Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
tramutava il proprio aspetto al calar del sole, quando la luce abbandonava le chiome lussureggianti per lasciar
spazio alle tinte scure della notte.
Un altro tonfo, questa volta pi vicino, la fece sobbalzare.
Teneva le gambe premute al petto e sotto le ginocchia quell'umido straccio di seta rosa a lei tanto caro. Una
piccola fitta alla caviglia le fece istintivamente allungare la mano verso il calzino, all'altezza dell'osso. Le dita
scorsero su un graffio abbastanza profondo, causato forse dalla caduta di qualche minuto prima. Guard i
polpastrelli e vide un rivolo di sangue gocciolare.
Merda...
La belva era vicina ormai, poteva sentirne la presenza impregnare l'aria.
Alla sua sinistra cadde un pino, accompagnato dall'orrendo stridio di rami spezzati e stritolati sotto il peso
stesso della pianta. Era troppo buio per determinare a quale distanza fosse, ma un leggero sbuffo di vento le
mosse una ciocca di capelli, spingendola sul naso.
Una parte del muschio che incrostava la corteccia dell'abete si stacc, scivolandole dapprima sulla nuca, poi
sulla spalla. Zoe rabbrivid, ma non si mosse di un millimetro rimanendo con gli occhi fissi davanti a s, arrossati
dalle lacrime e paralizzati dalla paura.
Un timido raggio di luna si fece largo tra le nuvole basse e il fogliame, rischiarando appena quell'angolo di
inferno. Per un secondo, nella mente confusa e terrorizzata della ragazza balen un impeto di stolto coraggio e
pens seriamente di fregarsene, uscire allo scoperto ed iniziare a correre senza sosta finch non avesse visto il
cancello d'uscita.
Quando quel flebile raggio di luce venne inghiottito da un'oscurit senza fine per, le veementi intenzioni
scomparvero e Zoe, alzando quasi involontariamente lo sguardo oltre la sua testa, vide la fine del mondo...
L'albero alla quale era appoggiata fu sradicato con forza inaudita, sputando schegge e terriccio.
La ragazza fu sbalzata di alcuni metri in avanti, caracollando goffamente a terra a pancia in gi; scioccata, si
aggrapp con tutta l'energia rimastele ai lunghi ciuffi d'erba selvatica per assicurarsi di non stare ancora
volando.
Il ronzio nelle orecchie divenne un'intera sinfonia di tamburi e ci vollero parecchi secondi prima che Zoe ebbe
l'inerzia di mettersi seduta, mentre l'intero universo sembrava vorticare attorno a lei.
Il tronco putrescente era esploso in mille pezzi e l'unico frammento sopravvissuto si schiant lontano,
abbattendo altri alberi.
Nell'aria una sottilissima polvere maleodorante fece starnutire la ragazza, incapace di stabilire dove si
trovasse; finch, mettendosi carponi, vide brillare due occhi oltre la coltre e il sinistro ringhio di un animale
sopprimere ogni suono.
Tent di rialzarsi, inciampando nel pareo e ricadendo sul sedere, ormai scossa da capo a piedi da brividi
incontrollabili. No!, gridava nella sua testa, cercando disperatamente di muoversi e scappare. Portandosi una
mano alla testa, sent battere la cute sotto le dita, in quello che doveva essere un altro graffio, poco sopra la
tempia sinistra.
La luna ricomparve quasi per magia, colorando di riflessi azzurrognoli la radura.
Il Gigatt fece un passo avanti, trascinando le enormi zampe verso di lei, coda tesa e una cresta di ciuffi irti
sulla schiena, pronto a scattare al minimo movimento della ragazza.
Un topolino messo alle strette da un leone avrebbe avuto chance maggiori di Zoe in quel momento, perch la
differenza fisica tra i due era semplicemente ridicola; il Gigatt sfiorava con le spalle l'altezza delle piante da
frutto, mettendo in mostra una muscolatura sproporzionata e mal camuffata da una folta pelliccia rossastra
che ricopriva interamente l'animale sino alla punta del naso, dove un grosso ciuffo grigiastro incorniciava il
naso arricciato.
I denti della belva erano la cosa che pi rendeva inerme Zoe: una fila di sciabole in grado di spezzare le sue
fragili ossa senza nessuno sforzo, esaltati da una disgustosa bava gialla che colava ai lati dei canini inferiori,
gocciolando sull'erba.
La bestia era su di lei, ma Zoe, pietrificata, non riusc a muovere un muscolo, stordita dal turbinio di voci nella
rumore secco.
Lo scontro, durato un battito di ciglia, lasci di stucco Zoe, che non riusc a capire quasi niente, finch non
vide l'amica, con la spada rivolta al cielo, dare le spalle ai resti sanguinanti del mostro.
In quel momento, la luna riusc ad insinuarsi fra le nuvole e le fronde degli alberi, illuminando la scintillante
lama azzurra che Day teneva in mano con scioltezza, facendola brillare di luce propria.
Quando vide che sul volto dell'altra serpeggiava un sorriso di vittoria, Zoe scoppi in una risata incontrollabile
e le corse incontro; salt addosso all'angelo facendole perdere l'equilibrio. A nulla valsero le proteste dell'altra,
l'amica le si gett al collo, stringendola a s. L'arma scivol, conficcandosi nel terreno a pochi centimetri dai
loro piedi e loro due si ritrovarono l'una sull'altra: la ragazza indifesa sulla guerriera.
Zoe piangeva come una bambina, Grazie Day! Grazie grazie e grazie! la abbracci.
E' tutto a posto... sorrise Day, Scusa se sono stata brutale con te, ma ero preoccupata da morire!
Zoe le era ancora sdraiata addosso, ad un palmo dal viso, corpo contro corpo. L'angelo sentiva battere sul suo
petto il cuore dell'altra a ritmi irregolari.
Calde lacrime di gioia solcarono il volto della amica che senza preavviso e con occhi socchiusi si avvicin a lei.
L'espressione di Day cambi drasticamente da allegra a terrorizzata, quando cap che Zoe si stava spingendo
in maniera sospetta verso la bocca, mugugnando.
Voglio ringraziarti... Devo ringraziarti... bisbigliava Zoe.
Le labbra si sfiorarono per un secondo e l'angelo sent chiaramente la lingua dell'altra sull'orlo della bocca.
Ci volle un altro pugno violentissimo sullo zigomo di Zoe, ancora con la lingua penzoloni, per allentare quella
morsa.
Ma cosa cazzo stai facendo?! le grid isterica.
Zoe caracoll al suolo Fcufa Day, non volefo, non fo cofa mi prefo! farfugli.
L'amica la spinse di lato, rialzandosi stizzita e recuper la spada, mentre l'altra era intenta a massaggiarsi la
guancia appena colpita.
Non ancora finita, dobbiamo andarcene da qui. l'ammon Day, Quel grido... quella specie di urlo che
ha lanciato il Gigatt prima di attaccarmi, era un richiamo. Fra poco saremo circondate da almeno una decina di
quei gattoni.
"Gattoni", pens Zoe, non le sembrava il termine pi corretto per descrivere quelle creature. Erano pi simili
ad orsi, o a grossi cani pastore, in quanto a fisionomia. Per dimensioni, invece, potevano benissimo essere
accostati ai dinosauri. Scosse la testa, allontanando quegli sciocchi pensieri. Non il momento di discutere, si
disse: se quelle cose abnormi si fossero avventate su di loro sarebbe stata la fine.
Il cancello di Peach-City era ancora lontano...
Redwood era una foresta "atipica", se cos possiamo definirla. Contenuta e circondata da altissimi muri di
vetrunvite, un materiale trasparente impossibile da distruggere, lo stesso materiale della spada di Day per
intenderci, vi si poteva accedere solamente da cinque cancelli auto-alimentati al plasma, posti ai cinque angoli
della recinzione, in prossimit di altrettante citt. Solo gli esseri umani potevano entrare e uscirci, ovviamente a
loro rischio e pericolo, perch al suo interno Redwood nascondeva insidie ben peggiori dei semplici Gigatt.
Dov' la tua felpa? E il borsone? chiese un'accigliata Day osservando Zoe.
L'altra si diede una pacca sulla fronte, Oh cavolo, sono ancora vicino alla radura!
L'espressione sul suo volto era cos innocente che Day l'avrebbe incenerita con lo sguardo, se solo avesse
potuto.
Devo recuperare assolutamente la fionda! Dev'essere ancora l con il mio zainetto... senza sono perduta.
piagnucol supplichevole.
La rabbia dell'angelo mont impetuosa, tanto da farle tremare le mani. Andiamo allora... grugn,
...prima che ti strozzi.
Passarono accanto ai resti contorti e sanguinanti del Gigatt abbattuto. Day arricci il naso, attirata da uno
sgradevole odore acre, riconducibile ad una bruciatura, e not come la coda dell'animale fosse tutta annerita,
anzi, monca, con ciocche di pelliccia strinate all'estremit.
Che strano..., pens; non poteva esser stata lei. La sua spada infatti, tagliava, non bruciava.
Rivolse uno sguardo esasperato a Zoe, la quale rispose col suo tipico sorrisetto da bambina troppo cresciuta
per sembrare inconsapevole delle proprie azioni.
Dimmi per quale assurdo motivo ti ritrovo sempre in queste situazioni! le url incamminandosi verso la
radura.
Non l'ho fatto apposta, stato uno stupido incidente... si discolp Zoe, seguendola.
Un incidente? Accidenti a te Zoe, mi vuoi spiegare perch prima sento un'esplosione e subito dopo ti
ritrovo braccata da un Gigatt con la coda ancora fumante?
L'angelo non era veramente arrabbiata con l'amica, al contrario, era felicissima che stesse bene, ma trovava
l'atteggiamento della compagna insopportabile.
Il rimprovero rattrist Zoe, una storia un po' complicata.
Se non mi dici cos'hai fatto, giuro che ti lascio qui!
NO! frign l'altra, Ok, ok... dunque... Dopo che siamo entrate e ci siamo divise al cancello Est, mi sono
detta, se devo tastare una pirosfera, tanto vale farlo con un bersaglio adeguato. Cos, ho attraversato la
foresta in cerca di qualcosa di grosso da colpire. Solo che...
Che cosa?! digrign i denti Day.
Ci sono alberi stranissimi qui dentro... e soprattutto non si vede nulla. I rami sono talmente fitti da coprire
la luna! Per cui, senza volerlo, mi sono persa... Poi, all'improvviso, davanti a me si aperto uno spiazzo enorme,
una prateria larghissima circondata da abeti bianchi e, al centro, il "nostro" Gigatt.
Il volto seccato dell'altra la fece sentire veramente in colpa.
Insomma sei arrivata alla radura... e? la esort Day.
Beh, al centro della radura c'era il Gigatt addormentato. Ho pensato, il bersaglio perfetto! grosso,
immobile, non posso sbagliare. Invece...
Invece cosa? chiese Day sul punto di schiaffeggiarla Che diavolo successo?
Zoe si ferm, assumendo un'aria perplessa, mentre cercava nei meandri dei suoi ricordi cosa fosse successo
poco prima. Questo stravagante rituale si ripeteva spesso e Day si chiedeva come fosse possibile che una
ragazza di soli ventidue anni, con un quoziente intellettivo superiore alla media, avesse una memoria tanto
scarsa. Pi di una volta infatti, Zoe dimenticava cose elementari o appena successe.
Non era malata, anche se l'angelo conservava alcune riserve; semplicemente il suo cervello le cancellava, non
considerandole importanti.
e insomma: l'ho mancato...
L'hai mancato? chiese l'altra stralunata.
S... bisbigli Zoe, La pirosfera mi scappata dalle mani ed volata verso il Gigatt, ma la traiettoria era
troppo bassa. L'ha colpito solo di striscio ed atterrata sulla coda. Poi esplosa, svegliandolo. Una risatina
isterica si impossess di lei al pensiero che un gattone di dieci tonnellate strillasse come un cucciolo indifeso. Si
ricompose, soffocando il risolino quando vide Day sull'orlo della follia omicida.
Insomma, si alzato di scatto, ancora con la coda fumante, ed venuto verso di me, bava alla bocca. Per
poco non ho fatto la fine del topo in gabbia! Ho piantato tutto e sono scappata come un razzo... Guarda! Mi
sono anche sbucciata una caviglia scivolando su una radice! piagnucol indicando la gamba.
L'ultima volta che ho visto la mia fionda, comunque, era sotto la zampona di quel bestione. Spero che sia
ancora integra; voglio dire, fatta di un metallo molto resistente...
Cerc di incrociare lo sguardo di Day per avere una conferma alle sue speranze.
L'altra rispose perplessa, Ne dubito, quei mostri sono pesantissimi ed un oggetto cos piccolo non credo
proprio possa sopportare un peso del genere...
Zoe abbass gli occhi, rammaricata.
All'improvviso, riconobbe il punto in cui si trovavano. L'erba infatti era pi alta e arrivava quasi al ginocchio:
dovevano essere vicini alla radura, si rese conto.
Di l a poco infatti, un grande spiazzo tra gli alberi si apr a ventaglio. Una sorta di piazza naturale, attorniata
da piante d'ogni genere, scure macchie sullo sfondo che nascondevano insidie sconosciute.
Dove prima spuntava erba alta, tuttavia, adesso rimaneva solo terra bruciata. Qua e l piccoli cumuli di fumo
si alzavano al cielo; tronchi spezzati e inceneriti si trovavano ammassati gli uni agli altri e dalle fronde delle
piante pi basse una soffice nevicata fuligginosa ricopriva il tutto, rendendo quel luogo etereo. Tutto a causa di
Zoe.
Day sent l'esaurimento raggiungere il limite. Hai visto cosa hai fatto? Sei un disastro!
Non stata colpa mia! La sfera scivolata, altrimenti adesso l'unico fumo verrebbe da una polpetta pelosa
di Gigatt! ribatt Zoe.
Scorse i resti dello zaino, un ammasso di stracci laceri e sudici, molto simili al suo pareo rosa, con l'aggiunta di
grumi di bava giallastra nelle tasche. Non sapendo esattamente cosa farsene, lasci tutto per terra,
imbronciando le labbra. Fu Day a trovare quello che le due erano andate a cercare.
Ehi. la raccolse, porgendola all'amica.
La mia fionda! esult la ragazza, Oh, no...
Quel che rimaneva della fionda, un solidissima impugnatura in carbonio appositamente sagomata e due
stecche d'acciaio unite da un elastico di gomma trasparente, era... Beh, non era granch.
L'unico elemento ancora riconoscibile era l'impugnatura, completamente piegata da un lato, con le stecche di
acciaio spaccate e la gomma strappata.
Non serve pi a nulla, accidenti a quel ciccio-micio! si lament Zoe.
Cosa racconterai al signor Deprouix adesso?
Non lo so... Magari riesco a sistemarla da sola.
Un grido fortissimo, molto simile a quello lanciato dal Gigatt poco prima si alz al cielo, squarciando l'aria
come un tuono.
Day guard Zoe, con gli occhi gi pieni di lacrime. Muoviamoci, stanno arrivando...
Si lanciarono in una corsa disperata, saltando tra pozzanghere maleodoranti e cespugli con le ortiche,
aggirando una fitta schiera di platani bassi dai rami sporgenti. Le nuvole e le fronde avevano coperto per
l'ennesima volta la luna, impedendo a Zoe di capire chiaramente dove stessero andando. La fiducia nell'angelo
per era immutato. Day aveva un incredibile senso dell'orientamento, molto pi sviluppato di un normale
essere umano. Per forza, pens l'amica, un angelo.
Ringhi sommessi ed alberi spezzati sotto il peso dei mastodontici animali al loro inseguimento le
accompagnarono per un po', diminuendo sempre pi fino a scomparire. Il cuore di Zoe batteva ad un ritmo
serrato e la sua mente pregava ad ogni passo di scorgere il cancello Est.
Eccolo! gracchi all'ennesima curva.
Ci siamo quasi, muoviti! la esort Day.
Un 'immensa sagoma rossa sbuc dal nulla, frapponendosi tra loro e il cancello.
Davanti ai loro occhi, un Gigatt, ben pi grosso del precedente, con un'irsuta cresta di ciuffi bianchi che
partiva dal naso fino alla coda, si era piazzato in posizione d'attacco, pronto a divorarle.
Le due ragazze non rallentarono; Zoe seguiva Day come un'ombra e quest'ultima aveva addirittura
aumentato il passo, diretta verso le grinfie dell'animale.
O cavolo, enorme! Che si fa?! chiese in preda al panico.
Semplice... rispose Day sorridendo, Io passo sopra... e tu passi sotto. Pronta?
Cosa? Stai scherzando?!
Erano ormai in prossimit dell'animale e l'imponente figura davanti a loro copriva totalmente il cancello alle
sue spalle. Zoe ricominci a piangere, pronta ad essere fatta a pezzi, sicura di non superare quell'ostacolo
mastodontico.
La belva si lanci all'attacco, zampe protese in avanti e artigli sguainati.
Con gran tempismo, Day balz in aria, pestando i piedi sul naso increspato della creatura, puntando la punta
sui ciuffi della cresta e superandola in lunghezza con una piroetta dall'arco perfetto. Atterr di schianto,
conficcando la spada nel terreno come ammortizzatore e si trov di fianco Zoe, pallida come un fantasma,
piagnucolante e sporca di polvere che gemeva parole incomprensibili, visibilmente in stato di shock.
L'afferr per un braccio e la trascin negli ultimi metri, attraversando il cancello senza indugi.
Il computer, posto sopra la fotocellula della colonna di destra, riconobbe le due figure, permettendone il
passaggio tranquillamente. Lo stesso non si verific per il Gigatt invece, che con un estremo tentativo salt
verso le ragazze, andando a sbattere violentemente contro il plasma, un muro di celluloide indistruttibile.
Siamo fuori! Oh cazzo... siamo... salve! ansim Zoe.
Esausta, si lasci cadere a terra, inghiottita da un letto di morbidi steli d'erba selvatica. Distesa con gli occhi al
cielo, ammir le poche stelle visibili, comparse solo in quel momento, assaporando nuovamente la libert.
Day le si era seduta vicino, anche lei col fiato corto.
Questa me la paghi! C' mancato poco... se fossimo rimaste l a combattere ne sarebbero arrivati altri e non
li avrei tenuti a bada... la ammon, Ci andata bene questa volta...
Dopodich, si lasci cullare a sua volta dall'erba umida.
Sono esausta. Ho decisamente bisogno di una doccia... e del mio letto... esclam l'altra mettendosi a
sedere col le gambe rannicchiate.
Non c'era un singolo centimetro del suo corpo pulito e nelle pieghe dei gomiti e delle ginocchia aveva delle
linee grigio scuro, propri della sporcizia che aveva accumulato rotolando tutta notte. Per non parlare dei
capelli, divenuti una chioma rossastra indistinta, con croste di fango e ramoscelli che spuntavano ovunque.
La testa aveva smesso di pulsare, ma era stanchissima e ogni fibra del suo corpo gridava vendetta.
Si rialzarono, aiutandosi l'una con l'altra.
Day allung le braccia, sgranchendosi, mentre Zoe, ciondoloni, raggiunse un cespuglio qualche metro pi
avanti. Usc da dietro l'arbusto, trascinando con s il suo scooter, un buffo mezzo di trasporto assemblato da lei
in persona, con tanto di adesivi che ne tenevano unita la carena al posto di viti e bulloni.
Non aveva ruote, come la maggior parte dei mezzi di trasporto d'altronde, ma levitava a pochi centimetri dal
suolo, spinto dall'energia elettromagnetica condensata dalla centralina nel sotto scocca, una sorta di calamita
con polarit inversa al terreno, abbastanza potente da alzarla dal suolo e far muovere il motorino, ma troppo
debole per superare i cinque centimetri da terra.
Zoe mont in sella, non senza qualche difficolt e lo accese, attorcigliandosi il pareo alla vita, pronta a partire.
Day rimase a qualche metro. Devo metter via la spada, non posso entrare in citt armata. Se mi vedessero
con questa sarebbero capaci di sparare a vista...
Inizia lo show! gracchi Zoe.
Adorava quello spettacolo...
L'angelo distese il braccio armato, dando un lieve scossone all'impugnatura.
Dalla base della lama, dove si raccoglievano arruffati ciuffi bianchi simili ad una vecchia parrucca, qualcosa si
mosse. In pochi istanti, la spada inizi a vibrare e la vetrunvite stessa della lama si contorse come fosse viva.
Il filo ondeggi, allungandosi in azzurri frammenti luminescenti e i ciuffi bianchi si trasformarono in lingue
voraci che inghiottirono letteralmente la sagoma semitrasparente della spada.
Nel giro di pochi secondi tutto fin, e dove prima si ergeva un'indistruttibile lama di vetrunvite, ora rimaneva
solo una treccia di peli grigiastri simile ad una frusta.
Sai che quei mangia-materia sono la fine del mondo?! esclam Zoe indicando quella peluria metallica,
Quelle palline scure che si intravedono sono la lama, giusto? chiese incuriosita a Day.
S. Queste bellezze assorbono la materia. In questo caso, la vitrunvite. Se mi avvicinassi alle pareti che
delimitano il bosco di Redwood, se ne mangerebbero una all'istante...
Dalla sua voce trapelava una punta di fierezza nel vantarsi di avere qualcosa di cos particolare.
Zoe se ne accorse, facendoglielo pesare, Guarda che TU non hai fatto niente! solo merito di Anthony...
non fosse per il tuo capo e le sue strambe cianfrusaglie, quello stuzzicadenti che chiami spada l'avresti dovuto
lasciare qui a marcire! e per concludere le fece una smorfia indispettita.
S, s... Piccolo genio smemorato, andiamo a casa. Sono a pezzi... tagli corto Day.
Si sistem dietro Zoe, cingendole i fianchi con le braccia,1 "frusta" ben fissata alla vita. L'amica, sentendo che
l'angelo era pronta, part veloce per la strada sterrata. Una stradina in discesa, con aceri dalle grandi foglie
verde scuro che incorniciavano il panorama.
Era quasi l'alba e all'orizzonte erano gi visibili i lineamenti che caratterizzavano la cittadina portuale verso la
quale erano dirette: le alte colonne nere ai lati del Ministero; i quartieri vecchi, con i loro tetti a spiovente e le
stradine di mattoni; la zona nuova, con la collina di cemento e gli alberi di melo.
S, fra pochi minuti avrebbero raggiunto Peach-City.
Capitolo 2 - La Pirosfera
Negli ultimi mesi cera stato una gran fermento attorno ad una scoperta di sensazionale
rilevanza.
Il signor Deprouix confid a Day che alcuni sismologi avevano casualmente rinvenuto una
grande Cattedrale, appartenuta sicuramente agli angeli secoli prima. Rimasta sepolta per
centinaia di anni, era parzialmente riemersa alla luce dopo una forte scossa di terremoto a nord,
nelle zone desertiche, tra immense dune di sabbia poco lontane da Rilaimer, la citt-stato di
quell'arido continente.
La Cattedrale aveva attirato l'attenzione di molti Ministeri, gli organi di controllo di ogni citt
della Terra, bramosi di sapere di pi sull'antica civilt angelica e carpirne cos i segreti pi intimi.
Primo fra tutti, lutilizzo della magia, preclusa alla maggior parte delle persone comuni.
Pochissimi individui al mondo, infatti, hanno la capacit di usare la magia, quell'immensa
energia spirituale che permetteva ad una persona il contatto con le forze elementali della
natura. Negli esseri umani, questo legame veniva espresso solamente tramite appositi
marchingegni, chiamati amplificatori, che accrescevano esponenzialmente la percezione
interiore degli elementi.
Alcuni rarissimi testi, sopravvissuti alla Grande Guerra, riportavano invece di come gli angeli
un tempo sapessero usare liberamente la loro anima, senza l'ausilio di apparecchi. Persino
racconti popolari, alimentati nel tempo dalla superstizione e divenuti leggende, narravano di tali
capacit.
Molte storie raccontavano degli arcangeli, i sette generali dell'esercito dei cieli, individui in
grado di distruggere intere citt con un battito di ciglia.
Si tramandavano le gesta di questi esseri straordinari e del loro valore in battaglia. Ovunque
andassero erano venerati come divinit, accolti come eroi e celebrati come imperatori; esseri
talmente perfetti in grado non solo di usare la magia, ma addirittura di comandare la natura.
Al contrario dei loro celebrati padri, le generazioni angeliche venute al mondo dopo la Guerra
avevano perso questo eccezionale dono. Una sorta di devoluzione naturale aveva portato la loro
specie un tempo superiore a perdere il proprio collegamento spirituale con la Madre terra.
Non vi fu pi traccia di potere magico negli angeli a partire dal secondo secolo dopo la Guerra.
Nessuno riusc a scoprire il perch, o come ebbe inizio questo fenomeno.
Semplicemente, era scomparso, come un raffreddore.
Questa, era la vera ragione per la quale gli angeli venivano vessati, pensava Day. Se tutta la
"sua" gente avesse avuto nuovamente la capacit di controllare gli elementi naturali, non
avrebbe mai ceduto il proprio trono sul tetto del mondo, tramutandosi in una sorta di scherzo
della natura.
Ma la mia gente in realt morta. Tanto, tanto tempo fa... si dovette rassegnare.
Gli abitanti di Lejia, l'isola nel cielo, i discendenti dei Primi Popoli, come si definivano, o gli
angeli, come li chiamavano gli umani, erano estinti, rimpiazzati da una razza debole e inutile
come gli abitanti della terra ferma.
Lei, tuttavia, non era affatto debole.
Day era in grado di usare la magia, amplificando la propria energia vitale, la sua anima, vera e
unica fonte da cui la natura sfociava.
Lei non era un normale angelo per: mille anni prima Day era stata un arcangelo, uno dei sette
generali, ai tempi in cui Lejia si librava ancora nel cielo, prima della Guerra...
Quando Zoe apr gli occhi, fece solo una cosa: girarsi sull'altro fianco perch la luce del sole
non la infastidisse. Dorm per altre due ore.
La nottata precedente l'aveva talmente spossata che tutte le ossa le scricchiolavano,
costringendola in posizione fetale. Per niente al mondo si sarebbe alzata dal suo lettone...
Sent uno squillo, apr gli occhi e maledisse chiunque fosse; lei non si sarebbe comunque
mossa dal suo bozzo.
Un altro squillo, questo pi insistente del precedente.
Non rispose, stringendosi nelle coperte.
L'ennesimo squillo, irritante come un tarlo, la fece infuriare ed infine un rumore unico e
fastidiosissimo la costrinse ad alzarsi.
Scese dal letto ancora rintronata dal sonno e and alla porta di ingresso scalza, in mutande e
canottiera. Ciocche di capelli rossi le coprivano un occhio e un grugnito di stizza campeggiava
sulle labbra. Sbatt ovunque: contro il letto, contro lo stipite della porta; diede una pedata ad
uno sgabello e una al tavolino d'ingresso, ciondolando come uno zombie e biascicando
imprecazioni.
Si lasci andare contro la porta d'ingresso e guard inerte attraverso lo spioncino. Ci mise
qualche secondo per realizzare che l'occhio con la quale stava guardando era coperto dai capelli.
Demoralizzata, sbatt la testa contro il legno, imponendosi disperata di usare l'occhio libero.
Dallo spioncino sbuc una sveglia e dei ciuffi di capelli neri. Lei apr la porta senza degnare di
uno sguardo l'ospite.
Ciao Flame... bofonchi. Dopodich si lasci cadere sul divano in pelle nera del salotto.
Ciao anche te. Come siamo eleganti oggi! rispose la figura che entr dalla porta.
Flame Robinson era la migliore amica di Zoe, al pari di Day. Entrambe di Ataris, la citt delle
meraviglie al centro dello sfavillante continente Ovest, Zoe e Flame si conoscevano dai tempi
delle scuole elementari, quando passavano i pomeriggi nei grandi parchi di divertimento
cittadini, di cui le famiglie erano importanti imprenditori.
Flame era una ragazza bellissima: grandi occhi verdi, labbra carnose e lunghi capelli neri,
raccolti in quell'occasione in ciocche da uno stranissimo e complesso cerchietto di cuoio, con
una sveglia incastrata sul lato sinistro e lembi di pelle scura che penzolavano da tutti i lati.
Una figura slanciata e al tempo stesso formosa, oltre ad un intelligenta fuori dal comune che
attraeva i ragazzi per la sua disinvoltura nei confronti dell'altro sesso.
Zoe e l'amica avevano pressoch gli stessi gusti in fatto di cibo, musica, arte e viaggi, ma
quanto ai ragazzi non potevano essere pi diverse. Seppur amiche per la pelle, quando si
scontravano erano tremende, divenendo immediatamente isteriche l'una con l'altra e arrivando
persino alle mani!
Frequentavano entrambe la Fringe-Magic University, una scuola particolare che permetteva a
studenti selezionati da tutto il mondo di amplificare quello che pochissime persone
possedevano, un collegamento sensoriale con la natura la magia.
Sono venuta perch la Dawson ci ha confermato le date degli esami e so che se ti avessi
mandato un messaggio-statico non mi avresti mai risposto. Non pensavo di trovarti ancora in
questo stato... nottataccia? chiese con un sorrisetto ironico.
Mhf... non dire niente, stato un disastro. Avevo un'unica pirosfera e l'ho buttata via
facendo un buco nell'acqua. O meglio, in un Gigatt...
L'amica si sedette vicino a Zoe, completamente spalmata sul divano, con le gambe oltre lo
schienale.
Come sei messa col tuo progetto? continu l'altra chiudendo gli occhi, Hai finito di
prendere la scossa?
S! I miei braccialetti sono pronti... ment Flame, Ma non li ho qui. Non mi fido a girarci
per strada, non sono ancora del tutto stabili e a volte "perdono" elettricit se mossi
malamente...
Ah! Un problema da niente. la incalz l'amica.
I loro progetti erano molto diversi, figli di due elementi discordanti, come fuoco ed elettricit,
ma tutte e due si ritrovavano alle prese con gli stessi problemi.
L'ultimo anno di universit era sempre il pi tosto, per le "Potenze di...".
Questo, era l'aggettivo usato per definire quelle persone che possedevano un'energia
inconscia particolarmente accentuata dentro di s, individui che potenzialmente avevano un
elemento naturale di appartenenza, come l'acqua o l'aria, ma che non sempre erano in grado di
usare o accrescere durante la loro vita.
Zoe era una pirocinetica, in grado di controllare l'elementale fuoco, mentre Flame
l'elementale elettrico, legato alla luce.
La cosa pi curiosa, pensava ogni tanto Zoe, era che la sua amica si chiamasse Flame, quando
in realt era lei a controllare le fiamme.
Rimasero in silenzio sul divano per un po .
Impegnata nel sistemare il suo traballante cerchietto, Flame non si accorse subito che Zoe,
distrutta dalla sera prima, si stava riaddormentando, gocciolando dalla bocca sui cuscini del
divano.
Oh andiamo alzati! Dai dai, su su! Se avevi una sola pirosfera vuol dire che ne devi creare
assolutamente altre, gli esami si avvicinano! la spron l'amica.
Non ottenendo risposte comprensibili, ma solo una serie di rumori gutturali pi o meno
significativi, la prese per le caviglie, facendola rotolare gi dal divano.
Zoe si riscosse, stranamente piena di energia, andando in cucina per mangiare qualcosa prima
di dedicarsi a ci che pi l'appassionava: creare sfere di energia elementale di fuoco,
ribattezzate da lei stessa pirosfere.
Dopo essersi vestita e aver fatto colazione con l'amica, diede un'occhiata alla sveglia sulla
testa di Flame. Era mezzogiorno passato. Schioccando le dita, si diresse ringalluzzita nella sua
camera mentre Flame era ancora intenta a rimpinzarsi di toast.
Cosa faccio mentre "crei"? le chiese.
Beh, potresti guardare il genio in azione...
Oppure? la squadr l'amica.
Oppure... farti un giro per il mondo digitale col video, basta che non fai troppo rumore. Le
pirosfere sono particolarmente instabili quando si solidificano e alla minima vibrazione
potrebbero esplodere...
Scusa? Non hai un posto pi confortevole per questi esperimenti da piromane?
Nah... sono comoda in camera mia. tagli corto Zoe posizionandosi degli occhiali da
aviatore sulla fronte.
La sua camera da letto era molto disordinata, come la proprietaria daltronde. Una stanza di
cinque metri quadrati, abbastanza grande per farvi entrare un lettone a due piazze, ancora
sfatto, un paio di armadi alti quanto la parete ricoperti di poster e formule matematiche
incollate con nastro adesivo e una lunghissima scrivania, pi simile ad un tavolo da lavoro, sulla
quale erano sparsi libri aperti, strappati e scarabocchiati, vestiti sporchi di dubbia provenienza e,
not Flame, perfino un sandwich mezzo ammuffito sotto lo schermo del video touch-screen.
Con riluttanza si mise su una delle due sedie, prendendosi ovviamente la pi comoda, cosa che
non piacque affatto a Zoe, che borbott qualcosa alle sue spalle.
In quella stanza regnava il caos ovunque: solo sul pavimento Flame aveva contato tre paia di
mutandine e quattro magliette, una miriade di calzini sporchi e una macchia blu all'ingresso
della camera.
Non os chiedere la ragione di quell'ultima stranezza...
Cercando di non badare a tutto ci, rimanendo comunque crucciata e dubbiosa sullo stato di
salute della sua migliore amica, si distrasse quando sul video lampeggi l'accecante luce bianca
d'accensione. Con le mani inizi a muovere, ingrandire e spostare le icone che comparivano sulla
lastra di vetrunvite trasparente, sfiorandole appena con le dita. In breve, dimentic Zoe, intenta
a regolare gli ultimi valori della sua macchina, il condensatore di magia.
Il condensatore di magia era un ingegnoso strumento fornito dalla Fringe-Magic University a
tutti gli studenti dell'ultimo anno.
A differenza dei primi tre anni di scuola, dove a farla da padrona era la "concezione" di magia,
nell'ultimo anno si passava alla pratica vera e propria. Gli studenti, quindi, venivano muniti di
condensatore in modo da esercitare e sfruttare la propria energia spirituale, ancora acerba per
un amplificatore vero e proprio.
Tutti i macchinari erano tarati sul singolo individuo, poich ogni persona ha una propria
energia inconscia, diversa da quella di chiunque altro nell'universo.
Il condensatore di magia di Zoe, per esempio, consisteva in due poli dalla forma circolare,
grandi poco pi del palmo della mano. Sulla superficie esterna di ambedue, appositi fori
riconoscevano le impronte digitali della ragazza, attivando cos la risonanza fra i due estremi,
separati alla base da uno stabilizzatore in metallo.
A prima vista poteva ricordare una mola da tavolo per levigare il legno, ma meno ingombrante
e molto pi pericolosa. Un'esplosione accidentale, infatti, poteva distruggere l'intero quartiere.
Seduta all'altro lato della scrivania, Flame sembrava immersa nel suo mondo: leggeva articoli
su alcuni gruppi musicali, alternando le finestre con rapidi tocchi dei polpastrelli.
Zoe lanci un'ultima occhiata all'amica, sperando di poter lavorare con tranquillit al suo
progetto.
Prima di cominciare, si sistem i grossi occhiali da aviatore sugli occhi per evitare che qualsiasi
scintilla scoppiettante la colpisse, cosa molto frequente quando l'energia cominciava a fondersi
condensando gli elementi.
Mise la punta delle dita nei fori esterni, sentendo da subito un lieve senso di affaticamento,
segno che la macchina si era accesa e la stava privando di energia per poter avviare la
connessione fra i poli. A conferma di ci, un led rosso che correva lungo tutta la base del
condensatore si accese.
