubblicarle colle Memorie dell'ani nostre di Mantova

rimettendo per ora

il

stampate dal Gaye

(2).

XVI

colo

nel

appresso

la

Un

madama

pu

la

prova migliore dei

studio in corte vecchia

lo

eh' ella

perch da questo

sia

eh' ella

tesori

venne eziandio lodata

del canto e di sonare

Ferrara

il

liuto.

quando celebraronsi

aveva

avere

raccolti

ancora valere a lume e notizia dei mo-

sia perch potrebbe

del se-

scritti gli oggetti

Ben

derni ricoglitori di quadri e degli scrittori d'Arte.

remo

signora Duchessa Isabella (3),

la

ora prescegliamo a pubblicare


si

documento prezioso

solo

quale sopra pergamena son

Grotta di

nostro lettore a quelle che furono gi

che allora erano posti entro

d' arte

il

prescelta.

Quanto all'amor suo per


pose in raccogliere dipinti

marito,

il

(come afferm

di-

siccome amantissima

Trovandosi anzi nel 1502


le

nozze di suo

Lucrezia Borgia, queste sue virt conobbero


cui ella stessa scriveva al Marchese

fratello

in

con

convitati, per

Dopo cena

facessimo

ballo del capello. Finito che fu, per tante preghere et voci

c(

il

mi furono

cura

(1)

il

facte, fui necessitata fare

li

miei

atti nel

lauto; et cussi finissimo la giornata alle

Discorsi inlorno

te

lettere

le

arti

cantare

cinque bore

mantovane; Mantova 1774,

pag. 89.
(2)

CXXVII
(3)

citata
Tomo II, numeri V, XX, XXI XXII, XXVI, XXXV,
CXL, CXLII CXMX e CLX.

Opera
,

Documento XCII.

ISABELLA ESTENSE

DI
ti

eretti qui in

Mantova da

primo ricorda un tributo

11

di

Ci posto, a noi non rimane se non ricordare tre

di nocte .

monumenti

Mantova

221

Isabella d' Este.

rara amicizia dalla marchesa

di

vedova

offerto a Margherita,

telmo duca di Sora negli Abruzzi

che dopo

Mantova, ricercando

rifuggita erasi in

Sigismondo Can-

di

la

morte

de' Agli

sue tante sventure

alle

par un sollievo in un chiostro. Quivi morendo

la detta

signora

all'anno 1534, dei voti del proprio cuore interprete fece Isabella
il

provatissima amica

mano a murare

quale tosto die

la

monastero entro cui Margherita aveva lungo tempo vissuto.

Quivi eziandio eresse


abbia la citt nostra

marmo

le effgie di

il

pia nobile monumento di

Bettinelli,

Francesco e

di

genere che

tal

e), ponendovi

l.

Ercole Gantelmo

sculte

di

quegli

(1),

che, ucciso presso Ferrara, ricordato fu poi dall'Ariosto. Oltredich

ornava Isa-

due appartamenti pur anco fabbricava ed

bella entro la corte dei signori

Gonzaga,

de' quali

Funo

gi posto a terreno,

Quel loco che

COS scrisse Raffaello

ricchezza ed

ia

Grolla

Toscano

mondo

il

quale ancora ne descrisse la

il

lati di

si

ridusse ad uso di

non avanza che una stanza,

altro

modo

dipinta al

usato da Andrea Mantegna

un elegante

cortile, sostenuto

legge incisa nel

si

.... ZAGARUM CONIUX ET

ISABELLA .... (2).

(1)

raenlo,

(2)
tile

la

marmo questa

moder-

la cui volta

ed uno solo dei

dove

in

mezzo,

al di

sopra

mutilata iscrizione

MATER FECIT ANNO A PARTU VIRGINIS MDXXII.

secondo appartamento

dall'

Estense abi-

Niccol d'Arco scrisse una elegante elegia in lode di questo raonuil

quale essendo stalo scomposto

trasportate,
tuttod

Il

da colonne, con

fra queste, certi nicchi lavorati a grottesche

nel fregio

pregi del luogo, mollo lodato ancora da Giorgio

Vasari. Di questo, poich quel sito

no abitare,

appella

si

si

molle parli

di esso

nell'anno 1799.

collocarono entro al tempio dej|icalo a Sant'Andrea,

dove

conservano.

Frammento

di quella iscrizione posta tutta all' intorno di detto cor-

Aragonum neptis, ducum PerMarchionum Gonzagarum conjux et maler, fedi anno

quale diceva: Isabella Eslemis regum

rariae fUia

et

soror,

a parlu Virginis

MDXXH.

,,

NOTIZIE

222

tato, posto in luogo eminente, per cui forse

Sebbene

del Paradiso.

in

di sedici

si chiama
componga

ancora

stanze pressoch

si

due soie per adesso rimangono avanzi degli antichi ornalo decorarono: vogliamo dire di due soffitte eleganti,

menti che

frastagliate di bellissimi ornati a


posti sopra fondo tinto di azzuro.

oro,

rilievo, tutti coperti di

Fra questi, intrecciati rilevano

emblemi da lei stessa prescelti (1) assieme alle parole nec spe
nec metu che spesse volte replicate si leggono col nome suo
li

mar. Mani.

cosi: Isabella Estens.

MDXXVII. N ci solo, ma ci

che a noi pare che meriti considerazione maggiore,


di

marmo

vano

per cui

entra a quel luogo

alcune figurette

tezza

di esecuzione

scudetti

alcuni

appoggia

si

la

stribuiti

in

allusioni

simboliche

Ed

e per fini-

(2).

sinistro sopra

pie

allude

alla

quattro

sono

umano

pastoral Poesia

interiormente negli

rotondi

spazii

sette

e col

terza

quarta alla Musica.

la

di detta porta. L' una figura


una femmina ignuda che sorregge

un corno,

ed

libri

teschio

per forma

porta

la

quale rile-

nella

nei fianchi

seconda

la

per disegno

eccellenti, posta ciascuna entro

intagliati

una Pallade

s'

stipiti

di

animali esprimenti

Le quali sculture

ci

pare che con-

fermar possano una da noi altra volta esposta opinione, che,

mantovana scultura sia stata introMantegna una maniera sua propria e speciale.

cio, a certa epoca nella

dotta da Andrea

queste notizie raccolte, e brevissimamente narrate

in-

darem fine col ricordare che


sorti
ai pregi dell' animo onde pass ammirata a'suoi tempi
da natura pur quello di una non comune bellezza. Del che

torno ad Isabella Gonzaga

noi

infatti

testimonianza

rara al marchese di

ci

reca la lettera scritta nel 1502 in Fer-

Mantova da Madama Ctron; testimonianza

a cui pare doversi moltissima fede

(1)

altre,

tere

In

uno spazio

od un'ancora

CCA,

si

perch in nessun tempo

veggono alcune fettucce

od una specie

di

tutte insieme legate; nelle

ara sorreggente una cetra, o le

let-

fra loro insieme conteste.

primo un uccello colla greca iscrizione XAIPE nPOKNH nel


(2) Nel
secondo due colombe nel terzo uno scimmiotto ; nel quarto una civetta ;
nel quinto un liopardo
nel sesto un pavone ; nel settimo uno struzzo clie
;

tiene nel rostro

una serpe.

DI
le

ISABELLA ESTENSE

femmine mostraronsi

l'altra la

223

facilmente disposte ad esaltare l'un

propria loro bellezza. Nella qual lettera

infatti cos:

Quantunque

la sposa

(1)

leggiamo

Lucrezia Borgia) havesse

Madonna de Urbino, quale

cum

bellissima, et veramente monstra essere sorella di Vostra

Eccellenza; perh la mia illustre signora Isabella, et da

c<

nostri et

i(

Ferrara, porta

lei

molte donne,

da

sono venuti

quelli
il

et la illustre

vanto de

la

cum

li

questa duchessa di

pi bella; et questo senza fallo

uno niente :
cossi adunque portarimo il palio a casa di Madonna mia .
lineamenti e le forme avvenenti della nostra marchesa
perch dappresso sua Signoria

conservate

ci

erano

le altre

furono sopra due medaglie coniate

in metallo.

Nella prima delle quali figurata vedesi insieme al marito

nel rovescio porta scritto: fr. gonz. elisabella. ^stens. coniyges.

MARCHioNEs. MANI.

iiii.

Nella sccouda (che per la eccellenza del

lavoro credesi operata da Benvenuto Cellini), da una parte


rileva l'immagine sua

con intorno

la scritta:

isabella Esten.

femmina con
a cui son sovrapposti un sagittario ed una

MARCH. MANI.; dall'altra, evvi una

allato

serpe,

stella

le

una
,

con

parole: benemerentivm ergo. Quest' ultima medaglia or

conserva nel Museo di Vienna, ed contornata da

menti eseguiti

di

scelti

smalto, e riccamente frastagliati di

si

orna-

gemme

preziose.

Carlo d'Arco.

(1)

teca di

L'originale di questa lettera ora

Mantova

si

custodisce presso

la

Real Biblio-

DOCUMENTI

DOCUMENTI

TRATTI

Dalla Cronaca

Nota, che

dell'

lui

el

lo

non fue

Roma, lui
a Roma. Et

Roma

2.

e questo foe fatto

andelte che mai non foe conoi

sottoscritti

di

andorono a Fer-

Febraro 1469

da Mantoa con gran trionpho et compagnia:


de

{\).

Imperador Federigo a Ferrara

qual era venuto da

facti tutti cavalieri.

MANTOVA.

DI

dello Schivenoglia

andette a

sciuto per sino che

rara, e furono

MS.

anno 1469 venne

con gran trionpho


perch quando

CRONISTI

DAI

1.

se partirono

M. Francesco,

fiol

M. Federigo lo marchexe de Mantua che havia tri anni


M. Lanzellotto de Ippoliti; 3. Nicol Terzi, parmesano, al pre,

M. Bernardo da Crema,
ricco e de bon parenM. Redolpho fiol del marchexe de Mantoa; 6. M. Ugode M. Carlo da Gonzaga 7." M. Zoan Lodovigo e M. Zoan

sente camerlengo del nostro

marchexe;

4.

ab antiquo mantoano; e

era prete,

ma

tado;

5.

lotto fiol

si

Francesco fradei

fioi

del fu Filippin

Gonzaga.

II.

Ora nota che


gera in extremis

il

marchexe, over duca M. Borso de Ferrara,

e questo foe

a'

6 de Lujo 1471; e M. Nicola da

Andrea Schivenoglia nacque in Mantova l'anno 1411, e si dilett


giornalmente un memoriale delle cose che mano mano accadevano lo che Incominci a fare l'anno 1443 ,^ e continu fino al 1491 in
cui pare che accadesse la sua morte. Questo manoscritto non venne mai
pubblicato
molte copie in varii tempi ne furono fatte. Siamo debitori a
questo cronista^ scrisse il Volta, di alcune recondite memorie molto dilette(1)

di scrivere

voli ed interessanti.

Ap. Voi. U.

29

DOCUMENTI

226

Este, perch volea essere signor de Ferrara,

M. raarchexe de Mantoa

perch

el

dimand soccorso

al

M. Nicola gera Gol de Ma-

detto

dona Margarita Gonzaga, sorella del marchcxe de Mantoa. E questo

marchexe Nicola da Este i


nome M. Hercule, l'altro
M. Sigismondo. El sior M. lo marchexe de Mantoa mand zirca
diese o dodese mille zernide ai conGn de Ferrara e de Mantoana.
Ma nel momento della andada M. Borso duca de Ferrara meior
un poco, e M. Nicola non volse far altra mossa; e tutti tornorono
fue perch gerano dui altri

fioli

del

quai pure voliano essere signori, uno de

indreto.

IM.

A d 25 di Lujo 1471 M. Nicola da Este, nevodo del sior Io


marchexe de Mantoa, venne a Gonzaga molto in freta, perch
r era morto el duca Borso de Ferrara e perch in Ferrara gera
M. Hercule che volia pur esser Signore. Questo M. Nicola vense
a trovar el duca de Milano et il marchexe de Mantoa e se racomandoe; et el duca mostr de vederlo volontiera, e g promise de
darghe ajuto e de tornarlo signor de Ferrara et el marchexe so
,

barba ghe faxia

le

spese in corte.

Ritrovandose a star in Mantoa M.


tornar signor de Ferrara

nome

Nicol dei

venne un

Ariosli, e port

Nicola
di

un

da

Este, per voler

uno de Ferrara

che avia

vasetto de tossego per

atto-

segar M. Nicola. El detto Ariosti profer a Cesare Pirondi et a so

nome de M. Hercule d'Este,


e subito
M. Nicola. Ma avvenne che se discopr
le
dattorno
trascinato
a d 18 Novembre 1471 fu questo Cesare
guardia;
della
piazze de Mantoa poi fue impiccato sotto la porta
indi fue squartato, e la testa se mise in zima della torre, sovra
una lanza e fue mandato un quarto per ogni porta de Mantoa

fradello Galeazzo, de' grandi regali a


se attossegasse

manzorono la corada e le budella. Fu extimato che sulla


piazza de Mantoa a veder giustiziar quel maledetto
g fossero
e

cani

diese milla persone.

IV.

Messer Nicola da Este se parprimo Settembre 1476


andette
a Ferrara per esser signore de Fertine da Mantoa e se
rara, e fexe la intrata in Ferrara; ma non erano i Vesentini et
i
Bolognesi, come era dato l'ordene, e non possitte ottener la
d

DOCUMENTI
pugna

come

quello che ghera

suxo

che geraiio andati con

M. Nicola fuc
Ferrara
e

intendere.

dato a

preso, e glie fue tagliata la testa


cossi de quelli

227

la

lui

de

scala

ne foe appicali assai

ma

di Mantoani non foe quasi nissuno


perche non ghe n' era andato
nissuno; perch M. Nicola a fare questa intrada non domandoe
,

conscio n adiutorio al sior M. Lodovigo so barba

mandoe

Mantoa

in

navi forono prese, e

sibben do;

et le

peroni imprixonati, e g convenne pagar,

li

maucho, per

chi pi chi

ma

e condusse a Ferrara molte navi grandi

liberarse.

V.

che in questo tempo lo duca de Ferrara co lo


marchese de Mantoa se imparentoe zo el duca de
Ferrara dette una so Gola
che ha nome madonna Isabella , a
M. Francesco, fiolo del marchexe de Mantoa per sua spoxa
el

Nota

1480.

Illustrissimo

qual era de etade de dodese anni

madonna

Isabella de anni nove.

VI.

27 de Aprile 1481,

se

andoe a Ferrara con

forsi

xiva el duca de Ferrara


del

bon amore per

co l'altro.

No

lo

digo altro. In ultra

et el

marchexe

con gran

et altre

secento bocche

qual gera

fatta

una

per

molte navi

che

festa

festa et

fa-

demonstrazione

se poterla dire l'onore che fue fatto a tutti

mente carne de agnello


te

la

marchexe de Mantoa,

parentado che novamente aviano fatto V uno

Ai famei, navaroli e

toani.

signor lo

el

Mantoa con quattro bucentori

se partite da

stette in

balistrieri

Man-

gerano date a manzare sola-

de capretto e vidello
barbareschi de

et ai

padroni

Mantua aviano

Ferrara quattro d, poi vense a

no

palio,

el

Mantoa

triumpho.

VII.

26

de Dcxembre 1476

Sforza duca de Milano.

recepute molte iniurie


zarlo

si

lo

fue

morto

el

conte

Galiazzo

Un Zoan Andrea da Rampugnano, avendo


e dispiaceri dal duca, deliberoe de ammaz-

aramazzoe nella giesa de sancto Stephano nel

sanclo Stephano in Milano. Subito vensero lettere al

de

marchexe de

DOCUMENTI

228
Mantoa

marchexe cavalcoe co' soi soldati e provvisio28 Dexembre e po', a d 30 Dexembre, M. Femarchexe de Mantoa, andoe a Marcarla siccome

e subilo el

nali a

Ganedo

derigo

fiol

del

a d

compagnia a cavallo e a pie. Ora


intendete che el sior marchexe de Mantoa gera d'anni 65, e gera
infermo et essendo a Canedo e no potendo cavalcar se fexe menar
suso una alza e delli volti in una sembuga co' muli che la portava,
a Milano, e li stette parecchi di, tanto che le cose se aggiustassero.
gera soldato del duca

colla soa

Poi tornoe a Mantoa

che tra

duchessa

la

a d 18 Marzo 1477.

et

cognadi

Mantoa

In

se

dixia

mar-

e che al

avia discordia,

si

chexe convenia acquietarli.


Vili.

20 de Settembre 1471

Francesco

M.

Redolpho,

notevole compagnia

et

7000 ducati all' anno


Papa glie promise ducati

avia

anderia a

se partirono

da Mantoa M. Zoan

marchese de Mantoa

del

Roma a
Roma, come

andorono a

e M. Zoan Francesco slette a

el

fioi

visitar el santo

con

Padre;

soldato del papa, et


M. Redolpho tornoe a Mantoa ma
3000 all'anno, e cos per sino che
;

Roma.

d 1.

de Maggio 1477

Lodovigo nella giesa de

S.

presentada a

fue

M.

Pedro, con gran procession

lo
et

marchexe
triumpho,

una rosa che ghe mandelte el Papa Sisto per un cavalero de corte
romana la qual rosa ogn' anno el santo Padre manda al pi digno
;

signor de cristianit. Questa rosa

de valuta de trezento ducati


sento ducati, et una
altri

che fu portada a Mantoa

et fue presentato a

veste de

fue

quel cavalero du-

drappo d'oro longa, de valuta de

dusento.

d 24 de Agosto 1472 gionse a Mantoa el Reverendissimo noMonsignor cardinal de Mantoa e dopo diese d ghe convenne
andar a Viterbo, perch el papa Sisto lo avea electo governator
,

stro

de Viterbo.

IX.

8 de Agosto 1471

qual avia
tuale.

Gera nato a Borgoforte

magistro

fue

fatto

nome monsignor de Savona


de far navi, et avia

et
et

creato

Mantoana et era
nome, innante che

in

papa

Sisto

el

era frate minor conven,

stato Gol de

fosse

un

cardinale,

DOCUiMENTl
Rovere de Savona

luagistro Francesco de la

homo

Fue

in teologia.

229
valente

perch era

non saria

dicto che questo

se no fosse slato el cardinal nostro de Mantoa;


de grande affanno ad ottenerlo perch gerano

stato fatto
el

qual

cardinali che

altri

Papa,

se tolse

voliano esser Papa.

X.

De Maggio 1483,

vense sul Ferrarese

Signoria de Venetia

la

Melara

lo exercilo, et al duca de Ferrara tolse

cum

Castelnovo

et Figarolo. El marchexe de Mantoa era a soldo del duca de Mi-

lano

et ci

Mantoano avia danno

infinito

da soldati che andorouo

da Milan a Ferrara.

Nota che
Ferrara

vinti

Foe

el paese.

Ostilia

el

duca de Milan mandoe zoso a soccorer

galeoni, tra grandi e piccoli;

Castelbersano

Ostilia

1483

del

facto

per passar

quai se fermorono a

e faxiano un gran robbar

un ponte de
le zenti

d'

navi

armi

sopra Po

che

destrugere

per

meggio de

veniano e correvano pel

Veronese.

XI.

Ora

mo

a d 11 Zugno 1478, moritte a ore


marchexe Lodovigo de Mantoa a Goito e
fue tenuto ore 40 su terra morto in Goito come lo avea ordinato
de esser tenuto su terra. Poi se portoe a Mantoa e sepolto ma no
con gran obito perch se aviano poche persone in Mantoa (1) e
intendete

tre de notte el

che,

sior lo

fue portato da

provvisionati e famei, da Goito

Mantoa, dove gera M. Federigo, che

lo fexe

san

sepelir

Pedro in
con debita

reverenzia.

Quel signor M. Lodovigo lass cinque


de nome Paola

de Gorizia. Ecco

che gera promessa muier


i

fioi

del

fioi

maschi e una

al

conte Lionardo

fiola
,

sior

marchexe.

i M. Federigo de anni 39 vel zircha marchexe de Mantoa.


M. Francesco d'anni 37, cardinal de Sancta Maria Nova.
3. M. Zoan Francesco d'anni 35, soldato de papa Xisto.
4. M. Redulpho d'anni 32, soldato de' Fiorentini.
,

2."

5.

M. Lodovigo d'anni 20, prolonola*rio.

Dominava In Mantova feroce pestilenza; per cui, a' 4 di Giugno


1478 , con pubblico editto invitandosi
cittadini ad allontanarsi da
Mantova, onde fuggirne il pericolo, la citt rimase quasi del tulio deserta
(1)

dei

di abitatori.

DOCUMENTI

230

XII.

Dalla Cronaca

MS.

Daino

del

(1).

L'anno 1519, li 29 di Marzo, alle due ore della seguente


r illustrissimo signor Francesco da Gonzaga, quarto marchese di Mantova ritrovandosi infermo
ed avendo lo stesso d
notte,

fatto

suo ultimo testamento

il

in cui institu

porzioni
figliuoli

g' illustri
,

e le

illustri

signore Ippolita e Paola


altri legati in

fatti

sima signora Isabella sua moglie

Ed

della Pusterla.

veduto da tutto

il

suo cadavere

popolo

il

san Francesco

e con tutto

il

fu

il

di velluto

sue Ogliuole nelle

mor nel palazzo presso


,

la

porta

portato in castello perch fosse

giorno seguente

in abito di frate

grande onoriGcenza

clero alla chiesa di detto santo

sone d'assi, coperto

institu in certe

particolare alla illustris-

portato alla sepoltura con

ed

detto Ercole, e Ferdinando suoi

signori Luigi,

loro doti assegnatele; e

di

suo universale erede

illustrissimo signor Federico suo primogenito

e riposto in

un

cas-

nero, nella cappella dei Gonzaga.

XIIL

Dopo

la

morte

dell' illustrissimo

signor Francesco Gonzaga suc-

cesse l'illustrissimo signor Federico, suo primogenito, nel


sato e dominio di

Mantova

il

quale

marche-

4 del mese d'Aprile 1 519,

li

uscito dal castello a cavallo in abito condecente,

and

alla chiesa cat-

tedrale; e stando nauti la porta di detta chiesa in pubblico, con le

debite e solite cerimonie, ricevette lo scettro del dominio nella destra,


datogli dal magniflco M. Sigismondo Folengo

Mantova, rappresentando tutto

Giacomo Daino,

(1)

cittadino

il

popolo

cittadino e

massaro

di

e poi al solito cavalc per

mantovano,

visse

fino

all'anno

1560

avendo carica di nolajo registratore, pot a bell'agio consule da ci trasse


tare gli antichi documenti conservati nell'Archivio Ducale
argomento a scrivere in latino la seguente opera: Series cronologica Capitaneorum, Marchionum ac Ducum Mantuae, ab anno 1368 ad annum 1530.
Avvisa il Volla che a lui dovettero certamente gli Storici posteriori saper
grado raolllssimo per le belle e non fallaci memorie che loro somminl. str
. Quest'opera venne pi lardi tradotta in nostra lingua dal dottor
circa;

ed

Ippolito
s

Castelli,

runa che

prefello

l'altra di

dell'Archivio Ducale, diligenlissimo scrittore:

queste due opere non furono mai pubblicate.

DOCUMENTI
essa citt

andandogli avanti

di detta citt

mano

il

suo famigliare

con

che
la

magnifico M. Tebaldo Ippoliti


a cavallo e con

la

di nobili cittadini

guardia de' soldati stipendiati, e gran

gridava

in

segno

d'

allegrezza

Viva

il

la

nobile

spada nuda nella

tamburi che suona-

destra alzata in alto, con trombetta e

vano, e con una moltitudine


e

231

parimenti a cavallo,

numero

di

popolo

marchese Federico e

casa Gonzaga.

XIV.
Dal Poema MS.

Giovanni Benivolo da Pistole

di

(1).

At qui pr vallo stabant in bella ruentes,

Ut videre Duces, nimia de caede cruentos


Gertatim instaurant pugnami Mars saevit utrinque,
,

Celtiber

Tygri

et

immanior arsa

et foeta

Abditus ignivomum Federici in pectore telum


Dirigit

nimio liquefacta supervolat igni

at

Gianduia liquentis plumbi, dextramque micantis


Altius ingreditur: medias penetrasse medullas
Gredidit infixam

tanto furit

illa

dolore.

XV.

Da una
Gelta ferox
Milite

iscrizione.

Venelus prudens

Aere cavo ignivomis


Fuiminis

in

Helvetlus atrox

fossa, bic

bombis,

pila ferrea concita

morem moenia

Defensor Federicus adest

Hic

Ticinum cinxerat innumcro.

diruerat.

Gonzaga secundus

valium, solus hic agger

Ergo

erat.

servati tanto Duci


Io ! ingcminamus
Et Mariae hostiles ponimus hos globules
,

M. Equicolae

in obsidione

Papiae IV idus Apr.

(2).

MDXXII

votum.

(1)

tolato:

Giovanni

Benevoli

vanni aveva avuto carica


(2)

Nel

maro dove

d'artiglieria.

nel

visse

Gonzagium monumentum
di

XVI

secolo, e scrisse un

che Inedito rimase

in

Pesaro,

poema

inti-

dove Gio-

arcidiacono della cattedrale.

infltta la lapide

furono poste allora alcune palle

DOCUMENTI

232

XVI.
Dalla Cronaca

tr

25 Marzo 1530, che

11

MS.

del Daino.

deirAnnunciazione,

fu la festa

Serenissimo Carlo, imperatore, nella

il

Pradella

la porta della

pitani e soldati
cittadini eletti

un baldacchino

di

en-

.Mantova,

per

con

ber-

delle vesti imperiali,

la

cardinali, precedendogli molti valorosi ca-

e subito in queir ingresso cinquanta nobili giovani

vestito

due

retta, a cavallo, fra

citt

tutti

a piedi,

vestiti di seta

di raso bianco

coi detti

bianca, l'accolsero sotto

due cardinali a pari

San Pietro, seguito


smont
ed entrato in
da molta nobilt a cavallo ove giunto
chiesa
prese i! perdono ed indi escito entr nel castello di Manl'accompagnarono sino

alla chiesa cattedrale di


,

tova, apparecchiato e fornito per sua abitazione.


Gli otto del seguente

stando nel castello

di

mese d'Aprile,

Mantova

detto Serenissimo Carlo

il

per suo particolare privilegio e

V,
di

Mantova in ducato; creando detto Illustrissimo Signor Federico, primo duca di


Mantova con tutti
suoi legittimi discendenti in perpetuo, come
appare dal privilegio sottoscritto di sua mano sigillato col bollo
autorit imperiale

eresse

il

detto Marchesato di

d'oro pendente.

XVII.

L'

anno 1540

li

28

di

Giugno

ed un quarto,

l'illustrissimo

duca

di

fatto

prima

xManlova
il

in

signor

lunedi

alle

ritrovandosi infermo nel palazzo di

suo ultimo testamento

ore

sedici

Federico Gonzaga,

primo

Marrairolo

pass da questa

vita. Il

suo

Mantova ed esposto al pubblico,


e questo fu
vestito di panno berrettino da frate di San Francesco
il di seguente, che venne ad essere la festa di San Pietro apostolo;
la sera del qual giorno fu onorevolissimamente con tutto il clero
cadavere fu portato nel castello

di

portato a seppellire nel monastero di Santa Paola, dove era


sepolto

madre.

il

corpo della illustrissima signora Isabella da

stalo

Este, sua

DOCUMENTI

233

XVIII.

MS.

Dall'Opera

L'Amedei, valendosi

Comparve a Mantova,

nostro marchese. Viddersi in

promessa dieci anni

sposa

fa al

congiuntura ricchi apparati per

tale

strade, con ingegnose rappresentazioni delli sette pianeti celesti,

ed altrettanti fanciulletti
dite poesie italiane

felicitando gli sposi novelli.

seconda sul ponte

drea

quarta

la

all'

da angioli

vestiti

di

S.

Francesco Secco, sul borgo


Iacopo

fecesi dirimdi Pradella;

la terza alla piazzetta di S.

ingresso sulla piazza

gresso a detto castello

Pietro

S.
;

la

la

sesta al ponte d' in-

da quel medesimo fanciullo, tramutato

che aveva parlato sul borgo

Le

torneamenti durarono tre giorni.

di

Pradella.

tavole

Le

giostre ed

imbandite per

merosa

foresteria

vaghe

per le artificiose macchine di zucchero figuranti

stelli

An-

quinta al

e la settima al piede dello scalone di detto

castello; la quale fu recitata


,

quali recitarono eru-

La prima rappresentazione

portone per entrare nel prato del castello

di vesti

accompagnati da armoniosi musicali concerti,

petto alla casa del cavaliere


la

cos

giorno 15 Febbrajo 14.90, entrando per

il

porla Pradella, Isabella Estense,

le

una Cronaca antica,

del raccoDto di

distesamente scrisse di quelle nozze


<T

dell'Amedei.

durarono otto giorni

nu-

la

sempre nuove e sempre


citt

ca-

animali e cose simili. Le danze poi e le veglie durarono fino

Le quali particolarit io ho raccolte


un anonimo manoscritto che a lungo le descrive.

Questa sposa fu accompagnata per il Po fino a Mantova dal di lui padre e madre e dal fratello
e a decorare tali
nozze comparvero gli ambasciatori del papa, dell'imperatore, quelli
delli due re di Francia e di Napoli; e di Venezia, Firenze, Pisa,
Cenova e Milano e d' altri signori d'Italia, mandati a congratularsi
all'ultima notte del carnevale.

in

col

marchese Francesco, giovine

d'

aspetto maestoso, con ispaziosa

fronte, occhi vivaci, e bella capigliatura; essendo Isabella anch'essa


lei

pi avvenente fanciulla che dir

Ap. Voi.

II.

si

potesse

30

DOCUMENTI

234

XIX.

MS.

Dalla Cronaca

L' anno 1525


antico stile

essendo

celebra in

si

I'

anno

Roma

strissima signora Isabella

del Daino.

del generale

ad

Estense

giubileo

che per

venticinque anni,

ogni

Gonzaga, marchesana

tova, deliber di andarvi per pigliare quel santo giubileo.


il

Reverendissimo ed

figliuolo

illustrissima

sommo

molte

da

andasse a

signora Isabella

impetrare dal
rentino

giudicato

fu

Roma

suo

e gi fatto pro-

perpetuo e legttimo amministratore

Mantova

di

illu-

Man-

perch

Hercole

detto

era dedicato alla religione ecclesiastica

tonotario apostolico,

scovato

Luigi

signor

illustre

l'

di

del ve-

che

persone

detta

procurare ed

per

pontefice Clemente VII, di casa Medici, fio-

che creasse cardinale

detto

Reverendissimo ed

illustre

signor Hercole suo figliuolo. Cos dunque detta illustrissima signora

marchesana Isabella
con tutta la sua famiglia della quale ne
mand una parte innanzi ad apparecchiare l'abitazione ed a for,

nirla delle cose necessarie

Febbrajo

Ravenna

di detto
,

ed

part di

anno 1525

indi a cavallo

Mantova verso

alla volta di

Roma

sino a quella

alma

il

principio di

in

nave sino a

citt

nel qual

viaggio le fu recata nuova della prigionia del Serenissimo Francesco


re di Francia

seguita

mentr' egli con grosso esercito teneva as-

sediata la citt di Pavia, preso dalle genti del Serenissimo Carlo

Romani, imperatore, che difendevano detta citt e questo fu


li 24 di detto mese
dicendosi che
la festa di S. Matteo apostolo
in simil giorno nacque detto Serenissimo Carlo imperatore, l'anno 1500. Gionta detta illustrissima signora Isabella in Roma con
re de'

tutta la sua famiglia

alberg nel palazzo

dell' illustrissimo

signor

duca d'Urbino, suo genero, vicino alla chiesa di Santa Maria in


Via lata, gi apparecchiatole e fornitole del bisogno. Giunse a

tempo, sicch

la

settimana Santa vidde ad aprire

il

santo giubileo,

e pigli quell'indulgenza plenaria, insieme con tutta la sua famiglia.

Essendo poi

stata, da sei o sette

mesi,

di abitazione in detto

una parte di sua famiglia, e conducendo seco


r altra pi nobile e le sue compagne ; and ad abitare nel palazzo
della chiesa de' SS. Apostoli
non molto distante da quello che era
palazzo, lasciata

ivi

DOCUMENTI
del

235

Reverendissimo ed illustrissimo signor Cardinale Colonna; quale

era mollo pi spazioso ed onorevole, con migliori stanze e loggie e

con un bel giardino tutto chiuso e segreto. Avvenne in questo tempo

che

4 del mese

li

Ottobre 1525

di

dissimo Cardinale Sigismondo

fermalo nel vescovato


questo anno, n

Nello stesso tempo

<r

l'

Mantova

in

Mantova dal papa

di

quale n anco per

il

Reveren-

il

che fu con-

mai crearlo cardinale.


illustrissimo signor Duca di Borbone fran-

seguente 1526

il

mor

zio del signor Ercole

volle

cese, nato dalla illustrissima signora Clara, figlia dell'illustrissimo

signor Federigo Gonzaga

pitano generale del detto


esercito di Tedeschi

Roma, per

Clemente

andava

e suoi amici

Angelo

che fu in domenica

il

mand

la berretta

per

il

rossa

di

signor Ercole suo figliuolo


illustrissima

signora

de' SS. Apostoli

da

Isabella

quelle fornite di soldati che

lo

sommo

pon-

la

sua

altri nobili ro-

5 di Maggio del 1527;

li

Gonzaga

signora

mandasse poi

la
lui

le

Ma

gi detta

palazzo

in detto

tutte le porte e finestre

guardassero

sua famiglia con tutte

Reverendissimo

al

fortificata

murare

Sabbio-

di

Isabella sino al

creato cardinale.

era

si

e aveva fatto

il

con tutta

Reverendissimo signore Cardinale

all'illustrissima

suo palazzo ove abitava, acci

tutta la

un grande

alla volta

S. Spirito,

Pizzino, figlio dell' illustrissimo signor Lodovico


netta

allora ca-

con

con molti cardinali e prelati ed

nel qual giorno

Borgo

di

ridusse in castello S.

si

corte e famiglia

mani

Spagnuoli ed Italiani

Mantova

di

Carlo

quella soggiogare e prendere; ed essendovi approssimato

con tutto l'esercito dalla parte


tefice

marchese

terzo

Serenissimo

cose

sue

dove

ritir in

ricev anco

vi

salvo
il

Magnifico M. Domenico Venier, ambasciatore de' Veneziani, e molti


nobili

romani

avendo avuta certa e ferma speranza dal detto

lustrissimo signor

Duca

Borbone e

di

dell' illustrissimo

il-

signor Fer-

rante suo figliuolo, anch'egli capitano indetto esercito, e da molti


altri capitani

suoi amici

che nella

dessero almeno per due ore


darle soccorso, e

1'

seguente

presa di detta citt

che

diffen-

le cose

sue

concios-

doveva essere saccheggiata e depredata.

citt

fu

si

che sarebbero andati senza dubbio a

avrebbero salvata con tutte

siach tutta quella


Il

il

luned

li

6 di Maggio

la

mattina per

tempo, essendosi il signor Duca di Bortone presentato con tutto


r esercito a detta porta di S. Spirito e postosi a piedi , avendo con
gli altri

pedoni assalita

detta porta

e data la scalata

alle

mura

DOCUMENTI

236
salendo ailegramcnle

mente

quelli

soldati per forza

li

simo signor Duca di Borbone


onde cadde per terra

fianco

suoi

che con

acci non fosse veduto dagli

dunque

S. Spirito

ed entrorono nella

un luogo

in
,

conforme

e saccheggiando

il

per forza

citt

Finalmente

Roma

alle

dov' era

ed

rese a patti

detta

taglia

eh' era

esercito, che solo a piedi

al detto

il

papa

che

cinque

di

fu

il

mura

caso della presa di

a poco venne

Apostoli

fu

palazzo con

Roma

mato Giovanni

signor Conte Alesin detto

Italiani

dov' era

l'

illustrissima

signora

bastone alligatovi

il

che

si

narr

Duca Borbone. Indi


Don Alfonso
ordinato dal Duca Borbone,

e della morte del

un

il

certo gran

appresso

figlio dell' illustrissima

citt di

cheggiata

di

intrepidamente venne

dell' illustrissima

con alcuni suoi compagni

Vennevi poi
,

il

per una fune mandata gi

un

sendogli cos stato

e al d seguente venne pure

misera

ed

giorni

a detto palazzo l'illustrissimo signor

capitano spagnuolo

Gonzaga

illeso

d'oro. Quel

mille scudi
il

pochi

fra

poi

testa nel cimiero,

palazzo de' SS.

di detto

Isabella

sotto le ascelle de' bracci, levato in alto e tolto dentro; e

lazzo.

di

fu presa detta

ne rest altro

capitano de' pedoni

dove subito riconosciuto

primo

signora Camilla sua sorella in compagnia

dall' alte

ponte

il

armato con una piccola bandiruola

ermesino bianco e negro, in


correndo

illustrissima signora

presa

la citt fu

sandro di Nuvolara

mise

di

costume mi-

ed in Trastevere per

ore venti di detto giorno

Angelo dov' era

giorno stesso che

Isabella

al

scorsa e saccheggiata, e molti di que' cittadini ed

palazzo

castello di S.
si

Combattendo

sicuro.

presero per forza detto borgo

abitanti presi per forza e taglia, e molti uccisi

che

drappi

certi

in

perdessero di animo,

si

che fu preso per forza a sangue e con grande mortalit

di genti.
citt di

onde non

senza alcuno intervallo di tempo, andorono in altro luogo

litare; e

S. Sisto

fu drizzato in piedi dai

subito

e cos fu involto

altri

virilmente

ammazzando

ma

vittoriosa-

detto illustris-

il

archibugiata in un

una

fu ferito d'
,

fu riposto

detti soldati

ecco che

che erano presenti dissero ch'era niente

altri soldati

e che seguitassero la vittoria

ed indi portalo via

e rispingendo

mura

che difendevano dette

Roma

capitano tedesco chia-

per diffesa

l'illustrissimo

di detto

signor

pa-

Ferrante

signora marchesana Isabella.

La

fu per otto giorni continui depredata e sac-

che non sarebbe accaduto pi d'un giorno, se fosse

vissuto detto illustrissimo signor

Duca

di

Borbone. Finalmente

DOCUMENTI
nobili ed altri

(ud quei

convenne pagare a

che

si

erano

237

una grossa

detti soldati

ed

il

tumulto

il

miglia fu sicura

Tevere, ed

illustrissima

detta

conflitto e strage,

signora

Isabella e sua fa-

alle navi

assieme l'ambasciatore de' Veneziani

perch non fosse conosciuto

da facchino

nella nave.

La

per esso fiume

detta illustrissima signora


alla citt

d'Ostia

perch

dopo quel

ed onorevolmente condotta

sua

Isabella e la

suddetto signor ambasciatore dei Veneziani

fu tenuto nascosto. Dodici giorni circa


cessato

60,000 scudi

taglia di

d*oro; n and escnle altro che la marchesana


famiglia

palazzo

in detto

salvati

il

nel fiume

che fu vestito

quale poi fu nascosto

Marchesana

si

condusse

poi per la via di terra part

Ostia a cavallo col detto ambasciatore Veneziano

da

prima and a

Cittavecchia, poi ad Urbino, per visitar l'illustrissima signora Eleo-

Duca d'Urbino, dove

nora, sua figlia, moglie del

si

ferm quattro

giorni; e poi cavalc sino a Ferrara, per visitar l'illustrissimo Alfonso

Duca suo
in

fratello. Ivi

ancora fermossi per quattro giorni, poi

nave e venne su per Po verso Mantova

ricev

l'

si

mise

e gionta a Governolo,

incontro del Reverendissimo signor Ercole creato cardinale,

madre mise con propria mano


Papa Clemente VII. D'indi, salili
in nave, pel fiume Mincio navigando
gionsero in Mantova
donde
sano e salvo il detto Magnifico Messer Domenico Venier, ambasciaa cui la detta signora Isabella sua
la

berretta rossa mandatagli da

tore de' Veneziani

a Verona

part senza

Venezia

indi a

n anco dire addio, e se ne pass

XX.
L'

anno

1539

li

13

Febbrajo

di

quarto della seguente notte, mor


d'Este, moglie

dell' illustrissimo

quarto Marchese di Mantova


sepolta nel monastero delle

Mantova

sotto

il

titolo

alle

quattro

ore

ed

un

signora Isabella

l'illustrissima

signor Francesco da Gonzaga, gi

in corte vecchia

venerabili

monache

dei corpo di Cristo

e fu onorevolmente
di

dell'

Santa Paola

di

ordine de' Minori

osservanti di S. Francesco; essendo ancora vivi tutti

li

suoi figliuoli.

DOCUMENTI

238

DOCOMENTI CHE

RIFERISCONO ALLE COSE SUCCESSE

SI

IN ITALIA

dall'anno 1500 AL 1529.

XXI.

Duca

Lettera del

Ferrara a Benedetto de Brucis.

di

Da Ferrara,
Dux

Ferrariae

a'

13 Aprile 1500.

etc.

Dileclissime nosler. Per la tua litlera

del die de hieri haveaio

adviso che mi hai dato de la roptura e presa del signor

inteso lo

Duca de Milano

secundo

(1),

ha havuto quello illustrissimo

che

signor marchese. Rengralierai Sua Signoria de


farai intendere

li

che

havemo etiam haute

me

all'hora

lettere del capitano

medesimo

quale

il

habia

le particularil del

significa

il

Egregio

me

sua

et alla gratia

et

et praestanti civi

sommamente grato
momento et importantia che

nostro Ferrariae

Mantuae

dilect.

le

signor Marchese

il

offerirai. Ferrariae, xiii aprilis

de Brucys massario gabell.

et

tua lettera,

de Regio, per

nostro

quando

la

successo, mi sera

tenderle, per esser questa nova del

comunicatione,

la

medesima che gionta

in-

la

1500.

Benedicto

cito.

XXII.
Galeazzo

Cavriani al Marchese di Mantova,


ai

Illustrissimo

un mio

la inclusa copia

(1)

Lodovico

condottolo
dieci

et

intrinseco

mori

anni

ambizione

il

a Berr

excellentissimo signor mio

amico da

Moro, che
lo

la

allora cadde prigione

pagando

in

dell'

Da

che per debito

dei Francesi

qaali,

e quivi dopo
Loches
tal modo assai cara la pena di sua smodata
aver chiamato in Italia le armi straniere, con

chiusero entro

e soprattutto

singularissimo.

parte di l sono advisato corno per

vedere Vostra Excellenza

potr

Da Canetto

22 Giugno 1500.

grave danno dei suoi nazionali.

al castello di

DOCUMENTI
lY

mandarla a quella a ci ne pigliare quello succo gli


cui bona gratia sempre me raccomando. Caneti

parso

parer
XXII

239

et alla

1500.

(unii

E. IH. D. V.
Fidelis scrvilor Galeaz. Gaprianus.

Copia alligata.

me

Illme. Dne. hon. El mercored passato

sono agionto qua. Per darvi adviso de

Pasqua se part da Milano

signor Aschanio

el

parli'

nove

le

da Milan

hozi

marted de

di l, ci

Monsignor de Ro-

vano(t), M. Lodovico Borromeo, M. Marchesio, M. lac. Trivultio, la

mogiicre

et

quatro oratori
del re de

el

Moro

Imperator
del re d*

quali

tuta la soa roba, e

e tutti son andati in

dell'

Spagna

re de Napoli

cum

figliolo

il

tilhomini milanesi

lo

dove se retrovano
quello

de lo duca de Borgogna

del

ala Maest del re de Franza

sia

damno

reintegrato d'ogni

ambassator del Turcho

Ongaria

domandeno

una quantit de gen-

Franza

La

captura sua.

receputo ala

prefata Maest Regia ha facto convocar el parlamento de Parisi

cum

dimanda dominica proxima se fa consiglio. Da Agranopoli sono anchora arivate 600 lanze franzese
le
li quali
quali sono tra Lodi e Milano e 4000 Normandi
sono al
e sono arivate 35 bandiere de Todeschi: s
contrasto de Belinzona
le

ambaxerie

et sopra tale

che ciaschuno

2000

guastadori

che guarda verso


nauti

quali fanno

li

piaza

la

a dieta fossa

Milano

li

paura

sta in

Apresso

et

Milano

una

se

retrovano

fossa al rivelino del

quale larga

fanno tre bastioni


et

presente

al

fuge fora tutte

brazi

che

le

50

per

castello

cava 20

questo

luto

robe.

uno don Marco de Anzola da Roma


dove dice esser gionta una grossa armata

hozi venuto

quale stato a Napoli


de Turchi

In

forte.

fa

si

ma

non se sa dove vada:

Roma

se

tiene ch'el

Pontefice sia voltato.

Praeterea

havemo per
cio,

(1)

de'

Land

per homini digni de fede che

certo

il

sul

li

Cardinale Asca n io Sforza

Piacentino,

ges.

fu da questi

Monsignor

sao governatore

il

al re di

Francia con

altri

Rovano

in Italia.

poi era stato spedito

ma cum

quale fuggito a Rivolta

castello

vi

stan-

gentiluomini mila-

per mollo tempo tenuto prigione entro


di

quivi fu colto dall(x milizie venete che

ziavano, e dipoi, consegnato


nesi,

veneno de Lusana

Franziosi essersi acampati a Sarzana

la

torre di

Bor-

dal re di

Francia

come

DOCUMENTI

240
suo damno non pocho;

modo che

in

Savemo

a questa hora.

chasso

(1),

poi dal barbero dell'

come

tutti

retrovano in Milano; e attesta esser


al castello

mente

el

de Milano

Moro

le loro

robe

e similmente quelli Francesi se


il

vero de quelle fosse se fanno

che indubitata-

et

se aspetta a Milano.

subgiunse uno che vene da Cremona

Ieri sera

da Milano,

et le altre predicte cose

2000

nostro signor Fra-

mandano

Triulzeschi

li

Pranza

e prestamente in Asto e in

se ne ritrovano

ili.

cum mi venendo

qual zobia de sera alogi

e parla de veduta:

Sarzana e Sarzancllo v'ha

fra

campo:

parte la peste, quale intrata in loro

quale parla per

hanno questo da la fonte


corno la Serenissima Maest del re de Pranza ha mandato legato
a la Signoria de Venetia che necessario restituischano Cremona
perche dotale
et che comanda se restituischa.
Il signor
Fracasso era a le strette in San Marco; per lo suo appozo, venerd
bocha de homini digni

fede et che

di

el sior

gli mand
modo havesse

M. Galiazo Sanseverino

nato barbero, che per ogni

a dire per el

prenomi-

patientato per otto zorni.

XXIII.

Da Ferrara

Bernardo Masoni al Marchese di Mantova.


ai

Illustrissimo et excellentissimo signor patrone mio.

mendationem.

oblatione ec.

ogni giorno mi tiene in pratica di

Lo amico che a

quanto ha promisso

semper

lenza

el

et io

5 Luglio 1500.

che

suo volere

Vostra

sum

Excellenza

Post coquella

fece

volere exeguire

desideroso che Vostra Excel-

sia satisfata

solicito

di essere

expe-

tamen per il tardare qualche fiata non trova


che V. S. pigliasse ne la mente sua qualche disturbo per la qual
cosa scrivendo, dico a quella che quando lo amico non mi spazi
dito per fare ritorno

cum

effecto fra giorni sei

Mantova.

Ma

ben

o sette

certifico quella

canto mio in cosa alchuna

al
,

perch

pi, e

eh' io

io

ritornar

non bar

sia servita

drito

mancato dal

Vostra Illustrissima

Signoria.

(1)

ziani

Fracasso Sanseverino,

morto era

figliuolo a

in battaglia ne!

1487.

Roberto, che, generale dei Vene-

DOCUMENTI
Per un'altra mia ho scripto a V.

non

io

'1

papa messo

Napoli,

col re di

cagione per

la

subito spaciato. Di novo qui a Ferrara se

fui

firma che

S.

241

in liga e confederatione col re di

imperatore

coli'

Se cus

(1).

fia

quale

la

dice et

bisogner che

Fiorentini anchor essi voltino ale dispositione de la predetta

per

quale potr succedere

la

la afflictione di

questa nova ho avuto per bocha di uno

af-

Spagna,
li

liga

qualch' altra Signoria:

magnate

Ferrara.

El

caso del papa non scrivo, et nec etiara de la battaglia de Pisa

(2);

ch'io

di

mi rendo certo che V. S. ne sia da altri facta chiara: a la


la qual sempre divotamente me raccomando. Fer-

bona gratia de
rara

1500.

lulii

E.

111.

D. V.
Servitor optimus Bernardinus Mazonus.

meo

[Direzione] Illmo. Ex. Dno. ac D.

MaDtuae

singular. D. Marchioni

cito et Gdeliter.

XXIV.
Silvestro

Calandra

al

Marchese

di

Mantova.

Da

Urbino

ai 21 di Ottobre 1500.

Illustrissimo signor mio.

nove che se ha
giorni M.

quaranta

et

havendo

Codegnola tractato

capitulato insieme

com per

capi tuli intender la S. V.

alcuna

ci che la S. V.

sii

per la parte mia intender

Hercule Benlivolio
cavalli

tendoli di

qua

di

si

lui

lo
la

advisata
,

de le

che de questi

Pesaro cum trenta o


cum M. Gregorio di Atcum el castellano hanno

intrato in

insieme

acordo

qui inclusa copia extracta da essi

dove altramente non ne tochar parte

rimettendomi ad essa copia

(3).

(1) La notizia qui accennata, che il papa allontanalo si fosse dalla lega
o fu sparsa ad arte; mentre, ardendo di
con Francia, o fu mal fondata
volont Alessandro VI ponleflce di conquistare la Romagna , molto stretto
si tenne ai Francesi
dai quali ebbe soccorso di genti per ajutare il duca
,

Valentino suo figliuolo


(2)

di Pisa

che

gli

Combatterono

in quelle
I

per ricuperare
assedianli

inique imprese con cui

afflisse lo

stato.

Fiorentini, collegali alle armi francesi, sotto le


la citt

furono costretti

mura

ma

questa v] oppose cosi ostinala difesa


con loro vergogna ad abbandonare l' im-

presa.
(3) La copia indicata non trovasi unita alla lettera. Le notizie poi cosi
minutamente descritte da questo e dagli altri due documenti che seguono,

Ap. Voi.

II.

31

DOCUMENTI

242
El se ha qui

cum

che questa sera

duca Valentino ariva a Fano

el

cavalli legeri, et domattina va a disenare a Pesaro

li

de

el resto

gente

la

agionte a Posato

che se

le genti

li

va

el

seguitando

hanno sachegiato

lo

per certo

et tutti

questo medesimo dubita de

castelli

li

dove haveranno a passare;

Duca ha promesso de dare Pesaro

eh' el

lutto

quale essendo

arso et tagliale a peze tutte

trovavano dentro.

non venire Sassoferato


et se dice

arme

d'

saccho a le sue gente d'arme.

Le

artiglierie

dare a quelli

dure

soi

sono ad Eugubio

et trecento bestie

et

bisogna eh'

el

Duca

gli facia

homini ducento para de bovi per adiutarle a con-

et quello g bisogna

cum

da soma

medesimo

el

li

sachi per portare victualie

fa Caglio

et

necessario che

se g diano, sin tanto scrano gioso del tenorio suo.

Qui se ha aviso, com posso intendere, eh' el Duca Valentino


ha gran praticha dentro de Faenza et puncto non se dubita che
;

giorno eh'
la

bavera

ce sia

el

far la

che

el

di

buono loco,

che senza botte de artigliarla

et

lui.

Ho

expedito che sia da Faenza

parlato col signor

le feste

de Natale,

summa

Duca

me ha

Duca

el

del venire de

in-

crede per

ha dehberato de

madonna Duchessa

che habia

la

che

mandare

voglia

la copia

de

la

la peste

el debito

mio, facio

grandissima anchora. Ricevuto

domando

a la prefala S. V;, et non parendo


qua cum sua buona licentia me
Raccomandandome in bona gratia de la S. V.

copia che

a quella che habbia

drizar verso casa.

facte

che ha havuto madonna Duchessa, che

bavero de singular gratia de quella. Per fare


,

a star qualche giorno. Prego la

Madama, me

de' dinari et zoglie

intendere alla S. V.

Urbini

se

risposto eh' molto conlenta che

ce vengha

la

E. V. che, per contento de

pi

Anchora

indubitatamente

impresa de Bologna.

Manlua. Sua Signoria

lo

campo

perch g ha una parte eh' per

tendo, et se ha
certo

cum

a star

21 Octobris 1500.

Fidelis servitor Silvester de la Calandra.

Direzione

Mantuae.

ci

pajono

Muratori

lllmo. Princ. et

qualche

di
,

Miltatur
n

Ex. Dno. meo observ. Dno. March.

per postas cito

rnporlaDza

per quanto sappiamo

cito

cito.

per non essere


,

da

slate ricordate

altri storici.

n dal

DOCUMENTI

243

XXV.
Calandra al Marchese di Mantova.

Silvestro

Da

Urbino

a'2k di Ottobre 1500.


due

Illustrissimo signor mio. Heri sera a bore

qui M. Galeazzo. Hozi se aspecta la

Zoanne

cum

Hanno

(1).

tigliarie s

matre et
robbe sue

caricato tutte le

come de

de bronzo

ferro

di nocte gionse

excepto che

che son rimasto

Duca de pagargeli per quello scranno stimate

el

pagha grani

et altre monitioni

signor

la figlia del

le ar-

accordo

d'

et cossi se

vvere. Gi inviato

pertinenti al

uno governatore in Palazo, et posto un novo castellano spagnuolo


date a
in roccha. M. Galeazzo ha havuto nuove dal fratello (2)
Ravcna che lui se driza verso Venetia; et che pi presto che '1 po',
gli vada dreto
ben che prima havesse deliberato venire a Mantua.
11 Duca d' Urbino ha mandato M. Angelo da Caglio da Valentino
,

recomandarge san Lorenzo,

ch

li

Ghe ha

risposto, che questo

per compiacerli

lo faceva

eh' del

modo erano

Baioni in ogni

non

ma

gli

Conte Octaviano

soliciti

(3);

per-

de metterlo a saccho.

gi sua intentione

che solum

faria tale provesione

che sera

Anchora g ha raccomandato le
pene de san Marino: risponde che, n a san Marino n in alcuno
securo et senza lesione

altro luoco che

che siano
bavera

offesi

alcuna.

habbia dependentia da Sua Signoria no' comportar


n molestati

in protetione,

per

anzi

amore

et

scranno

reguardati

et

gli

respecto de la predetta Si-

gnoria Sua.

(1)

Giovanni Sforza, signore di Pesaro, vedendo di non poter contrabuon grado cedette il dominio al Valentino, afdall' opporvisi , non derivasse danno ai suoi sudditi. Il quale Giovanni

stare all'esercito inimico, di


flncti,

siccome slato era marito a Lucrezia Borgia, figliuola


Papa Alessandro, che per fini indiretti nell'anno 1497 disciolse quel matrimonio.
(2) Le parole in corsivo accennano la spiegazione, fatta da chi ricevette
la lettera
di alcune cifre che nell'originale rilevansi di mano dello stesso
Calandra.

le quali citt gi erano


(3) Ottaviano Riario signore di Forl e d' Imola
per essergli
stale concedute al Conte Girolamo suo padre da Papa Sisto

era cognato ai Valentino

di

questi nepole; e di cui divenne erede Ottaviano, allorch nel 1488, Girolamo,
pei malvagi ed empii costumi

fu ucciso dal popolo.

DOCUMENTI

244

Aprcsso a questo ha riportato,

Faenza

perch

sera facile,

li

fin

spera che

che

impresa de

la

qui ha una gran parte de la vai

Lamona

a sua posta, per mezzo de Dionisio Bresighello et lui


Vasconi che son dentro da Imola a suo comando ;
cinquecento
d
g
et per questo se tiene che li perder poco tempo.
Anchora per questo messo se aJQ5rma,che eseguita la impresa
de

sopradlcta

omnino

vole

vere tante lettere

che spera a

li

clesiastica

tutti

se

et

M, Zoanne

et de

fare la impresa de Bologna

scripture

modi

del

et

modo

de redurla a

Fiorentini

ha-

la

s,

devotione ec-

figliuoli (1).

Facto questo, delibera mandare


dei

et dice

homini bolognesi appresso de

che sera non senza perculo grande de

dubita

li

et lui se

animo cum speranza de

fa

li

a borgo

gagliardo

et

danno

andar de buono

voi

li

fare la vendetta del fratello.

al Duca de Ferrara
se li vole dare
Lugo et Bagnacavallo che sono de la ragione spedante alla Giesia,
per amore et non volendo delibera volerli per forza et qualche

Valentinois fa intendere

altra cosa pi ultra. In questa sera l' venuto

uno messo da Pe-

saro, quale dice che non hanno potuto accordarse de le artigliarle,


et

che se n' caricata una gran parte che se ne va via:

el

resto,

El g arrivato dentro ottocento fanti gli cominzano gi a darli de l fanti che meritano per la fidelt sua; et

tutta volta se innava.

fanno tutto quello g pare

ponno

stare

sono rose

li

che alogia dove

caziano de fuori. Questo che

veniranno poi alle fructe

pare

li

li

non

et chi

li

vien facto al presente

da mattina g intra dentro

Valentinois: tutto quello che seguir, ne dar fidel aviso all'Eccellenza Vostra.

Rimino per niente voleno acceptare dentro ninno


loro non se teneno securi fin qui.
Hozi la illustrissima M. Duchessa stata a veder passare le araciotigliarie
et io anchora ho facto compagnia a Sua Signoria
che ne possa render buon conto a la Eccellentia Vostra. Prima, hanno
trenta carri cum li cassoni grandi, che chadauno tirato da cinque
Quelli de

fuorauscito, perch anchora

da

sei

pieno

para de bestie tra bufali e bovi:

mezo

di polvere e

minore de quella de

(1)
il

la

mezo de

et la

balotte.

Eccellenza Vostra,

Giovanni Benlivoglio

et

mitade de ciaschuno

G
sei

son due colubrine


canoni grossi

com

da' Bolognesi tenuto in conto di loro Signore

qaale l'anno 1306 fu cacciato da Giulio II pontefice.

245

DOCUiMENTI
sono quelli de
li

quali g ne

la

non

pi longo

et

lutti

sedecc tra sacri et falconetti. Vitelozo


altri

ma

predicla Eccellenza Vostra,

uno pi grosso de

longhi; tra

el

resto sono

quello le guida cuin dui

si

conducteri, et in questa sera alogiano a Fosimbruno:

none che scrivo a

non trae se non baloita de

per hora

pietra. Altro

di

in

giorno succeder

Valentino

ne dar

me

novo non

giorno

Duca tien
del Duca
andamenti de Sua

adviso a quella. El

fidcl

M, Alexandro da Perusia

nel

per esser de continuo advisato de

Non cessar anchora

Signoria.

altri,

li

accade advisare a la Eccellenza Vostra. Tutto quel che di

de continuo uno

ca-

el

Eccellenza Vostra eh' pi grosso de

la

li

de darne

io

campo

predecta

a viso a la

Eccellenza Vostra.

Restami solamente per parte de


divotamente suplicare a
ogni

mai

altre
la

la

che

scripture

la

M. Duchessa

illustrissima

de quelle lettere et

Eccellenza Vostra

dimanda Sua Signoria

desiderasse de farli piacere alcuno

a quella

et se

g la voglia far haver

Zoan da Pesaro molto


Sua Signoria cercha questo
et li renunlia

pi presto che sia possibile. // signor

che

contentissimo

ogni scriptura et ragione sue


presto questo da

che prego

la

Valentino

et

et

meglio

che

sera

lei

habia pi

certa che la obtiner da

Eccellenza Vostra che

per contento de

lui

Madama

la

g la voglia mandar a posta che li far singulare piacere. Et in


bona gralia de la Eccellenza Vostra sempre mi raccomando.
,

Urbini, xxiiij Octobris

MD.
Fidelis servitor Silvester de la Calandra.

Direzione

March. Mantuae.

III.

Pron. et

Ex.

Dno.

meo

Dno.

Miltatur per postas cito

cito

Dno.

singul.
citissime.

XXVI.
Silvestro

Calandra al Marchese di Mantova.


il 26 di Novembre 1500.

Illustrissimo signor mio.

de Bologna

Bench

me

Da Fossombrone

i^nda certo che per

la via

Eccellenza Vostra debbia intendere li progressi del


Duca Valentino , nientedimeno non restar che cum questa non li
avisi quello che se ha de qua. Quella veder per la qui inclusa
la

,
,

DOCUMENTI

246

campo

copia quanto fin bora, da po' ch'el


Io inizio

hanno

facto in

scriva che dal canto suo

non

d causa de presumere che


et

cum magiorc

dare

volerli

sia

li

s'

aproximato a Faenza,

battaglia

la

bench

et

cum magiore

cosa sia stata

la

intravenuto altro male

lui

me

periculo

Ha

detrimento dal canto suo che lui non scrive.

mandato a dimandare al Duca che li voglia mandare cento muli


da soma per condurre victualie in campo, ben a sue spese, perch
g ne hanno gran penuria. Tutte le artigliarle che erano dentro
de Pesaro el Duca le ha facte condurre tutte a Faenza che sono
una buona quantit.
Qui se ha, com li oratori de la Cesarea Maest erano arrivati in
Orliens, et dovevano andare a Torso (Tours) , che l el re g prestava
,

audientia

per quanto scrive

et

esser o pace over

ha

in

donna

se

se

qua

se

gralia

di quella.

cardinale Rovano, dice che ha ad

novo non

di

et Maraccomandano
a la Eccellenza Vostra. Raccomandome in bona
Ex Foro Sempronio xxvj Novembris MD.

non che questo Illustrissimo signor Duca

ritrovano

per infinite volte

el

una longa tregua. Altro per bora


bona

in

convaliscentia

et se

Fidelis servitor Silvester de la Calandra.

Vi

Copia litterae Ducis Valentini ad

alligata la seguente

II-

lustrissimum Urbini Ducem.

Illustrissime

Domine tamquam

vera notitia di miei progressi

che continuandosi hoggi batter


questa citt

per

el

frater honorandissime.

a la Eccellenza Vostra

cum

l'artiglierie

quale havea designata

la

advenne che cadde in un subito

un

Per dare

li

adviso

certo torrione di

mia intrata

et

essendo

maior parte de essa


advenuto quanto
quello
fosse
mei
che
torre
unde credendo certi
havea designato; presumpsere, per cupidit del primo honore intrar nel detto Torrione
et di li altri in gran multitudine si mos-

a desinare

la

sero a seguitarli

obstante

il

lor

ma

morti solamente quattro


percosso dal

correndo adoprai

io

grande ardore
,

principio da

tirava in quella parte

tanto eccitamento el

la

di

redurli

et cosi,

non

et le altre difficult, redussili: et esser

e tra

uno

li

altri

di miei

il

signor Honorio Savello

canoni che ordinariamente

qual cosa ha causato in questo exercito

ferocit,

che

impatienlemente soportano ogni

dilatione di battaglia ordinata: per la quale spero in Messer Signore

DOCUMENTI
Dio conseguire prestissimo

il

247

desiderato efFecto

del

quale e

di

ogni

mio successo faremo advisata Vostra Eccellenza per mie letEx pontiGciis castris ad Faventiam xx Novembris 1500.

altro
tere.

Intus

Caesar Borgia de Francia,

Dux

Valent. V. S.

XXVII.
Isabella (TEste al

Marchese

Da Mantova,
Illustrissimo signor mio.

li

Mantova suo marito.

di

20 Aprile 1501.

Piacerne

che

li

Faentini

tanto fideli et constanti alla defensione del suo Signore

perano r honore de
verare

povero signore n

Dio

Italiani. Cos

non per augurar male

al

gli

(1)

conceda gratia

Duca Valentino

ma

siano

che recu-

perse-

perch quel

suo fedele populo non meritano tanta ruina.

il

Kingralio Vostra Eccellenza de la partecipatione facla a

me

de Io

aviso de la prima bataglia, in conformit de la quale quello che

quale io
scrive M. Carlo da Sesso per la littera qui alligata
Manho aperto. In bona gratia sua me raccomando sempre.

gli

tuae

XX

Aprilis

MDI.

Ex. V.

Coniux

Direzione

Illustrissimo princ.

obser. dno. Marchioni

(1) Si difese Infatti

lentino

ma

Mantuae

et

Ex

dno.

Isabella.

consorti

et

dno.

(2).

Faenza con molto valore da due assalti datile dal Vaad arrendersi al 26 d'Aprile 1501 a patto che

fa dipoi costretta

ad Astorgio Manfredi , signor di quei luogo si desse la libert al che per


non adenripivasi rilevandosi dal documento N." XXIX, che era slato posto
prigione entro II castel di Sant'Angelo In Roma.
(2) Francesco Gonzaga trovavasi allora nel Regno di Napoli, coman,

lando l'esercito dei Veneziani.

DOCUMENTI

248

XXVIII.
da Este al Marchese

Isabella

li

Illustrssimo signor mio.

vedano che marti, che sera

uno

celebrato

sii

raini

pie

Ho

el d

per

officio

Mantova.

di

Da Mantova,

3 Luglio 1501.

le

ordinato

anime de

senescalchi che pro-

alli

del fatto d'

arme de Parmesana

(1),

quelli nostri valorosi ho-

quali persero la vita per salvare Italia

siccome prudenter

me ha commesso Vostra Excellentia.


A Francesco Malatesta far consignare uno

gilio del

et

palio de

Santo Zoanne, per mandare ad Angelo Tovaglia. Io sto bene, insieme


al nostro bello figlio,

V.

tuae, IH

quale spesso nominando

bona gratia de

alla

S.;

julii

la

P^

el

me raccomando

quale

se ricorda de

sempre. Man-

MDl.

Illuslriss.

D. V.

Conjux

Isabella.

XXIX.
Silvestro

Calandra al Marchese di Mantova.

duca

et di

dano per mille


mand qua per
di

madonna duchessa

ci)

sii

el

bene

madonna Barbara
madonna Duchessa

caso de

et se

la

Excel-

raccoman-

(2)

me
cum commissione

et acci quella sappi

operato, m' parso scriverli tutto el caso corno pas-

marchese Gonzaga

Il

star

volte a la Excellentia Vostra. Quella sera che

far tutto quello voleva

quanto se

Urbino

ho ritrovato

Illustrissimo signor mio. Gionto ad Urbino,


lentia del

Da

20 Luglio 1501.

li

fino dall'anno

1495,

in cui egli

combatteva

vit-

aveva: che ad ogni anno,


al giorno 2 Luglio, si facesse qui in Mantova una processione solenne ed un
ufficio religioso, in suffragio delle anime dei Mantovani che rimasero morti in
toriosamente

Francesi presso Fornovo,

istituito

la qual pia costumanza, scriveva nel 1740 l'Amadei,


d' armi
luUora osservasi religiosamente.
(2) Le crudeli e turpi sevizie usate da Ercole Bentivoglio contro Barbara
Torelli sua moglie quali appariscono dalla narrazione di questi avvenimenti

quel fatto

chiaramente dimostrano quale e quanta essere dovesse a que' tempi


corruzione dei costumi massime nei magnati e nei grandi signori.

domestici
la

DOCUMENTI
Riirovandose mancare

salo.

hayeva suspecto
perdonare

alcuni

che

uno secreto

diria

li

Barbara sua mogliere haveva

uno de

li

sera

la

li

et lui con-

se lui gli vo-

la

che madonna

disse,

suo mezo pi Gate de

questo, havea visto uscire de la sua camera

et ultra di

suoi

cum

cercato

gran importantia ne

di

persona sua. Gli promise de perdonarli. Et

avenenarlo;

de arzente

pezi

Io fece deslenere

Fece intendere a M. Hercule

fess haverli havuti.

leva

M. Hercule

suo credentiero

el

249

mattina per tempo.

et la

M. Hercule fece destenere madonna Barbara

el

questo,

Inteso

credentiero et lo

cameriero. Posti questi dui al tormento, confessorono ci che

di

sopra

Madonna Barbara vedendosi a torto et senza aldina iuragione mal conducta


si
com persona che pi presto

detto.
stiGcata

delibera morire che perdere l'onore suo, fece intendere a M. Her-

cule che

lei

cum

deliberava star a ogni parangone

questoro. Posti

un'altra fiata al tormento, desdissero ci che prima dicto havevano.

madonna Paula (1) suspetlassero che


exameni non li fusse facto torlo, non li intraveneva altra
persona ch'el Duca, M. Dolce et li altri officiali deputati. Pi e

Acci che n M. Hercule n


in questi

pi Gale essi dissero che non era

vano

madonna Barbara

di

stantia

ma

vero di quello che dicto have-

il

ben essere

de dui suoi capi de balestrieri

et

il

vero che essi

levano avenenare, et g ne dettero un poco. Facto

sopra questo

ratificati
farli

hano

gli

facti

ad

in-

il

processo, et

confessare et comunicare per

morire.

Vedendo M. Hercule madonna Barbara


chiaro di la sua fede, et

ha

madonna Paula,

per cunzarse
parso a
la

cum

et dice

al

lui

Fiorentini

cum

Vostra et

innocente

molto

g'

et

rincre-

far parole

contento acceptarla per

presente per andare in Toscana

la voleva

madonna Paula de dargela,

Exccllentia

mai pi non ne

li

anzi, volendogela dare

buona e chara. Et essendo

essere

rimasta justificata

lei

sciuto di ci che facto

cum

de homini d'arme, lo vo-

menare cum lui ma non


prima non se consulta
;

se in

parenti

perch altre

fiale

M. Hercule ne volse far contracto et venderla per mille ducati ad


un Vescovo; com pi diffusamente intender la Excellentia Vostra
da la predicta madonna Paula quale se parte per venire a Mantova. Ne ho voluto dar qualche noticia a la Excellentia Vostra, a
,

ci che quello sapi

(1)

come

sii

passata

la

cosa.

Paola iorelli, madre di Barbara moglie


Ap. Voi.

II.

al

Bentivoglio.

32

DOCUMENTI

250

EI Duca si ha aviso corno el campo de' Francesi


mato su quello de Tian: el non vole andar pi ultra

sono
del

fortificati et ingrossati di

Re,

gente, perch intendono ch'el

aspetavano gran numero

tuttavia

che infallanter questa septimana


d'

arme

nome

ma
si

da Roma,

messo

afir-

non

campo

che vene

gente, et se tiene

di

sono per

fare

facto

(2).

Duca Valentino

questi d el

se dicesse;

suo

quale se retrova a Capua, molto pi forte et grosso

el

del suo;

(1)

sin tanto

al presente se

fornito.

El

custodia.

ha fornito Fano, bench prima

La Madonna

reducta a Fiorenza

et s'

in castello

si

facto di gran fal et feste, et a

li

Sancto Angelo

di Furli

stata licentiata

El signor

(3).

di

et lo teneno serato

Faenza
l

sta

cura buona

papa ha donato a Vitelozzo Montone , et gli fa gran


Duca Valentino, quale seguita i

instantia ch'el cavalchi drieto al

ma mal

Francesi

volentieri

se sono levati e

pian piano, aspectando l'armata

un

tutto ad

che

tratto attaccarsi.

Turchi desmonteno nel

che

li

vanno verso Capua

adjunga

per

Qui si ha aviso, che


Reame.

se

potere poi

ha suspecto

Credo che madonna Duchessa non poter venire al presente a


Mantua perch el Duca non havendo altro suspecto vole andare
ai bagni su quello di Luca; et per questo rispecto non se poter
,

partire.

Quelli dui che scrivo a la Excellentia Vostra dovevano far


rire, in questa mattina

li

hanno

Altro di nuovo non se ha al

accader ne dar
di la

quale
111.

aviso a

fidel

me raccomando.

tagliare

facti

presente

de tutte

la testa
le

mo-

in rocha.

occorenti che

Excellentia Vostra, in buona gratia

la

Urbini,

xx

lulii

150L

D. V.
Fidel servitor Silvester de la Calandra.

(1)

Lodovico XII re

conquistare

il

reame

di

di

Francia

che con grosso esercito mosso

si

era a

Napoli.

(2) Il Valentino, bench abbandonato dalle genti francesi, ciononostante


pervenne a comporre un buon esercito merc danari di Papa Alessandro
,

suo padre.
(33 Caterina Sforza, vedova di Girolamo e madre di Ottaviano Riario,
dopo aver date prove di straordinario valor militare nel difendere Forl,
tanto nel 1488 contro il popolo tumultuante, quanto nel 1300 contro al Valentino cadde prigione nelle mani del Papa ; da cui liberala per intercessione
d'Ivo d'Allegre, capitano francese, si ridusse in Firenze, e quivi si spos
a Giovanni de' Medici.
,

DOCUMENTI

251

XXX.
Exlractum litterarum

Reverendissime

ac

Illuslrissimc

Illustrissimi Comitis Cayatiae

pater

Christo

in

(1).

domine

et

mia la Signoria Vostra Reverendissima f advisata beri sera com havevamo preso uno bastione et approximala 1' artigliaria ad la Terra questa mattina a la
fraler honorandissime.

Per

un' altra

ponta del zorno

muraglia, e

in

mia

la

ba

artigliaria

poco de bora facta gran mina;

nome de

fora della villa alcuni a

appresso de questo,

ci sig.

tucta

la

terra

Fabritio Colonna

mand

de Obegn e ad me.

venir ad parlar ad iMons.

salvo conduclo de venire securamente

ad parlarne,

recusassimo, et

li

eramo
salvi

cercbava cbe

et se

dicessemo cbe

ne

et

sua con

consedessimo

Gli

in la

la

qualche

cavallo

Fabritio Colonna
li

la

mia

La

villa stata

non

li

conte Ranuccio et

quali glie n'

remedio cbe in

fu

sacchizzata

quanto ad cavallo tanto a pie


el

un gran pezzo

artigliaria buttato

et volendoli far ritirare,

genti de guerra

litano.

el fallo

conclusione de tutto quelli de dentro; in questo mede-

muraglia,

in tra

cbe

fussero

Terra per far intendere quanto bavevano operato con noi


la

continente non intrassino.


le

salve.
et

Maest Cristianissima. Et retornando questi

simo tempo havendo gi


della

Terra

d'arme fusserono

cbe del resto non se ne parlasse. Con quelli della Terra

bavevano facto contro


tali

a dir che voleva

volevamo presoneri

li

sorti

per patizar

concludessemo, che havesseno ad pagar 40 mila ducati per

lardando

quelli

cos venne fora della

tutte le genti

contenti che la persona

ma

li

ad la

tirar

modo cbe

in

Terra vedenno questo, vennerono ad parlamento:

della

Noi

comenzato ad

altri

li

prese tutte

capi

primo

capi de gente da pede,

uno Ugo Cardona e Ramer da Lagni napoch'erano dentro Capua, n' stata

Delle fanterie spagnole

morta una gran parte. Noi dislogiaremo pi presto sera


per andar dritto ad Napoli. De quanto
dissima ne sera advisata ad
nissimi Regis

apud Capuam

la
,

zornata.

24

iulij

seguir

Ex

la S.

possibile,

V. Reveren-

felicibus castris Christia-

MDL

Regius LQCumtenens genera lis.


(1)

Questa lettera

della seguente

fu dal

come appare

dalla intitolazione e

anseverino diretta

Milano sopravegliuva agl'interessi del re

di

al

dalle

prime

Cardinale di Roano

Francia in

Italia.

linee

clie

da

DOCUMENTI

252

XXXI.
Benedetto Tosabezzi al Marchese di Mantova.

Da Milano,

29 Luglio 1501.

li

Illuslrissimo signor mio. Hcri circa le xviiii hore venero lettere


del conte de

Cayaza a questo Reverendissimo Cardinale che essenCapua col campo quelli de dentro uscirono
,

dosi aproximati a

fuora

et fecero battaglia

ne

ne mor

quale

la

uno canto et dall'altro. Dappoi dettero


che havevano facto quelli de la Terra
gagliardemente dcfeso pur lo preseno

el

d'arme
che

et

et fanterie

che

preso

esser

salvi,

lo

acordo

cum

che

essendo in qualche defTcrenlia de


accost da un altro canto de

presi

tra

part

xxxx

xxx

mille,

Terra non custodito;

la

festa

Ma

mille.

campo

il

et cussi

se

pen-

ritornata aspectando bon

ma

(1),

la

per esser stato

tempo

del conte

rfe

gli intervenuto.

domenica da Genoa

sei et bregantini sei:

Colonna.

Fabricio

signor

el

decampane, cum laude

che Mons. de Obegn non

L'armata
nave

introrono dentro. Assai ne hanno morti et assai

Heri sera se fece gran

Cayaza

xxx

quali restato presone

li

hebbeno
li

persone et robbe

le

loro: et per questa conservatione gli dariano ducati

dente la praticha

i'

homeni
che erano dentro, dovessiuo uscire senza arme;

cittadini dovessino

li

ad uno bastione

quale anchora che fusse

et

de dentro introrno in praticha de

quelli

notabilmente da

la battaglia

quale galee dece,


il

et forsi a quest'

tempo contrario,
bora gli pu esser

successo.

De alcuni rasonamenti de Monsignor de Gemello, Gubernatore


Parma,
de
la Eccellenza Vostra li intender dal signor Alberto (2);
quale

el

da

al

suo nepote
del

giungere de queste

me

disse

il

deve essere

cum

vinti cavalli

a Ferrara, per operare

la

manda un

compositione

matrimonio de Don Alphonso com madonna Lucrelia


Quando

(1)

Napoli

il

re di Francia deliber di recarsi all'acquisto del

spediva un poderoso esercito

Nemours e

dal signor d'Aubigny


pervenne in quel Regno , e l'
partendo da Genova.

di

secondo

Signoria Vostra. Questo Reverendissimo Monsignor

la

scana

(2)

Da

Carpi.

perch
Regno

di

una parte, comandata dal duca


movendosi dalla Lombardia per la Toaltra parte vi andava per la via di mare,
;

di cui

,,

DOCUMENTI

253

iichora che gi pi giorni el sia divulgato,

condiclionc et implemento de la dote,

qua, gi alcun

effeclo

per

d,

nondimeno, circa

gli differentia

et

la

per questo

un mandatario apostolico come credo


particolarmente et meglio di me
:

Eccellenza Vostra pi

la

riiabia inteso.

El conte Lodovico da la Mirandula questa mattina, in casa del


signor Ioan lacomo

Eccellenza

Vostra,

me fece instantia
cum dirme che gli
,

che

lo

raccomandasse a

la

era bono servitore, et faria

constare che chi altramente havesse dicto, seriano partiti dal vero.

cum

Credo che del caso suo

il

ne habbia ad parlare

fratello se

questo Hcverendissimo Monsignor;

come anco, secondo me

cum

dice el

signor Ioan lacomo, che la se intenda aut qui dal parlamento, aut

compromessi; perch Sua Signoria non vote se noQ

a Parise, aut per

quello che de rasone se expecta

che

et che

una

volta se resolva quello

justa

il

El Marchese de Monferrato ha mandato a Vercelli per conGn


M. Defendo Suardo, M. Lodovico del Bruno, vescovo de Aquis, al suo
vescovato

et

M. Alberto e Galeotto

del Carretto in altre terre fuori

M. Ioanne de Anon

della sua giurisdictione.

venuto

qua per

oratore de Sua Signoria ad justificare questo bannimcnto. El pre-

declo oratore
restituito

come

me

ha dicto ch'el crede


de

perch

in secreto

lui

eh' el

Cristianissima Maest

no'

che M. Defendo tosto sera

gran suspitione

Marchese

lo

subinngendorai

ha facto ad satisfactione de

la

che havea questoro suspecti per imperiali.

El Marchese de Saluzzo ha mandato qua uno suo de bona auctorit in favore


et

de M. Defendo, come quello che scraper l'ha havuto

conosciuto per molto suo afiTectionato et

homo da

ben.

Da Monsignor Reverendissimo n dal signor Ioan lacomo non


sono slato altramente recordato. N altro mi occorre, raccomandandomi semper in buona gratia de la Eccellenza Vostra. Mediolani
xxviiii lulii 1501.

Ex. V.
Fidelis servitor Benedictus Tosabelius.

,,

DOCUMENTI

254

XXXH

Da Milano,

Benedetto Tosabezzi al Marchese di Mantova.


li

4 Agosto 1501.

Illustrissimo signor mio. Hogi

sono venule

Federico

lo re

la

dem dominica
le

tre hore di nocte

cum Sua

non

che, vedendo

tutti

suoi subditi

li

Maest fussino sicuri de

le

a salvamento condurre

Napoli

li

de Napoli
gli

sei

sei giorni

et Gajetta

ostagi

et sino

ad bora n

Dtrare

li

dopo

la

cio

Franzosi

fuora

et

per

et

sua

fusse salva el

fra sei giorni potesse

ridurse

et

ad Ischia
le

don Ferrando

et

Napoli et n in

di

quattro

altri

che Sua Maest habbia termine

fortezze

loci

sei

Sua

altri

ponno
mesi

consegnatione d'esse fortezze de poder sicuramente stare in

apontamento,

in

se dice ch'el parentado

Maest col Ggliuolo


(2)

sempre a

la

UH Augusti

andare

cum

nomine domini sui autem

similmente quella insula de Ischia

Romani

che

robbe loro

et

sicurezza di questo la Maest

la

don Carlo

parr alla Cristianissima Maest

Qua

persone

quale

Ischia; et in questo tempo sicuramente


gli

circa

cum Mon-

promette Sua Maest consignargli

in la citt
;

de

tan-

et forestieri

persona

la

forniti

questo mese

di

Maest Sua prese apontamento


che

n potessino esser presoni; et che


non captiva et cussi la robba sua
et

se lenendo sicuro

fu el primo

che

la

signor de Aubegnino

sono

Capua

perdita di

passata

campo

dal

lettere

francese, la continentia de le quali intendo essere,

dell'

concluso.

bona

la

mandare, come

et

potendo bavere

quale

sii

obligata ad resignarli

(1).

tra la

flglia

della Cristianissima

archiduca de Borgogna, Cgliuolo del re dei


Altro non

me

accade

raccomandandomi

Eccellenza Vostra.

gratia de la

Mediolani

1501.

Ex. V.
Fidelis servitor Benedictus Tosabetius.
(1)

Questa convenzione fra Federico re di Napoli ed

Francesi fu infatti

primo alla situazione infelice cui era


stato ridotto, elesse spontaneamente d'andare in Francia, rimettendosi alla
generosit del vincitore, Il quale gli diede la ducea di Angi, e una provvisione di 30,000 ducati ogn' anno e quivi mori nel 1504.
(2) Il re Lodovico di Francia, per adescare l'animo dell' Imperatore Masfra loro stipulata

ma

considerando

il

similiano, diede speranza di concedere in moglie Claudia, sua unica flglia,


a Carlo di Lucemburgo , che fu chiamalo dipoi Carlo V.

DOCUMENTI

255

XXXIH.

Benedetto Tosabezzi al Marchese di Mantova.

lui.

dopo

la

grandissima colera molte cose

pare de Monsignor lo Marchese de


cazare

messa gli disse eh' el restasse


Et disnato che hebbeno lo chiam da canto,

Reverendissimo

cum
cum

oratore de Ferrara

Franzosi de

li

ma

nia (1)?

peratore

cum

Italia

queste

sue

per dio, non ho paura n de

pratiche

el gli disse le

subiungendoli

Marchese,

de ogni cosa

Monsignor

Andate,

Qua primum

de qua.

Mareschalco

lo

et dateli licentia

la

lacomo

Excellentia Vostra

raccomando. Mediolani

in

me

bavero a dubitare de
(2)

qual era an-

che ve pare del signor

xiiii

el

quale

et

confirmandome

domattina

me

bona gratia de

gli

che subito

el

expedito lo cavallaro

sime parole, et licenciandomi


da

lui da
Alema-

medesime parole pur cum gran colera,

habita

trovare el signor loan

de

pur quando

et

quale tene qui uno spione (3),

el

Che ne

n anche de lo Im-

lui

ninno. Poi se volt verso el signor loan lacomo


lui

et gli disse

Mantua? Ch'el pensa

parta, lasser tante gente d'arme, che no

chora

a disnare

li

altre questa

tra le

n partir de qua de questo mese

L' sopravenuto da me el magniflco


et me ha dicto che Monsignor

Illustrissimo signor mio.

M. Zoan Valla

Da Milano

14 Agosto 1501.

li

d avviso

el se

parta

andar a

lui

ri-

queste mede-

aviar per ritornare

la

quale

interim

me

Augusti 1501.

Ex. V.
Fidelis servitor Benedictus Tosabetius.

(1)

nascosto

Di

trattava infalli
cui genti

ballere

il

avendo

gli slessi

a cui faceva in apparenza buon viso,


Mantova coli' Imperatore e coi Veneziani, delle
assunto il comando si porlo nel Regno di Napoli a cora-

ai

Francesi,

Marchese
poi

di

Francesi.

Monsignor Reverendissimo e Gioan-Giacomo qui nominati erano , l'uno


che accostato si
di Roano, e l'altro Giovanni Giacomo Triulzio
era al parlilo di questi stranieri, per l'odio feroce che portava a Lodovico

Sforza dello il Moro.


il quale stava in Milano come ambascia(3) Allude allo slesso Tosabezzi
tore del Marchese di Mantova, ed il quale a supporsi che realmente discacciato ne fosse non trovandosi di lui dopo quest' epoca nessuna lettera
scritta da Milano al Gonzaga.
(2)

il

Cardinal

DOCUMENTI

256

XXXIV.
Giovanni Gonzaga al Marchese di Mantova.
li

Da

Revere,

8 Giugno 1502.

Illustrissimo signor mio. Essendo andato Carolo da Urbino

cameriere ad Arzenla

o uno poco pi in l

suo cavallo da una certa hostara


essere passato per Ferrara, et

quale

gli

la

voluto

gente, meDe che, ancora


cosa no' sii de pi momento de quello che l', g ne ho
dare questo adviso cum diligentia com ancora, che esso

multa

terre e ville et quello ch'el puote.

Carlo riporta, non esser vero che don Alfonso illustrissimo

la

reporla

Maseto Brugia

Vitelozo haver preso Arelio

campagna cum

(1), et essere in

nando a fracasso
che

me

et

cum

haver parlato

ha detto per cosa certissima

de Toschana

ritornato qui

mio

per riscuotere un

Excellentia Vostra

sii

me raccomando.

Revere,

Servitor Ioannes

Gonzaga Marchio

viii lunii

gionto.

MDII,

hore 24.
E.

111.

D. V.
(2).

Caes. armor. Capitaneus.

XXXV.
Agostino Somenza al Marchese di Mantova.
ai

Illustrissimo

Essendo

excellcntissimo

signor

Da

Augusta,

mio observandissimo.

Cesarea Maest absentata de qua in

la

cumstante

et

27 Giugno 1502.

et la corte restata

candomi alcune nove con longi

qua

beri

discorsi.

queste

mand per me
Et

ville
,

fra l'altre cose

Nell'anno 1502, servendo Vitellozzo Vitelli


padrone
, si fece

cir-

comuni-

mi

co-

duca Valentino, per


Arezzo ajutatovi da
e da
Gio. Paolo Baglioni, da Fabio Orsini, dal cardinale Piero de' Medici
(1)

segreti accordi tenuti coi cittadini

al

di

Pandolfo Petrucci.

Giovanni Gonzaga , fratello al Marcliese di Mantova che ebbe fama


servendo dapprima Ferrando re d'Aragona, poi i Fran,
cesi, ed infine l' Imperatore. Si spos a Laura Denti voglio, e mor in Mantova
nell'anno 1523.
(2)

di

valoroso soldato

DOCUMENTI

257

mise che signiGcassi a Vostra Excellenlia, come Sua Maest havcva


Re de Pranza era per passare in Italia con gran nu-

inteso ch'el

mero de gente

d'

arme

e fare delle cose che

(1)

et intendeva eh' el

quando

seguissero

li

lenire el tractato facto a Trento

guerra

generare e nutrire bona

ben

se era molto

resintita

de questo

admodum^ seguendo

cendo alcuna novit

che

incomenzato

fatto a

Trento

in tutto lo tractato

perch
Re havesse manchato e rotto
grave et de sorte che la non poleria patire:
detto

che

el

pre-

un' ofTesa tanto


tutti

li

soi con-

principi condescendevano a questa oppinione de

siglieri e molti

Maest, comettendomi che subito


suo dominio

lo

significassi

io

de Sua Maest a Vostra Excellentia

per tutto

et

dell'accordo de

teneva eh'

sarla

Sua

oppinione

questa

adfine che la stesse bene prov-

facendo bone guardie

fa-

de obviarli

viribus

totis

come ex nunc Sua Maest

cavalli; e

venuta del predetto Re, et

la

la se delibera

rompere

et farli resistenlia, et

vista

eCfecto a fare de le precauzioni necessarie de' fanti

altramente,

pace

da

passava per tractare

non sariano da man-

perch sariano contro Sua Maest e sacro Imperio. Et che

Sua Maest

cum

ma

et

che ve-

nendo alcuno Franzoso de l non se ne confida n per la persona,


n per lo stato. Et se ghe occorre alcuna cosa, de sorte che la
o cavalli, che
S. V. habia bisogno de aiuto o soccorso de fanti
,

Sua Maest de contenente probora ha parecchiato e presto, suso li confini, quattromillia fanti per mandare
ad ogni bisogno et poi secundo seguiranno li effecti cossi Sua
subito la voglia avisare

perch

la

veder effectualmente. Et dice che ex nunc a questa

Maest proveder pi ultra.

La

predetta Cesarea Maest saria ancora in oppinione et desi-

derio che la

S.

V.

volesse significare
a'

Genoesi

come

a'

la

de Franza in

Italia

non per

li

trli

per quelli megliori mezi


Fiorentini

et

modi

sua Maest ha inteso

questa venuta

con tanta gente, non essere ad

loro stati

vexarli

gli

parer

signor M. Ioanne Bentivolio

al

altro

et farne el suo parere

del

Re

fine

se

e questo

essere certissimo; et perh che vogliano stare attenti, vigilanti, et


fare

bono animo ad

(t)
(il

dififendersi

Nel Giugno 1502,

Napoli ad Ingrossare

confidarsi

de' Franzesi

imo

mand

il

il re di Francia alcune genti d'arme nel regno


suo esercito che Ivf stanziava , assottigliatosi per

malattie; e venne

Valentino a

il re stesso In
Milano, promettendo di dar ajuto al duca
spodestare diversi principi e signori ctie allora erano nella Ro-

magna.
Ap. Voi.

11.

33

DOCUMENTI

258

come

tenerli per capitali inimici,

Maest

volendoli

sono. Et che la.

gli

per lo tractato de pace facto a Trento

ombra

servava tulli sotto r


sente

apparecchiata

el

delo Imperio

predetto

aiutarli

He

anchora de pre-

et cossi

fare alcuna novit

cum

diffenderli

ogni

Sua Cesarea

riservava e con-

li

Sua Maest

sua possanza

ef-

fectualmente.

Saria bene approposito che

chuno

publico o segreto
loro

quello

et

li

o qua da Sua Maest

occorentia

gli

predetti potentati

o saltem

come meglio

li

mandassino qual-

da Vostra Excellentia

paresse

per exponere

pareria essi intendessero de fare in

la

la

mente

presente

adci che Sua Maest sapesse tanto meglio che fare.

Similiter, che de tutto quello occorrer a la zornata et del parere

che la non voglia manchare de dare subito


Sua Maest, et lenirla ala zornata avisata adci che tanto
meglio Sua Maest possa subvenire et preparare a li bisogni.
La S. V. intende quello de mente de la Cesarea Maest et

de Vostra Excellentia

aviso a

ultra questo che bora se

li

significa

aposta a Vostra

che

Excellentia,

quanto sar in facto

et quello

mandati

potentati

ali predicli

la

gli

distintamente

significarano

sar da fare

et

medesimamente sar

adci che se intenda quello sia bi-

sogno da fare per Sua Maest


leno fare per

de continente saranno expe-

Sua Maest cum persone mandate

instructione e lettere de

diti

et quello

che predetti potentati ve-

loro conservatione. In questo

mezo

la S.

V. con-

maturamente
Sua Maest in

sultar quello gli parer sia necessario per potere pi

procedere
Italia

cum

in

queste cose

perch quanto agitar

del tulio parlecipar a

devotione sempre
111.

et

me

Vostra Excellentia

raccomando.

Ex

la

(1)

la

quale

Augusta, 27 lunii 1502.

Ex. D.

Servitor, Auguslinus Somentius Gaes. secretarius.

Sebbene questa lettera indichi che il Marchese di Mantova mostrasse


d'accordo cogl' Imperiali, nondimeno egli era presso ad acconciarsi
con que'di Francia. Con tali mene covava nel segreto dell'animo il tristo
proposito di tradire o gli uni o gli altri, come meglio conveniva al proprio
(1)

di tenersi

Interesse.

DOCUMENTI

259

XXXVI.
Tolommeo Spagnoli al Marchese
il

Mantova.

di

Dalla
Hogi

Illustrissimo et excellentissimo signor mio.

gran lavorare a

cave,

le

come a quella de

sempre
altro

stato per soccorrere

Duca

signor

il

credo la laudarla

San Felice

un

che ci che

arme

et di

fa lo illustrissimo

favore di questa expeditione

in

per una

o\e gi octo d

conte Lodovico de guastatori

Lui mi ha dicto

Ferrara

di

facto

piantar la artigliarla dal canto de San Francisco;

M. lulio ritornato a

al bisogno.

si

a quella da trre l'aqua de le fosse,

si

e se la Excellenlia Vostra la vedesse


bella opra.

Mirandola,

Luglio 1502.

l.'^

lo fa

cum

hanno commissione de dire che sono venuti da s a vedere. S' inteso qua il caso
del Bolognese e compagni a la Concordia
il quale
ha commosso
coperta

che quelli homini

et

d'

venuti hogi

ognuno

il

conte Lodovico desiderarla che la

per conservatione

a pigliarsela

dell'

overo

onor suo,

gli

gente qua a sachezare e mettere a ferro e foco quel

sopra questo expecta

modo

sultato hogi del


odj che sono

fra certi

concludere nulla

che

si

il

per

sol volere

dare

di

la battaglia
si

per

coperti

alcuni

reputano, non

obs tinaie contradiclione

hano

tracti passatori,

se fante alcuno vole intrare

saetta per

il

Il

li

trare ha rollo

novo renzocchata. Uno de


artigliarla.

non

si

potuto

scio quello

li

che hanno scritto: che

darano cinque ducati


il

suo zoccho

et

nostri guastadori slto

signor don lulio

domane

stata

mgrto da

primo

De V.

lulii

MDII

il

Documento

N.<>

la

et in

Ex Gastris contra

(1).

Celsitudine
Schiavfi,

yegga

de

partir per Ferrara. Io sto

sua bona gralia reverentcmenle mi raccomando.

Mirandulam

homo.

per

hogi

ad expectare de intendere da V. Ex. quel eh' abbia a fare

(1) SI

domane.

far

Quelli de dentro

La

vicarialo:

de Vostra Excellentia. Si con-

de questi che
le

artigliarla

mandare de queste

desse licentia a lui di

li

Vostra

Excellentia

mandasse gente cum

XXXVIII.

Tolomeo

S{pagnoli).

DOCUMENTI

260

XXXVII.
Mantova suo marito.

Isabella al Marchese di

Illustrissimo signor mio. Heri se ebbe

me mando
,

volando a V. E.

essendo de

una

de Francisco

lettera

de xix: quale aperta per

et ozi mattina, l'altra

Da Mantova

23 Luglio 1502.

li

Malalesta de'xvij

importanzia che sono.

la

Dove mi nasce alcun dubio de suspicione circa la persona et


ancora eh' el sii minimo non mi pare de tenere
stalo de V. S.
,

cum

celato

animo che

quella
io

la

mi movo

quale
,

lo

cum

accepter

et lei poi si

governer

sincerit de

quella

com

gli

parer.

El signor Pietro Gentile venne heri sera a pigliare licenzia da

me

per voler venire

alla corte, a fine,

signor Hercule suo fratello.

perch

l'habi tanta importanzia de conferir

come
io

cum

'1

non

lui,

dice, de parlar col

pensare che

posso

che per questo

mova

si

una coperta ch'el pigli per venir


drelo la Ex. V. per spiare li andamenti suoi
essendosi in questa
fama ch'el Cristianissimo Re voglia farla cavalcare contra il duca
Valentino (1) il quale da credere sii affezionato e habi cum lui
qualche intelligentia per la impresa de Camerino (2)
per la Siprincipalmente; dubito che

la

sii

cum

gnoria Vostra far bene ad andare ritenuta

lui

ogni altra persona che potesse riferire sinistramente

non

sa di chi fidarsi

si

Valentino
servato

li

stabilimenti di stati

compagno

se guarda allo interesse del

(1)

Tornando

in Italia

et cossi

Lodovico

e poi in Milano, dove concorsero

la S.

Re

il

et

sa quella

non

n ad inimicizie che prima

re di Francia

molli

fra

V. se avesse con-

come

cum

perch adesso

quando accadesse accordo

et

non seria fora de proposito che

per che in

principi

si

ferm prima

in Asti

signori Italiani (e quivi

forse trovavasi allora il Marchese di Mantova a cui scriveva la moglie), cercando di movere dello Signore gi sdegnalo contro il Papa
a procurare
che il Valentino non procedesse pi oltre nelle scellerate sue intraprese. Al
che ben disposto moslrossi allora il detto Re ma dipoi per le arti e le isti,

medesimo

gazioni del Valentino

mutando pensiero

continu invece a pre-

stargli ajulo.
(2)

citt di

And

infatti

il

Camerino, e

d'accordo col Signore


poi fece strozzare.

Valentino nell'anno 1502 col

vi
di

suo esercito contro

la

mentre faceva mostra di Irallare


quel luogo, Giulio da Varano, il quale iniquamente

entr con inganni

261

DOCUMENTI

desiderio eh' io ho de ogni sicurezza de


Ex. V. et exaltatione sua non ho potuto contenermi de queste

siano stale fra loro. Per


la

el

poche parole.

Antonio de Bologna retorn heri sera

mi ha
de

partecipatione

raccomando insieme

summamenle
cum me et a la bona

l'acta

suo riporto
Celsitudine

gratia

col puttino

il

Vostra

Ringrazio

tutta consolata.

la

quale per

sua

me

et

bel-

quale in optimo stato

lezza.

V. del mandare a Valentino per la dote


de la Duchessa essendo cus ricercata da lei ma perch ho inha poi
teso che ultra quello che la disse al suo cavallaro in via

ho scripto a

Io

S.

la

Re contro Valenaltre parole publicamente


se fussero pain
mandare
proposito
non scio quanto seria
in

diete
tino

role de
lei

caso

23

Corte del

la

sorte eh' el

havesse a sdignare havendole intese

si

che migliore testimonio de


in

et

bona

gratia

li

altri

me

iterum

se

raccomando.

et

per

questo

in

satisfar

Manluae

1502.

lulii

Ex. V.
Consors obsequentissima Isabella.

XXXVllI.
Lodovico PicOf Signore di Mirandola, alla Marchesa Isabella Gonzaga.
Dalla Mirandola,

28 di Luglio 1502.

li

Madona mia observandissima. Per


come expectava che insieme cum l' ar-

Illustrissima et Excellentissima

adviso ho questa nocte


tigliarla

qual

me

cenlo ballotte per

cossi

vene de Lombardia
li

canoni

el

de

la

fussero almancho se-

gli

qual era advisato che se man-

dariano; bora mi facto intendere non esser stato possibile ad


trovarle

perch

a Ferrara

et a

modo

non

se

li

di

la

Maest del Re

fa levare

forni de Grafignana per

pocha quantit

ri-

ogni cosa. Io ho fora e

haverne

ma non

respecto el bisogno

el

gli

dove

io

haveva facto presuposilo de non dare pi carico alla Ex. V. de


baione de ferro, forza che per adesso sia aiutato al mancho de
cento, per bisogno del canone et colubrina del nostro Illustrissimo
Signore
infiniti

el

quale assieme

cum

li

altri presidii la

non mi manchi anchora de queste

mi d
Et

balole.

che sono
in

gratia

DOCUMENTI

262

sua mi racomando sempre. Dat. in campo centra


a d

Mirandola

la

(1),

28 Lujo 1502.
D. V. Illustrissima S.
Fidelissimo servo, Lodovico de

Mirandula.

la

XXXIX.
Isabella al

Anchora che

Illustrissimo signor mio.

ritorno de la S. V.

et

il

zoppo cavallaro

la lettera

sua

de

portar utile et honore a la Ex. V.

ultra

Maest Christianissiraa

(2); resto

rationi sue, pigliando

non pocho piacere

carezze et demonstralioni

gli

sii

stato

gran segno

Petro de Gonzaga

et

non mediocre piacere


mandano.

reso. Il tutto

et

cum

el

la

3 del presente

de

et

li

dinari

dice che questo

da borsa per non

grandemente

ho comunicato

Magnifico

zentilhomeni

altri

lei

la ringratio

ogni exaltatione sua

de'

dover
de

consolatone che tante

tuolti

perch

me ha

cum
d'

Dopo r ultima mia

et

parendomi com

assigni suoi

Reverendissimo Prothonotario

la partita

contenta et quieta a tutte le delibe-

amore, havendosi

di
li

del particular conto che la


il

portata

satisfaclione

la

sono facte da quella

recevuti sopra la pensione sua

essere facti anchora

16 passato,

causa de la dilatione de

la

summamente

io desideri

che anchora mi para mil'anni de vederla

nondimeno intendendo per


per

Da Mantova,

10 Gennajo 1503.

li

il

Marchese di Mantova suo marito.

quali
et

per la qual

cum

M. Zoanne

tutti
lei

se

sentono
racco-

gli significava

lentia Vostra de le

non mi seria curata scrivere pi a la Exceloccurentie de qua , se non havessi recevuta

questa sua

quale vedo che

quanto mi occorreva

per

la

la presente gli poteria capitare

(1) Lodovico e Federigo del Plchi ,ajutati dal Daca di Ferrara e da Gianiacopo Trivulzl , assediavano la Mirandola per cacciarne il fratello maggiore
Giovan Francesco. Vedi Guicciardini lib. V cap. 4.
(2) Francesco Gonzaga nell'anno 1503, recatosi In Francia, si pose alli
stipendi di quel Signore; mantenendo segretamente il proposito di far guerra,
quando venisse propizia occasione, al Valentino, che mostrava di voler divenire padrone di tutta l' Italia e che allora Irovavasi alleato con Lodovico re
,

dei Francesi. Questa circostanza avvertita da questa lettera


dai Cronisti di

Mantova.

non

fu ricordata

DOCUMENTI
in

mane, nanti

da

me

la partita

263

sua almanco da Lione; per il che la sera


mi occorre digno di lei. Et anchora

avvisala di tutto quello

che mi persuada che prima V haver inteso la captura et morte


de li confederati de la Marcha nondimeno ho voluto significarglielo
,

nel

modo

V ho

eh' io

Per una sua de' 3

Romagna

de

socero

me

cum

che

cum

il

lo

Vitelozo
tale

iustificare

captura

Sua Ex.

et

la partita

giamenti suoi

sotto specie de ajuto a la

cum
il

tutto

che da

inteso

levano fare a
tal
il

lei.

Dopo, per un'altra

detentione essere siato in questo

cavalere Ursino

cautamente

fugiti

impresa

(2)

et

del

di

modo

M. Raynero de

novo
alo-

li

de Sinegaglia

a lor quello vo-

5 scrive

il

progresso de

secundo che ha referito

la Sassetta

da Senegaglia et reducti

Li predecti detenuti

Duca

decto signor

Sua Excellentia;

et facto

la

quali

Ravena

il

erano

che

ho

da Ferrara da Stephano.

in conformit

presano per

et la

factagli

le giente francese, ritornate a

de

haveva prevenuti

gli

Levorato
contra la

passati

loro potere erano venuti per pigliare

il

lei

persone

le

et

non obstante

ali

remissione

la

havendo intesa
;

che

de

(1)

Gravina

di

aperta et notoria rebelione per loro facta


Santit de N. S. et

Duca

signor Zoane Bentivoglio, suo

Duca

fratello.

Illustrissimo signor

presa haveva facto in Sinegaglia

la

del signor Paulo Orsino

da Fermo

scrisse

se congratulava

de

Zoane nostro comune

dal signor

con comissione et salvo conducto del pre-

andorono a Sinegaglia cum

nome de

S.

Ex.

le

sue genti d'arme,

poi tutti quattro gli andorono

il Duca gli locch la mane et li bas,


et intr in la
meggio del Duca di Gravina et Vitelozo
sempre ragionando insieme. Ma come fu in camera, cum le mane proprie gli
et subito gli fece dare la corda, et formare processo
fece prigioni

contro, et
terra in

contra

et la

mattina seguente fece tagliare la testa a Vitelozo et

Levorato.

Dopo che Paolo Orsino,

(1)

da Fermo, nemici
nigaglla

dal

al

medesimo furono

chlnde
(2)

pare

Or

n dal Sardi

valli

daca

Gravina,

il

VileliOEZo, eOliverotto

nome suo, presero Slmodo che nella

poi Iniquamente retribuiti nel

con circostanie non prima narrate n dal


n dal Muratori il quale a questo proposito con-

presente lettera viene descritto


Guicciardini

il

Valentino, secolul acconcialisl a

a fidar de' liranni.

Forse Gian-Giacomo Orsini duca

all'Ira feroce del

Valentino.

di

Bracciano

a cui riusci di

scam-

264

DOCUMENTI

Per

ho:

le raedesirae lettere

Duca,

del

abandonata

et era andata a Fiorenza per pigliare la via del

pitare a Santo Pietro ad Vincala:

Me

da Francisco Malatesta.

pure per liUera


eh' el

Duca de Gravina

nuti

expeclando aviso da

scrive anchora

suo socero

ficalo al signor

et

Vilelozo

da

Roma

da M.

Roma

Lucido

lo.

il

far novit

ma

provisioni facle

Per

de'

che

era sicuro

Roma
;

perocch

d el

Fiorenza

Papa

il

de-

ho liltere
Papa havia

io

arme

era tutta in

el

per

et

non

per

bone

le

signor Duca era partito

dove Zoan Paolo

et drizatosi

Baione

cum

gli

re-

gente d'arme. Scrive anchora, che in Siena sco-

perto uno Iractato contro Pandulpho

mpicare tre de

li

Pelruccio

de

li

(3)

ha

quale

il

ha facto

quali subito ne

principali.

Duca ha

signor

ma

che quel

havendola lassata tutta sachegiata

cum sue

et

(2).

facto incarcerare ventidui cittadini

11

altri

li

Arcivescovo de

signor Zoane ho eh'

celeril a la volta de Perosa

ducto

3 instantis

per loro diCfensione

le liltere del

da Sinegaglia

et

litlere signi-

Levoralo

eh' el Cardinale Ursino fusse

predicto Cardinale

lacomo Sancta Cruce

per ca-

Paulo Ursino erano anchora cossi deste-

stenuto per mandarli poi in compagnia de

facto prigione

predecto signor Zoane,

il

Duca havea cum

morte del

la

la terra,

Genovese

che m' stato etiam conGrmato

il

5, ch'el signor

del

l'andata

la perfectessa (1), intesa

lassata la rccha ben fornita, havea

scritto

Zoane Bentivoglio, cum

una

humanissima
mandare a

solecitarlo a

litlera

lui

per

al
la

signor

conclu-

sione del parentato; dove andar M. Hieronimo da San Piero, col

mandato de contratare

tal

matrimonio

et

appresso ha recircato

al

signor Zoane Bentivoglio, et a'Bolognesi cento cavalli legieri et trenta

homini

d'

arme

quali se

li

dar

et

per capo

gli

mandar

il

ca-

valere da la Volta.

(1)

La moglie, cio,

di

Francesco Maria della Rovere, Signore

gHglia, e che allora era Prefetto di


(2) Il

Papa pose prigione Rinaldo Orsini, arcivescovo

protonotario Orsini; e chiamato dipoi amichevolmente


Batlista Orsini

lo fece

di

Sini-

Roma.

chiudere nella torre Borgia

di

Firenze, ed

il

cardinale Giovan-

il

e lo fece quivi morir di

che il Valentino procur che col laccio fossero uccisi Paolo


Orsini e Francesco duca di Gravina.
da cui pol ricu(3) Gian-Paolo Baglioni cedette Perugia al Valentino
che aveva il comando di
perarla in quell'anno medesimo. Pandolfo Pelrucci
Siena, seppe condurre le cose in modo, che la citt non cadesse in potere
veleno.

Dopo

di

del Borgia.

DOCUMENTI

2aS

Se dice anchora, ch'el signor Zoan Maria da Camarino


abandonato
clionilani

per quanto m' scritto

ha

Io

et che quelle niadone se sono reducle a Fiorenza. An-

hanno mandato oratori

signor

al

Duca per dargli obedientia.


La persona del Duca de Urbino non se intende anchora dove
se ritrovi (1); ma, per quanto se crede, era prima levato da Cita
de Castello per la via di Casentina et Modesto cavallaro, venuto
;

da Venetia

dice che l era

che presto se ritroveria


chessa n da

Venetia

me

scrive

che

temendo tanto colmo

desiderano che

la

ma

di

loco salvo

in

da

questo

et

Du-

la

ho cosa alcuna

altri

Francisco Malatesta
Excellentia

in

fama esser reducto

amici parliculari de

li

di

Romagna,

perch meglio

poteriano

casa

se retrovasse a

restringere la pratica de la conducta

Vostra

fortuna del Duca di


:

quando cognoscessero potersi

uno poncto subito valersi de la persona et gente sue. Et dice


Papa ha renovato la pratica del predicto Duca cum signori
Fiorentini
et questo medesimo ho io da Roma
ma si crede che
in

ch'el

non se ne fidariano
ultimata

pur

nondimeno,

pratica sua

la

r appresso
dere,

il

Ex. V. non ha a qucst' bora


mentre che
conforto a non mancarli

la

se la

Re Ghristianissimo

cum

eh' el faci

utile et

per ogni cosa che potesse acca-

honor suo.

Se dice che Venetiani hano deliberato mandare

d'arme

et

cose sue

bon numero de

ultra quelle che gli hanno.

parla tanto variamente

eh' io

Corte

et altri

n altro mi resta

nostri figlioli

mandiamo. Mantuae

De

le

Reame

cose del

la

se

siamo sani

Ex. V. intende a

non
,

la

el

giornata da

certificarla eh' io el

et in

le

se ne

non saperia cavarne constructo

perch mi rimetto a quello che


la

qualche gente

Ravena, per sicurezza de

fanterie a

Federico

bona gralia sua ne racco-

10 Januarii 1503.

Ex. V.
Consors obediens Isabella.
(1) Il Valentino, fino dall'anno 1502, col tradimento, spodestato aveva
Guldubaldo dello stato di Urbino ; per cui allora V Infelice signore rifuggilo
erasl In Mantova. Da alcune memorie patrie rilevasi ancora che il Valentino,
per acquietare 1' animo del Marchese di Mantova ( il quale era fratello ad
,

Elisabella moglie del duca Guidubaldo), gli proponesse di ottenere dal

Papa

scioglimento del matrimonio, offerendo so a nuovo marito della Gonzaga,


e la concessione della dignit cardinalizia al Duca stesso d' Urbino. Di l a
non molto pot nuovamente Guidubaldo riacquistare Io slato
ma alla fine
lo

dell'

anno medesimo
Ap. Voi.

fu costretto a fuggire
Il

cercando salute

in

Venezia.

DOCUMENTI

266

XL.
Copia di lettera scritta da

Roma

ai 17

Marzo 1503

Gonzaga, spedita al Marchese

di

da Giovanni

Mantova.

Consalvo Ferrando hogi sono quattro giorni eh' inlr

cum

di loro

una gran strage cum adviso

posto 80 boche de foco

asperamente

tere

cum 500 homini

(1).

al castello,

(?)

el

contra Francesi, quali s'erano retirati

lui

haveva facto venir per mare

vano extrema necessit

ha

cum

Columna

cum 2000

(2)

fanti

tutto quello exercito

de quale

per

le

vicluarie

terre have-

le diete

ne dava copiosamente ad

gli

et subito

signor Prospero

soi e spagnoli al Garigliano, et

che se ritrovaveno. El predetto signor Consalvo

che

et facto

quale non cessa d et nocte bat-

Dipoi ha inviato

d'arme

de Napolitani

Napoli

in

ma

ha non solo expulso Francesi,

lo exercito suo: et

tutti

cum

et

questo se ha vendicato de una inextimabile devotione, che sestima

mina de' Francesi quali moreno de fame.


Duca de Romagna qui et dassi bon tempo.
Hogi sono partiti de qui 2000 fanti e vanno a Pisa per mare non
se intende a posta de cui. 1 predetto signor Duca ha mandato
sera causa de la totale

Lo

illustrissimo signor

dinari in quantit a Perosa

Citt de Castello, et terre circostante,

per fare gente quanta po' haverne a cavallo, et molti etiam a pedi:

non

se intende per quale causa.

(1)
i

CoDsalvo, detto pel suo valore

diritti dello

toriosamente
errata

la

14 Marzo

spodestato suo re
i

Francesi

data di

e non

ai

il

gran capitano

costante nel difendere

e sostenuto dagli Spagnuoli

e pervenne a scacciarli da Napoli

questa

combatt
lo

che

se

vit-

non

come pare sarebbe avvenuto nel


come scrisse il Muratori. Male per

lettera

14 Maggio

di
ri-

Ferdinando signore di Napoli,


che, quasi dimenticato, lasci ch'ei ne morisse di dolore in Ispagna nell'anno 1507.
assieme con il Consalvo , militava per gli Spagnuoli.
(2) Prospero Colonna
Tra soldati ch'ei comandava, furono scelti, nel Febbrajo di quel medesimo
anno, 1 tre valorosi che sostennero l'onore Italiano nella gi celebrata diraeritavasi la fedelt del prode Consalvo da

sfida

a Barletta.

DOCUMENTI

267

XLl.

Tolomeo Spagnoli al Marchese di Mantova.

Ho

Ulastrissimo et Excelleatissimo signor mio.

che Consalvo Ferrante ha facto impichare


et

il

Conte

Mattatone

di

colari di Santo

Michele

prigioni ne la ultima
le

pratiche di

pace

la

essendo

cosa che ha

si

la

ma

che

diclo

per Franzosi

recusino

ma

presente di pace.

Reame

come

sia

La

li

che

il

et

che

li

speranza
la

dannificati

gli

per

il

Ex. V. cavalca nel

Franza mandano soccorso

Italiani devoti a

a quella via, a loro spese

Maest per questa

nulla

pure

voce segue

e che tutti

(1),

voglia

si

disperato in tutto

mi accertano che V
reputatione parendo mal

verisimile che Spagnoli vitoriosi cerchino pace


la

li

altri

per loro

cum

era stata approbata

la Cristianissima

bench alcun'

e tutti doi

ciascuno di esso restati

ingiuria non la vole pi


fiction facta

capestri dorati

li

quale

novamente per Spagna,

una

cum

al collo

inteso di novo

Principe di Salerno

il

scaramuza
;

Da Milano^

21 Maggio 1503.

li

che pare debile e poco discreta prov-

visione per la prima.

La
si

Zoan lacomo venuta

risposta de 1 signor

pu reputar

conclusa

cosa per facta

la

facenda

la

buona gratia de

lani,

XXI

iMaij

la

li

al proposito

domattina andar a

expedir quel che

tando e Monsignor Granmetre e


in

si

ha a fare per V.

altri signori

quale humilmente

in

nome

S., visi-

di quella

mi raccomando. MediO'

MDlil.

D. V. (Celsitudine

Schiavo, Tolomeo Spagnoli).

(Ij

And

inratli

il

combattere nel regno


Garigliano
gere

scrsse

de' Franzesi.

chiese
il

Marchese
Napoli

di

di
;

Mantova

ma

dopo

il

come generale

fallo d'

di

Francia

armi accadalo presso

a
il

licenza di tornarsene in patria, per noti potere pi reg-

Muratori

o alla superbia, n alla discordia, o alla disubbidienzu

DOCUMENTI

268

XLH.
Tolomeo Spagnoli al Marchese

Mantova.

di

Da Milano

24 Maggio 1503.

li

Illuslrissimo et Excellenlissimo signor mio. Dal signor Zoan latomo, qual mi ha summamente accarrezzato
ho obtenuto per
conclusione che, e di Basilica Nova e di quanto slato ch'ha al mondo,
l' sempre per fare cicche li comandar la Ex. V., senza riguardo
,

di

cum

alcuno suo interesse;

Cum

udissi mai.

proprio come se desiderava


la

non

gralia

venuta

sia

pi riverite et cortesi parle che

le

ho concluso

lui

ma

merchalo del conte Philippo

el

non vole che V habia loco

il

Pranza,

di

fin

che

qual ha promisso expeclarc

la

anchora due mesi


Circa

cose sue de Svizeri dice, che la causa comissa de ragio-

le

ne ad una dieta che

xx mila

de pi de

suo; abench

il

Pranza
Per
si

il

Zoan lacomo

a postare

lacomo
cose

far

sei milia

non gi

la

devotion de
;

de presente.

levarli

signor Zoan lacomo conjeclura, ch'el

il

purch

Il

possa havere,

la si

predetto signor Zoan

dice, che in la ultima ribellione de Milano el perse molte

ma

poche de che tanto

di

di

gli

sua mano,

il

Baldassar da Castiglione.

rincrescesse quanto d' un Quinto

qual ha inteso esser capitato a

essendo Baldassar a Manina bora

dare

quel che

in casa sua
gli

cost

causa de

la

visitato

venuta mia

di la

Sono

per

malatia sua

stato

prega

la

Ex. V. se

lo

vogli

e mandargelo, ch'el ristorer Baldassar de

Monsignor Granraetre
consiglio

pigliando l'argomento che la S. V.

tendendo

perch
,

le

volentieri lo rehaveria,

e ne rester obligatissimo a V. Celsitudine.

Questa mattina ho

giere.

qual'

grande offerte

et a farli altre

fanti

haver avanzato questi dinari.

Curtio postillato

mani

animar Svizeri a

per

pace passata

qual termine usato

in fora

sententia in favore

la

disegna acceptar ogni pace da Spagna

et in tal caso

et

ne spera presto

de Degiun qual andato l, gli


La causa di la via del Baili come mi

potr.

el

ratificare la

e apresso

danno ricevuto

e che, de

scia ch'el Baili

nocer quanto pi
dice el signor

fa

si

ducali, lui

1'

del

havea mandala a

quale stata corta

ben accolto, e gratamente

cerimoniose, mi disse

che

sapea che V.

S.

tacendoli la

signor Zoan lacomo

visitar, in-

bench

udito.

Dopo

havea

forsi

assai lele

parole

udito del

DOCUMENTI
caso di Napoli

Francesi

numero de morti

al

brine non grande, e tre falconetti

era ben voltala per forza di fame

ma

soli tre

capi di colu;

che Napoli

de'

Francesi, e benissimo fornite per opera di Loys d'Arso

del

quale bene assai se dice


tenevano; e che

si,

di

rotta

tal

Francesi

cum pocho

cagione, per esser andati

principalmente ha biasimato che


sole,

haveriano data gran

si

ordine e gran di vantaggio


nel tramontar

apiciorono

si

Ars)

(di

Gayelta e molle altre terre

el appresso,

mani

fortezze erano in

le

Spagnoli che

stati

era salvalo

el resto

divulgava

si

li

pi sono

ne erano persi

di la artigliaria se

tanto quanto

qual non era perh

il

pcrh quanto

269

dil

havendolo in faccia; che dimostra che quella ciancia del fosso

perfaclo in una nocte per Consalvo

Maest del re ha giurato non

non vera

questa

patir

ma

injuria

dice che la

ha

et

facto

provisione di dui millioni de franchi da spender in sei mesi a reslorare la impresa

signor

et

salvate al Garigliano

Tramoglia

di la

dano quattrocento

assoldano

tre

provvisione

quali

cum

passa

suma

perch non

ognuno

le

guasconi

mila

due

Maest del re seria

la

(1).

Io

nove de Napoli tanto

cossi francese

come

la

ma

cosa

doli

di la

li

si

mila

che r era voce che a

la

flne dil

Mon-

che

quanto

che in

Per

la S. V.

me

lui

le

contra-

non

dicelte,

essendo conosciuto da
,

che la

bone provisioni

mese

Svizeri

picardi.

sufficiente

potesse esser nuiitiala, el assai ne ringralia


si

faceano

pi-

quanto

subiungenle

monstre

gente d'arme di la Cristianissima Maest, el che quando fra

Ex. V., scria ben facto adverlirla a ci


Mi rispose, ohe l'era vero che le monstre
per questo M. Zoan lacomo andava a Lode el a No-

queste fossero quelle de

non

son

si

sei millia

che sapea bene

gliaria tanto piacere e conforto de tante


di

risposi,

li

triste

era chi obsasse a dirgliele

gli

che

lanze

lanze; Fiorentini ne

seicento

di mille seicento

star e vincere tre re de Ispagna

havea havule

quattrocento

ultra

Valentino anchor lui bon numero

lutto ascendcrano a la
si

che

e tre milia fanti sotto Monsignor Megia

la

fosse accolta improvisa.

facevano, e

vara;

ma

Lo

che non intendeva cosa alcuna

di

la S.

Vostra.

orator florentino se mi accost dippoi, e dimandomi se l'era

venuta resposla

de

certi

cavalli

che

doveva

li

dare

la

8. V. a

Un

composto di Francesi di Svizzeri, di Grigioni, e


di Monsignor della Tremoglia, and infalli allora
a combattere nel regno di Napoli
ma con si trista fortuna, clie nel 1504 la
Francia con sua vergogna dovette cedere 11 campo agli Spagnuoli.
(l)

forte esercito

d'Italiani sotto

il

comando

DOCUMENTI

270
S. 8.,

Monsignor Granmetre.
Mi dimand s' el signor Zoanne

ad nstantia de

saper nulla.
assoldato

era partito. Gli resposi saperne

che, se havessero conducla

non

mancheria n

gli

naltra che

honore

mancho

ma

stati

ben sapea

in,pralicha,

n cosa alcu-

el utile. Nuli' altro

noi convien fare quanto

si

dicono per

Re vole,a cui

il

terra

la

mi

ri-

piaciuto

e che in Gaslelnovo (2)*

nome de Ispagna

intrato Prospero CoIona a

admonito che
proponere

V.

S.

fra questi

la S.

tender bene

di

che non

regenti

cum Monsignor

de

una

Reame

la

vi

n*

che uno

nominato

esser

francesi stato

V. ad andare nel

mi impone che ne

vole

e che in Perpignano

Ma

Francesi hano havuta una gran rotla.

gran partigiano

et

qual havevano

Bayli de Can.

il

Molte fabule

signor Zoanne, n cavalli,

potesse parturire

li

spose, se non:

darmi

il

(1)

V., come sono

S.

la

non ne

Gli risposi

mi ha

ragionamento

arguendo che

di

la se in-

Tremoglia per essere suo cugino


perch

avisi la S. V.,

lui

non

la

reputa cosa

al proposito di quella

In bona gratia
diolan, xxiv

di

V. Ex.

humilmente me raccomando. Me-

Mai MDIII.

D. V. Celsitudine
Schiavo, Tolomeo S[pagnoli),

XLIII.

Giovanni Gonzaga

al

Marchese

di Secchia

li

di

Mantova,

28 Maggio

Illustrissimo et Excellentissimo signor

Da San Martino

503.

mio observandissimo. Heri

a Sancto Benedetto gionse uno secretarlo da la Signoria de Fiorenza


per solicitar

Modena

l'

andata mia in campo

Rezo un ambasciator

Digiuno (%'on);

et

che

la

et

me

disse esser passato

conducta sua era de cento lanze,

cinquanta ne pagavano loro, cinquanta ne pagava


Re. Hogi per la via ho ricevuto

da

fiorentino che va conlra el Bali de

il

ma

sol

Cristianissimo

una da Firenze da Alviso Ciocha,

Giovanni Gonzaga, di cui si parl al N. XXXIV , eche allora si pose


Repubblica Fiorentina. Si vegga il Documento che segue.
(2) Il Castello dell' Uovo, che da' Francesi fu ceduto a Ferrante Consalvo,
costrettivi da una mina applicatavi con grande artiflcio da Pietro Navarro.
(1)

agli slipenclj della

DOCUMENTI
qual per esservi

nella

uno

271

capitolo importante

man-

noe par de

darlo a la Ex. Vostra.

ha haulo una

Hogi questa Signoria


lYanza. Per quanto
-i^esi
io

Bolognesi

gli

el

imo credo vogliano farne de

Spagnoli acquistato tutto lo

li

Francesi, dubitano eh'

el

decto re lasser el

sabato

li

(2)

Reame

magnani

perch,

stragie

de

voltano contro

cum

mille

credino ch*el pre-

all'Arciduca (1), per la avaritia sua, et

Spagnoli per

boni amici.

per brevit

io

si

Franzo divulghi voler venir

lanze e octo millia fanti: pur questi

se tcnir

le altre

Reame cum gran

pontefice e Valentino no'

a Francesi; et eh' el re de

de

stafetta tutta in zifra

Re pur voria da Fiorentini ,


Manlua gente senza denaro. Costoro

intende

Ferrara e

voleno dare

havendo

se

tempo

di

Lorenzo de' Medici moritte

no' el volse scrivere.

Ha

facto

uno testamento per el quale se crede che li filioli del Conte Hieronimo serano salisfacti. El guasto de Pisa non s' ancora principiato

perch

s'

aspectano

le

genti vostre e alcune altre.

Signore mio, essendo io soldato de' signori Fiorentini


per V. S. de secrelario: perch havendo
el

debito

mio de

io

avisarla de le occurrentie che

sua bona gratia de continuo

me

far

l'offitio

cosa alcuna nova, far

accaderano.

in

ricomando. De Sancto Martino de

Secchia, xxviii Maij 1503.


E. Illustrissime et Excellentissime D. V.

Servitor lohan de Gonzaga

Marchio

ac S. R. R. Floren. armiger.

XLIV.
Tolomeo Spagnoli al Marchese
li

di

Mantova,

Illustrissimo et Excellentissimo signor mio.


venuto in questa terra,
visitato; e, visto

da

Da Milano

Il

signor Zoan lacomo

chiamato da Monsignor Granmetre. L'ho

lui volentieri,

olectione de Monsignor di la

mi ha dicto

Tremoglia a

la

come

in

questa nova

impresa del

Reame

(1) Filippo arciduca, marito di Giovanna, figlia del Re Cattolico


nando, e figliuolo dell' Imperadore Massimiliano.
figlio di Pierfrancesco de' Medici.
(2) Lorenzo
,

28 Maggio 1503.

Ferdi-

DOCUMENTI

272
I'

ha inleso eh' esso Tremoglia non

provincia,

compagno, cum

pari auclorit et arbitrio

raente obligato ad esso Monsignore

monio

mai voluto acceptar

havea

a la S. V.,

come

dil

che a Monsignor de

la

che restava surama-

e che di tal obligo faceva tesli-

a persona congiunta di parentela al predetto

Monsignore. Et a quel che compresi, parvemi

Tremoglia

desiderio suo fusse

il

fosse facla fede di questa grati-

tudine per V. S. Dissemi anchora, che

Svizeri havevano facto

salvo conducto all'homo suo che andava a dire

che

la

il

sua ragione, e

castellano de Misoccho gli havea scritto ch'el havea da

il

la

ch'esso signor Zoan lacomo non gli fu promisso per

fin

man-

giare robbe bone per sei mesi, e sei altri durava stentando: e pare

non ne

un affanno

pigli

scrissi a la

al

mondo. M. Visconte

perculosa a nominarla

come

movimento

il

salo da Octaviano de

Gampofregoso

grande qui de chi

Io possi

Genova per
spagnole

le fantarie

part

come

beri

Ex. V. Hoggi ho inteso per una certissima via, bench

le quali el
li

movere.

Il

Si

sono

Leo;

viste

cau-

(l)

et

il

dubio

sue lettere in

promette haver in favor suo alquante galee

Antiani nemici

a'

Gapelazzi hanno

promettendo loro farne

gnori Francesi.

Genova

di

eh' in Sancto

di

uovo sollecitate

quando

la spesa,

la pesi a' si-

Papa, richiesto da Francesi s'el vole continuare

in la confederatione
doppo alquante dilationi se resciolto che
quando
Francesi siano tanto forti a la campagna eh' el possi fare
securamente il far volentieri altramente n.
,

guerra
il

attende pi a la pratica di

Si

primo

parte

dil

Spagnoli

capitolo

dimandato che

Reame per

dovessero dimandar

loro
i

la

pace che ad preparamenti

quali monstrano darli


il

orechie

li

quali

lo

evangelio

Queste son cose verissime come

gli

cosa che pareva

vano

molto ombrosi.

et secrelissime.

ma mand de soi inanti, quali


Lo allogiamento gli preparato in casa

Antonio Maria non gionse beri,


dissero giungeria

hoggi.

di

hanno per

re Federico sia restituito ne la

novamente acquistalo

Francesi

del vescovo Pallavicino. In bona gratia di Vostra Celsitudine humil-

raente

mi racomando. Mediolani

xxviii Maij MDIII.

D. V. Celsitudine
Schiavo, Tolomeo Sipagnoli).

Questo movimento di G#iova chinatasi gi fino dall'anno 14^ per


non viene avvertito dagli
devozione di Francia

(1)

condizioni onorevoli alla


storici

forse perch

non

riusci allora

ad alcun

fine di bene.

DOCUMENTI

27a

XLV.
Giovanni Gonzaga al Marchese

Mantova.

di

questi miei

patroni

signori

Franza d'uno caiiitanio: alcuni voriano


Prospero Colonna

alcuni

uno francioso;

cuni

la

Re non

sera da credere eh' el

Da Fiorenza
aver scritto in

Fiorentini
la

Ex. V.

molli voriano

(1);

Bartolomeo del Viano

signor

el

per

et

Bologna,

mio

Illustrissimo et Excellentissmo signor

ho adviso

Da

2 Febbraio 1504.

li

et al-

conducta de Zoan Paulo Baione,

el

dimanda

li

volse confirmare

la

et

denari che lui ha habuti.

Da Roma
non eh'

se

son littere assai,

ci

el pontefice (2)

ma

non c' cosa

gran favore

fa

al

momento;

di

cardinal Colonna

che Salvo Ferrante andato a Napoli per triumphare de

cum gran
a

Da Piombino

honore.

se ha, che

il

bave facto uno insulto contra

d passati

li

et

la Victoria

populo de quella terra


il

Sjgnore

et lui fece

tagliare a pezi alcuni.

Questi sono
signor M. Zoan

mio socero

profeta (?) in lo

altri

perch

tengono

l'

et patre

haver

dicto Salvo Ferrante

causa

ho da Fiorenza;

avisi ch'io

li

de

la

illustrissimo

lo

ha nova,

el

alcune inovitate in el stato del

facte

Reame. Alcuni dicono


el se part

ma

honorandissimo

cb'el

summo

habi facto de sua voluntate

pontifice n'c stato

Cristianissimo re

devotione del

pur

se ne

remeteremo

a la veri tate.

Qua

se

ha anchora

del Baili de la

Qua

se dice anchora

netia

che sono

ih

non vogliano

bita

alias

(2)

che

gente d'

la

non viene

arme de

Giuliano della Rovere

ij

al

che se du-

il

in

Februarii 1504.

onde eleggere

dettosi Giulia 11

sQccessc nel pontincato a Pio 111,


II.

solum de ricomandarmi sempre

resta

Bononia

il

falla parola dagli storici o cronisti di

Ap, Voi.

et cosi

Signoria de Ve-

la

se meltcno a ordine

pace qua non se intende niente.

qualche novit a Furl o ver a Cesena. Nec

far

Ex

la

Di queste pratiche dei Fiorenlinl

(1)

pitano

de

Romagna

occore per bora

sua bona gratia.

morte del Marchese de Saluzo

la

Montagna

Gonzaga a
Mantova.

lor ca-

che nel Novembre del 1803

quale tenne

la tiara

35

per pochi

di.

DOCUMENTI

274
El parenlalo del tertio

conte Hieronimo da Forl ander

fiolo del

inanzi col pontefice.

E. HI. et Exc. D. V.

Servilor el frater

lohannes de Gonzaga

ce.

XLVI.
Giovanni Gonzaga al Marchese di Mantova.

Da

Prato,

29 Marzo 1504.

li

mio observandissimo.
Fiorentini hanno
conducto Zoan Paolo Baglione cum 120 homini d' arme el conte
Illustrissimo

Excellentissimo

et

La Exc. V.

sar

Lodovico de

la

advisata corno

signor

Signori

questi

Mirandola

cum

per mezo de qualche persona

nominar, lassando

li

la

minima

tutti questi

paro de questi

perch non ce seria

et

conduteri

insieme

unde per

cum

manco

el parti-

me

quando questi signori non

non voglio

altri,

star

cum bro

cre-

un' bora

nostra ad rimaner

quali ne avergogneria quasi ad haver per

non sono mai per alienarmi

amorevolissimo parer de V. Exc.

in questo

premesso

parte. Dil che

Thonor mio n de casa

inferior de simil gente


pari. Niente de

Simo

Exc. da

parte de la persona sua ad bonifichare questa repubblica,

che non sono

al

70:

bon rispeclo non mi par

per

parendomi che quella fusse pi apta

cular mio ho deliberato che

scano

che

casi de V.

ne ho dispiacere assai

cum

70, et Marcantonio CoIona

la

del prudentis-

qual suplico se degni

mezo consigliarmi perch tanto far quanto quella me


come quello che non voglio mai rissolvermi in
,

saper ricordare

cosa veruna se non

cum

oplima salisfactione

et

bona

gratia de

V. Exc. Apresso intendo, che M. Hanibale Bentivoglio cercha avanzarsi

cum 50

difficile.

homini d' arme


M' parso dar adviso

ma

Et ad V. Exc.

posta

quac felicissime

la cosa

per anchora alquanto

del tutto a la

cum

Exc. V. per messo

tuclo el core

valeat. Prati, die xxviiii Martij

Servitor et frater

me
1504

raccomando,
(1).

