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\S0OU s A CR O ARSENALE, OVVERO PRATICA DELL’ UFFIZIO DELLA SANTA INQUISIZIONE; Col? inferzione di alcune Regole fatte dal P. Inquifitore TOMMASO MENGHINI DOMENICANO, E di diverfe Annotaxioni DEL DOTTORE GIO: PASQUALONE Fifcale della Suprema Genetale Inquifizione di Roma. In quefta quarta Imprefione aggiuntavi la Settima De- nunzia fatta dal fuddetto Padre per li {ponte Com- parenti , impreffa in Ferrara 1687. e corretta in alcune cofe ta Parte Decima degli Avuer- timenti, che fono pofti in ordine di Alfabeto con un? Indice @ parte. DEDICATO AL GLORIOSO INQUIS ITORE S PIETRO MARTIRE,- Ko oe Ko IN ROMA, MDCCXxx. Nella Scamperia di S. MICHELE a Ripa. —————— ———— $n ——— Con bicemza de’ Superiori « ALLINVITTISSIMO CAMPIONE, " & FERMISSIMA PIETRA DI S. FEDE : PIETRO IL GRAN MARTIRE. Onore, ¢ gloria della Domenicana Re- ligione , ¢ deg? Inquifitori Apoftolict Capitano egregio . FR. ELISEO MASINI DA BOLOGNA INQUISITORE. g|U A N TO di buono, e di ragguar- \!| devole ho potuto coll’alta y e felice H| {corta del voftro Divin Lume , 0 {j\ Gloriofo mio Sovrano Duce , dall'in- bs S| colto fuolo del mio debole fapere , € da’ fecondi Campi delle altrui gran Dottrineentro quette poche carte in molto tempo , e con mezzana fatica raccorre a pro dell Uffizio, che Voi gia col proprio Sangue rendefte cosi illuftre , e celebrato al Mondo, ecco tutto a Voi dono, dedico, e confa- &ro3 defiderofo anch’ Io tuttavia colla vita ifteffa palefarea tutti, che non d’altra marca porto fre- iato il Cuore, e P Anima, che di quella , onde oicon tanto fplendor del Nome pono rae regia~ fregiato il Capo, e'l Petto. In tanto, fe dono per la fua, e mia baffezza invero é men degno di Voi, celefte Eroe, cui degga corona fanno in Pa radifogli Angeli ftefli, non dovra perd egli da Voi non effere in qualche pregio tenuto ; pofciacché ore nato del voftro per tutto il Mondo chiariffimo No: me efceiniucea giovamento altrui. E-qui tutto divoto s e riverente adoroque’ gtan meriti Voftri, che ad un’ immortale , e fempiterna Gloria , ¢ Feli- cita vi furono, evarco,efcala. —. . Reim PPWPWP PPP PPP PE OC PES LY Reimprimatur, - Si videbitur Reverendiflimo Patri Sacri Palatii Apoftolici Magiftro. Nuncius Baccarius Epifcopus Bo- jan. Vicesgerens . PPP BYP PB yyy os Wy WoT ITS Reimprimatur Fr. Joannes Benediétus Zuanelli Or- dinis Predicatorum Sacri Palatii Apoftolici Magifter. PRIMA PARTE Del? Autorita, Dignita, ed V ffixio dell Inquifitores e delle Perfone, contro alle quali procede il Santo Uffxio. ao ual fia P Autorita,Dignita , ed Uffizio del? Inquifitore 4 q SSENDO F Inquifitore delegato dalla Santa Sede a conofcere , ¢ terminare le Caufe, che riguardano la Fede; ¢ foftenendo egli le veci h} del Romano Pontefice per abbattere I’ Erefia, o correg ere chi contamina la Religione Cattoli- ca, € facile acomprenderfi, quanto diftinta fia aI Ia dilui Autorita , Dignita , ed Uffizio. Tutto refta meglio intefo ogni volta , che fi da una occhiata a que’ de- paidtiosi » ¢ Santi Perfonaggi regiftrati nelle facre Carte, tanto lodati dallo Spirito Santo nell’ Ecclefiaftico , de’ qualil'Apofto- lo ferivendo agli Ebreial cap. 11. come di Uominiinfigni, ed illuftri nella Fede ne teffe la Cronologia, che fin dalle prime eta del Mondo moffi dal Zelo della Religione per mantenerla illibata da ogni macchia, oruga di errore, lontana dalle im- mondezze della Idolatria , col punire rigorofamente Y cmpicta dicoloro, che Idolatravano; col demolire i Tempj degl’ Ido- lis col mandarea ferro, ¢ fuocoi Simulacri, gli Altati, edi falfi Profetidel fuperftiziofo culto de Demonj, ci diedero la norma d’ un tanto Carico. Come nella Legge naturale tra Pa~ triarchi un Giacobbe Figliodel Padre della noftra Fede Abra- mo: Nella Legge fcritta , ty Legislatori_ un Mosé il pid fami- gliaredi Dio: Tra Capitan Generali un Giofue , a cui ? Onni- otente ifteffo talora ubbidi ; Tra Sacerdoti un Finees Figlio di leazaro , ¢ Nipote di Aronne; Tra Giudici il fortiffimo de forti Gedeone ; Un Davide Uomo fecondo il cuore di Dio tra Réd' Ifracle : Tra Ré di Giuda un Giofafat , uno Ezechia , ed un Giofia didolce memoria , ed immortale; Tra ae ildis A letto 2 Pratica del Santo Uffizio ‘etto dal Signore un Samuello, il zclantiffimo per antonomafia uno Elia :Tra Sommi Pontefici un’ Efdra fapientiffimo Scriba , un Maratia il pit gelofo dell’ offervanza della Mofaica Legge , con due fuoi Figli Giuda , e Gionata tra Macabei. Nella Legge diGrazia avendo pubblicata la fua Celefte Dottrina I’ Autor della Fede Gestt Crifto, ¢ con tante ragioni, ed invettive avendo cercato di ridurre i Farifei fuperttiziolfilimi , ed i Sadducei gen- te di mala fede, che negavano fpecialmeare la Rifurrezione de’ Morti, al vero culto di Dio col riconofcer Sé per di lui Fi- glio, ¢ per il promeffo Meflia . Col {uo cfempio Divino , paso collo ftefo fervore un tanto Zelo della purita della Fede Criftia- na negli Apoftoli, come negli Attiloro firiconofce, ¢ pofcia ne” loro Difcepoline’ primi fecoli Criftiani ,che furoi primi detla - Chiefa nafcente vigilantiffimi Pattori.Sino a che il gran Padre de’ Predicatori Domenico prendendo il gran Carattere d'Inquifito- + re, coll’autorita dalla S. Sede conceffali; ¢ colla forza delia Divi- na parola ; colla evidenza de’ Mitacoli; ¢ col terrore di quefto primo Titolo ad effo impofto , ¢ coraggiofamente affunto a fa- vor della Fede, cominciaffe contro git Albigenfi ad efercitare I Inquifizione, ed il cattigo. Dopodi cui Inquifitore fu Pietro il gloriofo Martire , edegno figlio d'un tanto Padre: che pri- amictamente col fulmine della predicazione , ¢ colla fpada del judizio , ¢ pofcia col fangue, ¢ colla vita pugnd controi anichei, gli confufe, gli atterrd , e gli {penfe affatto. In- uifitore fu Pio V. il fommo, ¢ fovrano Paftore, ¢ Monarca la Chiefa , che fra le gran cute del fuo Pontificato, oltrea ello, che prima aveva fatto, valle , che la principal fof- fel etre ione de’ fcelerati Eretici . Inquifitori furono tanti, etantialtri, cosi Domenicani, come Francefcani, che do» po mille croiche imprefe contra gli Eretici, gid nel nume- * ro de’ Martiri, e Confeffori accolti godono lafsi nel Ciclo Y eterna Beatitudine , ¢ rifplendono quaggid in terra per gloriofiffimi Miracoli. Faffi , gjsre a cid , 1’ Autorita dell’ In- quifitore Apoftolico molto ‘riguardevole per I’ ampiczza de i Privilegy da i Sommi_Pontefici in varj tempi con- " ceffi, ¢ per la poteftd del-Tribunale , che maneggia: ncl- la Chiefa di Dio, la quale appunto ¢ tanto grande, ch’ egli con difafara foggia procede contra ogni forta di perfone, 0 vi- Ji, eplebee, ograndi, epotenti, chee fiano. Enon folo con- Prima Parte. 3 contra i Secolari, ma anche contra gli Ecclefiatici , e hon tan- to contra ivivi , ma eziamdio contra imorti, cioé loro Cor- pi, ¢ memoria vibra la fpada del fuo gran potere; non 4 fine alcuno mondano, ma pet confervazione della Dortri- na di-Crifto, per-mantenimento della Fede Cattolica, ¢ per accrefcimento della gloria di Dio. Ecotal potefta, co- me grandiffimo tetrore apporta agli Uomini cattivi per!’ in famia , ¢ vituperio; confifcazione de’ beni tcmporali; pri- vazione d’ onori, e dignita ; pene temporali, anco della vita, ¢ molti altri mali, che a i colpevoli di Erctica Pra. vita piombano ful capo ; cosi a ibuoni rende confolazione ine- ftimabile per I’ eftirpazione dicosi abominevole , ¢ detcftabile vizio . I mezzi poi , de’ quali fi ferve I’ Inquifitore per giunge- Te a cosi degno, ¢ facrofanto fine , fono ormai. troppo pid noti, ¢ manifefti a tuttidi quello , che faccia ora melticro lo fpiegarli. Chinon fa, I’ Uffizio dell’ Inquifirore effer dico- mandare , proibire , citare , efaminare , carcerare , {eo- municare , tormentare , decretate , fentenziare, affolvere , ¢ condannare? E perche Divino, ¢ celefte ¢ il Carico , ch’ egli tiene , deve confeguentemente moftrarfi nel proceder giudi- zialmente integerrimo ; nell’incamminar le caufe fegretiflimo 5 nel governarei carcetati catitativo 5,nel credere a idettide’ Teftimonj cauto ; nel difendere i Rei pieghevolc ; nel decidere icafi maturo ; nel ricevere i penitenti benigno; nel fentenzia- reicolpevoli grave; nel punirei pertinaci fevero ; nell’ efe- guir le fentenze coftante; ¢ tale alla fine , che in tutte le fue azioni colla Dignita del’Perfonaggio accompagni fempre un’ Angelica rita di Paradifo. E per difcendere ormai un poco pitt a' particolari , diciamo , che Uffizio deil'Inquifitore é;non folo nel primo fuo ingreffo a que- fto nobiliffimo Carico far promulgare, ma nel progreffo ancora fovente far leggere I’ Editto generale del Santo Uffizio, fenza mutazione alcuna della forma prefcritta gia dal Supremo Tri- bunale della Santa , ed Univerfale Inquifizione Romana :.clor. tando per {¢ fteffo, e per mezzo d’altri ancora efficaciflimamen, te ognuno ad ajutare in tutti li modi poffibili la Santa, ed ono- rata imprefa di cttirpare fin dalle radici,e gli Eretici , e |'Erefic. Eficcome , fein qualche perfona per difavventura fi fcopriffe la pefte, ognune correria afatlo fapere a chi bifognaffe , accid Ge 2 un 4 Pratica del Santo Uffizio un tal male contagiofo non andafle ferpendo negn altri: cosi fempre, che fi fa, o fifofpetta, che alcuno fia Eretico , 0 fofpetto di Erefia, acciocché quefta maledetta pefte non fi dif- fonda negli altri , fi dee fenza alcuna precedente correzionc, fotto precetto obligante a peccato mortale , denunziare quanto prima all’ Inquifitore, ovvero all’ Ordinario del Luogo: né pud chiunque fi fia tralafciare di cid efeguire inftalo fpazio di dodeci giorni , termine perentoriamente affegnato a dover tare fimil denunziazione, anco fotto pena di fcomunica late fententig da incorrerfi ip/o fatto, edaltre pene ; come chiarameate fi ve- de nel precetto emanato dal predetto Sacrofanto Tribunale fotto il di viij. Marzo MDCXXII, Dalla quale fcomunica non poffono i trafgreffori effere affoluti fuorché dal Sommo Pontefice , eda effo Sacro Tribunale; né faranno afloluti, {¢ prima giuridicamente rivelando i detti Eretici, ¢ fofpetti di Fre- fia non avranno foddisfatto . Né ftimino gia cffer chiamati Spic del Santo Uffizio; si perche fempre fono tenuti fegreti; si anche, perche in cafo di pefte corporale non temetiano di quefto no- me,ove andaffe il pericolo del pubblico ; oltreché facendolo per zelo di Dio giufto riguardatore degli altrui meriti , ne avranno premio in Cielo,fenza punto temete di biafimo alcuno in tetra. Deve parimente cfortare i {uoi Vicarj, Confultori , Notati, ed altri chiamatiad effer prefenti agli atti del Santo Uffizio, a vo- der effer fegrctiffimi: perche. non vié cofa, che pit rovini le caufe,quanto il non offervare la fegretezza;e percio {ara avver- tito di non permettcre , che i Notari diano copia degli atti del Santo Uffizio per qualfivoglia caufa, fuorché al Reo, ¢ folamente quando pende il Proceffo , ed egli dee far le {ue di- fefe; ed allora fenza il nome de'Tcftimonj, ¢ fenza quelle cir- coftanze , per le quali il Reo poteffe venire in cognizione della perfona tcftificante,come a fuo luogo diraffi opportunameate. Indulgenzg , che acquiftano gP Inquifitori , i Vicarj ,¢ tutti gli altri Uffiziali della Santa Inquifizione , ed anco altre Perfone per rifpetto di effo Santo Tribunale . Sfendo il Sommo Pontefice Romano vero, ¢ legittimo di- E fpenfatore del gran teforo de‘ meriti di Crifto, ¢ de’ fuoi Santi, di cui tienc eglifolo quaggivin tetra la Chiave; hacgji . a0 fem. Prima Parte. 5 fempre con grazie fpeciali favorito tutti quelli, che nella Vi gna del Signore hanno valorofamente faticato 3 ma cid fingo- Jarmente £ ¢ vifto per diverfi accidenti adoperare in vatj tempi verfo i Miniftri della Santa Inquifizione, a’ quali, ficcome a la- voratori invero utiliffimi , ed oltremodo ncceffarj al mante- nimento , € propagazione della Santa Fede Cattolica , libera- liffimo di cosi fatte grazic fi ¢ dimoftrato ; impetoché egli ¢ co- facerta, che agl’ Inquifitori , mentre ne’ facti affari dell’ In- quifizione coraggiofamente ogni opera , ed ogni forza loro impiegano , per ciafcun’ ato perfetto da effi contro gli Ere- tict in favor della Fede celebrato; come di riconciliazione, abyurazione , cd affoluzione , o d’ altra qualfivoglia efecuzio- ne, quell’ ampia Indulgenza plenaria Gf comunica , la quale gii nel Sacro , ¢ general Concilio Lateranenfe fotto Innocca- zio Terzo , a chiunque intrepidamente all’ alta imprefa di Terra Saata foccorfo avefle dato, fu com larga mano con- ceduta. Appreffo un tanto Teforo, fe durante illoro Uffizio ayviene , che dalla prefente facciano all’ altra vita paflaggio , acquiftano fimilmente Indulgenza plenaria, ¢ remiffione di tutti ilor peccati, de’ quali pero fiano contriti , ¢ confeffati. E fimile Indulgenza plenaria viene pur anco in cosi fatto cafo conferita.a i Vicarj, Notari, Fifcali, Confultori , ed altri Uf- fiziali della Santa Inquifizione ; oltre all’ Indulgenza di tre an- ni, ch’ cffi ricevono , qualunque volta in favor della Fede fan- no (come fié gid detto ) qualche azione ad eflo Santo Uf- fizio pettinente, 1a quale ottengono parimente tutti quelli , ¢he denunziuno aleuno Eretico, o diffamato, o fofperto di Erefia; 0 reidono in canfa di Fede teftimonianza nel Santo Tribunale; odanno ajuto , configlio , o favore ag!’ Inquifito- ri, per impugnare , ed cfpugnare gli Eretici , Fautori, Ri- cettatori, ¢ Difenfori di effi. Etutto cid fi vede chiaro, ¢ manifefto re(pettivamente nelle Bolle de’ Sommi Pontefici Ur- bano LV. Gregorio LV. ClementelV. Aleffandro LV. Clemen- te VIL ,¢ Pio V. ° Molte , ¢ mole alere grandi , ¢ notabili Indulgenze anco plena- rie, acquiftanoi fopraddetti Inquifitori, Vicarj, ed altri Uf fiziali della Santa aeons + Come apparifce per Breve del- . JaSantira di N.S. Paolo Papa V. fotto ildi 29. Luglio 1611. Né wralafcicro di dire, per maggiotmente animarc ee a 6 Pratica- del Santo Uffizio al pronto fervizio di quefto Santo Tribunale , che a i fuddetti Padi Inquifitori da i Santiffimi Pontefici Califto III. Innocen- zio IV. , ¢ Gregerio 1X. fi da facolta di poter concedere a tutti quelli, che confeffati prima fagramentalmente i loro peccati , interverranno alle prediche , o ragionamenti di Fede , che da effi Inquifitori, o da altri di loro commiffione fogliono farfi , venti, ¢ quaranta piorni d' Indulgenza, Dovranno dunque gl Inquifitori, ed in luogo d’ effi i Vicarj, per l'obbligo comune ad ogni buon Criftiano,'¢ fpeciale a tutti gli Ecclefiaftici, di promuovere la Santa Fede, per il me- rito, che in cid s'acquifta appreffoa Dio, per il teforo del- le Induigenze , che loro fi concedono, ¢ per ragione partico- lare del loro proprio Carico, effer diligenti , ¢ follecitiin un tanto Uffizio , ¢ procedere in effo ( come fi édetto ) con puro eclodella Santa Fede, ¢ dell’ onor di Dio; pofponendo ogni intereffe , ¢ rifpetto , ovvero timore mondano; ¢ rimembran- do, che nel procedere, e giudicare tengono anco vece ; € fembianza della parte offela, ch’ ¢ principalmente Iddio be- nedetto; ¢che percié mentre della Cartolica-Fede fi chiama- no, ¢ per opera fonoCuftodi, ¢ Difenfori'; l onore , ¢ lati- + riputazione dell’ ifteffo Dio hanno per ifcopo di difendere, ¢ confervare; chefonooltrea cid I occhio del Mondo, ed-un vivo, ¢ lucente Sole, onde fi fugano le tenebre degli errori ¢ pura ficonferva, ¢ fenza alcuna thacchia laluce della Fede: ¢ finalmente le vere fentinelle della Chiefa , acciocché nel fofco della notte di quefto prefente fecolo non G turbia chi che fia Ja quiete fpiriruale dell’ anima, ¢ giungano poi tutti al chiaro giorno dell’ crerna felicita nel Cielo. p Contro a quai Perfone procede il Santo Ufiizio. Siscome cinque generalmente fonoi cafi , ed idelitti apparte- nenti a quefto Santo Tribunale , cioé. Primo « L’ Erefia formale , o la fofpezione di effa. Secondo. La Fautoriade- li Eretici, ¢ fofpetti di Erefia. Terzo . La Negromanzia , alefizj, Stregonerie, ed Incanti. Quarto. La Beftemmia ere- ticale. Quinto . L’ Offefa, ¢ la refiftenza al Santo Uffizio. Cosi contro cinque forti di perfone procede il Santo Uffizio. Prima . Contro gli Eretici, 0 fofpetti-di Erefia , ‘ : Se- Prima Parte. > Scconda « Contro i Fautori loro. . Terza. Controi Maghi, Malefici , ed Incantatori . Quarta’. Contro i Beftemmiatori . Qujnta. Contro quelli, che fi oppongono ad effo Santo UF- fizio ,.