Come le era stato insegnato all'universit, per poter creare una connessione tra la sua energia
spirituale, sopita nel punto pi profondo dell'incoscio, e gli oggetti circostanti, qualsiasi essi
fossero, doveva sgombrare la mente il pi possibile, entrando in uno stato di trance, per
"sentire" l'energia scorrerle nelle vene.
Se in natura da ogni elemento pu esserne secreto un altro complementare, insegna la prima
legge di parascienza, ci non pu verificarsi con il suo opposto.
Dall'aria, per esempio, possibile sottrarre ossigeno, creando un fenomeno di combustione
delle particelle, oppure attenuare la condensazione di elettroni fra gli atomi e creare elettricit
o, ancora, assorbirne l'acqua.
Inversamente, non possibile dall'aria ricavare elementi di terra, come manipolare la
vegetazione o disgregare una montagna, in quanto non esiste in natura un collegamento diretto
fra queste due forze.
In parascienza, l'elemento opposto viene chiamato negazione, qualcosa che annulla appunto
una sostanza, essendone naturalmente contraria.
Zoe entr in trance...
Con gli occhi chiusi, rallent il suo respiro, lasciando che il corpo seguisse i battiti del suo
cuore. Sent un leggero formicolio sulla punta delle dita; un ruscello che, lentamente, conduceva
alla sua forza spirituale, quella che gli angeli chiamavano anima, si tramut in un fiume in piena
e flu da tutto il corpo verso l'alto, fino a cingerle le spalle. Una lieve scossa, impercettibile
esteriormente, scivol verso le braccia, protraendosi alle mani e poi alle dita fino ai polpastrelli,
per entrare infine nel condensatore.
Dai due poli spuntarono piccolissime scariche elettriche che nascevano e morivano nel giro di
millesimi di secondo. Queste poi scemavano, lasciando il posto a macchioline vermiglio, oro e
ambra nel centro del macchinario.
Alcune gocce di materia si raccolsero, sempre pi vicine, e da elementi separati quali erano
all'inizio, si accostarono, fondendosi fra loro e creando una piccola massa informe che girava su
se stessa, mutando continuamente.
Flame distolse lo sguardo dallo schermo del video nel momento in cui la massa si era
stabilizzata, almeno nella forma, in una sfera poco pi grande di una biglia.
Senza far rumore, si avvicin a Zoe, contemplando le bellissime sfumature dell'oggetto
fluttuante . Involontariamente, ebbe persino un gesto di stizza nel constatare che il suo progetto
non sarebbe mai stato esteticamente accattivante come quello dell'amica.
Alla base del macchinario il led rosso aveva cambiato colore, diventando di un bianco
fluorescente: la pirosfera era pronta, ma ci sarebbe voluto ancora un po di tempo perch si
stabilizzasse del tutto, amalgamando perfettamente i suoi componenti.
Uscita bruscamente dallo stato di trance, Zoe tolse le dita dai fori del condensatore per
asciugarsi la fronte, madida di sudore. Era la prima volta che si impegnava in quel modo per
creare una pirosfera di potenza maggiore alle precedenti e si sentiva accaldata dallo sforzo.
Non bisogna fare rumore. bisbigli guardando Flame, La materia precaria. Il minimo
stress e kaboom!
Si port un dito sulle labbra per enfatizzare la sua premura.
Tranquilla, so come funziona quel coso... le rispose Flame indicando il condensatore.
Unire gli elementi faticosissimo con quella caffettiera! aggiunse, pensando al suo
apparecchio, malridotto come quello dell'amica.
Inspirando profondamente, incrociarono gli sguardi e sorrisero. Sembrava funzionare tutto
alla perfezione.
La sfera era l, fluttuante a dieci centimetri dalla scrivania mentre girava con quel poco di forza
di inerzia rimastale dal trattamento. In breve, il marchingegno avrebbe finito di stabilizzarne gli
atomi.
Passarono alcuni minuti in silenzio.
Penso sia pronta adesso. esclam Zoe alzando una mano per invitare l'amica a darle il
cinque.
Bel lavoro, davvero bravissima! replic Flame alzando a sua volta il braccio.
Dandosi il cinque per, capirono di aver commesso un grave errore, perch la sfera trem
all'istante, spostandosi su e gi di qualche millimetro mentre la sottile superficie rossastra vibr,
ricordando uno stagno colpito da un sasso.
Le ragazze, colte dal panico si abbracciarono, guancia contro guancia, fissando con occhi
spalancati la sfera sul punto d'esplodere...
Quando le increspature finalmente cessarono, un riflesso lucente brill laddove la luce colpiva
la sfera. Sembrava finalmente pronta, pens Zoe, quella dannata biglia di fuoco DOVEVA essersi
stabilizzata. Per sicurezza, passarono altri cinque minuti senza muovere un muscolo,
trattenendo perfino il respiro.
Infine, la luce bianca alla base del condensatore si spense e le due si lasciarono un po andare.
Zoe si stiracchi sulla sedia mentre Flame si alz per sgranchirsi le gambe.
Le due, tuttavia, non avrebbero mai potuto prevedere ci che accadde un secondo dopo,
quando Day rientr.
SONO A CASA... ZOEEE!
Boooom !!!!
L'intero quartiere venne sconquassato dall'esplosione, con stormi di uccelli che si levarono al
cielo, scappando terrorizzati. Una gigantesca bolla di polvere venne lanciata in strada,
spargendo detriti ovunque e i lampioni vennero piegati dall'onda d'urto fino a spezzarsi.
Della disordinata camera di Zoe rimase ben poco.
Lo scoppio fu tale che la parete alla quale era appoggiata la scrivania con sopra il
condensatore si disintegr, sputando schegge, vetri e pezzi di ferro oltre il giardinetto esterno
dell'abitazione.
Il letto era letteralmente vaporizzato, con piume d'oca dell'imbottitura dei cuscini che dal
soffitto piovevano dolcemente, come una lieve nevicata fuori stagione. Gli armadi erano
inceneriti, cos come i vestiti sul pavimento. Solo un'anta del guardaroba era sopravvissuta, ma
era tutta nera e un angolo stava ancora bruciando. Niente era rimasto, invece, del video,
originariamente a fianco del condensatore, quello s ancora integro e praticamente illeso.
Gli ingegneri della Haccam, l'azienda produttrice dei macchinari, erano ben consci di cosa
sarebbe successo ai loro prodotti e li avevano ricoperti con vetrunvite proveniente da DownTown, il materiale pi resistente in natura.
Precipitatasi nella stanza, Day non si accorse nemmeno di Flame, i cui piedi sporgevano da
quel poco che rimaneva del materasso e si avvicin a Zoe, ancora di spalle. Sembrava illesa,
eccetto qualche livido su braccia e gambe.
La ragazza si gir lentamente. Aveva il volto completamente annerito, sporco di fuliggine, gli
occhiali da aviatore lerci e le lenti appannate dal calore.
Zoe stai bene? fu l'unica cosa che riusc a chiedere Day, allo stesso tempo preoccupata e
mortificata per il disastro che aveva involontariamente scatenato.
In tutta risposta, la pirocinetica toss una nuvoletta di fumo nero, tentando di riappiattire i
capelli strinati e piegati a raggiera, non pi rossi ma di un marrone scuro.
Credo di s... Sai che c'? Sono stufa di esplosioni casuali. Da grande voglio fare la scrittrice...
Niente scienza, niente magia. Solo io, una barchetta in mezzo al mare, una penna e dei foglietti,
ma soprattutto tanto alcol...
Il tramonto cal sulla citt di Peach-City. Day sorresse una malferma Flame sino al cancello di
casa sua, togliendole capelli bruciacchiati e gomitoli di polvere dalle spalle, aiutando la ragazza,
ancora intontita. Zoppicava malamente, quasi saltellando e quel poco che rimaneva della sveglia
sul cerchietto erano un paio di lancette piegate a semicerchio. Percorrendo il vialetto
dell'abitazione, Flame non si gir neppure per salutare Day: apr semplicemente la porta ed
controllare la dannata magia. Se potessi andare all'esame e dire: Ehi sono una potenziale
pirocinetica bombarola! fidati, lo farei, ma credo che non sarebbe molto appropriato...
Scoraggiata, prese l'ultimo granchio, fregandolo a Day per un soffio.
Ingorda! la bacchet l'altra, Ascolta Zoe... Se un giorno vorrai accompagnarmi nei viaggi
che faccio per Anthony, devi imparare a controllare le tue biglie da piromane...
Il suo sguardo si fece molto serio, Hai sentito della Cattedrale? Quella vicino a Rilaimer,
intendo?
Ah, s... Ce ne ha parlato la nostra professoressa di storia antica all'universit. A quanto ho
capito, piena di cimeli inestimabili. Perch me lo chiedi? Anthony andr a vederla?
S... parte domani mattina. Dice che quella Cattedrale era un avamposto militare nostro;
degli angeli voglio dire. Ci saranno sicuramente delle armi da qualche parte. Se quell'edificio
ancora in piedi dopo mille anni, potrebbe avere qualcosa di mio...
Il suo viso si era fatto pensieroso, ma Zoe non capiva cosa potesse esserci di valore in quel
posto sperduto tra le dune per Day. Anche vi fosse stato un arsenale intero dell'esercito angelico
vecchio di secoli, cosa pensava di trovare l?
Conosceva Day da tre anni e non ignorava del tutto il suo passato, anzi, conosceva meglio di
qualunque storico sulla faccia della Terra cosa fossero veramente gli angeli di un tempo, anche
meglio della maggior parte dei loro discendenti.
L'amica le aveva raccontato molte cose del suo passato e non si stupiva che vi fossero oggetti
antichi di cui solo Day conosceva l'esistenza. Anzi, fu proprio quello il motivo che la spinse a
raccomandarla ad Anthony, amico fraterno del padre.
Al primo sguardo, Day riusciva a riconoscere un'arma, il modello e a volte la datazione precisa,
cosa che di norma avrebbe portato a giorni e giorni di studio sui materiali, la loro usura, la loro
attendibilit storica e via dicendo.
Anthony naturalmente conosceva solo parte della storia, ma fu talmente colpito dalle
competenze dell'angelo che la assunse subito. La persona giusta al posto giusto, si era detto,
senza indagare oltre.
Uscendo dall'empasse emotivo nella quale era caduta, Day alz lo sguardo, notando uno
zeppelin nero nel cielo. Insolito che un mezzo cos ingombrante volasse sopra una citt, le
piattaforme di atterraggio per i velivoli venivano costruite lontano dai centri abitati, per evitare
problemi in caso di guasto a mezz'aria. Scroll le spalle, indifferente. Poi, titubante, lanci
un'occhiata a Zoe.
Dove pensi di dormire stanotte?
Beh... cara sorellona, visto che la tua camera ancora integra e visto che in fondo
l'esplosione stata colpa tua, credo proprio tu mi debba un favore... sul volto di Zoe
comparve un sorrisetto supplichevole, con una punta di perversione che non sfugg alla sua
coinquilina.
Solo per stanotte! Da domani dormi sul divano finch non facciamo sistemare questo
casino.
Ok, ok. So che non vedi l'ora di passere la notte assieme! esult Zoe abbracciandola.
Si allontanarono dal muro devastato lasciato a cielo aperto, senza per accorgersi che
qualcuno, in quello strano zeppelin nero alto nel cielo, le aveva viste e fotografate,
identificandole.
Zoe si svegli di soprassalto, con un gemito. Si scopr tremante nel momento in cui port le
mani al viso per stropicciarsi gli occhi. Aveva avuto un incubo, ma non ricordava nulla; le era
rimasto solo un'inquietante sensazione sotto pelle, qualcosa di viscoso e irreale allo stesso
tempo.
Fece scivolare la mano sotto le coperte, in cerca di Day. Era sola nel letto, l'angelo doveva
essere gi andata al lavoro, pens alzandosi.
Scrocchiandosi la schiena, guard di traverso la sveglia sul comodino, un piccolo rettangolo in
vetro lucido, con fluorescenti numeri rosa. Al primo sguardo non si accorse di nulla, troppo
impegnata a godersi quel dolce istante nel quale contempli la vita, l'universo e tutto quanto. Ad
una seconda occhiata, per, un urlo le si strozz in gola.
L'orologio segnava le nove e venti! Non sarebbe mai arrivata all'universit in tempo per la
prima lezione!
Presa dal panico, inizi un curioso balletto che la vedeva correre alla rinfusa per casa, prima in
cucina e poi in bagno, mangiando un toast sotto la doccia. Lo sput, schifata, non appena il pane
divenne molle e zuppo d'acqua.
Si lanci nell'armadio di Day, indossando i vestiti dell'amica, gli unici sopravvissuti
all'esplosione e cerc di sistemarsi i capelli alla meglio, optando infine per un elastico, sempre
dell'angelo, lasciando che la frangetta, ancora umida, si incollasse alla fronte.
In quel che rimaneva della sua stanza cerc lo zaino e la tessera per entrare a scuola, una carta
magnetica che identificava il personale scolastico e gli alunni. Per il primo dovette ribaltare un
ammasso di legna bruciata, i resti fuligginosi dell'armadio, mentre non riusc a trovare la tessera.
Rovist fra le ceneri di fogli sparsi sul pavimento e vestiti laceri, quando si ricord di averla
lasciata sul mobiletto vicino alla porta d'ingresso.
Si dette una pacca sulla fronte, dandosi dell'idiota e si rimise in sesto.
Peach-City era una citt piccola e, tranne che per i quartieri nuovi e un paio di piazze, si
diramava in strette viuzze e quartieri ammassati. Non c'erano strade per automobili o autobus,
solo mezzi poco ingombranti come gli scooter a levitazione erano ammessi a circolare per le vie
del centro, ma le persone generalmente optavano per spostarsi a piedi tra i vicoli della
cittadella.
Zoe si fiond nel parcheggio dove aveva lasciato il suo scooter, ma non lo trov. La base
metallica su cui poggiava il motorino non era stato forzato, quindi non poteva esser stato
rubato. Capendo cosa fosse successo, Zoe maledisse quella pigrona di Day per averla lasciata a
piedi e si lanci in una corsa sfrenata verso la zona nuova della citt, in direzione della scuola
nella parte opposta alla sua abitazione.
Percorse velocemente la strada principale del quartiere Cranberry, passando sotto l'enorme
insegna fluttuante con scritto 14), ovvero il numero del sobborgo nel quale viveva e svolt a
sinistra, verso la piazza principale.
Ci vollero cinque minuti per raggiungerla, scavalcando di gran carriera cassette di legno e
scatoloni vuoti poco prima di imboccarla. Una volta entratavi, le si par davanti uno scenario
caotico. Gente che gridava a casaccio, bambini strillanti che correvano ovunque e un sacco di
tendoni colorati a perdita d'occhio; mille odori si insinuarono nel suo naso, cogliendola
impreparata.
Porca... Mi mancava solo il fottuto mercato! esclam.
Un'anziana signora la guard torva. Lei ricambi con una linguaccia e si fece forza, ripartendo.
Per raggiungere la scuola, avrebbe dovuto forzatamente passare dall'agor, perch le altre
strade erano troppo tortuose e le capitava spesso di perdersi dopo poche svolte.
Nonostante abitasse a P-C da tre anni, non l'aveva ancora visitata tutta!
Lanciandosi nel grande spiazzo occupato dalle bancarelle, fu costretta ad uno slalom degno del
miglior atleta...
Il primo ostacolo fu un carretto di legno in mezzo a due correnti di persone che marciavano
rumorosamente in senso opposto fra loro. Salt sul bordo del barroccio, rischiando di rompersi
una caviglia quando il legno cedette sotto il suo slancio. Atterrata sana e salva, riprese la marcia,
trovandosi in mezzo ad alcuni bambini che giocavano a lanciarsi una palla, correndo e gridando
come ossessi.
Venne colpita alla nuca, perdendo l'equilibrio e inciamp in una mattonella della piazza,
ruzzolando goffamente a terra. I bambini, preoccupati, si raggrupparono attorno a Zoe, stesa
immobile al suolo, per accertarsi delle sue condizioni.
Lei si alz di scatto con il fuoco nelle vene, Piccoli bastardi! Ve la do io la vostra maledetta
palla! grid.
Fuori di s afferr la sfera e la calci pi forte che pot in aria. Questa scompar dietro le case
che circondavano la piazza, lasciando i ragazzini esterrefatti. Un paio di loro cominciarono
persino a piangere, scioccati. Quelli pi grandi, invece, le gridarono una serie di insulti,
fortunatamente inascoltati.
Era gi lontana, quando ebbe un altro inconveniente...
Davanti a lei non c'erano pi strade! Le bancarelle e le tende avevano occupato tutto lo spazio
sul suo cammino. Colta dalla disperazione, si gett sul tavolo di una chiosco di zucchero filato.
Rotolando sulla superficie metallica, atterr dall'altro lato con una dolce nuvoletta rosa sulla
schiena.
Il proprietario tent invano di protestare per l'assalto subito, ma si discolp candidamente.
Mi scusi, sono in ritardo! gracchi voltandosi indietro.
Il perimetro della piazza era molto vasto, ma non infinito. Quando Zoe vide alla sua sinistra i
riflessi azzurri del fiume Doce, cap di essere vicina al ponte che portava alla piccola piazza del
Ministero, nella zona nuova.
A conferma di ci, all'orizzonte comparvero le immense colonne di granito. Aveva superato
incolume la piazza e il suo mercato!
Percorse parte del ponte in bilico, correndo lungo il muretto che dava sull'acqua per evitare la
moltitudine di gente ammassatasi, col rischio di finire in acqua ad ogni passo.
Afferr premurosamente lo zaino che teneva sulle spalle per accertarsi che non cadesse di
sotto ed ebbe un'altra amara sorpresa: era... aperto!
Si ferm all'istante, incredula. Tutto ci che conteneva, dal costosissimo libro di fisica
elementale alle sue bozze matematiche sull'utilizzo della magia, oltre agli appunti di parascienza erano spariti.
L'unico oggetto ancora in suo possesso era la tessera magnetica, nella tasca dei pantaloni. Il
resto del materiale scolastico era scivolato fuori mentre correva.
Affranta, si aggrapp al muretto del ponte, guardando in basso. Vide alcuni fogli galleggiare,
trasportati dalle calme acque del letto del fiume.
Le frasi che uscirono dalla sua bocca non sono ripetibili, basti sapere che tutte le persone sul
ponte e al limitare della piazza smisero di fare quello che stavano facendo per guardarla,
sbigottite.
Una lacrima di frustrazione le scese sul volto. Ma non voleva, non poteva fermarsi. La scuola
era vicino e per nulla al mondo avrebbe saltato le ultime lezioni prima degli esami di fine anno.
Ingoi il rospo, scosse le spalle e riprese a correre.
La fiumana di gente davanti a lei si apr a ventaglio, permettendole di passare; tutti sconvolti
dal fulmine rosso che sfrecciava in mezzo a loro.
Giunta sotto il Ministero, ebbe un altro fremito, sentendosi svuotata da ogni energia. La scuola
distava circa settecento metri, meno di cinque minuti, ma la rabbia che aveva in corpo era tale
da non riuscire a controllarsi. Camminando velocemente ripet il copione di poco prima. Si
disinteress completamente persino delle guardie della Madama, pronte ad ammonirla.
Queste si fecero avanti belligeranti, ma si ritrassero vedendo l'ira nei suoi occhi.
In momenti di forte rabbia, quando l'energia inconscia prendeva il sopravvento, gli occhi di
Zoe perdevano il loro colore naturale, nocciola chiaro con striature di giallo verso l'iride, per
assumere un lieve color cremisi, simile a quelli di una bestia demoniaca.
Tutto merito del suo essere "Potenza di..."
Fece lunghi, profondi respiri, cercando nell'intimo qualcosa di tranquillizzante. Trov conforto
solo quando vide passare sopra di lei uno stormo di uccelli, dei Lorius Iory per la precisione, una
particolarissima tipologia di pappagalli molto diffusa in quella zona. Vedeva spesso quelle
coloratissime ali, specialmente in tarda primavera.
Lo stormo sorvol prima le cime del Ministero e poi si perse nell'azzurro del cielo: una sorta di
nuvola arcobaleno che la metteva sempre a suo agio.
Ormai calma, si guard attorno per capire la direzione da prendere e riprese la sua corsa,
verso la parte nuova della citt, dove si trovava la sede della Fringe-Magic University.
La zona nuova della citt di Peach-City era stata costruita al termine della Grande Guerra.
Fino al conflitto, prima che la citt fosse rasa al suolo, era nota come una dei pi importanti
porti nautici e aerei del mondo.
Quando gli angeli persero la guerra, ci che rimase di P-C fu solamente la zona vecchia, dove
Zoe abitava. Solo una decina di quartieri, infatti, sopravvissero alla battaglia. Tutto il resto venne
ricostruito dal Ministero nella zona del nuovo porto, pi piccolo e a forma di L, seguendo il
naturale corso della costa sulla quale la citt si affacciava.
In mezzo a questi due punti vitali per la vita della cittadella vennero creati nuovi quartieri,
diversi dai precedenti.
Sin dalla loro concezione, avrebbero dovuto risultare molto appariscenti ed attrarre famiglie
La ragazza, fin dalla pi tenera et, si era sempre dimostrata caratterialmente molto testarda e
difficilmente seguiva ci che le veniva imposto. Stremata da ore di test, in cui l'avevano
sottoposta ad esercizi psicofisici e strambi disegni a cui doveva dare spiegazioni, non volle pi
continuare.
Il medico che l'aveva in custodia, un giovane ricercatore alle prime armi, era poco avvezzo a
ragazzini capricciosi, perch la maggior parte di loro rimaneva intimiditi dai camici, dalle
apparecchiature elettroniche e da tutti quegli strani cavi appesi ai loro corpi.
Flame, al contrario, era molto ostinata e, dopo diversi tentativi per spronarla (alcuni poco
consolanti nei riguardi di un bambino), la piccola entr in trance per la prima volta, scaricando
una fortissima onda elettrica che part dal suo corpo, sfogandosi sulle costose apparecchiature
alle spalle del medico. Non solo lo stanzino e il corridoio, ma tutto l'edificio nella quale si
trovavano rimase al buio per diversi minuti a causa sua.
L'immagine che rimase per sempre nella mente del giovane medico, spingendolo a cambiar
professione, furono gli spettacolari occhi di Flame che al buio erano diventati bianchi, quasi
fluorescenti, con la pupilla e il sottile bordo che contornava l'iride neri.
Quando gli esperimenti nella scuola primaria di Ataris terminarono, solo Zoe e Flame
presentarono un "Potenziale di..." notevole e venne consigliato alle famiglie di rivolgersi ad
istituti specializzati in grado di insegnare e amplificare questo potere inconscio.
L'ultima tappa di questo lungo cammino era la Fringe-Magic University, una delle migliori
scuole al mondo per lo sfruttamento delle potenzialit interiori.
Zoe fece di corsa gli ultimi metri di ciottolato che portavano all'ingresso dell'edificio. Inserendo
la tessera magnetica all'interno di un lettore d'identit digitale la porta si apr.
Alz lo sguardo al grande orologio della hall per accertarsi che fosse ancora in tempo alla
prima lezione. Segnava le dieci e un quarto! La lezione della professoressa Dawson era
cominciata da poco, non poteva perdersela assolutamente!
Miss Dawson era la nuova insegnante di archeologia forense, una validissima studiosa di testi
antichi, cultura angelica e, appunto, archeologia. Era inoltre una Potenza di... di invidiabile
caratura.
Da molti "addetti ai lavori", Lima Dawson rappresentava la pi importante conoscitrice di
storia angelica su tutto il pianeta, una vera e propria fonte inesauribile di nozioni ormai perdute.
Aveva decifrato leggende vecchie di secoli, tradotto nella lingua odierna i pochissimi libri e
scritti pervenuti, antichi di migliaia di anni, studiando il linguaggio dei Primi Popoli, ora in disuso
e dimenticato da secoli.
Sapeva tutto, o quasi, sugli usi e i costumi del popolo pi potente che il mondo avesse mai
visto ed era un onore e un privilegio assistere alle sue lezioni.
Dal canto suo, Zoe poteva segretamente contare sulle testimonianze di Day e lei stessa era
una grande conoscitrice di storia antica; ciononostante era affamata di sapere.
Sentendosi ancora pi stimolata dal poter assistere alle nuova lezione della Dawson, la ragazza
si fece forza e prosegu. Sal furiosamente le scale dal piano terra fino al secondo piano,
scansando e spingendo gli altri studenti che si trovavano sui gradini.
Gir a destra, imboccando il lungo corridoio che portava all'aula designata per la lezione e,
scorrendo velocemente le targhette sulle porte, trov infine l'aula della professoressa Dawson:
aula 7b, storia antica.
Si ferm davanti alla porta scorrevole, cercando di ricomporsi. Trasse un profondo respiro di
incoraggiamento ed entr in classe.
Zoe Archontia, ce l'hai fatta per un pelo, rossa! Stavo giusto per segnare la tua assenza.
l'accolse la Dawson, guardandola da capo a piedi con un sorrisetto benevolo.
Zoe si scus per il ritardo e silenziosamente sal i gradini dell'aula magna. Flame la invit a
sedersi vicino a lei con un cenno della mano e la rossa si lascio sprofondare nella panca di
legno di fianco all'amica. Nel poggiare il sedere sul legno si sent stremata, sudata al punto da
essere strizzata come una spugna e con il fiato ancora corto.
Che fine hai fatto? chiese una rediviva Flame.
La sveglia... tardi... uff... che corsa. Ho perso tutti i miei appunti... rispose sconsolata Zoe.
Questo perch sei una ritardata! disse una voce da dietro le sue spalle.
Si gir infuriata, guardando una fila pi in alto. L'epiteto proveniva da Sean Flawerty, il
fidanzato di Flame, anche lui una "Potenza di..." legata all'elemento elettrico.
Un ragazzo magro, sul metro e novanta, con capelli neri mossi e degli occhialoni da talpa.
Non le piaceva molto, perch da quando la sua migliore amica e Sean avevano iniziato a
frequentarsi, Zoe sembrava passata in secondo piano nella vita di Flame e questo la infastidiva
parecchio. Inoltre, lui era un cretino di prim'ordine.
Con un Q.I. di centonovantacinque, Sean era lo studente pi brillante dell'intera scuola, con
una media voti rasente la perfezione. Il tipico secchione, lo scherniva sempre Zoe.
In realt, era molto pi di un semplice cervellone...
Il padre del ragazzo, Edward Jones Flawerty, era un potente uomo politico del Ministero di
Arlandria, la citt dei ghiacci, capitale della regione da cui proveniva Sean, il continente Est.
L'influenza del genitore, permise al ragazzo di entrare alla Fringe-Magic University senza
nessun tipo di test pre-attitudinale, necessario per essere ammessi alla facolt.
I test duravano alcune settimane e determinavano i progressi fatti dai ragazzi in et
adolescenziale, per escludere quelli meno progrediti nel controllo delle proprie abilit nel corso
degli anni.
Le stesse Zoe e Flame fecero una serie di prove, molto simili a quelle svolte da bambine ad
Ataris, e i loro progressi vennero ritenuti "altamente soddisfacenti" dalla F-M University, tanto
da guadagnarsi delle borse di studio valide il primo anno accademico.
Sean li salt, venendo accettato immediatamente, dopo che il padre pag la commissione che
gestiva le ammissioni alla scuola.
Dalle potenzialit inconsce indiscutibili, il ragazzo dimostrava per la sua arroganza nei
confronti dei compagni e ostentava un atteggiamento ribelle anche con i professori, non ultima
la professoressa Dawson, rea di essere un'esperta in una materia particolarmente sentita
come storia angelica.
Oggi, ragazzi, parliamo della Cattedrale... esord l'insegnante.
Una grande ellisse di vetro trasparente scese dal soffitto, per posarsi lentamente sul
pavimento dietro alla Dawson.
Sullo schermo apparvero alcune immagini, tra cui una mappa topografica del continente Nord,
con un angolo occupato dalla citt di Rilaimer e un puntino rosso al centro del deserto che si
estendeva su tutto il disegno.
Questa che vedete nell'angolo alto una parte della citt-stato di Rilaimer. La Cattedrale
stata ritrovata a circa cinquanta miglia dal centro abitato. La struttura si perfettamente
conservata grazie alla sabbia che l'ha ricoperta per secoli. Conosciamo tutti il fato di questi
avamposti militari, saccheggiati e demoliti al termine della Guerra; dopo il terremoto di qualche
mese fa, tuttavia, la parte superiore di questa Cattedrale riemersa dalle dune.
Come potete notare dalle prime fotografie aeree a raggi X, la sabbia ha semplicemente
coperto e mantenuto l'intera struttura integra. Pochissimi sono stati gli effetti erosivi,
Ah che palle. Mi sono rotto di dover essere IO a fare lezione ai miei compagni. Me ne
vado.
Scese gli scalini, fra lo sbigottimento generale, dirigendosi verso la porta scorrevole e
passando accanto alla professoressa Dawson.
Gli sguardi dei due si incrociarono per un istante, sufficiente al giovane Flawerty per capire
l'errore commesso nell'umiliare a tal punto la sua insegnante.
Lei lo fiss, raggelata dal commento di poco prima, pallida come un fantasma e con il vuoto
negli azzurrissimi occhi dietro gli occhiali.
Ci vediamo alla prossima lezione... sogghign lui, superandola.
Apr la porta ed usc.
L'intera classe guard la professoressa, in religioso silenzio.
La donna era immobile, al centro dell'aula, mortificata e incapace di reagire a un ragazzo
troppo intelligente per essere messo alle strette verbalmente. Era stata umiliata da un ricco
figlio di pap, per giunta nella sua aula, durante la sua lezione!
Cosa sarebbe successo, una volta che la notizia si fosse diffusa?
Sent venir meno la fiducia dei suoi alunni e ancor pi la propria fiducia in se stessa. Si sent
perfino privata della sua conoscenza.
Il tailleur gessato che portava ondul leggermente; la gonna si mosse di qualche centimetro e
il collo della giacca si scompose appena. Attorno alla sua figura sembr manifestarsi un piccolo
mulinello d'aria, che le partiva dalla punta dei piedi fino allo chignon che le racchiudeva i biondi
capelli.
La potenzialit inconscia della signorina Dawson non si manifestava da anni ormai, tanto che
lei stessa aveva pensato pi volte di averne perso l'istinto interiore. Ora era tornata,
furiosamente...
Spinse le braccia in avanti come un automa e il piccolo turbine d'aria che le scorreva lungo il
corpo si trasform in un impetuoso fiume trasparente che sradic tutto quello che si trovava sul
suo cammino.
La pesante porta scorrevole venne disarcionata e scaraventata nel corridoio contro le lastre di
vetrunvite, che crepitarono, senza rompersi, trascinando con loro parte dell'armatura in metallo
che le sosteneva. I tiranti cedettero, spezzandosi, e perfino le lastre di marmo bianco furono
scagliate fuori dalla scuola a tutta forza da quella massa violentissima di aria, precipitando nel
giardino sottostante l'agor.
Lo schianto dei detriti fu tremendo e tutta la scuola trem per alcuni secondi.
Si sentirono alcune grida di panico dai diversi piani dell'edificio e gli alunni della classe 7b si
abbarbicarono tutti nell'angolo opposto della stanza, schiacciandosi gli uni sugli altri,
terrorizzati.
Gli oggetti meno pesanti, come fogli, penne e libri volarono ovunque, ricadendo alla rinfusa
sul pavimento e conficcandosi nel legno dei tavoli.
Quando la furia della Dawson si esaur, la stanza sembrava un campo di battaglia, scosso
dall'impeto di uno scontro fra titani.
Distese le braccia lungo i fianchi, stremata per lo sforzo e abbass il capo, colpevole.
Oh... Scusate. riusc a dire, dando le spalle ai propri studenti, Scusate...
Si incammin mestamente verso quello che rimaneva della parete affacciata al corridoio, ma si
ferm immediatamente, rialzando la testa al suono che proveniva alle sue spalle.
Zoe stava applaudendo. E cos anche Flame e la maggior parte dei loro compagni.
E' stata grande prof! gli url uno.
Ha la forza di un esercito intero! esclam un altro.
Zoe le si avvicin, un po timorosa, ma con lo sguardo raggiante.
Lei... lei eccezionale, Miss Dawson! Come diavolo ci riuscita? Come riesce a controllare la
sua energia spirituale cos bene?
Le mise una mano sulla spalla, accorgendosi che la donna tremava come un pulcino.
Me lo insegna? chiese festante.
Che... che cosa? biascic la Dawson stralunata.
Voglio che mi insegni a usare la magia come ha appena fatto lei!
Le sorrise calorosamente, pregustando il controllo di quello stesso potere.
La professoressa si calm, riacquistando un po di colore in volto.
S anche a me! aggiunse Flame Anche a me deve insegnare quella magia!
Pure a noi allora! esclamarono gli altri studenti in coro.
L'insegnante si guard attorno confusa, mai avrebbe pensato di attirare i suoi studenti in quel
modo.
Ehm s... posso provarci. Ma non cos semplice... e poi, questo casino... cos'ho fatto? si
rese conto alla fine, cominciando a singhiozzare.
Non si preoccupi, professoressa Dawson, diremo che stato un semplice esperimento
andato storto. Come al solito! Lei nuova in questa scuola, ma di esplosioni ne abbiamo in
continuazione la rassicur Zoe, consapevole della frequenza con la quale certi "incidenti" si
verificavano nell'ateneo.
Quel cretino di Flawerty ha come unica capacit quella di far impazzire le persone, solo un
buffone...
A proposito, dov' Flawerty? Qualcuno lo cerchi! cadde in ginocchio la donna.
Un ragazzo, corso in corridoio per ammirare il potere di Miss Dawson, la tranquillizz. L'ho
trovato... Sta bene, solo qualche graffio, nulla di serio.
Zoe alz il pollice annuendo e torn sulla professoressa, Allora?
Ma cosa dir al direttore? Mi licenzier in tronco e sar consegnata alla Madama del
Ministero! guard Zoe piangendo, La mia vita, ho appena bruciato la mia vita...
Zoe la consol con un dolcissimo sorriso, tendendole le braccia per stringerla a s.
Come le ho gi detto, queste cose alla Fringe-Magic University succedono di continuo. Non si
preoccupi, questa solo la prima di tante altre esplosioni!
Capitolo 4 - L'Arcangelo
Il sole stava calando dolcemente oltre le colline di Redwood, portando le ombre ad allungarsi
sulla citt.
Scivolava placidamente il fiume Doce e, scorrendo lungo i canali cittadini, assumeva sfumature
color verde smeraldo mentre gli ultimi lampi di luce del giorno sferzavano la superficie
dell'acqua. Day stava camminando sul lungo ponte verso la piazza principale, quando vide quei
curiosi riflessi, simili a piccoli fuocherelli nella notte. Scomparivano e riaffioravano di continuo,
seguendo l'andamento della corrente.
Era stata una giornata intensa per lei: Anthony era andato nel continente Nord qualche giorno
prima, pi precisamente nella citt di Rilaimer, per fare alcune "compere", come le chiamava lui.
Nel frattempo, lasciata sola al negozietto, la ragazza si era dedicata alle pulizie e ad un
meticoloso inventario di tutti gli oggetti presenti nel negozio, oltre trecento pezzi di rarissima
fattura provenienti da tutto il mondo, per lo pi dal popolo angelico. Anthony sarebbe tornato il
giorno seguente, con vecchi oggetti e armi da ripulire, sistemare e catalogare, cosa che a Day
veniva quasi spontaneamente.