Ioannes de Gonzaga ec.

Giovanni Gonzaga scriveva al


nove de qua altro non c', se non che
et in epsa
questi nostri signori Fiorentini preparano dar el guasto a Pisa
(1)

A' 18 Marzo

Marchese

anno,

di detto

Mantova

cosi

De

Io stesso

le

DOCUMENTI

275

XLVIL
Cesare Gonzaga al Marchese di Mantova.

Da

illustrissimo et Excellentissimo signor patron

qua

Forl ,

2 Settembre 1504.

li

poco momento

Le nove

mo

la

Exc. V., come dalf ambasciatore del

pur non star di advisare


signor Duca (1), quale sta

Roma,

pratica dell' acordo tra lo-

nostre di

sofio di

ha che

si

Imperatorc e

la

molto stretta

la

Cristianissima Maest, et insieme

che mi par duro da credere

il

pur

cos si

li

ha da

colliga

Spagna:

lui.

Tre barche armate sono partile da Napoli; su una de le quale


Spagna el Duca di Valenza (2); l'altre due si

stato condutto in

dice esser andate a la volta de Pisa, per intrar dentro.

El signor Duca post domani


subito che sia agonto

Uoma

per

il

expedr

de qua

parte
el

clectione

de

amorevole

pi

servitor de la Exc. V. Altro di novo per bora

che

per Urbino; e

conte Lodovico da Canossa a

parentado e cappello de monsignor Prothonotaro. Circa

che non poteva far

il

et afectionato

non ho che

scriverle,

digno de dargiene adviso. In bona gratia sempre mi rac-

sia

comando. Porli vij

2 Septembris 1504.

De V. Exc.
Gonzaga

Fidelis servitor, Caesar de

Pisa descoperto ano tractato che faceva

molli

li

S.

S.

et

ne sono

facti

(3).

prigioni

quali credo serano ludi apchali. In Fiorenza fugltl Ire zentilho-

cosa quasi rniraculosa.


roini pisani fuora de le Slinche
Ambrogio de
Landriano slato casso . I Fiorentini, come avevano fallo l'anno avanti,
andarono infatti a dare il guasto alle Infelici campagne di Pisa la quale per
era rlserbata a patire nuovi e maggiori flagelli.
(1) Il Duca d'Urbino, presso cui viveva Cesare Gonzaga.
(2) Morto Alessandro VI a' 18 di Agosto del 1503, di veleno ch'egli
,

pel cardinal di Cornelo, con lui ebbe fine l'IniDuca Valentino suo figliuolo. Costui
fallo prigione da
ebbe nel 1504 un salvacondotto per andarsene a Napoli; quivi fu

slesso preparalo gi aveva

qua

fortuna

Giulio li,

del

accollo da Ferrante Consalvo con dimostrazioni apparenti di grande amicizia;

ma

Maggio posto sopra una galea , fu mandalo in Ispagna,e chiuso


Medina ove stelle due anni* e fuggitone , si ripar presso
cognato Re di Navarra pel quale comballendo valorosamente mori.
(3J Cesare Gonzaga, studioso delle lettere greche e latine, e mollo amico
Baldassar Castiglione, visse alla corte di Urbino, e mori nel 1512 in
ai

entro
il

27

la

Bologna.

di

rcca di

DOCUMENTI

276

XLVIII.

Giovanni Gonzaga al Marchese di Mantova.

domine mi observan-

Illustrissime princeps et Excellentissime

Per questo cavallaro de

dissirae.

Da Roma

23 Febbraio 1505.

li

Zoan Lucido, ho vogliuto

Exc. V., mandato a Monsignor

la

darli

de una cosa, che per

noticia

passato non gli ho dato, per non haver messi fidati n ziflare

Sicch

lei.

altre
di

adviso che qui molte cose vanno in volta

gli

Venetlani fanno qui

N. S.

(1),

la

V.

S.

non mi resta dir altro


bruarij

de

continuo.

per

et cussi far

se

non che a

Valeal.

cum

per adaptarsi

offerendoli parliti honorevolissimi.

dar adviso a

comando

opera

la

Il

et fra le

la Santit

ho vogliuto

tutto

advenire

lo

il

cum

alla quale

sua buona gratia mi rac-

Ex urbe Romae

die xxiii

Fe-

MDV^
Exc. V.
Servitor, Ioannes de

Gonzaga

ec.

XLIX.
Isabella al Marchese di
li

Mantova suo marito.

Da

Illustrissimo signor mio. Li carzofali che V. Exc.

dato

per esser

Ferrara,

19 Aprile 1505.

me

ha man-

mi sono slati ultramodum grati , quali insieme cum li signori mei fratelli et cognata
ho goduti per amor suo. Kingraliola grandemente che cum tanta
,

diligentia

me

li

li

primi et per venire da

lei

habi inviati.

Heri mattina hebi etiam

la

sua de xvii

portata

cavalaro, continente molte bone nove: et veramente,

Exc. V., non


il

si

stabilimento

per Baptista

come

dice la

poteva desiderare cosa pi al proposito nostro, che

de

la

pace fra

potentissimi

li

Sebbene Giulio

Re de Romani

et

II pretendesse che
Veneziani gli cedessero di buon
da loro possedute in Romagna ; pure , vedendo di non aver
forza a costringerveli, cal con loro agli accordi; pei quali a' 12 Marzo 150^
Veneziani mantennero il loro possesso sopra Rimini e Faenza, e restituirono al papa Savignano , Sant'Arcangelo ed altre otto terre di minor conto.
(1)

grado

le terre

DOCUMENTI
cum

Franza

altri

li

adherenti

culari de questo acordo


il

Quando

(1).

se poter poi

pensere che hanno facto

277
se intender

secundo

altro adviso, doppoi

Me raccomando

questa pace.

sii

altra-

dominica a Man-

et

primo che

bona gratia

la

Federico in mio nome. Ferrariae

il

presso

tenir

la

finch la non

Faceva pensere de venir sabbato a Revere

Qui no se ha

mi

mo' se governer

lei

sua prudentia. Io

la solita

me, perch non da parlarne cum persona


mente restricta
tua.

ma

Fiorentini de condurre V. Ex. (2),

pare bono principio o disegno a fare facende:


in la pratica

parti-

li

qualche iudicio

fare

gli significai di

sua

pregolo basi

19 Aprilis 1505.

Exc. V.
Consors Isabella.
L.

Girolamo Eremita

li

lesus

Illustrissimo signor et

di V.

Exc.

Da Roma

patron

per

le

mio colendissimo. Non

che non habia ricevuto an-

quale

la

mi impone che cavi un

breve de poter ritenere quello che conduce cavalli sotto

de quella.

diete lettere

per

mi

dia V. Exc. qualche altri avisi

N. S. ha inteso

al proposilo nostro (3). Zia io

Fu

el

nome

dubito che per

precipue

di

Francia,

Santit di

non per mezo del suo orator Cisterone

altra via, certe pratiche de' Venetiani

(1)

chMo

tanto maior pena sento, quanto

venuta de Monsignor Rozone. Perh che qui la

la

21 Aprile 1506.

senza admiratione et fastidio son io

chora quelle

Marchese di Mantova.

al

ma

per

con Francia, che non son molto

ne havea qualche

altro sentore

nell'Ottobre di quest'anno stipulata pace fra Lodovico XII re di

Francia e Ferdinando re d'Aragona, nella quale per non

si

parl del

Re

dei

Komani.
(2) Di

venne
1

questa nuova pratica dei Fiorentini col Marchese di Mantova non


non sorli alcun effetto, mentre ed

falla parola dagli storici; e certo

Fiorentini assunsero a lor generale Ercole Benlivoglio

al N.

XXIX)

Giulio II a
(3)

ed

il

Marchese

capuano generale

La pace che per poco

di

Mantova

al

si

dominio papale; ed

mosse da Roma

cavalcando

li

di cui si parlato

non molto

eletto

fu

da

dell'esercito pontifcio.

era goduta, e non intera, in Italia, venne

nell'anno 1506 disturbata da Papa Giulio, che

Romagna

di

ambiva

di

assoggettare

egli slesso infalli, sul finire

alla testa dei proprj soldati.

di

la intiera

Agosto,

si

Questa lettera vale

DOCUMENTI

278

mia

ne accignai a V. Exc. per

noQ

lettere

doveva assicurar molto n

si

sono assai scoperti, che

dove expressi che quella

Franzesi n di Venetiani. Mo' se

restringono insieme a non voler che lo

si

Imperatore venga armato

di

cum

che sono a poca

particulari

altri

meno

satisfation del pontefice e a

reputatione. Penso che V. S.

lustrissima ne habia gi notizia di Francia da* nostri


assai

che quella ne havesse facto partecipe

assai

cum

gli

mencione. Poi

che parlato

netiani

hebbi

siche, Signor

mio,

che non siamo primi dati

preda

el

in

Cum

bora per

la

Re non

morte de

in

la

non

sij

in

et

mondo;
aperse in mia

secreti del
le

et

non

altrui.

rasonar

stando perh

alquanta division di

Hora

cum

Le

li

per dirvi el vero

qualche suspeclione

per uno spione.

pi ligate et religate

perch

tutto per

far
l'

Tandem Sua Reverendissima

Rezina

mollo credito.

debbo fare, son caschato

maior

voi

si

Ve-

modo

Signoria

mottizar de Alemania, de Pranza et de Venetiani; dove

eh' el

suo per servare

de'

per

et governarsi

Santa Croce mi abochai in longo

dui sulle ricerchate assai.

cominci

il

il

tenga

si

man

Italia resta, in

far

faciano

orator de' Fiorentini

lo

el si voi

perdere. Cosa da pazi perder

tutti

cum

Exc, che ne

mi par de veder che per Franciosi

chiamato Rosso Bajantc

butar anchor quel poco che de

di

Il-

piaceria

perch turbato

S. S.,

io lettere directive a V.

di notte detti

siamo pi chiari

modi

me

Cisterone che non gli habia avisato quello che de altri

ha per certo. Ad un subdito vostro

domnica

Catbolici,

come

di quello

io

M. Nicol

lettere eh' io portai sue

erano

pi suzelli che se fossero state de

pi, erano tulle inzifferate

presentia el patron suo

questo lo scio,

qual anchor lui

astutissimo spagnolo pi che ataglianato, et gentilissimo signore,

cerimonioso
al

et

doctissimo

di questi paladini

clesiastico,

grandissime proferle

La venuta

di

ofiferirci

ridestare
riusc

il

Mantova

la

fa

a V. Exc. et

vedo certe pratiche

grandissima suspeclione sono

in

quanto possono.

Baldassar Castiglione per

data sua in Inghilterra; che

a un mese. Io non

io

che ora in riposo se mangiano questo soldo ec-

che non mi piacciono:

entrati, e travagliansi

ad

et

Reverendissimo Monsignor Cardinale. Pur

1'

secondo

ho veduto dopo

el

un' idea di quanto bollisse allora

primo
,

poste non per l'an-

le

lui dice

non ha ad essere

d.

e quante

fin

El conte Lodovico

mene

discordia a' danni di queste infelici contrade

si

usassero per

pei quali

maneggi

Pontefice ad ottenere l'ajuto di Francia, di Firenze, di Ferrara e di


,

e a tentare

la

immaginala impresa.

DOCUMENTI

279

dice ch'el Magnifico luliano Medici glie! ha levalo di casa, et che

non l'ha visto dopoi. Ma tal sii de loro. Io bene spier, lo saper,
et qualunque altri andamenti suoi. Vero che m' incresce ritrovarmi fra tal' imprese dove non si pu dir bene de tutti et dove
per forza si convien tacere el nome et actioni di qualchuno
,

Son acignato
Veneto

Orator

non caschar

non me ne son

io

qualche suspectione

in

cum

et parlare

et instato a visitar

lo

Magnifico

ben anchora assicurato


al

summo

Pontifice, et

per

non

gli

anderia senza saputa et comissione de V. Exc. Ben ho piacere di

che quella persiste in bona volont et servit sempre

fargli intendere,

verso di loro. Mo'

si

Agostino Somenza

Romani
Papa et

de'

del

Pranza. Et per

di

sua che

la instructione

per terra. Tutte burle


far et

non

et

io

overo

Roma,

ch'el veneria al dispeclo

Lombardia mostr uno capitulo de

la

diceva

despectum regis Franciae

officio

scoprendo questa venuta del re

lui

sbajafando qui in

et

conosce chi ha faclo mal

andando

Imperator

lo

che Veneliani

gran rumor

fa

si

voler

Io ajutava

venire et in

per

de pigne vote

mar

et

el si voi

dire.

Aspecto hozi over diman da mattina

la risposta

de V. Exc. per

venuta de Monsignor Reverendissimo tanto desiderata. Qual hauta,

la

subito

me

S. E tutto quello mi resta


me delle V. S. Illustrissima, mi forzar adempir:
che me adjuii, cum quella f' ch'io ho.

appresentar a piedi de N.

circha le coraission
cos

prego Dio

Li oratori di Savoja hebbero beri audientia in concistoro pub-

cum

blico, assai

mal

(amen

furono honorati dal Santo Padre

assai

in

ordine; qualro erano

mente. El signor Prefeclo

papa a man

el

man

el

sinistra

dricta, et

apresso

si
il

el

signor Costantino

qual era
,

dissi

el signor

cum

orator de' Fiorentini

quel eh' io intendo; e credo che ben


gli

secundo bavera

visto

che

sii,

se di

bon tempo

Italia si
;

et

Frachasso drieto

Lodovico de Carpi

resto de nostri amici

si gli

acordasse

le

Palazo

(?).

per

parole ch'io

mie de domio ver dal papa o ver da Sua


le altre

menlione

come penso

vedono

in

pezor termini di quel che fossero

pu andar molto in longo che la convien


minare o acconciarsi. La andata de M. Fran-

e non

schiopare, o in tutto

il

noi haveranno facto

per pi rispecti.

Le cose de
zia

presentati larga-

hozi stato a

V. Exc. per

nica portate per el Rosso: saper io,

Magnificenlia

ciurmaglia assai;
el

trov in trono majestatis a canto

gli

gran guerriero de Archiciochi

Lo Magnifico

DOCUMENTI

280

Cesco Arzentino, camerero del

bench

position,

Cremona

veschoato de
tiani

recevuto

cum

essi

cum

papa

pi volte

exposto nomine pontificis; et

altri

et pi

cum

pensieri

che pel

Vene-

et da'

et ristrengendosi

e Corsi stata

facendo per a ven-

che

quello

di

fosse

gli

peschano quae faciunt

artigli

tai

com-

la

fosse

ha parturito gran suspectione

Vcneliani a essi intendere

$opra

pure essendo dal papa mandato,

qualche bona diraonstratione

causa de inducere Franciosi a far


tura

datario

et

che per altro non

dimostrasse

aliena pericula cautum.

Monsignor
R.

Reverendissimo

San Zorzi

Praxedis,

S.

Napoli

de

et

Jimberto et

Monsignor Grasis de Castello

V. Exc.

Monsignor Abate de

et

quella a conservarsi per s et per

me

M. Federico Crivello
gli

homo

questo M. Hieronymo

V.

di

cum

se

raccomandano a
confortando

bisogni de nostri et tutta Italia.

V. Exc.

scriva

io
,

a V. Exc.

a la qual

entra

sicurt

che

raccomanda,

si

chi volesse dir al contrario

Mirandula

vostro

Monsignor Phi-

Gregorio

Sancto

ha astriclo eh'

da ben et servitor

offerendosi al combattere

compar

il

Pavia, el Reverendo

et dice

et di

che se

non mi risponde sopra ci qualche parolelta el si doler di


papa che non vi ho vogliuto servire. S che prego quella
non mi lassi correr in questa contumacia. A la Exc. V. mi rac-

me

S.

al

comando

quae foelix valeat.

E.

Romae 21
,

Aprilis 1506.

D. D.

lllustr.

Servulus

Do. Hieronymus Eremita.

LI.

Duca

Il

(f

Urbino al Marchese di Mantova.


li

Illustrissimo et Excellentssimo

La Exc. V. deve sapere


rasonato

di

di N. S.

che

negiar

et

far
la

l'

impresa

prefata

in el mesliero

persona sua. Donde

la

domino cognato

di

Bologna

V. Exc. seria

de

de l'arme,
la

et

io

si

li

Urbino

et frater

manda

la

optimo instrumento
;

per esser

honor.

poi che

ho proposto a

lei

si

Santit
in

ma-

expertis-

per essere benissimo disposta

Beatitudine

di

adoprare omnino V. Exc. in questa impresa

uno breve che

Da

che da alchuni mesi in qua

governare questa expeditione

sima

21 Agosto 1506.

N. S.
,

si

come

risoluto di
lei

veder per

a posta. Et perch la sopradicta Beati-

DOCUMENTI

281

ludiue mi impone ch*io scriva a V. Exc, che debbia Iransferirsi qui


ad Urbino per consultar cura sua Santit quello che sera expedienle;
la prego et astringo a voler venire omnino incontinente , et operar

che Sua Santit ne riporti satisfactione

ne habia honor

et io

di

haver proposta V. Exc.

La prefata Santit mi
over
s

significa volersi ritrovare in Perusia al

mese proximo

del

iij

et poi venirsene a la volta di

che V. Exc. poter anticipar

cum comodit,

viaggio suo

el

avante che gionga

ij

Urbino:
qui

et ritrovarse

sopradicta Beatitudine. Urbini,

la

24 Augusti 1506.
Frater el

Dux

Urbini

(1)

manu

propria.

LII.

Marchese di Mantova suo marito.

Isabella al

li

14 Novembre

la solenne intrala

me

distintamente
stantis

expedita
derio,

venghi

ha

scritto

ma maggiore
al

Ho

l.

de N.

S. in

la

datemi. Subito che


ditto

qual da N.

si

S.

li

dove

(3)

ha

beb

la

prima

et

li

li

svisi

de lo inter-

Religiosi de questa

havendo facto intendere


,

io

et dispen-

summamenle de

qual se ritrova a Revere

desi-

permisso eh'

lettera che parlava

era stalo levato,

in-

la sera

cum

la aspetto

qualro ducati del novo stampo

cominciarono ad celebrare
bale Benlivoglio

qual tanto

due sue de 11

le

condictione del tempo non

havuto

(2)

ho preso, intendendo che per questo

secundo l'ordine suo; ringraciandola

sali

Bologna

Ex. V. per

la

presto suo ritorno a casa

dopo che

Da Mantova,

Gran piacere ho ricevuto intendendo

Illustrissimo signor mio.

r ordine de

1506.

che

quello

terra

M. Hanila

mi

spodestato da Cesare Borgia del ducato


(1) Guidobaldo di Montefeltre
d'Urbino, lo riebbe nel 1504 da Giulio li, il quale procur eh' egli adottasse
,

Maria della Rovere col diritto di successione. Esso GuiGioan Paolo Baglloni a cedere Perugia
all'istesso Papa, pot ancora persuadere il Pontefice ad eleggere Francesco
Gonzaga come capo della spedizione contro Bologna.
(2) Abbandonato dal Francesi, fu costretto C^ovanni Bentivoglio a cedere
Bologna al Pontefice, il quale alli 11 di Novembre fece solenne entrata In
a figliuolo Francesco

dobaldo poi, che avea persuaso

quella citt.
(3)

Il

Guicciardini afferma

sua moglie e

quattro suoi

Ap. Voi.

II.

che Giovanni Bentivoglio, con Ginevra Sforza

figliuoli

si

ritirarono sul Milanese

36

la

presente

DOCUMENTI

282
tocchava circa

favor dato a conservare le cose de casa sua;. mi

el

ha resposto che ben cognoscono l'obligo hano a V. Ex.

deba
in
(|

oome suo

in

bona prolectione

cum

per non essergli rimasta altra

nella de la S. V.

insieme

et

che

la

ringratiare et pregare ad continuare in haverli

bona gratia della

la

Federico

qual procede

il

di

speranza

che

me raccomando

quale

bene

Man-

meglio.

in

luac, 14 Novembris 1506.

Obsequens consors

Isabella.

LUI.

//

Conte Alessandro Triulzio al Marchese di Mantova.

Da

Casolengo

6 Febbrajo 1508.

li

domino observandissimo. Per

Illustrissimo et excellentissimo
in

parte del debito mio,

m' parso mandar

el

fare

presente latore, mio

servitore, per farli sapere le nove sono venute poi la partita del ca-

vallaro di quella

augmenta

le

Conte ha inviato

sono

quali

sue genti

che

capitane de

il

accioch, venendo gente in grosso

non

si

potesse tenire

qua

laria

nel borgo di

qua

lo signor

Verona

in

minciar ad retirare
taneo de

la

di

Romani ogni bora

de'

in questa mattina,

ad

maniera (come credono

Conte

et

et tutti

insuma

che

tutti)

fan-

retirorano

ad questo effeclo domane se inco-

gente d'arme insieme; et

la

si

il

predetto capi-

admonire

fantaria se transferir insino ad Rovere per

quelli capi di fanti

signor

il

monte Bertonico

predetto monte, habia ad retirare la

il

dove sera

fanterie

le
,

Re

'1

et per questo

vedendo gran numero

di

gente

si

voleno

relirare ne la roccha di Rovere.


Il

oic

predetto Re de'

non

si

pensa pi

Romani si
di qua de

tene che venga


tenire

pasagi

li

cum
ma

tale

sforzo,

solo de riti-

lettera invece ne avvisa ctie ci non era avvenuto almeno di tulli trovandosi
Annibale accollo e protetto dal Marcliese di Mantova quegli stesso che combattuto aveva per tor loro il dominio. Che anzi siccome il Papa minacciato
cos pare che , per
aveva le censure ecclesiastiche contro ai Benlivoglio
Mantovani sopportare gli effetti del pontiaverneli accolti avessero dovuto
e dagli storici
ficio interdetto: cosa non avvertila neppure dai cronisti
pot il detto Annibale, insieme ad Ermes
patrii. Pi tardi, cio nel ISII
suo fratello, riacquistare Bologna dove furono ricevuti dal popolo con grande
;

festa.

,
.

DOCUMENTI
rarsi pi

quiolamente che

rona

alla

et

inantc

borgo

Rovere
Preda

de

la

Re

de'

li

Romani

potest

borgo

che

Ke

in

predetto

il

bora

spinga

senza fallo se retirerano

il

(olo del

Disposto {Dispoto),

al potest

de

per andar ala sua incoronacione

la terra
;

signor

il

nome

del

minacciandoli

se

metterli a fogo et sangue. Gli stato risposto per

non poterlo fare senza speciale commissione de

Ve-

di

si

(1).

sono venuto

ad domandar pasagio

era dinegato

li

sia possibile nel predetto

prima nova che vera

quale se expecla de bora

nel predetto

283

il

la Illustris-

sima Signoria.
Per queste nove parso

gnor Gran Maestro

bon numero

al

de' cavalli et fanti

possano pigliar

accioch

Parmesana cum qualche


secondo

Et anchora parso

consilii.

li

signor Conte eh' io scriva a monsi-

se volia spingere verso

Conte, eh' io scrivessi a V.

rezza de diete genti

V.

me

noi ad

per haversi

allogiar

per pi sicunel

retirare

pare espediente.

li

se

signor

Imper mi parso scrivere questa a V.

acci, essendo advertita del tutto, faccia quello


S.

sucessi

contenta de

S. volesse essere

maxime

et

dicto borgo di Verona.

la

li

predetto

pi vicina a Mantua sia possibile

la zente francesa

al

S.
.

riccomando. Casolengi, die 6 Februarii 1508.

Servi tor

Alexander Triultius comes.

LIV.
Stazio Godio al Marchese di Mantova.
li

Da

Roma,

18 Febbrajo 1513.

Illustrissimo et excellentissimo

signor mio

colendissimo.

Heri

sera venne la febre al Papa, et questa notte l'ha tanto molestato,


(1>

Volendo MassimiiiaDO Imperatore calare in

Fiorentini, o meglio per togliere Milano ai

Veneziani

all'

esercito imperiale

il

passaggio

per soccorrere

Francesi; ed avendo negato

pei

Italia

loro stati;

questi

intese a

Francesi mandarono il signor di Sciamonte ed il mareperloch


Gloan Giacomo Triulzio ad ajutare la repubblica Veneta la quale pot
cosi operare che a' 30 Aprile fu costretto Mtssimiliano di calare ad un accordo di tregua. Di li a poco per, collegatlsl la Francia e l'Impero con
molti potentati Italiani (fra cui io stesso Marchese di Mantova), volsero le
armi contro ai Veneziani medesimi; quali patirono perci gravi danni, e
sostennero una lotta che dur varii anni.

sforzarli

sciallo

DOCUMENTI

284
ch'el ha perso

la

mit di

modo che

si

proximo

in flne el si

morte

la

ha per spazato

congregatione per far provisione a

fatto

ha perso pi: de

vita, el tutto hogi

la

ha corno certa

le

non passer

et credesi
(1).

Hozi

lun

Cardinali hano

li

hanno ordinato metter

cose:

settecento fanti a la guardia dil Paiatio e di Borgo

cum

guardia

la

hanno fatto capitanio il signor Nicol de la


Rovere; bench li capilanei Guido, M. Baptista et quel de Svizzeri se havevano offerti al signor Federico (2) di volerlo dimandar
per capitanio. Hano mandato li Cardinali a dimandare il Duca de
de

cavalli legieri

li

et

Urbino

cum

bisogna

il

genti d'

perch

Vescovo de

mente
Il

gli

(3)

piedi di

li

farassi

V. Ex.

Roma,

se

obbedienti

vogliono essere

per

medesima-

(4)

frati

anchor

di Araceli
el

quanto vorr

et

non

hano mandato a dire per il Vescovo di Nicosia.


ma non comunicato questa notte stanno

Papa due

dil

varse con le robbe


in Paiatio

lo farano entrare in

confessato,

si

a la guardia

Valle

la

Ursini

Papa

arme. Non

Colonesi hano mandato a dire al Colegio

li

ogni uno attende a sai-

signor Federico non sa se star

Cardinale

il

di

Baso

Mantua.

humilmente me raccomando. Romae

li

18 Fe-

bruarii 1513.
D. V. Ex.

Schiavo fidelissimo

Lo stesso Federico Gonzaga scriveva da Roma a suo padre,


1513: Questa notte, che venendo il luni ad hore x

(1)

braio

Statio.

a'

et

20 Febmezza,

di N. S. papa lulio secondo passato da questa vita presente


chiamato da N. S. Dio a vita eterna .
(2) Federico Gonzaga fu mandato da suo padre, il Marchese di Mantova,
a Roma, raccomandandolo al Papa, che lo fece alloggiare nel suo palazzo.
Federico contava allora tredici anni e quivi forse era stalo spedito con intendimento di viepi affezionarlo al ponteflce. Una tale circostanza non fu
la

Santit

nell'altra,

avvertita, per quanto sappiamo, da nessuno scrittore.


(3)

Giovanni Giordano Orsini era marito a madonna Felice

figliuola

di

Giulio II.
(4)

Bench

da mutazioni e

si

temesse che,

alla

morte

dissidi!, nulla di sinistro

del

Papa,

accadde per

Roma

venisse turbata

in tale occasione.

285

DOCUMENTI
LV.

Agostino Gonzaga accompagna al Marchese di Mantova la seguente

Da Roma^

convenzione stipulata dal Papa.

Essendo N.

la

vere

ludo quello che possi

Sede Aposlolica

d'

Urbino

li

Che

I."

senza che

dia bone caulioni

per

la

somma

et

luoghi dove

con epso

40 millia ducali
:

et sui fideiussori, che

Mantua senza expressa


casuccessori Romani Pontefici

dominio del signor Marchese

licentia de la Santit di N. S. o sui

di

infrascripte conditioni

le

obblighi declo Francesco Maria

si

del

li

converseranno

che

excomunicatione o altra censura

d'oro, di observare inviolabilmente

non uscir

Mar-

honore suo

1'

possi slare liberamente in ogni

homini

Francesco Maria incorrino in

Dumodo

(1)

esso signor Marchese

star sieno inlerdecli

salvo

sar contento che Francesco Maria de Ro-

quondam Duca

loco del dominio di

pene.

10 Agosto 1516.

desideroso di satisfare a la Ex. del signor

S.

chese de Manina in

de

li

di

nonice entranti.

Che

il."

lui, n altri per lui

terr pratica

principe de dignit imperiale o regale

alcuna con alcun

o con alcun altro potentato

o signore.
HI.*'

Che n

lui

cuna persona seculare


del ducato d'
altra citt

Urbino o

terra

sno al d che
IV.

si

Che n

altri

per lui

Pesaro

di

parli

lui,

altri

o de

(1)

Terre o luoghi

Sora

le

di stipolare col

Biblioteca di

d'

alcuna

Santa Maire Ecclesia o Sede Apoadjuto o favore.

sopradicle condictoni contravenisse

Leon X, succeduto

Lorenzo de* Medici.

ne babbi ad

Camera.

papa Giulio, con certi prelesti tolse

rbino a Francesco Maria della Rovere, e lo diede a godere

V infelice

al

lo

stato di

suo nipote

signore
colla moglie sua Elenora Gonzaga
Marchese di Mantova il quale con grande stento ottenne
Papa la presente convenzione, che manoscritta si trova nella
Mantova.

riruggivasi presso

Sinigaglia o

per lui, terr pratica con alcuno che


la

essere judice Io auditore de la

terr pratica alcuna con al-

da Pesaro.

n prester loro consigli

E quando

ecclesiastica o regulare de le

castello o loco egli teneva et possedeva per in-

fusse ribelle di N. S.
stolica

il

DOCUMENTI

286

Che dccto Francesco Maria

e sui fldejussori

gare in ampliori forma Carrier ae

a la obscrvantia de le supradicte cose

ducati d'oro; la qual

si

che

supradiclo Francesco Maria

decle condictioni; et tante volte

contravenisse

rimanendo ferma

obli-

di loro,

pena decta de kO mila

Camerae, ogni

obbligationi in forma

le

il

sotto la

habino ad

si

qualunque

possi exigere, ogni excessione rimossa

condo

le

solidum

et in

si

qualunque

et

se-

volta

per lui contravenisse a

altri

quante volle

possi exigere,

si

la soradicla obligatioue.

LVI.

Gulielmo Malaspina al Marchese di Mantova.

Lt 21 Agosto 151C.

La

Illustrssimo et excellentissimo signore honorandissimo.

per questa mia intender

havuto nova

simo
la

et

Ke

il

come

con promissione

ancora, che

il

Maest Cesarea

mezzo Verona

(1).

perde

si

non ho ancora inteso

Gularit

Re Cristianisun 1' altro a

il

loco

1'

Con

li

di l.

Sogionse

alcuni capitoli per la

in liberiate della quale restato

apontamento

V.

quale da loro posseduta cos di

possi intrare in tale


se in questo

S.

Lautrech disse aver

di ajutarsi

come ancho in ogni altro


prefato Re Catolico havea fato

monti

li

di

che V apontamento era concluso fra


Cattolico

conservatione di cadauna cosa

qua da

M.

beri sera

che infra un mese

prediti capitoli , che,

sera suo danno. Altra part-

per alegreza tirorno alchune

boto

de artelaria.

La S. V. intender ancora, come il campo non mosso altrali


quali hano
mente exceto circha tre millia cinquecento fanti
mandato a Santa Lucia ad alogiare [et credo vi andar qualche
gente d' arme anchora) a li quali fanti m' ditto che M. Andrea
Griti ha promisso dui Gorini cadauno, per disponerli ad andare
,

contro Verona

(1)

(2)

et

con questa

regata

e Carlo re di Spagna

ma non venne

r Imperadore discese in Italia con forte esercito


il

ancora

altri.

li

Trattavasi infatti di pace in Brusselles fra Massimiliano Cesare, Fran-

cesco re di Francia

ed

tirarvi

Re

dei Francesi

mantenne

il

onde
Milano

conclusa

avviandosi verso

nascosto disegno di conquistare

il

Reame

di Napoli.
(2)
la

Per quella nuova

Francia

di

pace che stata sarebbe conclusa fra r Impero e


deVeneziani , gi collegati ai Francesi

viepi concitavansi

siderando sollecito

il

riacquisto della citl di Verona; e perci

Andrea

Grittl

DOCUMENTI
Hozi dicono dee jongcrc de

287

monicione

l'altra

dimane poi disecampo.


bona gratia sua

et

irnano piantare l'artelaria. Et questo quanto a le nove del

non mi ocorrc

Vitro
di

me

continuo

non che humilmcntc

se

raccomando.

Dal

Campo

in

Regio, 21 Augusto 1516.

Di V. S. Illus.

Servitore

Gulielmo Malaspina.

LVIl.
Baldassarre Castiglione al Marchese di Mantova

(1).

Illustrissimo signor mio. V. Exc. far excusata

pratica la tardit di questa nostra expeditione:

bono e presto

eh' el fine sar

qua

sono vari

ma

papa volesse

sono.
di

gli

di

che

li

Spagnoli sarebbono hormai

Pranza

che vengono

ho

scritta.

pi

vicini

il

gi vedere

(2)

ma

Ferrara

la

(3),

io dir

bene

Et genti

potrebbe fare,

sei

forze

le

monon

persone non

si

alla impresa contra

e forse

che non

che V. Exc. credo

per molte conjecture et

papa potesse darsi

il

le

non

la [aria:

ma

possono
infinite

Duca

il

dir ancor

legalo veneto, faceva di grandi pronoesse ai soldati:

i quali assediarono Vepoterono prendere, perch valorosamente difesa da Marc'Anlonio Colonna, che era agli stipendli del Re dei Romani.

rona

ma non

la

Federico Gonzaga, che

ai 3 di Aprile del 1519 successo era nel domimorte del padre poco prima accaduta.
infatti
grande simulatore tratt col Re di Francia con
apparenza di amico, istigandolo a togliere Napoli all' Imperadore Carlo e a
firne un dono al proprio fratello Giuliano de' Medici. Ma vedendo di non poter
tenere l' intento si collegava coir Imperatore per scacciare Francesi fuori
.r Italia. (Vedi Appendice deWArchivio Storico, Tomo I
pag.293 e seg.).
(3) Le parole sottosegnate, neh' originale ono scritte con cifre, a cui sn(1)

Mantova
(2) Leon X

nio di

per

la

prapposta

si

legge

la

spiegazione

quale noi riferiamo. Le imprese a cui ar-

dentemenle mirava dar mano Leon


toglier

ma

Ferrara ad Alfonso

quando

la

morte,

d'

Este

erano

di

riacquistar

Parma

e di

e gi slava presso a riuscire in quest' ulti-

in sul finir di quell'anno,

iji

altro che

che questo non sarebbe

inimico di Pranza alla scoperta

ragioni, che, se

sicura

sii

moveno puntone capitano alcuno

si

creder mai. Li pensieri intrinsechi de

di

nella virt della

quella

da credere ch'el papa volesse adesso pi presto

Spagna che

trarsi

ma

fanti spagnoli

delli

verit quella

la

Da Roma,

e quelli che la avvisano altramente

restaranno ingannati. L avvisi

d'armi del Reame non

26 Gennajo 1521.

li

tronc

le fila

de'suoi ambiziosi

DOCUMENTI

288
questo

che non

dire che non


li

pu

la

se volesse

fare

ma

possono scrivere:

si

e molte cose

pur

faccia

babbi buone gambe, che in questo consiste

tutto

il

si

Duca che

il

possono
il

e Dio sa

s'/

papa gliene facesse la istanzia come andrebbe la cosa; ma ben il


Duca mostra molta difjUdentia; la quale non so come sia a proposito,
perch al papa pare segno di mala volunt e che a lui se dia
,

ma

(fualche infamia;

non dir, se non che baso

niente. Altro

Roma

volle.

V. Exc. veder che questi toni reuscirano in

26

alli

Gennaio

di

le

mani de V. Exc. mille

MDXXI.

D. V. Excel.
Fidelis servitor, Bald. Castiglione.

LVIIl.

taldassarc Castiglione al Marchese di Mantova.

11

(1)

parer

Monsignor Reverendissimo

di

vivala pratica de' Venetiani


tore

modo, che

di tal

Exc,

da V.

voglia

la

quella, che

che V. Exc. tenga

non mostri haver commissione alcuna

lui

dimostrino bona servit verso

para che

si

facendola manegiare dal suo ambascia-

medesimamente, dove

Da Roma,

Dicembre J521.

nel

gli

occorre, usi parole che

Cristianissimo

il

ma

per adesso di qua

staccarse

non perh, che

respondendo a

ne parlerano o scriverano prudentemente

fatto in sino a qui: poi

secundo

manco

governarsi. Io non

il

tutto quello in poter

di

come

ha

1'

successo del pontificato, la potr

e notte, acci che Monsignor Reverendissimo di

mio, e giorno

Mantua pervenga a

questo supremo grado; et bone parlato con quanti Signori sono in


questa corte

bench
(le

li

di

io sapia

quel

modo che mi

parso

pi a proposito

poco in ogni cosa, pure per haver qualche pratica

Signori di questa corte

crederei

se fusse stato in conclave,

haver potuto fare a Sua Signoria Reverendissima qualche servitio

(1)

Questa lettera scritta tutta

in cifra

e dal Castiglione fu diretta al

Marchese Federico Gonzaga. Da questa rilevansi g' intrighi ed maneggi occorsi nella elezione del nuovo pontefice, ne' quali aveva pigliala la parie sua
il Cardinale Gonzaga
e forse per tanta divisione degli aninai accadde che la
i

tiara toccasse

da Carlo

mento

ad Adriano Fiorenzi

V come
,

scrisse

il

che allora trova vasi In Biscaja , speditovi


di Spagna. Su questo stesso argo-

governatore dei regni

Castiglione ai 3

Gennajo

del

1522

e tale lettera fu posta in

islampa da Pieranlonio Serassi (Padova 1769, Tom,

I, pag.

51

).

DOCUMENTI
imporlaiilc

ma

se

Dio vor eh'

Circha

nislro

e Ira

spero

li

altri

ci

sia

Cardinale Colonna

il

uon

li

bisognar altro

li

sono scoperli molli nemici,

ci inlendesi

ini-

Monsignor Kcvercudissimo

pontificalo.

molli amici; pur se

de' Medici lia di


li

al

289

eh' el signor Pro-

ha scritta una lellera secretamente, dove lo prega et astringe

ad far ogni opra contro

il

Cardinale de' Medici

pure unn sorte de ingratitudine. A quello baso

me

che a

il

pare

mani.

le

Castiglione.

LIX.

Marchesa

// Segretario della

Gadio.

M.

Gonzaga a Stazio
26 Dicembre 1521.

Isabella dt Este

Da Mantova,

li

madama quanto me

Statio. Io mostrai alla Illustrissima

vete scrino per doi vostre lettere in zifra,

una

ha-

Taltra di xxj,

di xviij

venule per quasi in un tempo medesimo. S. Exc. era anche stata


avisata in gran

de

la pratica

conciar

Francesi,

Signor nostro col

il

Federico

parte dal signor

che fanno

mezo

per

del Zelalo

desiderio che mostrano di ac-

et

ha

Ella

Cristianissimo.

grandissimo

piacere, vedendo lo Signor suo figliolo esser eslimato et cercato da


tante bande e da cos gran potcntali

grandezza sua conosciuta, et


stalo suo

honorevolissirai.

meno lauda

di

alcuna, finch#Ia non vede

tica

che segno che

de

che

S.

la virt et

persona et

la

conosce che non mai per mancarli

el

importanlia

la

partiti

Exc. non

titoli

entri in pra-

crealione del novo papa: perch

la

quello sera che dar juilicio alle acliani nostre. Et se

il

nostro Dio

ce concede gratia ch'el sia a nostro proposito, et tale che se possi

perseverare comodamente nel servitio de

la

Chiesa. Lauderia eh' el

non cercasse n accettasse novo partito con


se

unione de

lo

credere che

non

vi

Imperio, come stalo


la

in

speranza

ctiam quando

poggio ecclesiastico

hav(sse a sperare

Ap. Voi.

n
Il

la

non vince:

la

sempre

sia

ben vero, che (}uando

di

il

la

il

maximamente

cum

Pranza

la

questo tempo; perch da

Chiesa babbi a restar vittoriosa

fosse cos eerta

considerare che in ogni evento


tata

altri, et

stato della Chiesa sera contrario et inimico a

'1

el

vittoria eontra

quando anche

Franza

c' da

Chiesa sole sempre esser rispetel

pere

S.

Exc. reputa che

l'ap-

pi sicuro per questo stalo. L' e

futuro papa fosso tale che da lui non se

condotta n

titolo et

proteelione che

37

290

DOCUMENTI

havea da papa Leone; seria da cercare novi partiti: et per


ha ad esser quello che ce consigli

dama

pensa bene che, sia qual papa

persona del Signore, per

assai la

Chiesa

la

Marchese

il

circa

Mantua

di

parer suo

il

(1).

dato de comissione del Signor nostro, in

comando. Mantuae

Sua Signoria con

la

Chiesa

madama
ordine che me havete
cui bona gratia me rac-

Questo quanto

che scrivo secondo

il

tempo

Thabbi ad estimar

voglia,

conosciuto quanto importa alla

per essersi

et

si

novi meriti di

li

il

non sera troppo longo. Ma-

et

me ha

detto

l'

26 Decembris 1521.

LX.

Angelo Germanello al Marchese di Mantova.

Domine; cum humlissima comendatone. Questa

Illustrissime

mattima

io

ho parlato

al

papa

possa mantenere

Roma non

Exc.

perch V.

ci

sono denari

lo stalo ecclesiastico; et che, subilo

bona parte ad

el

che

merita
li

fa

far

adeffectum

me ha resposto
ma che de le

colgere de fora in

seran collecti, ne far mandar

Exc, dimonstrando

V.

la

Exc,

sue genti de armi. La S. Santit

le

volerlo fare volontieri

degnare

et supplicatoli se voglia

provvisione di qualche parte del stipendio de la V.

entrate de

Da Roma,

17 Dicembre 1522.

li

la

Sua Santit

in questo

ha ver bon animo ad exequirlo et satisfar a quella


El papa mollo intento ad questa impresa de Arimine, perch
signor Pandolfo

el

voler venire ad

mosso,

sia

la

(2)

pare che

non

se dubita

cretamente; imo s' diclo


Hi Contina

molto vario,

sia

obedientia del papa

infatti

sia

in

di

il

comando

Pavia contro

di

Prospero Colonna

gli assalti

inimici

di

XXI

ha demonstrato

che ha elevale

Francesi.

le

bandiere de

alla

Chiesa,

la

Federico Gonzaga,

capitano generale della

lega

difese

Lautrec a ritirarsi con grave


cagiono di maggiori sventure. Lodi molte

ed obblig

il

danno; lo che al campo francese fu


furono date al Gonzaga per questa impresa
N.

et

anchora perch non se

Mantova a servire

quale, collegata all'Irapero, combatteva


sotto

et

fomentato da qualche potentato se-

Roma

Marchese

il

nella

lettera del

Castiglione

stampate dal Serassi nel T. 1 pag. 28.


(2) Pandolfo Malatesta , incalzalo dal Duca Valentino , cedette la signoria
Rimini ai Veneziani; al quali fu poi levata da Giulio II. Il dello Pandolfo,

dopo

ma

la

fra quelle

morie di Leon
1522 gli fu

gi nel

pervenne ad impossessarsi
da Adriano VI.

tolto

dell'

antico suo slato

DOCUMENTI

291

san Marco, bench no se creda. Li tre milia


anchora in la Marcha l'altro d, per andare a
existima ch'el

venera ad

modo

la

papa

obedienlia

(bencli

Sua

la

la dieta

signore

far fare, se diclo

la

spagnoli erano

fanti

Santit

li

impresa. Se

non

Pandolfo

habia poco

el

spendere); et s' judicato da molli esser stato troppo presto

al

ad pigliar una simile impresa, maxime contra subditi, che ne poteria haver poco honore. Pur, succedendo se faccia dieta impresa,
la

V. Exc. sera recercata et advisala da

Le cose de
andavano ad

li

la

d passati:

el

modo che

in

Sua

la

renovate

peste se son

Santit.

vadono pejo che non

exlima che ad prima-

se

vera habia da far gran male.

nome

Li Francesi danno

omne modo
sua pi de

sei milia

El Cardinale de
del

Koma

in

Italiani

Me

li

...

(2)

comendatore de san Spirito

la

re de Francia volere per

el

et che sono ad la corte

quali sollicitano questa provincia

(1).

venuto ad abitare ad una vigna

poco lontano dal Palazzo

haver comodit da negoziar con

da

presto far la impresa de Italia

papa

el

et

manda

vada et

per

spesso

Sua Santit, bench habia la sua famiglia mal in ordine ,


tolte le robbe da Don Ioanne Emanuele in la ri-

per esserli tale

vera de Ferrara. Altro non occurre.

ad

Exc. Romae

la V.

D.

111.

die

Basio

la

mano bumilmente

27 Decembris 1522.

D.

Hamilis servus

Angelus derma nellus.

LXL
//

Duca

di

Ferrara a sua sorella Isabella Gonzaga.


li

Da

La S. V. per
come questa mattina per

Illustrissima et Excellentissima domina.

mia de hoggi havor


Dio

io era

inleso

hebbi a palli e per accordio

per aver a forza

in

Reggio

30 Settembre 1523.

la

cittadella

poche ore, se

'1

de Reggio,

castellano non

si

un' altra
gralia di
la

quale

rendeva.

Pensava infalli il Re Francesco di calare in Ilnlia per riacquistare


Milano; ma cerli dissidii inlesllni provocali da Carlo Duca di
Borbone, glielo impedirono; e solo mand a(i*cfTetlo il suo proposilo nell'an(1)

lo slato di

no 1523.
(2) Il

nome

di

Cardinale Giulio de' Medici

Clemente VII.

il

quale nel 1523 fu elelto Papa, col

DOCUMENTI

292
Hora

le significo

tornato sotto
al

che tutto

contado

il

mio governo

il

una compagnia

obbedire a quanto

comandar

io

Mi parso comunicar
cere

trovava hora

loco e la roccha, che per

il

che domattina vognir a me.

et

V. S., perch so che bavera pia-

tutto a

il

si

essendo suo ogni mio bene.

Appresso desidero
fino a Brexello

modo che
a V.

et

ha risposto al trombetta,

di fanti,

ch'io haveva mandato a domandare

questa cittadc

conte Ludovico Rangone

il

quale papa Leone haveva donato Montecchio,

quivi dentro con

Po

et territorio d

(1); et

sapere

di

fusse possibile

me raccomando.

Regii

et

et

mandare suso per

il

munitione, col pi secreto

per mando questo cavallaro a posta

mi

priego che

S., et la

se io potrei

qualche artiglieria

significhi

sua voluntade:

la

et a lei

30 Septembris 1523.

Frater et servitor

Alfonsus de Ferrarla.

LXIL
Estratti delle relazioni date da Francesco Gonzaga
del

Marchese

Mantova a Roma

di

ambasciatore

neir anno 1526.

26 Giulio 1526.
Nel ragionamento che ho hauto con Nostro Signore, Sua Santit

me

ha detto che, da un canto, certo era che

gratissimo

il

che giovamento haveria fatto

la presentia

de S. Excellenlia in quelli

exerciti, oltre lo accrescimento delle genti

persona

anche

di quella.

il

(1)

...

tuttavia

che seria venuto con

dall' altro

canto

che

io

la

sapeva

che havea fatto andar ritenuta Sua Santit di


Sua Eccellenza, per non metterla noi manifesto pe-

respetto

voler ricercare
ricolo

haveria havuto

ella

cavalcar del Signore a questa impresa; perch sapeva

di

che tante volte

ella

Crealo Papa Adriano VI

ne avea parlato
Duca

di

(2).

Ferrara mand

In

Ispagna un

suo ambasciatore a ricliiederlo di speciale protezione- Ed il nuovo Pontefice


infatti annull le sentenze contro lui pronunciate da Leon X , e gli promise
la prima delle quali riacquist solamente
la restituzione di Modena e Reggio
;

seconda gi nel 1523 , come si vede da questa lettera.


Federico Gonzaga, bencli fosse ai servigj del Papa, nondimeno, do-

nell'anno 1327
(2)

la

vendo combattere r Imperadore cerc ogni scusa per esimersi dal debito
suo; adducendo a ragione che, sendo lo stato suo un feudo injperiale correr
,

poteva pericolo

di

restarne spodestato.

DOCUMENTI

293

6 Novembre 1526.
Subito recevQie

de

lettere

le

27

28

et

andai a

del passalo,

Nostro Signore per far intendere a Sua Santit quanto havea detto
conte Lodovico da Lodrone al Signore, circa

40 capitani,

2 del presente expediti per

alli

subito alia volta di Milano; e cossi lessi


Santit, aciocch la sapesse
dal predetto conte tal nova

Italia, quali

vernano
Sua

capitulo proprio a

il

Signore havcr hauto in gran segreto

il

che

et

il

venuta a Bolzano de

la

la

ne havesse ad far conserva.

Essa rengratia senza Gne Sua Eccellenza, havendo hauto molto caro
tale aviso; et
si

dicendo

che anche per altra via

faceva preparalione de ditta venuta

capitani havessero ad essere tanti

Bolzano

alli

tutto potr essere

conGrmatione o

N pi
sistentia

che

aspettarla

se

Tarmata era

me ha

che

detto circa

aspetter

la

quando

altra

farli re-

per maggior

replica

ma

dipoi

air ordine, et che gi l'Imperatore gli havea

che seria

il

altramente.

sia

proveder de

il

che

son lettere dei 26 del passato che dicono che

ci

dato sopra cento milia ducati


vela

li

qualche altro adviso in

chiarezza. Delle cose di Spagna la non havea altro;

ho parlato seco,

che

che havessero ad redursi a

in significatione del vero (1),

parendomi

sapeva

dui del mese fossero a Bolzano; pur dice che

et

Sua Santit

oltra

et

havea inteso che

1'

ma non

che ella non crede che se avesse potuto far tale

et quasi

expeditione, che

fatto

senza

non restava

che altro

et

fallo al principio di

opinione mia fondata sopra qualche ragione

man-

che

far

Novembre. La

che questo exercito

qui non debba far altro processo.

(>rto che

Colonesi

hano ad

(2)

restar

ruinati

poterla dir quanto universalmente regni questo

(li

Per

la

pace stipulata

in

Madrid

1326

17 Gennajo

ai

et

non se

desiderio; et non

fra

il

Re

di

Francia e l'Imperadore, ne conseguiva, che questi avesse un pieno potere


Veneziani,
sopra l'Italia. Di ci si dolsero il Papa ed
quali riuscirono a
i

Papa che concordemente si mossero a far la guerra all' Impero. Dalla Germania Carlo V mandava intanto in Italia poderosissimo esercito, comandalo da Giorgio Frundsperg e dalla Spagna un'armata diretta dal Vicer Lanoja per cui il Papa

collegarsi alla Francia

ai Fiorentini

allo Sforza

ed

al

ed

collegali Irovaronsi

afflilti

da perturbazioni gravissime.

Dopo che Vespasiano ed Ascanio Colonna ottennero

ai 20 Sellemarmi, cosi che il Papa


dovette seco loro calare ad accordi da Inni' ira fu preso Clemente VII, che,
non mantenendo
tolse la dignit cardinalizia a Pompeo Copalli promessi
lonna, fece atterrare le case che
Colonnesi avevano in Roma, e comand
(2)

bre 152<)

d'

improvvisamente sorprendere Roia


;

coli'

DOCUMENTI

294

mancano persone de qua de

auctorit che lo procarano

cam

ogni

usque ad ultimum exterminium : che non


terre che verano sotto la dedilion del ponteGce se-

nstantia; ella ruina sera

dubio che le

rano ruinale

Roma

in

fin

fundamenti

li

et

similmente

le case

sancto Apostolo non so ancora

bench de

come

qui de

La

sera.

privation dei cardinal CoIona sera et presto, secondo se judica;et


gi se ne parla

hora

a questa

et forsi

bolla

fatta la

credesi

primo concistoro, che sera mercord proximo se ne habbia


pur per la nova de questa armata la cosa potria dififea parlar
che

al

anchora qualche

rirsi

Philippo

d.

Strozza posto nei castello di

Napoli. Questi movimenti porgono suspilione non mediocre a questi

quali, per quanto

si

comprende,

mancar

di

favorir et protegcre essi Co-

Imperiali, da

li

don Ugo

non

(1)

si

per

et in

specie per

lonesi totis viribus: et questo sera el principio de la guerra de qua.


Il

Conte Guido Rangone

el

il

Cardinal suo fratello stano molto mal

contenti, parendoli che dal canto de


stituto

qua esso conte

non valendosi della persona sua.

Il

sia lassato de-

Cardinale mi ha usato

parole di mala salisfactione circa questo, et pare che attribuischi


la

causa a male relation! del Guizzardino.


Dell'accordo del signor Duca di Ferrara

mai. Si inteso che

Cristianissimo ha

'1

Napoli a Ferrara ad offerire


farli

instantia

Papa

lo accettaria

et

pi lontani che
il

Conte Ugo

capitaneato della lega al Duca

che Sua Eccellenza

pare che habbia resposto che


col

il

si

mandato

lo

quando

che ogni

a Paolo

vitelli di

tova,

lo

danneggiare

volta

che Sua Maest faccia

ai

26

fuori.

(2).

Su questo

Gonzaga ambasciatore del Marchese di ManNovenabre 1526: In la Impresa contro Colonesi

stesso Francesco

scriveva

che costoro tenevano

le terre

di

et

debba accettare: alla quale


fossero assettate le cose sue

questa opera, non mancar de far quanto sia in piacere di quella

proposito

non

si fa

slandose

lo

exercito del papa cos senza far molle faccende.

Si

ruinalo el abbrusato

le

terre loro; in specie

altro

hanno rulnalo funditusSe-

ch'era un bellissimo palazzo: quello che succeder, Dio sa. Gran


trepidalione, secondo intendo, se ha In Roma; dubilandose, se le cose cesaree prosperassero che Roma non slesse a periculo d' andar a sacco. Dio

nazano

ci ajut

(1)

Don Ugo Moncada

favoriva

Colonnesi contro

reggente allora del regno d Napoli, segretamente


il

Papa.

Clemente VII, odiatore del Duca d'Esle, non aveva voluto mai rendergli Modena, ed anzi pensava a lrgli ancora Ferrara quando stretto da
gravi necessit, propose al Duca alcuni palli onorevoli, purch egli si unisse
(2)

DOCUMENTI

296

Cristianissimo afferma de volere venire in Italia al principio

Il

deir anno

proximo futuro

andar contro

secundo intendo

non

acciocch ne segua lo

con numero de 50 milia persone

Turco. N.

il

desidera sopra

S.

manca

se

modo

ogni opera per questi de

d'

venuta

tale

per
;

et

qua

effetto.

5 Dicembre 1526.
Sua Santit mi disse iiaver haulo la nova dal signor Guicciaril qual
de la
era l in Mantua
dino et da M. Kabriel Cesano
,

morte del signor Gio. de Medici

mente

anche era dotato

cose de

ficientia in le

Da Modena
data.

Il

la

fussc valente, di

comendalione; che non

di

gran core,

et di molta suf-

guerra.

ha aviso che quella terra sta molto bene guar-

si

campo quando

il

Parma anche, secondo

adrizzassero

voglia. Il simile

si

si

ha da Bo-

se intende, sta ben fortiGcata et for-

il

camin

loro a quella

via.

Qui

si

di quello che essi Lanzenecchi habiano a fare

verranno

in

Toscana

esercito de Milano

che se dar

altri

ma non

seco in lega.

radore

Ma

lui

pensano che Modena non passar molto

de

che tenuto aveva

buone pratiche

di gi

coli'

Impe-

lo stesso

Papa

mandogli

in risposta

Combattendo l'esercito Imperiale a Borgoforte, rimase ferito Gioche guerreggiava pel Papa; e trasportalo in Mantova, quivi

vanni de' Medici

mori; come

rilevasi

da questa rozza memoria fallane sul Necrologio

Die veneris,

uUimo

die

decii chapitanii de la Santit de

morlus

fuit infirmo

in iosio

fare.

anzi era slato eletto a Capitan Generale delle armi ita-

liane
che avrebbero dovuto combattere
Venir troppo tarda quella profferta.
fi)

variamente

alcuni dicono che

passar molto che se potr dar vero juditio

V Estense

e che da

parla

che andaranno a congiungersi con lo

altri

di quello eh' el pensier loro sia

foni,

dicendo

Se dubita pi de Piasenza, ogni volta che questi Lanzenecchi

nita.

tova:

non laudabili, che pur

conte Guido Rangone signlGca che non ha dubio alcuno

apresentiseh pur
logna.

sua

perdita

la

qualit

le

qualche parte degna

di

pu negare che non

ne dolia molto tenera-

et se

dimostrando haver assai molesta

che ancorch osso havcsse de

si

(1)

est

ex febera

per die 4

el

etatis

papa demento

di Medecii

per esere ferii in Una


anos

di

Man-

Novembris 1526. lUmo. Sig. Zovani di Me-

iV.

30 ,

et fuil

in centrata gri-

gamba da uno archobosio


reseg la gamba dal zenogio
:

DOCUMENTI

296

LXIII.

Marchese di Mantova a Francesco Gonzaga

//

Da Mantova,

a Roma,

A M. Francesco

suo ambasciatore

10 Dicembre 1526.

li

orator da parie de Sua Eccellenza

Marchese

al

de Mantova.
10 Dicembre 1526.

M. Francesco. Heri
dino havessirno una de
di

Fiorenza

per

la

quale ne ricercano a cavalcare in servitio

come vederete per

missione.

Ha verno

presente, per la quale ne scrivete ad

inslanlia

circa

de essa

litlera et

medesimo cavalcar

il

a Fiorenza.

che quando

giovar a N. S. et

servitio de

il

a' signori

nostra et di cascar de le

nostre

non solamente in Toscana,

ma

et

mare,

et in

la

Fiorentini

la copia

de 3 del

la vostra

di

di

che ve

Nostro Signore

Respondemo per homo

posta che parlar a bocca in excusation nostra

dicemo

de M. Guicciar-

liltera

Eccellentissimi Signori Otto de la Pratica

li

quella illustrissima Repubblica,

mandamo

una

sera lardi, con

persona

nostra havesse a

senza pericolo de

ragioni con

a voi in risposta

la

ruina

Maest Cesarea

la

cavalcaressimo volontiera olir monti

capo del mondo;

et ce

reputeressimo beato, quando

ne accadesse far un honorevolo factione a salisfactione de Sua Santit.

Ma

recordandone noi quanto amorevolmente Sua Beatitudine

ha sempre reservato, etiam

cum

pericolo della vita, in


la

ce ne potesse seguir

dell'

la djsgratia

Imperatore (come

volte ne havcte scritto per parole proprie di

suplicar umilmente a suoi piedi

havorci

manco

et stalo in

et

Sua

cos farete)

Santit)

al pericolo a cui la

non

che non

respeclo de quello che ha hauto per

non ce voglia exporrc


exporre (1):

(et

li

grandis-

persona nostra a cavalcar dove

simi dissegni suoi di non ricercar

ci

il

voi tante

ne par de
la

voglia

passato

et

ha jamai voluto

tanto pi, per et respelto che ne ha hauto fin qui,

tempo che

forze de lo Imperator in Italia

le

non erano

Cronisti non abbiano accennalo che ii Marcliese di Mantova


(l) Bencli
quali unitamente al Papa
n stalo fosse richiesto a Capilano dai Fiorentini,
movevano guerra all' Impero n interposte avesse certe pratiche per esimersi
tutto
dal prestare per verun conto l'opera sua a combattere l' Imperadore
ci si rileva per da questa e da altre lettere scritte da Francesco Gonzaga.
i

DOCUMENTI

297

nel vigor ci prosperit che sono d'ora: anzi la pocha forza ch'avea

Sua Maest

qua, era

in

che

grandissimo

vede quanto siano ampliate et per

mente,

di mare,
Sua Maest

per V armata

et

scoperti in favor di

metterne

in

Milano,

restretta in

noi ce

in

pur un

quali successi seria

li

et periculo di

excuseremo con

ruina

(1)

quelli signori Fiorentini

modo che potremo: ma sapemo che

miglior

se

per quelli di Italia che se sono

et

et bora

Lancechenechi venuti nuova-

li

sua manifesta disgrazia

Fra tanto

slava in dubbio

et la

non potesse soccorerle a tempo

la

il

al

rispetto e T autorit

Sua Santit sar quello che acquieter il tutto dignandose ella


che speramo in la benignit sua
per V amor

di

di far quello officio

che sempre ne ha mostrato, per

lo

quale non havemo mai

tempi turbolenti tanta speranza se non in

in questi

lei.

LXIV.
Ferrante Gonzaga alla Marchesa Isabella Estense sua madre.

Da

Castiglione di Arezzo

li

18 Settembre 1529.

mia

Illustrissima et Eccellentissima signora

Con

vandissima.
feci

che non siano

tutto ci

giorni eh* io

iiij

M. Salvato de Agubio; non restar che con questa non

dutte per

novo aviso del mio bon

le dia

Marchesa obser-

resposta delle sue con-

Vostra, in

alla Eccellenza

reverentia

et

pi che

essere

de' prosperi

et

successi di

questo invittissimo exercilo, in poder del quale nuovamente venuta


la citt di

Cortona

blica fiorentina

uno

alla

la

repubet spia-

nato buon pezzo della muraglia

simo

battaglia

Principe

(2)

rese

si

hiersera

a discretione

prima che representas-

non

havendola

voluta pigliare con altra condictione;

ha voluto che

(1)

membri che havesse

de' buoni

quale essendo stato tre giorni intorno,

robba come

la

Gl'Imperiali e

ramente procedettero

gli

Spagnaoli

In quella

viltoriosamente entrarono in

il

le

persone siano salve

ed

altri collegati Italiani,

intrapresa,

il

signor

quale nondimeno
,

excetto

le

tanto prospeche nel Maggio dell'anno 1527

Roma, ponendo

l'infelice

citt

sacco ed a

uba.
(2)

Ferrante Gonzaga serviva sotto

generale

dell'

esercito cesareo

slesso assunse
to

1530

il

il

comjllido del

e poich questi

supremo comando

fu

Principe

ucciso

II.

d'

Oranges

battaglia

delle truppe Imperiali, e tratt ai 12

dei patti di accordo coi Fiorentini.

Ap. Voi.

in

38

egli

go-

DOCUMENTI

298
genti di guerra;
et

quali ha fatte questa mattina privar de

le

non d'altra cosa,

numero

500

di

fanti

et poste in
et

libert

quali

le

molto buona gente

l'

arme

ascendevano

ai

et la terra lassata in

de' Comisarj de la Santit di N. S. Siamo questa sera conqua a Castiglione Aretino il quale sta abandonato, con proposito di condurci dimani a la expugnatione di Arezzo; se non che

poder
dutti

la terra si

mandata a rendere

che ve era

di

Fiorenza

che erano
(2).

Et

nostro exercilo,

mana

xij

havendola abandonala

bandiere

a 4000, et la spagnola a

gieri, gente fiorita et


di

molto

arriva al

2000; lance 40,

come per

et

lei

la

pi

9000,

650

del

l'ale-

cavalli leg-

gratia di

cui Eccellentissima
desidera. Dal fe-

si

licissimo exercito Cesareo appresso Castiglion Aretino,

tembre del

la volta

le forze

di

Et in buona

volunterosa.

core mi raccomando,

persona N. S. Iddio conservi

numero

gente

la

che marchiaremo a

perch Vostra Eccellenza sappia

la fanteria italiana

Vostra Eccellenza

li

18

di Set-

MDXXIX.

D. V. Exc.

Servitor et obbedientissimo figliolo. Ferrando Gonzaga.

DOCUMENTI CHE CONCERNONO LE RELAZIONI DEI LETTERATI CON


BELLA DA ESTB

O COI MARCHESI

DI

MANTOVA

ISA-

ED ALTRI FAMI-

GLIARI INTERESSI DELLA SIGNORA. DAL 1495 AL 1532.

LXV.
Antonio

Marchese

de' Conti al

il

di

Mantova.

Da

Mantova,

26 Agosto 1495.

Illustrissime atque Excellentissime princeps, salve. Nelli passati

zorni visitai Vostra illustrissima Signoria con miei latini et vulgari


versi

nelli

quali

Clemente VII, ardendo

(1)

fervorosa naente
,

di

ricontai

li

gloriosi et

magnanimi

volont che Firenze tornasse sotto al do-

29 Giugno 1529, spinse tanto


armi contro alla patria che vinte Macerata , Montefalco,
Cortona ed Arezzo pervenne nell' Ottobre a porre il campo presso

minio de' Medici


Assisi

cumulatamente

Firenze.

fatta lega coir Iraperadore ai

le

DOCUMENTI
l'adi coiitra el

25^

ro de' Galli et suoexercito; con

miranda

virt, pre-

stantissimo ingegno, el incxtimabile forza, experti, operati et conseguiti, per la

comune

salute et liberatione de Italia

cui fama

la

immor-

et gloria da epsi barbari quasi obscurata et deperdita, con

tale

in

memoria

et

laude (deposto ogni periculo) impavito, audacemente,

perpetuo havete vendicata.

Idcirco

ho aspectato

cum summo

meae lucubrationes a Vostra EccellenSignoria


grate,
siano
stale
el le commendalione del magnifico
tissima
Lipomano
Hieronimo
per
me
a quella facte. Fui sempre in ogni
M.
tempo devotissimo servitore de la prestantissima et generosa casa
da Gonzaga et de suoi famosissimi principi ma al presente tempo
con pi ardente amore benivoienlia et observatione sono disposto
ad ogni servit, commodit et exaltalione de la prelibala Vostra
la quale humilmenle prego se degni pormi
illustrissima Signoria

desiderio sentire quanto diete

nel

numero

de' suoi fidelissimi servidori, etalli presenti nostri bi-

sogni, che certo grandissimi sono


adjuto porga.

princpum splendor ,
Septembris Salutis

suaque sola clementia

quale viribus omnibus meis

la

et

Dii perpetuo

humanae anno

te

supplico

me commendo.
Mantuae

fortunent*

Vale,
7

KaL

1495.

Fidelis servitor, Anlonius de Comilibus

Palavus Comes

eques.

LXVI.
Giacomo Filippo Faella alla Marchesa Isabella Estense Gonzaga,
Da Cazzano li 10 Settembre 1499.
,

Domina mia observand issima.


Tebaldeo qui a piacere per qualche zorno et hamedalia de la Eccellenza Vostra, mi venne fantasia

illustrissima et Eccellentissima

Essendo venuto
vendo

cum

il

se la

de farne un sonetto;

et

fallo che l'hebbi,

mandarlo

a la Kccellenza

degna

quella, non lo volea fare:

di

Vostra

et

il

Tebaldeo

me

parendomi che non

ma

lui

me

exhort

fosse cosa

ha facto tanta

in-

mi stato forza mandarlo. Diche la Eccellenza Vostra


acusar lui et non me de questa prcsujpptione et se V opra sar
trista, come gli (1), bavera rispeclo al loco agresto ov' stnto

stanlia, che

(1)

Perch

il

sonetto veramente opera irto, l'abbiamo omesso.

DOCUMENTI

300

composto. Et a quella ex corde mi raccomando. Cazani, a

10 Sc-

di

plembris 1498.
lllustris. D.

E.

V.

Servilor, lacobus Philippus Faeiia

Veronensis.

LXVII.

Da Ferrara

29 Gennajo 1502.

li

mio patre hozi doppo disnarc

Illustrissimo signor mio. El signor

camera

venuto a la

sposa:
et

Mantova suo marito.

Isabella d' Este al Marchese di

(1)

el

mia per mettere ordine a

qual verr in questo modo. Marti,

mi anderemo

cum

al

la

sposa.

quale ritornare poi

la

Madonna Lucretia

conduremoci

et

al

mercori

Bentivolia,

zentildonne, andar a levarla, et seguitarla ne

cum

ad expectarla a

el resto

veder la intrata
sera

perch

la

andar a

la

circumdar

la

la sala

cum

dove

io et

a fare

la

com-

parte de queste

la intrata: io

restar

Vero , che per

scala de corte.

casa de la gabella; et passata che la


el bello

Posto che havessimo questi ordini

dusse a veder

intrata de la

Don Alphonso

Casale del signor Alberto

star la nocte. Nui retornaremo a casa

pagnia a

la

signor

poche persone in nave fino a iVlalalbergo, per

incontrarla et accompagnarla

duchessa de Urbino,

el

de Ferrara

ritornar a corte.

mio patre me concomedie la quale longa

el signor

dove se farano

le

pedi cento quarantasei et larga quarantasei. Dal canto de la piaza

sono

facti

li

et

li

homini

presso

la

Da

el cielo et

l'altro

le

gradi sono coperti de pani

li

canto

cio

murata de legname, merlala a

Questa lettera e

(1)

in raezo,

capi

li

verdi, rossi et bianchi.

LXXII,

cum due

done starano

li

done da

le

homini da ogni canto;

e facta una

che sono tredici,

gradi, et cossi da

trameze per dividere

LXXni

le altre

di

incontro de' gradi,

fogia de

segnate col N.' LXVII I

LXXIV, sono

Real Biblioteca

all'

de cita,

LXIX, LXX, LXXI,

trascritte dagli originali

Mantova

muro

che

si

conservano

{*).

C) Di queste medesime lettere debbe avere avuto una esattissima copia l'ingenuo e verace cronista Maria Sanuto. Esse furono in gran parte pubblicate nei
Ragguagli sulla vita e sulle opere di Marin Sanuto del benemerito inglese Rawdon
Brown negli anni 1837-38 in Venezia e ci vengono molto in acconcio per determinare col confronto la buona lezione (1. G.}.
,

DOCUMENTI
homo

quanto un

alla

sopra

sono

gli

301

circa cinque millia persone

gradi

de

se loro rester

ma prima

sera de

sono cinque arme:

sala

la

re di Pranza

la

forestieri

li

comedie

che

papale in mezo, a
Estense

et Estense insieme, a sinistra

Tarma

meza negra

n altro

meza bianca

le

Stimasi

che

starano

vi

occuparano

li

gentilhomeni ferraresi. Nel ciclo

li

ducale

a sinistra la

case de

le

sono sei, non avantagiate dal consueto.

man

dritta del

dritta la

la

Borgia

vecchia de la casa, cio l'aquila

gli ho visto degno di noticia.


deligname, cossi nudi: non scio
coprirano altramente. De quanto altro veder a la giornata,
partecipe V. E. Grande pompa de vestimenti et cadene

Li travi del sollaro sono ancbora

mo' se
ne

li

far

ma

d'oro se apparecchia da questi zentilhomeni a regatta;


tutto le

Questi dui

m*

sopra

done sfogiarano ultra misura.

stata fata

giorni

non sono partita da casa, per

visitatione

la

da zentilhomeni et zentildone. Questa sera andaremo

cum

a cena a casa de M. Hercule Strozo. Per quelli che retornano

nave ho

mandato cinquecento ostrege a Vostra Eccellenza le


quali goder per mio amore
et in sua bona gratia me racomando,
pregandola vogli basare cento volte el mio puttino, per mio respecto.
la

Ferrariae

29 lanuarii 1502.

Exc. V.
Consors

Isabella.

LXVIU.
Isabella d' Est e al

Marchese

Da Ferrara,

il

di

Mantova suo marito.

Febbrajo 1502.

Illustrissimo signor mio. Passate le quatordeci bore

nave questa matina, cio in


insieme
mente.

cum Don
A

la

lulio et

Torre de

la

li

zentilhomeni

et

Alphonso,

zentildone mie

smontai de barcha

la fossa

in

intrai

barcha del signor Don

sola-

uno

et intrai in

burchio; et andassimo quasi fino a Malalbergo, prima che incontrassimo la sposa la qual era in una nave cum li signori Don
,

Ferrando

et

Don Sigismondo,

Duchessa de Urbino.

Tuna a T altra cum alegra


el la

furia

Signora solamente. Facti

bench

el

bucintoretto

alcun

et

Acostassino

fusse

li

l,

la
io

pochi;

altri

n^ve
andai

et

in la

abrazamenti,

non

gli

et

factoce

eravi

la

reverentia

sua

cum M. Laura

ne

aviassimo

parse intrarli

per

et

non

,,

DOCUMENTI

302
perder tempo. Circa
fossa
in

dove era

el

hore giongessimo a

Je vinlitr

a livree de biancho
la corte era

Tutta

cum

M. Lucrelia de nave

mane

volse bassare la

simo poi

in lo

signore

el

prese per

la

rosso,

et

Ex.

a S.

quale

el

mane

dove erano

quali venero abasso a loccharli la mane.

modo:

sposa in mezzo a

la

bino

fra

questo el lo Senese

el

mio patre cum


de diverse cose
linguazo

al

et pigliando

buffoni

El signor

ragionando

spasso de doi Alochesi, o siano nel nostro

grande gridare

camara

in

Duchessa de Urbino

quello del Vntimilia

giongessimo

cum

sono

partissimo

trombe

di

tutti

et artigliane.

qual

la logia.

Lucretia

cum

non

scrivo,

sapendo che

una sbernia sopra,

al collo

cum una sohuGa

recolse

ferrarese, vestite

(1)11

la

camisa schiapata in

perla in pero sotto: la testa senza

(1).

cum

su l'arzine de Po.

de don Alphonso

cum

uno vezo de perle grosse cum uno

cum una

d'oro

M. Lucrelia Benlivolia
la

gal-

le

scoperto

ei petto

a la fogia sua

balasso pendente foralo,


lenza

manighe de camisa a la castiliana;


schiapata tutta da uno canto de razo morelo,

lezato de raso cremesino,

mezo

et

et io tolsi in caretta

V. S. r ha veduta. Lo habito suo era una veste d' oro tiralo

fodrata de zebeliiio

vintiquatro

le

condusi al suo alogiamenlo

et la

sopra

Madama

de

la statura

Venetiano

el

La Duchessa de Ur-

era presso.

gli

questo

quali in rima Spagnola adulavano la sposa

Casale del signor Alberto

Accompagnatala

De

Luchese

fra

in

Venetiano;

et

Duca Alphonso erano de sopra

signor

il

cum uno

nui altre

hore

Francese, lo

al

e lo Fiorentino.

fu
lei

ambassatori

li

Ne assetassimo

che

ma prima

resistenlia. Intras-

tutti

sposa

la

ambassatore Francese

1'

r altro Venetiano era apresso


qual era apresso a

smontata

et bassolla

bench facesse

bucintoro grande

l'ossa,

numero scptantacinque.

de

la

la ripa

pede. Li baleslrerii a cavallo erano lutti a la Ala dreto la

vestiti

la

Torre de

la

mio patre che ne expectava suso

signor

grandissimo numero de zenlildone


Fuli apresenlala

per

il

senescalco

M. Theodora per compagna, et dodece donzelle


la camora de raso cremesino
et robbone de veluto

Sanulo aggiunge:

havea una
scrivente
( la
uno robone de veluto negro
havea uno scuflolto d'oro; al fronte uno

La Marchesana

vesta de veluto verde carica di passatori d'oro;

fodrato di lupi cervieri; in testa

e al collo uno cerchietto d'oro, con diamanti dentro. MadaDuchessa de Urbino era vestita de una veste de veluto negro carica de

cerchiello d'oro

ma

ziffre d'

oro

DOCUMENTI
negro, fodralo de agnelli negri

303
non se

familia de homini

chora deputata. Cinque carrette

sono deputate

gli

an-

gli

quale una

fra

cum quatro cavali bianchi da 50 ducati


l'uno; una de veluto morello, cum quatro cavali morelli, tutti molto
belli
et tre coperte de raso morello cum cavali de altro diverso
coperta de brocato d'oro,

pelo.
stato

Non ho nominalo don Alphonso in


la sera al Bcntivoglio, come scrissi

tina ritornato a

mio

col signor

Ferrara

se

perch l'era

mat-

ma

Ex.,
ritrovosse poi a la Torre de

la fossa

sta

molto bene,

insieme

et questa

a V.

patre.

La Duchessa de Urbino

cum me

lo incontro,

raccomanda a V. E.

puttino de nostro amore. Ferrariae

et gallante

pregamola

et

voglia

et

basare

el

primo Februarii 1502.

Ex. V.
Consors, Isabella.

LXIX.
Marchese

Isabella (f Este al

Da Ferrara

li

di

Mantova suo marito.

2 Febbrajo 1502.
hozi ha

Illustrissimo signor mio. L'ordine de la intrata quale


facta questa illustrissima sposa

me

talo, sera descripto per

de un pezo vennero

mio patre cum


,

et

quanto digno de adviso ho no-

pi ordinatamente che

vestiti.

Duca

quali erano sei del

di

pano biaucho

Romagna
di

cati

ordine,

sotto sopra

r una

vestili

fra quali

cum M.

de uno saglione, mezo

li

cortesani et nobili

ottocento

mille

et

fine

quali seguitava la comitiva de la Duchessa

Lo

signor

Don Alphonso,

Hanibale Bentivolio, serrava questo squadrone. La

Signoria Sua era sopra uno cavalo grossp

morello

cum

non sono de mancho pretio de cinquecento du-

de Urbino, vestila di negro raso, et veluto.

paro

el rosso,

furono contale settanta calhene

per essergline parecchie de

milc et duccnto ducati

al

Prima

raso morello et biancho; vin-

tiquatro tra piffari et tromboni. Dreto erano

quali

potr.

Seguitarono poi ottanta trombette, fra

brocato d'oro, et l'altro mezo

ferraresi senza

si

seltantacinque balestrerii a cavallo del signor

saglioni tutti a livrea de

diversamente

Ire capi

di

li

guarnito de gran pezi

d'

bnjo, fornito

oro lavoralo de relevo

di
:

veluto

in dosso

havea uno saglione de voluto bereltino, tutto coperto de scaglia


d'oro baluto; nel quale, col fornimenlo del cavalo, dicono esservi

DOCUMENTI

304

cum penne

sumacho berettino

zachini di
piccoli

cio puttini

brochato

di

una beretta

millia ducati. In testa havea

sei

stringhe d' oro batute,

et

gamba, bur-

in

quatro

stafieri,

cum zuppone a la franciosa


cum calze de pano morello et

quatro grandi,

oro et veluto morello

d'

havea otto

a la stafa

cum

negro

di veluto

bianche dentro

incarnato. Dopo, andava la comitiva de la sposa

dece chioppe [coppie) de Spagnoli

cum

quale erano

fra la

brocato

saglii di

oro

d'

et di

veluto negro schietto (1): tra tutti loro sono dodice cathene d'oro

non molto grandi

quali farano parangone a quelli de la

gnia mia. Succedevano

Vescovo de Comachio

el

Papa. Apresso

Luchese

erano

gli

uno Senese,

et

Episcopi

li

quello

cio

Cervia

di

ambassatori

li

el

mandati

dui

et

compa-

Vescovo de Hadria
a

acopiati

dui

l'altro Senese et lo Fiorentino,

dal

cio

li

due Ve-

il

netiani vestiti de manti longhi de raso cremesino, fodrati di pancie:

quattro ambassatori

li

Romani cum manti

foderali de raso cremesino. Dreto


li

dos Aloches

La

vestiti

(2),

sposa sotto

il

d'

oro

baldachino

di

(3)

li

nita de veluto

medemi

batuto, che una

cum

et

di
il

ricami

certi

una mula morella guar-

cum

cosa.

la francesa

insieme

de

certi chiodetti

Indosso
tela d'

d'oro

una

havea
oro

raso

et

sopra havea una sbernia

de

uno canto fodrata


medesimamente erano foderate le maniche de la
alto e basso

tutta aperta da

uno vezo de diamanti

vesta. Al collo,

memoria
li
mand

liste

cum

saglioni de raso morello et giallo

richa

bellissima et

morello intersecato a

de armellini

cavalo leardo grosso, do-

colori. Lei cavalcava

camera cum raanighe larghe a


oro tiralo rizzo

di diversi colori.

raso cremesino portato da doctori;

mano uno

tutto coperto d'oro tirato,

tamburini et

sei

guarnito di veluto cremesino

otto stafleri suoi

et calze de

longhi de brocato d'oro,

quali erano

brocato d'oro et raso

di

nanti la quale era menato a


natogli dal signore

li

Madama
signor

di

Ferrara

mio patre

et rubini

in testa

Roma,

la

qual fu de

la

bona

scuGa de zoglie che

insieme

cum

quello

vezo

senza lenza. Sei camerieri de don Alphonso la aredenavano,

vestili

tabarri sopra di veluto fodrati di brochato; alcuni altri

erano

(1) a

Con

negro schietto.... Sanuto.


Sanuto due Lachei .
Sanuto sul quale intr la sposa

vestiti d valuto
(2) Il

(3)

Il

Tedaldo ma smarrito dalli schioppi quasi


ec
da otto sol stafieri che vestiano sajonl
;

rella

ec. .

fin

la

dentro del

gett a terra

ponte
;

ma

di

Castel

sostenuta

rimont sopra una mula mo-

,, ,

DOCUMENTI
diversamente

ma

cura cathena grande

tutti

baldachino, lo ambassatorc francese solo

duchessa de Urbino

man

era a

30o

la

sopra una mula morella fornita de veluto negro,

dritta,

un vezo

la

La duchessa

mio patre, apparo.

et lo signore

tempestata de certi trini d'oro battuto, che sono signi


al colo

Di fuori dal

collo.

al

accompagnava. Orcio,

di perle,

una scufia d'oro.

in lesta

havea sotto un cavalo morello guarnito

di astrologia;

Il

signor Duca

veluto negro, cura uno

di

in dosso di veluto morello. Seguivano poi due zenlildone


Hieronyma Borgia et una Ursina, vestite de veluto negro,
dreto li era madonna Adriana vidua, vecchia, parente del papa.

rubone

cio D.
et

N
la

donne

altre

erano a cavalo. Madonna Lucretia Benlivolia (ne

gli

cum

caretta coperta di brocato d'oro),

de zentildone de

sposa

la

duodeci altre carette piene

ferrarese et bolognese

Dreto, erano conducte due mule pur de

negro guarnito de argento batuto

la

la seguitavano.

sposa, fornite de veluto

diversamente

muli

lavorato:

rinquantasei coperti di pano morello et gialo, et dodici coperti di


raso morello col giallo. Alcuni archi,

Vostra, sono per

a la Excellentia

non

de

passava;

la

hcbbe spectaculo de duj che descesero gioso de

la

torre di Rigobello in terra

la

Ragione

(1).

de

la scala

baldachino;

la

corte, io

phonso

la

Da

obtenero.

li

(2).

la

le

la

cum
per

piaza,

corde:

uno

[oretta del palazzo

cum

la

comitiva mia

Li balestrerii rapirono

signor mio patre et don Alphonso

del

staferi

li

contesero per bavere la mula

da

l'altro

molte zentildone ferraresi, la recolsi


il

per altre mie ho scripto

bore giunse suso

se n' tenuto conto. Ale vinliqualro

(love

da

com

cantoni dove

non meritano commemoratione

che

rapresentationi

certe

li

ma

Analmente

ambassatori

el

quelli

de don Al-

Don Alphonso

signor

mi et tutto el resto fu accompagnata per


la sala grande a le camere ducali
quale sono apparate de li apdove stali un pezo
paramenti de casa
tutti retornassimo a le
la

duchessa de Urbino

stantie nostre.

Credo che questa notte se accompagneranno.

La sposa ha ben conducto cum

cum

rono

Il

lei.

Di quanto allro a

e a questa bora

fumo

-mulo.

s sei ragazzi

ma non

intro-

giornata suceder, la S. V. ne

liberati

li

prigionieri

Diari!

MSS.

del

camora ricamata a pausa de musica (note mumadonna Laura da Gonzaga, che in dosso tiavea una ca-

vestila de una

(2)

rali), con la sua


ni )ra

la

de brocato d'oro rizzo


Ap.

V(l.

II.

listala

de veluto negro

Diarii

39

MSS. del Sanuto.

DOCUMENTI

306
sar advisala
voler basar

semper mi raccomando, pregandola ad


mia parte. Ferrariae
2 Februa-

ci a quella

mio

il

pultino per

1502.

rii

Exc. V.
Consors

Isabella.

LXX.
Marchese

Isabella d* Este al

Da Ferrara,

Illustrissimo signor mio. Per

Vostra

giornata de hozi

la

di

da camera

meglio che

pot,

si

fece la

monslra de

a Gne che se conoscesse che

posta

et

uno

in

qualche uno

et

dico

che

fra

secunda

la

li

et la

Bachide:

la

quinta

furono facte

atti

la

sogetto di tutte.

il

terza

la

bora

il

amisi

maza

in

mano,

La prima

Soldato glorioso;

di

la

nocte se principi lo Epi-

ma

comparsero molto bene


de' soldati
in

in la celata,

habili sono

li

Cassarla, Facto questo, andassimo

La prima morescha fu
cura una celala

fincti

vestiti

testa di ferro

penne bianche

et rosse

le

moresche

cura grande

et

a la antiqua
,

scheneri et

uno havea una

una azza, et lo primo havea le balotte, et


Prima cura le maze, poi cum li
ultimamente cum li pugnaletti, battendo il tempo, coml'altro

loro stoccho et pugnaletto.

stochi, et

batterono:

la

co-

morescha. Inanzi

la

quale de voci et versi non fa gi bello

el

de coraze fmcle

altri

zambelloto a

di

forma de Plauto che recit

Asinaria,

galanteria.

tutti

li

dece, fra homini et done

in tutto cento
,

l'altra sala, et inanti un'

su

intrano in cinque

in

la

le

de Epidico:
quarta

tanta

pure

mio palre

signor

il

sposa

la

dove era

che quelli de una comedia non havesseno ad servir

de cendale
era

che

vestimenti

li

Excellentia

la

levassimo

vestimenti fussero facli

Sono

altre.

tutti

Poi

ball dui balli.

si

reslava loco da ballare

li

inedie

conto a

grande

in la sala

moltitudine di persone che non


al

rendere

doppo desnar

reducessimo

et se

Mantova suo marito.

di

3 Febbraio 1502.

li

la

mila de

furono presi

et

li

quali

si

lassorono cadere in terra;

cacciati inanti

et

come

da

li

presoni uscirono de

scena.

La seconda

fu de fanti armati de celatoni, gorzarino, corazina,

falda et fianchali

cum una

penna in

lesta

el

ronche

in

mano

DOCUMENTI
CURI

La

similmente combalicrono

quali

le

monstra

come

ad andar a

fu

si

una musica

tertia fu

cos

307
havendo prima facto

battaglia

la

trista

la

col tamburino.

che non merita adviso.

La quarta de mori cum dui candelloti impressi in bocha.


La quinta et ultima, pur de mori cum face accese in mane
,

queste feceno bel vedere. Avanti che uscisse

un

vense fora

altizatore (1), a sono de pifari et piva.

de nocte passate fu

finita

ognuno and

et

et

seconda morcscha,

la

quatro bore

a cena a casa sua.

Altro non ho per bora digno de adviso, se no che mi recomando

sempre a
basare

il

bona gratia de V. E.

la

mia

nostro puttino da

pregandola ad non se scordar

parte. Ferrariae

3 Februarii 1502.

Exc. V.

Gonsors

Isabella.

LXXL
La

Dello

stessa Isabella al marito.

stesso giorno

3 Febbraio 1502.

Non

Illustrissimo signor mio.

voglio negare che la Excellentia

Vostra non prendi magior piacere de vedere


d

che non facio mi de queste

belle del

mondo, senza

non mi poteriano

ma non

or lo debe ricordare per

mio

flgliolino ogni

fussino

le

pi

voglio gi credere eh' el non

che quando mai non se

el

perch se

presentia de V. S. et del nostro puttino,

la

satisfare

mi

se recordi de

feste

il

fastidio gli

la ricordasse

per amore,

dar a basiarlo tante volle;

cossi V. E. se ricordar et dignar basiarlo

qualche volta de pi

amor mio.

per

Questa nocte

quello eh' io ho inteso

habi parlato
nala,

come

Don Alphonso ha dormito cum dona

el signor

Lucretia sua moglie

cum

senza alcuna ceremonia precedente


,

alchuno

di loro.

seriasi ordinato

comparere cum
tori

d'oro

(1)

havendo
(?)

le altre

el

et

Attegglalore

la

portar

giocoliere.

in

et

per

il

vero, sono pur queste

persona et compagnia mia poter

spagnolo anetato

Raccomandandome

tre

perche, a dire

noze fredde. Spero bene, che

miUa bench anchor non


Non gli havemo facta la matti-

ha caminato

il

el palio

a casa fln de' gioca-

juJeo de centocinquanta pesi

bona gratia de V. Exc.

DOCUMENTI

308

Hozi se baller fino a vinliduc bore


media. Ferrariae

poi aneleremo ad

una

co-

3 Februarii 1502.

Exc. V.
(^onsors

Isabella.

LXXII.

Marchese di Mantova suo marito.

isabella al

Da Ferrara

camere no-

Illustrissimo signor mio. fieri restassimo tutti a le


stre fin a le vintitr bore,

percb dona Lucretia

vare et vestirse, che vinccria

me
si

li

principi la comedia de la Bachide

stidiosa et senza balli intramezzi

Manina
et Io

dove

mio

me

et

meza
et fa-

le vinlitr

che pi

com per levarmi de

piacere al mondo. La Exc. V. non


ser venuto a queste noze

a le-

quale fu tanto longa

me

qui

bore

me

augurai

per vedere V.

S.

volte

par mille anni retrovarme

figliolino

tanto

sta

occhi a la duchessa de Urbino et

per essere venerd, non se ball.

et

5 Febbraio 1502.

li

dove non

si

ha uno

habi gi invidia de non es-

eh' io ho
pur havesse tempo de
poter scrivere de mia mano (1) a V. E., me ne passeria cum manco
fastidio. Ma non pi presto son levata, che li signori mei fratelli
sono da mi
n tutto el d me abandonano
ultra il concorso de
tutte le zentildone che me cortegiano
per non potere vedere dona
Lucretia finch la non uscisse in sala. A le cinque bore de nocte
cenamo, a le sette et odo andiamo a lecto. Pensi mo' V. E. quanto
piacere io sento et habime compassione.
Due moresche solamente furono tramezzale. Una de dece homini,
fincti nudi, cum un velo a traverso; il capo capillato di stagnolo,

invidia

perch sono de tanta fredura

Mantua

a chi sono remasti a

et se

cum
cesi

mano

corni de divicia in

dentro

pieni

de vernice

cum
quali

quatro dopirolj [doppieri) acnel

movere de

li

corni se

avampavano. Nanti a questi era uscita una giovene che pass spaventosamente senza sono
(1)
la

Queste lettere

et

and

ctie noi riferiamo,

quale avr quivi inteso

in

capo de

la scena. Uscitte poi

sono per scritte

di

naano

di parlare delle altre, colle quali la

d' Isabella,

Marchesa

di

Cotrone rendeva conto al Marchese di Mantova del pi minuti particolari di


quelle feste. Add 12 Aprile, Isabella, venendo a Revere, di nuovo si condusse a Mantova.

3W

DOCUMENTI

uno dracene ci and per divorarla ma appreso lei era uno homo
d'arme a pede che la difese, ci combaltendo col dracone lo prese,
lo scet menandolo ligalo, la giovane a brazo cum uno giovene
goiava
et intorno andavano quelli nudi, ballando et gettando in
;

foco quella vernice.

La secunda fu de' matti cum una camisa indosso, cum le calze


uno scartozo, in mane una vesica schionfa [gonfiata),

loro, in lesta

com

la

quale balendosi

A r

ultima non

gli

fecero tristo spettaculo.

La prima morescha

secunda

uscitte al secondo atto, la

non sbadacchi

fu se

et querelle de

li

al quarto.

spettatori,

perhocch erano quatro bore et meza. Alcuna nova digna de adviso

me

occorre

se

me raccomando

non che

bona gratia de Vostra

in

Excellentia, et pregola no se scordi basare Federico per

mio amore.

Ferrariae, 5 febbruarii 1502.

Non

mia commendalione,

voglio tacere in

prima levala

sempre son

eh' io

la

et vestita.

Exc. V.

Consors

Isabella.

LXXIII.
Marchese

Isabella al

Illustrissimo signor mio.

nalo

no
le

li

el

(1)

combattenti

terzo sono de

le

vintiuna bora se condussero in

meza bora montarono a

fra

trombetta

la

speronarono

era dal capo del palazo de la Rasone

boletle.

il

cavallo

Geltorono

le
el

Bolognese
,

Vesi-

(2),

da

e g Io butt

lanze a terra, et comiuciorono ad operar

li

stocchi.

cavalo del Bolognese de due gran ferite, una nel

colo l'altra ne la spala.


rolo a quel

et so-

cavalli.

li

Vesino incontr de la lanza nel spallazo

Vesino invest

via.

Da Ferrara,

7 Febbraio 1502.

li

campo

Mantova suo marito.

di

Bolognese ruppe

Il

modo prima che

quella perse anche subito

el

suo slocho,

se accorgesse; poi tolse la

mise

mano

al

pugnaletto

et

ope-

maza,
et

et

andava

ollegiando. Vesino lo seguitava animosamente, et andavalo cercando


col slocho in

li

loci

comodi

dava mancando de lena

el

al ferire.

El cavalo del Bolognese an-

senza fal Vsino

(1)

vicino da Imola, ch'era

(2)

Aldobrandino Piatesi da Bologna.

a' servigi del

il

Marchese

faceva presone o

di

Mantova.

DOCUMENTI

310

amazavalo. El signor Duca che se ne havea riservata


fece stacare. El Bolognese

subilo

per

Vesino rest a cavalo,

stechato

il

non

le

et

cuoi gridi

libert,
et

li

smont

and voltegiando

infiniti

non cessorono de repctere Turcho. El Bo-

voci

lognese a pochi andava

mostrando

stoccho

il

palma

nostra. Quello che terminer

tender.

Raccomandome

bruarii 1502

la

alchuna

fece resistentia

Insomma

rotto.

signore

il

V. E.

la

Io in-

bona gratia de V. E. Ferrariae, 7 Fe-

in

bora 23.

Consors, Isabella.

LXXIV.
Isabella al

Marchese

Mantova suo marito,

di
li

Illustrissime princeps

quasi al continuo stettero

cum

da

me

et do-

visitata

mei

questi signori

mi. Et circa bore xxi

signora mia cognata vene ala camera mia

pezo de cose piacevole

non tanto

ultra ch'io fosse

da zentilhoQini et zentildone in gran numero

al tardi, et poi

Da Ferrara,

Excellentissime domine consors

mine mi observandissime. Heri,


fratelli

24 Aprile 1503.

et

la

ragionato per un

condusse in caretta per Ferrara fino

mi tornoe a

mie, accompagnata sempre

le stantie

predelti signori. Hogi, volendose far la demonstratione (1) de la

li

Nunciatione

me

ne andai in castello a levare ipsa signora,

la

quale

honorandome sempre, et continuando a demonstrarmi dilectione et


amore se conducessimo in Vescovato dove retrovai el signor mio
patre, et uno apparato fabricato de legname, di grandissima spesa
e assai sumptuosa. Cussi fo dato principio per uno spiritello, quale
pronunci lo argomento de la demonstratione narando li propheti
,

che parlorono del advenimento de Christo;


uscirono

dicti

propheti

et

reducti in taciti vulgari. Doppoi Maria, qual era


tello

levato super coione ad

versi de predicte prophetie


il

celo

non

odo

sotto

un

cominci pure

et in quello dire, fo aperto in

che a pena se vedeva

sei anzoli sostenuti

(1)

cantoni

un

capi-

alcuni
istante

dove se demonstroe uno in similitudine de Dio patre, quale

se dicerneva dove posasse

piano

narare,

quello

in

quali seriatim dixeno la loro prophetia,

li

in aere

Rappresentazione Sacra.

il

cum

angeli intorno

reposar loro

di piedi

da ferri; e nel mezo

gli

in
,

et

uno zirare

cum

altri

era l'anzolo

DOCUMENTI
(iabriel

qual quello Deo patrc parloe

al

cum

descese
;

li

lumi

che g cadetero da

quali fermati

li

copriva

pedi

li

l'

in un
una cosa digna da vedere. Et

fo

ch'erano

altri

teneva,

ferri ch'el

con uno solo possare

cum li
et cum

vano,

de letura

certi acti

mano

lenendo torce bianche in


di

pedi

rato

bptha et de loseph

un anzolo

descese

Ges

facta de

qual

da quelli

se ne

che se audi-

spiritelli,

vuolse

manifestando

terra

bello

loseph

V havea hauto

et narato quello che

per
altro

in

quali

li

se-

qual

acto se

mirabile

inzegno

lo

incarnatione

la

e detto santo pacificato de quello che

in

esser

prima

visione

per

du-

il

il

tra-

la Vergine Sancta
fo dato fine a la festa. La quale duroc
due bore e meza assai dilectevole per quelli belli arlificj
ho dicto e alchuni altri eh' io prelermelto ma caldo gli fo
;

non podio, per

el

grandissimo numero de

le

Maghi

/obia se far la demonstratione dei

-orano
ilura

naratione

se inclinavano in quello substegno

cum un

fugare

eh' io

la

canti et soni

celo, fo facti alcuni acti de la visitatione de Sancta Elysa-

aperse un altro celo, et

circa

facli

eh' ci pa-

che quasi facevano timore a vederli. Gionti de sopra e

il

bitava

cum

ho

cum

conzegnato

substenuta da uno ferro,

Et intanto facta

pedi.

di

angeli al celo,

altri

quali non se vedevano; in forma

li

reva essere desceso libero in una nuvola

tornoe

in lo celo ch'io

infiniti

discese al basso quello angelo Gabrielo

il

infiniti

e che erano congegnali

che in vero

uno subito acenderc

se vedete in

lumi, ultra

acesi questi

dicto,

doppoi questo ordene,

et

mirabile arteficio fino ala alleza de la sumit del or-

gano

razo che

311

ne advisar

uno

S.

la

V.

a la quale

Et

cestello de fave fresche.

raccomando. Ferrariae
E. Illme. et

Credo che

brigale.

Innocenti

secundo

mando per questa


quella

de

caval-

me

continuo

24 Aprilis 1503.

Exme.
D. V. Consors deditissima

Isabella.

LXXV.
Pietro

Bembo

alla

Da

Marchesa

Venezia,

Icsus Xptus. Se io non

madonna

fatto gi

l)on

cos

con

la

ho

li

Isabella Estense

Gonzaga.

8 Aprile 1505.

per

fronte fare a

tempo continuamente

anchora
V. S.

potuto

illustrissima

rcverenlia

col core; V. E. se

come

1'

ho

degner im-

DOCUMENTI

312
putarlo parie a

mie occupationi che non me

le

parte a la mia disavventura, che

pi volte

hanno concedulo,

1'

opporre a

suole

si

cose che io pi desidero. Ben rendo infinite gratie a V. E. che

le

m'ha

fatto invitare

nome

per suo

sommamente
come certo fo

che io debbo

il

le

et

desiderare,

di

brieve.

inesser

ma

La qual cosa

come spero che m'avverr, essersi


le mando per

et

acci che V. S. mi creda

Zoan Valero parte de

mia famiglia

la

che ora

di casa uscitimi

Mantova;
tempo cercare senza invito

pi fiate al venire a

in ogni

(1); et a la

buona

non

tre giovani

pri-

gratia di V. E. umil-

mente mi raccomando.
Venetia

8 Aprile 1505.

Servo

V. E.

di

Bembo.

Pietro

LXXVI.
Aldo Manuzio alla Marchesa Isabella Estense Gonzaga,

Da
Ulma.

Venezia,

Exc. Domina.

et

Ho

cum

li

mandi

comandare

(1).

questi

lo

de

la S.

ho

V.,dovc

soli questi

Se piace a V. S.

ligali et miniati.

mei

faccia intendere

De quello ho

V. S. Illma. ha scripto; et a
tia

lettera

membrana,

in

che

li

a fare per lo avvenire,

continuo

lei

me

Illustris-

dar a chi quella


far quanto

raccomando.

Vene-

23 Maii 1505.
Servus

Aldus.

LXXVII.
Pietro

Bembo

alla

Da

(1)
(1)

Marchesa Isabella Estense Gonzaga.

Venezia,

Mando

Jesus Christus.

sima mia

il

a V. E.

dieci sonetti et

Luglio 1505.

1.

madonna

Certamente intende parlare di versi.


suddetti
altra lettera Aldo le inviava
i

et

due Iramotti alquanto

Con

libri,

patrona stimatisusciti

da

la

loro

accennandogliene

il

luvenale et Persio, miniati et ligati insieme,


ducati sei, o almanco ducali quattro. - Marliale ducati quatro, o almanco
Tibullo Propertio, ducati tre, o almanco due e mezzo.
(lucati tre, - Catullo
prezzo cosi:

Oratio et

Lucano

Catullo, Tibullo, Propertio, Petrarca, desligati; et Oratio

luvenale et Persio,

sima

23 Maggio 1505.

havuto una

mie

dice volere tutte le operette

Marziale

li

ducati tre

o almanco due e

mezzo

DOCUMENTI
rogola

non

perch meritino

j^i

alcuna condilione loro


verso

ma

essi venire a le

perch

recitalo el cantato da

sii

dolcezza et soavit V. S.

313

V.

mani

S.

ricordandomi

cant quella

sera

felice

istimando che nessuna gratia possano ha vere

con

quanta

altrui

gli

tramotti in tutto novi

V. S.

da V.

S.

si

Ma

mio.

al desiderio

confortomi

potranno dire fortunatissimi

pura e dolce voce

el la

buona gratia senza alcun


In Venezia

V. S.

si

di

per

vaga

la bella el

Signoria,

Illma.

la

cui

mi raccomando.

fne

Luglio 1505.

1.

a d

V.

di

expectalione

la

che se saranno cantati

n altro bisognar, perch

agli ascoltanti piacciano e siano havuti cari

mano,

altri,

n pure veduti qui da alcuno. Incre-

che, per avventura, n risponderanno a

scerai

et

cose mie maggiore

le

che questa. De' quali sonetti alcuni ne sono non avuti qui da
ot gli

per

di V. S.

pure desidero che alcun mio

io

degner farmi a

la

mia madama Alda Boiarda racco-

mandamento.
D. V. Illma. Signoria servo, Pietro Bembo.

LXXVIII.
Mario Equicola

Da

alla

Blois

Marchesa Isabella Estense Gonzaga.


li 22 Novembre 1505.
,

Ad Vostra Eccellenza me raccomando.

Illustrissima signora mia.

De

antiqui scriptori slata usanza trovare materia

quale

et excellentia

de

Signora mia

ancora che

la

pure rendo gralie ad Dio


con Vostra Eccellenza
de la quale spero a
auctorit.

li

le

io
,

loro opere

non

che

sia altro

me

mediante

fossero

ha

le

per

slate

che intincto

servit

singulari parti et viva

miei qualunche scripti

se

di

virt

dar et fama et

Con questa ferma speranza ho composto un

quaranta carte per interpretatione

lettere

di

haver

digno

facto

nobilt

la

immortali.

nec spe nec

libro de circa

metUj

facendo

per ludo mentione de quella. Introduco in ditto libro questioni che


disputano de

gnosccr

la

come

dignit de questa sententia


si

antiqua theologia

discorre per poetica

de pubblicarla

liccolia; ci se

prima

Ap, Voi.

dove V.
,

S.
et

Illma. co-

nostra

et

appropriando nec spe nec metu ad lucie, lau-

landola supra lucie altre sententie


into

philosophia

11.

et farla
la

in

mai

slampa

diete.
,

la

Perch son

supplico

vole vedere, nanti la

me

pubblichi,
40

in pro-

conceda
la

man-

DOCUMENTI

314

dar. Aspeclo, piacendoli, resposla de

che a
le

li

sua volunl

la

pause. Se altra impresa ha che la arne

degnar farmela veder pineta

se la

Dat. in Bles,

et

me

e poi

far

summn gratia
me raccomando.

far

quella

certificando,

xxvii quasi finita in altre tante iscriptioni

22 Novembre 1505.
Servitor Mario, Equicola.

LXXIX.
7/ signor di

mio Signore. Ho riceputa una

Illustrissimo et Eccellentssimo
tera de Vostra Eccellenza

uno

quando vengono

Domine da

let-

cinque carte bianche

Al proposito del caso nostro far quanto

e viva lieta e sicura de aver lo intento suo,

Questa mattina

ocelli a la tesa (1).

li

cum

insoma [insieme)

sigillo et altre lettere.

me comanda,

Da Parma,

17 Gennaio 1506.

li

(juclla

Nesson al Marchese di Mantova.

la contessa

de Cayazo

ma

gli

stato

no lo ho voluto impaurire,

per fare pi bello tracto. Voi saprete per Ambroso

il

modo

diste-

samente che ho tenuto fin qui. Il signor M. Galeazo e Domenicho


del Rizo me hano dicto aver visto il salvoconducto che ha facto
Monsignor
vene

el

Gran mastro

il

g restare

cavalero

al

e poi se far

mattina ho dato doi scudi a una

Sono accertato come

ma

com
spia

non obstante

ci

Re

il

me

che

s'

el

disponer. Questa
aviser del tuto.

M. Galeazo stato il mezo a far


aver dicto salvoconducto. Segnor mio, non parlate cum nissuno dil
fnodo tenuto che non fossi discoperto che subito facta la preda,
ne far avisata la Eccellenza Vostra. Li compagni insieme cum
il

predetto

meco

se

raccomandano a

li

piedi di quella.

Parma, die 17 lanuarii 1506.


De la Illustrissima et Eccellentissima Signoria
et

Gemetto de Nasson
(l)

di

humilissimo

francese.

obediendissimo servulo

Questa lettera, il di cui originale si conserva presso la R. Biblioteca


ci mostra come il Marchese di Mantova non solamente

Mantova, bene

tenesse ambasciatori ed occulti referendari! di negozii


principali d'Italia

eziandio,

come per

ed ancora fuori
riuscire a certi

di spie e di emissari!

munendoli

come

fini

si

nascosti,

di segreti

pollici

presso le corti

rileva da altre gi riferite );

non

si

mandati.

vergognasse

ma

di valersi

DOCUMENTI

315

LXXX.
Isabella et Este

Gonzaga a Giovanni Galeazzo signore

Signor Zoan Galeazo.

16 Marzo 1508.

li

Havemo

quanto mi ha exposto per

inteso

parte de V. S. lacobo de la Corona suo familiare,


posilioni dil

havemo

gli

quondam

signor vostro palre

risposto a sufBcientia

diremo, se non che, reviste


che

la

signor

di Correggio.

Da Mantova,

ne mandi

il

che ne

libro

quondam suo

patre

ne rimettemo a

era

come

n altro
expeteremo

lui

che scranno

et corrette

intitulato per

stato

com-

circa le

Et perch a boccha

(1).

dicto

il

V. S. ha visto et confessato

che

haveremo gratissimo
offerendone a li beneplaciti suoi de
continuo paratissima. Mantuae 16 Martii 1508.
da

lei

Gonzaga.

Isabella

LXXXI.
Cesare Gonzaga alla Marchesa Isabella Estense Gonzaga.

Da Modena

li

2 Dicembre 1510.

Illustrissima signora mia. Se io volessi dire a Vostra Eccellenza


ci desiderio

grande eh*

io

la

guerra

me

et io

tengo de ottenere una gratia da

Hora, senza pi dir

(1)

Un
)

la

li

che pigliassi questo assunto, che

Mantova

lei

ho a domandare; subito che sar fnita


et forse seria meglio per
anchora scriveria ( sic

quale con ogni instantia

tanto, la gratia

lungo carteggio (che ora

si

era preceduto fra Isabella ed

di

cavalcare a questo tempo.

che desidero ottenere da V-.E.

conserva presso la.R. Biblioteca

di

il

signor da Correggio sopra questo

argonaento, dove in una lettera del 20 Febbrajo scriveva essa Marchesa in Il libro allegalo de l'opera del signor vostro patre ,
torno a quel libro
:

ordinato
captull

in tre parti. In la

prima erano

in la terza le canzoni

et in

posti

li

sonetti

fronte de ciascuna

in la
d'

secunda

esse parti

li

era

una epistola ad noi, In segno eh' el ce i|jlitulava l'opera, perch havesse


ad uscire sotto el nome nostro. Et tra le altre cose servarao in memoria
che gli pareva de dedicare
in una de le epistole esserli questo sentimento

scritta

ad noi questa sua opera


nel cantone de

che

cos volea

la

in flgura di qnelloro (coloro)

casa non siino poste immundilie,

che noi fussimo protetrice del

libro

che
vi

suo

per provedere che

dipingono
.

un santo;

DOCUMENTI

316
che

madrigaletto

quale

il

mando

le

supplisca a la

canto

il

comandare a Marchetto che

la se digni

puro cor merit mai

prego V.

de

insufficientia

obligato sino al d del Judicio.

darmi quell'aria del sonetto Cantai: n


Amore. Baso

resto

mani

le

di

sempre mi raccomando con speranza


In Modena, 2 Dicembre 1510.
desideroso di ottenere

questa

si

sol la scorza

sua

et a la

gratia

ne sar

degni man-

bona gratia

a questa volta di

Il

et le

parr strano ch'io in

Che Marte ha

V. 8.

Se gratia un

parole.

le

le

che

et farla di sorte,

S. mi faccia questa
La supplico anchora

questi tempi vada dietro a tal cosa:


il

faccia un'aria a questo

qui incluso

risposta.

da Vostra Eccellentia,

Servo, Cesare Gonzaga.

LXXXII.
Lodovico Ariosto al Marchese di Mantova,

li

Illustrissimo et eccellentissimo signor mio.

Tesondeo

e poi per

sic

me

Da

Ferrara

Luglio 1512.

stato

fatto

Prima per

il

Melina

intendere che Vostra

Eccellenza averia piacere de vedere un mio libro, al quale gi molti


d

continuando

invenzione del conte Maleo Maria Bojardo

la

bono

diedi principio. Io,

richiesta la averci satisfatta, ed avuto gratia che quella

gnata legere
terlo

cose mie

le

mandare

in

fornito ancora,

man

come

et

me

a Ferrara
di V. E.

Ma

sua.

scritti

oltre

che

il

libro

si

fusse de-

termine da po-

non

sia limato

modo con

de questo

la

inQnite

chiose e liture,

che fora impossibile che altro che

illustrissima

et
io

signora iMarchesana sua

ne pu far fede; alla quale, quando fu a questi giorni


io

ne

cercar

lessi
el

un poco. Ma pur dispostissimo alli servizi


mi sera possibile de far che

pi presto che

ne veda almeno parte;


principio

io

quello che grande, et ha bisogno de grande

trasportato de qua et de l

consorte

el libro fusse stato in

s'

opera; ancora scritto per

lo legessi

deditissimo servidore di V. S., alla prima

et

et

ne

far

transcrivere,

cominciando

che siano

li

al

che mi pareranno star manco male et


mandar a V. S. illustrissima; alla quale umil-

quelli quinterni

mente mi raccomando.
Ferrara, 14 Luglio 1512.
Deditissimo servo di V. S,

Lodovico Ariosto.

DOCUMENTI

317

LXXXIII.
Isabella (T Este al

Da

Marchese Federico Gonzaga suo

Napoli,

Isabella Marchionissa

Manluae

illustrissimo Federico

Marchese primogenito nostro diletissimo

La tua de xxii del passalo


generoso animo hai de non
le

S.

che

gendoti ancora ad
tresti

gratissima

stata

ci

vedendo

il

padre in essere splendido

ne laudiamo assai, confortandoti

te

Gonzaga,

D. P.

lassare vincere di cortesia, et seguire

vestigia de lo illustrissimo signor tuo

et liberale: del

perseverare

che maggior piacere

et astrin-

non

po-

ci

fare.

De

li

Codelovo
gli

ti

figlio.

8 Novembre 1514.

li

piaceri nostri, ne rimettemo a quanto scrivemo a Benedetto

perch a

(1),

havemo

lui

figliolo del principe di

havessi visto

scrivemo diffusamente ogni cosa:

un pasto che ne

scritto

Bisignano

cum quanta

fece ieri

quale

al

galanteria esso

quanto bella cosa a servir donne

et a

si

il

hogi

augurassimo

ti

a ci

adattava in servirmi

tempo

adattarsi ad ogni

in

nome

Da

cosa. Sta sano, e saluta gli altri tuoi fratelli

Napoli

et

conte di Glaramonte,

Da

nostro.

8 Novembre 1514.

LXXXIV.
Lodovico Ariosto al Marchese di Mantova.
li

Ferrara,

6 Giugno 1519.

Illustrissimo et Eccellentissimo signor mio. Pi presto per ubbidire a

quanto V.

che perch

la

S.

alquanto a mandarla
trascriva.

(1)

mi comand

reputi cosa

Qualunque

degna

di

le

la

mia Capsaria

Ho

perch non ho avuto cos presto chi


ella si sia

V. . la accetti

Benedetto Caplupi, appartenente ad

era allora segretario

mando

andarle in mano.

d' Isabella.

Fu amato

con

me

la

quella be-

Mantovana, che
Mantova, il quale

illustre famiglia

dal

Marchese

di

don dimolle terre presso Suzzara per avergli procurata la pace col
gnore Visconti. Fu amato eziandio da molli altri principi di quella et
mori nel 1518.

gli

tardato

si-

DOCUMENTI

318

Dignit colla quale solita di

bona grazia de

vedere

che, dove mi creda bono a poterla servire,

Ferrara

mie sciocchezze

le altre

quale umilmente mi raccomando

la

si

in

e la supplico

degni di comandarmi.

6 Giugno 1519.

Umil

servitore, Lodovico Ariosto.

LXXXV.
7/ Bandella al

Marchese Federico Gonzaga.


li

Da

Milano,

20 Marzo 1520.

Illustrissimo et eccellentissimo signore et patron

mio observan-

dissimo. Essendo questa [mattina a) Mantova, da molti gentiluomeni


fui

pregato che

latina

vostro

patre

parendo forse a loro

lebrare quelli gloriosi


quelli

honore de

in lode et

lustrissimo signor

non era

et

facti

che

io

immortali virtudi

di

quello, che da

impresa fu commissa. lo, an-

stato facto a cui tale

chora che certo sia, non

memoria de lo ilcomponere una oratione


pi ampiamente dovessi cela felice

volessi

bastante a tanto caricho; spinto

essere

nondimeno da la mia servit che a la Illustrissima Signoria Vostra


ho, et sempre ho havuta a la illustrissima casa Gonzaghescha, ho
composto

come

quella veder

breve mi stato possibile

una oratione

tutta la vita del

(1):

dove, quanto pi

suo sempre gloriosis-

simo patre ho redutta. Et per essere oratione funebre

la ho difmandare fino a questo anniversario parendomi che in


ogni altro tempo sarebbe stata fora di proposito. Hora la mando,

ferita di

et al

nome

di

Vostra Illustrissima

quella che, con

riguardando

la

sua

solita

dono eh' piccolo

al

Signoria

la

ma

buon

al

mio, che continuamente desia

servirla. Feliciti

sima

cui

in ogni cosa

Mediolani

De

sua

a la

dedico

pregandb

humanit, se degne acceptarla

bona gratia

non

affetto

de V animo

Dio V.

S. Illustris-

me

raccomando.

20 Martij 1520.
V. S. illustrissima

Affetionatissimo servitore

F. M. Bandello.

raccolto da Stefano Gionla


[i) il Fioretto delle Cronache di Mantova
Mantova 1741 ) racconta che questa orazione fu Ietta a Federico Gonzaga
domenicano oratore facondissimo.
dallo stesso Matteo Bandello
,

DOCUMENTI

319

LXXXVl.
Gonzaga a Renea di Francia, Duchessa
Da Bologna il 6 Novembre 1529.

Isabella d* Este

di Ferrara.

Madama

Illustrissima

Heri

mia.

la

prima dal Governatore

regimento de Bologna, poi da

et

Reverendissimi Cardinali
infinito

distante

quali

numero de gentilhomeni

predetta Maest;

erano andati

fecero

li

il

resto entr in Bologna a

li

de la

che poterono

soi

li

logiamenti diputati: cossi

Reverendissimi che erano andati per honorare Sua Cesarea

Maest. Hogi poi stata Tintrata sua in Bologna a


l'ordine de la qual fue questo.
vali

questi

ad incontrare la

al detto loco

Certosa, con quelli signori et gentilhomeni de


restare; et

accolta

tutti

unitamente con uno seguito de

quale quella notte rimase

la

venne da

Maest Cesarea

da Bologna un millia

Castelfranco a la Certosa

ligieri

22 hore

le circa

compagnie

tre

molto ben armate

sue

lanze

colle

comparse

drieto loro

Prima venero

et

di ca-

ben a cavalo

l'artellaria col seguito de soi guastatori; poi

venero quatordici bandiere de fanterie, parte archibuseri, parte co


alabarde

le piche et
le

quali era

il

bellissima gente et ben

armata

mezo de

in

signor Antonio de Lejva disarmato, portato sopra

una sede da soi servitori per esser storpiato de la gota et veramente non se comprendeva in lui manco vigore et virt essendo
cosi portato, come se fusse stato nel magior vigor del mondo et
armato a tutte arme. Drieto queste compagnie comparsero li cavali
:

borgognoni
veluto ad

armati

ad arme bianche

tutti

una medema

livrea

coperte de saglioni de

con color gialo

verde et

rosso.

Drieto costoro era un'altra bellissima compagnia di cavali ligieri,

armati con sagiioni de pano de


et

ciascuno de

li

antidelli colori

Borgognoni drieto havea

li

el

con

le

lanze soe;

suo pagio con lo

el-

meto et lanza, a cavalo de boni corsieri. Seguivano poi li gentilhoarmati cum saglii et sopraveste a diverse
meni de Sua Maest
,

fogie et

imprese

loro. Drieto epsi


lutti

con berette

secondo

li

animi et intentioni de ciaschuno de

gentilhomeni comparsero
di veluto gialo,

riate de tre colori

gialo

lissmi et gentilissimi

cum

tagli

pagi de Sua Maest


pur de valuto, ma va-

li

berettino et morelo

cavali

cossi gianetti

richamente guarniti. In questo tempo discese

et

erano suso bc-

com de
la

altra sorte

Santit di N. S. da

,,

DOCUMENTI

320
palazo

portato in sede

in habito pontificio,

avante

mereri

et cubcularii

tutti

reverendissimi Cardinali a piede

de

li

et

infinit episcopi et altri prelati

de Santo Petronio, coperto

quella parte ne la qual havea

verendissimi

quali haveano a star persone de

pani de

altri colori.

Continuava da

medesimi ch'erano

grandi et

manco

Sua Maest, che erano

genti di la

li

li

1'

comparse

vestiti

le

de

armali

li

Maest
la

biancho

era

del petto

li

ornati con

et

che facevano un bellissimo


la

le

procedere de

il

gente, et

Cesarea

et

nanti la

spada nudata

et

era

armato con saglione

de brochato de oro rizzo sopra rizzo

et sopraveste

ne

Drieto de loro se videro

quale era un suo gentilhomo che portava

suso un gentilissimo gianetto tutto

Re-

li

le altre parti

altro canto

a cavalo

richissimi saglioni et sopra veste

destro et tutta la parte destra

pavimento, in

et el

respetto, erano coperte de

tutti bella

detti pagi.

pi chari a Cesare

vago vedere. Drieto loro

nauti la giesa

le scale,

a star la predetta Santit et

era coperto de pano de rosato

poi

con seguito

redusse ad uno tribunale

et se

pani bianchi;

di

ca-

soi

anibassator

li

a doi a doi

ligname, qual stato preparato suso

facto de

colori

circumdato da

procedevano

ma
A

il

scoperta.

brazo

la stafa

erano circa quaranta giovani gentilhomeni de la cita tutti vestili


sagli et giuponi de raso biancho, intaliali con fodere de bro,

cum

chato de oro
sato: quali

da

berette de veluto cou penne bianche, et calze de ro-

porta per la qual intr

la

Sua Maest,

cossi a pedi

r haveano accompagnata sotto un baldachino di brocalo de oro


portato da altri gentilhomeni, primi de questa cita. Et cos, gionta
che fu a

a presentare a

pede in
la

de Santo Petronio, smontoe da cavalo

le scale

la detta

mano,

poi la

pedi

li

N. S.;

di

sua sede

et

il

et andossi

quale lo aspettava fermato in

doppo che

li

hebbe basato

il

pede

boccha, fu molto teneramente racollo da Sua Bea-

man

titudine, e fecilo sedere a

sinistra.

Le parole che Sua Maest

disse a la Santit de N. S. nel representarsi, furono queste: Padre

sancto, soy venido a basar los pijes de Vuestra Sanctitad


es

mucho tempo

lo

lo

que

deseava, agora lo complido co Vohra; suplico a

Bios que sea en su servicio y de Vuestra Sanctitad. In risposta de


Hingratiamo N. S. Dio che ci ha conle quali parole N. S. disse
:

dutti a questo giorno da noi tanto aspectato

zo

di

Vostra Maest seguir

Dette queste parole,

N.

S.

una borsa de

la

el servitio di

sperando che per mez-

Dio

et

Maest Cesarea levandose

tela d'oro,

de la Cristianit.
in

pede, offerse a

piena de molte medalie d'oro, tra

DOCUMENTI

quali ve n'erano due di pretio di cento scuti V una, e tante altre,

le

che giongeranno a

sunia de millie scuti in tutte

la

predelta Maest fu levata

la

321

suso

lei

il

detto tribunale

tutti

basorono

pede a

il

scesero ad basso, stando

bench Cesare havesse

sempre

facti

rest

verendissimi

Cesarino, Ravena,

in sede

Et mentre che

papa

S.; et

demonstrationi de voler accom-

non de meno

Napoli

persuasa

[cossi

Ridolphi

et

Petronio

reduto a

et

sempre continu

Re-

li

remasti in

Imperatore fu smontato,

lo

et poi in S.

in

a pedi de-

et N. S retorn a le stantie soe


accompagnato da li altri Reverendissimi a

compagnia de Sua Maest


montato

ma pocho

et cossi

Sancto Petronio con quatro de

et intr in

levorono

Imperatore a sinistra de N.

lo

atti et

pagnare Sua Santit sino a palazo


dal papa)

si

cum
Papa.

la Santit del

tempo

Cosi essendo stati insieme per alquanto de

razonamenti familiari e domestici

dopo che

et

che erano venuti

altri poi

li

li

re-

pedi.

pedi del

de gente

el seguito

de Sua Maest; che furono cavali legicri et altre fantarie, con una

gran quantit de monitione. Et dopoi che ebbe rese


a N. S. Dio

facte quelle

ceremonie che

recerchano; seredusse, cussi a pedi

come

debite gratie

le

tempi

in simili

et casi se

mezo de

l'era, in

Reverendissimi a palazo; nel qual erano preparate

quatro

li

stantie soe,

le

tanto propinque a quelle di N. S. (per quanto son advisata da chi

ha vedute), che un solo maro separa

le

Questo spectaculo,
confesso per
li

me

l'altra.

ha parso tanto bello, che

non haverne mai veduto, n credo

miei un tale

di

et se havessi voluto attendere

V. E. tutte le particularit

questa non tacer gi

tropo le

che per

haverei

tutte

le

Restame

vederne pi a

in descrivere a

dato a legere

strade dove

monete de argento

predetta iMaest, se spargevano


di letitia et liberalit.
il

una da

1'

Madama mia, me

a pregar Dio

che

effecti

che da

ma

et oro, in

segno

del coloquio per

quale questi doi gran Signori se sono radunati insieme

da seguire quelli boni

passava la

ciaschuno sono

habbia

desiderati

per la quiete et universale pace de Christianit.


lo ben credo che V. S. Illustrissima, per
sar stata forse

meno, per
dal

dere

cum

pi diligentia

satisfactione a quello

suo gentilhomo che fu qui


il

medemo

Bononiae

per mie

lilterc.

de che

me

li

fui

Ambassatori qua,

soi

de tutto

raguagliata

recercata

li

sqp contentala de farle inten-

Et a

lei

sempre

me

raccomando.

5 Novembris 1529.
Isabella.

Ap. Val.

11.

non de

d passati

41

DOCUMENTI

322

LXXXVIL
Gonzaga

Isabella Estense

Zovan Iacopo.

Giovan Giacomo

al signor

Da Bologna,

li

Calandra

21 Novembre 1529.

Reverendo Monsignor Paulo lovio voria

Il

redurre in istanipa alchuni suoi

dialoghi

ne ha

et

far

recercha

lo

voghamo aiutare ad cxeguire questo suo laudabile disegno, in donarli seplanla risme de charta
de quella che se fa a Manina et
,

de

sorte che

la

che molto

amamo

mollo volentieri

detta quantit di charta

tendo a

li

cartari

sii al

per noi

ditto

che de

tempo

scuti la

li

operarele che almeno

septimana

sin

sto avrete inteligentia

operare che

suo messo consignata

la

promet-

dinari de costo di epsa charta

satisfacli subito infalibilmente

per essere par-

in

ne lo ritorno nostro a

Mantoa. Et quando loro mettessero difcult


a quel

Io aceptate

bona et honorevolc impresa

ticipe di quella

sarano da noi

cossi

sapendo che volonlieri

siamo stata conmi parso dar questo

esso M. Paulo per le virt soe

tenta de gratiGcarlo

caricho a voi

dir Io exhibitor presente, suo messo. Et noi

vi

si

ne

Io

expectare fino

vogliano contentare de dui

che siino integramente

satisfacli

con lo factor nostro generale

de cpsi denari. Esso M. Paulo haveva dimandato

di

et in

que-

qual proveder

poter cavare

la

Mantoa senza pagamento de gabela o de altro dama non sappiamo come questo se possi fare essendo tutti li
afctati
come sono. Bononiae, 21 Novembris 1529.

detta charta da
tio

datii

Isabella.

Lxxxvni.
Bernardo Tasso alla Marchesa Isabella Estense Gonzaga.
Da Ferrara, li 5 Dicembre 1531.

poco biasimo o onore mi recher

mie rime

(se

al giudizio di

lei

lodale

aver

fatto

stampare queste

pur onor alcuno m'hanno portato, non


Vostra Eccellenza

onorevoli cose perfettissimo)

da

l'

mi saranno

cos in questo

le quali

se

come

le

mandando

in molte altre

pur meriteranno essere

via pi eh' or non sono

pregiate et care.

DOCUMENTI
Prendale dunque V. E.
tengale nelle

mani;

un poco pi

se

le

pensieri,

gli altri

mie sciocchezze,

le

grato animo: et ramentandosi ch'io


picciolo potere

da

et quallora sia libera

leggendo

et

323

con

iscusile

son servo, posto che sia

mi

di vita

concesso

fa

ne faranno Gdato testimonio. Et pregandole lunga

et

desidero esserle umilmente raccomandato. Di Ferrara

gli

effetti

vita

felice
,

il

di

di Di-

cembre 1531.
Di V. lUma. et Exc. Signoria

Umil

servitore

Bernardo Tasso.

LXXXIX.
Lodovico Ariosto alla Marchesa Isabella Gonzaga.

Da Ferrara

9 Ottobre 1532.

li

Illustrissima et excellentissima signora

mando

a Vostra Excellentia uno de

li

mia observandissima. Io

miei Orlandi furiosi; ch'ha-

vendoli meglio corretti et ampliati di sei canti

sparse
bito

qua

di

mio

di

se io, innanzi a tutti gli altri

stra Excellentia

so che le

come

la

degner

si

e di molte stanze

non ne

di

si

et alla

Vo-

quale

vogliono) essere gratis-

accettarlo

col buon
buona gratia de

insieme

col quale io le fo questo picciol dono. In

quale mi raccomando sempre. Ferrariae

del de-

facessi copia a

che riverisco e adoro

mie compositioni (sieno come

sime sogliono. Quella

animo,

a quella

mi parrebbe molto uscir

pel libro,

9 Octobris 1532.

Di V. Ex.

Servitor deditissimo

Lodovico Ariosto.

XC.
Isabella d* Este

Da

Gonzaga a Lodovico Ariosto.

Venezia

li

15 Ottobre 1532.

MagniGco raesser Lodovico. Il libro vostro d'Orlando furioso,


che mi havete mandalo m' per ogni^rispello gralissimo et maxime perch, havendolo voi reduto a nova coretione et ampliato
come me scrivete , non posso se non repromelermi de doverne pi,

gliare

novo piacere

et

dileclatione

legendolo.

Ringraliove

quanto

DOCUMENTI

324
posso de

memoria che de me mostrato tenere, et vi


mi se apresenti una ocasione de poterve

la

eh' io desidero

conto gratificare
le

rarissime virt

me

Cossi di core

vostre

quali

le

sempre a

ofifero

Da Venetia

alchuno

farve nota l'affectione singulare che ve ho, per

et

facio certo
in

meritano de

tutti

li

essere

favorite.

comandi

piaceri et

vostri.

15 Ottobre 1532.

Isabella

Marchesa de Mantua.

XCI.
Descrizione di alcuni oggetti di arte posseduti dalla Marchesa Isa-

Gonzaga

bella Estense

XVI,

lo

Le

infrascritte

vecchia appresso

Un quadro

quale fu fatta verso la met

uno Inventario

in

di

robbe

sono trovate nelo studio

si

Seco-

del

cos.

che in corte

Grotta.

la

pittura di

mano

del gi

M. Lorenzo Costa

una Incoronatione.
quadro di pittura appresso

pittore,

man

con diverse figure dentro, eh' dallato della finestra, a

destra,

e con verdure dentro, et

la

E pi, un altro
medema faciata

di

mano

el

soprascrito, ne

del gi Pietro Perugini

nel qual

dipinto diversi amorini, et altre varie figure de Ninfe stimulate da


detti

amori
pi

medema

con alcuni alberi e verdure.

un

altro

faciata

di

quadro

mano

di pittura appresso el soprascritto

M. Andrea Mantegna

del gi

nela

nel qual

con un
un Marte e una Venere che stano in piacere
Vulcano et un Orpheo che sona con nove Ninphe che balano.

dipnto

E
mano
di

pi

dui quadri posti dal capo dela porta

del gi Antonio

Apolo

et

in

uno

ne

la inlrata

le quali

di

de' quali dipinto l'istoria

Marsia, ne l'altro tre Vert, cio Giustitia

perantia [e Fortezza)
el

da Coregio

et

Tem-

insegnano ad un fanciullo misurare

tempo, a ci possa esser coronato di lauro et aquistare la palma.


E pi , un quadro finto di brongio sopra a la detta porta , di
,

M. Andrea Mantegna con quatro figure dentro.


E pi un altro quadro, a man sinistra de la finestra, de mano
in lo qual depinlo un archo triumphale e
di M. Lorenzo Costa
molte figure che fano una musica con una fabula di Leda.

mano

di

DOCUMENTI
E
ne

pi

un

altro

ne

lo intrare

la

una nave

depinto

quadro

brongio

finto di

Grota, di

a25

mano

posto sopra a la porta

Mantegna,

del detto

mare, con alcune figure dentro

di

in lo

quale

una che

et

cascha ne T acqua.

pi, un quadro

de la Grota
la

di

pittura, posto allato sinistro de

di

mano de Andrea Mantegna

Verl che scacia

li

Vitii

nel quale

l'intrala

depinto

e vi T Otio condotto da la Inerlia

e la Ignorantia portata da la Ingratitudine et Avaritia.

pi, un Cupido che

da Prassitele

E
fatto

pi

un

altro

mano

de

dorme sopra una

pelle di

leone, fatto

(1).

di

Cupido che dorme

marmo

di

Carrara

da

Michele Agnolo firentino.

pi, una figurina

fatta

di

marmo

testa

anticha

per una Cleopatra morta,

de Carrara.

Nella prima facciata de la Grota.


d^

Ottavio

pi

con una Lucilla et una Faustina

Nella seconda.

Un Claudio

con

la

barba

una

(2).
,

una Livia Augusta,

un Germanico giovene et una Faustina vechia.


E pi, una figura de Venere di marmoro antiquo sopra a
la porta
a sedere con un vaso in mano
con due teste di pultini
de bronzo, uno per lato.
E pi sopra la mederaa porta due figure di marmore moderne cio una Leda et una Venere.
E pi ne la facia de la porta a lato destro una testa di un
Lutio Vero a lato sinistro una testa d' un vecchio.
E pi ne la medema facia una figura di marmore de una
donna nuda a sedere, che sona una fistula un Cupidine con un
arco in mano un Marte nudo un Laochoonte moderno, una Leda
de marmore de la medema grandeza, un Sileno picolo, antico, de
marmore.
,

Intorno questa statua

posseduta dalla Marchesa Isabella


tndlrlzzaMantovano un poemetto Intitolalo De Cupidine marmoreo dormienle ed il Castiglione ne scrisse un eplgsamma in Cupidinem Praxitelis.
(2) Il busto della Faustina acquislollo Isabella da Andrea Mantegna; ed
ora si custodisce entro al xMuseo della R. Accademia di Mantova come si ha
(1)

vale Battista
;

ragione

di

credere che quivi pur siano raccolti

questo Inventario.

altri dei

marmi

descritti in

DOCUMENTI

326
Cose de htongio sopra

per candeleri

cornisoti.

li

un Apollo simile

Duoi

che servono

satiri

Roma

de

quello

duoi tondi

de bronzo di basso relevo; una figura nuda ligata a uno

tronco;

un Mercurio che insegna a legere


un
altro
Laochoonte
Cupido
de bronzo
una Vittoria grande
a
de bronzo un Apollo con lo suo instrumento un Ncptuno sovra
un monstro col tridente un satiro in genochione con una lumaca in mano.

un Hercule

et

un Antheo

DI

UN CODICE
INEDITO

DELL'ARCHIVIO DI COBLENZA
RISGUABDANTE

L'

IMPERATORE ENRICO

VII

A FRANCESCO BONAINI
Professore e Bibliotecario della Universit di Pisa

A.
e
di

voi, che con bella

commentando
Enrico VII

racchiude

prova

Italia, e

in

Ebbi
Dolt.

opera

ordinando

critico state
,

risguardanti la dimora

specialmente nella

Pisa che ne

vostra

da

me

veduto ed esaminato in Co-

non sono ancora due mesi.


la

prima notzia

Bohmer

acume

sepolcro, non riuscir forse discara la descrizione d'un

il

Codice pur relativo ad Enrico


blenza

di

documenti

trovati inediti

Regesta Imperli

Meno

esso in Francoforte sul

dall'ottimo

che voi

Desideroso

possedete.

veder

di

mi recai pochi giorni dopo a Coblenza e mi precortese commendatizia del Bohmer, al valente Archivista

questo Codice
sentai, colla

di

bibliotecario di quella citt, e autore della classica

signor Bayer

che non solo mi dischiuse liberalmente

tesori

ajQfi-

ma

mi permise altres di trarre copia del doeh' io vi comunicai


cumento originale d'Amedeo di Savoja
e di
esaminare a tutt' agio il Codice summenzionato. Il quale mi parve
degno d'esser conosciuto anche dagP Italiani giacch una parte di
cure,

dati alle sue

esso concerne la rappresentazione figurata della discesa e delle principali

imprese

dell'

contestabilit del
di

imperatore Enrico in

tempo

di quelli

Italia

osservazione alla storia dell' arte del disegno

gente a chi

si

diletta

ed oltre alla in-

avvenimenti, offre un nuovo

d'imparare

le

usanze e

campo

una buona sor-

costumi del secolo

decimoquarto. Non bastandomi per a descriverlo minutamente

poche ore che passai nell'Archivio,


Beyer
di

si

tolse egli

medesimo questa

appagare pienamente
Baldovino

al 135'i., fu

di
il

la

il

fatica, e

mi pose

Lucemburgo

arcivescovo di

ture intorno alle ragioni della Chiesa di Treveri


II.

cos in stalo

vostra curiosila.

