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Carlo Splendore

Indagine chiaroveggente.
Semplici dispositivi costruiti col fai da te.
Fotografia dellaura con programmi digitali per la diagnostica
psico-fisica.

Metodi e strumenti dindagine


Secondo gli studiosi dei fenomeni del soprasensibile il corpo umano emetterebbe
radiazioni invisibili ai pi, ma che possono essere percepite:
1. da soggetti sensitivi (chiaroveggenti);
2. da soggetti normali ma con speciali accorgimenti;
3. mediante apparecchi particolari.

Tali radiazioni formerebbero una sorta di nuvola,un ampio uovo aurico


allintorno
del
nostro
corpo
fisico
e
al
suo
interno.
Sembrerebbe che le aure non siano solo prerogativa degli esseri umani giacch, in
determinate condizioni, sarebbero state osservate particolari emanazioni luminose
emesse anche da cristalli, calamite, metalli, piante e animali. Tuttavia le aure
umane mostrano cospicui cambiamenti a seconda delle circostanze in cui il
soggetto viene a trovarsi, come lo stato della sua salute psico-fisica, il suo stato
danimo e cio i suoi sentimenti e le sue emozioni, nonch le sue attitudini,
tendenze e aspirazioni nella sfera del mentale... Per questo motivo sembra
plausibile che ad un fenomeno essenzialmente fisico si aggiunga un quid che
attiene alla essenza stessa della vita e che, per ora, la scienza non in grado di
definire. A questo proposito il chiaroveggente non esita ad attribuire allaura
umana una natura psico-fisica e spirituale. (Fig.1-2)

Fig.1 Aura umana come appare alla vista chiaroveggente

1) Lindagine chiaroveggente
In attesa di poter disporre di una adeguata strumentazione scientifica che ci metta
in condizione di formarci unidea oggettiva della struttura dellaura e ci fornisca
attendibili informazioni circa la natura dellenergia da essa convogliata, non ci
resta che attingere alle fonti che si rifanno alle investigazioni dei sensitivi e alle
loro soggettive valutazioni. Per definizione il chiaroveggente semplicemente
colui il quale ha sviluppato la facolt di percepire unaltra ottava della gamma di
vibrazioni possibili, che di solito preclusa alla vista ordinaria, e si rende in
questo modo capace di percepire pi di quanto non possa farlo chi possiede una
facolt di percezione pi limitata.
Gli esperimenti condotti da questi soggetti particolarmente dotati hanno rivelato le
seguenti propriet relative alla struttura dellaura. Questo campo energetico
umano composto di particelle e ha un movimento fluido, simile a quello di
correnti daria o dacqua. Le particelle sono estremamente piccole, addirittura pi
piccole dellatomo. In fisica un insieme di particelle cariche di energia che si
muovono insieme formando addensamenti prende il nome di plasma e viene
definito come il quarto stato della materia, uno stato intermedio tra quello della
materia e quello dellenergia. Ora, molte delle propriet del campo energetico
umano (aura) sembrano indicare un possibile quinto stato della materia, che alcuni
scienziati chiamano bioplasma, intermedio tra quello della materia inanimata e
quello della psiche.

Fig.2 - Il Corpo Emotivo delluomo comune come appare alla vista chiaroveggente (da: Luomo visibile e
luomo invisibile di Leadbeater).
Il cono giallo sulla sommit del capo rivela un certo sviluppo dellintelletto, ma un giallo un po opaco, il che
ci dice che lintelletto rivolto verso fini materiali con scopi egoistici. Ad un lato del capo notiamo un cono
blu chiaro, che indica un nobile sentimento religioso; allaltro lato, un fascio di luce cremisi tendente al rosa
denota affetto e dedizione.
Le bande arancione-sporco indicano lorgoglio. Il verde smorto rivela una certa adattabilit e versatilit; dove
il verde tende al grigio si manifesta una certa propensione all'astuzia. Una disposizione allira presente nella
banda color scarlatto, che occupa solo la parte mediana dellaura.

2) Come poter osservare laura con speciali accorgimenti

Nel libro di Artur E.Powell su Il doppio eterico ed altri fenomeni lautore


dedica un intero capitolo a Il lavoro del Dr .J. Kilner sullimpiego di appositi
schermi colorati che renderebbero visibile laura anche alla vista ordinaria. Ne
riporto uno stralcio.

Nel lavoro intitolato Latmosfera umana(1911) il Dr. W.J. Kilner espose le


ricerche da lui fatte sullaura umana mediante schermi colorati. I principi generali
e le scoperte del Dr. Kilner sono riassunti in questo capitolo; per maggiori
dettagli, specialmente nel modo di usare gli schermi, rinviamo il lettore al lavoro
in questione.
E interessante notare che il Dr. Kilner dichiara recisamente di non possedere
alcun potere di chiaroveggenza e di non avere neppure letto nulla sullargomento
dellaura, prima di avere esaminati pi di sessanta malati. Egli sostiene che i suoi
metodi sono puramente fisici e che possono essere applicati con successo da
chiunque voglia occuparsene.
Gli schermi sono cellule di vetro sottili e piatte, contenenti colori di dicianina
sciolti nellalcool. Diversi colori sono usati a seconda dello scopo che si vuole
raggiungere, come il carminio cupo o chiaro, il turchino, il verde e il giallo.
Loperatore guarda la luce per mezzo minuto o poco pi, attraverso uno schermo
scuro, indi guarda il paziente attraverso uno schermo chiaro,ed arriva cos a
percepire laura. Luso degli schermi sembra agire sulla vista dapprima in maniera
temporanea, poi permanente, cos che loperatore finisce col percepire laura
anche senza schermo. Si consiglia pertanto di usarli con molta prudenza, perch
gli occhi finiscono col soffrirne.
Occorre servirsi di una luce attenuata, diffusa, proveniente da un solo punto
situato preferibilmente dietro losservatore: esso basta di solito per far vedere
distintamente il corpo. Un fondo tutto nero generalmente necessario, bench per
certe osservazioni ne occorra uno bianco. La persona in osservazione deve essere
posta a circa trenta centimetri dallo sfondo, per evitare ombre e altre illusioni
ottiche.
Indipendentemente dagli schermi colorati, per studiare laura il Dr. Kilner ha
usato un altro metodo ingegnoso, da lui detto il metodo dei colori complementari.
Su una striscia colorata di 5 cm per 2, molto ben illuminata, losservatore fissa i
suoi occhi per almeno trenta secondi o al pi sessanta: ci ha leffetto di affaticare
locchio, ma nello stesso tempo gli occhi diventano eccezionalmente sensibili alla
percezione degli altri colori. Quando poi gli occhi sono riportati sul paziente,
appare una cinta o striscia di colore complementare della stessa grandezza e forma
della striscia originale : questo spettacolo dura qualche tempo. Nella pratica si
trover poi che i cambiamenti di colore nellaura hanno leffetto di cambiare
laspetto della striscia di colore complementare. Con questi mezzi, usati ripetute
volte, si riesce a verificare molti fatti riferentesi allaura, che con i soli schermi
sfuggirebbero allosservazione. Ecco i colori usati dal Dr. Kilner:
1. Giallo di Gamboge; complementare blu di Prussia.
2. Blu di Anversa; complementare giallo di Gamboge.

3. Carminio; complementare verde smeraldo trasparente.


4. Verde smeraldo; complementare carminio.
Losservazione rivela che laura presenta tre parti distinte, dette dal Dr. Kilner:

2. Il doppio eterico,
3. Laura interna,
4. Laura esterna.
Il doppio eterico, visto attraverso gli schermi, ha lapparenza di una fascia oscura
in contatto immediato col corpo, di cui riproduce esattamente i contorni; la
larghezza ovunque uniforme ed in generale varia da uno a cinque millimetri,
varia di misura a seconda delle persone ed anche nella stessa persona col
modificarsi delle sue condizioni; completamente trasparente e chiaramente
striato, con linee delicatissime di un bel color rosa, che sembrano colorire
lintervallo tra le varie striature.
Laura interna comincia dal limite esterno del doppio eterico, bench sembra
spesso toccare il corpo stesso. Generalmente presenta una larghezza costante da 4
a 8 cm, talvolta pi stretta lungo gli arti, e segue il contorno del corpo. Ha una
struttura granulosa : i granuli sono eccessivamente fini e per la loro disposizione
assumono unapparenza striata. Le strie sono parallele luna allaltra, ad angolo
retto rispetto al corpo ed in fasci pi lunghi al centro, pi corti allesterno,col
bordo arrotondato
Laura esterna comincia dal limite dellaura interna e, contrariamente a quanto
avviene per questultima,la sua grandezza varia notevolmente. Intorno alla testa
sorpassa in generale di 4 cm il piano delle spalle; sui lati e dietro il tronco la sua
larghezza di circa 8 o 10 cm, un po meno davanti al corpo e segue da vicino i
contorni di questultimo; talvolta un po pi stretta lungo le membra. Intorno alle
braccia la stessa che intorno alle gambe, ma generalmente pi larga intorno
alle mani e spesso supera di molto lestremit delle dita. Talvolta si nota una nube
leggerissima che supera di molto laura esterna; stata notata soltanto nelle
persone la cui aura sia eccezionalmente estesa e sembra probabile che questa sia
la continuazione dellaura esterna. Il Dr. Kilner la chiama laura ultra-esterna.
Sono state osservate delle placche, dei raggi, delle correnti luminose emanate da
diverse parti del corpo; talvolta appaiono e svaniscono rapidamente, talaltra
persistono. Le placche non sembrano mai colorate,i raggi invece sono
generalmente incolori, ma talvolta sono tinti di colori diversi. In questo caso
laura diventa di solito pi densa. Ne esistono tre variet. Per motivi che
vedremo in seguito noi fermiamo la nostra attenzione sullaspetto dei raggi della
terza variet.