Conosceva perfettamente tutte le armi recuperate in ogni parte del globo appartenute alla sua
gente.
La Cattedrale nel deserto, l'antico edificio angelico riportato alla luce qualche mese prima,
invece, era finalmente visitabile. Non dal pubblico ovviamente, ma dai Ministeri. Dopo mesi di
studi archeologici, prospettive a raggi X e catalogazione dei reperti pi importanti, i reggenti
delle citt erano stati invitati a visitare ed acquistare, in caso vi fosse qualcosa di loro gusto,
qualsiasi frammento della gloriosa storia di Lejia.
Anthony Deprouix, capo di Day, non era parte integrante del Ministero di P-C, ma i rettori della
citt erano ben lieti di accoglierlo a braccia aperte ogni qual volta vi fosse un'importante
scoperta archeologica, data la sua caratura come esperto di attrezzature belliche antiche.
Quale massimo dotto di tutto il continente Centrale, Anthony viaggiava spesso in tutta la
regione; a volte da solo, altre portando l'angelo con s.
Questo irritava particolarmente il Ministero di Peach-City, perch nessun angelo era ben
accetto fra gli alti Ministeri della Terra, e sovente avevano tentato di dissuadere il non pi
giovane armiere dal presentarsi con una ragazza dai capelli argentei.
Lui non sentiva ragioni, comunque. Day era la vera esperta tra i due e vedere l'imbarazzo delle
massime autorit della sua citt, quando presentavano un angelo alle cerimonie di alto
lignaggio, era la cosa che pi lo divertiva.
Sempre pi spesso, il Signor Deprouix, come lo chiamava rispettosamente Day, inviava proprio
lei per verificare gli scavi rinvenuti di recente, iniziando le difficili trattative per strappare i pezzi
pi pregiati ad altri avidi collezionisti, soprattutto i nobili del continente Ovest, gli Hamler, una
rinomata famiglia di spocchiosi affaristi, golosi di cimeli, incapaci di riconoscere spade d'assalto
da coltelli da cucina.
La ragazza apprezzava questo speciale trattamento che le riservava Anthony. A differenza del
resto del mondo, lui e Zoe la consideravano al loro stesso livello, non un cittadino di razza
inferiore.
Inoltre, amava viaggiare, sin da quando era bambina.
Nei ricordi della sua infanzia infatti, come posto pi caro non aveva la sua terra, l'isola del
cielo, ma la White-Blood, l'aeronave di suo padre, con la quale presenziava dinanzi ai Ministeri di
tutto il mondo.
A volte, chiudendo gli occhi, la vedeva; l'immensa carena bianca con incavi e striature di
metallo rosso fuoco mentre fluttuava silenziosamente tra le nuvole, in un oceano sempre
azzurro.
La sua passione per i viaggi era divenuta anche una sorta di lavoro. In quanto arcangelo,
infatti, il suo compito era di reprimere le guerre innescate sulla Terra e mantenere la pace nelle
terre sottostanti, spostandosi di citt in citt a bordo della sua aeronave.
La famigerata "Arrow of the Sun" era una vera perla nel suo genere.
Ancora oggi, ricordava come per giorni interi si intrufolasse di nascosto nelle fenditure delle
colonne portanti in metallo del grande hangar di Lejia, l'unico complesso dell'isola a fianco del
porto aero-navale della citt adibito alla costruzione di navi volanti.
Costruita dai carpentieri angelici in concomitanza col suo sedicesimo compleanno, la ragazza
rimaneva ore accucciata dietro casse di legno e imballaggi, osservando gli operai sistemare lo
spesso scheletro in acciaio, proveniente dal continente Ovest della terra ferma.
Finch un giorno, non vedendola pi tornare a casa, la madre and a cercarla, trovandola
rannicchiata dietro una pila di lunghe travi di metallo, sporca dalla testa ai piedi come un gatto
randagio.
Come sua madre avesse scoperto quel nascondiglio, Day non lo cap mai; probabilmente uno
degli operai l'aveva vista entrare ma non uscire dall'hangar. Perch, a dispetto della cautela con
la quale si intrufolava all'interno del padiglione, veniva sempre scoperta da qualche saldatore o
caposquadra che salutandola, la metteva tremendamente in imbarazzo.
Sua madre quella volta non la sgrid, anzi, la accompagn spesso a vedere la sua grande nave
prendere vita, giorno dopo giorno, sotto i suoi violetti occhi curiosi.
Anche la madre di Day era stata un arcangelo: Metra "della tempesta", la chiamavano i suoi
sottoposti, perch era in grado di modificare l'atmosfera sul campo di battaglia a suo
piacimento, scatenando tempeste di fulmini per poi impadronirsene e bruciare l'aria sino a
comandarne le fiamme. Una vera e propria forza della natura!
Quando rimase incinta di Day, per, il marito non permise alla consorte di continuare a
combattere e lei fu costretta a lasciare il suo fregio di arcangelo ad altri pretendenti.
Dai viali alberati in porfido scarlatto penzolavano lunghi strascichi di seta con i colori delle
famiglie nobili, mentre agli angoli di ogni piazzetta scendevano delicati panneggi rosa e bianchi,
colori della dinastia Ialin, la famiglia che al tempo guidava Lejia.
Dalle tettoie pi prominenti e appese fra un palazzo e l'altro, centinaia di lanterne di carta di
riso sfoggiavano forme sgargianti, dando la sensazione di poterle toccare allungando le dita e,
allo scoccare della mezzanotte, col nuovo giorno alle porte, venivano innalzate al cielo migliaia
di lanterne volanti, che salivano attraverso le fessure tra i tendaggi perdendosi nel cuore della
notte...
Nel momento in cui apr gli occhi, nella penombra della sua stanza, Day riusc a fatica a
trattenersi dal correre al porto aeronautico per vedere la sua nave, finalmente pronta. Appena
mise i piedi gi dal letto, le porte della camera furono spalancate violentemente e in un battito
di ciglia un intero "esercito" di ancelle del Palazzo Reale entr festante, scostando le spesse
tende di velluto lungo tutta la vetrata. Una lancia di sole le trafisse gli occhi, accecandola. Subito
dopo, ancora intontita e con gli occhi semichiusi per la luce, venne letteralmente presa di peso:
le celebrazioni erano gi cominciate!
Le ancelle non persero tempo: la spogliarono completamente e la lanciarono nella grande
vasca di marmo bianco al centro della stanza, spargendo rose gialle e fiori darancio dei giardini
imperiali nell'acqua calda che le arrivarono sotto il mento, sospinti dalla schiuma dei balsami
vegetali. Con una velocit nei movimenti eccezionale, iniziarono a lavarle e a pettinarle i lunghi
capelli argentei, mentre lei era ancora immersa in quel tepore sonnolento, e le riversarono
catinelle di acqua sulla testa, facendole perdere il fiato ogni volta. Quando usc dall'acqua,
strattonata da due grasse signorine, le acconciarono i capelli, in una pettinatura che lei
considerava ridicola, "...e impossibile da sciogliere!", rimugin tentando di lisciare una strana
serie di boccoli poco naturali, mentre uno stretto chignon le opprimeva il resto delle ciocche
tirandole la cute dietro le orecchie e sulla fronte.
Venne il turno degli abiti.
La vestirono dei migliori tessuti dell'isola e della terra ferma, con sete bianche e drappi rossi
provenienti dai mercanti di Glao, citt mercantile del Sud: i colori di Lejia. Delicate fasce di lino le
cingevano il corpo mentre le ancelle le ornarono i polsi con braccialetti di piume dai mille colori
di dromornitidi e Moa, mastodontici uccelli corridori delle isole dell'Ovest, che le facevano il
solletico ai palmi delle mani.
Attorno alla vita un'ultima fascia di lino bianco comprimeva i vari tessuti al corpo, facendoli
aderire alle forme della ragazza.
"L'unico effetto piacevole in questa baraonda di vestiti sar quello di potersi lanciare sul ponte
dell'aeronave senza aver paura di farmi male. Sono talmente coperta di strati che rimbalzer
sulle assi di legno come una palla!" si disse.
La Prima ancella di sua madre, l'anziana Simatra, la donna che l'aveva cresciuta, minuta e
rugosa come un dattero secco, le port l'ultima cosa da indossare: "gli stivali!" pens eccitata
Day.
Piccola Day, una sorpresa per te! squitt la vecchia nutrice avvicinandosi.
Tra le mani reggeva una grossa scatola, ricoperta di velluto vermiglio, con nastri bianchi che le
correvano sulla superficie, chiudendosi a fiocco sul coperchio.
E' il dono che tua madre ti offre per i tuoi sedici anni. le sussurr Simatra, gli stivali di
quando era un arcangelo!
Day non aveva mai visto quegli stivali, ma il fatto che fossero di sua madre la spinse subito ad
amarli.
"Tutti gli arcangeli hanno calzature fatte su misura per loro", le confid una volta sua madre,
"Ognuno di noi... volevo dire ognuno di loro, a differenza dei normali soldati, indossa ci che pi
li aggrada. Zakyel Joshua, per esempio, porta stivali di ferro, resistenti come vetrunvite, forgiati
da lui in persona, come il suo martello da battaglia. Jofyel, il generale che chiamano il
"bell'arcangelo" , indossa sandali dai lacci di seta neri. Uryel, la Krasen che ha preso il mio posto
come arcangelo, combatte scalza, come una selvaggia delle foreste! "
Pensandoci, sua madre scoppi a ridere, cos come Day. Era una cosa davvero bizzarra!
"Quando diventer arcangelo, potr indossare i tuoi stivali? " le aveva chiesto timidamente la
bambina. "Certamente tesoro, se riuscirai a camminarci... Sono un po pesanti per una bimbetta
come te!"
"Non sono una bimbetta !", le rispose impettita. Sua madre le lanci un caldissimo sorriso e la
abbracci forte, alzandola da terra e girando su se stessa.
Il sorriso di sua madre era cos dolce...
Ok, passameli, passameli! gracchi trepidante. indossare qualcosa appartenuto a Metra
"della tempesta" la riempiva di orgoglio, soprattutto perch Metra era sua madre!
Come desideri piccola Day. la vecchia Simatra sciolse il fiocco bianco sul coperchio della
scatola e, una volta aperta, la poggi sulle ginocchia della ragazza.
Day lanci per aria il tessuto che rivestiva il vero regalo e senza neanche accorgersene prese in
mano gli stivali, facendo cadere la scatola a terra, con imbottiture e panni che si dispersero.
Sono... sono stupendi... le usc dalla bocca. Gli occhi erano spalancati ad ammirarli.
Gli stivali che Metra utilizzava in battaglia erano molto diversi da qualsiasi altra calzatura usata
dagli arcangeli e questo Day lo sapeva gi, ma rimase comunque molto affascinata nel vederli.
Fu lei stessa a costruirseli. le disse Simatra, Ogni arcangelo sceglie le calzature per s, cos
come l'arma da usare in battaglia.
Strisce di cuoio partivano dalla punta in ferro degli stivali fino alla sommit del gambale in un
continuo vortice di fasce, le une sovrapposte alle altre, rendendo impossibile a Day quantificare
quante effettivamente fossero. Le strisce erano di un marrone scuro in alcuni punti, mentre in
altre erano leggermente pi chiare, specialmente dove aumentavano di volume, come sui tacchi
e sulla curva del collo del piede, a causa dello sfregamento e dell'usura dei tessuti.
Queste fasce salivano come un turbine fino a chiudersi in un unica striscia di cuoio allacciata
ad una fibbia di oro rosso, fissata al termine del vortice di cuoio. Solo dopo aver studiato
attentamente uno dei gambali, la ragazza cap che di fasce in realt ce ne erano solo una per
stivale, ma proprio non riusc a capire a che tipo di animale potesse appartenere una pelle tanto
"lunga".
Slacciate le fibbie e allargato leggermente il cuoio, infil i piedi negli stivali, accorgendosi con
rammarico che le mancava ancora un po per raggiungere la punta, mentre il gambale terminava
poco sotto il ginocchio. Li allacci stretti pi che pot e si alz.
Ruzzol a terra, rischiando di sbattere la faccia sul marmo!
Recuperato l'equilibrio si rimise a sedere, corrucciata, alzando con molta fatica una gamba,
poggiandola sull'altra.
Ma che cavolo... Sono pesantissimi! disse sorpresa, osservando lo stivale. Poi not la
suola, e la punta da cui partiva il lunghissimo lembo di cuoio Ferro? la sorpresa divenne
quasi stupore.
Tua madre una donna molto particolare, piccola. disse Simatra porgendole una mano.
Vieni, fatti aiutare...
Day prese la mano della nutrice, una mano esile ma incredibilmente forte, tanto che si ritrov
in piedi senza nessuno sforzo. La suola divisa in tre parti: tallone, pianta del piede e punta, in
modo da essere agili come a piedi nudi. Una volta abituatisi, certo... continu Simatra, Eh
gi... la Signora sempre stata una forza della natura.
Come dice sempre la tua mamma, la natura ci ha donato molti modi per difenderci, i piedi
fra questi. In battaglia si vince anche a calci! le sorrise dolcemente, mentre Day abbassava gli
occhi sugli stivali.
Si sent quasi in imbarazzo dovendosi appoggiare all'anziana donna. Dopotutto, anche lei
sarebbe diventata arcangelo quel giorno, e avrebbe dovuto mostrare tutta la sua forza con tale
nobile titolo, sino al giorno della sua morte.
"O finch non avr un marito, dei figli..." pens, alludendo al destino della madre. Scosse la
testa, lasciando sfumare quegli sciocchi pensieri.
Simatra la aiut a raggiungere il grande specchio di vetrunvite in fondo alla stanza, ma il futuro
arcangelo si sentiva gi pi sicura in quei nuovi grandi stivali.
Adesso posso andare avanti da sola, Simatra. Grazie.
Si stacc dall'ancella e raggiunse lo specchio.
La persona riflessa nel grande riquadro di vetrunvite era Metra.
Spalanc gli occhi stupefatta. Notare come assomigliasse a tal punto alla madre la sconvolse:
lo stesso fisico slanciato e formoso, accentuato dalle vesti che a lei fino a pochi minuti prima
erano sembrate incredibilmente ingombranti.
Le lunghe gambe erano come quelle della madre e perfino il viso aveva la stessa identica
fisionomia. I capelli argentei erano raccolti in un sofisticato intreccio di pieghe e contro pieghe,
mentre alcune ciocche libere erano state rese boccoli, ad incorniciarle il volto. I ciuffi viola, dello
stesso colore degli occhi, le sfioravano il viso.
Gli stivali erano perfetti su quella figura aggraziata, per niente sproporzionati nonostante
fossero leggermente grandi e Day, per la prima volta da che ne avesse memoria, si ammir.
Sei splendida, piccola! alle sue spalle, la vecchia Simatra aveva gli occhi rossi per la
commozione, mentre le ancelle pi giovani gemevano urletti striduli e alcune piangevano
proprio a dirotto, facendo complimenti alla loro giovane signora. Mira e Kira, le personali ancelle
di Day, erano una maschera di lacrime dettate dalla gioia.
Nel guardasi allo specchio, Day cap di essere ormai quasi adulta e rimase a contemplarsi per
diversi minuti, studiando ogni particolare di quella figura incantevole a lei completamente
nuova.
Si allontan dallo specchio per andare a ringraziare la Prima ancella di sua madre,
abbracciandola calorosamente.
Non ho fatto altro che aprire i tuoi occhi e mostrarti chi sei... le disse lei, sei uguale a
tua madre. Sei bellissima, cara!
La baci sulla fronte, mentre l'una si abbassava e l'altra si alzava sulle punte per la differenza
di statura.
Andiamo adesso... la festa sta per iniziare! la esort.
Mira e Kira le aprirono la grande porta che portava all'atrio, dove decine di soldati in
luminescenti armature di oro bianco con drappi porpora delimitavano un ampio corridoio in
mezzo alle altissime colonne dell'ingresso, sino alla scalinata dinanzi alla piazza grande di Lejia.
La citt di Lejia era qualcosa di assolutamente magnifico in qualsiasi giorno dell'anno, non vi
era nulla sulla terra ferma che potesse anche solo lontanamente avvicinarvisi.
Grandi palazzi di quarzo bianco con colonne di marmo alte come dieci uomini e color fior di
vaniglia, con piccole striature dalle mille tonalit tra una scanalatura e l'altra, facevano da
cornice ad immensi viali alberati, con piante mai viste in nessuna parte del globo sottostante.
Pavimentazioni dalle tinte scarlatte si estendevano ovunque, in contrasto con la candide facciate
degli edifici circostanti, richiamando le due tinte primarie del popolo angelico: il bianco, il colore
dell'anima, e il rosso, quello del sangue.
Imponenti strade serpeggiavano fra un edificio e l'altro, scendendo verso i confini della citt,
segnati da un'ampia serie di giardini ricolmi di ogni fiore e frutto della Terra.
Un'isoletta era unita da un lungo ponte sospeso alla parte dell'isola interamente dedicata agli
approdi delle aeronavi. Una maestosa pavimentazione con lastre di granito nero e oro
conduceva ai vari punti di attracco del molo fluttuante e, ad ogni banchina, lunga centinaia di
metri, erano collocate quattro colonne, giganteschi pilastri di vetrunvite dalle scanalature
elaborate.
Le banchine pi spaziose erano occupate dalle aeronavi degli arcangeli, mostri di acciaio che
solcavano i cieli come i galeoni sul mare, ma dalle dimensioni eccezionalmente maggiori.
I fortunati ospiti del Ministero di Lejia, potevano ammirare il gigantesco Palazzo Reale del
Pontefice, costruito attorno alla Montagna Angelica, vetta che si ergeva al termine della piazza
grande della citt, rimanendo estasiati da quel luogo a dir poco aureo, un vero e proprio eden
nell'immensit del cielo.
Il Palazzo, al contrario della citt, era di color ocra, con una grande scalinata scavata nella
roccia che portava al maestoso ingresso: un labirinto di colonne, anch'esse ocra, con intarsi di
roccia vulcanica.
Una volta entrati, la meraviglia della citt passava quasi in secondo piano, dinanzi al vasto
androne, grande quanto la pi ampia piazza del mondo sottostante. Arazzi, drappi e panneggi di
ogni colore e forma arricchivano di suggestione quel luogo incantato.
Ovunque ci si voltasse, vi erano affreschi alle pareti e decorazioni architettoniche dalla
raffinatezza squisita, sormontati da aperture nella roccia viva che permettevano ai raggi del sole
di creare giochi di luce nell'ampio ingresso; il tutto coperto da miriadi di volte sospese a
mezz'aria dalle forme pi disparate.
Oltre l'atrio di ingresso si estendeva il giardino imperiale, un letto di rose gialle e arancioni ai
bordi del viale lastricato di quarzo rosa, con salici rigogliosi rivolti verso piccoli fiumiciattoli che
sgorgavano dalle pareti della montagna, sino a perdersi in piccoli condotti che scorrevano sotto
la mastodontica costruzione, arrivando ai bordi dell'isola sospesa nel cielo, per cadere poi nel
vuoto sottostante.
Il giardino imperiale conduceva alla grande dimora del Pontefice, il reggente dell'isola nel
cielo.
La configurazione dei suoi appartamenti era praticamente impossibile da comprendere agli
umani che avevano il privilegio di camminarvi. Quando era piccola, Day giocava per ore a
nascondersi ovunque, in quel labirinto scavato nella roccia.
Una serie di stanze, alcune poco pi grandi di un ripostiglio, altre ampie quanto l'atrio di
ingresso, erano collegate da piccoli ponti che portavano sempre pi in alto, seguendo la forma
della montagna, sino alla grande sala, dove il Pontefice riceveva gli ospiti illustri, posta poco
sotto la cima del monte.
Quando Day usc dal Palazzo, vide con i propri occhi Lejia risplendere come non mai ai piedi
della scalinata del Ministero.
Ovunque si girasse, migliaia di persone attorno a lei la acclamavano gridando il suo nome, tutti
con vestiti coloratissimi e sgargianti, tutti felici e sorridenti per la sua comparsa.
Alz gli occhi sopra la folla e rimase a bocca aperta nel vedere la moltitudine di drappi e
panneggi che scivolavano lungo gli edifici, decorati con fiori dai grandi petali rosa e bianchi,
colori della famiglia Ialin. Le centinaia di lanterne volanti che si alzavano al cielo erano ancora
fissate a terra da lunghe cordicelle e le sembr di guardare un pazzo cielo al culmine stesso
S. Fu un evento raro in verit, accadde dopo la prima rivolta dei popoli della terra ferma,
all'incirca sette secoli fa... Vennero investiti dell'onorificenza i sette figli del Pontefice, Theon
Joshua, mio bis, bis, bis, bis... altri trenta o quaranta bis... insomma, era una sorta di zio alla
lontana. scoppi a ridere, I Joshua hanno avuto pi arcangeli e Pontefici che figli, o almeno
cos dice la gente. Rise talmente sguaiatamente da doversi appoggiare al carro per non
cadere. Day, vedendolo paonazzo, pens che l'uomo avrebbe potuto collassare in qualsiasi
momento.
La dinastia Joshua, erede del primo Pontefice, era in effetti la famiglia di alto lignaggio con pi
generali e alti Ministri di tutta Lejia. Day, aveva studiato da piccola le principali famiglie dell'isola
dei cieli, tutte con un colore predominante oltre al bianco, il simbolo della natura e dell'anima.
Ogni colore era lo stesso che poi adornava i propri vessilli e gli edifici, colori provenienti dal
quarzo, il "minerale degli angeli", come lo chiamavano sulla terra ferma, in realt la pietra pi
comune su tutta la Terra, come Flawerty ci ha gi spiegato...
Oltre ai Joshua, il cui colore era il verde scuro tipico del Tormalino, c'erano i Krasen, col colore
giallo-oro proprio del quarzo Occhio di tigre.
I Vlash, la famiglia da cui proveniva la madre di Day, Metra, avevano il rosso del Diaspro
mentre i Dorne, la famiglia del Pontefice precedente, usava accostare il bianco all'onice, con
sfumature dal rosso scarlatto all'argento.
La famiglia dell'attuale Pontefice di Lejia, gli Ialin, erano invece legati al quarzo rosa. "E ce ne
sono anche altri", rimugin Day per qualche secondo, ma non ricordava i nomi delle altre
famiglie nobili, tanto meno i colori. Non le interessava pi di tanto, una volta indossati i panni e i
colori degli arcangeli, il bianco e il rosso, i propri colori venivano dismessi.
Ci volle pi di mezz'ora per raggiungere il porto areonavale. Il carro procedeva a passo d'uomo
e la miriade di persone acclamanti non aiutava certo a rendere il percorso pi agevole. Dopo un
primo momento di imbarazzo e goffi saluti ai suoi concittadini, Day non vedeva l'ora di ammirare
la sua nave ultimata, pronta a lanciarsi nei cieli.
Mia signora, siamo arrivati disse Zakyel, indicando un punto alla sua sinistra. Day non
vedeva nulla perch coperta dalla folla, ma gli edifici andavano diradandosi e la strada in porfido
prendeva una curvatura leggera, seguendo il braccio del grosso arcangelo.
A proposito di forza fisica... Ho sentito dire che la figlia di Metra forte quanto la madre...
Beh, non proprio arross la ragazza Ma stata lei ad occuparsi del mio allenamento, sin
dal primo giorno, prima di affidarmi al maestro d'armi. la sua espressione divenne baldanzosa
Conosco tutti i trucchi di mia madre ormai.
Fiss Zakyel Joshua come per sfidarlo, ma l'arcangelo scoppi in un'altra fragorosa risata.
Ah! Ci credo, ci credo. Non scaldarti, mia signora. Conosco bene la forza di Metra. Se tu sei
forte anche solo la met di quella donna straordinaria, gli arcangeli hanno guadagnato proprio
un ottimo generale!
Le diede una pacca sulla spalla, talmente forte da farla girare su s stessa. La galanteria di
poco prima, quando l'orso bianco si era inchinato alla giovane, era scomparsa del tutto e, come
Day fu contenta di notare, si era instaurato una sorta di cameratismo. Fu lieta di andar cos
d'accordo con l'arcangelo pi anziano. Aveva temuto che gli altri generali non l'avrebbero
accolta al meglio, "ma erano solo mie paure. Piccole, stupide paure di una ragazzina. Adesso
sono una donna, come dice Zakyel."
Hai gi conosciuto i tuoi sottoposti? si inform l'orso bianco.
Non ancora rispose dispiaciuta, Li incontrer domani, quando la mia nave salper; il
Pontefice mi ha gi affidato un compito. Dobbiamo scortare una grossa aeronave mercantile
fino a BlazeTown, nel continente Ovest. Non un granch, ma se non altro conoscer il mio
esercito...
Questo, era un altro dei suoi crucci: i soldati che sarebbero stati la sua ombra d'ora in avanti.
Gli arcangeli solitamente si affidavano ad un numero spropositato di soldati. Lo stesso Zakyel
Joshua aveva un fronte di cinquecento quarantamila soldati, mentre l'intera popolazione
rasenteva i quattro milioni di abitanti. Squadre d'assalto, di ricognizione e alfieri, oltre a tiratori
scelti e strateghi, erano tutti riuniti sotto i colori bianco e smeraldo della famiglia Joshua,
comandati dall'orso bianco.
Un numero di poco superiore, per, rispetto agli altri arcangeli : Uryel contava
quattrocentottanta mila uomini, per lo pi fanteria frontale, con centinaia di areo-jet come
supporto ai soldati di terra.
Jofyel sotto di s ne aveva duecentonovanta mila e da anni rimpiazzava solo i soldati caduti,
senza allargare ulteriormente il fronte d'attacco, mantenendo un numero sempre compatto di
uomini fedeli fino alla morte.
Day, al momento della sua incoronazione, nemmeno uno...
I primi soldati della figlia del Pontefice di Lejia, Coral della dinastia Ialin, vennero scelti dal
padre in persona. Un onore raro, se non unico. Era dai tempi in cui al Pontefice era assegnata
anche la carica di arcangelo, infatti, che i cadetti non venivano scelti dal sommo Ministro. Ma,
essendo Day la primogenita e al momento sua unica figlia, Coral Ialin decise di selezionarli
personalmente. Ragazzi valorosi, affidabili ed egregiamente preparati dallo stesso maestro
d'armi di Day, Liw il vecchio, anche lui soldato a suo tempo nelle file di Metra come colonnello
della fanteria d'attacco.
Day non conosceva nessuno di loro, per ora. "Finch le celebrazioni non saranno concluse, il
tuo esercito non ti compete", gli aveva detto il padre. E lei non amava contraddirlo.
Tuo padre ha scelto i tuoi uomini se non erro... Zakyel la scrutava da i suoi due metri e pi
di statura Non li hai scelti tu, vero mia signora?
No, hai ragione trovava tutto ci imbarazzante Non mi stato permesso di visitare
l'accademia d'armi, quindi non li ho mai visti...
"Perch non ho potuto sceglierli io? Dopotutto, sar il mio esercito, non quello di Coral Ialin..."
Non riusciva a darsi pace. Sua madre le aveva spiegato che anche lei aveva avuto parola nel
reclutamento e che non vi sarebbero stati problemi di ambientamento con i sottoposti.
"Sar poco consono alle tradizioni, ma io e tuo padre sappiamo valutare un soldato meglio di
te. Fra qualche mese, sarai tu a scegliere chi ti circonder nel Tuo esercito, quando saprai
distinguerne la semplice sete di sangue dalla fedelt, negli occhi di chi hai di fronte", le aveva
detto Metra, "ma finch non hai mai assaggiato il campo di battaglia, tesoro, un compito
troppo difficile per te. Un soldato inaffidabile pu voler dire morte, ricordatelo.
Il vento strisciava lungo le pareti, creando strani echi nelle fenditure meno profonde.
Klara era affacciata alla finestra, osservando il mondo dall'alto, a seimila metri dal suolo.
L'immensa fortezza di New-Lejia fluttuava tra le nuvole, immergendosi in morbidi banchi
lattiginosi, soffici come batuffoli di cotone.
L'universo di Klara Swon, il Maggiore Swon, era racchiuso nell'angusta stanza ai piedi della
torretta B; uno spazio stretto ed inospitale per chiunque, ma non per lei, soldato dalla tempra
incrollabile. L'interno era spartano: un letto singolo fissato al pavimento, un tavolino in metallo
in mezzo alla stanza ed una sedia, anch'essa di metallo. Le pareti erano spoglie, eccetto un
riquadro dalla luce rossa, posto di fianco alla finstra alla quale era affacciata. Questo era tutto
ci di cui lei aveva bisogno.
L'unico svago era rappresentato dalla finestra chiusa ermeticamente, quel piccolo occhio sulla
superficie metallica dell'isola nel cielo, la macchina da guerra pi grande mai costruita.
Klara Swon era entrata nella milizia di New-Lejia tre anni prima, dopo essere stata per anni un
pilota della flotta aerea di Ataris, la citt delle meraviglie, capitale del continente Ovest.
La citt era considerata dai suoi abitanti l'ultima traccia dell'antica Lejia, misteriosamente
disintegratasi al culmine della Grande Guerra, mille anni prima.
Si chiedeva spesso se Ataris fosse stata effettivamente parte dell'isola degli angeli e come
avesse potuto una zolla di terra cos grande schiantarsi sulla foresta di alberi Eterni, nel cuore
del continente occidentale, rimanendo pressoch incolume.
Forse, era la sua opinione, le storie sulla citt delle meraviglie erano solo stupidaggini...
Pensare di esser nata sullo stesso terreno degli antichi angeli per, la faceva sentire fiera di s;
come se lei stessa fosse stata un soldato angelico a sua volta.
Sua madre, insegnante elementare, le raccontava spesso una storia legata a Lejia; una di
quelle storielle che piacciono tanto ai bambini, dove magia e mondi esotici si univano. Il
racconto, in realt, affondava le radici nella verit, ma laddove venivano meno i dati storici
interveniva la fantasia del narratore, cambiando spesso elementi fondamentali della storia e
dando diverse interpretazioni degli eventi raccontati.
La leggenda prendeva corpo agli albori della civilt, quando i Primi Popoli predissero che
l'ultimo discendente di Lejia avrebbe condotto il mondo in una nuova era...
L'ultima famiglia ad aver governato l'isola nel cielo fu la dinastia Ialin, con il patriarca, Coral,
nelle vesti di Pontefice: un uomo dalla reputazione estremamente negativa sulla terra ferma.
Dall'animo severo, spesso crudele ed incline a gesti di follia, egli scaten il suo esercito
angelico contro gli umani per cancellarli dal pianeta; una battaglia epica, con milioni e milioni di
morti e intere citt cancellate per sempre, che alla fine port al crollo della civilt angelica e il
successivo degrado, addirittura il collasso, della sua popolazione, generazione dopo
generazione, tanto da arrivare a perdere il controllo dell'anima.
Stando ai racconti popolari, farciti come abbiamo accennato di verit pi o meno succulente,
Coral Ialin ebbe un'erede, una figlia, divenuta in giovanissima et arcangelo. Una ragazza il cui
destino era stato cos crudele da rimanere nel tempo.
"La ragazza disert dai suoi compiti di arcangelo, ribellandosi al padre. Avrebbe dovuto esser
condannata alla pena capitale, ma il padre, colto da furia cieca, decise di imprigionarla in un
luogo senza via d'uscita, un angolo oscuro del tempo, da qualche parte sulla Terra. Nessuno
per, sa dove si trovi la fanciulla..." le raccontava sua madre.
"... Incapace di vivere ed incapace di morire, sospesa in un nulla senza fine per l'eternit."
Klara ascoltava rapita le gesta della ragazza, "Un ciclone! Si dice che la forza stessa della natura
scorresse nelle sue vene", le raccontava sempre la madre, narrandole le avventure di
quellarcangelo tanto potente quanto sfortunato. Klara era talmente affascinata dalla figura
quasi mistica della ragazza che a diciassette anni entr nelle truppe della difesa di Ataris,
inizialmente come soldato semplice e meccanico di aereonavi e zeppelin.
Il desiderio di emulare le gesta dell'arcangelo la portarono in pochi anni ad una straordinaria
ascesa gerarchica all'interno della stessa milizia cittadina, costellata da promozioni e medaglie al
merito, arrivando al rango di Maggiore a soli venticinque anni.
Poi, arriv il Pontefice. E la storiella per bambini divenne realt...
Stiamo parlando dell'ultima discendente del popolo angelico. L'angelo predetto dai Primi
Popoli, la chiave per ristabilire l'ordine in questo mondo marcio ed infetto... le aveva
confessato lui.
La trovi, Klara, trovi l'arcangelo ed una nuova era sorger... e saremo NOI a guidarlo.
Inizi per lei una caccia furibonda, durata ben tre anni, periodo nel quale setacci i cinque
continenti in lungo e in largo, dalle Isole Blu, negli sconfinati oceani del Sud fino a Rilaimer, la
capitale del deserto. Ogni volta che una pista sembrava promettente, si rilevava invece un buco
nell'acqua.
Perfino le cittadelle angeliche, rimasugli di citt abbandonate dagli uomini o baracche
malferme ammassate alla rinfusa abitate dai figli bastardi di Lejia, sembravano non recare
traccia del generale angelico.
Ormai giunta al culmine, pronta ad arrendersi dopo migliaia di miglia sorvolate e citt
semidistrutte lasciate alle spalle, il Maggiore Swon ebbe finalmente una potenziale traccia, una
piccola residua speranza.
Nel continente Centrale, nell'angolo pi orientale della foresta selvaggia nota come Redwood,
sorgeva una citt portuale, conosciuta nel mondo principalmente per la sua scuola di scienzemagiche: Peach-City.
Proprio in quella cittadella sulla costa, si diceva che un angelo, una bellissima ragazza dai
lunghi capelli argentei incorniciati da due scintillanti ciocche viola, esattamente come gli occhi,
accompagnasse spesso il suo datore di lavoro in viaggi d'affari.
Questo signore, un non pi giovanissimo galantuomo dalla barba bianca, possedeva un curioso
negozietto di armi antiche, prevalentemente di epoca angelica, cimeli di bellezza e valore
incommensurabili, scelti in giro per il continente proprio dalla ragazza, che a quanto si
vociferava ne era una grandissima esperta.
L'anziano signore, tale Anthony Deprouix, aveva scioccato pi di una volta le alte sfere dei
Ministeri del continente, mettendo sovente in imbarazzo le stesse autorit di Peach-City; era
inammissibile che un noto membro dell'alta societ fosse affiancato in tali circostanze da un
angelo, una cosa mai vista prima che aveva gettato parecchio scompiglio e che era giunta
successivamente alle orecchie di anonimi sostenitori della causa della Milizia...
Il grosso pannello vicino alla finestra ermetica si accese con una forte luce rossa, distogliendo il
Maggiore Swon dai suoi pensieri.
Riportata alla realt cos bruscamente si sent leggermente stordita e guardare le nuvole nel
cielo limpido di quella mattinata non le poteva certo attenuare il senso di vertigine.
Spinse il pannello con una mano, spegnendo la luce rossa che indicava una comunicazione in
arrivo.
Maggiore, il Pontefice l'attende nella Camera del Consiglio...
L'apparecchio gracchi per qualche secondo, immediatamente.
Non rispose. Diede semplicemente un'altra occhiata al cielo e spinse nuovamente il pannello,
che sotto la pressione della mano torn alla sua interfaccia bianca.
S gir, avvicinandosi al tavolino posto vicino al letto e accese nervosamente una sigaretta.
Le metteva sempre agitazione stare di fronte al Pontefice in persona, "ma se mi vuole vedere
nella Camera del Consiglio, ci saranno anche gli alti ufficiali..."