Treveri

primo ad ordinare una collezione

Ap. Voi.

le

dotto e gentilissimo signor

dal 1307

di tutte le scrit-

sparse nei diversi

42

CODICE INEDITO

330

archivi deirArci vescovado

aggiungendovi

ricevute, durante

date,

il

che vennero

tutte quelle

lungo ed agitato governo suo proprio.

La collezione forma un grosso volume in foglio, membranaceo,


425 racchiude pi di 1200 documenti dalla prima met
del secolo IV sino ai 20 di Gennajo 1354; ed esiste in tre differenti
esemplari 1' uno dei quali trovasi nell'Archivio di Stato a Berlino, e
gli altri due conservansi nell'Archivio provinciale Renano a Coblenza.
di carte

Quello fra
principali

le

due ultimi che va adorno

azioni

della

dei disegni rappresentanti

d'Enrico VII, smarritosi

pubblica

vita

nella traslocazione precipitosa del tabulario arcivescovile per causa

deir invasione francese (1794)


costituisce

il

provincia del Reno,

pi apprezzato dai

fu ritrovato Ire anni sono

il

quale meriterebbe

ed ora

archivio della

dell'

pi conosciuto e

di essere

dotti.

disegni surriferiti, sono legati in principio del Codice diploma-

tico;
fatti

cimelio pi importante e pi bello

mostrano, in trentasette carte in

ci

gicamente

disposti

foglio, seltantatr diversi

d'Enrico VII suo

della vita di Baldovino e

pu agevolmente desumere

cronolo-

fratello,

ed espressi con istorica accuratezza

il

che

dalla correzione di qualche epigrafe

si
,

stemmi sfuggiti all' attenzione del disegnamassima parte sono solamente abbozzate,

dalle particolarit di certi


tore.

Le

del tutto coperte di colori

ma

scompartimenti XIX. e XX.

sono,

non

gli

figure, per la

mente

eseguiti e miniali

gli

stemmi e

persone ne-

le

come per saggio

e sebbene questi disegni

perfetta-

appartengano ad

un'epoca inferiore dell'arte, e cedano in eleganza ad altre miniature

contemporanee conservate nel Codice

stesso, sono tuttavia abbastanza

determinati e corretti. Sotto ciascuno v'ha un'iscrizione latina, in


cui talvolta
italiani

ma

troverete

nostri cronisti

i nomi
dei luoghi e dei personaggi
non potersi riconoscere coli' ajuto dei

svisati

non tanto da
municipali.

Gli undici primi

alla consacrazione di Baldovino

annunzio della morte

papa Clemente V;

all'

mani

dell'

all'

feste eh'

a re dei

moglie

entrata

ebbero luogo

Romani
in

arcivescovo

disegni

si

Treveri

di

riferiscono
,

fatta

Alberto re dei

di

nella sua chiesa

in quella occasione

all'

alle

da

Rovarie

elezione di Enrico

incoronazione di lui e di Margherita sua

alla

Aquisgrana

Elisabetta erede della

arcivescovo

al matrimonio di suo figlio Giovanni con


Boemia cose tutte estranee alla storia nostra.
;

Gli altri disegni per, sino al fine,

in Italia. Eccone la serie.

concernono

le

imprese d'Enrico

ENRICO

D'
Carrus

I.

cum auro

el

argento domini Trevirensis

de quo pluries subvenit regi


cavalli, con famigli
II.

331

VII
,

pr via transalpina
tiralo da due
,

Romanorum. Carro da salmerla

e comitiva di cavalieri.

Rex ascendil Montsenys. Tratto

dell'Alpi;

ascesa faticosa;

anno X,

die

Il

carro

gi ai piano.
\\\.

Hcnricus rex de&cendit Suse

XXUI

regina, col seguito, conducono a briglia


IV. Rex vadit per Ihurin
Kir (Cliieri) , in Asti. Solenne

dell'Alpi,

il

re e

la

Octobiis. Clivo
loro cavalli.

presentazione

delle chiavi di quest' ultima citt.

Rex

V.

mililibus, regina

dominabus dederunt manducare.

rate seggono, al lato destro,


al sinistro, la

regina con varie

re e l'arcivescovo coi baroni

il

dame

tavole sepa-

col

vestile alla foggia stessa di lei;

militi;
valletti

a cavallo.

VI. Rex vadit per Casal, Vercel

Grosso drappello

di cavalieri

folla di

Novaire (Novara), Magente, in Melanl.


popolo a piedi che gli va incontro.

VII. Henricus coronalur corona ferrea in S. Ambrosio, die Regum. Sull'allar


maggiore l'arcivescovo di Milano incorona il Re; clero, nobili e popolo
in vari! gruppi.

Vili. Belluin ibi (Milano). Guido de Turre evasit. Vivo combaltimenlo


sul

fondo azzurro; molle spade variamente agitate; spruzzi di sangue all'in-

sul terreno un capo reciso.


IX. Rex sedil in judicio. Turres deslruxit in Melant. Sopra un fondo di
azzurro carico, screziato di fiori d'oro, siede il re nel suo trono; ai due lati

torno

suoi baroni
gli accusati seggono in terra.
X. Rex vadit per Laude (Lodi), Creme, Surosyn (Soresina), Poerne (Paderno), in Cremona. Due schiere ordinale di cavalieri, nel cui mezzo scorgesi

e in piedi stanno

Il

Re

che parla ad uno dei baroni pi anziani.


et turres cum leone aureo deslruxit , in judicio sedens. L'ordine

XI. Porlas

IX

delle figure simile a quello del disegno N."

a dritta e a sinistra

torri crollanti

ma

pi regolare. Sul fondo,

mezzo, una torre ancora

in

in pie

con-

trassegnala col leone d'oro.

Poupiay (?) anle Brixiam.


Re In mezzo a loro.
XIII. Brixia vallalur circumcirca anno Domini MCCCXl in vigilia
Ascensionis, scilicet die XIX Maii. Nel fondo, una citt recinta di forti mura
merlate con torri nel mezzo, una porta con due torrioni; le balliste lanciano
loro proiettili. Sul dinanzi, un accampamento con tende, sotto le quali scorgi
dei cavalieri variamente occupali; uno scocca appunto la freccia dall'arco.
XiV. Bellum Brixie et capitur Theba Brisak (Tebaldo dei Brussali ).
Combatlimento in mezzo al quale riconosci allo slemma Tebaldo.
XV. Imticia facta de Theba capilaneo Brixie. Nel mezzo sopra di un palo,
su
la testa di Tebaldo
su quattro ruote lo straziato suo corpo
li presso
d'ogni brano, un gonfalone colle sue armi. Addestra, vien mozzo un capo
a
sinistra , strappato il naso con tanaglie roventi ad uno che siede sopra un
XII. Rex vadit per Quinlay (Quinzano?),

Schiere di cavalieri uniformi in ordinanza

col

carro tirato da buoi.

XVI. Dominus Walramus

fraler Regis

Verone. Multi moriuntur aere corruplo.

il

sagitta obiit Brixie; seppellitur

disegno diviso da

una colonna

CODICE INEDITO

332
in

due parti

a sinistra

cade nelle braccia dei suoi baroni Valramu, colpito

un giavellotto; a destra, giace

nel collo da

e benedicono

al

nella bara, e

sacerdoti pregano,

suo cadavere.

XVII. Belium in Monte Balislariorum. Pugna di gente a cavallo dinanzi


una porta aperta cavalieri che n'escono; nel fondo una fiamma guizzante.
XVm. liex inlral Brixam per [ossala planala. Entrata del Re in mezzo
a torri crollanti. Uomini a piedi
vestiti a bruno
gli presentano
capi delle
corde eh' hanno legate al collo.
XIX. Rcx sedei in judicio Drixie; muros el turres vallai. Il disegno
mollo simile a quello del N. XI.
XX. Vadit per SoncyUy Creinone, Plaisence Castel S. lohannis, Pavie
Vogere
Tortone, Seraval Gavyo, Ponledecimo in lanua. Un esercito in
marcia, col re e l'arcivescovo Baldovino alla lesta. I cittadini a ipiedi e in
allo sommesso consegnano le chiavi della citt loro.
XXI. luraverunl Regi lanue. I Genovesi , straordinariamente piccoli in
paragone dei Tedeschi, stanno giurando; nel resto il disegno rassomiglia a
;

quello del N.

XIX.

anno XI sepellitur ad
XXII. Regina obil lanue
die XI Decembris
Minores. La regina in un sepolcro aperto di pietra; all'intorno dame piangenti e preti che fanno la funzione funebre.
XXIII. Rex venit per Poriovenere Porlopysano, Navi sopra un mare verde
e ondeggiante, con vele spiegate, e numerosa ciurma.
XXIV. Rex venil Pysis el mansit din. Disegno somigliantissimo a quello
;

del N. IV.

XXV. Piar a
battimento

bella ante

XXVI.

Vadit per

(Campiglia)

el

ceperunt multa castra.

Com-

Rasegon (Rosignano?)

Bybone {Bibbona

?j

Campillo

Caslelhon (Castiglione della Pescaja?), Aqiiam Grosseli (Iransil?),

Admelyam, Montali,
l'

Lucam habuerunt

di cavalieri.

Vilerbe

in campis de Bakenelle (Baccano). Marcia del-

esercito intorno al Re.

XXVII.

Transit Ponlimole

sed a lurri Tripezon sagiltantur multi.

Nel

vengono scagliate freccie e pietre; sotto, assalitori a piedi; qui e l, all'intorno, pugna di cavalieri.
XXVIII. Rex facit Rudolphum ducem Bavarie et mullos mililes, qui puil
gnane in prato Noiron (Neronis?). Schiere di cavalieri che s'incontrano
Re, alla lesta del suo seguito bacia sul fronte il primo cavaliere della schiera
mezzo, una torre

dalla quale

opposta.

XXIX.

Flectit

genua Rome in

civescovo Baldovino, e

XXX.
valcala;

il

la

comitiva reale.

Vadit morari in Miliciis (Torre delle Milizie)

Re

in

mezzo

capitur

vi.

ai

suoi fianchi

scompartlle a Ire gradi

ibi

mansit diu. Ca-

Ire cardinali e

sul dinanzi

se reddil

elXXX tur-

nel fondo

una chiesa.

Capilolium

Pugna equestre un cavaliere fugge accennando


XXXII. Rex facil Senatorem et justicias Rome in

sia sul trono

a' cardinali.

XXXI. Monaslerium Minurum


res.

resta in ginocchio
stanno Ire cardinali, l'ar-

ecclesia S. lohannis. Il

in atto di preghiera dinanzi l'altare; all'intorno

seggono

Capilolio sedens.

Il

Re

molto corteggio. Le figure sono


in

terra alcuni

prigionieri

in

ENRICO

D'

333

VII
come

a scaliera

Thibaldus episcopus Leodiensis

ceppi; dielro ad essi levasi in varia grandezza,

la

corailiva

del Re.

XXXIII. Bellum Rome


xburgensis

armali

di lancia

obiit

Savoy

Petrus de

Romani

fra

Scontro di cavalieri;

mulli.

et

quali

un Orsini

) ,

Abbas Wiimperiali

g'

dello scudo e del

sol

brando.

XXX iV.

Vadil coronari in S. lohanne in die Petri

et

Cavalcala

Pauli.

lulU sono senz'armi.

Coronalur a Iribus cardinalibus in Imperalorem. Il Re siede sul


conserva gli posano la corona sul capo. Folla di

XXXV.
Irono

Ire cardinali di

spellatorl

all'

inlorno.

Imperalor redil.'dans ludeis legem Moysis in rolulo. Il Re in


abito imperiale , sopra un cavallo condotto da due principi , consegna un ro-

XXXVI.

globo imperiale.
Uno dei cardinali porla
XXXVII. Imperalor comcdit in S. Sabina. Cinque tavole separate: a quella
mezzo assiso il Re a sinistra due dei cardinali a destra il terzo pi

tolo agli Ebrei.

di

il

indietro

sulla

destra

Baldovino

sulla sinistra

Conte

il

palatino Rodolfo

sono indicali per via d'iscrizione). Famiglia di servidori a cavallo.


Imperalor capii Capo de Bove, vadens Tybure. Ingresso d' un
forte drappello di cavalieri; in mezzo ad essi l' Imperatore; tulli i cavalieri
tengono lo scudo dinanzi alla persona.
XXXIX. Imperalor redil Rome; repalrianl mulli. Entrala senza contrasto.

(questi ultimi

XXXVI l.

Disegno simile

al

precedente.

XL. Vadil per Sulre , Vilerbe Tode et capii Caslilhon Marescalcus ceperal Markanl (Marciano) el sex caulra et combussil usque Peruse. Schiera
numerosa di cavalieri come al N.** XXXVllI.
XLI. Vadil per Corlone in Arece (Arezzo). Rappresentazione simigllantis,

sima a quella del N."

XX

stendardi invece di chiavi.

colla dilTereiiza,

Un

che qui

si

offrono all'Imperatore

altro abbozzo di questo disegno fu inserito per

isbaglio pi innanzi.

cum
,
ac caslrum S. lohannis
corda in collo diu duclis. Mossa di cavalieri contro una
torre difesa da frombolieri. Un cavaliere sale una scala a pinoli appoggiata
alla torre
sopra ad esso v' ha la iscrizione P. barbier primus lo stemma
XLII. Capii Monlwark (Montevarchi)

LII

bidallis (Catalani?)

mostra una testa di cignale.


XLIII. Combussil caslrum S. luhannis. Cavalcata verso un castello molto
basso al quale come in un forno alcuni fanti mettono fuoco.
XLIV. Bellum anle Lanlcise [V Incisa). Grande combattimento di cavalieri
al quale prende parte 1' Imperatore. I nemici escono in fretta da una

del suo scudo

porla.

XLV. Aquam

Iransil in S.

Salvo anle Florenliam. Grande stormo di ca-

valieri scorrenti fra le stoviglie e gli attrezzi di cucina, sparsi alla rinfusa sul

suolo.

XLVI.

^
Obsidio Florenlie. Nel fondo, una citt recinta di palizzate, e molto

dissimile nella forma da quella di Brescia (N. XIII)

sotto le tende.

sul davanti,

un esercito

CODICE INEDITO

334

ENRICO

D'

VII

XLVII. Castra seu Hulle (Hutleo ? che vale in volgar nostro capanne
baracche) comburunlur. Imperalor venit Peliperadis (pel Paradiso (1)) Mossa
di

schiere a cavallo.

XLVIII. Sui

fugarti Ftorentinos

qui pr preda exiverant. Fiero combat-

timenlo.

XLIX. Imperalor

ad

venil

Cassianum,

S.

et

mansit

ibi

Mossa

diu.

di

gente a cavallo.

Dominus

L.

presenzione
LI.

Trevtrensis capii S.

ntiollo

Dominus

peratore.

Mariam

Novelle

(sic) et

plura

alia.

Rap-

XX.

soraiglianle a quella del N.^

Trevirensis redil ad exercilum Imperatoris. Cavalcata coll'Inn-

sbaglio del disegnatore

delle forze di Baldovino,

con quelle del

si

voluto rappresentare

la

riunione

che era venuto a incontrarlo.


Lil. Marescalcus capii Casele (Gasoli?), sibi donai (2) Barbarin (Barberino) , et combussil ante Sene. Rappresentazione simile a quella del N. L.
LUI. Imperalor venil Pugebon (Pogglbonsi) ; muUa comburunlur; primum
lapidem ibi ponil et vocat Moni- Imperiai. L' Imperatore pone la prima pietra
un lavoratore gli porge il martello. Assistono chierici colla croce dietro ad
essi la comitiva a cavallo.
LIV. Venit per Beslolle (Bettola) Pisis. Cardinalis Osliensis et multi veniunt
fratello

obviam. Simile alla rappresentazione del N."

LV. Hasliiudia
armati

lieri

di tutte

balcone pieno

choree

XXXVIII.

Pysis longo tempore. Torneo

et festa

armi galoppano l'un contro

all'altro;

al

di

due cavasopra un

di spettatori.

LVI. Dominus Trevirensis repalrial breviler reversurus. Nave sul mare


a vele gonQe. L'Arcivescovo sta in piedi in mezzo al suo seguito.
LVll. !ler Imperatoris versus Neapolim. Schiera di cavalieri eh' entrano
per una porta.
die XXIV Auanno MCCCXIII. L'Imperatore giace sopra una bara riccamente co-

LVIII. Obitus Imperatoris Henrici seplimi in Bonconvenl


gusti

perta; air intorno

suoi cavalieri in atto di profondo dolore.

LIX. Reductio Henrici Imperatoris Pysis. Dieci baroni portano

il

feretro

chiuso.

LX. Exequie Henrici Imperatoris seplimi. Nella chiesa, grande funzione


funerale

in

fondo

il

cataletto circondato da fiaccole.

LXl. Henricus Imperalor seplimus


die II Seplembris. Orale

pr

sepellilur Pysis,

anno Domini MCCCXIII,

eo.

Quest'ultimo disegno comprende tutto

il

foglio; e

mostra l'Imperatore

un sarcofago di marmo, sostenuto da leoni,


cui lembi vengono sollevati da due angeli

colla veste imperiale, giacente in

e coperto da un baldacchino

mentre un terzo incensa


Agosto 1845
(1)

(2)

il

cadavere.

Tommaso Gar.

Monastero nei Pian di Rlpoli presso Firenze.


Credo che sia un errore dell'amanuense, invece di San Donai (yel

rie Pistoiesi,

Regesta Impera, e lo storico Rondoni pag. 679).

le Sto-

RASSEGNA

DI LIBRI

Dei lavori di Storia Italiana dati alla luck


in questi ultimi dieci anni.

Continuazione. Vedi quest'AppENDiCE, Voi.

XIV. Histoire
Parij^'i

\V.

di

p.

Francia

517-537).

par M. Savagner, professeur de VUniversit.

d* Italie,

12nao

I.

in

pag. 36,

Illustrations de V Italie

par M. Roy. Parigi 1843; 12mo

di

pag. 288.

XVI.

Petite histoire d'Italie,

par M, Val. PxmsoT, professeur

Notiamo qui

compendi

cotesti

non per esaminare

nostra storia

aggiunto qualche sillaba alla

pretendere in librccini da scuola),

menti

si

d*his-

Parigi 1843; 12.^ di pag. 72.

toire.

ma

che non

il

a dir vero;

pugnale,

ma

il

abbiano
potrebbe

per mostrare in che linea-

dipinga l'Italia alla giovent francese. La

col liuto,

se
si

moda

di fingerci

rosario e l'ampolla di veleno, passata,

venuta a galla un'altra dottrina: conchiudere

che siamo incapaci, perch sembriamo deboli; e con una finissima


logica sgridarci, quando vorremmo scuoter la cenere che ne ricopre.

Ma

I
il

turelle

due primi opuscoli almeno non son che compendi di fatti.


definizione
l' Italia
una region nadell' Europa, che non ha formato presque jamais un tat; e

terzo esordisce colla

questo non

dall'

almeno da quel

ottavo'secolo in poi,
delle

Dal regno d'Onorio


(|uali,

accennando

le

ma

dal principio

del

vaghe tradizioni con cui comincia

in

qua

guerre

si

pongono

sei

mondo:
la storia.

periodi; nel quarto dei

del sacerdozio e dello

impero, l'autore

RASSEGNA

336

(che par dotlrinario dal capo


sentenza

che

il

1541

pour

l*

piante) scocca la

condurla infine

pone

ei

e che dice

alle

vedete se

seguita

1'

dalla

1541

Italie, cio dal

ha maturato

il

lettore

di

Non

se

dopo

non manca d'ingegno

tutto ci

1258 e

il

et felicit

tipografi

saper

non

ultime

le

sgombra Ancona.

negher il nome
aggiungiamo che M. Parisot

esser felice se vuole e sa .

buoni cristiani

tra

calme

ama

parole del libello, son queste: a Al 1837 la Francia

pu

sesta epoca di

se

quel tempo

pi duro dispotismo

al

1789. Speriamo che

al

facciano errori in queste cifre.

U Italia

freschissima

la frenesia di libert coprisse l'Italia in

d'orrori e miserie, per


et di ferro eh'

DI LIBRI

n d'una certa

ci si

pratica

nella storia?

Ora

scrive egli per leggerezza o servilit ?

XVII. Histoire de Venise

par

Valentin. Tours 1840

F.

ihque de lajeunesse Chrtienne, approuve par


de Tours

12mo

pure, questo

[Biblio-

M. VArchvesque

pag. 312.

di

un accurato compendio; fatto, a quanto ci pare,


alla mano, e senza preoccupazioni n intol-

con Daru e Sismondi

leranza. Lungi dal biasimare, noi lodiamo

circostanze in cui scrivea


secol decimosesto

anco una

XVin.

tratt

sillaba della

mutamenti

et

la ruine de

che attirare

usano molti oggid

(e

gli

in tutta

il

fa

etc. etc. etc.

di

non

disse n

la rpublique

de

pag. 40.

la costitu-

sono sempre riscontrati

degli

altri

con

voli

paesi.

L'autore

da secentista

l'Europa, e massime

par M.

chevalier

le

come

in Francia.

Artaud de

Troisime dition. Parigi 1839; 2 voi. 12mo.

Quesl' opera slata tradotta

darne giudizio qui.

eventi del

gli

con arte e gusto) lineamenti gi

sguardi

XiX. Histoire du Pape Pie VII

MoNTOR

gran fedelt

della quale

vicende politiche e commerciali

ha amato meglio copiare


conosciuti

sua morte.

In queste poche pagine ritratta con

le

Sarpi

il

par Edgard Alletz. Parigi 1842;

zione di Venezia

con

compilatore, che nelle

il

moderazione

nomin senza rabbia

Discours sur la puissance

Venise

con

in

italiano

perci

non occorre

RASSEGiNA DI LIBRI
XI Jj

Histoire du Pape Leon

XX.

337

mcdosimo autore. Parigi 1843;

del

due grossi volumi in 8vo.


XXI. Histoire du Pape Pie Vili, del medesimo autore. Parigi

un

voi.

8vo

Non crediamo che queste due lunghe


piccini

cariche

narrazioni di

sian poranche voltale in Italiano.

documenti

di

ma

pi a propria soddisfazione che con utile

piccole astuzie

le

assai

fatti

L' autore le ha soprac-

dei leggitori, ai quali sono indififerentissime le cerimonie,


tuzzi

1844-;

pag. 470.

di

dispet-

Fors' anco la stessa

diplomazia.

della

Gorle, che lodata per ogni inezia o altro, avrebbe a stomaco questa

una

cantilena perpetua sopra

che tanto l'affetto

un poco

di

nota.

pel resto della Penisola.

lasciamolo da amici

per

Italiani

altro confessare,

cortesia per cortesia, e

questa sua be-

le fattezze di

che potrebbe esser come

maestri di scuola pei fanciulli


certi

Dunque,

senza esaminare

r Dalia,

nevolenza per

Dobbiamo per

M. Artaud per Roma, che ne avanza anche

l'Italia,

di certe

quella di

abbadesse per

certi

suore, di

le

d'oggi pel genere

e di certi politici

umano.
XXII. Rcherches sur

les

tablssements des Grecs en Sicile fjusqu'd

en province romaine

la rduction de cette Ile

Parmi

I.

V ha

in 8vo.

voi.

tori.

par VVladiwir

Hrunet de Presle. Paris Impr. Uoyale 1845


di pag. XXIV
656 con carta geografica.
a questo titolo veder arrossire molli

Italiani pieni d'

amor

di patria

de' nostri

che per

leggi-

dispetto

son

pronti anche ad aggravare le accuse d'ignavia meridionale, speculate

da qualche

filosofo, e prodigateci poi a

gara da

leggieri di l dalle Alpi. Questi nostri compatriotti


libro di

M. Brunet come gettato loro

istante

riflettendo

del

che

la

di

amore che

sperare
loro

si

compagni

si

porta

Altri

ai sepolti

accenderanno anche
d'

che amano
,

e
in

cervelli

terranno

il

senza calmarsi un

antiche

italiane

tutte le nazioni attuali

quella civilt che in varie epoche

samente nel nostro terreno.


dell'

faccia

storia delle province

medio evo appartiene a

con noi

in

tutti
si

eredi insieme

svilupp prodigio-

si

paese

il

ma

non

ch^ perci sanno e compatire


volto

ma

senza ira

verso

espiazione. Essi noteranno, che siccome le nazioni

costituite in ordini pi civili de' nostri

Ap. Voi.

11.

serbano premii e non peno


43

RASSEGNA

338
per

umana

studi dell'

gli

e Belle lettere, eh'

Francia

Storia

alla

presente lavoro

il

nell'Istituto

di

proponendolo per soggetto

premio ordinario del 1842. Lo scritto di M. Brunet, riporsi


stampalo a spese pubbliche nella tipografia

del suo
talo

l'Accademia delle Iscrizioni

cos

circolo addetto

il

incoraggiava

societ

DI LIBRI

premio,

il

reale di Parigi.

Le parole

II.

tema furono

del

bilimenti greci in Sicilia

indagar

cagioni

le

e arti

fino al

tempo in cui

che questo lavoro

non

zionali e vivuli negl' infelici

XVI

secolo in qua

minutamente

si

vi

XVI

Fazzello

il

Caruso

storia generale di

ingegno italiano

della critica storica

sciamo

lunga

la

deroso ingegno

di

romana.

anzi primeggia
,

in

pi na-

per lo

d'

annalista diligente

Maurolico gran

il

storia per dispetto e gara

un

lista

s'

con l'erudizione d'un

un viaggiatore archeologo e tedesco.


siciliano, e il Burigny francese,
Sicilia

trattarono

un poco, e

il

l'

epoca

greca

Caruso con gravit


,

e ormato

era tanto affinala al suo tempo. Noi la-

degli altri compilatori. Ai tempi nostri

Domenico Scin da Palermo


(

Nel

intelletto superiore.

nudrilo alla lettura del Machiavelli

che

raria dei Greci Siciliani


e riscontrata coi

la

illustr la Sicilia antica

questi da erudito che affastella


d'

e sovente nobile storico

forte ellenista, e la pazienza d'

Nel secolo appresso,


la

governi j

tempi che son corsi per tutta Tltalia

lasci le pennellate

XVII, Gluverio

dettando

fallo

cui autori

matematico, che prendendo a scriver


municipio,

senlivan mossi da beli' orgoglio a ricercar

secolo

nel

pulito scrittor latino

secolo

forze

le

e presentare in tutto lo splendore loro le cose della

Sicilia greca. Tali

di

storia della Sicilia greca.

la

mai

fosse

sta-

descriverne

Sicilia divenne provincia

la

tutte le storie generali della Sicilia

dal

degli

e i progressi nelle scienze, lettere

L'Accademia, insomma, volea

III.

prosperit;

possa la popolazione

si

la condizione morale e industriale

storia

la

importanza politica

loro

la

potenza

loro

della

quanto pi precisamente

Delineare

mostrare

ci

dava

la

Napoli 1840, Tipografa frani

mutamenti

politici.

Storia
),

il

po-

lette-

connessa

Un'altra parte di gran rilievo,

monumenti e la loro storia artistica, stata


Duca di Serradifalco. M. Raoul-Rochette
nella storia delle colonie greche; M. Letronne, con la topografia di
Siracusa e con la pubblicazione dei frammenti di Scimno da Scio
M. Ebert nelle Dissertationes Siculae e nel stxeXiv han trattato
n mancano illustrazioni di fatti
in parte il nostro argomento:
cio la descrizione de'
fornita con

somma

lode dal

RASSEGNA

339

DI LIBRI

monumenti e brani d'antichi autori teste scoperti e altre notizie


sparse qua e l nella nuvola di stampati d'ogni calibro che ingombra
r Europa. Lo studio della Sicilia greca presentava dunque da un

di libri, e dall'altro moltissimi fogli bianchi.

un gran mucchio

lato

vero, che questi non

mai

forse

riempiranno mai, perch non

si

d'Antioco

istorie

le

che qualche briciolo

Filisto

n molti capitoli

politici d'Aristotile,

trattati

Ermia

come
dee

per

l'

proponea

il

serie di fatti generali.

lumi

tanti

invitare

IV.

dotti

mondo

il

ad empir

M. Brunet

1'

Francia

tema ricordato

dava

si

quale

al

sopra

di

per

meglio quelle lacune.

alla

non ha

se

ottimamente preparata

ha

che

quella

di

Istituto di

affrettiamoci a dirlo

della Sicilia greca

tant',

qual era nel secol pas-

non potremmo rimaner contenti

noi

ma

Diodoro;

di

riavran

si

n parecchi

ritrova sempre. Aggiungasi a questo, che

si

accettata anche la serie dei fatti particolari

sato

Timeo

fatto la storia

presentandoci

frammenti del quadro antico, e cancellando tutte le restaurazioni


che spesso sfigurano l' originale. Perch conoscitore e padrone
com'egli dei

greci,

testi

ha spigolalo

vi

dano direttamente o indirettamente


a miglior lezione

la

li

passi che riguar-

ha

modo un

e ci ha dato per tal

tutti

Sicilia

anche

ridotti

racconto spoglio

d'ogni declamazione e d'ogni supposto. Forse l'autore ha spregiato

troppo

moderni

s' ei

lagna

si

viaggio in Sicilia per vedere

dorremo che, per

la

difficolt

noscersi in Francia quel

mancati

al

non
i

aver

potuto

monumenti

libri

si

pu stampare

anco

ci

co-

di

sieno

in Italia,

che dovea consultare

un

fare

noi

grandissima d'aversi, e perfin

poco che

Brunet parecchi

di

luoghi e

soprat-

tutto la Storia dello Scin.

V.

lavoro

Il

di

videsi in tre parti

l."*

divisa questa parte in

o pi

scrittori delle

piose al

Brunet, preceduto da una introduzione

Esame

23 paragrafi, ciascuno

memorie

medesimo tempo.

senta simmetricamente

abbracciava.

2.^

Parte.

delle sorgenti di questa storia.

Si

del tempo.

scrittori

Annali. Questa

messi in ordine cronologico

de' quali tratta

Sono

si

di-

sud-

d'uno

notizie nette, e co-

terminano con un quadro che


gli

tutti

pre-

tempo che ciascuno


compone di 46 paragrafi,

il

avvenimenti o dagli
uomini che primeggiaronvi. Corrc^no gliAnnali dai primi abitatori
,

e intitolati dagli

della Sicilia fino alla conquista

governo,

la

religione, la

romana.

popolazione,

3.^
le

Parte.

Notizie sul

industrie, arti mililari

scienze, lettere e belle arti. Son 36 paragrafi che prndono

il

nome

,,

RASSEGNA

340

DI LIBRI

dalle materie o dagli autori di cui IraUano. L'autore ha sparso le


consitderazioni generali nella

introduzione
e nella 2/ e 3/ parie.
Prevedendo qualche appuntatura su tal metodo , ei protesta non
aver voluto scrivere una storia ma soltanto prepararne materiali
ai quali ha dato l'ordine che gli parulo pi comodo per le ri,

cerche e lavori successivi. Noi peraltro non prenderemo

quest'ana-

in

l'ordine di M. Brunel. Senza neanco tener dietro alla sua nar-

lisi

razione, che sarebbe un fare

greca, ne noteremo
corra

compendio

il

principali,

tratti

accenneremo finalmente

coi passi d'altri scrittori, e

aspetto

VI. Cominciando dall'epoca anteriore


in

Sicilia

Brunet: cio,

non

e'

altro

nologia e gli annali. Perch

dopo

la

all'arrivo

dal

guerra

di

1'

etnologia

e molto

Troja,

cammina sempre

meno

cro-

la

ricordi dell'Occidente, fino a parecchi

debbono indovinare

si

o ne' monumenti scarsissimi che


si

colonie

delle

che quello seguito

partito

giosi e nelle tradizioni raccolte dagli storici di

tazione

che

rcslar contento a pochi tratti generali, senza lusin-

di

garsi di poter seguire a rigore

secoli

ov' ocin

presenti agli occhi nostri la tela di questa grave storia.

si

greche

della storia della Sicilia

confronteremo,

li

ci

Ma

avanzano.

al buio.

miti

uomini individualmente o collettivamente

nei miti reli-

gran tratto posteriori,

si

o a

in tale interpre-

posson
fatti

ad

riferire

morali, o a

fatti

Le tradizioni che in mancanza di scrittura si raccomandavano


memoria col ritmo, erano sfigurate dall' immaginazione e
dall'ignoranza, quando pervennero ai primi annalisti; talch, per
trarne un po' di vero, le si debbon decomporre e affinare a un dipresso come le favole religiose, indi la curiosit dell' uomo che,

fisici.

alla

impaziente

di

limiti

pur cerca

appena da un barlume che


le

nasconde

le

la storia

contorni. Indi chi

si

fidandosi nell'analogia, va errato

eome

in

di

concede forse

il

quelle et
di

veder

sforza a delineare

pi delle volle:

scorta

masse

le

ma

contorni

e in questa,

molle altre investigazioni umane, awien che

g' intelletti

superiori sappiano fermarsi a proposito, e che le nienti pi deboli

spregino limiti, credendo veder tutto


siciliani fino al

poli semitici

XVII
allor

Caldei ini^Sicilia

No

prima

di giganti.

sip questi sogni

storici

ruminando la Bibbia e le istorie de' pochiamarono


pi nebulose che non son oggi
i

l'

albero

genealogico

e anco trovarono iscrizioni che dicean caldaiche

credean

Gli

luce.

secolo,

risalirono su per

in

La

critica storica del

e consigli

il

Caruso

XVH

infino

e ossa che

XVIIl secolo

e pi tardi

lo

Scin

dis,

,,

RASSEGNA
cercar piuttosto nei miti

dell'

DI LIBRI

occidente

341

notizie dei primi abitatori

le

seguendo Timeo, Diodoro, e Demetrio Galaldiano, piuttosto che Tucidide, Filisto, e Dionigi d'Alicarnasso

della Sicilia.

Il

Caruso

riguard come aborigeni


pellazione di questo

Sicani

storia letteraria espose un'altra


della sua mente,

Ciclopi

Scin

popolo.

Ciclopi

come

opinione con

ap-

alla

detta

forza

lucidit

la

gente arabo-fenicia

un'altra

introduzione

nella

passata in Grecia

dall'Egitto e dalla Libia, venne in Sicilia dall'Epiro; visse di pastorizia; conoscea l'arte d' innalzar quelle rudi fabbriche che s'ad-

diroandano ciclopiche
Sicani
gli

capitati

uni e

gli

diessi infine all' agricoltura

qualche tempo appresso

un

altri

popolo

sol

nell' isola

dileguandosi

si

mescol

ai

talch divennero

anco

fin

nome

il

di

ritraendo con molta industria le fattezze dei

Ciclopi. Cosi lo Scin

Ciclopi di Grecia

trasport di peso in Sicilia, sulla guarentigia

dei

li

sfugg l'anacronismo di pi secoli che correano tra


Sicani e la guerra di Troja

stanza

ma

certo gli

venula dei

la

parve poter accettare

gli

topografia e la nomenclatura del mito

la

e soprattutto del noto episodio dell'Odissea.

poeti,

la

bens molto indietro nell'ordine dei tempi. Questa era la pi

cente opera

d' istorici siciliani

ignorata dal Brunet

VIL L'opinione
un

e forse

Brunet a prima

altri

si

Eccone

po' precipitosa.
i

per

un dipresso

dubbia

schiatta appartenessero

M. Brunet spaccia
storiche.

Ma

com' avea promesso

cui

d'

gli

si

qualunque
dovea.

uni

e nelle

gli

bilance

medesimo peso, come cavati


rimanda ai

Lestrigoni

e confessa non

onde venissero

che passavano

saper dire a

ne dove

si

quale

ritraessero .

Ciclopi, a pag. 59, sul cominciamento delle

nella
ai

o anche quelli

quantunque

parte

3.*

del suo lavoro

tornando

pi oscuri tempi della Sicilia e del

d qualche bella pagina su l'antichissimo

ci

dell' isola

il

Ciclopi e

pei primi abitatori dell' isola

tali

scevra

da quelli dedotti

interpretazione. Tucidide

poeti chi voglia conoscere

greco,

assai discorde

Brunet

colleghino per lo nesso degli avvenimenti

ugualmente

notizie

M.

contemporanei

talvolta

siano anteriori ai mtici

della storia abbiano a

Cos

pare

vista

motivo.

il

trovati negli storici

fatti

quantunque siano

detti storici

re-

argomento; opera

di tal

come innanzi dicemmo.

del

allontana con diligenza


dai miti

che trattasse

so-

con rimandarlo

fosse

il

nome

dei

popoli

mondo

incivilimento

certamente

orien-

, ,

RASSEGNA

342
Le pi

Vili.

indicano che

DI LIBRI

recenti ricerche sull'Egitto, dice egli a pag. 423,

Fenici avessero forse sui costumi del popolo sceso

maggiore di quella che conammettea comunemente sino ad


alcuni anni fa. Le tradizioni che conducono Fauno o Mercurio
e che a prima giunta sembrano
d' Italia e di Sicilia in Egitto
contraddittorie al movimento generale della civilt da levante a
ponente possono spiegarsi con V ipotesi di pi antichi stabilimenti dei Fenici in Esperia d' onde costoro fossero tornati indall'alta valle del Nilo un'influenza

((

fessavano

ce

Egiziani

gli

e che

si

(.<

c(

.(

proprii passi.

dietro sui

che fu tanto

trovarsi

fatto di

11

Sicilia

in

un

utile nella valle del Nilo, forse

papiro,

il

vestigio delle

antiche relazioni di que' due paesi

che

fi

duce da viggi

dcgl' Iperborei ond'ei

questa tradizione. L' ulivo anche fu offerto all'Attica insieme con

c(

un

lontani

propagare

c(

la

c(

facea con Cartagine

tempo

alla

non

cavallo, che

il

pu

l'

costumi

regione

la

rigettare al tutto

Greci attribuivano

era volgare

commercio

frulli della

che

dell'olio

anco a questo

in Afl'rica

continua

furon forse

inospitali dei Fenici

uomini

agli

Diodoro spiega

la sola

limito

della favola dei Ciclopi e dei Lestrigoni

a di Cerere che

terra e le leggi

il

Iside, presentano un'analogia grandissima che non isfugg

c(

mito

c(

agli antichi.

perch mai

d'

voglia

si

si

non producendosene per

insegnano

e'

navigatori fenici aveano contribuito

4-08 anni avanti

pag. 468:

origine

Grecia
((

tolti

prodigiosa prosperit d'Agrigento col

poeti

poich fu uno dei lor simboli

ove

pongasi

avea

animale,

utile e nobile

Nettuno, e che forse

li

Olimpia fossero recati da Ercole re-

dello stadio d'

ulivi

gli

trasto;

per

Ma
si

via

se queste leggende passarono d'Egitto in Grecia,

trasport in Sicilia

ma un esame

scena

intimo, come

((

avesse recato direttamente

scienze dalla valle del Nilo nell'Attica.

mediani

c(

? L' incivilimento della

tempo ammesso senza con-

pi attento ha fatto riconoscere che

due paesi non

tra que*

la

dell'Egitto fu lungo

senza dubbio

religione

la

perch

si

gli

adott

qualche

se

ordini

Fenici
la

colonia

non

v'

l'Attica avesse ricevuto dalla Sicilia

il

le

loro scrittura

e se

come

ha alcun ostacolo a supporre che

cr

doni di Cerere e

civili

furono gl'inler-

loro stabilimenti in Sicilia risalgono a un'alta antichit,

tutto porta a crederlo

nesso

il

suo culto

come sopra

Innanzi

il

mito

accennammo
di

Cerere

il

,,

RASSEGNA

DI LIBRI

343

nostro autore pone quello d'Aristeo; solo tra

campalo

la

peso dcU' Etna e

al

Brunet

differenza

la

tra

ma ammette un

Ciclopi

popolo della stessa origine

popolo d'Egitto e

lo fa venire in Sicilia

IX. Storico

il

nome

primi abitatori dell'isola

io

il

secondi

par certa

quando

Mar Nero

leggi, religione

gnore o capo

Caspio,

il

Cocalo

venuto

s'

anco

voglia

si

in Sicilia

dub-

ponendola

Spagna

altri in

altri in

Quando Minosse dava

leggi

Sicani aveano gi nella nostra isola agri-

tempii e societ, parlandosi d'un lor

che raccolse Dedalo

nella regione orientale e

nosse
eh'

personificate in Dedalo segnano in Grecia

le arti

progressi della civilt

coltura

l'altro

Sicilia;

la loro origine orientale,

Grecia. L'epoca del passaggio ignota.


in Creta

uno

passare questo

fa

in

L'

tra le favole,

ne penso.

de' Sicani

r ultima loro stanza prima del passaggio

alcuni in Asia tra

quella

dall'Occidente, o anche dall' Egitto, e passar

Dir alflne quel eh'

indi in Grecia.

uno

i'

nome

il

Libia in Grecia, e quindi

di

Ognun

assai lieve.

Taltro rimanda

Scin

dello

l'ipotesi

fondata su scoperte pi recenti

scrive Delia storia

bia

Aristeo in cui

venerava uno dei promotori dell'agricoltura

Sicilia

vedr adesso che


del

giganti che fosse

fulmini di Giove

ai

meridionale

come pare,

dell' isola

su

citt

resist

a far conquisti. Gli avanzi dei

avean seguito Minosse fondarono una

si-

cio incoraggi le arti

Mi-

Cretesi

la costiera

meri-

dionale, un'altra nell'interno dell'isola.

X.

quest'avvenimento, ch'ei pone nella parte storica, M. Bru-

net fa seguire nell'ordine dei tempi

64

p.

la

venula d'Ercole,

come la narrazione allegorica dei falli de' Fenici


mediterraneo. Una lor colonia, o un'altra serie d'imprese in-

cui viaggi tengonsi


nel

dustriali e guerriere,

ritratta nel

viaggio d' Ercole in Sicilia. Ei

recavi armenti dall' Italia, adopra le acque termali d'

Egesta

doma

dell' isola

Siracusa
degli

varii principi

istituisce

nuovi

sostituisce

Sicani

nel

religiosi

riti

come pare

uomini, e sparge qua e

il

sito

ove

sagrificio dei

per l'isola

limento. Nessuno scrittore ha messo

Imera e

di

occidente e nell' interno

nell'

in forse

poi

bruti

s'

inalz

a quello

benefizii dell'inciviil

valore storico di

questo mito. L'epoca assegnatagli dal Caruso e dal Brunet sembra

pi esatta
al

di

quella seguila dallo Scin

par che Aristeo, dopo


XI. L'incerta data

il

di varie

l'altra incerta data della

il

quale

fa venir

Ercole

passaggio degli Elimi, Sicoli e Morgeti.


generazioni,

guerra

di

o,

quasi un secolo avanti,

Troja, assegnata

comunemente

RASSEGNA

344

DI LIBRI

all'arrivo degli Elimi, popolo pelasgico, fermatosi prima in Italia,


il

quale forse occup Erice, e fond Egesta.

anni appresso,
dai Pelasgi

Sicoli, altro

e certamente

mosso

dei quali

poich erano in

aggiungono
intorno

Sicoli

e la penuria di

anche pi laconico intorno

gli stabilimenti

mi persuado bene che nessuna tradizione parlasse,


da tempo immemorabile. Se a queste si

Sicilia

le notizie

che

1'

autore d nella parte

religione dei Sicani e dei Sicoli

la

Poche righe concede

dell' isola.

conseguenze della venula dei

alle

notizie storiche lo rende


fenici

centrale, venisse a cer-

dall' Italia

care stanza nelle regioni orientali

M. Brunet

crede che cinque

Si

popolo pelasgico, o piuttosto cacciato

Dedalo,

lavori riferiti alla et di

alla storia delle colonie greche*

fatto sta

3.'
(

p.

462

seg.)

poesia di Dafni e

avr tutta

si

Il

la

l'introduzione sua

che quest'epoca, non

ri-

La mente

schiarata n dalla storia n dalla mitologia, impenetrabile.

supcriore dello Scin, eia superiore erudizione di M. Brunet non

han potuto che ripetere


Diodoro.
stanchi

I
s'

in

parole diverse

accordarono e vissero

sotto

nome. Questi principi per

il

(cos la

cenni generalissimi di

principato

il

isolette

la loro

anco una parte della

mezzod

settentrionali che

ne

moderazione e giustizia,

Sicilia.

Fenici

intanto

civilt e ricchezza

ponente e tramontana. Mancata

dall' industria

agraria n dall' ubbidienza

che eran corrotti dal commercio con

a'

non

all'

si

si

di

Eolidi,

discostarono

loro ottimali

altri popoli, si

mercanti fenici ch'erano sparsi intorno l'isola

e Solunto

le costiere

la dinastia degli

in guerre civili ;e indeboliti, soggiacquero infine alle

orientale infestato dai pirati Tirreni

commerci

co' loro

per tutte

Sicoli, ritenendo l'antica semplicit dei costumi,

tra loro

degli Eolidi

lontananza abbellisce ogni oggetto!) furon chiamati a regger

continuavano a portare

cani,

tempo

Sicani combatterono lungo

che regn sul gruppo delle

dinastia
ritiene

Sicoli e

armi

ma

Si-

lacerarono
dei Sicoli.

fuorch nel lato

ridussero in Palermo, Moria

arrivo dei Greci.

XII.. Si riferisce

comunemente

all'

XI olimpiade

la

venuta delle

prime colonie elleniche in Sicilia che furon due di razza diversa e


ostile, e posersi entrambe sul lato orientale alla distanza d'una cinquantina di miglia l'una dall'altra. La colonia de*Galcidesi d'Eubea
,

e de'Nassii, tutta gente ionia,

volgare in un sito presso

nome
il

di

Nasso.

735 stanziarono

Dori
a

all'

approd

odierna

l'anno 734-

Taormina,

mossi da Corinto

l'

al

anno

Siracusa. Entro dieci anni

avanti l'era

quale die

appresso

il

circa

Calcidesi dirama-

RASSEGNA
ronsi in Catania

movimento;

men che un

poco
nel

Leontini

Zancle

non che concorsero

se

DI LIBRI

ma

secolo appresso.

da Siracusa a Troilo o Trogio


a girare

Dori

Megara

all'

ferino

contrario

al

si

lor

il

Milc e d'imera

di

tramut pi

si

Tapso

Pachino, davan principio

il

con questo

fondazione

alla

primo tentativo d'una colonia che

345

poco

volle

felici

non lungi

avventuratisi poi

importante

citt di

Gela

un altro secolo propagavansi successivamente in Acre,


Casmene, Eloro Noto, Selinunte Camerina, Agrigento, e

nel corso d'

Knna

insieme coi Calcidesi in Imera. Questi sono

stabilimento della schiatta ellenica in Sicilia

Strabone
a

un

Diodoro, Scimno da Scio, Stefano Bizantino, e registrati

medesimo tenore

presso nel

di

in

M. Brunet, nel ritrarre fedelmente dai

ha aggiunto quel

ci

per

solo che

delle antiche

epoca. Noi non

tempi mal

eh'

fors'

ci s

seguiremo

lo

pubblico primitivo
ai

memorie

l'

ordine

jM.

Brunet

origine a picciole monarchie

ricorda

moderate

prima

di dritto

quali trasportano

che lor sembri pi na-

di societ

ci

sforzi

tirato fuor di

poche generalit

anco pi perfetto. Scendendo

ben conosce

una savia

cio

istituzioni civili di questa

nelle sue

dottrine d'uomini dabbene,

conosciuti

Sicilia.

mal supplita sempre dagli

M. Brunet nella ricerca delle

turale

poteva

lui si

di

greci cos fatte notizie,

storica, ha trattenuto, e forse talvolta

della filosofia
via,

tutte le storie

testi

qualche correzione cronologica. La

critica dei passi discordanti, e

mancanza

principai dello

fatti

ricavati da Tucidide,

terreno della Grecia,

al

come

fosse governata in

ad aristocrazia

indi

ma

soggiunge un assioma del quale noi non rispondiamo n punto n

poco, cio: a che


a

r autorit

assai rigidamente

riche di Sicilia
storici,

le

civili,

piade: se
lettere

ros.

ricorda

in Siracusa
dritti

l'effetto

ordinario delle colonie sia di ritemperar

dell' aristocrazia
,

Indi, egli dice,

che delle

che Geomori, o,

proprietari di terre

e che teneano

alla

in

essi

Venendo ai
Gamori eran

godeano

principali

Siracusa nella

fatti

detti

XLI

olim-

pu riposare su la conghiettura onde si son supplite


mezza parola m^w^ del marmo di Pala
r^" innanzi

si

Callirii o

CalUcirii, l'ultima classe

e schiavi o servi della gleba


le

che

l'autorit

dorica

colonie do-

calcidiche non parla.

Siracusa, erano, secondo M. Brunet

che

aristocratica,

dovette essere la costituzione delle

di

condizione. Del resto,

colonie greche fossero spiccate verso


Ap. Voi.

II.

cio degli abitatori di

SiQpli la pi parte di schiatta,

In Sicilia

\\

ei

suppone

per profondo

RASSEGNA

346

Dodona;

consiglio dei sacerdoti di Delfo e

che

doci pi naturale

raggire

greche non

Brunet (n

il

ci

per inco-

sacerdoti

accordiamo con lui), che

(p.

oltre lOmila

456)

che Siracusa stessa da principio non avesse

e poche delle altre citt contassero oltre 5mila abi-

mano mano s'aggiungesse

e che

colonie

le

Suppone finalmente

stabilissero a forza d' armi.

si

con ragione

che non crediamo, paren-

volgo alle imprese determinate gi e maturate da loro.

il

Crede anche

tanti

il

comprassero

ricchi

DI LIBRI

popolazione di stranieri

una

primitivi

cittadini

ai

mercatanti e artigiani,

che ricevea la

c(

(X

legge da queir aristocrazia plebea, data tutta alla politica e alle

((

armi. ...

<(

padroni

ebbero a lottare che coi barbari

primo periodo,

In questo

di

quasi tutte

centro

dice a p. 102

ei

spiagge e delle campagne pi

le

Sicani

e Sicoli

respnto nel
le

armi

samcnte, non trov pi luogo ove estendersi

stesso la

maggior parte

mano

poche famiglie eredi degli antichi coloni

si

((

per mutar

aveano

loro vicini.

di

dell'isola.
fiorito,

iVIa

quando

la

propriet

della

un tiranno che

Surse

largare per mezzo della guerra

pi grandi che non resero alla

cr

ma

si

spossarono in

compenso

dierle in

lo

traffico

il

la

quando

al

le

allora

profittarono

di

in

poveri

questo

poter supremo.

il

studi di conservare o al-

si

sua instabile autorit.

Sicilia

cos

finche nacquero principi

lotte interne,

la

splendor delle arti e

Questo senza dubbio un bel quadro.

tempo

restava

territoriale

ambiziosi

Greci

non

popolazione aumentata prodigio-

forma della repubblica, e afferrare

in ogni citt

aveano

senza cercar di signoreggiare con

sentirono in disagio, e gli


la

Greci

che

Merc l'agricoltura

lor citt

fertili

pace n
la

la

libert,

gloria militare.

particolari da* quali

il

cava non erano sfuggiti a Fazzello n a Caruso

li

narra senza alcuna delle circostanze che

gli altri

egli

ma M. Brunet

anche involon-

tariamente aveano aggiunto per legarli insieme e spiegarli. Quanto


agli ordini politici,

due

storici siciliani or

nominati

li

supposero

misti d'aristocrazia e democrazia, e pensarono che le colonie gre-

che avesser preso per forza


su questi due punti
dizio che

dopo

siciliano nel
si

lui

lo

ai Sicoli le citt

Scin dette a un

annunzia

supporre che

il

unissero e mescolassero con

nel credere che

piuttosto che

il

nome

di

Brunet.

Sicoli
gli

che poi accrebbero.


presso

di

Elleni

Greci nati in Sicilia.

medesimo

Solamente erra

e anche

Sicelioti

il

Fenici

valente

prontamente

e molto pi

dinotasse

il

Ma
giu-

s'

inganna

Sicoli grecizzanti

RASSEGNA

DI LIBRI

meno scarseggiano

Xlir. Pervenuli cos ai tempi che


storiche, abbrevieremo vieppi

il

del V." secolo innanzi l'era volgare,

travagli la

si

tirannidi e le guerre di citt a citt

le

di notizie

compendio per adattarlo


Dal principio del VII.'* sino alla met

porzioni del nostro.

fazioni

347

alle pro-

ma non

in circa

tra le

Sicilia

pre-

si

sentava ancora in ogni contosa la grande scissione delle due razze

entrambe, senza

calcidica e dorica. Siracusa e Agrigento, doriche

n anco venire ogni giorno

proteggeano
che

per via

cilia

signoreggiavano o

resto delle citt greche; n incontravano altro rivale

il

Reggio,

tiranni di

allo prese tra loro

quali erano inlenti ad estendersi in Si-

Zancle, o vogliam dire Messina. Se

di

ci

volgiamo

alle

guerre straniere, vedremo che pos nel presente periodo quella coi
Sicoli

antichi abitatori del paese

una potente repubblica

cominciarono quella ostinata


uni e

gli

la

gli altri,

met del

Sicilia

ove

e forse le

una base

lolla co'Sicelioti,
il

giogo

grosse citt Fenicie di Palermo

conquisto

il

Mediterraneo,

cui spossaronsi

in

Cartaginesi occuparono

vicine e affini
al

Fenici che avean fondalo

teneano gi

per cadere insieme sotto

VI. secolo
le

ma

in Cartagine, e

di Roma. Verso
una parte delia

Mozia e Solunto

dell' isola.

Ritenlaronlo

Cartaginesi

no 480, incoraggiati dalla picciola ambizione dei tiranni


e dalla grande impresa di Serse, accordatosi con loro
la

Grecia, menlr'essi combatterebbero

che

glier

volmente.
d

ad

Ma

Imera

madre

anco separate, vinsero esse


,

Termopile o

e alle

Gelone distrussero

nesi

in

una

che

con

di

assaltar

la

per

di Cicilia,

to-

aiutassero scambie-

si

barbari, forse nello stesso

Salamina.

di

L'unione

de'
la

due

virt

e come quello senza


,
numero alle genti greche.

Serse
di

abbiamo adombrato

cos

particolari

an-

Reggio,

sola battaglia T esercito dei Cartagi-

alcun dubbio superiore infinitamente

narrare

l'

di

Siracusa, cio, e Agrigento, e

come quello

esageralo certo

Nel tratto

gli Elleni

patria e le colonie non

ellenici della Sicilia,

stati

di

la

de'Sicani e degli Elimi, offrivano sempre

M. Brunet non

solila diligenza. Ei

fa

che

crede poi per buone

ragioni che Gelone, fatto principe di Siracusa per favor degli otti-

mati, regnasse secondo


cio, esercitando

limitatissimo in
ordini dello slato

il

citt.
,

gli

ordini primitivi della costituzione dorica;

solo potere esecutivo eh' era largo in guerra e


I

suoi successori

divennero assoluti

e caddero pochi anni

appresso

di

progredimenti delle colonie greche

usurpando

come

quelli.

poteri degli

tiranni di Agrigento,

Son da notare

di Sicilia a

rapidi

questo tempo nella

RASSEGNA

348

DI LIBRI
M. Hrunct

prosperit materiale e nella cultura intellettuale.

conosce ci quanto niun altro,

ci

d pure com'

corte la rivoluzione democratica che segu indi a Siracusa

appena
.docle.

dell' aristocrazia

Quando

cusa, tutte

e rosa poi democratica dal grande

prima

greche

le citt

di Sicilia

momento

prendessero a reggersi con ordini


d'estro o di mal umore: che

vento della libert soffi per tutta l'isola

miglior gusto

Empe-

narra poi come Tanno 466, dopo Agrigento e Sira-

ci

democratici, scrive in un
a

e ci parla

della rivoluzione d'Agrigento, cominciata pochi anni

a favor

che

effetto d' intrighi di

come

nel secol precedente

tiranni eran

il

continua con

(p. 153); e

sorti

quasi ad un tempo in tutta le citt, cos tutte queste dinastie cad-

((

dero a un tempo.

fu, al dir di Diodoro

dovea in

per

periodo seguente

Il

espulsione di Trasibulo

all'

un' epoca di grande prosperit per Siracusa

L' attivit

tutta la Sicilia.

innata

pubblica

gara

della

racquislato l'indipendenza, non era stimolo

priron tosto due tra

ricchezza

tra citt e citt, e le fazioni

invasioni straniere e

in

questo rivolgimento del 466,

al

interne

dispotismo

il

per

l'effetto

la

Ognun

segno, dipingendolo nel seguente modo.

pure

nio di un solo

che era in gran parte

correa delle repubbliche

da' nostri pitlagorici

(f

il

loro istituto, contro ai tiranni.

le

pubbliche opinioni

ruina de'principati, concedendo

mal genio

Agrigentini

Gerone

c(

greche

citt a

(f

cui invidiavan la sorte

ce

vennero

"di

mettere

la

Siracusa

a repubblica

t^er

mano

ria-

le

teneasi desto

che non lasciavano

fu

il

Ma

si

flsi
;

la Sicilia (pa-

governo

de' principi;

Gerone

pace

in quei

di

domitempi

macchinare, secondo

pi che

il

sempre pi s'avvivava

pittagorici o

medesimo Gerone che


la

Questo disgusto,

moda che

eccitato dalla

affrett la

ancorch vincitore, agli


flgliuolo e successore di

il

erano composti. Cominciarono allora


gli

sguardi sulla

ed irritate

un cangiamento
e

il

regnando ancora

che discacciato Trasideo,

si

guerre

va niente a sangue,

Sebbene

e la dignit del principato.

le

vede che M. Brunet

gli

grandezza sotto

c(

fosse levata a

soffria di

Ma

forte.

che doveano ricondurre

jo.

quale non

il

gina 139)

si

che avean

le citt

men

causa. Scin s'era avvicinato molto pi

la

tra

popolari

le sorgenti

piaghe dei governi democratici:

le

ha preso

governi

dei

dare un movimento favorevole a tutte

fatto

dall'

politico.

alT opera, che

il

Agrigento,

libera

esempio

le
di

impazienti di-

Altro non aspettavano per

segno della grande e potente

questa altro non aspettava che la morte

di

Gerone.


RASSEGNA

DI LIBRI

amici di Gelone, mal soffrendo Trasibulo

che per ambizione

il

Poich

cortigiani

avcano gi

specialmente

quelli

il

regno avea immerso

di

Ggliuol di Gelone

349
erano

eh'

le volutt

tra' vizii

modo che dopo Gerone

fatto in

niun altro dovesse regnare della famiglia de' Dinomeni.

<(

difalto a

c(

pubblico

non valse

morte Gerone
rafforzato

sebbene

fosse

si

e della condotta di lui,

da Selinunte

Trasibulo

e con questi aiuti pu-

gn, vinse, e scacci Trasibulo dal soglio, e fuor

Lieti allora

Siracusani della vittoria

e gridando libert e democrazia

che

parte

r isola

(f

tenuto solenne e splendidissima stanza.

generale nell'ordine politico,

un governo popolare
la

anche

a citt e die

che da pi

conosciuto, che
gni

e per vie

li

un

medesima

dio nuovi pensamenti alla

per lo innanzi fu la sembianza

minciar del periodo

diede

inge-

g'

ed ispirano ezian-

ed

primi passi ch'ella

1'

ordine

Due erano

pubblico

annuu-

ed

in quella stagione

pi cospicue di Sicilia: Siracusa ed Agrigento; e in

le citt

bedue

nacquero

era stata la prima a scuotere

((

un governo

golavan

le

per

cagioni

primi

in cui

diverse

rudimenti

nobili

nel

dell' arte

ed

il
i

medesimo

am-

tempo

rettorica. Agrigento

si

che

giogo della tirannide, avea preso


ricchi

al

numero

di

mille, re-

Era questo un reggimento aristopi non potea riuscire gradito alla maggior

cose pubbliche.

come

quasi

che

nostra letteratura sul co-

cui scriviamo;

di

suppongono gi cangiato
ziano la democrazia

ne

ormai

Olosofa. xUtra, difatto,

della

nostre

le

non fu,

culto novello,

mettono non ancora usale

avean

vi

Questo cangiamento

gran movimenti della societ scuotono

un secolo

di

polca essere indifferente alla scienza e alle lettere.

ogni

in

che rec a nuovo stato

religione

alla

gre-

le altre

stabilirono

che in un attimo sparve da tutta

signoria de* tiranni

di Sicilia.

corsero per

citt

chiam soccorso da Agrigento, da Gela,

Venne

certo dell' odio

popolo, inasprito de'modi

Il

da Imera e da altre citt

truppe mercenarie e straniere

di

a sostenersi sul trono.

t(

stali

fratello di Gelone,

f(

cratico

parte di quegli abitanti

ditata la dorica aristocrazia (la dorica aristocrazia era stata gi

<

(f

tale,

giacch in

abbattuta in Alegara

ciooe

Turio

iu Sibari

in

in Corinto,

ec.

).

Sicilia

in Argo
in Guido
in SiQuando la plebe agrigentina
,

vide Siracusa

cruccio; e non sapendo tollerare che

e le altre citt che

e fuori era gi scre-

si

reggeano a popolo,
la

sola Agrigento

n'

ebbe

dovesse

,,

RASSEGNA

350

cominci a mover tuaiulti, e

obbedire agli

di

allora fioria

la

sua patria

di

abbattere

mento da prima celato

sofico ritiro,

Spesso

continuo

olliraali

sentiva

gran

aristocrazia d'Agrigento.

1'

suo pensiero

il

felicit

crazia

sedando

suo disegno.

il

e senza sfrenar la

un magistrato,

(.(

introdusse

<c

tre anni

fnchc tutti

E con

c(

zione delle cose pubbliche.

impresa

erano in gran parie dovuti

che r avean

ma

filo-

della plebe

popolo

che eran

aristo-

de' popolani

egli

alla forza e

lo

af-

amministra-

vero
i

questa

suoi trionfi

vaghezza de'suoi discorsi

Ed avveden-

strumento pi efficace della

stato libero, volle provvedere al

bene della cosa

talento della parola

che corse dalla cacciata de'

in circa

rinnovarsi in

nell'

dominare su quella moltitudine.

il

e pot eseguire

la odiala

quanto

egual parte

Difficile fu

ranni alla usurpazione di Dionisio


si

membri doveano

cui

il

l'in-

ed esortando

con una torbida democrazia

plebe

riducendo in arte

travagli cui

suo

frenando

medesimo Empedocle riconobbe che

XIV. Nel mezzo secolo

il

queste dicerie

Atterr in fatto

che l'eloquenza

uno

politica in

pubblica

il

fatto

dosi col fatto

c<

cittadini avessero un'

e lasciando

movimenti

e scegliersi tanto de' nobili

Tenne con accorgi-

in pubblico ed in senato,

citladini alla civile concordia.

con

aflliggeano

pens da piltagorico

mise a trattare faccende politiche e cose popolari.

si

piene di virt e di giustizia, conquist

a travagliare

Empedocle che
che

dispiacere de' mali

e volendo svellere la radice

solenza de* nobili

chiliarchi e le citt colle sedizioni.

parlamentava

ei

DI LIBRI

ti-

vecchio, grandissimi furono

il

allude nel passo del Brunet citato dianzi. L' eru-

non si stanca di andare incastrando tutti i testi come


in un mosaico; ma non gli vien fatto di dirne pi che il Caruso,
massime al proposito delle riforme legislative di questo tempo, che
dito francese

M. Brunet tocca prima negli annali e quindi nei paragrafi della


parte 3.^
V altro alla
destinati 1' uno alla disamina dei governi
legislazione di Diocle
e un terzo a quella di Caronda. N sua
colpa, se, mancando gli elementi, nulla aggiugne a quanto si sapeva
e d appena un'ombra di queste due legislazioni. Della prima ei
ci dice
e
e con rammarico
che la fosse troppo democratica
reggesse tutte le citt doriche e della seconda appena ci riferisce
qualche legge non politica. D peraltro un giudizio assai plausi,

bile, fondato su

Diodoro, intorno l'epoca

incertissima, e che

ei

pone nel 446

di

Caronda, che

rendendo

stata

cos questo legista-

RASSEGNA
contemporaneo

torc

tempo

Dioclc e d' Empedocle.

di

confermano

come

a noi pare

l'

era volgare

civilt della

di

ne con

si

Grecia tutta nel VII." secolo

bilimento delle colonie di Sicilia. Tornando alle sembianze

divisione delle terre

mutamento

connessi al

agraria M. Brunet non

ci

assegnare

un

furono

ma

la

su

natura

riflette

ei

quel

sol territorio,

con che

alla licenza

legge

Messina soprattutto

tiranni allettano

a notare diligentemente

sociali

che grave errore fosse stato

di

era chiave della Sicilia, a uomini d'altra


e

fatti

di s fatta

presenta n anco una conghiettura. Sulla

espulsione della gente nuova


di

dell' ac-

che l'espulsione

due grandi

politico

sa

si

sta-

recentemente dai tiranni), e

cittadini (quelli cio scritti

una nuova

secoli

vedea ben

naturali difficolt del primo

le

di

perch

Caronda posta due

di

cennata riforma del V. secolo in Sicilia,


dei nuovi

filo-

pensamento

istruzione pubblica a spese dello stato

la

d'accordo col grado


avanti

il

correzione nella cronologia

M. Brunet e portano un' utile


mal si polca spiegare la legislazione
innanzi

progressi della

svegliarsi della opinione pubblica

in Sicilia, e lo

sofia piltagorica

in quel

351

DI LIBRI

le

molte e

che

razza, usi alle armi,


i

loro sgherri. Continua

maravigliose vicende che se-

in questo tempo e che noi, non potendo fare un compendio


accenneremo per classi secondo la loro natura. La prima
finisce di nuovo col dispotismo. La
lotta delle fazioni che

guirono
storico,

la

seconda quella tra

della

citt

calcidiche e doriche

Peloponneso

dalla guerra del

e che

Vengono finalmente

razza calcidica.

le

Cartagine, e Atene. Di questi tre nemici,


eran

gli

cilia.

domati

mortale. Contro
in

ma non

Cartaginesi

somma guadagnarono

accec

Siracusani

XV. Questa
Dionisio
noi

di

il

se gioivano

guadagn

torta politica

vecchio

Siracusa

ma

Sicoli,

mai pi

rilento la Si-

come una piaga

combatt con varia fortuna,

al

veder

il

primato

ma

tutta

la

la

gente punica dare

Sicilia.

Siracusa

il

intanto

nell'isola.

ben degna

che resse dal 406


di

pi che non perderono: e ben l'invidia

guasto alle pi fiorenti cill greche della


se n'accrebbe, e

decadenza

pi formidabile, che

distrulli, restarono
si

la

guerre conlro

il

Ateniesi, fu vinto da Siracusa, n


Sicoli,

attizzata fieramente

porta in Sicilia

di lui

al

368

sembra seguita da
non direm

le sorli

Siciliane in parte della

Calabria.

M. Brunet, senza tentare uno schizzo di questo tiranno che univa


la scimmia del letterato, alia volpe lione del Machiavelli, ha dato
la

cronaca esatta delle sue azioni, e ha notato sagacemente come

RASSEGNA

352

DI LIBRI

come regnasse

intendesse a sradicare l'ordine equestre, e

posta, pur conservando


garli,

adunanze popolari. Importantissimi

e fino le

sul regno di

paragrafi

sua

antichi magistrati che avvil senza abro-

gli

Dionisio

il

giovane

su

le

sembrano

ci

vicende di

Pla-

tone alla corte di Siracusa, e sul martirio del virtuoso Dione, di


cui spiega M. Brunet lucidamente la dottrina politica juste milieu,

che non piaceva a nessuno. Tenne dietro

a queste miserie, nel 34'5,

splendida impresa di Timoleone che scacci

la

Una memorabile

e die

di riassaltare

che dopo

fame
per

paese;

il

ma

non pol riformare

gli

pi fortunato in guerra

felice

uomini

temerario

tiranni,

stancavano

si

tanto,

uomo

sua morte non sorgesse, nel 316, Agatocle,

la

ingannatore sfacciato e perci

lo

di Sicilia

che non

rolla ai Cartaginesi

in-

tutto, e

in

colui che per salvar Siracusa as-

sediata, and ad assediare Cartagine, e insegn la strada a Scipione.

Agatocle

si

signore della pi parte della Sicilia

f'

spiantarne

Cartaginesi. Ripigliaron essi

del III." secolo; e

armi mercenarie

delle

ventura

di

paese che era avvezzo

il

per prezzo.

cilia

lasci

XVI. Passa

veri

collettizia,

fu necessitato a

Pirro

la

cilia.

si

nemici

di

qui M. Brunet a narrare

padroni

di

per lo pi

cos continua

Romani

Siracusa. Al suo tempo

Koma che

n'

di

II

erano

Mamertini, gente

Siracusa

Cartaginesi,
e apriron

respingere questi

avuta

seguitarono quasi

fatto della

la Sicilia
il

capilan

volea la Si-

soldati

di schiatta italiana, assaltati dai

collegandosi coi Cartaginesi

Narrato qualche

Roma, perch

fine

traditore

regno di Gerone

il

e perch

Romani. Gerone, che dapprima tent

volt ai

pot

il

dispettoso della opposizione de' Siciliani

perch era buon guerriero

nuovi stranieri
essi

comodo

al

chiamare un re

vittoria sopra

voller piuttosto chieder aiuto a


la Sicilia ai

verso

275.

isola nel

fatto principe

ormai

quale dopo

il

ma non

guerra

la

peggio

la

con

tutte le citt di Si-

prima guerra punica (prima per

avea sostenute gi quattro o cinque),

Brunet a pag. 351.

In

Greci Siciliani fecero necessariamenle

questa guerra

una

figura

di giganti,

secondaria.

Pure, se la popolazione ellenica fosse stata tuttavia animata dal

genio guerriero eh' avea

c(

mostrato nei secoli precedenti

Siracusa

Romani avrebbe
potuto aggiugnere un'armata all'armata romana; e cos pesar
invece di starsene al somministrar

grano

ai

((

tanto nella bilancia, da meritare che ripigliasse in Sicilia quella

supremazia per

la

quale avea combattuto tante

volte.

Ma

il

genio

RASSEGNA
<r

(f

la

353

appo
Greci: e d'altra parte, Slcoli
Campani, che da gran tempo erano stati il nerbo dell'esercito
siracusano, s'eran gittati ad aiutare Romani. Gerone cap dunque di non dover pensare che a far prosperare l' agricoltura e il
commercio col favor delia pace e seppe dare al suo regno uno
militare era estinto quasi

non passeggiero

splendore
M

DI LIBRI

estendendo

Gerone. Nei paragraG 4

politica di

sue liberalit a tutte

le

le

Mi pare che M. Brunet non abbia ben colto

parti della Grecia d.

8 e 9 della parte 3/

egli

espone alcuni particolari, non nuovi peraltro, delle condizioni delia


Gerone. iMorto costui nel corso della seconda guerra

Sicilia sotto

punica,

Roma
tulli

nipote

il

per quella

Geronimo abbandonava
di

altri storici

gli

che

Cartagine:

di

han

ma non

fatto

come

sa

si

Brunel

il

l'alleanza di

come

biasima,

lo

spiega per qual ragione

ci

che prese lo stato dopo l'uccisione


Geronimo si chiarisse alQne nemica ai Romani. Cominci
Tanno 214 innanzi Cristo, l'assedio di Siracusa che ricorda ad
ognuno i grandi nomi d'Archimede e Marcello; e che, sostenuto
per tre anni flu per tradimento, con la presa della citt nell'autunno del 212. Questi son gli uomini ai quali M. Brunet avrebbe
la

fazion popolare o soldatesca

di

consigliato di lavorar la terra, e di aspettare inevitabilmente entro

pochi anni

la

sorte

che almeno misero in forse

con gloria! Dimenticando quest'ultimo rimprovero

M. Brunet giudica pi favorevolmente


parte
si

3.^*,

quando, dopo aver

difesero

in

un

soggiunge

po'

((

duta di Siracusa,

importanti

a esse
a

due quartieri

nisio e

di

speranza

di

Infatti

il

Ap. Voi. U.

meno

la citt

di

coraggio degli

dell'antichit fu trattenuta per tre anni

la citt

e sopra ogni altro

ai

Romani

fortiflcata

stala

l'un

citt

siciliane (cos

stabiliti

di-

l'altro

com' era da Dio-

inespugnabile, e

ei

la

dopo

avrebbero accordato ina onorevole pace

furono

ei

ca-

obbligaron

prender

ritemprarono

non avesser dato

Siracusa

diritti delle

pag. 372)

la

e se la negligenza d' una parte del presidio,

da Archimede, sarebbe

scoraggiali, le

alla

antichi.

gli

tradigione dei mercenari stranieri

scordia dei cittadini

non poterono impedire

la lotta,

La prima potenza

mura:

guerra con che

macchine d'Archimede

le

a tortosi conchiuderebbe che fossero

prolungando

a dinanzi queste
la

ma

Romani a rinunziare

viva forza

a assediali.

c(

semplicemente

quel che credeano

di

Siracusani nel . 35 della

descritti gl'ingegni di

quest'assedio; tutte

incontrarono

alla Sicilia greca,

conchiude

gli

Romani
.

annali,

secondo ch'elleno s'erano comportate


4

RASSEGNA

354

verso

((

tate

Romani. Le

fedeli,

DI LIBRI

come Messina

Taormina, furon

(raC-

sempre come citt confederate; alle prese di forza fu confscato dapprima il territorio, ma poi fu reso; e davanlo in fitto

cf

leggi antiche

decime. Levino che avea Bnilo

tutti

mani

ff

Sicilia si copr

Ma

suna

censori. InGne, la pi parte continu a reggersi con le proprie

ne*

massime con quella

di

Cerone

guerra

la

sulla scossione delle

di Sicilia

ne allontan

coloro che avrebbero potuto turbar tuttavia la pace; e


intesero a ristorarvi

agricoltura. Per la

1'

sua

Rola

fertilit

nuovamente di messi, e divenne il granaio di Roma.


greche non riebbero alcuna importanza politica. Nes-

le citt

riferimmo

tra quelle di cui

cinque secoli

di cui

la

fondazione,

abbiam percorso

scampata,

era

la storia, ai guasti della

guerra, per

finalmente anco dei Romani. Messina e Taormina che sorgeano

degli

fatto sia

sotto

Romani

par che Catania

al

ma non

Palermo

discendenti de' primi coloni.

de' Cartaginesi

sia

Nasse, furon anche

sul sito di Zancle e dell'antica


i(

Greci,

stessi

importanti

abitavano pi

le

Lilibeo

Segesta

che

non

iunque ce ne fosse penetrata l'influenza divennero floridissime.


Ma Imera Selinunte Gela Megara Eubea Gallipoli non ri-

posson riguardare

si

alla Grecia

quan-

sorsero
c(

come appartenenti
,

pi dalle ruine. Siracusa

da Augusto a

ristretta

pi convenienti alla sua picciola popolazione

La

ai giorni nostri le vestigia della passata grandezza.

suo genio particolare ha dato

greca, alla quale

((

sistere a tante rivoluzioni sulla

(f

Sicilia

s'

il

confusa con

sua terra natale


popolazione

la

limiti

ha conservato

fino

schiatta

la forza di re-

spenta in

si

indigena

quale

alla

comandato ma che avea gittate quelle profonde radici


che raramente posson mettere le colonie straniere. I monumenti

i<

delle arti di cui

essa avea

pi a lungo

enon

f'

felice

sua patria

tra

Il

le

furono rapiti

gusto delle lettere dur

quali ci basta di citar Diodoro

all'

esame

narrazione storica

minali nella
,

che

dell' in-

o.

assai brevi. I paragrafi sul

resta a dire

riprodussero.

sua Biblioteca consacrava un vasto spazio alla storia

XVII. Venendo ora

saremo

si

nascere anco dopo la conquista romana alcuni

poeti e alcuni storici

nella

Greci avean ornato la Sicilia

dai conquistatori

ultima

parie
stati

dell'

opera

da noi esa-

su quel della religione, niente

avendo gi accennato

non notandosi dal Brunet

dell*

governo sono

ci

miti particolari della Sicilia

altre fattezze proprie del paese nel p-

RASSEGNA
che fomentava

ileisino

troviamo pochi

strie e suir entrale pubbliche

ordinariamente dall'opera

polUique des Romains

M. Dureau de

di

ma

particolari

di Sicilia

sembra

Quanto alla popolazione


che alcuni han certamente esagerato

di

questa popolazione

romana

alla conquista

assai probabile

a due milioni

dell' isola

reau de

Ma

Malie.

la

fino

citt avessero

avuto in prin-

gli abitanti tutti

Dumassimo numero
e piuttosto
porge alcuna misura

ripiegandosi sugi' incerti calcoli di M.

apice della curva

dell'

non

degli abitanti dell' isola

movi-

colonie

delle

e nella ultima epoca riduce

citt

M. Brunet

prima epoca una conghiettura

la

che pochissime

cio,

cipio 10,000 abitanti

primo arrivo

d per

ci

dal

espo-

l'

delle

inclina all'estremo contrario. Dividendo in cinque epoche

menti

cavati

Malie (Economie

la

assai erudita e netta ci

sizione del sistema monetario.

greche

indu-

religiosa. Sulle

poco l'esaltazione

355

DI LIBRI

ci

del

dubbi da conoscitor dell'antichit. Se vero


quando fu presa
quel che asserisce Diodoro cio che Agrigento

che

dati, ci presenta

da' Cartaginesi, avea ventimila cittadini e

dugentomila non cittadini;

e la proporzione tra

era la stessa in Siracusa;

uni e gli

gli

altri

e se, finalmente, sommarono a 30,000


citt dal

gran Timoleone

largamente

censo

il

XVIII. Gli
lettere e arti

altri

saremmo

noi

cittadini restituiti a

disposti

questa

ad arbitrare assai

Siracusa.

di

paragrafi contengono le notizie

non collegate

con

tra loro

gli

delle scienze,

avvenimenti poli-

come si veggono nell' opera dello Scin ma spicciolate e isoM. Brunet, se noi nel biasimassimo, ci repUcherebbe che non
ka voluto scriver la storia e noi consigliamo chiunque voglia aptici

late.

profondire questa bella provincia della storia letteraria antica


mettersi sotto gli occhi

il

libro dello Scin

qualche lieve correzione con

tratto

Contuttoci

anteponghiamo

Brunet

Scin

e tanto pi

su

dialetti
ci

la

di

non abbia potuto provare

zione antichissima
fa a

Centuripe

le

d'

un vaso

Se

si

si

le

dallo

suo sapere filologico suU'

l'

epoca

una ventina

ortografia

di

fecero

corrotto

del

dello

pubblica-

citate

d'argilla trovato

l'

24-

51-54.

pagine

un idioma ^reco

potesse stabilire

della filologia,

paragrafi 23 e

ignorando
Monsignor Crispi

cui desinenze e

Crispi che appartenesse a


Sicoli.

il

alle

duole che M. Brunet

zioni del valente ellenista siciliano

Scin

di

biografiche del Brunet.

le notizie

gran lunga

paleografia

facendovi di tratto in

iscri-

anni

d'

credere
parlato

al

dai

questa iscrizione per mezzo

avrebbe un nuovo documento

nella

storia

della

RASSEGNA

356
filosofia

perche

sentenza accenna forse

la

anime. Importante

nell'assedio di Siracusa.

non un

35, che

il

ricerche su

tiene diligenti

Il

che

di scultori siciliani

monumenti

tichit. I

36, che ha per

ma una

Houel

di

duca

del

titolo

la

lista

autore ha spigolato negli

1'

cr

Belle Arti ,

breve descrizione delle opere

ed pregevole per

Archimede

macchine adoperate da

delle opere

scrittori dell'an-

architettonici che ci avanzano, son piuttosto

accennati che descritti da M. Brunet;

opere

trasmigrazione delle

alla

tratta delle arti militari, e con-

le

trattato estetico,

arte della Sicilia greca

d'

DI LIBRI

quale se ne riferisce alle

il

Hiltorf e Zanth, e al recente e splendido lavoro

Scrradifalco.

di

XIX. Ecco

particolari della dili;?ente opera di M. Brunet.

Le

cagioni della grandezza e decadenza delle colonie greche in Sicilia,

secondo
i

quadro

il

Greci misero

poco

inciviliti

ch'ei ne fa nell'introduzione, furon queste.

il

piede in Sicilia,

e disuniti e

razze diverse, cedeller loro

di

Fu dovuta

piane sulle spiagge.

all'

agricoltura la

colonie. Per V indole della societ loro

a dismisura

si

queste

come Greci li
comprendiam poco

lo

fortemente alla espansione della razza ellenica

e rimescolandosi

presero

ordini inferiori e pi miseri


antichi abitanti

loro, avrebbero rovinato


,

si

riun e vinse.

le arti, la prosperit

tal

consistenza da resistere pi

commossa aspramente

fu

terre, eredi dei primi coloni

taginesi

anzich ingrossare

in

bari,

gli

le terre

prosperit delle

nuove colonie. Ma quando barchiamavano (traduciamo questo passo perch

propagavano

((

contro

Quando

popoli che l'occupavano, sendo

il

questa, rmcacciata
proprietari delle

. I

formarono un'aristocrazia odiosa agli


indi le tirannidi nelle citt. Le guerre

due

e quelle delle

schiatte

greche tra

paese; sennonch, minacciato dai Car-

Ne nacquero una pace

gloriosa, le lettere,

materiale, e indi la corruzione dei costumi;

perch, dice M. Brunet,

le

religione

leggi, la filosofia e la

degli

antichi eran debole rimedio. Gli abusi della tirannide fecero correre
alla

democrazia. La federazione tra

sibile

niere. Siracusa per

mal

cartaginesi

quando

la

crudele

le forze della Sicilia

e le altre citt,

cadeano a poco a poco sotto

ma

greca

Dionisio, che avea due nemici


di

varie repubbliche fu impos-

poco non soggiacque ad Atene

costituite ed effeminate

centr

le

sicch le divisioni rinacquero, e con esse le invasioni stra-

potente
,

f'

mano

testa

Cartaginesi e

mercenari stranieri, che divennero

di

agli
i

stranieri.

cittadini

gli arbitri di

le

armi

Dionisio con-

Ma

s'afforz

Siracusa e delle

RASSEGNA
greche soggette a

cill

s'avvezzavano

non giov

ai

mentre quelle cadute sotto

La

che V usarono

pervenuto come Dionigi

avanzava questo principe

guerre contro

nel cuore

leva esser ferita

qoesta lezione

Romani

la via della

Sicilia.

lode,

non avea punto perduto


I

Ma

della sua feracit

Greci non eran

pi

e tuttavia non poterono restare

Roma

d'Aga-

tirannide

la

IL

ripos sotto l'autorit paterna di Gerone

abbondanza.

rone

suolo

11

e la pace ricondusse
dell'et

quelli

della

e Cartagine. Divisi tra loro slessi intorno

lolla
lilo

polca fallire che non fossero prostrati dall' uno o dall' altro

presa

da prendere,

di

Iraque'due

gcttaronsi

essi

Siracusa non fu che un episodio

Roma

di

Ge-

di

oziosi

spettatori

tra

di

non fecero che moSiracusa, dopo qualche tempo

sue

le

profittarono

soli

d'anarchia, nel quale pot forse desiderare

mostr che Cartagine p-

si

Agrigento

contro

demagogia

la

e le sue conquiste in Epiro

Pirro

ma

liberti.

togliere),

come d'ingegno. Le sue

crudelt

di

esuli di Siracusa

gii

poco da

potere assoluto per

al

vittorie slesse spossarono la Sicilia. Ei

strare a

M. Brunct, da

dice

traduciamo perch avremmo

lusso

il

da Dione, resa da Timoleonc,

libert anelata

Siracusani

Agatocle (qui

Cartaginesi

giogo straniero, e in tulle s'aumentava

al

e la corruzione.

lei

357

DI LIBRI

par-

il

terribili atleti.
;

Non
e la

questa guerra. Car-

esempi pi prodigiosi del sistema

presentano

gli

che tendeva ad accentrare

in

Par che

medesima ambizione; ma n

presentano la slabilit eh' necessaria per menare a fine cosif-

(t

fatto disegno.

lagine e

a e

una

Era mestieri

si

l'esempio, e che
scuola di Pittagora

voce.

or

propria autorit
a

a e

I
i

Ma

vari

poteri

popolo

il

allarg tanto

questo paese

Dione

dei

Liceo

della

Ippodamo, lodano a una

consentirono a limitare

la

Greci di Sicilia furono

si

nobili

Sparta presentava

dell'Accademia, del

Platone, Aristotile

principi

contrappesati

primi he ubbidissero

cui costumi reagissero su quelli de' vincitori

influenza
di

ne

filosofi

poter d'un solo

pass sempre dalla libert

principato, del senato e del popolo, de' quali

dalla

per ricader nella tirannide.

prov indarno ad introdurvi

il

mondo.

talvolta

bene accordata nella coslitu-

zione romana. Siracusa, al contrario

si

punti

a ci quell'intima unione tra

a illimitata al potere assoluto,


cf

stati

democrazia n

la

popolo, la cui influenza era

il

sola citt l'impero del

tiranni di Siracusa fossero

ai

Romani,

d'onde

che ne diviene pi importante

la

loro

lo studio

RASSEGNA

358

grano

sero
te

Romani che

prar

una

parte

Venere Ericina
d'

DamoGlo

sue

arte

con rammarico

lavori

avean provato
<(

delle

de' Siciliani.

forza

Epicarmo

fecero eh'

Ennio

Romani mostravano

Evemero

di

Fabio Massimo,
s'

pei Greci

e*

esempi

a cilia

tra-

che

dovette

in*

massime durante

Roma

uso dei barbieri venne a

dalla Si-

Siciliani

cr

per

disprezzo

Roma

formarsi in molte parli in quella di Siracusa


1'

si

letteratura

nella

il

la

primi
cieca-

Romani

e Archestrato ebbero

Gerone

poi

in-

tenessero in pregio lo studio

cr

lega con

invagh

delle quali

la societ di

di

cio

Marcello

di

trofei

Varrone. Nonostante

anco dalla Siquelle

primo orologio solare che

il

Ricercaron anco degli

macchine d'Archimede,

e le

lii

scienze.

duttori Plauto
a

religiose

Verre

de' quali

a com-*

venuti

primi architetti che ornas-

e Gorgaso. Tolsero

e di Cerere d' Enna.

Roma

vedesse a

cerimonie

a mente. Messala port di Sicilia

Gelone eran

di

n'ebbero anco

delle

Roma

trodussero in
capilavori

tempo

fin dal

in Sicilia,

tempii loro

cilia

DI LIBRI

passavano per arguti anco tra

Greci. Essi inven-

V eloquenza comune del foro. Or adulatori or frizzanti


e sempre ingegnosi e piacevoli
trovavano fino nelle calamit
r argomento d' una facezia e dopo aver pagato 1' ultimo quattrino che aveano in tasca, si facean beffe del tiranno che non

polca trovar altro da prendere.

tarono

a in proverbio.. Dicesi

Siracusa

di miele:

passarono

convili della Sicilia

che uno dei compagni d'Archia

fondator di

vendesse la sua porzione di terreno per una focaccia

aneddoto che forse un frizzo del satirico Archiloco

ma

importante fosse pe' Siracusani un buon desinare, ch'essi condi-

vano con piacevol parlare. Essi inventarono o almeno condusser


il mimo e la commedia. In nessun altro paese

basta leggere

frammenti del lor teatro per veder che cosa

quasi a perfezione
vi

avea tante

feste e s

teatri

nemico minacciava

ce

ceri e

lunghe.

Siracusani

affollavano

s'

o festeggiavano allegramente ad onor degli Dei

le

alle battaglie.

mura

nei

mentre

il

e correano con lo stesso fuoco ai pia-

Nell'ebbrezza della vittoria

si

mostrarono

talvolta immiti coi vinti, e le discordie civili insanguinarono spesso


le strade di Siracusa. Forse
bari

aveano reso

ma non

si

Sicelioti

commerci troppo frequenti

pi sanguinari che

trovano mai appo

loro

quella

fredda

que' barbari supplizi degli Affricani. I Sicelioti


a a subite passioni

ond' eran pronti

gli

sempre a

s'

altri

coi bar-

Greci

crudelt

abbandonavano

ribellarsi

contro

RASSEGNA

DI LIBRI

359

e a lasciarsi prender poi al bel dire dei demagoghi.


Tra queste rivoluzioni seppero nondimeno formare e mantenere

lor signori

Romani

un codice

ff

adottarono

(f

non

sero alcuni genii di

Archimede, e chiamarono in Sicilia gli uomini pi segnalati .


Tale il quadro di M. Brunet che ha copiato
costumi dalle

di savie leggi civili

una

la cedettero

e amministrative, di cui

Finalmente

parte.

nelle lettere

scienze e arti

a nessun' altra parte della Grecia; anzi produs-

prim'ordine,

come

Empedocle,

Stesicoro,

come

satire, e per ha dato,

dicesi, la caricatura in

Ritornando dall'abbozzo dei costumi privati

tratto.

luogo del

ri-

alle considerazioni

aggiugneremo due tratti principali, dimenticati qui e noprimo un dubbio sulla realit della potenza
di Siracusa anche nell'epoca pi famosa, quella cio della vittoria
sopra Atene. In questo caso M. Brunet dice, e ripete anche altrove,
politiche,

da

tati

lui altrove. Il

che corre sempre tra un popolo autoctono e una colonia

che

differenza

un albero nato spontaneamente

tra

polli vigorosi rifanno all' istante

pu coprirsi

esotico, che

sode e profonde in un terreno

n'offre

di

il

tronco abbattuto

la stessa

cui

ram-

e un albero

e di frutta senza mettere radici

fiori

La possente Cartagine
un esempio pi palpabile, perch stendea le braccia ben
lungi minacciando; ma Agatocle, stringendo dappresso, le die un
novello.

crollo, e Scipione poi la prostr .


le quali

spesso s'adoprano

confusione d' una idea

fanno

ci

Queste espressioni metaforiche,

involontariamente
sperare

che

per
l'

nascondere

autore

quanto noi della generalit ch'ei vuol porre. Pi importante


circostanza eh' egli accenna spesso

mento

cio che tutto

Sicoli, che

il

centro

ma

la

dubitasse
l'altra

senza farci tanto assegna-

dell' isola

fu tenuto

Greci sconfissero qualche volta,

ma

sempre

dai

che non poterono

giammai n spegnere ne incorporare nella propria nazione. Alcuni


errori
come a noi sembra sono inlessuli in questa tela di M. Brunet. Senz' altrimenti appuntarli ad uno ad uno, ci proveremo a ri,

fare

il

quadro a modo nostro.

XX. E

la

prima cosa (per quanta voglia avessimo, che


di prender le armi pel nostro paese, e

dente e seria per certo

ardi-

fender foss'anco Polifemo e Bronte), non incrocicchieremo la spada

con M. Brunet, perch ha negato l'esistenza de' Ciclopi, che sarebbe


combattere in una ftta oscurit. Ma trattandosi di tempi anteriori
alla storia, pei quali

cettarsi

come

le

tradizioni religiose o poetiche

indizio del vero

noi

debbono ac-

non veggiamo alcun ostacolo a

,,

RASSEGNA

360

riconoscere una gente, chiamala

sieme co'Sicani, o a dare

DI LlBR
Ciclopi, che

nome

il

Etna

pastori sicani vagante alle falde dell'

d'accoglier amichevolmente
altri,

quanto

rozzi

o almeno pi

il

la

cammino,

e greci tra gli

Troja approdassero a quelle

di

rapaci quant' essi

ci

son pervenute

ma

quando quelle

come affermano

piccava di poesia,

si

insieme con

Ciclopi

in-

trib di

pi ciarlieri,

fortunati in ci: che le loro tradizioni ritmiche

molti cangiamenti

ch'anch'ei

risola

non avea cagione

e che

pirati di varie nazioni

che molto prima della guerra

spiagge

abitasse

Ciclopi a qualche

di

con

Polifemo

di

Greci, perirono

sua lingua. Disperata impresa sarebbe a rintracciare

a determinare

nomi e

epoche

le

varie trib

delle

che stanziarono, in quegli antichissimi tempi, nell'Affrica Settentrionale, nell'Italia e nelle isole

Mediterraneo. Per quanto

del

se ne

pu indovinare

alla scarsa luce

numenti

e orientali, varie trib asiatiche, venute a grandis-

italici

che

comincia a trarre dai mo-

si

simi intervalli tra loro sul seno orientale del Mediterraneo

maro,

sero a costeggiar questo


Gibilterra

alle coste d' Italia e

si

spinsero

fino

alle

isole. I

Sicani

furono insieme coi Ciclopi, o dopo d*essi,


lonie asiatiche in Sicilia; e furono la

trib, alcune di Fenici, altre di


stesso

nome,

si

prima

affini

Mediterraneo; e che alcuna, dopo pi o

meno
si

gli

uccelli di passaggio, e di

della Grecia
stato sociale

mento

recando dappertutto

1'

agricoltura

le arti

dei prodotti del suolo e

altre

die

si

lo

fortuna per la stessa via del

coste di mezzod, ponente e tramontana,

fanno

che

quali

ai

di

ibera

queste co-

di

Par

pi grande.

popoli

meltessiTo a cercar

la

gente

mi-

si

stretto

allo

anche

navigasse

la

religione

popolazione.

della

volta

suo

del

e con

ci

Tutto

le

come

alla

beneficii e gli errori

per

andirivieni

posasse in Sicilia

l'

au-

porta

creder picciolissime queste ultime colonie mercantesche e industriali

che

si

ebrei

chiaman

Forse non eran

fenicie.

colonie genovesi neir ordinamento, nel

che lor mancava

israelitiche in ci,

Un

da

dissimili

quelle

degli

o de' Genovesi del medio evo: o piuttosto somigliavano alle

altro fatto sociale

il

numero

varono a s

stessi

per tutto

il

il

e alle
patria.

g'

individui innanzi che

corpo politico; onde qua' mercatanti gio,

ma non

sparsero

la civilt

alle loro famiglie e alle altre

alla propria nazione.

madre

che pu notarsi nelle colonie fenicie, : che

r egoismo del guadagno dov preoccupare


fosse adulto e robusto

e nel genio

sostegno della

Per

Mediterraneo

il

che prepararon

essi e

genti

e tardaron tanto a formarvi

una potente

RASSEGNA
repubblica
fenicia

361

che pur non ebbe mai un grosso nodo

non pot resistere

e perci

DI LIBRI

nemici che

ai

di

l'

popolazione

assaltarono in

Affrica.

Queste picciolo colonie fenicie sembran venute


in Sicilia, presso

di tratto in tratto

loro affini Ciclopi e Sicani. Quand' anche la loro

origine asiatica non fosse guarentigia deir incivilimento della Sicilia


in quest' epoca

d'Ercole

avean
e

il

di

Dedalo e

Minosse e Cocalo. Gli abitatori

dell'isola

ce ne farebber fede

e le tradizioni di

citt, fortezze, tempii,

miti di Cerere

opere pubbliche, e anche lavori d'arte,

Venere Ericina, quando

lieto culto di

Sicoli, passati di terra-

ferma, come popolo pi barbaro, trovarono pi tremendi numi da


adorare nelle caverne
il

dell'

Etna

cratere d'un vulcano estinto

XXI. Portano

lago dei Palici.

il

antichi scrittori, che

gli

costiera di levante

e nella scaturigine che riempiva

paura

per

Scin, non potendo ammetter

la

l'eruzione d'un sol vulcano,

ne die per cagione

cani or estinti del Val di Noto

primo

fuga da

ma

que'vulcani.

uomo

Sembra pi naturale che

gran parte della

Sicilia

tutta

l'

cettuati forse quei punti di cui

Uiferimmo

gi

lotta,

li

1'

il

epoca

in cui

ardcano

delle

colonie

d'abitatori

e la centrale

cio

ec-

prima combattessero,

Sicoli

entrati di

nuovo

in

soggiogassero e assorbissero nella lor nazione, poich eglino

infiacchiva

di

Sicani. Tutti gli scrittori

costumi mentre la corruzione

Quando prevalgono
ch'era stato uno de' principali

fatto seguente.

ma

par

non che l'importanza,

del

han

che nessuno abbia notato l'esistenza,

ridetto questo

Sicoli sopra

ultimi abbiam parlato. Industriosi

trovarono a fronte dei Sicoli


dell'

Ap. Voi.

II.

la

Si-

si

arresta

o scende

d'

ce ne presenta l'indole diversa dei vincitori

stumi primitivi

Sicani

una nazione semibarbara. Concorsero a


cagioni che ignoriamo, ma una poco dubbia

alla condizione sociale

fermo altre

centri d'incivilimento in Occi-

dente, non ha pi storia, non ha pi favole,

ci per

paro e

menzione nel viaggio d'Ercole.

finalmente

aveano ritenuto l'antica semplicit

cilia,

al

rimanea vota

orientale

cenni di Diodoro: che

poi s'accordassero coi Sicani

per

fuochi de' vul-

picciolezza

la

cui

si fa

la

Etna.

geologi riconoscon oggi an-

sulla terra

asiatiche fosse la vera ragione per

dell'

tratto di paese

par da respingere

detto e la correzione, perch

teriore air abitazione dell'

gran

occupassero

Sicoli

abbandonata dai Sicani

ma

e de' vinti.

pochi

popolo agreste

Di questi

sparsi e inermi
fiero

si

tenace ne' co-

oligarchia patriarcale e poco avido di comuni-

46

RASSEGNA

362

DI LIBRI

cazioni e di

commercio

in

gli

Etruschi, e che poi

la

loro civilt. Se noi sapessimo d'altronde, cel

Italia

ditarono

vero fratello delle trib che circondavano

rebbe l'ostinazione con cui

mezzo

in

anche

Sicoli

greche pi

alle colonie

conservarono

si

forti di loro

in parte ere-

vedremmo

e forse ne

mostre-

lunga et

nella diversit incurabile eh' tra la Sicilia delle

le vestigia

montagne e quella
dalla topografia

in parte distrassero

marine

delle

ma

tien

gran parte

diversit che nasce in

anche

alla razza radicata e

assiepata in

que' monti. L'elemento asiatico soggiacque alla quantit e pertinacia


di quest'

elemento

barbarie

di

italico.

Pare che ne seguitasse

nel lato occidentale dell' isola entro le poche citt


dei Fenici

nelle quali

anco

si

un

nell' isola

e che quel tantino di civilt che restava,

ritorno

riducesse

si

Elvini

degli

ripararon quegli avanzi dei

Sicani

Le

istorie

che non s'erano incorporati nella nazione dei


greche, scritte parecchi secoli appresso,

ci

vincitori.

dicono che

mercati

fe-

Palermo, Solunto e Mozia all'arrivo de'Greci.


pi probabile che ci avvenisse mollo prima perch la con-

nici si riducessero in

Ma

dizione sociale dei Sicoli ce

mercatanti disarmati e sparsi

un beneficio pi durevole
alle genti pi civili

Quando
i

poi vennero

di rispettare

Dunque

della rapina.

deboli

mercatanti dovet-

il

prova

il

avvicinarsi

dovettero

quelle cio che teneano la punta occidentale.


i

Greci, uguali o superiori ad essi in civilt,

commercio;

Fenici, anzich fuggirli, dovettero entrare con essi in

come

rapido progresso della lingua greca in Palermo

Mozia e Solunto, che non certo un indizio

di

che immaginarono

Le medaglie

che

si

commercio

promettendosi dal loro

come fanno

tero unirsi tra loro

supporre incapaci

fa

li

gli antichi

scrittori greci.

cominciano a studiar con tanto ardore

ci

repulsione

quella

fenicie

rischiareranno

forse pi che queste semplici conghietture sull'epoche e le vicende


delle popolazioni fenicie in Sicilia.

che
cio

Sicoli

il

Innanzi

1'

arrivo de' Greci

par

occupassero gi esclusivamente maggior parte dell'isola,

centro

e tramontana

qua

e varii punti

mentre a ponente

e l sulle costiere di
si

vedea

mezzogiorno

traffico e cultura

levante una spiaggia quasi deserta e pirati tirreni che la correano,

appostando

le

navi mercantili dei Greci

addette al traffico di poche

derrate con due o tre misere borgate de' Sicoli. Reggeansi

non come unica nazione,


d'

ma

a trib, pi o

agricoltura e forse pi di pastorizia

forse

grande da potersi dire

citt

meno

rozze;

avean bicocche

Sicoli

vivean

alcuna

ed probabile che durassero

RASSEGNA
in questo
d'

per due

slato sociale

DI LIBRI

o tre secoli

fino

battaglia

alla

Imera.

abbiam da dire

Poco

XXII.

de'treci in Sicilia

avendo esposto

falli

governi

di quelle

perocch n

falli

cause

sulle

sull'ordinamento

e
,

pensamenti

questa istoria

di

l'oligarchia

si

non

era

madre

nella

altrove l'ha

notalo

il

piantar

fan qualche cenno, parlano di strattagemmi

Ma

gli

strattagemmi e anche

de' Sicoli
citt

stabili-

le storie (silenzio

scrittori

gli

piuttosto che

che

che ne
di bat-

usare

di

la

forza. Inoltre le

tempo parlan anche di combattimenti e di cacciate


e anche il fatto che
Greci per lo pi non costruivano

del
;

nuove,

ma

ingrandivano quelle che trovassero,

Greci venuti in gran

Sicoli

sempre

pi parte degli accordi, se

la

non c'inganniamo, non son che modi

memorie

serrata

pi

L'aristocrazia

Brunet. Quanto alle vie dello

indica ordinariamente la tranquillit); e perch

taglie.

por-

quando si tronuove colonie, appunto

crede pacifiche, perch tacciono

le

ei

divenga

patria.

della citt

ai drilli

varono ostacoli insormontabili a

mento,

che

mostrano mollo tempo appresso, quando crebbero

nuovi abitanti non ammessi

come

uguaglianza

alla

generalit sociali

le

tano a credere col Brunet che T aristocrazia


nelle colonie che

colonie;

con Fazzello e Caruso


n

prime

M. Brunet, e qualche no-

piuttosto

inclinassero

citt

emigrazione

della

lor

delle

di

stro dubbio. Tenghiarao noi per certo


i

363

numero

con

che non eran molto frequenti


di combatterli, e facilmente

armi

le

supporre

ci fa

mano

alla

talch

non osavah
marine, ove ad ogni

que' luoghi,

in

cedean

le

momento avrebbero potuto trovarsi sopraffatti dalle navi greche.


La condizione dei Callirii o Callicirii Sicoli la pi parte dice
il Brunet, e servi della gleba o schiavi come
gV Iloti di Sparla,
,

Penesti di Tessaglia e

sola a provare la guerra.

Claroti di Creta

M. Brunet non

basterebbe

(pag. 397),
ci

giugnere sulle cause della prosperit delle

lascia

nulla

colonie greche.

da ag-

Ma su

quelle della decadenza non siamo punto d'accordo.

XXIII. La democrazia

la

mollezza

la diversit delle

due razze

elleniche, e finalmente quel nodo di circostanze, visibilio latenti,

che rendono
queste

le

le colonie

sempre pi

la Sicilia greca.

Noi neghiamo

terza; sostituiamo alla seconda


riale

che

deboli dei popoli autoctoni, son

quattro cause principali che fecondo M. Brunet rovinarono

in oggi si

la
la

prima e l'ultima;

accettiam

espressione di prosperit

comprende benissimo

perch

la

la

mate-

piaga del

RASSEGNA

364

DI LIBRI

e perch quella de' Greci di Sicilia ci pare appunto


medesima indole n pi n meno. Aggiugniam poi
che le
cagioni principali furon due: la prima, nascente dalla prosperit

nostro secolo

della

materiale e dalla tirannide


straniera del tutto ai

nanza dei

Sicoli

armi mercenarie

societ greco-sicula

Cartaginesi e Romani, e

maggior possanza

della

cio le

vizii della

di

della Sicilia greca

romana

la

generale

in

ma

Quanto

vici-

da

dei

di

conquista

la

seguito

ci

quella

ci

un

alla vitalit dei popoli autoctoni,

non vero

contro Ja sentenza di M. Brunet

nando del caso particolare

la

governo non

meno

molto

quale in due secoli interi avanti

secolo avanti la conquista.

per lo pi vera,

cio

queste due ultime nazioni. La democrazia

govern a popolo appena 30 anni

si

e la seconda,

sincronismo coU'epoca

il

lasciamola in pace. La forza dissolvente di questo

pare provata dalla storia

addurremo

contrario. Noi non

il

esempio dell'America.

l'

Sicoli

de'Sicelioti

Ma

ragio-

Greci

ossia

potremmo rispondere al Brunet che primi furono soggiogati dai


come costoro poi dai Romani e che la razza greca rest
in Sicilia dopo la conquista di Roma
come la razza sicola era
i

secondi

rimasta prima. Tutti

gli

tica,

che

esempi

altri

segna, non presentan mai

la

potrebbe far

si

non neanche sempre

detto di passaggio),

(sia

cui

di

la ras-

incurabile fiacchezza della pianta esovera

in

botanica. Passiamo ora alle altre cause, e prendiamo ad esaminarle

non ad una ad una,


dell'

umana

quando

societ

te le

ma

perch

insieme,

ed errano

cos

speculatori

gli

operano
di

nei

filosofia

fatti

storica

notomizzano ad una ad una, senza ragguagliarle tra

loro e coi tempi.

XXIV. Nel

sesto secolo avanti l'era volgare, quarto avanti

dominazione romana
mezzod

sulle

Greci

in Sicilia

marine sempre

o poche miglia lungi

e'avean posto una

citt

nel centro

s'

dell' isola,

cidentale, e un'altra o due sulla costiera di


si

fecero sentire nell' isola le

Ma non

par eh' esse

si

armi

di

la

erano sparsi a levante e


dal

mare

una nella punta octramontana, quando

Cartagine per

la

prima

volgessero contro alcuna citt greca

volta.
;

anzi

da creder piuttosto collegata che soggetta ai Cartaginesi Selinunte,


la sola

fu

che

si

generale
coli

si

s'

Il

paese occupato

degli Elimi e dei Sicoli in parte.

Nessuna guerra

trovasse nella punta occidentale.

dunque quel

era accesa peranco tra

Sicoli

Greci

dico pi,

Si-

accostavano agli Elleni per sottrarsi alla dominazione punica;

n sarei lontano dal credere che

le trib sicole

fossero entrate nella

,,

RASSEGNA

365

DI LIBRI

ft'derazionc dei principi di Siracusa o d'Agrigenlo, che

due grandi

secolo avean gi abbozzato

che Cartagine cinquant' anni dopo

egli ,

T avea perduta

parte dell'isola,

e che quella repubblica

prima
s

forte

e allora per la
eh' era

presso della fenicia Palermo.

XXV.
citt

memorabile giornata

la

greche prosperarono rigogliosamente dopo

Gorrono

in esse le arti, le lettere, le scienze, e

sciuta

sent gagliardo

si

vita

verse.

padrone, e
la

ma

Sicoli,

con

la civilt cre-

questo principio

con

valorosi

sembianze

non

lor mali

ma

in casa,

venir di fuori

legami co' Greci non potean essere che


e certo doveano struggersi

animo

nell'

ricchivano sui terreni rapiti

il

tutte le trib in

una

sola gente

commerci e

divennero frequenti tra

mentre

li

le

ai

loro

soggezione

la

che s'arcrescente

nazionale

sentimento

Sicoli

che certo

alla vista dei vicini

amb

pieg all'unione

si

di

e alla ubbidienza a un solo capo.

recente guerra punica, gli aiuti che

viva forza,

clientela

di

racquisto delle terre, e

anni appresso, domandarono

padri loro. Tutta perci

a'

forza vitale di questo popolo divenne

l'indipendenza e

La

di-

ricchi e culli

cui le disuguaglianze sociali non sembrano gravi peranco,

vedeano

le

come

non voglion ubbidire a un


il
sentimento della nazionalit aspira appo loro ad
gente nuova, le creature dei principi. Ma Sicoli, appo

Greci

escluder

bisogno della libert

svilupp ancora appo

si
I

il

vittoria

la

in

Come

combattessero insieme coi Greci.

Sicoli

Gelone

da

Allora fu vinta

cui certo che

di

fuori;

in

cominciando da Imera

Certo

una gran

d'

mand un grandissimo

della passata di Serse

greche

volta assal le citt

conquista

la

tutta, dalle citt fenicie

sentendosi

tempo

esercito in Sicilia al

nel quinto

stati ellenici in Sicilia.

Sicoli

Siracusani,

per iscacciar

comunicazioni

due popoli

che

quattordici

Trasibulo di

per

conseguenza

mentre dirozzavano

Sicoli

esercitavano alle armi, lor ispiravano ancora la coscienza

delle proprie forze

come ormai

fosser

da tanto da misurarsi coi

Greci, ch'essi per lo innanzi doveano tenere, ed erano

infalli

uo-

mini d'un ordine superiore. Una confederazione a patii uguali coi


Greci

se

pure polca entrar nella mente dei

doveva essere respinta

dagli ordini politici

civilimento greco; tanto pi che

neanco mantenerla

tra loro, e

ciavano un po' alia cieca

nanza. Ducezio

uomo

di

tutti

Sicoli (eh' io noi credo),


,

che appunto
gli

dall'

orgoglio

dell' in-

Grecala tentavano e non poteano


stranieri

in

questo tempo scac-

ammessi

gran lignaggio tra

Sicoli

alla
,

cittadi-

e di gran

RASSEGNA

366

s'ispir al sentimento nazionale, e

mente e gran cuore,


raddoppi

la

fiamma. Riedific

ai Greci.

cittadi

giovani combattendo, e

gente sicola

armi e sparsa
con

lei

nelle

anche dopo

nemico che

delle citt greche


infine

montagne
vittoria

la

comandarle. Dur

pronta

Greci a venire

alle

patti

e risorgea per unirsi ad ogni

nuovo

combattere per loro

ma sempre

sforzava

presentasse contro di loro

si

Du-

di

morirono,

abitanti

gli

vecchi di propria mano) non ispensero

che lacera e menomata

sconfitte

La morte

in quella stagione era assai pi forle dell' antica.

molte

battaglie,

Alla fine soggiacque, perch la nuova pianta

cezio, la distruzione di Trinachia (ove tutti

la

ne

forse

rinnov l'antico culto na-

sanguinose

molte

zionale dei Palici, e

ancora die

DI LIBRI

tal ostinata

o per condursi

suggere

ai

soldi

loro sangue

il

resistenza fino alla conquista

romana.

XXVI. Senza

contar

le

guerre delle

greche tra loro, so-

citt

prattutto delle doriche contro le calcidiche, noi veggiamo 14 anni

dopo

la

guerra dei Sicoli piombar contro Siracusa

materiali e morali d'Atene.

M. Brunet, narrato

e la sconfitta degli Ateniesi


il

qualche

volendo dir

quesito se fosse poi reale questa vantata

vendo

la

canto nostro, se
l'esercito; se

essendo esausta

poneva
;

quell'in-

in

danaro, e do-

di

domanderemmo

dal

capitano venuto durante l'assedio potea creare

il

alcuno stato venuto a quelle

strette

ebbe danaro da

Roma non

gittar via; e finalmente, se tutte le pi potenti nazioni,

esclusa certamente, non


precipizio, non

forze

Siracusa

di

giunse

a un capitano lacedemone. Noi

vittoria

le

novit

potenza

e rispondea dubitarne forte, perch Siracusa

contro deux doigts de sa perle

tutte

l'assedio di Siracusa

si

trovarono pi volte all'orlo proprio del

che discosto due

dita.

Ecco Cartagine

cui l'ambi-

zione dell'oligarchia spingeva alla conquista; Cartagine che per le


ricchezze e

le

forze

imprese lontane
citt fenicie, e

navali

ad altre

un

gine infine che in

ecco che quattro

potea condurre

affini

di schiatta

anni dopo

d'altri quattro anni, ne' quali

di

un

esercito di

altri

mezzo avea

secolo e
la

gagliardamente

di

vicine di sito;
tentato

non s'era cessato mai

Carta-

due invasioni;
in

60 navi da guerra

120,000 uomini: cifre

le

Sicilia a tre grosse

guerra ateniese manda

100,000 combattenti e un' armata

rifa

Cartagine che appoggiavasi in

di

Sicilia

e a capo

combattere,

che l'esagerazione

alcuni ha raddoppiato, e che M. Brunet ammette sulle autorit

pi gravi. Dur questa guerra

16 anni

fino al 392.

Dopo una

RASSEGNA
breve pace fu ricominciata

Timoleone, tagliavano

DI LIBRI

367

e nel 340, 12,000 greci di Sicilia, sotto

pezzi sulle sponde del Cri mi so 70,000 uo-

mini capitanali da Asdrubale e Amilcare; e nel 311 ripigliavasi pi


fiera e ostinata la zuffa

stessa.

Dopo

in cui or pericol Siracusa or Cartagine

corti intervalli,

corse poi sempre alle armi, fintan-

si

toch, verso la met del terzo secolo,

Romani comparirono

Tun dopo l'altro due popoli che si


da tre secoli. Or vorrei sapere se la mina

scena per soggiogare

vano cos quasi

un giorno

pale della Sicilia greca non fu d'esser posta a

gazione da Cartagine

Roma, mentre

di

meno

e a poco pi o poco

avea in casa quegFindomiti

ricorrendo qualche volta al parlar figurato

greca guardava poi

la

ma

presto chi avea combattuto, e spesso vinto,

1'

la Sicilia

dimentica troppo

ei

un

frontiere

M. Brunel,

che

ci dice,

due giganti;

lotta tra

princidi navi-

dalle

Sicoli?

sulla

lacera-

di questi figli della

terra.

XXVII. Le cinque o

sei

guerre puniche sostenute dalla Sicilia

non solo spossaronla d'uomini e

sforzarono

la

il

Cielo non

faccia

li

l'altro

delle citt siceliote, gli abusi cio dell'aristocrazia, la reazione

popolo, e soprattutto

derata del

uomini

gli

gami che
e

fa

al
li

guadagno e

venire a

noia

le

loro costituzioni

l'altra piantata in

esercito stanziale

venute

ai piaceri, allenta

ma

l'una con

terraferma e

il

armi nazionali

pericoli

un

Sicelioti

l'

costretta a

der troppo contro


accrescere

il

buoni ordini

Un

altro

di
la

numero
si

le-

che s'incontrano per

di

di

sconciamente

tutte

mercenarii

mantenere un grosso
resistere alle miriadi

piaga

la

di sol-

menomando

a dismisura le straniere

suo nemico pi spaventevole era dentro e non

moleone s'ingegn

tira
i

Inghilterra con

aveano cominciato a servirsi

aumentando

smo-

che

insensibilmente

esercito

Tra comodo e bisogno

di Cartagine,

dati di ventura. Dionisio allarg


le

Francia e

la

materi'ale

rende questa una vola parola

privazioni e

un poco

prosperit

la

stringeano alla patria

quella. Figuriamoci
le

mai caItalia
dico il dispotismo e le armi mercenarie. L' uno
nacque anco in parte, noi non lo neghiamo, dai vizi

pitare in

ma

danaro,

di

cercare per rimedio due veleni, che

fuori.

Il

perch

gran Ti-

riparare; e questa volta M. Brunet non gri-

democrazia
dei cittadini

di

ma

riparare
la

piaga

poteano ristorare col nemico

dicevam noi
era

falla

con

a fronte e grosso.

male s'aggiunse, cio l'accentramento a Siracusa e la


meno compiuta delle altre citt: perch rimedio

distruzione pi o

RASSEGNA

368

pur questo che

violento l'

DI LIBRI
s'ammira tanto; e

oggi

in

alcuna

se

ha portato buon frutto ne* tempi antichi o moderni,


e in ogni modo l' un metter tutte le
poi pessimamente
volta

finito

sorti

sopra un dado.

Il

regno

di

Agatocle, pi avventato, pi feroce e

pi grande che quel di Dionisio, port al colmo queste due forze


febbrili dell'accentramento e de* soldati di ventura: ed ecco

che

lora, per cagioni indipendenti dal fatto de'Greci di Sicilia, o,

moda prowidenzialmente

dicesi alla

grandissimo pericolo

XXVI li.
la

Tutti

di

sopravvenne

fuori, l'intervenzione di

ammirano

Sicilia

un

Roma.

Cerone, perch mise

la sapienza di

spada nel fodero, promosse V agricoltura, e fu amico dei Romani;

n noi diciam contro. Non diciam contro,

Romani

fu di tentare

opposto,

partito

il

cio unirsi con gli antichi nemici contro

perde mai

vista

di

durante

la

Neanco temiamo

di

eh' ei volesse spegnere a poco a poco


si

di

Geronimo

dopo

riore che ne segu. Lasciando

quale non
pace

dei

audace,

Gerone non

nuovi.

pi

il

Roma; ed

due stranieri

lo

manifesto

combatteano

del Machiavelli, supponendo


i

mercenarii

veggiamo

potea; perch

pretoriana suscitar la guerra contro

morte

fece all'apparir

dar gratuitamente a Gerone un' altra

idea dei nostri tempi, o per dir meglio

per certo non

perch questo guer-

ch'era

sua lega con

ch'ei volesse ripigliar Gato, mentre


tra loro.

sol

prima cosa che

riero, intimo d'Archimede, la

la

alla

al-

come

la

alla

Roma

che ad un tratto

sua morte una fazione


e riuscirvi anche

breve incertezza

da canto

avrebbe potuto mandarsi ad

e trattando solo della questione

gine; gli uomini di stato di Siracusa

la

riforma

effetto

o con

dopo

di politica estedell' esercito, la

una lunga

che in

Roma

fors'anco tra

o con Cartai

primi Archi-

mede, che non era uomo di speculazione soltanto, doveano ondeggiar tra
due partiti ambo pericolosissimi. Nello scontro di quelle
due grandi potenze gli eventi correano troppo precipitosi perch
Io slato di Siracusa potesse ripigliar forze prima di cader sotto Roma
i

forse

Gerone

stesso, giunto a quelle strette,

partilo. Siracusa corse alle

Roma

non

la stessa

con pi gloria che

la

armi; n alcun altro tra

Cartagine
Sicilia

non avrebbe preso altro

nemici di

cadde con maggior vendetta

greca, e con essa Archimede.

M. A.

RASSEGNA
HlSTOiRE DE l'Artillerie
de guerre

DI LIBRI

1/ Partc.

con un atlante

non

rifa la storia

gli

da un capo air

noiato di battere

che

travaglia d' altro

ancora

Dumaine,

J.

1 voi.,

8vo

altro.

Direbbesi che

di p. 286,

17 tavole.

di

nostro secolo

si

des feux

CEcole Politechnique. Paris 1845.

grgeois

M. Reinadd memore de Vlnstitut professeur de


et M. Fave capitarne d*artUlerie, ancien lve de

langue Arabe etc,

Il

Du feu

des origines de lapoudre canon, d*aprs des textes

et

nouveaix, par

lo scetticismo

369

deserti della metafisica

Con

di questo.

argomenti da cimentar

adesso

crescono

volont,

la

le tradizioni storiche; tra

quali

or va noverato lo studio delle lingue orientali, ristretto per lo


nanzi a pochi filologi che non

sapeano

passano appena pochi anni, senza che

come

racconto venerato gi

mune

degli

Non
trovato

storia

si

vegga andar gi qualche

senza che sparisca tra

un ingegno che

la co-

dagli effetti del suo

credea altissimo, e eh' passato indi in proverbio

?entor della polvere. Questi, a dir vero, non ha avuto un


I

l'

nome

all'

d'

un

uno o

altro frale

in

la civilt della

della polvere al celeste

impero

cristiana. Alcuni orientalisti

Tillen.

di
si

Si

te-

prest omaggio

raccont sempre
;

o d Ruggiero Bacone, o

finch

gli

Cina, rimandarono

e al terzo secolo

il

caso della

Europei, che col'

invenzion

almeno

dell'

era

accorgendosi dei progressi delle scienze

Arabi, non durarono altra fatica che di stirare un po'

gli

senso di qualche
di

nomi, e

non so che mortaio

nobbero bene o male

appo

Magno

Giovanni

all'altro di questi

caduta

scintilla

d'Alberto

altri

in-

certo.

pi lo ammiravano in persona del frate Bertoldo Schwartz

desco o danese;

anche

in-

mondo. Cosi

uomini qualche eroe usurpatore.

isfugge a questa sorte


si

nuli' altro al

il

vocabolo, per attribuir questa gloria ai settatori

Maometto.

Ma

il

genio inquisitivo del secolo dirada a poco a poco quest'in-

certezza. Giovandosi di varie opere speciali, e aggiungendovi le proprie,

M. Leon La Cabane avea

stampato a Parigi

il

Skk

gi potuto annunziare, in

che

la

polvere

fosse

da

un opuscolo
gran tempo

adoprata in guerra come composizione* incendiaria. In qual paese,


in qual

da

gitto,

anno e da chi la si
n M. La Cabane ne
p. Voi.

II.

fosse usata la
gli

prima

volta

come

forza

autori del presente libro son riusciti

47

RASSEGNA

370

per anco a determinarlo

DI LIBRI

e indi Tonore rester per ra alla Italia

e repoca nel 1326, eh' la data del documento citato dal chiarissimo nostro Libri nella sua Storia delle matematiche , voi. 4: docu-

mento che risguarda


fuor
d'

dubbio

di

un

la costruzione

cannoni

di

uomo

sol

composto

punto principale, cio che non

il

ma

Ma

il

perfezionamento tardo

il

metallo e palle

di

per la difesa della repubblica di Firenze.

di ferro

ormai

posto

caso ne la mente

e successivo d'

un

nitro, solfo e carbone, a capo di undici secoli portasse

di

congegnar

forse qualche infmo arteflce a

la

prima

artiglieria

come

l'intendiam noi. L'opere de' signori Reinaud e Fave, introducendo

l'opportuna distinzione tra

gli

cendiare schizzando fuoco, e


la storia dei fuochi a

base

di

effetti

tal

composto, cio d'in-

ci

d senza interruzione

scoppiare,

di

di salnitro, cinesi, greci

nGne divennero polvere da sparo.


mostrati da quei due eruditi

e poi

ed arabi, che

Noi noteremo prima

ingegnose vie per

le

fatti

le

di-

quali

son giunti a provarli.


1.

fuochi d' artiflzio prodotti dalle

tre sostanze suddette, ag-

giugnendosenc talvolta un'altra colorante, furon messi in opera dai

meno

Cinesi per lo

avanti G. C. Servivano per

dal terzo secolo

fin

gioco o per offesa. In guerra usavasi lo schizzo, non l'esplosione.

Con

questi artifizii

uomini
razzi.

si

appiccava

ed erano congegnati

Se pure

il

fuoco

in pentole

Il

II."

frecce

ma

ferivano gli

si

lance

mine a fuoco

Cinesi conobbero le

nascea dall'accensione quasi istantanea,


incarceralo

e anche

bastoni e

lo scoppio

e perci la loro polvere non era la nostra.

segreto di quel che poi

addimand fuoco greco, fu por-

s'

tato in Costantinopoli l'anno 673. S' avvolgea di tanto mistero,

noi non

non

dagli effetti dello schizzo

sapremmo

senza

fezionamenti che

che

distinguere la composizione primitiva dai per-

dubbio

fecer

vi

Nondimeno, alcune opere tecniche e

mano mano

fatti della

Bizantini.

storia ci

insegnano

essere state varie le composizioni del fuoco greco; e gl'ingredienti


di

una, forse

polvere,
ravasi

il

la

pi efficace, essere

ma men

raffinati

stati

appunto

e in proporzioni

fuoco greco o sopra

tavole

un

quelli della nostra

po' diverse.

galleggianti

anche scoppiavano, o in tubi di metallo che gittavan lingue di


in

qualunque direzione

a fuoco.

La somma

si

volesse;

difficolt di spegnerli

questi fuochi per inestinguibih


agi' incendi

destati

appunto come

da

essi.

le

Adope-

in razzi

che

fiamma

nostre lance

con l'acqua, fece passare

qualit che V immaginazione estese

RASSEGNA

carbone

Chiuso

miscuglio in pentole

il

il

fuochi da guerra composti di nitro

metallo, scagliavanlo con

di

mac-

le

in cartocci e globi di vetro; o legavano

chine o anche a mano,

un bastone

frequentemente e in varie guise.

e ne fecer uso

fatto in

nell'arte d'affinare

spinti innanzi a tutt* altri

Perci perfezionarono

solfo e

371

Arabi nel 13. secolo, pei progressi che avean

111." Gli

obimica, s'erano
nitro.

DI LIBRI

flagello; o adattavano lo schizzo

fuoco

a mo' di
una mazza o lancia. Componeano ancora pallottole incendiarie che chiamavano ceci, e che noi mal potremmo descrivere;
globi a
in

cima

di

e servivansi in

fuoco in avanti

Gne
,

razzi doppi

di

mentre

in senso contrario.

corpo

il

V esplosione

sapeano servirsene. Questi loro


e danno ai

Cristiani

modi dei loro fuochi


1V. Alberto

nome

tripli

movea,

si

artifizii

per virt d'uno schizzo,

Magno

ma
ali'

dunque
3. al

trovato in quelle regioni per esservi

Persiani

Greci prima,

il

a base di nitro furono

nitro naturale

e,

il

luogo

perfezionarono. Di

della

efifetti

fatti

com-

Arabi e

gli

come pare

questo sale,

gli

del trovato delia polvere da sparo.

del 14.

in principio

Mar

il

secolo

Reinaud e Fave,

ai signori

giacciono tra V Ungheria e


di

gli

il

meno impuro

nitro anche sai della Cina, o neve della Cina.

giunsero fino alla soglia

orientale

la

altri popoli orientali a raffinar

trovalo poi ebbe

Nacque

13. secolo.

e poi gli Arabi, tolsero quest'arte dall'Asia

e diversamente

chiamavano

Arabi,

gli

invenzione della polvere da sparo.

che altrove; e pi pronti, a cagion del clima,

Pi capaci degli

gli

vissuti nel secolo 13.,

non ne sapeano pi che

Oriente dal

usate e perfezionate in

da notarsi che

di Cinesi alcuni degl' ingredienti o dei

V. Le composizioni incendiarie

ma non

Arabi,

portaron terrore

fuoco

di

crociata.

e Ruggiero Bacone,

non contribuirono nulla

bastione.

agli

guerra.

di

scrissero di cotesti fuochi,

orientale

testa lanciava

la cui

non era ignota

ultima

nella

Arabi speciGcavano col

di

nelP

Arabi

Questo

Europa

nelle regioni

Nero. L' uso degli antichi

che

artifizii

fuoco dur lungo tempo dopo V invenzione delle artiglierie.


L'interpretazione dei

dei varii scrittori


della fisica

ecco

testi

tra loro e
i

un termine

con

le

fatti.

a molti errori

in origine

vuol

dire

dando

grandine

riscontro

signori Reinaud

valente professor

Il

il

salnitro al vocabolo barud, che oggi denota

che

il

nozioni attuali della chimica e

mezzi che han messo in opera

e Fave per dimostrar cotesti

posto

arabi relativi alla materia,

d'

arabo ha

suo vero significato


anche

la

e fu impiegato

polvere

di

ma

per rendere

RASSEGNA

372

DI LIBRI

un'idea nuova con una parola antica


simile

appunto come fecero

gnificare

Da padrone

cristallo.

il

d'un

Rammah

non

libro inedito d'arte

Deesi

mi

tratterr

latini e francesi

Hassan-al-

di

ed ha sostituito no-

un momento

e le opere

gli altri,

sul

MS.

di

7239

Europei intorno

che son pubblicati

latino

Fave

hanno esaminato

gli autori

la

la

pi parte,

della Biblioteca Reale

perch l' opera d'un italiano, come ben s'apposero

signori

Reinaud e Fave

zione

nome

il

versione di molti

arabo,

in

avevano dei primordii della chi-

si

con che entrambi

Cina. Senza particolarizzare

di Parigi,

militare

che facean vedere

la

Arabi.

gli

di critica

greci

testi

dato di pi

si-

M. Reinaud

resto dell' opera alle dottrine speciali del cap.

il

all'acume

parola giace per

la

vivuto verso la fine del i3 secolo

mica presso

Ha

era.

sode e certe a quelle che

tizie

con

ch'egli della lingua,

inesatte traduzioni di Casiri

ha corretto alcune

l'esplosione l dove
passi

che presentava un'imagine

francesi

quantunque

fosse sfuggito

alla loro atten-

dell'autore, che in caratteri a dir vero assai sbiadati


Paolo Santini da Duccio

leggesi sul frontespizio. L' autore

MS., una raccolta

di belle figure colorate di varie

menti da guerra e anche ordigni meccanici e idraulici


note in latino. NuH'altro ne dir

poich una copia

il

macchine e stro,

con brevi
questo MS.

di

slata studiata dal nostro erudito e penetrante Carlo Promis nella

prima

delle

Memorie che

sue

illustrano

Trattato di architet-

il

tura di Francesco di Giorgio Martini, e lo stalo della meccanica


vile

e mihtare in Italia fino

Parte

2.*,

pag. 23

25 e

a'

seg., e

principj del secolo

mi sono provato invano

frontespizio

eh' era scritto nel

primi due righi

pena

le vestigia

di color giallo

Claude,
ferro

il

stesa

mia

a richiesta

che scrivesse costui

sul

azzurro

il
,

MS.

di

proemio
e che

dai

Una mistura o

il

vernice

dal 3. al 7." rigo

resto dello scritto stato indarno

per

favore de* signori

che ravvivano

g' inchiostri

Reinaud e
di solfato di

Manco male
nome: Ego Paulus
non Lucensis certamente ). Quanto all' epoca
a risuscitare quest' azzurro.

valsero

Santinus Ducensis

l.

non so quando

che restano assai chiare e nette

in

ad inchiostro

che avendo

occhi

fu cancellato in guisa da restare ap-

leggitore; e

coi soliti reagenti

ma non

gli

per entro

a leggere

alcune parole qua e

di

scuro

aiuta pochissimo

cimentato

infuori

all'

potere

ci-

(Torino, 1841),

passim. Aggiunger solo

pi volte aguzzato e sforzalo a tutto


Parigi

XVI

la

quale

le

vestigia

signori

del

Reinaud e Fave per sem-

RASSEGNA
fanno

congetture

plici

XV.

secolo

Promis che

perch mi avviso non

Il

opera alcuno schiarimento suir anno e

per

primo

il

si

trovi ne'

si

conosca

lo scoppio della polvere

documenti

sarebbe utilissima

la fiss

ma non

regno

di

il

cose della Toscana

saper

meno che

suoi

guerra.

e la diligenza con cui


spesa

Ognuno
e come

Roberto.

tutto

menoma

da questa

si fosse

usato

perci dispero che

secolo. Se

pi antico che

il

archivi della Toscana

gli

anzi poco fallibile

nelle

di

rest

met del

alla

paese in che

una ricerca

esplorati Registri Angioini delFArchivio

strumento

par che non

potersi togliere

il

XIV

italiani del

oggi quel di Firenze del 1326, non solamente

fin

dovrebbero frugare a questo scopo

mal

373

sino al 1396

risalire

alcun dubbio sul giudizio del

DI LIBRI

protetti

qual

ei

non

un

d'

ha veduto

chi
vi

sa

si

tal

si

ma

ne' preziosi

Regio

di Napoli

parte

avesse Roberto

uomo

fosse

per

da volerne

nuovo e spaventevole

Registri Angioini di Napoli,

menomo

notava ogni

rescritto, ogni

sar certo che se quel valente principe ebbe sen-

tore del trovato, die fuori qualche provvedimento che

ne farebbe

memoria.
M. A.

Storia de' Municipi

Italiani

notizie bibliografiche

no 1836-40;

illustrata

arti

di belle

I.

Pavia^ Novara, Faenza, Piacenza, Lodi.

Tardi imprendiamo a parlare


Carlo Morbio

non per fuori

di

questa dotta opera del signor

affatto

in corso la pubblicazione di essa, ed

mano
la

Storia

di

tempo

essendo sempre

avendo noi voluto averne in

parecchi volumi prima di darne un giudizio.

cosa

men
de'

inedili,

in 8vo.