Terza variet: raggi proiettati nello spazio, normalmente alla superficie del corpo,
pi vivi dellaura esterna,che vanno fino allestremit di questa ed anche pi
lontano. I raggi osservati sono invariabilmente rettilinei. La loro direzione
normale perpendicolare al corpo. Oltre al colore ordinario blu-grigio stato
constatato che in questi raggi vi anche del rosso e del giallo. Il fatto che la
struttura dei raggi rassomiglia a quella dellaura interna autorizza a concludere
che i raggi e laura interna hanno comune origine dal corpo e che per conseguenza
un raggio non che il prolungamento di un fascio di strie dellaura interna.
Il Dr Kilner ha pure constatato che in condizioni simili, ma pi difficilmente, egli
poteva percepire una nebbia o aura bluastra che avviluppava le calamite,
specialmente i poli; unaura gialla attorno ad un cristallo di nitrato di uranio;
unaura bluastra attorno ai poli di cellule galvaniche, intorno ad un qualsiasi
conduttore collegato ai poli, infine nello spazio compreso fra due fili riuniti
ciascuno ad un polo e nello stesso tempo collegati luno allaltro.
Un attento studio dei risultati ottenuti dal Dr.Kilner rivela che essi concordano
molto esattamente con i risultati ottenuti dai chiaroveggenti. Sembra per che
sotto certi riguardi il Dr.Kilner abbia studiato pi minuziosamente la struttura
dellaura ed i suoi aspetti sulle malattie.

Il campo energetico universale


Abbiamo visto che alla vista chiaroveggente il corpo umano si comporta come un
centro di emissione di energia e di materia sottile che vengono proiettate a
distanza sotto forma di raggi e di corpuscoli. Sembra che il corpo umano sia
circondato da unatmosfera luminosa variamente colorata, con tutti i colori
delliride, e vibrante, percorsa da onde che si propagano allesterno, con forme e
dimensioni sempre cangianti, perch variano a seconda degli stati danimo e dei
pensieri che il soggetto prova e alberga nella sua mente. (Fig.2)
A questo punto legittimo chiedersi da dove provenga questa energia e quale sia
la sua natura.
Per potere rispondere a questi quesiti dobbiamo introdurre il concetto di campo
energetico universale (CEU). Si tratta di un campo di energia di cui ci parlano le
pi antiche culture, che lo hanno definito in modi diversi, ma in tutte le
definizioni sono presenti sempre le stesse caratteristiche di base. Il prana della
tradizione orientale lenergia cosmica universale che avvolge tutta la terra,
circola nellatmosfera e nel corpo umano, ove esplica tutta lattivit motrice e
vitale: essa sinonimo di vitalit. Vi ritroviamo molte delle propriet dellenergia
odica (Reichembach) e di quella orgonica (W.Reich).

Il Dr.J.White e il Dr.Stanley Krippner1 hanno individuato le seguenti propriet


del CEU: esso permea tutto lo spazio,gli esseri viventi e gli oggetti
inanimati,fluisce attraverso di essi e li collega fra loro. Lenergia universale
regolata dalle leggi dellinduttanza armonica e della risonanza simpatica.
Il CEU perfettamente organizzato in una serie di punti geometrici, punti di luce
isolati e pulsanti, spirali, intrecci di linee, scintille e addensamenti Esso
lopposto dellentropia, cio del lento decadimento che comunemente si osserva
nella realt fisica, il degradarsi della forma e linstaurarsi del disordine. Il CEU ha
un effetto organizzatore sulla materia e costruisce la forma. Inoltre sempre
associato a una qualche forma di coscienza

Energia elusiva
A certi livelli questa energia rientra nelle forme di energia a noi familiari e ha
caratteristiche che possiamo definire con i normali metodi scientifici: ma penetrando pi a
fondo nella sua natura scopriamo che essa esula dai criteri consueti della scienza ed elude
ogni spiegazione scientifica (Brennan). Per esempio si sottrae al principio della ripetibilit
delle prove. Lenergia vitale ha leggi proprie, che sono tutte da scoprire. Lo sperimentatore
ha limpressione di trovarsi di fronte a sistemi in qualche modo intelligenti che rifiutano di
ubbidire a schemi prestabiliti, cio ai principi noti che regolano linterazione tra materia ed
energia nel mondo fisico della cosiddetta materia inanimata. Su due prove, eseguite con le
stesse modalit, la prima fornisce il risultato che ci si attendeva, la seconda ci d un esito
deludente, o addirittura nullo. Se ne deduce che chi studia questo genere di fenomeni deve
essere preparato ad avere a che fare con una materia che si sottrae alle metodologie
dindagine della scienza convenzionale. Dobbiamo cominciare col rivedere lo schema
tradizionale secondo il quale gli stati aggregativi della materia sarebbero il solido, il liquido
e il gassoso. Allindagine chiaroveggente risultano i seguenti altri quattro stati:

Indagine Chiaroveggente Fisica


E1 Atomico

Elettrone

E2 Sub-atomico

Particella alfa

E3 Super-eterico

Neutrone

E4 Eterico

H atomico

Secondo la tavola pubblicata da F.T.Peirce nel Theosophist del Maggio 1922.


Ora gli atomi fisici ultimi, cio le particelle fisiche elementari E1, non sarebbero
altro che il prodotto delladdensamento dellenergia vitale(prana), sempre
presente nellatmosfera terrestre. E la concentrazione del prana aumenta
notevolmente in presenza della luce solare. Possiamo pensare alla particella fisica
fondamentale come ad uno sferoide di materia elementare percorsa da spirali di
energia in movimento, spirali che corrono lungo le pareti della particella.

I globuli di vitalit
Quando la concentrazione di prana nellatmosfera aumenta ulteriormente, alcuni
atomi fisici ultimi si fondono tra loro e danno luogo ad un globulo di vitalit, uno
scintillante punto di luce da cui la forza vitale prorompe energicamente. Dunque
lenergia vitale cosmica emanata dal sole penetra in alcuni atomi fisici ultimi della
nostra atmosfera e li rende luminosi. Un simile atomo cos vitalizzato possiede il
potere di attrarre altri sei atomi elementari e d vita ad un prodotto di materia di
livello sub-atomico, secondo la classificazione sopra riportata, che prende il nome

di globulo di vitalit (Fig.3A e 3B). Questi globuli si trovano liberi nellatmosfera


e possono essere osservati ad occhio nudo quando si osserva il cielo in un mattino
di sole, tenendo gli occhi leggermente fuori fuoco. E possibile per vederli solo
indirettamente e solo per una frazione di secondo perch scompaiono quasi
immediatamente, per riapparire pi tardi.
Daltra parte questi globuli altro non sono se non atomi di materia al secondo
grado di aggregazione (materia di livello sub-atomico) e quindi non possono
essere percepiti direttamente dalla vista ordinaria. Per brevi istanti per, come si
detto, possiamo vedere il loro bagliore.
Questi globuli li troviamo anche nella struttura elicoidale delle molecole di
ossigeno e, quando respiriamo, assorbiamo anche i globuli della vitalit, che
vengono liberati e circolano in tutto il corpo eterico.