Questo pensiero la mise ancor pi in agitazione.
Era un valoroso soldato, anzi un ottimo soldato, di gran lunga il miglior pilota dell'intera flotta
della Milizia, ma un conto era fronteggiare anonimi nemici in battaglia su un velivolo singolo,
uno contro uno; tutt'altra cosa era rimanere in piedi davanti a dieci alti ufficiali e al Pontefice in
contemporanea, affrontando quei volti severi e i loro occhi penetranti.
Tirando una boccata di sigaretta, spostata all'angolo della bocca, fin di prepararsi per
l'udienza.
Infil gli stivali dal tacco basso, prese la giacca nera con l'ala color porpora sulla manica e si
mise il berretto militare, abbassando la visiera poco sopra gli occhi, coprendo le sottili
sopracciglia.
Per ultimo afferr il pesante cappotto foderato di pelo, rigorosamente nero come il resto
dell'uniforme, e lo allacci fino all'ultimo bottone, coprendosi il pi possibile per affrontare il
freddo e le forti folate di vento lungo il ponte scoperto della base aerea.
Sotto ogni torretta erano presenti una serie di corridoi, centinaia di piccoli labirinti che
portavano in ogni luogo della fortezza volante, senza il rischio di essere gettati a terra per la
forza dell'aria.
Quando Klara camminava sul ponte scoperto per, si sentiva come un vero arcangelo.
Le forti raffiche di vento la destabilizzavano certo, la facevano rabbrividire per le basse
temperature; ma l'aria che le entrava nei polmoni era talmente pura, perfetta, da rinvigorirla e
darle manforte.
Camminava sospesa nel vuoto, a dieci miglia dal suolo, come fosse un angelo dell'isola nel
cielo.
E la base volante di New-Lejia era in tutto e per tutto un'isola, seppur di acciaio.
La forma pentagonale le permetteva una solida stabilit in aria, sorretta da gigantesche
turbine poste ad ogni angolo, sotto le alte torrette dove alloggiavano i militari.
La parte sottocoperta della base era conica, con ampi hangar preposti all'attracco delle
aeronavi e degli zeppelin, per un totale di cinquanta fenditure, abbastanza grandi da contenere
una decina di mezzi volanti. Ci rendeva New-Lejia la pi importante flotta aerea del mondo,
decine di volte superiore agli eserciti migliori di qualunque Ministero sulla Terra.
Nessuna citt riconosceva la Milizia ufficialmente, eppure, le alte sfere di molti Ministeri
avevano forti legami con gli ufficiali di New-Lejia. Nessuno comunque aveva mai osato
attaccarla, perch troppo superiore numericamente e tecnologicamente. Un accordo diretto fra
le citt della terra ferma era impensabile: nessun Ministero ostile desiderava entrare in guerra
contro un nemico cos potente, ben conscio delle ritorsioni che sarebbero succedute ad un loro
attacco.
Il ponte scoperto della base era il luogo preferito da Klara: un'area talmente vasta che le
torrette da un punto all'altro della struttura sfocavano all'orizzonte. Al centro, si ergeva
mastodontica la torre principale, una colonna ad anelli alta il doppio delle torrette laterali,
suddivisa in piani da cerchi via via pi stretti fino alla sommit. L si trovavano le stanze del
Pontefice, compresa la Camera del Consiglio, dove il capo della Milizia concedeva udienza ai suoi
subordinati.
Apr la porta che dava sul ponte scoperto. Una raffica d'aria ghiacciata le fece volare via la
sigaretta e la fece rabbrividire fino alle ossa, ma si impose di non mostrare il bench minimo
cambiamento nell'espressione del volto, mitigata dalla becca che le calava sugli occhi.
Il ponte, quel giorno, era particolarmente affollato. Ai lati della torretta B dove risiedeva, degli
operai stavano smantellando grandi pannelli d'acciaio, scoprendo cavi grossi come braccia che
correvano lungo la parete per poi perdersi in qualche cavit. Alla destra del sentiero che stava
percorrendo, vide una piccola pattuglia di soldati, intenta alla pulizia dei cannoni di copertura,
posti in fosse circolari e disseminate sulla superficie dell'area scoperta.
Sent un frastuono immenso provenire dal cielo, ma non vide nulla, finch quel rumore non
super la torre principale. Un'aeronave d'avvistamento stava sorvolando la base, ad una quota
decisamente troppo bassa, per i gusti del Maggiore. Il velivolo infatti sfior di poco la collisione
con la torretta D, a sud-est della torre centrale, virando bruscamente di quarantacinque gradi
per prepararsi alla discesa negli hangar, nel ventre della base.
Con un sorrisetto di scherno per l'equipaggio della navetta, si rec verso la sua meta,
sentendosi piacevolmente appagata nell'essere il miglior comandante di tutta New-Lejia.
I ponti che collegavano le torrette laterali alla principale erano sopraelevati rispetto al resto
del ponte, con una depressione che diminuiva verso il centro, fino a congiungersi alla base della
struttura mediana. Una decina di cannoni ad ampio raggio erano disposti ad ogni lato dei ponti;
obici grandi come palazzi di tre piani, azionati durante le battaglie da squadre di tecnici che
lavoravano in simultanea su ogni componente, con bocche di fuoco capaci di demolire Sketch e
Draft nemici con un solo colpo.
Passandoci in mezzo, sfior con le dita la torretta d'appoggio di uno di essi, sentendo il freddo
metallo attraverso i sottili guanti di pelle. Una sensazione tutt'altro che spiacevole, convenne fra
s.
All'ingresso della torre, due soldati bardati da capo a piedi con pellicce nere montavano la
guardia, imbracciando i nuovi modelli di Blade-Shot costruiti dagli armaioli della fortezza. Uno
era di tipo "Assalto", con una grossa canna calibro 12 lunga quanto il braccio del soldato che lo
impugnava; una lama sottile correva sotto la culatta, partendo dal grilletto fino all'estremit
della canna.
L'altro militare invece, imbracciava un Blade-Shot da "Rifinitura", armi usate per le incursioni
rapide, principalmente in ambienti chiusi. La lama molto grande agevolava il confronto
ravvicinato, con zigrinature lungo il filo per avere un effetto devastante sull'avversario. Nel
momento dello sparo, questa si divideva in pi parti, lasciando il campo alla bocca del fucile a
canne mozze, per poi ricomporsi al minimo scatto di polso.
I due soldati di guardia la videro arrivare ma non dissero nulla, continuando a fissare di fronte
a loro. Klara not che sui volti e sulla parte destra dei cappotti di tutti e due, avevano delle
tracce di brina, segno che erano di guardia dalla notte precedente.
I turni per i soldati comuni erano massacranti, "Non si pu tenere la guardia dodici ore al
giorno. E' da folli!", si disse, "Quel demente del Maggiore Overjk spreme come limoni i nuovi
arrivati..."
Le porte di vetrunvite nera si aprirono e una vampata di calore la abbracci scaldandole il viso.
In un attimo, dimentic i soldati all'agghiaccio a pochi metri da lei.
Sal le scale che portavano all'atrio principale, dove i cinque ingressi si congiungevano, e not
con sorpresa che nessuno era nei paraggi: fatto insolito per la torre del Pontefice. Rimuginando
sul perch non vi fossero soldati all'interno della torre si avvicin ad un ascensore, premendo il
tasto di chiamata.
L'interno della torre aveva colori diversi in base al piano in cui ci si trovava. Il primo, aveva
tonalit grigio-verdi, con scanalature alle pareti che correvano sulle lastre in metallo, formando
coordinate geografiche delle citt della Terra. Posizionandosi al centro dell'atrio, sembrava di
essere all'interno di un mappamondo. Ovunque volgesse lo sguardo l'osservatore, la Terra lo
seguiva, con le citt evidenziate da ghirigori in quarzo rosso.
Sul pavimento vi era il continente Centrale, con le cinque citt poste agli angoli della foresta di
Redwood, in prossimit delle scalinate d'ingresso.
Il Maggiore Swon entrava sempre sull'angolo di Peach-City. "Un segno del destino,
evidentemente", sogghign.
L'ascensore finalmente arriv.
Quando le porte si aprirono, trov un ospite al suo interno. Flaubert Overjk le sorrise,
abbozzando un mezzo inchino. Il Maggiore Overjk, preposto all'addestramento delle truppe di
difesa era un uomo minuto, quasi rachitico. Nonostante avesse meno di quarant'anni, una
calvizie incipiente lo aveva privato quasi del tutto dell'unica cosa affascinante che lo
contraddistingueva, una capigliatura di un biondo platino, talmente chiaro da sembrare bianco.
"Quasi come i capelli degli angeli".
Se la figura non esprimeva la bench minima minaccia, nei suoi occhi traspariva la sua vera
indole: un colore cupo, molto pi vicino al nero che al blu nei riflessi di luce.
Se il cane il miglior amico dell'uomo, il Maggiore Overjk era il miglior amico delle serpi...
Un uomo subdolo, malvagio, molto crudele con i suoi uomini (ne erano prova i soldati mezzo
congelati all'ingresso della torre) e ancor pi sanguinario coi nemici, veri e presunti, che si faceva
dentro e fuori dalla Milizia.
A lui erano lasciati gli interrogatori che prevedevano l'utilizzo della tortura, sua principale
passione. Inoltre, aveva un particolare interesse per Klara Swon.
Buongiorno Klara, sei sempre pi incantevole ogni volta che ti vedo. esord lui.
Buongiorno a Lei, Maggiore. le rispose fredda la Swon, L'hanno mandata a prendermi?
Niente affatto, mia cara. Vengo dagli hangar sotterranei. Nella camera di consiglio so che ti
attendono tutti. Siamo molto curiosi di sapere le novit che porti.
"Se potessi ti strangolerei seduta stante. Mi dai i brividi", pens lei, rispondendo invece con un
sorriso forzato.
L'ascensore sal nel silenzio assoluto: secondo piano, con quarzo blu alle colonne; terzo piano,
a tinte oro; quarto, alloggi degli alti funzionari di New-Lejia; quinto e infine sesto, i piani esclusivi
del Pontefice.
Una volta usciti, percorsero il corridoio a tinte rosse che portava alla sala del consiglio e Klara
sent salire la tensione, realizzando di doversi confrontare con molte individui tutt'altro che
amichevoli: tutti erano ambiziosi quanto lei di metter le mani sull'arcangelo ritrovato.
Lascia che ti faccia strada. si offr sempre pi viscido Overjk.
Non ce n' bisogno Maggiore, non sono pi una bambina.
Lo scost e si avvicin alla porta.
I due soldati di guardia aprirono le grosse ante in acciaio nero, non senza qualche difficolt
dovuta al peso stesso della struttura. Uno la precedette per presentarla.
L'immensa sala era piena di voci confuse. Klara not subito la fila rialzata degli alti ufficiali e, al
centro, lo scranno del Pontefice.
Signore, il Maggiore Swon, comandante delle truppe d'attacco aeree arrivata. disse il
soldato.
Fatela passare. Non indugiamo oltre con questa "piazza". Venga avanti Maggiore...
accenn un mezzo sorriso lui, cosa che allarm la donna ancor di pi.
Nella sala cadde un silenzio tombale.
Il Pontefice era sicuramente un uomo al quale difficilmente si opponeva resistenza, anche se
non mostrava una presenza imponente quanto i suoi sottoposti.
Sulla cinquantina, con capelli corti biondo chiaro, aveva un fisico asciutto quasi quanto il
Maggiore Overjk. Ciononostante, il portamento autoritario e l'espressione solenne lo
allontanavano in modo siderale dal disgustoso torturatore.
"E' l'antitesi di quel mollusco", pens Klara avvicinandosi al centro della sala.
La forza del Pontefice erano indubbiamente gli occhi: una luce gelida sembrava sempre
fendere l'azzurro cobalto dell'iride; perfino nei momenti in cui chiudeva gli occhi sembravano
fissare con aria imperiosa, schiacciando l'interlocutore e mettendolo perennemente a disagio.
Avanti Swon. Siamo impazienti di sentire il suo rapporto.
La voce di lui le entr fino al midollo, tanto che Klara si sent soffocare le parole in gola.
M-maggiore Klara Swon a ra-rapporto Signore... farfugli, lo sguardo rivolto al pavimento
di acciaio nero con intarsi in bronzo. L'obiettivo primario stato completato... disse.
E? chiese il Pontefice impassibile.
e ecco, sappiamo dove si trova, ne ho avuto conferma io stessa. Daysel Ialin si trova nel
Continente Centrale, citt di Peach-City, a nord-est della foresta di Redwood. Distretto 13). Cio,
volevo dire Distretto 14), Signore...
L'ho vista personalmente. E' l'arcangelo decaduto...
Le voci della sala tornarono. Alcuni applaudirono il Maggiore, altri gridavano qualcosa che
Klara non riusc a distinguere.
Eccellente, Maggiore Swon. Sono molto soddisfatto dell'esito delle sue ricerche. La Milizia le
ha chiesto molto, ma vedo che abbiamo riposto la fiducia nella persona giusta. disse lui. Si
appoggi allo schienale dello scranno, allargando le braccia per indicare gli alti ufficiali ai suoi
fianchi. Questo consiglio le deve la massima riconoscenza. Tutta New-Lejia le grata e IO con
essa. sorrise.
Un sorriso vero questa volta, l'espressione piena di soddisfazione.
Grazie Signore. Ma ho solo fatto la mia parte. sminu lei, arrossendo.
Bene. Ringrazio tutti per essere accorsi a sentire la viva voce del Maggiore. Siete tutti
congedati per il momento, signori. Ci muoveremo a breve, voglio tutti gli schieramenti in
movimento. Stiamo per diventare i protagonisti di grandi avvenimenti...
Maggiore Swon, lei resti, vorremmo conoscere ogni singolo dettaglio di quello che ha
scoperto.
La sala si svuot, lentamente. Le voci si affievolirono fino a scomparire del tutto. Klara non si
mosse, respirando lentamente per raccogliere le idee. "Cosa vorr ancora? Han gi deciso il
piano di attacco? Forse mi incaricheranno di prelevare l'arcangelo!"
La sua mente divag, cercando di immaginare il momento in cui si fosse ritrovata di fronte
all'angelo decaduto. Cosa le avrebbe detto?
Maggiore.
Una voce acuta la riport alla realt. Una donna, dai tratti severi e gli occhi come piccoli
bottoni la fissava. Aveva i capelli di un grigio scuro come l'uniforme, raccolti all'indietro. Per un
secondo Klara pens che avesse un cappuccio sopra le orecchie.
Credo che debba conoscere cosa questo consiglio vuole realizzare effettivamente e cosa ci
aspettiamo da lei...
Come volete, sono a vostra completa disposizione.
Fu assalita dai dubbi. Non riusciva a capire cosa vi fosse di segreto nelle intenzioni del consiglio
e del Pontefice. Perch era rimasta sola in quel frangente? Arriv a rimpiangere l'assenza di
Overjk...
Il Pontefice intervenne, Maggiore, cosa sa di Lejia? Non la nostra base di freddo metallo,
ovviamente, ma l'isola nel cielo? il suo tono era quasi rassicurante adesso.
Beh... Lejia era la terra degli angeli. I veri angeli. Venne distrutta circa mille anni fa durante
la Grande Guerra...
Lo scontro volse a favore degli umani e l'isola nel cielo fu disintegrata a causa di un'immensa
esplosione, provocando la dipartita del Pontefice e la resa dei sei arcangeli rimasti dopo
l'imprigionamento del settimo. LArcangelo che ho ritrovato a Peach-City.
Errore! la contraddisse il Pontefice, Perirono solamente cinque arcangeli. La storia viene
sempre scritta dai vincitori, se lo ricordi Maggiore.
Klara era confusa, Signore? Abbiamo appurato che la leggenda della ragazza arcangelo e del
padre Pontefice reale, non un semplice racconto per bambini. Non capisco cosa stiate
tentando di dirmi...
Un uomo, alla destra del Pontefice di New-Lejia, si schiar la voce. Era incredibilmente grasso,
not Klara, e i menti gli vibravano ad ogni respiro. Maggiore, il mondo non conosce la verit.
Per troppo tempo le stata raccontata una favola...
Come lei sapr, l'ultimo Pontefice di Lejia fu Coral, della dinastia Ialin. Quest'ultimo aveva
una figlia, la famosa fanciulla del racconto, Daysel... tuttavia, ebbe anche un figlio; per quanto le
tracce del ragazzo si siano perse ben prima di quelle della sorella. il grasso ufficiale ansim, in
preda allo sforzo per il peso delle parole pronunciate.
La ragazza che lei ha trovato la chiave per il vero tesoro. A noi serve l'arcangelo per
arrivare al fratello.
Queste parole la tramortirono. "Un altro arcangelo ancora vivo? Dopo mille anni? Cosa diavolo
sta succedendo? Si strinse le mani attorno allo stomaco, trattenendo le viscere in tumulto
sforzandosi di raccogliere le idee, quando nuovamente il Pontefice prese la parola.
Si alz dall'alto scranno e le si avvicin. Maggiore Swon... Klara. Lei conosce la storia
dell'arcangelo dimenticato, Azrael? le prese una mano, portandola vicino al suo cuore.
N-no Signore.
Allora venga. le sorrise lui, Credo che le racconter una storia...
Hai sentito? Day trasal. la voce di Anthony sbuc dietro di lei all'improvviso.
Gir lentamente la testa con gli occhi spalancati e le sopracciglia inarcate in preda allo shock.
C-che cosa hai sentito? chiese con un filo di voce.
Ne caduto un altro. E' il terzo questo mese!
Si avvicin quatto quatto nella penombra del retro bottega, arrivando talmente vicino a Day
che la ragazza poteva riflettersi nei suoi occhi.
Un altro pezzo dell'isola. bisbigli il vecchio. "Gli puzza terribilmente l'alito", pens lei
impassibile.
E' caduto un pezzo di isola? Intende di Lejia?
Negli ultimi mesi stavano cadendo molti "pezzi" di Lejia verso la terra ferma. Il magnetismo
delle rocce si stava affievolendo sempre pi, evidentemente.
Ma s, s... rispose Anthony bruscamente, guardando a destra e sinistra per nascondersi da
qualche orecchio indiscreto, anche se erano completamente soli nel negozietto.
E' successo ad est, nel continente di ghiaccio. Me l'ha detto Willie. E' caduto due notti fa. la
sua voce assunse una sfumatura isterica.
Willie chi?
Come chi? Willie lo Straccione! le afferr un braccio saldamente, volgendo furtivamente lo
sguardo in ogni direzione.
Willie lo Straccione? E chi diavolo ? chiese sconvolta Day.
Il mercante di aringhe. disse sempre pi sottovoce, Dice che precipitato nella valle
degli Shimishu durante una tempesta di neve.
Beh ,se successo due giorni fa, il Ministero di Arlandria sar gi sul posto. Quegli sciacalli
non aspettano molto a farsi avanti, di solito. Chi prima arriva meglio alloggia.
Non dava molto peso a quei frammenti di terra caduti dal cielo, perch nel novanta per cento
dei casi erano poco pi grandi di sassi e si disintegravano prima ancora di toccare il suolo. Il
restante veniva accalappiato dal Ministero della citt pi vicina alla caduta. In nessun caso,
comunque, avrebbe ritrovato il prezioso tesoro scomparso, specialmente in qualche sassolino
piovuto da chiss dove. Per lei, quindi, la discussione sarebbe anche finita l.
No! Non capisci! Nessuno l'ha vista cadere. Dice che il cielo era talmente coperto dalle nubi
che non si distingueva l'orizzonte. Il pezzo ancora l.
Ma se nessuno l'ha visto cadere, lui come ha fatto? chiese scettica.
Suo figlio, Willie, l'ha visto precipitare con una scia d'argento al di l della montagne di
ghiaccio, nella valle degli Shimishu. insistette Anthony.
Willie? Willie lo Straccione ha visto il figlio precipitare con una scia d'argento? la
confusione stava dilagando...
Ma no, cos'hai capito! Willie lo straccione mi ha detto che suo figlio, Willie, ha visto cadere
un pezzo di Lejia dal cielo due notti fa, accidenti!
Ma, Willie il padre o il figlio? Day era sul baratro di una crisi isterica.
Tutti e due! Sono i Willie dannazione.
Anche Anthony iniziava a scomporsi, ma si sforz di mantenere un tono di voce bassissimo,
cercando di non farsi udire da chiss quale nemico immaginario.
Il padre Willie lo Straccione, il figlio Willie Quattro Dita. Hai capito?
Cio, se ho capito bene... si chiamano tutti e due Willie. Padre e figlio... E' uno scherzo signor
Deprouix? Day era un po stranita e anche irritata dalla stupidit della conversazione.
No, diavolo no. Si chiamano cos. Ma non importante chi chi. La cosa importante quella
cavolo di terra caduta dal cielo. Il figlio dice che sembrava un pezzo parecchio grosso...
Se sembrava tanto appetitoso perch non sono andati a vederlo di persona questo sasso?
Noi che centriamo?
E' caduto nella valle degli Shimishu! alz di poco la voce per sottolineare la situazione.
Dicono che quei cos pelosi siano in grado di frantumare lo scheletro di un uomo adulto con
una sola mano. Non si azzardano ad avvicinarsi, lasciando le montagne di ghiaccio come
barriera. Neanche il Ministero di Arlandria oserebbe entrare in quel posto.
E... per quale motivo mi sta dicendo tutto ci, allora? Day intu, troppo tardi, le intenzioni
del vecchio.
Beh... Se quel grosso pezzo di terra aveva effettivamente una scia d'argento, probabilmente
una parte della famosa montagna angelica di cui mi hai parlato. E se cos, pieno di argento
e oro bianco da estrarre dalla roccia.
"Accidenti a quando gli ho raccontato di quella stramaledetta montagna", si morse la lingua
lei.
No. rispose.
No, cosa? Non manderai mica un povero vecchio a ibernarsi per un po di metallo al posto
tuo? Tu sei giovane e piena di energie! la voce di Anthiny divenne improvvisamente gracida e
acuta. Due occhi supplichevoli, sormontati dalle grandi sopracciglia bianche che sembravano
due archetti, la fissavano. La bocca gli divenne piccola piccola.
Ma a voi angeli vi fanno senza cuore?
Signor Deprouix mi spiace, ma non voglio andare nel bel mezzo del nulla a cercare pepite
d'oro sotto la neve. trovava tutto talmente assurdo che per nulla al mondo si sarebbe fatta
impietosire.
Eddai Sono pur sempre il tuo capo, mi dovrai pure un minimo di gratitudine, no?
Era incredibilmente bambinesco con quella voce, Fallo per me... Sar come una vacanza
sulla neve, alla fine.
S, con il rischio di farmi disintegrare da uno di quegli Shimi-cosi.
No, non ti preoccupare Day. Gli Shimishu sono rarissimi e stanno sempre nascosti, nessuno
ne vede da anni. Alcuni dicono che non sono neanche mai esistiti. sorrise a bocca aperta,
cercando di apparire brillante il pi possibile.
Ma esattamente, a cosa le serve un pezzo cos grande di roccia? Non pu comprare oro e
argento da qualcuno? cerc di dissuaderlo.
Sei matta per caso? Non dire cavolate. Sto cercando di riprodurre le armi dell'esercito
angelico basandomi sugli schizzi che mi hai disegnato TU. E in quegli appunti, TU hai scritto che
avevano lame di una lega fatta di oro bianco e argenteo. Sai quanto costa un chilo di oro bianco
nel continente Centrale? Dovrei vendere tutte le armature nel retrobottega per costruire solo
una riproduzione. Eddaiii!
Day si sent presa in castagna...
Uff... Ok, ok. Diciamo che potrei prendere in considerazione l'opportunit di andare ad est.
Quanto di quel materiale le servirebbe?
Gi si vedeva, mezza congelata, con un menhir sulla schiena, le gambe immerse nella neve e
lacrime di disperazione congelate sulle guance. Idea tutt'altro che allettante.
Tutto! Tutto quello che riesci, cara. Non farti scrupoli. Spacca quel pezzo di roccia e
portamene il pi possibile! gracchi il vecchio ringalluzzito, pregustando i suoi futuri
"prodotti".
Mmm... E come dovrei muovermi? Un angelo che salpa per il continente di ghiaccio
attirerebbe l'attenzione, a noi non permesso neanche vivere ad Arlandria.
La citt sui ghiacci, l'unica della costa occidentale del continente Est, non era per nulla
tollerante con loro.
Quando arriv a casa, trov Zoe spaparanzata sul divano, con briciole di ogni specie su tutto il
corpo. Era intenta a guardare lo schermo sulla parete, ma quando la vide, blocc il filmato.
Ehil! Come mai cos presto oggi? starnazz la ragazza pulendosi la bocca dalle briciole e
invitando l'amica a sedersi di fianco a lei, Devi vederlo assolutamente. Parla di noi!
Indic lo schermo e schiacci qualche bottone sul tavolino di fronte, collegato alla t.v.
Il filmato che stava guardando poco prima ripart.
Era un servizio del telegiornale cittadino, che Day non guardava quasi mai. Non le interessava
molto ci che avveniva nel mondo, specialmente a Peach-City. Un giornalista dall'aria tronfia
stava al centro dell'inquadratura, Sembra proprio che in quella scuola si divertano a
compiere esperimenti fuori dal comune. Il mese scorso, come ben sappiamo, un piccolo buco
nero innescato "casualmente" da un ragazzo del secondo anno durante un concorso di scienza
ha inghiottito met aula magna, mentre di qualche giorno fa l'esplosione che ha scosso l'intera
parte nuova della citt. Non sappiamo i dettagli, ma pare che una dimostrazione sulla
compressione dell'aria sia sfuggito al controllo, demolendo parte della scuola. Il Ministero
minimizza, sostenendo la necessit di una struttura apposita per le "potenze di...", ma non
sorprendiamoci se un giorno l'intera citt verr cancellata. Siamo alla merc di piccoli terroristi!
Ah ah ah! ... E' troppo divertente questo ceffo, ma dove l'hanno pescato?
Zoe rideva a crepapelle e le briciole volavano ovunque. Ti sembra normale uno cos? Non sta
bene! Secondo me gli rode perch la sua segretaria non si "concede"... ah ah!
Per poco non rotol dal divano, Ah! Mi piace troppo, non faccio altro che riguardarlo da
un'ora... rise schiacciandosi in bocca una quantit inumana di patatine.
Day non sembrava cos divertita.
Sai che non ha tutti i torti. Siete ragazzi con un potere pi grande di voi e non sapete
controllarvi. A proposito, la tua insegnante non doveva darvi lezioni di controllo dell'energia
inconscia?
S mastic Zoe, Il mese prossimo andiamo a Redwood. Non qui per... Stiamo cercando
di organizzare una specie di gita scolastica sulla costa nord-ovest, magari a Mangrove... l c' una
sorta di area protetta dove non ci sono animali. Ci eserciteremo l per qualche giorno, ma la
Dawson dice che dobbiamo portar pazienza: pochi giorni non ci cambieranno molto. Qualche
base per ce la insegner.
Speriamo, perch siete una frana. TU in particolare! Day le pizzic una caviglia, ridendo,
mentre Zoe mise il solito broncio da bambina.
Ah, dimenticavo! Ho una cosa da parte di Anthony. Si pu sapere che storia gli hai
raccontato?
Zoe si appallottol, nascondendosi la faccia con una mano, come se si aspettasse un pugno sui
denti.
Cosa dovevo dirgli? Scusa Tony, il tuo regalo da un "milione di miliardi" di Kibly stato
spiaccicato da un Gigatt di quaranta tonnellate. Ora mi regali un'altra fionda?
Lui per ci rimasto male. Era davvero mortificato. Per farsi perdonare ti regala questo.
disse l'angelo, allungandole il panno di velluto. Prima di cederlo per, lo trattenne ancora un
attimo, rimproverandola.
Promettimi che un giorno o l'altro gli dirai la verit. Non si merita questo trattamento.
Mmm...ok. rispose Zoe poco convinta, Fammi vedere cos'!
Le brillarono gli occhi quando alz il braccio con la nuova fionda in mano. Era bellissima, con
piccoli intarsi che Day non aveva notato al primo sguardo. La vetrunvite colpita dalle luci delle
lampade brillava come di vita propria, irradiando un tenue colore azzurro il braccio di Zoe.
E'... meravigliosa. balbett la ragazza, Sono commossa. Meglio del mio regalo per i
diciannove anni, quando son diventata maggiorenne e Flame mi ha portato a... Oh!
La girava e rigirava di continuo, tendendo l'elastico di resina e mirando negli angoli per vedere
come se la sentisse.
Anthony ti vuole proprio bene... ma non ne vuole a me. Stanotte devo partire.
Zoe non si scompose, continuando a giocare con la fionda, Ah si? chiese indifferente, E
dove vai di bello?
Continente Est, valle degli Shimishu. Mi manda a cercare un sasso caduto dal cielo. la
repulsione per quel viaggio la sfibrava.
Bello... Interessante...
Zoe si blocc all'istante. Guard Day sgomenta, Hai detto valle degli Shimishu?
S, perch?
L'altra le salt addosso, facendola cadere in terra. Ma fantastico! Non ho mai visto degli
Shimishu dal vero! Cosa stiamo aspettando ancora? Forza , forza, scansafatiche. inizi a
strattonare l'angelo, aiutandola ad rialzarsi.
Cosa stiamo aspettando? Tu, piuttosto, dove pensi di andare? Dovrei portare anche te al
freddo e al gelo? Non sai neanche difenderti.
Come no?! Certo che so difendermi. Con questa nuova bellezza nessuno mi far del male!
Eppoi, voglio dire, SHIMISHU! Son cos pelosoni!
Zoe era al settimo cielo, al contrario dell'amica.
Shimishu significa "grosso bestione con muscoli di pietra". Quei cos son pericolosi, sempre
ammesso che ne esistano ancora.
Dai... ti prego! la supplic Zoe. Le lanci lo stesso sguardo di Anthony, quando le aveva
chiesto di andare in un continente praticamente disabitato, in una valle piena di potenziali
pericoli mortali, alla ricerca di qualcosa che qualcuno credeva di aver visto.
Ma Zoe era Zoe...
Cos alla fine, fu costretta a cedere, come sempre. Va bene, ti porter con me. In effetti un
aiuto nel trasporto di quella roccia mi servirebbe... e dubito che uno dei Willie mi dar una mano
una volta che arriveranno le bufere di neve. MA ferm l'amica prima ancora che spiccasse
un salto di gioia, ... mettici in pericolo in qualsiasi modo e ti lascio ad ibernare in quella landa
dimenticata dalla civilt.
Zoe le salt al collo abbracciandola, Grazie sorellona!
Bah! Mi chiamano tutti Vela d'Argento. Un nome di per s non niente. E' solo una parola,
non determina quello che sei... rispose lui lasciandosi sprofondare in un'amaca in fondo alla
cabina. Una volta ho conosciuto un tipo, una specie di ladruncolo, si chiamava Lionel.
Bazzicava i porti di Arlandria, portandosi dietro quella sua patetica figura da poveraccio. Faceva
uno stupido gioco con le carte, imbrogliando come un cane. Lionel... del leone, per, aveva ben
poco; quando gli ho fatto sputare tutti i denti, ha pianto come una femminuccia... Questo
dimostra che un nome solo una parola. Chi sei lo determini tu. E io sono Vela d'Argento,
"rossa" ...
Il ragionamento spiccio del marinaio non faceva una grinza, convenne Zoe.
Poi Vela, con un mezzo ghigno poco gradevole, chiuse gli occhi e in meno di un minuto la
stanza si riemp del suo russare.
Un rumore che Zoe non riusciva a digerire. Le ricordava il sonnecchiare del Gigatt
addormentato nel bosco di Redwood, un'immagine che non l'aveva ancora abbandonata del
tutto, nonostante da giorni avesse smesso di svegliarsi urlando, fendendo con calci e pugni l'aria
e con gomitate e testate il materasso, fino a caracollare gi dal letto.
Con riluttanza, decise di uscire sul ponte. Scese dall'amaca, sentendo immediatamente lo
sbalzo termico sulle braccia. "Certo che questi dell'Est mettono unangoscia!" si disse. In fondo
aveva ragione: gli uomini del continente Est erano tutti della stessa pasta. Una scorza dura come
la vetrunvite sembrava rivestirli da capo a piedi e al loro interno, contrariamente a quanto aveva
sperato Zoe vedendo per la prima volta il nerboruto capitano, non erano calorosi, ma ancor pi
duri! La terra, o meglio il ghiaccio, sulla quale nascevano era un posto ostile, ricco di risorse
minerarie certo, ma per nulla accogliente. Tanto che i pi lasciavano quella landa desolata non
appena riuscivano a reggersi sulle proprie gambe.
Dei cinque continenti, quello orientale era il meno popolato in assoluto, con solo tre milioni di
abitanti sparsi su un territorio immenso, ricoperto al novantanove per cento di ghiaccio e neve.
Le citt principali erano quattro, tutte sotto il milione di abitanti, ad eccezione di Arlandria,
citt che si auto fregiava del titolo di "gemella di Ataris" o "l'Ataris invernale", per la somiglianza
fra i basamenti delle due citt. Colonne di ghiaccio-fossile infatti sorreggevano Arlandria, mentre
Ataris poggiava sugli alberi-Eterni del continente Ovest.
La somiglianza poteva esserci, ma in realt non esistevano luoghi pi diversi tra loro.
Ataris era una citt magnifica, costruita su quello che rimaneva dell'isola di Lejia, un enorme
frammento di antica gloria sulla quale il sole si posava ogni giorno. Una citt in cui il
divertimento era la priorit, con parchi dei divertimenti, piazze dai mille colori e cascate che
brillavano sulla roccia creando giochi di luce sulle pareti delle case, fino a gettarsi sulla foresta
sottostante.
Arlandria, invece, era grigia, con un vento talmente gelido da spezzare le ossa e giornate cos
brevi da non accorgersi quasi del passare del tempo. La sua fama era dovuta alle mastodontiche
colonne di ghiaccio fossile che la innalzavano dal suolo come braccia protese verso il cielo. Al
loro interno, contenevano giacimenti inesauribili di vetrunvite, sostanza liquida che diveniva
solida alle bassissime temperature dell'est, meno resistente della vetrunvite proveniente da
Down-Town, ma decisamente pi a buon mercato.
"Se i condensatori di magia fossero fatti della schifezza di Arlandria, ne avrei gi distrutti una
trentina", si diceva Zoe.
Uscita dalla cabina, si trov sotto un cielo stellato, con la luna che rischiarava una placida
notte di primavera, increspata leggermente da un freddo vento oceanico e da milioni di stelle
che illuminavano di blu il ponte della "Sorriso".
Vide Day, appoggiata allo spacca-ghiaccio arrugginito, tutta sola.
Ehi.
Ehi. Come mai non dormi?
Nah... scroll le spalle Zoe, Quell'orso dell'Est russa troppo forte. Non riesco nemmeno
a pensare con quel cinghiale nei paraggi...
E' un brav'uomo, in fondo. comment l'angelo.
Sai che non ti sopporta, vero?
Pazienza... vorr dire che non andr pi a letto con lui. ammicc Day.
Che?! Non dirmi che tu e quel... "coso" avete... Avete... un conato di vomito la pieg in
due.
Oh s. E di brutto! Strano che tu non ci abbia sentito. la guard di traverso Day, Eravamo
nell'amaca sopra di te. Non ti arrivato niente addosso? Controllati i capelli... sorrise
maliziosa, mentre Zoe era diventata pallida come un fantasma, la bocca spalancata in una
smorfia di stupore mista a schifo.