¢ fuoi Uftiziali. Ed acciocché meglio fiano diftinte , ¢ conofciute tali perfone , di- chiateremo con cfempj quali fiano. Degli Eretici . a : ne Retici fono quelli, che dicono, infegnano, predicano, o {crivono cofe coatro la Sacra Scrittura. - Contro yliarcicoli della Santa Fede. conte Santiffimi Sagrameati , Cerimonie , ¢ Riti, ovvero ufo ie Controi Decreti de‘ Santi Concilj, ¢ Determinazioni fatteda iSommi Pontefici. Coatro la fuprema Autorita del Somio Poatefice . - Contro le Tradizioni Apoftoliche . Qonero il Pargatorio, edIndulgenze. ~ Quelli, che rinegano la Santa Fede , facendofi Turchi , o Ebrei, ‘© dialere Sette , ¢ lodano Je loro offervanze, ¢ vivono coa- formead effe. Quclli, chedicono, che Ogauno ff falva nella fua Fede. De’ fofpetti di Erefia. S Ofpetti di Erefia fono quelli , i quali dicono alle volte in ma- teria di Fede cexte propofizioni , le quali offendono I orec- chio degli uditori , ¢ non le dichiarano . Quelli, the febbene non dicono parole, fatino pero fatti Ereti- cali, come abufare i Santiffimi Sagramenti » ¢din particolare T'Oftia confagtata, ed il Santo Battefimo; battezando cofe inanimate, come Célamita , Carta vergine , lmmagini, Fave « Candele , ed altre fimili. Quelli , che abufano cofe Sagramentali , come Olio Santo , Cre- fima, parole della confactazione del Corpo , ¢ Sangue di No- ftro Signore , Acqua benedetta , Candele benedette , &e. Quelli , che dileggiano , ferifcono , {pezzano, imbrattano, o percuotono la Santa Croce , ed altre Immagini facre . Quel uel 8 Pratica del Santo Uffizio Quelli, che tengono, fcrivono , leggono, o danno ad altria leggere libri proibiti nell’ Indice , ¢ negli aleri Edirti particolari. Queili, che notabilmente fi allontanano dal viver comune de’ ” “Cattolici; come in non confeflarfi, ¢ comunicarfi una volta Y anno ; in mangiare cibi proibiti fenza neceflita ne i giorni de- terminati dalla Santa Madre Chicfa ; in non andar maialla Mef= fa, ¢ fimili. . Quelli, che non effendo Sacerdoti ardifcono di celebrare la Mef- * "fa, ed afcoltare le confeflioni de’ Penitenti; che percid in cafo venga loro per grazia, dopo di effer ftati proceflati,, ¢ legitti- mamente convinti, o confeffi, perdonata la pena ordinaria , © {pontancamente compajano nel Santo Uffizio, devono in ogni modo, negando la mala credulita, abjurare come fofpet- tidiErefia. Quelli, che effendo Sacerdoti celebrano fenza confagrare. Quelli , che fagrilegamente prefumono di reiterare i Santi Sagra: menti del Battefimo, Confermazione , ed Ordine. Quelli, cheavendo Moglie ricevono gli Ordini Sacti, 0 con- giunti con una ne prendono un’ altra. Quelli, ch’ effendo coftituiti in detti Ordini Sacri, o con lega- me di Religione aftretti ad offervare caftita, pigliano Moglic. Quelli , cheafcoltano, eziamdio una volta fola , le prediche de- gli Eretici. : Quelli , che citati, echiathatia rifpondere de Fide , non voglio- no ubbidire, o contumacemente fi aflentano , né fra il termi- ne competente giuridicamente loro affegnato, fi curano di comparire. Quelli » ch’ effendo in qualfivoglia modo fcomunicati per.caufa. ji Fede , non fi curano di foddisfare al Santo Tribunalc anche prima che paffil’ anno, Quelli, che per famigliaricd » econverfazione avuta con Ereti- ci notorj, ¢ manifefti, faranno ftati diffamati per Erctici . Qaelli , che vificano, accompagnano, ¢ con doni, ¢ prefenti onorano gli Eretici , ed impedifconc la loro punizione. Quelli » chein caufa di Fede avranno giudizialmente acgato quel- lo, che prima avevano affermato , o pur detto la bugia , edan- co fpergiurato. De’ Prima Parte: 9 De’ Fautori degli *Eretici. Autori degli Eretici ono quelli, iquali difendono, favorif- F cono, ¢danno ajuto aquelli, contro de’quali procede it Santo Uffizio. we Quelli, iquali fapendo alcuno effer Erctico, 0 fuggitivo dalle forze del Santo Uffizio, o citato, Valloggiano, o nafconda~ no, lo configliano , oglidanno qualfivoglia altro ajuto, 4¢- cid non venga nelle manidel Santo Uffizio. Quelli, che ajutano i Carceratia faggire , 0 rompete le Carce- ti, dando loro qualfivoglia frumento. . Quelli , che fenza licenza parlano co’ Carcerati , o li configliano, o Tinfiruifcono a tacere la verita, o.glifcrivono. Quelli, che con fatti, o con parole minaccevoli impedifcono i Miniftri del Santo Uffizio nell’ efecuzioni commelfe , come dicitare, ocarcerare, opunire alcun Delinquente. Quelli, che {ciéntemente porgono configlio , ajuto, o favore a’ fopraddetti Impeditori del Santo Uffizio. Quelli, i quali trafficano colli Eretici, mandando loro robbe, denari, lettere, ¢fimili, o ricevendone da cffi. Quelli, i quali fubornano i Teftimonj a tacere il vero contro al- cuno nel Santo Uffizio. Quelli,, i quali nafcondono, rubbano, abbruciano Proceffi , 0 altre Scritture pertinenti al Santo Uffizio. Quelli ,i quali conofcendo Eretici, o fofpetti, come di fopra, Non gli depongono al Santo Uffizio. De’ Maghi , Streghe , Incantatori ¢ fimili« P Erche fimile forta di perfone abbonda in molti luoghi d' Ita: jiay ed anche fuori, tanto pit conviene effer diligente: ¢ perelo s’ hada fapere, che a quefto Capo firiducono tutti quel ji, che hanno fatto patto , o implicitamente, o efplicitamen- teper sé, o peraltri , col Demonio. Quelli , che tengono coftretti ( com’ effi pretendono ) Demonj in Anelli, Specchi, Medaglie, Ampolle, 0 in altre cofe - Quelli, che fe gli fono dati in Anima’, cdin Corpo, apoftatan- do dalla Santa Fede Cattolica ; che hanno giurato d’ effer fuoi s o gli ne hanno fatto feritto, anga col proprio fangue. 10 Praticadel Santo Uffizio Quelli, che vanno al ballo, o¢ come fi fuol. dire )in ftriozzo. Quelli, che malcficiano Creature ragionevoli, o itragionevoli , factificandole al Demonio. Quelli, che I’ adorano, 0 efplicitamente , o implicitamente , of- ferendoli , Sale, Pane, Allume, o altre cofe. Quelli, che!’ invocano , domandandogli grazie, inginocchian- *dofi, accendendo candele, o altri lumi, chiamandolo An- gelo Santo, Angelo bianco, o Angelonegro, per la tua fan- tita , ¢ parole fimili , ¢ fervendofi in cid di perfone Vergini: o ‘fannol' Incanto, cinque deti pongo al muro cinque Diavoli fcongiuro, ed altri fimili. Qielli , che glidomandano cofe, ch’ eglinon pud fare, come ‘sforzare la volontd umana, 0 fapere cofe future dependenti dal noftro libero arbitrio . y Quelli, che in quefti atti diabolici fi fervono di cofe facre , come Sagramenti, o forma, ¢ materialoro, ¢ cofe fagramentali , *_ebenedette , edi parole della Divina Scrittura. Quelli, che mettono fopra gli Altari, dove s’ ha da celebrare, . Fave, Carta vergine , Calamita, oaltre cofe , acciocché {opra di effe fi celebri empiamente la Santa Meffa . Quelli , che rengono, fcrivono , odiconoorazioni non appro- vate , anzi riprovate dalla Santa Chiefa , le quali fono delle maniere inftafcritte , cioé. Quelle , che fi recicano per farfi amare d’ amore difonc(to , come : fono I’ orazioni di S. Daniele , diS. Marta, edi S. Elena. Quelle » che fidicono per fapere cofe future, 0 occulte, come ja gia detta, Angelo fanto, Angelo bianco, &c.¢ quella, Dolce.Vergine , ¢ fimili. Quelle , che contengono nomi incogniti, né fi fa il loro figni- - ficato , con caratteri, citcoli , ttiangoli, 8c. quali fi portand addoffo, o per farfi voler bene, o per effer ficuri dalle armi de’. Nemici, o per non confeffare il vero ne’ tormenti . o Sotto quefto Capo. ficontengono ancora quelli , che tengon fcritture di Negromanzia, ¢ fanno Incanti, ed efercitano Atrologia giudiziaria nelle azioni pendenti dalla libera vo- jonta. . Quelli, che fanno ( come fidice ) Martelli, o mettono al fuoco 3 Pignattini pet dar paffionc, c per impedire l’'atto matrimoniale . Quelli , che gettang le Fave, fi mifurang il beaccio colle Spanne > re we a: Printa Parte. . me anno andare attorno i Sedazzi, levano la pedica ; guardano,”) off fanno guardare fule mani per fapere cofe fatute , o paffate, ed aleri fimili fortilegj . De? Bfemmiatori. Uantunque ogni Belteramia fia degna di gran punizione., OQ contuttocié il Santo Uffizio non procede fe non contro coloro i qaali proferifcono Beftemmie Ereticali , ¢ fono quel- li, chediconoparole , le qualicontradicono a‘quelle verita , che fi contengono negli Articoli della Santa Fede; e quanto pit abbondano i Delinquenti in quefti tempi, tanto pitt devo-- nocffer vigilantii Giudici. E per dare alcune regole per cono-_ {cere quali Beftemmic fiano Ercticali , ¢ quali no, deve avver- tirfi, che fichiamano Beftemmiatori Ereticali. Quelli,, che negano i titoli datia Dio nel Simbolo, come I' On- * ‘nipotenza fua , dicendo al difpetto , &c. D. poltrone : Io faro Ja talcofa, ancorché Dio non voglia: Tu m‘hai fatto tutto il male, che hai potuto, ¢ fimili: la Giuftizia, dicendo, D, tradiro- re, D. parziale, o pattegiano: la Prowvidenza, dicendo, che Dio non s'impaccia di quefte cofe baffe,o equivalenti parole; la Bon- tadandoli nomi d’ infamia, con dire, puttanadi D., 0 fimili . Quclli, che dicono parole contro la perperua Verginita della Bea-; tiffima Madre di Dio , come puttana N. D., 0 contro la Ma- ternita fua Santa. Quelli , che dicono parole contro la Santa Chiefa, ¢ Santiffimi Sagramenti dicfla, come, rinego il Battefimo, Rincgo la Fe- de, &c. ¢ contro la gloria de’ Santi canonizati . Di quelli che fi oppongono al Santo Ufizio ye P offendono. , M Olti di quefti tali fono comprefi fotto il Capo de’ Fautori, ¢ per ora finominano quefti per efempio di tutti gli altri, contro de’ quali affi a procedere , cioe . Quelli, che offendono le Perfone del Santo Uffizio , come, In- quifitori, Vicari , Confultori, Fifcali, Notari , Cuftodi , ed altri Etecutori mandati dal Superiore fiafi I' offefa , onel- Javita, o nella robba, o nella fama, oin qualfivoglia altro -modo , o pur anco li minacciano. - Bz Quel- : a Pratica del Santo Uffizio Quelli, che offehdono, o fanno offendere i Denunziatori, 0 Teftimonj efaminati nel Santo Uffizio, o con percofie, o con ingiurie, Oconmiunacce. Quelli, che rubbano Scritture , o Libri, o qualfivoglia altra co- fa del Santo Uffizio. . Quelli, che fanno in pezzi gli Edittidel Santo Uffizio , accid et fiano letti ; ‘ovvero gli levang dal luogo , dove fono ftati afi. Degli Ebrei, ed altri Infedeli < ieee gl Idolatri, i Maomettani, ¢ gl’ Infedeli d' altre Sette, non foggiacciano ordinariamente al giudizio -della Santa Inquifizione ; in molti cafi nondimeno , i quali fono anche efpreffi nelle Bolle de’ Sommi Pontefici , potfono effere dal Santo Uffizio caftigati . Nella Bolla I Giudei, fe negaffero quelle cofe della Fede, le quali a noi ai Greg Xt Criftiani, ed a loro fono comuni , come, Iddio effer Uno, fie Je _ Eterno, Onnipotente , Creatore dell’ Univerfo, ed altre fimili . erbiese Seinvocaffero, o confultaffero i Demonj, 0 faceffero loro Sa- ctifizj , Suffumigj , Orazioni, ed offequio, per qualfivoglia fine; ¢ fe infegnaffero , 0 indaceffero altti a ‘ire talicofe . Se ene diceffero, che il Salvatore noftro Gest Crifto Ic ftato Uomo puro, ¢non Dio, o peccatore; ¢ che la fua Santiffima Madre non foffe: ftata Vergine , ed altre fimili Bee ftemmie. Se induceffero in qualfivoglia modo alcun Criftiano a rinegare la Santa Fede. Seimpediffero alcun Ebteo , o altro Infedele, che fi voleffe far Criftiano , o lo configliaffero, oinducefferoanon farfi. Se poi faggire Neofiti, o in cid porgeffero alcuno ajuto , 0 favOre « Nella Bolla Se teneffero , occultaffero , odivulgaffeto Libri Talmudici , ed aiClem-VIN- altri Libri Giudaici dannati, 0 proibiti; ¢ fimilmente Libri ums Hebr eprepaey erases y f Saar tem maltia. Pproibitia i Criftiani, o Scritture magiche , ed altti Libri, o Scritti continenti, o tacitamente, o efpreflamente, Erefic , o errori controla Sacra Scrittura del Vecchio Teftamento; 0 contumelie , empieta , ¢ beftemmie contro Dio , la Santiffima Trinita, il Salvator noftro, ta Criftigna Fede , la bes 4 eke Prima Parte - 13 Vergine Maria, gli Angeli, Patriarchi, Profeti, Apoftoli, ed aitci Santi di Dio: cgntro la Santiffima Croce , i Sagramen- ti della Nuova Legge, le Sacre immagini, la Santa Cattolica Chiefa, la Sedia Apoftolica; contro i Fedeli, fpecialmente Veicovi, Sacerdoti, ed altre Perfone Ecclefiaftiche; 0 concro i Neofiti, che nuovamente fono convertiti alla Santa Fede, 0 -ehe conteneffero narrazioni impudiche , ed ofcene , ‘S¢ beffafleroi Criftiani. ¢ per difprezzodella Paffione di Noftro Gregor XTIL- Signore nella Sectimana Santa, ¢ {pecialmente nel Venerdi San- praddettay ° no oin altro tempo crocifigeffeto Agnelli, Pecore, oalta = -cofa. Se reneffero Nutrici, o Balie Criftiane . E fimilmente fono foggerti al Santo Uffizio in mtte le cofe con- tenute fottoi Capi de Fautori di Eretici, de’ Maghi, ed. In. ‘cantatoci, ¢ degli Offenfori del Santo Uffizio. : ‘Gli altri Infedeli ancora poffono effer caftigati dal Santo Uffizio per li medefimi delitti refpettivamente. — — ANNOTAZIONE. ‘Non parendo fafficiente , che folamente li Giudici Ecclefialtici , alli quali fpetta pris vativamente di procedere nelle caufe di Fede fappiano li cai, ele perfone riferste di fopra dal P. Ma(fini , nelli quali , -e contro le quali per tali caufe devono proceder¢ » fenza che delli medefimi abbiano ancora pienanotizia i loro fudditi , che di qualun~ ae taro 5 ¢ condizione fi fiano, fono tenuti a denunziare le perfone , che commertona Melee fa Guellt compreti; gli Ordinar), li quali aon aveffere alere alte pubblicaro al- uno Editeo fopra le materie fpettanti al S. Uffizio , maffimamente ne’ Inoghi dove non fgno Pinquifitori,e per mezzo degli Editti foliti pubblicarfi da effi, come di fopra accene 1a il detto P. Maffini , li Popoli non fono illuminati per adempirlo, devono da cid prea dere motivo di pobblicalo quanto prima e quell, che Paveflero lire vole pubblicara di pid ampiamente rinnovarlo ; ed affinche tali Editei riefcano frattuofi non folo nelle Cited delle loro Refidenze; ma ancora negli altri luoghi foggettialle loro Dioceli, d'or diaare alli Curati di effi, che debbano pubblicarli qualche volta fta I" Anno inser Mif= farum folewnia » ¢ {piegarli alli loro Parochiani con chiarezza tale , che anco le perfow ‘ne piu idiore poflano capire in quali cai , e contro quali perfone fono obligate in virta di quelli a dare le denunzie : ed in oltre incaricare premurofamente alli loro Vicar] Fo~ raiici, che Gano vigilanti , perche cid i efeguifea con ladovuta attenzione, ed efartezza. SECON: SECONDA PARTE Del modo di formare i Procefi, ed efaminare i Teftimonj , edi Rei. et Due modi di formare i Procefi. | Uando I Inquifitore avra avvifo, effere ne’ luo- S hi della {ua Giurifdizione alcuno, il quale fia ineorfoin qualcheduno de’ fopranominati delit- ti, oaltri , che perd appartengono al Santo Uf- fizio , fubito fara obbligato , per 'Uffizio , che tiene, a farne giuridico Proceffo inifcritto; ¢ petche potra fapere , ed aver cognizione del de- litto, e Delinquente,o per mezzo del Deponente, ed Accufante, oper fama pubblica , perd nell’ uno, ¢ nell’altro modo gli fa- ra lecito incominciare il Proceflo: ¢ per chiarezza qui fimo- ftrera quello di fare l' uno, eT’ altro. Primo snodo di fare il Proce ffo per via di denunzia. I; primo modo, nel quale fi forma il Proceffo nel Santo Uf- fizio, fichiama per via di denunzia ( tralafciando quel mo- do, ch’é per viadi accufa, si perche rate volte occorre, st anco perche é quai il medefimo , che queftoper via di denun- Zia ) edé quando viene alcuna perfona a denunziare un’ altra, che abbia commeffo qualche delitto {pettante al Santo Uffizio de i fopranominati , o altro, come diaver_tenuta qualche Erefia, fatto qualche Incanto, o proferito Beftemmic Ereti- cali, edice, che cid fa, cioé denunzia per ifgravio della pro- pria Cofcienza , per zelo della Santa Fede , per non cadere nella Scomunica, o perche il fuo Confeffore gli¢ I’ ha impofto: non efponendofi a voler provare il delitto , che depone, ne’ effer attore , o parte contro del denunziato. E quefto é il pil co- mune, ¢ pit ufitato modo, che fi offerva nelle caufe dell’ In- quifizione. oe . Quan- . . Seconda Parte. 15 Quando adunque verra alcuno per deponere, fubito, fenza dif ferire in altro tempo la denunzia, fiafcoltera , ¢ fe il cafo & pettinente al Santo Uffizio, chiamato il Notaro fpecialmente inftituito dall’ Inquifitore , fi dara il giaramento al Comparen- ‘te di dire il vero, facendolo roccare gli Evangelj con le fue’ mani; dappoi {¢ gli fara un’ ammonizione paterna, che fia avvertito a dire folamente il vero, imperoché facendo altra- mente offenderebbe Iddio, il proffimo, ¢ fe fteflo, ¢ pecca- rebbe mortalmente, né potrebbe effer affoluto mai fino a tanto, * che non tornaffe a rivocare tutto quello, che aveffe detto fal- famente , oltreché incorrerebbe in molte altre pene tempora. li graviffime. Dappoi fi {crivera il nome, cognome, patria , padre, efercizio , etd, ed abitazione del Comparente ; alla prefenza di chicom- parifce, illuogo , anno, mefe, ¢ giorno quando comparira 5 che fe glié dato il giuramento, ¢ ch’ egli comparve {ponta- neamente; ¢ fi comfncierd il Proceffo in quefto modo, o fimile. Die Menjis Anni Comparuit perfonaliter Epon coram M. R. P. F. N. Inquifitore N. fe- " dente in aula Santti Offcii Nin meique Notarii &c. N: de N. filius N. nobilis , ovvero , exercens artem &c. ¢ fidefcriva Varte ch’efercita , babitans in loco N. atatis annorum &c. prout di« wit , & ex afpetie apparebat , qui petiit audiri pro exoneratione pro- priaconftientias & ei data facultate , ac juramento de veritate di- + cenda , quod praftitit , cattis literis facris dc. depofuit , ut infra E qui le gli facd tpicgare tutto il fatto, facendolo notare in ifcrit- toalNotaro. Avuta la depofizione , principalmente ficerchera di fapete, fe egli é teftimonio de vifx del delitto, ode anditu , ¢{ehacon- tefti, i quali poffano confermare quefto fuodetto , o fe alme- nofa, che altri poffano dare intormazione di quetto , fpeci- ficandogli uno per uno ; ponendo in ifcritto i nomi, cognomi, * cafe, alloggiamenti, ¢ condizioni de’ Teftimonj, che nomi- mera. . . Se gli fara efprimere I’ occafione, per la quale é ftato prefente a “quel delitto, il luogo dove fu fatto , le parole precife , che fu- rono dette, ilgiorno, ¢ I’ ora, fe é poffivile, ed il numero delle volte che fu fatto, ¢ tutte quelle cofe , che porta feco il delitto denunziato. 