Fig.3A La forza vitale trasmette all'atomo primitivo


una vita addizionale che gli d il potere di attirare altri
sei atomi

Fig.3B Formazione del Globulo di Vitalit

I globuli di vitalit trasmettono la vita


Quando i globuli di vitalit si appalesano alla vista del chiaroveggente,
lemozione che questi prova tale da restarne sconvolto, unesperienza
indimenticabile che lascia un segno nella sua psiche. Possiamo averne unidea
leggendo la narrazione che un sensitivo ne fa. Si tratta di Lanfranco
Davito,veggente e autore del libro:Io fui, sono e sar -Edizioni Rigois-1954Torino.
Era un caldo pomeriggio di giugno e il Davito si trovava sdraiato sullerba, sulla
riva della Stura, allombra di alcune piante. Ad un certo punto si trov in uno stato
di dormiveglia. Con le palpebre semichiuse, si mise ad osservare i raggi del sole

che, filtrando tra le fronde, andavano a perdersi tra i cespugli. Ecco che cosa
vide: In quei raggi doro ad un tratto vidi ci che non avrei potuto immaginare.
E difficile esprimere ci che vidi allora e rividi poi altre volte. Fu il ripetersi del
fenomeno che mi convinse che nella luce solare esistono numerosissimi
corpuscoli dalle forme pi svariate (Fig. 4) Vidi i corpuscoli un numero
limitato di volte, quando meno me laspettavo. I cospuscoli sembrano di cristallo
e come questo riflettono e rifrangono la lucenella luce solare splendono per
virt propria, con una luminosit sensibilmente maggiore del sole stesso. La
pupilla ne rimane abbagliata, anche perch i bagliori sono intermittenti e
improvvisiAffermo che i corpuscoli esistenti nella luce del sole sono un
qualcosa di vivo, di animato Non so da dove provengano tutti questi corpuscoli
ma li suppongo generati dal sole Quando i corpuscoli si palesarono al mio
sguardo, paralizzarono o meglio annullarono ogni mia emotivit Coloro
che mi sono intimi affermano che sono diventato poco socievole, impenetrabile,
enigmatico e fatalista pi di un orientale.

Fig.4 Globuli di vitalit come appaiono alla vista


chiaroveggente. Si trovano liberi nell'atmosfera,
convogliati dalla luce del sole. Riflettono e rifrangono

la luce solare, con una luminosit maggiore di quella del


sole e sembrano dotati di vita propria... (L.Davito)
Attraverso la respirazione entrano a far parte del nostro
corpo e da questo utilizzati. In un uomo in buone
condizioni di salute, i globuli di vitalit non utilizzati
vengono espulsi in linea retta, in direzione normale alla
superficie del corpo e danno cos all'aura un tipico
aspetto striato.
1Krippner Stanley Psicologo e parapsicologo americano, direttore di Ricerca al Maimonides Medical
Center di Brooklyn e coordinatore dei piani di ricerca allHumanistic Psychology Institute di S.Francisco.Tra
le principali sue opere ricordiamo: LAura Kirlian(1974) ;Le Energie della coscienza(1975); I regni della
guarigione (1976).

3) Dispositivi rivelatori dellaura


Vogliamo illustrare qui unesperienza che non ci consente di visualizzare laura
direttamente, ma ci mette in condizione di dedurne la presenza. E la cosiddetta
prova del lampadario.
Ad un lampadario centrale appeso un sottile filo di nylon (spessore 0,06mm)
alla cui estremit inferiore fissata, ad altezza duomo,una strisciolina di cellofan
ricavata da una striscetta rettangolare alta 4 cm e lunga 20 cm. Detta striscetta
viene piegata nel senso longitudinale in modo che la sua altezza si riduce a 2 cm.
Diventa cos una striscetta doppia, che per non presenta una sufficiente
rigidezza. Di qui la necessit di irrigidirla, per esempio, incollando al suo interno
una piccola striscia di cartoncino (2cm x 10 cm). La striscetta, anzich di cellofan
pu anche essere di carta velina, ma la prova migliore lha fornita il cellofan
metallizzato, che possiamo ricavare da uno di quei fogli di cellofan che usano i
fiorai per avvolgervi i fiori. Lo stesso tipo di fogli viene anche impiegato per
addobbi e come carta da regalo.
Si tratta di fogli di cellofan che su di un lato presentano una superficie
speculare,lucida, spesso colorata, come se fosse un leggero strato metallizzato
(stagnola). Chiameremo sensore questa striscetta. Esso va appeso al filo che
pende dal lampadario fissandolo al filo con un po di scotch nel suo punto di
mezzo, in modo che la striscetta rimanga appesa al filo assumendo la direzione
orizzontale. Il filo di nylon lo troviamo nei negozi che vendono articoli di caccia e
pesca, essendo utilizzato come lenza. Procediamo ora nel nostro esperimento, che
si svolger in 3 fasi.

1)Usciamo dalla stanza e lasciamo che il sensore raggiunga la sua posizione di


riposo. Dopo qualche minuto rientriamo, facendo attenzione a non creare
movimenti daria, sia nel richiudere la porta, sia nel muoverci e restiamo in piedi,
immobili, a circa 2 m dal sensore stesso. Dopo pochi secondi il sensore si scoster
dalla sua posizione di equilibrio, ruoter e si orienter verso di noi, disponendosi
di coltello nella nostra direzione, come se fosse guidato da fili invisibili che
partono dal nostro corpo. (Fig. 5)

Fig.5 Un sensore rivela l'esistenza del campo vitale che s'irradia dal corpo umano

Se ora ci spostiamo, molto lentamente, lungo le pareti, cercando di mantenere la


stessa distanza dal sensore,vedremo che questo ci seguir, esso cio ruoter
seguendo i nostri spostamenti, restando sempre rivolto verso di noi. Il fatto che la
nostra presenza nella stanza abbia provocato la rotazione del sensore su se stesso,
pur trovandoci noi ad una distanza di circa 2 m da esso, vuol dire che il nostro
corpo deve avere in qualche modo modificato lo spazio a noi circostante.
In altri termini tutto avvenuto come se il sensore sia stato indotto ad orientarsi
verso di noi per disporsi lungo linee di forza di un campo che si irradia dal nostro
corpo. In tal modo esso si comportato come un detector, un rivelatore del
campo vitale (aura) che circonda il corpo umano e da esso sirradia.

2) La nostra esperienza continua e passiamo alla fase n2. Sostituiamo il


cartoncino situato allinterno della striscetta con un segmento di un sottile filo di
acciaio armonico(spessore 0,4mm) che troviamo dal ferramenta.Lo renderemo
ben rettilineo battendolo sullincudine e lo magnetizzeremo frapponendolo tra due
magnetini.Nel fare questa operazione avremo cura di accostare i magneti di segno
opposto alle due estremit del filo, ma senza farli venire a contatto col filo.La
magnetizzazione non deve avvenire per contatto, ma per induzione.Il filo potr
essere fissato allinterno della doppia striscetta di cellofan con qualche goccia di
Attak. Controlliamo con una bussola quale delle due estremit il Nord e la
contrassegnamo con un trattino di pennarello. (Fig.6)

Fig.6 Sensore per l'aura test

3)Passiamo ora alla terza fase. La striscetta munita di ago magnetico diventa ora
un sensore polarizzato. Se ora facciamo ingresso nella stanza, con le solite
modalit e restando immobili sempre alla stessa distanza di circa 2m,noteremo
che il sensore tender a scostarsi dalla direzione del meridiano magnetico per
disporsi nella nostra direzione ma,questa volta, potr compiere una rotazione solo
di alcuni gradi per poi tornare nella direzione N.E assumer cos un moto
oscillatorio, con unampiezza pressocch costante. E evidente che langolo
descritto dal sensore sta ad indicare una posizione di equilibrio che lago
magnetico assume tra la forza esercitata su di esso dal campo geomagnetico e la
forza generata dal campo bioplasmico che sirradia dal corpo umano. Ma per
potere in qualche modo eseguire delle misure abbiamo bisogno di un quadrante
graduato. Su di un foglio di carta disegneremo una circonferenza del diametro di

circa 20cm e poi, con laiuto di un goniometro, a partire da uno zero centrale,
divideremo la circonferenza in due quadranti che, a partire dallo zero, si
estenderanno uno a destra e laltro a sinistra dello zero, di dieci in dieci gradi.
Poich raramente lindice toccher i 90, non c bisogno di estendere la
graduazione fino a 180.Sar quindi sufficiente graduare i due quadranti di 90
ciascuno,con numeri che siano visibili anche ad una certa distanza dal quadrante.
In corrispondenza dello zero segneremo anche la lettera N, perch lo zero del
quadrante dovr coincidere col Nord.
Una volta disegnato, il quadrante dovr essere ritagliato e incollato su di un
cartone. Esso trover posto su di un tavolino che avremo sistemato al di sotto del
quadrante stesso, in modo che questo venga a trovarsi ad una distanza di 1 o 2 cm
sotto il sensore. (Fig. 7-8)

Fig.7- Il Bioradiometro a filo rivela la presenza di un campo di


energia vitale generato dal corpo umano e misurato mediante
langolo di scostamento di un ago magnetico dalla direzione del
meridiano magnetico.