Mah...mah.. come? Tu con... dai mi prendi in giro?! VERO? chiese disgustata.
Day scoppi a ridere, dando una pacca sulla spalla dell'amica che quasi cadde in acqua.
Ah ah! Sei il massimo Zoe! Non andrei con quel tizio nemmeno se mi permettesse di tornare
arcangelo. Mai nella vita, troppo peloso! rise ancora pi forte, Sei proprio una credulona
tu.
Zoe al contrario era incredula, ma non si fece sopraffare. Beh, sorellona... Non che ti si
veda spesso accompagnata da prestanti cavalieri, ultimamente. Fossi in te un pensierino lo farei.
Chiss quando ti ricapiter un orso puzzolente nella stessa amaca, in mezzo al mare. Potrebbe
anche essere un esperienza romantica...
Si guardarono e ricominciarono a ridere. Le preoccupazioni di Day riguardo quella "gita sui
ghiacci" sembravano allentarsi.
Si sedettero su una matassa di funi, guardando il cielo stellato.
Sai che nel continente Est tutti gli uomini si chiamano Willie? disse Zoe.
S, me l'ha detto Merry. Le donne invece si chiamano tutte Wilma... rispose Day divertita.
Bah, che strana gente... Ehi, non te l'ho pi chiesto. Anthony cosa ti ha detto della Cattedrale
vicino a Rilaimer? Un altro buco nell'acqua?
Gi... rispose l'angelo sconsolata, Non si trova da nessuna parte. Forse stato distrutto
quando Lejia stata spazzata via. Solo un'esplosione di quella portata sarebbe riuscita a
disintegrarlo, visto il suo potere. Ma non ho idea di che fine abbia fatto, dopo che me lo tolsero.
si strinse le ginocchia al petto.
Non lo sappiamo con certezza. Magari in un'altra Cattedrale non ancora scoperta. tent
di rassicurarla Zoe, Forse, su una di quelle rocce volanti dove i Pirati del cielo si nascondono.
Ti immagini se uno di loro ci seduto sopra proprio ora, senza sapere cos'ha sotto il culo?
sorrise, cercando di coinvolgere l'amica. La quale al contrario, non riusciva a non deprimersi,
pensando all'oggetto perduto, probabilmente per sempre.
Zoe non demorse, cambiando argomento. Ehi, perch non mi racconti qualcosa di tuo
fratello? E' tanto che mi hai promesso una storia su di lui, sono proprio curiosa di sapere che
tipo era.
Vuoi sapere di Azzy? chiese stupita Day, uscendo dai suoi pensieri.
Parlare del fratello la aiutava sempre a ritrovare il buon umore e quando Zoe la vedeva cos a
terra, cercava di risollevarla facendole raccontare storie dei "suoi" tempi.
S, parlami un p di Azrael. Una volta mi hai detto che era speciale, ma non mi hai mai
spiegato il
motivo.
Certo, ti eri addormentata nel bel mezzo del racconto! ribatt secca l'amica.
Avresti dovuto svegliarmi... alz le spalle lei, Sai che quando non sono io a parlare mi
vien sonno.
Grazie... non pensavo di essere tanto noiosa!
Ma no, cosa dici? E' che il suono della mia voce cos suadente che impossibile non
ascoltarmi mentre parlo si vant, Gli altri invece hanno voci cos "normali". Questa volta
per, star attenta. Dai, raccontami di Azrael.
Si raggomitol vicino all'angelo. Tutte e due guardavano il cielo sopra le loro teste. Un
palcoscenico di stelle si estendeva all'infinito oltre il mare.
Day inizi a raccontare. Azrael era solo un bambino. Un bambino con poteri illimitati.
La caratteristica principale di noi angeli sono i capelli bianchi e le ciocche di un colore. Una
tinta e una soltanto, che determina anche il colore degli occhi. Io, per esempio, ho ciocche viola
e occhi viola, ereditate da mio padre.
Nella nostra specie questo colore denota una predisposizione naturale, "genetica" la
chiamereste voi, verso una particolare abilit. Non determina al cento per cento ci che sarai,
ma un utile indirizzo quando si ragazzi. Aiuta a focalizzarti su qualcosa, ti d una sorta di base
sulla quale creare il tuo futuro.
Zoe la guard accigliata, lei cap e si spieg meglio.
Pu sembrare complicato, ma in realt molto semplice... Ti faccio degli esempi: il colore
viola, come il mio, denota una forza fisica maggiore rispetto agli altri angeli. Indipendentemente
dal sesso, chi ha ciocche di questo colore ha una forza superiore alla media. I soldati, infatti,
avevano per la stragrande maggioranza capelli bianchi e punte violacee.
Sempre nell'esercito l'altro colore predominante era il rosso. Significa, o significava, perch
oggi non pi cos, una predisposizione a quella che voi chiamate magia. Queste persone
riuscivano ad incrementare esponenzialmente il proprio "legame" con lo spirito della natura ed
usarlo nei modi pi disparati. Nel caso dei soldati, utilizzavano questo legame come arma... le
venne in mente sua madre, Metra, e un sorriso di nostalgia la rimand con la memoria al suo
volto, cos dolce eppure tanto fiero, con le ciocche rosso scarlatto che ne incorniciavano i
lineamenti.
Beh... si intromise Zoe, Non siamo specie cos diverse, noi e voi. Anche noi abbiamo una
predisposizione naturale verso qualcosa. Io sono una potenziale pirocineta.
S, in un certo senso cos. Ma nella vostra specie molto raro che riusciate a controllare la
natura. E solo attraverso amplificatori dell'anima. Noi angeli, invece, venivamo al mondo gi
con questo potere. Almeno fino alla Guerra... disse Day con una punta di rammarico.
Inoltre, c'erano altri colori che manifestavano una predisposizione naturale: il giallo, ad
esempio, era il colore dell'arte, il verde prevalentemente delle scienze, mentre l'arancio era
maggiormente diffuso nella manovalanza, come per i costruttori edili o i costruttori di areonavi.
Il blu veniva chiamato "il colore del tutto". Almeno un terzo della popolazione di Lejia aveva
ciocche di colore blu, come i loro occhi. Era il pi comune fra tutte le tinte e le sfumature. Non
determinava nessuna particolare predisposizione naturale verso qualcosa, per cui gli angeli con
quel colore si potevano focalizzare su ci che pi l interessava.
Come ti ho gi detto, i colori dei capelli non determinavano forzatamente l'avvenire di
qualcuno, semplicemente aiutavano ad indirizzare verso una mansione in particolare. Uno dei
sette arcangeli, Zakiel Joshua, aveva ciocche blu. Quindi devi prenderli un po come dei consigli,
non come obblighi. Capisci ?
Zoe la guard tidubante. L'espressione era difficile da interpretare, un misto di curiosit e di
gelosia.
Li voglio anch'io i capelli verdi o blu! starnazz.
Day ricambi stizzita, La prossima volta nasci angelo. Cosa ti devo dire?
Uff... Sei sempre la solita. Ma Azrael, perch era speciale? chiese Zoe sempre pi curiosa.
Azzy... Azzy aveva due ciocche con colori differenti. Una rossa e una viola, oltre a occhi
bicolori. Nessun angelo in tutta la storia di Lejia aveva mai avuto tale "privilegio". Due colori
significa poter essere qualsiasi cosa meglio di chiunque altro, pi forte di qualsiasi nemico, una
sorta di dio in terra.
Molte profezie dei Primi Popoli erano basati sul mito di questa fantomatica divinit
tramutatasi in uomo, visto come messia per tutti i popoli della Terra. In un'epoca come la
"nostra", prevalentemente militarizzata, secondo mio padre sarebbe dovuto essere colui che
avrebbe portato alla definitiva gloria il nostro popolo, guidandoci verso un nuovo mondo, dove
saremmo stati tutti uguali, umani e angeli. Tutti sullo stesso piano, un luogo dove la pace
avrebbe regnato per sempre. Nessuna guerra fra citt della Terra, nessun attacco agli angeli.
Solo un unico, grande popolo.
Immagino che non and cos, visto che siamo ancora oggi in questa situazione... concluse
Zoe tristemente. Che tipo era tuo fratello?
A Day si illuminarono gli occhi: era talmente orgogliosa di lui. Azzy era eccezionale. Era un
bambino meraviglioso, con me rideva sempre ed io ero cos fiera di avere un fratello come lui.
Una volta per, perse accidentalmente il controllo sui suoi poteri. Quella volta pianse...
La sua espressione di gioia tramut in un lampo, assumendo contorni malinconici.
Cosa succedeva nell'eventualit che andasse via di testa? la domanda usc di getto a Zoe,
che tent di correggere il tiro. Voglio dire... Quando perdeva il controllo, capitato spesso?
Solo due volte. rispose Day. Sembrava non essersi accorta della sgradevole affermazione
dell'amica, che tir un sospiro di sollievo.
E' come dare ad una formica il potere non di uno, ma mille uomini. Quando Azrael divenne
arcangelo aveva solo otto anni. Un bambino non pu controllare i poteri di un dio. Nemmeno
io, o mia madre, saremmo riuscite a sopportare quella forza interiore che portava dentro di s.
Nel momento in cui perdeva, anche solo per pochi frangenti, la lucidit su ci che gli
succedeva attorno, non si poteva tornare indietro... La seconda volta che perse il controllo
tentai di fermarlo.
Day si interruppe, con quel triste ricordo negli occhi. Zoe, troppo curiosa per demordere,
bofonchi un sommesso Eee?
Lo chiamai, tentai di parlargli, ma niente... Mi spazz via con una tale forza che persi subito i
sensi. Quando mi svegliai, ero nella mia stanza, nel Palazzo Reale di Lejia. Quella volta mi ruppi
entrambe le braccia, una caviglia e sette costole, tutto frutto dell'onda d'urto che scaten.
Fortunatamente siamo di temperamento guerriero, noi angeli.
Cazzo, era un mostro! sbott nuovamente Zoe e questa volta Day la sent. Per un secondo,
pens che l'amica l'avrebbe gettata in mare, in pasto ai pesci.
Invece, sorrise e scroll le spalle, Era un bambino come tanti, no?
Risero entrambe, scuotendo la testa.
Zoe si appallottol ancora pi stretta all'angelo. Raccontami ancora qualcosa dai... Mi
piacciono i tuoi racconti.
Day le mise una mano attorno alle spalle ed entrambe appoggiate l'una all'altra, guardarono
l'orizzonte.
Ok. Ti racconto di quando ha distrutto Kraisen. esord l'angelo.
Kraisen? la interruppe subito Zoe Che cos', un Kraisen?!
Una citt del continente Sud.
Mi prendi in giro? Non esiste nessuna Kraisen! disse Zoe indispettita.
Gi conferm Day, Non esiste pi nessuna Kraisen.
Quando le prime luci del sole sbucarono all'orizzonte, colpendo i suoi occhi, Zoe nascose la
testa nella spalla dell'amica.
Mmm... stupido sole... rantol.
In piedi principesse! url Willie Vela d'Argento Non penserete mica di starvene buone
buone qui senza far nulla tutto il giorno, vero?
Cos'hai in mente? chiese Day, vigile come un gatto.
Beh, una delle due aiuter Merry in cucina, mentre l'altra rassetter la cabina e pulir il
ponte. rispose compiaciuto lui Volontari?
Io cucino! IO! si affrett a rispondere Zoe, saltando subito in piedi.
Bene, "rossa", datevi da fare allora. Chi non utile su questa nave lo lascio sul primo scoglio
che incontriamo. Sentenzi burbero Vela d'Argento allontanandosi.
Erano rimaste tutta la notte all'aria aperta, con la temperatura che era colata a picco. Il sole
era caldo, ma erano entrambe indolenzite e rigide per esser rimaste rannicchiate sotto le stelle.
Si stiracchiarono e andarono nella cabina per cambiarsi.
Pensavo avrebbe fatto molto pi freddo, una volta in mare aperto.
Lo diventer domani, o forse gi stasera. rispose Day, Se riusciamo ad aggirare le isole
del Sale entro questo pomeriggio, sentirai il cambiamento di temperatura.
Le isole del Sale erano a circa due terzi del tragitto che le avrebbe portate ad Est. Il Ministero
di Arlandria aveva molta influenza su quel tratto di mare, ostentando un opulento controllo, in
quanto non esisteva un vero e proprio governo ufficiale.
Le persone che abitavano l'arcipelago erano onesti lavoratori, quasi tutti marinai con piccoli
pescherecci che campavano alla giornata. Poco gli importava se ci fosse o meno qualcuno a
governarli; in realt, come il mare non aveva padroni, loro nemmeno. Sulle loro barche erano i
re, le regine, i Ministri e i Pontefici di se stessi.
La pancia di Zoe gorgogli, Bene, direi che ora di una sana e abbondante colazione. Vieni
anche tu a mangiare?
No, grazie. Non ho fame... rispose l'angelo con espressione contratta.
La verit era un'altra. Day non amava molto viaggiare sull'acqua, anzi, preferiva decisamente il
cielo all'oceano. Quando Zoe l'aveva trovata poggiata allo spacca-ghiaccio la notte prima, infatti,
sospett che l'amica stesse male.
Forse dovrei stare io sul ponte mentre tu cucini, Day. si propose.
Grazie, ma non ti devi preoccupare. abbozz un sorriso lei, L'aria aperta non pu farmi
che bene. E poi, sono negata in cucina, lo sai.
Gi... Fai proprio schifo ai fornelli. Anche quando metti a bollire l'acqua rischi di far
esplodere tutto!
Mentre tu fai sempre esplodere tutto. Vai via, prima che mi venga lo schizzo di farti bollire!
Zoe fin di vestirsi in fretta e furia ed usc.
La cucina era sul ponte, nella stanza di fianco alla cabina del comandante. Il giorno prima le
erano arrivati alcuni profumi invitanti attraverso le assi delle pareti, ma era troppo impegnata a
crogiolarsi sotto le coperte di lana grezza per mangiare qualcosa.
Ora, per, aveva un buco nello stomaco.
Entrando in cucina, trov Wilma Merry impegnata a sbucciare delle patate.
La cucina era grande la met della cabina, con un ripiano di metallo nel mezzo, vecchio di
almeno cent'anni, i fornelli sul fondo dello stanzino e padelle e pentole appese ovunque.
Merry la squadr da capo a piedi, schioccando le labbra. Finalmente la principessa "rossa" si
degnata a mostrarsi. Ieri non ti si vista tutto il giorno, avrai fame immagino.
Lo stomaco di Zoe rugg ancora, Eh eh...In effetti. Cosa c' di buono? chiese speranzosa.
Di buono? Un beneamato... Ma, avanzata della zuppa di pesce da ieri sera. Non sar la fine
del mondo, ma ti far bene mettere qualcosa in quel pancino striminzito. D, tutte le ragazze nel
continente Centrale sono cos mingherline? Come fate a stare in piedi tutte pelle e ossa?
Se Zoe le sembrava magrolina, la pirocinetica pensava esattamente il contrario a proposito
della cuoca.
Una donna spropositatamente grassa, larga quasi il doppio del marito Vela d'Argento,
nonostante l'uomo non fosse per nulla magro.
I doppi menti sembravano moltiplicarsi ad ogni frase che pronunciava e i capelli grigi, lunghi
fin sotto il gigantesco seno, la facevano apparire come una scimmia obesa. Perfino le braccia
erano pi simili a quelle dei primati che ad arti umani, pelose com'erano. Indossava un vestito
grigio con piccoli fiorellini azzurri che si perdevano nelle pieghe sotto il ventre, decisamente
sgraziato su quella figura.
" la donna pi brutta della storia!", pens Zoe.
La zuppa di pesce doveva essere stata una cena pi che degna la sera prima, ma adesso, quella
brodaglia di colore giallastro si era raggrumata e una testa di gambero la fissava dal bordo del
piatto. Per poco non svenne, annusando quella porcheria.
Non fare la schizzinosa, "rossa", oggi mangerai meglio, ma fino a met giornata non ci sar
nulla di commestibile. Le patate vanno bollite, il pesce pulito e se hai voglia di preparare del
pane per stasera ti consiglio di darti da fare. Ingolla quella dannata zuppa e dammi una mano!
A Day non and meglio. La barca sembrava riflettere ogni singolo movimento del mare e
qualsiasi increspatura appena visibile sulla superficie dell'acqua la faceva dimenare sotto i suoi
piedi. Non riusc a stare in piedi per molto. Si sedette a terra con lo strofinaccio ancora in mano
e cerc di immaginarsi sulla terra ferma, qualsiasi terra ferma...
Ehi angelo, che c'? Sei pi bianca dei tuoi capelli. la schern Vela.
Niente, solo un po di stanchezza. Dormire all'aria aperta mi ha spossato completamente...
cerc di scusarsi lei, senza per trarre in inganno il capitano della "Sorriso".
Lascia stare le pulizie e vieni su, dobbiamo accordarci sul compenso che mi dovete.
"Ma non ti ha gi pagato Anthony? Approfittatore da due soldi."
Il signor Deproiux le aveva detto e ripetuto di non preoccuparsi del denaro da sborsare al
marinaio, perch aveva gi provveduto lui a pagarlo. "Profumatamente", non manc di
aggiungere il vecchio armaiolo.
Tuttavia, Day aveva sospettato fin dal principio che Willie avrebbe tentato in tutti i modi di
fregare lei e Zoe, minacciando magari di lasciarle in mezzo all'oceano, o peggio, in mano ai
"cani" di Arlandria.
Si sarebbe sbarazzata di quel pezzente flaccido con un battito di ciglia e anche di quell'elefante
della moglie, se fosse stato necessario, ma non sapeva condurre una nave "acquatica", in quanto
abituata a solcare i cieli, non i mari. Inoltre, la valle degli Shimishu, loro destinazione finale, era
un territorio sperduto nei meandri del continente Est.
Attraversare le montagne innevate e i ghiacciai del continente avrebbe richiesto troppo
tempo, mentre con una qualsiasi imbarcazione si sarebbe potuto risalire i fiumi e le appendici
delle correnti d'acqua, sino ad arrivare il pi vicino possibile alla valle.
Day perci si era premunita, portandosi dietro un centinaio di Kibly, moneta del continente
Centrale, sperando che bastassero in caso vi fossero stati contrattempi.
Sal la scaletta che portava al timone, una plancia piena di spie semi arrugginite collocata
sopra la cabina e la cucina.
Pensavo che Anthony ti avesse gi pagato, Vela. disse stizzita salendo gli ultimi gradini.
Mmm... S, questo vero. Ma non mi avete pagato tu e la "rossa". Voglio dire, lui mi ha dato
del denaro per andare in mezzo al ghiaccio, ma voi mi dovete dei soldi perch ospiti sulla mia
nave. l'espressione saccente del marinaio fece aumentare la nausea di Day.
E quanto costa, questa tua "ospitalit"?
Vediamo... Quanto credi di poter spendere, angelo? sorrise lui, mostrando una dentatura
grigiastra e ripugnante.
Onestamente? rispose, assecondando il sorriso dell'uomo. Dovresti pagarci tu per stare
su questa bagnarola. Scommetto che al primo cubetto di ghiaccio che incontreremo lo scafo si
squarcer a met come stoffa bagnata.
Ah! Ragazza impudente, dovrei portarvi dritte dritte in bocca ai cani di Arlandria. Forse un
po di anni ai lavori forzati nelle miniere di vetrunvite ti leverebbero quel sorrisetto arrogante. E
magari, perch no, quel faccino da bambolina perderebbe il suo splendore con qualche cicatrice
in pi.
Forse un po di anni ai lavori forzati ti toglierebbero quella pancia da tricheco che ti ritrovi,
anche se non credo che le cicatrici potrebbero peggiorare quel brutto grugno. rispose dura lei.
Si fissarono per un po senza battere ciglio. Willie era grosso almeno il triplo di Day, ma lei non
ne era affatto intimidita; anzi, in quel momento fremeva per poter entrare in azione.
Alla fine, fu proprio lei a desistere. Si gratt dietro un orecchio facendo tintinnare gli orecchini,
distogliendo lo sguardo come nulla fosse.
Ti dar venti Kibly per Zoe e cinquanta per me, visto che sono un soggetto "poco gradito" ad
Arlandria.
Una volta che avremo fatto ci che dobbiamo nella valle degli Shimishu parler con Anthony
perch ti paghi un piccolo "extra" per il disturbo... disse guardando l'oceano dalla finestrella
dello sgabuzzino.
Ma... fece una pausa lei.
Ma?
Se ci giochi brutti scherzi... un ghigno sadico sbuc dagli angoli della bocca, Non sto
comprando i tuoi servizi. Ho comprato la mia vita e quella di Zoe. Affare fatto?
Un'offerta pi che generosa. La moneta dell'Est era sostanzialmente carta straccia, perch solo
nelle citt del continente orientale valeva qualcosa, mentre i Kibly del continente Centrale erano
conio spendibile ovunque, decisamente appetitosi per qualunque pescatore morto di fame
come Willie Vela d'Argento.
Dopo le parole di Day, comunque, l'uomo avrebbe accettato qualsiasi offerta. Negli occhi della
ragazza vide qualcosa, una sorta di luce violacea che conduceva dritta dritta in luoghi infernali e
lui, non proprio un genio, ma neppure un idiota completo, accett senza protestare.
Vada per i settanta Kibly allora. E anche per l'extra che Anthony mi dovr al nostro ritorno...
Spero non sia cos "piccolo".
"Sicuramente pi grande del tuo uccello...", pens l'angelo voltandogli le spalle imbufalita.
Verso met giornata, Day aveva finito di pulire i pavimenti della nave, aveva riordinato la
cabina nella quale dormivano e riavvolto le corde, piegato le reti da pesca a poppa e passato
l'olio sugli anelli dell'ancora come le aveva chiesto Willie, stranamente pacato.
Si trovava sul ponte, appoggiata allo spacca-ghiaccio, con un sole non troppo intenso che le
scaldava il viso e la brezza che le scompigliava le ciocche viola ai lati della fronte. Aveva deciso
di abbandonare le treccine per i ciuffi colorati, lasciando che scivolassero fino al seno, mentre il
resto della chioma la teneva sempre raccolta nella coda, che le scendeva fin sotto le scapole.
Quel venticello sarebbe stato gradevole, se fosse stata su un'altra nave. Quella barcaccia non
la sopportava pi; era impaziente di arrivare a destinazione.
Scorse alla destra della nave le sagome indistinte delle isole di Sale, piccole macchioline
azzurrognole sullo sfondo, chiedendosi se fosse sufficiente quella distanza per non essere
avvistati e fermati dalle imbarcazioni di Arlandria.
Fuggire su quel catorcio sarebbe stato privo di senso, per cui l'unica soluzione sarebbe stata
lottare contro militari armati di fucili con la sua spada di azzurra vetrunvite. Per un secondo
sper che succedesse.
Non accadde nulla, invece, per tutto il tempo in cui riusc a intravedere le isole all'orizzonte.
D'improvviso, Willie sbuc dalla plancia, Gi angelo! Buttati a terra!
Lei lo guard come se fosse impazzito, poi cap cosa l'aveva allarmato.
Una nave vedetta stava avvicinandosi silenziosamente verso la "Sorriso di Ghiaccio" a tutta
velocit, sbuffando alte scie d'acqua ai lati. Day si gett a terra appena in tempo per non essere
vista.
Voi, della nave! Esercito di Arlandria! Spegnete i motori e gettate l'ancora! gracchiarono
gli altoparlanti dell'imbarcazione militare.
Era una corvetta di medie dimensioni, con i colori del ghiaccio su tutta la superficie. Il cannone
retrattile sulla prua era puntato alla torretta dei comandi della "Sorriso".
Day non vide altro. Strisci lungo la fiancata della barca per nascondersi sotto la matassa di
corde e piccole ancore, scartando l'opzione quando cap che non sarebbe servito a nulla. Doveva
raggiungere la cabina, sperando che l'ispezione della marina di Arlandria fosse molto
superficiale...
E questi chi cavolo sono? sbrait Zoe uscendo dalla cucina con un grembiule sporco di
interiora di pesce attorno alla vita. E quel cannone? Ci avete scambiato per contrabbandieri di
cozze per caso? url loro.
I soldati della corvetta uscirono sul ponte. Una mezza dozzina di soldati bardati da testa a piedi
le punt addosso dei Blade-Shot d'assalto, mentre un ufficiale in completo blu la guardava alle
spalle dei sottoposti.
Zitta Wilma! le url Willie Vela d'Argento. Perdonate mia figlia, una ragazza molto
insolente le diede una sberla sulla nuca, Chiedi scusa e tornatene in cucina, stupida! la
rimbrott il marinaio.
Lei lo squadr stralunata, poi vide Day rannicchiata contro il bordo dell'imbarcazione che la
fissava incredula e recep al volo.
Oh... scusa... pap... farfugli Zoe. Poi fece una mezza riverenza ai soldati, sorridendogli.
Scusate. Non era mia intenzione essere sgarbata. Vi prego, perdonatemi. Sono cresciuta in
mare, sapete...
Cos dicendo si incammin verso la cabina, passando a pochi centimetri dall'amica sdraiata a
terra.
So dove nasconderti. le bisbigli.
Con un ultimo sorriso rivolto ai soldati scomparve all'interno della cabina, lasciando
leggermente aperta la porta.
Anche la moglie di Willie, Wilma Merry, comparve sul ponte, distogliendo lo sguardo dei
soldati dalla cabina verso di s.
Siamo solo pescatori, signori. esord la grassa donna, Non portiamo armi, ne merce di
contrabbando. Siamo solo io, mio marito e nostra figlia. Veniamo dalle isole del Sale e siamo
umili pescatori dell'Est, come le vostre famiglie.
Day approfitt di quel momento di distrazione per strisciare verso la cabina, entrandoci un
attimo prima che l'ufficiale di Arlandria tornasse a fissare in quella direzione.
Staremo a vedere. Calate la passerella e fatemi salire a bordo. intim.
Che cosa hai in mente? sussurr Day a Zoe, intenta a massaggiarsi la nuca.
Cazzo, mi ha fatto un male assurdo quel bue. Mi esce del sangue per caso?
ZOE! Stai su questo piano esistenziale per un secondo. Dove mi dovrei nascondere? la
richiam l'amica.
Oh, s... quello. Ma semplice, nella sentina! esclam lei, Dietro le amache di Willie e
Wilma c' una botola che porta alla stiva. Ci sono andata prima per vedere cosa trasportassero
di cos prezioso da non farci...
ZOE! la interruppe Day. Quella la tua soluzione? Mi vuoi gettare nella fogna di questa
zattera? le chiese inorridita.
Beh, non vedo altri nascondigli. disse l'altra disinvolta, Sicuramente, ispezioneranno la
cabina, la cucina e la stiva. L sotto non c' nulla di particolare, solo qualche sacco di farina e
casse di pesce, ma sono troppo piccole perch tu possa nasconderti. La sentina l'unica
soluzione...
Per lei poco importava che la sentina puzzasse come la carcassa di un orso morto lasciato a
marcire al sole.
Tu sei matta. Io non mi butto in quella merda! scroll il capo Day.
Rifletti... Se questa nave vedetta venuta ad ispezionarci, avranno comunicato la nostra
posizione. Li potresti uccidere tutti con una mano, ma ne arriverebbero altri e altri ancora.
sentenzi.
Fatemi vedere la cabina. si ud dall'esterno.
Come desidera. sentirono le voci dell'ufficiale e di Willie oltre la porta.
Merda! disse Day.
Gi. Merda. tagli Zoe.
Si tuffarono nella botola giusto in tempo, non prima che l'angelo prendesse la frusta, ovvero la
coda di mangia-materia, che avrebbe rilasciato la vetrunvite della sua spada. La porta si spalanc
di schianto e due militari aprirono la strada all'ufficiale.
Non c' nessuno, Signore. disse uno.
Strano... rispose quest'ultimo. Poi rivolgendosi a Willie, Mi sembrava di aver visto
entrare qui vostra figlia. Dove pu essersi cacciata? chiese con voce fredda.
Ehm... Ecco... balbett Vela d'Argento, tentando di giustificarsi. Probabilmente andata
nella stiva. S, anzi, sicuramente nella stiva!
Le ragazze sentirono la conversazione sopra le loro teste, mentre cercavano la sentina nel buio
pi totale.
Grazie tante, ciccio-Willie... digrign i denti Zoe, Potevi anche tirarla un po pi lunga.
Zoe, vieni ad aiutarmi. Credo di averla trovata! disse Day.
Alzarono il grosso coperchio in metallo della sentina, o meglio, Day sollev il coperchio, troppo
pesante per l'amica, mentre quest'ultima faceva spazio sul pavimento per posare il cerchio
metallico. Il tanfo era talmente forte che Zoe per poco non svenne.
"Meno male che son abituata a quel cesso della mia stanza", pens.
Abbiamo un problema sorellona... disse una volta che il coperchio fu posato a terra.
Cio ? La puzza di morte di questo coso? chiese l'altra impaziente.
No... Bleah! Come faccio a sollevarlo per coprirti? Questo coso peser sessanta chili. Non
riesco nemmeno a muoverlo.
Ci furono un paio di secondi di palpabile agitazione.
Ho trovato! le disse Day , Prendiamo una cassa, ci appoggio sopra il coperchio, entro
nella sentina e lo recupero. Tutto chiaro?
Cristallino direi.
Fecero come pianificato dall'angelo. Zoe tir vicino una cassa alta come la sentina, mentre il
coperchio dai bordi lerci venne alzato da Day.
Una volta dentro sentirono la botola aprirsi.
Vai verso di loro... le sussurr l'amica mentre posizionava il coperchio sulla propria testa.
Zoe gir l'angolo e si trov faccia a faccia con l'ufficiale, rischiando di buttare a terra entrambi.
Si ritrasse spaventata, mentre lui si guardava attorno con aria sospetta. Doveva avere non pi di
trent'anni, not lei.
"In un altro momento, ci proverei anche con uno cos...". Abbass lo sguardo per evitare gli
occhi di lui.
I soldati entrarono dalla scala d'ingresso principale, facendo filtrare un po di luce, con Willie e
Wilma dietro di loro che cercavano furtivamente l'angelo nascosto.
Cosa ci fai qui? Zoe sent una morsa glaciale allo stomaco.
Ehm, ecco... Sono solo venuta a prendervi qualcosa da bere. esclam lei indicando una
cassa di bottiglie dietro l'ufficiale, senza nemmeno sapere cosa vi fosse all'interno.
Sa... Mia madre mi ha insegnato che quando si hanno ospiti bisogna trattarli con i dovuti
riguardi, quindi... tent di ammiccare, ma il viso imperscrutabile del giovane soldato smorz
ogni suo tentativo di accattivarselo.
L'ufficiale guard prima Willie, poi Zoe, quindi Wilma e infine ancora Zoe.
Sua figlia davvero una splendida fanciulla, signor Vela d'Argento. Mi domando come tanta
bellezza sia uscita da due individui... come voi... disse, lanciando un'occhiata bieca ai due.
Ecco... tent di rispondere Willie.
E' stata adottata quando era ancora molto piccola, Signore. si affrett a dire Wilma,
salvando il marito dall'impaccio. "Grazie Wilma!" pens Zoe, "Sei una finta madre fantastica."
Si vede... replic secco l'ufficiale, Dove sei nata? La tua pelle pi scura di quelli nati ad
Est. Noi siamo bianchi come il ghiaccio, tu invece, hai una carnagione cos rosea... le pass una
mano sul volto, studiando i lineamenti di lei. E i tuoi capelli poi... Sono come il fuoco!
Aspetta, fammi indovinare... si affrett a dire l'ufficiale, come a zittire una risposta per
non rovinarsi la sorpresa. O sei nata nel continente Ovest, oppure nella parte occidentale del
continente Centrale, dico bene?
Zoe annu, senza incrociare lo sguardo col suo.
Mmm, interessante. Mi piacciono le donne coi capelli rossi... lei sent un brivido lungo la
schiena.
L'ufficiale sogghign, Tutti fuori, signori, voglio rimanere solo con questa bella fanciulla.
Magari conosce qualche storia del continente Ovest. Io adoro le storie, soprattutto quelle ben
raccontate...
Uscirono tutti in silenzio. Willie e Wilma non poterono intervenire, ma la donna lanci un
ultimo sguardo disperato a Zoe, la quale si ostinava a tenere il capo chino.
"Se trovo qualcosa di abbastanza grosso o affilato ti mando a baciare le sirene, brutto figlio di
puttana", si ripromise la ragazza.
Lasciati soli nell'oscurit della stiva, Zoe avrebbe potuto approfittare di un momento di
distrazione del giovane ufficiale, ma per far cosa? Day era a pochi metri da lei, ma non avrebbe
potuto intervenire. Inoltre, nei pochi attimi in cui la luce le aveva mostrato l'interno della stiva
non era riuscita a vedere nulla che potesse essere usato come arma. Se solo avesse avuto un
amplificatore per controllare i suoi poteri...
Allora?
L'ufficiale la riport alla realt, Cosa vogliamo fare? le chiese sardonicamente.
Non saprei, Signore si sforz di rispondere Zoe, tremante.
Credo che tu lo sappia, invece. la prese per un polso.
Tast la fronte dell'amica. E' bollente, cazzo, datemi una mano! Dobbiamo portarla sul
ponte. Avete del ghiaccio? chiese disperatamente.
Ma... cosa hai fatto? Vela d'Argento si era fatto piccolo piccolo, scioccato da quella
carneficina. Hai idea di cosa ci succeder adesso?
Oh, stai zitto! lo rimprover la moglie. Prendi la ragazza. Tu angelo, con me.
Salirono le scale e andarono in cucina. Wilma Merry apr la cella frigorifera, Qui teniamo
quello che peschiamo. Sul fondo, ci sono dei sacchi di ghiaccio condensato, pi freddi del
ghiaccio normale. Ma non so se noi due riusciremo ad alzarli, pesano oltre il quintale l'uno.
Day la scost di peso e ne sollev due, uno per mano.
Per! Sei bella forte per essere cos rachitica, principessa. scapp a Wilma.
Dammi una mano invece di blaterare. le intim Day.
La grassa donna le tolse di mezzo qualsiasi cosa potesse intralciarle il cammino. I sacchi erano
grandi abbastanza da sdraiarci sopra Zoe. Quando l'angelo arriv sul ponte Willie sistem la sua
amica sopra di essi.
Cosa cazzo successo? chiese il marinaio sull'orlo dell'isteria, Come ha fatto a far
esplodere quel tipo?
E' una pirocinetica, idiota! gli rispose acida l'angelo. D una mano a tua moglie e portate
un altro sacco, se non le abbassiamo la temperatura rischia di morire!
Piro-piroci...? farfugli lui. Quella parola si insinu nella sua mente, cercando un vocabolo
a cui associarsi per spiegare a quell'uomo, pi tonto di qualche minuto prima, cosa fosse un
pirocinetica.
Muovi quel cazzo di culone che ti ritrovi! ringhi Day.
Willie ubbid. Qualche istanti dopo, pos il sacco di fianco all'angelo. Lei lo apr e ne prese una
manciata sul corpo di dell'amica.
La sostanza era una specie di polvere di ghiaccio che intorpid all'istante le sue mani. Ne sparse
il pi possibile su Zoe, fino ad inzaccherarle i capelli.
Poi, controll le pupille dell'amica. Erano ancora color cremisi.
Il cuore le sembr fermarsi in quegli attimi interminabili; non osava nemmeno respirare e il
desiderio inconscio di deglutire venne represso, serrandole la gola.
Lentamente, gli occhi di Zoe assunsero sfumature pi scure, partendo dall'iride verso la
pupilla, fino a raggiungere il loro naturale color nocciola. Solo allora Day si lasci andare ad un
sospiro di sollievo, sedendosi di fianco all'amica.
