Prima parte: Con mobilit sociale intendiamo ogni passaggio di un individuo da uno strato, un ceto, una classe sociale, ad un altro. La mobilit sociale un fenomeno che inizia con lindustrializzazione, poich nella societ rurale non c'era bisogno di mobilit sociale: il figlio faceva lo stesso lavoro del padre. Con lindustrializzazione, invece, ampie masse di contadini migrano, dal villaggio rurale alla citt, per lavorare nelle fabbriche dove sono costretti ad istruirsi per utilizzare le nuove tecnologie. Mentre le invenzioni della prima rivoluzione industriale richiedono scarse elaborazioni teoriche e possono essere realizzate e utilizzate anche da uomini pratici (e quindi unistruzione elementare sufficiente), con la seconda rivoluzione industriale vi l'introduzione dell'elettricit, dei prodotti chimici e del petrolio, che richiedono unistruzione medio-superiore per linvenzione e almeno unistruzione media per la loro utilizzazione. L'elettricit, la chimica e il petrolio, infatti, sono pi complicati, perch legati a conoscenze e nuove scoperte scientifiche. Lindustrializzazione, perci, genera la necessit di una specializzazione maggiore degli operai, che devono saper utilizzare macchinari pi avanzati, per i quali c bisogno di una maggiore istruzione. Inoltre, con lorganizzazione scientifica del lavoro non solo gli operai vengono formati, ma la distribuzione delle mansioni, dei carichi di lavoro e delle responsabilit tra i lavoratori, deve essere adeguata in base all'istruzione e alle capacit dei lavoratori: chi ha una maggiore istruzione riceve incarichi e responsabilit pi importanti rispetto agli operai non specializzati (non istruiti). Esiste quindi uno stretto rapporto tra istruzione e mobilit sociale. Tuttavia, in Italia, nonostante la Costituzione garantisca, teoricamente, l'accesso all'istruzione (e di conseguenza la mobilit sociale), dando a tutti la possibilit di superare gli ostacoli derivanti dal proprio status sociale, o economico (che altrimenti non permetterebbero un miglioramento della propria posizione sociale), al giorno d'oggi non assicurata a tutti la possibilit di arrivare, tramite i propri meriti, le proprie competenze e motivazioni, ad un miglioramento concreto e soddisfacente della propria condizione. La scuola italiana , infatti, una scuola di classe, cio una scuola che riproduce e consolida le diseguaglianze socioeconomiche e culturali presenti nella societ. L'Italia un paese la cui cultura presenta una concezione estremizzata dei legami familiari, facendo s che i suoi cittadini agiscano in funzione degli interessi del proprio nucleo familiare e non della comunit (familismo). Nonostante il familismo sia presente in molte societ, in Italia, il fenomeno non limitato ad alcuni aspetti della vita sociale (ad esempio la politica), come negli altri paesi, ma pervade tutte le strutture sociali, compresa la scuola. La scuola italiana, perci, impedisce la mobilit sociale, perch non fornisce agli studenti i mezzi
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necessari affinch abbiano successo a scuola. Ci fa s che i bambini delle classi sociali inferiori non riescano a superare gli ostacoli che derivano dal crescere in ambienti che, per varie ragioni, non facilitano il successo scolastico (condizioni abitative che non permettono di concentrarsi, o insalubri; ambiente poco stimolante intellettivamente e demotivante). Inoltre, nonostante le buone doti intellettive, molti bambini non riescono a compensare del tutto lo svantaggio derivato dalla propria condizione sociale, poich il titolo di studio e la professione dei genitori influiscono sui livelli di scolarizzazione raggiunti e anche sulla scelta degli indirizzi scolastici: i ragazzi delle fasce pi deboli si orientano verso studi tesi a proiettarli subito nel mondo del lavoro, meno formativi e meno stimati. Le classi disagiate difficilmente hanno la possibilit di accede ai livelli pi alti di istruzione e quindi avere pi chance per raggiungere posizioni di comando e di responsabilit. A ci si aggiunge un ulteriore problema: la scuola non trasmette le competenze indispensabili per affrontare il mercato del lavoro, che al giorno d'oggi sempre pi esigente e competitivo, di conseguenza solo chi fa parte di una classe sociale pi alta pu, tramite pratiche di familismo, accede al mondo del lavoro pi facilmente, indipendentemente dalle proprie capacit. Il sistema scolastico strettamente correlato e influenzato dalle dinamiche sociali, perci necessario modificare la struttura sociale per migliorare la scuola. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di creare una societ basata sulla meritocrazia, dove il successo e il prestigio si conseguono attraverso doti, capacit e risultati (in una parola il merito) propri del singolo e non con pratiche basate sul familismo. In una societ basata sulla meritocrazia e non il familismo, ad esempio, un datore di lavoro non dovrebbe scegliere l'amico dell'amico, ma la persona pi adatta. Inoltre, compito della scuola dovrebbe essere quello di fornire agli studenti conoscenze e competenze necessarie per inserirsi ed affrontare il mercato del lavoro odierno. Infine, bene ricordare che nonostante i dati dimostrino che l'accesso all'istruzione , ancora oggi, fortemente influenzato dalla posizione sociale d'origine e nonostante il carattere classista della scuola, in Italia, per quanto riguarda l'accesso all'istruzione, vi stato un considerevole miglioramento dal dopoguerra ad oggi. Infatti, come gi detto, la scuola subisce l'influenza dei fenomeni sociali, ma proprio per questo ha bisogno di tempo per cambiare radicalmente. Perci, se giusto favorire politiche tese a migliorare l'attuale condizione, altrettanto giusto contestualizzare tali politiche all'interno di un ambiente sociale, cio bene tenere a mente che, per quanto tali politiche possano essere efficaci, il mutamento della societ richiede sempre dei tempi piuttosto lunghi rispetto ai cambiamenti individuali.