Fig. 8 La deviazione dell'indice magnetizzato rivela la presenza dell'osservatore gi ad una distanza di 1,5 - 2
m.

Fig.9- Bioradiometro a filo da tavolo

E un impianto che potr essere trasformato successivamente in un apparecchio da


tavolo (Fig.9) che prender il nome di Bioradiometro a filo, per distinguerlo dal
Bioradiometro a quadrante mobile, realizzato negli anni 90 e progenitore del
Rotorgon. Con questo strumento potremo effettuare interessanti osservazioni sulle
propriet delle onde orgoniche (bioplasmiche) emesse dal corpo umano e da esso
irradiate nello spazio circostante.

La prova della porta


Facciamo un passo indietro. Siamo ancora nella prima fase delle nostre prove. Ci
troviamo ancora nel corridoio, ci accingiamo a rientrare nella stanza e abbiamo
davanti a noi la porta semi-chiusa.
Da questo spiraglio possiamo tenere sotto osservazione il sensore. Passa il tempo :
dopo 3 4 minuti il sensore si accorge della nostra presenza e si orienta verso di
noi.
Ne deduciamo che il pannello di legno della porta trasparente allenergia
convogliata dallonda orgonica che sirradia dal nostro corpo. E questa una
conferma di quanto W.Reich aveva trovato circa mezzo secolo fa e cio che
lenergia orgonica presente ovunque e forma un continuum ininterrotto
Lorgone penetra in tutto lo spazio, compreso lo spazio occupato dalla materia
solida. Penetra in un muro di cemento proprio come penetra in un muro di
acciaio

Abbiamo visto che la propagazione dellonda orgonica avviene come se la porta,


che ci divide dal sensore, non ci fosse. Ma tra noi e il sensore ci sono anche alcuni
metri cubi di aria. Quale ruolo pu avere laria, col suo carico di ioni, sul
comportamento del sensore ? Per accertarlo eseguiremo la prova del vaso di
vetro.

Il vaso di vetro
Siamo sempre nella prima fase e ci proponiamo di studiare il comportamento del
sensore quando viene introdotto in un contenitore di vetro. Ci serviamo di un vaso
di vetro, destinato a contenere un vaso di fiori. Il suo diametro massimo di
180mm e allapertura presenta un diametro di 140mm e la sua altezza di circa
200 mm.( Fig. 10 ).Il sensore ha una lunghezza di 150mm. Ecco che cosa
abbiamo potuto osservare:
1. - Il sensore, una volta introdotto allinterno del vaso aperto, sembra
risentire in modo attutito della nostra presenza e le sue reazioni sono
lente e stentate.

2. - Decidiamo di chiudere la bocca del vaso con un foglio di carta: il sensore


resta del tutto inattivo e immobile. Non risente pi di alcun influsso
proveniente dallesterno, neppure a distanza ravvicinata.
Questo pu voler dire due cose:
o

il vaso chiuso non lascia circolare laria e quindi questa, con la sua carica
di ioni, a determinare la rotazione del sensore;

il vaso di vetro non laccia passare i raggi orgonici emanati dallaura, un po


come avviene per i raggi ultravioletti, che attraversano il quarzo, ma non il
vetro.

Fig.10 Se la fascetta (sensore) contenuta all'interno di un vaso di


vetro aperto le rotazioni sono stentate (limitate e lente). Se la bocca
del vaso viene chiusa i moti del sensore non avvengono pi ed esso
rimane immobile.

Daltra parte, se fosse il vetro ad ostacolare il moto del sensore, questo non
dovrebbe muoversi neppure a vaso aperto. In attesa di conferme a seguito di altre
prove pi selettive, riteniamo che la prima ipotesi sia la pi verosimile. Infatti, per
lo stesso motivo il rotorgon non funziona se viene racchiuso in un contenitore.Se
ne deduce che la presenza degli ioni nellaria giuoca un ruolo determinante nel
funzionamento di tutti gli strumenti finora utilizzati sia per la rivelazione
dellonda orgonica, sia per quella dellenergia bioplasmica.

Bioradiometro su Perno
Dati costruttivi
Se vogliamo fare una ricerca sommaria sul campo bioplasmico emesso dal corpo
umano (aura), limitandoci ad avere un'idea dell'intensit approssimativa della sua
radiazione e dell'orientamento delle linee di forza di detto campo, ci possiamo
avvalere di un semplice dispositivo di facile costruzione, di modeste dimensioni,
da impiegare come strumento da tavolo. Esso consta di un supporto in legno del
diametro di 3 - 4 cm., munito di una base,alto circa 20 cm, sul quale verr fissato
un quadrante graduato in gradi sessagesimali, disegnato su di un disco di cartone
del diametro di 25 - 30 cm. Uno stelo di 0,5cm di diametro e alto 10 cm viene
fissato al centro del quadrante ed destinato a sostenere l'equipaggio mobile dello

strumento. Questo essenzialmente costituito da una coppia di alette fissate ad un


sottile filo di acciaio magnetizzato, sagomato in modo da avvolgersi con alcune
spire attorno ad un ago, che funge da perno. (Fig.11) Il filo (0,3-0,4 mm di
spessore) viene poi ripiegato dapprima verso il basso e poi lateralmente, cos da
formare prima i montanti e poi i due bracci sui quali verranno fissate le alette.
Quello che abbiamo denominato "ago" sar bene ricavarlo dalla parte terminale di
un comune ago per cucire, dello spessore di 0,2-0,3mm. I montanti dell'armatura
saranno alti 4 cm e i bracci lunghi 10 cm. La punta dello spillo si appoggia su di
una borchia, nella quale viene praticata una sede conica (foro cieco), fissata
sull'estremit dello stelo.

Fig.11- Bioradiometro su perno

Le alette potranno essere ritagliate da un foglio di cellofan metallizzato (carta da


regalo) e le loro dimensioni sono: altezza 4 cm, lunghezza 10 cm.

Modalit di prova
Lo strumento deve essere collocato su di un tavolo, al centro della stanza, isolato
e lontano da masse metalliche (ferrose). A questo proposito c' da dire che alcuni
tavoli allungabili sono provvisti, al di sotto del piano, di un telaio di ferro che
spesso attrezzato con molle di acciaio per facilitarne l'apertura e la chiusura.
Abbiamo potuto constatare che questo dispositivo blocca il telaio di filo di acciaio
magnetizzato e riduce al minimo le oscillazioni delle alette.
Prima d'iniziare la prova avremo cura di azzerare lo strumento, il che si ottiene
ruotando il quadrante in modo che il Nord, su di esso disegnato,venga a trovarsi
sotto il bordo inferiore dell'aletta che orientata a Nord. Usciti dalla stanza e
chiusa la porta alle nostre spalle,attendiamo che l'equipaggio mobile assuma il suo
assetto stabile, con le alette orientate nella direzione N>S. Apriamo ora molto
lentamente la porta ed entriamo nella stanza lentamente, facendo bene attenzione
a non creare spostamenti d'aria,sia nel richiudere la porta, sia nel muoverci. Giunti
ad una distanza di circa 2m dallo strumento, ci disponiamo in direzione
perpendicolare ai bracci delle alette, cio nella direzione Est>Ovest. Non passer
molto tempo che la coppia di alette prender ad oscillare. Si tratta di
un'oscillazione la cui ampiezza andr aumentando, fino a toccare 20 - 30 (e
anche pi). Col passare del tempo, per, tali oscillazioni tendono a smorzarsi e la
coppia di alette finisce con l'assumere un costante moto oscillatorio di piccola
ampiezza,rotto di tanto in tanto da qualche brusca impennata. Tutto ci fa ritenere
che l'apparecchio, pi che segnalare un flusso costante di energia generato dal
nostro corpo,riveli un gradiente energetico, cio la differenza di potenziale che si
viene a creare nell'ambiente, subito dopo il nostro ingresso in esso, ma che poi
degrada su valori minimi. Sembra che lo strumento registri dapprima il brusco
aumento dell'energia vitale dell'ambiente, prodotto dal nostro ingresso
(incremento del potenziale orgonico), poi il suo valore a regime. Quest'ultimo,
per, a differenza di quello statico che vigeva nell'ambiente in nostra assenza (le
alette le avevamo trovate fisse sullo zero della scala) ora pulsante, il che rivela
la presenza di un'energia oscillante, a bassa frequenza e di piccola ampiezza, che
s'irradia dalla nostra persona e che aumenta d'intensit se ci avviciniamo allo
strumento.
Ci siamo seduti a 150 cm dallo strumento, nella direzione E-W e abbiamo notato
che dopo 5 min l'indice si portato a 30 - sosta di qualche sec. - +10 - sosta +40 - sosta - 15 - +30 - +20 - sosta - +30 - 0(N) - +30...