Allora?! chiese impaziente Wilma, Sta bene?
Credo di s... le rispose l'angelo, posando una mano sulla fronte dell'altra. La temperatura
si sta abbassando, fra poco la porter nella cabina. Mi sa che dormir un bel po.
Cosa le successo?
Ha perso il controllo. Ed riuscita a usare la sua anima come arma... disse Day,
consapevole che quell'affermazione non aveva senso.
Eppure...
Non conosco nessun umano in grado di farlo, se non con degli amplificatori di magia...
Abbiamo un altro problema adesso... si intromise Willie, La marina di Arlandria sa
sicuramente dove ci troviamo. Dobbiamo muoverci da qui.
Facciamo rotta per il continente Est adesso. disse l'angelo. Le isole del Sale sono alle
nostre spalle, quindi mancano meno di trecento miglia alla terra ferma. Muoviamoci. Se siamo
fortunati raggiungeremo il ghiaccio prima che i "cani" sentano la preda.
Ripul Zoe dalla polvere di ghiaccio, togliendole anche i riflessi ghiacciati caduti sui capelli, la
prese in braccio e la port nella cabina, posandola delicatamente su un'amaca. Le si sedette
vicino, rimuginando fra s. "Ha usato la sua anima... riuscita a sentire la sua anima... proprio
l'elettricit senza dispositivi, amplificatori, ecc. e non mi hai detto nulla? Ma che fidanzato sei?
Ma perch ti scaldi? Non l'ho mica scelto io... Te l'ho detto, stato tutto molto "spontaneo",
direi casuale.
Avrei voluto parlarne alla professoressa Dawson, il giorno dell'esplosione. Ma credo sia
meglio starle alla larga; almeno per un po...
Credo anche io. Comunque, hai provato ad esercitarti? Quella cosa del fumo era incredibile.
Insegnamelo! supplic Flame.
Vorrei insegnartelo, ma non so come. Non lo controllo ancora al meglio. Anzi, credo di aver
gi raggiunto il limite. E' pi di un mese che non faccio miglioramenti, riesco malapena a
condensare gli elettroni del fumo di sigaretta...
Devo provarci anche io. Non posso permettermi di restare indietro. decise lei.
Invece dovresti perfezionare i tuoi bracciali. Sono molto pi utili di questo fenomeno. Come
stanno andando?
Sono ad un punto morto. sbuff, I bracciali assorbono elettricit dall'aria attorno a me,
riesco a percepirla. La carica elettrostatica del mio corpo aumenta esponenzialmente quando
raggiungo lo stato di trance, ma non sono ancora in grado di controllare quel potere. All'esame
andr malissimo... bofonchi avvinghiandosi a lui.
Se qualcuno mi desse una mano... disse stuzzicandolo.
No! rispose brusco lui, Non ti aiuter Flame. La scuola ci ha insegnato a collegare il
nostro potere inconscio con ci che ci circonda. Se non hai imparato in questi anni, son fatti
tuoi! Io ho gi il mio progetto da finire.
Sei uno stronzo! Ma perch spreco tempo con te? Non lo so proprio. Ha ragione Zoe.
sbott lei.
Ah! Quella... ti ho gi detto di lasciarla perdere. Quella poveraccia non ha le tue potenzialit,
Flame, ti rallenta solamente. Se non sprecassi tempo con quella pazza scatenata forse riusciresti
a controllare lo stato di trance come si deve. Starle vicina ti rincretinisce. disse lui con tono
sprezzante.
Flame si sent nauseata e allo stesso tempo infuriata per le parole del ragazzo. Nessuno
insultava la sua migliore amica in quel modo. Non davanti a lei.
Ma chi cazzo pensi di essere TU? Niente, ecco cosa sei. Avrai anche un cervello da genio del
male, ma rimani uno stronzo. Non sai niente di Zoe, e non sai nulla di me! Se provi anche solo a
nominarla ancora...
Indispettito, Sean la prese per un braccio, trascinandola a s e baciandola sulla bocca. Lei non
si ritrasse, lasciando che il ragazzo la cingesse con le braccia, adagiandola sul letto. Inizi a
svestirla, partendo dalla lampo della felpa, baciandola dolcemente sul collo, poi sul seno.
Scendendo ogni bacio sempre pi gi...
La sua migliore amica era un punto indissolubile della sua esistenza, ma cozzava
inesorabilmente con l'altra met del suo universo: Sean. Il ragazzo prodigio aveva un ascendente
talmente forte su Flame da ridurla a una bambolina, tanto bella quanto ubbidiente.
A volte si odiava, si ripugnava fino al midollo, detestando questa sua debolezza nei confronti
del fidanzato, tutt'altro che gentile nei riguardi della pirocinetica e spesso freddo e distaccato
anche come partner.
L'orgoglio che scorreva nelle vene della famiglia Robinson le imponeva una certa superiorit in
tutto: negli studi, nel confronto con gli altri, persino con la sua migliore amica. Eppure, la sua
dignit veniva meno quando di fronte aveva Sean Flawerty.
Flame si accese una sigaretta, coprendosi col lenzuolo. A Sean piaceva guardarla, soprattutto
quando era nuda, ma a lei dava terribilmente fastidio. L'unica persona con la quale non aveva
pudori si trovava a centinaia di miglia da lei in quel momento, su un peschereccio diretto nel
continente Est.
Scusa per prima... disse lui baciandole una spalla.
Sei odioso a volte. Lo sai?
Eh... lo so. Scusami. il tono sincero e desolato di Sean tolse ogni istinto belligerante che
risiedeva ancora in lei.
Mi hai detto che Archontia partita, giusto? Dov' andata? le chiese infilandosi la
maglietta.
Ad Est. Accompagna Day per una sorta di compravendita...
Zoe si era guardata bene da dirle tutto. Si fidava di Flame come di se stessa, ma sapeva che
ascendente Sean esercitava sull'amica. Inoltre, il padre di lui era un funzionario del Ministero di
Arlandria, citt che l'amica voleva evitare a tutti i costi.
Non ne so molto di pi, a dire il vero... ammise lei, Era contenta di partire, comunque. E'
la prima volta che visita il continente Est.
Dove sono nato io... farfugli il fidanzato pensieroso. E tu ci sei mai stata, invece?
Una volta, da bambina. Mia madre faceva parte di una sorta di gruppo industriale, non
ricordo bene di cosa. Mi port con lei. rispose ripensando a quando era piccola.
Ti piaciuto? chiese lui sovrappensiero, continuando a vestirsi velocemente.
Tantissimo! Fu la prima volta in cui vidi la neve... disse lei con nostalgia, Sai, ad Ataris la
temperatura sempre mite; non usiamo vestiti pesanti e le strade della citt non si ghiacciano
mai. Non c' la neve da noi. Ed ero cos curiosa che appena scesi dall'aeronave presi una
manciata di neve e la divorai. Mi venne un'emicrania terribile! Mia madre scoppi a ridere,
mentre io avevo le lacrime dal dolore. sorrise Flame ripensando a quella scena.
No, non hai capito... Io intendevo se ti era piac... ah lasciamo perdere. gliss Sean
alzandosi. Mentre lei stava parlando, lui si era rivestito completamente.
Il suo atteggiamento era sospetto, si muoveva a scatti e sembrava particolarmente nervoso,
come se fosse preoccupato per qualcosa che improvvisamente gli era venuto in mente.
Gir attorno al letto, recuperando la giacca, e baci Flame sulla fronte, freddamente. Si
fatto tardissimo, piccola. Devo scappare.
Ah... reag Flame, Ok. Ci vediamo domani a scuola?
Non lo so. Devo portarmi avanti col progetto, sono ancora in alto mare e la consegna fra
poche settimane. cerc di scusarsi lui.
Come vuoi. disse lei laconica Chiamami quando hai tempo.
Sicuro. si conged Sean.
Usc dalla camera da letto di Flame, lasciandola ancora nel letto nuda, coperta dal lenzuolo. Lei
non sospettava nulla...
"E' in questi momenti che vorrei vicino Zoe. Mi direbbe qualcosa come: dagli un calcio l in
mezzo a quel cretino, oppure: adesso vado da quel sapientone e lo gonfio di botte per te! ".
Rise, immaginandosi l'amica che dava una lezione al suo ragazzo.
"Spero stia andando bene in quella terra di neve e ghiaccio... Mi manchi da morire, Zoe."
Lui si accost alla balconata che dava sull'immenso ponte di New-Lejia, sorridendo al cielo.
Azrael si trova nello stesso luogo in cui fu segregata la sorella e cos come lei tornata al mondo,
noi faremo rinascere il nostro dio...
La flebile luce che penetrava dall'obl rischiarava a malapena la piccola cabina del
comandante.
Quando apr gli occhi, si sent sollevata nel constatare che fosse notte.
"Stupida luce coi suoi stupidi riflessi..." pens fra s.
Il mare doveva essere piuttosto tranquillo; in genere lo sciacquio riecheggiava per tutto lo
scafo della "Sorriso di Ghiaccio", insinuandosi persino nella cabina.
Gi... era ancora su quella barca fetente...
Percep un brusio all'esterno. Due persone stavano parlando animatamente, nonostante si
sforzassero di tenere la voce bassa. Da dentro la stanzetta non capiva da dove provenissero ed
era troppo buio per orientarsi nello spazio chiuso, per cui decise di starsene comodamente
sdraiata sull'amaca.
...vremmo lasciarle l... sent, Oramai la "rossa" fuori pericolo. Lasciamole a Black-Point
no? riconobbe la voce di Willie Vela d'Argento.
Non dire stupidaggini... "Wilma", Non possiamo lasciarle in quel posto. Ci hanno pagato
per essere portate fino ai confini della valle e noi le porteremo l. A Black-Point sarebbero in
pericolo.
Ma... tent di ribattere lui.
Niente ma. Le porteremo fino in fondo.
Donna, ricordati che sono IO a guidare questa nave, non tu. la minacci Willie.
Questa "nave", come la chiami, tanto tua quanto mia! Le porteremo ai confini della valle
degli Shimishu, punto e basta. si impose Wilma.
Ma cara... disse Vela d'Argento, diventato timorato tutto d'un tratto. Cerca di capire...
Non sicuro. Il fiume in questa stagione mezzo ghiacciato e per arrivare alla valle dovremo
percorrere cinquanta miglia spaccando il ghiaccio, metro dopo metro. Lasciamole a Black-Point.
Da l potranno andare dove vogliono a piedi o con una metro-slitta.
Tu sai benissimo cosa succederebbe se le lasciassimo a B-P... L'angelo verrebbe impiccata
seduta stante mentre l'altra verrebbe violentata da qualche scaricatore di porto ubriaco perso.
Sono ragazze forti come tori, ma non potrebbero difendersi contro un'intera citt! ringhi lei.
Le porteremo dove vogliono andare e le riporteremo indietro, come avevamo gi stabilito
Zoe guard Day, ancora assopita, la faccia sporca di sangue raffermo non suo, puzzolente
come un vecchio stivale.
Ti stata vicino tutto il tempo... le confess Wilma Merry, Mentre dormivi, ti ha tenuto
la mano, raccontandoti alcune storie; parlava di un certo "Azzy"... Ha parlato anche di Anthony e
di una fionda, credo... Ti ha messo pezze bagnate sulla fronte, ha tenuto la stanza sempre calda
per te, attizzando la stufa, giorno e notte, senza chiudere gli occhi un attimo.
Poi sbuff, Ci ha perfino sfrattato da qui! Io e Vela abbiamo dormito in cucina le ultime due
notti! Dice che non sopporti il russare di mio marito. Ti dir, neanche io ne vado matta.
Willie alle sue spalle grugn qualche cosa di incomprensibile.
La grassa donna aiut Zoe a scendere dall'amaca, sorreggendola. Anche se la febbre era
sparita, si sentiva comunque priva di forze. "Avrei dovuto mangiare pi zuppa di pesce...", si
disse disgustata. Poi guard Wilma, che le teneva la vita con il suo braccio peloso e tozzo.
Grazie. Siete molto gentili, tutti e due. Siamo partiti nel modo sbagliato, forse, ma vi devo
molto. Anzi, vi dobbiamo molto.
Quanto? gracchi Willie, reggendo il vassoio con una mano. Quanto ci dovete?
Oh, ma stai zitto, vecchio corvo! lo zitt la moglie.
Zoe sorrise. In fondo, erano una bella coppia quei due.
Wilma l'aiut a sistemarsi su un'altra amaca, sedendosi vicino a lei. La curva della rete divenne
talmente accentuata che Zoe le vol in braccio.
Ehi ! esclam stupita la donna, Vuoi che ti imbocchi per caso?
Scusa... rispose timida lei, Non ero pronta.
Willie le pos il vassoio in grembo.
Nel piatto centrale una grossa bistecca al sugo faceva bella mostra di s, inducendo il famelico
stomaco di Zoe a contorsioni inimmaginabili; in un altro piatto, fondo, spuntavano delle ali di
pollo fritte. Nel piatto vicino al bordo del vassoio invece, c'era perfino una fetta di torta al
cioccolato, grande quanto la testa di Zoe.
Era cibo del tutto comune nel continente Centrale, cose alle quali la ragazza era
perfettamente abituata.
Ma, nell'Est, erano rarit prelibate e costavano fior fior di quattrini, oltre le possibilit di molti
pescatori.
Il suo stomaco, comunque, festeggi.
Grazie. Siete cos carini! Le si illuminarono gli occhi davanti a quello spettacolo.
Fanno 5 Kibly, "rossa". borbott Willie.
Smettila tu! Piuttosto, finisci di scaricare la stiva e pulisci le chiazze di sangue. Detesto pulire
cervella umane, son troppo viscide, scivolano fra le dita. Entro questa sera dobbiamo salpare.
lo rimbecc la moglie. Lanci dunque un'occhiata a Zoe, abbozzando un mezzo sorriso. La
vostra avventura deve ancora cominciare!
Mmm...Shi ! tent di rispondere la ragazza, con la bocca gi strapiena di cibo.
La valle lontana? riusc infine a chiedere, inghiottendo un boccone disumano.
Un giorno, forse meno. Pensavamo che il ghiaccio avesse raggiunto i fiumi e le loro radici,
verso Est, nell'entroterra. Ma un pescatore di quella zona ha attraccato vicino a noi giusto ieri
mattina e ci ha detto che il clima stato clemente finora. Prima partiamo e prima ritorneremo...
Non vedo l'ora di vedere gli Shimishu. Chiss se sono grandi come ho letto.
Ben oltre ci che ti aspetti, "rossa". afferm sicuro Willie, Quei cosi sono alti pi di tre
metri, e hanno una pelliccia dura come la roccia.
Tu li hai visti? chiese lei entusiasta.
Non io, mio fratello, Willie lo Straccione. Lui e suo figlio stavano attraversando un affluente
dello Zinco, il fiume che delimita la valle degli Shimishu a ovest. Quattro Dita ha visto un branco
di quei mostri inseguire un bue artico: uno di loro con una manata gli ha spezzato la schiena in
due. Gli altri hanno fatto a pezzi il resto, strappando brandelli di carne pi grossi di te.
Zoe si sent meno sicura, riguardo ai suoi propositi per quella "gita".
Non c' modo di vederli da vicino, senza che ti spiaccichino o ti mangino viva? chiese
disillusa.
Quando dormono... rispose lui, Mio padre ci raccontava spesso degli Shimishu; ai suoi
tempi ce n'erano parecchi. Quando dormono si appallottolano su se stessi, diventando delle
immense palle di pelo. Si dice che sia impossibile svegliarli...
Una volta il mio vecchio prov ad assalirne uno mentre dormiva; gli tir una lancia da pesca
a pochi metri di distanza.
Niente... disse con una smorfia Willie. La lancia si schiant e ricadde nella neve. Quel
coso non si era mosso di un millimetro. Fortunatamente per lui, il mio vecchio ebbe abbastanza
sale in zucca per andarsene all'istante. Quando si svegliano sono micidiali, ma quando entrano in
Un'ultima modifica, giusto per aumentare la resistenza del metallo all'energia elettrostatica
con piccole placche in vetrunvite, ed erano pronti.
Flame infil i bracciali di sua invenzione, perfettamente ripuliti dalle bruciature dell'ultimo
esperimento, rivelatosi un mezzo insuccesso. "O una mezza vittoria! Se non altro, sono riuscita a
creare una gabbia di energia pura attorno al corpo", ramment la ragazza.
Si volt verso il grande orologio bianco sulla parete: le quattro e mezza di pomeriggio.
Ringalluzzita, usc di casa, incamminandosi lungo il vialetto di casa.
I fantomatici bracciali, ribattezzati Plus e Less, Pi e Meno, tintinnavano ai polsi, creando
piccoli riflessi ramati sui jeans della ragazza laddove il sole si specchiava sull'acciaio.
Quei dannati congegni la stavano impegnando ogni giorno di pi...
Grazie al suo condensatore di magia, che come gi accennato ha una diversa struttura rispetto
a quello di Zoe, il progetto era iniziato nel migliore dei modi all'inizio dell'anno scolastico. A
causa di numerosi intoppi, come le continue perdite di energia elettrica dovuti alle sue difficolt
nel mantenere lo stato di trance per, Plus e Less l'avevano costretta a lavorare ulteriormente
sulla sua invenzione.
Il vero problema, si ripeteva, era allineare alla perfezione il proprio potenziale inconscio con
l'ambiente circostante, alla ricerca di una stabilit che ancora non riusciva ad afferrare.
Gli esami finali, ormai vicini, la mettevano tremendamente in ansia! Non perch fosse
inferiore ai compagni, anzi, dopo Sean era sicuramente la studentessa pi brillante della sua
classe. Al contrario, voleva dimostrare al mondo e a se stessa che il suo potere, la sua natura di
elettrocinetica era forte; che Lei era forte.
Essere messi in disparte, surclassati da un genio come il fidanzato era decisamente frustrante
per la ragazza, sempre messa in secondo piano da un fidanzato che s amava, ma che la umiliava
costantemente.
Solo quando si separavano per qualche giorno riusciva ad essere lucida, riacquistando
l'orgoglio tipico dei Robinson e ragionando obiettivamente sulle sue qualit; perch una volta
che Sean rientrava nel suo campo visivo, il suo ego e la sua arguzia venivano meno.
Tutti, compresa Zoe, sua acerrima rivale, erano curiosissimi di assistere a quale diavoleria
stesse lavorando Sean Flawerty. Nessuno conosceva quale progetto stesse mettendo a punto il
ragazzo prodigio, tanto riservato e spocchioso da indurre qualunque interlocutore a mandarlo a
quel paese.
"Anche se non so di cosa si tratta, i miei bracciali sono migliori... Io sono migliore!", tentava di
imporsi Flame, ben sapendo in realt quale tipo di ascendente lui avesse su di lei.
Probabilmente, se gliel'avesse chiesto, la ragazza sarebbe arrivata al punto di auto-sabotarsi,
solo per compiacere il fidanzato. "Sono proprio una sfigata..."
Tuttavia Sean sembrava preso da altre questioni, probabilmente la sua invenzione, immerso
nel piccolo laboratorio che il padre aveva affittato a per il figlio, ed era molto freddo e distante
con lei; cos Flame, in assenza della sua migliore amica, si stava sfogando sul suo progetto.
Per poter verificare i progressi legati ai bracciali, la ragazza optava sempre per le esercitazioni
in spazi aperti, possibilmente disabitati, avendo ancora negli occhi le pirosfere impazzite di Zoe.
Una volta fuori di casa, dunque, si mise in cerca di un buon posto dove poter far pratica
tranquillamente.
La sua abitazione si trovava nel secondo quartiere di Peach-City, come testimoniava il grande
2) impresso sull'insegna a led blu: il quartiere pi vicino ai porti. Ma a quell'ora del giorno, con il
sole alto e il mare calmo, il porto nautico sarebbe stato certamente pieno di persone. Quindi era
da scartare...
Girovag per le vie del centro senza una vera e propria logica, cercando solamente di
individuare il luogo adatto: Redwood era fuori citt e si trovava dalla parte opposta a dove lei
viveva, troppo lontano per poter essere raggiunta a piedi prima che calasse la sera.
Rimuginando, le venne un'ottima idea: il quartiere floreale, il numero 5) dove il fiume Doce
scivolava a zig-zag tra sentieri ciottolati e fronde di salici, era a pochi passi da casa sua!
Era sul punto di muovervi quando, dubbiosa, afferr la sveglia al lato della testa, la stessa
vittima dell'esplosione di qualche giorno prima, ora ripulita come nuova. Segnava le cinque e
trentasette... Troppo tardi per non incontrare qualche coppietta romantica appartate tra i
cespugli.
"Potrei andare a scuola. Oggi dovrebbe esser chiusa e sulla collina non creer problemi",
esult battendo le mani.
Segu il suo istinto.
Camminando a passo svelto si ritrov dinanzi all'ateneo nel giro di pochi minuti, con in cielo
alcune nubi grigio chiaro che a intervalli irregolari coprivano il sole.
"Ottimo, potrei tentare uno Switch con quelle nuvole", si disse. Entr nel piazzale
dell'universit e lanci uno sguardo verso l'ultimo piano dell'edificio. Il tornado scaturito dalla
professoressa Dawson aveva lasciato sfregi molto profondi. "Sean ha la pellaccia dura",
sogghign.
Le colonne in marmo che reggevano i pannelli trasparenti di vetrunvite erano crepate, tenute
in piedi da spesse cinghie di metallo che ne comprimevano i danni. Il pericolo che crollassero era
nullo, data la resistenza della roccia, ma il Ministero aveva fatto pressioni sulla dirigenza
dell'istituto affinch tutto sembrasse sotto controllo e perfettamente sicuro.
I governanti di Peach-City sembravano appoggiare la scuola di scienze-magiche, vero fiore
all'occhiello della citt, eppure le opinioni fra la gente comune erano contrastanti. Che le
"potenze di..." fossero un patrimonio inestimabile per la citt non si discuteva, tuttavia la
frequenza di quegli incidenti agitavano i quartieri nuovi, dove risiedevano personalit influenti
fin troppo bene Flame e so che non mi ha detto tutto quello che sa. Oppure Zoe non si fidata
di lei e le ha raccontato solo l'essenziale! squitt Sean nervosamente.
Continuava a voltarsi indietro mentre percorreva il ponte sul fiume Doce, avendo la
sensazione, errata peraltro, di essere seguito da qualcuno.
Mmm... rimugin suo padre, Un angelo sul mio ghiaccio! Non posso sopportarlo.
Per questo ti sto chiamando. Zoe una ragazza pericolosa, pap. Non si sa mai cosa abbia in
mente. Se si trova ad Est, con un angelo per giunta, ci dev'essere sotto qualche cosa. Forse sono
alla ricerca di qualcosa o qualcuno...
Edward Jones Falwerty, padre di Sean, era una delle figure di spicco del Ministero di Arlandria.
Fervente sostenitore delle incompatibili divergenze fra angeli e umani, aveva combattuto tutta
la vita affinch i primi non avessero mai contatti con il continente di ghiaccio, ostentando la
superiorit dei secondi in ogni campo e, soprattutto, rivendicava la necessit di sbarazzarsi per
sempre di quei luridi trogloditi succhia sangue dai capelli argentei.
Ad Arlandria, E.J. Flawerty era stato responsabile della milizia marittima cittadina per quasi
vent'anni, esercito che si estendeva ben oltre le colonne di ghiaccio-fossile che sorreggevano
"l'Ataris invernale", arrivando ad inglobare sotto il suo comando le isole del Sale. Pi volte, nel
corso degli anni di servizio militare, aveva condannato a morte innocenti pescatori o sfortunati
di passaggio in quelle acque con la sola colpa di appartenere ad una specie diversa dalla sua.
L'odio spropositato che mostrava verso gli angeli era particolarmente apprezzato dalla bigotta
e ignorante gente dell'Est e gli aveva garantito la ribalta come uomo pubblico, portandolo a
furor di popolo nel Ministero di Arlandria.
Il figlio, cresciuto in un ambiente tanto soporifero, aveva ereditato lo stesso seme di perfidia
nei confronti degli angeli, mitigato in parte da un quoziente intellettivo eccezionale. Cosa che al
contempo, lo rendeva insofferente verso il resto del mondo animale, umani compresi.
Credo di sapere perch sono qui... disse cauto Edward J. Il frammento di Lejia
precipitato a sud di Black-Point qualche giorno fa... E' l'unica spiegazione possibile...
Black-Point? chiese arcigno Sean, Quel porto mezzo diroccato? Aspetta un attimo. Se un
altro pezzo di Lejia caduto cos vicino ad Arlandria, perch non ancora stato recuperato?
Il tempo ultimamente sembra impazzito attorno alla citt. Ogni giorno si alzano tormente di
neve che ci costringono a terra, impedendo ai miei Draft di sorvolare i confini ad est. E una
spedizione in mezzo al ghiaccio sarebbe una follia.
Perch non mandi qualcuno su slitta?
Non si sopravvive a lungo fuori dalle mura delle citt... o l'hai forse dimenticato? lo
rimbecc il padre, Mi sa che stare lontano da casa ti ha fatto dimenticare chi sei e da dove
vieni, ragazzino...
Il tono duro del padre fece imbestialire Sean, che detestava profondamente la saccenza con
cui lo trattava il genitore. Lui era riuscito, grazie alle sue abilit, a lasciare quel posto dimenticato
dal resto mondo che corrispondeva al continente Est, ma ogni volta il padre gli rinfacciava il suo
dono, umiliandolo.
"Vedi di tornare ad Arlandria", gli disse il padre il giorno in cui part per Peach-City, "Hai un
potere incredibile, sfruttalo appieno, ma non per diventare un fenomeno da baraccone".
Fenomeno da baraccone era il termine che il corpulento Edward Jones Flawerty utilizzava
per definire le "potenze di..."
Li vedeva come strambi pagliacci dai discutibili trucchetti magici, persone troppo deboli per il
ghiaccio.
Beh, che c'? Ti sei ingoiato la lingua? Ripetimi i nomi di quelle due idiote che si sono
intrufolate nel mio continente gracchi il vecchio.
Dell'angelo ho solo il nome: Day, mentre l'amica di Flame si chiama Zoe, Zoe Archontia...
In una landa desolata ricoperta da catene montuose ghiacciate e neve soffice, due figure
camminavano a passo stentato, affondando i piedi in quel manto immacolato.
Il cielo sopra le loro teste era greve e scuro, coperto da nuvole grigie con macchie nerastre
all'orizzonte che non facevano presagire nulla di buono. Le due sagome, provenienti da Nord, si
stavano dirigendo verso un luogo ancor pi disabitato; un posto ricco di mistero e morte: la valle
degli Shimishu.
Una figura stava urlando imprecazioni a destra e a manca, contro quel clima impervio.
Ne ho piene le palle di questo postaccio! Voglio un letto, una cioccolata calda e dei vestiti
puliti. Sto morendo congelata! Torniamocene a casa Day... supplic petulante Zoe.
L'amica si concesse una pausa, fermandosi a riprende fiato. Scost una ciocca viola
appiccicatasi alla guancia e le rivolse la sua solita espressione, un misto di compassione e di
rabbia animale.
Sei mezza nuda! Ecco perch hai freddo Zoe... indic le gambe della ragazza, protette da
un paio di calze nere, troppo sottili per quel clima impervio. Ti avevo detto e ripetuto di
vestirti pesante. Siamo in mezzo al ghiaccio accidenti, e tu porti solo delle calze! la sgrid.
Queste non sono normali calze. le fece il verso Zoe, Sono calze termiche; trattengono il
calore corporeo tenendolo ad una temperatura costante. Dovevo pur testare la mia ultima
creazione, no?!
Se trattengono il calore del corpo, perch ti lamenti tanto? chiese Day, vestita al contrario
in modo adeguato.
Ecco... rispose Zoe abbassando lo sguardo, In un luogo freddo come questo tutto il
corpo si raffredda molto, non solo le gambe, anche mani, viso, ecc. soffrono le basse
temperature, e le calze si adeguano di conseguenza... Mi sa che sono un po' inutili in questa
particolare circostanza... si rese conto dopo questa riflessione.
Che strano! Una tua invenzione inutile? Non l'avrei mai detto... la schern l'angelo,
Andiamo avanti ancora un po, se arriviamo alla catena montuosa che abbraccia la valle
dovremmo trovare un tunnel che porta dall'altra parte. Una volta l almeno, eviteremo la
tempesta di neve e se siamo fortunate accenderemo un fuocherello.
Camminavano ormai da pi di tre ore sotto unincessante bufera di neve. Fiocchi delle
dimensioni di arance turbinavano in tutte le direzioni, impedendo alle ragazze di orientarsi al
meglio e il vento, una lama gelida che le trafiggeva in tutto il corpo rallentava parecchio i loro
movimenti, intorpidendo non solo gli arti, ma anche la mente.
Ignorando gli avvertimenti di Willie Vela d'Argento, Zoe aveva deciso di indossare a tutti i costi
la sua ultima "creazione", come la definiva lei, rivelatasi inutile. Fortunatamente, la nostra
eroina aveva avuto il buon senso di appesantire il proprio abbigliamento con una giacca a vento
imbottita, una cuffia di lana con
pon-pon rosso sulla punta e scarponi da neve. Portava un marsupio a spalla che le
attraversava il corpo, al cui interno custodiva la nuova fionda regalatale da Anthony, un paio di
pirosfere e i suoi soliti occhiali da aviatore; peraltro inutilizzabili a causa del continuo appannarsi
delle lenti.
Day, dopo aver a sua volta consigliato l'amica, si era vestita con abiti decisamente pi consoni
a quel tempo impervio: per cominciare, pantaloni larghi bianchi, questi realmente termici,
pesanti come fossero di piombo e un giubbino di pelo, con il cappuccio che le incoronava la
testa. Ai piedi aveva sempre i suoi stivaletti, impermeabili e sufficientemente caldi da non avere
problemi a quelle basse temperature, seppur sulla neve non la agevolassero affatto. Sulle spalle
portava uno zainetto dove conservava strisce di carne secca, del pane duro come la roccia e una
bottiglietta di acqua cicatrizzante, nel caso si fossero ferite.
Allacciata alla vita invece, portava come sempre la sua spada di vetrunvite sotto forma di
frusta, mentre al polso indossava una ricetrasmittente a bassa frequenza: quando lei e Zoe
sarebbero state sulla via del ritorno, avrebbero potuto contattare la "Sorriso di Ghiaccio" per
essere prelevate.
Quante pirosfere hai portato Zoe?
Te l'ho gi detto. Ne ho solo due, ma sono molto meno potenti del normale. Finch non
imparo a gestire l'energia inconscia, non mi fido a creare sfere troppo distruttive.
Poco male, possono sempre servire nel momento del bisogno...
Parli degli Shimishu? Credi che ne incontreremo qualcuno? chiese la pirocinetica,
caracollando un attimo dopo su un masso nascosto dalla neve.
Si rialz di scatto, rabbrividendo come un pulcino nel sentire la neve scivolarle nelle maniche
della giacca.
Le calze erano zuppe, ma solo esteriormente. Sembravano reggere l'umidit, per ora.
"Magra consolazione", digrign i denti.
Non lo so... rispose Day aiutandola, Ognuno racconta la propria versione. Anthony dice
che sono estinti, Willie che sono in letargo. Io non ne sapevo nulla fino a qualche giorno fa...
scroll le spalle.
In ogni caso, meglio essere preparate.
Davanti a loro riuscirono a scorgere una sagoma squadrata, una grande macchia azzurro-grigia
in quello scenario completamente bianco. La pendenza sembrava aumentare leggermente ad
ogni passo, rallentando ulteriormente la marcia.
Solo dopo un'ora a passo lento, per lo pi a causa delle continue cadute di Zoe, la sagoma
divenne pi netta. Adesso si ergeva mastodontica fino al cielo, occupando la visuale sia a destra
che a sinistra.
Ci siamo Zoe, quella la "cintura" della valle! ansim Day, Non ci resta che trovare il
tunnel.
Se esiste un tunnel. Willie potrebbe averci raccontato una balla. replic scettica l'amica.
Poco prima di partire, Vela d'Argento aveva dato loro una cartina di quella landa ghiacciata,
indicando il punto in cui nella catena montuosa avrebbero trovato il corridoio per la valle.
Day aveva studiato a fondo la mappa, memorizzando a grandi linee dove fosse la galleria,
prima di affidare a Zoe il semplicissimo compito di custodire il prezioso pezzo di carta.
Quest'ultimo invece, dopo essere finito nella neve con la ragazza addosso, si era ridotto a
pezzettini fradici e gocciolanti, scatenando una serie di insulti lanciati da Day all'amica.
L'unica guida, adesso, era la memoria dell'arcangelo che, una volta giunte in prossimit delle
pareti rocciose, inizi a ispezionare l'andamento delle increspature fra una gola e l'altra.
Il tunnel si trovava nell'intersecazione tra due montagnole, pi basse rispetto al resto della
catena. Non era propriamente una galleria sotterranea, ma secondo Vela era riparato a
sufficienza da sottrarre le ragazze alla forza impetuosa del vento che iniziava ad irritarla,
sputandole nevischio negli occhi.
Non lo vedo... Dannazione, non vedo niente! si scost nuovamente una ciocca dagli occhi,
aguzzando ancor di pi la vista in cerca di qualche segno, qualunque segno fra le lastre di
roccia.
Niente da fare.
Potrebbe essere pi ad est, sorellona. sugger Zoe, Siamo risalite lungo delle colline che
la mappa segnava ad ovest rispetto alle montagne. Forse ci basta seguirle per un po'.
Bah... Se hai ragione, forse non ti uccider per aver distrutto la mappa di Vela la fulmin
Day.
La solita cattivona mugol Zoe.
Si incamminarono verso est, tenendo le montagne alla loro sinistra e alzando di tanto in tanto
lo sguardo verso le pareti rocciose di ghiaccio.
La bufera non sembrava conceder loro un attimo di tregua. Il vento fece vacillare pi volte
Zoe, che si appoggiava a Day per non perdere l'equilibrio, stufa di sentire la neve sgocciolarle
nelle maniche del giaccone fino al gomito.
Le gambe della pirocinetica erano diventate due paletti rigidi scossi da crampi, il naso rosso
come avesse tracannato litri di birra e gli occhi lacrimavano per il freddo. Lacrime che si
congelavano all'istante sulle sue guance, intirizzendole il volto.
Ormai giunta allo stremo delle forze, estrasse disperata la fionda dal marsupio, afferrando
anche una pirosfera, pronta a lanciarla contro una lastra di ghiaccio qualsiasi per intrufolarsi al
suo interno e ripararsi, perlomeno da quel vento estenuante.
Metti via quella roba! le intim Day senza nemmeno voltarsi verso di lei. L'angelo si mise
una mano sulla fronte per aguzzare la vista, fissando una macchia pi scura rispetto alle
increspature presenti nelle rocce di fronte a loro.
Sembrava l'imbocco di una caverna, forse di un tunnel...
La vedi? Credo che sia quella. indic a Zoe, intenta a caricare il colpo. Metti via quelle
cose ti ho detto! Strapp di mano la fionda all'amica, lanciandole uno sguardo belligerante.
Ehi, ridammi la mia fionda! le url l'altra, Uff... Prometto che non la user sulle pareti di
queste montagne. Volevo solo scaldarmi un po'...
Se arriviamo al tunnel potremo accendere un fuoco usando una pirosfera. Non sprecarle,
ricordati che ne hai solo due. Usale con parsimonia.
Le riconsegn la fionda, dubitando in cuor suo che Zoe l'avrebbe ascoltata.