Articolo
Ferrara

con documenti

da Carlo Morbio. Mila-

felice

Il titolo

forse

nell'opera del signor Morbio, dappoich

Municipj Italiani,

il

lettore

^a

diritto di

per

pretendere una

narrazione concisa dell'origine e de' progressi morali e materiali di


essi

di

municipj

documenti

quando invece non

vi

illustrativi delle storie

trova che una pubblicazione

municipali,

preceduti da

un

RASSEGNA

374

DI LIBRI

breve cenno, spesso pi topografico e annedoUico che istorico. Nella


prefazione del volume ha
nito

il

chiaro Autore pi giustamente defi-

il

Trovandomi possessore di molli e


mi sappia non mai fino ad ora man-

suo scopo, allorch dice:

preziosi documenti, che io

stampe, ho deciso di pubblicarli, con illustrazioni speciali


Municipj cui appartengono . E difatti i documenti sono il prin-

dati alle
ai

cipale dell' opera

che appunto per questo avremmo intitolato Do-

cumenti inediti illustrativi della storia


ci

non per depreziare l'opera

de'

Municipj

del signor

metterla nel suo vero punto di vista, dappoich


nicipi assai

men

come

cosa che

Per intendere pienamente

sguardo all'epitome
parla dell'Ariosto

come

Diciamo
per

solo

storia de' mu-

raccolta di documenti.

primo municipio

del

ma

scopo dell'Autore basta dare uno

lo

illustrato, Ferrara.

cui trovavasi Ferrara

dello stato in

Italiani.

Morbio,

Si

tempo

nel

del cantore di Orlando, de' suoi spettacoli, de'suoi tornei, quindi del

clima, e da ultimo della Badia Pomposiana

con noi, e primo

il

Tutti converranno

(1).

signor Morbio, non esser questa una storia di

Ferrara; della quale non vediamo accennata l'origine, n descritte


le vicende,

n ricordate

la potenza. ...

un

le

forme politiche, n l'estensione,

varie

cenno erudito

precede trentatr documenti

di

18 facce di stampa

inediti spettanti

alla

storia

che

della

ce-

lebre Badia Pomposiana.

L'Autore descrive Pavia, e


Boccaccio

la illustra

Scaramuccia e Vasari

con alcuni passi

egli arricchisce di

di

zione questo suo scritto, e di una erudizione non verbosa,

Non

bria e stringata.

ci

Dante,

molta erudi-

ma

so-

riuniamo per col signor Morbio nel voto,

che le carte diplomatiche (esistenti

diplomatico

nell'Archivio

di

Milano) venissero restituite alle

singole citt lombarde . L'Italia

ha

pi che di suddividere

di

chivi.

bisogno di

Una

delle

centralizzare,

maggiori

la gran divisione de' documenti

gran numero

di citt

archivi particolari.
di viaggi,

(1)

agevola

ricerche e

Sonvi de' cenni pi eslesi

anche ve ne sono

di

sulla storia del quale

meno

perloch

ar-

suoi

nostri eruditi

di

conventi

un
di

fa

risparmiare spese

confronti, e d

un mezzo pi spe-

de'
1

documenti

d'uopo visitare

di castelli, di collegiate,

La riunione
le

che incontrano

difficolt

quello di

Novara a cagion d'esempio; ma


municipio, come Faenza,

estesi; e v' qualche

non ha creduto

il

signor Morbio spendervi un sol rigo

contentandosi della pubblicazione di qualche documento.

RASSEGNA

DI LIBRI

375

dito, sia a' governi, sia alle societ storiche, per la pubblicazione di

raccolte

meno incomplete che

sia possibile.

signor Morbio ha pubblicato quattro documenti inediti spet-

Il

ed un elenco ricchissimo degli

tanti alla storia di Pavia,

scrittori

di cose pavesi.

Le

carte diplomatiche novaresi

molto rare, dappoich quando

Novara

pure

il

insieme

mettere

che spargono molta luce sulla storia


In quanto a Faenza

il

di

arsi

sono

occup

Monferrato

di

pi parte de' pubblici archivi furono

la

signor Morbio pot

XIV

al secolo

anteriori

Marchese

il

dispersi

documenti

trentuno

quel municipio.

signor Morbio ha tradotto e pubblicato

una lunga Cronaca di quel municipio, la quale comincia dalta


e termina colla reddizione a papa Giulio II.
di Faenza
ma
Pe' tempi antichi, la Cronaca piena di favole e d'inesattezza

fondazione

dal secolo

XIV

conoscere

la storia

quali

un documento importante per chi


faentina. Seguono parecchi documenti,

in poi

capitoli segnati col

duca Valentino nel 1500,

pubblica di Venezia nel 1503

Quattro sono
blicati dal signor

con cui

fra

Morbio, uno

pub-

storia piacentina

alla

de' quali

un diploma

di

G. Galeazzo

Pavia trasferito a Piacenza. L'Autore in

parla

quelli colla re-

e quelli colla Sede Apostolica nel 1510.

documenti spettanti

lo studio di

dotta digressione

voglia

zecca

della

Novara

di

una

monete

delle

de' Farnesi.

in

La storia di Ferrara e di Pavia fu ristampata dal signor Morbio


un volume in cui vedesi aggiunta quella di Lodi, e due ricche
,

appendici, a Feci giunte e correzioni


di

Ferrara, e pi ancora a quello

mente, che per quanta cura ponessi

Pavia.

sima opera

Rerum Pompasiarum

V. Placido Federico

al

municipio
ingenua-

anche ultimamente, nel con-

da questo lato molto a desiderare

auctore

Confesser

Pomposa, pure

sultar codici, per ci che spetta a


lascia

dice l'Autore

di

historia

monacho

Neil' elenco degli scrittori di cose pavesi

et
,

il

mio lavoro

tanto pi dopo la bellis-

monumentis illustrata
lectore

credetti

Casinate

bene omettere

prolusioni pel cominciamento degli studj, per lauree, ec. ec.

....
le

avendo

invece arricchito quel catalogo di nuove opere che pi direttamente


spettano alla storia della

citt.

Lodi. Colla scorta degli statuti

dipingere

le

condizioni

gli

di

Tutto inedito

quanto spetta a

quel municipio mi

usi e le

costumanze

proposi

di

dei Lodigiani nel

RASSEGNA

376

DI LIBRI

trecento, epoca tanto oscura e tanlo dimenticata


illustrano

parlano

(l). 1 documenti
tempi successivi ; ed alcuni tra essi sono preziosi perch
,

conGni, di ragioni e di

di

d'acque, argomento im-

diritti

portantissimo per un paese, ove l'irrigazione una delle sue principali ricchezze .

V erudizione

la

sono

filosofia

fondamenta della storia

le

giacch senza erudizione avremo sogni di

una congerie

sofia
glie
la

fatti; la filosofia,

Non dee per

Taltra

lo

credersi che

possa essere veri eruditi

senza possedere quella critica intelligente ed


gloria la

pi grande, e forse la

Muratori. La pubblicazione

di

meno

dappoich quando

la

alla

luce

di

noto e

d' ignoto, chi

di

documenti

istorici,

solo alla scelta


di editore

andr scevrando

Pu un erudito

ma

grano dalla loppa, l'oro

limitarsi a pubblicare

una

collezione

senza aggiungervi nulla del suo, e badando

allora egli dee contentarsi della modesta gloria

dall'

obbligo

prefazione, o con note; e ci

signor Morbio

voluto. In ogni
di

che
vero,

e di

se per egli ambisce la pili splendida gloria di storico,

non pu esimersi
il

il

ci

tutto

falso

fa-

ottenebra;

di rischiarare,

stampa avr messo

la

sommo

quel

di

serbasi ne' nostri archivi; in quella farragine di

dall'orpello ?

forma

acuta che

avvertita,

documenti o apocrifi, o noli, o

nessuna importanza, lungi

volosi, o di

questa

ambidae hanno

spirito:
si

filo-

La erudizione racco-

idee; quella mostra le autorit,

le

ragione; T una la materia,

uffici diversi.

senza

filosofanti, e

inutile di date e di nomi.

d' illustrare

avremmo

suoi documenti

e ci avrebbe potuto egli fare

modo,

la

o con

desiderato che avesse fatto


,

sol

che

lo avesse

sua opera merita lode sincera, come una

quelle che tendono a preparare

italiana, ed a mostrare che

il

grande

edificio

scuola degli Ughelli

la

raboschi, de' Muratori, non priva afatto

della storia

de'Maffei

de'Ti-

di eredi.

E. A. A.

qal d'accordo col signor Morbio; crediamo anzi che in


medio evo il trecento sia precisamente il secolo pi chiaro
e pi studiato; se non foss' altro a causa della Divina Commedia.
(1)

Non slamo

quelle tenebre del

RASSEGNA

DI LIBRI

Milano e il suo Territorio. Guida della


in dono agli Scienziati Italiani nella
Milano 1844. Volumi 2 in 8vo grande
In Italia, dal 1839,
adottati

Germania

taggi che alla

guirono
civilt;
di

r incremento

che noi, pi

di

alla

d'

Francia

Scienza

della

riunione.

loro

con tavole.

ottenerne

ammessi

tutti

quei van-

e air Inghilterra ne conse-

con esso

quello della

ogni altro popolo, abbisognamo d'un principio

unione nella scienza e

perch l'esser

Milano, offerta

citt di

sesta

congressi scientiGci vennero

pure possiamo sperare

e noi

377

dell'

alleanza

Scienziati

degli

loro

tra

uni agli altri, e fuori

divisi, e l'agire estranei gli

della vita, secondo la propria impulsione, carattere speciale degli

uomini

dediti al pensiero, antica

di ci,

non ultime

s'

e le accademie in letteratura

due

Che

di gloria;

pi tardi, fuori della

se

tra

cause

le

municipio in

politica,

istituzioni strettamente

insieme

un tempo furono

congiunte.

piaga d'Italia.

hanno ad annoverare
all'

il

Italia

mezzo

stagione,

loro

e stromento

furono causa

le

potissima di sventure; perch, per esse, nella nostra nullit politica

durarono troppo lungamente

gonfie millanterie letterarie.

le

Al congresso, dunque, con tanta


di
il

rianimare ed unizzare

felicit sorto in Italia

accademie, e far opera

le

di

spetta

compensare

danno che da esse ne venne alla nazione. E se discordia e rivaastiose le accademie produssero, il congresso concordia d'ani-

lit

mi

ci

ed armonia negli studii

frutti

vocati a

e gli uomini di lettere, con-

pubblicamente discutere della scienza, v'imparino a meglio

conoscer s e

gii

rale unione tra

patria nostra

da noi per

e ad amarsi

altri,

e diventino vincolo della

provincie italiane

le

onde

sublimi destini che da Dio

lungo tempo

mo-

possa raggiungere

furono assegnati

le

la
,

traditi.

Oltre questi bonefizii generali da conseguirsi, altro non piccolo


se n' conseguito

conviene

il

nicipio della citt


lata

avendo

congresso,

si

dato

occasione

che ogni

medesima

offre

in

dono

agli

da uomini prescelti tra coloro che sanno

sima

diligenza

sopra

un

piano

e in

volere dura

ispecie la statistica
tra

Ap. Voi.

pochi
II.

anni

il

cui

mu-

Compi-

Scienziati.

eseguita colla mas-

vast^ente concepito, abbiamo


le industrie
arti
come se il buon
e gli storici studii

fiducia che ne saranno avvantaggiale le

merci

citt in

venga pubblicando una Guida, che

molte

delle

citt

48

italiane

avranno

RASSEGNA

378

DI LIBRI

apprestato, rovistando negli archivii,

gegno

opera creato,

tant'

rimane

tuttora

pubblicate

nome

il

ed

il

prima pagina

sin dalla

sia

potr scrivere

titolo

Istituto

Istruzione

suo Territorio

il

vastit del concetto di chi la

la

rivela

compilava;

Capitoli

Beneficenza

biblioteca

Chiesa

e riti.

membro

Biblioteca Ambrosiana.

Giacomo Ambrosoli.

e costituzione geologica.

Geografia fisica

Bar-

ab.

Giuseppe Sacchi.

del Dolt.

Sono del signor


Ambrosiana

trattala.

prefetto della

Igiene, dei Dottori Giovanni Strambio e

del Dott. Giuseppe Balsamo-Crivelli

che

dei varii collaboratori rassicura, che ogni singola parte

tolommeo Catena

naturale

potente d'in-

la storia d'Italia,

per ogni rispetto, qualunque

Milano

per essere adequatamente

dell' l. R.

necessarii per
il

all'occorrenza del congresso, l'ultima

quella di Milano, pareggia

altra precedente

sulle quali

desiderarsi.

Delle Guide
in data

documenti

memorie municipali,

istcndere le loro

Collezioni di storia

professore di storia

RR. Licei membro dell' 1. R. Istituto.


Commercio e industria, del signor Ambrogio Campiglio, membro

nelli II.

della

commissione d'agricoltura della Societ d'incoraggiamento.


dell' Ing. Albino Parca; membro della commissiono

Agricoltura
d'

agricoltura della Societ

Archimi

del

conte

incoraggiamento.

d'

Pompeo Litta-Biumi

Istituto.

Biblioteca e
colte Verri

museo Trivulzio

Taverna

Museo Palagi

Gabinetto

Mulazzani

membro

dell' I.

numismatico

Beccaria Armeria

del Dott. Carlo Zardetti

Direttore dell'

Rac-

Uboldo
I.

R.

R. Gabi-

netto numismatico.

Lapidi

dei Cav. Giovanni

Vicende

dell'

Contorni
Gli

altri

architettura

Labus

dell' ing.

membro

dell' I.

R. Istituto.

arch. Luigi Zatti.

del prof. Achille Mauri.


capitoli

ed

articoli

redazione

la

generale

del

Cav. Cesare Cant.


Di

uno schizzo

storico

premessovi dal signor Cesare Cant,

primo luogo discorso nell'Appendice dell'Ardegno sia


chivio Storico Italiano; e ci faremo nel modo che si comporta da
un lavoro tracciato tanto rapidamente toccandone per sommi capi.
Avendo l'A. a dar contezza della citt e popolo di Milano ritenuto in

sale alla

prima sua origine

paese che poi form

il

bel

allorquando

Galli che abitavano nel

regno di Francia, legati in una

confe-

RASSEGNA
dcrazione (an. 1400
dei prodi

Po

nome

che dal

bassa Ombria.
alle terre

le

Di qui

oblonga

Costoro,
Rezie
brii

chiamarono Is-Ombria

paese

al

il

nome

d*

Insubria

tipo gallico, in ispecial

il

larga ed alta

fronte

la

modo

nel contado,

naso ricurvo in

il

jd.

furono dagli Etruschi, venuti

nel mille,

per

l'Alpi

spossessali della terra e dei seicento loro villaggi. Gl'lnsu-

insofferenti di giogo,

cio degli uomini e

e vennero a stabilirsi nella valle del

venne

mento prominente

il

loro e dalla posizione

cento, alle fisionomie

basso

Alpi

379

tante denominazioni di (Celtica radice, al parlare Tao-

le

colla testa

Ombra

av. G. C.) detta

passarono

DI LIBRI

ripassarono

Alpi; ed alcuni

le

Ticino e l'Adda difesero la loro indipendenza. Gli Etruschi


addestrata

capanne Galliche sostituirono dodici

alle

fra

il

gente

citt

forse

memoria della lasciala patria, divisa in dodici corpi civili), ed


ognuna era a capo d'altrettante divisioni politiche, e il paese chiamarono Etruria nuova.
Ma Belloveso nel 587 con una banda di Biturigi Edui rverni
Gessati
Ambarrei varc il Monginevra cacci gli Etruschi del paese posto tra
fiumi Ticino, Po, Serio, Adda; e sconin

degl'Insubrii

tratevi le reliquie

nome;

e, qui

di loro,

com'erano, rimase altro monumento se non una


cui avevano dato il nome di Milano, che dal tedesco

borgata, a

Med-lan

mutando signore
al suolo; e la
civili

loro

il

incolti

May-land^ vorrebbe
gallico

adott pe'suoi

primitivi,

fermatisi, sostituirono la vita slabile all'errante

dire paese di

Met-lan

mut natura

pace permise

degli Etruschi

si

maggio

mezzo

in

ristabilissero e

continuava

sin

fertile paese, dal

pianure.

paese,

il

e la servit non tolse la feracia

e vincitori e vinti

commercio che estendevano anche


mezzo d'una gran strada che pel
del Mediterraneo

ovvero

alle

tra

compiessero

le

opere

diedero ad attendere

si

al

loro fratelli transalpini, per

Tenda

colle di

oltre

e poi pel littorale

pirenei orientali.

Ogni

borgata aveva un capo gallo, ogni popolo un Brenno. Veneravano


nel sacro orrore
1

druidi

dei boschi

la

forza della natura; religione di cui

erano sacerdoti, Esus e Odino

gli

Dei, e vittime

umane

l'ostie espiatorie.

Da

qui

si

sero in forse;

partirono

ma

Galli ad assalir

l'oche

del

dice l'autore con concetto moderno:


di chi difende

la

patria

Roma,

Camf/ldoglio

D'allora

la

cui destini mi-

salvarono; o,

Non l'oche.... ma

Roma

costitu

il

come
valore

un tesoro ap-

,,

RASSEGNA

380

DI LIBRI

non toccarsi se non quando

posta, da

Galli minacciassero, ne

tenne sicura finche non ebbe dominata


essa

intitol

l'

Insubria.

223 avevano varcalo

nel

Ma Lucio
il

Furio e Cajo Flaminio

Po, furono

con

s'allearono:

loro

essi

quali,

tanta

antica

suolo! Nel 222, Marco Claudio Marcello e

compirono, uccidendo

ma

di lor

possa avevano

fatte, a

su

fellonia

la

questo

Gneo Cornelio l'impresa


i

quali, tratte dal

immobili (bandiere d'oro), l'estre-

Milano soccombette, poi

l'altre citt:

pi fiora che s'udisse, o per ostinazione degli animi o

la

per ardire

o per atrocit

di cavalieri

d'eserciti e d'uccisi

mente

le

che erano

causa comune,

la

maggior parte de'Galli,

la

tempio della dea della guerra


guerra

Cenomani

disertata

che

ebbero a cer-

sconfitti; ed

car rifugio sul bresciano e veronese tra


nel 521 dalla Gallia venuti;

come

Cisalpina,

gallia

la

pace del terrore

fiore de'Galli, e la

il

romana

provincia

stabil.

vi

gallia Cisalpina, fra gli altri

la

numero

battaglie o per

di

Marcello trionf e scann a Giove atroce-

o.

verno Cicerone, e Bruto

uccisore di Cesare;

scrive della sua organizzazione politica,

Ridotta a

l'ebbero in gol'A.

modo

in tal

Nei municipii

poter

il

sovrano sedeva nelle assemblee del popolo, l'esecutivo nel senato


decurioni,

dei

il

giudiziale

duumviri che pronunziavano

nei

di

conserva col giudice; erano adunque, in certo modo, repubbliche


Ma
diritti civili nazionali
un impero
se non a quelli che erano potuti salire alla

sotto la protezione d'

non s'appartenevano
cittadinanza

e se, dopo la guerra sociale

esteso fino alle Alpi


la

gallia Cisalpina

modo Milano

in tal

venne abbracciata nella cittadinanza romana; e

suggellati a

Ma

una

fu ascritta ad

e teneva comizii propri

((

Roma, per

valere

la

delle trib della metropoli

e, raccolti

come

voti,

mandava

li

fossero dati di presenza .

con ci appunto, stendendo a

aveva compiuta

diritto italico erasi

il

solo da Giulio Cesare dittatore, nell'anno 48,

tutta Italia

sua missione; ed un'altra

suoi diritti,

Roma

stava per suc-

cedere a quella degl' imperatori. I barbari del Settentrione


cipitavano sul mezzogiorno rapacemente

spaventato

suoi imperatori

e di ferocie voluttuose

venivano

a risiedere in certi tempi


di G- C.

fu
e

dell'

Massimiano Erculeo

pubblicata da Costantino
in

Milano, nel 355

la

mondo romano erane

sonno

si

di volutt feroci

in

Milano

finche

295

nel

pos stabilmente; e da Milano

legge di tolleranza

ebbe luogo un concilio

provvedere contro l'arianesimo.

pre-

si

per esser pi presti alla difesa

anno
vi

riscossi dal

il

Roma

di

di

tutti

culti

300 vescovi

per

RASSEGNA
Qui
di

DI LIBRI

381

trattando del quarto secolo dell' era cristiana

i'A.,

Sant'Ambrogio leva

in

nome

voce a protestare contro avvenimenti

la

sangue. Noi dovevamo narrarvi a lungo

di

cure d'un pastore che

le

per venliduc anni fu anima della chiesa d'Occidente, e che tuttora


si

venera con

di

flagello e

che

Ma quando

affetto.

sangue ne corse

il

il

vediamo sugli stendardi, armato

a cavallo, e udiamo che


a

macello degli Ariani,

f' tal

Santo

innanzi a

rivi

Stefano

che San

ha nome dal sasso dal quale mont a cavallo

Nazaro Pietrasanta

la Madonna del Monte in


rammentiamo ch'egli diceva:

per inseguirli sino a Varese, ove alz

memoria

sterminio;

del finale loro

Tirannide del sacerdote

sua debolezza; l*armi che

la

sono P orazione, la misericordia

vesti

mai ammettere

alla

il

quel santo vescovo che troppo lungamente fu da

tito;

mi

sua comunione Itacio, vescovo spagnuolo, che

era stato cagione della morte di Prisciliano eresiarca


di

Cristo

digiuno, e che non volle

Esempio
men-

altri vescovi

e I'A., seguendo via via le vicende che l'organamento

della

chiesa accompagnarono, mostra siccome con esso lo sviluppo dell'ele-

raento popolare avvenisse. Noi ci arrestiamo volentieri su questi


passi pi oscuri

perch trascurati

lare nulla offre di rilevante

perch

partico-

la storia

perch troppo importa

vedere

il

come, da servi, noi diventassimo uomini, poi cittadini .


E vorrebbe I'A. poter determinare esaltamente siccome punto
,

di

gran conseguenza, l'epoca

munit o

il

documenti

diritto di

non

in

in cui gli arcivescovi ottennero l'im-

ma, per

giudicare e deliberare;

grado

di farlo.

difetto

di

Solo nota, che Alberto da Bias-

sono, neir 868-81, era gi fatto potente.

La corona imperiale passala

magna dipendente

la sorte

nel

900

Tedeschi

ai

dominio: e principati e repubbliche, signorie e contadi, go-

l'alto

vernandosi a piacimento, erano tenuti a prestar


sovranit e

governo,

Ma

di

militare servizio,

il

rimanendone

omaggio

loro

l'immediato

ai nobili

cui troppo presto abusarono.

l'abuso d'una parte provoca a tutelare

e l'offesa legittima la difesa. Gi


l'ollraggio cresceva

quando

la

il

diritto dell'altra,

soprusi s'orano moltiplicali,

violenza

di

Corrado

contro Eriberlo arcivescovo ruppe ogni dimora, e da


si

fece dall'Ale-

avevano gl'imperatori

d'Italia, di cui

imperatore

ambe

le parti

die di piglio alle armi. Eriberto arcivescovo, governatore e gene-

rale,

guidava ordinandole

contro

nobili

strette al carroccio

che furono

vinti

dopo una

le

milizie ragunaticcie

lolla

che non

tosto

RASSEGNA

382
cess

poco
che

mezzo

e frattanto, di

l'A.

comandare;

fosse lecito a' nobili

un soldo

sette lire e

il

ma

come

trattarla

brigavano, e

privilegi!

intendiate

ma

voleva non

plebe;

la

non

bestie;

privilegio,

potere

il

y).

bench lontana

dell'opera d'

(1).

Ma

l'

Veduta a prova

importanza del posto, molti

l'

l'invidia di

Napoleone,

si

vide, a Canossa,

umiliato a'piedi (egli nato figliuolo d'un falegname

rati

una lunga

di

gli fece

passione

serie di re

aspettare la comunione e

umana che

(2))

il

superbo

e per tre giorni penosamente du-

il

suo perdono

eccesso di

riaccese la guerra diuturna di secoli.

Alla Chiesa pertanto in guerra aperta coli' imperatore

gnava

dalla

Ildebrando sorse a muover guerra, e Gregorio VII,

quest'uomo che moveva


erede

un

re pretendevano nominarlo o designarlo almeno,

e poi investirlo (l'eletto) in grazia dei feudi ch'egli teneva

corona

per

non crescerle a

dal popolo eletto e da' cardinali, canonici ordinarli

della metropolitana.
lo

N per

un

plebe

la

qualche

uccidere qualunque plebeo

ci era stato conseguenza

arcivescovo,

cr

non aspirava

a tanto

talento le angherie personali

acquistando

in queste parole definisce

di

diritti

commozione

a quella

riaveva e andava via via

si

DI LIBRI

abbiso-

un centro da cui partisse con unit di mire la direzione d' un corpo cos vasto e diverso e per Anselmo da Raggio,
l'Ildebrando, e San Pier Damiani, fecero ogni opera per ridurre
la Metropoli milanese in una pi immediala soggezione da Roma:
stabilire

e fu allora che al sacerdote

perch

Roma

venne inibendo

queir estremo pericolo abbisognava

in

d'

di

tor

moglie

uomini pronti e

volenterosi ad ogni sbaraglio.

Abus l'arcivescovo il potere, come il conte l'aveva abusato;


popolo impar a far senza dell'arcivescovo, come gi aveva
imparalo a far senza del conte; e costituissi in comune, affidando
suoi diritti a magistrati da lui eletti col nome di consoli, rimemed

il

branza dei tempi romani. Sulle vestigie ancor rimaste degli ordinamenti municipali del bass' impero, si foggi il nuovo comune. Di
tre corpi si

componeva

capitani

cio

vassalli

immediati del re

valvassori, che teneano feudi dai capitani; e cittadini liberi. Allora

Milano arricch e divenne potente

(1)

Ci

mi rammenta

mal fu madre
(2)

e poi

si

V esclamazione di Dante

ec. ec.

Volgi, Storia

di

serv

Gregorio VII

lib.

1."

danno delle

citt

Costantin di quanto

RASSEGNA
vicine, della

sua potenza: d'onde

(Giustizie

suoi

rivalit

Germania

tempi)

benediva questa concordia

III

di Costantinopoli

imperatore

l'

vi

mandavano

vinsero,

italiane

le citt

antiche

le

all' Italia di tutti

re d'Inghilterra, quel di Puglia, alcuni prin-

il

fin

conforti e danari

esempio

Papa Alessandro

d'italiane volont;
cipi di

che facendo obliare

strinse in lega (santissimo

383

calata dell'imperatore, le sue

la

furori ubriachi

lombarde,

le citt

DI LIBRI

rotta

la

Legnano impresse

di

un'onta indelebile sulla corona che splendeva sul capo ai Federighi.


Ma colla libert nelle citt non era pace. I vecchi feudatarii
,

contro

nuovi; contro

proprietarii

l)ellini

primi

cratici quelli

per via

dell'

indipendenza

le citt tra

incapaci

papa aderenti

una

l'

una usurpava

in

il

il

delle

le

II

il

1535

Colla pace di

essendo

comune.

medio

Il

d'onde

suprema

ragione

politiche

di

quel tempo,

continuamente nasceva

proprie forze.

primo

l'

de' quali

tocca dei Visconti,

investitura dello stato e

danaro,

titolo

il

conferm

la

suoi predecessori avevano sancita

spensero con Filippo Maria

si

una nuova

a Milano

cesco

uni

gli

libert.

la

Visconti

condizioni

citt colla

Vinceslao imperatore, che, per

Costanza
I

migliori

combinazioni

tirannide sopra un paese, di cui


a

demo-

diritto individuale co' doveri del citta-

Poi, con rapida successione T A.

Duca

altri

bene dell'Italia

Ma

protettrice della libert

sull'altra,

che ne logorava

lotta

Gian Galeazzo dimand


di

gli
il

secondi dell' unit

reciproca

l'indipendenza

della loro unione; e nelle

sempre

imperatore

primi volenti

loro vertevano

una legislazione

d'

evo non sapeva conciliare


dino,

all'

quindi

fazioni de' Guelfi e de'Ghi-

intanto contribuendo a scassinarla con odii ereditarli .

e gli altri

al

questi aristocratici

stavano:

proletarii

rivalit, parti, e studio di parli, e le

gli

Sforza

e la conquista

quale

la

impose

con Fran-

fin

e fu r ultimo principe nazionale per la

Crepy

a dar un' idea

schiatta

Lombardia.

Milano divenne spagnuolo sotto Carlo

giusta di quella dominazione

riferiamo

le

parole

cloquentissimc dell'A.

Tra

Morone
rovina

che ne

molti illustri di queir et non va dimenticato Girolamo

conte

gli

di

Lecco

scaltrito politjco,

che cerc campare dalla

Sforza e la patria, poi congiunger l'Italia in una

salvass<^

l'

indipendenza.

Ma

questa

era

perita.

Carlo

lega

colla bolla d'oro del 154.9, stabil l'ordine di successione di questo

,,

384

RASSEGNA

DI LIBRI

suo

Filippo

ducato nei discendenti


infeudata

il

cominci

di

5 luglio 1546

figlio

li

onde restammo

l'aveva

Spagna

alla

pi deplorabile tempo della storia nostra.

il

Gian Galeazzo aveva gi creato un consiglio secreto e un di


perch a suo nome governassero lo Slato , e decidessero

giustizia

XII un

nelle cause civili e criminali fra privati. Luigi


sigli

quale

al

uniti

nel senato con

due

prelati

voto avvalorar gli editti regii

cause private

nominar

civile

1'

del

giuris-

col

loro

re

nelle

avvocato del

mentre

militare

due con-

quattro

nome

diritto e la legge

il

un governatore

presentato da

sentenziare

professori di Pavia

Rappresentava dunque

quattro militari

governatore, che doveano

vita, indipendenti dal

periti a

re era

il

rap-

conseguenza

in

fisco.

sempre in lotta e rivalit col senato, che finiva col soccombere.


Prima dignit, dopo il governatore, era il gran cancelliere, istituito da Luigi XII, e che era anche presidente al senato, carica
dappoi
eletti

separata.

Il

gran consiglio componevasi

prima a suffragio popolare

in

fermati dal governatore


d'

un

di sessanta nobili,

poi dal consiglio stesso e con-

e che proponevano la tripla per la

vicario di provvisione

di

due assessori

nomina

e dei nobili applicati

alla giudicatura.

mutamenti di Giuseppe IL Ma questa


abbastanza buona perch fondata sulle abitudini an-

Tale forma dur fino

costituzione

tecedenti del paese


di

miglia

era guasta

provvedevano

terrogare la volont e
ai

al

pena trenta sarieno


fossero poi

Spagna

la

comanda a Madrid

chezza

del

ministri del re

le

a Milano

corte cassato la decisione di uno di essi

consiglio secreto di Stato

che

rosicchiavano, a Napoli mangiavano

re

Le nuove

in

mentre ap-

bastali a inlendere quella complicazione. Quali

un

in-

arbitrii

come

soldati

lo pi tre anni (1)

Il

delle arti

(1)

costumi nostri e

duravano per

avendo

che ne faceva anche

lasciavano molti

Assistevagli

questi rispose

comuni

lontani centinaia

bisogno, e senza mai

il

mostra un proverbio corrente

lo

in Sicilia

divoravano.

a'

Re

nell' applicarla.

caso dopo

bisogni

governatori, che stranieri

paese di conquista

di

ai

veci

io a
,

Milano.
di venti personaggi

quando mancasse.

costituzioni furono pietra infernale del

commercio,

sapere. Allora inaridirono le fonti della pubblica ric-

diffusa l'idea che

il

commercio derogasse

Se ne cambiarono 36 in 150 anni.

alla

nobilt,

,,

RASSEGNA
signori ritiravano

tura

capitali

DI LIBRI

385

e quella prosperit di traffici e di col-

ridusse a un vuoto di abitanti e di danaro. Quelli fuggivano

si

abbandonando

campi air insaziabile erario il danaro era ridotto


che perpetuavano in mano de'pri-

negli scrigni di pochi doviziosi,

mogcniti
figli

inerte ricchezza per

la

eran obbligali

n)inori

Enormi eran

tasse,

le

via

fedecommessi

di

al

chiostro

la

citt

dovea

mentre

serventismo.

vizioso

al

2,103,583

l'anno,

lire

mentre non ne incassava che 1,426,700. Son, fra tante altre nell'archivio civile le istruzioni date nel 1660 da questa citt al dottore
Danese Casati, orator destinato al re di Spagna, ove si calcola
,

che una sola bocca

un anno per

in
<(

Milano paghi sino


.

attinente al vitto

somma

humano

somma

una sola bocca


65 in un anno per

di lire

delle relazioni

civili

ghietture

politica era,

delitti

di vigilanza, di

confermare

dalla

nell'

come

preso in sospetto

moltiplicati

ma

pochi buoni

zione de' poteri politici, fiacchi

L'economia

il

pi

pensiero

il

sopra

questa

in
il

campagna
altri

il

disegno

ribaldi

di

lente declamare
sassinio

fin

di

effetti.

vane con-

la

stampa

senato, coir assurda autorit


,

togliere e dare

gli statuti e le costituzioni

masnade che

che

gli

assassinassero

procedere contro

fortificati

ignoranza

per convincer

era

tribunali rirei

a baldanza infestavano la

non sapeano liberarci che col promttere impunit ad

delinquenti

pedivano

dalle

cosa

paghi

d'educazione,

di sussistenza,

cassare le costituzioni del principe

mentre

ogni
citt

per

una scienza

correvano a torture spasmodiche ed arbitrarie


innocenti

in

vitto .

cattivi

ridotto a poco meglio che un' alta corte di giustizia.

g'

65

dice, che

impulso, manchevoli negli

mancanza

qualunque dispensa anche contro

si

inosservati per trista disposi-

la fisica,

processura certa;

di lire

1690

solo respiro esente dagli

il

Ordini e bandi fioccavano

di

alla

in un'altra del

calcolandosi che nelli dazii accresciuti

sino alla

hanno che

poveri sudditi non

questi

aggravii

in

solo vitto

il

il

(1)

mentre

nei castellotti e cinti di bravi

delle grida

nel bel

mezzo

privilegi

im-

nobile e l'ecclesiastico; e gl'insigni


,

sfidavano

l'

impo-

e trascorrevano al latrocinio e all'as-

del giorno e della citt.

(1) Son rimasti di fama popolare Balti|ta Scorlno e Giacoino Legorino


d'una banda di forse 60, che, infestato per molli anni il milanese,
nel 1566 furono poi coi compagni sottoposti a supplizli
che fan (|uasi orrore
quanto
loro misfatti.

capi

Ap. Voi.

11.

iy

RASSEGNA

386

poveri sapevano che dai ricchi

ff

DI LIBRI

numeravano

in citt

1500

da

cavalli

115

sella

a sei

tiri

vedevano

tiri

pan

il

a quattro

d*

oro

103i a due,

con cui quelli dai cocchi e

fasto

il

mangiava

437

dalle cavalcature lasciavano cascare un'occhiata sprezzante su' loro

cenci; tremavano degli sgherri e della corda disposta su

piazze

tremavano

bravi

dei

dai

assoldati

signori

tutte

le

tremavano

dell'inquisizione, tremavano delle streghe, moltiplicate quanto pi


se ne bruciavano

fiacchi terrori

fra cui

di

era scritto

dei governatori

s'

accorgevano per

ponevano quando volessero segnalar


guerra o con

edifzii.

questo dominio

tutto

fabbric attorno

e merit

Simonetta

bene degli

di Sessa

non

Cordova

si

ai

famosa per l'eco.

villa

non pro-

sobborghi

Il

la

mura

che

gli

conte di Fuentes
de'vicini.

alla libert

voleva imporci l'inquisizione alla spagnuola, se

amare

tanto

che

Don Gonzalo

fossero opposti a quest'ultima rovina.

f'

qualche

comprendendo che

appaltatori

suo tempo tenne armati, minacciosi

il

duca

nostri

la

Cos Ferrante Gonzaga

popolare

che tuttora sussiste


regalarono

gravezze che im-

le

loro reggenza con

la

conquista era mal sicuro dai vicini

di

tetto dall' affezione

Il

indecorosi patimenti

mente per sin le feconde memorie del passato.


Dei re apprendevano il nome dalle gride, in testa alle quali

caddero

l'accompagnarono per

partendo

porla Ticinese a torsi di cavoli, ch'egli sopport con eroica gran-

dezza d'animo.

paghe, e Madrid non ne manda

soldati vogliono

onde don Pier de Toledo permette


privati.

Il

duca

periscono

fatto

cipe di

Feria

di

si

compensino

proibisce di portar fuori armi

vivissime manifatture. Cos via via

le

Vaudemont

che

alla Bellingera

sin

detto

al

prin-

teneva una villeggiatura,

voluttuose avventure davano a noi materia da

le cui

colle sostanze dei

mormorare

a molti da invidiare.

Unica interruzione

che

alcun de' principi

alla

monotonia del

faceano quando nascesse

si

cos

dur

il

venisse

s'

soffrire

erano

le

feste

ammogliasse o morisse

in

quel

dominio

austriaco della casa di Spagna


stria

alla morte dell'ultimo re


onde pass in dominio dell'Au-

sino
d'

1715.

L'A. parla a lungo, e con

animo grato,

Provincie lombarde ne vengono dalla


all'ultima rivoluzione; poi tocca del

e indiretto; poi

dell'

austriaco

che

alle

dominazione straniera,

sin

dei benefizii

dominio napoleonico, diretto

ripristinato

che

tuttavia

dura

RASSEGNA
con

finisce

questo

pensiero

Ma

DI LIBRI
qui

387

inaugurando coir amnistia

suo regno

il

cede

storico

lo

airesperienza di ciascuno; n alcuno dimentic

V uffizio

come Ferdinando,

meritasse V entusiasmo

e della speranza allorch venne a cingersi la corona di ferro. ... .

Altro articolo che

parimente

per

TArchivio Storico non dee preterire


Archiviti del conte

ricordare

Pompeo Litta-Biumi

non

gli

sugli

quello

premise un'epigrafe

cui

tolta dal Parini significantissima. Sin dal

dere, esser

sua speciale materia

la

di

principio l'A.

inten-

ci fa

Archivii di Milano disposti soltanto agli usi d'uffizio,

gi a quello degli studiosi

e ci dice egli da se

la parte

che

pi importante delle nostre memorie diplomatiche bassi a ricercare

a Madrid

Vienna

a scrivere

a Parigi

devastazioni straniere

documenti

nel

quale

fatta

regalie di varii contadi, e

Federico e dei Milanesi

pure

gli

documenti che

primo ad incontrarsi in questa rassegna


pi preziosi il Diploma dell' Il feb-

il

conservasi tra

vi

Un'edizione

tribunale di provisione

il

peratore Massimiliano I;

concessione

sono

citati

Milanesi di tutte le

ai

giuramenti

dell'

e patti di reciproco soccorso.

Atti sulla fabbrica del

bre 1387.

invasioni e

moltiplici

le

nostra storia un giorno avrehbcr potuto giovare.

la

^eVArchivio civico,
braio 1185

perch

disertarono col paese anche

in

Duomo

Imperalor

Gontien

cominciando dal 16 otto-

pergamena

dogli statuti novissimi del

10 settembre 1498; ed una grida dell'Imeditti

ed altre providenze

e la relazione

novembre 1628.
Vi pure un registro delle
ordinanze ducali del 1395 al 1570; una raccolta di dispacci sovrani
nomine dei gostatuti
sopra diverse materie dal 1400 al 1795
del tumulto dell' 11

vernatori dello stato

da Lautrec

sino

all'

Ferdinando

arciduca

entrate di principi e sovrani; e la coronazione di Napoleone.

Vi

si

trova parimente

dal 1537 al

1664

che

un

estratto delle tasse imposte a

che ripetemmo sull'avida e insensata


1536
una tassa detta mensuale
,

vano 12,000 scudi. 1545, censo del


1548, accresciuto

\mo. 1553,

il

mensuale sino

tassa de' cavalli.

1559, accresciuto

il

1554

di

pendio

met

di pi.

governo

mese

si

dove-

1547, dazio sulla macina.

scudi 25,000. 1549, dazio del

tassa sui fumanti

dazio del sale: duplicala

1564, accresciuta

ai militari di presidio.

quel

perch ogni

sale.

alli
,

natura

ossia camini.

la tassa de'cavalli, e

daggio e porto delle mercanzie. 1560, accresciuti


ziarti della

Milano

TA. per intiero trascrive a prova di quel

tutti gli

il

pe-

oggetti da-

la tassa de'cavalli.

1574,

sti-

1576, dazio sulla carne , detto del sesino.

RASSEGNA

388

DI LIBRI

1601

accresciuto lo stipendio

1613

accresciuti tulli gli oggetti daziarli.

1615

dazio della polleria

le

condotte militari,

1614

urbana

milizia

1627

del sesino sulla carne.

obbligo

1603, idem.

di presidio.

militari

ai

accresciuto

pagar

di

dazio delle biade.

dazio

il

coramissarii per

quali erano prima pagati dalla regia camera.

1628, accresciuto il dazio del vino. 1629, imposta sopra la pesca


del lago Maggiore, del Po e dell'Adda. 1631, mezz'annata. 1636, la

mezza per cento sopra i beni, ch'era dovuta dalle comunit ai


dazio
esse debbano invece pagarla alla regia camera

particolari

dell'olio: sulla legna da fuoco e d' opera

paglia
di

avena

lire

30,000; al commissario generale

al prefetto del militare


,

del vino

lino, Geno,

pietre, calcina; obbligo alla citt di pagare ai corpi

guardia annue

cina

su canape

della

il

1639

polleria.

verdi e secche

sulle pelli

mezza per cento sopra

ma-

aumentato

archivio

il
;

bovi;

de' vitelli e

censi

IMOO;

lire

dazio della

pane venale. 1640, istituzione de

dazio sull'acquavite,
sul cuoio. 1642

biade

delle

dazio del sale e del

11.000: accresciuto

lire

particolari.

dei

1650, un'annata a quelli che consideravansi immuni. 1652, aumenobbligo di


tato il dazio sui panni forestieri e sui generi di lusso
:

pagare

la

d'Italia in

pigione

casa

della

Spagna, detta lassa

poi sino a 40,000 lire

annue

reggenti

ai

il

supremo

consiglio

ascendente prima ad 8,

d' apossiento,

sulla neve o ghiaccio

dazio

della ferrata alla piazza de' Mercanti

mentato

nel

dazio

dazio dei solfanelli. 1659

dazio del sale. 1668, tassa

ed

cavalleria

della

au-

alloggi

militari, detta del rimpiazzo; dalle quali imposte, subductis calculis,

plusquam sexagies centena aureorum


1799

In quest' archivio dal

millia quotannis extorquent .

concentrarono

si

ministrazione generale di Lombardia

le carte dell'

am-

1802 quelle della Prefettura del dipartimento d'Olona; e per determinazione del governo
miitalico del 3 novembre 1805, vi si adunano tutte le matrici
;

e dal

nute, scritture originali,


razioni di agrimensori

alti

e carte, che hanno

architetti

ingegneri

e di

servito ad opetutto ci si va

formando per la scienza idraulica una raccolta preziosissima.


Al Civico succede l'archivio generale dello stato, che, dal
castello, fu traslocato nel

1781 nella vasta

casa dei Gesuiti a san

almeno 125,000 cartelle


classificate sotto vario titolo per matrice. Alcune carte antiche
concessioni e donazioni d'imperatori e di papi al monastero di
San Pietro in ciel d' oro a Pavia e vi sono tra queste autografi
Fedele,

e riordinato. Vi

si

contengono

RASSEGNA

389

DI LIBRI

IH e IV
di
di
OUone I. 11 e 111 di Enrico 11
di re Ugo,
e copie di documenti
Corrado imperatore e Federigo Barbarossa
e bolle pontiflcie
del re Lulprando del 713, e di Corrado dell' 850
di Giovanni XV, Leone IX e Alessandro li. Una di Innocenzo III,
;

1208, fulmina

del

imposte.

consoli della societ di

lyrampnidis

immanitate

vi

sono

le

avendo

ed ordinanze

gride

cos contrario

anche sugli uomini pi insigni,

pure un catalogo

colle

mensuali

duomo

po U. Vi

si
il

sistema

di

spese del ducato

e le

dei

costituito delle carte

trovano 15,000 cartelle e registri

Giusep-

di

particolarmente

ri-

patrimonio delle corporazioni delle provincie lombarde,

pergamene

Delle

delle istesse congregazioni soppresse,

sparse nei diversi pubblici decasteri

70,000 pergamene

e presso le parrocchie.

la pi antica delle quali

costitu

si

pergamene

diplomatico. Pi tardi vi furono parimente riunite le

di

tanto,

primo nostro duca

cominciando sino dalle soppressioni

cui

di
:

Mantova e Brescia.

eccetto

il

Rosmini

quel secolo.

di

Parlasi poi dell' archivio di religione

guardanti

1450;

al

il

potente lo spirito

delle citt obbedienti al

carte relative all'opere del

conventi soppressi

Verri e

il

contribuzioni e colle

loro

signori capitani e

dei

Milano dal 14^7

difensori di libert della citt di

formarono un giudizio

San Siro in Pavia pr


anche sul clero le

estese

essi

concerne

ricco

la fonda-

zione del monastero del Senatore in Pavia nel 714.

Abolito

nel

1780

stizia surrogatogli
si

il

senato

le carte

trovano, dopo varie vicende,

San Damiano

col titolo di

poi

il

supremo tribunale

giu-

di

che pertenevano a que' due corpi

ora

nel convento degli Agostiniani

Archivio di deposito giudiziario

e a

cotesto, altri dieciassette archivii minori furono riuniti, ciascuno con


registri separati. Contiene

34,000 voluminose cartelle.

L'Archivio del debito pubblico, eretto nel 1802, possiede


del

Banco

di

San Carlo,

ambedue

nel

Sant'Ambrogio e dei

istituito

il

primo

1753 concentrati

parimente riposte

le

nel
in

Monti

1648,
quel

in ispecie

quelle

del Tirolo
,

nel

Santa Teresa.

d' Italia.

di

1726; ed
Vi furono

Conta 20,000

dell' esercito italiano e delle

quelle della Russia

guerra

secondo

carte relative alle fazioni militari ed alla liqui-

dazione del debito pubblico del regno

Le vicende poi

di

il

gli atti

San Francesco e

di

di

Spagna, d'Italia,

sono contenute

nell'

archivio

cartelle.

campagne

sue
e

del

di

parte

e
di

comitato di

fondato nel 1796. Sonvi 6000 cartelle e 4000 registri

e la

RASSEGNA

390
raccoKa

di lutti

DI LIBRI

Ed

regolamenti militari.

pagina bizzarra ofrirebbero

osserva

che

l'A.,

lacca, eh' era stata presa a servizio della repubblica cisalpina

pretendeva rappresentare
Presso

l'

estinto regno di Polonia ,

Poi, nel monastero del fiocchetto, quello del

deposito delle Finanze

con 36,000 cartelle

Antichissimo in Milano

1288 contava

per iudices

Buonvicino

fra

400 notai qui scrihunt sententias dalas

in citt

Godevano

e 600 notai imperiali.

e 5000 registri.

collegio de' notari

il

assai privilegii

chese di Leganes aveva ordinato

adoperassero

Distratorl, ce. ec.

tando

che

notai

salone

nel

costitu

piazza de' Mercanti, offertole dalla citt a un


notarile

trovano 25 milioni di

si

pi antichi sono dal 1290

alti

ma

collegio

il

del consiglio

in

uso. Nell'archivio

tal

compresi

1294.

al

in

Tra

78,000 cartelle;
atti

gli

una stamperia

nel quale viene stipulato d' istituire

contraenti e promotori

curiosi

sei

a Francesco Sforza dai


recatisi

leggono

al di

lui quartier

capitoli imposti al

deputati di ciascuna porta

generale in Vimercalo

nuovo governo

ziosissimo gli questo, da cui potrebbe venir


di

queir flwrea repubblica ambrosiana. V' pure

il

testamento d'un mutolo. Luca Riva,

poteva scrivere qualche parola

qual

modo

siderarsi
nell'

costui avesse cos

che

uomo

g'

intendenti

lice

vi

si

trova

Baciocchi

madama

Letizia

e
,

l'

vi

di

istrumento

queir arte

meno

che
e

vi

documento pre-

illuminata
in

un

l'epoca

atto del 1623,

quale sapeva dipingere,


il

valore delle cifre. In


da

gli

altissima

che

de-

rende

angoscioso, ce lo spieghino,

storia.

di dote tra Elisa

sono Armati,

Giuseppe

grandi cose apparale

difetto della parola

il

il

e conosceva

rischiarando questo punto della sua


vicini,

il

citt fatta

erano

quale

il

romano
suoi tre scolari
Duca Gian xVIaria Sforza, In un altro del 3 Marrogalo da Domenico Marliano si legge la dedizione della

ad uccidere
zo 1450

Milano

in

vede quel Cola Montano

si

sospinse coi vanti dell' antico eroismo

si

ne nota uno celebrato dal notaro Zunico, del 6 Agosto 1473,

l'A.

fra'

il

e di nuovo nel 1709. Maria-Teresa

oppose e allora

si

ed

Il

e stava medi-

fogli e libri bollati;

formazione d'un archivio notarile generale:

la

per, non badando loro, lo

cancellieri

Marammi-

potest solamente poteva procedere per falso contro di essi.

de' notai vi

po-

e che

questo trovasi l'Archivio del ministero degli affari esteri,

di

fondato nel 1802.

sin dal

una

carte appartenenti alla legione

le

venendo

a'

tempi

Buonaparte e Fe-

in francese, oltre

contraenti,

Napoleone e Luigi Buonaparte.

RASSEGNA
dcW

Neir archivio poi


In

simi documenli.

in poi

fondazione
serbansi

ch pu

non

mudo ne

vi

carte

confluiti colle tante

VA.
lo

cesse una monografla di questo insigne istituto


digi di beneficenza

lavorare,

si

porgerebbe e sicuri

tempi

neri ne' varii

stumi

pei ritratti de' benefattori,

cui

sic-

storia

che oltre

prezzo dei gecondotti

pc' molti

fa-

pro-

compiuta serie

di tre secoli,

come un Kezzonico mezza

figura

del

e, ci che pi importa, raccolta autentica d'abiti e di co-

JD.

In quest' archivio conservasi

nab

eredit

della

indizii del

e la storia artistica

alcuni di pennello insigne

Tiziano

compenetrali

esso

in

e cospicue

milanese,

famiglia

Nell'archivio

riguardano dalla

brano. Ottimamente meriterebbe chi

un

scritto

sono molti e preziosis-

che

e quelle degli ospedali

391

discorre

tacere le

non v'abbia

dirsi

col

sia

documenti

ospedal grande

tal

grande,

ospodal

dell'

DI LIBRI

poveri

ai

farde immanit

il

accoppiando

virt della beneficenza

la

Bar-

catalogo dell'elemosine di

che faceva larghissime

tanto

sue bef-

alle

complicata

la

soluzione del problema che presenta questa portentosa e poco

umana natura

telligibile

Succede
quello

della

deremo
il

l'archivio

de' luoghi

rammemorare che

questi accenni senza

primo esempio

nue parte

elemosinieri; e poi

pii

curia. L'A. termina con queste parole

che una societ

in

grande

parti d' Italia costituirono societ


delle diplomatiche ricchezze.

qui che altrove

maggiore

La

per

valse

ultimo,
chiu-

Milano parti

da

storici

e
te-

e tutte ornai le altre

ricerca

la

difficolt di

e pubblicazione

conservarle maggiore

conseguenza

in

Non

ben impiegare in ci una

U esempio

delle sue entrate.

pubblicare documenti

di

patrizii credette

di

in-

il

patrio dovere di ac-

certarle e pubblicarle .

E
rico

le

biblioteche di Milano anch'esse meritano nell'Archivio Sto-

loro posto

il

origine con

queste

prima toccheremo dell'Ambrosiana

parole discorre

cardinale arcivescovo Federigo

una grandiosa
e degli

biblioteca,

stranieri

signor

agli

studii

intitolata

della cui

Abate Catena.

Borromeo riduceva

sacra

Ambrosiana

il

de' suoi

concittadini

raccolse dall' Occidente e dall' Oriente tale copia di libri

modo

numero

di

manoscritti

se ne sparse la

che prestamente e

rinomanza

11

da sant'Ambrogio. Nella

area delle antiche scuole pubbliche eresse magnifiche sale

rit

compimento

in

tale

vi

ra-

maraviglioso

nelle pi rimote contrade. Al culto

RASSEGNA

392

scienze e delle lettere

delle

persica

ebraica

caldea

Federico aggiunse lo studio delle lingue

arabica

siriaca

e consegnati alle

stampe, e insieme

Oriente, trasportate

nell'

succedessero in bene
egli costitu

un

giunse un altro

Il

di

di conservatori

cento sorpassano

di

le

1035.

fecero

13 volumi

di

e qui

ritrovati,

di

Gli

agenti dell'accademia

derubarono

in

stampati dal

questa

in

tra

gli

altri

con disegni e scritture,


questa

che

biblioteca

Mai

cardinal

l'Omero miniato, e qui

fu ritrovato

87 mila,

precipua gloria dell'am-

ne

reso nel 1816.

Cicerone

sommano

d'Italia seguivano,

una

ecclesiastico

rare. Quelle del quattro-

Leonardo da Vinci

di

solo fu

frammenti

T esercito

esotici

un

quali a vita

5500 volumi.

Ialino

della biblioteca affidato ad

tra'

so-

ne ag-

linguaggi

seminarli

dei

eletti

lauto spoglio

mano

un

di

nuovi

in cui

V italiano

per

onde nei

manoscritti

in

che

Parigi

biblioteca

quali

editi

nel 1609

stampati che possiede

I libri

sono raccolti

nazionale

varii

pi

contengono edizioni magnifiche e

dotti

collegio dei dottori

il

che appell Trilingue

casa Borromeo.

dei

biblioteca e

la

eruditi gli ingegni

brosiana

dei

all'incremento

gi

libri

di universale sapienza. Poi

reggimento amministrativo

si

e ai

un terzo detto degli alunni

Congregazione

e vi

affinch

della religione e della letteraria repubblica;

lennemente inaugur

fossero

collegio di dottori con particolari statuti, presso cui

aperse un asilo

opere

le celebri

idioma latino, giovassero

della piet e della^ erudizione patria

chiamando

precettori,

codici dall'Asia per^^enuti fossero svolti con perenne cura

preziosi

greco

armena

compensando

dalle parti orientali, e riccamente


i

DI LIBRI

furono

la

versione

gotica della Bibbia di Ulfila.

Quella

di

Brera altra magnifica biblioteca della

lano, la cui fondazion


nel 1763

compr per

conte Carlo Pertusali

prando

si

altri

deve

Congregazione

alla

24-0,000 lire

e dappoi

14,000 volumi.

il

Da tempo

tempo,

di libri vi

gran lusso,

una

legali

dalla Certosa di Pavia,

di

Sant'Ambrogio,
giureconsulti,

con molti

tredici giganteschi corali di et diversa,

storia dell'arte nelle

aggiunta

altre collezioni vi

pervenne poi dalla

diplomatiche; dal collegio de' nobiU

opere

miniature

memorabile furono

volumi del

ventiquattromila

soppressione delle corporazioni. Dai Cistercensi

preziose

Mi-

quale

governo nel 1778 ne venne com-

furono aggiunte, e una enorme massa


preziose opere

citt di

di Stato, la

di cui

sono

libri

di

che offrono

fregiati

Ultima

molti classici latini e greci

donali

RASSEGNA
Mclz

dal >iceprcsdcu(c

Dopo avere accennati


quei che avvennero

vano

quest'altra parla TA.

133

circa

portato

li76

al

in

rarit

1815

delle edizioni di

lico

serie

di

si

su tavole a caratteri

riscontrino quest'altre della pagina

manoscritti politici

che

insieme con

al principio del secolo

atti

gli

Vienna

resto nel

stati

li

deposti in questa biblioteca

dimand

1842

e nel 1837 ne fu

diplomatico,

mandata una parte

350 Codici

formanti circa

Seguono varie biblioteche private


Girolamo Savonarola

del povero fra

e tra le cose

volumi

e dal pronipote

met

Gian Giacomo.

pati trovansi le pi rare edizione degli

raccolta delle edizioni

che

preziose

del secolo

aumentata dal

mano

passato

fratello di lui

ricca

e di duemila codici, di cui molti autografi

il

e la Litta, cose preziosissime

fondata verso la

marchese Alessandro Teodoro


abate Carlo

delle citt e famiglie italiane.

la storia

Poi la Trivulzio

ita-

finch la imperiale

possiedono, la Borromeo ha un breviario tutto postillato di

riguardanti

erano

diplomatici degli ultimi dieci anni della

repubblica serenissima, parte andarono nell'archivio


parte erano
di

gotici

seguente.

da Venezia negli archivii dei ministeri del regno

portati
,

nove

a questo linee

Una

di

morandiy e una Bstoria Antichristi

stati

cos

Francesi n'ave-

mancarono
fra le
pauperum stampata con tavolette di legno prima
Magonza un Cantico de' Cantici
una Ars me

quali una Biblia

182 mila.

108 edizioni anteriori

fra cui

e nella restituzione del

dell'Ambrosiana

spogliamenti

gli

393

volumi ascendono ad oltre

DI LIBRI

dai

gi

dal

15 mila

di

e tra gli stam-

Aldi e degli Elzevir

Cominianc posseduta

minore

e la

Volpi.

fratelli

noi, per ricongiungere la fine co! principio di questo parole

che tenemmo intorno


citt di

Milano

la

Guida

osserveremo

gressi debbesi l'aver provocato

offerta in

dono

che appunto
,

che

all'

agli scienziati dalla

istituzione dei Con-

cultori delle scienze storiche

ci

facessero conoscere quanto la citt di iMilano sia tuttavia ricca

di

documenti e

forse, per

di notizie preziose

per

la

storia d' Italia

ci che

mancanza d'opportunit, avremmo ancora lungamente

ignorato.
F.

4p. Voi. II

B.

Aquarone.

,,

RASSEGNA

394

DI LIBRI

di Notar Giacomo, pubblicata per cura dell'abate


Don Paolo Garzilli, Prefetto della Real Biblioteca Brancacciana

Cronica di Napoli

componente

di Sant'Angelo a Niloj

la giunta della

teca Borbonica, ec. ec. Napoli, dalla

pag. 360

di

8vo stragrande.

in

Egregia opera ha compita


questa Cronica, la quale

si

signor abate Garzilli, dando alla luce

il

conserva

manoscritta nella

Brancacciana, degnamente affidata alla direzione


la

Real Biblio-

Stamperia Reale 1845;

di

Biblioteca

lui.

Comincia

Cronica con una succinta narrazione de' principi! della

citt

Romani, e g' imperadori d'Oriente, e poi


man mano sotto Normanni, e le altre straniere gene che di
tempo in tempo occuparono il Regno; e giunge fino all'anno 1511.

delle sue vicende sotto

Ne' quali ultimi anni

essendo stato testimonio de'

Notajo,

il

fatti

riesce pi largo, ed copioso di molte particolarit, che non poca

luce accrescono a quel deplorabile disfacimento di Casa Aragonese


e pi deplorabil dominio succeduto degli Spagnuoli

a due secoli

il

venire a questa

Regno

fu ridotto

a'

per s stessa infelice

onde per oltre

maggiori strazi, che possano inter,

razza mortale. Trovasi questa

Cronica citata in alcune storie napoletane, e singolarmente dal Tutini

sicch bellissima opera,

blicatore, porgendo

agli

nascosa

fonte

alterare

menomamente

di

verit.
la

come

Ed

direbbesi

il

come Tarra
la

non ha

memorie

dotto Pub-

suo

questa
di

non

nella pubblicazione

fatto

di ortografia

stampando quasi

suo bel lavoro essere


in grado di fare, e per

del codice. Possa questo

molti altri simili

Prefetto della

il

discipline

(attenendosi all'avviso

eh' egli

squisitezza del suo giudizio, e per l'amore

patrie
di

di

ademp

storiche

sostanza del libro

menomo cambiamento

una copia

disse,

stato siffatto lo studio

dell'Accademia Ercolanese), che

neppure

si

delle

studiosi

ed infine per
Biblioteca

l'

agio che gliene

Brancacciana, e

di

che nudrisce

danno

alle

suoi uffizii

Consigliere

direzione della Borbonica Biblioteca.


F. Palermo.

nella

,,

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

OPERE TERMINATE.

Ottaviano dei Petrucci da Fossombrone, der

est

Erfinder des

Mu-

siknotendruckes ec. Ottaviano Petrucci da Fossombrone


il

primo inventore dei

delle note musicali, ed


di

tipi metallici
i

mobili per

stampa

XVI;

suoi successori nel secolo

Vienna, 1845, in

Antonio Schmid.

la

8.**

di pag.

X-342

con 21 tavola.
Regesta Imperij inde ab anno 1246 usque ad

Regesten

Die

Wilhelm
rich Vn.

annum

1313.

des Kaiserreichs unter Heinrich Raspe

Richard, Rudolf, Adolf, Albrecht und Hein1246-1313 neubearbeitet von. Jon. Fried.
RHMER. Stuttgard 1844
15, Cotta, in 4. di pag. 380.
,

Die Germanischen Ansiedlungen ec.


e

le divisioni delle

mano

occidentale

Le colonie

germaniche
Impero Ro-

terre nelle provincie dell'

considerate sotto

l'

aspetto loro pro-

prio di diritto pubblico, e in relazione a fatti consimili


nel

mondo

antico e nel medio evo, dal Dottor Ernesto

Teodoro Gaupp, Breslavia 1844. J. Max ec. 8. p. 612.


Correspondez des Kaisers Karl F, ec. Corrispondenza dell'

Imperatore Carlo V, estratta dall'Archivio Reale e dalla

Biblioteca detta di

Borgogna

di Brusselles

per

le

cure

Carlo Lanz.
Volume (1513-1532). Lipsia,
1844. Brockham. 8. p. 710.
Monete e medaglie ferraresi
illustrate da Giuseppe Mayr.
Ferrara 1843 in 8.^ di p. in-lo4.
Documenti per la Storia del Friuli, dal 1317 al 1325; rac1.*

del Dott.

colti

dall'ab. Giuseppe Bianchi ^ prefetto del ginnasio co-

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

396

munale

Udine

di Udine.

Tip. di 0. Turchetto

1844. In

otto dispense.

Volume che conllene 419 docuraenli dal 13i7 al 1323. L'ultimo documento consta di tavole monetarie , tracciale dal prof. ab. Francesco Giavi.

Il

commercio
tonelli

di Riva antico
1844 in 8. di
,

Riva piccola

moderno. Verona,

citt del principato di

Trento, a capo del lago

Chiesa di Spalato, un tempo Salonitana

Francesco Carrara

Dalmata

Bibliografa

1844, in

da codici

tratta

Naratovich, 1843,

in

8.*^

Garda.

8. p. 153.

tip.

di

Cecchini

di p. 48.

padre Donato Fabianich

G. B. Merlo, 1845, in 8. di p. 88.


Ecco l'indice: A' Giovani alunni. A Giulio A...
Lesina.

di

storico-letterarie di alcuni conventi della Dalmazia,

scritte dal

Dalmazia.

An-

Marciana

della

Venezia, da Giuseppe ValentinellL Venezia,

Memorie

G.

del prof. ab. dottor

di Spalato. Trieste,

tip.

58.

p.

Il

M. 0.

Venezia

Francesco d'Assisi in
Convento de' Francescani a Zara. Caltaro. La Badia di Cuzzola.

Traci

la

Madonna

dei Orili.

Spalalo

la

Madonna

delle Paludi.

Grappano. Pasmano. Il Cassione di Veglia. Alcune parole su' Frangipani.


Personaggi celebri della casa Anicia-Frangipani. San Girolamo di Uliano,

Delle feste e degli spettacoli che

sua fondazione fino


Galvani. Padova,
Sulla Contessa

celebrarono in Padova dalla

ai nostri d;

Mera, di Giov. Antonio

Seminario, 1845,

tip.

Matilde

si

8. p. ii-20.

suoi contemporanei

l'

usanze

nostre d'allora, studi per Ferdinando Mozzi de Capitani

Bergamo. Venezia, 1845, G. B. Merlo, in 16.^ p. 118.


descritte dal dottor
Notizie biografiche di Antonio Tebaldeo
8.*
di p. 24.
1845 in
Luigi Codd. Rovigo
La spedizione di Carlo Odoardo Stuart, negli anni 1743-4445-46, descritta latinamente nel 1751 dal gesuita Giulio
di

Cordara

e ora fatta italiana da Antonio GussaUi. Milano,

presso Luigi di G. Pirola, 1845, in

Con una prefazione

16.**

di Pietro Giordani.

di pag. viii-248.

,,

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

397

Relazione di CostaDtinopoii di Messer Marco Minio

Anno MDXXI. Venezia 1845,

veneto.

Nelle nozze Campana-Grller.

La

patrizio

Alvisopoli,

32.

p.

relazione preceduta da alcuni cenni

intorno a Marco Minio, sottoscritti da

Emanuele Cicogna.

Sugli scrittori storici dell'aurea latinit, anteriori a Tito Livio

Memoria
1845

11

Crescini

tip.

in 8.^ di p. 54.

Antichit de* Liguri Bebiani


faele

Padova

Frapponi.

del Dott. G.

raccolte e descritte dal P. Raf-

Garrucci della Compagnia di Ges. Napoli

1845.

libro Vili della vita e dei fasti di Astorre Baglioni

da Bernardino Tomitano,
8. di p. 32. Venezia,
Pubblicato da A. ab. Ruzzini
con Teresa De-Groller.

Lettere

inedite

non ancora

1845,
per

tip.

scientifico-letterarie

Vitaliano Donati

di

Daniele Le Clero

16.**

Rometti.

Milano

di p. viii-280

per

Gio.

Silvestri

1845

An-

raccolte e corredate di cenni biografici dall'abate dott.


tonio

In

Naratovich.
Bartolomnmeo Campana
i

Lodovico Muratori

di

Gio. Maria Lancisi

scritti

pubblicati.

Cecchini e

nozze

le

in

e ritratto incso del Muratori.

Del saccheggio di Genova nel 1522. Libro uno del cardinale


Gregorio Cortese, di latino in italiano recato da G,
rolo.

Genova

La Regata

di

stamp. Arcivescovile

Venezia

Cleandro conte di

Emanuel
8.*

Quei-

1845.

composizion poetica in vernacolo


Prata

Cicogna. Venezia

con

una

lettera

stamp. Fracasso

de

de

analoga
,

1845

in

di p. 120.

Commissione data dal Doge Alvise Mocenigo a Paolo Tiepolo,


ambasciatore straordinario a Roma, nell'anno 1571 il
in proposito della Lega contra il Turco.
15 novembre
;

Venezia,

tip.

Merlo, 1845

Pubblicata da E. Cicogna, per

le

in

8.**

di p. 39.

nozze Glustian-Michlel.

Tavole cronologiche della Storia comparata dell'abate Giuseppe


Villiv; dall'autore destinate per l'istruzione de' suoi affe-

zionatissimi discepoli

Giuseppe

de'

Marchesi-Bisogni

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

398

Roberto del Balzo dei Duchi

di Presenzano. Napoli,

1845,

dell'autore. Vico Bonalficiato Vecchio, n. 27,

in casa

pian. 2.^ alla Pignasecca. Tavole tre.

a tre epoche

Modena

descrizioni

tip.

Modena ceni' anni fa ossia cenno storico sopra


Modena nel 1844. 3.* Modena fra cento anni.
1.

2.

conte Luigi Forni e

del

marchese Cesare Campori. Modena

Sopra

XXX

la lettera

di

da Polenta, Signore

avvenimenti

Repubblica Veneta

1844.
Modena.

marzo MCCCXlIii a Guido Novello


Ravenna, attribuita a Dante; osser-

G. Bernardoni di Giovanni
degli

gli ediflzi di

di

vazioni di Giuseppe Bernardoni ec.

Memorie

Cappelli

in

1845

Milano, coi

di

tipi

in 8. di p. ii-34.

Dalmazia, dopo

caduta della

la

con un saggio suU' amministrazione

pubblica veneta e del Regno d'Italia, di Gio. Caltalinich,


I.

Tre

R. Maggiore in pensione. Spalato, 1845

Francesco Petrarca

lettere di

recate in italiano ed offerte

giovane conte Angelo Tattini. Bologna,

al nobil

1845,

in 8..

Offerte e tradotte da Enrico Sassoli. Sono tratte dal libro II

a Giovanni Colonna

tip. Sassi,

16.

di p.

la

ad Agapito Colonna

la

XIY

cio la VI,

allo stesso

Gio-

vanni Colonna.

Cenni

sopra

varie

famiglie

di

illustri

Verona

aggiuntavi

qualche altra cospicua famiglia forestiera domiciliata in

Verona,

di

Antonio Cartolari. Yerona, 1845, in

Delle cose di Sibari


Pistoja.

8.**

p.

72.

ricerche storiche di Domenico Marincola

Napoli. Tipografa e Libreria Simoniana, 1845.

Vita del cardinale Ippolito

I. d'

Este

scritta

da un anonimo,

con annotazioni. Milano, Paolo Ripamonti Carpano, 1843,


in

Cenni

8.*^

di p. 44.

storici intorno

Ferrara

ad alcuni Canonici della Cattedrale di

esaltati

alla

dignit

vescovile.

Ferrara

per

Dom. Taddei 1845 in


di p. 31.
Documenti inediti circa la voluta ribellione di F. Tommaso
Campanella, raccolti e annotati da Vito Capialbi. Napoli,
,

1845

in

8.^ di p

76.

8.*

,,

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Serie cronologica

Sardegna
tip.

ISpifanio

degli Arcivescovi

Vescovi del

regno di

Palemone Bima. Asti, 1845,

ec. del teologo avv.

Raspi e Riva.

vescovo santo nel Secolo

storico nel Secolo

Pavia

biografle

Fusi e C. 1843

tip.

OPERE

IN

Firenze

Anno

II.

Fiorentina

Carpanelli.

1844

8.

in

primo dell'Era volgare

Giuseppe Borghi.

discorso

di

1845.

fascicolo 27.

Indice per materie della Biblioteca


pilato

D. Pietro

in 8. di p. 32.

1842.

Sulle Storie Italiane, dall'anno

Il

Liutprando vescovo e

compilato da Enrico Montazio.

Societ Editrice

di

CORSO D'ASSOCIAZIONE.

Annuario Storico Universale

tip.

399

da Lorenzo

dell'Ancora

Ilari

1845

F.

Comunale

primo custode

in 4.

Firenze

grande

1840,

al

Le Mounier

com-

di Siena

di essa.

Siena

dalla dispensa

24

alla 34.

Biografia degl' Italiani illustri nelle scienze


del

Secolo XVIII

de'

Emilio de Tipaldo. Venezia


Dizionario

contemporanei
,

ed

lettere

Torino
colo 52

M.

Re

il

di

di

Cecchini e C. 1845. voi. IX.

Geografico-Storico- Statistico-Commerciale

Stati di S.

arti

per cura

ec.

Sardegna, del

prof. G.

1845. G. Maspero e G. Marzorati

8.**

in

degli

Casalis.

Fasc-

(NUORO-OLZAI).

Cronica di Giovanni Villani


note filologiche di
fiche di Fr.

/.

a miglior lezione ridotta ec. con

Moutier, e appendici storico-geogra-

Gherar di-Dragomanni. Firenze, per Sansone

Coen, 1845, in 8. Distribuzione 11. a 15.


Storia di Romagna, dal principio dell'Era volgare ai

giorni no-

da Antonio Vesi. Bologna, 1845. Disp. 4.* a 6.*


Storia civile, commerciale e letteraria dei Genovesi, dalle
stri, scritta

origini all'anno

1797, deU'avv.^ilf. G. Canale. Genova,

G. Grondona editore ec. 1845. Voi.


il

Podest'.

2.**

fase. 6.

Continua

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

400

Dizionario geografico

fisico

Toscana

storico della

compi-

presso l' autore ed


da Emanuele Repetti Firenze
Volume quinto, fascicolo IX ed ultimo (VI-

lato

editore, 1845.

CORATA-ZULA).
Non

qui del nostro proposito l' esaltare! benemeriti del sig. Repelli,
n render minuto conto de' pregi di un'opera laboriosa e importantissima,
cai l'istancabile autore riusciuto a dar compimento dopo la non interrotta
fatica di dodici anni. Il fascicolo che annunziamo l'ultimo del Dizionario,

non gi dell'opera,

quale sar

alla

un Supplimento

unito

correzioni e

di

d'aggiunte (inevitabili in siffatti lavori), che sar compreso in tre sole


dispense. A questo Supplimento servir d'Appendice un sunto storico genealogico delle principali famiglie magnatizie de' conti e marchesi che signoreg-

giarono in Toscana dal Secolo XI fino


a tutta l'opera, sulla storia
I

meno

luce

ipotetici

alla fine del

XII

e una Introduzione

e politica della Toscana, dal tempi storici

sino alla nostra et.

fascicolo l.^

il

fisica

Del supplemento gi uscito

alla

quale contiene le correzioni ed aggiunte dalla voce

il

Abatisco a Firenze.

Bibliografia Dantesca
zioni

catalogo delle edizioni

ossia

codici manoscritti

media e

delle opere

di lui

de* biografi

e coment

minori di Dante
compilata dal

della

tradu-

Divina Com-

seguito dalla serie

Visconte Colomb de

sig.

Batines. Traduzione italiana, fatta sul manoscritto francese


dell'Autore. Prato

Tomo
A M.

primo,

di p.

Aldina editrice

tip.

1845

in 8. gr.

vni-351.

Villemain. Avviso

Parte Prima;

preliminare del Compilatore nell'antiporto:


propriamente delta della Divina Commedia. Seguono

bibliografia

poi: Notizie preliminari.

Serie delle

edizioni della Divina

Commedia,

dal

XIX.
Estratti della Divina Commedia. Ristretti della Divina Commedia.
Riduzioni in prosa italiana. - Traduzioni. Rimari! e in-

XV

Secolo

al

dici.

Illustrazioni della Divina

tele, affreschi

e sculture

ture e sculture antiche

II

Commedia

tratte dalla Divina

maginazioni Dantesche.

Documenti
da V.

lume

Solitro.
,

incisioni e miniature

Commedia

Commedia.

Pit-

o conformi alle Im-

scritta

presso N. Fortunati

da

1845.

1.

storici suli' Istria e la

l.

Piacenza e Guastalla

Luciano Scarabelli. Guastalla


Voi. I, fase

disegni

Musicografla delia Divina Commedia.

Parma

Storia dei Ducati di

cui soggetto preso dalla Divina

fase,

Venezia,

e VI.

tip.

Dalmazia, raccolti e annotati


della ved. Gattei, in 8.

Vo-

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Delle Iscrizioni veneziane

1845. Fase. 19

Chiesa e l'Ospitale degl'Incurabili.

Maria

S.

Emanuele

raccolte ed illustrate da

Antonio Cicogna. Venezia

luogo di

401

contenente la

La Chiesa

e pio

del Soccorso.

Umbria

Biografe dei Capitani venturieri dell'

scritte

ed

illu-

con documenti da Ariodante Fabretli. Montepulciano,

strate

1845. Voi. IV.*


Storia di Perugia

3.*

fase.

scritta

da Luigi

colte e compilate

XXIV.

dispensa

da F. Bartoli

sopra memorie rac-

Perugia

Belforti.

1845

in

8.^ per V. Santucci. Distribuzione VI.* e VII.*

La Tomba

dei Volunni

illustrata dal prof. G. B.

Vermiglioli.

Edizione seconda, accresciuta e corretta, con un'appen-

monumenti

dice di
telli

1845

Essendo esaurita
parie le richieste
il

di

strazioni

con

la

prima edizione

si

per Vincenzo Bar-

e crescendo ogni giorno da ogni

risoluto di Imprenderne una seconda edizione

migliorata e accresciuta di copiosissime

un'appendice

pi,

questa eruditissima opera del prelodato prof. Vermiglioli

Tipografo Bartelli

h. autore corretta

Perugia

inediti.

in 4. manifesto.

di oltre

nuove

dal
illu-

a 286 monumenti dichiarati e de-

scritti.

Stato Pontificio.

Visconti. Citt e famiglie nobili e celebri dello

Roma

in 4. piccolo.

Puntala XLI.

Abchivio Cassinese. Eslratlo del Programma.

Dall'

fummo

esempio

di

que' nostri Confratelli della Congregazione di S.

Mauro

noi confortali a ricercare questo Archivio Cassinese di quelle scrit-

ture, cui perdon

la

conosciute per

slampe

tristi e le fortune degli andati tempi, non


e con continua fatica produrle ad ora ad ora
all'altrui notizia. Non vogliam farci promettitori di grandi cose, poich la
ricchezza di questo Archivio and scema per rubamenti , e guerresche de-

le

rapacit de'
,

vastazioni; e quel che rimane di pregevole,

nostre roani

Quanto

ponendoci a curarlo per


vi

sar d'illustrante

Cassinese.

vi

nelle

antichi falli, della filosofia,

anderemo con

tutta cura raccogliendo

ordinata serie di volami


che avr titolo : Archivio
diam principio coi Commentari della Guerra di Cipro scrini
in

da Barlolommeo Sereno Cavaliere Romano,


per rimutato

temiamo che impoverisca

stampe.

la storia degli

delle discipline sacre, e della filologia

e sponendo a luce

le

nome

Ap. Voi.

poi

Monaco

D. Zaccaria Sereno, ec.


II.

31

di

Monte Cassino,

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

i02

libri cinque, di (atta la guerra che i


papa S. Pio V, guerreggiarono conlro Turclii
invasori dell' Isola di Cipro ; da cui conseguit la famosa battaglia nelle
acque di Lepanlo. Testimone di vista e parte di quelle guerresche fazioni,
che dilettano granle descrisse con molla copia di circostanze
il Sereno

fi

qoesta una storia, divisa In

principi Crlslianl, collegati da

demente

il

Italiane.

Ed

leggitore
il

zioni o timori

pensiero, essere

il

perch monaco

memorando periodo delle Storie


narratore uomo non preso da civili ambi-

e chiariscono quel

racconforta chi legge della certezza di non

fallita verit.

meglio chiarire

racconto del Sereno, e renderlo pi ricco

il

aggiungeremo

la

Turco Ira Pio

V sommo

d notizie,

Negoziato e conclusione di lega conlra il


Re Cattolico e S. Signoria di Venezia ,
Pontefice

Relazione del

Suriano Ambasciatore Veneto l'Anno MDLXXI,


e Vlstrumenlo della Lega {Instrumentum foederis); ed una Relazione (recata
di Spagnolo in Italiano ) di Marco Antonio Colonna alla Maest del Re nostro
Signore di quanto avvenuto nelV armata dopo la sua partenza d'Ancona ,
scritta dal Viarissimo Michel

finch

le

armale

si

27 Settembre. Scritture

divisero a'

quelle di Monsignor de Torres

originali

rinvenute tra

che prese tanta parte nel negozio della Lega,


venne cortesemente concesso pubblicare dal Chiarissimo Marchese
,

che ci
de Torres.
Portiamo Analmente fiducia

mento a coloro

cui confidata

Reame, che

le loro

nostra Badia

(*) .

che questa prima pubblicazione sia docula suprema cura degli Archivi di questo

provvidenze e favori non muoiano infecondi

in

questa

OPERE PERIODICHE.
Il

Romano

Saggiatore, Giornale

di Storia, Belle Arti

e Let-

teratura, diretto e compilato da Achille Gennarelli e Paolo

Mazio.

N.

1.

Anno

2.**,

voi.

4.**

Dell'antica Legislazione Milanese. Carlo Morbio.

Della pace fermata tra

Colonna e

gli

Orsini nel

Ioli, e documento

inedito in proposito. P. Mazio.

N. 2. Della coronazione

mento

inedito in proposito,

di

Cosimo

In

Granduca

di

Toscana

e docu-

P. Mazio.

Del trattato matrimoniale

di Carlo principe di Galles e di Maria infante


Mazio. Relazione Inedita del viaggio di Carlo a Madrid.
Giornale di casa Caetani, nel Pontificato di Gregorio XIII, g. 1.^

P.

di

Spagna.

Delle cose di

N- 3.

Roma.

P. Mazio.

N. 4. Giornale di casa Caetani

Delle cose di

{*)

Roma.

Le associazioni

si

nel Pontificato di Gregorio XIII, . 2."

P. Mazio.

ricevono In Firenze

al

Gabinetto Vieusseiix.

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
N. 5 e 6. Dell'impresa di Vercelli,

falla

nel

403

1617

dalle

milizie di

P. ciazio.
Spagna.
per corlesia del signor Carlo Promis
( Di quesl' assedio noi abbiamo
una relazione scrilta dal capitano Antonio Berardo , testimone di veduta
la quale sar da noi pubblicata per le stampe In una delle prossime dispense
,

dell'appendice

Giornale
cose di

Due

).

di

Roma.

Gregorio XIII.

casa Caetani, nel Pontiflcato di

Delle

P. Mazio.

carte Inedite di Santa Maria

Nuova

di

Roma

dell'anno 1145.

P. Mazio,

La Dalmazia

Giornale che

pubblica

si

ogni

settimana

in Zara.

Nel N.<> 27 (Ottobre 1845): Cenni storici per determinare in qual isola
venne fatto prigione C. Antonio legato di Cesare, da C. Ottavio legato di
Osloich.
Pompeo.

Giornale Scientifico-letterario. Perugia 1845.

Nel fascicolo

di

Aprile

Maggio e Giugno

del

1845

Anno

XII.

sono alcune lettere

inedite di Daniello Bartoli publicate per cura di Carlo Guzzoni degli Ancaranl,
la notizia di alcuni documenti inedili di Storia Italiana. Di quepi importanti,
documenti, che sono in numero di 32, noteremo
essendo li altri scritture che si trovano sparse in molte biblioteche si pubbliche che privale d' Italia.
Guidi Panciroli Regiensis, I. C. Eminenlissimi in omni lillerarum scienlia
versali, Chronicon ad annum usque 1561
libri otto.
Storia della citt di Reggio In Lombardia di Giuseppe Fontanesi.
Memorie storiche dei principali avvenimenti politici d'Italia, seguili
durante il Pontificato di Clemente VII; opera di Patrizio de' Rossi fiorentino. (Pubblicate per la prima volta dal Guzzoni medesimo, nell'anno 1837).
Memorie istoriche di D. Natale Tedeschi, dal 1514 al 1549.
Istruzione del Duca Alfonso I di Ferrara , al suo ambasciatore presso
Francesco I , Re di Francia, l'anno 1528.
Discorso del Senator Giovan Batista Tedaldi sopra la citt e capitanalo
di Pistoia, al Serenissimo Granduca di Toscana, Cosimo de' Medici.
Cronaca dell'antica terra di Montefalco nell' Umbria.
Vita di Alessandro VI scritta da Angelo Tancl perugino.
Diverse scritture e lettere uscite nel tempo dei torbidi fra la Santa Sede

aggiuntovi
sti

Apostolica e casa d'Austria

nel pontiflcalo*di

Lettere di diversi Principi.


Italiani.

Clemente XI.

Lettere inedite di alcuni celebri letterati

Altro piccolo volume di lettere inedite.

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

404

Rivista Europea, Giornale di Scienze Morali, Letteratura


ed Arti.

Milano.

Le materie contenute nel fascicolo n. 6 (Giugno 1845 ), ci danno fondemento a credere che questo Giornale vada acquistando sempre pi, importanza. Gli argomenti in esso trattati sono buona caparra di questa noLo scritto del signor Biondelli , suW origine e sviluppo della

stra fiducia.

Linguistica, pieno di erudizione sui lavori fatti dagli stranieri e dagl'Ita-

intorno alle lingue.

liani

condizione de'

Romani

Il

discorso del signor A. Bianchi-Giovini sulla

Longobardi

vinti da'

pone innanzi

sia riuscito a dilucidare

certe importanti qulstioni

buio della materia, e

sciogliere

ai giudizio de' dotti.

palrii , di C. Tenca. Scrittura piena di


barbaro costume che or par che voglia
rovine de' vandali, col distruggere o rammodernare li antichi

le

monumenti

storici

il

lasciamo

patrio caldissimo, contro

rlnnuovare
I

lo

monumenti

Sulla demolizione de'

amor

e che mostra
molte conghietlure che

lavoro dotto

nell'autore un ingegno argulissimo. Se egli colle

lamenti e

le

il

d'arte.

rampogne che

il

Tenca muove contro

vandali della sua

patria, stanno bene a pi e diverse altre citt d'Italia, ed anche a quelle

che sono chiamate le pi eulte, flore delle arti, scienze e lettere. Noi riprodurremo il seguente passo col quale chiude il suo discorso.
tempo che si provveda al riparo. In questo punto in cui scriviamo,
un gran numero di lapidi romane si vendono all'incanto in una casa di
Milano. Non vorremmo che avessero la sorte toccata poc'anzi a due avelli
del medio evo, venduti a prezzo di pietre, e adoperati per uso di abbeveratoi di bestie. A Pagazzano non fuwi un proprietario il quale osllnossi a
non cedere una lapide che portava scolpita la donazione fatta di quel castello a Filippo Borromeo , e a volerla adoperare nell* erezione di una cannostri occhi medetina? Siffatte profanazioni hanno luogo ogni d e sotto
simi e noi le guardiamo con Indifferenza. Eppure questa generazione cosi
,

negligente delle proprie antichit va in Asia


dissotterrare

monumenti

in Affrica

in

America

primitivi, e profonde tesori per far rivivere le

Solamente

ci troveram sempre
generoso sentimento
succeda a questa colpevole trascuratezza. La Francia ne porse gi l'esempio
di un' ottima istituzione per la conservazione dei monumenti patri!. Molti
soci concorrono mediante un annuo contributo a soccorere
monumenti in

rovine di Persepoli e

di Ninive.

svogliati e indifferenti?

No

le

cose nostre

a sperarsi che un pi

rovina

e pubblicano ogni anno

il

bullettino delle loro operazioni.

Perch

non potr istituirsi anche da noi una somigliante societ? Questo voto, che,
non ha guari, faceva per la citt di Genova il Banchero, noi lo facciamo
per la nostra citt. E ci uniamo col Labus nell' augurare che si destini un
luogo pubblico di ricovero pei monumenti
per gli oggetti
per le lapidi
d'arte che ora periscono abbandonati. Brescia ce ne ha gi dato l'esempio
da molli anni; ed essa possiede a quesl' ora un ricco Museo d'archeologia.
Sdegneremo noi d'imitare l'esempio d'una minore citt? Certamente le
,

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
da superare son molte, e non ultima

diflcoll

ma

stessa Brescia ci tia insegnato

la

Museo

nel suo

il

modo

405

negligenza de' privati;

la

vincerla

di

ponendo dapprima

fac-simile in legno delle lapidi possedute dai

il

privati,

ed

Quantunque impoverita dall'incuria e dal vandalismo, la nostra citt possiede ancor tanto di monumenti
da formare un dovizioso Museo. Tra quegli slessi clie deplorammo perduti
chi sa che alcuni non giacciano dimenticati in qualcuna delle nostre ricche
case. Un embrione di Museo lo possediamo gi all'Ambrosiana perch non
potrassi ingrandire, costituirne un vero Museo? Ci sar chi opponga la
eccitandoli cosi a concedere le lapidi stesse.

ragion della spesa

chi stimi danaro gettato quello adoperato alla conser-

vazione dei monumenti

costoro

mai ve

se

n'

ha

non abbiam nulla a

rispondere: essi possono a lor grado abbattere le colonne di San Lorenzo

per farne pilastri indicatori


niarne monete.
dell'arte

Ma

o fondere

pallio

il

di

guai a quell'et che traduce

Sant'Ambrogio per cocalcolo il sentimento

in

N." 8 e 9 (Agosto e Settembre 1843). Gli abitanti

muni

sulle alpi venete.

de'

VII e XII Co-

Gabriele Rosa.

Intorno alla fondazione

di

un Museo

Storia

di

Patria.

Giuseppe

Sacchi.

Rivista Ligure. Giornale di Genova.


Nel Fascicolo
in

IX

del 1845. Traduzione della tavola di bronzo, scavata

Polcevera l'anno 1507.

La

Fr. Ricardi fu Carlo.

giusta interpretazione e spiegazione di questa

forse la pi anticafra quelle ancora esistenti, scolpita

tavola

volgare, vantaggiosissima; poich da questa se ne ritrae

Genovesi e

manze

Genoali, da cui dipende

di

di

bronzo,

117 anni avanti

l'era

la distinzione di

nozione delle origini, delle costu-

la

dei paesi da
Di pi, questa tavolaci
agevola la via di poter facilmente pervenire a scoprire la maniera di scrivere e di pronunciare le parole della lingua latina, prima del secolo di Augusto e formarsi cosi un alfabeto generale onde poter leggere e pronun,

e della religione de' nostri antichissimi

essi abitati,

e del loro

modo

di coltivare

progenitori

terreni.

ciare le parole di tutte le lingue


scilo

annuale

di

Lire 1000

ci eh' stato lo scopo primario

istituito

dal fu signor Volney

del la-

BULLETIN DE l'AcADMIE RoYALE DE BRUXELLES.


Io questa importante raccolta , a quando a quando sono messe alla luce
molte importanti e curiose scritture storiche inedite. Nel n.** 5 del Tomo XI
(sedute generale del 7 e 8 Maggio 1844) il barone di ReiCTemberg ha pubblicato un trattato di Publio Vittore: De regimiibus Urbis Romae (pagine 31424); e

un Chronicon

gine 324-28).

Ilaliae

ab Heracleonade

an. 641

51

ad

ari.

1108 (pa-

APPENDICE
ALL ARCHIVIO STORICO ITALIANO
^."

Ap. Voi.

II.

12

52

LETTERE
DELL' ABATE GIOVANNI BANDINI
INCARICATO DELLA CORTE DI ROMA IN PARIGI

AL CARDINALE PIETRO ALDOBRANDINl


BCLATIVB

ALLA PUBBLICAZIONE DELL' EDITTO

(1598-1599)

DI

NANTES

,,

AVVERTIMENTO

l^uattro Aldobrandini governavano Roma e

Cristianit

XVI

e il cominciare del XVII secolo. IppoPapa Clemente Vili e i Cardinali Cinzio


il Papa gi figlio
Pietro Aldobrandini
e gli altri due ni-

tra

lito

la

il

finire del

Aldobrandini

poti a quel Silvestro degli Aldobrandini

Medici nel lo30, e dopo pubblicati


la vita

per opera di Baccio Valori

trov fama ed onori

Aldobrandini

ma

teneva

il

distinto

Gian Francesco

divenuto nipote

rale di

come

che perseguitato dai

suoi beni, ebbe

Un

giureconsulto.

altro

lontano parente a quei

Papa per nuovi legami

al

salva

e nella povert dell'esilio

governo temporale della

citt di

tre

famiglia

di

Roma come

gene-

Santa Chiesa. Ippolito, prima d'esser fatto Pontefice,

aveva frequentato

le corti di

bastiano di Portogallo

Carlo IX

Sigismondo

e di

Filippo
re

III

dal quale ottenne la liberazione dell'Arciduca

ritenuto prigione

come pretendente a

avvenne che l'Aldobrandini


della Spagna e dell'Austria

fu
,

quella

promosso

senza

che

II

Don Se-

di

Polonia

Massimiliano
corona

onde

alla tiara per favore

Francia

la

dalla guerra civile e religiosa, avesse potuto

agitata

esercitare

al-

cuna azione sopra il Conclave. Contuttoci sebbene il Papa


da principio avesse favorito la Lega cattolica e gli Spagnuoli,
,

si

volt ben presto a secondare

allorquando

si

le

alte

mire

di

Enrico IV

accorse che quel grande e religioso movimento,

che quella vasta associazione provinciale e municipale

per

AVVERTIMENTO

412
la

protezione ipocrita della Spagna

carattere

e che la questione

avea perduto

cangiando

suo vero

il

aspetto

d'

era

di

cattolica divenuta spagnuola.

Pontefice

11

vane
al

a'

risoluto e intraprendente

dire)

ma

cose spirituali

le

di scienza (1); prese le redini

di stato pi importanti

affari

in-

govern (per cos

soglio temporale. Pietro fu quello che, pi con l'astuzia

il

che con

le

armi, riun allo stato pontificio

Estensi tenevano gi da pi secoli

Enrico IV
la

dotato di pronto

abhandon

cugino, d'et pi maturo e

di tutti gli

lasci le

suoi due nipoti Cardinali. Pietro, pi gio-

Cinzio e povero di studi

di

gegno

chiaro per dottrina e per costumi

cure del papato

dell'

Editto di Nantes

dei Gesuiti in Francia

dopo r attentato

1'

tent

espulsi per sentenza del

di Chtel

ed era

altres

impedire

d'

che negozi

gli

assoluzione di

ritorno

il

Parlamento

suo proponimento

potenza degli Spagnuoli in Italia, se la morte

di abbattere la

non

che dopo

pace renduta alla Francia

e la

pubblicazione

dello zio

dominio che

il

glielo avesse impedito

facendogli perdere ogni


,

ed ogni potere nel

il

fatto pi rilevante

intromissione nelle faccende diplomatiche

papato.

Come abbiamo
del pontificato di

gi dato a conoscere

Clemente Vili

Roma

della corte di

per la

mano

di

I de'

in

tutta

Medici. Morto appena Enrico

egli studiavasi di separare

leanza con

mente

Spagnuoli.

gli

alla lega

con Francia

a Napoli ed all'Austria

(1)
il

Tasso.

Cinzio

casato

figlio d'
di

una

Duca

di

e nello stesso

Lorena

inclinavano

dall' al-

grande-

volendo opporla alla Spagna

Pi

loro naturali nemici.

sorella del

AldobrandinI

il

Veneziani

proposta in Consiglio l'amicizia

prese

III

il

prestargli ajuto a salire sul trono di Francia

tempo

francese

questo negozio mediatore

Granduca consigliava alla Ree di


riconoscere Enrico di Navarra

Clment

pubblica veneziana di

vedere

il

zelantissimo Ferdinando

la politica

d'

Enrico

di

tardi

Navarra

fu
il

Papa maritata ad un mercadante,

ed pi conosciuto per

la

sua amicizia col

AVVERTIMENTO

413

Senato, dopo due giorni di deliberazione, riconobbe Enrico IV,

malgrado

gli sforzi della

Spagna

basciatore Giovanni Mocenigo.

mezzo a sventare
ostacoli perch

nuovo

e al

Medici attendeva con ogni

Il

disegni degli Spagnuoli

questi

Lega,

la

il

quando

confortavalo ad abbracciare

fine tutte le vie

cattolicismo

il

Roma

amicizia colla Spagna. Dall'altro canto, egli

r assoluzione di Enrico contro

gnuoli

proponeva
,

al

Re

di rimettere

di

reverendi padri

e quale ne fosse

sinuava ancora ad Enrico


ali*

altra

come

degli

in

Spa-

per ottenerla pi sol-

Francia

in

l'

Re

dalla sua

sollecitava

g' intrighi

Navarra

Gesuiti

conoscere quanta circospezione fosse

coir operare

Enrico

appianava a questo

e di staccare la corte di

Roma

qui

offriva di ridurre a devozione di quel

si

casa di Lorena

lecitamente

con

corrispondenza

segreta

unico mezzo di pacificarsi col Pontefice

la

italiani

non era tuttavia riconosciuto da verun'

questi
;

la

Medici aveva ancora un motivo tutto

particolare. Egli teneva

potenza

opprimere

non attentassero

ppi anche contro V indipendenza degli stati

bisogna confessarlo

suscitare

non continuassero ad

Francia sotto colore di favorire

mand am-

re

d'

uopo

d'

facendogli

usare verso

indole e la potenza. In-

di acquistarsi riputazione in Italia

opposto dei re passati

di far progressi nella Penisola e di

ai quali

non fu dato

mantenervisi lungamente,

per non avere gratificato ai principi italiani

mentre

gli

Spa-

gnuoli avevano fortemente assicurata la loro dominazione con


lo stabilire in Italia de' piccoli principati.

Tuttavolta

n V opera

consgli

Granduca a quel monarca

stati dal

(1)

denari

pre-

non raggiunsero

il

Carteggio di Enrico IV neW'rchivio Mediceo. Molle lettere


furono stampale ne' tempi addietro: alcune in Olanda, altre in
Germania e in Francia in varie volte ma la raccolta pi compiuta e
(Ij

di

qael

V.

il

Re

pi preziosa quella che viene ora pubblicandosi in Francia per

commissione
governo e per opera del signor di Xivrey ( Recueil des letlres missives de Henry IV, publi par M. Berger 9e Xivrey, memore de V Inslilul
de France ec. ). Il merito principale di questa collezione, per cui si rende
di quel

superiore a tulle le precedenti , consiste nelle importanti illustrazioni storiche del dotto Editore intorno la vita e il governo d'Enrico IV.

Non crediamo
falli dal

Medici

ai

fuor di proposilo l'aggiugnere qui un cenno sui prestiti


re di Francia.

AVVERTIMENTO

414

fine eh' egli particolarmente desiderava.


la

pace con

marchesato

la casa

Saluzzo

di

tervenire nelle cose


dici,

Savoja

di

Spagna, e

di

veramente

italica

sul

diritti

Ferdinando

di ajutare

d'allora

della

onde fu forza

suoi

Toscana

Granduca

al

de'

Me-

dipendenza

emanciparsi dalla

di

fare fin

a'

e chiuse cos ai Francesi la via d'in-

d' Italia e

quale tentava

il

Enrico pi tardi fece

rinunzi

di

una potenza
il

discoslarsi

dai Francesi, ritornare sotto l'influenza di Spagna, e conciliarsene la benevolenza col dare in moglie al suo

figlio

Co-

simo un'arciduchessa d'Austria. Ferdinando teneva corrispondenza con Enrico


(Pietro Gondi)

Navarra per mezzo

di

vescovo di Parigi

di

del Cardinale di Retz

Iacopo Guicciardini, che

militava in Francia e seguiva la parte d'Enrico; del canonico Bonciani (sotto

nome

di

Baccio Strozzi),

sava come un famigliare del cardinale Gondi


di

Girolamo Gondi

(1)

sotto

nome

quale

del

il

quale pas-

per mezzo

il

Granduca

faceva gran prestiti di denari ad Enrico di Navarra.

Furono

1562

prestati dal

Ducati d'oro

1569, da Cosimo

al

a Carlo IX.

192,a57
147,624

di sole

Restituiti

Rest

il

Da Ferdinando

45,233

credilo
I

ad Enrico IV in diverse volte, e sotto

rolamo Gondi, ducati d'oro

di sole

d' YfT {Chleau-d'-If) fu liquidato

il

nome

di

Gi-

928,218. Per le spese fatte al Castelli


credito con Enrico IV, e mont a ducati

24 Giugno 1598, il Re spedii mandati al dipartimento delle finanze percli venisse pagato quel debito per il clie furono asse-

d'oro di sole 200,737.

Il

gnate

le

entrate di alcune dogane, e principalmente

l'esazione incontrava

tali

ostacoli

di quella di

che da un rapporto

dell'

Lione:

ma

auditore Niccol

dell'Antella, del 17 Ottobre 1619, apparisce, come fino a quel giorno il


Granduca restasse creditore, solamente in capitale e senza contar gl'Inte-

ressi, di ducati d'oro di sole 517,989.

Mediceo,

Carteggio

di

Francia nell'^rc/iiimo

17, seconda numerazione).


noto negoziatore sotto Caterina de' Medici
(1) Di Girolamo Gondi,
Carlo IX
Enrico III ed Enrico IV, frequente menzione negli storici;
nostri e a lui pi vicini d'et, specialmente nell'Adriani e nel Dae tra
vila. Inviato a Sisto V, protest in pubblico Concistoro, nel 1589 , contro
la presa di Saluzzo fatta dal Duca di Savoia; conchiuse la pace col Duca
di Lorena nel 1393; e da Enrico IV ebbe l'incarico di ridurre il Parlamento e la citt di Parigi a riconoscerlo come re. Le conferenze su tal
filza

proposito

si

tenevano nella sua propria casa

cio

all'

Hotel Gondi.

AVVERTIMENTO

415

Assoluto Enrico IV da papa Clemente


vertito mediante
dici

consigli e le istanze di

puranche

fu

guerra contro

alla

Spagnuoli

gli

stenere la Lega cattolica

schera

movevano

francese

del Legato

eh' era in allora

Ugonotti

fatte agli

scienza

si

il

nazione

la

il

Cardinale

coli'

1577

lungo periodo della guerra civile e

la

le

Nello

promesse

la libert

di

co-

ampliare e

e cos termi-

Roma

religiosa.

mostrava aliena dal consentirlo pienamente

Legalo, dopo aver segnata

ma-

corona

la

de' Medici.

cio di conceder loro

editto di pacificazione del

l'

Me-

pace di Vervino alla presenza

e tutte le guarentigie di sicurezza

confermare
nare

la

tempo Enrico IV disponevasi a mantenere

stesso

de'

posto fine

quali col pretesto di so-

armi contro

le

Ferdinando

con-

essendosi finalmente levata la

onde fu conclusa

essersi

PonleQce

a intercessione del

dopo

pace di Vervino,

Cardinale

il

lasciava

in

Parigi r abate Bandini (1) in qualit d' incaricato degli afiari


di

Roma

sino

ali*

arriv di

un Nunzio

ma

coli'

istruzione

segreta di opporsi alla pubblicazione dell' Editto; di secondare

a questo fine
cesi

le

proteste e la resistenza degli ecclesiastici fran-

e di corrispondere intorno a questo particolare oggetto

col cardinale Pietro

Aldobrandino

Noi abbiamo tratto

la

corrispondenza che pubblichiamo da

un manoscritto appartenente
sare Saluzzo
patria

sizione.

come

membro

manoscritto da
Il

all'

della regia

egregio signor cavaliere Ce-

Commissione sarda

di storia

messo gentilmente a nostra dispo-

lui

carteggio del Bandini contiene pi altri ragguagli

quelli sui negoziati per la restituzione del

Saluzzo rimessa nel Papa; sui crediti dell'Aldobrandini,


erede della Lucrezia
ratasi di lui

rara

Este

quando egli
morendo

gli lasci

d'

si

duchessa

accingeva

tutti

d'
all'

Urbino

marchesato di

come

che innamo-

espugnazione di Fer-

suoi beni. Noi ci

siamo

limitati

a porre in luce soltanto quegli estratti che pi notabilmente

(1)

di

Fratello

met
Modena.

verso

la

del

Cardinale

Ottavio Bandini, Fiorentino. Lasci Parigi

del 1599, allorch a

Ap. Voi.

II.

Nunzio

in

Francia fu destinalo

53

il

vescovo

AVVERTIMENTO

416
riguardano

pubblicazione

la

danno a conoscere

ci

della Chiesa

pretensioni della Riforma e

le

la ragione di stato e dei terapi

romana

curia

Editto di Nantes: estratti che

dell*

lunga opposizione degli

la

neggi del Bandini

ecclesiastici

ferma risoluzione

e la

corso de' due anni che la commissione

diritti

e quella della

ma-

Enrico IV

di

impieg a

pel

discutere

basi e le condizioni dell'Editto.

le

Pel trattato di Vervino la Francia era oggimai tranquilla;


il

popolo alienato dalle innovazioni

nobili

stanchi di guer-

reggiare e di spendere, pi per bisogno di risparmio che di


riposo, lasciavano Parigi per chiudersi nelle

Madama

Intanto, in casa di

continuavano

funzioni

solite

le

grande scandalo del Cardinale


dobrandini e del Papa

Caterina,

prediche

sava e

con

gli oppositori

pi efficaci del clero e del parla-

mento

per impedire V Editto di pacificazione

e negoziava co' suoi

nistro

Le

ministri.

Bellivre erano saggiamente

promesso;

il

conferiva col

risposte per del

concepite:

data parola doversi mantenere;

la

ritirare

terla

Re, si
con

ugonotte,

Lorena, del Bandini, dell'Al-

di

Enrico

cattolici

castella.

del

per fare la penitenza


IV
andava toccando i malati di scrofole si confescomunicava e il Bandini accozzavasi coi pi zelanti

impostagli

Re

avite

sorella

mi-

Re avere
Re non po-

il

il

Parlamento dispensarsi

dal

ricevere

r Editto.

Bandini

Il

onde stimolare

energica protesta contro

sei

eretici

geva

Roma a fare una


comunic all'Aldobrandini

la corte di

Editto

esso
per uno dei quali veniva istituita
una camera composta di quattordici consiglieri,

alcuni capitoli di
nei parlamenti

1'

ed otto cattolici

e cosi

cattolici

egli

aggiun-

saranno giudicati da un tribunale formato in parte

di

eretici. Il clero di Francia si agitava e teneva adunanze per


opporsi con maggior vigore ed alcuni membri del parlamento
,

sostenevano

le

ragioni del clero.

difendevano

che

g'

interessi

pi

potenti

cui pi temevasi l'opposizione all'Editto,


nati

siccome avvenne

al

tra questi

della religione cattolica

Villiers,

di

vengono allonta-

destinato

ambasciatore a

AVVERTIMENTO
E

Venezia.

qui

il

Bandini confessa ingenuamente

sebbene ardenti cattolici

trovavano

se in ci

Roma

417

il

che molti

mandar

lasciavano volentieri

si

via

loro tornaconto.

per non voleva agire scopertamente

infiammava

soltanto lo zelo del Bandini perch istigasse vie pi gli oppositori

affinch venissero a dimostrazioni

r Editto

o almeno

s'

pi eflcaci contro

adoperasse per ritardarne

pubblica-

la

zione. Alle proteste del clero e alle parole del Bandini repli-

cava

il

Bellivre con ragioni pi forti: non volersi rinnovare

guerra per compiacere

la

stavano orecchio
cattolici

si

scusavano con

vano r esempio

dei

la necessit

Papa

al

tempi

ai

adduce-

che avevano conceduta libert

e infine allegavano

pace dei Regno

la

ministri pre-

davano ragione

di altri principi

alla religione riformata

motivi

Papa. Contuttoci

al

Bandini

al

il

pi giusti tra

metter termine alla guerra

di religione.

Quando Roma
pubblicazione

accorse che ogni suo sforzo contro

si

dell'

Editto tornava inutile

s'

ingegn

la

di otte-

nere almeno qualche soddisfazione agl'interessi dei cattolici


e tra le altre, che

il

culto cattolico venisse ristabilito

nella

che

nulla

provincia del Barn e nel resto della Francia


venisse innovato a

danno

dini volgevasi al Villeroy

ancora pi

una cosa

di stato

dersi dal

Re

al

al

Re medesimo. E

col Papa. Ci

il

Il

esser questa

esso provve-

di

al

religione

nondimeno
,

il

e che

bisognava

intendersi

Villeroy prometteva che

e che

il

Gesuiti

cattolicismo verrebbe rista-

Barn.

clero frattanto inviava

parlamento

si

le

sue deputazioni

mostravano contrarli

ravano modificarlo,
precedenti

il

Papa rimettersi per questo conto


Bandini replicava sempre invano, che

non sarebbero molestati


bilito nel

ma

tale oggetto

governo e alla quiete

convenire

queste erano cose di

Banmodi
questo ministro usava

dei Gesuiti.
;

rispondere al Bandini

nel

espliciti

all'

Editto

alcuni del

allri

deside-

degli

editti

e particolarmente di quello del 1577. Alle

modi-

e ridurlo

ficazioni per quasi tutti

atte

disposizioni

sembravano acconsentire

pi del

AVVERTIMENTO

418
clero e

parlamento

del

Re

consiglio del

il

corte

Roma.

di

Bandini

il

Ma

un

TAldobrandini e
che non

la

era per

estirpare la setta degli Ugonotti; le conces-

sioni essere divenute necessarie

uniti in

stessa dell' Editto e


,

riconoscevano

Tutti poi

allora possibile di

commissione

la

non che

perch quelli erano armati

solo principio, e pronti a ricominciare la guerra.

quelle adunanze e proteste del Clero

parlamento

di alcuni del

del Bandini e

le istanze della

il

maneggi

Roma, provocarono

corte di

Enrico:

in fine l'indignazione di

opposizione

1'

intrighi dei prelati

g'

quale ebbe a prorompere,

che r Editto era in servizio di Dio e pel riposo del Regno

ma

eh' egli desiderava conciliare gl'interessi della Chiesa,

leva che questi ancora facessero capo a

mettessero nel governo del

Regno

lui

pel quale

non

s'

vo-

intro-

meglio di ogni

altro conosceva quello che fosse pi conveniente.

La lunga

discussione dei capitoli aveva prodotto dell' in-

in Francia.

quietudine

mani doveva passare

cui

procuratore generale del

Il

prima

l'Editto

parlamento, dimostrasi favorevole


clero procede con

il

pi

per le

di essere ricevuto nel

Allora

agi' interessi cattolici.

coraggio

pi contento delle modificazioni

Re

nell'

opposizione

non

tenta ogni va per far

ri-

gettare r Editto intiero. Gli Ugonotti minacciano di sollevarsi

per r Editto
i

nobili

cattolici

prorompono altamente contro

nel governo che soddisfatti


tra loro

ligione

divisi piuttosto dall'

grandi del

ra

essi
,

1'

ambizione che per causa

Regno sospettavano che

occasione di ribellarsi e

mezzi

Enrico avea risoluto di demolire

terno del

Regno

nelle provincie

e di far

accettare

accompagnato

armata, sotto pretesto d'una


nelle loro case

mentr'

egli

molte
l'

Ma

sosteneva

di re-

volesse

per levare

guer-

fortezze nell' in-

numero

rimanersi eh'

la necessit di quelle

Re

Editto dai parlamenti

da buon

il

il

di sostenere la

visita generale del

rinfacci ai principali oppositori

dimostrava loro

erano

degli articoli dell'Editto,

stabilire la successione nella sua discendenza.

ad

di esso;

pi malcontenti della poca parte ad essi accordata

di

gente

Regno. Egli
essi

facevano

pericoli della guerra

concessioni

agli

Ugo-

AVVERTIMENTO
notti, ed insisteva

autorevolmente affinch ricevessero l'Editto.

allora opinione che

Era

forma

hanno

si

parlamenti non sono

ma

monarca;

sstere alla volont del


cati in tal

419

soltanto

che

di re-

soliti

pubbli-

editti

gli

per validi fino a che

duri la vita del Re.

Roma

mentre faceva nascere nuovi ostacoli

in quel

pro-

camera composta di cattolici


e di ugonotti
esgeva che questi non avessero n officii n
onori nel Regno
e che non potessero esercitare il loro culto
dovunque i Vescovi avessero residenza. Enrico non volle dare
agli avversarli il tempo di fare strepito maggiore, e portatosi
un giorno nel parlamento disse parole ferme e solenni. Ritestava contro r istituzione della
;

cevessero l'Editto

Regno

si

conoscere egli meglio di loro

benessere dello stato

al

mente Vili

conchiuse

e infine additando

Ecco

mie intenzioni. Cos

le

l'

contentare poi

le

prima

il

officii

del

a lui sono note

con pochi can-

ad istanza del

fatti

in tutti
gli

luoghi

clero.

culto cat-

il

Francia;

della

Ugonotti a tutte

Regno, prometteva

Per

Re promise a

il

dare esecuzione all'Editto,

di

che sebbene l'Editto abilitasse

sei

ritratto di Cle-

il

persone del parlamento,

tolico sarebbe ripristinato

e gli

mio padre

Editto fu ricevuto

giamenti dal primo progetto


voce, che

gli affari del

rimettessero in lui per quanto fosse pi espediente

le

dignit

non ammettere pi

di

di

Ugonotti per ciascun parlamento; e che inoltre questi non

potrebbero ottenere
ral procuratore

cariche di primo presidente

le

di

gene-

e di luogotenente generale.

L'Editto fu pubblicato a Parigi nella quaresima del 1599.


I

predicatori

contro

il

presero occasione

di parlare

governo; un Arcivescovo faceva

processioni, quasi volendo scongiurarlo

voce

di

una

lega

tra

favore della religione

sua piena esecuzione


in allora revocato
il

libero

esame

di

mano

in

il

l'

far preghiere

cattolici

Imperatore e

spargevano

la

Spagna a

e rest in vigore fino all'anno 1685.

ma

Fu

era gi troppo tardi. Dal 1685 al 1789,

dalle cose religiose e filosofiche

mano

contuttoci V Editto ebbe ben presto la

Papa

contro di esso e

sulle istituzioni civili.

Ma

il

erasi portato

progredimento

AVVERTIMENTO

420
deir

umana ragione nei rapporti


uomo importa ben pi al

vili dell'

meccanismo

che non

fa

il

r Editto

di

Nantes e

le

reazioni delle

provarono

che

il

umano,
esteriori
come

la

pace di Vestfalia,

religiose e filosofiche.
,

sommi ingegni

ai

ita-

Cattolicismo filosoficamente consi-

derato e civilmente praticato


vili

puramente

ormai riconosciuto
f

intellettuali e ci-

destino del genere

sua rivocazione;

moderne scuole

nostri giorni egli


liani lo

la

dei fatti

religiosi

racchiude

veri principii ci-

e religiosi del risorgimento morale e politico delle nazioni.

G. Canestrini.

Lettere dell'Abate Giovanni Bandini al Cardinale Pietro

Aldobrandini

ed altre, relative alla pubblicazione

dell'Editto di Nantes.

Al Cardinale Aldobrandini (26 Settembre 1598).


t.

Omissis

aliis.

Dopo

mia

la

lettera delli 9,

con la quale diedi

conto a Vostra Signoria Illustrissima della partita del signor Cardinale

Legato e della mia restata, non ho avuto occasione


essendo qua, per la pace

(1)

ed apparendo fin qui che

fini

poich Sua Maest medesima

campagna

della
tutti

non

somma

mentre gode pi del

lascia d' indirizzare


;

solito la lihert

per quanto

e la nobilt

poco a poco allontanando dalla Corte e riducendosi


case; e

il

popolo, che conosce ora meglio

si

va a

proprie

alle

della pace,

frutti

scorge

si

stracca delle spese

inclina al riposo e al risparmio

quiete

d'ognuno tendino a conservarla;

suoi pensieri a questo scopo

e disagi della guerra

di scriverli altro,

cose del Regno in

le

si

vede alienissimo da tentar per ora cose nuove.

Comparse
figlio in

il

signor

Duca

Corte a Fontanable

Lorena

alli

alloggiato nella casa della

col

signor Cardinale suo

16 del presente

Madama

vennero qua insieme con

hanno

di

sorella

sua

del

Re

alli

con

propria abitazione

20 se ne
quale

la
,

vi

si

Yervino del 1598. La guerra di Spagna non faceva che


lo stato' politico d'Europa, non solo a cagione degli
Interessi e dei principii diversi che suscit la Riforma
ma ancora a motivo
del progressi dei Turchi
quali avevano invaso l'Ungheria e minacciavano la
Sicilia. Clemente VI II s'adoper a mettere pace tra i principi cristiani per mezzo
del suo legato Alessandro Ottaviano de' Medici
poi
Cardinale di Firenze
papa Leone XI. Le condizioni di quella pace furono assai favorevoli alla
Francia
la quale ricuper il territorio e
confini posti dal trattato di Chteau
Cambrsis, dell'ubi possidelis del 1559: traMato che se fu principio o conferma della servit italiana , fu nello stesso tempo principio o conferma della
potenza di quella casa che seppe fare italiana la sua potenza e con virt e
con armi italiane si appalesa di essere come la Macedonia dell' Italia.
(1)

La pace

di

complicare naaggiorraente

LETTERE

422
sono continuate

ordinarie prediche e preci eh* solita

le

usare presso di s: di che accorgendosi

Cardinale

dicono

esser venuto ad alloggiar


di esserne stato forzato
le dette
il

prediche

come

restasse

si

prima

la

si sia

sono anco reiterate nei

luogo destinato a ci una sala da basso

Illustrissima dei giorni

come

Madama

meco

visitato

Sua Signoria

avendomi conosciuto

mi ha ricevuto cortesemente

Roma

voler venire l'Anno Santo a

di

ho

Io

(1).

essendo

al principio del cortile

nell'istessa casa, ed

fa

nondimeno

giorni

soliti

Monsignor Illustrissimo Legato per

lascialo qui da

Nostro Signore

di

e di

per compiacere a Sua Maest

sotto l'appartamento di

signor

il

mala vogh'a di
scusato con qualcheduno

affrontato

e che

Madama

volta

d'

servizio

il

e discorso solo

una sua

lunga

malattia, della quale d segno nel volto e nella ciera, senza passar

Risuona intanto da per tutto

in altro.

che

per effettuarsi

sia

il

preteso matrimonio; ancorch abbino questi Principi ora di nuovo

Madama

tentato indarno di ridurre

alla religione

onde per molli

si

buona speranza

della sua conversione

si

cattolica

pubblico non aver potuto ottenere da Sua Santit

sia

giudica

faranno prima che

che

resti

due mesi

sia

ogni

in

dopo

le

loro qualche
le quali

non

e senza gran solennit.


,

per mostrargli

le

sue fabbriche

nato con questi Principi ed

e due

del signor Sebastiano Rametti

domestichezza con Sua

ed ha in questa citt desi-

altri signori della

del signor Girolamo Gondi

volte

Corte, una volta in casa

cenato e dormito in casa

quale ha particolar

il

dove

si

mattina per Monse

fermer molti giorni per farvi una purga con dieta

un pezzo

fa

toccare gli

qua sono

(volendo prima che cominciarla,

ammalati

delle

scrofe

restati questi Principi di

se

ne partono per

del

Louvre

(1)

intratura e

Maest.

Essendo poi Sua Maest partita questa

alle

modo
nozze;

e che

Re seguit un giorno dopo questi Principi e si trattenuto


e dato una corsa Gno a San Germano col signor

11

qui quattro d

Duca

dispensa:

la

licenziarsi poi a

Presso Caterina di Navarra


,

giorno

di

stabilita

San Michele,

confessarsi e comunicarsi)

Loreno con Madama

e presto

Monse da Sua Maest.

sorella di

In allora piccolo Castello

il

Enrico, e in una sala terrena


convenivano gli Ugonotti
,

a torrette

prediche e alle altre funzioni del loro culto. Tutte le dinastie hanno laLouvre le loro tracce ; e Enrico IV ancora diede naano ad abbellire

sciato al

ed ingrandire queir

edifcio.

DELL'ABATE BANDINl
aspcUa qua

Si

con

(ulto questo

breve

di ritorno in

si

cose del Marchesato

vincia d'Angi

bene

di

le

alla

ai

negozii che

venire

Monsignor

persona sua ed
per

sia

Governatore della pro-

Cavaliere de' doi ordini,

e persona stimata di giudizio e di prudenza, seb-

poco aspetto.

Questa mattina e partilo


gher, per

Presidente di Vigliers

il

sua ambasceria

la

di

perdita della persona sua

volta per

il

di casa Se-

ai

buoni, che

cattolica faccia

religione

essendo uno dei pi dotti e dei pi ze-

lanti difensori delle cose ecclesiastiche.

e qualche

Venezia; e pare qua

questo Parlamento per gl'interessi della

sua

per

Sillery

di

per esservi confermato ambasciatore, per

sia

porter. Altri persistono a credere che


,

suo successore; ed

Monsignor

che venendo

dare tanto maggior riputazione

De La Kochepot

signor Duca di Pinay, n

il

vede certa risoluzione del

alcuni hiinno opinione

423

stato gi avvocato regio,

passato in poco favor del Re, per una certa

libert di contradire

ma

ora slato mandato da Sua Maest

con ottime parole e dimostrazioni.

La passata dell'Arciduca versola Corte dell'Imperatore, faceva


li discorsi del vulgo confermar qua l'opinione della morte del
Re di Spagna
nella quale siamo stati per spazio di quindici
giorni
e Sua Maest medesima l'affermava
con tutto questo non

per

nasceva negli animi delle persone alcuna alterazione per

il

limento della pace. Ora

giudizio

dei pi savi

che

la

si

reputa in vita

pare che faccia pi per

il

la quale,

per

il

stabi-

slabiliraento della pace

morte.

Omissis

aliis.

Qui continua

e continuer

signor Illustrissimo Legato, per


della pace, e

la

sempre

la

gran forza che ha

massimamente appresso

populi.

Il

fama

di

Mon-

in s l'effetto

Padre Generale

(1)

(1) Le conferente di Vervino si tenevano in presenza del Cardinale dei


Medici, Legalo del Papa , e del Padre Bonaventura Calatagirone , generale

San Francesco, e patriarca di Costanlinopoli. Bellivre e SilIV; il 3Iarchese di Lullino, il Duca di Savoja; in
nome della Spagna e dell'Arciduca Alberto trattavano il presidente Richardot,
G. B. Taxis, e Vereiken. Qucsla Imporlanle legazione del Cardinal de' Medici dur due anni
ed celebre per la prudenza e destrezza del Legato in
un negozio difficile , e per la pace che ne segu si pu dire a tutta 1' Europa. Francesco Gregori di Terni narr nSlnulamente quella legazione, che
manoscritta si trovava nel secolo decorso presso Marchesi Niccolini; e meriterebbe di essere pubblicala non solo perch riguarda alla storia generale
di quel tempo, ma parllcolarmenle a quella della Casa di Savoja.
dell'Ordine

di

lery rappresentavano Knrico

Ap. Voi.

11.

34

LETTERE

424

ha lascialo nelT animo del Re gran concetto


ha cos buona inclinazione verso

ha mostrato desiderio che torni

di

Sua Maest

che parlando con qualcuno

di lui,

qua, e opinione che possa ci

di

seguire con altre occasioni. Io supplico Vostra Signoria Illustrissima

comandamenti

a onorarmi de' suoi

molto desidero,

m' ha

nel

servizio

Omissis

2.

Dopo

aliis.

signor Cardinale e

acci possa esercitarmi

le solite

con

prediche e preci

e che ne

abbia

vi

si

anzi dicono

ricevuto

continuate ancora
Illustrissima

qua da

lei

1'

le

manco

di

piacere a Sua Maest

sono intermesse per


che sentendo

d'

altr' ieri

prediche.

e dandomegli

non ostante

stanza per ridurre

Sua Maest
il

si

Monse per
Dedicazione

senza entrare

mai

sua sanit
in

che concluderanno

alla

di

nuovo

due

notti

sono

lasciato

del viaggio

e m'

accenn

preteso matri-

indarno in-

e che

si

dica

speranza della dispensa.

in

e questa mattina

gli

fallo

ed ha favorito al
casa del quale ha
se ne e andato

volendo prima toccare,

San Michele

come

il

religione cattolica

signor Rametti

si

maggiori particolari. Si

fermata qui quattro giorni


il

e vi

Sua Signoria

Io visitai

stati esclusi dalla

farvi la dieta;
di

Madama

signor Gondi ed

cenalo e dormito

allegando di

a conoscere

che abbino adesso

pubblicamente che siano

solito

disgusto

d'un Nunzio, mi dimand

fino alla venuta

faceva in

si

sentisse mollo affron-

e cos ha continuato di starvi

tiene pi per certo che


;

si

andare ad alloggiar l per com-

Vostra Signoria Illuslrissima e della

monio

questo

signor Car-

il

romore che

il

particolar

medesime

che starebbe poco qua

).

quale hanno alloggiato nella casa che

la

sala da basso nel cantare certi salmi

non aver potuto far

di

giorno

dello stesso

dinale la prima volta dalle sue stanze

tato

come

essere stati quattro giorni in Fontanable,

Madre

gi della Regina

una

signor Cardinale Legato

il

signor Duca di Lorena se ne vennero qua

il

Madama

insieme con
fu

quale

lasciato.

Al medesimo

il

al

il

giorno della

ammalati delle scrofe

e confes-

sarsi e comunicarsi.

Questi Principi sono restati qui con


di ritorno nel loro

da Sua Maest.

paese

Madama; ma

e passeranno da

presto saranno

Monse per

licenziarsi

DELL'ABATE BANDINI
I Cardinale Aldobrandini
Omissis

3.

Cardinale e

signor Duca di Loreno

il

satisfatlissima di loro

vembre

che

manco

per passarle con

).

qua

di

di ritornare a

signor

il

Madama

mezzo No-

sono destinale a

le quali

spesa e solennit. Io cavo

con Madama e con


mai qualche buona speranza
grembo della Chiesa ma per dopo il

da quelli che hanno maggiore


questi Principi

Ottobre 1598

ed hanno lasciala

con stabilimento

col Principe per fare le nozze

Fanlanable

d'

quallro giorni sono

Parlirno

aliis.

425

intrinsichezza

pi che

ci sia

eh' ella abbia a ritornare al

preteso matrimonio, ed al pi tardi quando ella fosse gravida. Nei


contratti

passorno

che

gi

Sua

Maest

promette

le

dote

in

pu avere e quello
che le pu toccare nelle divisioni da farsi con Sua Maest dei beni
quali si stimano
del padre e della madre in termine d' un anno
300mila scudi

oltre

200mila

di gioie eh' ella

somma in circa di 30mila scudi d' entrata.


Loreno d a Madama per contradote 20mila scudi

possino ascendere alla


Il

Principe di

d'entrala

1'

anno

a vita di lei, in caso di sua morte; e

intanto assegna loro, in favore di tal matrimonio,


in

il

signor Duca

ducato

il

di

Bar

Loreno, con 50mila scudi pure d'entrata.

Sua Maest doveva cominciare questa mattina


Monse; ed ha toccato,
comunicalo per le mani

di

Al Cardinale Alessandro
4.

Omissis

lo

aliis,

ho

di

de* Medici

ricevuto

le

sua purga a

la

San Michele,
Monsignor Arcivescovo

giorno

il

malati

si

Tours.

di

11 Ottobre 1598).

seconde

lettere di

Vostra

Macone; ed ho, per quello lei mi accenna


del desiderio del signor Cardinale Aldobrandino
risoluto di scrivere adesso di nuovo a Sua Signoria Illustrissima
ancorch io

Signoria Illustrissima,

di

non abbi molta materia per non aver

qua alcuna

lettere di l

e per non

ci es-

momento. Sono poi andato distribuendo


i
brevi
e gli ho presentali in proprie mani agli Arcivescovi di
Burges, di Torsi, d'Ambrun e di Vienna, che sono qua. Agli altri
che hanno le bolle gli ho mandati ed accompagnati con una mia

sere di

novit di

lettera

non

latina; ed ho indrizzato

b?evi per

quattro Arcivescovi,

provvisti ancora dalla Sede Apostolica, alli Vicarii e Capitoli

di quelle chiese

del Clero.

e gli

ho

tulli

messi nelle mani

di

questo Deputato

LETTERE

426
Non mi pareva

qui

fin

necessario

di scrivere

signor Cardinale Aldobrandino per conio

pubblicare

perch dopo

sima non s'


di

sul cenno eh' ella

mi sono risoluto

di

da

era avvertilo che Nostro

di tal Editto: e lui

(2)

al

affermandomi aver

Signoria Illustrissima, mi ha in

che poca o nessuna speranza

Illu-

rispetto con

Monche

dire,

di

cominciava a risentire

si

medesimo avviso da Vostra


,^

possa essere d'impedirlo o ritardarla

un pezzo per amor di Vostra


il Re ha accordalo
non pu ora Sua Maest ritirar-

Ugonotti per via di trattato,

Sua Signoria

e che essendo cosa che

sene e mancare della promessa


verlo e pubblicarlo

conclusione parlato in maniera

dicendo che s' prolungato

pi;

Signoria Illustrissima
alli

ci

il

ha a

s'

non mi pareva a proposito


mi d per questa sua ul-

conto

Signore

che

(1)

Vostra Signoria Illustris-

medesimo

il

cosa alcuna al

Edilio

quale ho piglialo occasione

signor

Bollivrc

a dare

ho passato per

strissima di quanto

lei

di

fatto altro, e del passato

trattare. Tuttavia

tima lettera

partenza

la

dell'

in

Parlamento lasciare

il

di rice-

esecuzione della deliberazione del Re e del

suo Consiglio, lo non mancher con tulio questo

di fare quelle di-

ligenze che giudicher convenienti conquesti Ministri;

ma,

ogni

in

evento, bisognerebbe ch'io potessi parlare in virt d'ordini espressi


di cosl;

dire a

e Dio volesse che anco questo bastasse

Vostra Signoria Illustrissima

suo avvertimento; sebbene da qui

tutto

innanzi

scriver

signor Cardinale Aldobrandino di queste materie,

manda. Omissis

solamente al

come

la

mi

co-

etc.

Al Cardinale Aldobrandini
5.

M' parso dover

questo per risposta del

Con r ultima mia

2 del

dei

dello stesso giorno

presente, diedi conto a Vostra

Signoria Illustrissima della ricevuta dei brevi per

Vescovi di questo Regno

).

gli

Arcivescovi e

quali sono poi andato distribuendo se-

condo r ordine che mi diede

il

signor

Cardinale

Legato

li

ha

(1) La Commissione incaricata di preparare l'Editto di pacificazione, era


composta del celebre presidente Jeannin, gran partitante della Lega; di
Schomberg, dello storico de Thou, e di Calignon , famoso prolestanle. Essa
impieg due anni a stabilirne le basi e le particolari disposizioni e si mostr
,

fedele interprete della

mente d'Enrico

di

Navarra.

che tanto si adoper per la restaurazione di


(2) Il Presidente Bellivre
Enrico IV, divenne suo Cancelliere dopo la morte dell' Hurault, Conte di
Chiverny. Al Bellivre successe in quel posto Brlard , Signore di Slllery.
,

DELL'ABATE BANDINI
mani

presentati in proprie

Vienna

di Torsi e di

ogni riverenza. Agli


i

quattro brevi per

Arcivescovi di Burges

alli

gli

altri

qui

che non hanno ancora avuto


e Capitoli di quelle chiese

bolle,

le

avendo

ho stimalo

qua

trattate

tempo

in

la

quelle

sua parlila

Illustrissima

Nostro Signore dell'Editto che qua

Sua Maest e
avevano

ho

con Mon-

fatto,

fu stabilito tal Editto da

che

io

che sente

ha a pubblicare, mi parso

si

dal quale cavo

non hanno

ora essendo

dispiacere

del

di

sono

si

dal Consiglio pi mesi sono,

in

tempo che

li

eretici

qualche sollevamento, e impadronitisi d'alcune terre

fallo

e di molli denari

per riscattare

mancare

che

cose

ma

pigliare quest'occasione per parlarne, siccome


:

Vicarii

dato o mandalo a ciascuno

io

entrare in

dopo

Sua Signoria

signor di Bcllivre

Sans e Aix,

indirizzali ai

del signor Cardinal Legato, e che

alcuna innovazione

avvertito da

Aux

ho

li

qui non dover

fin

Vostra Signoria Illustrissima

fatto

gli

hanno Suffragane!.
senz' altro comandamento

tante copie delti stampati quanti

Io

che

Arcivescovi di Bordeos

gli

d'Atiibrun

hanno ricevuti con


ho mandati con una mia lettera: ma

che son

427

le

dell'

entrale regie

suddette cose

promessa

della

questa risoluzione

non potendo ora Sua Maest


impossibile rimuoverla da

per ci

sia

e molto

per accordo passalo con loro

e che

meno

sperare che

Parlamento

il

in

esecuzione della mente del Re e del Consiglio, non riceva e pubblichi tal Edillo.

Io

ho tentato e proposto

che sarebbe pur servizio del Re

che

si

la dilazione

mostrando

almeno tempo

desse

al

signor Legato di fare con le sue relazioni buona impressione cost

qua

delle cose di

e che

si

ma non

Sua Santit

effettuare cosa alcuna

dicendomi Monsignor

di gi trattenuta

molli mesi

e mi ha confessato aver visto

basciadore e

di

Monsignor Vescovo

gnore sentisse male

tale

porla piena notizia

di

Omissis

non

per

di

materie

sia

E
,

pi

quanto

poich
io

il

l'

che

si

instanzie

possibile rite-

le lettere del

Rennes

deliberazione.

queste

ho trovato da poter
di Bellivre

pubblicazione per

questa

del signor Cardinal Legato, e che ora

nerla

intanto qualche sali-

pensasse a dare

sfazione sopra di ci a

signor

Am-

Nostro Si-

signor Legato

non passer pi

oltre.

eie.

Al medesimo [15 Ottobre 1598).


6.

Omissis

aliis.

Dopo rawerlimenlo che ho avuto da Monsignor

Illustrissimo Legalo, di

Macone, del risentimento

di

Nostro Signore

LETTERE

428
per conto

dell'

Editto, ho cercato d'andarmi impadronendo di questo

negozio pi che potevo

(rovo fin qui

che

Re prese que-

il

temperamento di dare una certa sodisfazone agli Ugonotti


Regno in tempo ch'essi avevano fatto qualche sollevamento,

sto

del

Sua

e che ora

fra le cose

Camera

Maest slima necessario

con

varsi in pace

momento, che

pi

di

di quallordici

ma

cattolici,

qualsivoglia

Consiglieri

loro

come

hanno

loro

trattato di questa materia

l'appoggio

ed hanno

un procu-

constituilo a questo fine

ancora

ed ho sa-

ultimamente

tempo a questo Editto

comun consenso

di

ho

un' assemblea del Clero tenuta

in

Vorrebbono aver

ratore.

una

meCamera per

qual

alla

quali trovo tutti malcontenti

risoluto d' opporsi a suo

per ci gi

sar

ci

e gli altri otto

possa esser convenuto qualsivoglia cattolico, etiam

lite

con diversi ecclesiastici


,

e scelli fra quelli del

sodisfazone

ecclesiastico, da qualsivoglia eretico. Io

puto

Parlamenti

nei

cio sei eretici

nominati da loro medesimi

desimo Parlamento

continuare per conser-

di

Ai quali per ci concede in questo Editto

loro.