16- Pratica del Santo Uffizio Se gli fard‘anco dire il nome, cognome, padre, patria, efer zio, abitazione, edeta del Reo denunziato, ¢ fi fara defcri- vere la perfona di lui, cio¢, di che ftatura , effigic , barba &c. eglifia. Avvertendo a far coftare in Proceffo le negative, che dira , come fatia, Non mi ricordo con che accafione diceffe le tali parole. Non fo in che luogo foffe precifamente. Non mi ricordo il giorno, ma fu circa al tempo, fo ch’cra di Verno,¢ fimil modo. Di pitt fara {empre fcrivere tutto quello, che domanda al Te- ftimonio , ficché avanti alla rifpofta preceda in ifcritto l inter~ rogazione, nella quale fia pofto tutto quello che firicerca s come fe vorra fapere, in che giorno N. beftemmié, non fa= ra- Interrog. Refpondit . Il tale diffe quelle Beftemmic . Ma rima fara Interrog. Rtodie pracis® difius denunciatus protulit bla- bemiam &'c. E cid fidovra patimente offervare negli clami de’Rei. Quando poi fara finito I’ efame, e che non refterd altro da inter- rogarc » fe gli faranno gl’ Interrogatorj gencrali , come ap preffo. . Interrog. Saper generalibus . An ea, qua dixit , odio, vel amore duftus depofuerit 5 aut.ad exonerandam confcientiam ,& Dei bono- rem, & gloriam. Refp. &c. Interrog. {4x babeat aliquaminimicitiam , vel odium , velanted bas bucrit cum ditto N. per eum denunciato. Refp. &c. Interrog. Az confreatur, & communices quoliber anno, faltem 5 in Pafebate . Refp.&c. Dopo, fe vorra il Denunziante , gli fi rileggera I’ efame anco al- Japrefenza di due Teftimonj timorati, ¢ fegrcti ( fe cosi fara giudicato efpediente ) nella quale rilezione potra il teftimonio’ accommodare , dichiarare, levare, o aggiungere quello , che vorra , ¢tutto cid fi dovrd notare nel fine in quefto modo « Es dumde mandatoP, Inquifttoris, oy ad inftantiam ipfias Toftis le geretur fibi ejus depofitio, dixit. Avvertite :&c. E {i {criva tutto quel che dira , o per aggiungere , o per ifminuire, o per dichia- razione. Ma non volendo aggiungere , ofminuire cofa alcu- na , fe glicomandera fotto pena efpreffa, o.arbitratia , ¢ fot- to il medefimo giuramento, che non parli con alcuno di que- fta fua depofizionce, o efame. E poi il Notaro terminera la depofizionc di quefto modo, cioé. Ruie Seconda: Parte: 17 Quibus babisis , & acceptatis in parte , & partibus fadorabitibus,a'c, dimiffus fait , impofia fit flentio fuper pradittis fub juramento ,éy infidem fe. feb feriefe fe fapra fcrivere, fe gli fara ictivere il faq nome cosi , lo N. di N.confermo quanto di fopra fi contienc. Ma fe non fapra {crivere , il Notaro in vece di quelle parole, & in fidem fe fubferipfis , {crivera in quefto modo . Et cum ( prour dixit ) nefciret feribere , pro confirmatione fupradittorum appofuis fignum Cracis. E gli fara fare cffettivamence una Croce colla Penna cosi & ‘Aftum per me N.de N. Notarium Santti Offcii, awno, die, locos & bora , ut fupra. E fe vi faranno ftati prefenti Teftimonj , ag- giungerd prafentibus pro Tefibus vocatis,éye. N.de N. N. de i E quefta é la forma , che ordinatiamente fi porra offervare nelle lenunzie , che farannodate da perfone conofciute . a Ma fe per forte veniffe qualche ftranicro, ¢ perfona incognita 2 deporte, fi potra cominciare il Proceffo in quetta, o fomiglian- te manicra. Die Menfis Anat Comparuit perfonaliter fponte coram M. RP. F. N. Inquifitore,cre. in meique,@'c. Homo quidam flatura,tyc. babens barbam, &c. indu> tus toga,@y'c, aut veftimento coloris,éyc. ¢ fi defcriva diligentemen- : tel effigic, abito, ¢ formadel Comparcnte, qui petiit andiré pro exoneratione propria confcientia; @ data fibi facultate, & jue ramento in forma confueta fuper veritate dicenda , & per eum fufce- pto, tattis Sacris literis, Oc. fuit per prefatum Adm. "RP. Inqui- ftorem. Interrog. De womine, coguomine , patre , era » @tate , exere * citio, & babitatione ipfius Comparentis ,@° ad quid vencrit od S. Oficivm . Refp. &c. . E {critta la rifpofta, fi feguiteranno le Interrogazioni, come di fopra. Si faple anche talvolta, fenza dare il giuramento,nel principio far A’ notare la fpontanea compatizione di quella forma , che f1¢ det- to, ¢ dopo che il Denunziante avra raccontato tutto il fatto, e-fara regiftrato nel Proceffo , foggiungera il Notaro . Redbas omnibus acceptatis in parte, & partibus favorabilibus ee. tum fuit juramentum dito Comparenti de veritate dicenda tiw Super pramiffis , quam fuper bis , de quibws interrogabitur infra , g%od praptitis , taktis Sacris ee a a . 18 . Pratica del Santo Uffizio , Interrog. As ea, qua dixit , & modo feripta fucrunt, verafiet ,& illa pro veritate confirmet « Refps ° E poi fi {eguiteranno I opportune, € neceffarie Interrogazioni , come di fopra s’é accennato. Ricevuta la denunzia, parti del Giudice faranno, avanti che fi * prendano I alrre informazioni, diligentemente avvertire, ¢ maturamente confiderare la qualita, natura, coftumi ,¢ con- dizioni del Denunziante , colle circoftanze non pur della pers fona dilui, mad’ ogni altro patticolare ancora comprefo acl- Jadenunzia, acciocché fenza caufa non fi generi ad alcuno odiofa moleftia, ¢ grave danno. —————$— ————— — ANNOTAZIONE. Gi _ Benche di fopra dal P.Maffini s’afforifea, effer folito talvolta,(enza dare il gjaramentoy nel principio far notare la denunzia y 0 fpontanca comparfa » e dopo che il Denuziante averi raccontato tutto il fatto ye fari regiftrato nel Proceifo, datogli il giuramento far= glicla riconefcere ed opportunamente interrogarlo 5 niencedimeno, perché il Denun= Ziante nelle caufe di Fede s*annovera fra Teftimonjse per tale fi repura, ficcome a queltiy giufta 1a difpofizione de’ Sacti Canoni , ¢ delle leggi comuni fideve dare il giuramenta fel principio de’ loro efami, cosi é pid Gcuro nélle dette canfe di darlo nel principio alli Denunzianti , affinché la fuffiftenza de’ loro detti non polfa mettere in controverlia » € le loro denunzie per tal conto non foggiacciano ad alcuna eccezione « Secondo wodo di formare il Proceffo per via @’ Inquifizione . Lfecondo modo, nel quale {i pud formate il Proceffo é per via d'Inquifizione » edéquando non v’é alcuno Accufatore , o Denunziante , che venga a far fapere nel Santo Uffizio il de~ lito , ma corre fama , ¢ voce pubblicain qualche Citta, o Ter- ra, 0 Luogo, chealcuna perfona ha fatto, o detto alcuna cofa | contro la Santa Fede, ¢ tal voce, ¢ fama viene all’orecchie .y @ellInquifitore , ¢maffime per via di perfone gravi, onorate , hh © zelanti della Fede; ed in tal cafo , non precedendo denunzia, ~ né accufaalcuna, ma folo per publica fama venendo a noti-, zia del Santo Uffizio, che Ee ato commeffo alcun delitto, dovra effo Inquifitore per debito dell "Uffizio tuo formarne In- quifizione particolare , ¢ cominciare il Proceffo nel feguente Oaltro fomigliante modo , cioé ie Menfis Anni (Com perveniffer ad aures U.R. P. Inquifitoris dc. publica quadam Sama defereate , quod Nude N, dixit . vel fecit talia pra itd 3 Seconda Parte: fo. Catholicam , ¢ fi {criva quello , che si ha per fama contro di lui, come, quod dixerit , Non effe Purgatorium, vel tales , & tales bla~ Sphemias , cum feandalo , dy admiratione multorum protulerit. Abtendens prafatus M. R. P. Inquifitor , quod injurias Creatoris tolerare valde impium eft, & illas maxime, qua, ultra Dei offenfam, verguust , vel vergere poffunt in Santte Fidei Catholice opprobrium, & jatluram , voluit ex debito offcii juridicd fuper bis informavi , & proceffit ad examinandum Teftes , quos a fide dignis accepit , poffe aliqualem Santto Officio informationem dare , locis , & temporibus y ut infra, E dopo quefto principio fara citare i Teftimonj, ¢ fi regiftreranno icitati , la citazione, il giorno, che fara data, ele relazioni del Meffo,in quella forma,che piu a baffo fi dira opportunamente. ANNOTAZIONE Perche il modo di procedere ex Ofitie, ¢ per via d Taquilnione nelle cate diFede fenza far’ apparice per mezzo di chi fiano pervenute alli Giudicidi effe le notizie delli delice deli: Delinquent é alai aborrico dal Supremo Tribunale della Santa y ed Uni- verfale Inquifizione di Roma: percid li Giudici delle medefime nell’ enunziativa , che faranno nel principio del Proceffo avvertiranno di far fempre menzione da chi , 0 ia! mezzo gli Gano gun tli notizie o pure di commettere ali Minti faberdioas i far’ efatee diligenze per averle ; e poftia farne fare da medelimi giudizialmente le Relaziont 0 le Denupzie col giuramento gutta lo file del. Teibatale » con frgi nominare le perfone, dalle quali I' hanno ricavate per poterle fucceflivamente efaminge tte y € profeguire canonicamente il Proceffo contro li Delinquenti « Modo di efaminare i Tefimonj del Fifco. Opo che il Proceffo fara fondato , ¢ cominciato in una delle dette due maniere , le quali comunemente fi ufano nel San- to Uffizio , dovra I'Inquifitore fenza alcun’ indugio procedere pii avanti, ed efaminare quei Teftimonj , che o fono nomina- tidal Denunziante , oper relazione particolare fapra poter dae re informazione al Santo Uffizio del delitto, ¢ della perfona , contro di cui é ftato denunziato , o é pervenuto a fua notizia er fama , come difopra. E perd lifara citare , c regiftrare in Brocetfo dal Notaro il giorno della data citazione, ed il tenore dieffa ; accid. non comparendo nel termine ftatuito , ¢ prefiffo nella citazione, fi poffa procedere pid oltre contro quel tale,che Gié citato. E fi avvertira di affegnare alla perfona, che ff cita , tempo comodo per poter comparire , confiderata la diftanza del Luogo, dove fta, Si poffono ee far chiamare Teftimonj . c 2 ae 20 Pratica del Santo Uffizio. Yenza citazione in ifcritco, commettendo folo a qualche Efecu- tore , che vada a dir loro da parte dell'Inquifitore, che compa- tifcano avanti di lui; ¢ quefto Gi potra fare, quando i Teftimonj fono vicininella medefima Citta , Terra , o luogo , ¢ n0n viha dubbio, che non debbano ubbidire. Si avra anche non me- diocre confiderazione,fe alcun Teftimonio foffe perfona di gta- do,o autorita, o nobilta fegnalata, di mandare qualche perfona Patticolare, ¢ non Efecutore, a chiamarla, ¢ fpecialmente Don * me nobili , le quali anche ( confiderata la qualita loro ) potra Plnquifitore o andare , o mandare ad efaminare alle loro cafe : avvercendo di nonricever mai per fcritturaTeftimonianza alcus na di qualfivoglia perfona affente, ma operi, che i Teftimonj di prefenza depongano veramente cid, che fanno, ed hanno veduto. Compart pol chefaranno i Teftimonj, gliefaminera acl moda infrafcritto , o fomigliante, cioe. Die Menjis Anni Examinatus fuit pro informatione Santt Oficii per M. R. P. Inquifi- sorem , qui fupra exiftentem,éc. , ¢ fi porra il nogo, dove fi avra adefaminare, o nel Santo Uffizio, oin Chicla, oin cafa di qualche perfona,&c. in meique Notarii oc. . WN. de N. fisus N, ovveto, fe il padre del citato fara morto , quow- dam N.de loco N. babitans ad prafens in loco N. iw Domo propria , ovvero , ix Domo N. de N. exercens artem,@'c. ovvero, Nobilis atatis annorum,ty'c. prout dixit , cxi delato juramento de veritate dicenda , quod praftitit , rattis Sacris literis , @ praviis debisis adwmonitionibus . Interrog. Refp. ut infra. Ed avanti che fi cominci ad cfaminare potra I’ Inquifitore am~ “ monirlo a dir il vero per.folo onore , ¢ gloria di Dio, per deb- bito di cofcienza , ¢ perlo giaramento prefo. Avvertendolo» sche fempre fara tenuto fegreto dal Santo Uffizio, ed acquiftera metito appreffo a Dio . Interrog. As feiat,vel faltem imaginetur caufam fue vocationis, & prafentis examinis . Re(p. &c. E Gi teriva quello che dira. Se dira di fapere, od’ immaginarfi la caufa, per la quale é ftato chiamato , edeve al prefente effer cfaminato , gli fi faccia quefta Interrog. Interrog. Quomado feiverit , aut quare imaginetur , fe bujufmodi de saufa fuiffe vocatum , & ad prafens fore examinandum. Refp. &c- . Bdavuta la sifpofta dalui, fi foggiunga . a : Seconda Parte. 21 Ex {ibi ditto , quod feriatim dicat , & narret quidquid feit de bujufmodt fatto. Refp. &c. : : E raccontato, chegli avra quello che fa, per maggior chiarezza i potranno aggiungere quelle Interrogazioni, che I'Inquifitore piusichere neceffarie per defcriver minatamenteil delitto,ilDe- inqueate , i complici, il luogo dove é fatto il delitto, il tempo precifo quando fu fatto, l'occafione, il numero delle volte, alla prefenza di chi; s'egli ¢ Teftimonio di vilta, o di udito, la fama del Denunziato , ¢ fimili circoftanze . Ma & il Teftimonio dira di non fapere , edi non immaginarfi la caufa per Ia quale fia ftato chiamato,¢ debba effer cfaminato,gli fi faccino quefte Interrogazioni. Interrog. Ax cognoverit,vel cognofcat aliquem Hareticum , feit aliquos Hareticos, vel de barefi fufpettos, aut Hgreticoram fautores , vel In- cantatores,aut Blafpbemos Hereticelee fer Maleficos, Sortilegos,vel won Viventes fecundim Ritum Santte Catbolice Ecclefia . Retp. &ce E fidovra fempre in quefta prima Interrogazione generale defcri- vere , 0 almeno accennare il genere del delitto, intornoal qua- Ie etfo Teftimonio dovra effer efaminato. E {erifponderadisi, gli fi faccia raccontare il tutto, ¢ fi regiltré puntualmente quanto dira, aggiongendo le Interrogazioni op- ortune intorno alle circoftanze, come di fopra s’é detto. Ma fe rifpondera di no, foggiungat tale Interrogazione, cioé. Interrog. Ax agnofeat N.de N. cioé quello , contro del quale é dato per Teftimonio , a quanto tempore citra, & que fuerit canfa cognitionis. Refp. &c. + Serifpondera bene, dicendo , che lo conofce, ed ha fuapratica,fi potra interrogare pit oltre cosi. Interrog. An audierit enmdem N.aliquando trattantem aliquid de Fi- de , aut quovis modo concernens Religionem . Refp. &e. Se dira disi, aggiunganfi dal Notaro quefte parole. Ez fibi diéto, quod narret pracis?, & feriost quidquid 2 praditto N. dict _ ‘andivit fpettans ad Religionem . Refp. &c- _B fi fcriva il tutto minutamente , aggiungendo quelle Interrogas zioni , che faranno neceffarie, ed opportune. ; Ma fe rifpondera negativamente,cioé, che non conofce quel tale, ¢ che non ha fua pratica, o fe pur lo conofce, che non I’ha fentito trattare di cofe fpettanti alla Fede, ¢ purtuttavia fia da~ to pen Teftimonio , e Contefto; Gi ammoniica a dire il vero in quefta guifa , cioé, - Me 22 Pratica del Santo Uffizio Monitus per Dominum , quod veritatem libere dicat , &y caveat 2 men= * dacio, quia datur in Teftem in attis Santti Offcti , quod adjuverit prafatum N. aliquando facientem, ovveto, proferentem aliqua contra Religionem Catholicam.Refp. &c. Se ftara nella medefima negativa , fi difcenda un poco pitt al pare ticolare con tale Interrogazione . Interrog. As-uaquam fucrit ix tali loco , ¢ fi defcriva il luogo ove & ha notizia, che fia ftato commefio il delitto , cum ditto N.quan- do pero abbia rifpofto di fopra, cheloconofca , & an ibidem ditius N, aliquid dixerit, aut fecerit contra Fidem, ipfo Tefte prefem- te, audiente , & vidente oc. Refp. &c. Se dira di si, gli fi faccia defcrivere il tutto. Se negher di cffere ftato in quel luogo,fi ammonifea a dir il vero con fimili parole. Ex fibi diéto per D.quomodo audeat boc wegare , cum in Santio Officio contrarium babeatur, videlicer, quod in tali loco fuerit cum ditto Nw © quid in ejus prafentia dittus N. fecerit , ovvero , dixerit talia y ¢ fi defcriva ildelitto. Refp. &c. Se anche ftara nella medefima negativa, fi potra mettere quefta A per ultima ammonizione . Iserum monitus per D. quod caveat & mendacio, & liberé veritatem die cat fuper pramiffis ; nam fi trattu temporis apparebit , ipfum non di- wiffe veritatem , incidet in penam fautorum Hereticorum: immd,nifi wveritatem fateatur, jam in excommunicationem incidit,& now potele ab aliquo Confeffaria abfolvi . Refp. &c. Se non aggiungera altro, ma refterd nella fua pertinace negativa 5 "enon fi avrd mezzo di poterlo convincere, come falfo, fila- {ciera, ¢ rimetteraffi il tuttoa Dio, il quale ¢ {crutatore de’cuo- ri, cd acui niuna cofa ¢ occulta, o nafcoftas efi porra fine all’ efame cosi . na e Ez cum nibil aliud ab eo baberi poffet, dimiffus fuit , injuntto fibi files tio fab juramento, & quod. ee ds Haig E fi termini I’ efame come di fopra, con la fottofcrizione, ¢ rogito del Notaro - Ed avverta il Giudice di fchivar fopra ogni cofa.in tutti gli efamt il fare Interrogator) fuggeftivi, per i quali il Teftimonio s' in- | ducefie ad affermare , 0 a negare ; come farebbe a dire. In- : f terrogat. Non é egliil vero, che N. beftemmiaffe? So pure » i , che fapete voi, chebeftcmumid duc valte al difpetto, we. ed t Ls Seconda Parte. 