La salita verso la fenditura si rivel sorprendentemente veloce, agevolata da una sorta di
scalinata intagliata nel ghiaccio, con piccoli ripiani rozzamente ricavati a suon di picconate,
deformati dalle intemperie e dal tempo ma ancora ben visibili.
Il passaggio era stato usato fino a cent'anni prima per permettere il transito dei cacciatori in
cerca di buoi artici, un tempo abbondanti nella valle. Il tunnel venne scavato nelle pareti di
roccia e ghiaccio, ed era abbastanza largo da permettere il passaggio di due persone affiancate,
ma troppo stretto per un bue intero o uno Shimishu.
Questo, permetteva a una persona normale di muoversi agilmente al suo interno, mentre
quelle creature enormi avrebbero avuto non pochi problemi.
La caccia di frodo era stata fermata anni addietro dalla milizia di Arlandria, estremamente
repressiva nei confronti dei bracconieri, perlopi angeli, che decimavano le mandrie ai confini
del territorio cittadino. I soldati della capitale dell'Est non lesinarono sulle munizioni, arrivando a
sparare cannonate lungo la fenditura artificiale. Le sporgenze pi affilate del cunicolo portavano
ancora i segni di quelle barbare aggressioni, con pareti deformate e nicchie esplose nella viva
roccia.
Una fortuna, in realt, per Day e Zoe, che potevano cos ripararsi sotto le tettoie creatasi dalle
pareti crollate a met, tirando il fiato in vista dell'imminente ripartenza.
Si rifugiarono sotto ci che rimaneva di una cupola scavata nel ghiaccio. La temperatura era
decisamente bassa, attorno ai quindici, venti gradi sotto lo zero, ma perlomeno ebbero un po di
tregua da quella bufera.
Day tent di scrostare il ghiaccio accumulatosi sulle ciocche di capelli mettendone in bocca
una per succhiarla. Zoe, invece, si era seduta in terra, rannicchiandosi, cercando di scaldare le
gambe strofinandole con le mani.
Cavolo che freddo! balbett, Sorellona, non c' niente qua attorno per accendere un
fuoco, cosa pensi di fare?
Passami una pirosfera. rispose Day sputando i capelli fradici.
Zoe ne estrasse una dal marsupio, porgendogliela.
Le nuove pirosfere che aveva creato erano pi piccole delle precedenti e di un colore
leggermente differente, un intenso rosso vermiglio con lampi di arancio e nero sulla la
superficie. Per realizzarle aveva usato meno energia inconscia, perci avevano meno potere
distruttivo. La ragazza era stata molto attenta a calibrarne la potenza, puntando su una stabilit
maggiore in caso di caduta accidentale delle biglie al suolo.
Le pirosfere erano per inutili di per s...
Senza nulla a cui dar fuoco, avrebbero bruciato per qualche minuto per poi disperdere le
fiamme nell'atmosfera. Un tempo troppo breve per scaldarsi attorno alle quelle fiamme
striminzite.
Cosa vuoi fare con una quella? Non c' niente da bruciare, la sprecherai e basta.
Sai quando ti ho parlato dei colori degli angeli? chiese Day noncurante, arrotolando le
maniche del giubbino. Intendo la predisposizione naturale in base al colore delle ciocche dei
capelli e degli occhi?
S. Ma cosa centra adesso? domand Zoe confusa.
Ti ho spiegato che le tinte non precludono le capacit di un angelo... rispose l'amica
tranquillamente, Guarda questo trucchetto, me l'ha insegnato Uryel...
Appoggi delicatamente la sfera al suolo.
Poi, inginocchiandosi davanti alla biglia, alz la mano, chiusa a pugno.
Zoe, intuendo cosa sarebbe successo, si gett istintivamente a terra. Ma che cazzo fai?
sbrait isterica.
Day sferr un pugno violentissimo alla pirosfera, talmente forte da crepare il terreno
tutt'attorno.
La potenziale bomba, per, non esplose.
L'altra rimase appallottolata come un riccio, coprendosi la testa con lo zainetto dell'amica,
pregando qualche strana figura ultraterrena di salvare la sua povera anima indifesa.
Passarono i secondi, tuttavia, e non sentendo alcuna esplosione ebbe un sospetto. Lanci uno
sguardo furtivo, tendendo un braccio a riparare il viso in caso di necessit.
L'angelo era seduto pacificamente sul ghiaccio crepato, una gamba sotto il sedere per non
congelarsi e la mano aperta. Stava osservando ci che rimaneva della pirosfera sul suo palmo,
valutando accuratamente ogni frammento.
Strisciando verso di lei e puntellandosi sui gomiti, Zoe si avvicin, il pi guardinga possibile.
Visto? le disse compiaciuta l'amica con l'espressione da te l'avevo detto.
Come diavolo ci sei riuscita?! E senza esplodere per di pi! chiese stralunata Zoe.
Decine di piccole schegge brillavano nella mano di Day, tutte con tinte diverse e sfumature
accese; alcune rosso vivo, altre marrone chiaro, altre ancora arancioni. Ce n'erano persino
alcune nere, sature di zolfo.
Ci che fino a pochi attimi prima era stata un'arma perfettamente sferica carica di magia
elementale adesso non era altro che frammenti piccolissimi dai colori pi disparati.
Scegline una. le disse Day.
Ma... Non esploderanno? Zoe era titubante.
Dovresti dirmelo tu! le rispose impettita l'angelo, L'hai creata tu questa roba...
Mhf, credo di no, allora... Se ne prendo solo una, forse ci possiamo riscaldare per qualche
minuto, ma non sar sufficiente. Il freddo troppo intenso.
Prendine una accidenti! strill esasperata l'altra.
Un momento, Sorellona. Perch TU non sei esplosa? chiese Zoe incredula.
Uff... Ti ho gi raccontato di come Uryel fosse un'esperta nel campo del potere inconscio
dell'anima, o magia, no? Beh, mi ha insegnato ad aumentare l'onda della mia anima in modo da
contenere eventuali danni derivati da soggetti esterni. In sintesi: ho assorbito la carica esplosiva
che sarebbe dovuta scaturire dalla sfera...
Ora prendine un pezzo. Sto gelando!
Zoe scelse un frammento scarlatto, delle dimensioni di un'unghia, posandolo delicatamente
sul palmo della sua mano.
"Che cosa ha fatto? Che me ne faccio ora di frammenti inesplosi di fuoco elementale?"
Fissava quella scheggia, studiando le sfumature sulla superficie. Dopo qualche secondo alz lo
sguardo verso Day, dubbiosa sul da farsi con ci che rimaneva della sfera.
E adesso? Quella poltiglia non la posso mica riutilizzare. I vari elementi non ritorneranno mai
assieme come si deve. Non senza un condensatore; c' il rischio che esplodano appena tentassi
di riallacciare le molecole.
Sei sempre pessimista, ragazza mia... rispose l'angelo, Ti voglio insegnare a fondere gli
elementi senza quel baracchino che chiami condensatore, non ci sei ancora arrivata?
Zoe spalanc gli occhi, sempre pi sconcertata.
Prima dell'incidente sulla "Sorriso" non le era mai capitato di creare della magia, non senza
un condensatore di materia per amalgamare il potere che lei "evocava" nei momenti di trance.
Da quando Day era entrata nella sua vita, comunque, Zoe in cuor suo aveva sempre sperato
che un giorno l'amica le avrebbe insegnato come controllare i suoi poteri. Ma fino a quella
spedizione in mezzo al ghiaccio, l'angelo non sembrava particolarmente propenso a condividere
le sue conoscenze.
Anzi, era sempre stata abbastanza restia a spiegare i dettagli di tali capacit.
Fino alla comparsa di Day, essere una "potenza di..." per Zoe non significava niente di pi che
essere rossa di capelli. Una cosa perfettamente naturale, quindi, e non aveva mai constatato
quanto in realt avere tale potenziale fosse una cosa del tutto eccezionale, propria di
pochissime persone.
Controllare il proprio potere inconscio era l'aspirazione massima di tutte le "potenza di...", le
quali rimangono invece sempre ancorate all'utilizzo di amplificatori che permettono di creare un
"ponte" fra loro e l'essenza stessa della natura.
Adesso, lei stava per imparare come controllare questo potere; e non da un angelo qualsiasi,
bens da un vero arcangelo di Lejia!
C'era qualcosa, per, una motivazione che le sfuggiva. Indubbiamente Day la guardava in
modo diverso dopo l'incidente sul peschereccio. "Forse pensa che un giorno potrei farmi del
male, come successe al suo fratellino Azrael", pens Zoe, anche se confrontando le potenzialit
a loro disposizione, non vi era nessuna possibilit di sbagliare: il giovane arcangelo era superiore
persino alla sorella, ad anni luce dalla pirocinetica.
Perch? si decise a chiedere infine dopo una lunga pausa.
Ci sono parecchie motivazioni... rispose Day.
La prima perch ti voglio bene. Senza di te non sarei viva...
Quando sono "rinata", tre anni fa, non avevo dove andare e se non ci fossi stata tu
probabilmente mi avrebbero catturato ed estirpato come un'erbaccia. Voglio ripagare in
qualche modo questo debito nei tuoi confronti e forse insegnarti a controllare il tuo potere la
cosa migliore che posso fare per te...
La seconda ragione dentro di te. Ho visto cosa successo sulla barca di Vela, come sei
caduta in trance. Ho visto i tuoi occhi cambiare colore... Una cosa non potr mai scordare di
quell'incidente: il colore delle fiamme. fissava Zoe dritta negli occhi, quasi a volerle leggere i
pensieri.
Erano rosse... proprio come i tuoi occhi. Avevano il colore del sangue Zoe, le tue fiamme
grondavano sangue. Nessun pirocinetico da che il mondo esiste ha mai creato quel tipo di
fiamma...
Sei molto pi speciale di quanto avessi previsto... confess Day.
Terzo motivo: il mio destino inevitabilmente legato a quello di Azrael.
Alz gli occhi, inspirando. Un giorno potrebbe tornare... disse, metendo una mano sulla
gamba di Zoe. L'espressione del volto era decisa come sempre, ma negli occhi aleggiava la
preoccupazione, come un timore profondo che ci si avverasse realmente.
Avr bisogno di te... Sorellina. le lanci un sorriso amorevole.
Zoe aveva gli occhi pieni di lacrime che non tardarono a scenderle sulle guance. Due fiumi in
piena che le inondarono il viso, Mi hai chiamato sorellina! N-non l'avevi mai fatto...
farfugli commossa, Ti voglio b-bene riusc a concludere.
Ottimo! tagli corto Day, All'opera dunque! Abbiamo qualche ora di tempo prima che si
faccia buio e non ho intenzione di passare la notte nell'oscurit assoluta senza un minimo di
fuocherello. Diamoci da fare! salt in piedi, evitando l'abbraccio offerto da Zoe che,
sbilanciata, cadde sul naso.
fermati un passo prima... Meglio ricominciare dal principio che esplodere in mille pezzi!
Sono stanca Day. si lament la ragazza, stropicciandosi gli occhi. Non ci riesco ok?! Senza
condensatore impossibile... piagnucol.
Non vero! Devi concentrarti. Libera la mente e resta in attesa, l'energia elementale del
fuoco pu essere sprigionata anche in mezzo al ghiaccio.
S, forse per voi angeli. Noi umani non abbiamo la stessa percezione che avete voi...
Day sbuff irritata e una nuvoletta di condensa si alz sopra la sua testa. O forse era fumo,
tanto il cervello le ribolliva dalla frustrazione.
Ci sei gi riuscita sulla "Sorriso", puoi rifarlo anche adesso. Riprova!
Zoe alz gli occhi al cielo, esasperata. "Se non ci riesco questa volta, mollo tutto. Non mi
interessa morire congelata, sono distrutta..."
Si costrinse a ritentare per l'ennesima volta, sapendo in partenza quale sarebbe stato l'esito
dei suoi sforzi.
Ok, riproviamoci... le usc con un filo di voce.
Abbass lo sguardo sul centinaio di scaglie pi o meno grandi davanti a lei. La scheggia scelta
da Zoe, nel frattempo, era stato messa da parte. "Ti spiego dopo cosa ci faremo", le aveva detto
l'angelo.
Il resto della sfera per, era da ricostituire.
Anche se Zoe l'aveva rassicurata sul fatto che non sarebbero esplosi casualmente, Day non si
fidava del tutto dell'amica e le stava insegnando come ricomporre l'oggetto, senza l'utilizzo di un
condensatore di energia magica, apparecchio imprescindibile, per gli umani, nella creazione di
qualsiasi artefatto elementale.
Recuperare la pirosfera, inoltre, era di vitale importanza perch a Zoe ne rimaneva solo una.
Poca roba, considerando la strada ancora da percorrere...
Non avendo a portata di mano un condensatore, Zoe fu costretta a contare sulle sue uniche
abilit, guidata dall'amica.
L'esperienza di un ex arcangelo era sicuramente unica, ma Day non aveva la bench minima
pazienza nei suoi confronti, rimproverandola continuamente.
Sentiva la sua voce persino nei momenti di trance, quando, teoricamente, il resto del mondo
veniva tagliato fuori dalla propria percezione sensoriale, nel tentativo di creare un rapporto
inconscio-magia stabile.
All'amica per non sembrava sfuggire nulla e Zoe fu costretta a richiudere gli occhi, cercando
di sgombrare la mente.
Day non pronunci nemmeno un suono, ma lei sentiva la presenza dell'angelo e questo
bastava a destabilizzarla, riempiendole la testa di pensieri che si accalcavano l'uno sull'altro.
Non cos, dannazione! Rilassa i muscoli Zoe. Devi essere "sciolta" nello stato di trance le
ripeteva.
Erano sedute a gambe incrociate ai margini della piccola conca creata da Day quando aveva
disintegrato la pirosfera. I frammenti di quest'ultima si trovavano in mezzo a loro, raggruppati in
un mucchietto multicolore, una sorta di bomba in polvere.
Zoe sbuff, cercando una concentrazione che non riusciva a raggiungere.
La difficolt maggiore era riuscire a richiamare le varie particelle per dar loro un nuovo ordine,
reintegrandole in una forma compiuta, come appunto una sfera. Dopo essersi portata le mani in
grembo, sgranchendole, le riallung sopra quella piccola montagna inesplosa.
Alcuni frammenti iniziarono a vibrare, sollevandosi leggermente da terra. L'aria attorno alle
scaglie inizi a muoversi, evaporando quasi impercettibilmente. Impossibile notare il
cambiamento ad occhio nudo, ma a Day non sfugg. "Vai Zoe! Ci stai riuscendo!"
Altre schegge si alzarono dal suolo, danzando dolcemente fra loro; avvicinandosi e
Quando riapr gli occhi, Day era seduta di fronte a lei, intenta a mangiucchiare un pezzo di
carne secca. L'angelo la guard perplessa, inarcando un sopracciglio.
Ti sei eccitata, Zoe? chiese sputacchiando.
L'altra divenne rossa come un pomodoro, Che...che vuoi dire? le usc con voce stridula.
Ti sei leccata le labbra mentre eri in trance... si mise a sghignazzare l'amica, Sembrava
fossi pronta a spogliarti!
N-non vero! Non mi sono eccitata... tent di convincerla Zoe, Ma ho sentito la mia
natura. Day, ho sentito il vero potere della mia anima, la mia magia! esult.
Mmmh... mastic l'angelo senza darci peso, Quello non niente ancora. Aspetta di
creare a tuo piacimento degli oceani interi di fiamme. L s che ci sar da divertirsi! strapp un
altro morso, deglutendo schifata. Day odiava la carne secca, ma sul peschereccio di Vela
d'Argento non c'era nulla di commestibile, niente che si sarebbe conservato a lungo,
quantomeno.
Sei solo al principio Zoe. Quello che hai percepito un milionesimo del tuo potenziale. Credo
che il tuo potere inconscio non sia molto lontano da quello degli arcangeli di un tempo. le
sorrise l'angelo.
Devi allenarti per. Ogni giorno sempre pi in profondit, verso il vero colore della tua
anima. indic la creazione di Zoe, in mezzo a loro. Per ora, questo pi che sufficiente.
Day si alz, sgranchendosi le gambe. Pass il sacchetto con la carne secca a Zoe, la quale
azzann tre strisce con un solo morso, affamata dopo il duro "lavoro".
Il risultato di quell'impegno straordinario, in realt, non era granch.
La nuova condensazione degli elementi era stata a dir poco grossolana e della sfera originale
rimanevano solo i colori, peraltro sbiaditi rispetto a prima.
"Questa cosa meno potente della pirosfera che avevo creato con il condensatore. Cavolo...
Ma che forma ha?"
L'oggetto, effettivamente, non aveva molto della sfera. Anzi, era pi simile ad un cubetto
rosso, con gli angoli tanto smussati da toccarsi fra loro. "Dovrei riuscire comunque a lanciarla
come una pirosfera normale", scroll le spalle.
Riposati un po'. Fra poco ci occupiamo della scheggia avanzata dal riassemblaggio. Quando
sei pronta dimmelo pure. si stiracchi Day. Poi guard l'amica maneggiare incuriosita la forma
creata pochi attimi prima.
Come la vuoi chiamare, quella roba? le chiese quasi con scherno.
Pensavo Piro-Kub rispose Zoe azzannando un altra striscia di carne, Cubo di fuoco, PiroKub. deglut.
Tsz... Sia la forma che il nome fanno schifo... sentenzi Day.
Il molo di granito dell'isoletta era stracolmo di soldati angelici, disposti in sezioni quadrangolari
di mille soldati ciascuna.
Una grande impalcatura di acciaio lucente troneggiava sopra le loro teste, riversa sull'hangar
delle aeronavi.
Day sal i gradini fino alla sommit della prima rampa. Di fronte a lei, decine di uomini e donne
di alto lignaggio erano vestiti con i pi sfarzosi abiti che Lejia potesse offrire: dalle tuniche
arabesche con fitti ricami rosa, il colore Ialin, ai fiammeggianti strascichi d'oro delle vesti dei
Krasen, famosi per la loro "appariscenza."
Alla sua destra, defilati rispetto ai nobili dell'isola, not piccoli gruppetti di persone vestiti con
colori meno appariscenti che la osservavano basiti, probabilmente sconvolti per la sua giovane
et. "Uomini della terra ferma", cap guardando i loro capelli.
Durante l'incoronazione di un nuovo arcangelo le pi alte sfere governative della Terra erano
caldamente invitate alla cerimonia, fastosa occasione per tutto il popolo angelico di rimarcare
una volta di pi la propria sovranit militare. Una sorta di monito insomma, addolcito con
addobbi e festoni.
Ogni Ministero amico, e non, dell'isola era quindi ospitato per qualche giorno nel Palazzo
Reale, sede del Pontefice, con la promessa di ricevere il trattamento pi consono possibile,
oscurando eventuali dissapori durante le celebrazioni.
Day alz lo sguardo. Davanti a lei, in cima alla seconda scalinata, si stagliavano le figure di suo
padre e di sua madre, giunta ormai al sesto mese di gravidanza, circondati da uno scenografico
sfondo di rose bianche e rosse.
Ai lati del Pontefice e della consorte, cinque figure osservavano la ragazza dagli occhi violacei;
chi incuriosito, chi dubbioso, chi ammaliato.
Una donna dalle ciocche dorate e gli occhi d'ambra, alla sinistra di Metra, la fissava con un
sorrisetto compiaciuto. Era l'arcangelo Uryel, della famiglia Krasen, la donna che anni addietro
aveva preso il posto di sua madre in qualit di generale angelico.
"Oggi stranamente porta i sandali..."
Tutti gli arcangeli, cos come tradizione, indossavano il medesimo vestiario, quello che
volgarmente veniva chiamato "tunica di guerra".
L'esercito di Lejia, bene precisarlo, aveva regole differenti da qualsiasi milizia del mondo
sottostante; a cominciare dall'abbigliamento.
Le reclute e i soldati di rango inferiore erano equipaggiati tutti con la stessa tenuta, che
consisteva in una spessa armatura di acciaio.
Partendo dagli stivali, pi o meno elaborati a seconda dell'esercito d'appartenenza; salendo
con i gambali, lastre di acciaio decorati in oro bianco si intrecciavano compattando l'armatura,
sino alla corazza a "V" con due archi che proteggeva le spalle.
Ed infine vi era l'elmo...
Un oggetto questo del tutto particolare, con anelli di metallo fusi l'uno sull'altro che si
protraevano sulla fronte e sulle gote, mentre all'altezza delle orecchie, una conca scavata
nell'acciaio conteneva al suo interno una ricetrasmittente integrata, per le comunicazioni in
battaglia.
Salendo di rango, quell'ammasso di metallo veniva meno, lasciando spazio a protezioni
sempre pi ridotte, come bracciali, fiancali e spallacci di acciaio, talmente lavorati e splendenti
da brillare di luce propria.
Per quanto concerneva gli arcangeli, l'unico abbigliamento da loro utilizzato era la tunica,
composta da una o pi fasce bi-colore rosse e bianche, che avvolgevano il corpo dalla testa ai
piedi. Ogni generale poteva scegliere solamente il "taglio" dell'abito, in modo da essere sempre
a proprio agio e libero nei movimenti.
Day not che il vestito di Uryel era particolarmente ampio, in contrasto con la figura minuta
della donna. Una ricamata sciarpa bianca le correva lungo le braccia fino all'altezza delle
ginocchia, legata poco sopra i gomiti da bracciali neri splendenti, probabilmente di ossidiana. "I
Krasen non si smentiscono mai...".
Gli altri arcangeli erano vestiti in modo pi sobrio, con fasciature che li cingevano fino alle
ginocchia.
Intravide per un istante Jofyel, il "bell'arcangelo", ma non riusc a guardarlo negli occhi in
quanto Zakyel Joshua, sbucato da chiss dove, le si piazz davanti con la sua corpulenta figura,
chiedendo la sua mano e invitandola a salire l'ultima rampa di scale.
Grazie. disse lei concedendogliela, "speriamo non si accorga che sudaticcia", sper Day.
L'orso bianco non sembr farci caso.
Il Pontefice le rivolse un sorriso freddo, come solito, mentre la madre aveva gli occhi lucidi.
Il suo viso era stanco, pallido come il candore della tunica che indossava. Gli occhi,
normalmente di un rosso fiammeggiante, erano poco pi che lumini nella notte, mentre le
ciocche vermiglio avevano perso la loro lucentezza, con striature grige che ne fendevano la tinta.
La gravidanza stava completamente divorando Metra, privandola della caratteristica forza
della famiglia Erel.
Ma la dolcezza di quelle lacrime toccarono profondamente Day, facendola arrossire e
vergognare un po'.
"Forse dovrei starle a fianco, invece di pensare a combattere", rimugin.
Sua madre era orgogliosa oltre ogni dire. La sua primogenita stava per diventare arcangelo,
come fu lei in passato. Onore pi grande non esisteva nel popolo angelico e persino l'investitura
a Pontefice aveva meno risonanza a livello mondiale.
Essere generale delle forze armate di Lejia significava avere i migliori soldati del pianeta,
uomini e donne pronti a sacrificarsi con ogni mezzo a loro disposizione, dalle armi bianche alla
magia.
Mantenere la pace nel mondo era un compito estremamente difficile, per questo gli arcangeli
Sar lei a governare quest'isola, un giorno. tagli corto Uryel, La primogenita del
Pontefice l'erede di diritto alla successione al trono. Mi auguro che sappia a cosa sta andando
incontro, non sar una vita facile la sua; per quanto riguarda quei poveri inetti, dipendono da
noi per la loro sopravvivenza e non vedo come possano opporsi alle decisioni del Palazzo Reale.
Per riportare in vita il ragazzino, abbiamo urgente bisogno di chi lo imprigion pi di mille
anni fa. Sto parlando dell'angelo decaduto, Daysel Ialin... ripet il Pontefice.
Le sue parole colpirono Klara Swon con la stessa violenza di un pugno allo stomaco. La donna,
colta di sorpresa, fu costretta a sedersi su una delle sedie attorno al grande tavolo di legno nella
sala personale del Pontefice.
Il racconto le aveva rigirato le viscere, spingendo un conato di vomito su per l'esofago. Si
costrinse a respirare lentamente, con mille pensieri che le annebbiavano la mente.
Signore... se posso permettermi. E' tutto incredibilmente assurdo! sbott alla fine,
Perch mai Daysel avrebbe dovuto imprigionare il suo stesso fratello?
Aveva perso qualsiasi freno, ormai. Scoprire che Daysel, sua massima fonte di ispirazione di
tutta una vita si fosse macchiata di un atto tanto vile le faceva salire la bile fino in gola. Tutto
quello che le era sempre stato raccontato, fin da quando era bambina, era una menzogna? Una
mera storia per ragazzini ingenui?
"Come pu una sorella voltare le spalle al proprio fratello? Come pu rinchiuderlo nell'oblio?"
Il motivo, Maggiore, non ci pervenuto. Cos come la maggior parte dei dettagli... disse
indifferente lui, Posso solo immaginare che tutto abbia avuto origine per un qualche senso di
inferiorit nei confronti del fratello minore. Una lama di invidia l'ha spinta a eliminare colui che
avrebbe portato la luce su questo mondo infetto...
Prese un bicchiere di vino rosso dal tavolo di fronte a s, porgendone un altro alla donna.
Non riesco a crederci... le usc desolata, Daysel... un mostro! Imprigionare il fratello
per l'eternit? L'immagine di aurea magnificenza che aveva dell'arcangelo, irraggiungibile da
un essere imperfetto come lei, si stava dissolvendo davanti ai suoi occhi. Per un secondo,
comparve nella sua mente la figura del Maggiore Overjk. Adesso non sembrava tanto diverso dal
suo idolo...
Il conato di vomito si trasform in una fitta alle viscere.
Posso capire come si sente in questo momento, Klara. Gli ideali sono ci che ci spingono a
perseguire i nostri sogni, a vivere la nostra vita. La Cattedrale nel deserto stata al contempo
una benedizione ed una tortura, mi creda. Certe informazioni avrebbero fatto meglio a non
veder mai pi la luce del sole. Eppure...
Le lanci uno sguardo commiserevole, sguardo che abbatt Klara ancora di pi, inumidendole
gli occhi.
"Sei una stupida. Una sciocca, stupida, ingenua sognatrice. Tu di fianco a Daysel, l'arcangelo
dalle ciocche viola? Pff... Patetica illusa!"
Prese il bicchiere, guardando il vino, rosso come sangue. Si sent vuota, e lo stomaco gorgogli,
per cui bevve tutto d'un fiato.
Dunque Questa la situazione, Maggiore: il mondo attende da millenni la comparsa di una
divinit, predetta ormai nella storia dai Primi Popoli. Questa figura, altri non se non Azrael; lui
l'essere perfetto che aprir le porte verso una nuova era e Daysel la chiave di tutto. alz il
viso al soffitto, come a prefigurarsi gli avvenimenti futuri.
Dobbiamo portare qui la ragazza, Klara. Sar lei a riporter alla luce il nostro salvatore...
Klara era titubante, Pensa davvero che sar disposta, di sua spontanea volont, a liberare il
fratello? Non sappiamo nemmeno dove sia stato imprigionato! Per quanto ne sappiamo,
potrebbe anche averlo mandato nello spazio siderale, Signore. rispose lei sfogandosi. Scroll
le spalle, versandosi e bevendo un altro bicchiere di vino tutto d'un fiato.
Maggiore! le url furibondo il Pontefice, rosso in volto per l'ira.
Il tono di lui la riport in un attimo all'ordine.
Questa la prima ed ultima volta che si permette di contestarmi... Sono stato chiaro? la
fiss con un lampo di fuoco negli occhi azzurro ghiaccio.
S-s... Mi scusi, Signore. balbett lei alzandosi immediatamente in piedi, in una rigida posa
militare.
Il Pontefice scoppi a ridere, lasciandosi ricadere verso l'ampio schienale dello scranno. Lei
s che conosce la disciplina. disse ridendo, Riposo, Maggiore. Riposo...
Le do un consiglio, per: non pensi mai a me come ad uno sprovveduto. Non ho avuto il
privilegio di nascere "potenza di..." come lei, Klara. Non possiedo un'intelligenza sopraffina
come alcuni dotti delle scuole di scienze magiche e nemmeno avr mai la longevit per imparare
tutto dalla vita come gli antichi angeli. Ma mi creda, quando le dico che niente e nessuno potr
mai distogliermi dai miei ideali e dal loro avverarsi...
Sono mortificata, Signore. Klara nascose gli occhi sotto la becca del cappello, imbarazzata.
"Devo essere impazzita! Ricomponiti Klara, ricomponiti.
Ci furono degli interminabili secondi di silenzio, attimi nei quali la Swon avrebbe voluto
scomparire dalla faccia della terra per la vergogna, diventare talmente piccola ed insignificante
da essere scrollata via come polvere.
Il Pontefice ruppe gli indugi, alzandosi dall'ampio seggio.
A passo lento si avvicin nuovamente alla balconata di acciaio, all'esterno della sala.
Klara segu con la coda dell'occhio l'uomo, senza accennare il minimo movimento. Nella sua
immensi fiumi in piena che sovrastano tutto e tutti senza mai perdere vigore...
Senza dubbio concluse la Swon con la voce spezzata dall'emozione, la citt pi
affascinante che io abbia mai visto.
Il Pontefice riapr gli occhi, assaporando quella visione. Si gir verso la donna lanciandole uno
sguardo incuriosito. E' orgogliosa delle sue origini, Maggiore?
S, Signore. rispose lei prontamente. Lo era davvero. Anzi, da quando l'aveva lasciata anni
prima, non aveva mai sentito tanta nostalgia di casa.
Adesso per, la sua vita era un'altra. ...ma non sono pi una cittadina di Ataris. Adesso ho
una nuova casa: New-Lejia.
Ottima risposta, Maggiore. sorrise lui.
Lei tir un sospiro di sollievo. La sfuriata subita poco prima l'aveva agitata parecchio, ma con il
dialogo sembrava che il Pontefice si fosse ammansito. Cos, prendendo coraggio, chiese al
Massimo Generale Se posso permettermi. Quale sar la nostra prossima mossa, Signore?
Lui distolse lo sguardo, alzando gli occhi verso il cielo, un limpido mare azzurro dove "l'isola" di
New-Lejia fluttuava lenta.
La nostra mossa? Azrael... rispose laconico.
E come? indugi lei, se posso permettermi?
Il Pontefice trasse un profondo respiro, sempre rivolto al cielo.
Sa di tutti gli oggetti e documenti ritrovati nella Cattedrale di Rilaimer qual stata la
scoperta pi sensazionale? Un bracciale...
Mi scusi?
Un curioso oggetto, a dir la verit. si volt verso di lei , Si trovava al centro della sala
grande della struttura, ben al di sotto della pavimentazione. Era stato nascosto in una teca di
vetrunvite dalla forma estremamente elaborata...
"Un bracciale?"
Stando ai testi angelici in nostro possesso da secoli, quella unarma. Anzi, l'arma
appartenuta alla nostra preziosa Daysel Ialin. Quel bracciale il mezzo che potr riportare Azrael
in vita. E', per cos dire, il lucchetto della gabbia. Ci pensa? rise lui Gli angeli erano senza
dubbio un popolo straordinario.
Il potere di quell'oggetto nelle mani dell'arcangelo ha permesso di rinchiudere persino il
fratello, un
semi-dio.
Il bracciale in nostro possesso, Signore? chiese lei ancor pi confusa.
Naturalmente, Maggiore. sorrise lui, Rilaimer solo una delle nostre "protette". Non
servono eserciti immensi, bastano quattro vecchi per controllare un popolo.
Molte citt ci temono, alcune di loro ci appoggiano, anche se non ufficialmente, mentre altre
preferiscono essere schiacciate, piuttosto che aprire gli occhi verso il futuro...
Il riferimento del Pontefice era alla citt di Olia, nel continente Sud, rinomata per la scuola di
scienze magiche, rea di non aver offerto parte della propria milizia cittadina a New-Lejia.
La repressione fu tremenda e la citt venne quasi completamente rasa al suolo, con la
distruzione dell'esercito volto alla protezione dei civili, anch'essi sterminati.
La Milizia del cielo non aveva un interesse primario verso le citt della terra ferma, salvo
l'arruolamento di ex componenti degli eserciti ministeriali, come Klara Swon a suo tempo, ma il
Pontefice, avido di gloria e sogni megalomani molto oltre quanto gi sappiamo, puntava ad
assicurarsi le pi promettenti "potenze di..." di ogni Ministero della Terra.
Olia, rinomata come detto per la sua universit, era il luogo perfetto dove assoldare nuove
schiere di soldati.
Sfortunatamente, il suo Ministero aveva optato per un secco rifiuto nei confronti della causa
della Milizia, firmando la propria condanna a morte. La citt venne spazzata via nel giro di due
giorni da una schiera di aeronavi militari, comandate dal Pontefice in persona, ansioso di
mostrare agli "stolti" abitanti la potenza di New-Lejia.
Sotto una pioggia di fuoco e fiamme, maremoti e trombe d'aria, la piccola citt Olia non pot
nulla e fu costretta ad una resa incondizionata nel volgere di poche ore.
Nessun altro capoluogo del continente Sud aveva mosso un muscolo per aiutarla, nemmeno la
capitale, Down-Town; Tutti troppo impauriti della strapotenza militare piovuta dal cielo.
Cos agiva la Milizia: brutalmente e senza piet.
Il tutto perseguendo il suo fine ultimo, il nuovo mondo.
Signore, come funziona il bracciale? E' necessaria l'intercessione di Daysel? Klara non
voleva pi aver nulla a che fare con l'arcangelo decaduto. Se avesse potuto, l'avrebbe rinchiusa e
lasciata a marcire per il resto dei suoi giorni in una cella ammuffita, tanto provava ribrezzo per
colei alla quale si era sempre ispirata. D'altra parte, chi mai avrebbe guidato la missione di
"recupero" se non proprio la giovane Miliziana?
Lui la fiss per qualche secondo, cercando di interpretare l'espressione sul volto della donna.
Non sia cos superficiale. la bacchett, Ogni arcangelo era in possesso di un'arma
propria, Maggiore. Armi che racchiudevano e amplificavano a dismisura il loro potere inconscio,
rendendoli invincibili. Se il bracciale di Daysel Ialin fosse qualcosa di cos accessibile a tutti
l'avrebbero distrutto quando la ragazza venne imprigionata, non le pare?
Allontanandosi, grugn qualche cosa, qualcosa che Klara non cap e si lasci andare su una
delle sedie che circondavano il grande tavolo al centro della sala.
Per riportare in vita Azrael necessario che i poteri della sorella vengano amplificati ad un
livello disumano. Avvicinare la ragazza alla sua arma sar pi che sufficiente a donarci tutta
l'energia di cui abbiamo bisogno. Se il semi-dio imprigionato nell'oscurit, lei lo riporter alla
luce.
Punt il dito su Klara, Mi porti la ragazza, Maggiore. La Milizia lavora per questo momento
carico di significato da pi di tre secoli ormai... Penso proprio che saremo pronti per "accogliere"
nel migliore dei modi i giovani Ialin...
Oh cazzo! Come ci sto riuscendo? strill Zoe mentre la sua mano andava a fuoco.
Non preoccuparti, rimani concentrata! le ripeteva Day, ...e non agitarti, senn rischi di
far spegnere la fiamma.
L'avambraccio della ragazza era avvolto da lingue rosso sangue, che salivano in alto,
provocando un fumo acre che graffiava la cupola sotto la quale si erano rifugiate qualche ora
prima, annerendola.
Gocce d'acqua piovevano dal soffitto, ma prima ancora che potessero toccar terra il fuoco le
divorava.