Ci sembra comunque notevole il fatto che un ago magnetico venga deviato dalla
direzione del meridiano magnetico solo per la presenza di un osservatore situato a
circa 1,5m dallo strumento. C' da supporre che sulle alette dello strumento,
costituite da materiale sensibile alle cariche elettrostatiche, agisca un campo di
forze bio-elettriche capaci di provocarne il movimento a distanza per attrazione
e/o repulsione. Naturalmente il fenomeno sarebbe reso possibile dalla
ionizzazione dello spazio circostante e cio dello strato di aria compreso tra lo
strumento e l'osservatore.
Se applichiamo le mani sotto il quadrante tutto l'equipaggio mobile (telaio
magnetizzato-alette e ago magnetico montato sulla sommit della boccala) segna
una deviazione dal N che dipende sia dalla posizione delle mani, sia dall'intensit
della bio-energia trasmessa dalle mani. Con una opportuna manovra di apertura e
chiusura delle mani (allontanamento e avvicinamento) sia al di sotto del disco del
quadrante che al di sopra, si pu raggiungere un sincronismo tra il moto delle
mani e quello delle alette cos da riuscire ad imprimere alle stesse un moto
continuo di rotazione. E' come se l'energia irradiata dalle mani venga "pompata",
al di sotto del quadrante, con un'alternanza di espansione e compressione.
Con questo modello sono state anche effettuate prove interessanti sull'esistenza di
un campo vitale generato dalle piante e sulla sua azione a distanza.

Forma compatta del Bioradiometro su perno


Il Bioradiometro ad alette su perno pu essere costruito in modo da fargli
assumere l'aspetto di un vero e proprio strumento di misura.
Si pu ottenere ci racchiudendo l'equipaggio mobile tra due dischi di legno (o di
cartone compresso) opportunamente distanziati per mezzo di tre aste filettate, alte
6-7cm. Si viene cos a costruire una gabbia costituita da un disco inferiore,munito
di tre sostegni, da un disco superiore con un foro al centro (diam.2 cm) e da tre
distanziatori, saldamente avvitati ai due dischi.
Attraverso il foro del disco superiore sporge il perno conico, al quale avvolto il
filo di acciaio magnetizzato e cio il telaio portante delle alette. E' su questa
estremit superiore del perno che verr fissato l'indice dello strumento.
Detto indice pu essere costituito da un sottile filo di acciaio ( 0,3mm) o di
rame.
L'indice si muove su di un quadrante graduato disegnato su carta.
Allo scopo di proteggere l'indice ma, nel contempo, rendere possibili le letture
sar opportuno fissare sul disco superiore una scatola di cartone sul cui fondo

verr incollato il quadrante. Il coperchio di detta scatola deve essere trasparente


(plexiglas o, meglio, vetro). (Fig. 11A).
Lo strumento in forma rudimentale di fig.11 divenuto ora un apparecchio pi
compatto e pi maneggevole.

Fig.11A - Bioradiometro su perno ad alette (forma compatta)

Bioradiometro su perno ad alette

Bioradiometro su perno ad alette (forma compatta)

Auratester

Abbiamo preso le mosse dalla "prova del lampadario" e siamo giunti al


Bioradiometro a filo, apparecchio assai semplice, che ci consente di farci un'idea,
in modo un po' rudimentale, dell'intensit del campo di forze emesso dal corpo
umano. Possiamo ora mettere a punto uno strumento il cui indice rivela una
grandezza periodica, cio un'onda che investe lo strumento e da questo viene
segnalata mediante il moto oscillante dell'indice, che cos ci fornisce il periodo
dell'onda stessa. E' l'Auratester. Questo consta essenzialmente di un condensatore
piano ad aria, le cui armature (due dischi di cartone rivestiti con fogli di stagnola
di alluminio) sono tra loro ad una distanza tale da costituire l'alloggiamento
dell'indice dello strumento. L'indice, appeso ad un sottile filo di nylon, si muove
su di un quadrante graduato che fa parte del disco inferiore. Ma la parte
essenziale, che costituisce un po' la novit di questo strumento, un telaio ad U,
costruito con listelle di ottone saldate a stagno, racchiuso nel vano formato dai
due dischi del condensatore. Quindi, in effetti, l'indice si muove tra i lati pi
lunghi di questo telaio ad U, telaio che stretto tra i due dischi del condensatore.
Quale la funzione di questo telaio? A questo punto dobbiamo fare una piccola
digressione e richiamare alla memoria lo schema del galvanometro.

Principio di funzionamento
Se si piega un conduttore a forma di rettangolo intorno ad un ago magnetico
disposto nel piano del meridiano terrestre e si fa passare una corrente continua,
l'ago devia e tende a disporsi in un piano perpendicolare al filo. Se poi il
conduttore si avvolge parecchie volte intorno ad un telaio rettangolare si ha un
effetto moltiplicatore. E' questo il principio su cui sono fondati i galavanometri
ad ago mobile. (Fig.12)

Fig.12- Schema del galvanometro ad ago mobile

Se ora colleghiamo le estremit dell'avvolgimento ad un condensatore avremo


realizzato un circuito oscillante.

Vediamo ora come si comporta tale circuito quando viene sottoposto ad una carica
elettrica e a che cosa si deve questa sua denominazione. Il condensatore, una volta
caricato tramite una batteria di pile, tender a scaricarsi attraverso la bobina, ma
tale scarica non avverr istantaneamente. Infatti, a causa dell'induttanza
dell'avvolgimento, la corrente cresce gradualmente fino ad un massimo: l'energia
elettrostatica presente tra le armature del condensatore si converte in energia
elettromagnetica, che si va ad accumulare nello spazio circostante alla bobina.
L'induttanza obbliga la corrente a continuare a passare nello stesso senso, pur
riducendosi gradualmente, cosicch il condensatore deve caricarsi in senso
opposto a quello precedente. La bobina cio,per autoinduzione,continuer a fare
passare la corrente nello stesso senso rendendo negativa l'armatura del
condensatore che era prima positiva.
Ci dar origine ad un'altra scarica in senso contrario, che finir col caricare il
condensatore come nella prima carica, e cos di seguito. (Fig.13)

Fig.13- Schema per eccitare un circuito oscillante.


L'invertitore K permette di collegare il condensatore C una volta alla
batteria B e un'altra volta alla bobina L.

Si ottiene in questo modo una corrente alternata, la cui frequenza dipende dal
numero delle spire dell'avvolgimento, dalle sue caratteristiche geometriche e dalla
capacit del condensatore. A causa della resistenza del circuito ad ogni
oscillazione l'intensit della corrente sempre pi piccola della precedente e le
oscillazioni vanno spegnendosi. Si dice allora che siamo in presenza di
oscillazioni smorzate.
Ci accade anche perch il circuito oscillante,oltre alla resistenza dei
conduttori,bench chiuso, irradia sempre una certa energia nello spazio
circostante sotto forma di onde elettromagnetiche. Se per compensiamo le

inevitabili perdite mediante la somministrazione di energia elettrica, possiamo


mantenere costante l'ampiezza delle oscillazioni, che allora diventano persistenti.
Possiamo allora dire che se nel circuito oscillante del nostro strumento (auratester)
si generano onde persistenti, o continue, ci vuol dire che al circuito stesso, ad
ogni oscillazione, viene fornita dall'esterno una forza elettromotrice alternata la
cui corrente ha la stessa frequenza di quella propria del circuito oscillante,
frequenza che dipende dal valore dell'induttanza e della capacit.
L'ago magnetico inserito all'interno dell'avvolgimento funge da indice dello
strumento. E' questo indice, col suo moto oscillante, che ci rivela la presenza di
una oscillazione persistente e,quindi, la somministrazione dall'esterno di un'onda
di energia che investe lo strumento. Si dice allora che il circuito in risonanza con
la frequenza della f.e.m. indotta.