Nostro Signore, e

di

propongono che potrebbe Sua Santit scrivere per ora a Sua Maest,
rimostrandoli il carico della sua coscienza ed il pericolo d'entrare
,

in diverso concetto di quello ha avuto sin qui

con dare ordine a

chi sar qua allora ministro della Sede Apostolica, di parlare viva

voce con essa medesima; poich

il

farlo con

Ministri,

si

vede che

non pu servire a molto. E perch sapevo esserci


Parlamento medesimo molti buoni cattolici che
per quanto

in questo negozio

nel

potranno

s'

opporranno anch'

sentire a tal Editto; io

parlare a questi

rimovere

altri

li

certo ufficio

nione

fra

molti

di

una persona

ma non

di qualit:

di discorso si

il

la

di

quale mi ha rispo-

potrebbe fare con alcuni

ex professo d'ordine di Sua Santit, senza

offendesse.

Saranno a questo

Presidenti e Consiglieri

che

accon-

per confermarli nel loro dovere e tentare

che Sua Maest se ne

Parlamento

e faranno difficolt di

ho proposto, se potesse Nostro Signore far

che per via d'amicizia e

sto,

un

tali

essi

da dugento

Presidente di Vigliers

a Venezia, sia stato levato di qua

trattato nel
;

ed opi-

andato Ambasciatore

questa occasione, perch

per

er^ uno di quelli che per l'autorit e zelo poteva e voleva pi op-

che

simile sia per farsi

diversi pretesti

porsi

altri

che sono giudicati della medesima volont

quelli

un

altro

quali
si

il

ancorch buoni

sotto

cattolici

delli

essendo poi molti

o per un interesse o per

lasceranno facilmente andare. Io inclinavo grandemente

DELL'ABATE BANDINI
ad aspettare, prima ch'entrare
o comandamento

Vostra

di

429

questa materia, qualche cenno

in

Signoria

per

tuttavia,

Illustrissima:

ravvertimcnto del signor Cardinal Legato, mi sono risoluto a dirJene ora tutto questo

spinto ancora dal considerare

Nostro Signore fare qualche sforzo

tempo

perdersi

11

Novembre,

di

vr

perche finiscono

giorno

per quanto sento

tentare

non

sia

Parlamento

vacanze del

Martino; e assai presto poi

S.

di

le

che volendo

questo negozio

in

si

da
alli

do-

verificazione e pubblicazione di

la

quest' Editto.

Al medesimo

Ho

7.

scritto a

per allora
Circa

potevo

Vostra Signoria Illustrissima,

per

dirle

tutti

ecclesiastici

buoni

cattolici

tale pubblicazione

paratamente dal Clero


poich

per

cheranno
interesse

di

di

Francia

di

quanta qualit
rispetto di
i

liti

per

sia

che

usi le

possibile,
ufficii

se-

zelo che portano alle

il

come ancora per

fra l'altre cose

loro particolare

il

gran

di

eh' avessero con gli eretici

qunli

trattato con

desi-

gli ecclesiastici hanno preso


pu credere che a suo tempo non man-

dati

con

risico e pre-

abbino a esser
giudici ere-

di

parte a satisfazionc di

in

non averanno meno a sospetto. Io ne ho

ragionamento

essi

cattolici

si

acci non paresse cosa concer-

una Camera che sar composta parte

in considerazione,

cia

mano

la

fare le loro diligenze,

che nelle

e parte

metta

ci

Re per rimovcrlo se sar


ma che Sua Santit faccia questi

si

parendo a

giudicati da

quelli

15, quanto
pubblicarsi.

ed in particolare dalli

il

cose della religione cattolica

tici

alli

da

risoluzione che

la

nella loro assemblea

giudizio

Editto

dell'

generale

in

che Nostro Signore

paterne ammonizioni verso

tata

conto

quale non trovo d'avvantaggio, se non che qua

il

dera da

da

(23 Ottobre 1698).

di

nuovo, per via

Monsignor De Bellivre

messoli

quelle migliori ragioni che ho saputo, di

questo negozio;

Sua Santit che

lo

per

la

cosa in s,

come per

sente male; e dei cattolici di Fran-

mormorarci sopra. Egli ha momio discorso, ed accennato dispiacere a lui, ed

quali cominciano di gi a

strato approvare

il

a molti che s'abbia a dare agli Ugonol|i questo adito;

Re non possa

fare tutto quello

che vorrebbe

per non ritornare in nuove guerre


questa satisfazionc.

civili

con lutto eh'

io

1'

che

ma

che

la necessit

il

astringa a dare a essi

non n abbi potuto cavare

LETTERE

430
paiiicolarc

iillro

inenle dello

nondimeno mi ha

che

si

sia

qualche frullo degli ullimi

sto,

Legalo per

le

molto asseveranle-

in generale

por vedere alla giornata


officii

cose della religione cattolica

e forse ben pre-

Cardinale

dal signor

fatti

ancorch

Sua

allora

Signoria Illustrissima non ne ricevesse grande intenzione, per non


si

Sua Maest obbligare mai troppo

volere

Onde m'

ncgozii.

speranza
quali

il

che confronta anco con

insomma

scusano

buon'ora

di

il

parlare

ascollano con buone orecchie

Ministri

d' altri
,

che hanno concesso per simili Editti quasi ristesse cose


Omissis

aliis,

uscito

qua ullimanentc

in

danno ragione e

cosa sulla necessit dei tempi, e sull'esempio

la

in simili

parso questa volta ritrovare qualche migliore

di altri

alti

stampa un

Re,

Ugonotti.
libro del

signor Antonio Perez (1), nel quale egli in lingua spagnola racconta
l'origine delle sue disgrazie, e le ribellioni d'Aragona,
riosit: e

perch

l'ha indrizzalo a

almeno per ora mandare

Vostra Signoria

inclusa copia della sua epistola dedicatoria

casione d'inviarle poi anco


il

con molte cu-

Nostro Signore, ho slimato dovere

Illustrissima

libro, ch' assai grandolto.

il

la

qui

aspettando miglior oc-

perch

signor Cardinal di Firenze conosce assai la persona, io non ne

dir altro; se non ch'egli,


la

temendo

dedicazione falla a Sua Santit

forse ch'io non gli reprobassi


mi ha mostrato qualche sdegno,

che, alcuni mesi sono, io pi presto lo sconsigliassi]

ancorch, ricerco da

a Nostro Signore:

esso,

gli

d' indrizzarlo

dicessi

allora

l'opinion mia, e che seguitasse in ci la sentenza del signor Cardinal Legalo.

Il

che potr Vostra Signoria Illustrissima vedere che

accenna in quesla epistola

egli

Omissis

Al medesimo
8.

Omissis

aliis.

l'indisposizione

di

Inlorno a questo Ministro

rico IV, dopo clic

si

31 Ottobre 1598

).

Con l'ultima mia scritta alti 23, le accusai


Sua Maest per causa della carnosit aveva

avulo per tre o quattro giorni

(1)

senza espressione per delle persone.

eie.

della quale

di Fih'ppo II

si

era poi totalmente

e de' suoi rapporti con

En-

sottrasse alla vendetta del re di Spagna e dell'Inquisi-

zione, il nnlgliore lavoro da consultarsi quello che, sollo il titolo Anloine


Perez ci Philippe II, pubblic signor il Mignel ; uno tra i pi eleganti scrittori e accreditati storici , che annoveri la Francia. Le memorie {Rdaciones eie),

che

il

Perez pubblic

in allora

(1598), furono In seguito ristampate.

DELL'ABATE BANDINI
liberato

nicrcord passato

(|uando,

Maest voleva andare a

d'urina

febro e tremiti

onde

sopraggiunse

letto, gli

tali

principali

tavia in

parendo che

questa

fatto fare

dieta

medico ordinario

il

s'

intende che

ieri

che

e per gli avvisi

Causano

dall'opinione,

Sua Maest

di

dei

abbia

li

Sua Maest cominci a

andavano ancora

e cos

sono

ci

questi

secondo

animi delle persone

solito

il

resti solo

accidenti

reiterati

mattina

questa

di

febre fusse quasi del lutto cessata

la

l'impedimento dell'urina, e che


lezza.

medici

febrc andarsi allontanando; talmente che, all'arrivo

la

ieri

piccola

gran travaglio

quattro

per

de' medici le cose passavano assai meglio,

seguitando

difficolt

con troppo rigore e con poca ragione. Tut-

quel giorno, che fu Tallr'

migliorare, e

nuovo

notte con

che pass quella

giorno seguente fu mandato qua

il

mentre Sua

'28,

di

medesima carnosit rinnovatasi, con non

la

jx^r

sera delli

la

431

per ora qualche debo-

maggiori

ancora

fatti

non mediocre alterazione

cominciandosi

scoprire

con

insieme

che

nelli

molti

della

guerra,

nobilt, ed altri privali soldati, avvezzi alla libert della

non trovando nella pace quella consolazione e rimunerazione che


s'erano forse presupposti, desiderino pi presto cose nuove;
quali senza dubbio inclinerebbono influiti

Sua Maest il che Dio non voglia


bisbigli
teme pi. Accrebbe anco
:

se succedesse

corte

di

Parlamento

che iermattina

apersono

si

il

passato

persona

compresa

del
nell'

Ke

sopra

che

di

come

accordo ch'egli aveva poi

e per ordinare che

si

fallo

s'

intendesse

con Sua Maest, e nel

liberi

sia

di

dell' aprirsi le porte, fece

Sua Maest, e correre per

la

ma

si

venne

per non approvare

lai

tanto pi che apparisce fn

qui l'avviso essere stalo dato da un suo nemico


tardanza

go-

conlra

tentare

di

cosa che non

erime cosi vecchio, e che non

n a esecuzione n a luce. Sua Maest


cattura

parli del

perdono ricevuto, pareva che potesse ora essere convenuto


tiene per certo, ch'essendo

le

aver

per l'avviso venuto ultimamente,

che in questi rmni addietro avesse avuto animo


la

le

ne

se

un gentiluomo

fatto pigliare prigione

vernatore di Craon (persona che ha seguitato per


signor Duca Mericorio) (Mercmur)

di

non

porle della Citt tre o quattro ore pi tardi del solilo, per
la

alle

altro

siccome per ora

per

questa

pensare tanto pi a maggior male


citt

diverse

voci,

prima che

se

ne penetrasse la vera causa.

Quanto
per

le

all'Editto, tuttavia

parole dettemi
ip. Voi.

II.

m'apparisce

siccome

scrissi

clic sia

per passare avanti:

ultimamente
55

Vostra Sl-

LETTERE

432
gnoria Illustrissima

da Monsignor de Bellivre

generale

in

qualche buon successo delle cose della religione callolica,

persuadendo

qui

sin

che

non possa essere

pensi a non innovare altro contro

Regno

parendo

di

mi

vo

non che

altro se

Gesuiti che sono

rimasti

si

nel

ed a rimettere ben presto l'esercizio cattolico in Bearne


forse,

che queste simili azioni possino compensare

blicazione deir Editto

Francia. Tuttavia

Monsignor

Sua Santit e verso

ad altro

ne sopra

che pronostica. Omissis

pub-

cattolici della

perch

ho parlato questa mattina, non

Bellivre, al quale

di

volle uscire

e verso

questa una semplice mia coniettura

la

Editto

l'

n sopra

buoni successi

etc.

Al medesimo (7 Novembre 1598).

9.

Omissis

Essendo

etc.

ultimamente tornato

fuora Monsi-

di

mi parso per esser ministro tanto princimuoverli proposito sopra V Editto


pale
s
perch non potesse
esser tenuta diffidenza la mia seco, poich n'avevo trattato con
gnor di Villeroy

(1)

Monsignor di Bellivre, s per vedere se potevo cavarne d'avvantaggio; avendo tuttavia pigliato l'occasione su quello me n'aveva
scritto il signor Cardinal Legato. Egli mi ha fatto il medesimo discorso degli altri; ma tanto pi apparentemente fondato, quanto
ha mira
Mi ha insom-

eh' persona pi esperta nei negozii d'ogn' altro, e che

particolare di secondar l'inclinazione di Sua Maest.

ma

detto

che essendo questa

allo stato ed alla conservazione

Signore rimettersene
tit

tutte le ragioni

accennando nel resto

Re

al

dell'

Editto materia che tocca tanto

della quiete di esso, possa Nostro

e che

si

sia fatto intendere a

per renderla certa della


,

che alla giornata

si

potr fare, lo replicai

il

fatto della

si

sia

necessit

Sua San-

de'

tempi

che questo era negozio concernente pi

religione che di stato

e che

per

era

conveniente

fare in esso particolarmente capitale dell' affetto e desiderio di

Beatitudine

per considerare quello

massime avendo

essa nelle

cose

semplici

di

Sua
stato

testimonianza dell' amor suo verso Sua Maest ed il


Regno tutto. N mi parse di passar pi oltre
pensando satisfar
giudicando
a
e
qui
con
questo
proposito
di
lasciarmi campo
fm
resa tanta

(1) Nicola di Neufville,

tempi

di

Enrico lY

dirigeva

Signore di Villeroy,
il

il

pi abile diplomatico nel

dipartimento della guerra e degli

afTari esterni.

DELL'ABATE BANDINI
di

potere insistere

avvantaggio e

d'

con

mi vo
la

di

qua

dare

sia di

tere r esercizio cattolico in

contraccambio della

Bearne

Maest ander una mattina

in

e lasciar

stare

Editto

dell'

veggo, che

Nostro Signore col rimet-

satisfjizione a

pubblicazione

caso

io

venga l'ordine. Intanto

confermando, da quello che presento

tuttavia

mira

pi fondanaento,

me ne

che da Vostra Signoria Illustrissima

433

Parlamento

per

Gesuiti

in

Sua

quale

la

e procurer con la ri-

putazione della persona propria levare quelle difficult che polessino scoprirsi in molli Presidenti e Consiglieri contrarii a ci

come

solito farsi in simili occasioni. Omissis

Risposta deirAldobrandini

Omissis

10.
tutta

d' avvisi

Air altra

aliis.

Ferrara

27

delli

10 Novembre 1598

di Settembre

ne' quali si osservata la diligenza

sic-

etc.

sebbene

sua

dir non-

dimeno, a quello che contiene, quanto hanno passato Principi di


Loreno in cotesta Corte intorno al matrimonio della sorella del Re:
i

molto Sua

che non ha potuto se non turbar

Santit

che

sia

si

da
una casa eretica e dove si continuavano
le solite prediche e preci
secondo V avviso di Vostra Signoria. Che
sebbene si deve senz' altro tener per cosa certissima che ne siano
usciti con abominazione di s pessime azioni
lo scandalo nondipassato tanto avanti in questo negozio

e che

Principi cos cattolici in

si

sia alloggiato

meno che ne

riceve

mondo

il

zione presso la piet cristiana


e che professano di
in

particolare

il

ed avrebbe

nuovo verso

buono

di

significa

questi

aver

cos

la

religione e fede cattolica

come persona

malcontento

ecclesiastica

dell'alloggio,

potuto Vostra Signoria tener

particolari

fatta

gran considera-

in

che quell'Altezze hanno professato

signor Cardinale

avuto ragione di restar


scrive

doveva essere

di

ed

ha

come

lei

proposito molto

congiontura della

nella

Sua Signoria

che mi

visita

Illustrissima.

Al Cardinale Aldobrandini (14 Novembre 1598).


11.

Omissis

etc.

L' altrieri s'aperse

il

Parlamento, e

pi che mai della pubblicazione dell'Editto;


ordinato a uno di questi Segretarii
tutti

Presidenti e Consiglieri di

loro intendere che la

mente sua

di

slato

esso per

che

vadi

caplivarli

che senza alcuna

si

parla

Sua Maest

avendo

a
e

trovar

per

difficull

far

ed

LETTERE

434
opposizione
la

si

accetti

tal

Editto

pace nel 4iegno. Omissis

come unico rimedio

conservare

di

e te.

Al medesimo (21 Novembre 1598).


12.
il

lo

Non prima

questa mattina a desinare

di

signor Duca di Pinay

comparso

qua

quale io sono stato oggi un pezzo, e

col

trovo tanto satisfatto e edificato di cotesto paese, e tanto affezio-

nato e divoto

di Nostro Signore e di codesta Santa Sede, che non mi


animo d' esplicarlo. Si loda in estremo delle molte
grazie fatteli da Sua Santit
e particolarmente della facolt di
poter tener pensioni
fa
inoltre
e
professione d' esser grandemente
obbligato a Vostra Signoria Illustrissima. Viene con buon animo
di fare con Sua Maest gli offici! impostili da Sua Beatitudine, e
fra un giorno o due se ne passer in Corte
a me pare che la
sua venuta sia un'ottima congiuntura, perch da jeri in qua ci

basterebbe

l'

comincia a apparire qualche migliore speranza delle cose dell'Editto;

non ch'egli non

ma

per passare avanti,

sia

e ristrignere in alcuni capi, dei quali


si

sentivano pi offesi

mera composta

come particolarmente

parte di eretici

in

in

maniera

alcun giudice eretico


tal

giudizio.

capi
si

che

ovvero che

il

gli

in quello

che

in detta

ad

Parlamento, sopra a questo

nome

cuni deputati
in molti del

tutto

di

il

fatto,

per

sia

siano esenti

da

si

in

altri

Consiglio

sono

stalo

per non essendoci

fin

referto che ne faceva

ieri in

qua

io

giormente Vostra Signoria Illustrissima


:

il

il

da

fatte

tuttavia

al-

scoperte
si

abbi

risentimento che

Nostro

Signore.

qui altro che una semplice speranza

anco inaspettatamente da
gior fondamento

quali

che principal-

Parlamento stesso; e posso anco credere, che

avuto sempre particolarmente in considerazione

da pi bande

altri

insieme con alcuni del

l'instanzie

che

di

vi

Clero di Francia, sono state

e per le inclinazioni

mira

tira

si

alcuni

pare che pensino ora questi signori del

sono a questi giorni radunati pi volte

mente, in

Ca-

della

Camera o non

ecclesiastici

A questo temperamento,

per modificare

sia

si

quale ogni cherico poteva

alla

esser convenuto da qualsivoglia eretico

raccomodare ora

che

cattolici e gli ecclesiastici

Ma
nata

non posso assicurarne mag,

n discorrerne con mag-

che mi riserbo a fare con altra

per ora darle qualche miglior nuova sopra questo

fatto.

bastandomi
Omissis

eie.

DELL' ABATE BANDINl

435

Al medesimo (28 Novembre 1598).

13.

La speranza che con l'ultima mia

de'

21 accennai a Vostra

Signoria Illustrissima essere inaspettatamente nata di qualche

derazione dell'Editto,

va

si

confermando;

tuttavia

mo-

parendo, per

quanto presento, che l'arrivo in corte del signor Duca de Pinay


abbia a ci ajutato molto
ticolarmente

ma

siccome

al

suo ritorno sapr pi par-

l'esclamazioni del Clero per mezzo dei deputati

d'esso, e l'opposizione che accennava voler fare, hanno ritenuto


la cosa non s'
hanno messo alcuni

che

rator Generale

precipitata

insieme con

Parlamento

del

ed

le

considerazioni che

particolare

in

eh' fratello dell'Arcivescovo di Tursi

per r autorit del suo carico e per


della religione cattolica
di

questa esecuzione.

stato

il

il

su questo

Procu-

il

quale

molto zelo che porta

alle

cose

primo che ha ritenuto l'impeto


il
Re medesimo s* mostrato

dar satisfazione

cos facile ed inclinato a

il

cattolici

ai

che ognuno

giudica tanto pi che Sua Maest non sia mai entrata nel pensiero
di

questo Editto per altro che per liberarsi dalle continue lamenta-

zioni delli eretici


si

e per levar loro ogni pretesto di sollevarsi.

stima adesso, che non sia pi per mettere giudici

Camera che

s'

in questo caso

ha a constituire qui

Parlamento;

resterebbe nella forma che al presente

stata molti anni

capi dell' Editto


del tulio

in questo

e che

il

simile

si

inoltre

sia

quale per questa via verrebbe a

alti

editti passati

ed

L'Editto

di

Nantes non che

chiarazione degli Edilli precedenti


di

il

gli

Con

estensione al trattato di Poiliers

e che
altri

essere quasi

a quello specialmente che


il

non concedere

compleraento e una pi
di

quello del 1577.

Ugonotti per contrapporli

questi divenivano troppo forti.

nella

quale,

esplicita di-

accordali dalla doppia ed instabile politica

Caterina de' Medici: particolarmente poi

dre favoriva talvolta

la

Onde

moderare alcuni

per

fu fatto l'anno 77 (1); parendo che sia acquisto

(1)

eretici

l'Editto del
ai capitoli di

ai

1398

La regina ma-

capi dei Cattolici


fu data

Bergrac.

Il

se

una maggiore
primo Edillo

27 gennajo 1561: seguono in appresso quelli


degli anni 1562
68, 70, 76, del 7 settembre 1577 e del 79. Enrico IV
avea concessa la libert religiosa fino dal 1591 con l'Editto di Nantes, e
con quello di S. Germano del 1594 si ntostr ancor pi favorevole agli
Ugonolli. L'AIdobrandini e la Corte di Roma s'accomodavano malvolentieri
air Editto del 1577
che permetteva il libero esercizio della religione riformata determinava luoghi citt e baliaggi dove si poteva stabilire il nuovo
di pacificazione quello dei
,

LETTERE

436
ora davvantaggio

eretici di quello eh' stato loro concosso

alli

addietro: poich nel resto

l'

giudica per

si

non potendosi per ora estirpare questa

per

comune opinione, che


molto necessario

setta, sia

dar loro qualche satisfazione, e prescrivere ed a cattolici ed a essi


un metodo, secondo il quale ciascuno sappia dentro quai termini

debba contenersi

acci restando

essere noto quello

non s'incorra

che

sperano

si

siccome molti

d' essi

Duca

di

venga

si

ma, insomma,

restano

tutti

altri

al

fatto

qui per queste

fin

Pinay, per sapersi

gli

della venuta del

che doveva

offizii

mo-

assai satisfatti

cattolici

mi mostrorno gran contento

fare

in

Nostro Signore sopra questo fatto, cos ora propongono e

di

supplicano Sua Santit

ben

senza

dar tuttavia pi chiarezza de' particolari a Vo-

stra Signoria Illustrissima

derazioni che

nome

confusione

o permesso agli

maggiori inconvenienti, e non

in

delle armi. Io potr

signor

cose in

le

sia lecito agli uni

stabilito;

di

non

poich pare che

ci

straccare finch

si

non

tutto

il

sia

abbia a correre ancora qualche tempo

avanti la pubblicazione di questo Editto

per questi nuovi pensieri

sopraggiunti. Omissis etc.

Al medesimo

Dicembre 1598).

(5

sperando primi comandamenti


non ancora comparso e non
senza maraviglia
poich non ha mai tardato tanto. Ed essendo io
avvisato d' un corriere che passa a Lione ho risoluto di fare questi
14. L' ordinario per

di

quale

il

Vostra Signoria Illustrissima

sto

pochi versi in fretta

per dire a Vostra Signoria Illustrissima

continua pi che mai

la

speranza che

in alcuni

capi, secondo l'instanzio

perci

raguna spesso ed a parte

si

del Consiglio e del Parlamento.


ieri

tato

1'

Editto

che ne

fa

s'

come

Clero;

il

il

quale

e con alcuni di questi signori

signor cardinal

Il

andr correggendo

Gondi

tornato

Germano, mi ha detto questa mattina, che ne ha tratcon Sua Maest la quale da principio s' doluta e mostrato

da

S.

collera, che egli e


sizione

culto

Vedi

il

contro r Editto

e creava

fa

altri
,

ecclesiastici avessero

nella quale

Camera mista

les

Iroubles de la

si

diceva

formata un'oppo-

che

in esso fussero

cio composta di Cattolici e di Riformati.

Recueil des Edits de pacificalion

France sur
in 8vo.

gli

ordonnances

rligion depuis 1561

et

dcclaralions

jusqu'en

du Roi de

1599. Paris,

DELL' ABATE BANDINI


cose contro

Tonor d'Iddio; dicendo che

la mira sua non se non


Sua Divina Maest e del riposa del

di fare quello servizio di

suo Regno

437

avendo per

in

ultimo concluso

che voleva che loro

avessero satisfazione nelle cose particolari che concernono l'interesse


della Chiesa

ma

purch faccino capo

che non vuole che


ed

tica

s'

a lui e da lui lo

governo pubblico del Regno

il

loro quello che sia pi espediente

risentimento

riconoschino

intromettino in quello che tocca

per

la poli-

quale sa meglio di

il

avendo mostrato

in particolare

che senza sua saputa avessero avuto animo d'opporsi

alla pubblicazione dell' Editto

dicendo che questa era una specie

non vuole pi queste conventicole. Il Procuratore


Generale del Re per le cui mani passano gli editti prima che si
ricevino nel Parlamento aiutato e rincorato anco da qualcuno di
di lega

e che

questi grandi

fatto tanto nel principio,

ha

del tutto stabilite


gli

innanzi.

ascoltati ora

Ed essondo

cose che parevano

tiene

si

nella

eretici

nondimeno per

le

cose

tali

su che
e di

come per corto, che e'non si


Camera di questo Parlamento,

cause nelle quali avevano interesse quelli

della religione pretesa riformata

conceder loro pi

parlare

di

ridotte le cose a questi termini, che sono

benignamente,

metteranno pi giudici
destinata

le

hanno avuto pi ardire e campo

ecclesiastici

farsi

che

sono messe in negozio ed in trattato

si

che qua chiamano

come

offizii

ancorch

sia

poi in

Re d'usarne con considerazione, siccome faceva


suo predecessore e sar loro permesso V esercizio pubblico
libert del

il

luoghi per baliaggio

cizio cattolico in tutti

dovendosi per
i

per questa via


altri

si levi

siccome queste medesime

editti passati.

con essere prescritto un metodo

ed ora

fa

si

il

su che

pare qua

agli

l'occasione di venire fra essi alle mani

possa pi godere della quiete


pretesto

altri

incontro rimettere l'eser-

all'

luoghi del Regno

cose erano anco ordinale negli

due

e di pi in

Re

della

lor setta nei luoghi che gi tengono per la forza

si

Nondimeno

gi fu deliberato.

rester che potranno avere carichi ed

che non

uni ed

e che

gli editti passati

il

che
agli

Regno

hanno avuto

fondamento. Io non ho mai mancato con

questi Ministri d' andare continuamente facendo offizio per aiutare

questi ecclesiastici

in

conformit

di

quello

mi

fu

accennalo

dal

signor Cardinal Legato, ed ho tuttavis^trovato meglior disposizione


in essi

sebbene averci desiderato

stra Signoria

di

poter parlare in

nome

Illustrissima, e di suo ordine. Omissis eie.

di

Vo-

,,,

LETTERE

438

Al Cardinale Alessandro

Doppo che

15. Omissis etc.

Medici (12 Dicembre 1598).

de'

ho

io le

pigliato qualche miglior piega

hanno

quando

tanto, che

cuni del Parlamento

lutti

pensava che l'Editto s'avessi

si

forma che gi era stato risoluto

nella

scritto, le cose dell' Editto

perch fra

od in

il

Deputato, che

fatto

mostrandosene renitenti

particolare

Vostra Signoria

si

al-

Generale

Procurator

il

fratello dell'Arcivescovo di Tursi, questi del Clero

nanzi; e

s'

pubblicare

sono

Illustrissima

fatti in-

conosce,

allegando esserci in esso cose di molto pregiudizio alla Chiesa, s'


finalmente ottenuto di mettere

Gondi

s'impiega:

ci

ho

io

da

fatti

perch Monsignor
degli ecclesiastici

hanno

gi

lei

qua

negozio come negli

altri.

cune cose che sono

di

essi

ed

cose

eretici

alli

che se Vostra Signoria

avercbbe avuto onore e

Quello che ora


alli

tratta

si

talmentech pare che

1'

incontro

ligione cattolica

ci
,

che sar rimessa


di

avanti o poco dopo le feste

averci fin nel principio


,

se

non

Edillo non sar per


gli editti

il

Bearne

in

Sillery

che

passati;

e per tutto. Intanto

conto

quale dar ragione

mandato l'Editto

avessi creduto

fa

che gi

al
1'

Al Cardinale Aldobrandini

somma

bont

di

di

partire

poco

tutto

ed io

signor cardinale Aldo-

avessi

medesima opinione aspetter che ci sia qualcosa


mander poi ogni piena notizia. Omissis etc.

16. Dalla

e di concedere

saranno molte cose buone per servizio della re-

comparir cost Monsignor

brandini

di levare al-

ecclesiastici

Illu-

questo

felicit in

niente pi favorevole di quello che sono slati


all'

gli

tempo giovato molto

ha favorito gagliardamente l'interesse

pregiudizio
:

che

e ra' assicur

questo

e tengo per fermo

strissima fusse slata

manco

ne scrisse

fino a

di Bellivre

signor cardinal

Il

sempre ogni diligenza, dopo che

me

Vostra Signoria Illustrissima


offizii

cosa in trattato.

la

fatto

e
di

stando nella
stabilito

(dello stesso giorno).

Vostra

Signoria

Illustrissima

non

potevo aspettare se non un'amorevole approvazione della deputazione


fatta gi dal signor Cardinal Legato della persona mia a questa

Corte

con una nuova testimonianza

e di tutta questa casa.

E sebbene

io

dell'

amor suo

verso di

me

desideravo e speravo qualche

DELL'ABATE BANDINl

439

particolare

comandamcnlo

strissima

per polermi esercitare in questo servizio

dopo

relazione di Sua Signoria illu-

la

e per

poter

mente della Santit di Nostro


Signore sopra l'Editto e l'altre cose; nondimeno non volendo mai
aCfeltare pi di quello che sar comodo di Vostra Signoria Illustrissima ed intenzione sua, ho deliberato d' andare continuando in
rappresentare con pi reputazione

la

questi negozii

e facendo

offizii

mano

di

mano

in

potr imaginarmi che sia pi conveniente

io

Sua Beatitudine

E quanto

zioni sperate

non
,

procurato con

seguire

allega

si

poich

si

di

si facci

cose

sopra questa reformazione

di Sillery

afferma

che dar tempo

di partire avanti le feste

presto dopo esse immediatamente. Intanto


di stabilito

sopra

1'

di

questi

moderaintendere
e

quella

poter sperare

va tuttavia trattando da questi

clesiastici

qualcosa

non

che mi pare

il

le

delle

finche per Monsignor di Sillery

necessit dei tempi che


sia per

anco con

passi alla pubblicazione

si

pi apertamente a Sua Beatitudine lo stato

che

Oni

santi

ed ottimi desiderii di Vostra Signoria illustrissima.

all'Editto, io ho particolarmente

Ministri, che

sopra quello che

per

Editto

sebbene

non

ec-

e Monsignor

io

crederei pi

come

lascer,

sia

vi

darne a Vostra Signoria

di

il-

lustrissima quella pi particolare notizia che potr.


Il

signor Duca di Pinay stato qua questa settimana due giorni;

e ieri, dopo aver ricevuto le lettere di Vostra Signoria Illustrissima,


se n' di

nuovo ritornalo a San Germano. Mi

gli offizii

con

Re sopra

il

tutte quelle cose

ha detto aver

fatti

che sapeva esser desi-

Sua Maest

ha

derate da Nostro Signore

mostralo ogni volont

dar sempre ogni conlento e satisfazione a

di

e che

in generale

Sua Santit essendosi per scusata, quanto


;

lamenti

dato

e nel resto,

al Concilio

che

intenzione

sopra

Par-

non saranno

Gesuiti

gli

rimossi (1), ed assicurato che l'esercizio cattolico sar rimesso in


Per editto del Parlamento dei 7 gennajo 1595 fu pronunziata l'espulma non sembra che tulli uscissero dal Regno. Le Istanze
Roma e particolarmente del P. Cotton confessore del Re uomo sagace
(l)

sione del Gesuiti


di

e Intraprendente, contribuirono a farli richiamare nel 1603. Ebbero in allora


il permesso di slabllirsi a Tolosa, Auch, Agen, Rhodez, Bordeaux, Perigueux,
Aubenas, Bziers, Lione e Bigione, e particolarLlraoges, Tourns-le-Puy
,

mente

la

Flche

e nel 1606 ottennero

di

ritornare In Parigi. Fin d'allora

Parlamento e 1' Upiversit , le due


quali fecero sempre capo gli avversarli del Reverendi Padri

essi

ebbero contrari!

il

istituzioni

alle

governo cio,
e r istruzione. Pochi anni avanti essi intesero di conciliare le nuove dottrine,
e mcDoroDO gran romorc col libro dei Molina e qui, bisogna pur confessarlo,
:

Ap. Voi.

II.

56

il

LETTERE

4i0
Bearne e per tutto

Regno

il

perci Sua Maest che


Il

e quanto

Editto

all'

signor Duca di Pinay mi ha detto anco

Omims

etc.

che slimerebbe mollo

qua fusse un Legato e sull' occasione dell' Editto,


medesimo concetto allegandosi che per

a proposito che

molti hanno avuto questo

non

contentava

si

andasse riformando molle cose.

s'

come

esserci oggid a questa Corte Cardinali grandi

n altre persone

di

gran credito appresso

altre volle,

Ke, che possino aiutare

il

e sostenere le cose degli ecclesiastici e dei cattolici

perci ne-

sia

cessario una persona di grande autorit che rappresenti la Santit


di

Nostro Signore. Nondimeno

cardinale Gondi

sempre sono
occasione
Omissis

non

che

qua

Legati

sarebbono

di

k Dicembre 1598

San Germano uno

potessi dare a Vostra

ma non
ieri

Omissis

dei Deputati

aspettando

Signoria

ancora

di

del

si

dovette

fare

Clero

io le

forse

mano

per

alcuni giorni

con pensiero

quali

si

domanda

sentire quello di che io

qualche ragguaglio

per rispetto del battesimo

del

cardinale Gondi.

signor

per impedire
difficile

la

16 Dicembre 1598
moderazioni

le

).

dell'Editto

saranno

manca anco

Nostro Signore facesse qualche gagliardo sforzo


totale

pubblicazione di esso: sebbene

V ottenerlo

gi di sollevarsi se

si

Quando

ne dar conto particolare. Intanto non

chi vorrebbe che

Gesuiti

a'

etc.

18. Omissis etc.

molto

per

Illustrissima

ritorno

Al medesimo

stabilite

volentieri.

ander forse scorrendo

toccare a Sua Maest tutti quei punti sopra

che

che non

).

And per questo conto

crede.

si

riformazione. Io lo stavo

ricevuti

forsi

17. Omissis etc. Per le cose deir Editto,

pi tempo che non


,

e che senza grande

etc.

Al medesimo

sono

mi ha detto

Illustrissima

accetti o desiderati

tiene

per simili propositi avuti col signor

Sua Signoria

non

si

poich

s'ha

per

Regno minacciano
almeno in parte, quello

eretici del

gii

mantiene loro,

mostrarono pi savii degli altri e Roma pi savia ancora nel non


una materia che divideva tra loro
pi zelanti
;

volersi pronunciare sopra


teologi del cattolicismo

Gesuiti e

Domenicani.

DELL' ABATE BANDINI


gli

promesso adesso, e concesso

stato

suo Consiglio tengono che questo

non

cosa nuova. Omissis

sia

19.

Ferrara

Vostra Signoria

31

delli

ed io

di

l'arrivo di

Re

Sua Beatitudine

di signiflcarle

concerne

la

ha oprato con

mi ha ordinato

che dar a lutto

il

mondo

e vedere di farla soprasedere fino alla

il

quale rest

che procuri per ogni strada poss-

che sar molto presto

per questo negozio particolare

fruttuosi, per

la

sua in avvisare quel che passa in cotesla

nel negozio dell' Editto. Nel quale

Nunzio che deve spedirsi


tali

1598).

Ottobre, e 7 e 21 del passato: del con-

bile di rappresentar lo scandalo

pubblicazione

il

che

Nostro Signore in Ro-

ed in particolare ha approvato quanto ella

Ministri del

subito giunto, trovai tre lettere di

tenuto delle quali diedi subilo conto a Sua Santit


satisfatta della diligenza

Re e

il

etc.

Domenica, 20 del presente, fu

di ritorno di

corte

ed

necessario

deW Aldobrandini [Roma, 22 Dicembre

Risposta

ma

altre volle;

rimedio

sia

441

che

la

sua

venula

del

e porter ordini

spera abbino ad essere

si

zelo che dovr mostrare la Maesi Sua in cosa che

religione

Corona e benefizio

del

giuntamente con

riputazione

la

della

sua

Regno. Vostra Signoria ander rappresen-

tando queste considerazioni con l'efficacia che potr maggiore, per


procurare

come ho

Nunzio. Omissis

detto

una

sospensione sino alla venuta del

etc.

Al Cardinale Aldobrandini

20. Omissis etc.

Il

Segretario del signor Duca di Savoia, venuto

ullimamenle, ha supplicalo
far levare alcune

che appartengono

Maest

il

guarnigioni
a'

25 Dicembre 1598).

Re
di

in

feudatarii suoi

ed ha con essa

fallo

nome

due o
,

queirAltezza, a voler
Delfinalo

sebbene oggi posseduti da Sua

ofiTerta

che

quanto prima verso Sua Beatitudine per

mostrando

di

tre luoghi del

le

le

piaccia di

mandare

cose del Marchesato

banda accomplilo a questo e tuttavia


accennando che sarebbe sempre pronta a rimetter tal differenza in
Sua Maest medesima. La quale, dopo aver dato amorevole risposta
essersi dalla sua

a questi particolari

ha detto a questo Segretario

ch'egli rappresentava insieme

il

con

occasione

desiderio di Sua Altezza di venire

LETTERE

442

personalmente verso Sua Maest

ma

incomodo;

gliasse questo

primavera a Lione

che non voleva che per ora pi-

ch'ella era

risoluta di passarsene a

e che l V aspetterebbe volentieri

a trovare in Piemonte,

li

e forse ag-

giunse (secondo che alcuni dicono), che non venendo,

anderebbe

1'

che almeno viene detto e significato

da

Sua Maest ora pubblicamente con gli altri con dichiarazione di


voler aver seco un esercito por eseguire ( secondo usa dire
bisognando, la sentenza che da Nostro Signore sar data sopra ii
;

Marchesato: sforzandosi, insomma, per questi esimili proposili

un ardente

fare apparire

modo

il

desiderio di riavere quasi in

detto Marchesato.

disegno e preparazione

Su che
si

di

qualunque

sparsa qua gran fama di tale

s'

tiene che

Sua Maest

sia

per far

le-

vata di seimila Svizzeri e di diecimila fra Raistri e Lanzechinetti

Regno potr aver facilmente un esercito


Ma si in questo medesimo tempo proposto

e che con le genti del

ventimila soldati.

di

San Germano

questi Grandi
le

demolire

le fortezze

presenza

alla

molti di

di

che sono nel cuor del Regno;

quali introdottesi e aumentatesi con l'occasione delle guerre ci-

vili

pare che siano

accidente che nasca


l'

Consiglio Regio

nel

di

ed ha Sua Maest

andata a Lione voler fare

provedere

cose

alle

un

pi necessarie

pubblicato

insieme

giro per tutto

minimo

per ogni

moti

instromenli a nuovi
:

suo Hegno

il

con

per

che V intenzione

credendosi

principale sia di far demolire con l'autorit della sua presenza le

suddette fortezze:

onde

primo motivo

armare

Regno

(eh'

che per

dell'

Sua Maest abbia caro


con
la

tal

modo
si

di

effetto

che

il

per

il

ha proposto nell'animo),
che
si giudica ancora
,

Nostro Signore, che stima grandemente

varii e grandi

e che per esso

non

discorsi che

gli

da

si

sei giorni

non manca anco

abbia esser molto minore della fama

per dar

Marchesato

viaggio

essendo

potesse di nuovo interromper la quiete e la pace della

per bastare che


di Sillery

pi savii

poter dar segno in un medesimo tempo

fanno sopra questa materia; e tuttavia

che r

il

s'

questo

per far

Marchesato; sebbene

alla Santit di

Sono

Cristianit.

per

coniettura

recuperazione del Marchesato

restituito,

si

fa

sia pi

pi tempo che Sua Maest


rispetto del

il

si

qua

e che sia forse

sparga tal voce sulla venuta cost di


colore e riputazione al

in

chi creda

Monsignor

suo negozio concernente

o che, se pure seguir qualche armamento, sia senza

dubbio per provvedere

piij

presto alle cose del

Regno con l'andata

in persona di Sua Maest, che per intraprender guerra di fuora

DELL*

ABATE BANDINI

poich per uscire dei Regno


gli

animi de' Grandi e

non

443

veggono abbastanza

si

di molti della nobilt,

stabiliti

quali pare che ogni

manco sodisfatti della pace, o per la poca parte che


hanno nel governo, o per le poche remunerazioni o per il dubbio
che Sua Maest voglia stabilire nella successione proprii figliuoli, o
che molli hanno e si fingono
per altri simili rispetti e pretesti
giorno siano

per

il

desiderio naturale che in questa nobilt, divisa per la religione

sempre

e per l'ambizione, s' visto

di

Le quali

cose nuove.

es-

sendo forse previste e considerate da Sua Maest, sono potissima


causa del viaggio del Regno

molte fortezze

molti dei Grandi e dei nobili

mano

e che

pensa

si

demolizione

alla

per troncare per questa via l'ardire e

possono

li

quali avendo le dette fortezze in

o a un

coli' accostarsi

di

potere di

il

altro personaggio, sotto qualsivoglia

del sangue o ad

Principe

pretesto, facilmente causare

nuovi tumulti in ogni minima occasione: parlandosi per sempre

questo caso

di lasciare in

frontiere

nell' essere

e parte ancora

che sono tutte

certe pi

di

fortezze delle

le

principali e vecchie

Sua Maest pensi


per tutte
generale

il

cause che

si

forse a voler

citt e terre del

le

che

anco opinione che


armata manu fare accettare l'Editto

sono in alcuni luoghi nel cuor del Regno.

Regno, con l'occasione

della visita

che per par manco verisimile e necessario delle altre


allegano dell'armare; se gi non venisse per ci fatto

incidentemente.

quanto

Editto

detto

al

che

questi ecclesiastici in quello

sono come

concerne

d*

accordo

particolare interesse

il

della Chiesa e delle loro persone; vedendosi tuttavia segni evidenti,

che alla
Circa

sebbene

fine sar pubblicato,

qualche spazio
le

di

tempo

si

differir facilmente

ancora

la pubblicazione.

cose del Marchesato, in quello che giudico che con-

cerna r interesse del giudizio che ne spetta a

vado pubblicando quanto posso

che Sua

Nostro Signore,

Santit

l'ottima sua mente a tutto, ed accennando che non

causa e avanti
d'operare, se

il

tempo sospettare o

io sapessi

pochi d sono

Sua Maest

ma

ci

si

dovrebbe senza

m'

e pi

affaticherei

me pu

ed ho fino avuto qualche pensiero

come

feci

con Monsignor

ho qualche scrupolo

per levato da ogni mnimo ordine o'cenno


lustrissima. Intanto

pi particolarmente quello che in

esser desiderato e convenga

farne motto con

diffidare

fin

di

io

provveder con

qui

di

di Sillery

che verrebbe

Vostra Signoria

Sua Maest attende quanto pu a

Il-

rislrignere

LETTERE

444
le

spese e

provvisioni

le

ed ogni altra occasione

somma

di

danari

il

che nuovo disegno

soprasede

di

che

spendere

fa

pagameull dei

(1^

tanto pi credere eh' ella abbia qual-

che quando non fusse

debiti

per mettere insieme qualche

d'

armarsi

potria fors^.

figliuoli ; i quali ama eccessivaanco essere di lasciare ricchi


mente, avendo (per quanto si dice) concesso il governo del Mari

chesato di Saluzzo

ali'

ultimo suo

figlio

ultimamente e stato battezzalo con


fusse stato legittimo.

Ma

soprattutto

ci creduto da' pi intelligenti

viaggio per

Regno con

il

chiamato Alessandro

molto verisimile

ed

di parte

a'
,

almeno mediocre

governatori delle province

che sono

21. Omissis aiis.

strissima

non

si

come

io

pubblicasse

1'

se

vien

ricono-

farsi

come

etc.

).

a Vostra Signoria Illu-

di dire

procurato con questi Ministri

volte

dice

si

ed a molti castellani e capi

2 Gennajo 1599

Mi sovviene ora

ho pi

Omissis

tanti Regoli.

Al medesimo

che Sua Maest voglia con fare un

esercito

scere per tutto per padrone assoluto, e dar la legge,

qua

che

medesime solennit che

le

che

Editto finch per Monsignor di Sillery non

facesse intendere alla Santit di Nostro Signore

spesso ritrovato in loro inclinazione a ci

il

ho ben

tutto; ed

avendomi

tutti

si

mostrato

di desiderare che si dia


per quanto le cose di qua lo permettono,
sempre ogni maggiore soddisfazione a Sua Reatiludine. Ora con la
venuta di Sua Maest in questa citt per approssimarsi la par,

lenza di Monsignor di Sillery, avevo avuto in animo di passar lo

Sua Maest medesima, con intenzione di tastare in


medesimo
tempo l'animo di Sua Maest circa le cose di Saluzzo
un
il che avendo io
conferito con uno di questi Ministri principali,
m' stato detto che sarebb(? superflua questa mia diligenza per le
stesso uffizio con

(1)

Da una

lettera del Bandini si conosce,

sorpassavano per pi
assegnannenti

Le

fatti dal

d'

un

che

re ai principali della Lega

le

spese per l'anno 1399


a cagione dei molti

Regno

nailione V entrata del


,

ed anche

finanze dello stato ebbero migliore riordinamento sotto

cussioni dei grandi furono represse


fino allora tutta
cesi preposti al

tatto

il

la

debiti pagati

il

Riforraa.

della

Sully

g' Italiani,

le

con-

che avevano

direzione delle finanze, licenziati; amministratori fran-

maneggio

del pubblico erario.

sistema finanziario del regno

di

Le Memorie

Enrico IV.

di Sally rivelano

DELL' ABATE BANDINI

445

cose dell'Editto, poich gi determinata la pubblicazione di esso

ed

il

mi

si

tempo; e mi

sialo

messo

convenga fare simili

uffizii

in considerazione,

che forse non

senza espresso ordine di

Sua Beatitudine che


dopo T arrivo cost

fussi facilmenle servizio di

Sillery

zione

faccia

perch essendo

blicalo

Monsignor

possa esser meglio che segua avanli

Sua Santit ne

che

altre notizie vo

che l'Edilio sar accettato dal Parlamento e pub-

mentre Monsignor

di Sillery

sar per strada

forse sul

proprio suo arrivo; trovandosi ora minor difficolt nelle

Parlamento a riceverlo

del

che concerneva

di quello

di

cosa stabilita con ogni maggior risolu-

la

maggior risentimento. Onde da questo e da

conietturando

pubblicazione

la

dell' Editto si differisse sin

Vostra

che non

Signoria Illustrissima; e qualcheduno mi ha accennato,

per esser

persone

stali consolati gli ecclesiastici

loro particolare interesse e della Chiesa,

il

Re ogni giorno pi risoluto circa questo fatto


parendo insomma a Sua Maest e al suo Consiglio che non si
possa mantenere la quiete nel Regno senza dar questa salisfazioue
e per parlare

il

agli Ugonotti

o esenzioni

ai quali

non

quello che

di

concede per questo Editto pi libert

si

permesso loro

sia

si

nell'

anno 77.

Io

posso malamente dare notizia a Vostra Signoria Illustrissima delle


riformazioni falle a inslanza degli ecclesiastici
se r abbia

mai avuto

il

detto Editto

per stavo volentieri aspettando

le

non sapendo

fin

qui

o se io devo mandargliene

sue prime

Omissis

lettere.

etc.

Al medesimo (11 Gennajo 1599).

Parlamento fanno

22. Omissis etc. Questi del


tutti

cipali
sia

pubblicar

accettare

difficolt di

Sua Maest abbia

l'

Editto

mostrando

lor tuttavia,

che

di

voler che

dar questa

sua

nelle case proprie

cose in qualche dubbio.


ostinato,

intento

il

ma non

ed aven-

a starsene

in

con tutto questo paiono ancora

le

in risico

Ma quando pure

Re con V andare
non essendo

SODO presemi

Regno

che a essa tocca nel tempo della guerra a correre

pericoli e metter la vita

modo

che

sia necessario

satisfazione agli Ugonotti per aver la quiete nel


doli rinfaccialo,
a'

nonostante

a questi giorni parlato ad alcuni di loro pi prin-

con qualche asprezza, e con molta risoluzione

pubblicalo

ogni

quest' ultimo

in

in

il

e a loro

Parlamento volesse stare

persona*nel Parlamento

solilo di resistere alla volont dei


si

tengono anco pertanto

validi

otterrebbe

Re quando
gli

editti

LETTERE

446

che sono pubblicati in questa forma


non durante la vita di quel Re. Ha

non poco

materia alterato

animi

gli

n pare che abbino forza se

lunga discussione di questa

la

di

tutta

Francia

la

perch

ha dato occasione ai cattolici di molte mormorazioni, ed agli ereliei

minacciare sollevazione, se non

di dolersi e di

promessa

nuta
Omissis
la

etc.

per

Monsignor

di voler partire fra

mira

tira a

si

gli era mantequanto prima.

di finirla

Sillery va facendo le visite

di

10 o 12 giorni

Alemagna. Veramente sento che

la

e fare

e dice ora

viaggio di Loreno e di

il

sua spedizione in buon termi-

ne: nondimeno crederei che potesse pi presto partir del mese di

Febbraio

massimamente che ho opinione che

vorr di qua prima

si

veder l'esito della pubblicazione dell'Editto. Egli viene con molta


volont e speranza di dar satisfazione a Nostro Signore
e a tutta la Corte

Signoria Illustrissima

m' e stalo ultimamente detto, che

livre

avendo per

mettesse cost o ne desse anco speranza

Ed insomma

certo.

slima pi che mai

premono mollo
forse
la

di

intelligenza

ha, por la pace,

la

Ministri
egli pro-

potria tener per molto

si

grazia e l'amore di

due negozii

anco s'accorgono

buona

de' suoi

che quello eh'

per un discorso che mi ha fatto

qua

con

pi qua,

vedo che

si

Santit, poich

acquisto

Re

eh' necessaria al

Sede Apostolica

la

fatto tanto

Sua

Marchesato e della dispensa: e

del

ogni

di Bel-

confermar T unione

di

uno

scelto

e nel quale confida tanto

pi principali

a Vostra

suo viaggio fondato

il

principalmente sul desiderio che ha Sua Maest

con cotesta Santa Sode

Monsignor

e da

appresso

nome

il

tutti

della quale

del

cattolici

Re non potrebbe forse tener lungamente a sua


divozione questi popoli se non vi concorressino 1' autorit e il ri-

Regno, che

il

spetto della Sede Apostolica. Omissis aliis.

Al medesimo
23. Omissis aliis.

17 Gennajo 1599

slato a questi

giorni

).

dal

signor Duca

di

Loreno spedito un corriere a Sua Maest, per farli intendere come


un cappuccino fuggitosi d'un Convento, ovvero statone scaccialo,
era partito di quel paese per venir a tentar conlra la vita di Sua
Maest

(1)

Francia

(1).

Da
,

E perch

in

questo

si

la

cosa

Re gli avvisi della venuta di emissarii in


facevano per ammazzarlo. Anche r officioso

ogni parte arrivavano al

e del tentativi che

medesimo tempo per

ABATE BANDINI

DELL'

sono alquanto esacerbali

ileir Edilio si

Ugonolli

i^li

in questa Citt

rinforzar

o degli uni

o degli

stigazione del solilo verso quelli che se

non ha

zioni delle feste usato al solilo d'

estremi freddi e

lempi

cattivi

sollevamento

Sua

ha

Cattolici

Maest

fatto

ed usare pi diligente inve-

accostavano

le

d'andar per tulio

lascialo nel resto

Ira

rumore

altri

guardie della sua persona

le

animi

gli

qualche

e avutosi timori di

447

andare a

nondimeno

avendo dopo

caccia

le divo-

nonostante

gli

e di trattenersi col giuoco della palla;

ed ha per tuttavia, da che qua, atteso

a'

pi

ncgozii

dell'or-

dinario.

Omissis

aliis.

una supplica
che

gli

ritta

la

forma

di giustificazione

sopra tutte

sono stale date da un certo tempo

Monsignor

oggi capo

con

Padri Gesuiti di Bordeos hanno mandato al He

in

Kosny

di

(1)

delle Finanze, e in

quale

in

qua

Sua

mollo credito presso

verisimile; ed opinione che l'animo del Re

ed io presento, che Monsignor

di

si

La

cerio.

un passaporto

ma mando

Alessandro Giorgio
il

Monsignor

casa

di

di

Bordeos ha scritto a Monsignor


,

Firenze

in

per

essendo anche

che

la copia della lettera

Cleremonle

il

Padre

Hosny

di

che viene nominato dentro

fratello dell'Arcivescovo di
di

scacciali;

suddetta giustificazione, ancorch' io

bene

San Martino

Kandan,

gnor Cardinale

di

mandar

di

fumo

rabbia vista, non l'ho potuta avere per mandarla


cosa assai lunga

pure

vadi mitigando:

Sillery porti cost

trattar la remissione di quelli che ne

non l'ho per avviso

indi-

Maest

officii, se

per qualche persona che piacesse a Nostro Signore

qua per

hanno

nonostante che sia Ugonotto, ch'

crede ch'egli faccia per loro buoni

si

calunnie

le

l'

ed

della

nolo al

si-

che maneggia questo negozio. Omissis

aliis.

Parlamento tuttavia sospeso circa

11

Ferdinando de' Medici scriveva


Francia Don Rodrigo

di

al

Villeroy

Muro aragonese,

di

Spagna.

che

Il

di

regicidio.

regno, otto
(1)

nome

registri del

attentali

Massimiliano
di

Duca

contro
di

Spagnuoli

II.

si

spedivano

uomo

di cui

Parigi per

sa
in

facinoroso,

parla questa let-

commettere

Io

negli ultimi anni del

vita del Re.

Rthune. Marchese

di

Rosny

pi conosciuto sotto

di Sully.

Ap. Voi.

insieme ad un frale dome-

Parlamento constatavano
la

saperlo da un frate francescano

denunzialo dal suddetto come venuto a

slesso

gli

cappuccino

fu giustiziato In Parigi nel seguente Aprile

nicano

il

pubblicazione dell'Editto:

esperto nell'armi e

per ammazzare Enrico IV; e aggiungeva


nnpolelano, pratico della corte
tera

la

esaminazionc del quale attende ora gagliardamente

alla

LETTERE

448

qui a quello sia per risolversi; sebbene per l'ordinario

i,'iuclicare fin

Re superare

sogliono r autorit de'

Omis-

alla fine queste difficult.

sis aliis.

Risposta del Cardinale Aldobr andini [Roma, 28 Gennajo 1599).

Mi trovo cinque

24.

Novembre

1'

12

cato di quella delli

maggior parte

una delli 28 di
Dicembre con il dupliprima dell' originale. Nella

lettere di Vostra Signoria

altre delli
,

12 e

che

16

ricevei

quelle lettere Vostra Signoria tocca

di

della pubblicazione

dell' Editto

sopra

che

negozio

il

si

sia

messo

in

le

si

trattalo; anzi
,

il

che

pub-

si

sia

che prevede

male conseguenze che nasceranno da questa pubblicazione, an-

corch r Editto fusse ridotto alla conformit


blic nel 77, vuole che
afifatto la

si

resoluzione del

principal fine

pubblicarlo

come dicono

loro

n l'altro; perch questi non


faccino

li

mezzo,
Divina.

l'

non

altra

Signoria

si

pub-

avendo per suo

Regno

e la salisfa-

possano conseguire n l'uno

conceder Dio benedetto con questo

gravemente

nell'occasione

questo, parlar liberamente con

quale

si

rimover

quieteranno per molte carezze che

si

la

la

la quiete del

col quale ne viene offesa cos

Vostra

quello che

di

faccia ogni gagliarda inslanza per

zione degli eretici, non possibile che

se

Santit

eh'

soprasedulo

sia

Ma Sua

gi limitalo e ristretto in molti capi.

particolare

il

che posso dirle

di

piaciuto a Nostro Signore d' intender che


blicarlo, e

di

potr, in

Maest Sua

conformit

Re, e stendersi

Ministri del

gamente ed efficacemente. Omissis

la

di
lar-

etc.

Al Cardinale Aldobrandini

29 Gennajo 1599

).

ho a questi giorni fatto offizio con MonsiRoano, destinato a celebrare il preteso ma-

25. Omissis aliis. Io

Arcivescovo

gnor

trimonio tra

Principe di Loreno e

il

come da

sene,

di

difetto della dispensa

ed

il

quale

pericolo d' incorrere in scomunica

noni

contro

il

Concilio

di

gli

dissi, e di

egli

che volesse astener-

di

per

non poteva forse fare senza

per essere contro

Trento e contro

Signore. Mostr questo signore

distesamente

Madama

alto eh' illecito per l'eresia di lei, ed invalido

la

ai

mente

sacri
di

ca-

Nostro

notare tutto quello che io pi

pigliarlo in

buona parte; e mi rispose,

sentire con grandissimo dispiacere che a lui toccasse avere a

fare

DELL'ABATE BANDINI
azione
lo

449

quale vedeva bene che contenterebbe pochi, e che forse

la

metterebbe appresso Sua Santit e tutta

la

Cristianit

mala

in

riputazione; e clie aveva perci procurato di liberarsene, con rap-

presentare a Sua Maest tutte queste considerazioni


ostante

non aveva

fatto, che

clesiastici gli

potersene malamente scusare, per

egli

Madama.

pende talmente da Sua Maest

Allega, che

non pu

vorrebbe: che, quanto a lui, va

in

tenzione, parendoli che con tale

matrimonio, per

Parigi

si

liberi dalle

fare

tutto

che

quello

questo negozio con buona

prediche ugonotte

la

in-

partenza di

e per la speranza

ha quasi certa della sua conversione, lo

egli

sua fortuna di-

la

e aver tanto bisogno presentemente

del suo soccorso per vivere, che

Madama,

quale non-

che molti ec-

alla fine potuto negargliene; e

avevano detto,

essere fratello del Re e di

che

la

aveva parlalo con tanta autorit e risoluzione in questo

gli

feci

sopra

tulle

queste cose quelle repliche che mi pareva convenirsi; accennandoli

come Arcivescovo doveva

pi volte, che
della Chiesa

che de' comandamenti

ditamente a

tale instanzia,

fare pi stima degli ordini

regii

e che contradicendo

gratificherebbe grandemente Sua Beatitudine.

avendo gi promesso l'opera sua

al

Re

Con

tutto questo,

in questo atto

questo signore gran dolore

di

zelo nelle cose della Chiesa

Re,

non ne seppi

sua entrata solenne


vero per

le

in

questo fatto, e mostra nel resto molto

asserendo ch' stato vinto

quale ora domanda comodo

al

si

come

cavar altro: se non che potrei affermare con verit, che trovo

del

ar-

metterebbe una corona in testa, e

si

dall' autorit

danari da poter fare la

di

Roano come Arcivescovo, essendo molto po-

in

sue qualit

e non avendo quasi altra entrata che quella

dell'Arcivescovato, che non ascende forse ai seimila scudi. Intanto,

quasi tutta
giorni

Corte s' ridotta

la

temer tanto della scomunica


che fussero presenti

cheranno

mani

S.

sebbene ancora alcuni signori

di quelli

eh*

al

la

Germano in questi ultimi


e dame hanno mostrato

quale s' divulgato incorrere quelli

suddetto atto matrimoniale

che non man-

che se ne asterranno per questo rispetto. Posdo-

Domenica

si

far la solennit

che dal suddetto Arci-

vescovo, con la forma e cerimonie consuete della Chiesa


sar fatta alla porta della chiesa

dama

di fuora

alcun

modo

stando

sebbene alcuni dicono che

camera, ancorch
in

se

me

non

spese saranno di poco

il

Romana,

Principe dentro e

sia forse

anco per

Ma-

farsi in

l'Arcivescovo ha detto, che non lo farebbe

E quanto al resto, le feste e le


momento, essendo Sua Maest alienissima
in chiesa.

LETTERE

450

dallo spendere; e in Ire o quattro giorni saranno dcltutto spedite

queste nozze.
Sulia fine di
Maggio
o al principio di Giugno,
Sua Maest sar in Lione e che l sia per aspettare
da Monsignor di Sillcry di quello che possa sperare delle

Omissis

aliis.

avvisi

cose del Marchesato; poich

che

capitare in quella citt pare tuttavia

il

principalmente per dare riputazione alla causa

sia

poi per seguitare

da

tutti

Regno

viaggio del

il

onde

d'

per fare ricevere

sia

l'Editto

Parlamenti con l'autorit della sua presenza, giudicata

ogni d pi necessaria per

1'

effetto di esso.

preparativo d*armi; e sebbene


bisbiglio di levata

sere cos occulta

segretamente

Ma

di Svizzeri
,

se gi

tal

animo

seguita

Non

nondimeno cosa

in

considerazione

vede per alcun

si

qualche poco

tuttavia

non fossero solamente

anco

e viene

Maest avessi
esecuzione
spesa.

tiene che

si

tale

dati gli ordini

molto

che quando pure Sua

non sarebbe ancor tempo

di

non potrebb'es-

metterlo in

di

poich una levala cos anticipata farebbe correre troppa

n anco pare a molli verisimile, ch'ella

levare gente forestiera

poich con

per voler

sia

cinque reggimenti

soliti a

te-

tempo di pace e con le compagnie d' uomini d'arme sparse per il Regno, Sua Maest pu sempre avere,

nersi in piede

anco

in

dalla sera alla mattina

senza

cinque o seimila

della nobilt

concorso

il

fanti

e da mille cavalli,

numero che par

sufficiente

per

condur seco nel viaggio del Regno poich quanto alle minacele
non si sente altro n pare alla fine impresa
verso il Marchesato
verisimile, quando si considera che Sua Maest se n' rimessa li:

beramente

al giudizio di

Nostro Signore

non

se

signor Duca non volessi obbedire alla sentenza

anco caro
di

di

qua cascar
Omissis

perch

nell'

aliis.

in

in

caso

sebbene

s'

che

il

ha forse

dubbio quello che in ogni evento potesse

animo.

L'Editto

Parlamento

il

de' quali

mettere

l'

attende

ancora

quei

in

a ventilare

medesimi

termini,

per articolo

articolo

ne reproba spesso qualcheduno: e nondimeno non

ancora se sar accettato senza

la

presenza del Re

accettazione passa per le voci di tutti

Presidenti

poich
e

si

sa

questa

Consiglieri

maggior numero vince. Ma Sua Maest se lo promette per


ed ho inteso di buon luogo che se ella non 1' avesse
gi promesso agli Ugonotti nel tempo ch'egli era nell'assedio
d'Amiens, non si curerebbe ora tanto di gratificarli, vedendo
dall'altra banda il disgusto che ne d a' Cattolici. Io non posso dar
e

il

cosa certa

ABATE BANDINI

DELL'

451

particolare notizia a Vostra Signoria Illustrissima delle riformazioni

che

son fatte a instanzia degli ecclesiastici

si

e che

si

fanno ora

per rautorit del Parlamento; poich bisognerebbe discorrere sopra


molli articoli e che T Editto nella maniera che fu fatto da prin,

bilita

vedr

Parlamento
che

principalmente a mira

ammessi

26. Omissis aliis.

Nunzio

Ugonotti non

Regno

che

il

pos-

luoghi

non siano

3 Febbrajo 1599

di

).

Vedo quanto Vostra Signoria Illustrissima mi


1' Editto si differisca Ano alla venuta d'un

che

che essendo gi conforme a quello che per

il

gli

aliis.

Al medesimo

comanda d'operare

che

esercizio della loro setta

1*

Omissis

citt episcopali.

carichi e dignit del

alli

concederanno per

si

cosa sar del tutto sta-

la

supplire al meglio che potr. Basta che per ora

di

tiri

sine essere

ma quando

mani:

cipio, fusse nelle sue

me

stesso

avevo procurato con questi Ministri, e desiderato tentare con Sua

Maest propria
avanti

come

che non

penser a tutte

si

le scrissi

dubito

essendo ora

potr pi effettuare cosa

per eseguire,

le vie possibili

pu permettere, l'ordine
attendono a censurarlo

le

cose tanto
,

Vostra Signoria Illustrissima.

di

L'Editto e ancora fra

le

Nondimeno
secondo che il tempo
alcuna.

mani

questi del Parlamento,

di

per dar poi conto e informazione

al

quali

Re

di

quello che parr loro pi conveniente di levare o di non risolvere

nondimeno

in scritto,

con

mano

regia

con alcune forme

le

si

di iussioni

quali Sua Maest usa la

crede che alla fine

il

che sono ordini del Re


potest

Parlamento

assoluta

sia

la

per accettare

l'Editto, contentandosi per scarico suo d'aver fatto certe diligenze


e resistenze.

ho sempre cercato

Io
nistri

di

in

tutti

propositi avuti con questi Mi-

rappresentare quello che ora Vostra Signoria Illustrissima

mi accenna,

dello scandalo e delle

stato significato,

anco da pochi

altre

d in

conseguenze;

ma mi

qua, che dopo questo Editto

Sua Maest far dimostrazioni tali che apparir al mondo ch'egli


non ama gli Ugonotti; e che quello che concede loro adesso per
r Editto gli mera necessit per averlo promesso pi volte nel
tempo ch'era occupato nelle guerre, ^e perch cos comporta lo
,

stalo

presente del Regno

sis aliis.

per

il

mantenimento

della pace.

Omis-

,,,

LETTERE

452

Al medesimo
27.

Con r ultima mia

9 Febbrajo 1599

).

3 del corrente ho avvisalo a Vostra


della sua dei 22 Dicembre
ed

dei

Signoria Illustrissima la ricevula

avendo

mi d

essa
la

io considerato
,

poi

mi sono

particolarmente

fui

vi

l'

Regno, e

e al suo
;

ch'era

e che

scandalo che

lo

semplicemente

eseguirei

pubblicazione

la

mondo; soggiungendo, come

Sua Reatitudine,

di

darebbe a tutto

dell'Editto

me, che

da

che avevo

ordine

l'

nome

metterle in considerazione, a

di

l'af-

Maest Sua

alla

desiderio ch'ella aveva d'ogni suo felice suc-

il

per

altro giorno. Dissi

fezione che la Santit di Nostro Signore portava

cesso

Re

del

Sua Maest, che sapevo essere superfluo ricordargli

per

ella

dimandare un' audienza

risoluto a

quale ho ottenuto ora facilmente

prima

che

l'ordine

emoli

suoi

il

varreb-

si

bono di quest'occasione: e Analmente pregai, al medesimo nome,


che piacesse almeno a Sua Maest di dare ancora tempo perch
,

Sua Reatitudine era per mandare presto un Nunzio


li

farebbe

il

quale

religione

intendere pi particolarmente

sopra ci

siccome non tendeva ad altro che


cattolica

cos sperava

che

ed

insieme

al beneflzio

Maest Sua

la

ne farebbe capitale.

Il

e quiete

per

suo carico non poteva se non contradirlo


fatto

sperava

si messe la
mente molte ragioni

sto

aperta

di

e che

il

mantener

parola

della lega e ad ogni altro


alla

sua ubbidienza

al certo

averebbe

la

e che

che

che tanto pi

ma

che

ella

come

gli occhi.

ed entr a dirmi

movevano

questa

su quedistinta-

pubblicazione

non faceva cosa nuova e che non

predecessori: che l'aveva gi promesso,

fatto gli altri suoi


la

chiudere

al viso

che lo

dell'Editto: e fra l'altre, ch'egli

avessero

Regno

poich la necessit lo conduceva a questo

che piacerebbe poi a Sua Santit

mano

del

della

sapendo che

fusse

quale

il

perch non voleva dar

maggior rumore

tempo
il

animo suo

esaltazione

all'

e con segno di riso

Santit di farne

l'

lasci dire tutto questo

voleva sollecitare la Bue di questo negozio

Sua

per

intenderebbe con piacere

l'

Re appena mi

con piacevolezza mi rispose

fin

qui

come aveva
gli

osservato a quelli

aveva fatto ridurre

che senza dare questa satisfazione


guerra con loro

e che con loro

si

il

Regno

Ugonotti

redurreb-

per essere cos composto questo Regno,

bono anco molti Cattolici


che bastava che una parte cominciasse
,

alti

che Sua Santit aveva

DELL'ABATE BANDINI
che

desiderare

perch

fusse in pace,

egli

potrebbe servire

in

che

primogenito

essendo

signor Cardinale

al

Chiesa,

della

sempre da Sua Santit ogni considerazione


cai a queste cose di

mano

mano

in

obbligata a mantenere

la

parola in

scandalo, e che erano

di

pregiudizio

tolica

che

avendo avuto

ella

terno

amore

gli in

questo satisfazione

l'Editto

pubblicasse, acci

si

almeno questo rispetto. Ma a questo Sua


non era bene poich' era necessitato a

mostrarebbe
:

modo

fare in ogni

che

pubblicazione

tal

sempre pi contradirebbe
meglio

prevenire. Io

il

soggiunsi

che

forse stati

ancora

non avrebbe

la

giudi-

rispetti

che

Santit

sua

che

tutti

veramente

guerra per que-

sicuro stato, pi obbedito e temuto,

sto, anzi, che l'era in pi

non erano

sapendo

che per per

molti tenevano che Sua Maest

che

cat-

religione

Roma prima che

Maest rispondeva

cava

che apportavano

della

fallo

tanta testimonianza del pa-

qui

fin

mi sovveniva

Maest Sua non era

la

darne pi particolare notizia a Sua Beatitudine; verso

egli potesse

quale

e gratitudine, lo repli-

quelle cose
al

di Fi-

Sua Beatitudine, poteva ora in contraccambio daralmeno con dar tempo che Monsignor

di

di Sillery fusse in

la

lo

prometteva

si

quello che pi

un poco sorridendo: che

e dissi anch'io

maniera

questa

in

molte occasioni, e massime in quella d'Un-

gheria, siccome diceva aver detto gi


renze; e

453

Re quando avevano

altri

fatto simili

meno con

Maest Sua negava, e diceva non

cen-

editti:

il

ni che

con parole, che bisognava far cos, per stabilire la pace

Regno

nel

me

con

la

pace

ed

insomma concludeva

reiterata

stabilil,

pregandomi

quasi

quello
la

Nostro

aveva

tocco delle

Re morto

che con

spedizione

contro

gnava parlare

di

quanto
il

guerra

la

avanti

1'

sicco-

armi

della

pace pi che con

la

Ugonotti.

gli

di

dissi

Io

al-

vedendo que-

Sua Maest, che

quanto

fare

cose d' Ungheria

in

ma

che

aggiunsi

io

il

che

per

credevo bene

cosa alcuna gratificarsi tanto

in

dargli

la

farei fedel

m' aveva detto

ella

mi ricerc a

Maest Sua non potesse


Signore

alla religione catto-

che con

che avevo saputo da' Ministri essere

rapporto a Sua Beatitudine

come

estirpavano e annichilavano

si

cosa troppo avanti e risoluta

che

riducevano

si

pi Ugonotti

diceva essersi visto a tempo del

lega

sta

e che

senza comparazione

lica

tro

la

a(iuto

Turco. Al che

semplice spedizione

e soccorso

per qualche

rispose, che

i\

ma

non

biso-

che bisognava entrare

LETTERE

454
caldamente

in

un negozio

voleva (queste

tit

nente

Sua non

st

poteva

si

degna

riosa n pi

usato tante volte

che,

mi

precise

le

vedrebbe quello che farebbe

per

da vero; e che se Saa San-

tale, e far

furono

parole) farlo
Io

(1).

replicai

suo

luogote-

che la Mae-

impiegare in impresa pi glon pi conforme a quello che avevano

alcerto

di lei

suoi antecessori

e che io potevo

ben credere

l'esperienza e valore suo e della sua nobilt nelle

con

riuscirebbe

quasi impossibile:

l'

aiuto suo

facile

ar-

quello che senz' esso era

che Sua Maest approvava con cenni, e disse

il

che

per Sua Santit

alla

pace del suo Regno. Fece

contentasse che egli provvedesse adesso


in

questo discorso, che dur quasi

(1) Sembra che gi da parecchi anni Enrico IV volgesse nella mente


un nuovo ordinamento politico d'Europa; come si ricava dalle sue lettere dal 1581 all' 87
pubblicate dal signor di Xivrey. Difatti, egli slese
pi tardi di sua mano un progetto di Repubblica Cristiana , composta di
quindici stati; undici principati e quattro repubbliche. Teneva il primato
morale di questa Repubblica, il papa. Enrico IV era convinto che il Catlo,

licismo

d'

la

societ

azione che

si

societ antica

e forte degli elementi

d'

incivilimento

racchiudono nella sua stessa costituzione. Enrico divideva

il Ducato
di Savoja col Milanese
eretto in Regno
Lombardia dal papa in favore della casa di Savoja la Repubblica Veneziana che riuniva anche la Sicilia, in omaggio del papa; lo Sialo della
Chiesa alla quale concedeva il regno di Napoli e nel centro egli creava una
Lucca Mantova ,
Repubblica Italiana formata della Toscana di Genova
Parma, Modena e altri minori stali. I principati nel resto d'Europa erano:
Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Ungheria, Boemia, Polonia,
Danimarca e Svezia; e due repubbliche, quella degli Svizzeri e l'altra delle
Provincie Unite de' Paesi-Bassi. Le due repubbliche Italiana e Veneziana^
e quelle degli Svizzeri e Provincie Unite , democraerano aristocratiche
tiche. E lutto questo a danno dell'Austria, ch'egli meditava costringere
con la forza. Enrico faceva una guerra sistematica contro la casa d'Austria ,
contro la monarchia universale di Carlo Vedi Filippo II. I progetti possono

l'Italia in quattro slati:

di

essere ragionevoli,

diviene

difficile

vigore, senza

il

risultati

quando

si

che

tratta

concorso dei

di

sperano

e gloriosi;

utili

cangiare

il

diritto

ma

l'esecuzione

pubblico europeo

principali dominatori. Enrico

IV aveva

in

con>-

preso che il suo progetto richiedeva l'impiego di forze straordinarie, e


l'appoggio e l'alleanza dei maggiori principi d'Europa; ed era sempre preoccupato del suo piano e lo andava preparando, quando all'improvviso fu

spento da Ravaillac. Enrico, sebben francese, voleva in Italia stali italiani; primo il papato: e la parit dell'Italia con le altre nazioni. In principio
del presente secolo altri francesi vollero riformare

francesi, o quasi francesi.

l'

Italia;

ma

crearono

siali

DELL'ABATE BANDINl

455

mezz'ora, qualche digressione; diccodomi, a proposito del converche bisognava che anco
Vetirsi gli Ugonotti nel tempo di pace
i

scovi facessero pi

debito loro che non fanno

il

Al che mi sovvenne subito

di dire

e che predicassero.

che almeno per V avvenire Sua

Maest poteva a questo provvedere con nominare

vescovati per-

ai

sone che avessero quelle qualit eh' ella medesima diceva e desi-

derava

e che in questo darebbe grandissima consolazione a Nostro

mi rispose affermativamente, che lo voleva fare.


Furono consecutivamente nel medesimo giorno
Re prima l' Ambasciatore di Scozia che un

Signore. Sopra che

Omissis
air udienza

Vescovo

aliis.

del

poi

signore Ambasciatore di Venezia

il

e in ultimo io

e Sua Maest stava passeggiando in una galleria nova non ancora


Anita

contigua alla camera dove poco

Omissis

aliis.

Parlando

Bellivre di quanto avevo

a lui

io

dopo

Re

passato col

credeva che Sua Santit farebbe

di quello

desiderava

aveva desinato.

fa

con Monsignor

audienza

1'

mi

di

di

quanto

questo Re gran

affermando che l'intenzione

che

disse

parte

Sua Maest

di

non pu esser migliore, n maggiore T inclinazione verso Sua Beatitudine.

Essendo poi questa mattina con Monsignor

questo medesimo proposito


ralo

dell'

fare con la sola

alti

Ugonotti o

autorit

che Nostro Signore

si

Re;

dell'ottima intenzione del

avesse inclinazione

senza

volesse favorire

li

Villeroy su

di

mi ha largamente assicudicendo che se Sua Maest

Editto

editti

per

Re

Odi della mente del

che

lo

potrebbe

necessario

quale come aveva

il

sia

provvisto alla sicurt del vivere degli Ugonotti con l'Editto, e le-

vato loro

una certa giusta occasione di sollevarsi non gli acconquando non si contenessero per l'av,

sentir poi altre cose; anzi,

venire ne' loro termini,

ella

piglierebbe l'armi

che allora facendolo con pi ragione


effetto.

Omissis

contro

di

essi;

ne potrebbe sperare maggior

aliis.

Al medesimo
28. Omissis aliis.

2 Marzo 1599

).

L'Editto fu finalmente pubblicato in Parla-

mento alli 25 del passato secondo giorno di quaresima, dopo che


il Re ebbe parlato due volte a quelli del Parlamento sopra le dif,

ficolt

za

che facevano

la

prima

in collera

avendo mostrato sempre loro


p. Voi.

II.

la

seconda con dolcez-

che sapendo

egli

US

gli

affari

del

LETTERE

456

Regno meglio di essi si dovevano rimettere in


pu essere pi espediente pel benefizio e quiete

di esso

e cosi efficaci parole per assicurarli che vuole

tali

cattolica e morire in essa

tenere la religione

molto consolati

restati

usato

sempre man-

che loro ne sono

un

pigliando occasione da

quello che

lui di

ritratto

di

Nostro Signore, che aveva nella camera, donatoli gi dal signore


l il mio Santo Padre; egli sa le
mi ama grandemente ed io sono il suo favorito.
L'Editto escir presto in stampa: e perch ho sempre presupposto
quando anco io gliene
che Vostra Signoria Illustrissima 1' avessi
abbi a mandare bene che io aspetti che .sia ricorretto ancor-

Legato, disse: Ecco

Cardinal

mie

intenzioni

ch dopo alcune mutazioni

forse variato altro; poich quello che

faceva instanzia che

voce dal Re.

77

del

si

moderasse

quale ha voluto

Re morto

il

sua parola

Il

in simil

che pare

che avanti che

sia

si

Parlamento per se stesso

stato solamente promesso

in

secondo che us anco nell'Editto

caso

qui che

fin

eseguisca

si

il

non

del Clero,

instanza

fatte a

che

loro

consista

cosa alcuna

contentino

si

tre capi

in

dell'

il

Editto

della

primo

sar

ri-

messo r esercizio della religione cattolica in tutti luoghi di Franche quantunque l'Editto parli generalmente che ogni
cia secondo
i

Ugonotto

patr essere riceuto ne' carichi e dignit

promette che non saranno ammessi se non


per Parlamento, e questi

divisi

per

le

Sua Maest
ugonotti

sei Consiglieri

Camere;

e terzo, che detti

Ugonotti non saranno ammessi in certi carichi pi principali,

come

de' primi Presidenti, Procuratori generali e Luogotenenti generali;


i

quali

(1)

offizii

dependono totalmente da una persona

L'Editto porta

ricevuto

la

data dell'Aprile 1598. Qui

pubblicato dal Parlamento

nel

quale

si

sola

(1).

Ora

deve Intendere che fu


il
2 Feb-

fu registrato

Camera dei Conti, il 31 Marzo, e nella Cour des Aides, il


30 Agosto detto di Nantes perch fu segnato dal Re in quella citt, durante
un viaggio ch'egli fece in Brettagna. L'Editto conteneva due parti una pubblica, e l'altra secreta: la prima era composta di 92 articoli. Col primo arbrajo 1599; nella
:

accordata amnistia generale e senza eccezioni

ticolo era

coscienza

col 9. esercizio del culto riformato in tutti

col 6. libert di

luoghi dove esisteva

erano abilitati a tutti gli


una Camera mista , composta di
dieci Consiglieri cattolici e sei riformati, nel Parlamento di Parigi. Gli articoli
secreti erano 56, e furono comunicati soltanto ai capi degli Ugonotti ; pei quali

pubblicamente dal 92 in qua


onori e

offici

del

Regno

col 27." gli Ugonotti

col 30. si creava

DELL' ABATE BANDINI


che

cosa fatta

la

non se ne mormora quasi

vedere che effetto partorir


neir esecuzione

difficolt

per farlo passare negli

Omissis

aliis.

Re

11

come

zione d'un Editto

Re

al

delle

piglier

si

gran collera con

diocesi, eh' molto

sua

rimovessi Sua Maest dalla delibera-

sollevare

inanimirli

popoli

pa-

e pernicioso;

tanto cattivo

Sua Maest

sta

si

facessero pubbliche processioni per

si

come diceva
sia un

ma

e che strada

nella

che questo

de' fastidi

stato a questi giorni in

per aver

Signore Dio che

il

crede

si

pi

nasceranno

ci

Parlamenti.

mandato bando che

pregare

rendo

e se

altri

l'Arcivescovo di Torsi,

grande

457

se n' doluta con molti; e, tra gli al-

contro

di

tri, la

mattina che part, mentre che era alla messa, con l'Arci-

vescovo

lui.

d'

Ambrun

cendo loro
scovo

di Torsi

esagerazioni

e due altri Vescovi che gli stavan dietro

che voleva

Parlamento

far citare dal

e farlo gastigare

che quanto a

lui

soggiungendo

faceva

il

che non cedeva a nessuno del suo Regno


che

lo

mostrerebbe sempre. Per non

altro effetto contro

Ho

essere

nell'

proteste e

meglio

il

cattolico

vede che sia per seguire

si

9 Marzo 1599

).

poco da soggiungere a Vostra Signoria Illustrissima oltre

Ma

lo scrittole alli 2.

uscito in

con

tutto per

di-

Arcive-

detto

detto Arcivescovo. Omissis aliis.

il

Al medesimo
29.

il

stampa

1'

le

Editto

dir particolarmente
,

e questa

che

ancora

non

materia ha dato occasione

ai

mormorare, e d'enil che dispiace


intenzione del Re

Predicatori, in questo principio di quaresima, di


trare a parlare del governo e dell'

grandemente a Sua Maest


rito

si

per

il

ricordandosi che effetto abbino parto-

passato in questi popoli le voci dei Predicatori

prometteva, tra

le altre

cose

potesse esercitare pubblicamente

aumefttare

di
il

il

numero

dei luoghi

Cinquant'anni dopo l'Editto,

zione religiosa termin

nel paesi

suo corso

di

Vestfalia. GII stati protestanti furono riconosciuti


stati cattolici.

In Francia

sebbene

dove

si

cullo riformato, e tenersi pubblici Conci-

stori, Sinodi provinciali e nazionali.


il

e per

1'

Germania

col

e ottennero

la

la

rivolu-

trattato

parit con

Editto fosse rivocato nel 1685

le

di
gli

con-

seguenze della Riforma e del libero esame da essa procurato, restarono, e


si maturarono. La libert intellettuale, la libert filosofica, prepararono la li
berla civile.

LETTERE

458
stata interdetta

Omissis

predica ad uno che parlava

la

Questa mattina mi sono trovato


puccino,

il

Ouca

signor

che

come

ritorn

iersera di notte

di Gioiosa (1)

cercava avere

egli

predica

alla

d'

un Padre cap-

quale ha pubblicato, con maraviglia e stupore

ascoltarfti

gli

pi lberamente.

e te.

avendo raccontato

di tutti

alla loro religione

il

che gi un anno

licenzia dalla Santit di Nostro Signore

tal

per rispetto della dispensa gi ottenuta

e che finalmente gli era

Sua Santit ora con semplice consentimento. La


giunta tanto nuova, che ognuno s' commosso grandemente;

stata concessa da

cosa

ed io ho visto de' primi della Corte e de' suoi pi intrinseci amici,


restare attoniti

mente

ma

in generale

consolati ed edificati

aveva conferito

Non

tutti

buoni ne sono somma-

chiaramente che

vedendosi

stampa

ancora uscito in

l'

Non

Editto.

ancora dell'andata del Re a Lione. Omissis

Al medesimo
30. Venerd

che

tempo, Valerio con


era qui

egli

non

resoluzione con alcuno.

tal

fummo

la

nuova

ne Monsignor

16

alli

Villeroy

di

Marzo 1599

12

della

arriv

si

sente altro per

aliis.

).

mattina

la

promozione: e perch
non

si

assai per
il

Re non

sparse V avviso se non

dopo desinare; e Sua Maest ci arriv poi la sera, e mostr con


ognuno molla allegrezza, lo, la mattina seguente, andai a trovarla,
come per terminare di rallegrarmi con la Maest Sua de' Cardinali fatti a sua instanzia
che veramente ne
e subito mi disse
,

aveva avuto un gran contento, acci


Signore

l*

amava

massimamente

vano diverse voci del contrario


d'

una lega

(1)

Questi quell'Enrico

puccino neir 87
falla

Sua Santit

fra

l'

il

in

mondo

vedesse che Nostro

congiuntura che qua corre-

soggiungendo, che s'andava dicendo

Imperatore e

il

Re

di

Spagna

fatta

Duca di Giojosa
che di soldato si fece capGes Cristo nella processione della passione
,

e rappresent

aCharlres; spettacolo offerto inutilrnenle ad Enrico III dopo le barriperch rientrasse nella capitale
e si bene descritto dallo

cate dai Parigini

dopo aver condotte le truppe


che desolavano la Linguadoca e aver menata una vita dissoluta , ritornava
per la seconda volta a vestir l'abito di cappuccino, e fu veduto predicare a
Storico de Thou. Uscito dal chiostro nel 92,

Parigi nel 1600.

DELL' ABATE BANDINI


(

come

sparso

s'

ridermene e

di

per difesa della religione

non

di

cosa

'!''edere lai

ed

mi

ella

459

toccava dunque a dirne la verit dove mi trovavo


lo facessi

perch non manca qua gente che vorrebbono incammi-

nare nuovi garbugli col mettere

il

Re

Sua Beatitudine

onde

mala opinione

in

predicatori

ancora

riparlare assai liberamente; sebbene

mossi,

maggior parte da buon zelo,

mai necessaria a Sua Maest

buona intelligenza con cotesta Santa Sede

per

pace e per

la

forse

mai

grandi azioni

le altre

maggiore reputazione

in

Sua Maest and quella


novo cappuccino Gioiosa

hanno cominciato a
come si pu credere,

e suiroccasione dell'Editto: e per

molto verisimile, che sia pi che


la

di

a'

nome

Corte che

di tutta la

nome

il

Sua udiva
puccino

messa

la

eh' era

mente non poteva


sebbene

mondo
Padre

per vedere

di
,

alla

mentre

che

desiderato

perso

egli si

la

fussi

presenza
la

Maest

allora

disse che vera-

non molto lodare questa sua


aver

il

Fral'Angelo;

chiam un capdomandandoli di Mon-

nomin per

lo

non fu

risoluzione

buona compagnia, ed

sua

a poco a poco

ritirato dal

Doppo tal proposilo, quel buon


raccomando la Chiesa. Il Re, rimettendosi

e dalla libert della vita.


gli disse

un poco sopra
questo

che cos
se

dispiaceva

li

averebbe

nella

prima

quei Padri

Priore del Convento

il

signor di Gioiosa

Ma

chiesa di

Regno.

Cappuccini

che ha ripigliato

seguitava.

della quale,

Nostro Signore

in questo

mattina

il

col quale stette mezz' ora a discorrere nel chiostro


la

de^ popoli,

e d'essere in poca grazia di

tuttavia sotto pretesto della religione

la

me

e che di grazia

che promessi. Queste cerliGcazioni sono desiderale da

il

Sua Maest

mostrandomi

io

disse, che a

ma

Sire

di s

siate

vi

rispose prontamente

pur sicuro

che

intenzione n maggior desiderio

per tutto dove

vi

trovate.

Il

lo far

Voi fate bene a dirmi

e che non ho n altra

e voi falene pure sicurt per

cappuccino replic

Posso

io

me

farla

Sire? Sua Maest rispose con molta efficacia: Fatela pure arditamente che io ve lo prometto innanzi a Dio che l ed accenn
,

r altare

e soggiunse

Non

credete voi che se io avessi allr' animo,

che Dio non mi gastigassi, e non mi mandasse la morte? Eppure


ognuno vede quanti risichi ho scappato. Il Padre cappuccino disse
poi

Sire

vostri

nemici sono molto astuti

a provvedere alle loro insidie.

Il

Re

tocca a Vostra Maest

rispose

Crediate pure che io

so che strada bisogna pigliare con loro. Voglio che gli

efifetti

rendino

LETTERE DELL'ABATE BANDINI

460

testimonianza a ognuno

replic pi volte

fin

la

messa

si

ciandolo con segno

delli

miei

buoni pensieri. Voi

present Frate Angiolo al Re


d'

amore e

di

tenerezza

chiostro, lo scrivo a Vostra Signoria

particolarit

messa, e

ecclesiastico

e
,

il

quale abbrac-

ne passorno nel

se

Illustrissima

questo

perch mi trovai in quella mattina accanto

sentii tutto questo discorso;

d'Ambrun

lo vedrete.

Gli effetti ve lo faranno conoscere. In questo

li

Vescovi di

Parigi

come

e di

aliis.

con

Re

le

alla

fecero anco l'Arcivescovo

Beauves

che sono sempre de' pi prossimi

Maest in chiesa. Omissis

al

e qualche altro

alla

persona di Sua

SOPRA

ALCUNI DIPLOMI INEDITI


DELL'IMPERATORE FEDERIGO

II

DEL PRINCIPE FEDERIGO D'ANTIOCHIA


B

DI

ENZO RE

DI

SARDEGNA

LETTERA
DEL PROFESSOR FRANCESCO BONAINI

AL

HUILLARD-BRHOLLES

SIG. A.

A PARIGI.

Chiarissimo Signore.

\^uando

eravate in Italia nelFanno passato, io

diplomi inediti di Federigo

II

sommo

federiciani

novellamente

nell'

Registro Vecchio,

sopra

ticozzi

d' ogn'altro.

negli originali

nel
i

spesso

ma

gli

25 Settembre 12i8

reggimento

di Tieri

non direte

per

che

sommo
il

questo

l'

nomi

non doversi

come

le quali

durante

diversi de'nolari:

guardare

per

le

ad

che
vi

ma

ma

voi

uno solo;

ben palese

quando

si

molte deduzioni

constori-

tulli

ben vero venivano dati da luoghi ne' quali le

se di questo

indicavano avere l'augusto Federigo

porgevan notizia, era pressoch sem-

pre di tempo diverso da quello cui accenneranno d'ora innanzi


carie nostre.

il

diplomi

possono trarsene. Or cos di questi nostri diplomi.

sei

carte fino a qui poste in luce

dimorato;

leggono pi

si

di questi

siete in questi studii

nel

dall'Al-

per chiarire, mi penso,

interesse d' ogni carta di Federigo

luogo in cui venne scritta

Fuori che

Buggeri da Colle. Ciascuno

perch, valorosissimo

sideri

patrii,

trascriveva autenticamente

notaro Crescenzio

formula, eccetto

ripete la stessa

esser

il

gli

diplomi

discoperti

frugando

scrittori

diplomi cortonesi non

abbiamo quali

altri

me

e da

Cortona

di

ricordato dagli
l

quanti col esercitavano l'arte della notaria

di

titoli

eruditi

agli

comunale

archivio

d'alcuni

dirvi

voglio

finqu

sconosciuti

Or

studio.

additava varii

Imperatore, che apparec-

colta diplomatica d'ogni carta di questo

chiate con

vi

e voi ne facevate tesoro per la rac-

Riferisco per intero

il

diploma dell'Aprile

del

le

124-2

(primo fra quelli che il notaro Crescenzio ha trascritto), perch


apprendiamo da esso che Federigo in questo tempo dimoravasi in
Napoli
cosa non accertata, a quanto io sappia, da altra carta;
non leggendosi a stampa diploma dettato in questo mese.
:

^p. Voi.

II.

DIPLOMI INEDITI

464

Romanorum imperator semper augustus


Rex, Per presens scriptum notum facimus uni-

Fridericus Dei gratta

lerusalem

Sicilie

et

tam presentibus quam futuris quod nos conet legalitate Manni filii condam Orlandini

versis imperii fidelibus

de prudentia

fidentes

habilatoris Cortonj fidelis nostri in Tuscia, recepto ab eo iuxta conofjtii iur amento constituimus eum publicum
amodo publici tabellionatus ofjlcium ubique
per imperium ad honorem et fidelitatem nostrum debeat fideliter
exercere. Quo circa universitati vestre precipiendo mandamus qua-

suetudinem

fidelitatis et

tabellionem imperii ut

Manno

tenus predicto

in hiis que

ad eiusdem publici

tabellionatus

o/pcium spedare noscuntur intendatis de celer tanquam publico taa maiestate nostra statuto ad honorem

bellioni

strum, et nullus

qui

sit

eum super eodem

officio

Quod qui presumpserit

temere impedire vel perturbare presumat.

dignationem nostrum se noverit incursurum.

memoriam

nostre sigilb iussimus conmuniri.

aprilis quintedecime indictionis.

La somiglianza che
i

rimanenti

per intero

tra di

quale

tali

loro.

diplomi

Fridericus

no

essere

qui

lis

nostri

nutionis

nis

nel

millesimo

Datum

95.

Pisis an-

quadrugesimo

ducentesimo
f.

mense martii

Bor romei

V Indictionis.

de Cortonu fidelis

nostri

Dutum upud Aretium anno


mense

ienarii

R. V., 95.
filii

Incur-

dominice

tertiedecime

1'.

condam

indictionis.

f.

lohannis

condam Bonconsilii de Cortona fidelis


Datum upud Aquampendentem unno dominice Incurnatio-

Fridericus
nostri

dal darveli

di esattezza, l'ordine

Angeli Dominici de Cortona

MCCXXXVIIIJ
95.

questo diploma

tra

Vgonis Ranaldi Guidonis Tarduccii de Cortona fideDutum upud Sunctum Quiricum unno dominice Incar-

Fridericus

f.

Peponis Albertini

R. V.

95.

leggono.

MCCXXXXVII

nutionis

rei

muiestutis

Anno dominice

mi dispensa

septimo mense aprilis quinte indictionis. R. V.


Fridericus

et

in-

solo le poche cose in che dififeri-

Conservo, per amore


si

Neupoli

Registrum Vetus

potei osservare

Incarnationis

dominice

Dutum

quali sono nel Registro

per abbiatevi

scono

autem

huius

ducentesimo quadragesimo secundo mense

millesimo

Incarn-tionis

Ad

stabilem firmitatem presens scriptum fieri

et

no-

fidelitatem

et

publici tabellionatus

MCCXXXXIUl

filii

mense martii secunde

indictionis. R. V.

95.

f.

FEDERIGO

DI
Fridericus

II

Bonaiuncte de dyrtona

olim Jacopi de Aliato

filii

Datum

de aretino episcopatu fidelis nostri

465

ec.

castris in

in

episco-

patu Mediolanensium prope Landrianum anno dominice Incarnationis


II.

MCCXXXVIIII
V.

95.

mense septemhris

Fridericus

Vgolini

Fridericus

Datum

nostri

indictionis,

V.

\\,

filii

95.

indictionis.

K.

V.

l.

condam Boiemontis
95.

Datum apud

l.''

Astuldi lohannis Bernardini de Castro novo

Datum Ravenne anno

fidelis

MCCXXXXV
fidelis

millesimo

dominice Incarnationis

ducentesimo tricesimo primo mense decemhris quinte indictionis.


R. V.

95.

MCCXXXIIII

fncarnationis

anno dominice Incarnationis

Pisis

mense madii tenie


Fridericus

dominice

Thomasii de Cortona

mense septembris octave

indie tionis,

de Cortona fidelis nostri

Montem Frasconem anno

nostri

decime

tertie

f.

t."

Buiamontis Cavalcantis quondam Vgonis Occonis


constituimus publicum tabellionem iudicem ordinarium imperii recepto prius ab eo
utriusque
iuxta consuetudinem iuramento Datum apud Cortonam anno
Fridericus
nostri

fidelis

et

fidelitatis et

dominice fncarnationis

MCCXXXVIIII

officii

mense ienuario tertiedecime

R. V., 95.
Fridericus Crescentii

indictionis.

t."

Dafilii olim Simeonis de Bacialla


tum Cortone anno dominice Incarnationis MCCXXXVIIII mense
ienuario XIII indictionis.
96. f.
R. V.
Fridericus

Neronis

anno dominice

Pisis

secunde indictionis.
Fridericus

nostri

R. V. 96.

Bonaiuncte

fidelis

Fridericus

mense

augusti

{'.

Aimerighetti

filii

Cortona

de

98.

filii

Datum

fidelis

R. V., 98.

quondam Venture Massoli

Pisis

anno

dominice

mense augusti secunde indictionis.

Guidonis de Cortona

filii

f.

de Cor-

Incarnationis
H.

V'.,

98.

quondam lohannis

f.

de

Datum apud Cortonam anno dominice


MCCXXXVIIII mense ienuario XIII indictionis.

fidelis

Incarnationis
,

Datum

Cortona

decembris VII indictionis.

Boncambii

nostri

MCCXXXXIIII

R. V.

de

MCCXXXXV

Datum apud Montem Frasconem anno dominice Incarna-

Fridericus

Cortona

Deutesalvii

filii

Incarnationis

MCCXXXIIII mense

tionis

tona

nostri

I.

Amatoris quondam Scarlatti de Cortona


Datum Pisis anno dominice Incarnationis MCCXXXXIIII
mense augusti secunde
R.
98.
Fridericus

fidelix

filii

nostri

indictionis.

V.

"

l.

DIPLOMI INEDITI

466

Rainerii filii Riccomanni de Cortona


Fridericus
Datum
apud Cortonam anno dominice Jncarnationis MCCXXXVIIII sexto-

R.

decimo mensis ienuarii die decime indictionis.


Fridericus

Guafredi

V.

condam Castelani

filii

98.

t.

de Cluscio fidelis

Datum Croseti anno dominice Incarnationis MCCXXXXV


R. V. 99.

nostri

mense ienuarii quarte

indictionis.

f.

Vi ho dello flnora de' diplomi dell' imperator Federigo

Registro Vecchio ne comprende eziandio


d'Anliochia Ggliuolo suo

mo

mentr' egli era

vicario imperiale

dato da Firenze nel


il

quinta indizione

il

indizione sesia;

mo

ma

principe Federigo

Anche quesli in luUo simili Ira loro, perch risguarnomine di nolari furon trascrilli dal nolaro Crescenzio. Il pri-

in Toscana.

danti

spedili

Ire del

fu dalo,

Febbrajo 1247

21

secondo spedilo

come

il

primo, da Firenze

indizione

Abbiatevi quello del 21 Febbrajo.

diploma novello e sconosciuto


di

dell'

3 Ollobre

R. V.

In esso voi

terzo

il

correndo

Incarnazione,

dalla

Corlona nei

che vale nel 3 Ottobre 1246

dalla Incarnazione, e la sesta

manchi

da

il

per

ulti-

13 Agosto 1248

96.

/".

vedrete

imperator Federigo

t).

97.

riferito

un

che sebbene

anno, pur non diffido, guardando all'indizione ed

al ti-

tolo, di riportare al 1246.

Fridericus de Antiochia domini Imperator is


in Tuscia et ab Amelia usque

Cornetum

et

filius

sacri imperii

per totam Marittimam

vicarius generalis. Per presens scriptum


versis imperii fidelibus

notum fieri volumus unitam presenlbus quam futturis quod a domino

serenissimo patre nostro litteras recepimus in hac forma. Fridericus

Dei gratia
cilie

rex

Romanorum Imperator semper augustus

dileclo filio suo Friderico

de

Antiochia

lerusalem
sacri

et

Si-

imperii in

et per totam Marittimam viomne bonum. Fidelium nostrorum


iurisdictionis tue laboribus et expensis quantum possumus salubriter
providentes ut pr recipiendis a maiestate iudicatus et tabellionatus
ofpciis ad presentiam nostram cum nos de partibus ipsis longe distare contingant fdeles eosdem non opporteat ulterius laborare creando

Tuscia

et

ab Amelia usque Cornetum

cario generali gratiam

suam

decetero tabelliones publicos


(sic)

et

et

iudices ordinarios idoneos

et

fidles

in iurisdictione tua pr iure magnificentie nostre plenam

concedimus potestatem tue filialioni.


creatione

studiosus existens a iudice

contigerit libras

tibi

mandantes quatenus in eadem

Lucensium parvorum

quolibet
tres

quem per

te

creari

a tabellione vero libram

FEDERIGO

DI

unam

sicut percip hactenus est

II

467

ec.

per nostram curiam consuetum per-

eadem assumentes
iuramentum nichilominus ab assumentibus

cipere debeas et recognitionem gratie nostre qiiam

consequuntur

officia

quod in

fidei

et fideliter

(?)

nostre puritate consistane et

vide poteris recepturus,

Vnde nos

diclionis.

offtii

debitum iuste recte

exequantur prout in curia nostra recipitur quantum pro-

de Cortona

fidelis

Datum apudAreianum

XX junii

confidentes de fide et devotione Gonlati

quarte in-

Acapti

flii

imperii recepto prius ab ipso fidelitatis

et

officii

iuramento predicta imperiali auctoritate qua fungimur. ipsum publicum tabellionem in imperio duximus statuendum ut decetero pre-

dictum officium ad honorem et fidelitatem Imperatoris serenissimi


patris nostri et suorum heredum fideliter debeat ubque per impe-

rium

mandantes imperialis

exercere.

quatenus nullus

(sic)

auctoritate

qui eundem Golatum super ipso

sit

de cetero vel molestet quod qui facere presumpserit


imperialis culminis se noverit incursurum.

moriam

et

Ho

R. V.

96.

februarii sexte indictio-

non esservi tornata

dalle vostre lettere

la

fieri et sigillo

Florentie anno do-

f.

cazione di un diploma inedito di


esso prendeva

Datum

MCCXXXXVII. XXI

minice Incarnationis

Enzo

inutile la

re di Sardegna

Siena

ove a

secondo diploma inedito


dallo slesso notaro
altri

di

mia

indi-

col

quale

dell'ospedale di S. xMaria della Scala

protezione

me primamente

e poscia a voi avvenne


r antica pergamena. Ci mi consiglia a darvi qui per

di

impediat

indignalionem

huius autem rei me-

stabilem firmitatem presens scriptum exinde

nostro pendenti iussimus communiri.

nis,

Ad

qua fungimur

officio

questo figliuolo

di

di

leggere

disteso

un

Federigo, trascritto

Oescenzio nel Registro Vecchio, come


ho detto.

tutti

gli

dei quali finora vi

Henricus Dei

et

imperiali gratia rex Turritanus et Gallurensis

et sacri imperii in tota

Ytalia legatus generalis

et

domini Friderici

per presens scriptum notum

esse volumus
tam presentibus quam futuris quod nos de
prudentia et fidelitate Berardini filii condam Paganuccii de Cortonio
fidelis Impera confidentes auctoritate legationis nobis a Domino Fre-

secundi divi augusti

filius

universis imperii fidelibus

derico Magnifico

Romanorum

Imperatore semper augusto lerusalem

Rege Rarissimo patre nostro conmisse de creandis iudicibus

et

Sicilie

et

tabellionibus ubique per

Ytaliam constituimus eum publicum

la-

DIPLOMI INEDITI

468

ut

beUionem Imperli

FEDERIGO

DI

amodo eiusdem

per imperium debeat ad honorem

tabellionatus

officium ubique

serenissimi Cesaris

fidelitatem

et

II, ec.

patris nostri et imperii fideliter exercere. recepto ab eo per curiam

nostram

fidelitatis et ipsius ofjcii

iuramento, Quapropter universitati

mandamus quatenus eidem Berardino

vestre

de

omnibus que ad

eiusdem tabellionatus officium spedare noscuntur intendatis


spondeatis

de cetero

imperium auctoritate
sit

qui

eum

si

tabellioni

prediate nostre legationis

de predicto tabellionatus

presumat. quod

Ad

vel

huius autem concessionis nostre

robur in posterum valiture presens scriptum

molestare

Comunitatis eiusdem anno

dominice

ducentesimo quadragesimo primo

fieri et sigillo

mense

incarnationis
martii

se

memoriam
nostre

Datum apud Crotonium

magnitudinis iussimus communiri.


latio

Et nullus

statuto.

impedire

offitio

re-

et

a nobis ubique per

presumpserit indignationem imperialis culminis

noverit incursurum.
et

tanquam publico

impa-

Millesimo

quintedecime indi-

ctionis.

Conservatevi lungamente
tanto

vi

debbono

all'

ed accogliete

incremento
di

dei

nostri

buon aoirao queste

studii

notizie

quali spero siano per esservi d* alcun utile.

Pisa

25 Novembre 1845.
F, BONAINI.

che
,

le

SULLA

DOMINAZIONE DEI LONGOBARDI


IN ITALIA

DISCORSO DEL PROF. PIETRO CAPEI


AL MARCHESE GINO CAPPONI

SULLA

DOMINAZIONE DEI LONGOBARDI


ITALIA

IN

xjLllorch

encomiale

oUimo amico

lettere sovra la

piacque

vi

mi donaste pubblicamente un segno


ma quel pubblico dono

voi

meritato onore

accompagnato
tale

che

non

di

lieve carico

e vuole risposta.

troppo

di

mi

domanda

posta

indirizzanDi

aprirvi sopra

la

bocca

immediati e pi

cari.

mi abbondavano tempo
r abito

stiva

argomento per

1'

prima

vero che nella

di

gli

lecito di

(**)

ardui sentieri della

pretende

si

stesso

quando

io rive-

voi

campo
dall'

ma

rilavo-

le forze

uom

pro-

passi della giovent

romana giurisprudenza

gravaste del carico di rispondervi

me

quando poche sono

e non poco quello che

studi

quando

relatore delie opinioni altrui

vetto, e per giunta destinato che fu a guidare

per

giovent

vigoria di salute e fiducia in

ralo di fresco da tanti valorosi cultori

da spendervi

voi trattato

discostandosi e di non poco da' miei

sempre modesto

non

privatamente

dal ricordo cio che ogni pro-

Or

grazia, uscir fuori adesso e tornare in un

di

grande

veniva

non mi trattenni dal toccarlo nella Antologia

come,

Italia (*),

non saprei davvero con quale ardire fossemi

io

vostre

le

dominazione dei Longobardi in

Ma

che mi

voi

che non volete avermi come

una carta
mio malgrado a par-

sdebitalo per la illustrazione che poco fa v'indirizzai di

longobarda inedita

(***)

voi

mi obbligate

Appendice all'Archivio Storico Italiano N.'' 7.


91,96, 106, 136,143. (V. anche Giornale delle Universit Toscane Voi. 1 ) in occasione di rendere conio della Istoria del Diritto Romano
nel medio evo del Sig. F. C. de'Savigny.
(***) Annali delle Universit Toscane Voi. I, e Appendice all'Archivio
f*)

{**)

N.*

Storico Ilaliano

N.<>

Ap. Voi.

10.
II.

60

472

LONGOBARDI

SUI

comando

lare.

Siami pertanto

tutti

se ardisco adesso di aprir le labbra

il

che longobardico sorriso degli eruditi

E non

2.

crediate

rono

mio dottissimo amico

da

stioni

mi deste carico d' intertenermi sovra i parrimangono a spigolare nel campo delle que-

io

mi sono

mie spalle. Or s' io considero in tutta


parmi che si dimostri cos circoscritto.
la sorte degl' Italiani vinti

Re,

istoria, le leggi dei

se

vinli

non furono

serbarono

essi

Insomma

scolarono ?

come ed

tori

sia dalle

dur

s'

infievol

cio

per

s'

altra o per

imbastard

ambedue

Romani

esercit

tere?
sero ?

Le chiese e gli
Con la romana o

degli ecclesiastici

con

furono o

vinli

de' vinci-

sue

romana sapienza,

onde

si

longobarda

componeva
,

O non

tanto

quanto per l'am-

Come

e da chi

V uno o

ecclesiastici finalmente,
la

di

o spar nella et longobarda, per

le parli

in quella tenebrosa et o

trame-

municipio

Il

ministrazione nei municipi delle cose comuni ?


,

quasi
lo

costumanze

sia dalle

Lon-

Longobardi?

perderono, o

la giurisdizione dei magistrali propri

se mai

fu sotto

condizione

in

lo

quanto

in

protetti

piacque gravar

poche notizie della

le

stupendo trovato della

franchigie, questo cos

r una o r

Qual

Re Longobardi

leggi dei

vi

que' tempi ? Rimasero liberi,

ridotti servi

non furono assoggettali o

si-

ampiezza quel campo

di servi de' privali

proprio diritto, o

il

onde

1'

secondo

carte di

le

o servi, o in condizione quasi

furono

allorch

poco accorto da spontaneamente

cos

le

servi

edifica-

voi

soggettarmi a soma pi ponderosa di quella

gobardi

come

io voglia

discorse intorno ai Longobardi

voi

gnori in Italia

che

mi

via.

Ma

che tuttavia

ticolari

per

fallire

un pronao stupendo alla istoria


che rester sempre segnalato per tulli cultori della

patria istoria.

di

pi

dal

qualora mi accadesse

cose per voi gi dette. Le vostre mani

le

con poche e semplici linee

de'Longobardi

mi difenda

avverr pur troppo) sia d'inciampare o

rivangare tutte

qualche scusa appresso

vostro di

si

altro

po-

con che legge

vis-

1'

pi presto, ciascuno

legge propria del popolo onde traeva ori-

la

gine?
3.

le

Quattro pertanto sono

domande

vostre

poche

di

le

questioni intorno a che raggiransi

numero

ma

che in sostanza abbrac-

ciano tutto quanto oggi si vorria sapere intorno la dominazione


e buon per me, che molle essendo le cose
de' Longobardi in Italia
;

per voi gi dette su questi argomenti

quanto mi sembri
si

sia

che

via facendo

degnata raccogliere.

io verr solo

la

vostra

raggranellando

potente

mano non

IN ITALIA

Della condizione in che

Quando

k.

mente

romani o

vinti

due famosi luoghi

furono,

il

Alboino sotto Pavia


quale o spense con

Duchi

italiani

(2)

Clefl

aL

hostes

divisi

il

dominazione

de'

bardi in

Re

conto

ci

Duchi

dice

e di

restaurazione del regno


,

quel tempo tributarongli


fin dei

latti

da parole

gli

per ospiti^

divisi

Bis

multi

diebus

sunf

vero

partem suarum

fru-

Poi dopo,

(3).

incomposta

rimedio della
,

levassero

ossia perch potesse

seguaci

il

Longo-

quali

atteso

il

suoi

ob restaurationem regni

malaugurato doppio

duces

qui

Huius
tunc

per

lui,

principe sosten-

duchi di

lo

che alla

come

rilevasi

met delle proprie sostanze

torn a danno delle vnte popolazioni


le

no-

reliqui

consiglio

ufficiali

pi

Longobardi un terzo dei

interfecti

voto

poi,

tributarii efficiuntur

come
comun

islo-

lo atroce

tempo della sicnoria


romani furono per

al

necessario di lasciare in bocca allo storico.


diebus

questo

loro Autari figlio di CleQ; e che a' giorni di

tare la propria dignit

nostri

ai

suo successore

Clefl

ut ttrtiam

ai

terreni.

ob cvpiditatem,

Langobardis persolverent

proseguendo

la

che

infatti,

molti de* nobili

de' loro

de' prodotti

romanorum

per kospites

gum

di

come

racconta

renderonsi tributarli acci pagassero

bilium

dopo aver narrato


crudelt

le

vinci-

ricorrono concorde-

tutti

loro averi, uccisi; e gli altri

furono ridotte

spada o cacci dalPItalia soggiogata

la

che fu dopo

cupidigia di

loro frutti

Paolo Diacono, e

di

(1)

romani

potenti de* vinti


de*

o Italiani.

necessit, ripetuti le mille volle.

di

rico delle geste dei Longobardi


di

Longobardi

Romani

cerca a che condizione fossero addotti dai

si

tori longobardi

sotto

persone de^ vinti

le

473

lor senso

Autharis
erant

in

omnem

substantiarum suarum medietatem regalibus usibus tribuunt


populi tamen aggravati per

tur

(4).

Ed

ora

colore oscuro

partiuntur

? Si

cosa

qui

populi tamen aggravati


tocca di

una seconda

(1)

Pauli Diac. de Geslis Langob. II,

(2)

Ibld. e. 31.

(3) Ibld. e. 32.


(4)

Langobardos hospites partiun-

vogliono significare

Ibld. III. 16.

divisione de' vinti

tf.

Cf.Baron.ad Ann. 573.

parole di

queste

per Langobardos

27.

hospites

nuova per

474
ed

la indole

gi per

Oppure

al

partire

con

e partirono

romani giureconsulti

loro

di

mi grideranno

la

pedantesca

pari alla

aggrav

isterico e

de' vincitori

che

per verit

elocuzione

longobardo

sovra tanto

via.

ove non

repute-

se ora

trat-

si

fa-

chi movesse
di

da

Ma

lui.

ninno

chi

molli sdegnosi Icveransi conio diviso di

Innanzi per di farlo

uno

discorsi

fatti test

Come dunque

grave argomento.

gere ad aver lume

mi faccia

molti

altre parole, salvo le riferite e oscure,

ratore, n

che

vidersi

sostanze ?

croce addosso, appunto perch'

grazia considerare; che dei

vogliano

solo

sperar

nar-

il

spese

leggonsi

giun-

di

instiluisca la predetta indagine ?

s'

che noi guadagneremo per essa quella lauta certezza

io vo' dire

quale forza che


,

via

quota

la

diccsi qui

cos accurati e scrupolosi nella scelta

appigliarmi a questa medesima

alla

soggetti
si

responso dell'uno o l'altro de' pi

uno

pretende tanto rigore

mettersi

Duchi ?

bisogna essendo con

in

quella

de'

tutti per certo darebbon lode a


una minuta indagine sovra ogni parola

espressioni

dall' instituire

tro e

essi le loro

nostro subietto.

al

tasse di snodare l'intricato

la

da

tempo

risolvere quest'arduo problema, permettete che io

ranno disdicevoie

di

diversa

al

non finalmente

concussioni

arbitrarie

le

pubblicamente a battere una

mosi

fatta

indole ed

la

che gi tributavansi ?

astretti a

e per

e cos

pi nuova soltanto in questo, che

per evitare

5.

patirono

la

annunciala siccome

una divisione

di

de' frutti
,

che

soggetti

lo storico

prima, ed
vinti

LONGOBARDI

SUI

per

sia

la diligenza

di

chi

cedano.

tulli

attestare

Ma

questa indagine volea pre-

apertamente a chi legge

la

sincerit

scrive nel perseguitare la riposta idea, sia per

la necessit che abbiamo di cercare altrove qualsiasi men


lume che possa alcun poco rischiarare tenebre cos fitte.
6. Gi noi vedemmo come ad aramazzare o sgomberare dalle

mostrare
fioco

della

parti

Italia

vinta,

avea provveduto

Clefi.

senti fossero gli

ufficiali

varono

romanorum

multos

imperiali e

ripeto

potenti

Clefi

dopo costoro

a levar di

mezzo

romani senatori che

gli

nobili ed opulenti,

conio,

ma

ci

perch

si

tro-

assiduamente col dimoravano.

uomini pi pericolosi

avea gi provveduto. Restavano

questi, molli [multi nobilium


colosi e di

potentes

ancora non pochi de'personaggi pi

in quelle parti, e forse

arrischiati, doviziosi e di seguito, che

Cos

viros

sar facilmente consentito che questi pos-

ma meno

romanorum]
le

dare

perch

sugli occhi

arrischiati italiani.

non perch

di

fossero peri-

ricchezze loro destavano

la

cupi-

IN ITALIA
de' vincitori

djgia
[

reliqui

come

furono

tributo

ob cupiditatem

parola

insino

comincia

il

linguaggio amfibologico

Reliqui

sono

onde pagassero

alla

reliqui

nobilium

Paolo.

resto

II

indistintamente coloro

tutti

restanti

Longobardi

questa per appunto in-

da

di

dei

difatti

nobili

reliqui

che

di

Io

riferito pe-

un campo,

quali possedevano

primo

storico ragiona nelle precedenti parole di questo

riodo

ai

terzo dei loro frutti. Ora, se tutto chiaro e con-

il

catenato

chi

furono massacrati

) ,

per ospiti

divisi

475

un pezzuol di terra? Imperciocch; sia bene, che, spenti o cacda Clefl

ciati

tempo

al

altri

ma

potenti e magnati

ed opulenti possessori

illustri

rimarr sempre dubbio

seguita

Gcare

terzo

tributarj pel

falli

con

parola

la

romanorum

bardi

si

de' fruiti soltanto gli altri nobili e

E dove

terre rubate, o conquistate che

s'

la

pi me-

Longo-

tante ricchezze e

delle

abbia a dire, e del tributo

un

terzo dei frutti a carico de' vinti

epper da raffrenare con

o anche

potesse credersi che

prime contentati

fossero in sulle

che

reliqui

abbia voluto signi-

ricchi possessori della precedente et imperiale,

schini e piccioli possessori.

decurioni egli

terre da Clefi non abbattuti;

di

Paolo

se

multi nobilium

frase

la

sopravanzavano

nei nobiles che

Duchi abbiansi da ravvisare soltanto

de'

miseria

po' pi

ricchi

guadagneremmo due

un

di

e pericolosi

notizie

momento: primieramente che Duchi de' Longobardi,


non furono poi cos stolli politici quando
seppero risparmiare a tempo o anche sollevare
posciach dei
balzelli e dazj della et imperiale
pi di presente non si scorge
di

non

picciol

in lanla rozzezza loro

traccia

piccolissimi possidenti

miarono senza
imperocch
butarj

vinti

fallo gli

dicendo
per

de' loro prodotti

di

uomo non

lunque

soggettarsi a

per

1'

unico

stavano

non pot

Secondariamente;

che

narrata quindi da Paolo Diacono,

parola

reliqui,

all'altra frase ut

plebei campati dalla prima.


interposta

tertiam

gobardis persolverent

ultima

ridurrebbe

tri-

terzo

il

manifesto che qua-

raccoglieva frulli,

terzo di quelli.

il

ai vincitori

re-

come materia pronta e ancora non tocca que' piccolissimi

della

norum

che prestassero

suolo [suarum frugum)

tributare

avevano terre:

que' giorni renderonsi

di

possedeva terre n

possidenti e gli artigiani

senso

effetto

appunto che rispar-

plebei che non

Diacono che

il

posterior partizione

la

nella guisa

artigiani e

il

divario

si

volesse pi
n

multi

E dove

nobilium

il

roma-

partem suarum frugum Lan

presto
ci

determinarsi da

che

tutti

questa

indistintamente

476

LONGOBARDI

SUI

come

possessori di terre dovrcbbono aversi

risparmiarono in sulle prime soltanto

gobardi
plebei
di

laonde su questi almeno pot cadere

prima

soggettali nella

divisione al tributo del terzo e addivenuti terziatori

e che

Lon-

artigiani

gli

seconda partizione

la

che favella lo storico dei Longobardi.

7,

zione

tur

a dir vero le parole di lui riguardanti alla seconda parti-

populi

punto

si

tamen aggravati per Langobardos

hospites partiun-

ricusano

a cosiffatta intelligenza.

innanzi tutto

consideriamo quale, giusta lo storico, e'sia l'oggetto della mede-

sima: populi,
da un

egli

Longobardi

vinte dai

afferma

ci

abbracciare

lato

se

l'universale

pu ancora

d tuttora

si

parola popolo

alla

zione

torn ad imporre
pite)

il

qualsivoglia imposta
vostra

lice

(5)

plebi soltanto di ogni

questa seconda parti-

s.

a'

Duchi

ai

per

la

(5)

plebei

si

tributum in ca-

(la

o altra

frase fe-

per raddolcire ad essi

rassegnare

al

principe la

met

restaurazione del regno.


tal

guisa, che pure logica e

parole de'due diversi luoghi di Paolo Diacono, ecco quale

le

frase per Langobardos hospites parliunlur, mostra

bardi eran quegli ospiti al quali


l'esercito

le

di

e questi nuovi capi di entrata

Intcrpelrando e conciliando in

La

censo sulla persona [censum

distribuironsi

di loro sostanze
8.

materia

l'amarezza che avean provata nel

piana,

che ovviamente davasi

che gi pagavano nella et imperiale

testatico

il

la

aggravati di che qui parlasi. Agli artigiani,

gli

poterono essere

pu

italiane

citt

quello cio di plebe. Cos o la

plebe io uno co' pi piccoli possidenti


citt italiana

diverse

dall' altro essere stata dallo sto-

rico adoperata nel pi ristretto significato


e

dizione popiili

la

delle

Romani furono

de'Longobardi partecipasse

attribuiti,

in quella divisione.

si

non

che Longogi clie tutto

Pu essere pertanto

Duchi ed anche il Re partecipassero in questa assegna, e non gli


altri. E si dee notare che Paolo maneggia in modo tale la parola hospites
in entrambi luoghi, che non mal necessario di referirla all' universale dei
anche della prima partizione dice che reliqui per hoLongobardi. Di fatti
spites divisi , ut lertiatn parlem suarum frugum Langobardis persotverenl ,

che

soli

iribularii

Diacono aver cosi favellalo per vezzo


Certo pu
sembra ancora pi probabile a credere, che cosi parlando

efficunlur.

di locuzione.

Ma

abbia egli voluto distinguere


ci fosse,

Romani

prime ad uno
staldo;

il

gobardi.

gli /lospties

possessori di

de' capi

il

un

Longobardi come ad ospite, verosimilmente

quale poi avrebbe data

dall'universale dei Longobardi.

cosi sparirebbe ogni

Ove

dislrello sarebbero stati assegnati in sulle

la

al

Ga-

sua quota di frulli a ciascuno dei Lon-

argomento

di

credere essere

Romani

pos-

sessori caduti in pressoch servii condizione di ciasci/n del privati longobardi.

IN ITALIA
sarebbe stata rispetto a ci

scuno indistintamente,

477

condizione dei vinti:

la

1. tutti,

e cia-

possessori di suolo divisi per ospiti (che

forse vuole dire per gastaldi o gastaldie Ducali), avrebbero tributato


ai vincitori

terzo de' loro prodotti, e sarebbon quindi addivenuti

il

terziatori della vittoriosa nazione,

dant, gli artigiani ed

non gi

dei privali: 2.

gobardi un censo o testatico, e sarebbono perci diventati


Tanto,

migliore, stando unicamente

ai delti di lui.

gate di Paolo Diacono ragguagliano


leggi e nelle carte

della

gette a

in fallo, in

intitola

Vicende

sero censili

costituzione delle citt

della

(6)

il

ma

effetto gli artigiani

dice

la dili-

Lombarde
i

riso-

plebei diventas-

non

rife-

e conclude

chiamando

liberi questi censili.

Per con-

signor Troya, acuto e diligente scrutatore di nostra istoria

mai che

per

la

et longobarda

diventarono terziatori

possessori di terre

vinti

(6)

ed

contento alle parole del Diacono

nel medio evo e principalmente


i

Se

tanti e poi tanti?

veruna legge o carta della vera

verun documento della presente et in sostegno di sua

poi

affermazione

che

fatti? In altri termini, nelle

lutamente afferma che in

trario

ed anzi la

parole cos spie-

alle

mai non mi occorsero persone apertamente sogun censo personale. Nondimeno il Leo nel suo libro che

et longobarda

risce

Ma

longobarda incontrasi mai menzione

et

che pur dovrebbono essere

genza mia non cadde

s'

Lon-

censili.

polrebbesi raccogliere dalie parole di Paolo Diacono;

io ripeto,

n questa interpetrazione punto mi parrebbe assurda

dei censili,

merca-

plebei avrebbono pagato ai principali

non possidenti

mercadanti

operai

ci

dice

ma non

ci

artigiani

Op. cU. traduz.del Co. Cesare Balbo . 3.pag.8, S.9.pag.27-33. Lo


dei Sig. A. Loewe
( traduz.

stesso Autore nella saa Istoria degli Stati Italiani

ed E. Alberi) Lib.
e mestieri

non gi

II. e.
g'

37. e 38., vuole che tutti

l. p.

individui

Collegi

nei generi da essi lavorali e venduti. Inoltre artigiani e coloni

pagato una tassa della salules

lardi, succeduti ai Conti

avverlesl in prova

che pi

altra

fornai del pane ec.

sarti delle vesti,

preti offrivano ai Vescovi

plom. To$c. N." Vili

si

Ma

il

vescovi nel governo

vescovo de'suol prodotti;

queste salules o salutationes (che

anche nella et Longobarda, V. Brunetti Cod. Di-

tributavano dai Collegi

torit ecclesiastica o alla civile de' Vescovi

o decima ecclesiastica?

Ad

ogni

modo

la

d' arti e mestieri alla au?^Sono un tributo, od una offerta


Signoria de' Franchi (tra' quali

plebei rimasero soggetti a tributo) non pot introdurre qualche

proposito ?

avrebbono

venditori in piazza delta plalealicum.

delle citt, ogni corpo d'arti e mestieri fornisce


I

d'arti

fossero sottoposti ad una tassa da prestare

novit

io

478

LONGOBARDI

SUI

mi penso, perch nemnon occorse aperto indizio nei documenti di questi cen-

diventassero censilL Se non lo dice, ci ,

meno

a lui

avesse incontrati, egli che tante volte favella de'^ema-

sili: se gli

tori

per certo non avrebbe taciuto di

non

nelle carte longobarde


flci

pittori

orafi

ec.

e non

cerm/i. All'incontro:

siffatti

rado parola

di

compaiono

mercadanti e arte-

di

condizione abietta o

in

quasi servile. Che anzi nelle nuove leggi di Rachi e

Troya pubblicale

dal signor
ai

d Astolfo gi

noi vediamo ordinamenti dati intorno

mercadanti, e per ricondurgli a servire nell'esercito

campo mostrarsi armati

loro di che armi debbano in

tunque

e per dir

(7).

quan-

mercadanti voglia concedersi che fossero non pochi

tra'

beri Longobardi

li-

e stranieri [guarganghi] ora stanziali nel regno,

crcderem forse non ne rimanessero punii degl'ilalian originar] del


regno medesimo?

armi, se

nelle leggi

di

Rachi

che a costoro

9.

non

campo

Non ragguagliando pertanto

meno

seconda partizione die causa


del regno

mercadanti

ita-

potenti ed altieri

V.
p.

pagare per

grazia che alla

io

leggi di Astolfo.

dovevano

essi

soli

senza risarcimento

met
i

pi

le

beati-

e gli altri Longobardi rimanersi

ricchi

e seg. (Napoli 1832)

di

necessit che per la restaurazione

tutti

Giornale intitolato: Progresso

il

10

Osservate

infelici.

la

Ora domando

tudini del regno di Autari

(7)

la interpetrazione surri-

ai fatti

tributassero, o vogliam dire perdessero,

Duchi

delle proprie sostanze.

nuove

gli originar]

parole di Paolo Diacono, giuoco forza di tentarne altre,

e vedere se riuscissero

che

sarebbero apertamente separati dagli

si

se stati fosser censiti ?

ferita delle

Voi.

saria permesso di vestire le

si

pressoch servile condizione di cens ili?

ed esclusi dal venire in

altri

liani

ridotti nella

delle Scienze

e segnatamente

Vaglia cloche pu valere

la

la

Lettere

ed Arti:

seconda e terza delle

osservazione;

ma non

posso trattenermi dal notare che in Siena, citt governata da due gastaldi,
si

parla di

posto di

un exercilum senensium CivUalis, che non saprei credere com-

soli

Longobardi. Brunetti op.

cil.

p. 1. N.

XXV.

Il

tedesco

nome

originale degli esercitali, vogliono poi dimolti che sia arimanni; voce che

mentre altri pi plausibilpropriamente accennerebbe ai soli Longobardi


mente credono che questa tedesca voce suoni pienamente liberi e cittadini.
E niuno nega che gli arimanni componessero principalmente 1' esercito, op;

per fossero

esercilali.

Ma

questa voce sembra che debbasi tradurre in te-

glosse fiorentine traducono


commanipularis herrgesello.
Sammlung ), Voi. 2.pag.233 e 254.

desco herrgeselle: giacch

le

contubernalis

herrgesello

glossen (In glossen

le

voci analoghe

Graff, Florenliner

IN ITALIA
siccome prima
ciocch

Re

Ci non sarebbe loro sembrato giusto

concedasi

dazioni

erano

Quello pertanto che


farsi

che

egli

patrimonj

conquiste e

tocche dai Re

depre-

le

n per esse

E poi, non
un pi largo vivere?

coscienza obbligati alla restituzione.

in

Duchi nelP intervallo

le

Imper-

(8).

spoglie dei

le

loro dominazione

nei dieci anni di

nuove spoglie e non mai

di

potevano tenersi

avessero tra s diviso

Duchi riceverono indubitatamente, por

de'

si

eh' eglino

Ma

precedenti.

479

frangente sembra

nel

tutti

assuefatti ad

naturalmente dovesse

riportassero a massa

le

acquistale ricchezze

loro tributarj, e daccapo dividessero in adeguata proporzione

ed

possessi
fatti

proventi delle une e degli altri

se

alla

fin dei

ogni perdita dei Longobardi doveva tornare a carico de' vinti,

crescere

il

a costoro.

tributo

Vediamo adunque
Diacono

significare le parole di Paolo

Langohnrdos hospites partiuntur. Quando


tenersi

come surrogata

se tanto possono

populi tamen aggravati per


la voce populi voglia ri-

all'altra reliqui adoperata nel

passo ante-

cedente dallo scrittor longobardo, possiamo accettare che per essa

vengano designati come ricondotti a massa i soli possessori di terre:


aggravati bastevolmente accenna un aggravio o augumento del
y

tributo ad essi gi imposto: l'avverbio tanen significa apertamente

che

alla fin de' fatti

piomb addosso

carico per

ogni

avean saputo combattere e mantenere


gobardos hospites denoterebbe adesso
tutti

Longobardi,

di prestare

(8)

cui

come

in

pr

tributo

ma non

terzo de' frutti

(9)

non

que'vili

la patria in libert

per lan-

con troppa sicurezza

de' quali era gi stato

il

regno

restaurazione del

la

ed a ragione, posciach

dei vinti;

imposto

partiuntur,

ai
la

nuova

Inoltre ci era disdetto dalla costituzione politica de' Longobardi

Re, Duchi

in

Sculdascj, Decani ed esercitali partecipavano ciascuno jn

proporzione rigorosamente determinata alle ricchezze acquistate.

V.

una
Vesmc

e Fossati: Vicende della Propriet in Italia lib. //, cap. 5.


(9)
si

Ho avvertito

sessori

Romani non

de' principali

che le parole di Paolo Diacono


prima divisione gli hospites dei vinti posquanti i Longobardi
ma soltanto alcuni

pi sopra alla nota quinta,

prestano a credere che

nella

fossero tutti

verosimilmente

Gastaldi,

quali poi distribuissero

il provento
grado) del Longobardi. Potrebbe
anch'essere pertanto, a della di Paolo, che la seconda divisione logliesse di
mezzo questa per cosi dire, massa comunedi proventi, e in una di queste
due guise ; o che tributari rimanessero assegnati e divisi tra il Re e Duchi,
per restaurare costoro del danno test sofferlo, cosicch in seguilo Gastaldi
,

del tributo a lutti e ciascuno

(secondo

il

Invece

di repartir

l'annona tra tutti

Ap. Voi.

II.

gli

esercitali

Longobardi
61

vinti

ne riscuoles-

480

LONGOBARDI

SUI

divisione.

desser

occhi a diverse reticenze ed

gli

questa spiegazione potrebbe correre laddove

vremmo perdonare
non

volle

si

strana

il

tal

chiu-

si

caso do-

condiscendenza che

avere insino a qui, posciach niuno, a mia saputa, messe

campo

in

finora

Longobardi

allo storico dei

che in

ellissi

Tuttavia

interpretazione.

cotesta

che presuppone rappresentandosi

fatto

di

non essendo
per s stesso

come probabile conseguenza della causa che avrebbegli dato


gine vediamo un poco se
monumenti istorici ragguagliano
medesima. Se mi
dir

de'

Longobardi non

tra

niuna
ci

questo secondo luogo

butar]

italiani

istcssa
,

vien

nuovamente

sero

e di cos

divisi

Come

(10).

immenso

mano

la

di

che

ci

La massa

prima partizione

de' quali

ridotti

al

parlerebbe

de' vinti pos-

grado

regii Gastaldi

quando

pel

Re
) :

mai non

ducali pei Duchi

s'

incontra

di costoro si trova espressa

ovyeramente che

(come appunto
vinti possessori

e tributar] fossero indislintannenle e pr rata divisi tra lutti quanti


gobardi. La prima guisa poi riesce

meno

Lon-

inverosimile, si perch pi facilmente

un tributo che prosegua ad essere segno

conciliasi alla prestazione di


di servit

tri-

stuolo di socj o consorti nel frutto delle

scorgesi fallo per le Regie Corti e Ducali

sudditanza e non

di

seconda nella condizione

de' vinti possessori

regno Longobardo

proventi

Paolo

mantenuta con aggravio per

rilasciate in

vestgio nel

di

gi nella

ninna carta propria del regno

legge,

esibisce n indizio n sospetto di tributar] o

terziatori aggravati e poi

sessori

Beneventani documenti

togliete alcuni

poco,

vi

terre

orialla

di

e perch serve a spiegare una oscura lettera

Gregorio Magno (v. noia 14); se non che il silenzio delle Leggi e delle
Carte intorno ai Romani possessori tributarj non ci consente di facilmente
accogliere la prima e molto meno la seconda. Ad ogni modo poi, questi tributar] sia del Re sia dei Duchi, o anche de' privati longobardi, dovrebbon
di

sempre considerarsi alla pari dei


terre di che diremo in parlando
;

possessori e

liberi

padroni Romani delle

Beneventani g. 20-25.

dei terziatori

(10) Soltanto di case tributarie o poderi parola in Roth, Leg. 257.

Liulpr. Leg. VI. 6. y. A^nche Brunelli op. df.

sciano pubblicalo gi dall'^. Bailelli

N.^XVI. Un documento

Annali Storici di Santa Giulia

Bre-

p. 14.