Seconda parte: 1. Che cosa si intende con l'espressione D.O.E. (Disuguaglianza delle opportunit Educative)?
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La disuguaglianza delle opportunit educative (DOE) lo svantaggio scolastico legato principalmente al genere, all'etnia o alla classe sociale. Nella maggior parte dei paesi avanzati si quasi azzerata la differenza tra maschi e femmine nellaccesso allistruzione. Invece nei paesi meno sviluppati o in via di sviluppo le differenze di genere influiscono ancora a tutti i livelli dellistruzione. Anche lappartenenza a un gruppo etnico di immigrati o minoritario pu svantaggiare nella riuscita scolastica, ma lo svantaggio legato alla classe sociale il pi significativo e si trova ovunque. Nonostante con le buone doti intellettive, molti bambini non riescono a compensare del tutto lo svantaggio. Il titolo di studio e la professione dei genitori, inoltre, influiscono sui livelli di scolarizzazione raggiunti e anche sulla scelta degli indirizzi scolastici: i ragazzi delle fasce pi deboli si orientano verso studi tesi a proiettarli subito nel mondo del lavoro, meno formativi e meno stimati.
2. Le societ di cacciatori-raccoglitori sono societ tendenzialmente egualitarie. Come
viene mantenuta l'uguaglianza fra i membri della comunit? Le societ acquisitive sono quelle societ che vivono per mezzo della caccia, della pesca e della raccolta dei frutti che nascono spontaneamente in natura. Nelle societ acquisitive, quindi, il lavoro umano si presenta come un'attivit a rendimento immediato. Questo modo di procurarsi il cibo ha importanti conseguenze sul modo in cui sono organizzate le societ acquisitive. Le societ acquisitive, infatti, sono: di piccolissime dimensioni, fortemente egualitarie e, nel caso dei cacciatori-raccoglitori, molto mobili. La necessit di spostarsi a piedi alla ricerca di nuove risorse, fa s che il gruppo debba rimanere sempre piccolo e, soprattutto, impedisce ai membri di accumulare risorse per s a discapito degli altri. L'egualitarismo delle societ acquisitive, quindi, dato dal fatto che tra i membri del gruppo ci deve essere un forte sentimento di solidariet e condivisione delle risorse, per garantire la sopravvivenza del gruppo.
3. Illustra le principali ideologie di sostegno o di critica della globalizzazione.
Gli economisti liberali e i neoliberisti vedono la globalizzazione come la diffusione benefica della libert e del capitalismo. Inoltre, la globalizzazione permette ai paesi di superare lo stato di povert, provocando un circolo economico virtuoso, associato ad una crescita economica pi rapida. In generale, le imprese vedono la globalizzazione come un fenomeno positivo, perch permette alle aziende di delocalizzare le fabbriche in paesi, con un minor costo di produzione, o con tassazione fiscale minore, oppure con un costo dei salari pi basso. La globalizzazione, inoltre, creando un mercato globale, fa aumentare la concorrenza che permette al consumatore di poter comprare le merci ad un costo sempre pi basso.
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Esiste un movimento chiamato no global che mostra e critica gli aspetti negativi della globalizzazione. Il movimento no global sostiene che la globalizzazione creando un mercato globale non porti benefici a livello globale, ma che favorisca solo le classi pi agiate che gi ne usufruiscono.