Il moto dell'indice
L'indice soggetto ad un campo elettrostatico, generato dal condensatore al cui
interno alloggiato. Il vettore di detto campo ha direzione verticale. L'indice
inoltre, essendo costituito da un filo di acciaio magnetizzato, sede di un campo
magnetico, il cui vettore ha direzione orizzontale.
Per la legge di Fleming (regola della mano sinistra), alla combinazione di questi
due vettori se ne aggiunge un terzo, in direzione ortogonale ai due precedenti e
tale da imprimere all'indice un moto di rotazione, essendo giacente sul piano
orizzontale. In direzione normale a quella dell'indice. Questo per non pu entrare
in rotazione, essendo richiamato dalla componente normale della forza magnetica
che costantemente agisce su di esso. Finisce quindi con l'assumere una posizione
di equilibrio. La quale peraltro non statica, essendo variabile nel tempo il campo
elettrostatico, che funzione del campo di forze irradiate dall'aura.
Se le cose sono predisposte in modo tale da pilotare, mediante il circuito
oscillante collegato allo strumento,il moto dell'indice, questo assumer (come si
sopra accennato) un moto oscillante, il cui periodo varia poco intorno ad un valore
medio ricorrente (per es.13-15 sec).
Se l'apparecchio fosse privo di circuito oscillante, (se cio il telaio ad U non fosse
collegato alla bobina e al condensatore montati in parallelo) il moto dell'indice
sarebbe assolutamente irregolare e incerto, pur manifestando una certa tendenza
ad assumere un moto oscillatorio, appena accennato.

Esempio di circuito oscillante per Auratester


L'induttanza L di una bobina con nucleo di ferro, del diametro d= 25 mm,
lunghezza l=20 mm, numero di spire N = 600, essendo la permeabilit relativa per
il ferro =2000, data da:
L = 22 H
Se la capacit del condensatore C = 100 F , il periodo T= 0,29 sec. il periodo
misurato risulta essere una fascia di sub-armoniche comprese mediamente tra
circa 10 e circa 20 sec.
Questo si pu spiegare in due modi:
1) nel calcolo sopra riportato non si incluso l'apporto del condensatore fisso
piano costituito dai due dischi entro i quali ruota l'indice;

2) La massa dell'indice tale da non essere in grado di seguire rapide


oscillazioni, che invece, per la sua inerzia, tende a smorzare.Il peso
dell'equipaggio mobile(filo di acciaio + alette di cellofan ) di 0,26 g. Se
aboliamo le alette e riduciamo la lunghezza del filo di acciaio(spess.0,4mm) da
180mm a 100 mm. il peso diventa circa la met : 0,14g, di conseguenza si riduce
il suo momento d'inerzia.
Con queste modifiche si misura un periodo T = 3 5 sec., che equivale ad una
frequenza media di 0,25 Hz. Se moltiplichiamo per 100 detta frequenza entriamo
nella gamma delle frequenze udibili.
Questo vuol dire che potremmo ascoltare "la nota" emessa dalla nostra aura.
Resta il fatto che l'Auratester, cos attrezzato, e cio munito di un circuito
oscillante ad esso incorporato,ci segnala l'esistenza di una grandezza periodica,
pur non essendo alimentato da alcuna fonte di energia elettrica tradizionale.
Tutto ci fa supporre che l'energia necessaria al funzionamento del circuito
oscillante sia fornita dall'esterno e cio convogliata da quell'energia radiante,
ben visibile alla vista chiaroveggente, che trae la sua origine nell'aura che
circonda il corpo fisico.
E se le cose stanno cos, visto che un circuito oscillante genera onde
elettromagnetiche, questo tipo di circuito, che sembra comportarsi come un
tradizionale circuito oscillante, anche se non ne segue i canoni classici, quale tipo
di energia irradia nell'ambiente circostante?
Nelle illustrazioni che seguono ( disegni e foto ) sono illustrati alcuni modelli di
Auratester realizzati:

AURATESTER SU PERNO
Nel modello ASP1 l'indice non appeso ad un filo,ma munito di perno appoggiato su
apposito cuscinetto concavo. Il filo di acciaio magnetizzato, nella sua porzione centrale,

viene ripiegato ad angolo retto quattro volte, in modo che il baricentro dell'intero
equipaggio mobile sia pi basso del punto di appoggio del perno.E questo per dare
all'indice stabilit al ribaltamento. Il tratto orizzontale del filo cos ripiegato viene fissato
ad un dischetto di cartone. Al centro di detto dischetto, con una goccia di adesivo,viene
fissata la punta di un ago che trova alloggiamento nello spessore del dischetto. L'attrito
tra perno e cuscinetto non tale da pregiudicare il funzionamento dello strumento, anche
se questo meno pronto. Nel complesso lo strumento si presenta pi maneggevole e
meno ingombrante del tipo a filo.

Auradetector
La presenza dell'aura emessa dal corpo umano pu essere evidenziata per mezzo
di un semplice strumento che, nel suo aspetto esteriore, richiama molto da vicino
l'anemometro a coppe. Questo dispositivo viene utilizzato per la misura della
velocit del vento e di altre correnti gassose. Esso costituito da tre o quattro
bracci che portano alle loro estremit altrettante coppe semisferiche disposte nello
stesso senso, solidali con un asse collegato con un contagiri. Il mulinello gira
sempre nello stesso senso perch la pressioine esercitata dal vento sulla superficie
concava delle coppe maggiore di quella esercitata sulla superficie convessa.
(Fig.14)

Fig.14

Nel nostro caso le coppe semisferiche sono state sostituite da due (o pi)
semicilindri, facenti parte di un'unica intelaiatura, sulla cui sommit montato un
perno a spillo. Detto perno si appoggia su di un cuscinetto conico, montato sulla
sommit di un supporto verticale, che pu essere dotato di un dispositivo per la
sua regolazione in altezza (giunto a cannochiale). (fig.15)

Fig.15 - AURADETECTOR

Le superfici semicilindriche sono ottenute per mezzo di due (o pi) strisce di


cellofan avvolte ciascuna sul proprio telaio.

La costruzione
Il telaio del guscio. Il telaio di ciascun semi-cilindro (o guscio),destinato ad
essere rivestito con un foglio di cellofan, bene che sia costruito con l'aiuto di un
sostegno sul quale il filo di ottone (0,3mm di spessore) verr temporaneamente
fissato con dei chiodini (o punte da disegno) onde evitare che durante la
costruzione l' intera intelaiatura si sconnetta e si alterino le dimensioni e la stessa
forma dei gusci. Questo sostegno potrebbe essere un cilindro di cartone del
diametro di 8 cm, lungo 10-12 cm.Assegniamo ad ogni guscio il diametro di 8cm

e anche la lunghezza di 8cm.Una volta eseguito il tracciato del disegno sul


cilindro di cartone, non dovremo fare altro che fare aderire il filo di ottone a detto
tracciato con l'aiuto di un nastro adesivo, avendo cura di fissarne gli spigoli, come
si accennato. La lunghezza del filo necessario sar di circa 32 cm e le sue due
estremit verranno a sovrapporsi l dove l'inizio e la fine verranno a coincidere:
fermeremo questa giunzione con una saldatura a stagno. Perch la struttura sia
sufficientemente rigida necessario saldare ancora due fili, che individuano i due
diametri di estremit,ai quattro vertici del guscio. Ora il telaio del guscio
completo, ma deve essere fissato al braccio al quale appartiene. (Fig.16)

Fig.16 - Telaio del guscio

Il telaio portante. Detto braccio non altro che il ramo orizzontale del telaio di
sostegno dei gusci. Si detto infatti che questi devono poter ruotare attorno ad un
sostegno verticale. Occorre quindi che ciascun guscio sia fissato al telaio che ne
consente la rotazione. Si tratta di un telaio ottenuto con filo di ottone (spessore

0,4mm) che porta al centro, sulla sommit, il perno a spillo, sul quale viene
avvolto con due o tre spire ed poi ripiegato verso il basso quanto basta per
garantire la stabilit al ribaltamento dell'intera struttura. (Fig.17)

Fig.17 - Telaio portante

Il foglietto di cellofan che costituisce il "manto" del guscio lo facciamo aderire al


telaio con un po' di adesivo, in modo che i due gusci, una volta montati sul
supporto, a chi li guarda di fronte si presentino l'uno con la cavit e l'altro con la
convessit.
Il foglio di cellofan dal quale ricaviamo il rivestimento dei gusci del tipo
metallizzato, con una superficie speculare e l'altra faccia colorata in blu, o in rosso
scuro. La faccia speculare deve essere disposta all'interno del guscio in modo da
costituire la superficie concava, la faccia assorbente sar quindi quella convessa.