11,8 conslit. i/,


lavoratori insomma dei
parla di tributarj; ma costoro sono servi o coloni
e non parmi per conseguenza che ci serbi memoria dei Ropoderi Iributarj
mani possessori fatti tributarj dai Duchi. V. per Troya: Della condizione dei
Romani vinti dai Longobardi g. 179. p. 240-242 (Napoli 1841 ). E non da
dimenticare che anco nella et imperiale i coloni, o parte almeno di loro, si
63 L. 12. C. de Agric.
domandavano tributarj. L. 3. C. Ut nemo XI
XI 47 . 2. C. Theod. Si vagum (X, 12 ).
(Brescia 1657)

e poscia dal Margarini

Bullar. Cassinens.
,

IN ITALIA

481

? E notate che io non


rammento, che gli antichi
Duchi vennero aggravati. A quanto crebbe

e ripetuta menzione nel Ducato Beneventano


voglio cavillare sulla parola.
tributar] o terziatori de'
il

Ho

detto, e lo

Alla met? perch non parlasi di consorti mezzajuoli.


A quota pi grave ? perch non occorre nome che alla quota

tributo?

imposta

referisca ?

si

Perch

rispondo

come condizione
comprensiva

nemmeno

in

genere

di tributar] ?

questi o terziatori o mezzajuoli o tributar]

di

persone con suo

di

e nelle carte de' Lon-

perch nelle leggi

gobardi non mai pi parola

nome

altre distinta e

dalle

universale dogli originar] possessori italiani

1'

regno dei Longobardi. Che cosa

ce ne avea nel

poi

si

pi non

fossero

vedremo a suo luogo. Ma qui fatemi lecito


di domandare
se nella nuova partizione dei terziatori che furono
al tempo dei Duchi si aument l'aggravio dei frutti, ed essi diventarono mezzajuoli o che volete perch mai Paolo Diacono, il quale
con tanta precisione ci narra che tributar] pagavano sotto Duchi
terliam suarum frugum^ non ci dice poi della nuova quota? poteva

Beneventani terziatori,

lo

questa

grave circostanza oltrepassarsi

10.

ma

Sennonch mi pare
voi tirate

poteva igno-

in silenzio?

Longobardi?

rarla lo storico dei

cr

fendenti

sentirvi

di

aria

all'

sussurrarmi
stesso

voi

alle

orecchie

a massa

questa seconda interpretazione data a Paolo di riportare


e nuovamente dividere con aumentato aggravio
ziatori de'

caduto

di

dubbio se

tributarj

di

vi

ter-

una seconda
con

voi test riferito


io

non fu mai proposta da veruno e sembra vi sia


memoria, come ai d nostri muovesi perGno non lieve
Duchi

partizione

mai

favellasse

quattro Vaticani Codici ed un Chigiano concludendo

Ma

detto che

avete

ci

cinque Codici e

di

Diacono

che

il

primo

cinque copisti

dei

periodo da

parola patiuntur, e non gi partiuntur

la

dico in verit

il

il

di

f).

quei

che l'uno forse derivato dall'altro (11); o per


come a lui pareva (e a

inavvertenza o per evitare la contradizione,


tanti

pare ancora

ai

di nostri), del riferito

passo

di

Paolo Diacono

la et. Ora de' quattro Codue soltanto mi nota. Il Codice di N.* 1795 del
secolo XII
quello di N. 1983 del secolo XV. Pertz, Archiv. voi. 7.p. 311.
Degli altri due di che quello segnato di h.'^ 905 fu della Regina di Svezia
e r altro Oltoboniano N. 909, Ignoro la et e gradirei di saperla. Il Chigiano
poi G. VI-156, che legge come
quattro Vaticani, del secolo XV, Perlz,

(11)

Per

fede

la

al

Codici giova di conoscerne

dici Vaticani, quella di


:

Archiv. voi. 4.p. 531.

482

LONGOBARDI

SUI

suo senno dalla istoria un

eoi precedente; tolse a

veva occorrere

Longobardi

mento

necessit

di

ad

e la tradusse invece

che

fatto

una

prova

insolita

ed imbrogli pi che mai la questiono. Dicoche

cangiando

il

do-

ci

tolse un' idea scolpita dallo storico dei

di senti-

copista,

il

partiuntur in patiuntur, cancell dalla storia un fatto

necessario, un'idea scolpita dallo storico dei Longobardi, la nuova

repartizione

segnata

insomma

met

la

modo

doveano in qualche

mera

per

prova

e insolita

di sentimento;

perch

voce patiuntur

la

come non

lato ci rappresenta cos indefinitamente e

esprime per l'altro un senso

loro

soli ras-

un risarcimento per

ottenere dagli altri

conviene ad un assennato isterico


ci

Duchi avendo

restaurazione del regno,

la

Dico che ridusse una parola cotanto istorica ad una

le loro perdite.

mentre da un

de* tributar]; perch

di loro sostanze

il

di

nuovo male

compassione e

e di questi cos amorevoli sensi inverso ai

mai non seppe

significarne

patito dai

vinti

per

di benignit

medesimi giam-

quello scrittore longobardo di

altrove

puro sangue. Dico finalmente, aver quel copista imbrogliata pi che


e ve lo provo in poche parole. Legmai la storia de' Longobardi
;

gendo quel periodo

Paolo Diacono secondo

di

romana

la

variante

populi tamen aggravati per Langobardos hospites patiuntur

che
di

cio

popoli o gli antichi tributar] caricati dagli ospiti longobardi

maggiori aggravi patirono; ecco dove

corre: prima

si

di tutto,

non s'intende come e perch l'universale degli ospiti longobardi si


tributar]
quando i soli Duchi ne
prendesse licenza di aggravare
i

avrebbono avuto

Re

di

una met

cagione o

la

il

pretesto

atteso la risegna fatta al

delle proprie sostanze. Dipoi, lo indefinito aggravio

rappresenterebbe dallo storico come dipendente dal capriccio

ci si

longobardo,

di ciascun ospite

ognor sospesa sovra

il

capo

guisa della spada di Damocle

de' tributar]

e allora io

vi

che ordinamento sarebbe stato questo della conquista

romani possessori

di

beati

che da un

dall' altro (e lo

signor Troya

romana

quantunque

variante e

si

vi edific

dizione de*

sopra

Romani

e' sia

quegli

sotto

. 13)

il

correvano

di

fatti

quale trov primo

la

come

la vera

con raro senno ed accorgimento

islorico

dimostri propenso a

lezione di Paolo Diacono

non

ridurre

lato lo storico ci rappresenta

vedrem pi

pericolosissimi per la recente signoria dei Longobardi ?


il

domando

terre in grado di taillables et corvables vo-

lante a' giorni di Autari

come

crederla

e relegolla in fondo al suo Discorso della con-

vinti^ dai

Longobardi

acci la sua storia non

483

IN ITALIA
istesse

sopra

menta.

di quella

volete, che io vi

Re

dei

suolo

Ma

terziatori

il

numero

copy-holders

romani proprietarj

non

gU

tributar] facilmente

nelle carte dei

viene

il

nome

e dove io

tributar] de'

di

sofi-

ritro-

nome dentro

il

Longobardi

Esami-

ra'

di aldj

o tenitori

ignorassi

Ma

io

infatti

o
te-

free-ed

mi sforzerebbero

nego ed assolutamente

Duchi possano ragguagliarsi

delle terre altrui.

intieramente

volessi delle etimologie,

confessarlo.

di

tributar] ?

vivi e presenti nella Inghilterra,

anche a mio malgrado


i

germaniche o disputar

antichit

tenitori

Leggete come

e vediamo. So ancor io che dal verbo haldere

italianamente tenere

nego che

di

dei quali frequentissimo occorre

nitori cio delle terre altrui


le

longobarda

terziatori

di

infinito

niamo un poco
,

intime sue fonda-

qui sento interrompermi daccapo e dirvi

verete negli aldj

holdere

le

dove pi sono nelle leggi

in perpetuo;

della et

grado

in

sticate sulle parole

alle leggi

poggiasse sovra

domander

e nelle carie

ridotti

11.

ma

Onalmenle, a che pi insistere sovra ci

per ammettere

aldj

agli

bisogna procedere per una continuata serie

ai

rag-

cotesto

supposi-

guaglio,

e'

zioni, di

che ciascuna viziosamente deriverebbe dall'altra. Bisogne-

rebbe supporre che nel gius politico dei Longobardi


facesse cadere in pieno

le
si

e che per siffatta repartizione

suolo del vinto popolo.

ciascheduno de' Longobardi


s'

longobardo padrone, invece

di

in esso

modo

al

Italia,

alla

come

Che

il

solo colono, e di partire con lui soltanto ed

ammettere un altro alla consorromano padrone e contentarsi unicafruiti pel magro vantaggio di riconoscere

cio l'antico

terzo de'costui

non gi nel colono

1'

aldio o tenitore delle sue terre.

non

longobardo.
si

pu

si

accatta facilmente consenso:

ci

dice che

a chi volesse

perch lo negano

condizione

Un

con-

dubbio che questo politico sistema ricevesse applicazione

gratuila perdita di frutti che

nuovo

tenitore de' fondi,

simile di argomentare per supposizione di supposizione

giunto
in

un

il

antico padrone.

frutti del suolo, volesse

teria de' fruiti

mente

all'

considerare

di

vinti,

intendesse trasmessa in lui la pro-

priet privata delle terre spettanti

a sua posta

conquista

Che

di rcpartire tra

ora di suo dominio

la

dominio dello esercito vincitore anco

propriet private de' possessori di

costumasse poi

di

di

vinli

romani

tributar]

bardis persolverent.

vi

massime pensando
nuovo padron

sia in fondo pel

nondimanco acconsentirvi,
le

direi

che non

aperte parole di Paolo Diacono. Egli

al

tempo

dei

Duchi furono addotti

Intendete ?

in

suarum frugum tangoSuarum frugum, 1 frutti adunque

ut tertiam partem

484

LONGOBARDI

SUI

erano suoi

romano)

(del

fondi frugiferi

n suoi avrebbono potuto

non fossero rimasti

in

dominio

di

lui.

principale

il

erano

suoi

se

anco

dirsi se

che l'accessorio seguilo mai sempre

frutti

perch suoi rimasero i fondi; oh! questi tributar] non possono


davvero ragguagliarsi agli aldj ai tenitori delle altrui terre. N
,

mi penso che vorrete oppormi, dare

io

parola dello istorico longobardo

troppo

io

essere o ridondante o inesatta espressione

suarum pu

Imperciocch

Paolo.

di

ad ogni

valore

e che queir aggettivo

questo istorico giammai dimostrasi ridondante, n pu cos alla

lesta

dirsi inesalta

passato una voce che sola d pre-

riferirsi al

Insomma

cisione o qualit al soggetto di che vien discorrendo.

bisogna accettar tutte sino all'ultima sillaba


scrittore su questo

punto capitale

permettere che ciascuno se

di

lo flnga

desiderate ancora qualche altra

il

discretissimo postulato

che

le

nostra

ruolo de' vinti

il

la

Concedetemi

al tributo, aiutato

che o

tratto fuora dai

ciascuno dei

separatamente or-

romani da soggettare

avran

tristizia

altrimenti

ragione? Eccola.

verosimilmente in ci dalle tavole censuali

paura o

istoria

a libito della propria fantasia.

quali era dall' altro indipendente nella sua citt

dinasse

dell'unico

Duchi Longobardi

parole

forza

la

delle

ripostigli

la

curie

romane. Avremo allora che que' romani proprietarj


quali non
perch non possedevano continuati latifondi che ri,

furono spenti
svegliassero

la

sessioni sparse

cupidigia de' vincitori


ne' lerritorj di

ci stesso tributar] a pi e

tutto restringevasi

fondo
il

come

tributo

villico del

recalo

il

nondimeno avevano pos-

Longobardi.

diversi dei

alla prestazione del terzo dei


,

non occorrevano

fondo, posto

per

pi e diverse citt, divennero

nell'

difficolt

uno o

il

infnch

il

ciascun

frutti di

respettivo colono

avrebbe

l'altro territorio,

terzo all'ospite longobardo che col viveva, e cos

il

pa-

drone avrebbe facilmente sodisfatto a ciascheduno degli ospiti suoi.


Ma se, per la prima partizione di che ragiona Paolo Diacono, i tridivennero aldj, ditemi in

butar]

caddero forse sotto

prietarj

venti

Tuno

il

all'altro ignoti

ospiti

di tre

padrone

(12)

il

e pi nobile di consorti. Che se

di

quattro

pro-

di dieci

avvertite

termine correlativo ad

e che Paolo Diacono qui

(12) Rolh. L. 239. Inutile di qui osservare che


trlbaito da Paolo ai Longobardi,

Longobardi? Ed

bene: che in qualunque germanica bocca


aldio quello di patrono o

que' tanti romani

grazia,

mundio

il

predicalo di hospiles al-

certamente adoperalo nel senso pi ovv

la qualit

lo

hospiles viene talvolta data an-

IN ITALIA
ci

favella invece di ospiti

hospites

suona

non

padroni. Parimente

di

Paolo, appresso

di frulli, testimone

frugum

voce che

la

spiega

ci

gli altri

o venti padroni

aldio sottoposto a dieci

consorti

dice in fine al periodo

persolverent
al

mundio

divisi

(del

romano)

tributar]

fatti

suoi leggitori

come

si

Reliqui vero

romani. Ei furono soltanto,

vinti

di prestar loro

obbligali

il

terzo de' frutti che

ri-

vincitori,

acquistarono

un gius privato o reale [jus in fundo direbbero i Romani;

barbari
Longobardi
gius esperibile in perpetuo coni

tro ogni successore del


titolo

questa

Non dunque aldj n sottoposti


non in servile condi-

in forza vero della conquista o per cagion poltica

romano possessore un

cavavano dai fondi adessi rimasti [suarum frugum); e

de sorte

ella

del respettivo ospite longobardo,

consorti

soltanto

con-

ut tertiam partem suarum frugum langobardis

zione dirimpetto a lui rimasero

come

ma

consorteria

voce per che da lui venne assennatamente

tributarii efficiuntur.

popoli

questa quella che spiega

romani or

dei

premessa a tutte per non ingannare


per hospites

la parola

Longobardi. Hospites,

sempre suoi

cio di frutti che sono

che

perch lo storico parli suarum

il

quella che non permette di scorgere nel

la condizione

barbari consorti, e accenna non aldionato

tra'

sorteria; consorteria di terre appresso

pertanto

485

Romano

nella propriet di quel fondo, anche

singolare; cagione forse per cui negli Editti dei

carie longobarde

parlasi poi di case tributarie

che polean cangiare


e in quelle carte

non

Re e

nelle

di tributarj

se le case tributarie ricordale in quegli Editti

V. nota 10

proprietario, e non in

Romano

sono fondi spettanti ad un

un padron longobardo.
12. Ma voi, gi stanco di tanto minuta indagine
di una esegesi
fatta pi lunga dagli episodi, mi domanderete: insomma, qua!'
piena

signoria di

la

guente modo
partiuntur,

Rispondo

spiegale voi
:

spiego

cio,

ai Coloni, egli

perch tra

slato

testimone

il

il

luogo

riferito

di

nel se-

langobardos hospites

Gibbon e molli

aggravali

altri

quali eransi

dagli

ospiti

Longobardi

medesimi ora ce ne avea veramente

getico consorte colono

pot signiflcare

secondo

popoli per altro (i tributarj), aspreg-

il

virgoleggiando quel passo

aggravati per

come

pi gravi

sorti

che

populi tamen

io lo

con avanic

giali

che

a interpelrarlo

falli

in

Come

vostra opinione?

Paolo Diacono

ed ora perch hospites

di

semplici lavoratori degli hospitia o hospilalica.

senso proprio, hospites vorr dir sempre consorti.

con-

per tran-

Ma

486

LONGOBARDI

SUI

partirono; che quanto dire,

Ed

13.

adesso
de'

era tempo

ben ce

regnando A u tari

Longobardi

tinopoli

dimostra

lo

cose

le

Tiberio e Maurizio

un dopo

l'

l'

Sovra

scontri riusc vittorioso.

in queste

il

ordinare

di

dentro

regno

il

soglio di Costan-

due valorosi Imperatori

altro

ed accennavano air

ed anzi Maurizio spediva

storia

la

modo che

in

fessevi sicurezza e quiete.

succedevano

si

videro costretti a partire o dividere

si

perlinenze con quegli ospiti maledetti.

le loro terre e

Italia

un

parli

contro

Longobardi

che

esercito

in pi

Franchi dall'altro canto invadevano quel

Regno.

genti

mobili d' ingegno e parate a vendersi al maggiore offerente,

suir esercito dei Longobardi, raunaticcio di molte barbare

non era poi tanto da contare quando


non vergognavano di trafuggire alle parti

taluni

come

pertanto

non voler
le

poteva

togliere di

avanie

degli

un Re
mezzo

soglio pontificio nell'ultimo

mano

prima

anno

il

n Re, n Duchi, n Conti

Dico per
pronti a

per

che in

uscir di

quel
sotto

(14).

Dio non

di

Ed

la divisione delle

Balbo

gli

ospiti

la

editori di

questa lettera

sguarda chiaramente

al

la

romani

Longobardi
del

nella

fine

regno.

di

Autari

vagina; quan-

18. Muraloriy Annali ad A. 590, e le fonti


,

e. 8.
1

Benedettini

riferiscono all'anno quinto di Agilulfo,

tempo

dovevano essere gi

Gregor. Magni, Op. IV. ep. 47. Paul. Diac. IV, 30.

(14)

vinti

restaurazione

acciari

parole del

le
i

che un ordinamento

Storia d' Italia Lib. II

asceso al

avesse trattenuto

tempo che

terre (15) fece rientrarli

Paul. Diac. Ili, 17

(13)
ivi citate.

al

dagli

momento
vesti:

lo

non dico che

io

perdute per

le

che

odj

gli

Longobardi pi non avrebbono

aspreggiati

di rifarsi delle sostanze

tanti pericoli

Gregorio Magno

Santo Pontefice accennino per appunto


erano maggiormente

affrontare

di

Duchi

stessi

del regno di Autari, significava al

timore

stragi

alle

degli

Greco Imperatore (13):

dissensioni intestine

suscitavano ?

ospiti

Greco Imperatore, che.se


dal prestar

le

del

preterito.

Sarebbe egli possibile

che

ma
i

ri-

sem-

plici esercitali Longobardi, scontenti delle oto sorti e privati dell'annona di


vinti italiani per fare insieme al Re , ai
che sopra nota 9 provocassero
Duchi ed ai Conti , I soli che davvero divennero ricchi quella medesima
celia che costoro aveano fatta ai nobili ed opulenti italiani ? E che costoro
se ne consultassero col pontefice , sperando di averlo capo o fautore della
i

impresa

Ninno vorr negare che la divisione dei Romani proprietarj per


tempo dei Duchi, onde pagassero ai Longobardi il terzo de'loro
come tributo movesse da un politico ordinamento. I Duchi doverono

(15)

ospiti fatta ai
frulli

IN ITALIA
tuaquc

non

ire

le

spegnessero

si

487

ina

occultassero sotto

si

cenere per isfavillare di bel nyovo e pi vive laddove un capo

ad un Gne

fosse presentato per dirizzarle

ordinamento

(anche
i

Autari nacque

di

in ci fedele istorico

rappresenta comparsa

Ed

He Longobardo.

giorni di questo

sione che restituiva la quiete a lutti

Longobardi
terre

tarj di

tarlo del

sarieuo

non intendo come

stati

non pi a capriccio

nome

E bene

Flavio.

di

Longobardi

si

e che da questo regale

universal beatitudine che Paolo

la
ci

la

invero

rallegrare

ben poterono non soltanto

ma

eziandio

ospiti

sala-

ogni germanica natura

ingordi e taccagni

romani proprie-

dagli

taglieggiati
al di l di

e avari

a.

per cosiffatta divi-

se per

giunta alle ricchezze bottinate ed alle terre per intiero occupate ed


invase, non
t

fossero contentati, in luogo del tributo, di una

si

con

(16) de' fondi

romani

dei possessori

da quelli

ch'erano rimasti

gli schiavi e coloni


!

tempi

Autari

di

in

me-

dominio

correvano molto diversi

non senza cagione asseverare che un goto ricco a' suoi giorni adeguava appena un rpmano povero; Autari poteva, con maggiore e pi splendida verit,
affermare che un romano ricco a' suoi giorni Ggurava appena come
il

di

Teodorico.

se questi pot

pi tapino e lurido dei Longobardi.

N qui

l^.

che se
che

il

veniste a

partiuntur

romani

ai

vincitori e

di

lutto,

vinti

di

muovermi questione

frase

la

parr

in tal

[populi..., partiuntur) avessero dato

comandato che

che

etichetta dicendo;

di

Paolo signiGca dividono

si

dividesse. Poich risponderei:

suarum frugum

dinotando come

caso

la leggio

prima

le terre

ioralli tra loro ititeodersela e ordinare cos


diversamente in ogni ducato
avrebbono potuto prendersi provvedimenti diversi. Ora a significare questo
ordinamento, Paolo si contenta della frase his diebus. Credo pertanto, che per
politico ordinamento accadesse ancora la seconda partizione regnando Autari,
che lo storico con la slessa frase ci narra avvenuta huius in diebus. Del resto,
che leggi si dettassero ancora dai Re predecessori, lo mostra il prologo di
Rolari che parla di correggere e rimuovere o rinnovare le leggi precedenti.
(16) La parola partire o dividere, quando usata in assoluto modo, significa
presentemente e signific eziandio nel Ialino linguaggio, dividere per met.
nota la formula del legalo di partizione: Haeres meus cum Tilio haeredilalem meam parlilo dividilo Ulpian. Hegular. XXIV, 25 ) ; quo casa (ag:

giunge

giureconsulto) dimidia pars bonoram legala vidclur.

Nei tempi
che abbiam tra mano
bisogna di necessit rilevare ogni
minuzia. Osserver quindi che
Duchi anch' essi avcano rassegnato al Ke
mela delle proprie sostanze. V. anche il seg. . 22.

e con

il

lo storico

Ap. Voi.

II.

62

488

LONGOBARDI

SUI

mano

rimaste in

sempre propriet

loro erano

romani

dei

gnava air atto della divisione dire che furono eglino quelli
partirono. Inoltre
stati

che

biso-

quali

cagione addotta del partaggio, o Tessere

la

vinti aspreggiati

aggravati

ad

chiarisce

evidenza in loro

coazione, e non gi libera volont. Aggiungerei che l'amore di brevit,

soverchio nel nostro istorico


sione che or

ci

condurlo ad usare una espres-

pot

sembra troppo rispettosa inverso

romani

ma

che

mio credere soltanto artiGziosa e pi acconcia ad appagare


r animo dello scrittore. Paolo cresciuto in corte e carezzato dagli
era
come or direbbesi un realista , di
ultimi Re Longobardi
animo in tutto alieno dai Duchi o antiducale. Se ne dubitaste
a

un dopo

rileggete V

del Libro II

i'

dal quale tolto

r imposizione del tributo

il

primo

tempo

al

decimosesto capo del terzo Libro

relativo alla controversa partizione

serviva

subito.

dunque

La

alla brevit

Duchi

dei

rileggete poscia

secondo passo

il

e dietro al quale traggono de-

pi

frase

passo che ricorda

riferito

cui spetta

scritte le beatitudini dell' universale

persuaderete

capo trigesimosecondo

il

quindi tacitescamente narra le

ai vinti, e

orrende bestialit commesse


il

seguentemente

altro

giorni

ai

garbata

di

Autari

e ve ne

partiuntur

populi

colorava di legittimit lo spoglio sotto

Autari sofferto dai romani, e apriva un ottimo passaggio a rappresentare le antedette beatitudini. Finalmente

a bottinare per le altrui scritture

romano

delle parole
I

prete Secondo,

e vedete

un poco

proprielarj romani perdono

con

gli

pot levarla

Ma

met ed

vi

contentate

troppo gentile

il

di

peso dalla breve

lasciate di grazia la corteccia

e chi

scapita e chi guadagna.

ci

per met

dominio

il

schiavi e coloni che ci stan sopra

ferenza tra la

non

frase

Paolo Diacono, longobardamente avvezzo

populi .... partiuntur,

istoria del

se

che quella

posso anche arrischiarmi a dire

de' loro fondi,

perdono inoltre

la dif-

terzo de' frutti che gi dovevano prestare;

guadagnano soltanto in ci che si levano di dosso la nota del tributo che se non diminuiva contaminava per certo la loro libert
personale (17) ed inoltre perch procacciano a s medesimi la pace
,

e la sicurezza dalle avanie degli ospiti

devoli,
stanze.

ma
I

pagati con

una

perdila

benefizj

non tanto

Longobardi poi non perdono per verun

taggiano di non poco. Guadagnarono;

(17) Paul. Diacon. IV, 17

libertalem

alcerlo ragguar-

lieve

delle loro so-

lato, e si

perch cangiarono

avvanil

gius

solutione tributorum foedare.

IN ITALIA
romano,

in fundo o de sorte sovra le terre del

dominio

una met

di

che

di quelle

489
nel proprio e vero

lavoravano dagli schiavi e

si

coloni, trapassati in loro per la divisione delie terre, a coltivare le

quali erano o addetti o inGssi: guadagnarono pe' frutti la differenza


tra

prima avevano

terzo che

il

fondo e

del fondo al

dominicale di tutto

parto

coscienza

la

chi dal timore del pugnale

celarsi

ottimo amico

sotto

(e ninno

tono, anzi

ci

impugn)

lo

la

di

meno

raffigurarsi negli aldj

istoria

mento,

se

non contento

e non contento
voi

come

gli altri

non si fa
non possono nemdimostrata dalla

mio perpetuo negativo argoe affermativo testimone della

vinti delle

costoro

Gi lo sapete.

terre

Il

io vi direi

Codice Ambrosiano

Manoscritti di Paolo: populi tamen aggravati

per langobardos hospites partiuntur. Quel Codice, ha

in

iscambio:

populi tamen aggravati pr langobardis hospitia partiuntur.

nuova parola

sta

offerta dal

patto di Arechi ai Napoletani

in

proposito

Troya)

Sig.

Or que-

milanese Codice, che cosa mai significa ?

Il

il

un

).

antedetto

ci difetta.

da

lui pi

quali poi

della intima necessit

dell'

vincitori e

che un testimone non


legge,

11

mi domandaste un solenne

partizione tra

non

consente

e la storia dei tempi di Autari,

romani possessori tributar]

Che
,

irlandese

la

altrettanto lo consen-

argomento che dopo

motto

16.

grammatica;

sforzano a crederlo

e quel perpetuo negativo

pace,

che se a spiegare

controversa voce parliunlur nel senso attivo

lato

la

tenesse tutti quanti fran-

gli

che potea

dunque

veste del vinto. Vedete

il

retribuiva per la met

si

padrone; guadagnarono finalmente anch'essi

posciach non credo che

la

della

che dal colono

intiero di quella

l'

(18)

chiama hospitatica

gi lo notava

fondi su che risiedevano

terziatori

de*

Longobardi Capuani o Beneventani. Fate ragione

di

linguaggio tra provincia e provincia, da scrittore a scrittore, e

non sono per appunto

ditemi se gli hospitia del Codice milanese


gli hospitatica

neventani

mana

o
a

le

alle differenze

consorterie de' fondi lavorati dai terziatori

me

che

variante patiuntur

s
,

bruscamente

rigettai

quantunque ripetuta

per falsa

in quattro

la

Bero-

Vaticani

Codici ed un Chigiano, vogliate rimbrottare adesso, prima di udirmi,

questa
hospitia

facilit
,

di

accogliere

come

legittima la

quasi ci fosse solo perch la

interpretazione da

me

(18) Oper. cu. . 27.

milanese

variante

dimostra

acconcia alla

seguitata. No, lo protesto; io

non credo che

si

490

LONGOBARDI

SUI

lo credo
e fermamente credo
che Paolo
che questo luogo dello storico longobardo si
debba leggere in ogni sua parola come concordemente legge pres-

Paolo scrivesse hospitia.

scrivesse hospites

soch tutta

che

la

immensa mole

voce hospitia

la

de' superstiti Manoscritti. Io credo poi

o una

sia

emendazione o un glossema

che

pass nel Codice Ambrosiano a tener luogo della parola hospites

da

abbiasi da tener conto di siffatta

nondimeno io credo che


ambrosiana variante, egli per-

ch non solo questa variante

conf

originariamente

scritta

necessit dei tempi

ma

Paolo.

si

eziandio

ambigua locuzione

se

mirabilmente

alle istoriche

perch la oscura e logicamente

di Paolo
fratello in ci del romano giureconnome istesso, maledictus Paulus) non rimane punto alcome dai quattro o cinque n troppo antichi romani Codici,
(

sulto del
terata

ma

semplicemente spiegata per uno scrittore abbastanza prossimo


longobarda, e quindi in grado

alla vera et

l'Ambrosiano Codice chi

zioni. Infatti

che

X; pongasi

sia del secolo

lo

conoscerne

di

che

scrittore

lo

avvertirvi

perch

Ma

che

di
,

il

dell'

condi-

del principio, e ci troveremo per

pi di un secolo discosti dalla et longobarda,

proprio senno

le

pone pi recente, giudica


(j'

poco

se bassi a dire

Ambrosiano Codice correggesse primo e di


che avea solt' occhio e in tal caso ho da

testo

che questa stranamente sarebbe l'unica sua interpolazione^


ogni altra mostrasi intieramente scevro quel Codice
se invece

vorremo credere aver

trovato in quel pi antico

sopra della parola hospites

testo
,

che avea

la glossa

lo

ambrosiano

sott'

[19).

scrittore

occhio, posta al di

interlineare hospitia

ri-

putandola una emendazione della voce hospites gi scritta nel testo

nuovo Codice come

la inserisse nel

la vera e

che in colai guisa e spiegheremmo con


critica e diplomatica

nello

il

di

uno

somma

scrittore

testo,

buone regole

e in essa

scorgeremo allora

contemporaneo

della et longobarda.

siccome unico

genuina lezione ? Parmi


dell' arte

perch questa unica interpolazione trovisi

emendatissimo ambrosiano Codice

glossema penetrato nel

le

(forse di Paolo)

la
,

N questo testimone

dal giudizio. Ricordatevi che

il

o in questo

mente e

la

mano

un testimone
lo

in-

respingeremo,

Beneventano Arechi

appella per ben due volte hospitatica le terre dei terziatori, e avrete
in questo principe

a qualificare

il

longobardo un altro superior testimoue.che viene

buon giudizio

di

queir antico chiosatore

(19) Perlz, Archiv. Voi. Vili, p. 309-10.

che con

IN ITALIA
pennellata

una maestrevole ed autorevolissima


senso attivo

manco

or sono per lo

i91
interpretava

anni trascorsi

mille

nel

con-

il

troverso partiuntur di Paolo Diacono.

16.

uno

se per esporvi

bastava di ricordare

stato di cose, a fare aperto

il

quale

imparziale e forse sincrona spiegazione gi

la

data alle parole oscure del nostro istorco, ho speso tante parole
dirne mia la colpa

vogliate

parole con

dovere

fatti

pubblici

e molto

interna vita di

la

vero che

meno

di

legge

sapeva quello che volle dire

Paolo Diacono non un

quando

competenza

istoria diviene

di contratto.

conciso e oscuro di

tuttavia

un mistero da

non una formula

un passo

v'

confessione sta

la storia di

quando

imbattete a

che nelle prime

mi richiamaste come a qd
un popolo non rivuol dedurre unicamente da un brano
in Italia

dalle formule dei contratti

legge

dei giureconsulti.

brano

di voi,

aprivate nelle vostre Lettere sopra la

vi

Longobardi

de'

dicendo che quando

velata per
di

me

quali a

le

dominazione

colpa tutta

la

uno

storico,

Ma
che

dentro per vostra

rivelare della vita di

un popolo

cre-

dete voi che quello storico e quel passo cosi conciso e misterioso,

minor diligenza e amore che non le membra


un imperiai rescritto, o l'intricalo e oscuro responso di
un romano giureconsulto ? N forse vorrete io spero dichiarare
eh' io sappia
tutta quanta inutile V opera mia. Nissuno scrittore
ma sono tanti quelli che non ho mai letti n conosciuti ), sottopose ancora agli occhi del pubblico una cos minuta indagine delle
voglia trattarsi con

lacere di

parole di Paolo Diacono, per manifestare di che guisa nell'animo

suo giungesse ad accogliere o V una o V altra interpretazione. Ep-

pure questo era

1'

unico verso

sione istessa negli animi altrui

di
!

generare o trasfondere

Ora, se a malgrado

gli

la

persua-

errori, in

che per mala ventura io fossi incorso l' esempio mio riuscisse al
punto, che un pi valoroso scrutatore delle cose del medio evo
,

applicando coraggiosamente
s'
il

ingegnasse

l'

animo

verit pi piena

di trarne

suo procedimento intellettuale o

ottener

pace

l'intento; no,

le

non mi dorrebbe

comporterei quel

pi

che

parole di Paolo Diacono

alle
,

e dimostrasse a

logiche
di

vie

un tempo
per

adoperate

avere errato, e in santa

longobardico

sorriso

forse

gi

pronto a rimeritare questo mio meschino e ingrato lavoro.


17. Per le cose inBnqu discorse, a [ferer mio,

clusione:

scampali

1.**

alla

Che

tutti

liberi e cittadini

si

stringe la con-

romani d'ogni condizione

furia o alla avidit de' Longobardi, durassero ad esser

LONGOBARDI

SUI

492
persona

liberi della

non gi divennero n

gliam dire presso che servi

(20).

Longobardi;

dignit inferiore a quella dei

aldj

Nondimanco

ne censili

o vo-

la loro libert fu

per

libert di sudditi ojpro-

non gi di concittadini al popolo vincitore


al che mi
sembra accennare quella frase molto ponderatamente adoperata nel

viriciali

romano che

prologo dal notaio

die linguaggio all'Editto di Rotari,

Langobardorum. Provincia

provinciam Italiae

in

infatti

suppo-

un popolo suddito ad altro popolo conquistatore e sovrano


e non gi un branco di servi. 2. E in particolare
Romani proprietarj di suolo dopo essere per breve tempo
poi, che
ai Longobardi per un terzo dei frutti di
stati semplici tributar]
loro terre
suarum frugun
cessarono dal tributo e liberaronsi
dalle avanie dei vincitori nel riscuoterlo
rilasciando ad essi una
met delle terre medesime onde il pi ricco degl' italiani divent

ne de* provinciali

povero come

pi meschino e tristo

il

non era alcerto

stalo

rono con invidia


avari e taccagni

cono,

io

invidiabile; e

ben furono

nego che

non

tuzione in servit o

se

Longobardi oltre ogni credere

tutto.

Se fidato alle spalle

aldionato de' Longobardi

lungi dal credere eh' ei conservassero

Ho

per ordinamento di Autari


delie loro terre.

Ma

vevano alla classe


aventi

un

miglia

di

rassegnarono

Romani

proprietarj,

(20) Ripeto

que' proprietarj non pochi appartener do-

di coloro

che noi diciamo contadini del suo

il

Sig.Leo, credendo che

una offerta o decima ecclesiastica

che

vescovi

le

un tributo

come

succeduti ai Duchi ed

conclude che fosser


servilit personale

erano addette?

Ma

altri giudici

liberi questi censili.


11

di falli,

come

tributo imposto al collegj d'arti

dall'altra parte,

doveva

egli

Conti

poi

nemmeno

veggonsi

le ri-

nondimeno

chiamar servi

terza collegialmente?

di

tributari posi

suoi

Lon-

Lo che non

tanto sicuro, se negli hospiles del primo riferito passo di parte,


non 1' universale dei Longobardi. V. so-

Gastaldi o altri Ufficiali, e

pra nota 5.

la

non

quelle persone

sessori di terre, questa pi nobil parte della nazione, solo perch

gobardi non seppero far loro pagar

generi

civile,

tradurre a nota
cui

di

come succe-

esigessero

Longobardi

fa-

che

le prestazioni in

duti nella giurisdizione ai Conti della signoria de' Franchi,

della

la propria industria e le braccia di garzoni

che anche

met

ai respettivi ospiti

dai corpi di arti e mestieri dovute ai vescovi fossero

scotessero

politica insti-

sono per molto

solo podere lavorato con le proprie braccia e

o con

Paolo Dia-

di

quanti la dolce libert.

tutti

mio credere,

gi detto e ripetuto che, a

contempla-

il

Romani giammai cadessero per


nell'

Questo

Longobardi.

dei

nondimanco

IN ITALIA
erano

quc' tempi

493

giornalieri o gli schiavi. Chi

conosce

conta-

il

dino del suo, sa cerio che atroce dolore dov egli provare in sepa-

met

rarsi dalla

terra per tanti anni

di quella

sudore! Costui, non dubitate,


all'ospite

Longobardo pur

rimase tributario

si

di

Que'

lui.

della

la consueta

nato

perch tenevan terre

impoveriti o avidi

poco della

perch teneva

le terre

fuggiti

proprie

contrarre

di

caddero

nell' aldio-

Romani che

tanti

non sapendo prima dove riuscivano o curando

libert affamata, riceverono

esercitarvi o le braccia

ingegno sui vincitori

Longobardi

terre dai

con

ricattarsi

mendico

del ricco che richiesto dava le terre, e la legge del

industria

la

o proprietarj o dati

dov prevalere

servit aldionale.

alla agricoltura

come

beri livellari. Coloro

quali,

le

vicini

pensi circa alla origine

io la

in processo di

che

terre vuole e

voler essere liberi livellarj


lasciar

cordi

vuote e deserte

le

deserte

ed

ma

prire la testa o esercitarvi

pagando canone

non

aldio o censite di

lui

citt
l'

se

terme

offri-

stipulare

non volle

di liberi livellarj.

o campagna, chiunque

arte

cara,

bisogn calasse agli ac-

non saprei affermarlo

Se poi

o per co-

un longobardo

da

casa

pi conduttore o inquilino
,

e prolestarongli di

signor longobardo

il

proprie terre

accorti

e cadevasi

furono cauti a

romana

e riconoscesse in loro la qualit

degli artigiani e plebei di

fattisi

li-

eser-

longobardo per tenerne e

al signor

contratto fosse d' enfiteusi alla

il

di tor-

dei

tempo, vollero

cos perdevasi la libert

ingegno

l'

del

Ro-

venne a cadere nella

allorch vollero conservare la libert

braccia e

coltivarne le

che

legge

la

citare la industria agraria sulle terre de' Longobardi

per l'esempio dei

rono

astretto

giacch non avr pi altra occasione

narvi sopra, udite qui

neir aldionato

legge

la
,

longobardo. Cos una buona parte dei liberi

ricco e vincitor

mani

le braccia

per

qualche

costoro diventarono aldj. Perch tra la

tutti

industria

la

legge del vincitore e del vinto (avesse questa durato), tra

di offerir

sua

di

offerirono le

crederono

invece

Longobardi. Que'

di

dalle

Autari

di

nuovi proprietarj del paese

ai

del fondo: quindi

spada dell'invasore

la

tempi composti

libera colonia parziaria

che

guerra per evitare

citt, tornati in patria ai

loro braccia

coloni

parziarj

liberi

met

braccia

ingannato dalle romane giuridiche idee

e cadde invece nell' aldionato

tempo

sedi al

di ritenere quella

suo

del

le

con T ospite antico una locazione perpetua,

volle e cred contrarre

una en6tcusi

innaffiata

sua industria e

la

offr

ma

diventasse

nondimeno

parmi

LONGOBARDI

SUI

494
che tutto

amico

credere fosse

sforzi a

ci

che

s'

avere

dissi

io vi

Longobardi

pi parte

di

non ho

queir infinito

numero

di ravvisare in

me

gius pubblico della conquista

il

Longobardi condusse

nell'

aldionato e

condizion cadessero
terre

mi

pi cospicui

e ne campassero

che quando

diceste

in sostanza

non pochi

il

E
(

cos

gius privato dei

gli

tenitori delle

mi pare

6-8), che

Romani

de'

mercadanti

la

questa,

la differenza

ma

nella censilit

terre e fors'anche delle case dei vincitori.

eziandio lo sconcio istorico rilevalo sopra

loro

che occorre nelle leggi

di aldj

e nelle carte della et longobarda. Per

che non

conquista che patirono

la

mancato

tuttavia

egregio

Romani conser-

e cittadini

malgrado

vata la loro libert personale a


dai

Vedete dunque

cos.

liberi

si

doveva scendere nella

Romani

scansi

proprietarj

artigiani

de'

si

in servile

plebei.

di

se

conclusione, che

proprietarj e quasi

tutti

coloro

quali vollero industriarsi nella agricoltura, caddero nell' aldionato

servii condizione

in altra

ed a mio senno
farlo per

amor

l'universale
liberi nelle

ad un

indagare

della istoria

un

e a

tratto

ma

persone,

infinito

polevo fare a
cose

le
:

meno

di cos sottilmente

risponderei che

vi

mi piacque

che nel mio concetto non gi

inoltre,

degl'italiani, rimasti, siccome io credo,

gl'individui

numero, caddero

1'

a poco a poco, insino vero

un dopo Taltro

in servii condi-

N allora la differenza vi apparir s tenue; perch non


solo il nome della libert romana
ma l' effettivo godimento della
medesima avrebbe sopravvissuto alla conquista in ogni classe dei
vinti; come negli scribi, ne' maestri comacini
ne' liberi livellar] ec:
quali tutti non so perch abbiansi da considerare non come originariamente liberi ma come uomini affrancati in seguito dall'alzione.

dionato

e infine gli stessi tributar] de' Duchi

sero durato
dionato.

in quella

condizione

se

di fatti,

per instituzon politica

fossero nella condizione di

che guisa Adaloaldo

fondamento

di

il

regno

il

aldj

figlio di

non

di predilezione

aldj

Vicende ec.

p.

Romani

intenderebbe

de' suoi

Romani

(21)

o pressoch servi de' privali

218 a Paolo Diacono IV, 46,

Possali

quand' anche aves-

Teodolinda Regina

(21) Fredegat. in Chron. Ad. 60. Honorii


ta

s'

concitarsi contro le ire

rando can occhio


dentro

per nulla non sarien caduti nell'al-

116.

In

Rer.

tutti

Script.

in

avrebbe avuto

Longobardi

mi-

che intanto erano

Longobardi.

Ep.ap.Baron.in Annal., e
II.

caduti

nemmeno

Tom.

I.

Cf.

In no-

Vesrne e

IN ITALIA
dir vero

n aldio ne

comparisca nella

affrancato

da quella
notaro

istoria Slabiliciano,

Agilolfo e oratore da esso invialo

495

all'

condizione parmi

ci

che fu

di

Imperatore

di Costantinopoli;

che

condizione ed in

esempio eziandio bastevole per conoscere

in

qual grazia fossero, insino dai primi giorni, appresso


gobardi alcuni almeno de'

non piacciavi

Stabiliciano

vinti Italiani

qualora sotto

ai

Re Lon-

nome

il

odorare un longobardo notaio

di

un guargango

in quella vece

di Agilulfo,

corte

in

di

tempi

ai

in Italia calato al se-

guito di Teodolinda Regina (22).


18.

Ed ora che mi sono interamente sciolto


passiamo un poco ai patti ed ai

Paolo Diacono
Beneventani

mai

e vediamo che

Troya, che con erculea

dag gran parte

ci

acume

Romani

vinti dai

cedendo con severo metodo anatomico, pose

al

separatamente ogni nervo, ogni muscolo della

dando ad ogni tratto il nome


Duchi Longobardi, e ricordando come

barda

d'

mezzo

di nostra istoria nella et di

discorso sopra la condizione de*

braccia di

Duchi

capitoli de'

dicano dei terziatori.

e con immenso

fatica

dalle

Il

Signor

ingegno
e

in-

suo

nel

Longobardi pro-

nudo ed illustr
compagine longo-

di terziatori ai tributar]

dei

de' terziatori era parola e nel

patto di Arechi e nel capitolare di Sicardo

Duchi

Beneventani

rend, a mio credere, segnalatissimo servigio alla storia di que'tempi

de'

non essendo quindi innanzi lecito di ragionare dei


Duchi senza mostrare a un tempo che sieno terziatori
i

e di Sicardo. Incominciamo
chi (23), che

come una

(22) Paul. Diac.

IV

adunque dal

transazione da quel

3G.

Sigg.

[pactum

tributar]
di

Arech

di

Are-

Duca Beneventano

prof-

patto

Vesme e Fossati, op. cll.Lib.II.c.YH.

pag. 193 e segg., addacono quindici fatti e dipoi molli argomenti per provare
la

durata in libert de' vinti

Giovini, nella Rivista

Romani

Saranno

tutti sbagliati ?

Il

Sig.

Bianchi

(jMilano 1843), trattando della condizione

Longobardi
parmi che abbia egregiamente provalo
ragione alla mano, che, salvo in qualche luogo o citt, non
poterono n tulli uccidere n spossessare n in servit ridurre possessori

de'

con
si

italiani.

Europea N. 6

vinti dai

la storia

la

vinti italiani.

qui sta

il

punto capitalissimo della questione.

Rinvio

ambedue queste Dissertazioni, chi amasse di veder


meglio trattalo questo argomento. Non cito qui la accennata Istoria d'Italia
perch la suppongo in mano di tutti lettori. Y. per
del Sig. Balbo Lib. II
perlanlo ai medesimi, ad

ivi

p.

60-62.

(23) In
l seqq.

Camini Peregrini Histor. Principum Longob. Tom. Ili,


et in Rer, Hai. Script. T. Il
p. 339.340.

Neap. 1751,
Ap. Voi.

II.

63

p.

154

496
feria ai Napolilani.

Chi dice patto


fatti

LONGOBARDI

SUI

diritti.

Sennonch

tosto ci

adesso

raccontarla.

di

Ma

il

ai presenti e

ad ogni

uomo o

si

vorria conoscere

il

fatti

tenza

e dritti
si

valore di

patto

di

si

una transazione, d'una

ricostruisca

quella transazione

disputati

quella sen-

o l'altro istorico sistema

cer di ritrarre dalle sue viscere

che con quel patto

fatti

intendendo ognuno che invano

un

ritrarre dalle

di

esibir dipoi la traduzione del patto

fosse

perch non sembri eh' io proceda a mio

in servigio dell'uno

la occasione

si

agevole mi sarebbe

ricostruire

di

rappresenti e

si

vollero definire.

senno ed

o giureconsulto

pervenne e

che per quel patto

Arechi

caduti allora in controversia

sentenza,! se prima non

di

Duca Beneventano, che presentava la


consapevoli
non provvide ai posteri

istorico

viscere del patio che a noi


diritti

difficolt.

presuppone controversia di

que' tempi. Quindi egli ha fatto dura ne-

e ignoranti delle cose di


cessit

se la origine e la natura della controversia

chiaramente esposta nel monumento


sua transazione

para innanzi una

si

transazione o sentenza

bram

ricostruire

dir prima

quindi procace

fatti

diritti

comporre e finalmente

di definire e

vedremo quali siano le conseguenze che da quel patto cos indagato


emergono per intendere la condizione degl' Italiani vinti dai Longobardi.

Niuno ignora le tante guerre che Longobardi Beneventani


sia per occuparne o
di tempo in tempo ai Napoletani
per depredarne le fertiU campagne che tenevano anch' essi in Terra
19.

mossero
di

Lavoro

ai giorni di

come queste depredazioni

Arechi, che,

il

nimist

tra'

il

patto che

Arechi

Napoletani ed

di stringere a tal fine col

dizioni

avvis

Duca [cumjudice

mi giova

di

questo

di

si

queste

profferendo

de' Napoletani le con-

di esporre.

a Langobardis diulina oppressione faligali eranl pacem


alla occasione di un altro patto diverso da
ragiona presentemente. Hist. Erchemperti g. 2. ap. Cam.

dice questo istorico

che

Napo-

(24). Sta-

togliere

suoi Longobardi

(24) Neapolilibus qui


cessil eie.

e tante

questi al Ducato Beneventano

cause di

quando verosimilmente intorno all' anno 774


Regno Longobardo da Carlo Magno ed accennando

le cose

conquistato

tali

Erchemperto,

per lui continuamente travagliati ed oppressi

letani furono

vano cos

e guerre fossero

al dire dello storico

Peregrinium Tom.

1.

p.

80

e in Rer. Hai. Script. T.

II.

IN ITALIA
Questo palt cosi concepito

20.

Primieramente della Liguria

I.

or Terra di Lavoro

(?

insino a questo

censo

nelle

(senza,

o Liburia, come pi innanzi

giorno han tenuto

parti

Longobardi

de'

pagarne

cio,

che quello e quanto

497

anni

pagarne

sicuramente

possiedano

lo

a verun Longobardo).

o censo

tributo

XX

Napoletani da

dominio senza

in

Reciprocamente i Longobardi posseggano sicuramente quanto


mai tennero in dominio da XX anni in poi , senza pagarne loro

censo

c<

nelle

parti dei Napoletani.

sieno essi fondali

o pi non sieno fondati

ff

Ioni

cr

donati

sopra, dair

che non furono sborsati danari

tf

quelle terre sovra le

<J

tura

presenza di tre persone sieno state

) ;

cio

come pi

wom

censite

(o privatamente)

mano

fundora exfundata

quali

che

con giuramento e

abbiano

voglia rimettere quelle terre

si

Napoletani

met

terre a met. Diversamente, se ne facciano tre parti

Longobardi

I.

modo

quel danaro

l'

altra

dei Napoletani

la terza di

rendere

di

dividere esse

una

chi

sia dei

sbors

il

XX annos usque
censum inde in parles langobardorum per-

In primis de Liguria: ut quantum Neapolilani per

securiler possideant. Simililer Langobardi

modo

usque

facolt

Longobardi parimente

in dominicalu lenuerunl^ nec

solverunt

in dominicatu lenuerunt

lanorum persolverunt
data

la

domestiche pareti

fatte tra le

di

abban-

vi risiedeva

sborsato danaro mediante scrit-

si

stesse carte che

in

dividansi per met. Rispetto poi

(t

delle parti

uomini e terre sopra

dal terziatore),

quando per noi

poi

abbiano cio casa e co-

sotto detto, dal colono

confermando quelle

fondi

Tutti gli altri

fundora fundata

(a) sive

homines

et terras

si

omnia fundora fan-

sunl dati

solidi

firmantes ipsas cartas inter parles per sacramenta


(,?),

XX annos

quibus solidi non sunt dati

dimus per medium. Terras autem in quibus

domum suam

quantum per

nec censum iisdem in parte Neapoli-

securiter possideant. Alia vero

exfundatas

cum

divi-

per seripta

tribus personis intus

voluerimus ipsas terras inter parles recolligere, licentiam


medium ex ipsi solidi ; et Langobardi simililer ;

habeant NeapoUtani reddere


et

dividere ipsas terras per medietatem. Sin autem^ dividantur in tres parles:

unam partem

Langobardi

ia)

Cf.L.GO.D.de V.S.(L. 16).

(3)

Qui, o

Inlricatissimo

munitae.
(

tollanl

Vili

18

la

ma

Cf. L.
;Voi'.

aliam Neapolilani

et

aliam qui ipsos so-

parola cartas, pare che manchi la parola factas ; ed luogo


che vislbilmcole appella al lalore delle Apoche trino teste
17 L. iO.C.de fide Imtrum.(lY. 21 ) L.U. C. quipotior. in pign.

dopo
,

73.

.
.

498

SUI

danaro

LONGOBARDI

distendendosene tra le parti colale affermazione mediante

scrittura

Napoletani

che quindi innanzi


l'

altra

sicuramente ne posseggano

la

verun modo

o vendere o per qualunque altro


poletani; altrimenti, perda

cose tornino alla parte dei


((

dei Napoletani.

c(

della

que' fondi e le terre

che

cose

il

lo sbors, e le alienate

Longobardi. Lo stesso sia per

uomini e

gli

e che voi poi

dopo

le terre

che

ci rilasciaste.

vi

la parte

demmo

bardi ec

per

di tutte quelle

verranno in parte de' Napoletani, in nessun

per verun ingegno mai non cerchisi

IL

alienare in parte dei Na-

titolo

danaro chi

questi per vogliamo eccettuati tutti que' fondi

non fondali

un Capitolare

non possano

che appartengono allo stesso contado Capuano,

Liburia

a fondati o

Da

modo n

aver dominio dai Longo-

di

Se alcun longobardo abbia compralo terre nella Liburia

danaro

il

uomini che abitano que' fondi n pegnorare

gli

fc

terza parte.

((

quali sborsarono

cadranno in sorte come parti dei Longobardi

che
in

Longobardi una terza parte

e quegli uomini

instrumento

compra

ma

napoletana ne

ne mostri

muova

uomini che furono cercali (prodotti o riconosciuti idonei) dalla

Io

contesa, giurino per la parte

lidos datos habent

ut

di

de'

la parte

Longobardi

tre

de' sei

facienles inler ulrasque partes talem firmalione in scriplis

a tunc securiter Langobardi terliam partem

et

Neapolilani terliam

el

homines quiipsos solidos habent (r), terliam partem securiter possideant


Et fundora vel terras quae in partes langobardorum venerint in sortem, nullo
modo ipsi homines qui habitant in ipsa fundora possint infiduciare vel vendere aut per qualecumque argumentum alienare in parte Neapolitanorum :
ipsi

factum fuerint ipsos solidos pereant et ipsa res revertatur in parte Langobardorum. Simililer et parte Neapolitanorum perflciatur. Exceptuamus ex
his omnia fundora de Liburias qui perlinenl ad ipsum principalum ( l. comitatum ) Capuanum fundata et exfundala ; et homines et terras quae vobis
per capitularem dedimus, que vos nobis aliquandiu relaxastis. Et omnia quae

et si

in parte

Langobardorum

l.

Neapolitanorum

venerint

per

nuUum modum

aut qualecumque ingenium querant habere dominationem Langobardi

eie.

Langobardus habet comparalas terras in Liburias et carlulam


emptonis exinde oslenderit et pars Neapolitanorum inlentionem inde miserity
jurent a parte Langobardorum tres homines de sex hominibus quales pars
II. Si quis

Neapolitanorum quesierinty dicentes: Qua

(r)

Qui evidentemente manca

la

iste cariale

parola datos.

veraces sunt. Et deinde

499

IN ITALIA

parte napoletana dicendo


la

che una

or

terza poi

or

S, queste carte sono veraci,

quindi

parto dei Longobardi ritenga per s due sorti di quelle terre;

cr

la

parte dei Langobardi

l'

aversene dalla

consenta

danaro sborsato

altra del

parte dei Napolitani.

la

Se

la

parte dei Napoletani] (^) mostrer scrittura fattagli da qualunque

or

uomo

or

far giurare tre

Napoli,

delle terre in Liburia

che furono cercali dalla parte di

comprato,

furono

Capua

il

de' tali

uomini che rendevano

e tali

contado di Capua ebbegli in quello stesso

censo in

grado in che

(X

riusi

or

cercati dalla parte di

Capua; e

se vorr la parte di

dere met del danaro

onde

le

or

quelle terre a

re

naro, dividansi
parte di

or

teria

avrebbero gli altri massari della Liburia, [gi-

si

or

a di

quelle scritture da tre de' sei uomini che saranno stati

(s)

Capua

e ardisca prima la parte di

de' sei

quali dicano con giuramento: Quelle terre che voi dite

aver

di

uomini

met

Capua

e se

restituire

in ragione dell' ospitatico

altra pel

danaro sborsato

Capua ren-

scritture

dividansi

met del daparti: una ne prenda la

non vorr

le terre istesse in tre

Napoli
l'

ragionano

la

cio per la

e sia la terza

consor-

della

parte

pars Langobardorum retineal

sibi

duas sorles de hisdem terris

unam

pars

Langobardorum ; aliam pr ipsis solidis datis terliam vero parlem consenlit


inde habere parlem Neapolilanorum. ( Si pars Neapolitanorum ) i^) carlulas
oslenderil quas ei quicumque homo fecisset de terris in Liburia si audel prior
( s. pars ) de Capua facere jurare Ires homines de sex, quales pars de Neapolim
quesieril dicenles per sacramentum : Quia iste terre
quas emplas habere
dicitis, de illis hominibus fuerunt qui censum reddiderunt in Capua. t sic
609 habuerunt comitatus Capuanus sicut alios massarios de Liburias abbe;

rentur: (jurentur)

Capua
et

(e)

quesieril: et si noluerit

( I.

de ipsi solidi quos ipse carlule

dium

et si

noluerit reddere

terliam parlem
talica

et

conlinunt

medium

unam parlem

aliam pr

a Iribus hominibus de sex quales pars de


voiuerit) pars de Capua reddere medium

ipse carlule

ipsi solidi

tollal
,

dividanlur ipse terre per me-

de ipsi solidi dividanlur ipse terre in

exinde pars de Neapolim pr ipsa hospi-

terliam parlem

tollat

exinde pars de Capua.

(S) 11 Pellegrini notava gi essere qui Incorsa una laguna ; non riempiendo la
quale era impossibile d'interpetrare questo rileyantissimo passo. Dopo aver molto
tempo rilletluto , conclusi come probabile che le stesse parole partem o pars
,

IS'eapolitanorum dovevano leggersi ripetute accanto due volte, ed una essere state
saltale dal copista. Ne emerse quindi con molta semplicit il supplemento die tra

*
ho inserito nel testo.
contesto vuole che questo secondo vuoto si riempia con la sola parola
jurentur, che 1* occhio e r orecchio fecero saltare al copista che aveva scritto
abberentur.
parentesi
(e)

Il

500

LONGOBARDI

SUI

HI. a Se nascer controversia de' fondi non pi fondati


ed una parte dica

((

bandonati dal terziatorc

((

di tali e tali

di que' terziatori che voi dite

terziatori

1'

altra parte dica

ma

giuramento, onde o

o ab-

questi fondi furono

No

non furono

di questi altri che noi diciamo :

c<

non

((

corra nello spergiuro. Ricerchisi diligentemente a quali ospitatici

c(

(o consorterie)

<x

giuramento o spergiuro

facciasi

parte Napoli lana

non

l'altra

in-

diffinire la controversia .

censite della Liburia


,

patisca oppressioni dalla

epper voglia staccarsi dal fondo

porta di casa sua

a tro la

una parie o

appartenessero anticamente, e cos potrassi senza

(r)

uom

IV. Se r

1'

bastone,

il

come

si

ponga

die-

costum ab antico,

((

e vada dove

ce

parte Longobarda richiamare quel terziatore sul fondo e fondar-

velo

lo

a per

si

possano, e
innanzi.

lo

possano.

il

voglia.

fondo e

se

(il

Se poi la parte Napolitana potr


terziatore) serva ad

non possano n vogliano

21. Questa e cos semplice


stessa

ottimo amico

ambedue, come serv


un altr'uomo, il

se vorranno invece fondarvi

terre di lui p)

le

con la

farlo, dividano

tra

loro

avr bastato di per s

esposizione

a generare neir animo vostro o la certezza

IH. 5 horla fuerint inlenlio de fundis exfundaiis


quia isla fundora de talibus tertialoribus fuerunt

et dixerit

et alia

una pars;

pars dixerit

quia

non fuerunt de his tertialoribus quod dicilis sed de islis fuerunt quod nos
dicimus: non sit inde sacramenlum ut una quelibet pars in perjurium exinde
;

incurrat. Inspiciatur ditigenter ad qualia hospilalica

anliquitus

et

tunc sine sacramenlum

IV. Si censiles

homo

et

(r)

fuerunt pertinentia

perjurio polerit inde esse

finis.

de Liburia palilur oppressiones a parte de Neapolim

noluet {L voluet) exfundare se de ipso fundo, ponit post regiam domus sue
ipsum fustem sicut antiqua fail consueludo , et vadit ubi voluerit. Si autem
pars de Neapolim cum parte Langobardorum potuerit revocare ipsum tertiatorem in ipsum fundum et fundare illum ibi potestatem habeant et serviat
ambobus sicut antea servimi. Et si aliunde voluerit ibi hominem fundare
potestatem habeant. Et si hoc facere non potuerint aut non voluerint, dividant
et

inler se

fundum

et lerris ipsius (Oj

Ho

detto ctie hospitatica propriamente significa consorteria. Ma per traquesto patto potrebbe ancora significare il fondo tenuto in consorteria.
ma ogni resto non tocca alla presente indagine;
(9) Il patto qui non finisce
bens agli schiavi, segnatamente rustici. E se di questi ultimi alcuni fuggano dal
fondo spettante ad una consorteria si ordina che allora Napolitano e Longobardo
se la dividano per met con tutte le pertinenze: tunc dividant ipse Langobardus
et ipse Neapolitanus ipsum fundum per medietatem cum omnibus pertinentibus
de ipso fundo.
{X

slatOf in

IN ITALIA
o per

manco

lo

patto di Arechi

che

se

Longobardo

del censo a lui dovuto

l'

1'

due

di

medesimo:

mia ricostruzione

possedevano

mano
anno

un terzo

nella

dominio

delle quali in libero

tributo di

de' frutti.

un

de' fatti.

alcune

ed

altre

tuttavia soggette al solito

di

queste

coloni avendo in

loro

come

tributo

all'

ospite longobardo

nella precedente et imperiale

osarono perfino

da

essi lavorate

Due

erano

le

Arechi. Per le terre libere

vendere parte

di

erano

stati

recente-

tributo, e a queste

capo \ del patto. Per


,

delle

stati fossero

Napoletani dolevansi

delle quali o

d'antico soggette a tributo, e delle quali


sidio coi

ma

una propriet soggetta a

spogliati o minacciavasi di sottoporle a


il

tributo nel

Longobardi e Napo-

tra

onde

cause

il

avvantaggiandosi

quasich non coloni altrui

aventi su quelle terre

pertanto

coloni

pegnorare o

sia di

nella guisa ap-

ne versavano

Che anzi, alcuni dei


tempo di Arechi insurte

appella nel suo principio

le

loro terre insin

ora che in guerra e dis-

Longobardi, pi non ritraevano frutto alcuno, n avevan

di vigilarle e farle rispettare dagli stessi loro coloni

appella ogni restante del recitato patto di Arechi.

riti

Arechi

terzo

tributo.

di

di

il

conladini del suo

modo

Ai tempi

quantit di terre

ed abitando sui fondi della Liburia, ne recavano ogni

mente

Napolitano

il

po' se piacciavi di prestar

frutti

delle nimicizie al

di

in ragione

Liburia

flscodel principe (25).

terre

potrebbono affacciar

Longobardo

il

punto che

letani

terzo de' frutti da pre-

antico proprietario, or aldio o tenitore o

entrarvi per terzo? Ci posto; vedete

fede alla seguente

un

sole persone

Come, dunque, mai potrebbe

terziatore del fondo.

Im-

antico proprietario del fondo da

censo

il
,

pretese di padronanza sul fondo

Napoletani

parola uel

de' fondi all' aldionato ridotti.

terziatore fosse

il

lui tenuto di presente sotto

stare air ospite

ond'

ne' terziatori

ahbiansi da raffigurare soggetti totalmente diversi

romani propriclarj

dagli antichi

perciocch

sospetto

il

501

e a queste

levar pertanto

mezzo cos gravi oCfese, dett Arechi quel patto che se fede meuna cotanto semplice ricostruzione dei fatti e della controversia,
,

riesce bastcvolmenle agevole e piano ad intendere. Vogliasi, di grazia,

tornarvi sopra per

(25)

dalla

Tanto

romana

quod prima

un momento, e potremo apertamente conoscere

rilevasi

da una lettera

chiesa posseduti in

illalio

Greforio Magno relativa ai beni


/. Ep. Ai
praelerca cognovimus

di

Sicilia. L<6.

burdalionis ruslicos nostros vcheinenler anguslal

priiisquam labores suos venundare valeant

ila ut

compellanlur Iribula persolvere.

502

LONGOBARDI

SUI

le relazioni di gius

che con quel patto

vollero determinare tra

si

Longobardi e Napoletani; e vedremo eziandio quanto


vi si

mostrasse o giusto ed equo

longobarda

buon Arechi

il

propria natura

la

prime parole dei L capo del yatto,

a quanto pare

secondo

avaro e taccagno.

22. Nelle

ordinato

secondo giustizia.

tutto chiaro e

Quivi

vuole che

si

Napoletani posseggano sicuramente ne' paesi de' Longobardi, e senza

pagare censo, quanto


simi

XX

anni

e che

avevano cos goduto ne' precedenti pros-

essi
i

Longobardi con

Ma dopo

de' Napoletani.

queste prime parole

in questo istesso L capo


a Tutti gli

mezzo

perch

Sovra

un

il

la consorteria

terzo

e la

longobarda

avea soltanto

ci

del fondo.

continua

terzo sborsato danaro

gobardo restituire ciascuno met

Ora

la differenza tra

Se sopra esse terre

possano

il

Napoletano e

vuto

il

il

danaro, la condizione sarebbe giusta

habitant in ipsa fundora

doveva egli

ma

quando

il

avea fatto moneta, atteso


gli

la

cosa and

le oppressioni

aveano impedito

di vigilare

Quel contemporaneo

patto di Arechi

qui

in calce

esso

ci di rilevare

met

il

danaro

il

perch

inflitte

altri ci

dai Lon-

o esercitar suoi

sapete voi

dritti

come

quale per sua notizia copi

il

not che

del L capo

d accettare quel

Napoletani di loro sagacia e costanza

patto.

noi

non ristaremo per-

che in questa prima condizione dal Duca longo-

bardo Arechi profferta


partire a

appunto

Napoletani non furono cosi gonzi

lodando

ad

Queste condizioni sono leonine.

da-

il

Napoletano o sborsare del

suo danaro o perdere porzione delle proprie terre

padronanza

sia del

o come detto pi sotto, da coloro qui

di

divi-

si

Napoletano fosse stato quegli che aveva rice-

erasi intascato dal colono

gobardi, che

il

sa

Lon-

il

di quello al sovventore, e

dano le terre: diversamente, se ne facciano tre parti: una


Longobardo, un'altra del Napoletano, la terza di chi sbors
naro .Certo: se

il

comunanza,

suoi longobardi, dividendo la

diritto

il

al terzo del fondo.

abbiano un vantaggio, e lucrino

met

un

stato da

unghia

Napoletani eh' erano ospita-

longobardo

terzo de' frutti, o, capitalizzando

buon Arechi vuole che

come

vedete un po'

1'

ed esen-

posseduto ne' paesi

non pi fondati dividansi per

le terre dei

tiche o soggette a tributo,

subito

palesi

si

fondi o fondati o

altri

la stessa sicurezza

modo aveano

zione godano quanto per cotal

ai Napoletani

le terre censili

aspreggiati ed oppressi

abbiamo segno ed argomento

di

della

guisa in che conducevasi la seconda partizione, da Paolo Diacono

IN ITALIA
ricordata, tra

romani aggravati e

vinti

503
regno dei

vincitori nel

Longobardi. Parendomi in verit che Arechi, in questo Patto, debba


pi presto dirsi imitatore degli usi di sua nazione che non inventore.

Rileveremo inoltre e
questo

tanti luoghi di

di

patto

quietare le loro differenze

pi, chela facolt

per tanti casi e

in

Napoletani e Longobardi data di

ai

partendo a met

le terre litigiose

ac-

cenna ad una gi vecchia costumanza del Ducato Beneventano,


partire le terre tra

insomma, che non

tammo

ai

vinti e sudditi

quali non

noteremo inGne, che

facevano
le

argomen-

im-

di

offeriva ad

si

cio dire ai

Ducato

parte del

Beneventano.

parole sorte o sorti, nel barbarico signi-

non erano straniere punto

ficato loro,

qui

Longobardi

affatto indipendenti e liberi dai

Napoletani

d'Autari

ai giorni

stando, che, invece

qui

sola novit

condizione

porre la iniqua

uomini

La

ordinata.

di

cos volessero; o

punto nuova ed ignota quella divisione

fosse

vi

quando

vinti

che nel regno dei Longobardi

istessa

vincitori ed

lingua e al diritto dei

alla

primo ed in principio del


dove abbiam pure che il terzo
secondo capo del patto di Arechi
appellasi la parte dei Longobardi, E difatti, avvisammo gi come
Longobardi

posciachc

leggono e nel

si

in ogni barbarica lingua la voce

Diacono

come

teria (hospitaticum,
si

presta

una quota

consorteria di fondi
visi

usata ancora

dice Arechi): consorteria di

medesimi, come censo o tributo dei fondi;


quando si posseggon questi a comune o indi-

tra pi persone; consorteria dell'una o T altra guisa,

che cessa

epper divide

dall' altro

parte o

suo

il

a s spettanti {sors

le parti

sortes) de' fondi

comune. Tanto era da dire


ancora del secondo capo di Arech.
indivisi e a

erano

23. Nell'altra parte del secondo capo,

quanto basta per


sieno

terziatori

non pi presto
de*

da Paolo

una consorfrutti, quando

dei

quando ciascuno vuole riconoscere


la

hospites

vuol dire consorti, e accenna la esistenza di

Napoletani

fattagli

la
:

nostra indagine

come

cio

aldionato ridotti

che
,

coloni o lavoratori de' fondi medesimi, a Se la parte

dicesi in progresso del

Capua

capo

delle terre in

mostrer scrittura

ardisca prima

far giurare tre uomijjii de' sei che furono cercati

Capua

Ap, Voi.

II

Liburia

quali con giuramento dicano:

che voi dite di aver comprate furono de' tali


in

e di parte

dalla parte di Napoli,

vano censo

all'

che prima

nei susseguenti, sta

per determinare

se gli antichi proprietarj

da qualunque uomo

la parte di

primo

del

li.

il

contado di Capua

Quelle

terre

uomini, che rende-

e tali

gli ebbe in quello stesso

64

504

LONGOBARDI

SUI

grado in che

avrebbero gli allri massari

si

della Liburia

chiaro essendo per queste parole, che se quegli uomini

vano censo
ria

Capua avevansi come gli altri massari

in

qui non

parla punto degli antichi proprietarj

si

ridotti;

ma

pens

scambiare con

di

sivveramente

ordinare

tratta di

terziatori

che voi dite

1'

altra parte dica

ma

dove

si

reclamali, dicesi:

la identit de' fondi

non pi fondati

de' fondi

ed una parte dica

) ,

aldionalo

giudizio delle controversie che insorgessero tra

il

Se nascer controversia

dal colono

Libu-

della
all'

Parimente nel terzo capo

aldj.

Napoletani e Longobardi sovra


c(

massari o coloni, che niuno giammai

di

gli

ec.

quali presta-

o abbandonati

Questi fondi furono di

No

non furono

di questi altri che noi diciamo

tali e tali

di que' terziatori

ricerchisi diligen-

temente a quali ospitatici appartennero anticamente, e cos potrassi


senza giuramento e spergiuro diflSnire la controversia . E per
sembra evidentissimo che nelle questioni tra pi persone le quali
vantino il dominio di un istesso fondo, preso per segno e decisivo
,

argomento
aldj

fatti

riconoscere di chi gi fossero

il

conseguenza

ci

ma

nel capo quarto detto: Se V

di

sua casa

terziatori;
gli

uom

di

padronanza.

il

il

come

bastone,

fu

censite patisca avanie dalla parte

potr con la parte

ambedue come

vorranno fondarvi sopra un altr*uomo,


n vogliono, dividano tra
il

di loro

il

la

porta

costume ab antico, e vada dove

richiamare quel terziatore sul fondo e fondarvelo


possano, ed egli serva ad

fondo

E Analmente

epper voglia staccarsi dal fondo, ponga dietro

voglia. Se poi la parte napolitana

seguita che

quali per

antichi proprietarj

chiaramente per que' coloni che lavoravano

n tenevano su quello ragione alcuna


napolitana

rappresentano non come

si

il

fondo e

terziatore ragguaglia

<\V

di bel

nuovo,

lo

se

serv per lo innanzi.

possano.
le

uom

se non possono

terre di lui

Onde con-

ad uno

censile,

si

longobarda

di quegli

uomini i quali rendevano censo in Capua, siccome detto nel secondo


capo, ove costoro sono posti alla pari di lutti gli altri massari
della Liburia;
aldj

sto

si

ed

massari, giova ripeterlo, sono ben diversi dagli

prenda scambio dalle ultime parole

quarto capo, ove detto che se

non voglia tornarvi:


dano tra loro

il

in

fondo

tal
e

le

il

test recitate di

caso. Napoletano e Longobardo


terre di ldi

quasich

il

fossero propriet d quel terziatore. Poich, ripeto


di

padronanza sono comuni soltanto

onde

il

fondo e

le

que-

terziatore staccatosi dal fondo

al

Napoletano e

terre non diconsi di lui

si divi-

fondo e le terre

qui le ragioni
al

Longobardo;

del terziatore

se

non

505

IN ITALIA

come

(Ictcnioro o colono

e al pi, lo appellativo di lui dee riferirsi

alla pi prossima parola o alle terre, delle quali in ogni et, tanto

quanto nella longobarda

nella imperiale

sore

il

colono

(26). Difatli

posta dal terziatore che

che in sua vece piacesse

Or

stacc dal fondo,

si

Napoletano e

al

pot sempre essere posses-

questo islesso luogo, niuna differenza

in

all' allr*

uomo

Longobardo

al

o colono

di collocarvi.

nuovo terziatore non potria considerarsi se


come colono e non altro dccsi avere qucU'uom

se, pertanto, questo

non come colono;

cos

che

censile, quel terziatore

tore che

si

dal fondo

zioni e offese

dere

dal fondo.

simbolica forma di addoppare

la

Imperocch; siccome nel tempo

da esso Duca

le tristizie di lui

Napoletani recate

ai
,

noli

si

al terzia-

terziatori

loro Napoletani padroni (come apparisce dal

le terre dei

alle

di

ag-

che

padroni

primo

Onde Arechi

ricordare a que'suoi cari terziatori

soddisfazioni

medesimi, a cose rag-

giustate, avrebbero voluto ricattarsi sopra que'perGdi.

non dimentic

bastone

il

delle tribola-

eransi fatto lecito di pegnorare o ven-

capo); cos non difettava ragion di temere che

sottrarsi

qui

rammentava Arechi

vedesse oppresso dal Napoletano la facolt di svellersi

adoperando

alla porta di casa.

gravando

staccava

si

che non senza cagione

alla perflne,

loro

il

modo per

avrebbono potuto

ripetere.

24.

adesso

Non dunque
nell'

antichi proprietarj

aldionato

sono

terziatori

droni delle terre soggettale a tributo

neventani

buoni definitori delle cose

quali vivevano)

si

nome

die

o censo

il

ma

la

conquista

ridotti

sivvero coloni de' pa-

Longobardi Be-

ai quali dai

come

di terziatori,

luogo e vece dei loro padroni


in tributo

per

Greci in mezzo ai

perch

medesimi,

in

recavano alle case de' nuovi ospiti

terzo de' frutti dominicali

che nella precedente et imperiale versavano

il

della guisa istessa

tributo nel lsco del

principe.

25.

che sia questa

quell'altro Capitolare

la verit delle cose,

che,

ben parmi

nell'anno 831,

Napoletani offerto da Sicardo Principe di Benevento

(26j (Diritto

Romano)

L.

18. L.23.S.

1.

lo

dimostri

veniva parimente

ai

(27). In questo

Cod. de Agric. (XI, 47). Nov. 162.

XI, i%). (Diritto Longobardo), Rolh.


LL. 236-238, col Docura. Farfense ap.Troya op.ci(. pag.431.
(27) Ap. Cam. Peregrinium op. cil. Tom. Ili, p. 198 et segg.

c.2.Cf. L. 2.C.tn quib. caus. coloni

506

LONGOBARDI

SUI

Capilolarc

quaranlanove capi

distinto in

abbiamo conservato il
diamo da un lato che

testo e degli

terziatori

primi diciannove

de' cui

rubriche, noi

altri le sole

posson vendere

si

ve-

IV); che

(e.

sottostavano alle angurie, tanto se appartenessero al patrimonio del

principe [reipublicae) quanto

ai

privati (e.

per alcuno darsi alla milizia o esser

quando

fatti

nella et imperiale lo potevano

poterono

innanzi

terziatori

XIV) che non possono


;

esercitali (e.

XX, XXI),

coloni (28),

questo o altro simile

forse

divieto

il

che

sembra aver patito diminuzione della persona 1' uomo libero maritandosi ad una terziatrice (e. XXII)
come gi nella et imperiale
la pativa chi si fosse congiunto ad un colono o ad una coIona (29) ec.
Ma dall' altro canto vediamo altres che terziatori si appellano e
sono meramente coloni e. XXXII
ut coloni tertiatores non dent
in collata nec in pactum. Laonde sia che s* interroghi il Patto di
,

Arechi o questo Capitolare

di

Sicardo,

riscono

come

come

coloni {ut coloni tertiatores]

terziatori

non

gli antichi proprietarj all'aldionato ridotti,

che per

dei loro padroni recano alle case dei

le terre

Longobardi

il

da

ci

compa-

ma

sibbene

essi coltivale

terzo dei frutti.

N per entro giuridici documenti de' princpi Beneventani


memoria de' tributar] padroni de' fondi come diversi dai

26.

difetta

terziatori

se

terziatori

Nel

abbians da ragguagliare agli aldj.

Capitolare dato da Radelchi neir anno 851 per dividere


cipato di Benevento da quello nuovo

di

Salerno,

il

suo prin-

ora fondato da

Siconolfo, stanno al capo XllI queste parole: a Similmente abbiatevi tutti gli

uomini che abitano nella vostra parte, e

posti a tributo .

E dipoi

nel capo

XIV

uomini che abitano nella vostra parte


in

qualunque luogo

di

mia parte

Cod.Theodo8.de tironibus
Nov. Valentin, tit. 9.

(29)

(B) Capitolare Radelchisi Principis

cit.pag.

qui
C.

abbiano intiere
nelle

sua pertinenza

VII, 13

Tutti gli

cose loro

loro sostanze
(B).

Onde

veri

Nov.Theod. tlt.44.c.l.

).

Beneventani

le

ap. Cara. Peregrio, op.

214-224.

C. XIII. Similiter habealis


et

quelli sotto-

prosegue a dire;

sien poste

co' servi, le ancelle e gli aldj ed ogni

(28) L. 7.

si

omnes homines qui habilanl in parte veslra

sunt sub tributo.

XIV. Omnes homines qui in veslra portione sunt, habeant res suas inquocumque loco meae parlis pertinent de illorum subslantiis cum
omnique pertinentia sua.

legras in

IN ITALIA

507

tributari o padroni de' fondi sottoposti a tributo, di


e.

XIII

secondo

aldj (di che nel capo

Arechi ed

26.

o terziatori, se veramente

modo

per

che

la

opinione del

romani proprietarj

vinti

documenti

Beneventani

non dover mandare senza risposta


riducessero in luogo pressoch di

Ma,

Patto

il

servi

suoi

il

di

quale

tributo,

soggettati a

onde

parmi

Leo,

sig.

si

Longobardi

avessero ogni pi piena sicurezza per la riscossione del


frutti (30).

terziatori

esposizione de' due famosi

di corollario alla

luoghi di Paolo Diacono e dei

argOQienta

Capitolare di Sicardo, Duchi Beneventani.

il

qui

XIV)

non gi massari o coloni, siccome attestano

fossero aldj, e
di

che cenno nel

Beneventani documenti hansi a distinguere dagli

terzo dei

non erro, ne i vincitori abbisognavano di questo


n per esso avrebbon conseguitato ci che brama-

s'io

nuovo ingegno
vano. Non ne avean bisogno
e perch la spada non erasi spuntata
o rotta in mano del Longobardo, e perch la sicurezza del tributo
,

lunga

di

padrone

mano

avvezzo

Non

tributo.

il

per evitare

il

caso

restando ad esso un pie per fuggire

exfundare

se

in

servii

come

le

abitava;

a pagare pel

lo intento, ridu-

anco in tal
mai sempre potuto
solennemente addoppando il

condizione

fondo

staccarsi dal

avanie

le

nemmen

conseguitava

si

cendo

proprietario

colono che

frugifere e dal

era guarentita dalle terre

colono

perch

avra

n lo ignorava il sig. Leo le


nuove e barbare costumanze il consentivano ai terziatori. Per avere
adunque piena sicurezza sovra le persone de' romani proprietarj
bastone alla porta d casa

unico

modo sarebbe

stato questo

ergastoli, e tenergli stretti, al

bus

XV

pondo ne minore

cacciare

di

vinti

ne' privati

modo decemv irate, nervo et compedimanco male se ancora non si trov

velano che tanto osasse affermare

IL Della Legge con che vissero gP Italiani vinti dai Longobardi.

mi sono

27. Io
strare che

vinti

caddero per

la

in sin qui, e forse di soverchio, ingegnato a

romani

massime

proprietarj

proporre,

vano per certo essendo

(30;

Uo,

monon

conquista longobarda in condizione quasi di servi

perch su questa dimostrazione han fondamento


riescono

di terre

le questioni

di

Vicende ec. S-

che

ci

e quindi possibili

rimangono da trattare:

cercare con che gius vivessero! vinti, e

p.28.

508
se

JSUI

durarono

fallo

in Italia

LONGOBARDI

Non

a servii grado ridotti.

gl'Italiani

mi

me

temere

in se-

perch, stimando inutile di

uomini

ripetere le tante cose da molli


,

vogliate per altro da

guito altrettanta abbondanza di parole

questi argomenti

quando non sia


non furono dai vincitori

municipali inslituzioni

le

prima chiaro ed aperto che

dette sovra

gi

dottissimi

terr stretto pi che potr

contento di accen-

nare appena a che parte inclinino

adunque che

28. Dico

anche sotto
vissuto,
le

Longobardi

le mie opinioni.
mio credere
Romani serbarono

il

purch per altro attendansi

modificazioni che

quale avevano insino allora

gius col

non

certi termini, e

E perch

tempi operarono.

ricusino

si

chiaro

sia

vi

il

mio inlendimento vogliate, prego, arrischiarvi meco a un saito


mortale. Quando nel XII secolo tornarono per la scuola bolognese
in fiore gli studj del romano diritto, gli ultimi tre libri del Codice
Giustinianeo non vennero per qualche tempo dichiarati. E la ragione
,

fu perch in que' libri

pubblico e
e

il

al

si

espongono

dottrine risguardanti al gius

le

criminale, che parte di quello; e

gius pubblico

il

Romani pi non avevano nella Italia nostra


piaccia d'investigare quando il gius pubblico

criminale de'

vigore. Ora, se

minale

de'

romani cess

dendo per l'ordine dei

di aver forza tra noi

vila e

e cri-

lentamente retroce-

vedremo che dov cessare e cess

secoli,

al

calare de' Longobardi in Italia: perch la spada e la scure stanno

sempre

in

mano

secondo

le

norme

di

coloro

romano

de' rozzi vincitori


dei vinti

quali parteggiano ai d nostri

a senno

questi

adoprano e l'una e

l'altra.

per

la

durata

mai pensasse

vigore o la legge Cornelia de'sicarj,

in

Giulie, o qual' altra vogliasi concernente

il

non

nessuno

durata del gius

nella Italia vinta dai Longobardi, credo io che

di asserirci

loro e

Cos

gius criminale

il

le

guidri-

gildo, che proteggeva la personale sicurezza de' vincitori, esser dov

accordata

la sola guarentigia

posti

come

umiliargli

il

di

tempi

ne' barbarici

la

zione per

adunque

le offese

dei

n costoro potevano dolersi

in

tutto

questa sempre

vincitori

ai

muscolare de' privati ed

le

Certo, e pot e dov

ma

personale sicurezza era

alla protezione della legge

aver gagliarde

loro vite;

di

di sottostare

affidala alla forza

non

ai vinti

alla pari dei vincitori.

minor guidrigildo

la sorte dei vinti

modo,

erano

in ci

ondech

pi

ad ogni
presto

loro vendette, che

alle
i

vinti

ingegnaronsi

se

braccia, poleron ridere della minor composi-

ad

essi recate.

romani cessarono

Il

senza

gius pubblico e
fallo

nelle

il

parti

criminale
d' Italia

509

IN ITALIA
sottoposte ai Longobardi

rosta pertanto a vedere se cess eziandio

pi nobile parte di quello

la

29. I popoli

o come

bestie

gli

vo'

dire

gius privato.

il

come le
mezzo a loro
E quando costoro

germanica chiamavano

razza

di

uccelli coloro

liberi

quali vivevano in

senza leggo e senza tribunale che gli ascoltasse.


erano pochi e l'uno all'altro stranieri, poteva essere giulivo molto
veder saltellare

quando

e'

di quelle bestie e

sommavano

svolazzare di

Ma

simili uccelli.

a parecchie centinara di migliaia di uomini

in civile societ congregali

non da credere che

gobardi avrebbon lungamente durato a godere

Lon-

gli stessi

quo' giuochi

di

di

quo' sollazzi. Quindi la necessit ch'egli ebbero sia di proteggerli,


sia di frenarli

civile

loro privati negozj

N questo

stabile e certo.

bene,

bardi. Stava

non

culto societ delitto

sommo

sia se

imperante

governassero da un

si

pot essere

imperciocch

n altra pena applicar

tali

da procedere cos per

le offese

il

tiene in

e basta non offendere altrui, secondo

mano

forma e

ragione.

Non

cos per altro

quando

negozj; imperocch, da un lato, a


plicarsi in quelli

si

per non

tanto necessario di cono-

quantit da chi voglia vivere e

la

punir

V imperio e la spada

naturai dovere,

il

incorrere le pene; delle quali non poi


scere la

possa se non

si

Longobardi non eran

Nessuno offendere, sapean

la sottile.

di chi

nelle

tale fu dichia-

dovere degli uomini in societ congregati

compito

il

accon-

si

quantunque

non quello che come

quella che gi le leggi fecero a tutti nota

quo' barbari

gius

Longo-

dei

dritto

il

gius penale, loro

che, pel

infatti,

ciasse subito quello dei vincitori

rato dal

sul guidrigildo: quindi

nuovo gius penale fondato

col

che

la necessit

tratta dei

secondo

viva

civili

privati

occorre alla giornata d'im-

tutti

e cos dall' altro giocoforza che in ogni societ

vi

sieno di forme certe e definite per celebrargli, e positive regole

di

ragione

palesi a tutti

che

gli

reggano e governino

n quelle

forme o regole potevano accattarsi subito dal gius longobardo. Imperocch, pu essere che

dimora

di

in tutto ignoti

V idioma e

dire che gl'Italiani

parare

la

ai

meno

rozzi de'

Longobardi

quella gente nel Norico e nella Pannonia

lingua e

si

le

il

gius dei romani

ma

e'

non

si

vivere col

per

la

non

giuridiche costumanze

proprio gius privato

ninno vorr mai

Auricabeones

fossero addomesticati co' vincitori

infno a
;

lunga

fossero

ad

fosser fatti, nella espettativa loro,

frede) dei Longobardi. Necessit pertanto voleva che


vinti di

si

im-

Cadar-

lasciasse ai

quando almeno

n pu vedersi cagione

510

SUI

onde

Longobardi

di quel gius,

soli

LONGOBARDI

invidiassero agi' Italiani

che ogni altra barbara gente

samente permessa

conservazione

la

di quella et

aveva espres-

soggiogati romani delle altre occidentali pro-

ai

Vero bene che difetto di documenti del primo secolo della


non consente di provarne co' fatti la durata. Nondimeno mi sembra che la nota lettera di Gregorio il Grande (31]
vince.

et longobarda

vacanza della sede episcopale,

nella

si

in discorso

sia solenne testimonio


,

possano

loro in Genova

lano

Vescovi di Milano aver trapiantata la sede

Milano;

Gregorio

S.

e'

qui parimenti recapitassero ed esecuzione

sede vacante

le lettere indiritte al clero e al

aves-

popolo

Mi-

di

(32).

30. Negli anni

adunque che immediatamente seguitarono

conquista longobarda
privato governasse

ragion vuole
civili

Troya parmi che

Sig.

di

mi parrebbe cosa troppo singolare,


per avere alcuni Milanesi seguitato in Genova le fortune

dell'Episcopato,

sero

che fu

quantunque ne'temp

e qui essere indiritte le epistole da

date al Vescovo di

che

posciachc

di

facesse ragione

intorno al legato ad essa elargito da Lorenzo Vescovo

Milano, ne

popolo

indiritta al clero e al

Milano, perch ad Aretusa, chiarissima femmina,

lo

negozj

consenta

ch Rotari Re ebbe pubblicato


nostra

il

creda che

Ma

il

Italiani

de' vinti

(33).

il

o settantasei anni dopo

si

se ci fosse

alla

romano

gius

e lo stesso

ancora poscia-

suo Editto nell'anno 643 dell'era


longobardo,

conquisto

cosa

che vuoisi molto diligentemente indagare. Quando Re Rotari fu


vato al soglio de' Longobardi

gi per

e di sua bavarica stirpe molti dei

amore

vincitori

di

aveano abbracciato

cattolica religione e lo incivilimento de' vinti Italiani

pochi di que' feroci guerrieri

manze

preferivano

equit informati e dal

ai giudizj

secondo

le

(34)

romano

diritto.

patrie

arbitramentali de' sacerdoti (35)

gli

le-

Teodolinda Regina

la

non

costu-

pi dalla

Questo mutamento

di

cose

(31) Epist.XI, 16.


(32) Le lettere di S. Gregorio , Ep. Ili 26, 29, 30. XI, 4 , anche meno
E qui potrebbe dipossono credersi indiritte a Genova e non a Milano.
mandarsi: tornali che furono in Milano il Vescovo ed nobili Milanesi, costoro
come furono ricevuti ? Come guarganghi , come incorporali ai Longobardi

come

aldj

(33) .
(34)
(3o)

come romani

XXXIV.

Troya g.LXXIII.
Troya . LXVIL

possessori delle lerre ad essi rimaste ?

IN ITALIA
non poteva cerlamenlc geniere
nacemonle aderivano
TAriauo Arioaido

Longobardi che pi

le-

loro genie. Succeduto pertanto

di

Teodolinda e

figliuolo di

al

511

a quelli de'

costumi

ai

di Agilulfo sul

trono,

ogni ultcrior progresso de' conquistatori nella fede e civilt de'viuti


fu trattenuto

impedimenti

g'

allorch, morto Arioaido,

Arodi

Questo Re

(36).

sete delle

Liguria

conquiste

persecuzione

in

sospinto dall' odio suo contro

Oderzo

distrusse

mura

e distruggendo le

tramutarono

si

corona pos sul capo

la

devast

di Rotari degli

Romani

nome romano, dava opera per

mune

utilit

sua gente,

di

e deboli (38).

Ora,qual fu

Avverso com'egli era

al

la

per

mente

nome,

astio contro

di Rotari nel

un

per la co-

mai

ch'ebbe

cura

la

maggiore sicurezza o

e per la

1'

altro canto a raccogliere in

1'

Editto, in 390 leggi distinto, le costumanze de' padri

dc'proprj sudditi

la

delle vinte citt le ridusse a bor-

gate (37). Mentre poi con la vittoriosa spada sfogava


il

e dalla

ruppe od arse

sempre

difesa dei poveri

pubblicare TEditto?

alla civilt ed alle instiluzioni dei

Romani con che semprepi addimeslicavansi


suoi Longobardi,
mi sembra molto verosimile eh' egli si proponesse di collocare
sotto gli occhi loro un perpetuo monumento dei costumi de' maggiori che contrastasse a quelli edificati dalla romana sapienza ogi

e'

gimai troppo splendidi e


Forse

esempj dei

gli

vince che

ancora per

belli

vicini

Re

che signoreggiavano

a ci; forse sper che nell'Editto

da

lui

e posto fine al ricorso che

tramentali giudizj dei


le

sacerdoti.

e loro pene o composizioni

in

difetto di

testamenti che

come

di

(36) Paul.

morte

DiacIV,

Ma,

checchessia

le

successioni

consparso

forme

34. Troya

IV, 47.

non senza

di

diciamo

ci,

di

per istabilire

le

delitti

quali

le

donazioni

segnata-

procedere cos nei criminali

modi

.LXXIV^

lrolug. Kdicli

(39) Cf. Liulprandi Leg. Lib. VI


11.

di

e pi discosto occorrono

deferiscano

le

le

Roth. Troya ..LXXVli.

(38) Ed. Roth. in Prolog.

Ap. Voi.

spronarono

talor facevano agli arbi-

nei privati o civili giudizj. Toccasi inoltre de'

(37) Paul. Diac.

pro-

Io

suoi Longobardi

dettati intorno le cognazioni

mente a causa

(39).

altre

le

materie trattate nell'Editto sono tre:

principali

precedono

qua e

nazione

procacciato avrebbe un egregio instrumento di

disutile de' proventi dei giudici e del Fisco

come

vinta

furono dell'occidentale romano imperio.

nuove ordinazioni
regno

la

L. 37.

6o

di affran-

512

SUI

care

LONGOBARDI
matrimonj ripegno che voglia prendersi

servi, e dei diritti di questi liberti (40); dei

spetto al

mundio

donne

delle

(41), e del

dalla casa tributaria (42).

Ora

31.

V Editto

per

tutti, e

che

ci

dee riputarsi una

Holari

di

e particolare ai Longobardi

ovveramente

quindi ancora pc'

vinti Italiani?

dicono dettato T Editto non solo a

nostra gente ,

chiar dovevano

ma

Le parole del prologo,

per

comune

la

eziandio dei poveri e deboli ,


Italiani; la clausola

vinti

legge personale

territoriale e obbligatoria

utilit di

tra' quali

sover-

che per esso Editto si

emenda e rimuove (o rinnuova) tutte le precedenli leggi


parvero gi al Sig. Troya sufficienti per dimostrare territoriale lo
Editto nelle materie almeno da esso trattate (43). E quando non
;

voglia starsi troppo stretti nella conclusione che lutto quanto acco-

neir Editto sia legge territoriale

gliesi

Italia vinta dai

Longobardi mai non

leggi e capitolari

vansi

ai

tutti

popoli

Longobardi e leggi obbligatorie per


;

anche

riale pressoch tutto

governali

tra

promulga-

dallo

scettro

e composizioni loro,

e insino a contraria pruova, qui

le leggi

perch

Romani

podest della spada

(. 28).

solo ai criminali

ma

territo-

V Editto

a dire

abbiasi

ai delitti

ed

com-

alle

perch

riferiscono alla comune


insomma dipendono dalla

si

Territoriali le leggi che risguardano

eziandio

ai privati

avanti le magistrature longobarde

(quantunque per privata

pene

proposito mai pi non veggonsi

in

risgunrdant

sicurezza, al gius e all'ordine pubblico;

abitatori

gli

animi nella sentenza che

gli

infatti

pariscono di per s slesse

applicale quelle de'

quanti

tutti

e di fatto almeno

medesimo. Territoriali,

per cui

indole delle materie principalmente accoltevi,

la

parmi che valga a condurre

di

distinzione

la

sicch neir Editto poteronsi tramescolare e leggi personali

del regno

giudizj

che nella

ricordisi

celebr

quelle personali alla gente

questi generali per

istesso

quando

si

posciach ancor essi

utilit introdotti

non

da celebrarsi

civili giudizj

civili

hannosi come

ordine e diritto pubblico presso ogni popolo, e massime presso

barbari che partecipavano

ai

rozze magistrature longobarde

(40)

LL. 223-229.

(41) L.

205.Cf.L.l88.L 215.

(42) L. 257.
(43)

Troya

Ib. .

C.

giudizj d'ogni

polca

maniera;

n dalle

che

rendere

pretendersi

in

IN ITALrA
secondo

giustizia procedessero
lo

meno, mi sembra

leggi

di

513

l'orme dei vinti. Incerto poi

le

morte, che tengon luogo

quale pertanto non

la

inoltre,

sembra da

il

come segno

ci dipendere

Longobardi

esercito dei

all'

der cagione per cui

1'

de' vincitori

liberalit dei

ne

testamenti de' romani,

228

dalla legge

di Rolari

manomesso

ove

e a piena

signor longobardo

si

quante volte

nome

preziosa

},

di

accompagnarsi

non saprebbesi ve-

di
:

quali dalla

terre, e perci forse eb-

che

Editto rispettasse

1'

sembra

potersi

le

argomentare

condotto

[fullfreal]

esso

abbia

dal

giudicato secondo

serbata sopra

le

sorli

suo
la

proprlanaenle

eslese poscia dai Longobardi ad ogni loro porzione

si

la

non po-

dichiara valida la disposizione del

libert

(44) Intorno alla sovrana autorit

dette (che questo

sorti

appena que' pochi

logli

Re sortirono concessioni

suc-

n su queste per certo

Longobardi

bonsi alia pari dei Longobardi. Difatti


successioni e

la

Editto dovesse nel suo rigore estendersi alle

successioni de' vinti, se

carta pisana gi pobbicala dal Muratori, e ristam-

XXIV, dove

pala dal Brunelli, op. cK.N.*'

venditori promettono al compra-

LI si qualive tempore forsilans ipsa lerrolaporlionem nostra in integro

publicum

requesieril

et

ad divisionem revenerit cuicumque in

novis in alio locum ad vicem sorte redditam fuerit

si

rigor dell'Edilio

de' suoi Longobardi

cagione. Ogni

Re

facilitava

che non

di schiatta

al

alio

volueris tu

mora ipsa terra reddamus. Del


Re maggiormente il ritorno della

cius ipsa terra nos tivi sine aliqua


il

le sorti

ordine delle successioni

cosiffatte

di

vinti

ai

1'

poggiando l'obbligo (se pure fu loro imposto)


nelle spedizioni ed

et

che

sovrana autorit re-

la stessa

norme

Ma

(44).

come assegnate

tendosi parlare

obbligo di servire nell'eser-

all'

era adeguato e necessario che

o possesso

vinti

rigore deirEdilto

assegno delle terre vinte a ciascuno

dalle

nelle eredit dei

tore

nella

conquista, fatte dalla sovrana autorit dello stato, e

golasse con le pi strette e precise

servo

Iato,

l'originario patrimonio de' privati Longobardi in Italia,

cessione in quelle essendo


,

le

un

privato,

gius

di

era cagion di sorte per obbligare

vi

nel governare le successioni


costituenti

movendo

da

dei testamenti. Poich,

dipartirsi dalle proprie leggi ed usanze.

cito

per

dirsi

neir Editto dettale intorno alle successioni e donazioni a causa

esse riguardano a materia che tutta

dopo

parimente a

se territoriali abbiano

si

resto, se

eredit

romani vi ha pure quest'altra


awea come capo e padre di tutta

di quella de' vinti

germanica

homine ,
Mauri-

gente (sippe); e poteva quindi In difetto di legltllmi eredi richiamare a


s le successioni
non cosi dirimpetto ai Romani. Dei quali Inoltre , essendo
poveri e deboli, non ci avea Iropim cagione di agognare la eredit.
la

514
Longobardi

legge dei

judicaverit

idest andegavrit sive arri-

secundum legem Langobardorum

gaverit

ad

LONGOBARDI

SUI

mezzi praticali per disporre

altri

testamenti del

romano

espressione che accenna

proprie

E venendo

diritto.

terie toccate nell'Editto; dir

delle

adesso

forma

la

che dovevano ordinarsi

in

Longobardi,

ai

quali dai loro padroni longobardi ottennero la libert

medesima

la iacoll

quivi dicendosi

donne
L.

205)

gobarda. Per contrario

matrimonio collocate

in

di

1*

che qui parlasi

case

se nelle

potessero con certezza raffigurarsi


le

bardi

non rispettandosi da

tutti,

quali,

faida

massime

soggetti a tributo,

le

la

espressamente

che proibisce di
pegno qualsivoglia cosa eccetto

in

mani possessori
;

mundio^

quelle donne che vivevano a legge lon-

di

instruivano
,

parole

territoriale direi la legge

prendere dalla casa tributaria


semoventi che

le

liberti

negl' italiani possessori

di terre. Altrettanto dicasi delle leggi respcttivc al

e r anagrip delle

ai

ma-

quanto per

parole istesse della Legge 229, che riferisconsi soltanto a que'

che pertanto escludono

non parermi dubbio, che ogni legge

intorno alle manumissioni qui stabilite sia personale

non tanto per

sostanze
alle altre

tributarie,

poderi de'ro-

insomma

sorti

non

si

dei

Longo-

nemmeno

sarebbe

e con pubblico danno, potuto mantenere in fiore T esercito dei vincitori.

Del resto, neir Editto di Rotari nulla

di

quanto

si

riferisce

pi propriamente al gius privato, cio al diritto di propriet e delle


obbligazioni che non procedano da delitto. Cosicch, rispetto al me-

desimo o

alle

materie

Editto non tocche, sar sempre forza di

nell'

confessare, che gli abitatori del regno dovettero continuare a vivere

come per

lo innanzi

costumanze

vinti

che sufficientemente

Leggi ora
secondo

donne

le

si

cio

signori longobardi secondo le antiche

italiani giusta
ci

le

regole del

romano

diritto.

Lo

apparisce dallo stesso Editto; dove in alcune

parla di liberti, e gi lo avvertimmo, che dispongono

forme

stabilite nella

legge

dei

Longobardi

viventi a legge longobarda (45): dizioni che

ed ora di

suppongono una

la romana
non parendo che qui

qualche altra legge vigente nel regno longobardo, cio


seguitata dalla moltitudine de' vinti italiani

(45) L.228. L.205. Il concello di una legge personale parmi che si nasconda ancora nelle LL. 136
137, 164, 163, 168, 170, 171, 186, 193,
196, 199, 200, 201. La L. 349 vuole perOno che rispellisi la loci consuetudo. Del resto, che l'Edi Ito di Rotari non mandasse in desuetudine le antiche
,

costumanze e

leggi quivi

Libro di Liutprando.

non

riferite

chiaro per

la

Legge 80

fin.

del

VI

ITALIA

IN
si

515
guarganghi, cui

possano dir conteaiplati quo' pochi e rari


Principe

insolita benignila del

concede

si

con

vivere

di

per
legge

la

propria di loro nazione.

32.

proposilo dei guarganghi, io sono ben cerio che Voi,

mio caro amico, non vorrete muovermi querela,


pochi passi dell'Edilio e non troppo aperti
gius

Re

romano

privato appresso ai vinti italiani;

di

lui

guarganghi medesimi

divieto ai

trino per privilegio di poter vivere con la

allegherei

di lutto,
ai

il

cludo ch'ei non

non

l'uso di ogni altra le^ge che

comando con

non

solenne

dato

neir Editto, e perch all'opposto quivi

che dai

vinti

ripeler, cfje la

comandala

ritenesse

si

conservazione

il

questo gius

di

onde

medesimi

ai

cenni e gravissimi
privalo. Inoltre vi

era

una necessit,

dalla natura istessa delle cose ai tempi della conquista

longobarda; qualora, con grave rischio dei vincitori, non


voluto lasciare senza
lo infinilo

ed aCfatlo

Onde che

numero

dei

ignoravano
Rotari

norme
vinti

le

fosse

si

certe per sopperire ai privati loro negozj

che gi stanziavano sul suolo

italiani,

giuridiche costumanze dei vincitori

29

).

per non suscitare male contentezze nel regno, e

perch o ben poco o nulla disse


negozj

con-

perch un divieto

s'incontra

notammo
gius romano

longobarda,

la

solenni e chiare parole

lo volle rispetto agl'italiani, s

ugualmente chiaro
indizj

seguitare

di

quando non impepropria. Imperocch, prima


,

che quando Rotari vuol proibire assolutamente,

guarganghi

sa specificare

che

di ci

privati

riferisce ai

si

pot pi facilmente e dov tollerare che seguitassero anche

dopo a vivere con quelle


servavano. Per

contrario

leggi

istesse
i

richiedenti ospitalit in terra

che

per

non loro

popolo signore della terra ospitale.

quindi

innanzi

lo

guarganghi erano pochi

se Rotari gli ricettava a patto di osservare

il

di

durata del

quando vediamo Kolari

propria le^'ge e loro impone la longobarda

come

appoggio

la

tenero di sua l'ggc longobarda, che con disposizione propria

unicamente
la

se, sull'

opino per

stranieri

non avevano permesso


ritto (46) alfinch

non

si

legge obbedita dal

la

non punto improbabile che

Sassoni di vivere secondo

tenessero

come

(46) Paul. iJiac. Ili, G a in proprio juretonsislere

di

vivere con

le

il

quali

proprio

di-

gente diversa dil popolo lon-

role dire anche della loro costituzion politica

cercavano, era eziandio

potean dolersi

savio re, imitando lo esempio de' Duchi suoi predecessori,


ai

os-

n.

Volessero queste pi-

parte di qnello che

proprie leggi.

Sassoni

LONGOBAKDl

SUI

510

gohiirdo, dottasse quel suo precetto con

incorporare
forte

per

guar^anghi

accorgimento e

tante guerre da lui combattute contro

le

le

persone; non gi

credere che

accenni

si

moderni quando

una

cetto di

guarganghi

ai

vinti

ai

essi

fine di

il

braccio valoroso e

di

in

italiani.

appajono se-

diritti

ma

adesso

greco-romani. Quando

Rotariano Editto, differenze nei

pertanto, nel

condo

de'

l*

gente

Longobardi, stremato com'era

air esercito de' suoi

da

usciti

bisogna pur troppo

un sogno

dica essere

si

queir Editto scorgono implicito

almeno

legge personale, rispetto

al

con-

il

gius privato. Impe-

rocch: se due nazioni tra loro effettivamente separate e distinte,

per quanto almeno risguarda


a

un tempo

regno,

nel

gius privato, non avessero vissuto

al

Legislatore avrebbe tenuto sempre un lin-

vogliam dire per

guaggio assoluto,
sarebbe rivolto

il

Longobardi ed ora

ai

lasciato travedere diversit di diritti

non avrebbe indarno

Tolgansi
presso

mezzo

di

il

scrive

il

Longobardi

inutile

legge

ec.

),

il

popolo

e non potendo

quando

ella

sia

la

subietto

il

in

nessuna

nemmeno
,

Langobardus

uomini

in cives

Romani,

la

chi

detta

tutto

stinguergli da' forestieri

a'

la

essendo

appartengono. Cos una pari

romane

come

barbari,

le

parlando
i

del

leggi da Giu,

quali per

le

generazioni degli

latini, peregrini), e ne

nome

in

per cui

tampoco

giuridico

cittadini sopra

della gente ai cittadini

nei

mo-

subietto
i

per

forestieri;

legge assumendo allora veste di personale

coforza accennar col

Lan

doversi questa osservare da tutti

delle persone, voglionsi avvantaggiare

imperciocch

di

per

a differenza delle antiche

derni Codici; tranne allorch,

ec.

dichiarazion siffatta essendo

dichiarazione a noi non soccorre n dentro alle

le necessit di allora distinsero,

persone

qualit della legge

tutto

in

indistintamente coloro che allo stato

stiniano raccolte in corpo

nazione,

di

e di quegli altri popoli

venire in mente

territoriale

allora di per s palese ed aperto

stato secondo le

diritto nolio

Legislatore? Certo

si

non avrebbe

liberi:

con additare diversit

qual' altra mai dichiarasi tratto tratto

gobardornm

uomini

spesso parlato della longobarda legge.

e cosi

leggi dei

le

quali vari

obbligatorio; n ora

tutti

agli

gio-

contraddi-

quali non voglionsi accordare que'

com-

modi.
33.

Per

tutte queste ragioni,

adunque, parmi possa tenersi come

inconcussa e certa verit, che, tanto innanzi quanto dopo


blicazione del Rotariano Editto
de' due popoli,

il

rispetto al gius privato

vincitore longobardo e

il

la

pub-

ciascuno

vinto italiano, seguitasse le

IN ITALIA
proprie leggi: rispetto poi alle

norme

tutti

sottostassero alla legge dei

parte

pubblico diritto e ordine,

di

Longobardi

(47)

onde

gravi levansi

Ma

appunto

per

quanto

in

dubbj e pi calde ardono

guidrigildo pi

al

popolo italiano cadesse nella aldionale o

il

Stringendo

in altra servii condizione.


di

coloro

mano

mantengono

quali

Que' popoli

cr

la

come

quali,

sui vinti

samente e nella met

sterminatori

si

di

quanto era
contrario

dimostrarono

fatta distinta

due

sole

menzione

sono

nell'

al

ma

ai

vinti

coloro

che cos

si

duri e

non concederono

popolo italiano

Editto di Kolari.

pi non contassero

ultimi

un gui-

concederono espres-

Longobardi,

del quale

Da questo

possono trarre

guidrigildo islesso proleggesse le persone dei

o che questi

essi, vero,

lo

stabilito per tutelare gl'individui


i

conseguenze che

le

sensi e gli argo-

Franchi, tanto non aggrava-

inverso

espressamente alcun guidrigildo

opinione, essi ragionano

romani, concederono ad

Per

del popolo signore.

breve

in

siffatta

drigildo che proteggesse le loro persone;

poi

tutela de'vinti

la

siccome libero popolo, alcuni pretendono invece che quindi

italiani,

esca la prova che tutto

rono

nostri; e

le dispule ai di

ben lungi dal consentire che nel medesimo stesse

cos;

questa

toriale lo Editto.

menti

in

massime per quanto concerne ai delitti ed alle loro cominsomma al guidrigildo, considerarsi debba come terri-

posizioni

517

non

silenzio

o che un

vincitori e dei vinti

siccome popolo, cosicch

quali non furono sterminati dalla spada longobarda, cades-

sero nella condizione di aldj, o in altra similmente servile. Ora, la

prima conseguenza
guidrigildo
nici, e

che vincitori e

vinti

(47) Si rilevato da

mani

alcuni

che

barbari Longobardi
il

pubblico e

scarsa loro civilt; e che quindi un errore

la
si

un

pari

germa-

segnatamente poi de'Longobardi; laonde giocoforza abbrac-

essere in grado di porre una differenza tra


atteso

fossero tutelati da

sta contro alla indole ed alla storia dei popoli

concedesse vivere secondo

per contrario a vivere secondo


verit: che

il

il

il

non poterono
privalo diritto

il

credere che

patrio privalo diritto

si

ai

obbligassero

pubblico e criminale dei Longobardi.

Longobardi non fossero

in

grado

di

Ro-

In

speculaUvamenle formulare

volentieri sar consentilo. Ma che nelle pratiche


Longobardi non fossero capaci d'intendere, esser per loro
cosa indifferente che ne' privali loro negozj
Romani seguitassero quel gius
che pi piaceva ai medesimi !)urch ancor ess^rispeUassero le leggi risguardantl all'ordme edinleresse pubblico (\ueslo ci che non potr mai consentirsi
quando in contrario non si dimostri che ai Longobardi difettava ogni

e porre quella differenza


della vita

principi

lume

d' intelligenza

nelle cose di

governo e

di slato.

LONGOBARDI

SUI

518
ciare

la

seconda: che

italiani

vinti

rimasti nelle antiche sedi, pre-

cipitassero nella aldionale o in altra servii condizione

Ma

coloro

che dal silenzio o dalla ambiguit


troppo dura e troppo insolita
delle leggi deducano troppo risoluta
i

quali cos ragionano,

parrai

conseguenza.

dimostrare l'eccidio, sia per

servit peggiore della strage

menti sembrano neccssarj che non


leggi e negli scarsi
io

documenti

il

una

di

non avessi dimostrato, come spero

strage, sia per

la

un popolo

tutto

di

silenzio

ben

del suo

et tenebrosa.

la

altri

argo-

nome

nelle

quand'anche

aver fatto, poche pagine in-

d'

nanzi, che questo popolo non fu tutto sterminato n ridotto in servit

quando non

fosse certo

oltraggiarono

che dopo

primi furori,

vinto popolo; basterebbe, parrai

il

guilo di nostra istoria

quando

in

Longobardi non pi

a provarlo

il

se-

pi piena luce torna a comparire

quel popolo, liberato che fu dalla signoria de' Longobardi; apparizione

che mal vorremmo attribuire a pochi romani


dell'

gobardi

un pajo

di

Esarcato pi tardi da Liutprando aggiunte

di

citt

regno dei Lon-

al

o a pochi romani delle Gallie o delle altre italiche Proprima in figura di guarganghi e poscia dietro le orme

vincie, che,
di

un

altro conquistatore

gi dai

d' Italia
il

sarebbero venuti a dimorare nelle parti

Longobardi tenute. Quando pertanto vuoisi spiegare

silenzio del Rotariauo Editto

intorno

conseguenza e dalla
se

il

silenzio

non

non consentita

istoria

nome

al

e suo guidrigildo, innanzi di trascorrere

del vinto popolo

cos acerba ed insolita

bisogna vedere un poco

apparente che vero, e dipoi se possa

sia pi presto

addursene qualche altra pi probabile cagione.

non v'ha dubbio: il nome del suddito italiano popolo, o


romani come allora dicevano
non scolpitamente pro-

34. E'
de' vinti

nunciato neir Editto

di

che questo valoroso Re

Rotari.
,

io vo' dire

greche provincie e contro

quali aveva

arditamente

troppo

attorniato per ogni canto dai

Romani

delle

lungamente combattuto,

con poca generosit o mal animo esitasse a chiamare sudditi suoi


a quale impero
per un nome che ricordava loro a qual gente
i

appartennero. Dico per altro, che

mente scorgesi ricoperta

Vedemmo

infatti

(. 31)

nell'

che

una legge longobarda come


che dee
privato

ma

di
;

la esistenza loro in libert

Editto da
in diversi

un

tenue

luoghi

distinta da un' altra

necessit ravvisarsi per la

romana

legge che non pot essere osservata

ivi

agevol-

artifizio logico.

menzione di

innominata legge,

nelle faccende di gius


se

non

dall'

umiliato

libero popolo de' vinti italiani. Cos rispetto al guidrigildo

non

IN ITALIA

Ma

ha una espressa menzione di loro.

vi

quanti

tutti

Longobardi

ordina-

le

ed anzi indistintamente abbracciano

del regno.

liberi abitatori

innanzi tatto

guidrigildo non sono rivolte

zioni di Kotari nell'Editto intorno al


alla difesa de' soli

517

E dove

dicesse che per

si

soli Longobardi
risponderebbe con diverse
hanno
altre (48) la Legge 377, in cui si comanda che qualora venga ucciso
uno sculdascio o un attore del Re si estimi come uomo libero se-

qui

liberi

si

condo la sua nazione, e se ne paghi


sione che non

si

da guidrigildo protetti
poi questi altri

uomini

par debito

in

fossero, eccetto

uomini del Re uguagliati


stirpe

di

il

lo

come

si lasci,

Imperciocch

(49).

ai liberi aversi

romana

Romani, ma-

voce nazione

alla

liberi e

Longobardi. Che

vinti

espres-

altri

suo pi ovvio significato

da un popolo

appunto

liberi fossero

questo luogo

denza da una gente


persone

non

stati

per s stesso quante volte

nifesto di

guidrigildo intiero

il

avrebbe potuto usare se nel regno

di

discen-

tra

questi

principalmente da ravvisar

slim persino

sig.

il

Troya

propu-

gnatore valoroso ed acerrimo della opinione avversa alla libert ed


guidrigildo attivo

al

dei

vinti

Romani

Che

(50).

a noi cos stranieri e lontani da quegli usi

se

dare altre cause per cui del particolare guidrigildo


lavano

le

non

menzione nell'Editto

fatta

Qne

direi

col sig.

punto

la

il

Rolari

tute-

allorch rispetto ai

vie

guidrigildo de' liberi


i

libere del

Longobardi
vinto

del giure pubblico e criminale

(48) V.

si

che ci dov dipendere per V una o

Troya che

e tratto a s le persone

(49)

di

due ragioni, che per diverse

ad accertare

direi quasi

almeno

onde

e loro guidrigildo aperte sono le dichiarazioni nelle

Leggi de' Franchi


delle seguenti

slesso

persone del vinto popolo, n tampoco del suo nome, mai

Gallo-Romani

poi vogliasi

da quella et, doman-

avendo equiparato

popolo

non

l'altra

conducono ad uno
vinti. Imperocch

per

ebbero poi

gli
,

effetti

siccome

Rolh.L.l98.

Quando

infatti

vuol parlare di grado o nobilt, Rotar! adopera ap-

dizione nobilitatem. C(.L.^i.L.3Si.

,XLVI.DIco guidrigildo attivo, per distinguerlo da quello degli aldj


tornava soltanto in pr dei loro padroni e che il Sig. Troya ammette
perocch chiarissimo nelle Leggi.
Intenda chi sa e chi pu la poUtia
Longobarda. Ma se lo sculdascio, di che neltakL. 377, era lo stesso che II Cen(50)

ctie

tenario, e quindi capitanava in guerra

tena

come mai un Romano, senza

poco libero

poteva capitanare

Ap. Voi. IL

gli esercitali

gli

arimanni della Cen-

essere n esercitale n arimanno n tam-

Longobardi

66

Franchi,

LONGOBARDI

SUI

520

pe' vinti

necessit

Romani

vittoriosa nazione.

Ed

vincitori;

mento

alle loro vittorie

in

che

vinti: e che,

impans o per

le

dalle

poteronsi

Leggi

io

prime

ci

si

pi parte

la

propria libert (. 17),

la

generose.

cos

essendo quasi contemil

primo monucondizioni

personali

trascorsi dalla longobarda conquista

principio intorno alla composizione delle offese recate alle persone

Leggi dei Re predecessori

vincitori o dalle

che

reva

Aggiungo

specificatamente
infine

usanze dei

dalle

n quindi occor-

(51),

ripetesse dal longobardo

si

nemmeno

che non potea

legislatore.

su ci trattenersi senza

norme intorno al guidrigildo osservale appresso


Longobardi. Ed invero: se al Franco Legislatore agevole fu di
alterare le

guidrigildo de' Gallo-Romani

tavano come

distinti

quali al vincitore

in tre classi

tributarj

perch parimenti in

vincitore (52)

in

ed

dei

per contrario, allorquando Rolari pubblic l'Editto,

dei vinti italiani doveva essere gi sialo diffinilo

il

e
le

quattro vie dalla

presentano come
le

tempo merc

credo che

Franchi

de'

determinare

essendo gi settantasei anni


il

di

mollo fossero quelle affrancazioni

di

direi pi presto che le

poranee

processo

all'opposto

romani conservasse insino

e scarse poi

della

piena libert ne' primi giorni della conquista

la

affrancazioni elargite loro o per

dei

nome

il

il

parecchi invece averla conseguila in

generosit dei

gius e

nel

mio divario col sig. Troya in ci


che mentre egli crede aver soltanto pochi

allora

starebbe precipuamente

romani serbato

nominatamente decretare un guidrigildo

di

avvegnach compresi

convitati del

possessori

classi si tenea distinto

il

rocch noi sappiamo come


,

anche

tassando

in

popolo

opposto, ci non era punto possibile a Rolari

questo troppo tardo legislatore che fu della propria gente.

zioni

tassare

rappresen-

si

Re,

de'suoi

il

Impe-

rozzi Longobardi, salvo rarissime ecce-

guidrigildo delle persone di loro gente

non mai con regole generali


cedevano a valutarlo, secondo
,

ma minutamente
la

caso per caso pro-

nascila, la condizione,

il

grado e

(51) Rolh. in Proiog. parla di leggi che corregge e rlnnuova o rimuove,


n queste potevano essere se non le leggi dei predecessori , ammenoch, a
strambotto , egli non chiamasse leggi le consuetudini. Ciascuno poi conosce
che ogni legge o consuetudine non abrogata specificatamente da una nuova

e contraria legge

deroghe generali.
si

rileva dalla cit.

continua

ad essere nel primiero vigore

che II principio valesse ancora


L. 80 Lib. VI. Liutpr,

(52) Cf.L. Salica eraend.tit.XLIlI.

appresso

a malgrado le
Longobardi
i

IN ITALIA
ogni altra qualit e circostanza
appositi censori

521

della persona

offesa

siccome appare o da diverse leggi

per

via di

Re longo-

dei

Duca

bardi (53), e principalmente poi da un capitolare di Arechi,

Benevento

di

doverono

(5i).

essi

quindi

\L

commettere

guidrigildo per

con

stessa semplicit o barbarie

la

all'arbitrio

censori

di

patite dai vinti

le offese

la

quantit del

quantit non poco dimi-

nuita invero per la rea circostanza di appartener costoro alla sog-

Onde che Rotari mal si sarebbe fatto a tassare


un certo e determinato guidrigildo, che, stando alle costamanze di sua gente doveva sempre per la quantit dipendere da

giogata nazione.
pe' vinti

molte e varie particolari circostanze della persona offesa, valutabili

E notate un poco , o mio


quanto mai l'arte dei Franchi rimanesse per

soltanto da esperti e scrupolosi censori.

sagacissimo amico

questo

tenacemente serbassero

pi

non

la

origine

fecero
sensi e

e che veruno

trovasse solleticato a trovar

si

dei

Longobardi.

primi ed incancellabilmente nelle Leggi

guidrigildo de' soggetti popoli

traevano

rozzezza

semplicit e

indietro alla

lato

Determinando

che per

si

l'animo della schiatta onde

neppure per tanta umiliazione,

modo

alla legge del vincitore aborrilo (55). I

condursi dalla propria

di

Longobardi poi, non avendo

nulla ordinato apertamente intorno ad un minore guidrigildo

umiliarono l'orgoglio

de' vinti Italiani

meno

discosti dai vincitori, e

rono

quando poterono

sicch, disfatti da Carlo

quali perci

Longobardi

abbandonare

bisogn che
le

il

nuovo

costumanze degli

Non

alle altre genti,

agli originar] abitatori d'Italia, la nota legge

anno 783,

dalo che ciascuno seguili


iu giudizio (56).

meno

tornare alle native romane leggi.

credendo io, ottimo amico, che voi pensiate rivolte

non principalmente

tennero

con amichevol cambio ne abbraccia-

Magno

antichi loro padroni, e di

si

e gii usi e le leggi ancora di gius privato

signore inlimasse agi' Italiani di

di Pipino dell'

minor

il

tale onta costoro

e quelle altre pi per le quali

nativa legge e dietro quella

la

Perch n

guarganghi

il

si

comandifenda

nuovo popolo

di

(53) V. per esem. Rolh. L. 19. L. 48. L. 74. Liulpr. L. VI. L. 9.

Cam. Peregrin. T. III. p. 183. ap. Murai. Script. Rer.


333-337.
(55) Agobard. Llb. Advers. Gundubadum,c.7. ap.Troya . 232, 235.
(56) Capllulare generale, anni 783, cap. 5. L. 7. ap. Perlz. Monumenta
molli citati ap. Troya
Germaniae III, 46. Piplni L. 46. L.28 e 29. Cf.
. 198. 203. 218-223. Che queste Leggi non possano appellare ai Romani
(54) Cap. IV. ap.

11.

To.

II.

P.

I.

p.

LONGOBARDI

SUI

520

HoiDani dalle finitime provincie calato nel regno longobardo dietro


le

orme

la

propria legge per vivere con quella inusitata

Onde

Carlo, or

di

ad

rivolto

essi

ciascuno intende

runa

parare, e
ressi

le

regno

pressoch indarno riesce

quanta

di

Editto di Hotari e senza tassarne

Longobardi

dell'

occupato

prezzo

il

le libere

per-

sia riconosciuto

perch indetermi-

prezzo delle offese recate alla persona

il

pare che

varsi dalle parole di

abitatrici

Longobardi.

implicitamente almeno

nato era di regola anche


de'

guidrigildo attivo per tutelare

sone del soggiogato popolo


neli'

tempo

originar] Italiani ed

Che dunque un

35.

un popolo vinto.
comando mentre

di

il

air altra opporre nelle leggi, negli usi e negl'inte-

gli

indotti a dismettere

tornasse al nuovo signore di se-

utilit

due schiatte gi da gran

cio

sarebbono facilmente

si

meno inferma conclusione da

sia la

queir Editto

nella guisa

rica-

appunto che per

le

materie di gius privato, solo implicitamente e per logica necessit

vedemmo

(.

31, 32) rilevarsi dall'Editto islesso che non era di-

di seguitare l'antico e proprio romano diritto; di


che persino alcune tracce quivi rinvengonsi (57), non che nelle scarse

sdetto ai vinti

Grimoaldo

leggi dettate poscia da re

ma

la

(58)

tracce che non la scienza

viva pratica degl* Italiani potuto avria preservare.

36. Xc a' giorni di Liutprando di questo pi glorioso legislatore


Re congiunto della bavarica stirpe parmi che in ci cangiassero
le condizioni de'vinti Italiani. Le costui leggi, cheinsino dal bel prin,

cipio ora risguardano al

libero del regno

longobardo ed

e quindi

ora a qualsivoglia

come V Editto Rotariano

e leggi particolari alla gente de' vincitori e leggi


liberi

abitatori del

regno

(59)

importano

di

nerazioni di uomini liberi fossero in quello;

ci

uomo

presentano

comuni a tutti i
due ge-

necessit che

cio

Longobardi e

delle citt soggiogate da Liutprando e successori, chiaro perch quelle citt

furono immediatamente da Carlo Magno restituite al pontefice. Troya .189.


(57) 1.^ Rispetto alle cause della diseredazione, L. 168-170. 2. Alla successione degli ascendenti in difetto di descendenti, L. 170.

venienza de'

revocano

le

per rompere

S.*^

Alla soprav-

donazioni, L. 171. 4." Alle cause per cui si


donazioni medesime , L. 174. S.** Che perda lavoro e seme chi

figli

scientemente lavori o semini


strense sia propriet de*

figli

le

l'altrui

terreno

L. 359. 6.

Che

il

peculio ca-

L. 167.

(58) Rispetto alle prescrizioni, L. 1. 2. Rispetto alla successione in slirpes


de' nipoti in

un

co' figli nella eredit dell'avo,

(59) Paragoninsi tra loro

prima del III

libro

L.5.
ad esempio tutte le leggi del

che sono anteriori

alle conquiste di lui.

l.

libro

con

la

IN ITALIA

Italiani

vinti

cui

il

quali col proprio gius vivessero nelle materie per

521

Onde

legislatore dettava precetti particolari a' suoi Longobardi.

non da muovere

maraviglie se in quella successiva legge,

le

volta agli scribi o notari [Lib.

romana legge

espressa di una

prima volta

nome

perch se quel

ascoltasi negli Editti dei re longobardi

ri-

menzione

VI, L. 37), trovasi fatta

ora per

la

non per meno

indi scorgevasi aver essa durato in efifetlo nelle italiche regioni per

loro occupate

dubit
liani.

di

la novit si ristringe a ci

e tutta

bavarico

genio

amorevole

pi

appellare del proprio

difatti

di

di tornare in vita

cose e

le

persone degl'

le

il

romano

gi spento

una o

all'

diritto

concessione o restrizione

di

della

altra citt

signoreggiate adesso da re Liutprando

resurrezione

che un Re

di

Ita-

questa cosi famosa Legge non ha punto per iscopo

tirne o restringerne T uso air

deir Esarcato

nome

o pi generoso, non

vinti

ai

consen-

Emilia o

imperciocch

non segno e non

siffatta

parola occorre nella legge medesima. Questa legge, indiritta com'essa


a saldamente fondare le regole e

modi con che

notari dovevano

procedere nel rogarsi degl' instrumenti o secondo la Legge


gobardi

de' Lon-

secondo la Legge de* Romani, visibilmente non rinnuova

o comanda,

ma

facevasi del

romano

presuppone
diritto.

di necessit

E come

ancor essa Fuso che gi

ninno vorrebbe dirmi che per

vedersi regolato adesso da Liutprando V uso

negf istrumenti

della

primo a darle o restituirle vita e vigore;


cosi non parmi che da quelle medesime parole possa argomentarsi
che ora per la prima volta da lui s* introducesse o rinnovellasse nel
suo regno V uso del romano diritto. Che poi quesl' uso quivi si
legge longobarda, foss'egli

il

non

referisca ai vinti Italiani e

ai

Longobardi

quali per se ne

avvantaggiavano all'uopo in varie delle loro private faccende),


chiaro,

mi sembra

per

le seguenti espressioni di

Liutprando

Che

se ciascuno vorr dipartirsi dalla sua legge, e faran patti o convenzioni tra loro, ed

ambedue

contrario alla legge ci che

Imperciocch

la

longobardo,

ma

che

le parti

ambe

consentiranno; non

le parti

si

reputi

fecero volontariamente .

romana legge non era n dire si poteva sua del


s del vinto italiano;
uno almeno dei contraenti

in quella legge

(vano e negarlo) vien Gguralo. Unica

novit

pertanto, che per essa io credo introdotta, ella di avere Liutprando

regalmente autenticato e regolalo


abitatrici del

regno,

di

1'

abbandonare

legge per seguitare quella

dell' altro

u%o delle due diverse schiatte


ne' privati negozj la

popolo;

il

propria

che non rammento

524

LONGOBARDI

SUI

accadesse mai nelle altre province dell' occidentale imperio dominate

Riprova

dai barbari.

che

nella successione dei tempi

longobardo fu meno altiero che non


rire ogni consorzio dei vinti
targli a vivere

secondo

dire vanitoso a

un tempo

non

norme

le

tore
i

anche solo

perch

in

vincitori e

fondo

Ma

liberi

sta

il

se
,

in

non

sostanza

di

ridurre
la

generosit

di

un germanico

in

per

stabilite

legisla-

pensiero di ravvicinare pi sempre

pe' negozj

vinti

questo tratto

poco rilevante

vi

Vero bene che


alle parti

gius mediatorio

di

legge che non fosse propria di loro.

non sarebbe

di allet-

e benevolo di Liutprando, era apertissima

per questa legge non permetlesi

a palt e convenzione

nemmeno

della longobarda legge; che, al

0, se vuoi meglio, acconcissima a tulli.

altro

cipiglio

il

e ben lungi dall'abor-

sdegnava

si

norme

le

pensa

si

ancora

di

gi lo erano per subiczione rispetto a quelli

gius privato
di

come

giure pubblico e

criminale. Sennonch, in questa legge degli scribi, cosa pi capitale

e di maggior

momento

pu notare per

si

Ordina Liutprando, che se


che

di

parti altro

norme dell' una


parti componga

le

consenso delle

di

nostra questione.

alla

romana legge

o abbia

il

suo guidrigildo, eccetto che

non piaccia

la

notaro scriva neir instrumenlo alcun

longobarda o

contrario alla

tramescolalo

il

altra a

convenire (60)

jd.

suo senno e senza

Ora siccome

il

alle

tra le parli

contraenti polca n venire e per certo venivano secondo questa legge

Longobardi e Romani
per
uni

la

siccome

il

guidrigildo imposto al notaro, che

propria infedelt o ignoranza aveva offeso

g' interessi

degli

degli altri, dovea tener luogo di risarcimento alla parte lesa,

e fosse questa o longobarda o

questa legge degli scribi

mirabilmente

la

romana

e al solito per

cos

parmi in

modo

verit,

implicito

si

che da

rafforzi

conclusione gi ricavala in esaminar l'Editto di

(60) De scribis hoc prospeximus ut qui charlam scripserit sive ad legem


Langobardorum quae apertissima ( s. aptissima ) et pene omnibus nota est ,
non aliler faciant nisi quomodo in illis legibus
sive ad legem romanorum
conlinelur. Nam conlra Langobardorum legem aut Romanorum non scrtbant.
Quod si nes'civerint , interrogent alios; et si non poluerint ipsas leges piene scire
non scribant ipsas charlas. Et qui aliter praesumpserit (aere componat widrigld suum , exceplo si aliquid inler conliberlos convenerit. Et si unusquisque
,

de lege sua descendere voluerit

et

pactiones alque conventiones inter se fecerinl

et

non reputetur contra legem quod ambae partes


voluntarie faciunt. Et UH qui tales charlas scripserint culpabiles non invenianlur
per legem scribant. Cf. Troya
esse, Nam quod ad hereditandum perlinet
. CXLl e CXLII; e la glossa a questa legge nella Longobarda sistematica.

ambae partes

consenserint^ istud

IN ITALIA
Rotari

cio

che

vinti

erano anch'

Italiani

tempo

guidrigildo attivo al

quale permette a vincitori e

risguardanti la volont ed
eccetto che rispetto

Legge

onde

longobarde

nelle carte

Liutprando sugli scribi

di

rivela a creder

che salvo

pochissime datano tutte

dalla et di Liutprando e de' suoi successori

se ne

quale

trovi la

romano

diritto

ci

egli

si

continuo

ad alcuna delle forme e instituzioni


per viemeglio convalidare
a dire che ogni carta

la

bardo e delle sue forme


del

romano, o che

al

di chi ragiona la carta,

un

tal

modo

che indi

si

si

non

sia

Non dunque
di

italiani

quand'anche

in

sia

assoluta

Questa legge

le

le

norme

non appartiene quegli

nome ne

il

bassi

gius longo-

per ci scritta giusta

vinti

il

appigliavano

nel gius de' vincitori

quale alcun che presenti

popolo de'

ricavano.

vinti

stabilite

legge degli scribi da Liutprando dettata, e


tizie

loro negozj giuridici.

argomentare manda

di

diiBcilmente alcuna

rappresenti scritta puramente secondo

e perch di

Tuna con l'altra legge,


mio la ragione

familiari interessi

un

tramescolare nelle materie

vinti di

eredit

alla

da

tutelati

essi

dei Longobardi.

37. Del resto, questa famosa


la

525

romano

perch

dimenticanza

la

preziose ed aperte no-

confortata dall' altra di

al romano marito
mundio della donna longobarda (61), evidentemente
dimostra che due liberi popoli e due leggi fiorivano nel regno; la
legge e il popolo de' Longobardi
la legge e il popolo de' Romani:
dimostra inoltre, che ciascheduna delle due generazioni d'uomini

Liutprando medesimo che


di acquistare

fa lecito

non obbligo

il

seguitava di regola la propria legge

ma

che volendo poteva di-

(61) LL. Liulpr. IV, 74. Dico che questa legge non introduce altro di
nuovo se non la capacit del romano marito di acquistare il mundio della
donna longobarda perch il connubio tra' due popoli non essere giammai
stato proibito
almeno rispetto alle vedove sembra potersi rilevare dal Rotariano Editto L. iS2. Poleslalem habeat illa mulier vidua si voluerit ad alium
maritum ambulandiy liberum tantum. Parimente, il bresciano documento
dell'a. 772, ap. Troya g. CLXXXVII, prova due cose: 1. che alla romana
non era disdetto sposare il longobardo
ma se questi era servo , la donna
cadeva in pena tra le ancelle filatrici. 2.'' (E ci pi monta): che a Brescia
eranvi parecchie romane libere, la libert romana delle quali era tutelata
dai Re e dalla Legge alla pari della libert longobarda , se Adelchi ricordava come la romana libera che avesse dimenticato la propria dignit sposando un servo , doveva cadere tra le ancelle filatrici di corte nella guisa
appunto che vi saria caduta la donna libera longobarda maritandosi a un
,

servo.