23 altri Interrogatorj in fimil modo, E cid dee farfi anche co’ Rei. Quando per pia Teftimonj degni di fede cofta nel S. Uffizio , che un Teltimonio, il qual nega, fia confapevole del fatto, ¢ ne fia convinto, o gtavemente indiziato; ovvero fi conofca dalle fue rifpofte, o implicazioni , o titubazioni, ch’eglinon voglia dire la verita, in tal cafo fidovra procedere contro cflo Tes ftimonio , come Deponente il falfo nel Santo Uffizio , ¢ come Fautore dl Eretici , 0 fofpetti di Erefia; ¢ fi potra carcerare, o vero con(tringere , o dar ficurta idonea di preferitarfi avanti al- I Inquifitores ed in queto cafo fidovra farne Decreto partis ticolafe, come fi dira pili a baffo.. E per dar efempio quando un Teftimonio fia indiziato di falfira, odinon voler manifeftare il vero, di modo, che contra di lui fi poffa procedere, poniamo il cafoin quefto modo . Se due, o pit Teftimonj confefferanno in giudizio, che Anto- Bio abbia loro detto , Pompeo avere alla prefenza di lui nega~ toil Purgatorio , ed Antonio neghera affolutamente in gindie zio di fapere , che Pompeo abbia negato il Purgatorio ; allora Antonio fi chiamera indiziato, 0 cotivinto per confeflione efttagiudiziale, ¢ fi dovra procedere contro ad cflo Antonio, perche allora fara fofpetto d’ effer falfo. Similmente fe il De- gunziante dica , aver udito Pompeo dire, che non vié il Pur. gatotio , ¢nomini per Teftimonj contefti Aleffio, Giovanni , ed Andrea, affermando, che tutti quefti lo fentirono, per- che lo riprefero, o che poterono, ¢ doverono fentirlo, pers che ragionavano tutt’ infieme; fe uno de’ Teftimonj nomina- ti, come Aleffio, convenga col Denunziante, ¢ dica, che vi erano prefenti Giovanni , ed Andrea, ¢ che riprefero Pom- 0; 0 che Giovanni , ed Andrea poterono, ¢ doverono udir- lo negare il Purgatorio, perche ragionavano infieme , {¢ Giow vanni, ed Andrea efaminatinegaffero aver udito Poke di. re, che non viera il Purgatorio, effi Giovanni , ed Andrea fono gravemente indiziati, o convinti di non voler dire la ve- rita, ¢ fidee procedere contro di loro , come di fopra. II fimi- Je anche fidovra fare quandoil Teftimonio nel {uo efame cf= Pee fi contradiceffe , né fapeffe rifpondere alle oppe- zioni , o ricufaffe di voler Teftimoniare , ed effer efaminato, oinaltti cafi , dove vi foffe qualche manifelto fegno di falfita, Oppure citato duc, o-tre volte non volefle compatire. 24 Pratica del Santo Uffizio Ed avvertafi, che allora faranna compite I’ cfame, ele depofiz zioni, quando fi fapranno, ¢faranno regiftrate in Proceflo I’ inftafcritte cofe , cioé. 11 Delitto, come Erefia , Beftemmia , Incanto , 0 altro tale. Il Delinquente , cioé quello, che ha dettal’ Erefia, Beftemmiay to, ofatto I’ Incanto,&c. I Complici, cioé le Perfone , che tengono le medefime Erefic , , ed hanno in compagnia commeffo if delitto, ovvero ajutato, configliato,&c. Illuogo, dove fa fatto il delitto . Il tempo precifo, quando fu fatto. L’ occafione , con che fu fatto, Il numero delle volte, che fu fatto. Il modo precifo , come fu fatto, ¢ gli ftrumenti, che fifono adoprati, come negl'Incanti, ¢ Sortilegj. Ed ultimamente i Teftimonj , alla prefenza de’ quali fu fatto. E perche i Teftimonj fono di dueforti, alcuni, quali hanno ve- duto il delitto , o fentitolo colle proprie orecchie, ed altri, che I’ hanno udito narrare , i quali comunemente fi chiamano Teftes de vifu, & de auditu proprio, & Teftes de auditu alieno y quando nelle depofizioni fi avranno quefti Teftimonj de aadite alieno , ¢ maflime nelle depofizioni ex fama , quei foli fi efa- mineranno , i quali daranno informazione de’ Teftimonj des wife, Ode peerage »€ poi fi efamineranno quefti : eccetto fe cid non fi facefle per provare un’ infamia, o voce. Quando anche faranno pit Teftimonj, fi comincera fempre prima ad interrogare quelli, da quali fi {pera aver la verita pi facilmente. E dovendofi quefto negozio di efaminarei Teftimonj, come importantifimo , nettamente , fenz’ alcuna ruggine d’animo efeguire, oprera I Inquifitore, che fi {criva tutto quello, che diranno i Teftimonj, o fia contro il Reo, © rifulti in fuo favore, né fofftira giammai, che a partito alcuno fi divida il detto loro, che dee per ogni manicra effer fempre indivifibile . XN . ANNOTAZLONE. A ‘Quando fal principio dell’ efame s’ interroga dal Giudice 4m ofcat N. cio il Reo nominato dal Denunziante,il che ma(fime pus praticarli quando f eratta di delitta anni prima commeffo, far pid elpediente di profeguite con Interropazor) pit general di quel- Ti di {opra efpolti per isfuggire ogni fofperto di faggettione V.G, con dire: «dn cogndfcat WW. 5 ¢ Hifpondendo “il Tehimonio , che lo conofce , fi potra interrogare » de sus cm he Neonat ks efi ef aaenlcm ih Be ii on Seconda Parte: ‘a 25° iquem loeutum effe de Mypleriis fideis3'cwe cosi faccedivamente fino alle Iatercogazi # pid fpeciali , “ fi MMe ‘hee in appreffo. ae Quando il Teftimonioy che nega effere informato delle eofe y fopra le quali viene in- terrogato,ed anco ammonito come fopra al §.Bt/ibi dieFo,89'c. relti convinto da pid Tew ftimonj di faperle , dopo fattagli la detta ammoniziane pperfiftendo nella negativa, ia vece di reiterargliPalera ammonizione comtennta nel fleguentes Lem maniius per D. c+ parerchbe, che per difporlo a dire la verit2 porelrq conteftarfegli le Depofizio~ ni degli altri Teftimonjsche lo nomindno nelle parti opportuhe;(oppreffi perd liloro no ‘mi , ¢ le circoftanze , per le quali ne poteffe venire in cognizione con fargliele leggere 5 conforme &i pratica nel S. Tribunale ‘colli Rei; ¢ rimproverargli, come dunque ardifca ai die ilcontraio al depofto da quelli, ed_eforarlo di bel miovo a gravare It fa _ ‘coftienzay e dire liberamente la verita ;‘maffime trattandofi di taufa di Fede agitara net .Tribunale» in cui non fi pad prefumene» che gl altri col ginsamento abbisto voluto ore il falfo » Eid acciocché li Giudici delle caule di Rederetino meglio infteueti del modo di ricevere Je Denunzie , efaminare li Teltimonj , ¢ compilare perfertamente li Proceffi informati- viinealicaut, alla regola datane in genere ycome fopra dal P. Maffni»f aggiuagona, tquelle , che diede alle Stampe fopra diverfi capi partico inftruzione de’ tuoi Vica~ j Foranei il Padre Fra Tommafo Menghini dell'Ordine de’ Predicatori gid Inquifitore ’ Ancona y ¢ poi di Ferrara coll’ Anaotazioni fattefi {orzo alcund delle medelime del SG gucate tenors, cio’. Modo di ricevere Ja Denunria , ed efaminare li Teftimonj Sopra le Beftemmie. 1 Avanti di ogni cofa fi sotail PRIM A DENUNZIA giorno, mefe, edaxno. 2 Siferivera la comparfa perfo- sale del Denunziante , Ia prefen- za del Giudice , il luogo , dove fifa Lefaine, ¢ la prefenza del Notaro . r 3 Circa il Denunziante fi noterd él pome , padre , cognome , pd= tria , eta , efercizio, abitazione , egiuramento ; ¢ quefte cofe dovra dmparare a memoria il Notaro, quando non le fa e circa il giurae mento avvertira il Vicario di farlo fender tutto , cio? tadtis Sactis iteris 3 effendo queftol’ Ordines della Sacra Congregazione . . 4 Si DIBESTEMMIE 1 Die 5. Junij 1682. 2 © Ponté perfonalitér com- S paruit corm Admodum Rev.Patre Vicario San@i Officii Auximi , exiftente in propria cella, meique , &e. 3 Titius fillus quondam Be~ rengarii Cedrari de Neapoli , < gtatis annorum quadraginta citcirér , Mercator, degens de - rafenti in hac Civitate Auximi . fab Parochia Majoti; cui delato juramento veritatis dicendz , quod preftitit tactis Sacris lite- ris, expofuit ut infra . D 4Sa- 26 4 Si avvertira di far dire wel cor. po della denunzia , per evitares tante Interrogazioni , il tempo , it Juogo , i Tepimonj ; Foccafiowe debe le Beftemmie , il numero delle vol- te, la caufa della feienza , la cor- xezione , fe pur fu fatta, colla rifpofta del Reo, ed il motivo, che Pha Jpinto di venire al Santo Uff- sio . Sepoi fi feorderd il Giudice di far Jpiegare qualcb'una delle fud dette circoftanze, all ora fi fupplira eon quelle Interrogazioni , che fa~ ranno neceffarie. Si offervino quel- Je parole nel principio della denus. xia :( Non mi ricordo del gior- no precifo , né del Mefe, macra potoavanti, o poco dopo Paf- -qua Rofata ) perche fi deve far lire al Denunziante il tempo pik precifo, che fi pud; fe non fa il giorno , dica la Settimana , 0 it Mefe , ola Stagione; ¢ cid per Servirfene il Giudice nel? efame de ‘Teftimon; , $ Si fa quefta Interrogazione per Sapere , fe Beltrawo fia abituato nelle Beftemmie. 6 S‘interroga in quefta maniera, per farlo avvertito , accid un altra volta fias pir follecito; e fi fa anco per vedere , fe fia caduto nella foo- munica per non aver denunziato dentroil termine , che preftrives F Edisto del Santo Uffizio. : 7 Se al debito mio, Praticadel Santo Uffizio 4 Sara un’anno, non mi ficor- do il giorno precifo, né il Mefe, ma cra poco avanti, o poco do- po Pafqua Rofata,che ritrovan- domi in Piazza, vicino alla Por- ta della Citta detta la Porta gra- de, vesfo la fera, giuocavano dalla banda finiftra di detta Por~ ta Marzio Belloni,e Florido Ga- lanti , con Beltramo Agofti , tutti Calzolari al giuoco de‘Da- di: E perche Beltramo perdeva , diffe in collera quattro,o cinque volte Puttana di Dio: ¢ lo fo perche ero prefente, ¢ I’udit col le proprie orecchie . Belcra- mo fu riprefo da Marzio; ma Beleramo in vece di corregerfi , diffe, non mi romper laTefta, fenon vuoi , che ti dia una pu- gnalata ; ¢ fon venuto ad ifcari- care la mia cofcienzad’ ordine del mio Confeffore . $ Int. An fciat , vel dici audic- tit, di@um Beltramum alias blafphemafie ? Refp. Io Padre non fo, né ho intefo dire , che Beltramo alere volte abbia beftemmiato. . 6 Int. Quare tamdlu diftulerit denunciare in Sango Officio di&um Beltramum ? Refp. Non fono venuto pri- ma, perche non ho penfato def fer obbligato; ma avendomi poi aperti gli occhi il mio Confeffo- re, fon cqmparfo a foddisfare ~ 7.Int Seconda Parte. 2 7 Seglidimanda della fama, per conofcere il diluiftato, ed anco per it grado del abjura , fi deve inti- mare al Reos perche fe la roy cattiva fard grave, fard mutare alle volte i} grado dell’ abjurass rendeudo fopecre de yehementi chi per altro farebbe fofperto fole de levi. 8 Quefta Interrogazione diman- da,fe quel, che ba depofto il Denun- siante, I ba depofto per odio , che porti a Beltramo 3 perch in queflo cafo il fuo detto fi diminuirebbe dé credito’s firiceverebbe perd cox la fia diminuziones 0 fel ba depofto per amore, ciod ix grazia, oper far fervizioa qualch'uno. E feba, oppure ba avuto qualche inimici- 2ia; Edin tal cafe fifa efprimer la caufa dell inimicizia , e fe fegu? la reconciliazione ,¢ quando, e come franno di prefente . Perche le altre cofe generali , s'interde., che bent pofiede ; fe fi confeffa ,e fi coma- wica, eda che tempo in quad non Pha fatto ; fe glie flato dato, 9 pro- ‘meffocofa verunaper queft efamees Segli 2 ato derto,o infegnato qual to, che doveva dire , ¢ cofe fimilis Je quali cofe generali fi faranno di~ read una per una, quando ci folfe qualche fofpetto di falfita , che per s ie 5 altro non occorre tante minuz! baftando dimandare del? odio , del- Pamore, ¢ del inimicizia ; quando “tutto vada bene , che nos ci fia vee vuna di quefle-tre cofe , fifa feri- were. Nefpondi Rede, rn 9 7 Int. De fama didi Beltre, tam apud fe, quam apud alios 2, Refp. Beltramo é Uomo col. lerofo , del refto non ho cofain, conttario circa la fua fama. 8 Int. An odio ; vel amore, & fuper inimicitia , aliifque ge- neralibus , &c. . - Refp. Re@e. ~Dz 9 Qui- 28 9 Aquello, ch'avra denunziato, fi dardil giaramento di nox parla- re con alcuno di quello avra depo- fo: Edin caufe gravi fipudag- giungere la fcomunica , ed anco Ya pena pecuniaria , cb’ alcuni fti- mano pits delle pene fpirituali . Sempre fe gli fara leggere dal No -saro la Depolizione , ficcome s ufe- vain tutti gli efami fano de’ Tefti- monj , 0 delli Reisaltrimenti l'efa- me nan’? da Dottori ftimato mat compito. 5 10 La Legalita , o fia fottoferi- zione del Notaro 2 weceffaria tal- mente , che fenza di effa , la Depo~ fizione farebbe nulla. Le cofe generali notate fin qud fi avranno a memoria per le Denun- ‘sie feguenti , per non le replicare tante volte, quando fi farannole aedefime Interrogazioni . 1 Il Decreto ft fa per ta conti- suazione della Denunzia colle al- tre parti del Proceffo; accid il Pro- ceffo medefimo appaja ben connef. Jo.E per camminare con fegretezza non occorre fempre far citare i Te- fimonj 5 ma ordinare al Manda- sario , che vada a trovare il Tefti- monio, e gli dica, che il Padre Vicario deb Santo Ufizio gl oud dire una parola , ed arrivato Fefae mint: 2 Quando poi faceffe refiftenza 5 aoe mandi fi Ce: rela forma fi vedra qud dirimpetto. Si fark prefentare in proprie mani del Teftimonio , 0 fi lafcerd nella fua Ga Pratica del Santo Uffizio 9 Quibus habitis , & accepta- tis,dimiffus fuit,juratus de filen. tio, & ci perie@a.{ua depofi- ‘tione, fe fubfcripfit. -Io Titio. Cedrari afferma quanto di fopra mano propria. E fe non fapra ferivere , fi noterd, proa dixit, cum ne- fciret fcribere, fecit fignum Crucis . . Signum Crucis#Titii Cedrari, 10 Ada funt hc per me Cur, tium Signanum Sandi Officii Notarium. DECRETO PER L’' ESAME DE’ TESTIMONJ . . Eademdic. Ttentis fupradi@is, Domi- A nus decrevit,& mandavit , Teftes informatos citari,exami- nari, & Proceffum fabricari. Ita eft Curtius Signanus San- &i Officii Notarius CITAZIONE. 2 E mandato Admoduay D Rev.Patris Vicarii San- i Ofticii Auximi , pracipitat Tibi Martio Bellono , quatengs, Spatio unius dici, ab baru ph Seconda Parte. Cafa ; @ tutto colla fegretezza + polfibile. Si mettera neha Citas zione un termine competente ab Teftimonio per comparire; confi- derata la qualita della perfona , la diftanza del luogo, ¢ I’ occafione del negozio. Avvertird perd # Vicario di aon venire in niuna maniera al- Vefame de’ Teptimonj, fe prima non averd mandata la Denunzia at Padre Inquifitore, e non avra rice. vuto da effoluil ordine Pefamina- rei Teftimonj medefimi. Potra perd , quando portera il cafo, vi- Stare, e defersvere il corpo del de- isto, accib non facendofi fabito , won. porti il pericolo , che non fr poli far pid. 3 Se 2 facta prefentatione , perfosali tér comparete debeas coram codem P. Vicario pro interefie Sani Officii , &e. & hoc in, & fub poena aureorum decem Locis Piis, in cafu contraven- tionis , applicandorum , ad ar- bitrium prefati Patris Vicari, Nec non infuper, & hoc in fub- fidium , fub pogaa cxcommuni, cationis , &c. Ec in eventum non comparé tionis pro prima die fequenti,ad contradicendum ne condemne, ris in poenam {preti_pracepti. Dat. in noftra manfione die 5. Junii 1682. Ita eft Curtius Signanus San- Gi Officii Notarius. Formata che fara la Citazione in quefta 0 fimil guifa , fiordine- vdal Meffo, che la prefenti, ¢ fi fara apparive nel Proceffo quef?’ ordine, e commiffione con fimili 1 . a Prafatus Admod. R.P. Vica- rius commifit , & impofuir, ac in mandatis dedit, & dat Bal- duino de Rufticis Mandatario prafenti , quatentis ex {ui parte, & mandato vadat, porter , & in {criptis det Martio Bellono coe iam citationis prafate , & co perfonalitér non reperto , di- mitcat ad domum fuz habita> tionis, &c. Ita eft Curtius Signanus Sane €ti_Officii Notarius. E dopo, che ford flata pre- ~ Sin- 3° 3 Seal Peptimonio fard citato , fi noterd, citatus perfonalitér com- patuit, &c. fe fara chiamato , £ dird: Vocatus &c. fe non fara nd titato , #2 chiamato, ma vera vada sd; ferivera il Notaro: Nec citatus, nec vocatus perfonalitér compatuit , &c. E guefta dot- trina $ intendera ancodel Reo, it : quale Pratica del Santo Uffizio Sentata a Citazione 5 fi regifire wel Proceffo ancora le lone el Mandatario, cos? . Dic 5. Junii 1682. Redi@us Balduinus de Ra- fticis Mandatarius S.Offic’ jens, & rediens , retulit pradis &o Adm.Rev. Patri Vicatio, & mihi Notario infrafcripto , fe rafentaffe perfonalitér Martio lono fupradiéo Schedulam fibi traditam. Ita eft Curtius Signanus Sans &i Officii Notarius. E quando non fi trovaffe ks Perfona, fidovra affiggere , oles Sciare nella propria ofa » dicesa do nella Citazione : fe prafen- taffe ad Domum _habitationis Martii Belloni fupradi@i , Sche- dulam fibi traditam , & cam af= fixiffe , reliquiffe , & publicaf= fe, &c. ESAME DEL PRIMO TESTIMONIO. Die 6, Junii 168 2. 