Fig.18 - Assemblaggio dei Telai dei Gusci col Telaio Portante

Una volta montato il "mulinello" sul suo supporto, avremo cura di controllare il
suo assetto in orizzontale. A questo punto siamo pronti per la sperimentazione.
(fig.18 e 19)

Fig. 19 - Auradetector mod.AD1

Qualche prova
Sistemiamo l'apparecchio su di un tavolo e facciamo in modo di entrare nella
stanza al buio, muniti di una torcia elettrica. Indirizziamo il fascio di luce sul
soffitto. Possiamo scorgere lo strumento sul tavolo, assolutamente immobile. Ci
avviciniamo e ci fermiamo ad una distanza di 1,5m da esso. Dopo pochi secondi il
"mulinello" inizia a muoversi, oscilla un po' e poi comincia a ruotare. Se il guscio
con la superficie concava riflettente montato sulla sinistra dell'altro, il senso di
rotazione orario. E' un moto lentissimo (1 - 2 giri/min), ma costante. E' come se
una leggerissima corrente d'aria investisse lo strumento. Indirizziamo il fascio di
luce verso lo strumento in modo da illuminarlo in pieno, ma non notiamo alcuna
apprezzabile differenza. Il lento moto di rotazione assolutamente costante e ci
colpisce
la
sua
regolarit,
come
quella
di
un
orologio.
Accendiamo la luce e ci avviciniamo fino alla distanza di 1m. dall'apparecchio.
Stendiamo il braccio destro con la mano aperta e dita stese nella direzione dello
strumento: notiamo che la velocit tende ad aumentare. Se ci sediamo al tavolo
sul quale trovasi lo strumento, dobbiamo regolare l'altezza del supporto in modo
che la coppia dei gusci venga a trovarsi all'altezza del nostro torace.
Poniamo ora sul tavolo una piantina di geranio, ad una distanza di 50 cm dallo
strumento. Dal nostro nuovo posto di osservazione, che trovasi ad una distanza di
almeno 3m. dallo strumento,notiamo che la coppia di gusci assume un

comportamento del tutto imprevedibile. Compie qualche giro in senso orario,


sempre alla velocit di 1-1,5 giri/min, poi si ferma e sosta per qualche secondo.
Poi riprende a ruotare, ma lo pu fare anche invertendo il senso di rotazione.
Possiamo schermare lo strumento inserendolo all'interno di un semi-cilindro alto
70 cm - diametro 32cm, ricavato da un foglio da disegno al quale sono state
applicate due aste di legno per irrigidirne i bordi verticali.Alla sommit abbiamo
fissato un anello di filo di ferro e un analogo anello pu essere fissato al bordo
inferiore.Possiamo inoltre regolare l'apertura del semi-cilindro in modo che i bordi
vericali distino 25 cm (angolo di apertura di circa 90). Sulla sommit del semicilindro poniamo un disco di cartone in modo di chiudere l'apertura superiore.
(Fig.20)

Fig.20 - Schermo Semicilindrico Chiuso in Sommit

Esecuzione della prova.


Posiamo lo schermo sul tavolo, vi inseriamo lo strumento, posizionandolo al
centro del semi-cilindro e ci sediamo ad una distanza di 1m.

E' una giornata assolata e il sole filtra attraverso la finestra chiusa e una tenda.
Il mulinello assume subito un moto rotatorio in senso orario a velocit sostenuta.
La sua velocit di rotazione ci sorprende perch mai raggiunta prima : 5 giri/min.
L'aria contenuta all'interno del semicilindro non partecipa dell'aria dell'ambiente e
dopo qualche tempo risulta scarica,cio impoverita di cariche orgoniche, o
bioplasma. In queste condizioni manca la materia prima, cio quelle molecole
d'aria ionizzate che, messe in moto dall'aura, diventano forza motrice per i gusci
del
mulinello.
Se per ionizziamo l'aria che ristagna nel semicilindro, le cose cambiano.
Possiamo ottenere ci stabilendo per pochi secondi un campo d'energia
bioplasmica in seno all'aria confinata nel semicilindro. Basta introdurre la mano
destra in alto, con la palma rivolta verso il basso, e la sinistra in basso, con la
mano aperta e la palma rivolta verso l'alto, all'interno del semicildro. Il mulinello
si metter subito in moto e in breve raggiunger la massima velocit di 5-6
giri/min.
In altri termini assistiamo al comportamento dell'auradetector assai simile a quello
che avrebbe il mulinello di un anemometro, solo che in questo caso non si tratta di
vento, ma di una sorta di vento di cariche orgoniche. La cosa ci ricorda il
fenomeno del vento elettrico, ben noto in elettrostatica: se accostiamo la fiamma
di una candela ad una punta collegata con una macchina elettrostatica, osserviamo
che la fiamma, per il potere disperdente delle punte, viene soffiata. Infatti le
molecole d'aria vengono dapprima attratte dalla punta e poi respinte, perch al
contatto
si
caricano
dello
stesso
segno.
Abbiamo potuto constatare che la massima distanza alla quale lo strumento
sensibile e gira con continuit si aggira intorno a 1,5 - 1,7m. Naturalmente
dobbiamo avere l'accortezza di escludere ogni altra causa occasionale di moto
spontaneo del mulinello e quindi operare con porte e finestre chiuse e lontano da
sorgenti di calore, onde evitare l'effetto di eventuali moti convettivi dell'aria
ambiente.

Un po' di teoria
Il fatto che un'onda elettromagnetica potesse esercitare una pressione su di una
superficie ad essa esposta fu dedotto per via matematica da J.C.Maxwell nel 1871.
Pi tardi la cosa fu confermata per via sperimentale da P.Lebedew(1900) da
W.Nichols (1900) e da C.Hull (1901). La pressione di radiazione debolissima.
Per esempio,in corrispondenza del punto di ebollizione dell'acqua la pressione di
sole 5 x 10 alla -5 dina/cmq. Si trovato tuttavia che pressioni cos deboli sono
comunque in grado di produrre effetti notevoli su particelle molto piccole, come
ioni di gas ed elettroni.

Si trovato inoltre che le onde elettromagnetiche, incidendo su di una superficie


riflettente, vi esercitano una pressione che doppia di quella che le stesse onde
esercitano su di una superficie assorbente. Per i raggi del sole che si riflettono su
di uno specchio d'argento, la pressione di radiazione di circa : 5 x 10 alla -6
newton/mq.
In conseguenza di detta pressione di radiazione l'incidenza di un fascio di onde
elettromagnetiche su di uno specchio d luogo a fenomeni analoghi agli urti
elastici.

Conclusioni
A questo punto non ci sembra azzardato formulare l'ipotesi che i fenomeni
osservati con l'ausilio del nostro modesto auradetector siano riconducibili a quelli
gi noti in fisica e attribuibili ad una sorta di pressione di radiazione esercitata
dall'energia vitale che si irradierebbe dagli organismi viventi nello spazio
circostante sotto forma di onde.
Le prove sperimentali sopra riportate non fanno che confermare quanto avevamo
trovato con il rotorgon e con l'orgonometro, circa l'esistenza di onde vitali
(orgoniche o bioplasmiche) che si propagano nello spazio e danno luogo a tutta
una serie di fenomeni, la cui intima natura tuttora sconosciuta.

Il Phase Aurometer
Recenti ricerche nel campo della biofisica e i perfezionamenti apportati alle
tecnologie applicate alla medicina, hanno reso possibile la misura a distanza della
radiazione elettromagnetica del corpo umano.
E' il caso del Phase Aurometer, un apparecchio brevettato nel 1990 da due
scienziati russi, l'ingegnere Yuri Kravchenko e il medico Nicolai Kalashenko.
Le applicazioni di questo strumento sono molteplici e vanno dal suo impiego
come mezzo diagnostico, a quello del controllo delle capacit terapeutiche dei
guaritori e dei sensitivi, nonch a quello della ricerca dell'acqua.
Di solito questa radiazione emessa dal corpo umano viene registrata come
"rumore", cio una somma totale delle frequenze che vanno da 0,1 a 100.000 Hz.

Il Phase Aurometer stato ideato per registrare il campo elettromagnetico umano


sulla base della aurometria di fase. Ci ottenuto per mezzo del filtraggio
digitale, per selezionare determinate frequenze da un largo spettro. Quale quello
appunto della vasta gamma occupata dal "rumore".
Su ogni frequenza prefissata si esegue una valutazione topografica del campo
umano: si ottiene cos la registrazione della forma dell'aura e delle sue dimensioni.
Si possono cos individuare i punti in cui il profilo dell'aura si scosta dal disegno
che corrisponde alla condizione di buona salute.
Ci consente di diagnosticare per tempo anomalie e/o patologie a carico dei
corrispondenti organi del corpo umano. E' stato, infatti, sviluppato un software per
il controllo via computer dello strumento, onde poter visualizzare la topografia
dell'aura e ottenerne una stampa a colori. (Fig.21)
Questo strumento, nella sua versione medicale, utilizzato presso la Clinica
Medica dell'Ospedale della Repubblica di Ufa, nella regione del Bashkortosan.