LONGOBARDI

SUI

524

massime

partirsene, trattandosi di negozj di gius privato, e

che spettano

ed

alla volont

appunto quello

famigliari

ai

interessi

di quelli

e questo per

che pi frequentemente appare dalle carte o

di

come ad esempio nel


di Monza e da
riferirsi a suo luogo perch non manca nemmeno un qualche documento che tutto informisi dal romano diritto. Cos la carta dell'andagli instrumcnli.

testamento

Grato

di

dico pi frequentemente

che fu Diacono della Chiesa

no 748

(62),

per cui Alessandro

avuto in prestito da Arechi


di

oro per un anno

un suo

di Sparticiana

riconosce di avere

Gampilione presso Milano un soldo

di

e gli consegna a

titolo di fiducia (or

praticello, da riprendere restituito che avr

pegno)

danaro

il

ed

pena, mancando, del duplo, esibisce dritto puramente romano,

alla

e del pi antico e custodito unicamente nelle pratiche della vita civile

pi della fiducia non

scorgendo vestigio alcuno nel diritto

si

Giustinianeo. Ora, di queste pratiche una sola

che

il

gius

romano

privato fosse

maisempre

servato continuamente nel regno de' Longobardi

e quindi, a poco

quanto loro tornava acconcio, abbracciato ancora dai

a poco, e per
vincitori.

spiegazione: cio,

la

dai vinti italiani os-

Ammenoch non

voglia supporsi che ai tempi di Liutprando,

conquistato per esso un pajo di citt sul Greco Imperatore e pubblicata la legge degli scribi
dell'

giureconsulti e notari della Emilia o

regno longobardo

Esarcato calassero a stormi nel

e Pavia, per dimostrarvi

Trebazio Testa, sulle orme

di Giulio

cevolmente ascollasi favellare


38.

Ora

scienza e far

loro

la

Cesare

in

Milano
di

Gallie, pia-

ito nelle

grande romano oratore

il

moneta; come
(63).

se le cose insin qui discorse accostinsi d'alcunch a quel

vero che noi cerchiamo in una et cos tenebrosa


accogliere la opinione: che

il

parmi

gius romano, risguardante

si

debba

ai delitti

ed alle pene, non che allo stato e all'interesse pubblico, venne in-

tieramente
italiani

meno

per

conquista

la

ritennero soltanto

migliari loro negozj.

il

Sennonch

pratiche della nuova vita

de'

Longobardi

sociale

lo

lo stesso

gius

romano

compenetrarono, del gius longobardo

appunto che non poco

in s del

(62) Fumagalli, Codice S.


(63j Cic.Ep.

vinti

nella successione dei tempi e nelle

venne gradatamente ad esser guasto e modificato per


e norme, che

che

patrio gius privato, o spettante ai fa-

romano venne

Ambrosiano Carta

ad Div.VII, 6-18.

nella guisa

a ricevere

IV. p. 25.

privato

le instituzioni

il

gius

IN ITALIA
longobardo e proprio dei

vincitori

527
quale

il

fatto

cos

parte, leg^e dell'universale, venne osservato, studiato e

non solo

talo poscia,

eziandio che

mezzo, ma

ne' susseguenti secoli di

meno

da noi corsero

discosti

gran

in quelli

pur vuoi

o se

in

cummeuvici-

nissimi.

IH. Se

municipj

le

franchigie loro durassero nella Italia

signoreggiata dai Longobardi.

Ma

39.

in

dubbio

ai

Longobardi

moltiplicare

magistrature facevano ragione

Duchi ed

ai

diverse regioni

in

anco

stupenda instituzione de' municipj?


le

ad avere

citt

Le

notizie,

le

Longobardi

nella et longobarda

Sti forse

g' Italiani ?

e magistrati

de'

loro curie

ignari della

quali succedevano ai Rettori delle

che precedentemente era divisa

dunque furono governali


insorte tra

gius? Certo

insolito ufficio sarebbe riuscito

altrettali Giudici

lingua e del gius de' Romani),

ed : Quali

secondo quel

vinti

ai

questione indi sca-

nostre indagini

le

prime molto malagevole ed

in sulle

questo

in Italia,

altra d' assai pi grave e scabrosa

appunto per

turisce

romano privato nelle parti che


sembra non possa mettersi

se la durala del gius

furono soggette

di que'

Come

l'Italia.

giudizj delle cause

tempi

'

antica e cos

termini: seguitarono

In altri

magistrati di giurisdizione rivestiti

comune?

quali amministrassero gli altri negozj del

pur troppo certe, che abbiamo delle crudelt nella con-

quista usale da Clefi e dai Duchi a lui succeduti,

o sperperarono con

la

spada quasich

tutti

quali o spensero

potenti

ricchi ed

nobili, valgono di per s sole a far discendere nella sentenza, che,


ne' primi anni della conquista

longobarda

pena e forse, qualche rara eccezione)


cotale

stremo ridotte da

antiche loro sembianze.


sorte, delle

la

esistenza

medesime non pu essere comprovata


sia de* magistrati

comune

e loro scribi e ministri

loro occorrano nella et

essi giustizia

si

se

II.

salvo

mala

in qualsivoglia

non da quelle
aventi giu-

le

altre faccende del

vediamo un poco se notizie

perch

fosse

in

potuto

tal

di

67

di

magistrati che

scopriremo

guisa

rendere

liani.

Ap. Voi.

sia de' uiagislrati

longobarda, e massime

fossero di giurisdizione

ancora se per

che governavano

risdizione

rivestili

curie

presentare a stento un simulacro delle

posciach

testimonianze che tuttora avanzino

le

furono o annichilite, o a

ai

vinti

ita-

528

LONGOBARDI

SUI

niuno ud giammai favellare

40. Nella et longobarda


viri

a credere

che Narsele

delle citt italiane

cacciati

Goti

la cessazione

loro

tra'

per diversa cagione.

mantener

giustizia e

una emanazione

la

pace o

come

Non

del regio potere.

per ventura pot trovarsi

Gastaldi

Conti

un tempo della giustizia. La


tempo e dalla nomina del Kc

decani ec. Ora

ai

che

minori
i

cura

regno

non

di

ufficiali

scelti dalle

barda

Ma

non sembra

un

elevazione dipendeva a

e lo stesso

sembra che

sia

volessero alle vinte citt

la-

antichi magistrati

provvedere per tanta parte alla

citt

loro

Judices), e ministri a

pace o quiete del

pu credere ove non se ne adducano

si

che

o giudici subalterni, sculdascj,

Re longobardi

Gallie, manifestissime prove.

come
in

elezione dei nuovi

sciare la pienamente libera elezione de' loro


cosi la

comuni,

ai

render

presenta

e dal gius di eredit nella sorte del

predecessore e dalla popolare elezione

da credere rispetto

la

insomma

costoro
,

ufficio di

l'

ci si

suddiviso l'esercito de' vincitori

poscia

occidentale imperio

pi pertanto

pienamente libera

io antico

reggitori (Duchi

dell'

(64.),

barbari popoli,

quiete pubblica

la

con

nondimanco
argomentarsi almeno

Longobardi potrebbe
altri

Duum-

di

molto strana

ed in tutto Duchi

privati

ai

Ne' regni sulle rune

Longobardi e dagli

fondati dai

sia cosa

municipali magistrati

ai

dappertutto

sostituisse

amministrar giustizia ancora

ufficio di

rest

E quantunque

Quatuorviri juri dicundo.

s.

come per

le

se di questi magistrati liberamente

durata nella et

possibile la

longo-

ben poterono per altro nelle medesime serbarsi quelle ma-

gistrature di epoca pi recente o imperiale, la cui elezione dipen-

deva o in tutto

in parte

almeno

dal beneplacito sia dell'Imperatore,

succedevano

sia dei Rettori delle Provincie, ai quali

ed

il

Re,

servator

il

de' quali era

defensor civitatis

come un

da

alla sua

giurisdizione

lui

vicario al rettore

preposto

provincia

della et imperiale;

s, loci,

(65)

all'
;

una
l'

altro

delle

citt

il

loci

primo

il

or Duca o Castaldo
altra

l'

Duchi

Gastaldi dei Longobardi. Tali sono, a cagion d' esempio,

della

soggette

un magistrato e patrono a

magistrati, non che le Curie, nella Italia Greca,


(64) Che rimanessero
Papiri Diplomatici del Marini
N.^ 79 ( a. D. 537
N. 80
provano
(a.D. 564 N." 88 ed 88. A. (a. D. 572) N.'* 75. (a.D.575) N." 74 e 74 A.
a. D. 552-575) N." 94 (a.D. 625).
i

lo

Cf.

(65) Nov. 134 e. I.lLibiq. Angel. Cujac. Obs. et Emend. lib. III. e. 14.
A. Vacca, Exposiliones locorum obscuriorum tit. 16. D. de off. Procon. et

Legali.

IN ITALIA

un lempo

de' cittadini

bera nelle

citt

in fatti

Paolo Diacono (67), o

altre

appare

frequente

di

(68).

menzione espressa
abbondano, per non dir di

se

un

di

in loco ordinatus (69), da potersi

defensor

il

sappia

io

occorre

ci

nome

il

li-

loci servator

per quanto

carte della et longobarda


cos

un

di

loci servatores

Lucchesi

nelle Carte

giammai non

cui scolta, a dir vero, ora pienamente

la

doveva poscia confermarsi dagl' imperiali pre-

pretorio (66).

fetti al

in

ma

529

per altro

loco-positus

s.

civitatis

loci

s,

nelle Leggi e nelle

ed ora e dopo

praepositus

s.

judex

non senza molta probabilit asse-

verare che sotto questo nome, cos affine e generico, venga eziandio
defensor civitatis

l'antico

deputato di

E non

romani.

vinti

judex in
air altro

positus

s.

nome

regio

nel

in silenzio

giustizia ai

che

praepositus

s.

insomma,

magistrato

civico

il

rendere

da trapassare

loco ordinatus
,

loci;

s.

giorni a

questi

il

titolo di

cos

analogo

parimente non raro nelle leggi e nelle carte longobarde,

di episcopus

sacerdos in loco ordinatus

s.

codAU.de Defensor. Civil.

(6(5) Cf.

(1

s.

qui in loco praeest

55) e Aov.XV,

dovaci

(70),

Defensor

Civitaiis riceve essenzialmente qualit di giudice. Cf. Cassiodor Variar.

VII.

form. 11.
(67) VI. 3.

24.

dove Carlo Magno prose,


un documento riferito in Mura-

DI loci Servatores nell'Istria

gu le conquiste longobarde

memoria

in

d' Italia ad an.740 in fine.


Memorie e Documenti. ...per la Istoria di Lucca T. V.p.lI.Doc.202.
289.299.335.337. 397. Spettano que' Documenti ai primi anni di Carlo
Magno. Sono per loci Servatores anche qui inslituzione conservala dai
Longobardi perocch cessano al comparire dello Scabinalo insliluito da Carlo
Magno in che s trasformano come manifesto pel raffronto del Docum.
397 al D. 444 , vedendosi Scabino in questo lo slesso Tallo che nell' altro

tori,

Annali

(68)

loci Servalor. Cf.

D. Barsocchini

D. R. nel medio evo del


(69) foih. L. 25. L.
(

nel Progresso

non
fare
(

si

XV.

Saggio

De Savlgny

a luoghi nel

Romani

in Praef.

di
p.

osservazioni

45-50

loci

Imp. L.
servator

3.
;

ec- Che

poi

scambio che

presidi delle Provincie e Giustiniano


;

Istoria

sulla

Lucca 1839
il

del

).

35.34. Liutpr. VI. L. 42. Rachis in Praef.tra

Pipinl L. 8. Gnidon.

scambiasse

gli slessi

.Mov.

sig.

le

nuove

loco-positus

godevano

di

tent di ovviare

non saprei davvero o affermarlo o negarlo. Intanto

Voglio qui notare una singolarit. Nelle

Memorie per

servire alia Storia di

Lucca T. V. P. II. Docum. 424, di due fratelli uno detto Defensor l'altro Vicedominus. Or questi nomi mi pajono derivare da persone che in quella famiglia
avevano esercitato le due cariche. Vero per altro bene, che nella et rocosicch
mana come nella longobarda ci aveva ancora il Defensor Ecclesiae
da questo nome Defensor
non si pu cavare indubitato argomento per la
;

durata

di

quel civico magistrato.

(70) Rolh. L. 277. e passim.

LONGOBARDI

SUI

530

da doversi facilmente consentire che una qualche relazione passi tra


n altra sembrami che potesse essere se non questa, cio che
loro
;

entrambi rendessero giustizia


per elezione de'
poterono

punto che innanzi

perch nei giorni


seguito avevano
rensi negozj

dell'

ne

pubblici

avesse

diritto;

Comune

di

Comune

facilmente

mettere

la

mano

liberi

probabile

(71)

magi-

sempre

potette

cre-

quando

nella citt infierivano le vio-

appena aversi ricorso

Re Autari ed

civile autorit

ne' primi giorni

all'

arbitrio de* ve-

della nazione:

composte che

suoi successori

non

solo

de' venerati arbitrj

eziandio davanti al Giudice in ciascun luogo posto

ricorsi

invocato

innanzi ai

loro

appunto nei quali

sculdasci

e salvi

Duchi e Gastaldi o

L.22.L.30.L. 31. L. SS. C. de Episc.

AndA

4.

Magn. Ep.XI,

4.

loro

com'

romani

Theod. Balsamon.

Const.Eccl.IlI, 3. Scholting , de recusal. judicis VI, 14.


(72) L.26.pr..4.C. de Episc. Aud. Nov. CXXVin.16.
(73) Greg.

dei

nuovi

quantunque Ariani

posciach ne rispettavano quella

avrebbero
i

cosi

quali viepi

e surrogato al difensore delle citt, in que' casi

Longobardi

);

in conto di

avergli

poterono invocar giustizia per via

ma

nelle elezioni dei vescovi ita-

magistrato a cos dir perenne

sacerdotali

alla scelta

ec. e rivederne le ragioni (72)

poi furono le cose sotto

romani

conti

possedessero da chiunque

si

Analmente, concorrere

aver con tre

e rivedere

godevano nei tempi anteriori. Laonde, se

lenze de' vincitori


,

poi

di autorit con-

come sarebbe

non

luoghi

della conquista longobarda

scovi

appunto

arbitri e di altra guisa ne'fo-

primi Re Longobardi

liani e cattolici (73)


essi

et (71),

dimostrarono: non ultima cagione, a mio credere,

si

gli stessi

deronsi in diritto di

che

non poco

vescovi

pi ragguardevole delle vinte citt

in seguito

per cui

potuto in

essi

e ingerendosi ancora di parecchi altri ufficj concer-

signori della Italia poterono


il

ne' diversi luoghi ordi-

costume della precedente

il

Imperio

curatori del

strato

consentono aver

inspezione delle opere pubbliche

la

guardare che

non

sacerdoti

adoperando e come

longobarda,

podest

dalla

arbitri gli avessero deGniti.

nenti r amministrazione del

municipi

tutti

giusta

come

affinch

vescovi e

preposti

ogni tempo addurre


loro piati

Duchi e Gastaldi, o fors'anco

dai

loro private controversie; nella guisa ap-

le

ai

alle chiese

ed

nati

romani, regolata

vinti

portare

essi

Innanzi, dunque, al giudice

ai popoli.

ordinato e posto nei luoghi dal Re

IN ITALIA
vicarj {Loci servatores

[provincia

41.

531

Re

e in ullimo luogo al

della terra suddita

Longobardi.

ai

avvertite

o mio carissinao amico

che

quando

vedo

io

magistrali de' vinti italiani in que* Giudici del regno longobardo in

che
ad

appajono avanzi delle antiche romane instituzioni

ci

tendo

non

nome
ma-

eziandio presiedessero magistrature di longobardo

essi

in-

tenermi cos stretto in questa conclusione da negare che

di

e soprattutto nelle criminali faccende; o che, viceversa, delle

romana indole per s non si giovassero ancora LonLoco-positi


quantunque i Loci Servatores e
e' mi sembrino giudici
dessi o una o due cose diverse

gistrature di

gobardi.
(

sieno poi

cosi

specialmente ordinati a governare

Romani,

io

ci che talvolta non rendessero giustizia anche

propria in origine

io

Duchi non

ingerissero anch'eglino

s'

faccende dei romani liberi che abitavano


ond' erano

reggitori

loro chiamare esclusi


gitori degli

Romani

gobardi

Ma

acconci in progresso alla politia longobarda. Parimente

si

distretti

per-

direi

sono lungi dal credere che

nelle

vi

Longobardi.

meco che avremo sempre una instituzione


la quale dall' uso e fatto loro trade' Romani

in tal caso converrete

pass e

non
ai

ospiti

Gastaldi.

di fatti

Gastaldi

me

anche a

pajono

e'

citt e nei

nelle

molto meno vorrei dal governo

questi reg-

soprattutto ai

preposti

Lon-

quali doverono chiamarsi reciprocamente ospiti dei

siccome

questi

si

domandavan

quelli.

di

Gastaldi

soprantendevano sempre ed unicamente agli uomini stanziati sovra


le regie corti,

quali erano la pi parte quasich servi o diciamo

vassalli del Re. Poich, a Iato di

altra sorte s'incontra, per

ad uomini

stizia

pi delle volte

la

uno

di

costoro, Castaldo

esempio, a Siena,

capitanava in guerra

liberi e loro

doppia qualit

di

ben

di

quale rendeva giu-

il

(74).

se

il

amministratore delle regie corti

e di governatore delle citt, trovasi congiunta nello stesso Gastaldo,

non mi reca punto

ma

sudditi e in

locati

stupore;

di

Re

tutela del

imperciocch tra
e gli uomini

quali dovevano ubbidirlo

e protetti e vassalli

del signor longobardo

tale
,

come

convenientemente governare

gli

uni e

liberi

il

HI

col-

gli

altri

divario

ci. .6,

in

faccia

non potesse molto

ufficiale
;

tanto

regie corti erano situate nel distretto di^uella citt o

(74) BruneUi, op.cU.P.l.Sez.

romani

aderenti al suo patrimonio

non doveva parere

che lo stesso

nelle sue corti

e Documenll

pi che

le

comune, cui

N.'^

V-VIIl.

LONGOBARDI

SUI

53!?

preponevasi quel Gastado. Vero per altro bene, che tra

bardi

ma

avea buon

liberi dai Gastaldi governali, ci

mini

la

pi parte

romani. In

de' vinti

fosse

com' probabile

moltitudine del governato

la

Duchi

io

gasindj

gli uo-

di longo-

e fedeli

indipendenti e non cortigianate dei Longobardi

sennonch

che

sottoposte

citt

principalmente T esercito, ossia

veggio spiccare

Re

del

libero popolo io credo pure

termini; nelle

altri

numero

ai

fare

le

in quelle

come Milano nelle quali erano eziandio regie corti


o un immenso stuolo di liberi vinti o le une e gli altri insieme
ivi un Gaslaldo mi comparisce a lato del Duca (75). Nelle citt
sottoposte ai Gastaldi o immediatamente suddite al He
io vedo

citt ducali

principalmente

ma

moltitudine de'vinti

la

italiani

liberi

que' gasindj e fedelf, ossia seguaci e aderenti del Re


tenere in freno

suddite aveansi procacciato terre e possessi

le citt

che giacevano nelle prossime regie corti


poteano anch'

tenersi

essi

quali per

e inoltre

conto

in

sicch per questa cagion


e

ospiti

di

protetti

di

lui.

Gastaldi soprintendevano innanzi tutto sg


Appunto poi perch
romani veggonsi tal fiata nelle carte Gastaldi che sembrano di
romana stirpe (76) ed anche il Sig. Leo porta opinione che proi

vinciali fossero di regola innalzati

quali per certo avrebbono


vinti

zia ai

da

passare

nome romano, quantunque

longobarda. Tale era V actor publicus,


di

delle

sotto

d'insti-

acconciati adesso alla politia

quale, stando ad una legge

il

mi ha pi faccia d'inquisitore dei delitti nelle


o comuni sudditi che non di sotto-amministratore e rettore
come appunto sembra che da
regie corti. Tale il Publicus

Liutprando

citt

credo

io

giusti-

come

in silenzio

questi Gastaldi stavano altri ufficiali parimenti

tuzione e

(77);

amministrar

potuto di persona

E non

italiani.

dignit di Gastaldi

alla

(78),

(75) Giulini,

Ce ne

(76)

Memorie

lia tanti

tcitt

Troya

CLXXIV. E

essere Gastaldi, non


dizione che in

Re

(78) Lib. V.

s'

eas ruperil,

VAclor.

nome romano,

per es.

da non potersi cre-

Eleulerio Gastado

di

Rieti

ap

Romani non avessero potuto n tampoco


intenderebbe come potesse avere avuto origine la tra-

in verit, se

degli Stali italiani, p. 41.

13.

medium

V. Brisson.

Ireuguas luleril

et

unus ex

de ipsis treugis componat in publico

cujus caussa

quacuraqne

Si quis judex aul actor publicus in

tate aul loco inter homines

dium mi

Desiderio vede un romano.

Leo, Storia

(77)

Milano, l.pag. 278.

fossero Longobardi

dere che
.

di

e dappertutto di

esl.

Cf.

Rolh. L. 200. 201. Per

de verb. signif. sub verbo

c(

Ago

la

v.

ipsis
{

al

civi-

hominibus
Fisco)

romana

et

me-

indole del-

aclor. g. 6-8.

IN ITALIA
Liutprando

e diversi luoghi appellisi

in pi

in tutte

riferite

le

per altro, intendo con ci di negare che

io,

questi subalterni magistrati

mente preposti

ai

nome

r istesso

quali

sembrano

ripeto

principal-

criminali negozj e di buon governo, non avessero


regie

nelle

Ci sarebbe quanto impugnare

corti.

almeno aW actor publicus. Che anzi;


tanta longobarda confusione di nomi e di cose
parmi doversi

una verit inanifesta,

rispetto

come

credere, che,

Gastaldi delle citt, cos pur anche que' su-

quali

ajutavangli a governare

balterni

magistrati,

comune

suddito, estendessero la giurisdizione

nelle citt

medico pubblico e del Re

s stesso

mia o tautologia,

comune

aia perch ad un

tempo

suddito e della regia corte (80)

seguito e serbarne

in

dall'altro dei

romani

liberi e

gobardo. Di che guisa poi


distinzione

quello

Ma

in

comune

del

in

cose

quale

avanti la sepa-

comune, pot benissimo

nome [publicum): nome a cosi


o vassallo al principe ma distinto
,

semplicemente sudditi del


quel far longobardo

suddito dalla regia

corte

si

leste

accennate.

fugherebbe

le

dense

ci fosse,

Re

facile a dirsi.

mi sembra manifesto per

chi valesse a porla in piena luce

tenebre che

lon-

delineasse la

e in che paesi

che paesi questa predominasse, non ora

che questa distinzione allora

certo

medico e del

egli era

la

il

comune, quasich servo

dire di

il

regie

le

non gi mi penso per sinoni-

razione, avendo pur essa fatto parte del


aderirvi

sovra

loro

eziandio dal vedere che Galdoaldo da Pistoja appella

corti: sospinto

le

magistrato criminale

oce publicus voglia signilcare o patrimonio, o magistrato al

patrimonio del Ke. N

in

ii

non mi sapendo persuadere che

di quelle (79):

leggi la

533

cuoprono

la storia

per
della

et longobarda.
42. Vedete

dunque, mio buon amico, che

capaci di rendere giustizia


carte e leggi dei

Re longobardi

di

Romani, non

ai vinti

magistrati proprj e

difettano cenni nelle

quantunque, per essere questi pro-

L.10.L.68.L.88. L.89. aul per judicem aut per publicum.


Si quis terram alienam sine pubblico jussu guiffaverit
componat sol VI. ; dove non parrai ci sia nulla di patrimoniale del principe.
V. per Sclopis: De' Longobardi in Italia (In Memorie della R. Accademia
(79) L.6.VI.

L.

delle

99. Cf.

L. 95.

Scienze di Torino, Voi.

XXX III

pag. 123.

BrunelU op.cit.Doc.di N.** XII e N." LXVIII. lo non posso credere


che quest'uomo Magnifico e di tanta dovizi;^, fosse palrlmoniale (publicus)
lui stesso: cosi non avrebbe potuto disporre delle cose proprie.
Del resto
pu anch'essere ch'egli fosse stalo o fosse elTettivamenle quando di lui si
parla medico del Re in persona, e non della regia corte.
(80)

534

SUI

LONGOBARDI

pramente cenni e non altro, sia disperata impresa di cavarne fuori


un sistema cos chiaro e limpido come or si vorrebbe. Che se poi
mi si domandi onde uscissero gli assessori che in questa et aiutavano il magistrato in rendere giustizia ai Romani io credo che si
,

dagli

traessero
stanti

boni

maestri

s,

uomini pienamente
homines

idonei

di arti liberali

e mercadanli ec. (81);

per

lo avanti

erano

insomma

e soprattutto poi

componevano l'ultima

eccidio di

quali per la natura dell'ufficio

vedemmo

longobardi

ai re

a dir vero;
i

insin

dagli scribi,

dai

ne' pochi

giudicati

quali

se

vinti

il

siccome quelli

loro rendevansi grati a tutti, ed


giorni di

Agilulfo

che tuttora

presso

cui

notaro (.17).

il

abbiamo

et

della

buon numero

giu-

ai

non solo

del vinto popolo,

ma

eziandio del

un popolo e
romano e del

e forse alle ingerenze loro ne' giudizj dell'

r altro dee
longobardo

siccome quelli che pi addentro intendevansi nelle leggi e

(82),

quel

riferirsi
,

che

ci

tra mescolamento del

occorre nel

tempi. Perch

questi

medici

tanti decurioni divenuti

notari veggonsi partecipare in

nelle giuridiche dottrine

vincitore

e bene-

incolti

cherici

accolto in amicizia e confidenza Slabiliciano

longobarda,
dizj

dai

inferior parte delle curie,

nervo principale del trasformato comune dei

anche

meno

e dai corpi o collegj pii insigni degli orafi

presente e dopo lo

di

liberi

se le

modo

pugne e

di

gius

procedere nei

giudizj di

se gli atdos

le altre ordalie,

sagramentali ec, sono manifeste instituzioni del gius longobardo;

causa che

(81) Nella deposizione dei teslimonj in quella

un nome
gobardi
lutti,

si

agit tra

Ve-

ve ne ha tanti che portano


romano, da poter fondalaraenle credere che non tutti fossero Lonmassime che si trattava di una causa relativa alla Chiesa, ed in che

scovi d'Arezzo e Siena {BruneUi op.cit. N. Vili)

longobardi e romani, avevano l'interesse medesimo. Ora,

ai giudizj

po-

tevano intervenire come testimonj soltanto quelle persone che vi avrebbono


potuto partecipare come assessori. vero che Luperziano, Vescovo aretino,
chiama arimanni tutti que' testimonj {Brunetti 16. N. X. Per singulos arimannos ipsius senensis civitatis inquisiva el rei verilalem compertus etc), che
allora furono uditi. Ma ci pot accadere o per lapsum Hnguae o perch con
^

essa voce volle longobardamente chiamare anche coloro

quali latinamente

e con propriet maggiore dicevansi boni s. idonei homines, siccome appunto


gli chiamano gli Editti dei Re Longobardi. CL Memorie... di Lucca T. IV.P. II.

Append. Doc. 20. dove s' incontra precisamente e con pi certezza lo istesso
scambio di predicato.
(82) V.ad es. Brunetti Cod.DIpl.P. I.N. XI, dove Ulziano notaro e messo
del Re giudica la causa del Vescovo di Pistoja col Vescovo di Lucca. Cf. Troya
,

S.

CXXVI.

IN ITALIA

535

wadia per fidcjussorc o mallevadoria

J.1

ritorcere
l'ormi al

giuramento

il

vadimonium

(83)

ed al [erre

(84)

quel deferire e

quel

tanto nella sostanza dimostransi con-

et referre

juramentum

(85) dei

Romani, da potere fondatamente credersi, che con le pratiche tuttavia


non morte del vinto popolo modificassero Longohardi le loro native
forme di procedere nei giudizj posciach di queste doveano giovarsi
i

adesso ancora

Or

vinti italiani (. 31).

se pertanto cos stavano

un avanzo

comune

le

cose, non da far meraviglia se

si

rappresenta e in quella carta celebratissima dell'anno 721, che

del

ricorda Vitale Escettore della citt di Piacenza (86)

documenti

poco posteriori

di

giudici delle citt (87)


le instituzioni

di

quali poi

alla et
(

negli

longobarda, che

antico

ci

ci

altri

esibiscono

modificati, e di non poco, per

Carlo Magno e suoi successori

composero

ne' se-

guenti secoli que'collegj di giudici e dinotari, che collocaronsi a


lato dei
4-3.

del

veramente nuovi e rigenerati

Come

comune

ridici

durata

poi

e tal

quale avanzo

antico rest nelle citt italiane per provvedere ai giu-

ncgozj de' vinti

e procuratori (89),

comuni

non

cos

di altri ufficiali

strazione de'

come

quali

per

N poteva

alla conquista.

Memorie

mancano tampoco
curatori

esattori

s'ingerivano nella economica ammini-

in

quanto possibile

qualche modo

essere diversamente

Documcnli.. ..di Lucca Voi. IV. P.

..l82.Cf.Troya g.l76.
(84) Roth.L. 363-67.

della

notizie

delle citt (88)

farci cos certi

ancora in questa tenebrosa et

(83)

comuni.

italiani

un informe

veduto che

si

posciach

I.

che

sopravvivessero

Doc.

LX

di

beni e

e Disc. V.

L.l.D. Si qufs in jure voc. (Il, 5) Brlsson. de


IV , 184-187.
de jurejurando (XII
2) Cod. tll. de rebus credilis et jureCf.

vcrb.sign.n V. Vadimonium. Cf.Gali Coram.


(85) Dig.

tit.

jurando (IV,

).

Ambros.Doc.dl N." I.
Girolamo della Corte,

(86) Furaagalll, Cod.S.

(87) Ughelll-Coleli V. 711.

g,2l0.xMuralorl Anliq.Il.T.2

p.

Hisf. Feron. L.l. a p.Troy

977. B. Fumagalli op.cll. N." 131

et

passim.

Formula Veronese alla L.182 di Rolari. Nane dicile vos


judices quid comendal Lex
riferita dal Sig. Rezzonico nella sua dotta disamina dell' opera del Sig. Troya , pag. 123, nota 2, nel Giornale dell' Insliluln
Lombardo T.VI.
V, soprattutto

la

(88) Brunetti op.cll. N.

XXXI

(a.D.739) N.

(8U) Balut.Cap.

LXX

(a.D.768) N."

1.1448

Pipini

L.5.L.20

Lolharii L.4I. Cf. Troya.

136, 137.

Ap. Voi.

LXXVI

'a.D.77l).

II.

<)S

536

LONGOBARDI

SUI

memoria

(erre comunali in Lucca,


vicanali o di

di pascoli

791

del

vicanali

d parte pubblica

Verona ed

significare

il

comparisse allora per

in Chiusi

pubblico, per

quantunque

la

sotto

cagioni dette (. 41),

le

prima

in quella

divenissero

io

sotto

nome

il

un comune

volta

re longobardi la voce

adoperasse eziandio per

si

patrimonio del Re.

comuni, e

44. Della esistenza pertanto dei

che

Verona,

di

798 ce. (92) ne que' pascoli credo


per appunto ai tempi di Carlo Magno; n

(90);

milanese

(rncws), in allra carta

o del comune

(91), della parte pubblica

cos celebre del

in

una carta dcli'anno 704

in

un corauncllo

governassero anche durante

di magistrati in Italia

non
comuni e ordini sono quegli antichi e
veramente municipali della romana et, o sono in quella vece nuovi
gli

pu

Ma

dubitarsi.

e longobardi ?
giovi di

dominazione longobarda

la

sciogliere siffatto nodo, io credo che innanzi tutto

bene intendersi

fra

coloro

duravano

gli antichi

anche manifesto che


per

e gloriosi municipj

romana repubblica

ordini o

gli

che qui fiorivano

curie

le

una

al

cadere

ed pur

provarono

municipali

non

mutazioni da

tali

l'

Longobardi pi non

e nei primi giorni dell' imperio

longobarda

conquista

la

tengono o per

quali

parte o per l'altra. Certo: nella Italia sotto

della

questi

punto

pi

dunque per siffatte mutazioni or


comuni, non parmi prezzo
contrario. Ma se poi nuovo e longobardo

meritarsi quel venerato nome. Se

chiamarsi nuovi gl'italiani

vogliano
dell'

dir

opera
si

il

voglia

disputare in
il

comune

perch

alle italiche

cada apertamente in errore.

si

popoli

da

essi

non

si

provate

ordinamento

in

radunavano

in

e che furono

Memorie

dubito che

non per

tre sole necessit

pace

guerra e regolata divisione delle terre occupate;

le terre

terono adempiere

(90)

io

germaniche foreste

nelle

se

aver giustizia in tempo di

laonde rendere giustizia in pace

mente dividere

difatti

comune

altre ne

instituzioni

succedessero di presente longobarde e germaniche

in

guerra

equabil-

tre soli ufficj che seppero o po-

que' comuni.

reggitori di

Documenli

capitanare

furono

Ma

Lucca T. IV. P.

di

vivere

I.

in

citt

Doc. 59. Troya.

.177.

Fumagalli, op.cil.Doc.di N.'' XXII.


Girolamo della Corte, Hisl. Teron. L.IV.p.l7S.
Troya g. 210. Del pubblico o comune delle citt di Chiusi del Gaggio o
(91)

(92) Ughelli Coleti V. 711.

ii{).

Bosco, spettami a Siena V. Pizzetli

II

343-348

ap.

Troya g 228

in fine.

IN ITALLV

o37

murato provvedere al buon governo delle medesime aver beni


in comune, amministrarne
esgerne erogarne le rendite in comun
alle acque, alle
pr; avere Edili che procurassero agli edifizj
;

strade

ponti

ai

e Gnalmenlc scribi che registrassero in protocolli

sentenze, e redigessero

le

negozj

dei

esattori

pur anco che


i

un comune che

dire longobardo

tersi

loro nativi

pi presto

forma

portolani

Longobardi in

fosse

ordinassero eziandio secondo

iMa questi

contenti

tennersi

ai

non sembra po-

e per

tuttavia ci esibisce curatori,

si

doverono Gorire

di esercito,

intieramente ignote

escettori o scribi e notaj,

Italia

comuni [gauen).
vincitori

volontarj giuridici

de' privali e

atti

germaniche contrade

rozzi abitatori delle

procuratori

gli

queste erano bisogne

cittadini,

furono

se ve ne

dell'

e se

non

ordinamento loro

separati e distinti,

come

in

pi

nobili e principali, accanto agli antichi e sudditi de' vinti italiani;

e al pi

pu credersi che

que' distretti

romani
vie,

per

consueta imitazione

la

mancava a

comune

Iato quel

ponti e

in s rice-

massime

sperperati

in

liberi

suddito che fornisse loro

le

comodit che sono proprie del

altre

le

instituzioni; e

quali, intieramente spenti

nei

traghetti

romane municipali

vessero alcuna delle

N vorr nemmen disputare se un qualche longobardo


comune italico per ingerirsi negli ufficj
adempievansi. Ma quantunque io pensi che in quel comune

viver civile.

non

accostasse adesso al

si

(he qui

suddito d'assai pi libere

fossero

non quelle

o sindaci

de' gonfalonieri

de* nostri giorni


di

goderne

cende

in

che

alla

dignit, e lucri

pochi di loro

ed

non

punto non curassero


dei

fin

ci

fatti

cariche

altre

tengo altres per fermo che

vantaggi

immischiarsi in fac-

l'aggravio compensava almanco la

erano da ricavare.

in contrario alla altiera

E quand'anche
io

questo, longobardo e nuovo domandare

il

alterare la

che pochi fossero

conto, nelle citt, lo dichiara

il

fatto,

se ne dilungarono in dispetto della

sero

il

nome

di

di

gente

indole della

que' pochi non poteano valere al segno

comune

e di questo

di

non

si

comune. Imperciocch,

Longobardi

romana

almeno

di

qualit

qualche

che quando questi nuovi magnati


Franca conquista, dietro s

nome

ei

tras-

le citt

ne

doverono per certo essere

chiamati dai Uomani e non dai loro compatriotti


prebbesi altrimenti

alcuni

non vorrei per

Longobardi o Lambardi ^quasich allora

rimanessero prive

municipali

Longobardi, contenti

d'

fossero trattenuti dallo scendere a cotal segno

del

che

ingerenze de' magistrati

le

quali non sa-

che nome avrebbero voluto appellare s

stessi.

538

me

inoltre

quale

lo

sconsigliercbbe

anticipando un saggio

decreti

Piacenza;

di

quanto poscia operarono

per via

di raccattare,

aldj che appartenevano

ai

proprj interessi.

Non parendo,

longobardo o nuovo o misto soltanto

un comune che non isdegnava

patrimonio del

al

uno

or

fatti

che

Longobardi e Franchi fosse

di

pur

quali

duravano ad

tuttavia

non meno dei Longobardi

dei migliori capi di entrata

che dei Franchi

(93) e

in verit, credibile

affratellarsi degli aldj e partecipare

civiche franchigie a costoro,

essere

il

famosi

onde Pipino dov promulgare una legge per impedirlo

provvedere

le

comune

fatto del

il

di

punto non dubitava

nostri deiret succedute,


di particolari

Re

LONGOBARDI

SUI

nuovi signori di questa nostra sempre mai

tribolatissima terra.

Per queste ragioni

45.

romane

instituzioni

mutazione

dei tempi e de' padroni

ruta e diversa forma


in

Italia

dei

giustizia nelle

comuni
cause

romano

r antico e proprio

io

si

durante ancora

cos rispetto ai magistrati

nomiche faccende
devano

adunque

ristrette invero e

la
i

come

di

diritto

reputo che

alterate per la

conservassero

in assai spa-

dominazione dei Longobardi

quali amministravano le ecorispetto a quelli

ragion privata

che ora

municipali

le

grandemente

vinti

ai

quali ren,

secondo

resta ad esaminare

ci

osservato pur anche dalle chiese e dal

se fosse nella presente et


clero.

IV. Della Legge con che vivevano

le

chiese ed

il

clero

nella et longobarda.

46. E'

non v'ha dubbio

di

sorte

alcuna,

Longobardi conquistarono tanta parte


vivessero secondo

il

romano

diritto.

d' Italia

alloraquando

che,
,

le

E quantunque

chiese di quella
,

per

la sfrenata

(93) L. 39. Non est de nostra voluntate ut homines Piacentini per eorum
praeceptum de curie palata nostri aldiones recipiant. E se tiravano ad ingrossare con gii aldj del Re, mi penso che avranno rispettato meno gli aldj
dei privati. E se gli aldj erano per la pi parte di romana stirpe, romano
pi probabilmente sembra il comune che gli ricettava. Sennonch questo
viepi sempre dimostra quanto mai debole fosse la differenza che passava
tra
comuni sudditi dei romani e le Regie Corti differenza che anco pi
sottile dov rendersi a' tempi di Pipino
se i collegj delle arti e dei mestieri
delle citt ora e per la prima volta si sottoposero ad un tributo.
V. per
Campi, Storia ecclesiastica di Piacenza pag. 201 To. /, che Interpreta diversamente da me questa legge ).
i

539

IN ITALIA
cupidigia dei vincitori ed

con

i^anesiino

mal Termo baratto

il

errori di Ario

gli

del nativo loro pa-

paese vinto

le chiese cattoliche del

fossero allora depredate e dei loro

spogliale

possessi

nondimeno

una rara generosit dei


videro restituiti nel tempo

quelle che per mediocrit di fortune o per

conservarono

vincitori

stesso che

ma

di propriet

danno

dei vinti.

prime

sulle

d'Italia

cose;
noi

beni

o se

tutto

tratto della signoria di quel popolo in Italia

il

rappresentanti e capi

troviamo

appresso

barbari conquistatori

processo di tempo. Abbracciata dai


i

re ed

magnati

delle

di

quando

aumentarsi

si

aperse loro

la

di fatto

dei Longobardi.

verso

nei beni

successione

si

le

queste

ritennero dalle

quella forma onde

in

e per chiese e vescovi,

parvero avere eziandio

Aggiungasi che

la

cittadi-

forme dei giudizj, anco

privati, sia de' vincitori o dei vinti, e fosse ancora ecclesiastico

magistrato, dimostransi
gius longobardo; n

ci

di

questi giorni

derivare

opinarono che

in questa et

secondo

le
il

chiese e

il

soprattutto dal

faremo pi maraviglia se per

che scolpite appaiono ne' contemporanei documenti


scrittori

le

che doverono pure

almeno,

precedenti loro padroni

conseguita adesso la propriet

nanza

che tenevano per l'arianesimo;

chiese cattoliche con quelli stessi diritti ed


i

altro in

la cattolica fede

quella gente larghissimi

nuove propriet naturalmente, e


avean goduti

cos per

Longobardi

vescovi di loro propriet longobarde

delle chiese e dei vescovi

gli

occidentali

altre

romano imperio. Non

Provincie che furono del

assai

quelle

di

tenessero nello stato quel grado di preminenza in che gli

divenuti

alle chiese cattoliche

cittadinanza, o la propriet in forma longobarda delle

la

quando per

chiese e

for-

Longobardi Ariani concedessero

primiera

romana esente forse dal tributo che fu imposto a


Non sarebbe infatti mollo ragionevole pensare, che

non vediamo giammai che

vescovi

gli

(94), da credere gli ritenessero nella

tolti

sembianze,

tali
,

alcuni illustri

loro rettori vivessero interamente

gius longobardo.

Ma

dove poi

si

consideri

romana origine della chiesa e dell'episcopato cattolico; che i


vescovi giammai non ebbero alcun grado politico durante il regno

alla

dei

che

Longobardi
si

ma

soltanto ottennero quella venerazione altissima

doveva alla pienezza del sacerdozio (95)

che non tanto per

IV, 6.
277, intorno agli Asili. Cf. Paul. Diac. iV. 6, dove la loro
reinlcgrazione ncir antico onore non pu ad altro, al pi, riferirsi, chea! ra(94) Paul. Diac. II. i2.

(93) liolh, L.

cquisto eziandio di loro antiche ingerenze negli afTari delle citt;


la

carta Veronese citata alla nota 91.

come prova

UO

LONGOBARDI

SUI

quanto ancora

le ecclesiaslichc discipline,

privilegj alle chiese e ai


tori,

por

osservaronsi in pr loro

canoni ed

il

romano

che Onalmente romana dov seguitare ad essere


beni da essi avanti, la

dubiteremo assai che


la

invasione

piena cittadinanza dei vincitori

tali

del

tempo diventarono

longobarda

come

onde potessero tenere con non diminuito

propriet dei

e dircm solo che con l'andar


almeno, capaci della propriet

fatto

di

diritto (96)

la

loro rettori conseguissero,

impera

dopo recuperati

goduti o poco

chiese e

le

immunit ed

le

vescovi conceduti d&i precedenti

diritto

beni

e t terre che loro donato aveva la piet de' magnati e re longo-

N questo

bardi.

Conciossiach

fu particolare soltanto alle chiese.

documenti

sforzi

ci

ad

nuovi signori non pensarono per niente a vietare

vincitori, scarsi di

di quelle terre

silenzio delle leggi e dei

argomentare che
tra

a mio giudizio

il

che

numero, ed

vinti

il

commercio

almeno

(97)

primi avevano acquistato o comparalo,

sia

per

violenza o per industria o per altro qualsivoglia titolo, eccetto forse

E perequando un

quello di sorte (98).

Re o

otteneva dalla generosit del


nativi in terre, egli altres

privato, provinciale o

di altro potente

romano

longobardo dei do-

ne acquistava per translazione

la propriet

longobarda. Cagione anche questa, e non ultima, onde nei contemporanei monumenti occorrono

frequente ed

di

in confuso nella

persona istessa e giuridiche relazioni che derivano dal

diritto

romano

e relazioni che dal gius longobardo; confusione che fu poi sanzio-

nata e di molto promossa dalla legge

di

Liutprando sugli scribi

(. 36),

e per la quale al d d'oggi pi malagevole di raffigurare ne' do-

cumenti molti romani provinciali


veste

ma

(96)

Troya .64.

(97)

Utpian.

invicem jas

avvegnach coperti

di

longobarda

che punto non dov in que' tempi alterare n

Regular.

XIX

3.

Commerciuni

est

le

respet-

emendi vendendique

perch non ardirei asserire che con l'andare del tempo


non potessero dai Romani acquistarsi. Per isciogliere ii dubbio
bisognerebbe sapere se, nel documento riferito sopra in nota 43, e che parla
di sorli, Maurizio Canoviere del Re era longobardo c^ romano, siccome il
nome parrebbe indicare. Del resto, quando tante volle io parlo di propriet
o longobarda o romana, non pretendo asseverare che in questa et vi fossero
due forme per dirillo dissimili di propriet. Dico romane quelle propriet
che venivano coltivale e tenute nelle antiche romane forme, sia di colonato,
(98) Dico forse,

anche

di

le sorli

colonia

quelle che

parziaria
si

o dagli

tenevano dagli

schiavi rustici e

aldj,

da'massan. Dico longobarde

servi di natura ed istituzione longobarda,

e che in origine certamente appartennero ai soli Longobardi.

IN ITALIA
live

cittadinanze

n tampoco V uso del

dire de' monasterj.

il

vincitori

drillo

parvero, per

temporali cose o

le

beni

traendo origine e propriet da

essi

gius longo-

il

e parvero per

quanti

tulli

vivere secondo

essi
i

canoni e

romano

che

si

Che

religiosi

e sotlo

della chiesa

diritto.

ariani o pagani, ed

che ad

tutti

quanti secondo

bardi

cattolici

suadermi altrimenti

sulle

non

abbracciarono

che

il

cit.

vore del Vescovo Aretino

atteso

la

manifesto se potesse con certezza


sopra questa

lite

752, e da

me

ctie fu gi

stampala nella Antologia


Istoria del Savigny.

Longobardi erano

componeva
i

di soggelti uni-

N.'^

97

Ma quando anche

Longo-

elencalo, io non saprei per-

romana

duro agli

pienamente

cittadinanza. Troppo
altieri

longa possessio.

riferirsi a

questo

in calce alla

Longobardi

liberi e cittadini indi

si

decide in fa-

anche pi

ci sarebbe

tempo

diligente apografo del


,

non vivessero

preti

pubblicala da! Muratori

poi, dietro pi

risguardavano, ricevute nel

Doc. di N. VII-X, dove la causa


,

al clero,

guisa. Essi

volessero spogliare o spogliassero la

essi

uomini

di

si

romana.

ci sarebbe riuscito malagevole e

(99) Brunelli op.

par-

altronde in qualsivoglia

popolo, ninno dir che


diritto

il

d'

rivolgiamo

ci

prime, quando

loro civil persona per cos cadere nella

troppa diminuzione

diritto

loro gius che dai canoni sacri

il

essi

clero cattolico

il

scelti dal vinto

falli

Longobardi attinsero

corpo del romano

il

Re o suoi

al

medesima

cose procedevano di una

le

e dalle imperiali costituzioni

camente

innanzi

Cagione per

diritto.

siccome corpi

loro

la

immunit

(99).

in qualit di ministri

(Iella

romano

se dalle chiese e dai monasterj

troveremo che

a.

gius longobardo.

il

privilegj e le

alleg talvolta nelle cause

messi tra loro agitate

tempo

furono

propriet

moderni, e molto ragionevolmente, vivere secondo

ai

47.

il

cui e chiese e monasterj in generale

vero

la

monasterj, e qualsivoglia fosse

origine, rispello alla interior disciplina


vissero senza fallo secondo

ma

s'ebbero pe' nuovi beni

arricchili poscia dai vincitori,

fnalmente,

vivere

ebbero e cittadinanza

e per cerio vissero secondo

bardo. Quelli che gi esistevano nel d della conquista

longobarda

che

de' vin-

romano. Quelli che furono fondati dalla piet dei

e propriet longobarda

abbia a

s'

pie largizioni

alle

Lo

dirillo.

errore che

preesistenti alla irruzione longobarda

tempo non parteciparono

doverono

citori, e

secondo

proprio antico

manco

stesso poi che delle chiese, parrai per

nel tratto del

541

la

Consultazione

ad
novamenle

Anliq. H. voi. 3.

Wille

mia recensione del

voi.

II

542

LONGOBARDI

SUI

sostenuto avrebbe la scarsa nazon longobarda

niva

stremando

atteso

cbe pur assai

condannavansi

celibato a che

il

quali in folla vestivan l'abito clericale o monastico.

vediamo non solo

ma

preti

ogni tempo,

che

reputo

quindi io

considerasse in loro

si

noi

o a cagione delle sorti ad essi per ere-

come

dit toccate, o per gli obblighi cui forse sottostavano

difalti

persino dei vescovi longobardi obbligati

di seguitare l'esercito (100),

o donatarj del Re.

ve-

coloro

giusta

il

come una doppia

gasindj

costume

di

persona: una

individuale e privata, e in lutto sottoposta alla ragione della gente

onde toglievano

origine

la

aveva

stabilito

religiosa e pubblica

tale

1'

altra

che ora

governala dal gius romano, che ne

in quelle imperiali costituzioni, ove

diritti

norme

tano le

come

vestivano di prete, e

relative alle persone ed ai

si

det-

negozi degli ecclesiastici

e alla dipendenza loro dai giudizj de' vescovi, e che per molti do-

cumenti

data, e da voi pure

Epper degna

vediamo osservate.

di questa et

me sembra

versale assenso anco a

dell' uni-

spiegazione dal Sig. Troya

la

ottimo amico, gi ricevuta, della centesima

legge del VI Libro di

Liutprando

che

all'acquisto soltanto dei

vantaggi per queste imperiali costituzioni accordate agli ecclesiastici,

debba restringersi ogni mutamento del suo


longobardo che avesse abbracciato
in conseguenza

il

6gli de' preti (101).

la

diritto

in qualsivoglia

vita clericale

vantaggi che,

Re longobardo molto ragionevolmente nega


Sennonch questa medesima legge per

prescritto: che, se un longobardo

il

ai

quale

quale ebbe moglie e pro-

il

creato figli, inspirato poscia da Dio siasi fatto chierico,


avanti

la

suo clericato abbian da vivere con

quella

figli

nati

islessa legge

con che vivevano allorquando furono generati e con quella islessa


sembrami tutla causa
,

legge onde se ne saria dovuto definire

tra le apertissime

tavia doversi noverare

testimonianze, che due

diritti, il romano ed il longobardo, fossero secondo la propria gente


o nascita gi osservati in quel regno. Diversamente, non veggo base

su che

figli

tensioni al

de' preti

godimento

(100) Brunetti

tunc

qua

filii

aut

I.

Doc.

di N.

clericus

filios

effeclus

qui ante cjus conversionem

lege ille vivebat

debebat.

quando

le loro

pre-

quelle utilit che provenivano dalla nuova

uxorem habens

Dei compulsus
filiae

avrebbon mai potuto edificare

op. cit. T.

(101) Si langobardus
inspiralione

di

eos genuil et

XLIX.
aut

filias

fuerit

procreaverit, elposlea

al.

ea uxore

nati fuerunt ipsa

morlua

lege

caussam suam per legem ipsam

vivant
finire

IN ITALIA
legge

la

in

ragion del clcricato

quanto

vale

opposto dicesi

in

dal

543

me

padre loro adottata. N per

che quivi

in bocca di

Liutprando,

espressione legge suoni quanto condizione, pula d aldio o servo

cui sottostava

padre prima del suo

il

parole di questo principe

Perch

cloricalo.

ultime

le

causam suam per ipsam legem

u et

finire

debebat , pur troppo aperlameulo vogliono significare la legge, e

non quale altra


si

rendesse.

padre prima che chierico

vogliasi condizione di quel

Quanto poi

behefizj de' preti

ai

io

credo che questi

ancora costituissero propriet o romana o longobarda

avean fondalo que' benefizj.


liana gente, io reputo che
i

loro beni particolari

preti poi,

come

secondo

quantunque

usciti d'ita-

tutti gli altri provinciali

romana forma,

in propriet di

tenessero

se proveni-

vano loro per acquisto o eredit da persone provinciali e

Lo che

italiane;

se provenivano da Longobardi.

forma longobarda,

in propriet di

la

romane o longobarde che

loro orgine e la qualit delle persone o

a provare vagliami, per tutti,

seguente esempio, preceduto

il

da poche parole.
48.

Anche coloro
romani

de' vinti
vi si

in vita

il

gius, la propriet e la cittadinanza

consentono che quel

gius e quella cittadinanza

serbassero almeno per le citt di Bologna

Brenlo

stello di

Grato,

proprj servi

che conquistaronsi da Re

e del padre, e dal donare che

la

d'

Imola e

il

Or

Liutprando.

ca-

bene.

Simplicio, Diacono che fu della Chiesa di Monza,

figlio di

nome suo

dal

quali negano che ne* primi tempi del regno

longobardo durassero

romana cittadinanza

si

fa

per testamento ai

manifesta uscito di gente

italiana; e, aggiungo, originaria di Bologna, posciachc Bolognesi

scorgonsi apertamente

suoi congiunti ed eredi intestati (102). Stando

pertanto al veramente

romano testamento

questo prete italiano,

di

noi vediamo che egli possedeva e beni in propriet longobarda, ossia


corti e case

(102) Frisi

aldionaricie o lavorate

da aldj

concede

Monza voi. II Cod. Diplom. Monzese


m. Simplilio habitator (che qui mi pare

3Iemorie di

di N.^ III. Grato... fiUo b.

esser Grato originarlo di altra patria

omnibus

pi sotto (pag. 5. col. 2)

de' quali

a simul et

in fundo

moditiu

res illa

quam

il

Docuin.
significhi

pag. 4. col. i.

).

habeo in cimiate

exceplo juges duas de


ipsa civitate in integrum
quod volo habere propinquos^ parcntes meos qui hereditalem
meam percepturi fueranl si ego intestalus dccidisset . Noi si potendo credere che
congianti, cui lascia si poco, non fossero aliuenu della citt me
boloniensi vel foris circa
terra

aratoria

desi ma presso cui giacevano que'

Ap. Voi.

II.

due Jugcri

di terra.

69

544

LONGOBARDI

SUI

mundio, e beni
e cespiti [103],

non che

ai quali,

romana forma,

in propriet di

non che

tempo e beni in
comprova quanto

romana cittadinanza

la

un prete certamente
propriet romana e beni
di

dicea di sopra

si

priet respettive a'

due popoli non

E che

vincitori e vinti.

concede

agli aldj,

Or questo esempio

o non vollero ordinare

ossia case massaricie

propriamente romani (manci'pia,familia]y

servi

che

commercio

il

giammai non seppero

quali

subiezion politica de' liberi vinti in guisa

Onde

non sep-

contenergli dentro certi limili e con

trassegnarne le differenze nelle

noi per discernere nei

relazioni

documenti

gius

di

privato e delle

grandissima e T ostacolo a

difiScoll

la

vincitori dai vinti

quando non

tenga conto dei nomi o longobardi o romani delle persone, e di

si

altrettali,

quantunque minimi, n sempre

Quindi

prurito che in oggi destasi di chiamar longobarde

il

certi segni di distinzione.

persone libere che dalla istoria e dalle carte

le

pro-

delle

proib n punto n poco tra

si

Longobardi,

la

nemmeno

propriet respettive.

un

in propriet longobarda,

da contraddistinguerli nel pi aperto modo dai vincitori


pero o non vollero

(104-).

italiano, che aveva a

massime

se occorra in queste o

ci si

Tuna o T altra

tutte

rappresentano;

spicciolata

norma,

(103) DI fondi lavorati da massari in Sicilia, provincia del Greco-Romano


Imperio, parola In S. Gregorio Magno Ep. I, 44. E di cespiti, in Casslodor.
Variar. II, 16 fin.et passim. Di case massaricie tenute da romani colivatorl

presso Plstoja nell'a. 767,


op.

memoria

nel

Docam.

LXIX

di N.^

In Brunetti

clt.

(104) Frisi, Ibid. p. 6. col. l./oannc elc.instiluo esse liberos et liberas civesque romanos et solutum et solulas in jure palronatus. E poche linee ap-

presso

pace

Familia mea.

di chi

inslituo

pensi in contrario

esse
io

liberos

non posso

civesque

romanos. Con

credere che

in

questa

buona
insti tu-

contenga una vana formula, e non la efcittadinanza. N da questa opinione


di Lucca T. IV. p. 1.
mi rimuove il testamento di Peredeo in Memorie
Doc. LXXXVI), il quale lasciando la libert a' suoi servi, dichiara che abbiansi
zione In liberi e cittadini romani

fettiva e vera attribuzione della

si

romana

alla pari del

procreati dai nobili romani

insomma per

dicendo Peredeo non usa una vana formula;

ma

nobili

adopra soltanto

poich cos
la

vocewo6t/t

che gi si scambiavano tra loro come appare in Feslo ,


epitomalo appunto (che Dio gliel perdoni I) da Paolo Diacono, il quale in V.
Flaminius Camillus dicendo dei Palr imi elMatrimi, appella costoro ingenui,
anzich nobili o nobilissimi. Onde Peredeo dicendo che costoro si avessero da
considerare come procreati da nobili romani
altro non volle dire se non da
luogo

d'

ingenui

ingenui (quali per certo erano

desimi

la

restituzione del natali.

natalib. restit.

Fi. 8,).

nobili),
(

Cf.

e cos elargire espressamente

ai

Cod. IH. de jure aureor, annulor.

meet

de

,,

IN ITALIA
o un simbolo

pochi

ma

longobardo.

gius

di

barbara confusione

finalmcnle

muove quel continuo

di cose

valentissimi e

545

pii

risoluti scrittori

da tanta e cos

asseverare di alcuni

che

g* Italiani tutti

cadessero nella aldionate o altra servii condizione, e quindi venisse


a

spegnersi tra* Longobardi e

cittadinanza e

la

gius dei Romani.

il

Epilogo

49. Percorso di tal

guisa

in Italia; dir

brevemente, come

romani

alle condizioni de' vinti

longobardo

quisto

un

aggravati di
suolo,

in

quando
fatto
si

campo

il

questioni

delle

mi

eh' io

proposto di ritessere intorno alla dominazione dei Longobardi

era

tributo,

la avidit dei

che montava

servaggio

di

concedette

(105)

al

furono
terzo

si

agli

stranieri

agli

de' loro

Rammenti

vinti e sudditi

lettore

il

di

frutti

Che

vincitori

con-

prime
dopo

poi

ebbe

dovea quel terzo,

slessi

met

signori

il

in sulle

di sudditanza.

tributo

il

ne riscattarono

vinti facolt di riscattarsene, e se

ai

Che

(4^26) (105).

ma

Longobardi, cui

incomportabile e pericoloso

abbandonando

conclusione da ricavarsi, quanto

sarebbe questa. Che dopo

possessori delle terre

segno non

la
,

de' fondi

ad

restati

essi

furono per un lato assoggettati

al

che quaDd'anco volesse preferirsi come pi


8 e ritenersi che le due partizioni da
,

storica, la spiegazione proposta al g. 7 e

Paolo Diacono discorse, riferiscansi ciascuna a diversi soggetti, la conclusione


Romani potrebbon dirsi caduti
la stessa ; cio, che non per questo

sarebbe

neir aldionato

o in altra servii condizione. DIfatli in

ascendente

terzo de' loro prodotti di snolo

ai

plebei ipopuli), un tributo, di cui


vorati o mercantati.

Come

peraltro

tal

caso:

1."

possessori

avrebbono prestato un tributo

superstiti (reWqfut), divisi per ospiti,

la
i

quota ignorasi
plebei

in

generi

e mercadanti, f
nei generi da loro la-

2." gli artigiani


,

non possono

dirsi ridotti

incon-

perch ciascuno rassegnava al Collegio cui era addetto


la
respettiva quota dei generi da essi o lavorati o mercantati, e che
Capi dei
Collegi delle arti recavan poscia al Castaldo o altro olflclale preposto a ci:
dizion servile

non possono tampoco dirsi ridotti in servit u nel!' aldionato possessori^


o direttamente o per mezzo dei loro coloni versavano il terzo de' loro
frutti, probabilmente in mano agli antichi esattori de' respettivi luoghi che
incaricato
gli recavan poscia presso il Gaslaldo o altro longobardo ufficiale,
di repartlre questa annona tributaria a* suoi Longobardi. Ho detto annona
tributaria, perch ne'terapi immediatamente prossimi alla invasione longobarda,
Goti, il pi grave tributo che si pagasse in Italia, era
e segnatamente sotto
appunto l'annona, che andava poscia ai magistrati e al soldati {Cf. Cassiodor.
Variar. VI, form. 22, VII. form. 12, 19, 25, Xll. Ep. 5); onde non da

cosi
i

quali

maravigliare che

Longobardi soggettassero anch' eglino

possessori a trib-

646

LONGOBARDI

SUI

gius pubblico e

al

gius penale dei Longobardi, fondalo in sul guidri-

secondo

gildo, e per l'altro vissero

nonch

prima

in

prando sugli
seguitare

il

scribi

usi e

gli

concederon loro

longobardo

gius

alla volont ed ai

patrio privalo diritto. Sen-

il

costumi

quegli

in

privali negozj (.

rono un' ombra almeno

magistrati subalterni ed arbitri

ma

tavano giurisdizione,
introdotte dai vincitori

con

tolti

proprio e

che toccano

g' Italiani

cio

serba-

alcuni

quali eserci-

procedere in questa et

di

quali sopraintendevano agli

economici bisogni de' respettivi comuni

Longobardi, o pi probabilmente

Che

instituzioni

dal seno loro,

e magistrati

dal

giuridici

27-38).

forme

le

legge di Liut-

la

recedere

atti

municipali

di

quindi

di

magistrati o nominati dai

scelti dal vinto

ma

popolo,

per

elezione governata o raffrenata dalla podest longobarda (. 39-45).

Che

le chiese cattoliche,

monasterj e

e per ogni rispetto, secondo

nero dipoi quanto


e

quanto

Ma

fatti

che per

ai

il

il

clero vissero in principio,

romano, e sempre lo ritenimmunit ecclesiastiche,

dritto

loro privilegi ed alle

ai

loro fondi originar] o conseguili dalla piet dei

poi cattolici

Longobardi

essi fondaronsi

nuove chiese

le

chiese

ed

monasterj

Ed

per

le

anzi, le stesse an-

divennero capaci

tutti

vinti.

monasterj

preti di loro nazione vissero

cose temporali, secondo la legge longobarda.


tiche

di ricevere

in

nuovi signori riducessero


tare l'annona. Che se poi si domandi come mal
ogni ragion di tributo all'annona, e per di tanto l'augumenlassero , direi
I

Longobardi preferivano soprattutto di goder l'annona


che ci fu: o perch
Cod. dipi. Berg. To. /, diss. Il p. 125) ; o pi verosimilmente
Lupi
( Cf.
perch doverono, di necessit , contentarsene atteso lo spoglio e le depredazioni, che non solo recentemente dai Longobardi, ma poco innanzi ancora
Greci) avevano le italiche citt tolleralo dai
(al tempo della guerra contro
Goti
Goti, cosi della moneta come degli altri oggetti e mobili preziosi che
stessi ebbero facolt di asportare allorch lasciarono le parti d' Italia Procop.,
de Bello Golh. /F, cult. Agathias /, in Script.rer. Hai. To. I.).Yuosi peraltro
I

non obliare, che mentre, regnando


indistintamente da
gli

tutti

Goti,

Goti e Italiani

uni e gli altri in ugual

il

tributo

e l'annona pagavansi

e andava in pr dello stalo

modo partecipavano; adesso l'annona

cui

tributaria

soli Italiani , e in pr soltanto della vUoriosa nazione. Quindi


vergogna del tributo, or manifesto segno d'inferiorit e sudditanza ad
altro sovrano popolo. E ripeto di sudditanza , non di servit ; conciossiach
se la istoria non di rado esibisce il fatto che una trib agricola , soggiogata
per altra trib quasi ugualmente numerosa e pi potente nelle armi , sia

pagavasi dai
la

stata ridotta in vero servaggio

mai

ci

nazione, presso cui procacci stanza con

non vldesi di una grande e popolosa


le armi un picciol popolo vincitore.

IN ITALIA
dono

modo

in altro

sedevano

forma

in

acquistare

beni e

che gi

terre

le

pos-

si

Capacit conseguita

longobarda.

propriet

di

647

ancora dal clero, e gradatamente poscia dall'universale dei


quali

italiani (. 46-4.8).

blico e criminale

non

stringere matrimonj

di

tanto per

non

le relazioni

ha

vi

Laonde

modo

pi

dopo

verono

ancora

acquistare e vendere

la

che

ossia dalla

Franca

conquista

capaci

propriet

della

strana a non

costumava

documenti e nelle carte

ne'

secondo

sudditi

il

romano

patrio

germanica stirpe

tra quegli altri popoli di

Ma quando

per

la

Longobardi

gobardi

si

propriet dei beni

dei beni

delle sorti, le quali

potessero e possedere

e Eie

acquistare

quando

noi

romano

Liutprando

priet:

viene

io dico

alle

Ed

si

norme che

indifferenti (106),

invero

tra' Lon:

quando

maritaggi tra Longobardi

che guisa possa

il

romano

mundio della donna longobarda V. sopra nota 61


vediamo che con la legge degli scribi questo Re permette
(

di partire dalla

la

dipendono dalla volont, cio

che tutte mettono capo o all'uno o


parerci

potessero comprare

scanso

sua legge ed abbracciare

come mai non vorr

il

vinti italiani

(106)

si

non saprei perch

io

alienare.

diffinire in

in que'giuridici negozj che


trattazioni,

parr

quali oc-

molto probabile che solo

noi vediamo, e lo ripeto, permessi

Romani

tanti lati si

dovrebbe per analogia procedere soltanto rispetto

non ancor

argomentare per analogia degli

nostri predicando falso quel!'

riguardano

cose

delle

contraria a quanto

forse,

diventassero

italiani

longobarda

pochi; conciossiach

usi di altri barbari popoli ai

Longobardi.

dai

e Carlo Magno e Pipino do-

che

forma

in

cuparono r occidentale imperio.

al

ai vin-

(.34).

50. Certo: questa opinione

beni

rawiciuaronsi

separarli e discernerli

di

facolt

privati del commercio^ os-

pi volte richiamarli a vivere

diritto

ai di

connubio

non

di gius privalo

leggi

usi e nelle

negli

citori

co'vincitori

facolt di reciprocamente

della

sia

rigettati dal

vinti

nuovo giure pub-

tutelati anch' essi dal

di arobigoit,

un

all'

longobarda
nelle con-

altro diritto di pro-

molto probabile o certo, che

aldio, ed acquistare dai vincitori

noter agi' ignari del forense linguaggio, che

giareconsultl pratici appellano differenti que' beni che diflBcilmente possono

alieoarsi

come aderenti

alla

persona e allaframiglia

del

possessore.

Tali

erano o sono: fendi,


fedecom messi,
livelli; e tali lo credo che fossero
sorti dei Longobardi. Chiamano poi indifferenti que' beni che liberamente
possono alienare dai possessori.
i

le
si

548

LONGOBARDI

SUI

Longobardi

IN ITALIA

propriet dei loro beni

la

indifferenti? Enclisi che ci

concesso, semplice e manifesta rendesi

la

onde nelle carte

di

malagevole riesce

traddistinguere

vincitori dai

minj: mentrech

questa et

cotanto
vinti,

spiegazione

cio la

della causa

durata in libert del popolo nostro

la

con-

di

promiscuit

de'do-

quale

il

per certo non faceva dono da schiavo quando comunicava al vincitore lingua

religione

prie instituzioni

chi

51.

queste cose

dizione de' vinti italiani

dimostrate
(

chi non

ma

meno

ci

scienza e parte
)

pro-

delle

cosi

per parec-

e attestata

per

soprattutto

le stesse leggi

bene

tutte in sin qui discorse intorno alla con,

contento

molto

di

consenta

di

opinioni

probabili

saggio dubitar del Manzoni

al

per un inGnito

versale dei vinti italiani

proporre siccome verit

io gi di

intesi

numero

convalidate per la storia

neir insieme

non pare

civilt

pi presto a guisa

stia

si

dal pi al

del proprio diritto

Rolari e di Liutprando.

di

come

documenti

istorici

avvisate

dei

Longobardi

la

gi

di scrittori seguitate

quale

scendere nella opposta sentenza, che l'unisi

riducesse dai

o altra simile servit. Imperocch la

vincitori

Divina

nella

aldionale

Provvidenza

che

luminose vestigio per noi serb del mondo Greco e Romano, contenta di avere per

nostra gente
e

barbarica

infusione

ringiovanito

ha poi cos artificiosamente velato

il

il

sangue

di

genuino valore

barbari congegni delle longobarde instituzioni, da non permet-

tere a chicchessia di profferirne in oggi assoluta sentenza.

troppo da rammaricarsene

quelle

instituzioni

non

partorirebbe

frutto che le potesse riuscire

E non

giacch una pi piena conoscenza

di

invero alla patria nostra un

salutifero o

lieto.

RASSEGNA

DI

DI LIBRI

ALCUNI LAVOai SPETTANTI AI.I.A STOaiA D' ITAZ.IA


ULTinAMENTE PUBBLICATI IN GEBiaANIA.

Articolo secondo (V.

Nel 1831,
a Francoforte

norum
al

inde

G io.

Dotlor

il

pubblic

le

Federigo Bhmar, bibliotecario urbaoo

Regesta regum atque imperatorum Roma-

a Corrado I usque ad Heinricum VII; cio dall'a. 911


egli
utile quanto applaudito

1313. In seguito di questo libro

volle darci le Regesta

Carolingi

ad 1347

e nel 1839
cio

le

tracce del B'hmer

il

sig.

chivio di Stato in Vienna

Ruperti

regis

Regesta Friderici

mensa
nuove

il

Bavaro

re

di

Boemia.

di

Federigo d'Austria

Procedendo su'le

Giuseppe Chmel, vice-direttore dell'Arnel 1834

Romanorum

UH

(HI), regis

rese di pubblico diritto le Re-

1400-1410

) ;

1838-1840,

e nel

Roinanorum (1440-1493). L'im-

che nel campo della storia a ogni passo

attivit

dei

Regesta Imperii inde ab anno 1314 usque

regni di Lodovico

(1833), comprendenti T epoca

Karolorum

e di Giovanni di Lussemburgo

gesla

127).

p.

discopre

ci

modo con che di queste ricavasi il miglior


proftto
non han potuto non hw nascere per queir epoca a cui
erano diretti primi lavori del Bhmer un aumento di documenti
fonti

il

bel

e di fatti;

il

quale se ancora oggid

ci

reca maraviglia

in ogni altra

aumento ha reso
necessario di rifare quel primo libr<y, del quale noi abbiamo
sott' occhio una novella edizione, che per ora comprende la minor
circostanza sarebbe stato quasi incredibile.

parte sola dei regni a cui gi estende vasi

Tale

ed ha per

titolo

RASSEGNA

550

Rbgbsta

MCCXLVI

anno

ab

inde

Imperii

MCCCXIIL

DI LIBRI

usque

annum

ad

Die Regesten des Kaiser reichs unter Heinrich


Raspe, Wilhelm y Richard, Rudolf, Adolf, Albrecht und Hein-

rich VII. 124.6-1313.

tempi dal Bhmer

sizione di Federigo li

Lione;

clio di

a soldo dal

Cornovaglia
berto

von oh. Friedrich Bhuer,

4to.

sono quelli che seguirono

illustrati,

pronunciala da Papa Innocenzo

Guglielmo conte

di

Pfaffenkonig

),

d'

Olanda

venisse decorata della corona imperiale.


,

per

per quella del

la storia di

mondo

vennero compiti

nel con-

lizz per pochi anni

d Al-

sa di quanta im-

l'

epoca nella quale

impero che Carlomagno ide e rea-

queir imperio che

di

Nassau;

essi la cui fronte

Ognuno

sieno stali quei tempi

gli

Ottoni rinnovarono,

e che la gran casa di Svevia volle ristaurare entro limili pi

stretti,

sebbene ancora troppo estesi: e Io tent invano, quantunque

immensi e

cesse con mezzi

allo spirito del secolo

splendido

ingegno

perch

di

il

fa-

fronte

che a libert politica ed individuale anelava,

valse quella splendidezza d' ingegno che tendeva

a nulla

il

Germania non solamente ma eziandio

destini dell'

tenuto

Riccardo d

di

di

d'Austria; e d'Arrigo VII, l'unico tra

portanza

depo-

la

perch creato e

Rodolfo di Habsburg; di Adolfo

di

IV

regni di Arrigo Raspe, langravio di Turingfa

Papa
;

hearbeilet

380,

rex clericorum

detto

cos

Neu

Stultg. 1844, pag.

all'

unit

un gran corpo politico-morale. Una volta ancora nel medio-evo


queir impero apparve come in sogno ad un uomo e questi era
Arrigo di Lussemburgo in cui la tenuit de' mezzi materiali mal
di

corrispose alla vastit dei concetti


attento

sguardo consideriamo e

tendo per ci che al maggior

fantasma

l'

tuttavia

L'

il

aumento

mentre

petto superbo di

doloroso contrasto
indole di lui

il

suo

fattesi

dei sopradetti libri

archivi

Torinesi

nei primi

volumi

sono

Storia

li

Ada

dovuto

non meno che

Heinrici VII

dal Dnniges
di

Casa

un
lato

ghibellino.

negli archivj e nelle biblioteche. Del

e pubblicati
della

il

grandioso riscaldava

ideale

un esule poeta

dei materiali nel presente libro illustrati

nuove ricerche

mero

gi pi che

gi interamente vlti verso

ad alcune opere venute negli ultimi anni alla luce


a

allorch con

che mori combat-

numero non pareva

indole dei tempi

pratico della quistione

l'

le

tratti

nudagli

Regesta stampate

Habsburg, del principe

RASSEGNA
Licknwsky

Codex Diplomaticus Aquensis

il

ratamente interrotto

coli' a.

dei sigg. Grauthoff,

Blume ed A.

Vrkundenbuch

citt

voi.

184^3, dal

I.

svcnlu-

1300);

al

al

presente ristampasi,
copie

fu distrutta

Codex Diplom. Mceno-

il

deWo slQsso Bohmer (voi.

1139

Lappenberg (Hamburger

del

ed

Quix

di C.

a riserva di poche

nel grande incendio di quella

francofurtanus

551

Codex Diplom. Lubecensis

il

1842. 786-1300), che

Bd.

I.

prima edizione

la

1349);

Documenli Amburghesi

la collezione dei

dacch

DI LIBRI

791-1400).

1836

I.

La

pubblicazione che stiamo aspettando delle Regesta Pisane del prof. Bo-

non poche indicazioni quella parte in


(*). Cos, con ogni fondamento, pos-

nainiy certo per arricchire di


ispecie che tratta di Arrigo VII

siamo abbandonarci

mano

speranza

alla

vedere innalzarsi

di

all' istoria

deir Impero

reggere

peso

il

gno; giacch

la

Romano-Germanico

qualunque

di

dere non mancheranno

e conviene pur dire

Germania

la storia nazionale, scritta in

dizioni della scienza

storia

di

M,

ma

1770-90

negli anni

potentemente

tuttora un'opera,

o anche come quella

1656,

al

di

che

altres

come

Lingard.

in oggi

ancora

comprendere, come un libro

il

supponendo

divide

quale abbracci

operare

di

Non abbiamo

facile

il

corrispondente alle odierne con-

capace

Schmidt, che va sino

S.

pi pregevole:

modo

Hume,

quella, esempligrazia, di

da cre-

che ne abbiamo biso-

cos ricca di scrittori istorici

e insieme

sugli animi della nazione.

La

in

sostruzione da poter

edifizio. I fabbricatori poi

coir Italia la sorte di non possedere ancora un libro

la

mano

di

una, per dir cos, tanto valida quanto compiuta sostruzione

scritto

non badino

lettori

alle

qualit estrinseche della composizione, non possa non rimanere in-

completo e spesse volte erroneo.


interrotto nel 1837

col

voi.

(*J

Prima

nostro

quand' anche

p(yi

potesse

che sta preparando

inedili risguardanti la

dal cresciuto

a dare maggiore

numero

degli scoperti

reggere alla

solo in Italia

ma

in

per l'Archivio

documenli

estensione alla sua raccolta

corredo di esso un Codice Diplomatico

non

perch possa

soddisfare
critica.

Francia

ma

La

composto di

lutti

alcuni

costretto

nuove ricerche

e dalle

Imperatore in

ec. egli

risolvette allora di fare

70

fatte,

un

la-

ponendo a
documenti inediti

Italia

ha potuto trovare.
(

Ap. Voi. n.

Storico

dimora di Arrigo VII in Pisa

voro storico a parte sulla discesa di questo


che

nel 1825,

Federigo

di

intenzione del prof. Bonaini fu quella di pubblicare nella colle^

zione delle Carle Pisane

Diplomi

morte

e colla

Imperatore) troppo verboso e prolisso


al bisogno

Luden [comincia

libro del

Il

XII

L' Editore

RASSEGNA

552

DI LIBRI

Storia dei Tedeschi di S. C. Pfister (sino alFa. 1806

bench non priva

eccellenti qualit

voi.

1829-1835J,

non ha tuttavia adempiute

medesimo intorno alla


buon metodo e con profonda critica la storia di una provincia tra le pi importanti dell' Impero, gli manc poi la forza d esporre con larghi modi e con
speranze che aveva suscitate Topera

le

Svevia

stantcch

vedute

vaste

lare

ma

manchiamo
dei

del

libri

e Lotario

Raumer

annali

III,

Federigo

morte

tempi

Carlo

di

),

Gervais

Barthold

del

storia

tempi

dei

Ranke

riforma (sino

della

Germania

guerra dei

storia della

la

dalla

(non compiuta);

C, A. Menzel
;

del-

Chmel (ambedue

quella della

Arri-

di

Hohenstaufen

Sigismondo,

di

la

di

quella

e Massimiliano, dello

del

Imperatori

degli

storia

Stenzel

la storia degli

Ferdinando I, del Buchholtz

di

come non

dilettano,

si

III

a Giuseppe II,

sino

La

dallo

scritta

Arrigo VII,

di

di

studi

tali

illustrano.
,

del

non ancora terminate);


riforma

libro molto applaudito di

Il

una narrazione vivace e popo-

(tra cui taluni bellissimi] che T una o T altra

Franconia

di

VAschbac^;
alla

1843

ediz.

coloro che di

tutti

di

nostri

della casa

go

IV

appassionata e declamatoria.

noto a

parte

della nazione.

storia

la

Volfango Menzel

di lui

narr con

dov'egli

Irent'anni, dalla morte di Gustavo Adolfo sino alla pace di Wesfalia,


del Barthold; sono produzioni delle quali

loro dissimile

mente

di

ninno vorr contestare

opere

di

argomento o pi

dell'Ansa

Pomerania,

scritta dal

pubblicata dal

Sartorius

del

Barthold

Rommel ;

carattere tra

di

Non

parlo distinta-

Prussia

in

Lappenberg

non terminata

quelle

bench

ristretto o pi

quali sono la storia dell' Ordine Teutonico


quella

meriti.

);

particolare

Vogt

del

storia della

la

quella dell'Assia,

Sassonia e della Monarchia

della

Prussiana, composte dal Bottiger e dallo Stenzel l'ultima delle quali


non giunge per ora fuorch alla morte di Federigo Guglielmo I);
la storia della Finlandia orientale, del Wiarda; quella della Boemia,
(

del Palacki; del

eW Hdusser

Wiirtcmberg, dello Stalin; del Palatinato Renano,

(non terminate)

varj libri del

Kurz

tocaro sino a Federigo III

burg,

del

Lichnowsky

argomento biografico:

la storia della

sull'Austria sotto

la storia

gi citata.

la vita di

Baviera, del Buchner;

Duchi e Re

di

Habs-

queste aggiungons opere di

Giorgio Frundsberg, del Barthold^

pi volte nominato; quella dell'elettore Maurizio di Sassonia

Lang'enn;

di

Ol-

dal re

finalmente della casa

Francesco ^ckingen

del

Munck;

di

del

Massimiliano

RASSEGNA
di Baviera, AeYAretin

Prcuss. Altri
e

metodo

il

I.

volume);

potrei citare

libri

trattar le cose,

di

Di

tal

numero sono

Giesebrecht ed altri:

Federigo

Prussia, del

II di

considerandone

forma

la

qualche modo somigliano

piut-

Sas-

di

Wailz Hirsch Donniges,

scritti dal

storia di Lotario li (di

la

/o/f; e parecchi altri

in

di

quali

Annali degli Imperatori della casa

gli

ad Arrigo II,

553

che a composizioni veramente artistiche.

tosto a dissertazioni critiche

sonia da Arrigo

DI LIBRI

SuppUnburg

del

che offrono materiali preziosissimi a chiun-

que voglia accingersi all' arduo e necessario lavoro che sopra dicevamo (1).
Ora facendo ritorno all'opera del Bdhmer osservo come essa
,

modo da

disposta in

Qualora

storia nazionale.

si

fondamento

alla

possa e vogliasi continuare a raccogliere

metodo, e sottoporre a critico esame

collo stesso

Tra

sicurissimo

poter servire di

primarie fonti

le

che trattano della storia della costituzione e del diritto


Eichorn : Teulil pi rinomato si quello di C. F.
sche Slaats-und Rechtsgeschichle 1. ediz. 1808
V.* edlz. 1843 ). Il prof. Slenzel
divisa per
io libretto separato, vi aggiunse (1832) una Bibliugrafla
epoche e per materie. Fu anche ricevuta con plauso l'opera del prof. Enrico
(1)

libri

neir Impero germanico

che porta il medesimo titolo (IL* ediz. parte I.* 1844)


quale un compendio per le Universit. Le opinioni dell'autore spesso
variano da quelle del dotto suo predecessore. Ambedue le opere vanno sino

Zoepfl di Heidelberga

la

alla

fondazione della Confederazione nel 1815

danno un fondamento stonon veder condotto a ter-

rico pel diritto pratico in oggi vigente. Dispiace di

mine

il

libro del prof. Phillips di

Monaco

Teutsche Geschichte mil besonderer

che va sino
auf Religion, Rechi und Slaalsverfassung, 1 voi.
all'anno 888.
Berlino 1832 ). Nel momento in cui scrivo, viene dal professor
Phillips data fuori una nuova opera : Tenlsche Reichs-und Rechlsgeschichle
pag. 361, 8.'^ ) , la quale ha forma di compendio per le le( Monaco 1845.
zioni : e, se tutte le sue parti non sono trattate con uguale diligenza, n
Riicksicht

per l'epoca susseguente alla riforma, con quella imparzialit che certo difficile, ma pur necessaria; per scritta con quella chiarezza e con quelle
precise opinioni
si

che

ravvisano nelle altre produzioni dell'autore.

si

raccomanda anche per


Dell'

la ricca

opera del Dnniges

verfassung,

destinala

da Arrigo VII sino

Das

a formare

alla

morte

di

e scelta letteratura,
leulsche Slaalsrechl
la

prima parte

di

Il

libro

comodamente disposta.
und die leulsche Reichs-

una storia dell'Impero

Carlo IV, fu pubblicalo

I."^

il

voi. soltanto,

che contiene la storia dei progressi del diritto pubblico e della costituzione
x&vii e 668 pag. 8.^).
da Carlomagno sino al secolo XII (Berlino 1842.
Una critica di questo libro, scritta dallo Slemel
nella nuova Gazzetta di
Letteratura di Jena 1844), provoc una replica dell'autore. Con plauso
Teutsche Vervenne ricevuta l'opera di G. Wailz (ora professore a Klel

fasiungsgeschichU

I.

voi.

Kiel 1844

).

RASSEGNA

354
storiche

saremo

possedere fra non molto tempo lo scheletro

certi di

completo della nostra

DI LIBRI

almeno che

istoria, per quello

degl'imperatori ed al governo generale

provvedere

cali di

prodotti

contemporanei,

un tempo

si

leggono

lume

nei

il

si

primo tomo. Al regno

qua e

e molte note

avviamenti utilissimi

non comune
qualificarsi

come

di

altrettanti

Germania
{

an. IX."

).

Queste

fatti.

poche

in

Alla

introduzioni

parte

pontificali,
II."*

alle

ragione

principale

spettanti

Clemente

righe

una perspicacia

possono con ogni

an.

sulla

alla

pont.

Un'altra appendice contiene estratti di diplomi non pro-

medesimi

venienti dagl' Imperatori

Regesta

da Innocenzo IV pont.

Le

sapere.

capolavori.

dell'opera fanno seguito brevi

danno

in esse scorgesi

d'Arrigo

ci

osservato nella cancel-

cognizione dei

la

l sparse

un profondo

Alberto

locali sull' elezione

modo

sul

mentrech

unita ad

gesta di Rodolfo

di esso

onde attingere

sulle sorgenti
,

ciascun re sono premesse in-

di

contenenti notizie sloriche e

notizie

che

persona e doti

luogo; talch teniamo

al loro

indicazione delle cose principali

l'

le

storici

Monumenta del Pertz a cominciare dal IV voFontes Rerum Germanicarum delle quali il B'Ohmer

famiglia
,

contenute negli

notizie

trovano registrate

troduzioni

leria

Le

medesimi.

sotto gli occhi

e nelle

pubblic

documenti io essa

estratti dei

sono copiosi abbastanza per fare nella maggior parte

veci degli originali

rimanente. Gli

al

spetta alle azioni

e spetter poi a scrittori lo-

ma

che trattano delle elezioni

di altri affari.

Dopo

di

rimane che
espone

avere cos spiegato


di

far parola della

il

metodo del libro

introduzione, nella

suoi proprii accorgimenti intorno all'

della storia politica dell' Impero.

cos egli si

esprime

altro

non mi

quale l'autore

andamento generale

Questi accorgimenti meritano di

esser qui presi in considerazione, a


trattato

II

periodo

non cede

nel

presente libro

niun altro

rispetto

germacompresa la prima
la
venne fondata la monarchia franca
parte della nostra storia
quale sotto la seconda dinasta comprendeva tutta la media Europa;
e dalla quale
non per virt del trattato di Verdun non in conall'influenza da esso ottenuta sui destini dell' intera nazione
nica.

Da quelle

trib, nelle cui migrazioni sta


,

seguenza della morte

di

Carlo

il

Calvo

ma

per

1'

avvenimento

di

una nuova famiglia regnante, che non pot pretendere all'ubbidienza


di tutto l'impero, staccossi sino dal 919 quel gruppo di popoli,
che allora cominci ad unirsi al germanico Impero. La costituzione

RASSEGNA

DI LIBRI

555

Impero ha fondamento ncir origine di esso. II


il medesimo come nella monarchia franca
(1)

di siflatto

sovrano era

diritto del

cerimo-

il

medesimo che
La successione

niale della incoronazione rimase sino air ultimo quel

era stato in uso

presso

gl'imperatori

Carolingi.

continu ereditaria nella famiglia regnante, abbisognando per


essere riconosciuta

eligere

zioni ripartita in ducati

dalla nazione

norma

che faceva

trib onde componcvasi.

delle

Sotto tale costituzione la Germania vide

l'

epoca sua pi gloriosa

Lorena

limiti suoi sulla

Slavi convertiti al cristianesimo

Chiesa present

corona imperiale

ai suoi principi la

visse sotto

durano

due

dinastie

Sveva

la

nascosto

e allorquando sviluppasi

un amaro

veleno.

fisiche dei nostri sovrani.

gate assenze di essi


centrale

Franca

mutazione

la

La corona imperiale,

cina.

indebolita

ma

Core

il

la

la

morte ancora

pi glorioso acquisto,

Il

clima d'Italia

non solo

dimodoch

le dinastie

quella

sotto

mentre presso

s'

aveva

distruggeva

ci procedettero

minorit,

Colla

).

avvi-

in

forze

le

le

prolun-

cambiate,

la forza

stessa

dove

di

la

di noi dai vassalli fu

costituzione

cose

affatto

corona sotto-

messa

in pezzi

corona.
a Tali cagioni avevano di gi sotto Federigo

interna lotta

la

quale per lui riusci vittoriosa

pero divent principio

di scosse

che probabilmente indusse Arrigo VI

crudelt quivi forse necessaria

per

si

scoperse

contrario alle

? ?

non esser mai del vero interesse


popolo,

il

ai

promossa

casa

di

Svevia

ad abbandonarsi

Tedeschi.
,

Il

ed

possedimenti annessi

Era principio

Ottone,

alla

di diritto

ronazione di cquisgrana.

lacer la

dignit

risultato finale

dimostr novamentc

Germania

imperiale

pabMtco,

il

Be

ad una

un sovrano, siccome

di

una

di

un

passar oltre a certi limiti. La decennale contesa per

corona tra Filippo

(1)

speranze

mentre per V Im-

L'acquisto della Puglia

terribili.

e della Sicilia parve aumentare la potenza della


il

Germania

umane non

cose

vediamo nella Germania un procedimento

vassalli

le

il

Da
le

giacch

contrario a quello della monarchia francese

mise

la

quelle di Sassonia e di Franconia

avvenne

va-

lasciata

cante dai successori di Carlomagno. In tale condizione

terza

Marche formossi nell' interno,


sulla Borgogna
sui paesi degli
Onalmente sopra V Italia dove la

essa allontan gli Ungheri dalle sue


estese

di

le delibera-

intera

la

vennero scialacquati

divenire Franco per

la

co-

RASSEGNA

556
in

un modo

momento

nel

vittoria, essa

la

cui

in

r uccisione

di lui

avversario.

Ma

La

Chiesa finalmente

ricondusse

non

benevola quanto

indipendente della Santa

la posizione

fu neanch' essa

dall'

Sede

Impero

Ma

Germania

rialzare in
(

secondo

Federigo

fatto

il

non

II

elesse ad

giuramento

tent far centro della sua potenza

l'

errore che

pero:

brevit stessa del regno dei

Papi pareva

Federigo ricus

nei

tantoch

diritti

fatti

Non

la

di riconoscer

suo

del

quarti

tre

posizione

non

Chiesa

alla

sul quale riposavano

il

sacerdozio e

(1).

la

intelligenza.

alla

il

riusci-

sua autorit

pace e doversi venire


ad

dignit certa rovina

ai

rimedii estremi

una

im-

Nel caso presente

buona

facilitarne

limiti

l'

da lui medesimo giurati


romana curia a convincersi, non

della Chiesa

astrinsero la

lui possibile la

perdere

falsa

il

poi

anche quella della corona.

per ristabilire

persino

il

indi

tentativi

Ma

suo

col

contrario, egli

anche rispetto
figlio

era contuttoci pervenuti a riconciliarle

si

mento.

con

lo

dove pass

una

Gi prima erano nate delle contese tra

ancora non mancarono

La

un

cost la perdita di

sue migliori speranze


or

ma

Germania

Per

Italia

del lungo suo regno. Si mise perci in

le

vivere

tracce

sulle

grand' avo, siccome capo della cristianit.

gli

n fosse

oggetto delle sue mire

Asia

nell'

affinch

decaduta regia autorit, per portarsi

la

solamente rispetto alla

con-

saggia
,

pericolasse

turbata quella concordia in cui questa bramava di


protetto.

suo

il

durevole.

Germania l'ultimo rampollo

in
la

Filippo,

di

ripose in seggio

separare

Sicilia

la

a favore

inclinava

speranze

le

apponendovi

doversi

di

bilancia

la

tronc

codesta elevazione

della stirpe sveva

dizione

Allorch, dopo acrrima pugna,


non rec frutto alcuno: giacch

fln allora sconosciuto.

conseguita

erasi

DI LIBRI

potenza

fin-

esser

giacch

meramente

mentre par credere che l' oppovediamo sotto Federigo II


non
sia una e medesima con quella che cominci colla morte di Arrigo III (II).
La lotta tra Arrigo IV e Gregorio VII sembra essere nelle sue conseguenze
momentanee come nelle pi lontane d' importanza per lo meno uguale a
quella tra Gregorio IX e Innocenzo IV, e l' Impera tor Federigo. Con Arma cov sotto la cenere. Forse la
rigo V il fuoco non rimase gi spento
maggior disgrazia per l' Impero fu la morte inopportuna di questo Arrigo,
e il non aver egli lascialo discendenza. Perch di gi coli' elezione di Lotario
vennero estese le prerogative dei membri che costituivano
( di Supplinburg )
la condizione degl' Imper Impero e mentre la regia potest indebolivasi
(1)

sizione tra

so se V autore abbia ragione

croce e

la

la

spada

quale

la

ratori dirimpetto ai pontefici notabilmente peggiorava.

RASSEGNA

DI LIBRI

557

morale. La Chiesa aveva posto Federigo sul Irono

sima suscit contro a

lui degli avversarii

Germania un nuovo ordine

ora essa mede-

e cos fece nascere nella

cose.

di

L* opposizione contro a Federigo non racchiude in s tutto ci

ff

che caratterizza quest' epoca nascente. Egli aveva fabbricate di sua


le armi che compirono il suo destino
ma in Germania la

mano

immensamente cambiata. Le

scena politica era


[

Landeshoheit

distinte

dopo l'avvenuta dissoluzione

Dopo che

or

minuzione ncir esaltamento


ritti

Stdnde

di

senza alcun dubbio

come

forza divisi

Federigo IL Se

Carlomagno, sarebbe

secondo

ringia

diversit delle trib

la

di

si

perduta

erano

l'

per

effetto

d'

questo legame

da

di

interna
,

adunque

volta anch'essi erano uniti. Al terminare

Lotario,

ma

marchesi

incontriamo in coloro che

primi {principes) sotto

il

loro feudi: arcivescovi

conti

palatini

nel

numero

XIII

divisero tra loro le

decomponendo. Siccome
di

mano

in

mano

continuarono senza che

si

re

il

primo

il

ora innanzi

d'

imme-

cio, vescovi, abati,

duchi,

di oltre

cinquanta. Questi

Reno non prima del


spoglie dell' Impero che venivasi

poi queste

per caso

XII,

re, ricevendo da lui

poi anche le citt (quelle sulla riva destra del

secolo

divisione.

del secolo

questo nome, rappresentanti dopo

rimasero

per

Lota-

duchi, nell'an-

tica significazione di

e'

Ma

quale una

dal

grado neir Impero

).

stati

la

unit

staccati

rimasta

Sttmme

eransi consolidati

essi

non troviamo pi, come nell'elezione

diatamente

Germania

e la

tali

questi

fin d'allora

come la Franconia e la Svevia; altri erano


come la Sassonia altri finalmente come

avevano

vescovadi

nazionali

ducati

resi indipendenti

sarebbero

arli.

di-

Ci

ad

antichi

agli

usurp

intenti

Ducati gi pi non esistevano. Alcuni

colla corona

si

Arrigo,

col re

gi la monarchia di

divisa in pi regni
i

di-

figlio di

mostravano

si

fossero aggiunti

si

avvenne principalmente
acquisti

potere

real

il

quell'Imperatore, troviamo ora

di

il

dal canto loro

quali

sui

avevano soggiaciuto ad una notabile

Re facendone largizione,
mezzo con cui
ottenere aderenti
mentre i costituenti dell' Impero

imperiali essere

cercavano

cagioni del quale per risali-

le

possessi della corona

ci

degli antichi ducati. L'et di Federigo

vide questo grande avvenimento


vano a tempi gi lontani.

erasi fondato da princpio

attribuzioni sovrane

andavano formandosi;

dall'Impero,

gran'fti

senza

mutazioni

leijge

si

scritta

ponesse attenzione alla loro

operavano
cos

esse

importanza.

RASSEGNA

558
Mancarono

perci

un' idea

di

DI LIBRI

moderatrice e direttrice

ciascuno che possedesse autorit

non ad

mentre

altro obbediva fuorch

air impulso del proprio egoismo.

Tali erano le condizioni in cui Irovavasi

V Impero allorch
met del secolo XIII ebbe principio V opposizione contro
scomunicato e deposto. Questa trov
a Federigo II
vero
((

verso

la

accanto al trono imperiale


zione fondamentale, che

non per una

costitu-

Ma

ne avrebbe potuto riportar danno.

nel cercare in fretta aderenti


i

privati

diritti

a line di eleggere e di riconoscere

primi re del suo partito, l'opposizione, senza avvedersene, con-

dusse a ristrigere

mentre

il

diritto d'elezione nei

sette elettori esclusivi;

fortuita circostanza dell'essere rimasti senza eredi

la

primi re, fece

quei

che l'elezione divenisse arbitraria. La potenza dei

re sopradetti limitossi a piccola parte della Germania. Arrigo Raspe


ricev la corona

conformandosi

agli ordini pontiGci

ma

la

port

soltanto per breve tempo. Guglielmo, a cui rimase opposta la sveva

fazione colle citl

una parte

ad essa

aderenti

non

a s devota che

trov

non prendeva le cose sul serio


seggio di Garlomagno.

dei paesi renani. Riccardo

allorch venne ad occupare

il

il primo periodo della


nuova era. Nel periodo seguente, dopo avvenuta la prematura e lugubre estinzione della casa di Svevia, colpita dalle maledizioni della
Chiesa, appariscono nuovi re, universalmente riconosciuti. Con essi
ha principio l'opera di riunione tendente a restaurare l'Impero.

Arrigo

Ma

Rodolfo

mezzo
che

Guglielmo

dopo aver

maggior dignit
Alberto

cella.

regia autorit

ritolto al

prima Filippo

di

non

secolo

elezioni

fu

le quali presto

Lodovico

il

Bavaro.

svanirono nella lotta


Allorch

verso la

Carlo IV pot fermare sul suo capo

legge

tutto

fondamentale stabiliva

trovavasi gi

potersi trovare fuorch pochissimi

zione.

mentre per nuova


future

che abile a recare a termine

con immenso danno della


mondo per via di un assassinio come cent'anni
si
sotto Arrigo VII
Svevia. Una volta ancora

tra Federigo d'Austria e

XIV

and incontro a rovinosa pro-

ecclesiastica

nutrirono dubbiose speranze

del

fermossi a

corona imperiale; nei mentre

la

volonteroso del pari

patria

delle

comparsa da eroe

padre aveva incominciato

il

met
rona

una

fatto

a cui dovette cedere Adolfo non troppo degno della

ci che
,

Riccardo formano

cammino, e non consegui

il

la

cambiato

avanzi

il

la co-

modo

a segno da

dell'antica costitu-

RASSEGNA
Dopo

^x

monarchia

tre secoli di

migliava ad una confederazione.


le

di

Ifnpero che mollo rasso-

ducati

559

ccnlocinquam' anni

questi

avevano data origine ad uno

Iraiisizione

Provincie,

DI LIBRI

trovavano

si

quali governavansi con diritto

in pi

divisi

diverso, nel caso an-

cora che parecchie tra esse fossero sottoposte ad un medesimo


goore. Le antiche trib, in cui era gi diviso

rimasero in

modo

certo

distinte, e

tra s

soltanto per via

unite

delle alleanze d'interna pace [Landfriedenbundnisse]

conchiudere tra

Quando

limitroB.

poi

si-

corpo della nazione,

il

che solevansi

passato un altro secolo e

mezzo,

al principio del cinquecento, una vita novella fece riscuotere


l'Europa, Massimiliano imperatore, coli' introduzione dei Circoli

[Kreise], rese durevoli


della costituzione

grand' utile

questo istituto, senza l'intrameifersi

guenza della cosiddetta Riforma

facendole

alleanze,

siffatte

Un

(1).

si

una nuova scissura

di

cui la casa di

signoreggiare, indebolita quai era per l'acquisto

come anticamente era

stata

la

divenir parte

sarebl)e potuto cavare da

conse-

in

Habsburg non pot


della Spagna; sicper

casa di Ilohenslaufen

l'

eredita

Siciliana.

Da quel momento sino

nuova epoca
(1)

alla

pace

Wesfalia succedette una

di

peggiore dell'altra. Quella del secolo XIII

di transizione,

Nel 1500 Massimiliano

mantenere

a fine di

pace interna e

la

di

esecuzione alle decisioni del tribunale camerale [Reichakammergericht)

un reggimento, ovvero
quale componevano

nente,
i

circondarli

quelli di Baviera

Sassonia. Essi

Reichsralh

e sei inviati da eleggersi

Svevia

ii

dell'

Franconia

del

dagli

slati

In princpio

a tale effetto formali.

comprendevano

Reichsregimenl

dare

istitu

imperatore o del suo luogotedei primarii principi dell'Impero, ovvero

presidenza

la

sette elettori, sette altri

loro rappresentanti

circoli

consiglio imperiale

sotto

Reno superiore

tutti gli stati

propriamente

norma

di

sei

furono

sei circoli

Westfalia e

di

detti

di

dell'Impero;

possedimenti di casa d'Austria e degli elettori


quali non concorrevano nell'elezione del sopradetli deputali. Nel lo 12 si aggiunsero per test
nominati quattro nuovi circoli quello d'Austria di Borgogna Renano-elettorale, e della Sassonia superiore. Il circolo di Borgogna comprendeva Paesiducalo di Brabanle
cio il Marchesato d'Anversa
Bassi allora austriaci
paese Franco ducalo di Gueldria
signoria di Tournay contea di Fiandra
e contea
ducati di Limburg e Lussemburg
contea d'Annonia Henncgau
esclusi

di

Namur.

abbazie di

Il

vescovado

di

predetto Consiglio imperiale non sort effetti; mentre

e. g.

Leodio faceva parte del circolo di Westfalia colle


Stablo e Malmedy allenenti, colla citt libera d'Acquisgrana ec
Il

ritoriale, da Carlo
I.

409. 529

V ampliata, dur
Lancizolle

Terriiorial-Verhiillnigse.

Ap. Voi.

II.

la

divisione

ter-

sinch enne durala l'Impero. (Eiciiorn,

Uebersichl der icuUchen RcUhsslandschufls-und

Beri.

1830, pag. xxm. xxiv. 14-32).


71

RASSEGNA

560

era stata causa della perdita

Rodano. Questa,

DI LIBRI
contrade a levante del

d' Italia, e delle

suo principio, vide a noi

al

tolti

vescovadi Lore-

nesi (1); ed alla sua fine, vide le terribili devastazioni dai Francesi

commesse
di

sul

modo che
a

Reno, dagli Svedesi


allora

Noi abbiamo veduto

novella. Dall'estremo

lam

questa e

fine di

la

il

principio di un'Era
arbitrio straniero,

formarono nuove masse: n questo

si

fecero sul naturai fondamento delle originarie tribi n sulle

ma

di diversa

credenza

fare colla

nazione. Talmentech

questi nuovi stati

norme

secondo convenienze che nulla avevano che

viene

nulla respublica.

smembramento, prima per

per domestico arbitrio

di poi

sulla Vesera, sull'Elba, suirOdera

poteva dire

si

il

formato

che

solo vincolo

unisca

in s

amministrazione

dall'

quale

la

tenta di riconciliare le diCTerenze di origine e di religione lasciateci


in retaggio dai

Mentre nello
quel

modo

tempi passati

ho

scrittore di cui finora

di sentire nelle relazioni

che generalmente

tra

bench non sempre

nioni e collo spirito guelfo

tali

fatto

parola

Impero e

l'

il

predomina

Sacerdozio,

trovasi associalo colle opi-

tendenze e sentimenti

conoscere in maniera assai pi decisa

si

danno

nella seguente opera

Kaiser Friedrich II. Ein Beitrag zur Berichtigung der Ansichten


iiber den Sturz der Hohenstaufen. Mit Beniitzung handschriftlicher
Quellen der Bibliotheken zu
verfafsst

Saggio storico
casa di Svevia
Parigi

Rom

Wien und Munchen,

Paris,

von Dr. Constantin Hofler.


tendente a rettificar

(L'

Imperatore Federigo
idee

le

composto su materiali MSS.

Monaco 1844

Vienna e Monaco).

sulla

delle Bibl. di

Roma,

pag. xvi e 434

Dall' autore della Storia dei Pontefici Tedeschi

negli Atti e nel Giornale della R.

II,

rovina della

8vo.

e di molti articoli

Accademia delle Scienze

di

Monaco,

dovevasi aspettare un'opera dotta e diligente e di precise opinioni;

non per scevra dallo


a priori sfavorevoli
so con quanta

ragione

d'origine fazionaria
il

capo

(1)

spirito di partito. Quelle opinioni sono quasi

dei Guelfi

Hohenstaufen. Egli comincia col dire, non

agli

la

potenza

di

questa casa

e, anzich sulla splendida vittoria

fondata con arti

Metz, Toul e Verdun, occupati

colpa dei protestanti Tedeschi

nel

essere stata

che abbass

basse e col sacrificare ad in-

1552

dal

Francesi, con grave

e soprattutto di Maurizio elettore di Sassonia.

RASSEGNA
Gervais

il

quale, nella sua storia

esprime

in questi

politiche

dezza

La

la

termini

Germania

HI

Lotario

di

test lodata

si

tenore della condizione delle cose

condotta da Lotario

all'

apice della gran-

trovavasi destinata ad avere per capo la famiglia dei GuelG.

(??),

Impero

storia dell*

decadenza del

qualunque

nel seguente secolo convince

non preoccupato, che

telletto

561

proprio interesse. Dichiara poi di aderire al sentimento del

di

lenti

DI LIBRI

sommo

in-

T indebolimento

rivoluzioni,

le

la

potere, a malgrado del vigore e della gloria

degli Imperatori Svevi, ebbero la loro principal cagione nell'essersi

mancato

all'obbligo imposto ai principi

cose; obbligo che

messo

fu

dalla natura stessa delle

quando

non cale

in

prevalsero

gli

intrighi di alcuni interessati ed egoisti .

non voglio n posso entrare

Io

nella discussione di

che troppo lungi mi condurrebbe, mentre


potrebbe cavarsene che una lunga serie
posso n anco minutamente discutere,

forse alla

bellina

Dopoch per

slata quasi tutta ghi-

era

sembra essere da qualche tempo

Non

solo accennare indigrosso

sentimenti del professor Hofler intorno a Federigo.

molti anni la nostra letteratura storica

non altro

opinioni discordi.

di

ma

una materia

fine

qua cominciata una

in

reazione tendente a metterla sull'opposto cammino. Mi piace allegare


le parole di uno scrittore, a cui di certo non vorr negarsi un'acume
non ordinario (W. Menzel). Egli parlando del libro pi volte ram,

mentato del Gervais

lagnasi della concordia straordinaria e carat-

maggior parte

nella

teristica

degli storici Tedeschi nel riconoscere

sempre come diritto ci che pone a repentaglio


Nei caso qui allegato
dell'Impero riguardo

trattasi

g' interessi nazionali.

delia posizione dei grandi dignitarii

capo, e dell'aristocrazia da

al loro

essi fon-

data de facto, che da molti vuoisi anche de iure. Siffatta osservazione


fa

pure

mentre

al nostro proposilo;

giudicarsi interamente libero della

dimenticanza e
Chiesa

originaria

la

imparziali,

Federigo nel suo operare

Non

gli

verso

pu soprattutto esser

tolta

il

riguardo

alla

bisogna confessare,

papato essere

sede di S. Pietro, l'aveva


,

allevato,

allorch giaceva prostrala

la

stati

non

l'accusa d' ingratitudine.

dei pi grandi e pi gloriosi pontefici che

dignit

da

sia

questo soggetto sul quale non mai da sperarsi unifor-

torli di

Uno

V Hofler

se

aver posta in troppa

deir Impero

posizione

mit d'opinione. Volendo essere

lievi.

so
di

e la differenza che corre tra Chiesa e gerarchia.

Ma

l'

non

taccia

mai abbiano tenuta

difeso,

casa Svcva

alzalo a
;

il

maggior

successore

di

RASSEGNA

562

DI LIBRI

(Onorio III), che aveva educalo Federigo, lo tratt con lenit,


anzi con affezione
contuttoci, la morte sola im-

lui

con indulgenza

ped a questo ponleGce di ricorrere a quegli estremi rimedii ai quali


si

appigli in appresso Gregorio IX.

Il

conlegno

Imperatore

dell'

nel proposilo della crociala tante volte promessa, tante volle elusa,
poi eseguita quasi a dispello del

non credo che possa

solito,

come

tempo

nel

che

in

il

Papa e

di

ordinalo dentro

a'

suoi regni.

Normanna

si

segregasse dairimpero,

di

La sana
d'

che l'ere-

politica poi voleva

qualora altres Federigo

investirne Arrigo suo figlio

aver per s conseguila l'imperiale corona. Lo scarso bene

che r Imperatore oper in Germania


primi

dei

questi

attraversare tuttoci che da Federigo era stato

non avesse promesso solennemente


dopo

Pontefice insisteva sulla crociala

puranche cercasse
dit

modo certamente innemmeno coli' allegare

in

giustificarsi

anni

suoi

tantoch le buone
quando Egelberlo arcivescovo
(

trovavasi alla testa dell' amministrazione

susseguenti disordini), da attribuirsi

in

disposizioni
di

Colonia

rimasero contrariati dai

gran parte a quel non

poter egli distaccarsi dal suo bel regno siciliano. Altri carichi che
a Federigo

eredilarii

danno

si

me sembrano meno

avidit e durezza

proverate
;

ma

siffatta

nell'

accusa quasi del continuo

si

quegli

di

ascolta

ranei

dare orecchio a tulle

le

stati

laddove

Non bisogna

nelle finanze vengasi introducendo ordine e regolarit.

nemmeno

rim-

fondati. Gli sono

amministrazione

querele degli scrittori contempo-

giacch l'aumentarsi delle imposte, dei balzelli o dei dazii,

un male che in ogni tempo and crescendo coli' aumentarsi delle


rendile di un paese. Codesto aumento talvolta sol dopo pi anni si
fa manifesto, mentre il peso delle imposizioni ne' primi momenti

pi grave a sopportarsi.

riodo pi florido di

con

Comunque

ci

siasi

l'essere l'epoca

di

memoria come il pequel regno, una testimonianza da non potersi

Federigo rimasta presso

posteri in onorata

levit trascurare.

Nelle vertenze tra

l'

Imperatore e

lo sventurato

Arrigo), dove l'autore del libro d al padre tutto

biamo perder

di vista

il

suo

figlio

torto,

(il

re

non dob-

principal movente delle azioni di Federigo.

Egli voleva la Germania polente

ed unita

colari e co' suoi principi e magnati

ma

commossa quasi

Germania. Quel Federigo che

co' suoi diritti

sotto la direzione e

Imperio ereditario della sua casa. Lo spirilo


cipale che aveva

il

d'

parti-

come

indipendenza muni-

tutta l'Italia,

moveva ancora

intollerante di renitenza

la

ricominci

RASSEGNA
lolla colle cill

la
il

vigore e

le

lombarde

DI LIBRI
nella

(lotta

quietamente nella patria ci che in

non

riva franchigie

mentre

le

quale indarno aveva speso

non era uomo da sopportar


altra parte dell'Impero sem-

migliori forze l'avo suo),

bravagli ingiurioso. Di

imperiale

563

ma

reputava

ci ch'egli

della corona

diritto

n una minima particella

volle cedere

come emanazioni

volevate

non abor-

supremo

del poter

consuetudini che nelle citt eransi formate, e

progressi

del sistema municipale, a lui

parevano corruttele. NolT opposizione

eh' egli faceva ai municipii

aveva amici

aumentava

quali

prerogative

le

pieno

dell' alto

ad essa inerenti

principi e

a nessuno,

concetto della sua dignit

luti' inteso a

una

vide suo fglio entrare in

svogliato di secondare

clero

il

affinch rimanessero fedeli al

Non recher dunque maraviglia

sistema.

ratore

ai

suo

come l'Impe-

e degli obblighi

mantenerla e ad adempirli
via diversa

quando

e mostrarsi o incapace

sue mire; quando finalmente lo scoperse

le

come

ribelli,

non recher, dico, maraviglia, come l'Imperatore, con pieno

diritto

in

amicizia e trattato coi Lombardi da lui riguardati

e colle mani sue proprie, annuenti


ritogliesse a questo figlio
1

potere a cui lo aveva fatto innalzare.

concetti dell' Imperatore possono

mando
a'

il

suoi

se la condizione a cui

ajutato dai Pontefici

qualcuno cosa da

forse a

menti di

lui

la colpa.

Ed

tempo

principi e l'istesso Pontefice,

il

invidiarsi?

ma

do-

io

contrario a Federigo ed

avea condotta

erronei

giudicarsi
partito

Mi sar

la

Germania

sembri

forse risposto: ai porta-

medesimo, e non all'opposizione, doversene addossar


io non esito a negarlo; facendo riflettere, come un

principi e vescovi quasi

tutti

e moltissime

citt

come

ancora

fossero concordi nella

loro aderenza a Federigo;

lagrimevol gara tra

case Sveva e Guelfa rimanesse per sempre

estinta

come

vano intesa

le

l'eredit della corona

popoli Tedeschi

nell'

in

quel

l'antica e

modo come

epoca pi florida

dell'

paresse assicurata. La pi potente reazione venne dalle cose

barde

Ecco

non volere

e dal

il

Non soggiace

a dubbio

ed Innocenzo, Federigo
appassionato

Ma

si

infine

si

il
,

Lom-

Ma

da

diritto positivo?

che nelle posteriori conlese con Gregorio


mostrasse violento, arbitrario, ambiguo,

che molte sue azifmi furono altamente ripren-

badi alle circostanze, che pur

com' erasi dichiarata

ave-

in Italia.

cardine sul quale tutta codesta mapchina aggiravasi.

quale delle due parti era

sibili.

Papa un Imperatore autorevole

il

1'

Impero

la

guerra

fino

ci

giova

rammentare:

all'ultimo eslerminio, e da

RASSEGNA

564
ambedue

le

parli gittalo via

Germania
uso

come le parole
come il conBeham legato in

fodero della spada

il

ghibellino ed eretico sonavano

tegno de' legali pontificii

DI LIBRI
;

pressappoco sinonime

e in ispecie di Alberto di

oltrepassava ogni limite

come

facevasi sfrontatamente

anche pi ignobii mezzo. Codesta

di qualsiasi

lotta

sotto gli ultimi Imperatori della casa di Franconia

termini

per essere

ravvivata sotto Lodovico

di poi

mente rimasero perdenti e V Impero e


aveva

Chiesa

cominciata

toccava

suoi

a'

Bavaro. Final-

il

che degli Svevi

trionfato.

Mentre non posso convenire col


nioni

la

prof. H/ler in molte sue opi-

non posso per non riconoscere aver

latamente a rettificare
ci che indica

maggior

suo libro

titolo del

il

il

essere una dissertazione critica

argomento, avverando

quale alcerto produrrebbe

forma e carattere

effetto se avesse

segna-

egli contribuito

le idee intorno a quest'

di vera

ed apologetica

storia

che

anzich

una

tratta di

materia, e passa in silenzio altre di non minore importanza. Parecchi

avvenimenti sono mostrati sotto un nuovo


vero lor punto di vista

coli'

me

pare a

sotto

indicazione de' loro proprii motivi

il

con

dottrina grandissima e coli' appoggio di documenti: una scelta dei


quali

Regesta

Innoc. P,

mentre
dal

altri

IV

avremo

copiosi ne
:

a.

IV

Ut. cur. Innoc.

medesimo autore

Innocenz

IX. P.

Gregorii

IV;

Albert

1231-1241

Ex

nel libro da pubblicarsi

von Beham und

importanti sulle cose di religione

Saccati

gli

Gioacchino da Fiore

il

sulla condizione del

Apostolici del Segarello


ec.

sulle eresie

sempre che
una parte

pubblico diritto
egli

dell'

le

(i

clero

Frati

sui

Gau-

seguaci dell' abate

medio-evo
indagini

da

il

suo soggiorno

studio

alla storia

sulle quali intendeva


lui

fatte.

Speriamo

dar esecuzione a questo suo pensiero. Frattanto,

accennalo soggetto stata

diversissimo da quello che

un

Papst

e sulle riforme da Innocen-

nostro professore attese con molto

delle eresie nei tempi posteriori al

a rendere di

tra poco

die Regesten

zo IV messe ad effetto o solamente ideate. Durante


in Italia

Ut.

L'ultima parte dell'opera contiene considerazioni

nuovi ordini, che furono quasi caricature degli antichi


denti

registro

data neir appendice

etc.) vien

libro di scrittore finora

si

giudica sar

non conosciuto

trattata
dall'
,

in

modo per

Hfler adottato

che ha per

titolo

in

,,

RASSEGNA
Kra Dolciiso

und die

piemontesischen

DI LIBKI

Patarener

Mit

rechtsgeschichtlichen Erlauterungen

guerre

religione

di

ecclesiastica

Lipsia

La

18U

pag.

giuridica

xn

e 247

Fra Dolcino,

storia di

Germania, pi conosciuto per


(Inf. XXVIII. 55
stata oggetto
scrittori

e in quella dei Beghardi

Gota 1807

ultimamente
pato

traendo

Vercelli

cui finora

vono

und Dulcin .
2 ). In Italia

di

se ne occu-

Novara 1838

esistenti neirArchivio

Biscioni

nome

di

Le notizie del Baggiolini serKrone ; del quale non pu

al lavoro del sig.

veramente grande nel raccogliere date e mate-

sorte che

ogni

d'

lontana

MSS.

nome

parecchi

di

nella Storia delle eresie

Storia ecclesiast. IL

codici

Commedia

Divina

meditazioni

Mosheim,

e conosciuti col

fondamento

di

delle

desidera la spiegazione.

si

).

principalmente

lettori,

notizie storiche.

dai

profltto

negarsi l'industria
riali

Patareni

segnalato

civico di

von

originali

fonti

prof. Cristoforo Baggiolini Vercellese

il

Dolcino

da

dello Schlosser (a balard

e del Gieseler

del

illustrazioni di storia

versi della

per dire de' nostri

e,

Con
tratte

quale a molti

il

und

8."

in

nach Originalijuellen

den

Kirchen-Kultur

Patareui, Episodio storico delle

Piemonte.

nel

civile

aus

Episode

historische

Religions-Kriegeu,

Julius Krone. [Fra Dolcioo e

565

abbiano qualche connessione

quantunque

col suo soggetto. Egli ha letto e compilato molto in libri

nuovi ed antichi

pare che

proposto

siasi

menzione

far

di

di

qualunque volume e dissertazione di cui egli saper potesse il titolo.


Troviamo dunque una specie di magazzino di merci diversissime di

come

qualit

be a cercare
obliate

di valore, la

in

seguaci non

dell' Italia

Comuni

e la societ del popolo

done impressi

scelta

Fra Dolcino ed

vita sociale, nel

settentrion.de nei secoli

volendo, potrei rivocare in dubbio

zioni sono

caso non disponga.

il

limita questo libro; giacch alla loro istoria

le antichit giudiziarie e la

una parte
de'

si

nessuno pensereb-

delle quali

laonde temo che molte ne rimarranno

fanno seguito dissertazioni concernenti

(pag. 1-93)
statuti

quando altrimenti

a' suoi

maggior parte

questo luogo

di

fatti

L'Economia

presi

XII>XV

dei nobili.

gli

la

in

milizia

vorrei

diligenza dell'autore, essen-

segni in ciascuna sua pUgina.

una farragine
critica.

la

podest,

Piemonte e

qua e

Va
l

queste disserta-

senza troppa n

politica del Cibrario, le dissertazioni

del Ricolti ec., sono tra le fonti principali ond' egli

ebbe attnto:

RASSEGNA

566
e

DI LIBRI

materiali copiosissimi che

si contengono nel primo di quc'iibri,


una penna pi abile di quella del nostro autore.

richiesto avrebbero

Tornando ora al soggetto principale dell' opera


ramingo, non posso tacere com'essa sia scritta
,

la

frate

che assai meglio che a storia

romanzo

metafore e

nari

cominciando da

S. Pier

primi ad accusarla

sembra che

ai

petere continuo

Damiani

quali

Gregorio VII, sono


cosa pi

farsi

a divertimento degli oziosi

in esclamazioni e declamazioni

altri tra

La tenerezza

moderni) per

L'avere

manifesta.

stati

me

utile del ri-

quello che ne' secoli

si

disse

del perdere

e del colorire pitture nelle

fratelli

operata una comunanza

poi del nostro autore

che

tutto ci

di

e di parecchi

lunga pi estesa

gran

beni ec. di

troppo

predicata ed

Segarello

apostolici del

dannati nel sinodo Parigino del 1209,

sente d'eresia,

quella dei comunisti del secolo decmonono; l'avere

la

non

nero predomina pi assai che in quelle del Caravaggio e

il

dello Spagnoletlo.

per

La decadenza

una riforma. Quindi

addietro assai meglio e con maggior proGtlo


la lena

argomentato pubblicamente

dottrina a esser puro tutto ci che viene operato dall'amore

non aver bisogno

della grazia del battesimo

procreati con donne della loro fede

donna, e
vita

quando

figli

il

consorzio tra

sua negli ultimi anni stata piuttosto da capo


;

l'

essersi

pari ed intolleranti
ai

finalmente quasi tutte

malgrado

pi orrendi eccessi

le

le loro pretensioni di

luttoci

uomo

Pu

una malintesa generosit

una tanta

sia la

causa che rest soccombente

cagione

di

che

superbe del

riforma abban-

non pare che


I

(i)

fossero

di briganti

sette

sofanti istorici e filantropi del secol nostro

la

spergiuro permettersi nelle cose dell'inquisizione; l'essere

lo

da profeta

donate

l'avere Fra Dolcino insegnalo,

non essere sottoposto a restrizione alcuna


la

di

panteisti, con-

giacch non pu peccare lo spirilo che in noi qual Dio agisce


a

ri-

de' suoi pi chiari lumi-

e da

e a invocare

nostri giorni potrebbe


,

siccome

clericali conosciutissima ,e la Chiesa

giammai negata: che anzi parecchi

l'ha

tra

costumi

vita e dei

stile

bench

grandiose descrizioni,

di

riboccante di epiteti e non troppo geloso della logica.


della

uno

converrebbe

si

finanche in un romanzo non saprei giudicarlo buono


cercato, ampolloso, ricco di

storia del

in

basti ai

darsi

per

filo-

che

parzialit per

(1).

Colgo questa occasione per aggiungere alcuni

cenni sopra

le

opere

moderne che trattano della Storia ecclesiaslica campo nel quale stata di
recente immensa l'operosit. Parlando in primo luogo degli autori catlollci
;

ASSEGNA
Dopo
uno

avere

di

qui parlato di

fin

ed ecclesiastica

litica

scritto

DI LIBRI
che trattano

far fine a questa parte della

quale principalmente

il

libri

567
di storia po-

mia

Rivista

Die Reiterstatue des OstgothenkOnigs Theodorich

DJ

Cari des Grossen zu Aachen. Von Prof.

vor

BocK.

dem Palaste
La statua
(

equestre di Teodorico re dei Goti dinanzi al palazzo di

magno

Aquisgrana

in

Quantunque a prima
fare coli' Italia

).

Bonna 1844

vista questo libro

non sembri aver che

come

la

un soggetto im-

cognizione dello stato di quel paese nei

la

primi tempi del cos detto medio evo. Agnello

osservo

Carlo-

pag. 170 in 8vo.

contuttoci esso ha relazione ad

portantissimo anche per

con

riguarda:

storia dell'arte

alla

sacerdote ravennate

grand' opera cominciata dal conte Federigo Leop.

Slolberg

volume 40." non


oltre all'anno 1152.
F. Ritler , gi professore a Bonna, ora professore e
canonico a Breslavia ha condotta l'opera sua all' an. 1790 ( voi. I. a III.
1826 seg. ); Kalerkamp gi professore a Munster giunse col V." voi. alla
seconda crociata.
La nuova opera del prof. Dllinger di Monaco (Rat. 1840),
(nel 1806), e continuata da F. de KerZy

giunta col

abbraccia

tempi decorsi

questa senza dubbio

la

dall'

origine del

pi dotta, la

cristianesimo sino alla riforma

pi critica ed elaborata di tulle

le

In
opere scritte da'cattolicl sopra questo argomento.
Il libro di Gio. Alzog
C. Riffet
un voi. Magonza 1844) un compendio non privo di merito.
(

ha Incomincialo un lavoro estesissimo sull'epoca che procede dalla riforma

Magonza 1844, voi. 1. 2.).


Neander professore a Berlino, arriva col X. voi.
(Amburgo 1836 seg.) sino all'an. 1294.
I. C. L. Gieseler^ gi prof. a Bonna,
ora a Gottinga, col voi. III.'' p. !. giunge alla pace di Westfalia. L'opera
sua (voi. I." 1824, IV. ediz. 1844 voi. 11. IU., 1826-1840) diviene in-

XVI,

nel secolo

Tra

sino ai giorni nostri (II."edlz.,

autori prolestantl,

gli

il

dispensabile per lo studio, giacch nelle note copiosissime contiene estratti


di tutti

pi importanti testi dei Padri, degli scrittori pi ragguardevoli, ec.

formando
rattere

un repertorio ricchissimo dei pi

cosi

diverso

aflTalto

il

libro di

A. F. Gfrorer

preziosi materiali.
,

Di ca-

professore e bibliotecario

a Slultgarda (voi. I." a III.'', 1842 seg.) che per ora giunge alla morte di
Papa Silvestro li. Un ottimo compendio quello di C. Ilase prof, a Jena
1844 ). La Storia della Riforma venne trattata da
( I." ediz. 1834; Y.* ediz.
,

moltissimi

tra

quali ha credito pi distinto l'opera di F. Marheineke

pro-

Di opere d'argomento particolare non fo


parola. Il Gius canonico venne trattato con maggior plauso tra f cattolici da
F. Walter, prof, a Bonna (ediz. I.' 1822, elz. IX.* 1842 ) ; da C. A. de
fessore a Berlino (ediz. II.* 1831

Droste-HUlshof

).

gi professore nella

medesima Universit

(ediz. II.*

protestanti, da
da G. PhiUips (I.* parie, 1843): e tra
(due voi. 1831), e da E. L. Richter (ediz. I." 18U ediz.
i

Ap. Voi.

II.

72

C.
II.*

Fr.

1832);
Eichorn

1844).

RASSEGNA

568

DI LIBRI

quale nelia prima met del nono secolo scrisse

il

scovi di quella metropoli


pontificalis

sono

per

Liber

del

istoria dell' ultima

la

ve-

Vile dei

le

nome

gi note col

la principal fonte

sede

Impero occidentale ci ha lasciata una notizia piuttosto esatta


una statua equestre del re Teodorico
che a' suoi giorni non

dell'

di

le quali

vcdevasi pi dirimpetto all'antica reggia di

d'Aquisgrana
la

Ravenna

ma

in quella

cui nulladimeno durava in quella prima citt

di

memoria. Secondo

la

sua

descrizione

vedevasi

gi

Pyramis

tetragonis lapidibus et bisalis in altitudinem quasi cubitorum

sex.

Desuper autem equus ex aere auro fulvo perfusus ascensorque eius


Theodoricus rex scutum sinistro gerebat humero dextero vero bra,

chio erecto lanceam tenens.

Ex

naribus vero equi patulis

et ore vo-

Qui non
aiunt quod supradictus
Pro
factus

lucres exibantf in alvoque eius nidos aedificabant,

sumat Franciae

iter

et

eum

equus pr amore Zenonis imperatoris

equus

Theodoricus suo nomine decoravit

et

auro ornatus

papa imperium

Petri sacramentum praebuit


gressus

revertens in

videns pulcherrimam imaginem

ut ipse testatus est

vidit

in

Finqu

lo storico

sed

cum
Romanorum

et

postquam ad corpus Beati


Franciam Ravennam in,

quam nusquam

Franciam deportare

fecit

suo eam firmavit palatio qui Aquisgranis vocatur.


pontif apud Muratori. R.

est

nunc poene anni 38

Karolus rex Francorum omnia subiugasset regna


percepisset a Leone III

isto

fuisset.

ex aere factus

praestanlissimus

ille

credit,

aspiciet. Alii

similem,

atque

Agnellus

in
lib.

S. T. II, P. l.\ p. 123).

I.

Ravennate. Ci rimasta intanto un'altra rela-

una descrizione;
grandemente a dare

zione di persona che vide la statua e ce ne lasci


la

quale in pi luoghi

oscura

serve

per

e di una tal opera d'arte

un'idea pi chiara

dove

luogo

del

ultimamente trovossi collocata. Codesto relatore Walafrido, detto


Strabo; uno dei poeti dell'epoca dei Carolingi, cos ricca
rosit e di studi.

Nato

scuola di Fulda

da monaco

807

nell'

nell' isola di

Reilhenau

pellano alla corte dell'Imperatore Lodovico

Reithenau. Mor in Francia


glie di

fu

Lodovico e madre

ammesso

alla corte

nell'

di

nell'

il

Calvo

intitol

imperatricem. Versus in Aquisgrani palatio


vici imperatoris

) y

il

il

Pio

ope-

divenne cap-

abate

poi

849. All' Imperatrice Giuditta,

Carlo

829

di

venne educalo nella celeberrima

Walafrido

un poema
editi.

Anno

il

di

mo-

quale

Ad

luditt

XVI

Ludo-

quale parla della famiglia imperiale e del loro

seguilo, descrivendo inoltre

il

palazzo (Palatium

Pfalz) e

RASSEGNA

DI LIBRI

569

suoi contorni, e facendo parola dello slato e dell' avvenire dell'Im-

pero.

poeta parla o in

Il

come

contengono

spirilus. Questi versi

dorico

propria

da cui

r Imperatrice

introducendo

lui delta scintilla

esce

loro Cgli

solenne

la

processione

principi

monumento
Una

in alto.

Imperatore

che ancora

all'

anno 1356

orientale del palazzo

si

c'

dunque

Aquisgrana esso fosse collocato

in

nell'

un cronista

vedessero

antico mercato

monumento

avanzi di un

gli

questa citt,

di

presso alla porla

quali verisimilmente appartennero al nostro colosso equestre.

super lapides

69

plumbumque

equo

che

con tre piedi calca

che

V.

che

ogni parte

in

rentibus undique

il

si

la terra

scuopre

nervis

tuus

occorre in questo luogo

ante

sonipes

unum

rammentare

desunt

v.

76

Teodorico

77

nisu quosdam musculos tumentes

hominem fusum in

).

ai

Roma

ncrcos quasi yradu tensos; et

diversas similitudines

Var. VII. 15).

tempi

di

Quel

Teodorico

terazione a quelli dei Carolingi.


dei

Goti,

ignudo, da

una

chiaro che

cum

pelle

guerrieri goti

se metalla noverit

Sul destriere era seduto

che scendevagli

infuori,

cri-

re-

non

pur tale

la

il

re

dalla

nolam gestare videlur?

pelle

pelle indica la pelliccia

ma non

sic

medesimo gusto nelle arti ch'era


sembra che fosse passato senza al-

nudus ob hoc solum puto ut atra


la

ut credas potius esse ge-

destra spalla sul dorso [cur dextra de parte

scritta

Conspiciet expressas in aere vetias;

mulsiSf credit forsilan cursus appetere

movere.

Ci

passo di Cassiodoro nella

il

neratum. Mirabitur formis equinis signa etiam inesse fervoris :


spatis enim naribus, ac rolundis, constrictis membris, auribus

proprio

lam

levasti, v. 80, 81

laddove parlando delle opere d'arte in

monumentali

egli cita le statue

) ;

ternas pa-

pedes

Formula ad praefectum Urbis de Architecfo publicorum


di

frena

quarto sollevato

il

notoraia

la

ille

briglia

mentre

currit

inanae metallum

et

senza

cavallo

tamen ipsa pedem vanis conatibus

nome

Wa-

Teodorico cavalca sopra pietre e piombo e vuoto

lafrido dice, che

metallo

Walafrido.

parole di

le

posasse sopra un piedestallo piramidale


,

del

informa come a Ravenna

e'

notizia assai confusa presso

reca che sino

coli'

porta

la

sacerdoti e cortigiani.

Della base egli non fa cenno. Agnello

luogo a supporre

e.

i.

descrizione della statua di Teo-

la

Mettiamoci a considerare attentamente

il

ovvero

che Walafrido avea veduta collocare presso

palazzo

persona

una persona allegorica, da

interlocutrice

fruatur,

costume

v.

52, 53).

nazionale

dei

significazione del campanello

RASSEfxNA DI LIBRI

570
(

noia

neva

forma pu darsi che somigliasse

alla cui

la

pelliccia

la fbbia

che

rite-

supposto che in ci non sia qualche allusione a noi

nascosta. Il poema non dice nulla intorno alla persona del Re sappiamo per da scrittori contemporanei come anche in et avanzata
Teodorico conservasse una maestosa bellezza. Del pari che Agnello,
Walafrido fa menzione della lancia
exornatis aurea membris
:

spicula

fert

60

v.

bolo

dell'

poli.

Tale era

V hasta regalis

cio

autorit presso

Imperatori greci

g'

statua, di cui

la

mattina, a mezzogiorno e di sera,

cenna come
lazzo

adventare columbas
nire

46

v.