3 Itatus Perfonalitér com- paruit coram Adm. R. P. Vicario San@i Officii Auxi- mi exiftente in Sacrario Sani Marci, in meique’, &c. Martius filius Arcadii Bello- nide Pifauro, xtatis annorum, vigintifex , exercens artem Cal- ccolarii , habitans Auximi , fub . Paro- Seconda Parte. 31 qiale pud comparire , 0 chiamato , ocitato , oppure das? , me chiama- 40, we citato. . 4 Quando fiefamina un Teftimo- mio; sempre per la prima interro- gazione fi fa quefta . Altri fogliono incominciare con dire; Quomodd huc accefferit , an citatus, vel wocatus, vel fponté ; ¢ per Ja fe- conda Interrogazione fanno pos guefta del numero 4. 5 Nella feconda Interrogazione f aumerano alcuni delitti fpettanté al Santo Ufizio, e fi mette dentro quel delitto, che fi va cercandos come fie fatto nella prefente Inter. rogazione , in quella parola Bla» {phemum. . 6 Si fa laterza Interrogazione per. {pee Se ih Teftimonio nel tem- po del delitto erain Citta: E fi fa wendere ragione de’ Luoghi , n& quali ftato nelle converfazioni , e delle operazioni fate; accid ven- £4 @ confeffare d aver giuocato nel luogo, @ tempo del delitto, ed averlo fatto colli detti Teftimonj Se confeffera ne’ fuddeeti luogo , es tempo d'aver giuocato com i fuddete ti, § inoltrerd-ad interrogarlo: AM diGis loco, tempore, & occafior ne perdendi viderit aliquam per- fonam irafci, E poi: Andis lo~ co,tempore, & occafione audie- zit, aliquam perfonam irafci, & blafphemare , & quatends , &c. Rominet . Se dice dist, fiordini, he riferifea la qualita della Be~ Siem. Parochia minoti ; cui delato ju- ramento veritatis dicendz,quod prattitic tadtis Sacris literis , fuit per. D. 4 Int. Anfciat, vel imaginc- tur caufam fuz- vocationis, & prafentis examinis ? Refp, Io non fo, né m’imma- ging |g caufa , per la quale V.R. mm’ abbia fatto citare, ed ora mi voglia efaminare . $ Int. An cognofcat aliquem Hereticum , Sortilegum , Blaf- phemum, Poligamum, vel quo- modolibet de Herefi fufpedum? Refp. Io non conofco alcuna di quetta forta di Perfone. 6 Int. Ubi fucrit anno clapfo 7 quid fecerit , & cum quo, vel quibus fucrit folitus converfari2 Refp. Iotutto l'Anno paffato fai in Citta , fono Calzolaro, ed ho attefoa fare le Scarpe;Sebbe- ne non manco dipigliarmi verfo Ja fera qualche ota di diverti- mento colli mici compagai. 7 tne. 32 Pratica del Saito Ufiizio_ femmia , il nusiero delle volte, e fe fu corvette: Quando poi dica di nb , fi vada interrogando colla Interro- gazione , che fiegue numero 7 7 Si prende motivo di far quofia dnterrogazione da quelle parole del Teflimonio , che non manca di pie Sliarfi verfola fera qualche ora di ~~“ divertimento colli S20i compagni. E quefto 2 il vero modo d’ interro- Lares ficcome il vero modo a ar gomentare 2 pigliare il motive dal. Se parole di quello, che rifponde, 3 Qa? fi dimanda del ‘ginocs , che fi occifione della Beflemmias 3 avendone dato motivo il medemo Teftimonio com dire, che fi fuol divertire nel ginoco della Palla > delle Carte , ¢ deli dadi; es’ inter~ roga del buogo , ch’? quella Pietra edel tempo, cio? deh "anno ,¢ del» Ja fettimana ,e dell’ ora di, giuocas rese tutto quefto fie fatto per fargli numinares compagni , affine di fax bere, fe fra effi vie il Beflemmiato- ve , che firicerca, 9 Lin ‘tends &c.cum ‘&inquo, vel quibuslocis, & 7 Int. In quo, vel quibus exer Citiis foleac fe divertere, & quae quibus fociis , qua hora, Refp. Io mi foglio divertite nel giuoco della Palla’, delle Carte, e qualche volta anchea Dadi . Si giuoca alla Palla da ua Capo all’ altro della Piazza; ed alle Carte,e Dadi fovra una Pies tra grande eretta dalla banda fi-~ aiftra della Porta’ della Citta , detia la Porca grande ; ed i mici compagni fono diverfi, in par- ticolare Marzio Belloni 2¢ Flo- tido Galanti; ¢ foglio giuocar con loro fu le ventitre ore . 8 Int. An meminerit anno praterito citcd Solemnitatem Pentecoftes , hora vigefima ter- tia circitér, {e luiffe fuper diaz Petram Taxillis, quatents,&ce cum quibus, &c. emer Refp. Io non mi ricordo pre- cifamente diquello, che lei mi dimanda ; ho ben memoria, cha anno paffato giuocando io alli Dadi un giorno verfo la fra con duc mici compagni , pafsd una Donna per’ nome Marfila con un mazzo di Rofe, e gliclo levai di mano, ene prefiuna, refti~ tuendo l'altre s ¢da quefto rica~ sR vo, Seconda Parte. — 33 9 L Interrogazioni fifanno, co- minciando dal genere,e difeenden. do alla fpecie , e poi all'individuo , come fivedra nelle tre Interroga- zioni , che feguono; equ? ficomin. cia dal genere, ciod fe alcuna perfo- na abbia beftemmiato , fenzardi~ Seendere , 1t Dio, nt la Vergine , ne i Santi. 10 Quefla2 una Interrogazione in {pecie, perche fi difcende alla Be- femmia contro Dio , potendo efjere contro la Vergine edi Santi. 11 Qu) fi viene all Interrogazioe ne nell fndividuo; cioe fi dimanda, Se ba detto Puttana di Dio , quat~ tro, 0 cingue volte , e fe corretto abbia rifpofio, come qarfidice. 12255 vo ,che poteva effere, o poco avanti,o poco dopo Pafqua Ro- fatasquali poi foficro i mici com. ni , lo non me li ricordo 1¢, ma ftimo ficuramente , che foffero Florido ,¢ Beltramo, colli quali foglio giuocar pit {peffo, effendo ancor effi dell’ar- te mia. 9 Int. An diais loco, tempo- re, & occafione perdendi, ali- qua perfona blafphemaverit ? Refp.lo non mi ricordo , che ne’ fuddetti luogo, tempo, ed occafione di perdere alcuna per- fona abbia beftemmiato . To Int. An diis loco, tempo- re, & occafione perdendi aliqua perfona blafphemaverit contra Deum? . Refp.lo non ho fentito ne'fud- detti luogo, tempo, ed occafio- nedi perdere alcuno di quelli, che ginocavano, che abbia be» ftemmiato contro Dio. 11 Int. An di@is loco, tem- ¢ , & occafione perdendi , aliqua perfona ira percita blaf- phemaverit conua Deum, di- - cendo quatér , aut quinquics; Puttana di Dio; & monitus ab uno , dixerit ; Non mi romper la Tefta, fe non vuoi , che tt dias una pugnalate . Refp. Io non mi ricordo , che ne'faddetti luogo,tempo, ed oc- cafione di perdere, alcuno in E colles 34 12 Si faquefta Isterrogazione 5 0 inftanza per premere ib Teftinto- snio a dir la verita, che forfe nega per far fervizio , oper non aggra= ‘vare il fuo Compagno. Parera ad alcuno, che avanti Gi far linflanza , come nel numero 12, fi debba venire prima a quefta Interrogazione , nominandoil pre- tefo Reo; an didis loco , tempo- te, & occafione perdendi Bel- tramus ira percitus blafphema- verit contra Deum quatér , aut inquiés , dicendo, Puttana i Dio , &c. ma non fi pud diften- derea taldimanda , perche com fa fiverrebbe a coftisuir Beltra- mo nel numero delli Rei, eppure #07 fipud axcora; non avendo con- tro di se wegli atti , fe non il detto del Denunziante,il quale non vale pi del detto di Beltramo , effendo il detto di Beltramo uguale al detto deh Denunziante , per effer fin qu? in papel della faa buona fama .E perche in giudizio, e contro di Ini non sie cheun Teftimonio, quefto folo non lo pud porre nel numero dell Rei, fe non confelfs lui 30 il fe~ condo Teftimonio da-s? medefima colle Interrogazioni generali_ non depone , che Beltramo ba beftems Priates allora poi avendofi ed - Pratica del Santo Uffizio collera dicefie quattro, cinque volte: Puttana di Dio , eripre- fo,abbia rilpofto, Nox mi romper Ja tefia, fe non vuoi, che ti dias una pugnalata . 12 Erei diéo, in Proceffu ha- beri dictis loco, & tempore , & occafione perdendi, aliquam perfonam ira percitam dixiffe water, aut quinquiés: Partana i Dio; & monitam , abbia rifpofto: Nox mi romper ba tefta , Se n0n vuoi , che ti dia una pugna~ late. Quare dicat ingenué verita- tem ? Refp. Senel Proceffo & ha, che ne’ fuddetti luogo , tempo , ed occafione di perdere alcuna perfona in collera diceffe quat- tro, o cinque volte: Puttana di Dio, ed ammonita abbia ri- fpofto: Non mi romper Ja tefta , Jenon vuoi , che ti dia una pugna- sata, Todijco, che non udii niente, Beltramo non 2 anco dito - 13 Et Seconda Parte . Teftimon; aniformi , nell’ efami- mare il terzo fi pud liberamentes venire alla detta Interrogazione nell individuo ; effendo due Tefti- monj fuficienti_a porre Beltramo wel numero de’ Rei. 13 Siafpetta a fare quef Amwo- nizione a fine PS » come Ja pik efficace per fare rifolvere ib Teftimonio a dire ba veritdse quan- do non firifolva , il Giudice avrd fatte le fue parti, elafeerd il Te» Simoni in pace « 14 Perche il Yefimonio méDa rifpofta ba lafeiato di- dire quefa circoftanza , fubito fi fa /piegare per mezzo delt Interrogazione «' 15 T- 35 13 E¢ monitus ad fatendam veritatem, nt fupra, nim fi pro- ceffu cemporis Santum Offi- cium venerit in cognitionem , quod ipfe Examinatas tacuerit veritatem , puniet ipfum Exa- Minatum tanqudm perjurum ; & modo incidit in excommuni- cationem , a qua non porcrit abfolvi, nifi ab eodem Sango Officio. Refp. Ora mi ricordo, che Yanno paflato, ¢ doveva effe- re intorno a Pafqua Rofata, pee la Rofa,, che pref dalle mani di quella Donna, giuocando Io cl fuddetto luogo con Beltra- mo ,¢ Florido alli Dadi, Beltra- _ mo,per la gran sfortuna nel per- dere , fi pofe a beftemmiare al- une volte contro Dio , ¢ diffe: Puttana di Dio; quante, foflero le volte , non me le ricordo . 14 Int. An Beltramus didis loco, tempore, & occafione fuerit ab aliqua, vel ab aliquie bus, perfonis objurgatus, & uatenus, &c. 2 Refp. Io fui quello, che gri- dai a Beltramo, ma lui_mag- giormente fi adiré , ¢ minaccio dj darmi una pugnalata. E2 13 Io- 36 Pratica del Santo Uffizio 1§ Tizio, Marzio, e Florido Sarebbero pik che fuficienti per provare il delitto; ma perche pud effer,che Florido nom anco efamina- to neghi nell efame, fifa nomina- rea Marzio qualche altro Tefti- monio da poterfi efaminare, feppure ci era, e fe ne ricordas e nelle caufe pitt gravi fi procura di accre- Seere il numero de’ Teflimenj per bene impinguare il Proceffo, ed aggravare it ‘Rep . 16 Quanto alle due ultime In- errogazioni , fi veda ful princi- pio, nel fine della Denunzia, cid , che sie offervato ; fi lafcia di ripe- sere per non tediare , ¢ nom con- Sfondere i Vicarj . Lo fleffo fi dice di tutte le cofe generali toccate alla medefima Denunzia , alle quali fempre ilVicario séntende- wa rimeffo. cath p fitione : ma parlan fi del Teftimo- nio,fi feriverdspetie&o ci fuo exa- mine. 3 Qwan- 15 Interrog. De prefentibus, guands Beltramus protulit di- Blafphemias, ulua Flori. dum ? Refp. Ci crano molti, i quali ftavano a veder giuocare, ma non mi ricordo qualifoffero . 16 Interrog. De fama prefati Beltrami tam apudfe, quant apud alios 2 Refp. Io tengo Beltramo fi buon Criftiano , ¢ per ta- é ftimato comunemente , febbene la collera lo fece pro- tompere in quelle Beftemmic . 17 Int. An odio, velamore, & fuper Inimicitia? fp. Rede. 18 Guibus habitis , & accepta- tis dimiffus fuit , juratusde fileny tio; & perleéto ci fuo examine , fe fabfcripfit . To Marzio Belloni affermo quanto fopra di mano propria. Ada fant hac per me Cur- ium Signanum Sandi Officii Notarium . ESA- Seconda Parte. 1 Quandoil fecondo Teftimonio,e oli altri fiefaminano nel medemo giorno, f dir; Eadem dic in ma- ne,vel eadern die poft Vefperas , Secondo, che fard I ora. Se poi fi efaminerd uno dopo Faltro , fi o> tera: fucceffiyé, ovvero inconti- nenti, ee Mmediaté : yee tus, perfonalitér,éc,/e fara l'iftes Jo Giudice, el ifteffo yee fi wee ram,éc-ubi fapra, &c. ma fe fi va- ria leno, e Faltro, ed ambedue , bifogna variare anco le parole « . 2 Qu il Teftimonio , non fi fup- pone citata, ma chiamato , ¢ peri Si dice; Vocatus , &c. 4 Tarte le volte,che il Teftimonio dird difapere, oP immaginarfi la + canfa della fia vocazione , e deb fro -Sfame, fe gli deve fare quefta In- Ferregacion per feprire, fe fea ESAME DEL sECONDO: TESTIMONIO Eadem dic. 2 Vocatus perfonalitér coms aruit coram,, & ubi fupra, in leique, &c. Floridus filius quondam Ar- cadii de Galantibus a Patavio , etatis annorum viginti quine ue, exercens artem Calccolae tii, degens fuper Parochia pul- chra ; cui delato juramento ve- ritatis dicendz , quod prattitit tadtis Sacrisliteris , fuit per D. 3 Int. An fciat , vel imagine- tur} caufam fuz vocationis , & prafentis examinis ? . Re(p. Padre si, lo m'immagi- no la caufa , per la quale V.R, mi ha fatto chiamare , ed ora mi yuol’efaminare . 4 Int. De caufa a fe cognita hujus vocationis , & examinis 5 & quare imaginctur , fe effe vo- catum propter caufam a fead- duccndam 2 a Refp. 8 Pratica del Santo Uffizio Leflimonj ci folfe qualche cofpiras éone controil Denunziato. ~ Quefle fono le circoftanze , che filimaddato a tee > quan do fi efaminano contro di qualch’ woo , che abbia boftenmiato , ¢ ch’ effi dicono di averio udiso. Refp.lo m'immagino,che ¥.R. mi abbia fatto chiamare, ed ora mi voglia cfaminare, perche ho fentito beftemmiare Beltramo Agofti, ¢ m'immagino , che fia per gece caufa; perche, quan- do Tizio Cedrari venne a de. nunziare Beltramo,fu fentito da Chiodo Beccalupi mio Compa- te, che fi trove a forte fotto la di lei Feneftra,e fenti tutto l'efa- me; ¢ luié quello , che me I’ha tiferito . - 5 Int. Cim ipfe Examinatus faffus fuerit , fe audiviffe Beltrra- mum blafphemare , dicat tem- pus , locum, occafionem, quali- tatem, Blafphemiz , vices, caus fam fcientiz , Feftes informa: tos, & fi fucrit objurgatus, vel 2 quibus? Refp. Beltramo beftemmid anno paffato nel tempo delle Rofe; perche mi ricordo , che i Speziali facevano i Zuccari Ro- fati ; il lnogo fu vicino alla Por- ta grande della Citta dalla ban- da finiftra, dove fi trova una Pietra affai larga , nella quale jiuocavamo alli Dadi Beltramo, larzio,ed Io;e perche Beltramo perdeva,fi levo in collera,e diffe alcune volte, non fo, {etre , 0 quattro volte ; Putrana di Dio , ‘ed Iolofo, perche-cro prefente , cl udii: Fu riprefo da Marzio; ma lui minacci6 di dargli delle pugnalate, Oltre Noi quattro, ¢rano altti, che ‘favanos ve- . cr Seconda Parte. 6 Si fa qualche volta quefta In- terrogazione per fuggerire allas memoria la perfona del Reo ,¢ de’ Teflimonj; accid pit foto venen- dofi a nominare il delitto colle fae circoftanze.fi poffa il Teftimonio ri- cordare , ¢ del Delinguente ,¢ di quei , che furonaprefenti al delit- to; wd quefto modo di fuggerire 2 proibitosperche won fi fuggerifce il delitto , ma folo le perfone nude, Jontane ,e feparate dal delitto , che ba commeljo il Reo,e che banno da teftificare i Teftimon; ; 2 perd vero, che quefta Interrogazione fi fard Sempre da principio. 8 Per far teftificare il delitto ace caduto } anno paffato nel tempo de- le Roft alla finiftra della Portas grande, 2 neceffario cavare dalla bocea del Teftimonio, ch’ eghiin tat tempoera in Citta, e ft fa colla detta, ofimile Interrogazione « 9 Si : 39. der givocare, ma non fu dire chi foffero . Se Florido dira di non fapere, ¢ nt meno dD immaginarf la caufa , per la quale fiaftaro chiamato, e debba effere efaminato , fi potra , interrogare come qu} appreffo. 6 Int. An c a eT a. quam cognoverit Martium Bel. lonum, & Beltramum Ago- fi, & tenis , quo tempo- re, quo loco , & qua occafione? Refp. Saranno cinque anni, che conofco Marzio , ¢ Beltra- mo, ¢ gli ho conofciutiin que- fia Citta, con occafione della noftr’ arte , effendo tutti Cal- zolari, ¢ Compagni. 7 Int. An cognofcat aliquem Hareticum , Sortilegum, Bla- fphemum , Poligamum, vel momodelibée de Harefi fufpe- um ? Refp. lonon conofco , n¢ ho mai conofciuto quefte perfane, né alcuna di effe, delle quali V. R. ora midimanda. 8 Int. An ab anno citra une quam difcefferit ab hac Civitate? Refp. In tutto T anno paffato non fono mai ufcito da quefta Citta per dimarar fuori; ¢ fe qualche volta fono ufcito la mattina, faré ritornatola {eras g Int. 40 9 Si offers i] modod’ interroga- re quefto Teftimonio , che ba tutto del naturale : fe glidimanda , fee Solito di divertirfi e rifpondendo , ‘nel giuoco , sinterroga in qual giuoco; ¢ dicendo in quello Dadi , fi dimanda de' Compagni , del lnogo,e quando comincié a giuo-' care a’ Dadi; ¢ queft ultimo per fa- pere,fe aveva cominciato avanti it delitto, o quella volta , che fi be~ Pemmid ; perche fe foffe dopo, son Sarebbe Teflimonio: avuto quefto, fi ‘viene all occafione di beftemmiare, che fu ba perdita , e poi fidifcende alla Beftemmia fleffa , ed a quello , chefegue» 11 Qu? fidimanda di quel luo ebei Bo chimera locus ie ci, ciodil Inogo limitato, ¢ pree cif. 12 Col? occafone deHa rifpofta @ quefta Interrogazione fi noteran- wo quelle parole : bo detto male , rc. fi 2 derto cos? per non caffare quelle altre non ben dette Noi quattro, per dare ad Uae . al Pratica del Santo Uffizio 9 Int. An fit folicus fe diver- tere, in aliqua recreatione , & quatenis, &c. Refp. Io verfo la fera, dopo aver lavorato tutto il giorno , de’ mipongoa giuocare con qual- cuno de’ mici Compagni , ed alle volte con pit. to Int. Quo Indo foleat lude. re, & ubi, & cum quibus ? Refp. Soglio gimocare alla Palla, alle Carte, ed alli Dadi, ¢ fempre in Piazza; edi mici Compagni fono Beltramo, ¢ Marzio gia notia V.R. 11 Int. In quo loco Plates fit jo- folitus ludere Taxillis cum pra- fatis fuis fociis. Refp. Solemo giuocare fopra una Pietra pofta dalla banda finiftra della Porta grande della Citta. 