Fig.21 - Aurogrammi ottenuti col Phase Aurometer

La Visualizzazione Scarica di Gas Computerizzata


Da circa un decennio lo scienziato russo prof.Konstantin Korotkov, docente di
fisica all'Universit statale di S.Pietroburgo ha sviluppato una particolare
apparecchiatura con la quale si pu virtualmente fare risplendere ogni oggetto,
animato o inanimato, compresi sassi, piante e metalli; ogni essere biologico

aggiunge a questo bagliore la sua caratteristica peculiare, cambiandone


lucentezza, dimensione e colore.
Si tratta della tecnologia della Visualizzazione con Scarica di Gas (G D V: Gas
Discharge Visualisation) che il Prof.Korotkov ha messo a punto prendendo le
mosse dal noto effetto Kirlian.
Nel 1939 il tecnico russo Semyon D. Kirlian, riparando un macchinario in un
ospedale, scopr per caso che una misteriosa luminescenza, emessa da tutti gli
esseri viventi e dagli oggetti inanimati e non captata dall'occhio umano, pu
essere fotografata senza l'impiego di macchina fotografica, ma semplicemente
facendo attraversare l'oggetto, applicato sulla lastra fotografica, da una scarica ad
alta tensione (da 20.000 a 200.000 volts) e ad alta frequenza (da 30.000 a 200.000
Hz). Le foglie, appena tolte dalla pianta, appaiono circondate da un'aura
variamente colorata, costituita da minuscoli punti luminosi e brillanti, che si
attenuano a mano a mano che la foglia appassisce. Le dita umane sembrano
lanciare energia fiammeggiante d'intensit e di colore variabile con lo stato di
salute del soggetto. (Fig. 22 e 23)

Fig.22 - Elettrofotografia di foglia strappata

Fig.23 - Dito di un guaritore a riposo e durante il processo di emanazione

L'effetto Kirlian si presenta tuttavia condizionato da molti fattori in grado di


alterare in maniera significativa le immagini luminose riprodotte sulle lastre
fotografiche: la temperatura e il grado di umidit ambientale e dell'oggetto, la
forma e la distanza degli elettrodi, il tipo di materiale fotografico impiegato, il
contatto pi o meno stretto tra oggetto, lastra fotografica ed elettrodi, e in fine la
differenza di potenziale e la frequenza della corrente fornita dal generatore
elettrico, ecc. In pi la complessit dell'immagine Kirlian e la mancanza di basi
per le comparazioni statistiche hanno reso impossibile il raggiungimento di
conclusioni definitive. Tutto questo, insieme alla mancanza di un modello teorico
accettabile per la comunit scientifica, ha portato ad un atteggiamento di
scetticismo.
Le ricerche del Prof. Korotkov sono iniziate a partire dai risultati ottenuti dal
Kirlian per poi approdare a traguardi nuovi e totalmente autonomi. E' stato trovato
che l'intero corpo di una persona rappresentabile da un solo dito. Ne consegue

che il sistema energetico del corpo umano presenta propriet olografiche.


Mediante la diagnostica GDV le immagini delle dita possono essere
un'indicazione significativa sufficiente sulla condizione energetica dell'intero
corpo.
L'hardware dell'apparecchiatura GDV permette di osservare sullo schermo del
computer o sul teleschermo immagini GDV "in diretta" e in movimento e di
conservarle come file nella memoria del computer. (Per immagine s'intende
l'impronta luminosa e colorata lasciata dal dito sull'elettrodo) (Fig.24)

Fig.24 - Posizione dell'asse del dito rispetto all'asse dello strumento

Il programma GDV Aura permette di creare e stampare l'immagine dell'Aura


attorno al corpo partendo dalle immagini GDV delle dita. Sono necessarie le
immagini di tutte e dieci le dita. (Fig. 25)

Fig.25 - Schema di costruzione dell'aura attorno al corpo

L'elaborazione si basa sulla mappa diagnostica che collega le regioni delle dita
con i diversi sistemi e apparati del corpo. (Fig.26 - Tavola diagnostica)

Fig.26 - Tavola diagnostica per l'apparecchio GDV

Le immagini GDV delle dita vengono divise in settori; le immagini vengono poi
tagliate, raccordate se necessario alle altre immagini e incollate in pezzi attorno al
contorno
del
corpo.
(Fig.27)

Fig.27 - Schermata del programma GDV Processor

Secondo questo schema risulta chiaro che l'Aura rappresenta alcune componenti
reali del campo biologico che avvolge il corpo umano. Questa immagine
connessa allo stato psico-fisiologico della persona ed ripetibile se il soggetto
stabile, mentre pu cambiare per effetto di terapie o influenze significative.

Immagini GDV di un soggetto prima e dopo un trattamento di agopuntura

Fig 28 Condizione energetica Iniziale

Fig 29 Lo stesso soggetto dopo 30 min.di agopuntura

L'Aura sopravvive alla morte del corpo

...Molti processi fisico-chimici che avvengono al momento della morte sono gi


noti. Questi cambiamenti avvengono in linea con il processo graduale di
distruzione e di decomposizione. Il metodo della Visualizzazione a Scarica di Gas,
tuttavia, va oltre il classico approccio biochimico e pu rivelare alcuni aspetti
dell'energia-informazione e della sua distribuzione nel corpo. Quindi diventa di
grande interesse scoprire quali cambiamenti avvengono dopo la morte.
In questa sede proveremo a raccogliere informazioni sulla transizione tra la vita e
la morte. Si proceduto come segue.
...Il corpo selezionato veniva trasportato nelle sala sperimentale e posizionato in
modo particolare. Si poneva la mano sinistra sull'elettrodo, fissandola con uno
speciale strumento... Si registravano le foto Kirlian di quattro dita (pollice
escluso) della mano sinistra ogni ora del giorno e della notte. Successivamente, si
processavano le foto in condizioni controllate, importandole nel computer e
acquisendo particolari parametri (area, intensit media, coefficiente frattale, ecc.)
Quindi si sono creati i grafici di questi parametri in relazione al tempo. Si sono
ottenute curve di cambiamento per 3-6 giorni in ogni esperimento e si sono
confrontati i dati nel modo che segue.
Perch i dati potessero essere valutati in modo significativo stato necessario
effettuare una classificazione delle morti: 1) morte serena,naturale, causata dalla
degenerazione dei tessuti; 2) morte violenta causata da incidente stradale o lesione
al cranio; 3) morte "innaturale" risultante da circostanze tragiche, come suicidio o
omicidio. Le caratteristiche principali delle tre curve erano le seguenti:
gruppo 1. Queste curve presentavano oscillazioni piccole ma significative per un
periodo di 16-55 ore, prima di scendere in modo stabile al livello di base;
gruppo 2. Queste presentano picchi pronunciati... Le oscillazioni scendevano al
livello di base circa due giorni dopo la morte;
gruppo3. Questo gruppo presentava molte caratteristiche che lo distinguevano
dagli altri gruppi: grande ampiezza e durata delle oscillazioni; riduzione
progressiva dell'ampiezza; picchi notturni, dalle 9 PM, di altezza e durata
variabile; forti cali di ampiezza alla fine del primo giorno e, in particolare, alla
fine del secondo giorno. (Fig.28)
"In base a questi risultati possiamo concludere che l'attivit energetica di una
persona non si arresta con la morte clinica. In alcuni casi continua persino 4 giorni
dopo la morte - periodo in cui tutti i processi biochimici caratteristici della vita si
sono fermati e sostituiti con processi di putrefazione. E' significativo che il
declino dipende dalla causa e dal tipo di decesso.

...Sembra quindi che gli insegnamenti spirituali tradizionali siano corretti sul fatto
che qualcosa di una persona pu sopravvivere alla morte. Questi risultati non
fanno sorgere solo domande biologiche e pratiche, ma anche filosofiche. Il nostro
punto di vista sulla vita e sulla morte va corretto. Sospettiamo di essere sul
confine di un campo inesplorato, la cui indagine potr aprirci nuove prospettive...
I risultati e i concetti principali di questa sperimentazione sono stati pubblicati in
pi di60 articoli e nel libro del Dott.Korotkov: "La luce dopo la vita" (Estratto dal
libro:"AURA" del Dr.K. Korotkov- Pag. 199 e seg.)

Fig 28 - Evoluzione nel tempo delle immagini GDV di una persona dopo la morte, per ogni classe di decesso

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