Alcune
cilmente

come

terque

quale

poeta

il

eretico

media

accennale

di

Imperatore benigno e pio

metafora

pure

fosse

parlando

modo da
la

ve-

si

spiegano

la

colpa al punto

diffi-

a cui Teodo-

omni maledicitur ore


sententia mundi
ignibus aeternis
era in odio

ranze. L' acqua senza posa corrente

forma

et vergente

fu collocato. Walafrido

si

Ariano

nella imagine

non

parlasi in

la

).

che principalmente da attribuirsi

dell'

po-

Cernimus aerias simul

blasphemumque Dei ipsius


magnaeque addicit abysso, v. 35-37), scorge
dorata il simbolo dell'avarizia
la quale mai
paragone

altri

poeta, che

il

nel circondario del pa(

die exorta

altre cose in questi versi


di

di vista nel

rico

47

sopra di essa.

riposarsi

come presso

sim-

colombe (che Alcuino ac-

numero

trovassero in gran

si

solevano

le

ancora

dice

ci

Cassiodoro

di

v.

far supporre che sotto

piedi

rappresentazione o l'emblema

spe-

viene introdotta sotto

non mai

avarizia

dell'

appaga, in

si

e pieno di gloriose

67

lui

di

di

satolla

del che

cavallo

del

un fiume.

Il

vi

passo

troppo oscuro perch noi possiamo giudicarne con qualche cer-

Lo

tezza.

stipata
di

pure

stesso

satellite nigro^

v.

un

di

63

[Aurea quod regnat


sembra indicare l' esistenza

altro verso

che

un' altra figura non dorata a canto al cavallo.

Ora

si

potr domandare

qual fosse l'origine della statua e quale

r intendimento con cui fu fatta.

parere

ad

di alcuni

onore

di

Il

Zenone imperatore [pr amore

probabilmente sopra un equivoco


e da altri scrittori
tra

il

secondo

Zenonis)

giacch sappiamo

il

re de' Goti e la corte

Non mi sembra

di

di

Bisanzio,

Teodorico dinanzi

esservi

fondasi

da Jornande

come, allorquando erano amichevoli

una statua equestre


poli.

racconto d'Agnello

che pensano quel monumento essere stato eretto

le relazioni

Zenone facesse erigere


al

palagio di Costantino-

buona ragione per credere

identica

,
,

RASSEGNA

DI LIBRI

571

man-

questa statua e quella di Ravenna, ammettendo ch'essa fosse


data in Italia con altre cose preziose

Le

peratore.

ornamenta] da Anastasio Im-

Impero orientale,
Italia dopo la
andar del tempo da capo

relazioni di Teodorico e dei Goti coli'

alterate di gi pel carattere che questi presero

distruzione d' Odoacre

cambiarono

a fondo; e gli ultimi anni della

nell'

in

questo gran re videro na-

vita di

lustri dopo la sua morte


monarchia da lui fondata. Dopo che morto
Anastasio, una nuova schiatta (Giustiniano) venne in possesso del

scere ed avvicinarsi quelle lotte

che

sei

trassero a rovina la

trono imperiale, l'esistenza del regno Gotico pericolava. Questa reazione ne suscit un' altra presso

gli

stessi

Goti.

Mentre

ne' suoi

primordii Teodorico aveva tentato di conciliare la coltura e

stumi romani cogli elementi del Nord


vita la lotta di

questi

principii

discordi

questi anni appunto appartenne la

Ravenna

viepi

fece

si

saico al di sopra della porta d' ingresso del suo palazzo

venna

come

in alto d tener

non

vestilo alla

desse

Roma

protettore di

il

violenta.

reggia

costruzione della

l'

asta

movenza

e la

ma

neli' abito

Teodorico

Ra-

liberatore di

dei braccio della statua

modo come

simboleggiava in certo

romana

salvatore d' Italia

di

mu-

dirimpetto alla quale venne collocata la statua. Nel

vedevasi rappresentalo

co-

negli anni estremi della sua

re

il

nazionale sopraddetto, pren-

possesso del paese conquistato. Gli elementi nazionali no-

vamenle prevalevano.

manca

Ci

ogni qualsiasi notizia circa

numento venne

Non

eseguito.

insieme esso appartenesse

che
tico.

il

si

tempi

ai

Non mancavano

degli Antonini,

non

tempo dei Goti.


Dopo la rovina
dell'

luogo dove quel

vero

potendo

monumento

scultori e fonditori in Italia


i

ispira troppa

odio dei vincitori

offendere quei sensi

all'antico loro sovrano:

che Belisario non dubit

di

ci

rispello alle

opere del

che

al

tomba

ricordo di Agnello, Carlomagno, a

cui

di servirsi de'

marmi

la

statua

malgrado

professavano
se

stessa di

Neil'

gi

periodo

suo posto per non

sembra improbabile

violare la

abitanti

gli

del quale furono sparse al vento le ceneri.

Adriano aveva concedalo

la

fiducia

divozione

ma

ma

il

essa venisse lasciala

di

subito dopo

Ravenna. Si e credulo che

in

darsi

pi an-

Romani

del regno che Teodorico avea fondato

rimase tuttavia

mo-

asserire che nel suo

Teodorico;

di

cavallo in ispecie venisse tolto da altro

decadenza della statuaria presso

di lui

il

pu nemmeno

801

verso

il

si

consideri

Teodorico

secondo

787

il

papa

e musaici degli edi-

RASSEGNA

572
ravennati

fizii

condusse

in

Aquisgrana, sua princIpal sede, que-

st'opera ammiratissima; ed ivi,

una

locala presso

DI LIBRI

come

delle porte della

detto, essa

si

Non

reggia.

venne col-

quando veNormanni (881);


sa

si

nisse a perire: forse ci avvenne nell'invasione dei

forse venne distrutta dal terribile incendio dell'anno 1146, di

cui

(Quix, Cod. diplom. Aq, pag. 71 ): Aquis irrecuperabiliter concrematum est. Dopo il regno di Lodovico ne sparisce

dice l'annalista

ogni traccia.

Walafrido

versi di

vansi stampati presso

Amslel.

Sasnage.

Ed. Lugd. T. Vili


delle

parli

quondam regnator
scrittori

bench

eguale sagacit

2*27

30

v.

Tetricus italicis

indotti in errore

gli

traslocazione della statua di Teodorico vi fosse

Bock

Aquisgrana

di

dovuto

vanto

il

archeologo ora

dottissimo

avere in qualche

di

illustrandolo con erudizione grandissima

inverso

l'ordine

nome

del

avevano

essi tro-

ec. ed. lac.

max. Patrum.

e nella Bibl,

corrottissimo

strana ortografla

la

testo

Thesaurus monument.

testo

il

in oris

manifesta. Al prof.

il

li.

ma

stabilito a Brussellcs
ristabilito

Canisio

1725,

la

conoscevano da lungo tempo

si

il

e di aver dimostrata con valide prove la

modo
e

con

costru-

zione dei palazzi dell'epoca Carolingia. Niuno di quei palazzi pi

importante

di

dove pass

gli

Una

quello d'Aquisgrana

luogo

ultimi anni e dove fu

Carlo

da

eziandio

prediletto

morte.

dalla

colto

parie cospicua, bench varie volte rammodernata, di questo edi-

fizio, esisle tuttora nel centro e nella parte pi elevala della citt;

l'odierno palazzo municipale

Rathhaus

zioni di tanti Imperatori sino a quella

Baldassarre Castiglione

cipi, ec.

I.

69

allora nunzio apostolico

161 dei Doc.

ec. pag.

lazzo venne egualmente trattata dal prof.

campi

Acquisgr. 1843

militari

le

incorona-

descritta

da

Lettere di prin-

Siccome

).

).

Bock

La storia del paDas Rathhaus zu

la disposizione

la

pianta

avevano somministrata V idea primitiva per

zione dei palazzi e delle grandi


ravvisare

Carlo

9; Giordani, Della venuta e dimora in Bo-

V.

logna di Clemente VII

Aachen

famoso per

di

ville

una grande rassomiglianza

la

dei

costru-

degl'Imperatori, cos forza


fra la celeberrima villa di Dio-

mura

rinchiudesi gran

cleziano sulle coste di Dalmazia

parte di Spalato moderno

palazzo Costantiniano nella nuova

il

capitale sulle sponde del Bosforo.

zione a quei popoli


coi

nelle cui

Una

tal

norma pass per

quali in pace e in guerra ebbero

Romani, e finalmente si elevarono sulle rovine di essi.


Ravenna e le reggie di Carlomagno a

lazzo di Teodorico a

tradi-

che fare
Il

pa-

Ingel-

RASSEGNA
heim

Reno e

sul

Aquisgrana

in

DI LIBRI
sono

573
un

sotto

edifizi

gli

tale

aspetto di maggiore importanza. Della fabbrica Ravennate, di cui


tuttora

linare

vedono ruderi preziosissimi presso

si

nuovo

recchi Tedeschi: tra


palrii
(

monumenti;

primi

Fantuzzi

il

voi.

Bauwei^ke von Ravenna.

I )

Quast

il

e pa-

indagatore indefesso dei

Zirardini ed altri: tra

lo

Forschungen

Italienische

chiesa di S. Apol-

la

dissertarono molti distinti archeologi Italiani

secondi,
(

Rumohr

il

Die altchristlichen

Beri. 1842). Gli scritti del prof.

Bock

diffondono una chiara luce sopra siffatte materie. La casa regia di

Carlomagno a Ingelheim sventuratamente distrutta e non altro


rimane fuorch la descrizione del palazzo con quella delle pitture e degli ornamenti di esso e della cappella
nei versi di Er,

ci

moldo Nigello

altro poeta

tempi

dei

Carolingi

norem Lludowici Caesaris Augusti; Pertz


sulla

fede dei quali

Carmen

ho-

tra

hist. Il):

venne spie-

Die geistlichen Malereien in der Hofkapelle

Carls d. gr. zu Ingelheim.

Col. 184-5); quello della sala princi-

pale del palazzo, dal prof. Bock

Frommen zu

Monum, Germ.

ciclo delle pitture della cappella

il

gato dal dottor Lersch

des

Die Bildwerke in der Pfalz Ludwig

Ingelheim, nell'annuario: Niederrheinisches Jahr-

buch fr Geschichte und KunsL II.


tra Ravenna ed Aquisgrana merita

Bonn

1844"

).

11

rapporto

particolare

preso in

di esser

considerazione. Della similitudine dei due palazzi ho gi fatto parola.

L'ottagono

di S.

Vitale divenne

il

prototipo

della

chiesa

di

Nostra Donna

ediGcata da Carlo nel circondario della reggia negli

anni 796-804

e che oggi ancora

citt.

di

In essa vennero collocate

marmo

nel 1794

trasferite

con rovina

parte ricuperate
nificenza del

Re

le

il

da Ravenna e da
di

principale ornamento della

colonne di porGdo, di granilo e

Roma

una parte bellissima

Nolten

il

di

Quix

ische Kaiser kape Ile

poi in

ed ora rimesse al loro luogo, d'ordine e per


Prussia

il

quale impiega

far tornare all'antico splendore quest' edifizio


il

rapite dai Francesi


della chiesa

somme
(del

mu-

cospicue per

quale scrissero

ed ultimamente F,MertenSj iiber die Karoling-

zu Aachen,uc\ Giorn. d'archit. del Forster, iSO],

Vetera monumenta )
presso il Ciampini
musaico della cupola
de' quali non
dicasi
degli
musaici,
altri
pi non si vede; e lo stesso
fuorch la
non
rimane
e pi traccia. Della statua di Teodorico ajjro
Il

memoria.
Berlino, Giugno 1845.

Alfredo Rbumont.

RASSEGNA

574

Monumento

memoria

alla

DI LIBRI

di Carlo Botta, eretto in S. Giorgio Ca-

navese sua patria.

Elogio

Carlo Botta

di

renze

Ninive

scritto dall' Ab.

Fruttdoso Becchi.

le

Scoperte di Paolo Emilio Botta

Milano

Calvi.

Fi-

In quest' Appendice

in S. Giorgio

destinala a

la storia

far

non

grande de' nostri

dagl' Italiani al pi

si

parola delle opere e degli

pu tacere

storici

Canavese, ove Carlo Botta trasse

scultore italiano a spese di una societ

regno Lombardo- Veneto,

di

natali, fu elevato

il

il

da valente

fatto

d' Italiani di

Toscana. Se ne fece

ci sentore

di

onore reso

dell'

moderni. Non ha guari

un semplice ma decoroso ed elegante monumento

ebbe

Gottardo

opuscolo di

1845.

uomini che illustrano

e appena

18i5.

Piemonte

Barone Carlo Marochetli

commissione per chiederle che a

volse gentile lettera alla

del

progetto nel 1839;


,

che

ri-

lui fosse

r incarico di condurre questo lavoro. Egli lo chiedeva per


un dovere che g' imponeva 1' amore paterno portatogli

dato

sodisfare a

gi

dallo storico,

affetto

protestava che ninno

n pi disinteresse

ader alla

domanda

di lui nella pia

avrebbe messo n pi
opera.

La commissione

un monumento che
sostenuto da un piedistallo

e lo scultore statu di fare

consisterebbe in un busto di bronzo

ornato

obblig a trasportarlo al suo

luogo

di

bassirilievi di bronzo, e

e di farne

una

le

convenzioni

S.

Giorgio Canavese

l'

tale delle spese

(1) II

litografa

si

da distribuirsi

monumento

poi

e ora adorna a

cortile della casa stessa del Botta

il

somm

Il

(1).

a 7,706 lire italiane e 95 centesimi

ha

Fatte

ai soscrittori.

opera fu intrapresa e terminata

to-

delle

Gae-

sulle tre faccie queste iscrizioni dell'Avv.

tano Demarchi.

Non per eternare un nome


Ma perch la gloria di suoi
concitladini A magnanimi sludi Conforti.
Delle italiche vicende E delle glorie Americane
Sulla faccia destra.
Mirabile descrittore Possa Questo segno di riverenza Che Italiani
tuoi
e stranieri Tuoi ammiratori t'innalzano Durare Quanto

Sulla faccia sinistra.

Carlo Botta

Gi per virt propria Immortale

lui

scritti.

Nato

Sulla faccia posteriore

MDCCLXVI

Mori

in

questa casa

In Parigi

Il

di sesto di

Li dieci agosto

novembre

- MDCCCXXXVII.

RASSEGNA
7,144 e 80 centesimi

quali

somma

Questa

gran parte

furono

464

fu fornita da

la

575

ricompensa dello scultore.

soscrittori

Piemontesi

nella

sono solamente pochi Lombardi e Veneti

vi

DI LIBRI

pi

un solo

Romano, un Reggiano, trentanove Pistoiesi, e due Italiani dimoranti a Parigi. Non sappiamo spiegare questa assenza dell'Italia
centrale e meridionale agli onori di Carlo Botta

supporre che V invito

non avesse

di soscrizione

richiedeva. Sarebbe stato bello

il

vedere tutte

la
le

non che

se

Sarebbe stata

un uomo che
una di quelle

che illustrano

gli

tanto

am

solenni

individui e

si

Provincie d' Italia

concorrere a gara a rendere l'estrema testimonianza


e di affetto ad

col

pubblicit che

reverenza

di

ed onor ciascuna di esse.

dimostrazioni

gratitudine

di

popoli, e sono feconde d belle spe-

moda
moderna

ranze. Ci era necessario oggi, che presso certuni e venuto di


il

con tutte

forze a sostegno dell'

le

cui

umanit

Certamente era opera benefica

della ragione.

e alcuni

dello scrittore:

dife'ti

lo storico a

l'

T uguale, e l'uomo che spese l'intera

non vanta
tere

maligne

vituperare con frasi

mostrarono quando

lo

combat-

vita a

della

libert

della critica

fecero con

dilunga dal vero, quando

si

Italia

notare

il

ingegno leale, e
alcune

tralascia

vicende importanti, quando incerto nelle opinioni, quando contradice a s stesso,

quando non apprezza adeguatamente

e certi scrittori. Tali difetti era bello e necessario notare

degno vituperarlo perch amava

gli

certi

ma

esempi dell'antica libert, perch

faceva guerra alle istituzioni della barbarie, che da taluni, a


della filosofia d'oggi,

sono quei
perduto

sofisti

la

europea

si

medesimi

se

non

vi

come

quali,

il

non dissimula

vigore.

nel

difetti

bello ed

del Botta

nome
questi

Botta stesso diceva, hanno

e p'^rderanno ancora la libert

ma

il

Botta

eloquente elogio che scrisse

che ultimamente stato ristampalo

di lui, e

in

posto riparo. Dalle ingiurie di costoro

fu gi difeso dal Becchi

(1)

vorrebbero richiamate

greca e latina libert

tempi

era in-

in

Firenze

(1).

Il

Becchi

mette anche in piena luce

nelle Prose edile ed inedile delVAb. Frultunsn Becchi, segrelario del-

l'Accademia della Crusca, Firenze, Tip. Campoiraf 18i3. Questa raccolta, che
preceduta da poche
gli

ma

gravi e solenni parole di G. B. Nlccolinl, contiene


i quali,
oltre al Botta,
Guglielmo Roscoe , e
fiorentini Docosa appartenente all'erudizione storica,

elogi di valentissimi storici e dotti antiquarj, tra

basta ricordare Leopoldo Cicognara

menico Sestlni e G. B. Zannoni. Come


vogliamo ricordare anche la lezione intitolata: De' cerchi di Firenze e delle
sue porle nella quale 11 Becchi raccolse II fruito di molte sue attente ricerche
,

sulle antichit fiorentine.

Ap. Voi.

II.

73

RASSEGNA

576
suoi molti meriti

degnamente

come

DI LIBRI

scrittore e

come

cittadino, e ne apprezza

ardente amore di patria, di libert, di virt, e

minio straniero

gran conquistatore fu traditore

il

perch portava a tutta

la

nazione dura servit

ogni sua gloria. Sul suo grande

esprime cos

amore

che al vero non sia

purit della religione e della morale

onde s'asconde l'ipocrisia, quel

certi cherici

quel mettere in aperto

potere, quel far

memoria che

suo

al

do-

Venezia

la spogliava di

amico

timido

fu

lo

il

egli

dica

che corruppero

tali

la

dica quello squarciare

il

di

il

vero e del buono

del

quella libera franchezza onde discorre di

velo

suo odio

il

e mostra che se fu avverso a Napoleone

solamente perch

si

Loda

eloquenza.

Io splendido stile e la calda

rivelare

il

le turpitudini

di

abusi di un troppo esleso

gli

tribunale anche pei re,

un
compra n

esiste

il

comprime: il dica
si
inflne quel fermar generoso, che se talvolta
popoli si commovono
a novit non sempre colpa dei popoli
ma di mala amministrazione, di eccessivi gravami
di un freno insomma troppo duro e di
un manifesto disprezzo delle nazioni . Quanto ai pregi di sommo

tribunale della storia, che non

si

nota

scrittore,

giustamente l'efficacia e

potenza della lingua

il

lettore

noi

il

maest dello

la

arte del maneggiarla a suo talento

maestro che non teme

delineati da

descrizioni

l'

splendidissime,

la

quadri

confronto dell'antichit,

il

le

forza irresistibile con cui trasporta

e tutte le altre virt per cui mostr al

stile, la
,

mondo che

fra

genio di Tito Livio, di Sallustio, del Machiavelli e del Guic-

ciardini

non era ancor spento

ristampano e

si

Pregi

leggono con avidit

le

tutti

per cui in Italia

si

sue opere, anche ad onta

delle dicerie degl'ipocriti e dei sofisti.


Il

morendo

Botta

lasciava pi

continua presentemente

le

figli

uno

glorie del padre

di essi.

Paolo Emilio,

e onora presso gli stra-

nieri l'Italia. Coltiv lo studio delle scienze naturali e delle lingue

orientali, e

vivente

il

padre viaggiando in America, quando giunse

nella rada di Valparaiso,

vi

fu,

come

figlio dello storico dell'indi-

pendenza americana, festeggiato e salutato dalle salve


Pi tardi intraprese un viaggio scientifico
fu spedito

nel

dell'artiglieria.

in Affrica; e

ultimamente

1842 dal governo francese console a Mossul, ed

acceso dell'amore delle cose antiche

si

pose a ricercare

gli

ivi

avanzi

delle magnificenze di Ninive.

La superba

citt

che aveva seicentomila abitanti

e circa sessanta

miglia di giro, scomparve venticinque secoli fa, ravvolgendo nella

RASSEGNA
immensa rovina

la

sua

civilt

DI LIBRI
sue

le

arli

577
sue magnificenze.

le

Nella vasta e deserta pianura sulla sinistra del Tigri,

in faccia a

Mossul rimase solamente il nome di Neiniveh a un piccolo villaggio


arabo che sorge sopra una collinetta. Il Niebliur, il Kinneir, o

r archeologo Rich

gi

cavarne ninna certa

osservarono quel

luogo,

avesse distrutto anche le rovine,

ma

non poteron

oramai che

notizia. Sicch credevasi

tempo

il

e credevasi impossibile di deter-

minare la situazione precisa della potente citt. Paolo Emilio Botta


giunto sulla faccia del luogo, con ardente desiderio di tutto tentare
per farvi qualche scoperta,

si

accinse all'opera con quella fermezza

di

volere a cui aggiungono forza gli ostacoli. Osserv attentamente

la

vasta pianura

Neiniveh,

fece scavi nella collina ove sorge

trovando mattoni

villaggio di

il

con caratteri cuneiformi

e pietre

mai
Pagando chiunque gli portasse mattoni scritti, e
destramente procurando di aver notizia dei luoghi ove erano stali
portanti qualche segno di antiche sculture, s'infervor pi che
nella sua opera.

trovati,

giunse ad aver contezza del

Mossul

dista circa sei leghe da


tatti coperti
si

villaggio di

e che

Khorsabad

cuneiforme. Allora recatosi

di scrittura

veleranno

mondo V

al

con operai

una parte

dette a fare scavi pi grandi, e scopr finalmente

un magnifico palazzo,

che

mattoni pi grossi

offriva

tutto pieno di sculture e di epigrafi che

di
ri-

arte e la storia degli Assirii. Lieto della bella

scoperta, ne inform nel Luglio del 1843 l'Accademia delle Iscrizioni


e Belle Lettere, le

mand

alcuni disegni, e chiese al governo denari

per continuare con pi celerit

che ritraesse

le

sculture pi

non

scoprivano, affine di

che

la

le

gli scavi

soccorsi, e

andare

preziose nel

perdere

rovina venisse a guastarle.


incaric di

all'

un disegnatore valente

momento

governo accord

Il

che

slesso

medesimo

istante

nel

si

caso

domandati

Mossul Eugenio Flandin, valente

disegnatore, e dotto negli studi archeologici,

il

quale part nell'Otto-

bre del medesimo anno, e giunse nel Maggio del iSk.


In questo

mezzo,

Botta per contrasti avuti col Basci

il

ammal gravemente,

Je molte fatiche durate,


si

arrest

un poco.

Ma

giunto Flandin

e per

e l'opera degli scavi

egli si

rianim e guari

coir assistenza del disegnatore, e coi denari avuti dal governo, rico-

minci con pi ardore

le

indagini.

C<jmpr tutto

il

villaggio di

Khorsabad, abitato da 150 persone, ne atterr gli abituri, chiam


non curando ne
e and avanti
ai lavori 200 tra Arabi e Kurdi
,

l'eccessivo calore, ne

le

malattie, n

le

gravi molestie dei Turchi

RASSEGNA

878
che assalivano

lavoranti

DI LIBRI

credendo che scavassero oro nascosto.

EfTctto d questi sforzi fu la scoperta di quindici sale, piccola parte,

ma

migliore di un vasto palazzo reale

la

e iscrizioni. Flandin ritrasse


dell'arte
di

in disegno

pezzi meglio conservati

tutte coperte di bassirilievi

due stanze

tra

scelli

notabili

erano

due

tori

giganteschi

due

bronzo

divinit
fuso.

Le

soffoca

more, specialmente quando


I

umana

due statue

un leone

che

colossali

un leone

in

iscrizioni sono state copiate esattamente dal Botta,

e alcune gi vider la luce a Parigi

disegni.

soggetti scol-

tra le quali sono

faccia

palazzo scavato

un gigante che

e colla

colle ali

alla porla principale del

numero

Assirio in

pi belli, e pi importanti all'arte

e alla storia. Si trovarono anche grandi statue

di

Museo

formano quarantacinque

del Louvre. Questi

a bassorilievo,

importanti

tutti raccolti in

cento per ispedirsi a Parigi ove formeranno un

pili

pi

opere

le

furono

giornali

ove la scoperta lev gran ru-

giunse nell'anno scorso Flandin co^suoi

vi

l'Accademia

tutti

Longprier e Flandin scrissero

dotti articoli.

parlarono

archeologi

gli

Raoul Rochette

delle scoperte e dell' arte di Ninive.

tra gli altri,

Lenormant

si

serv di

quelle scoperte a sostegno delle sue idee tenebrose. Agi' Italiani parl

estesamente

di

questa scoperta Gottardo Calvi

allora a Parigi
discorsi

bella
ci

pot

guida

abbiamo

che

relazione

di

120 disegni

che suscitavano.

questioni

le

dotta

ha servito

vedere

fin qui

quale trovandosi

il

Flandin,

di

Egli

sotto

ne

occhi

gli

sentire

scrisse

e porta per titolo: Ninive

una
che

e le

sco-

perte di Botta.

Nella prima parte del suo lavoro


cose antiche di Ninive, e

antichissima storia

particolari

il

ingegn

il

di

gli

uomini e

stranamente confusi. Poi narra con

stati

fatto della

un riassunto

Calvi fece

scoperta del Botta, per

gione reclama un poco pi

delle

portar qualche luce in quella

distinguendo razionalmente

che dagli storici sono


i

s'

il

fatti,

tutti

quale con ra-

di cortesia e di giustizia dalla parte di

quegli scrittori francesi che spacciano miserabili ritrovati e novelle

per diminuire

il

merito e la gloria del valente italiano. Da ultimo,

venendo a descrivere
in esso trovate,

il

rende

monumento

Francia su quel!' argomento


che

gli

di

Sul che

di

scultura

che corrono in

e aggiunge qualche interpretazione

parve probabile, e meglio corrispondente

a noi pervenute

mostra

scoperto e le opere

conto delle varie opinioni

fa

alle tradizioni sino

prova di molta e buona dottrina

avere scritto dopo lunghe ricerche e meditazioni.

RASSEGNA

DI LIBRI

579

Questa scoperta archeologica, che presenta molti problemi,


pi grande che sia stata fatta dopo
essa

riempie una lacuna nella

si

manifesta

si

civilt

la

risorgimento

il

dell' arte e dell'

storia

ma

rumore

colle

cui seppe anche le pi squisite eleganze

di

sua

la

sue guerre

scer la vita pubblica e privala


e le feste e

costumi dei

che

le iscrizioni

Il

conclude

Calvi

scrivono

quale

il

la civile e la

Se poi

Niniviti.

monumento

suo dotto

Francesi

dotti di tutti

fu fiorente d' industrie e dotto nelle

cono-

si

militare, la religione

giungeranno a

dotti

allora

luce

la

sar immensa.

dicendo, che se vero,

scritto

che questa una preziosa conquista

paesi potranno prender parte

a noi Italiani sar permesso di rallegrarci

splendida conquista sia dovuta a un

che con forbito

slre scrittore

e rese splendida

sono sotto alle sculture

storica che verr da quel

come

umanit,

monumenti. Per questa scoperta

citt di magnifici

leggere

la

Pompei. Per

antichissima di un popolo che non solo dest

arti

di

stile

alla

tempo

particolarmente che

figlio d' Italia

tesseva

in pari

gli

la

al figlio deirillu-

annali della sua patria.

L' ospiialit che la Francia accordava al genitore le fu largamente

compensata dai
ella si

tesori d' arte e di scienza di cui

per opera del

figlio,

impossessata, e de' quali ben tosto la sua capitale andr

superba. La Francia per non fu ingrata verso

quale seppe

bene

colle proprie cognizioni

il

suo console

il

coir ingegno e colla

pazienza approfittare della dimora in una remota contrada

che

altri

Quel governo vuole che una


pronta pubblicazione fatta a sue spese metta in breve tempo a
portata di tutti le ricchezze artistiche che giungeranno da Ninive
la commissione dell'Accademia d'Iscrizioni e Belle lettere, composta
dai signori Letronne Raoul Rochette
Guignault Burnouf e Mohl
avrebbe aborrita come penoso

esiglio.

la

quale fece

il

primo rapporto

Ma

quella grande opera.

la

assistere e sorvegliare a

dovr

suprema direzione

volle affidata allo stesso scopritore

all'

italiano Botta

appositamente chiamalo dal ministro a Parigi


tale

opera un

monumento perenne

uscire dalla Francia


di Libri

di

Collegno e di molli

quello di Bolla per

le

altri

g'

moderna
,

medesima
il

si

quale venne

e potr erigere con

propria fama. Cosi per non


,

ai

nomi

di

Rossi

andr ad aggiungersi anche

scienze archeologicl^p

sempre pi manifesto come


e vigorosi in Italia

alla

e dalla Francia

della

e tutti insieme faranno

ingegni nascano pur sempre e pronti

come vagliano ognora ad

accrescere per bene

RASSEGNA

680
il

DI LIBRI

palrimonio scientifico delle nazioni

presso

quali trovano ospi-

le

tale accoglienza e prolezione .

Atto Vanndcci.

Bibliografia Dantesca

TiNES

tore.

compilata dal

sig.

Colomb de Ba-

Visconte

traduzione italiana fatta sul manoscritto francese

Prato

Tipografia Aldina editrice

Giuseppe Montani, critico


valorosamente

neW

Antologia

filosofo

che per

Firenze

di

1845

au-

dell'

voi. I.

dieci anni

sostenne

causa della ragione e

la

delle lettere nostre,

parlando una volta di un ragionamento di Giu-

seppe Bozzo sopra

un luogo famoso

di

Dante

concludeva cos

pu rider della Divina


Commedia, d'uno de'pi gran miracoli della mente umana . Con
le parole di quel valentuomo il Signor Visconte Colomb de Batia

Rida

questi studi assidui e minuti chi

di

gioco delle lunghe fatiche da lui

nes risponde a chi volesse farsi

spese neir andare con singolarissima pazienza

mente e notando
eruditi

materia

la

tipografi,

ricercando minuta-

letterali

critici

gli

tempo e d'ogni paese fecero sulle opere


e specialmente sulla Divina Commedia. Il campo si

filosofi

dell'Alighieri,

vasto

tutto ci che

d'ogni

abbondante, e

la diligenza del

compilatore

si

attenta, che egli ha trovalo di che riempire circa ottanta fogli di

stampa,

quali formeranno quattro belli ed eleganti volumi. Finora

solamente

il

Quando

tutta

specchio

dei

primo

uscito

alla

luce

F opera sar pubblicata


tanti e s

il

secondo per

potremo dare

diversi lavori fatti

su

Dante

specchio ognuno trarr le conseguenze che vuole:


tutti

tempi

ma

questo

da

via.

uno

certamente

un numero di scritti s prodigiosi


grande influenza che Dante ha avuto sugli uomini di varii
ma specialmente su quelli del secolo decimonono. So bene

rimarranno maravigliati

e della

in cifre

che molle

di

di

queste scritture sovente invece di accrescere

ria delle nostre lettere, sono

buone solamente a mostrare

le

la

glo-

nostre

miserie e le nostre perpetue discordie; che invece di rischiarare

sublime senso, nascosto sotto


ravvolgerlo in pi

fitte

il

tenebre

velame
:

che

delti versi strani,

il

servono a

molti di quelli che scrisser

RASSEGNA
Dante

su

furore: che alcuni Analmente

che Dante fu predicatore


queste cose

vedere

certi Glologi

petulanza

la

risorgere e ascoltare

potesse

intorno

fa

suoi

ai

grammatici

certi

di

un oh lungo

Perch mi scerpi

si

e la ferocia di certi novelli ostrogoti

a mandar fuori
essi

che

roco

Non

volgo

al

bone tutte

di servit e di barbarie. Io so

questo disordinato rumore


potesse

impotente

e di

dare ad intendere

vollero

e credo che se Dante

581

meschine passioni

lo fecero a sfogo di

DI LIBRI

scritti

e se

insolenza di

l'

avrebbe ragione

ad ognuno

e a gridare

di

hai tu spirto di pietate alcuno ?

Ma

quantunque non pochi degli scritti su Dante siano un vero


altri fanno grande onore al poeta, e alla nazione.
Per essi la storia del secolo XIII e XIV, si ampiamente illustrata
per essi la giovent ha ammirato Dante avere una delle

scandalo, molti

pi

nature che abbiano

forti

amore

con

generosi

opere

alle

pensieri

di

lui

umanit

1'

sono

si

ritemprarsi l'anima

per

apprendere

per

onorato

la

N
nostri solamente, ma anche gli
Dante come ad oracolo. iMolti de' pi grandi

originale.

rono a

Francia

di

diti

illustrare

d'

Inghilterra

nostro poeta

Commedia

Divina
e

il

che altra

gran padre

di tutti gli spiriti al


la

moderna
e

sioni

di

civilt; questo farlo

studi

in Italia e al di fuori,

gioso: e ormai

pu

dirsi

a
la

parla

si

e di

tutta

di discus-

paese un qualche compenso alle

lavori

poesia

dell' Italiana

questo rivolgersi

da ogni parte argomento

pel nostro

molte e lunghe miserie.


fatti

intesi

tutti

spiega alle pi celebri universit, e

si

ed eru-

critici

e considerarlo sotto tutti gli aspetti

scrive di esso anche al di l dell' Oceano.

si

stranieri ricor-

Alemagna sono

e di

ne' suoi

robusta e schietta lingua

italiana, e per ispirarsi alle bellezze di quella poesia pi

mai

volti

sono

che

u questi ultimi

numero che

in

con sicurezza che

anni

tiene

gli scritti

si

sono

del prodi-

che riguardano

Dante, formano una grandissima parte della nostra storia letteraDal che nasce

ria.

il

bisogno di vedere

un

raccolti e conservati in

Quindi devesi

titoli

libro appositamente

di essi

esattamente

fallo

per questo.

Colomb de Batines

lode e riconoscenza al signor

quantunque straniero all' Italia , colla sua Bibliografia


quale
Dantesca ha servito a questo bisogno e non ha perdonalo a cure

il

e fatiche perch
te,

lo

il

suo lavoro riuscisse jcgno

000 so se possa

essere a lai

graQ potranno scoprire


della

biblioteche

ma

qualche

oulla

scrittura

purtultavolta

io

dell'Italia e di

sfuggito: forse
obliata

credo che

Dan-

biblio-

nella

polvere

nulla

di

ve-

RASSEGNA

S82
ramenle importante
rimarr sempre

sia stato

DI LIBRI
da

obliato

lui

e che

il

suo libro

pi preziosa raccolta delle scritture dantesche.

la

Egli ha comprese

tutte le difficolt

suo lavoro

del

e quindi

rivolge al pubblico con queste modeste parole: a Chi voglia

siderare, che questa

me

lingua poco a

numero

certo

trascorse
parte.

mezzo

di

monografia comparisce

alle stampe in una


mi perdoner, spero, facilmente un

familiare,

parole storpiate e qualche

di

data

per colpa dello stampatore o mia

ci

si

con-

che sono

falsa

prima

questa

in

avr cura di rimediare, quanto sia possibile, per

si

un' Errata ad ogni parte dell'opera, posta alla

fine

di

ciascuna di esse; e di un'Errata generale alla fine dell'opera

E
che

si

sono

qui, a proposito della esecuzione tipografica, ragione

dica che gli editori attendono con la maggiore cura che pos-

perch

fare opera

faranno

onorevole ed utile

tutti

parte

perch

sforzi

li

le

ma

pubblico ne

ristampare

di

essi

sodisfatto: e per

sia

pagine in cui siano incorsi errori

le

di

desiderio di

mosse a questa intrapresa

li

il

amore

poich non

opere da ci),

promettono

pubblicata

gi

gratuitamente

elegante e corretta.

riesca

guadagno (che non sono queste

la

vuole

distribuire

qualche im-

di

portanza.
Il

primo volume contiene

Commedia
prosa,

le

delle
i

edizioni della

ristretti

Divina

le riduzioni in

traduzioni in latino, in francese, in inglese, in tedesco

e spagnolo: gli indici,

rimarli, ijglossarii,

musicografia.

Negli altri

critica della Divina

Commedia,

le pitture, e la

bliografia

la serie

fino al 1844: poi gli estratti,

opere minori

e le biografie

Dante.

di

disegni, le

incisioni,

volumi verranno
i

commenti

notati nel

lavori

la

Bi-

Codici, le

primo

volume sono circa 550, dei quali pi di due quinti appartengono


al secolo decimonono. Le edizioni del poema sono 252, divise cos:
20 nel

XV secolo:

42 nel secolo

XVI

4 nel

XVII

34 nel XVIII:

152 nei primi quarantaquattro anni del secolo XIX. Le traduzioni


francesi son

34,

sono del secolo

questa proporzione

fia critica

della Divina

La traduzione
raramente

si

23 appartengono

delle quali

XIX,

13 sopra sedici
si

maggiore

con quella

in lavori

Zanobi

secolo

XIX:

cosi

tedesche.

nella parte della Bibliogra-

Bicchierai

accuratezza ed eleganza

siffatti

attendersi da due valentissimi giovani


tini

al

traduzioni

Commedia.

fatta

incontra

far

delle

che

insomma quale doveva

come sono Giovanni Costan-

sicch per ogni titolo

ci

sembra che

RASSEGNA
r opera

raccomandi

si

Noi non possiamo

DI LIBRI

questo argomento senza

mostra

che per amore

verso

la

patria nostra

di

Dante

egli

esprimere

la

Colomb de Batines per l'amore

nostra vera riconoscenza al signor

voti

Dante e delle glorie nazionali.

agli anialori di

lasciare

che

583

che

e pregare

compiano

si

nelle notizie preliminari

fa

del-

Missirini

In un opuscolo pubblicato nel 1830 l'abate Melchior


enumerava le prove di gratitudine onde fiorentini rime-

ritarono

la

r opera:

memoria

del divino

non m* inganno

poeta

ma

fiorentini le

devono

un ultimo onore
una Biblioteca
Dantesca deve sorgere nella patria di Dante, una biblioteca nella
quale tutte le opera enumerate in questa monografia si vedessero
riunite. Un altro voto ancora mi sia permesso di esprimere. La
ancora

cattedra

s'

io

eretta in Firenze

1373

nel

per

la

lezione della divina

Commedia, e illustrata da un Boccaccio, da un Villani, da un Gelli,


da un Giambullari da un Buommaltei da un Varchi, ec. tacque
colla morie del Lampredi. E intanto il divino Poema pubblicamente spiegato nelle principali facolt della Francia e in quasi
,

deli'Alemagna

tutte le Universit

Atto Vannucci.

Indice per materie della Biblioteca comunale di Siena

Lorenzo
1

Ilari.

filosofi si

Siena 1844, Tipografia

microscopiche

lettera o

lenti

per iscoprire

qualche cifra

fallata

lode e di gratitudine sincera per


dizioni difficilissime di

una

vita

se

noi

bibliografi

qualche virgola

si

armino
qualche

non abbiamo che parole

un uomo che
angustiata

in

dalla

mezzo

di

alle con-

povert

e dalle

lavor con rara pazienza e coraggio venti anni, per

conlradizioni

mostrare

suoi

ai

compilato da

affannino a cercare se ia classificazione adottata in

quest'Indice a seconda delle loro fantasie:


di

all'insegna dell'Ancora.

concittadini

tutte le

pi riposte

ricchezze della

patria biblioteca.

L' autore della lettera dedicatoria

ingenue parole rende conto del

al j)rofessor Grotlanelli

e delle molte difficolt che dov superare. Egli con

tissima degli studi


Ap. Voi.

II.

con

metodo tenuto nel suo lungo lavoro,

un'anima aman-

fu costretto dalla necessit a fare


T

'

dapprima

il

RASSEGNA

584
falegname, poi

il

servitore, e quindi

capitavano a

gli

mano

e cos

legatore di

il

tempo

a queste occupazioni trovava

che

DI LIBRI

il

modo

Ma

libri.

mezzo

in

a leggere tutti

suo amore del sapere

libri

andava

si

viepi accendendo anche ad onta delle proibizioni e delle punizioni

sdegnando

di

avere

figlio coir arte ereditaria

si

guadagnasse

del severo padre, che

che

il

del giovane furono

grandi

per sodisfarlo

della lettura,

trovandosi altrove sicuro,

paterna

leggere

ove senza curare


pochi

vicende non
di

Siena ;ed

concep

rifugiava sul tetto della casa

si

inclemenza delle stagioni

la

conto particolarmente

per allora ci non

un

tutto

di

rimase

al

servizio della Biblioteca

domande

indice per materie


ci che la

soppressi

conventi

che un' idea

Lorenzo

provenienti da essi

che pi

e Lorenzo Ilari per ripararvi

per alfabeto; e dopo,


passare

sdegno

lo

libri

incarico di radunare

e con essi

disordine

il

un ingiusto rimprovero

di

cominci a fare come

che ora vede

non sodisfatto

sua ragione

la

contento delle idee altrui per


valse dei

la

lumi e delle cognizioni

la

di

tiche

poi
ai

pure

Belle lettere

gli

particolari

si

Scienze morali

nelle quali

memoria

ogni maniera,

le

Ma

se

non fu
,

si

il

lavoro in sette

Scienze esatte o matema,

Arti. Ciascuna classe

andando sempre

possiede sopra qualunque argomento.

le collezioni di

tro-

parecchi valenti uomini per la

rende minutissimo ragguaglio

originali, si fa distinta

Egli

ma

loro pareri

dei

dettava.

Scienze fisiche , Teologia, Storia

partila in sezioni

Biblioteca

lo fece

luce.

partizione generale dell' opera

distribuzione delle particolari materie. Divise tutto


classi, cio

un uomo

consult dapprima l'opinione di parecchie dotte persone;


vatele discordi nei loro consigli

le

Quando furono

maniera fece un indice

qualche

in

bel catalogo per materie

al

1'

altro.

prospero stato della Biblioteca.

il

aumentarono

si

Ma

perch

e lo fece con lo zelo ardente di

ogni ricompensa cercava

di

In quella occorrenza

con cui render

vagheggiata

ebbe

Ilari

degli avventori,
,

Biblioteca contiene.

strettezze della sua vita lo costringevano ad

libri

sfogava a

si

Finalmente, dopo varie

essendo solo a sodisfare alle


di

pene

le

V amore

lui

sottraeva ad ogni vigilanza, e non

si

spesso

1804 pot entrare

liete, nel
ivi

Qui

la vita.

pure prevalendo in

che poteva trovare.

libri

primo pensiero

il

ma

casa asini latini, voleva

in

di tutto ci

miscellanee,

dai generali

di tutto ci

Oltre alle

che contengono
le lettere e

che

la

opere

giornali,

manoscritti

dimodoch a chi studia un dato argomento, V indice presenta rigorosamente tulio ci che

in originale o in

estratto

contiene la

RASSEGNA
Biblioteca

e di

pi

procurare

^Hssono

modo

di

d notizia

in altra

DI LIBRI

di

585

moltissime altre opere che

maniera. La classe delle

esempio, divisa

vcnlisette sezioni, le quali

in

si

Belle lettere,
si

suddi-

vidono in centocinquantaquattro categorie minori, e contengono circa


ventimila articoli.

Da

ci solo

si

vede quale estensione abbia questo

prezioso lavoro. Pure, ambiziosa e ciarlatanesca di troppo

umano

brata repigrale di Repertorio dello scibile

primo volume. N

del

uomo

di singolare

parte a

siCfalta

quale prima

di

ci facciamo carico all' Ilari

di

modestia e riservatezza

ci

sem-

posta nell'antiporto

il

quale

e non ha avuta nessuna

impostura. Questa manipolazione dell'editore

il

metter fuori quella gran frase, doveva pensare che,

quaj^J5jauqeff Catalogo sia un vero tesoro di cognizioni bibUografi-

che

non 'poteva pen

umano, perch

la

sua snatura dar notizia

la

di tutto lo scibile

volumi circa

Bibliolebii di.Siena in.cinquaiitamila

tutto lo scibi ^eil ma no

non contiene n pu contenere

Facciamo que-

sta avvertenza, perch

nessuno attribuisca quella sparata

quale non rimproveri

ma

moltissime lodi merita per

all' Ilari, il

gran

la

ligenza e per la lunga fatica messa in questo lavoro. Noi

percorso con molto piacere e


finqu
tra

e facciamo voti perch

istruzione
si

due

affretti la

volumi

di-

abbiamo

pubblicati

pubblicazione degli

altri,

quali attendiamo con ansiet quello che discorre della storia,

perche, ragguagliandoci dei lavori storici della Biblioteca per nazioni


e citt

ne offrir grande abbondanza

ci che riguarda specialmente

Italia

medio evo.

repubbliche del

le

l'

di

notizie preziosissime per

e in

modo

pi particolare

Questa classe, come

prospetto generale, ha trantacinque sezioni, le quali

pi

di

Ferrara e molte altre


;

Firenze

citt

Pisa

Lucca

Genova Venezia
,

occupano una suddivisione per ciasche-

e Siena sola ne occupa quindici.

L'opera
la

partono in

trecento suddivisioni minori, e non poche di queste appar-

tengono alla nostra patria

duna

vede dal

si

si

dapprima

dell'Ilari

stima che meritava

simo sempre

di

ricompensato
compiuti
solata la

1'

la

autore

suoi voti

sua stanca

Voglia

il

quello che

tutto

ordin a sue spese

cielo

fu perseguitata e derisa

e finalmente

stampa
;

il

il

poscia ebbe

municipio Senese, amantis-

torna a decoro

della

citt

ne

e decret che ne fosse pubblicamente

quale ora finalmente

dopo molti

travajjji,

si

conforta di veder

ha modo a passar con-

vita.

che l'esempio dato

Senese sia seguilo da

altri!

Se tutte

dall'Ilari
le

e dal

municipio

biblioteche e gli archivi

RASSEGNA

o86

DI LIBRI

avessero cosiffatli

calaloghi che girassero per le

rimarrebbero non

inutili

tanti

tesori di storia

mani

ognuno,

di

e di altre notizie di

ogni maniera che sono preda della polvere e delle tarme. La neces>
sita di
libri

questi cataloghi

si

tostoch ad aiuto

tornano

giorno di pi, perch

sentire ogni

fa

aumentandosi prodigiosamente

senza una guida sicura

piut-

confusione e ad ingombro.

Atto Vannucci.

Storia de' Mdnicipj

Italiani

lano 1836-40

con documenti

illustrata

inediti

Carlo Morbio.

arti da

notizie bibliografiche e di belle

Mi-

in 8vo,

Articolo

(Vedi p. 373).

li.

Milano.

D cominciamento
(

Repubblica

Municipio
di

morte

regime e

pubblici.
;

le

gli

incendiar]

degli

adultere

A'

mano

falsi

testimonj

sodomiti erano

sono consacrate

statuti

ladri d

falsi-mOnetarj

quel

eran puniti

al

Si

pu notare

in essi statuti

buon
mo-

abuso delia pena

molti delitti puniti di semplici multe pecuniarie

tura ritenuta

come ottimo mezzo

r intima convinzione del

giudice

di
;

prova
potere

spesso concentrali in un solo magistrato


delitto e la

denza

avvelenatori

alla nettezza della citt; altre alla conservazione de'

numenti

il

Milano

storia di

morte

di

gli

a' falsari tagliavasi la

Alcune rubriche

arsi vivi.

pena

stupratori violenti

pubblici

strappavasi la lingua,

morte

gli

ladri violenti

falsiflcatori di atti

di

signor Morbio alia sua

breve notizia degli antichi statuti di

ne' quali vedesi profusa la

parricidi

campagna

il

con una

pena

clericale.

la tor-

sufficiente in molti casi


legislativo ed

esecutivo

enorme sproporzione

nessuna tolleranza religiosa

tra

assoluta indipen-

Ignoriamo perch Fautore abbia voluto incastonare nella storia


di Milano certe digressioni che per nulla si connettono all' argomento, e che forse avrebber potuto meglio Ggurare nella storia del

,,

RASSEGNA
municipio

DI LIBRI

Bologna. Valga per esempio

di

vil, che pc' primi ebbero la gloria

repubblica

verso

paragrafo sulla schia-

il

Bolognesi

1283. Lo slesso dicasi

il

587

di abolire nella loro

quello sui cavalieri

di

Nostra Donna Gloriosa (Frati Gaudenti), e l'illustrazione sul noto

di

verso di Dante

Frati Gaudenti

<r

neanche una parola che possa


Molto

parso

esile ci

Non

l'

signor Morbio descrive

antichi Milanesi

Legnano; ed ove
frombolieri

le

prospettiva

meritava certo qual-

titolo

quanti ve ne

sull' arte della

balestrieri,

guerra

che sventolarono a

de' militi, e de' saettatori

compagnia

della

diflScile

non

se

v'

e dei

morte,

della

Carroccio, delle macchine belliche, e di altre cose pertinenti


della guerra. In tutto ci

nel

armi offensive e difensive degli

bandiere repubblicane

le

tocca della paga

e dei

ove non

autore.

possiamo dire del paragrafo

cos

il

Lettere e scienze

pi de' cinque righi e mezzo di stampa

di

ha impiegati

quale

paragrafo

il

e Bolognesi d

a Milano.

Questo splendido

degli studi municipali.

che cosa

fummo

riferirsi

del
arte

all'

nulla di nuovo (ed tanto

dar del nuovo in cose istorichel

),

v' erudizione, chiarezza,

precisione.

Ben dice

il

signor Morbio che: gli statuti sono

grand' utile ne avrebbe avuto la nostra storia

e certo

amore per

le

un

cose

una raccolta di statuti municipali


comprovano il gi provato e poco aggiun-

avesse voluto darci

invece di documenti che

gono

pi curiosi

se egli, fornito di

ricco archivio, cora' egli , e dotato di cosi caldo


istoriche

documenti delle repubbliche italiane

veritieri ed autentici

al tesoro della filologia istorica.

11

secondo capitolo della storia

Milano, tratta della domina-

di

zione de' Duchi. In esso parola del codice ducale

Mediolani decreta
statuti

monumento

repubblicani

uno

quali

storia di

nella

diciamo delle gravi

Antiqua

mezzi palesi con cui

de* pi polenti e gloriosi municipj

non aver trovato

lotte

ma

di

si

fosse la

spense la

italiani. Ci

Milano neppure un

repubblicane

Ducum

non meno importante degli

per bene intendere quale e quanta

tirannide de' Visconti


libert di

istorico

duole

cenno,

non

quella lunga serie

di

rivoluzioni che cominciano con Martino della Torre, capo del partito

(1315)

Firenze; nulla
di

Matteo

Vi-

che fu per Milano ci che Cosimo de' Medici

per

popolare (1257)

sconti

Azzone,

di

finiscono

di que' tanti

Luchino,

di

con Ja potenza

mutamenti avvenuti
Giovanni.

a*

di

tempi

di

Galeazzo,

RASSEGNA

588

Terminale appena

guerre esterne

le

curarsi de' nemici interni

forme ordinarie

dalie

cause

le

Galeazzo

ad

volse

si

assi-

alto tradimento egli sciolse

di

procedura, che vai quanto a dire dai metodi

di

legali trovati a garantire


si

DI LIBRI

l'

innocenza

procedesse j)er accusa tionem

un

di

accusato. Volle

inquisitionem

tiranno

il

seu denuncationem

summarie et de plano sine strepitu


et figura judicii
et alio
quocumque modo extra ordinem omnis juris et statutorum solemnitate
et substantia omssis. Il tristo esempio non manc d'imitatori e dopo
,

cinque secoli suona ancora


strepitu et figura judicii

qualche

in

luogo

Giovan-Maria

che faceva

parola sine

fiera

la

divorare

gli

uomini da mastini affamali, and pi oltre, decretando nel 1407,

mancanza

di fatto e di diritto

Filippo Maria
nati a

in quarti

beni confiscati

geva

etsi

versi eradicandi

Dopo

ex

exterminandi

a servit?

s'

a che servono

ac ultimo supplicio

istituirono

di

una

libera veste la tirannide pi sicura.

Abbiamo un decreto

capitani

popolo gi inclina

istituzione

morta

pericolosa

E perch

noi

il

non va

veggiamo

di

reati ordinarj

chi vuol notizia delle atrocissime pene

ci

succintamente nella storia del signor Morbio

il

le

cittadini di

Milano, per distogliere

nere

in

campo 10,000

fanti

300,000 uomini popolavano

la

10,000

citt

due

si

il

arti.

Duca

offrivano di mante-

cavalli.
soli

steso

milanese

su'dazj, e sulle monete, e sui regolamenti sanitarj, e sulle

da una pace non vantaggiosa con Venezia

dei

trover

quale ha

anche dei brevi ed eruditi paragrafi sulla mercatura


Solto Filippo Maria

svela

Non facciam parola

quegli osceni misteri.

la

governo

il

quale

non poca parte


:

risor-

il

perch solto

la tirannia

27 aprile 1387

della

difensori

il

pi alto grado sotto

al

del

affiigendi!

fecero nuove leggi

dalla corruzione de' costumi,

pubblica prostituzione giungere


visconteo.

si

nomi quando

forma una menzogna

giammai disgiunta

ex linea

collaterales

Maria Visconti,

liberi

Allorch lo spirito

dell' antica

se ci non bastasse, aggiun-

descendentes et

di Filippo

repubblicani

ma

tanto crimine venir enty totaliter et uni-

tali et

et

rota

attaccate alle porte della citt;

come

e,

fossero

ivi

o avviticchiati ad una

membra

case disfatte;

le

rei di slato fossero trasci-

luogo della esecuzione

al

e le lacere

ordinava

ogni

per un piede

morte

la

ordini

libert

gere

1422

Ascendentes vero sui

masculina^

ed

nel

coda di cavallo fino

appesi alle forche


fatti

piena autorit ad

supplirerebbe colla sua

ne' delitti di stato

In

quel

artefici si

tempo

offrivano

RASSEGNA
di

DI LIBRI

689

le armature occorrenti per 4,000 cavalli e


Da un importante documento si vede qual fosse l'atti-

fornir in pochi di

2,000

fanti.

vit e passivit del

ducato Milanese sotto

Conte

il

Virt.

di

intorno alle occupazioni private dei duchi (sono parole del

signor Morbio), trovo che


reggiare, ed alle caccie.

Bernab dopo

pestilenza

la

contro de

volse

li

pi erano dediti

11

Cerio

miseri subditi

havevano pigliato porci selvatici


suspendere per la gola

Lo

all'

astrologia

sotto

stesso

de

et altre selvaticine

quali

li

frati

all'amo-

se

onde a molti

occhi

gli

et

al

si riferisce essere ascesi

inde

numero

ne assicura che quel principe teneva

storico

cinquemila cani. Due

Y anno 1374, che

che per quattro anni addietro

doppuo grande tormento cavare

di loro faceva

di cento.

assicura

carestia e la perdita dello stato

la

ci

minori

essendo andati da Bernab per

riprenderlo delle tiranniche estorsioni da lui esercitale per motivi di


caccia, vennero da

lui

contrato da Bernab;

fatti

ardere

Un povero

vivi.

ammazzare

questi lo fece

contadino fu in-

dal suo canelticre,

perche aveva un cane. Dagli annali milanesi

anno 1381

sappiamo che quel principe

abate di S. Barnaba

perch aveva

fece impiccare

Un

prese alcune lepri.

1'

sotto

raccont

giovinetto

sognato che uccideva un cinghiale; Bernab

1'

gli fece

di

aver

cavare un occhio,

ed amputare una mano. Nessun giusdicente percepiva l'onorario se

prima non aveva fatto mozzare il capo ad un uccisore di


Un decreto del 24 ottobre 1425 ingiunge a'commissarj,

pernici.
ufficiali

sudditi della citt e distretto di Novara, di prestarsi, giovare coll'opera

e col consiglio,
nutrices

bus nostris

terribile

ivi

spedilo
et

per

ricercare

aliquas

bene nutriendis certis cani-

l'autore del rinomato forno di

esempio, serv

colla

plizio di

pr educandis,

ove venivan calati

Galeazzo

sima

Bcltramino

Galeazzo
ventevole

sive baylas

II

alla

prigionieri per

torre spa-

e che, con

sua propria punizione.

meno

per non esser da

quale trov modo

un reo

Monza,

una fune

di

invent

la

famosa quare-

allungare quaranta giorni

il

sup-

di stato.

La graticola ardente invenzione


rinchiusa in una graticola a

modo

di

La

Bernab.

di botte,

con

vittima

era

un manubrio da

essere girata su di un fuoco lento.

Chiude l'autore questo capitolo con


guerra, e sulle armi in uso nel tempo

un cenno sull'arte della


de' Visconti.

,,

RASSEGNA

590
Il

UBRI

DI

terzo capitolo consacrato agli ultimi Sforza

Novara

notizie suir assedio d

tocca di Massimiliano Sforza e di Francesco II


del quale

imperatore Carlo

l'

ed ricco di

e sulla vita di Lodovico

Sforza

Moro.

il

Si

morte

alla

prese possesso del Ducato

Mi-

di

lano e lo incorpor alla monarchia di Spagna.


Sotto l'avara tirannide spagnuola,

l'arbitrio prevalse in tutto alla legge;

insopportabili

sua corruzione

potenza de' bravi

la

ammigli abusi di una


un lusso smodalo e rovinatore la

errori tutti e

gli

Aggiungete

ruberie

le

Uno

intolleranza religiosa

Duca

il

il

ducato

pre-

la

saccheggi de' soldati

Leganes

tolse

Ossuna 500,000 once


peste, ed avrete il quadro
di

Milano, sotto

di

contemporaneo

scrittore

de' governatori.

spesse carestie, la

le

desolante che doveva presentare


nio spagnuolo.

l'

corruzione de' nobili


,

Milano 14,000,000;

allo stato di

d'oro!

la

paghe

enormi,

fu

sicurezza personale

spesso privi di

popolo;

il

tributi divennero

V inviolabilit del clero affrett e comp

nistrazione stolta e tirannica


di

che osavan

miglioramento economico ed industriale

ogni

impossibile; aggiungete

mancanza

tamquam Deus, dominarono ed oppressero

dire giudicare

assurdi

curiali

mali

inesausta di

sorgente

air Italia, decadde affatto la potenza milanese.

il

domi-

monsignor Bascap

diceva: a Dalle guerre, dalla peste, dalla fame, da una moltitudine


di

quando

lupi, che di

quando compariva, devastavasi questa

in

contrada gi da gran tempo infelice.

popoli erano flagellati dalle

stragi, dagl' incendi, dalle esazioni, dalle rapine e da frequentissime

mortalit.

La

licenza del vivere, l'impunit, l'arroganza militare,

lutto scompigliava

contro

il

e per

divino,

culto

contaminarono non

solo

colmo

laici,

chiese e tutte le cose sacre.

insanguinato Milano,
ed

Infocatorum

sonetti

di

un ignoto

che nel 1588

offr

di

gli

stessi vescovi, le

cos era oppresso, spogliato,

ed

ed

Animosorum

Eypheliomachorum e

de' Perseveranti e degli Spensierati ed altre,

inezie e futilit

Nel fine della sua

manoscritto

clero

il

mentre

accademie Arisophorum

canzoni e madrigali

notizia di

ma

innumerevoli corruttele

cristiani, religiosi e la salute,

ed Hermathenericorum

Faticosorum, e quelle
disputavano

le

di miseria

costumi

cantavano esametri e pentametri

storia di

Milano

ad Elisabetta regina

fisiognonomia

il

signor Morbio

ci

milanese, un Ambrogio degli liberti,

scrittore

d'

Inghilterra

opera anteriore

di

un suo

trattalo

qualche anno

alla

,,

RASSEGNA
t'amosa Physionomia

un curioso passo

non vollero permettere

del clero
;

G. B.

591

che

Et

che

al

fare

inquisitore o ministri

l'

stampa

la

Trascriviamo

Porta.

Della

della lunga lettera di dedica.

ardilo molti mesi prima

volsi essere

deravo

humana

DI LIBRI

in Italia

come

io desi-

quello che anco per prima havevo visto per prova, sendo

che non volsero consentire che

nelli

miei discorsi

punto parlassi

aperto di V. M. invictissima, nel mio pronosticarle favorevole sorte


nelle sue imprese contro del re di

Spagna. Onde

larne copertamente meglio cbio seppi con


al riverso

Donna

contentarmi

di

Donna

cio la

proposito

nominarla con

di

Virile

il

che molto mi

fui astretto a

nome

simplice

parve

par-

nomi

scrivere alcuni

il

proprio

di

et a

Chiudesi questo volume con una serie

25 documenti

di

inediti.

E. A. A.

Storia

Campagne

delle

dal 1808 al 1813,

Genio

di

Milano

ec. ec.

Assedi

degli

degP Italiani

Camillo Vacami,

1845

/.

Ispagna

in

R, Generale

presso Tendler e Schaefer.

del

Voi. 3

in 8vo.

Quando

chiarissimo e valente Signor Cav. Camillo Vacani

il

Generale Ingegnere,

Campagne

pubblic

sua splendidissima Storia delle

la

consegn,

e degli Assedi degl' Italiani in Ispagna; egli

insieme benemerito ed illustre

suo

il

nome

alla

storia

contem-

poranea e futura.
I

giornali d'Italia parlarono di questo bel lavoro con alte Iodi,

e specialmente Io Spettatore

signor Vacani,

Milanese.

ammirarono

vi

veniva alla dignit della materia


e

somma

precisione

ne' racconti,

nell'

sapienza,

la

rimentato nell'arte militare; lo

Quanti lessero

stile
;

fatica di

ai

fatti,

libro del

piano e dignitoso,

spe-

come con-

e soprattutto poi una evidenza

esposizione

delle

operazioni

belliche

quali fanno fede lo scritto essere di

sente ai luoghi e

il

un uomo

uno che

fu pre-

e fu anche gran parte degli avvenimenti

raccontali.

Oltre questo,

si

conobbe quanti

autore alla gratitudine della


Ap. Voi.

II.

patria

titoli si
,

fosse acquistato

avendo posto
75

in

il

degno

evidenza

il

RASSEGNA

592
valore,

il

coraggio,

la

DI LIBRI

prodezza dcgl' Italiani negl'iriconlri pi

e dimostrato con prove luminose essere g* Italiani,

ficili,

dif-

quando

sono posti in generose circostanze, non degeneri da quei loro an-

che gi con tanta gloria

tichi,

mondo

il

tutto conquistarono.

Questi pregi per non potettero essere da


colla lettura di quest'opera,

facilmente gir e

si

diffuse, per essere

destinata ai Sovrani

tosto

avvegnach

za

cos

di lusso, piut-

che per

biblioteche,

il

un' edizione .che riunisse la nitidez-

correzione e l'economia.

la

una stampa

grandi

alle

pubblico. Laonde desideravasi

veduti e sentiti

tutti

prima edizione non

la

vero che un'altra ne fu fatta

stampa non corrispose

brame

ma

sventuratamente

quella

per

la

bont

che richiedeva recccllenza dell'opera. Ben voleasi causare

il

sover-

chio dispendio e

la

quella

degl' intelligenti

dovizia tipografica; tuttavia

l'inesattezza e la

tabili

alle

seconda stampa

troppo grettezza

come non avvenuta

terza, diretta da persona abile e

animosa;

Francesco Longhena in Milano

Prof.

compiutamente questo voto.


Il Longhena, consacralo

ai

buoni

si

non eran compor-

perci essendo

se ne
il

stata

invocava

una

chiarissimo Signor

mostr parato a soddisfare

studi

de' quali

ottimo

fervidissimo cultore, inchinevole costantemente ad incoraggiare gli

autori e ad obbligare gii amici, gi editore di belle opere

sime

que

alla Letteratura, alla Civilt e

comp una nuova edizione

Milano

pei

tipi

la

oltre

il

utilis-

Morale, intraprese adun-

questa storia del Vacani

in

deircccellente tipografo Pagnoni. Questa riuscita

commendevole per
per

di

alla

la

cura avuta nell'emendazione delle stampe,

qualit della carta, per la bellezza del formato. Senza che,

suo intrinseco merito, raccomandata ancora per discre-

tezza del prezzo:

giacch

tre grossi

volumi

ottavo,

in

altro

non

costano che ventiquattro Lire austriache.

Chi poi desiderasse l'Atlante che accompagn la prima ricca


edizione, e del quale la presente
rilasciato a parte

e al

pu

far senza

questo pure sar

prezzo pi ragionevole.

Melchior

Missirini.

,,

RASSEGNA
Catalogo

dei Manoscritti posseduti dal

pilato da

Carlo Milanesi. Firenze

18i5,

8." di

in

pregio e

Il

tanto maggiori

vedono, per

uomini

utilit dei libro

la
,

la

in

di

march. Gino Capponi, comcoi

della Galileiana

tipi

pubblicalo dai

Milanesi son

sig.

quanto che poche pubblicazioni consimili oggi

semplice ed unica ragione che noi viviamo

lettere

gran Signori

quei

ridotti

quali riputavano a gloria ed

onore

farsi

formare numerose e pregievoli

eruditi e degli studiosi.

Stosch

Barberini

non

dedita a imprese industriali

che per farne mercato. Di

pi

come un'eredit

maggiore offerente

chire

Corsini

di

collezioni

Gaddi

e nella nostra et, tutta

altro

veggiamo ogni anno preziose

trasmesse

generazione in ge-

di

Simiglia, andar poi divise e vendute

nella Sala Silvestre di Parigi

di

uso degli

Strozzi

li

tempo

del

formano pi biblioteche

si

noi

collezioni di libri e di manoscritti

nerazione

non hanno che pochi imitatori

si

in un'et

mecenati degli

e di manoscritti, che mettevano generosamente ad

libri

al

593

pag. ?ii-268.

poco numero son

in cui a

passato,

li

DI LIBRI

o ad arric-

magazzini del celebre libraio inglese Payne, Noi conosciamo

troppo bene

la

nobilt e generosit del

che

esser persuasi

alla

march. Gino Capponi per

preziosa collezione storica da

messa

lui

insieme in tanti anni e con tante cure, non toccher un'egual sorte:
in
il

ogni caso

sig.

Carlo Milanesi ha avuto cura

di

conservarcene

Catalogo. Noi non crediamo poter meglio esporre

utilit
il

il

scopo e

lo

la

di questa benemerita pubblicazione, che riferendo per intero

breve avvertimento che ad essa pr'^cede

Avvertimento

di

Il

storia civile, politica ed

quali risguardano per

economica

compilare e pubblicare per


in lui

provvedere alla

altres col

le

dell' Italia, si risolvette di

utilit e al

comodo

degli studiosi

proprio esempio coloro che hanno

letterarie dovizie o date loro

retaggio.

la

farne

stampe un Catalogo, volendo quant'era

pubbliche o privale Biblioteche, a meftere


le

di un numero
massima parte la

marchese Gino Capponi trovandosi possessore

scelti Manoscritti

in

Imperocch, certo che

in

ed eccitare

pi universale notizia

custodia o
di

cura o posseggono

ben pochi

pervenute
tra

loro

Manoscritti

in
i

RASSEGNA

594

DI LIBRI

quali giacciono nelle Biblioteche e negli Archivi


possibile

nemmeno

pubblicazione

utile la

fossero noti agli studiosi

perch sappiano

all'

sarebbe non che

ma

bisognerebbe

tutti

occorrenza dove por

mani per avvantaggiare loro lavori e perch tante buone


non rimangano ignote a coloro che ben sappiano valersene.
le

fonti

a Con tale intendimento questo uomo egregio


a cui ho per
mia singoiar ventura esser legato con vincoli di osservanza e di
,

stima

volle affidarmi questo lavoro;

animo volonteroso

quale avendo

il

condussi dopo non pochi mesi

io

preso con

suo compi-

al

mento.
a
a'

La ragione

di

lavoro

tal

Godici Capponiani

si

spettanti alla storia di varie citt

anche

di

Europa

tegorie di luoghi

seguente. Essendoch dentro

la

contengono per

la

paesi

massima parie materie

o provincie

d' Italia

ed

ho creduto per ci espediente dividerle per ca-

Le categorie poi che erano

disposti per alfabeto.

pi numerose e pi svariate,

metodo somigliante

ho diviso

alle principali.

in

secondarie, con

altre

che ajuta assai ed abbrevia

Il

ricerche degli studiosi.

le

troveranno esser questi Codici troppo brevemente de-

a Alcuni
scritti

e mancanti bene spesso di opportune dichiarazioni

scarsit del

tempo concessomi

dalle

mie occupazioni

mi ha

ma

la

distolto

dal mettermi in pi lunga e pi grave fatica. Alla curiosit de'moUi

credo bastante

il

gi fatto; e spero altres che

comodo

sufficiente al

e al bisogno degli studiosi

cilmente dalla intitolazione anche nuda ritrarre


tanza di quelle scritture che solamente

troppo lunga opera

descrivere.

il

non aver sempre notato quali


Questo ho detto di molte ma
:

a saperlo senza troppo

uni

come

altri

gli

spartito e ordinato di

quanto

esse

tra

di altre

pi parte miscellanei. Coloro poi

di

qualche argomento

il

io

e che sarebbe

non

avrei

sieno a

stampa.

potuto arrivare

tempo. Prego adunque


di

s gli

avere un registro
per

che mettendosi alla trattazione

ne bramassero pi distinta
al loro libe-

quale pone ogni suo piacere nel dischiudere la

sua Biblioteca e far copia de' suoi

Ed

di

scritture

potranno con intera fiducia far ricorso

rale possessore,

richiedono.

fa-

impor-

trovassero in questo Catalogo qualche scrit-

tura che facesse al loro proposito


dichiarazione

relativa

la

in-

essi

trova nei Godici Capponiani

la

potendo

accennano

tener sodisfatti
si

Altro rimprovero sar quello di

perdimento

a volersi

si

non apparisca

mi chiamer ben

Manoscritti

tutti

che ne

sodisfatto e rimeritato delle

lo

mie

RASSEGNA
umili fatiche
via

la stessa

DI LIBRI

se questo lavoro sar cagione

595
che

metta per

altri si

vanno esercitandosi nello studio delle


con molto loro onore e con utile e benefizio dell'uni-

e se coloro che

Storie Italiane

versale, troveranno per la notizia di questi Codici dischiuse novelle


fonti

un

e prto

facile e spedito ajuto alle loro ricerche.

Restami infine a dichiarare per debito

questa pubblicazione altra parte

ordinare

io

dividere per categorie

schede che

aveva

di essi Codici

giustizia

di

non ebbi che quella


e preparare per

gi

compilalo

che in

compiere,

di

stampe

le

Luigi Polidori, per uso privato della Libreria medesima:


lavoro ha avuto parte eziandio
ridusse

Roma

di

Tommaso Gar

particolarmente

si

Ai

riferiscono.

ma

ajuto,

fatica

di

prima dir

che

a questa eccellente

pubblicazione del

la

ereditario

onorevole

il

amore per

l'

Catalogo compilato dal


Biblioteche accanto

nelle

un suo antenato Capponi

integrale della Vaticana.

di

Milanesi

che

la col-

documenti

storici

Milanesi avr un posto

Catalogo
libri

al

pubblicato

nel

manoscritti

presente fa parte

miei voti a quelli manifestati dal


,

quanto dai rao-

compilato ad uso del pubblico un catalogo dei

affidati

opera indispensabile e

manca ancora

e di

bibliografo, io non posso far fine a

vedere cio tanto dai bibliotecarj

coglitori particolari

storici

scienza tradizionale ed

sig.

quale raccolta

la

Come

queste poche parole senza unire


Milanesi

al

la

collezione di

passato secolo) della preziosa

sig.

sig.

molti dei quali sono gi conosciuti dai lettori dell'Archivio

Storico. In questa famiglia

di

poi

Gino Capponi racchiude preziosi docu-

lezione storica del march.


,

di

questa mia non gloriosa

fatta con molto metodo e dottrina paleografica

menti

quali miei

Restami ora ad aggiungere alcune parole


esposizione

quale

ben ancora de' consigli e de' suggerimenti che

amorevolmente mi diedero nel progresso


n lieve

qual

al
il

non solo

benevoli amici rendo qui in pubblico grazie singolari

questo

categoriche quelle scritture che alla storia di

ischede

in

Venezia e

signor

il

le

signor Filippo-

il

di

alla loro custodia

grandissima

all' Italia

o da loro posseduti.

utilit

ed

ajuto

agli

Una
studj

voglio dire una Bibliografia storica

analoga alla Bibliotheque Historique de la France, du Pere


Lelong: ma l'esecuzione di questo ingrato e poco lucroso lavoro
e
s' appartiene di diritto ai dotti compilatori M\' Archivio Storico
italiana

al

suo zelante e benemerito editore.


Visconte CoLOMD

De Batnbs.

RASSEGNA

96

DI LIBRI

Pel Calendario Pratese del 1846. Memorie e studi di cose patrie.


Prato per Ranieri Guasti 1845 in 12. di pag. 120.
,

se in questo libretto sia pi da pregiare

Non sappiamo

l'esempio degnissimo che

de' compilatori, o

o l'animo

argomento

nicipi ne facciano

ingegno

i'

mu-

gli altri

emulazione. Perch non cosa

di beila

che un drappello di
massimamente di una piccola citt proceda ordinato e
concorde a una meta, con nessuna speranza di premio o con quella
di una lode per la natura del libro modesta e assai minore della
da doversene troppo spesso rallegrare questa

studiosi e

Ma

fatica.

pratesi compilatori

si

diedero a illustrare

che fedelmente ne ritraesse


a speranza del

vedranno
citt

tabelle

de' mesi (1)

anno, ed una elegante

dell'

editore

grafo

buona

il

un quadro

lume

presente, a

intenzione

effetto migliore.

la

tavola oraria

successe

della

appartenenze

le

innanzi alle materie discorse coli' ordine seguente

non

come

Una veduta

promotore dei Calendario

se
,

che grave avvertenza del

al pari

Cesare Guasti

passato e

il

alla

Calendario

lettori del

le

futuro.

mu-

loro

il

nicipio coir intenzione di giovare a'conciltadini, offerendo

tipo-

vanno

Topografia: Topografa generale, dell' ing. Filippo Morghen;

I.

7/ Monteferrato, del doti.

Francesco Franceschini.

Statistica:

li.

Popolazione^ dell' avv. Giovacchino Benini; ^grnco/^wra, dell' ing. Filippo

Morghen

Ciardi.
dell' avv.

III.

Cenni sull'industria

commercio ec,

Storia civile: Dell'origine,

Germano

Fossi;

Tumulto

di

di

Giovanni

di

Cesare Guasti; Statuti,

Bernardo Nardi,

di

Carlo Livi.

IV. Storia scientifica e letteraria: Flaminio Rai, can. GioGiovacchino Carradori,


Giovacchino Benini.
vanni
V. Istituti beneficenza, educazione, istruzione Libreria
can. Ferdinando Baldanzi. VI. Monumenti sacri
Roncioniana,
del

dell'avv.

Pierallini;

di

ec.

del

e profani

Del monastero di S. Vincenzio

al 1530, dell'ab. Giovacchino Limberti.


di

VII.

dalla

sua fondazione

contorni: Sant'Anna,

Cesare Guasti.

Certamente questo
materia prolisso
sciolto:

(1)

ora un

un

fatto

Ottimo pensiero

libretto

non tutt'oro; un articolo per

altro stringato

non

qua un

ben chiaro, ora falso:

fu quello di

la

po' indigesto, l troppo

registrare sotto

il

stile

in

loro giorno

versari degli uomini che bene meritarono del municipio.

questo

gli

anni-

RASSEGNA
cullo fino alla leziosajjgine
sofisticare

quando

ragone maggiori, vuoi per


si

porge

al

comune

n voluto cercare
tritivo

le

mente massime

sostanza vuoi per

la

chi vorrebbe

forma? Intanto

la

che non avrebbe potuto ne sapulo

erudizioni patrie

un alimento pi sano

e nu-

cuore e sulla

effello sul

Siccome chiunque voglia per ogni

dovr

Prato,

ma

possono contrapporre pregi senza pa-

do' lettori

de' giovani.

spetto sapere di

597

quello neglif^'enle

quale non pu rimanersi senza

il

in

a' difetti si

DI LIBRI

ri-

necessariamente attingere a questo

libro e a quelli degli anni avvenire ; cos teniamo per fermo che la
sua importanza non cesser col mutare della stagione. Confidiamo

che non manchi al (Calendario Pratese il pubblico favore a proseguire di bene in meglio, e gli altri municipj aggiungano la loro voce
Tutti

del confratello.

a quella

veggono che

ma

questo o quel tratto di terra,

1*

non sarebbe

utile

della patria

di

comune.

Zanobi Bicchierai.

Bibliografia Pratese

compilata per

per Giuseppe Pontecchi 1844

Crescono nella

Una mano

patrie memorie.
nostri

e di cuore e di

onore vorranno
sciuto, per

Prato

citt di

buoni

ed

altri giudiziosi

italiani

tanto

ci

parvo

pag. xxiv-323.

l'amore

sludii

Uno
anche

cono-

costoro,

di

delle

de' padri

non poco

mostrano che

utili lavori

r autore della Bibliografia Pratese

Prato,

ben nodriti del senno

paese loro nativo.

fare al

avere annunziata

in 4to

di giovani

lingua

un da Prato.

in quest'Appendice,

che noi vorremmo a quest'ora

che

Ma

meritasse.

'I

l'

indugio

non dee far credere minore la stima.


Questa sorta lavori non pu essere degnamente apprezzata e
meritata

di gratitudine

vare. Gli altri a

se

non da chi

una prima occhiata hanno

col disprezzo, facendone conto

dizione infeconda.

Non

solo ricorderemo che


storia

numero

in caso di

come

questo

il

di

luogo a mostrare

hanno tanto maggior consisten^


dei parziali

falli

tosto beli' e

giudicato

opere manualesche e

principii generali

dove sta

quanto

ri-

doversene gio-

il

di

eru-

contrario

la filosofia della

pi

esleso

il

da cui sono dedotii. Quindi, ci che non

sarebbe da pregiare in s, acquista importanza dal

complesso;

RASSEGNA

598

non ha voce

ci che per s

DI LIBRI

dice assai

nella

moltitudine.

quelli che nelle bibliografie

non sentiamo con

tenesse conto di certe minuzzaglie di niun valore,


netti

epitalami!

madrigali

merce

e simile

Perocch, e questi pure sono monumenti a

Che

bel concetto

secolo che

per esempio

fiacche e ingenerose

non piuttosto
dine

minima parte?

la

di

raccolte.

un'et.

secolo

conosciuto tutto? o
,

cono-

avete

ossia la moltitu-

Eppure senza questa

Insomma

vostro filosofare non correrebbe diritto.

meno

voi

e la mediocrit
?

quel

di

le avesse

un

buone, avete

non vorreste pur guardarla

uggiose

di

si

dire so-

non bisognerebbe formarsi

Oltrech quando

sciuto le cose eccellenti e le

com'a

giudicare di

oziosaggini letterarie non avesse

tali

Perci

non vorrebbero

idea

il

se quel valente

giovane da Prato ha voluto raccoglier tutto nella sua Bibliografia^


infino alle pagliuzze

segno

non sappiamo

afl'atto

disapprovarlo.

vogliam ricordargli un rimatore pratese

ci

di

per

che a caso

capitato innanzi, e che da lui non vediamo notalo; ed un


Vannozzo Buonanni, che dovette vivere versola fine del secolo de-

ci

cimosesto.

Ma non

di

sole pagliuzze

nomi e

essa

si

citt

vorrebbe onorarsi.

fa

bella di

Un

simo e fecondo

ma

Prato,

compone

opere,

Martini

cuore sacerdotale somiglia


chini, valente

si

di

di

un

Bibliografia

Pratese:

anche ogni

maggior

uomo che

nella dottrina e nel

agli antichi Padri della

grammatico ed erudito
Casotti

all'Italia (1).

la

cui

e pi altri

Ed

Chiesa

un Carradori

un Bian-

fisico dottis-

fanno onore non pure a

che

sciagura

molti

ingegni

sia

mancato piuttosto la volont che la potenza di fare opere grandi.


Che non avrebbono potuto un Pacchiani un Pieraccioli ? Ma di ci
non accade discorrere.
L'autore di questa Bibliografia non si ristretto solo ad offerirci un nudo catalogo di opere
od una materiale descrizione di
,

codici.

Ma

ha rinfrescato questo campo arido con sane

egli

vazioni di critica storica e letteraria

biografiche succose,

Solo

avremmo

(1)

ed ha sparso qua e

e nette da

eleganti

municipali

osser-

l notizie

esagerazioni.

desiderato che gli scrittori non pratesi che qui

si

re-

Dice del Casotti, pag. 70: di lui vanto l'aver tolto V errore invalso

comunemente

che

uno

solo fosse

il

poeta Buonaccorso (Monteraagni). Noi non

credianao ci possa dirsi con sicurezza errore; n che

damente

dinaostrato

perch

tuttavia assai luogo a risposta

suoi argomenti,
;

ci

accader

il

Casotti l'abbia vali-

sebbene ingegnosi, lasciano

di farlo

vedere.

RASSEGNA
gistrano soIara<nte per aver

stati

coi

599

toccalo alcuna cosa di Prato

qualche nota tipografica

o con

espresso

gliamo lacere

d' alcuni curiosi

questo suo lavoro.

una narrazione

documenti

(1)

popolo

il

rato e imprevidente ne' suoi moti, e quanto

perch quasi affatto privato)

(come

i'A.

narrato

parrebbe

il

un curioso documento

come

perbi di quel secolo; mostra anche

caso di Alessandro

Ma

oltrech

costumi vani

dei

germe

il

facciano

si

Meno impor-

da Francesco Bizzochi nel 1620.

avverte)

inconside-

sia

potenti

crudel gioco di questa sua ingenuit fanciullesca.


tante

di

prima

la

che posta a riscontro del

mostrerebbe quanto

N vo-

egli reca

malaugurate allegrie pratesi per

venuta del cardinale Giovanni de' Medici

Miserando Sacco

Cicognini

dei quali egli ha ornato

proposito di Quirico Baldinucci

delle

fossero

avvertimento

a fine di non indurre altrui in errore.

coulraddislinti

lui

DI LIBRI

delle

e su-

civili

di-

scordie fosse vivo tuttavia, e che se non iscoppiava e non invadeva,

come

nei secoli andati

dovevasi

pi

mutate

alle

condizioni

tempi, che agli animi ritemperati in meglio. Inoltre, questa


tura

sebbene non possa

dirsi nitida

ha tuttavia cert' aria

nuit e certe forme di parlare vive ed efficaci

n' affatto inamena

con molta variet

di lezione

Prato

tola venne in

n senza profitto

con questi e con pi


Bibliografia

(2).

la storia et la

d' inge-

lettura

altri

cosa che non tocca mai

leggenda come la Cin-

Cos

piacevoli innesti arricchisce TA. la

di

rado

anche leggere da capo


,

a simili lavori.

nemica del buon garbo

deW a proposito

erba fascio, anzich mazzolino d'ogni

sua

a fondo:

Perocch

gli

fisicamente grave,

smaniosa

fiore.

non

In ultimo riproduce,

eruditi di mestiero sono per lo pi gente noiosa

si

la

scrittura assai pregevole del trecento.

e la rende da potersi

costoro: perch'egli

che

dei

scrit-

1'

di fare

d'ogni

autor nostro di

mostra sempre giudizioso, parco, elegante,

Vedi Arch. Stor. II., Voi. I , pag. 233.


Alcuni passi di questa narrazione gli leggerei diversamente. Per esempio questo: Si salulorno V un V altro; ed il cavarsi di capo il cappello , e suli salt alla vita (pag. 40, lin. 15) ; pare evidente
il dello Lapo
bito
(1)

(2)

co' il cavarsi di capo


che debba leggersi cosi Si salulorno
tantopi che questo modo ricorre anche pi sotto. E a pag. 41
:

il

lin.

cappello

10, dove

l dalla porla FioreiUina (sic). Majprima i Floridi, ec, ci pare che


periodo vada pe'suol piedi, quando invece del punto mettausi due punii
ma prima ec. sino a pure si chiuda in parentesi tutta quella digressione

leggesl

il

rocchia Inclusive.

Ap. Voi.

11.

,
,

RASSEGNA

600

e qualche volta anche severo.


discorso preliminare
civili

dov' egli

quali pregi spiccano anco pi nel

segue con passi rapidi

e intellettuali della sua gente

presenti giorni.

condotto

facile

Se ogni

DI LIBRI

dall'

progressi

origine della citt tino ai

citt avesse simile

lavoro

ben

cos

sarebbe a compilare una bibliografia italiana

di

non dubitiamo proporlo come esempio


che
e incitamento. Se non che coloro massimamente tra' giovani
reputansi e sono ingegnosi sdegnano mettersi a quesle ricerche
cui sentesi desiderio: per

che non sono a

livello delle

inquantoch molti
dalle cose piccole

loro menti.

ci tanto pi ci sa

mentre conantur grandia, senza


nubes

et

essersi

inania captant.

Ab. Enrico Bindu

male
rifatti

NOTA
In aggiungi

del Prof. Pietro Capei

Discorso sui Longobardi

al

V. pag. 471-548

ec,

Era gi stampala

la mia Lettera sulla dominazione dei Longoquando nella Rivista Europea che s pubblica
in Milano, N." 111-112
Nov. e Die. 1845)
mi occorse la notizia
dal sig. BiANcei-GioviNi data di un Codice singolare di Paolo Dia-

bardi in

Italia

cono, creduto

Lib. II,

e.

32

a pag. 473.

riferiti

secondo

qui remanserant

e custodito nella R. Biblioteca di

medesimo vengono

del

controversi luoghi gi

liqui

X,

eh' del secolo

Bamberga. A saggio

il

nuovo Codice

appunto

esibili

primo

Il

scrino cos

partiti sunt per Longobardos

due

medesimi

dei

Et

ut

re-

annua-

censum darent tertiam partem de veclualio quot hahebant .


E questa lezione confermerebbe quanto da me si disse nelle note 9
e 105: cio, che con la prima divisione non altro s'intendesse

liter eis

che soggettare

nona da

romani ad una

vinti

ripartirsi tra' vincitori.

sta scritto cos

(f

Cum

Il

sola ed unica imposta, all'an-

secondo poi

Quindi

spites advenientes inter se dividebant .


sta

che

onde

popoli di troppo non

bardi dividevano tra s (per

tendoli

per conseguenza

annona

di

vinti,

occupate.

un
alla

Diacono
:

es.

termini;
il

dalla

di

ritenuto

in

verbo partiuntur

Longo-

centene?)

nuovi

Germania?); ammetdella
gi

terre da

essi

senso

attivo,

hi

IG

idea sarebbe que-

gravati

suolo che

delle

e.

Longobardi, ho-

o alla compartecipazione

compartecipazione

In altri

la

fossero

loro schiere o

terzo de' loro prodotti

Codice Ambrosiano

tur

le

che sopraggiungevano (per

ospiti

(Lib. Ili,

autem populi graverentur

stabilita

pagavano

Longobardi

come

nel

nota lezione di Paolo

populi tamen aggravati per langobardos hospites partiunpopuli tamen aggravati partiuntur
costruirsi cos
Langobardos; e non parleTobbe n punto n poco, di

dovrebbe

hospites per

una nuova divisione


Queste sono

in qualsivoglia

le notizie

che per

la

modo

toccante ai vinti Italiani.

controversia attingonsi dal nuovo

NOTA

602

Ma

Codice.

a quanto

si

quale

vrebbe aversi come


il

primo

getto,

medesimo ? Stando
nuovo Codice dolezione
o non pi presto

conto in che dee tenersi

il

Bianchi-Giovini

riferisce dal sig.

prima e pi antica

la

il

il

l'abbozzo?) della Istoria de' Longobardi

Paolo Diacono: e quella che

di

corrono a stampa, sarebbe una seconda lezione, o

un lavoro po-

steriore di Paolo, che rifece, interpol, ampliflc, abbell

suo Libro

del

presenta

all'

animo

Sennonch

che

il

la

prima idea

Codice

di

rafifazonamento posteriore della Storia


tasi

neir indicato articolo, perch:

cr

lo stile

stampati
dice

ornato dei Codici

sia

di

Paolo.

Stante

Codice Bambergense.

nuova interpretazione che


di

Paolo

Ma

si

questa idea riget-

gusto di que' tempi,

il

non

pu ammettere

si

di testo agli

esemplari

portarsi, troppo facilmente, malle-

giudicar

necessit

pertanto

indi scaturisce de'

3. della

larissimo Codice.

patria di

colui

di
il

che

valore della

due controversi luoghi

attenderemo pi piena e rigorosa notzia

2. della et

concetti

stato pi tardi ridotto alla semplicit del nostro Co-

Lo che mi sembra un
il

che servirono

vadore del gusto, della intenzione o della


scrisse

quale spontanea

la

Bamberga contenga invece un

portato alle fioriture ed alle amplificazioni

che

dettata da

presente abbiamo negli esemplari che

questo nuovo

in

1.''

del testo

verit singo-

AMUNZI BIBLIOGRAFICI

OPERE TERMINATE.
Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze sino ai nostri

giorni, compendiata e offerta ai giovani toscani da

Filippo Mois

autore della Storia

in Italia. Firenze

1845

de'

V. Batelli

Dominj Stranieri

C.

Volumi due

in 16.

Ricordi

pei

Colli

Euganei,

con appendice
che

ec.

illustrazioni

di notizie statistiche

storico-artistiche,

geologiche

Strenna del Giornale Euganeo.

1846

igieni-

in 8. di

pag. 197.
Noteremo qui solamente qaelle prose le qaall trattano d'argomenti stoilcf.
Pietro Selvatico.
rqa Niccol Tommaseo. Il monastero di Fraglia
Monselice Antonio dell'Acqua. sle Giovanni Cilladella. Terme AponenAntonio Berli. Carrara
si ec.
Andrea Citladella-Vigodarzere. Il Catajo
colli minori,
S. Giorgio, e Carrara S. Stefano , Teodoro Zacco. Il Venda e
Guglielmo Stefani. La rcca di Pendice e Teolo Carlo Leoni.
,

r edizioni

del

1548 e 1552
,

Di Pier Antonio Micheli


e di

note

di

da

Venezia

Allocuzioni di

G. B. Merlo

Marco Foscarini,

ducale. Venezia
Foscarini assunse

la

1845

in 24. di

Botanico insigne del secolo

una sua opera manoscritta

Marsili.

Il

riscontrate col-

corredate

1845 Tipografia Tasso


xx-216, 220. Voi. unico in due fascicoli.

L. Carrer. Venezia

pag.

Bembo,

Pietro

Lettere scelte del Cardinale

memoria

1845

in

4.*

di

di pag. 24.

dette neir^ssumere la dignit

in 4. di pag. 16.

dignit ducale il^l

maggio 1762.

Le

sei allo-

cazioni sono in volgar veneto. Offerte da Antonio Giovanni Sagredo

nozze Giastiniani-Michiel.

XVI

Giovanni

nelle

,,

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

604

Commissione data dal Doge

Mocenigo a Paolo Tie-

Alvise

Roma

polo, ambasciatore straordinario a


il

15 novembre

In Venezia

nell'anno 1571

in proposito della lega contro

Tip. Merlo

1845. In

8.*

Turco.

il

di pag. 40.

ed offerta da Gaetano Moronl. La


Per le nozze Giusllnianl-Michiel
Commissione Incomincia a pag. 29 precedono alcuni cenni intorno a Paolo
,

TIepolo

di

E. Cicogna.

Degli Archivi Napoletani

Napoli

Ragionamento

Stamperia Reale

Sugli Archivi delle

1845

Due Calabrie

Vito Capialbi. Napoli

1845

in

Antonio

di
4.**

rapido cenno di

Ulteriori,

Tip. di Porcelli

Spinelli.

di pag. 63.

in

8.**

di

pag. 15.

Memorie per

servire alla Storia della Santa Chiesa Miletese,

compilate da Vito Capialbi. Napoli, Tip. di Porcelli, 1845,

LXv-203, con 2 tavole, con 43 documenti.

di pag.
V.

Il

Faro

Tom.

Giorn. di Messina. Ann. IV.

Lettere del Beato Giovanni dalle

Marsili e di Guido

Francesco Petrarca

coli'

di

Santa Caterina

di

Celle,

Il

pag. ISO.

Maestro

Luigi

San Bernardo

aiuto di varie stampe e MSS.,

recate a miglior lezione dal P. Bartolommeo Sorio.

ma

Tip. de' Classici Sacri, 1845,

Letture del Soldato Italiano

torno a subietti militari


autori

16.*^

in

ovvero

raccolta

cavate

da

Ro-

di pag. 280.
di

prose in-

antichi e moderni

con cenni bibliografici e brevi note filologiche

per Marino D'Ayala. Napoli

Osservazioni sopra diversi

Teodoro Hell

Italia di

oggetti
,

8. di pag. 244.

discorsi

orme

sulle

volgare con note. Padova

1845

di

viaggio

nel

Dante

in

tradotto in

Tip. Crescini, 1845, in

8.**

di

pag. 22.

Rerum ab Arabibus in
maxime Sardinia
,

Scripsit J. G.

1845

scripsit

Wenrich. Leipsig

vi-346

De Utterarum

Italia insulisque

atque Corsica

studiis

in

adjacentibus

Sicilia

gestarum Commentarii.

et Paris, F.

Klincksieck,

8.*>

apud

Italos

primis Medii Aevi saeculis

GuiLiELMUs GiESEBRECHT

Phil.

Doct.

Acccduut

,,,

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

605

nonnulla Alphant carmina vel emendata vel inedita

1845,

rolini,

deraicis

in Libraria

Be-

Rudolphi Gaertner, Tipis Aca-

in 4. pag. 56.

Cenni Statistico-Storici della valle


Dott. C. Cavalli. Torino

Vigezzo

compilata

dal

1845, C. Mussano. Volumi

tre

in 8.

Miscellanea italiana. Ragionamenti di Geografia e Statistica


patria di Adriano Balbi
Balbi.

con un atlante d'Italia

da Eugenio

raccolti e ordinati

Milano 1845. Civella e C. Voi.

in 8. p. xvii-409

ec.

Cisterna e antiche stufe del Tempio di Serapide, lettera del


cavaliere Antonio

Niccolini

presidente della Sezione

al

Geologica nel settimo congresso degli Scienziati

italiani.

Napoli 1845, 4. gr. di 12 pag. con tavola.

Tre dissertazioni sui principii della repubblica di


cio

sua origine pi probabile;

che

e Rialto; le citt della terra-ferma

maggiormente a popolare

venete

le isole

dova, tipografia Penada, 1845, in

ma

tesi

neto

mezzo

il

di della

per Nizza e Genova

Paroco

vosto

Bonfanti,

imp.

lettere

dell'

visitando

abate

Maria

S.

1845

Don

nato

il

1610

Giacinto Amati^ pre-

Milano 1845

con tavola

litografica.

1845

morto

Perugia

il

1680

184G*in

in

Rovigo

1845

Sibi-

di p. 46.

musico celebratiscompilate da Gian-

8." di pag.

Di alcune civiche istituzioni di Rovigo nel secolo


storici.

Sa-

ritorno

con annotazioni. Rovigo

Notizie biografiche di Baldassarre Ferri

carlo Conestabile.

la

Paolo Paciaudi a Clemente

di

al

con tavole.

tipografia Liviana

Piemonte

nazionale privilegiato di Antonio

in 8. gr.

inedite

il

de* Servi.

Rodigini

stabilim.

Padova

liato.

di

d' illustri

regio

Minelli ec.

simo

50 (Pri-

governo ve-

Francia, e l'Algeria,

pag. Vili e 652

8.**

Dodici lettere

Dodici

Pa-

C. C.

di

8. di pag.

).

Viaggio da Milano in Africa


voja

contribuirono

rare virt del

in difesa delle

Venezia

consolato padovano

il

in 8. di pag. 20.

16.

XVI, cenni

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

606

OPERE
Regno

Storia del

di

IN

CORSO D'ASSOCIAZIONE.

Ferdinando e Isabella

Spagna, di H. Prescott

di

sovrani cattolici

recata per la prima volta in

da Ascanio Tempestini.

Italiano

Compagni annunziano e raccomandano la pubhanno in animo di fare della Storia del Regno di Ferdinando e Isabella di Spagna del Prescott; sull'utilit e importanza della
Marchese Gino Capponi cosi discorre nel suo parere dato all' Ediquale ,
Gli Editori V. Batelll e

blicazione che essi

il

tore, e che serve di Manifesto

all'

opera divisata.

Se mai alcun secolo fu per s solo di gran

moderna Europa,

momento

nell' Istoria della

certamente il secolo 1S.; imperocch allora


tutte le istituzioni che ora ci reggono, venute quasi a compimento, diedero, pu dirsi, a tutte le nazioni altra forma, e cominciarono l'et novella. E se tra le nazioni di Europa una ve n'ebbe, la quale operasse In
s medesima un rivolgimento anche pi intiero di quello che fu comune
alle altre
questa si fu la spagnuola e la forma che ella prese in quel
momento, comunque breve, di sua smisurata potenza, si comunic alle
altre con tale forza di esempio, che tutte le monarchie, sembr allora si
foggiassero su quella fondata dai re spagnuoli e spagnuoli furono
costumi
di tutti coloro che primeggiarono per ben due secoli nelle societ civili e
negli stati da un capo all'altro d' Europa. Il che se avvenne dovunque, avvenne In Italia tanto pi, perch l'Italia non come imitatrice, ma come
serva si dovette ricomporre secondo ispanica forma. Noi pertanto non temiamo di asserire che l' Istoria dei re Ferdinando di Casliglia e d' Isabella
d'Aragona, autori primi di quella monarchia, e maestri di quella politica,
tale

si

fu

costumi sia per qualsivoglia cultore


maggiori spettacoli e pi magnifici e pi abbondanti
che l'istoria presentasse mai ; e sia per quella dell'Italia

diflfonditori di quelle arti e di quei

uno
d'insegnamento

dell'istoria

nostra

tra
,

fondamento all'istoria moderna,


ha prestato opera egregia

necessarissimo

all'antica.

noi

compimento

pertanto

il

Prescott,

sig.

americano, e gi fatto celebre per altre pubblicazioni, il quale, con senno eguale alla temperanza giudic quei grandi fatti, e gli
espose con diligenza che ben s'accoppia alla vivacit della narrazione.
Munito di grandi e veramente singolari soccorsi per le immense ricerche

illustre

da lui fatte negli archivj , e per la cooperazione di letterati spagnuoli, pot


dare a queir istoria un aspetto aCTatto nuovo e in nulla mancare alla pienezza, come all'evidenza del racconto. Per questi pregi il suo libro ebbe
,

a quest'ora tra in

America ed Inghilterra

attenzione scrupolosa

remmo
gli

testo

crediamo debba riuscire

con

questo variet e grandezza

di eventi

libri

e dir vor-

esser

intantoch per ogni sorta di leggitori pochi

offrire al pari di

ver-

utile acquisto

Indispensabile ai cultori della italiana storia. Tale

studiosi

la

originale

oltre a dieci edizioni

sione che ora ne pubblichiamo fatta e raffrontata sul

deve per

saprebbero

campo vastissimo

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

607

e In s diverso, e stranezza di costumi , e caratteri atteggiati diversamente


e fortemente scolpili e come spiccanti fuori da tela vastissima. Qui la
formazione della monarchia spagnuola in prima divisa tra governi provinqui le vittorie che spensero e finalmente distrussero la dominazione
ciali
,

de'

maomettani

conquista di Granata

la

nell'

estirpare quella Inimica schiatta

del

tribunale

Inquisizione di cui

dell'

qui

si

la

feroce diligenza del vincitori

prima fondazione In Ispagna


vede il nascimento e il crescere
la

progressivo Iracclall con evidenza singolare, e copia di


qui

re; quivi in fine


ziosa

mondo che un

scoperta di un nuovo

la

cupa flsonomia

la

comunque pur

di quel

essa virile

gran maestro

regno

di

Colombo

di

Ferdinando

il

cattolico

della regina Isabella

il

cardinal

Ximenes

Torquemada quanti

Ignoti sinora;

fatti

donava a quei fortunali

italiano

il

e quella gra-

piglio

tremendo

primi

anni

di

impronta
vasta e durevole nei destini delle et successive. Nulla diremo delle guerre
ma osiamo affermare che senza
d' Italia che sono tanta parte del libro
r aiuto delle istorie spagnuole ed in ispecie di questa la nostra non mai
potrebbe essere pienamente compresa, n giudicata a dovere .
Carlo

e dal

al

di s lasciarono

Storia di

Romagna

deirEra volgare ai
da Antonio Vesi. Bologna 1845,

nostri

dal principio

giorni, scritta

8.

in

Distribuzione 10.*

Opere del conte Giovanni Galvani. Milano, per Carlo Turati

1845

in

cavalleresca

8.**

dell'

Volume

1.

Fiore di storia letteraria e

Occitania.

320, contiene:
Modena. Prefazione. - Notizie preliEpoca 1. Scaldi e Bardi. Aquitania. Epoca II. Guglielminari.
mo IX. Possedimenti normanni al di qua della Lolra. Epoca III.
Riccardo cuor di leone. Marca Ispanica. Epoca IV.* Pietro II di Aragona. Provenza. - Epoca V.' Raimondo Berengero IV e Beatrice.
La distribuzione

Dedica

a S. A.

1.

di pag.

Duca

il

di

Cronaca di Giovanni Villani a miglior lezione ridotta, ec,


con note di /. Moutier e illustrazioni storiche di Fr. Gherar di-Dragomanni. Firenze S. Coen in 8.^ 1845. Distribuzione 16, 17, 18. Tom. Ili, fase. V. Tom. IV,
,

fase.

e 2.

Sulle storie italiane

dall'

anno primo

dell'

Discorso di Giuseppe Borghi. Firenze

al

1840

F.

Le Monnier, 1845. Fascicolo 28.

Era volgare sino

Dizionario geograflco-fisico-storico^della Toscana

da Emanuele
renze-Paterno
Ap. Voi

II.

Repelli. Fascicolo II

compilato

del Supplemento

).

^^

presso

Fi-

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

608

Le monete

dei Papi descritte in tavole

sinottiche dal Dottor

Angelo Cinagli.
Non v'era
un

volume

sol

Scilla, Gararapi

Fioravanti,

ed

altri

monetograf.

quanto

tiche tutto

Acarai

Ciacconio

Schiassi,

Vermglioli,
Bellini

stalo sinqal chi avesse Intrapreso di riunire e coordinare In


tulle le nonete ponlflcle contenute nelle opere del Vignoll

SalvaggI, Bellini,

riunire In

trova in quelle opere

si

Angelo Cinagli

Mayr

Peruzzl

Casanova, Zanetti, Carli,


un sol volume e in tavole sinot-

Argelati

disparate e disgiunte, ve-

aumenter il suo lavoro


1000 e pi monete inedite sfuggite alle ricerche degli accennati scrittori. Questo utilissimo repertorio vedr la luce pei tipi di Gaetano Paccasassi di Fermo; e tutta l'opera sar composta di circa 30 fogli di otto
nuto

Doti.

il

di

quale oltreci

il

pagine

prezzo

al

5 baiocchi per foglio.

di

Storia d* Italia, narrata al popolo italiano da Giuseppe

La Fa-

rina (565-1842). Firenze, Poligrafia Italiana, 1846, in 8.


Voi.

Dispensa

Dizionario geografico

M.

Stati di

il

Torino, 1845,

che comprende

1.*
,

storico

statistico

Sardegna

re di

la
,

del

Introduzione.

commerciale degli
prof. G.

Casalis.

fase. 29.

Poche parole per annunziare soltanto che l'egregio autore di questo


le promesse fatte al pubblico di dedicarsi con amore

Dizionario va compiendo

a quella parte interrotta del suo lavoro, che risguarda

l' importante articolo


questo argomento consacrato il fascicolo 29, venuto ora
alla luce, nel quale giova leggere la dichiarazione che il Casa^is mette in
nota al paragrafo ove cominciano le notizie storiche di quella citt: dichia-

Genova.

di

razione che giustifica l'indugio cagionato dalla morte dell' ab. cav. Spotorno,
al
i

commesso il lavoro e dalla necessit di dover raccogliere


degnamente, in quella guisa che l'avrebbe comimpresa difficile e di grande spesa di tempo . {Gazil dotto defunto:
Piemontese, N.^ 279 del 1845).

quale era stato

materiali per compierlo

piuto
zetta

Corso

di geografia storica

esposto in

XXIV

di tavole di

storica

mosi

usciti

del

medio-evo e moderna,
; con Atlante

Marmocchi
;

Mappe

Geografia

di

Disegni fisonomici e di usanze de' popoli

antica

Cronologia universale

Vedute

nazioni

studi da F. C.

ec.

monumenti

dei pi notevoli

Firenze

fascicoli

di

pii

tutte

fale

per V. Batelli e Comp., 1845. Sono

1-6 del testo

e la Dispensa 1.* e 2.*

dell'Atlante.
Il

lodato autore del Corso di geografa universale in cento lezioni, e del

Prodromo

della storia naturale

generale e comparala d' Italia

con l'opera

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
che ora annanzlamo viene nuovamente a dilatare

il

609

campo

le applicazioni

delle scienze geografiche; presso la gratitudine dell'universale acquistando

meriti nuovi, anzi maggiori se si riguardi alla necessit che , in tanto


incremento degli studi storici , abbiamo di un corso compiuto di geografia
storica
e alla utilit di un tale lavoro; porgendo cosi alle scuole di storia
un sussidio del quale sino ad ora la letteratura nostra mancava.
Di questa
opera non facciamo per ora che un semplice annunzio
riserbandoci a tenerne pi lungo proposito quando la stampa di essa sar tanto avanti da
dar materia a pi lungo discorso.
,

Documenti per
dall' ab.

1326

la storia del Friuli dal

Giuseppe Bianchi

1845,

Turchetto,

in 8.^

Udine

al

1332

raccolti

tipografa di Onofrio

Dispensa

10.*, 11., 12.*

dell' opera.

Sulle famiglie nobili della


fregiate de' respettivi
ret

Monarchia di Savoja narrazioni


stemmi incisi da Giovanni Monne-

ed accompagnate dalle vedute

disegnati dal vero da


attribuite a
editori

Storia

delle

Vittorio

1844

1846

mo volume

in 4.*

Compagnie
,

rino

di ventura

Pomba

G.

feudali

con illustrazioni

Fontana e Isnardi
Dispensa 27-46.

Angius. Torino

de' castelli

Gonin

Enrico

con quattro

di

Comp.

Ricotti.

To-

Quarto ed

ulti-

Ercole

in 8.

capitani

ritratti d'illustri

da

porsi in fronte ai quattro volumi.

OPERE PERIODICHE.
Memorie

della

Torino
Serie

Reale Accademia delle

Stamperia Reale,

dalla

seconda

Tomo

scienze

1845

di

Torino.

4to grande.

in

VII.

Registreremo qui quelle memorie della classe morale le quali si rifediscorsi crilici sopra la Cronologia
,
e sono
,

riscono alle scienze sloriche

Prefadirettore del Museo Egizio.


,
Sull'autenticit degli avanzi Manetoniani, della Vecchia
Cronaca, e del Catalogo attribuito ad Eratostene. i5iscorso li. Dell' autorit
Discordegli scritti manetonianl e degli altri fon|i di Cronologia Egizia.

Egizia del prof. Francesco Barucchi


zione. Discorso

I.

so III. Sai

numero approssimativo

compreso tra il regno


manetonlane

dinastie

Re

Eglzil, sulla durata dello spazio

Mene e quello di Cambise , sulla successione delle


e sulla divisione del regni egizli per dinastie.

di
,

del

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

610

Sludi Crilici soxjra la storia


valiere L. G.

Provana;

capitoli

d' Italia a'

tempi del Re Ardoino

XII, con appendice

Intorno a quesl' opera frutto di lunghe e diligenti ricerche


(
conto in una delle future dispenso dell'appendice ).
,

Accademia Lucchese
Lucca 1845.

Atti della Reale


Arti.

Tomo

Tralasciando

le

1.^
,

Sopra

ca-

sar reso

Lettere ed

di Scienze,

XIII.

memorie puramente

scientifiche e letterarie

quelle che appartengono alle storie che sono due

opere

del

41 Documenti.

di

tre pi antichi dipintori lucchesi dei quali si

cenni storici e

noteremo

conoscono

le

del prof. Michele Ridolfi.

critici

Bwmavenlura Berlinghieri del quale esistono dotre pittori sono


( I
cumenti del 1228, 1243, 1244 e una tavola coiranno 123S; Adeodato
d'Or/ando (crocifisso col suo nome e l'anno 1288); Angelo Puccinelli
tavole col suo nome e l'anno 1386).
2.* Dei Tempieri e del loro processo in Toscana
ragionamento di
Monsignore Telesforo Bini, con n. 9 documenti, tra' quali il processo dei
Templari fatto in Toscana.
:

Rivista Europea

Giornale di Scienze morali

ed Arti
Nel fascicoli di

di

Letteratura

Milano.

Novembre e Dicembre 1845

Della Linguistica applicata alla ricerca delle origini italiche

di

B.Bion-

delli.

Di un Codice singolare di Paolo Diacono

Rivista di scienze

lettere e arti.

di

A, Bianchi-Giovini.

Giornale Modanese.

Tomo i anno l. N.^ 1. Settembre 1845. Dell'amoroso Carroccio di


Rambaldo da Yaquiera e di alcuni principali accidenti della vita di questo
,

Trovatore Cavaliere, Lezione di Giovanni Galvani.


N. 2. Per quali istoriche cagioni, spenta in Italia la signoria del Romano
illustre, dovesse finalmente, su lutti i riusciti italiani volgari, avere il
volgare Toscano

la

La Dalmazia
N.<^

tanti

il

prevalenza

Giornale Letterario economico ec.

34 del 1845. Documenti


prospetto

discorso di Giovanni Galvani.

inediti di Gio. Battista

di Zara.

Giustinan

politico-economico-statistico-geograflco

Dalmatiche nell'anno 1553.

delle

ripor-

comunit

ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Saggutore

Il

Romano di
Anno 1845.

Giornale

Letteratura.

N.^ 7. Della famigtia

Romana

de'

Massimi

611

Storia, Belle Arti

IV.

voi.

e carta inedita in proposito.

P. Mazio.
di

Giornale di casa Caetani nel ponliflcato di Gregorio XIII. Delle cose


con una Relazione del ricevimento Tatto In Bologna da casa Pe;

Roma

Duca

poli al

di

Gioyeuse

tratta dalla

Cronaca MS.

Bologna

di

di

Girolamo

Seccadenari. P. Hdazio.
N. 8. Della successione al regno di Portogallo

e della Impresa

di Fi-

lippo II. P. Mazio.

Successo dell' armata di Sua Maest della quale capitano generale il


marchese di Santa Croce , nella battaglia che dette all' armata che portava
don Antonio nelle isole de los An^ores (1382). P. Mazio.
scritta nel 1589 da Glo.
N." 9. Relazione inedita dell' Isola di Candia
Battista del Monte. Parte 1.* con proemio e note di P. Mazio.
,

N. 10. Parte seconda della suddetta Relazione. P, Mazio.

Onorato

Di Rainaldo Brancaccio Cardinale e di


Fondi, Commentario. Parte 1." P. Mazio,
N.*^

conte

di

11. DI Rainaldo Brancaccio Cardinale, e di

Caetani, conte di

Onoralo

1.^

Caetani

Fondi. Commentario. Parte 2.* P. Mazio.

Sentenza pronunciata da Antonio de Arpino, giudice di Martima e Cam^


pagna contro Onorato 1.^ Caetani e gli aderenti suoi. P. Mazio.
,

Museo
Novembre 1845

di Scienze e Letteratura^ di Napoli.

fase. 25.

De' viaggi di Dante

in cui fu pubblicata la Cantica dell' Inferno

in

Parigi

e dell' anno

per Carlo Troya.

Fase. 28.21 Gennaio 1846. Della vita e delle opere di Francesco Capecelatro, per Scipione Volpicella.

Statistica letteraria del regno delle

Due

Sicilie, diretta

vocato Alfonso Pellegrino. Napoli, 1845,

fase.

dairare 2.

TAVOLA ALFABETICA DELLE MATERIE

.
A.

A. E., 373-76; 386-91.

M. Del

ultimi anni
l'ArtilIerie

in questi

334-368. Histoire de

Angius Vittorio
llallana

Francia

alla tace in

dati

Storia

lavori di

par Reinaud et Fave

Aquarone F. B
Arabi in Italia

ArcoiV)

369-73.
Adeodato d'Orlando, pittore
se, 610.
diritto di ),

194.

421

Alfonso

l.*'

chivio

Duca

Eustochla (1534
Alighieri

Dante

67-72.

},

200

Lodovico.

di

398

400

de

Histoire

par Reinaud et Fave

611.

dell'Ar-

risguardantc

Artieri (corporazione degli ), 199.


Artiglieria.

Inedito

Coblenza

di

questo Imperatore, 329-34.

Dona-

Ferrara.

di

zione e codicillo a favore di Laura

chese

Arrigo VII. Codice

403.

Lettere al marMantova, 316, 317, 323.


Arpino (de) Antonio, 611.
Ariosto

60o.

d'Isabella

e seg.
Alfano

604.

Carlo. Notizie

Ardoino re 193 610.


A r duini Carlo ,197.

Aldobrandini Cardinale Pietro


Alessandro VI

398.

377-93.

Estense moglie di Francesco Gonzaga ec. 205-223.

lucche-

Affrica, 60o.

Albinaggio

609.

Anlonelli Giuseppe

Ayala

D'

Mariano

V artillerie

369.

604.

Pietro di Dante, 197.

Allelz E.

Discours

et la ruine de

la

sur

la

puissance

rpublique de Ve-

Balbi Adriano

nlse, 336.

Amari Michele

Baglioni Astorre

175-76.

Amali Giacinto, 605.


Amedeo IV di Savoja

Amidei. Estratto da

una sua opera

200.

MS., 233.
Angelini A. F., 156-66.

Eugenio

397.

605.

605.

Balbo Cesare ,194.


Bandello Matteo. Lettera al Marcheee
Federigo Gonzaga, 318.

Bandini Abalc Giovanni. Lettere Intorno all'editto di Nantes, 42160,

TAVOLA ALFABETICA

614

Bartoli Francesco, 401.

Baruechi Francesco

Becchi Fruttuoso. Elogio

574 e

ta,

Brancaccio Ralnaldo

609.

Carlo Bot-

di

seg.

Belforli Luigi, 401.

173-74; 192-96; 610.


(San) 197.

Bruxelles.

Bembo Pietro, 603. Lettere


Gonzaga

a Isa-

Sue notizie, 231


un suo poema

no. 1. Estratto da

Buonaventura

Pittore

lucchese, 610.
604.
Bernardo San
Bernnrdoni Giuseppe, 398.
)

di

55

597-600.

398.

Giuseppe, 196.

Canale M.G., 399.

Candia, 611.

re de' Goti dinanzi

al

palazzo

Aquisgrana

in

604.

195, 610.

Campori Cesare
59-62

famiglia, 402.

Onorato 1.", 611.


Cajazzo (Conte di). V. Sanseverino.

di Paolo Emilio Botta, 574 e seg.


Campanella fra Tommaso 398.

567-

Canestrini Giuseppe.

zione del editto

Sulla pubblica-

di

Nantes

411-

20.

Capecelalro Francesco, 611.

73.

Bhmer Gian Federigo, 395. legesla


Impera ab anno i246 usque ad an-

num 1313, 550-60.


194.
Bologna
Bonaini Francesco, 199.
,

Sopra

al-

cuni diplomi inedili dell'Imperatore


II

del Principe Federigo

d'Antiochia

Federigo

di

Enzo

re di Sar-

degna 463-68.
Bonaparle Iacopo, 194.
Borghi Giusoppe, 399, 607.
Borgia Cesare. Sua lettera al Duca
d'Urbino, 246.
Borromeo, Carlo e Federigo, 191.
,

Carlo.

memoria

605.

Calvi Gottardo. Ninive e le scoperte

statua equestre di Teodo-

Carlonaagno

Bolla

Bini Telesforo, 610.

rico

e.

192.

176-78.

Silvestro. Sue lettere al


Marchese di Mantova 241 243
245, 248.

Bock. La

C.

195.

Calandra

395 , 609.
-^ Gomni Antonio, 404, 610.
580-83.
Bibliografia Dantesca
595-97.
Bicchierai Zanobi
Bianchi Giuseppe

Bigland lohn
Bindi Enrico

l'Acadmle
405.

Caccialupi Gio. Batista, 193.

Calabrie

Bessarinne Cardinale

Biondclli B.

Burlamacchi Francesco

Caelani

MS., 231.

311-312.

Benevoli Giovanni.

Berlinghieri

de

Bulletin

royale de Bruxelles

Belluno, 194.
bella

Belle arti,

Bellino

Cardinale, 611.
Brugnato citt), 196.
Brunet de Fresie. Recherches sur les
elablissements des Grecs en Sicile
etc, 337-68.
Bruii Liberali Filippo , 195.

Paolo
citt di

Monumento
574

alla

sua

e seg.

Emilio, sua scoperta della

Ninive

574 e

seg.

Longo762, illustrata,
dominazione dei
Italia, 471-548;

Cape? Pietro, 183-84. Carla

barda dell'anno
113-125. Sulla

Longobardi
"601-02.
Capialbi Vito

Capo

di

in

398

604.

Buona Speranza. V. Masser

Leonardo.
Capponi Gino, 199, 471. Sua raccolta
606-7.
593-95
di manoscritti
,

Carlo V., 395.

CarpanelU Pietro, 196, 399.


Carrara Francesco, 396.
Carrer Luigi, 603.
Carrucci Raffaello, 195.
Cartolari Antonio, 398.
Carvaro G., 199.
Casalis Goffredo, 191 , 399

608.

DELLE MATERIE
Federigo (ionziiga
Caterina (Santa

delle

al

Egitto. Cronologia Egizia

Enzo

604.

Cibo Becco ,193.

Conte

Codd Luigi

Prata

di

A
,

400

593-

93. Bibliografia Dantesca, 580-83.

Colonna, famiglia, 402.


Marcantonio 402.
Compagnie di ventura , 609.

de'

chese

di

al

Mar-

Pstoja

poldo
gliere

dell'

Genova

Archivio

consi-

185.

let-

238.

Gonzaga, 291.
205-223.
Sue notizie
Sue lettere al Marchese di Mantova suo marito 247 248, 260
262, 276, 281. A Stazio Gadio,
300-311. A
289. A suo marito
Isabella

reggio

315.

di

Cor-

suo marito,

316.

signore

sedute da

323. Opere
lei

d'arte

pos-

324.

Cortona. Diplomi di Federigo

Federigo d'Antiochia e

di

II

di

Enzo

re

di Sardegna, esistenti nell'archivio

Giacomo Filippo. Lettera


Marchese di Mantova 299.

al

Federigo d'Antiochia, 466-67.


II., 463-66; 560-64.

Federigo

Ferdinando re di Spagna
Ferrara 395 , 398.

463-68.

Costantinopoli, 397.

606.

Croce (Chiesa di Santa

),

178-82,

Crozart-Mouchet J., 194.


Cuneo. Belazione dell'assedio di Cuneo dell' anno 1557, scritta da
anonimo contemporaneo 79-110.
,

Cusani Francesco, 194.

Sue notizie, 230


no. 1. Estratti dalla sua Cronaca
MS., 230, 232, 234-37.

Oaino Giacomo.

Ap. Voi.

Fabianich Donalo, 396.


401.
Fabretli Ariodante
Faelfa

Cortese Gregorio, 397.

Cesare Leo-

Tommasi

Girolamo, a Lucca

comunale

Sua

Blndi ab. Enrico,

Bixio avv.

313.

Brucis

Isabella.

Ariosto

nuovi

Storico Italiano

403.

Renata di Francia, 319. A. G.


322. A Lodovico
G. Calandra,

396.

Contrucci Pietro, 194.

Cordava Giulio

Alfonso

Giovan Galeazzo

Mantova, 298.

Corriftpondenli

605.

Antonio. Lettera

d'

Conti

tera a Benedetto do

Gonzaga

tera a Isabella

Este

603.
Colli Euganei
Colomb de Batines 200

196

Pavia, 231. Let-

sulla battaglia di

Codici e quadri in vendita, 194.

Coneslabile Carlo

vescovo

Equicola Mario. Sua iscrizione latina


!

397.

396.

Santo

609.
467-68.

399.

ncognrt Emanuele, 196, 397,401,601.


Cinagli Angelo, 008.

Cleandro

re di Sardegna

Epifanio

200.

397.

199.

Cibrario Luigi

Donali Vllallano

Beato Giovanni

Sua lettera
Mantova 238.

di

398.

Galeazzo.

marchese
(

605.

Cavriani

Dalmazia 396 398 610.


- La
Giornale 403.
De Mas-Lalrie 199.
Dolcino Fra ) 565-67.

288.

da Siena, 604.

Cawrfon Celestino

Celle

287

Callalinich Giovanni
Cavalli C.

Lettere

Baldassarre.

CasliglUme

615

II.

Ferrano

Luigi

200.

Ferri Baldassarre
Filippo II, 611.

605.

Firenze, 178-82.
Fontanesi Giuseppe, 403.
Forni Luigi 398.
Foscarini Marco, 603.
,

Frapporti Giuseppe, 397.


Fra(t Domenicani. Memorie degli Ar192.
tisti di quest'ordine.

78

TAVOLA ALFABETICA

616
Frati Minori. Annali

ne

Friuli

283. A Francesco Gonzaga


ambasciatore a Roma
296.

guest' ordi-

di

192.

393

Gonzaga Giovanni. Lettera al Marchese di Mantova 236, 266 270


273 274 276.

609.

Gadio Stazio. Lettera


283.
di Mantova

al

Carlo Principe

di

Marchese

Galvani Giovanni

Gio. Antonio

402.

194, 607, 610.

al

prof.

Bo-

un Codice risguardante
Arrigo VII, 329-34.
naini, sopra

Garrucci Raffaele ,397.


Gaupp Ernesto Teodoro, 395.

197.

Gualterio Filippo, 193.


Guasti Cesare. Bibliografia

Pratese

397-99.
Gussalli Antonio, 396.

Guzzoni degli Ancarani Carlo, 403.

402.

Teodoro

fJell

Genova, 193, 397, 399.


Gemili Gio. Carlo, 193.
Geografia storica

Ero Luigi

200.

Gennarelli Achille

dell'

197.

Gualandi Michelangiolo, 173-74.

Gar Tommaso. Lettera

Cazzer Costanzo

Isabella. V. Ente.

Grotto

:196.

Granftoni e Beraldi Capezzoli


Gregorio XIII, 611.

Galles

suo

604.

Hfler Costantino. Saggio storico sol,

360-

399. Indice per

ma-

pra r Imperatore Federigo

608.

64.

Germanello Angelo. Lettera a Fede290.


rigo Gonzaga

Huillard-Brholles

Germania, 393.
Dragomanni Francesco
399 607.
detto della Marca
Giacomo San

Ilari Lorenzo

463^

Gherardi

193.
Giberli Gio.

Matteo, 193.

Giesebrechl Guglielmo

604.

Ginevra , 200.
Gionla Stefano ,194.
GiovanelU Benedetto, 166-73.
Gioyeuse Duca di ) 611.

Italia.

di

Mantova

Cesare.

Mantova, 273

Ferrante.

Lettera
,

Marchese

a Isabella sua

madre, 297.

Francesco. Ragguagli delle cose

Roma

di

1323 , scritti al Marchese di Mantova 292.


Marchese di
Francesco Maria
Mantova. Convenzione stipulata
con Papa Leone X, anno 1316

secondo

Sui primi

349-79.

popoli

d' Italia

166-

73.
Storia d'Italia, narrata al popolo

Italiano da G.

Municipi

La Farina, 190-91.

386-91.

191, 193, 194, 193, 399, 333-36,


373-76, 403, 403, 604, 607, 608.

Ivrea, 200.

nel

ticolo

di

313.

Lettera

di

283.
al

ultimamente pubbliarticolo primo


Germania
Alfredo Reumont 127-36. Ar-

cali in

chese

Di alcuni lavori spettanti alla

storia d'Italia

Girolamo Eremila. Lettera al Marchese di Mantova, 277.


610.
Giuslinian Glovan Battista
Gonzaga Agostino, Lettera al Mar-

di

Impero Germanico, dal 1246 al 1313,


530-60.
India. V. Masser Leonardo.
Isabella regina di Spagna , 603.
400.
Istria e Dalmazia

comunale

Siena, 383-86.

Biblioteca

terie della

Krone

La

Fra Dolcino e
365-67.

Giulio.

reni ec.

Farina Giuseppe, 190-91.

Pata-

DELLE MATERIE
Lancisi Glo. Maria

Lanz Carlo

395.

Le Clero Daniele, 197.

copo e

337.

Lorenzo,

Granduca,

/'

detto

allo spedalingo

di Pistoja

del

il/dc/ieorn Stanislao

Liguri Bebiani^ 195.

Micheli Pier Antonio, 603.

397.

Milanesi Carlo.

Linguistica ,610.
Lilla

Pompeo,

Liulprando

191, 195.

vescovo e storico,

96

Longobardi, 193, 199, 404.


Sulla dominazione del Longobardi
in Italia, 471-548. V. anche Capei

Minutoli

Pietro ec.
,

176-78

610.

Minio Marco

175-78.
Af. G., 173-74.
Magrini Antonio, 195.
Mainardi Antonio 195.
Malaspina Guglielmo. Lettere

al

286.
chese di Mantova
Mantova, 194.
Manuzio Aldo. Lettera a

Isabella

Gonzaga, 312.
Marchese Padre Vincenzo, 192.

Storia di Francesco
Burlamacchi, 176-78.
Missirini Melchior , 591-92.
Mocenigo Alvise, 397, 604.
Modena 196 398.
,

608.

al

al

Mar-

chese di Mantova 240.


Masser Leonardo da Ca' di ). Relazione di Leonardo da Ca' di Masser alla serenissima Repubblica di
,

commercio dei
Portoghesi nell'India dopo la scoperta del Capo di Buona Speranza
sopra

il

13-51.

Lettere

dell' ab.

tes

dell'Editto

(1598-1599

),

Contessa

396.

Nan

Napoli, 394 604.


signore di ). LetNesson Gemetto
tera al Marchese di Mantova, 314.
,

Niccolini Antonio

605.

Giacomo. Cronaca di Napoli


394.
sino air anno 1511
Nubia ed Egitto, 197-99.
Numismatica 200 608.
Notar

di

421-60.

Massimi, famiglia, 611.


Matilde

P. Bandini

Cardinale P. Aldobrandini sulla

pubblicazione

jyantes.

Marsili Giovanni, 603.

Venezia

178-82.
Montazio Enrico 399.
Monte del Giovan Batista ,611.
Monlecassino ,401.
Monte falco ,403.
Morbio Carlo, 402. Storia de' Muni373; 586-91.
cipi Italiani
Mozzi de Capitani Ferdinando, 396.
Muratori Lodovico Antonio, 399.

Nannucci Vincenzo ,197.

maestro Luigi 604.


Masoni Bernardo. Lettera

397.

Marchi Giuseppe, 191.


Marincola Pisloja, Domenico, 398.
Marini Marino 197.

604.

Mar-

C,

604.

Mois Filippo, 603. Illustrazione della


Chiesa di S. Croce di Firenze

Marmocchi F.

Mano-

Carlo.

M. e,

del

Capponi, 593-95.
Milano ,191, 377, 402.
Milizia italiana

192.

Catalogo

Milelo (Chiesa di

399.

Ceppo

posseduti dal Marchese Gino

scrilli

Lomonaco Vincenzo, 196.

Lucca

Tre

57-59.

Leoni Carlo, 196.


Liguria

402.

Magnifico.

il

lettere inedile agli operaj di S. Ia-

196.

Legislazione,

Leone XII

617

Medici Cosimo

397.

Occitania

607.

Mayr Giuseppe, 395.

OfTia (citt), 197.

Mazin Paolo, 402, 611.

Orsini

fjimiglia

402.

TAVOLA ALFABETICA

618
Osservazioni

correzioni

VI

al voi.

par.

II

reclami

Disp.

Angelo

Puccinelli

pittore lucchese

610.

l.,

185-86.

Queirolo

B., 397.

Paciaudi Paolo, 605.

Raggi Oreste, 195.

Padova 396.
Pagani Mariano ,194.
,

Palermo. Description de Palerme

Palermo

Descrizione di

X,

del secolo

met

alla

dall'arabo in

Irad.

Amari

francese da M.

etc.

175-76,

Francesco, 394.
Paolo Diacono, 610.

liambaldo da Vaquiera
Reggio, 403.

Lombardia 403.
Barone di
405.
Repelli Emanuele
400 607.
Reumont Alfredo. Di alcuni

cali di

Panciroli Guido, 403.

Palareni

(i)

eretici

Germania

in

199.

Ricardi Francesco
Ricolli Ercole

398, 604.

Ridolfi

Pelrucci Ottaviano, 395.

Perugia

Riva

Giornale scientifico-

401.

letterario

Piemonlesi
Pignerolo

Gonzaga, 261.

200.
Abbazia

94

Rondoni
storici

delle

Ro-

scritta

da

Rafifaello

Rosa Gabriele

156-66.

199.

Romane

405.

Rosati Rinaldo, 194.


Rosellini Ippolito

Rossi

(de)

197-99.

Patrizio, 403.

Rovigo, 605.

405.

Monete
Portogallo ,611.

de'

608.

Roy. Illustratlon d'Italie, 335.

Prato. Calendario pratese pel 1846,

Saggiatore

596-97. Bibliografla pratese, 597600.


PrescoU H., 606-07.

187-88, 402, 611.


Sagredo Anton Giovanni
Sanseverino. Sua lettera

il)

romano

giornale

al

603.
Cardinale

Promis Carlo, 7o-77.


Provana L. G., 193 200, 610.

Santa Croce

Pucci Serafino

Santo Arcangelo (citt), 197.

di

dell'era vol-

Lettere

eie.

un fiorentino

di

399 e 607. Storia

Romische Briefe

leggi sull'agricoltura dai tempi Romani, sino ai nostri 183-84.


194.
Poi ( corte del

dal principio

Pontefici

Romagna
magna

di

Pio VII 336.


Vili, 337.
Pisloja, 403.
Pittori Lucchesi ,610.
Poggi Enrico. Cenni

Polcevera

404, 610.

405.

gare ai nostri giorni


Antonio Vesi 188-90.
Romeni Antonio, 397.

Europea

Ligure
611.

Pico della Mirandola Lodovico. Lettera a Isabella

Michele, 610.

Roma. 192, 194, 397, 402-03, 405,

197.

405.

609.

396.

Rivista

403.

Picei Giuseppe, 166-73.

Piceno antico

Rezia, 166-73.

Pellegrino Alfonso, 611.

articolo

Pepali, famiglia, 611.

Petrarca Francesco

lavori

ultimamente

primo
127-56. Articolo secondo
549-73.
Rezasco Giulio

565-67.

all' Italia

pubblicati

Du-

400.

spellanti

Piacenza e Guastalla

di

Reiffemberg

Parisot. Pelilo histolre d' Halle, 335.

Parma

610.

195.

di

Roano

251.
(

Marchese

di

,611.

DELLE MATERIE
Sardegna

191

Sassoii Enrico

Savagner.
Savoja

399
,398.

608.

Tosabezzi Benedetto. Lettere

chese

Hislolre d' Halle

95 609.
400.
Scarabelli Luciano
Schivenoglia Andrea. Sue
1

notizie,

9-11.

bacarli

Seccadenari Girolamo, 611.


Serapide

Tempio

Sibari

398.

Sicilie

611.

Siena.

di

605.

comunale,

399;

Vincenzo, 400.

mar-

al

al

Mar-

Sialo

Pontificio

604.

401.

Storia in genere

399.

Storici latini anteriori a Tito

Livio

397.
396.

V. Borgia.

).

605.

406,

,403.

Vermiglioli Gio. Batista, 401.

Vernon G. L, 197.
di

Romagna

Giovanni

399, 607.

Villiv

Giuseppe

397.

401.

Amedeo

Vittorio

ec.

195.

Villani

Visconti

Stuart Carlo Odoardo

Duca
,

336.

Vannucci Atto, 178-82; 200; 574-

Vicenza

397

Verona , 398.
Vesi Antonio. Storia
188-89; 399, 607.

il

Vercelli

Lettere

Mantova, 259, 267, 268,

396.
Antonio

Valentino

396.

605.

271.
Spinelli

Giuseppe

86.

Spagna, 192, 606.

Spalalo

cam-

delle

Venezia, 196, 336, 397, 401

Soriano Michele, 402.


Sorio Barlolommeo , 604.
Spagnoli Tolomeo.

Valenlinelli

Valle Vigezzo

Somenza Agostino. Lettera


chese di Mantova, 256.

di

Storia

92.

583-86.

chese

Camillo.

pagne e degli assedj degl' Italiani


in Spagna dal 1808 al 1813, 591yalentin F. Hislolre de Venlse

Biblioteca

Solilro

Lettera

marchese di Mantova, 282.


Troya Carlo, 193 611.
Turchia, 397, 604.
al

395.

Scapoli Giovanni

mar-

al

252, 254, 255,

Trivulzio Conto Alessandro.

226
sua Cronaca

Estratti dalia

1.

MS., 226-30.
Schmid Antonio

Mantova

di

Toscana, 400, 603, 607, 610.


Trento, 160-73.

335.

no.

619

II

Duca

di Savoja,

195.
Volpicella Luigi

Tanci Angelo
Tasso

403.

Bernardo.

Gonzaga 322.
Tebaldeo Antonio

Lettera a Isabella

194.

Scipione, 611.

Volunni

Tomba

de'

401.

Templari

Tiepolo Paolo

604.

G., 604.

Umbria ,401.

610.

397

I.

403.

Teodorico re de' Goti


,

Wenrich

396.

Tedaldi Glo. Batista

567-73.

Urbino

chese

Duca di ). Lettera
Mantova 280.

di

Tipaldo (de) Emilio, 399.

Tomilano Bernardino
Torino

Zambelli Andrea ,199.

397.

R. Accademia di

609.

Zotksi

Fine del Tomo

Domenico

l.

196.

al

mar-

/"

Potrebbero piacerti anche