12 Int.A quo tempore incepe- rit ladumTaxillorum fuper pri fatam Petram ci fociis,ut fupra. Refp. Sara un’ anno in circa, che cominciaflimo a giuocare a Dadi noi quattro;ho detto mae Seconda che ne Proceffi fi devono fuggire, piis, che fi pwd le caffature se tro- vare qualche ripiego per non caffa- res Quando fervivo nel Sant’ UF ia Rons » Viera wno di queé Signori Cancellieri di tanta feli- ita, che non caffava mai , ma fem- m in geal errore srovava ih fuo ripiego . Mentre poi non fi pof= Ja di meno, ficaffiie ode, eas te le parole fi poffino leggere , pev won dar fofpetto alla parte. 14 Ecco t Interrogazione in ge weree 15 Siveda ? Interrogazione in Specie. 16 Si offervil Interrogazione is individuo quanto alle ee , numero delle volte ; ed alla corre= zione , ¢ faa rifpofia. Paite. 4 Je noi tre; cioé Belttatno, Mar- tio, edlo. 13 Int. Andidis loco, tempo- re, & ludoaliquis perdiderit , & quatenas, &e. ip. Certo é, che in quel giuocoqualch’ uno avra perfo, chi poi perdeffe, non me lori- corda. 14 Int. An didis loco, tem-- pore, & ludo aliqua perfona Perdiderit , & occafione per- , dendi blafphemaverit ? Refp. Io non fo, che ne'fud- detti luogo , tempo , ¢ giuoco, . alcuno perdeffle , ¢ con occa- fionedi perdere beftemmiaffc . 15 Int. An didis loco, tem, pore , & occafione , aliquis ira percitus blafphemaverit conera eum ? Refp.Io non so niente di quel: tanto, che V.R. midimanda, 16 Tat. An didis loco, cempo- re , .& occafione aliquis ira” percitus blafphemaverit contra- um, dicendo quatér, aut qQuinquies Purtana di Dio: & objurgatus refponderit ; Now. mi romper Ia tefta , fe tone oud , che $i dia wna pugnas. data? vse Refp. Puo effere, che ne’ fud- . detti.luogo, tempo, edocca- ~ 7 Ree fione,qualch’una de'mici Com" - pagniun:collcra abbia beftemy UR, imiato 4a 17 Quefta Interrogazione 2 in éudividuo quanto al delitto , ¢ su- mero delle volte, e quanto alla per= fora , cio? Belerama. Quando gut Sitratta del genere , fpecie ,edin- dividua , non fi pigliano in fenfa Jogico, o metafifica, non confide- wandofi qui le nature aftratte,come fannoi Logici ,¢i Metafificis ma fi prende il genere per una cof co- aune , ¢ totale , ba fpecie per una Parte di quel comane , el indivi- duo per una parte di quella fpecie some fipud vedere in quefte tre In= serrogazioni.Iigenere poi,la fpecie, ef individuocadono alle volte fo- ara il tempo,alere fovra il luogo,ale tre fovra il Delitto, altre fovra he perfine 64 alere foura il sume ro delle volte. 18 Quando fi prefume , che ib ‘Teftimonio nieghi di dir la verita per faite di memoria, fe gli fan- no leggere be depofizioni de’ Tefti+ mon}, che hanno detto in quel tem- po effer ftato lui prefente, mail ome dé Teftimonj fi tacerd, efi Jeggerad puramente. quello , che fara al propofito della caufa, o deb punto della canis, che ficerca. Si *fanno anche leggere quando fi du- bita di malizia , per premerlo, © farlo rifolvcre di dir ba. ae : 3 Pratica del Santo Uffizio miato contro Dio, dicendo. Puttana di Dia, ¢ riprefo abbia rifpofto Non mi romper la Tefta, fe non vuoi, che ti dia una pugnalata; ma io non me Joricordo, ¢ vorrei averne mee moria. 17 Int. Andidis loco tempo- re, & occafione Beltramus ira rcitus blafphemaverit contra im, dicenda quater , aut quinquies; Pastrana di Dio, & objurgatus, refponderit:Non mi romper la Tefta, {¢nan vuoi, che ti dia una pugnalata. Refp. lo non mi ricardo, che Beltramo né i detti luogo , tempo , ed occafione in cole- ta abbia beftemmiato, dicendo quattro, o cingue volte: Parta~ a di Dia, ¢ riprefa abbia_ri- fpofto ; Non miromper la Te- fe 2 fenon yuoi, che tidia una’ pugaalata. . 18 Tunc ad excitandam me- moriam ipfius examinati de mandato D. &c. fuerunt per Me,&c. lea, &c. locis,&c. fup~ reffis , &c. Quibus per ipfum » Kee. bene auditis & intcllectis 5 proutafferuit. Refp. Io ho intefo quello,che mha letto il Sig. Notaro, cioés che nei fuddetti luogo, tempo, ed occafione , Beltramo in col- Jera abbia detto, prefente me » “ORs Seconda Parte. 43 contro Dio quattrd ,.0 cinque volte: Puttana di Dio, tiptcfo 1 da Marzio, abbia rifpofto: Non ami romper la Tefta , fe nom -yuoi, che tidia una pugnalata 5 e dico affoluramente, che nop mij ricordodi quefto. : 19 Et monitus ad fatendam veritatem , ot fupra, &c. pro honore Dei, & proexoncratio. ne propriz confcientiz . : + Refp.Toho dettala verita , che non fo niente di quel,che lei cer- cadamee¢ fempte dito Jo fteffo. Etctm nihil aliud poffet ha- beri dimifsus fuie juratus de filentio ,.é& cam nefciret feri- bere fecit Signum Crucis , per> a Ico ci fuo examine. Signum , Crucis % FloridiGalanti,. , o . . Ada funthacperme Curtium Signanum S. Officii Notarium. ‘ — ne ANNOTAZIONE. Dal modo di ricevere le Denunzie, ed efaminare li Teftimonj fopra le Beftemmie re- giftrato di fopra. pud facilmenre ricavarhi quello di riceverle , ed efaminare li Te! ion) foprale propofzini Ereticaliy 0 fofpette di Erelia proferite da qualch’ uno ; deve ‘pero avvertirf in ordine a cali propofizioni d'iaterrogare diligentemence :l Deaunzian- tee li Teftimon » fe quelle furono profrite dal Deaunziato feriamente , 0 per ifeher~ 20s fe in proprio fenfo y 0 pure difputando » argomentando y 0 riferendo |’ opiniont Falke delli Bretict ; e fe diffe efpreffamente, 0 €01 modo di dirle diede a divedere di cre- derle, etenecle-per buone, e vere; ed oftinaramente foltenendole , benché avvertito del fao erroreda qualch’ uno degli Aftanti . . Modo di ricevere la Denunzja , ed cfaminare li Teftimonj ~ Sopra ki Sortilegj « SECONDA DENUNZIA DE’ SORTILEGI Die 4. Julii 1682. 1 Intre maniere fi poffono forma- 1 © Ponté perfonalitér com- ve i Procefi , cio? per via di accaf, S paruit coram Ce per, 2 RP. . 44 der via d Inghifizione ,e per via di Denunzia. Nel Santo Ufizioine acpi tempi non fi fanno é Proce, g i ee Fede , fe non i serza maniera , efjendo quofta fii- mata ba pits breve , la pik facile , e Ja pia ficura se perd da tucti li Mi. aiftri fidove offervare , fe non foffe walche grande accidente, che ob. Bigase & cammitare in altra ma- wicra. 3 2 Nel corpo della Denunzia fi of- primono otto circoftanze , cioe, tem po, buogo , Teftimonj , numero del- te volte, caufa della feienza , com- plici , occafione , ¢ li ftromenti fu- Perftitiofis Nelle Interrogazioni poi i fotto fi dimanda defama, e fovra Pinsmicizia , come fivedrd pita baffo. : Pratica del Santo Uffizio RP. Vicario San@i Officii Au- ximi, cxifteatc in propria cella, in meique , &c. Demetrius FiliusArtimifii Be- viaceto de Catftrovilla, ztatis annorum guinguaginea, Merca- tor,degens fub Parochia magna; cui delato juramento veritatis dicendz , quod praftitit tadis Sactis litcris expofuit , ut infra . 2 Saranno {ci mefi in circa, non mi ticordo del giorno pre- cifo, ma era verfo il fine di Car- nevale fu le ventitreore , ch’ io ftando fovra d’ un Balcone di mia Cafacon Adolfo Pancaldi Cirufico della Citta, econ Be- Jardo Antinori, vedeffimo , un tiro di pictra lontano,dalla ban- da deftra di detto Balcone,quat- tro , 0 fei Perfone , che cavava« MQo.atrorno.ad una muraglia an- tica mezza diroccatase fra quefti cicraun Prete Greco, che fi chia mia comunemente il Papaffo 5 . ilquale aveva la Cotta,c Stola, eteneva in mano un libro in ottavo, ed una Candela accefa 5 e moftrava di leggere in quel li« bro , ¢ di quando in quando faceva delle Croci ftravaganti, cominciando alo affai, ¢ pot difcendeva a baffo da tutte le arti della foffa ; ¢ pigliava colle aia Tacqua da un Bicchiere, che teneva un Ragazzo , cla {pruzzava dentro la Cava, ¢ ci butrava anco del Sale, edelie. foglic Seconda Parte. 43 foglie d’ Oliva; qualinon {0 pe- 16,fe foffcro feeche,o verdi; ¢ gli ho veduticavare in quella ma- nicra folamente quefta volta: né mi fon potuto ingannare ; perche ho yeduto tutte le cofe narrate colli occhi proprj. E fon venuto avanti di V.R. per ifcaricare'la mia cofcienza d’ or- dine del mio Padre Spirituale. 3 Int.An fciat,vel dici audive. rit , di@as Olivas , Salem , Can-. delam , & Aquam fuiffe bene, diGas ? Refp. Ionon fo veramente, fe Je Olive, ilSale, la Candela, e T Acqua foffero benedette; Io peré le ftimai tali, ¢ cosi le tence ‘vano quelli,ch’crano mecos che ache fincadoprare unaCan- dela accefa di giorno?ed a che fine poteano fervire I’ aa, ik Sale, ¢ le Palme non benedette? Coloro doveano cercare i dena- ti, ed avranno adoprate quelle cofe benedette contro i Demo= nj, accid non limpediffero di trovarli. 4 Int. De fama didi Presby- teri , vulgo , il Papaffo? Refp. Quefto Papaffo, dico= no, che fia Criftiano Greco, é che fi trovi in quefte partiper riconciliarfi_colla Chiefa Cat tolica; altri non mancano di dire, che fia una Spiz del Gran Turco. $ Int. Quare tamdia diftalerie denunciare prafata in San&o, ‘Officio? . Refp. 46 Pratica del Santo Uffizio Refp. Per non riflettere d’ ef. fer obligato , come ho avverti- to dopo di aver letti gli Edicti del Santo Uffizio, per avermelo detto il Confeffore . 6 Int. An odio, vel amore, & fuper Inimicitia? Refp. Re@ée. Quibus habitis, & acceptatis, dimiffus fuit, juratus de filen- tio ; & perlecta ci fua depofitioe ne, fe fubfcripfit. Io Demetrio Beviaceto affer- mo quanto fopra di mano pro- pria. Ada funt hac per me Curti- um Signanum Sanéti Officii No- tarium . DECRETO. Succeffive . Dominus decrevit , Teftes informatos citari, examinari , & Proceffum fabricari . Ita eft Curtius Signanus Sane i Officii Notarius. CITAZIONE. De mandato Adm. R.P. Vicari San@i Officii. ESAME DEL PRIMO TESTIMONIO Dic 5. Julii 1682. Itatus perfonalicér compa- Cc ruit-coram Admodum Rey. Patre Vicario Sanai Of ficii Auximi exiftente in pro- pria manfione , in meique, &ce Adulphus filins q. Arcadii , Pancaldide Piperno , xtatisan 38> no- Seconda Parte. 3 Si fa quefta Intertogazione se ela che fiegue , per feoprire fe wel tempo del delitto fi trovava im « Gitta; E di queftofe avra fempre P occhiain fimssli caft perche fe ne~ gaffe di effer ftaro allora in Gitta, Sfarebbe finito f Efame . 'g Per fapere le fuin CafediDe- metrio, ¢ fi affaccaffe al Balcone , e da quit vedeffe il delitto, che fe cerca , ottima mezzo ¢ dimandar~ 843, fe la concfce ; per dimandar~ gli pot, come nella quinta Inters rogazione » : Se notum triginta guingue 9 CXCE= eens Artem Chirurghi, degens fub Parochia Solari ; cui delato juramento veritatis dicendz, quod praftitic tactis Sacris lite us , fuit perD. 1 Int. An {ciat, vel imagines tur caufam fue citationis, & refentis examinis. Refp. fe V. S. non mi dice la caufa , Io non fo niente. ° z Int. An cognofcat aliquem Hereticum,Sortilegum,Blafphe- mum, Poligamum, vel quo- modolibet de Herefi fufpedtum? Refp. Dio mi guard, che lo conofca alcuna di quefta forta di Perfone, delle quali V,S. mi interroga. 3 Int. De Tempore , quo ma~ net in hac Civitate? Refp. Saranno due anni in circa, che io fervo di Cerufico in quefta Cirta . 4 Int. An Tempore Baccana- lium proximé pr¢teritorunr,un- quam difcefferit ab hacCivitate? Refp.Diverfe valtefard parti- ' toin tempo di Carnevale, ee occafiong dell’ Arte mia dallaCits ta ma la fera far ritornato. “¢ Int. An cognofcat Deme- trium Beviacetum , & quate- mils, 2 quo tempore? &c.: Refp. Demetria Beviaceto & il pid grande Amico, che miab- bia in quefta Citta ; ed ¢ delle prime amicizie,ch'io feci quan: do venni “ . 6Int. 48 Pratica del Santo Uffizio 6 Se non foffe andato in Cafa di Demetrio , ne meno farebbe ftato tel Balcone ,e nom avrebbe vedue toildelitto. °7 Qu) fiba la miva di far dicbia- rar fe fieffo Teftimonio de vitu det -delitto colle circoftanze del luogo , ciod di quel Balcone, ¢ del tempo, ciod di quel giorno fule ventitre orese & far feoprire gli altri Teo ftimonj , per poter poi dopo lui efa- prinargli , & Sitratrain individuodel Bal- cone, e di Demetrio: ¢ fitocca in genere il giorno, il fecondo Tepti~ monio non nominato , ed il Delit- 10; equefta generalitd bafta , acid FP Iaterrogazione non fia fuggeftiva, > Nella precedente Interroga- ‘zione fi parlava del giorno ins generes civd di un giorno fenza determinar di qual fettimana , 0.di qual mefe , 0 di qual” an- #0; Qu) fi viene a trattares di un giorno, di Carncyales Profimo paffato , fu le venti- are ore y € di Demetrio, e deb, ‘Bak 6 Int. An unquam adiverit jus Domum , & quatents , &c. Refp. Signor si, che fono an- dato in fua Cafa, nonuna, ma cento volte ; si per I amicizia, che ho feco , come per qualche fervizio , ed in particolare per curare un {uo Figliuolino. 7 Int. An Domus di@i fui Amici habeataliquod Podium, & quatenus, &e. An quando- que ad illud accefferit , & fi fo- Jus , vel affociatus, & qua hora? Refp. La Cafa di Demetrig haun Poggiolo, 0 fia Balcone pofto all’ Oriente , ¢ non fi pud vedere la pitt bell’ opera ,¢ ci fono ftato aflai volte incom- agnia fua,e di altri,ed in diver> [¢ ore, fecondo le occorrenze . 3 Int. An quandoque, dim effet in di@o Podio, una cum Demetrio, & quodam alio, circa horam vigefimam tertiam, viderit aliquid Gingulare ? Refp.Ionon mi ricordo in tempo, ch’cro con Demetrios e qualche altro in detto Balco- ne, fale ventritre ore di aver mai veduto cofa particolare, 9 Int. An tempore Baccana+ lium proximé preteritorum » quodam fero, circahoram vi- fimam tertiam , dim ipfe xaminatus effet in dito Podio cum Demetrio,& quodam alio, viderit a parte dextcra didi Po- dii in diftantia unius aus lapi- dis , aliquid fingulare ? Refp.Padrend. 10 Int. Seconda Parte. Balcowe ; ¢ della diftanzn del Bal.. cone dal Delitto; ma fi tace il nome del Teftimonio , ¢ la qualita del de. ito; etal fuppreffione di nome, e di delitto bafta auco per isfuggire Ia fuggeftione viziofa. 10 Si epiloga in quefta Interro~ gazione sutto cid, che fie dimam- dato nella nona, e fi viene a die mandare in genere del Delinquen- te colli foi Compagni , cho di un Prete com certialtri,efiapre la firada per fapere in individuo , chi era quefto Prete , ¢ fuoi Compa- gai, dove erano , che facevano,e ‘com’ erano veftiti;e dalla rifpofta fivede avuto quel , che ficercava . 1B . fo; ed in fua comp: 49, 10 Int. An di&is loed , tem- pore,diftantia, & focictate dina confabularentur ad invicom vi~ derint aliquem Presbyterum cum quibufdam aliis ; & quate- nus,nominet,& dicat ubi crant, guid faciebane , & quomoda erant induti? Refp.Ora mi ricordo, che un giorno di quefto Carnevale proffimo paffato , ¢ potevano effere ventitre ore , ftandolo fu'l Balcone della Cafa di De- metrio, in compagnia fua, ¢ di Belardo Antinori, vedeflimo dalla banda deftea di detto Bal- cone, pocodontano , un Prete Greco, che daun’ anno in qua Gi trova in quefte parti, ¢ fe gli dice comunemente il Papat- nia crano quattro, o cinque ‘ontadini , vehtiti, cogli abiti foliti loro, colle pale , ¢ zappe; Il Prete era veltito di Cotta, ¢ Stola,¢ nella mano finiftra aveva un Li- bro apetto, poco grande, ; ¢ colla deftra teneva una Can- dela accefa, ¢ con effa faceva ivi molte Croci fatto , ¢ fopra,¢ datutte le bande ; ¢ quei Con- tadini cavavano allegramente con feo frettala terra een : a g° 11 E perche is quefta rifpofta doon ba anco detto tutto il Delitto, che fi appartiene al Santo Ufizio; Se gli fa queft altra Interroga- zione in genere,cioe fe abbiano git- tato qualche cof in quella Cava y che avevano fatta. 12 Fin gud memmeno abbiamo tatto il delitto attinente al Santo Tribanale ; ¢ perd fiviene ad in- terrogarlo , fe quelle cofe eranobe- amedette, perche in quefto cafo fa- vebbero f operazione pik fortilega, efoggetta al Foro del Saxto Ufizio, Ne quefta Interrogazione fi pud ebiamare fuggeftiva,o viziofa, per- che il Teftimonio colla fua confef: Sione ba aperta Ja ftrada di porergli Sare anco quefta Interrogazione ote 2 Ree ‘Pratica del Santo Uffizio ad una muraglia mezzo ditoc-. cata, ¢ fecerouna bella Fofla «. 11 Int. An di@is loco, tem- pore, & occafione ille Presby- ter, vel Ruftici projecerint ali- quid in di@am foveam, & qua- tents, &c. Refp. Io non_vidi , che li Contadini gettaffero cofa veru- na in quella Foffa ; offervai ben- si, cheil Preteaveva un Libro ove leggeva; ¢ tencva una Can- dela accefa in mano, colla qua- le faceva molte Croci fotto, ¢ fopra; ¢ pigliava colle dita I’ Acqua da un Bicchiere , che te- neva un Ragazzo, ¢ la {pruz- zava dentro la Fofla, eci get- tava anche delSale, edelle fo- glie di Olive, del refto non vi- dialtro. 12 Int. An fciat, vel dici au- dietit , diam Candelam , & Salem , & Aquam , & folia Oli- varum fuiffe res benedidtas . Refp. Coloro , al vedere, cer- cavanoidenari, ed avendo it Prete la Cotta, ¢ la Stola, bi- fogna dire, che quelle cofe, cioé la Candela , il Sale, PAc- qua , ¢le foglie di Oliva foflero benedette. 13 Int. De fama didi Presby- teri ( vulgd it Papaffo ) tam apud {e quam apud alios ? Refp. Io non conofco-quefto Papaffo, fe non di vifta ; alcuni dicono, che fia un vagabondo, ed altri, che vada o ee ty Seconda Parte. 2 Qui f offerva la Regola rocca- xa di fopra , di mettere avanti gle occhi tutti i Teftimonj,ed Ut Delise quente cos) nadamente , a coho Vee Wee £ Italia per fatae ta telazigne in Turchia. 14 Int. An Odio, vel amore, & fuper Inimicitia? &c. Refp.Re& . Quibus habitis , & acceptatis dimiffus fuit juratus de filentio; & petlegto ci fuo examine, fe fubtcripft ° Io Adolfo Pancaldi affermo quanto fopra di mano propria. A@afunt hec per me Cur- tium Signanum S. ‘Officii Nota. rium. ESAME DEL SECONDO TESTIMONIO. Die 6. Julii 1682. V Ocatus perfonalitér com- patuit corim, & ubi fu- pra, in meique , &c. Belardus Filius Ceriani Anti- noride Bellovideri , ztatis an- norum viginti odo , Miles, de- gens fub Parochia Palmari;cui delato juramento veritatis di- eendz, quod reeftitic tadtis Sa- ctis literis , fuit per De 5 1 Int. An{ciat, vel imagine- tur caufam faz vocationis ,& prefentisexaminis. Refp. lonon fo , ne mimma- gino la caufa, perche V.S. mi abbia chiamato, ¢d ora mi vo- glia efaminare . 2 Int. Ancognofcat Demetri- um Beviacetum , Adulplium Pancaldam , quemdam Presby- tcrum Gracum,qui vulgo,dicl- G2 tur 2 Pratica de] Santo Uffizio nendofia toctare il delittoin gene- tur it Papaffo , & quatenis , &c. re, fubito fi venga a ricordare di quel, che averd veduto. “g Si notino Je Interrogazioni , che feguono , le quali sono tutte or- dinate, una dietroall altra;e na- suralmente portang al delitto , che ficerca, 9 Si Refp. Io conotco da qualche ano in qua Demettio Bevia- ceto, Adolfo Pancaldo; ed il Papaffo fara un mefe , che co- minciai a conofcerlo con oc cafione , che fi va trattenendo in qualche Bottega , € difcorre delle cofe di Levante, delic qua- lilo molto midiletto « 3 Int. An cognofcat aliquem Hereticum,Sortilegum,Blafphe- mum, Poligamum, vel quomo- dolibét de Harefi fufpectum ? Refp. lonon conofco alcuna di quetta forta di perfone, delle quali m’ interroga . 4 Int. An unquam accefferit Domum Demetri Beviaceti: & an habeat aliquam pradticam di- az Domus. Refp. Diverfe volte fono fta- toin Cafa di Demetrio Beviace- to; non ho pero altra pratica , -che dell’ ingreffo , della Scala, ¢ della Sala: non cffendo mai , entrato nelle Stanze. $ Int. An fciat , vel dici aadie- rit, di@am Domum habere ali- quod Podium ? : Refp. Padre si, che la Cafa di Demetrio ha un Poggiolo, che lui chiama Balcone,ed ¢ in mez zo della Sala verfo l'Orienté, 6 Interrog. Anipfe Examina- tus quandoque fucrit fupér di- @um Podium. . «.Refp. Sard _ftato fopra detto Poggiolo , a Balconc, otto, o disci volte, 7 Int. - «’ Secorida ‘Parte. "9 Sidimanda quefto, per perife care P Identitd, edi quella banda , oparte , dove facevanola Foffa,es della diftanza del cavamento dal Balcone . 0 : yano dalla banda deftra di det- 7 Int. An tempore Baceosalia roximé prateritorum quodam dic fuerit fupér dium Podium, & quatenis, &c. An folus, vel affociatus ; & qua hora, & qua occafione ? Refp. Miricordo, che ci fui un giorno di quefto Carnevale, ¢ ftimo , che foffe il Venerdi do. po il Giovedi graffo ; ¢ melo ricordo , perche fi ballo tutta la notte, cla mattina del. Vener- di mi levai molto tardi. In mia compagnia era Demetrio , ed Adolfo Pancaldi Cerufico , che aveva medicato un Figliuolino dell’ ifteflo Demetrio: Non mi ricordo dell’ ora , ma fo, ch’cra tarda: el’ occafione di ritirarci ful Poggiolo fu per difcorrere del male grave del Puttino. 8 Int. An digis loco, tempo- re, & occafione viderint aliquid fingulare ex aliqua parte di@i Podii Refp.Giacché V.P.ha di fopra nominato il Papaffo , mi fon ve~ nutoa ricordare,che yedeflimo lui fteffo in compagnia dialcuni Contadini, iquali facevanouna “., Fofla vicino ad una muraglia mezza diroccata. 9 Int. Ex qua parte didi Po- dii fodiebant prafati Ruftici, & er quantam diftantiam a dio ‘odio: Et quid faciebat diéus Papaffus? fp. Quei Contadinicava- 10 54 Pratica del Santo Ufizio 12 Pere to Poggiolo ; efara ftata la di. ftanza di mezzo tiro di Piftola. J Papaffo ftaya in piedi;da una mano aveva una Candela acce- fa,che poteva effere di un’oncia, edall’'altra un Libro, come la Grammatica del Bonciario; ed aveva Cotta, ¢Stola; ¢ vicino alui ci era un Ragazzo ; che in una mano aveva un Bicchicre di ua , ¢ coll’ altra teneva ‘una Palma; cd il Papaflo gittava di quando in quando nella Foffa delle foglie della Palma , ¢ col Ie dita pigliava da quel Bicchiere T Acqua, ¢ la fpruzzava nella Foffa; ¢ l'avera fatto cinque y © fei volte s come altrettante volte ciavera gettate delle fo- glic di quella Palma . Colla Candela fece an gran numcro Ai Croci, ma con un modo ftra- vagante ; cominciava difopra, ¢ poi difcendeva, fempre facen- do Croci, ¢cosi faceva da tut- te le bande , ¢ noi ci maravi- gliavamo in vedere quefta fac- cenda. Mi ricordo anco, che itt piu volte del Sale, che un ‘ontadino gli porgeva inuna Carta. 10 Int. Anfciat, vel dici aus dierit , di&as Palmas, Cande- lam, Salem, & Aquam fuifse, pees 2 5 fp. Io m'immagino di si, per la Cotta , ¢ Stola, delle quali cra veftito il Papafso sma) non lo fo di certo. 3 Tat Prima Parte. 11 Perche pud effere, che nel profeguire Poperazione , e nel par- tire dal luogo del delitto abbino fatta qualeb altra fuperftizione , Li fa quefta dimanda: enon dicen- do cofa di nuovo, non occorre ri- cercar gli altri Teftinonj circa dé quefto ir Int. Quanto reper raverit illa foffio, & quid fece- tint recedendo ab illa ? Refp. Durd finoall’ Ave Ma- tia, ¢ poi fi partirono loro da quel luogo, ¢ Noici levaffimo dal Poggiolo , fenz’ aver ve~ dutoaltro. 12 Int. De fama didi Papaffi, tm apud fe, quam apud alios ? Refp. Io per me non ho nica- tein contrario circa il Papafso: quel che fia pre(so gli altri, non fo. 13 Int. Anodio, velamore, & fuper Inimicitia ? Refp. Rede. Quibus habitis, & acceptatis, dimifsus fuit , juratus de filen- tio; & perleco cifuo examine, cum (pro ut dixit ) nefciret feribere , fecit fignum Crucis. Signum Crucis & Belardi An- tinori. A@a fant hac pet meCurtium Signanum S. Officii Notarium, ANNOTAZIONE. Nel procedere alla earcerazione de* Reiyche fartano fuficientemente indiziati per fortilegidove’ avvertirfi di fargli nollo fteffo tempo Ia perquifizione non folamente perfonalesma anco nelle Cafe,ad efftteo di tenere contenenti tali fortilegi » ¢ prima itrovare li fritti,0 libriy che potelfero ri aggiugnere anco I'ac- oficuirli fi ¢effo giudiziale al Iuogo, dove fi {uppone fatta qualche Poffa (ficcome nel cafo da Ini Ginzo » La fuppone fatea il P. Menghini ) 0 al ¢ 1 ri del delitto, 0 del'detto de’Teftimonj; ¢ tale eflere rimafte veltigia ad effeceo di tra operazione y della quale poffono jeigae per verificazione del corpo raza tanto maggiormente G deve fare, quando fj aveffe indizioyche nel fare il Sortileg io foffe ftato commefto qualche emicidio, o folle ftato uccifo qualche Animale » 0 fuffero ftate lafciare nel laogo al~ tre cafe y che & poffono trovare » Modo 36 Pratica del Santo Uffizio “Modo di ricevere la Denunzja , ed efaminare li Tefimonj . : . my Sopra la Sollecitazjone in Confeffione « 11 In famendisDenunciationibus dalis materia , casitiffime , & ac urate procedere debebit Vicariusy Procurando habere' a Penitente JSollicitata nomen Ecclefia , pofitu- ram, & qualitatem Confeffionarii, Nomen , Cognomen , & Patriam Confeffarii , ait falt2m diligen- tem spfius deferiptionem . Curet etidm , ut Penitens referat pra» sifa verba fibi ditta a Confelfario sujufeunque obfranitatis illa fue- vint ,& numerum eorumdem. Iti- dem, an acciderint Sollicitationes immediat? ante Confeffionem , vel ad im ‘TERZA DENUNZIA.— - Di una Donna follecitata ad Tarpia nella Confeffione Sagramentale. *~- Die 7. Julii 1632 Ponté perfonalitér compa- S ruit corm Admodum Rev. Patre Vicario Sanai Offficii exi- ftente in Ecclefia San@i Marci Auximi , in meique , &c. Simpronia Filia quondam Ri- baldi Rivellini de Londino, re- Jia quondam Berilli Danoti , etatis annorum triginta, exer- cens artem muliebrem, & de~ ens fub Parochia Occidentali: ui delato juramento veritatis dicendz , quod prettitic tactis Sacrisliteris , expofuit ut infra. 1 TP ER otdine del mio Con. feffore fono comparfa avanti V.R.per rapprefentargli, come la Vigilia di San Gio:Baf- tifta , citca Je ore quattordici mi andaia confeffare nellaChic- fadi San Bafilio, uffiziata dalli Padri Greci , ¢ mi pofi inginoc- chioni inun Conteffionario di Noce ,, che fta alla deftra di det- ta Chiefa, quando fi entra per Ja Porta maggiore, vicino al- I Altare di Santo Atanafio: ¢ quefto Confeffionario éfolo da. quella banda, ¢ ladi lui gare a Seconda Parte. ‘immediate poft , vel in Confeffione ipfs Sacramentali , vel quocuns que alio patio contra Bullam, Ca- webit pariter Vicarius petere a Penitente, an confenfum praftite- vit 3 @'fiafeipfa propalares con- Senfum , ipfem non feribere . Imd asimadvertens ipfam velle fuum confenfum aperire , flatim Vica- rius impediat. Ex aka parte, fi vi« derit Perfonam follicitatam moro- Sam in fatenda Sollicitatione ob confenfum praftitum , dicetur ili, quod non tenetur dicere proprium confenfumsimd fi dixerit , 20x feri- betur; fed tantim pratenditur , quod fateatur , quid fibi dixerit , vel fecerit Confeffarius. Et feiat Vicarius, bac omnia pluries fuiffe ne dism ordinata , fed etides incul- cata a Sac. Congregatione S. Of fii. a . 4 Pere hai buchi gtandetti, ¢ Reo ciafcheduno fi vede una bella Crocetta ;non fo pero di che materia fia né¢la Grata, néle Crocette ,¢ la Grata fara gran- de come mezzo foglio di carta. Edavantidi cominciare la Con- feffione,quel Padre mi diffe que- fte precife parole, perd in Lin- gualtaliana: Tu pulcbra es, & decora: mibi valde placer facies tua. lo non diedi mente a que- fte fue parole , ma feguitai la mia Confeffione, ¢ ricevuta la Penitenza , ¢l' Affoluzione, me Ne partii. Il giorno poi di San Giovan- ni mi andai pure a confeflare da lui, ¢ potevano effere quindici ore:e fedeva nel medefimo Con- feffionario ; ¢ dentro la Confef- fione , cioé , avanti ch’ci_ mi deffe I’ Affoluzione, mi diffe,” che dovefli fempre andarc a confeffarmi dalui per il genio, che aveva verfo la mia perfona ; ¢ che mi voleva effer Padre. Dopo avermi data |'Affoluzio- ne, midiffe; Andate: ma ama- temi, come Io amo Voi. Quefto é quanto poffo dire per ifcarico della mia Cofcienza. 2 Int. De Nomine, Cogno- mine, & Patria di@ti Confeffarii? Refp.Hointefo , che quefto Confeffore fi chiami Padre Eva- tifto; del Cognome, ¢ della. Patria non fo niente; fo bene, ch’é Greco. H 3 Et 58 4 Perche pua effere, che la Sol Jecitata,o il Sollecitante abbia fat- to qualche gefto, peril quale al- cuno fi fia accorto della Sollecita- zione y percid fi fa quefta Inter- rogazione. , 3 Ree Interrogazionc fempre fi deve fares perche le Donne ciar- Jando fra dé loro,pud effere,che una Seoprak altra. Pratica del Santo Uffizio 3 Etei di@o, ut defcriberet di@um Patrem Evariftum . Refp. Ul Padre Evarifto, é di ftatura grande, ¢ groffo , di bar- ba bianca, ¢ longa come quella de’ Padri Cappuccini , ¢ porta fempre gli occhiali; del refto non faprci dire altro. 4 Int. An aliqua perfona ad- verterit , quando di@us Pater Evariftus Sc examinatam follici- tavit ad turpia in Confeffione Sacramentali. Refp. Io non fo, chealcuno abbia avvertito quando il detto Padre Evarifto mi ha detto le fuddete parole nella Confeffio- ne Sagramentale . $ Int. An {ciat, vel dici audie- rit, dium Patrem Evariftum follicitaffe ad turpia in Confef- fione Sactamentali alias perfo- nas Poenitentes . Refp. Due Figliuole del Si- gnor Alippio Mofcati mie vici« ne , Domenica proffima paffata -dopo pranzo, avanti la porta -della loro Cafa , con occafione, che fi difcorreva de’ Confeffori , differo , che quefto era un buon Padre, perche quando s’andava- noa confeffarc li diceva parole molto affettuofe. Di quefte Gio- vanette , che faranno una di quattordici, el’ altra di fedici + anni, la prima fi chiama Fraffi- nella, ¢Valtra Puligetta. 6 Int. An prefare Puella retu- lerine ip Examinata verba ama ~ toria Seconda Parte. 1S 9 toria cis di@a a Patre Evanito in Confeffionc Sacramentali . Refp. Fraffinella, ¢ Puligetta non riferirono , che parole avef- fe loro dette il P. Evarifto nella Confeffione Sagramentale . 7 Int. An odio , vel amore; & fuper Inimicitia. efp. aa Quibus habitis, & acceptatis dimiffa fuir jurata de filentos & leéta ci {ua depofitione, cm ( prout dixit ) nefciret {cribere , fecit Signum Crucis. Signum Crucis Symproniz Revellini. A@a funt hac per me Curtidi Signanum Sandi Officii Nota- rium. DECRETO Succeffivé , & immediate Atrentis fupradiais , Domi- nus decrevit , prefatas Pucllas fecretd vocari , examinari , & Proceffum fabricari . Ita eft Curtius Signanus San- Gti Officii Notarius- ESAMEDEL:PRIMO TESTIMONIO. Die 8. Julii 1632. Ocata perfonalitér com- paruit corim Admodum Rever. P. Vicario San@i Officii exiftente in Sactario San@i Mar. ci Auximi, in meique , &c. Hz Fraf- 60 1 Si dimanda del? importanza del giuramento-, quando fi dubita , che non fi fappia, come foro i giova- ni, e be giovani; e mentre fono diverfi Tejtimonj da efaminarfi, fi comincia dal pik giovane , come» quefta ; effendo che da effipin facit- euente fipud avere la verita. 4 Si potrebbe cominciare dallas quinta Interrogazione 3 ma effendo Siovanctta , mond ftato. male prine eipiare anco di qui’. . oSi Pratica del Santo Uffizio. Fraffinclla filia D. Alippii Mofcati ab Auximo virgo, zta~ tis annoram quatuordecim, de. gens fab Parochia Occidentali ; cui delato juramento veritatis dicendz,quod praftitit tadtis Sa, cris literis , fuir per D. 1 I Nt. De importantia jura- meanti? Refp.Io so, che quandofi giurailvero fi fa benc, ¢ pecca gravemente chi giurail fallo. 2, An {ciat,vel imaginetur cau- fam fuz vocationis, & prafentis examinis ? Refp. Io non fo, ne m'imma gino la caufa , perla quale V. S. ~ mi ha fatto chiamare, ed ora mi voglia efaminare . 3 Interrogata , an cognofcat , aliquem Hereticum , Sortile. gum,Blafphemum, Poligamum, Abutentem Confeffione Sacrae mentaliad furpia,vel quomodo- | libér de Hereft fufpe@um ? Refp. Io non conofco alcuna . di quefte Perfonc, delle quali V.S. miinterroga . 4 Int. A quo tempore incepes tit confiteri fua peccata? Refp.lo ftimo, che faranno {ci,o ferte anni, che cominciai a confeflarmi. $ Int. Quotiés in anno foleat confiterifua peccata, & quate- nis, in qua Ecclefia , & cui, vel quibus Confeflariis ? Refp. lo mi folevo confeffa, - realla mia Parrocchiadetta Oc, ciden- Seconda Parte. 6 Si fa per wominare Sua So relia, oaltro Teftimonio. 10 fo 61 cidentale ; ma da fei mefi ia ua vado a S.Bafilio, dove con- fa 0 iFadci Greci;€ mi cous ogni quindici giorni, 6 Int. ‘AL ad Eedefam San: Gti Bafilii accedat ad confiten-. dum fua peccata fola, vel affa- . ciata __ Refp. Vado a confeffarmi al- la Chicfa di S.Bafilio in com- pagnia di mia Sorella, che fi chiama Puligetta;e con Noi viene la Signora Madre , per nome Marolla. 7 Ant. QuotConfeffionaria re- tiuntur in Ecclefia Sangii Ba- ii, & quatentis,cujus coloris 2 Refp. Nella Chiefa di S. Ba- filio fono tre Confeffionarj:uno pofto alla deftra della Chicfa , quando s'entra per la Porta maggiore , ed é di Noce, edue altri alla banda finiftra , ,che fono di Legno bianco. 8 Int. An prefata Confeffio- naria fint propé aliquod Aleare? Refp. Padre si. Quellodi No- cc é attaccato all’ Altare di San- to Atanafio , ¢ deglialtri duc di Ja; uno é appreffol’Altare di S.Bafilio , é ihkro vicino all’ Al- taredi S. Crifofttomo. : 9 Int. Inquo Confeffionario ipfa Examinata, Sinfgue Soror, x Materfoleantcon teri? Refp. Io, emia Sorella, ela Signora Madre ci folemo con. felare nel Confeffionario di . Noce,pofte dalla banda deftra . yo Int. 62 10 Colla rifpofta a quefia Inter- rogazione sunita all atteftato della Denunziante , fi prova ll Kentita del Cosfeffionario : perche nel Santo Uffzio il primo Denunziane te, non folo tiene il luego di quel- Jo, che accufay ma anche 2 Teo fiimonio , econ us altro prova a Safficienza . 12 Qu pure unitamente, cob derto della prima Denunziante fi prova F Identita del Confeffore . 13 Si nott il tempoin genere quandoqué; e fe perme pari- mente in genere; aliquibus per- fonis, per ftar lontano dalle fug- geftioni. 14 SG Pratica del Santo Uffizio 1o Int. An di@um Confeffios narium habeat Cratem, & qua- tenis , &c. ¢am defcribat . Refp. Il Confeflionario di Noce ha una Graticella,ed i bu- chi fono fatti in tal maniera , che ciafcheduno ha unaCrocet- ta; ¢ ftimo, che quefta Graticel+ Ja fianon di Ferro,ma diLegno, e fara larga, ¢ longa come un Fazzoletto ordinatio; del refto nonsodirealtro. 11 Int. De Nomine, Cogno- mine, & Patria Confeflarii , qui folet audire Confeffiones in prefato Confeflionario- Nuceo potico ad dexteram Ecclefiz . Refp. Il Confefsore, che fuol confefsare nel Confeffionario di Noce fuddetto , fichiama il Padre Evarifto ; non fo di qual Cognome, ¢ Patria egli fia. 12 Et ci diGo: ut defcribat di@um Patrem Evariftum . Refp. Il Padre Evarifto porta fempre gli occhiali, ha la zazze- ra, cbarba biancha, ¢ longa, ed égrofso , ¢ grande afsai ; del refto non fo altro. 13 Int. An de ifto Patre Eva- tifto quandoqué habucrit Ser- monem cum aliqua, vel cum aliquibus Perfonis; & quatents, &e. Refp. Pud efsere , che qual- che volta abbia parlato con qualche Donna del Padre Eva- rifto ma non mi ricordo quan- do, econchi. . - 14 Int. Seconda Parte. 14 Sidifcende al tempo in indi- viduo, che fu “Domenica ; toccan- dofi it luogo , le perfone , V occa~ Sone , e le parole del difcorfo in ge- nere 3 eperd la Confeffione , che dab tempo di Domenica nafce, nox ?d Se 00 legittina. 6 14 Int. An de Pitre Evabito Dominica proximé praterita lo- cuta fuerit cum aliqua , velali- quibus Perfonis , & quatenus, &c, inquo loco , qua occafio- ne, & quid dixeric ? Refp. Miricardo adeffo , che Domenica proffima paffata fta- vamo avanti la Porta di noftra Cafa Io, mia Sorella Puligetta, JaSignora Madre , ¢ Sempronia Rivellini noftra vicina , ¢ fi dif- {corfe de’ Confeffori , ¢ fi nomi- no anche il Padre Evarifto ; ed Io, ¢ mia Sorella diceflimo, ch’ era un buon Padre. 15 Int. Quare ipfa Examinata, ¢jufque Soror dixerint,che i} Pas dre Evarifto era un buon Padre? 17 56 Refp. lo , ¢ mia Sorella dicef- fimo , che il Padre Evarifto cra un buon Padre ; perche nelcon- feffare dice parole molto affet- tuofe. 16 Et ej dicto, ut referat verba affeQtuofa,que fibi in Confeffio- ne, vel occafione Confeffionis Sacramentalis folet dicere dius Pater Evariftus, quotiés , &c. Refp. Le parole affettuofe , che mi fuol dire il Padre Evari- fto, fono, che Io fono bella, ¢ buona ; ¢l'ifteffo dice di mia So- rella, ¢ della mia Signora Ma- dre,¢ che la noftra Cafa cuna Cafa dibonta, edi bellezza; ¢ che vuol venire qualche volta a vederci. Non mi dice poi altro; ¢ quefte parole me I avera dette dodi, 64 17 Si fa quefta Intervopaziones per fapere, e feoprire fe effendo andato in Cafa loro, abbia dato qualche fegno del fuoanimo impu- 70; nel qual cafo se parole dettelt in Confifiove Fi riceverebbero in mala parte . . Pratica del Santo Uffizio dodici , o quindici volte; .patte immediatamente avanti la Con. feffione , ¢ parte immediae tamente dopo, ma mai centro 1a Confeffione . . 17 Int. An unquam acceffcrit Domum ipfius Examinate di- us Pater Evariftus, & quate- nus, &c.? Refp. Dopo, che Noi ci con- feffiamo dal Padre Evarifto , fa- ra venutoincafa noftra quattro, ocingue volte: ¢ fi trattenevg jm ridere, ¢ raccontare le cofe della Grecia; ¢nondiceva, né facevaaltro. 18 Int. De fama di@i Patris Evarifti? Refp. il Padre Evatifto ¢ di buoniffima fama; ¢ fi pad dire, che confefla tutta la Nobilta della Citta . 19 Int. An odio, vel amore 5 & fuper Inimicitia 2 Refp. Re&é. Quibus habitis ; & accepta-, tis dimiffa fuit, juratade filen- tio; & ei perlecto fuo examine, : fe fabfcripfic. 3 Now Jo Fraffinella Mofcati confers moquanto di fopra mano pro~ ria. a A@a fant hec per me Cur< tium Signanum $. Officii No4 tarium. . Seconda 3 Non2dabbio, che nella fab- brica de’ Proceffi, cé vogliono al- ease Regole generali s ma quefte Pappehe > i pad cavar la verisd dalli Teftimonj , e dalli Rej in molte maniere; purche s'abbioun poco di gindizio. Nell efame deb Zeftimonio pafjato fi cammindin we modo, ¢ gud inug’ altro. 9 Ree Parte. & ESAME DEL SECONDO TESTIMONIO, ~ Suceeffivé. V Ocata perfonalitér com-. paruit corim , & ubi fa. im * Domina luc, Se. uligetta Filia D. Alippii Mofcati ab Auximo vir- go. ztatis annorum quindecim, eum dimi cui delato jura. mento veritatis dicendz , quod preftitit tadtis Sactis literis , fuig ped. 1 Interrog. De importantia jutamenti. Refp. Se dird la bugia faré un gtan peceato; ¢ feconfefserd la rita , metirerd apprefso Dio . 2 Int. An feiat , vel imagine- tor caufam fuzvocationis, & Prefentis examinis. Refp. Io non fo la eanfa di Quefto cfame, né me l'immagi- “no fe V.S. non me la dice. 3 Tot. An poft prandium fo- leat converfari cum aliqua, vel aliquibus Perfonis, ante Januami fuz Domus, & quatenis, &c.? Refp. Ne’ giorni Fettivi fole- mo ftate in converfazione do» po pranzo avanti la Porta di a Cafa, la Signora Madre, Fraffinella mia Sorella, ed alcue nealtre Donne delle noftre Vi- cine. . 4 Int. Aa Dominica proxi- me Praterita » Pott prandium , ~ a 06 $ Quefta Interrogaxione fi chia- main gemere; perche fi parla de Confeffori ,-e del difearfo in, coz mune s 0 perd molto efficace per far” wominare i Confeffori.in particolan re, eche cofg fs difcorre di lore come fie fatto welis’ rifpofta. Pratica del Santo Ufitzio in prefato loco habuerint hane converfationem , & quatentis ; quz materia fucrit cogveriatios nis ; & qui, vel qua crant pra~ fentes? Refp. Signor si, che Dome- nica proffima paflata foffinoin . Converfazione,come I'altre vol- te; ¢ ci foflimo Noi tutte Don- ne di Cafa, ¢ una tal Sempronia Rivellini, ¢ qualche altra; ¢ i difcorfe di diverfe cofe, delle quali non mirticordo. 5 Int. Andie diéta fuerit ali- quis fermo de Confefsariis, é& quatenis » dequibus, & quid, & Ce Refp. Fu difcorfo de'Confef- fori, ¢ furono biafimati quelli ? che gridano; ¢ Noi lodaflimo il noftre, ilquale é benigno » ed amorofo,e confola tutte ; ed. " . @un Padre di S, Bafilio Greco» che fi chiama il Padre Evarifto, - €confeffa turta la Cafa noftra . 6 Int. Que verba benigna , & .” amorofa foleat dicere in au- ‘ diendis Confeffionibus di@us * vita; € che 9 § intervoga cos) per fapere it pumero de’ delitti , ein che mates via fia caduso nella Bolla contro follicitantes. foe Nee Pater Evariftus ? Refp. Mifuoldire, che fon bella; cheracconto bene i mici peccati; che porto bene la mia fempre gli crefce. Yamor verfodi me. Aa 7 Int. Quotiés fibi dixerit di- tus Pater Evariftus prefata ver= ba, &quandos anfcilicét in Confeffione Sacramentali, vel immediacé anté , vel immediay te poh? Refp. aye Me ofa'a queftalntervos gazione, fi piova per il rerzo Tepe, moniol Identita del Confeffiionario, e del Coufefjore. 182 “Seconda Parte ~"- 67 Refp. Per lo fpatio di fei me- » che mi confefso dal Padre Evarifto , miaverd dette quefte arole da quaranta volte, ¢ ‘” fempre dentto la Confeffione = - cioé, dopo aver cominciata la Confeffione , ed avantil’Afso- luzione. 8 Int. In quo Confeffionario foleat dius Pater Evariftus au« dire Confeffiones Sacramenta~ les; & defcribat Confeffarium ipfum , & Confeffionarium ? Refp. 11 P. Evarifto afcolta le Confeffioni in un Confeffiona- tio pofto alla banda deftra della Chicfa, quando s’entra. per la Porta maggiore ; ¢ quefto Con- feffionario ¢ di Noce; ha una Graticella poco pit grande del- la Teftad’un Uomo, la quale ha diverfi buchi_grandetti, ed in ciafcheduno fi vede una Cro- cetta;non fos'é di Ferro, odi Legno, o d’altra materia . Il Confeffore poi ¢ grande,groffo, ¢ porta la zazzera, ¢ barba Jon. ga, ¢ bianca, ¢ tiene fempre gli occhiali. “9 Int. An fciat, vel diciau- dierit , dium P. Evariftum protuliffe prafata, vel fimilia verba amatoria erga alias perfo- nas Posnitentes in. Confeffione Sacramentali , vel -occafione Sacramentalis Confeffionis . Refp. Mia Sorella fuddetta miha riferito , d’averle detce ancoa lei. 12 10 Int. 68 Pratica del Santo Uffizto to Int. De fama diQi Patrig Evaritti 2 Refp. 1 P. Evatifto édi buoy $2 Dominazione, 11 Int. Anodio, vel amore} . BefuperInimicitia. 4&2 laftiata Morclla per shti- wa, fecondo la regola toccata di Sopra, di comisciare dalle giova. we pafiare alle piu vecchies co~ me che be giovani foso pin facilia dire la verisd. 3 Ge. Guibas tabi, jibus habitis, & acceptatis} dimiffa fait, jurata defitation & perleGoci fuo examine, fe fabfcripfic . To Puligetta Mofcati confers mo quanto di fopra di mano ‘opria. AGa funthec per me Cur- tium Signanum San@i Officii Norarium. ESAME DEL TERZO TESTIMONIO, Incontinenti . Ocata perfonalitér com- V paruit cordm , & ubi fue pra, in meique,&c. D. Morolla Uxor D. Allppit Mofcati, ztatis annorum trie ginta ; cui delato juramentove- titatis dicende , quod prattitit tadtis Sactislitetis, fuie per D. 1 Int. Anfciat, vel imagine- tar caufam fuz vocationis , & prafentis examinis? Refp. M'immagino, che V.S. m’ ha i ae xed on imi voglia efaminare caufa del mio Padre Confellore per nome Evaritto . 2 Eteidi@o; Quare imagine- tur , fc effe vocatam propter Pa- trem Evariftum ¢jus Confeffa- rium? Seconda Parte.. 6 Refp. Fraffinella mia Prime figlia come Ragazza , m' ha rac- contato tutto quello, che V. . plibadimandato, © quel, che 3 Con quefto Teftimonio unito co- Shi aleritre fuddetti, fi a per Getto di quattro donnel Identita in qualche parte, ¢ del Confeffore, o deh Delisto ,¢ del Confefionariay ella sifpofto ; ¢ pero mim magino, che voglia dimandare Je medefimecofeanche ame: ¢ fe vuole, ch'lodica quello, che mi occorre , fenza ch’ clla fi pix gli fatidio di farmi tance Inter. Fogazioni, lo fard finceramente, 3 Et Domino annuente; ipfa Examinata depafuis wt infrds Sas tanno fei mefi, ch'Io vado a confeflarmi nella Chiefa de’ Pa- dri di S.Bafilio colle mic figliuos le 3 ¢ mi confeffo dal Padre Evarifto , uomo canuto , gtan- de, egroffo, di barbalonga, ¢ fempre porta gli occhiali ; ed af colta le confeffioni in un Con- feffionario di Noce, pofto alla deftra della Chiefa, quando # entra per la Porta maggiore, vicino all’Altare di Santo Ata- nafio; ¢ detto Confeffionatio ha una Graticella quadra d'un pal- mo, ¢mezzoin circa, non fo di che materia fia;i buchi del- Ja quale hanno inferita una bel- Ja Crocetta. Quefto Padre 5 come che é amorevole, ¢ do- meftico di Cafa noftra , piglia con me , ¢ colle mic figliuo- Je qualche confidenza, ma fen- zamalizia immaginabile : Mi ‘vera detto una dozzina di vol- te, parte avantila Confeffione s parte nella Confeffione fteffa, ¢ goal: 79 Pratica del Santo Uffizio ; jualche volta immediatamente - lopo ; ch’ Io fon bella, che por- to bene la vita , ¢ che ho fatre belle figliuole,e ancor loro cam minano leggiadramente . Il Padre ein buon concetto appreffo tutta la Citta , ed lo le I tengo,¢ l'amo in luogo di Padre; = ¢ equefto ¢ quello , che mi occors ‘ redire a V.S. . Quibus habitis , & acceptatis. dimiffa fuit , jurata de filentio s & perlecto ci fuo examine , fe, fybicripfir . 5 , Jo oe Mofcati conferma wanto fopra di mano propria. . 2 Ada fire hec per rie Cur- tium -Signanum SanQi Officii Notaium, ANNOTAZIONE. Dandofi il ¢afoy che 1a Sollecitazione fia ftata commeffa in perfona di qualche Mond~ a 5 perche in molti Monafterj fe Monache fi confeffano nell'ifte(fi Iuoghi y che {ervo- no ancora per Parlatorj y fideve avvertire di interrogare y ¢ far’ efprimere bene daile Gappofte Sollecitate y:4eli difcorfi impuri, o atti importanti la Sollecitazione fegui- ono ne’giorni deftinati alla €onfeffione nel loro Monafterio 5 0 in occafione di Cor Eeffione 5 benché per altro nel S, Uffizio fi proceda ancora contro li Confeffori 5 che» aommettono tal’ ecceffo nel Confeffionario fenza occaGione di Confeffione ; ¢ fe dalle Sollecitate fi deporray che dalli bachi » 0 forami della Graticella del Confeffio~ nario Gano feguiti toceamenti di dita, o f altro: fe dal Reo ne’ fuoi coniticuti negheri non folamente il delitto ; ma ancora coftantemente fi allegher’ I’ impoffibi- Jitd di averlo commeffo con tale circoftanza, ariguardo dell’ anguitia, e ftrettezza delli detti forami: per verificazione de i detti delle Deaunzianti dovri fart giudizial~ mente l'aceeffo, e farne la ricognizione per far coftare,fe tali forami fallero cosi larghi che per effi potefero farfi fimili coccamentizma con la maggiore circofpezione , € fegre~ texza poffibile; nia(fimamente dovendoli cid efeguire mel Confeffionario di qualche Monasterio di Monacheycon fervich per Teftimon| di perfone EcclefiaQiche di tale qua itd y_ € condizione y che ancorché non gli fi daffe il giuramento d’ offervare il filenzio y she gli fi dovri dares ci poveife effere cercezza morale, che non fullero per propa- jarlo giammai . . Bperche la repugnanza di denunziare nelle Donne follecitate non folo fuole effere ‘eaufata dall? averelleno preftato il confea(o alla Sollecitazione , come ha notato il Pa~ re Menghini nel margine della Denanzia dando alli Vicar gli avversimensi opportuni per rimoverla ; ma ancora da altei umani rifpetti y ed in particolare dal timore raffere fcom — fcopere » raaltrareate da Mariti , Genitori , Fratelli , 0 altri Parenti: ia tal ranno gl’Ordinas, ed i loro Vicarj per difporle a denunziare farle aificurare da Con. felfori,o da alerigche glié ne daranno notizia,che fgrauao cenute fegrere , € gli fara deti- naroluogoy ¢ tempo.apropofito per darne le Denunzie feaza pericolo verano d’ effere Scoperte: ma quando cid now giov!- per farle rifolvere = cotaparire pet tal’effetto davan~ tialeano di loroa deaunciare gudisialmense nel laogoy e tempo, che gli averanao fat Proporredovranno rapprefentare quanto gli obec alla Sac.Congregazioné pe rpor- tame la facoled di far ricevere taliDenunzie dagPitteffi,che glié ne hanno date le notiz: anco fenza I'inrervento del Notaro,a quale folensita effi Ordiaar non hanno satorih derogare per ellre prefcrtta da Sac. Canoni con tle formalit ; che alteimentidichia- Seconda Parte. ~ ZT! fo dover rano? acto mullo ; ¢ cosi cefferd probabilmente la repugaanca per quanto l'efperienz® siorsluaste dimolirae i conféguir "neento di noo lakiare impunico ua tanto en0r~ meDelitge Si aggiugne ancora, cho febbeag il delitto della Rivelazione della Confeffione per fe fieffo regolarmente non appartengi al Tribunale della S. Inquifizione conforme é ftato Bg volte rifoluto dalla S. Cong wzioue del detto Supremo Tribunale ; in ogni algun Confeffore ne futle denunziato, o legittimamente indiziato nell’ ifteffo tempo » ke contro di lui & procedefa nel derto S. Trbunale per ldeliro della Solleceazione » * o alla Rivelazione faffe congiunta qualche Propofizioneyche inducefle nel Denunziato errore-d'Tatelletto circa il YigilldSigramentale,in tali cafi & procederebbe contro eflo anr Gora pe? il deliteo della Rivelazione della Confeffione, « Modo di rleevere la Denunzia ed efaminare li Tefimonj sonsro wn Celebrant non promoffo al Sacerdozjo + QUARTA DENUNZIA D’unCelebrante , non pro- moffo al Sacerdozio . Dic go. Septembris 1682, : ruit coram Admodum Rev. ' * P.Vicario Sancti OfficiiAuximi, + exiftente in propria manfione, . in meique > &Ce 25 - DominusQuirious filius quon- . damLaertii Pifini de MontcBel- - lo Dicecefis Cafalenfis , ztatis ‘ annorum viginti duorum , Cle- ’ * - gicus Diaconus , degens de pra- fenti Auximi fub Parochia Au- ftrali; cui delato juramento ve- titatis dicende , quod praiticie . ae Siar perfonalitér compa- af jz ‘© Effendoghelto Delisto gravifi- ‘wo akg ta ae folo vicerca una diligenza efquifita Sabbricare il Proceffo; ee ancie Gore Orazioni, accidriefca bene» Pratica del Santo Uffizio taGiis Sactis literis 5 expofuir ut infra, i Son qui a rapprefentare 2 V.R. che le quattro Tempora Proffime paffate, fono andato al? Ordinazione a Venezia con due altri, che afpiravano, uno al Sacetdozio, cio¢ Don Berillo Berilli, ¢ I altroal Diaconato, come volevo Io, ¢ Gi chiama Perinuceio Malaforte Candiot- to. Tutti foffim’ordinati la fef- fa mattina, el’ uno vedeva or. dinare l'altro ; Io , ¢ Periauccio pigliasiimo ilDiaconato, ¢ Don illo Berilli s’ ordind Sacerdos te5¢ tenne ordinazione Monfi- Ber Mitridate nel luogo folito. giorno feguente c’imbarcafli- mo per Ancona, ed arrivammo ilterzo giorno, ch’cra Martedi, ed ivi mi fermai per i mici affari wattro di, I fecondo giorno, ¢ fu Giovedi proffimo paflato, effendo andato parlare al Curato della Chicfa de’Mercans ti, trovai nella Sagreftia della medefima Chiefa @pparato per dir Meffa il Diacono Perinuccia Malaforte , ¢ reftai fuori di me 3 vidi, oe pelos ap- parato, ¢ to a dir Me all Altar vyiore livicinos¢ dalla fasreltia vedendofi molto bene l’Altare , Io l'offervai colla vita , ¢ coll’ orecchie fino al '$ Ul quale Altare aveva il Pallio, ¢iCufcini di Saja bianca Colle trine di varj colori, cour quas.

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