Zoe era riuscita a creare una nuova pirosfera da frammenti sparsi grazie unicamente alle sue
abilit, ma quando aveva riguardato la sua "opera" si era accorta che la forma desiderata era
ben lungi dall'essere perfetta.
Nel marsupio, adesso, teneva la fionda di vetrunvite, una pirosfera e un piro-kub, dubbiosa
quanto l'amica sugli effettivi danni che avrebbe potuto scatenare un oggetto tanto brutto
quanto instabile nella sua forma solida.
L'aver percepito il suo potere per, il suo vero potenziale, l'aveva talmente esaltata da
supplicare l'angelo verso il passaggio successivo: la creazione di una fiamma.
Successivamente, Day prese la scheggia di pirosfera scartata all'inizio e le disse di focalizzarsi il
pi possibile su quel misero frammento, indirizzandovi la propria energia inconscia.
I primi tentativi furono un buco nell'acqua, come nel caso del piro-kub. Zoe teneva sul palmo
della mano il pezzettino di sfera, senza per riuscire a concentrarsi sufficientemente.
Lo spirito era pieno di iniziativa, ma la testa era decisamente stanca; anche il corpo era
esausto, con le braccia indolenzite e il collo teso.
Scoraggiata, dovette procedere lo stesso sotto le pressioni di Day. La quale continuava
imperterrita il suo marziale addestramento, fatto di rimproveri, insulti e scappellotti sulla nuca
all'amica.
Glielho chiesto io per, non devo demordere adesso!", si era detta la ragazza.
La scheggia era dunque nel palmo della mano sinistra, lucente nelle sue sfumature gialloarancio, poco pi grande di ununghia.
Ricordati, Zoe: quello che hai provato prima devi concentrarlo nella tua mano, devi
propria anima.
Ovviamente non si azzardava a sminuire i risultati di Zoe, ben conscia del potenziale
eccezionale che risiedeva in lei, ma era chiaro che senza il suo "aiutino" la pirosfera non sarebbe
mai tornata ad una forma solida, rimanendo nient'altro che un mucchietto di polvere
fluorescente.
Credo che ci siamo, Day... lo appoggio a terra. disse Zoe allungando la mano in fiamme,
sporgendosi in avanti sulle ginocchia.
L'angelo mise le proprie mani attorno a quella dell'altra, cercando di mantenere una giusta
distanza dal fulcro. Lentamente, Zoe pos la mano sul ghiaccio, inclinandola leggermente per far
scivolare le lingue rosso sangue, mentre dalle mani di Day sembrava provenire una strana
vibrazione, come un diapason spirituale, in grado di stabilizzare le fiamme.
Il fuoco bruciava sul ghiaccio adesso!
Era solo un fuocherello, con punte di non pi di trenta centimetri, ma era incredibilmente
caldo, come not Zoe sentendo il viso riacquistare sensibilit.
Quanto durer? chiese a Day, gi intenta a togliersi il giaccone di pelo.
Uhm? grugn l'angelo sovrappensiero, Beh, finch nessuno lo spegne, lui brucer... Per
stanotte ci scalderemo con questo, pi che sufficiente direi. Anzi fin troppo caldo.
puntualizz lisciandosi i capelli fradici.
Anche Zoe stava soffocando nel suo giaccone. Il pon-pon della cuffia stava grondando acqua,
cos decise di seguire l'esempio dell'amica e si spogli degli indumenti in eccesso.
Cavoli, si muore di caldo adesso! disse meravigliata, Il ghiaccio non si scioglier in
questo
modo?
Non dovrebbe; la tua fiamma brucia l'aria attorno a s. Se non stiamo troppo vicine al calore
non dovremmo avere particolari problemi. Domani mattina entreremo nella valle, prenderemoo
quel pezzo di roccia e ce la fileremo di gran carriera! disse Day stizzita, Un altro giorno senza
affrontare nessuno e impazzisco!
Zoe colse al balzo l'affermazione dell'angelo, Quindi vedremo degli Shimishu! Sono troppo
emozionata, non vedo l'ora che arrivi domani!
Allora dormiamo... domani sar un altro fantastico giorno, nel magico mondo di Day e Zoe.
tagli corto Day sdraiandosi a terra, col giaccone come materasso.
Ehi sorellona fammi posto! Voglio dormire anche io su quel coso. protest l'amica.
Ma hai anche tu un giubbino! le rispose Day con gli occhi chiusi, Perch non te lo metti
sotto il sedere come ho fatto io?
Nah... Mi piace dormire con te. le sorrise tenera Zoe, gattonando verso di lei.
Questa storia dovr avere una fine, ad un certo punto... comment sarcasticamente
l'angelo nel momento in cui l'altra le si appallottol di fianco. Hai bisogno di un ragazzo,
sorellina...
E tu di un uomo, sorrellona... Tu di un uomo... bofonchi appisolandosi.
Il cielo sopra la semi cupola dove si erano rifugiate era offuscato da nuvole nere, talmente fitte
da non permettere alla luce della luna di attraversarle. Le montagne che cingevano la valle degli
Shimishu erano avvolte dall'oscurit e il tunnel, la fenditura che collegava la pianura selvaggia al
resto del continente Est, sembrava ancor pi immerso nel buio. Solo una luce, per altro molto
debole, dava un senso tridimensionale a quel paesaggio: la piccola fiamma scarlatta che
riscaldava Zoe e Day.
Fiamma che venne notata da qualcuno, o qualcosa, sulla sommit di un'altura innevata...
Quando Zoe apr gli occhi, il suo primo pensiero fu: "Sono nel mio letto, nella mia casetta nella
zona vecchia di Peach-City e sono al sicuro da tutto e tutti..."
Sfortunatamente per lei, non era affatto cos.
La giornata era grigia come la precedente, ma quanto meno il fortissimo vento carico di neve
sembrava essersi chetato.
Stiracchiandosi, allung le gambe in aria, cercando di tendere i muscoli il pi possibile. Negli
ultimi giorni aveva dormito su un'amaca, sul ponte di una nave e sul duro ghiaccio. L'unica cosa
che desiderava era il lettone di camera sua.
Si mise a sedere con le gambe incrociate, guardando appisolata a destra e a sinistra, alla
ricerca di Day.
Il fuoco bruciava imperterrito di fronte a lei: un caldo, rassicurante fuocherello scarlatto. Il
terreno sotto di esso sembrava essersi leggermente infossato, probabilmente per il calore, ma la
fiamma emanava comunque un piacevole tepore e il ghiaccio era ancora solidissimo.
'Giorno sbuc Day alle spalle, facendola sobbalzare per lo spavento.
E-ehi... Dov'eri? le chiese stropicciandosi gli occhi.
Ho percorso il tunnel fino alla valle. Non ci crederai mai Zoe: il cielo sopra la pianura
azzurrissimo e sgombro di nuvole. Fa quasi caldo oltre queste montagne. le disse l'angelo.
Com' possibile? domand l'altra stralunata, Non dovrebbe esserci solo neve, tristezza,
gelo e ancora neve?
Secondo il buon senso s... scroll le spalle Day, Meglio cos, se non altro il vento eviter
di sputarci la dannata neve ovunque.
Poi rivolgendosi all'amica, Mangia qualcosa, prima di partire. Oggi non ho intenzione di
fermarmi un attimo. Prima troviamo quel pezzo di terra e prima torniamo indietro.
Ecco... Di questo volevo parlarti... si puntell sulle ginocchia Zoe, Come pensi di
trasportare una roccia delle dimensioni di una casa fino alla "Sorriso"? Non riusciremo
nemmeno a smuoverla, noi due
sole.
Day, prestando poco attenzione all'amica, stava spezzando il tozzo di pane che si erano
portate appresso il giorno prima. La crosta era pi dura della roccia attorno a loro, e l'angelo
ebbe qualche difficolt a romperla.
Accidenti a Wilma e al suo pane di marmo! si lasci andare, Come si fa a mangiare
questo coso? c' da spaccarsi i denti maledizione!
Dallo a me. disse sicura Zoe.
Prese quel triangolo deforme e lo pos sulla fiamma, carbonizzandolo in pochi secondi. Dopo
di che, lo diede nuovamente all'angelo, rossa per l'imbarazzo.
E adesso? E' un pezzo di marmo nero! la rimprover Day, Come facciamo a mangiarlo?
Scusa... disse Zoe abbassando la testa, il colore del viso era quello di un pomodoro.
Pensavo che scaldandolo un attimo sarebbe diventato pi morbido. gli angoli della bocca le
scesero formando un archetto pieno di tristezza, Non volevo incenerirlo
Day gett via la colazione, completamente abbrustolita, guardandola seccata. Si pu sapere
perch non pensi mai a quello che fai?! apr lo zainetto e tir fuori le ultime strisce di carne
secca, dividendole con l'amica.
Anche se detestava quelle striminzite stringhe di manzo, era rimasto solo quello da mangiare.
Non abbiamo alternative, finiamo questa storia in fretta.
Stai attenta a dove metti i piedi, tontolona! le disse Day aiutandola a rialzarsi.
Il problema principale la dimensione effettiva di quel frammento. Se stato visto da
lontano significa che bello grosso, sicuramente troppo per il tunnel. Potrei tagliarlo in trequattro parti, in modo da trascinarli uno alla volta lungo la gola da cui siamo arrivate. Senn...
riflett dubbiosa.
Senn cosa? chiese Zoe sempre pi ansimante.
L'unica soluzione potrebbero essere i mangia-materia della mia spada. Questo significa che
dovrei portarmi appresso la lama fino a Peach-City e lasciarla sulla barca di Willie finch non
potr riutilizzare quei cosi... Lo sai, le armi non sono ammesse in citt. O meglio, gli angeli armati
non sono ammessi...
Finalmente! Era ora che questa stupida tempesta si calmasse sput Nolan. Dopo un primo
momento di sollievo, gli venne un dubbio guardandosi intorno. Il cielo in questa valle
completamente diverso da quello attorno alle montagne. Lance, che diavolo sta succedendo al
clima?
Il copilota ne sapeva quanto lui, ovviamente, del pazzo clima dell'Est.
Da quando erano partiti da Arlandria a bordo del velivolo singolo infatti, non avevano avuto un
attimo di tregua. Il vento impediva alla navetta di muoversi liberamente e imponeva ai due la
massima attenzione in un costante spostamento del timone di bordo che sembrava giunto al
culmine della sopportazione. Proprio come i due piloti.
Poi, tutto d'un tratto, il cielo era diventato chiaro, addirittura ceruleo, con un sole accecante
alla loro sinistra. I vetri del velivolo si erano scaldati in pochi secondi, gocciolando rigagnoli
d'acqua nell'abitacolo.
Non ne ho idea... Scendiamo di quota, dovremmo trovarle in pochi minuti. Ammesso che
siano ancora qua...
Il Draft in dotazione all'esercito di New-Lejia era straordinariamente veloce, ma mancava di
stabilit ad alta quota, specie quando attraversava forti correnti ascensionali durante le
tempeste. Cosa che non dava il bench minimo problema ai massicci Sketch, velivoli di medie
dimensioni che trasportavano fino ad una decina di soldati.
Ad Arlandria per, erano atterrati solo due Draft, con un obiettivo molto semplice: osservare
senza essere visti, cosa alquanto improbabile muovendosi con uno Sketch.
Sarah e Opi sarebbero dovuti venire con noi. Accidenti, mi sto gelando il culo in questo
postaccio mentre loro stanno al calduccio in citt! Non giusto... si lament Nolan.
Gli ordini erano di sorvegliare l'angelo senza essere visti, ma sai anche tu che con questo
tempo era inutile muoverci con due Draft, ci saremmo potuti scontrare attraversando la
tempesta. ribatt placido Lance.
S, ma perch noi? Quei due sono rimasti ad Arlandria a spassarsela...
Sai che spasso in quel buco di ghiaccio! lo contraddisse il copilota.
Il punto ... Aspetta! Cos' quello? Nolan si interruppe di colpo, osservando sotto di loro
uno spettacolo quanto mai curioso.
Una dozzina di grossi scimmioni grigi stava correndo verso il centro della vallata, alzando un
gran polverone di neve che schizzava ovunque, seguendoli per decine di metri.
Le dimensioni degli animali erano eccezionali, e ricordavano la stazza delle creature che
popolavano Redwood.
Sono quegli gli Shimishu? chiese sorpreso Nolan a Lance, altrettanto basito.
Credo di s. Non li ho mai visti prima d'ora, ma credo che siano abbastanza riconoscibili. La
valle porta il loro nome dopotutto, no?
Chiss dove stanno andando... Precediamoli!
Il Draft scese di quota, acquistando una notevole velocit mentre entrava in quel panorama
perfettamente bianco. Come i grossi scimmioni delle nevi, anche il velivolo alzava una coltre di
sottile polvere dietro di s, con una perfetta scia a V pi preciso e marcato.
I due piloti guardavano a destra e a sinistra, senza che vi fosse nulla di anomalo, se cos si pu
dire.
La valle era un luogo isolato da qualunque condizione esterna, protetta da un'alta catena
montuosa che impediva a tutto e tutti di interferire col suo habitat.
Ancora non si vedeva l'orizzonte, ma Nolan, aguzzando la vista, distinse in quel surreale
paesaggio una macchiolina azzurra, probabilmente un laghetto.
Ehi, Lance! Guarda...
Il Draft scese ulteriormente di quota, rallentando. La neve incontr lo scafo del velivolo,
graffiandolo, mentre le due ruote anteriori iniziarono a girare per permettergli l'atterraggio.
Vedi di non ammazzarci, Nolan! lo esort l'amico.
La navetta strisci sul ghiaccio per decine di metri, alzando un'impressionante quantit di neve
al cielo. Lance tir la leva d'attracco non appena il velivolo tocc terra, lasciando partire una
serie di rampini dalla parte posteriore della coda che si conficcarono nel terreno, fermando in
pochi secondi il Draft, giunto tranquillamente sul bordo di un limpidissimo laghetto dai riflessi
azzurri; lo stesso avvistato da Nolan qualche secondo prima.
Il pilota premette alcuni bottoni sulla plancia davanti a s e le corte ali del mezzo si
ripiegarono su s stesse. Tutte tranne una, la seconda ala sul fianco destro precisamente,
scatenando la rabbia di Nolan.
Oh, andiamo! cerc di calmarlo il compagno, Si sar solo ghiacciata un po'; con il freddo
di queste zone normale. Una spinta e torna tutto a posto.
Slacciate le cinture, spensero tutte le spie luminose delle rispettive plance, lasciando per il
motore in stand-by, in modo da poter ripartire velocemente nel caso quegli Shimishu di prima si
fossero avvicinati troppo.
Il pesante lunotto di vetro ebbe qualche difficolt ad aprirsi; i bordi di gomma erano mezzo
congelati, attaccati all'alluminio della cabina. Nolan non smise di bestemmiare.
Dunque, eccoci qui. Valle degli Shimishu, ti presento Nolan Kobasi, pilota della terza flotta di
New-Lejia. disse ossequiosamente Lance, profusosi in un inchino rivolto al paesaggio. Io
invece mi chiamo Lance Stod...
Chiudi il becco, dannazione! lo interruppe brusco l'altro, Vieni a darmi una mano con
quest'ala. Non ne vuole sapere di muoversi.
Il pilota stava spingendo con tutte le sue forze la punta del flap in avanti per richiuderlo, ma
questo non sembrava sentir ragioni, bloccato da una spessa lama di ghiaccio lungo le giunture
che impedivano all'appendice di chiudersi.
Sei uno zuccone! Spacca il ghiaccio prima di spingere, senn non serve a nulla. Anzi, c' il
rischio che si rovinino i cuscinetti cos! lo rimprover Lance. Sal sulla fusoliera del Draft,
raggiungendo l'ala posteriore e iniziando ad assestare una serie di calci alla crosta gelida che si
ruppe dopo pochi colpi.
Prova adesso...
Nolan spinse l'estremit dell'ala, riuscendo senza troppi sforzi a chiuderla. Fatto ci, lanci uno
sguardo irritato all'amico che stava scendendo dal velivolo con aria tronfia.
So cosa stai per dire. E non farlo...! disse allontanandosi.
Guardandosi attorno si trovarono immersi in uno scenario davvero bizzarro. Il paesaggio
attorno a loro era completamente bianco, persino scintillante grazie ai riflessi che il sole
produceva sulla neve. Un muro di ghiaccio, dalla cui sommit sbucava una poderosa cascata e
un laghetto con l'acqua pi limpida che avessero mai visto, erano gli unici punti di riferimento in
quel nulla.
Lanciando uno sguardo verso l'orizzonte dal quale provenivano, Nolan non distinse alcuna
nuvola di polvere: gli Shimishu sembravano ancora molto lontani.
Chiuse gli occhi, respirando a pieni polmoni l'aria gelida e pura di quel posto magnifico,
allungando le braccia come ad abbracciare il calore del sole.
Ehi, vieni a vedere! Sul fondo del lago c' uno strano riflesso... lo chiam Lance.
Sar un effetto ottico dovuto al ghiaccio. scroll le spalle Nolan, colpito dai raggi del
sole gioca strani scherzi. Lasciami in pace un attimo.
Ti dico che c' qualcosa, guarda!
Si sporsero in avanti, curiosi.
L'acqua sembrava diventare molto profonda dopo pochi metri e, sul fondale, si distingueva
chiaramente una sagoma informe che brillava colpita dalla luce.
Girarono attorno alla sponda ghiacciata, alla ricerca di un punto di osservazione migliore.
La forma subacquea era in realt una roccia dalle sfumature argentee, poco pi grande del
Draft con il quale erano arrivati. La superficie del laghetto veniva ripetutamente mossa dalla
cascata, praticamente invisibile in quel totale candore, ma la grossa pietra era perfettamente
distinguibile.
E' alquanto bizzarro. not Lance.
Gi... gli fece eco Nolan Sembra sia fatta d'argento quella pietra.
Una figura sbuc dall'alto, frapponendosi tra il sole e i due piloti. L'ombra che proiettava sul
bordo del laghetto era immensa e, per un attimo, i miliziani di New-Lejia rimasero spiazzati.
Guardando in controluce la persona sulla cima dell'altura distinsero solo una chioma rosso
fuoco.
Ehi voi! Quella nostra! grid loro Zoe gesticolando alla rinfusa.
Contro chi stai urlando? chiese Day affacciandosi al precipizio a sua volta.
Nolan e Lance rimasero a bocca aperta di fronte all'angelo.
Il loro obiettivo era di sorvegliare Daysel Ialin senza esser visti, mentre adesso erano a pochi
metri di distanza, a fissarsi negli occhi.
Merda...! E' lei vero? chiese sottovoce il primo al copilota.
I due non staccarono neanche per un secondo gli occhi dalle due ragazze, indecisi su come
comportarsi.
Fu Lance a farsi coraggio, tentando di apparire il pi calmo possibile. Ehm, salve! esord
timidamente, Siamo solo in perlustrazione, siamo dell'esercito di Arlandria...
Zoe estrasse di scatto la fionda, prendendo istintivamente la mira verso i due. Nella mano che
tendeva la gomma di resina stringeva il piro-kub, quel rattoppato oggetto dalle venature brune.
Sparite da qui figli di puttana o vi faccio saltare in aria in un secondo! grid.
Day le mise una mano sulla spalla, cercando di trattenerla. Fermati Zoe, non sono di
Arlandria... sentenzi.
Cosa? chiese stupita l'amica.
L'angelo indic il Draft alle spalle dei due piloti, Guarda con cosa sono arrivati. Quello un
velivolo singolo, probabilmente di una milizia, ma sicuramente non quella di Arlandria.
Spost lo sguardo verso i miliziani. Da dove diavolo venite?
Lance e Nolan si scambiarono un'altra occhiata, soppesando la migliore risposta possibile. Era
il momento pi importante della loro vita.
Fu il copilota a parlare, Il mio nome Lance Stoddard e lui Nolan Kobasi. Siamo della
Milizia di
New-Lejia. Voi siete Daysel Ialin, vero? chiese studiando le ciocche viola dei suoi capelli.
Day sent il sangue gelarsi nelle vene. Anzi, per un secondo si sent mancare il terreno sotto i
piedi.
Solo due persone conoscevano il suo nome per intero, una di queste era mezza congelata e
coperta da viscere di Shimishu, in piedi di fianco a lei. L'altra stava a mille miglia, sulla
confortevole costa est del continente Centrale, nella soleggiata citt di Peach-City e aspettava
impaziente che un grosso pezzo di roccia gli venisse consegnato...
Cosa cazzo volete da noi? sbrait Zoe, puntando nuovamente la fionda verso di loro. Non
aveva un quadro chiaro della situazione, ma quei due non le andavano per niente a genio.
Non volevamo infastidire nessuno, rossa! rispose acido Nolan, seccato dal
comportamento della ragazza.
Lance invece fulmin con lo sguardo l'amico Chiudi il becco dannazione! gli disse a denti
stretti,
Siamo davanti all'arcangelo, cosa facciamo?
Nolan scroll le spalle, indifferente. Apr il pesante cappotto militare, ed estrasse un BladeShot d'assalto, puntando la canna verso le due ragazze in cima all'altura.
Facciamo il culo a tutte e due e portiamo l'arcangelo a casa...
Lance scosse la testa esasperato.
Qualsiasi piano o tattica erano completamente svaniti a quel punto. Questo s che
alquanto bizzarro.
Zoe abbassa quella fionda! le intim Day, Sono solo due soldati, poco armati e
infreddoliti. Conserva quella roba esplosiva nel caso arrivassero altri Shimishu...
Detto questo, si incammin lungo il lato dellaltura, verso il laghetto, alzando le mani in segno
di resa davanti ai due miliziani.
Nella testa iniziarono a ronzarle mille domande...
Non ho voglia di combattere. Ditemi semplicemente cosa volete da me e sparite!
Studi attentamente i due soldati avvicinandosi al bordo dell'acqua. Zoe camminava alle sue
spalle, tenendo bassa la fionda ancora in tensione, diffidente.
Il soldato che diceva di chiamarsi Lance era alto e apparentemente snello, sotto i molteplici
strati di vestiti. Portava un paio di occhiali con lenti poco pi grandi degli occhi, di un verde
spento. I capelli biondi erano rasati ai lati e poco pi lunghi sulla testa, "la tipica pettinatura da
bravo soldatino...", soppes lei.
L'altro non aveva per nulla le sembianze di un militare. Di una spanna pi basso dell'amico,
aveva una corporatura massiccia, capelli neri come pece che gli ricadevano sul collo e sul viso
aveva dipinto il tipico sguardo bellicoso di chi preferisce prima fare a pugni e poi parlare.
Espressione accentuata da alcuni denti in metallo scintillanti sotto la barba incolta.
Day arriv a una decina di metri da loro, mantenendo bene in vista le mani. La spada era
tornata sotto forma di cintura attorno alla sua vita, ma non era intenzionata ad usarla, per il
momento. Zoe era sempre dietro di lei, furtiva come un gatto.
Allora? chiese l'angelo impaziente, Cosa volete da me? E come diavolo conoscete il mio
nome?
Siamo della Milizia di New-Lejia. Vede... deglut impaurito lo spilungone, Siamo
un'organizzazione paramilitare volta a...
So chi siete. tagli corto lei, COSA volete da me?
Nolan punt l'arma verso Zoe, scatenando le ire di Lance. Metti gi quella cosa! Stiamo solo
parlando.
Arcangelo, d alla tua amica di metter gi la fionda. grid il pilota, Sarebbe un peccato
farle saltare in aria quel bel faccino...
Perch non ci provi? ribatt Zoe, puntandogli la fionda addosso.
Calmatevi tutti! disse Day, Mettiamo tutti via le armi, non c' bisogno che nessuno
faccia esplodere nessun altro. Dico bene quattrocchi? sorrise rivolta a Lance.
Giusto. convenne lui, abbassiamo le armi Nolan...
Non mi fido, Lance. Siamo nel bel mezzo del nulla, a mille miglia dall'isola con l'arcangelo
davanti a noi. Catturiamola con la forza e portiamola dal Pontefice. sput l'altro.
Sono mille anni che ho dato le dimissioni... disse ridendo Day, Penso di non potermi pi
fregiare del titolo di arcangelo ormai.
Metti gi il Blade-Shot, Nolan, questo un ordine! si impose Lance.
Il compagno fu costretto ad abbassare l'arma, ma non perse nemmeno per una frazione di
secondo il contatto visivo con Zoe, ancora intenta a puntargli contro la fionda.
Tocca a te, Rossa! grugn.
Anche la pirocinetica abbass l'arma, controvoglia. Day le era a fianco e questo la
tranquillizzava, ma quei due brutti ceffi non le piacevano per niente.
Al contrario dell'amica, non conosceva la Milizia, ma i loro sguardi le erano sufficienti per
diffidarne il pi possibile.
Ora... disse l'angelo, Datemi delle risposte, e alla svelta! Cosa volete da me?
Lance la guard dritta negli occhi. Due lame violacee lo puntavano, scrutandolo nell'animo, di
questo era pi che certo. Lo sguardo deciso dell'angelo lo fece ritrarre per un istante, ma il
dovere veniva prima di ogni altra cosa.
Il mantra a cui tutti i soldati dell'organizzazione paramilitare affidavano la propria vita recitava,
semplificando: I Primi Popoli ci hanno donato la vita, gli angeli di Lejia la conoscenza, gli umani
la guerra. Il mondo ha bisogno di una sola guida: Lejia.
Per riuscire nel proprio intento, l'unica speranza della Milizia era la ragazza che in quel
momento Lance aveva di fronte.
Ebbe un sussulto di imbarazzo davanti alla presenza dell'arcangelo.
Siamo qui per riportarla a casa, mia signora... si inchin sulla neve, quasi
inconsapevolmente, porgendosi indifeso alla ragazza; la quale non mosse un muscolo,
fissandolo.
Le parole del soldato le fecero venire in mente Zakyel Joshua, l'arcangelo anziano che pi di
mille anni prima l'aveva accompagnata su uno scintillante carro in parata, dinanzi a tutta l'isola
di Lejia festante nel giorno della sua incoronazione...
Venne riportata alla realt da Zoe, sempre pi isterica. Sentite, voi due... Non mi interessa
chi siate ne cosa voliate dalla mia sorellona. Sono stanca, affamata e ricoperta di viscere animali,
voglio solo tornare a casa con lei. Per cui, alzate i tacchi e sparite!
Nolan grugn, indispettito, sputando in terra davanti a s in direzione delle due ragazze.
A differenza del compagno, miliziano dalla tempra morale incrollabile, lui era il tipico
ragazzone che combatteva per spargere sangue, incline al denaro pi che agli ideali.
Non hai capito nulla, "rossa"... l'arcangelo viene con noi. Sono settimane che la teniamo
d'occhio; l'abbiamo seguita anche qua, nel luogo pi sperduto della Terra. Lei l'unico motivo
per la il quale esiste New-Lejia. Senza di lei sarebbe tutto inutile. Il nuovo mondo sta per
nascere.
L'ultima frase gel il sangue nelle vene di Day.
Le domande nella sua mente erano miliardi ora, ed un panico soffocato malamente le strinse
la gola, strozzandole un grido sul punto di esplodere.
Azrael... disse con un filo di voce, Voi volete realizzare la profezia dei Primi Popoli?!
Esatto dolcezza! le sorrise, Per non parlare della montagna di soldi che ci beccheremo
consegnandoti... Un ghigno carico di perfidia attravers il viso irsuto del soldato, dritto in
faccia alle ragazze.
Vede, mia signora intervenne Lance, particolarmente ossequioso con l'angelo. Il
dogma della nostra Milizia quello di creare il nuovo mondo. La nostra causa condotta
perch ci si realizzi. La prego, venga con noi! la supplic.
Zoe si frappose fra l'amica e i due soldati, puntando i piedi nella neve e spalancando le braccia.
Sparite dannazione! Non vogliamo aver nulla a che fare con queste stronz...
Fu interrotta da una forte scossa di terremoto che la fece ruzzolare a terra.
L'acqua del laghetto si mosse furiosamente e tutt'attorno il ghiaccio vibr, spezzandosi e
contorcendosi.
Day afferr l'amica aiutandola a rialzarsi, mentre i due piloti avevano le stesse difficolt a stare
in equilibrio.
Cosa cazzo succede adesso? sbott Nolan infuriato.
Il Draft sul bordo dell'acqua emise un cigolio orribile, come se qualcosa lo stesse dilaniando
dall'interno e sprofond nella neve in un battito di ciglia. Un'alta nuvola di ghiaccio si alz dal
suolo e dal nulla sbucarono degli Shimishu giganteschi, tutti col pelo irto di brina e le zanne ben
in vista.
Oh merda...! fu il commento di Zoe.
Credo sia il momento migliore per filarcela Zoe! la stratton Day, Dobbiamo arrivare al
tunnel!
Le ragazze cominciarono a correre, noncuranti della confusione alle loro spalle. Gli Shimishu
emersi dalla neve accerchiarono i due miliziani, immobili e sbigottiti dalle dimensioni delle
creature che si trovarono, per la prima volta, di fronte.
Lance vide con la coda dell'occhio l'angelo e la ragazza coi capelli rossi allontanarsi di corsa, ma
non pot nulla per fermarle. Ehi voi! grid disperato.
Furono le ultime parole pronunciate da Lance Stoddard, copilota della Milizia di New-Lejia,
prima che uno Shimishu gli fracassasse il cranio con una mano. Nolan Kobasi combatt per
qualche istante, cercando invano di scalfire la selvaggia pelliccia dello scimmione pi vicino.
La sua morte fu ancora pi cruda di quella dell'amico, squarciato da due Shimishu che lo
agguantarono per braccia e gambe.
Le sue grida riecheggiarono per tutta la valle, unite agli acuti lanciati dalle belve eccitate.
Ci spinse Day e Zoe in una corsa a perdifiato, senza mai voltarsi per accertarsi di chi o cosa
Gli Shimishu non le inseguirono, ma fino all'imbocco del tunnel, salendo la dissestata scalinata
di ghiaccio, non smisero di correre.
Le domande nella testa di Day stavano letteralmente scoppiando.
Aveva gi sentito parlare della Milizia di New-Lejia: pi di una volta, infatti, Anthony le aveva
raccontato dell'organizzazione paramilitare, affascinato dall'immensa isola d'acciaio sospesa nel
cielo, ma le era sempre stata descritta come una sorta di congrega di fanatici, persone che
compivano atti terroristici e nulla pi. Non certo una reale minaccia per l'umanit.
Inoltre, non si sarebbe mai aspettata di essere scovata. Nessuno la conosceva o riconosceva,
nemmeno fra i suoi simili, dai quali un tempo era considerata al pari di una regina. Dopo mille
anni, pensava che qualunque traccia del suo passato fosse stata cancellata.
I continui attacchi alle citt di tutto il mondo non l'avevano in alcun modo impensierita,
barricandosi dietro quel muro di intramontabile astio che gli umani avevano nei confronti degli
angeli.
Come potevano esserci esseri umani disposti a far "rivivere" l'epoca degli angeli?
Strinse i pugni, maledicendosi. La storia avrebbe dovuto eliminare molto tempo fa il ricordo
dell'arcangelo decaduto e della gloria di Lejia. Perfino gli stessi discendenti dell'isola si erano
prodigati per eliminare qualsiasi riferimento ad Azrael Ialin su questa Terra, eppure...
"Cosa dovrei fare adesso?"
L'unica soluzione sembrava nascondersi, ma dove?
Peach-City era fuori discussione. Per quanto ne sapesse Day, poteva anche esser stato proprio
Anthony a "venderla" alla Milizia, quindi avrebbe dovuto scappare anche da lui, l'unico di cui si
era fidata oltre a Zoe.
Gi Zoe...
L'amica era stata involontariamente trascinata in questa storia. Sarebbe dovuta scappare con
lei? Impossibile.
Zoe era una "potenza di...", stava per laurearsi alla scuola di scienze magiche, con un brillante
futuro davanti. Avrebbe dovuto strapparla alla sua vita per aiutarla? Non ne avrebbe avuto il
coraggio.
D'altro canto, non le aveva insegnato a controllare la magia proprio per quell'eventualit?
Sorellona... disse Zoe una volta raggiunto il tunnel, C' qualcosa che non quadra... Quelli
hanno detto che ti riportavano a casa... il fiatone la ferm per un secondo.
Tu invece hai detto qualcosa su Azrael... Cosa cazzo succede?
Ho sottovalutato la Milizia... ammise Day, Credevo di avere pi tempo... maledizione!
Pensavo fossero solo dei pazzi nostalgici, invece...
Invece cosa? Tempo per cosa?! chiese Zoe preoccupata.
Se mi vogliono, pu esserci solo un motivo... Hanno il mio bracciale, quello che pu riportare
Azrael in vita. borbott fra s l'angelo.
Per questo gli servo: sono l'unica in grado di azionarlo. Quel dannato aggeggio stato
concepito per funzionare solo con l'onda della mia anima... diede un pugno alla parete del
tunnel, furente e demoralizzata, Come ho fatto ad essere cos stupida?! Per mille anni, per
mille anni sono stata imprigionata. Speravo che al mio risveglio il mondo ci avesse
dimenticato... Merda! url dando un altro pugno al muro, crepandone il ghiaccio.
Ok, calma... disse Zoe, Ragioniamo... Se gli servi viva, non ti faranno del male. L'unica
soluzione che tu ti nasconda, non credo che affrontare in due un intero esercito possa
produrre molti effetti.
In due?
Certo! squitt l'amica, Non penserai mica che ti lascer da sola in tutto questo.
Zoe questo non riguarda te... ment in parte l'angelo.
In verit, vedendo i poteri straordinari dell'amica, ne era rimasta talmente impressionata da
illudersi, quasi auto-convincendosi, che se Azzy fosse tornato in vita l'unica in grado di
contrastarlo sarebbe stata proprio Zoe. Ma allo stato attuale delle cose, con la pirocinetica
incapace di gestire la forza della sua anima, sarebbe stata come una condanna a morte.
Non avrebbe mai permesso all'amica di portare la sua croce...
Gli sbagli che ho commesso in passato sono imperdonabili, il pi devastante dei quali stato
certamente contribuire alla segregazione di Azzy... Allora pensavo non ci potessero essere
soluzioni e ancora oggi me ne pento. Ma per nulla al mondo ti permetter di intrometterti,
troppo pericoloso. Quei due miliziani ti avrebbero fatto saltare la testa se non ci fossi stata io di
mezzo... e non credo si farebbero scrupoli ad eliminare una ragazza qualsiasi come te...
Zoe, sedutasi a terra, inizi a menare pugni sul ghiaccio, nel suo modo capriccioso per attirare
l'attenzione. No, no e no! Siamo sorelle Day, l'affronteremo assieme.
NOI NON SIAMO SORELLE! le grid l'angelo infuriata, Tu sei un'umana dannazione, io un
angelo. Siamo due specie differenti, abbiamo storie diverse e siamo due persone
completamente diverse. Noi non siamo e non saremo mai sorelle
Guard negli occhi Zoe, cercando di trasmetterle tutto l'odio possibile per farla desistere.
L'amica, al contrario, aveva lacrime che scendevano lungo le guance; la bocca serrata per
trattenere un pianto disperato.
Mi dispiace Zoe, ma questa la mia battaglia, non la tua... Quando mi trovasti tre anni fa,
avrei dovuto... non lo so... andarmene appena ne avevo le forze. Scusami... disse
amaramente, voltandole le spalle.
Torna indietro, raggiungi quella barcaccia di Willy e vattene. disse lanciandole la
ricetrasmittente d'emergenza.
No Day, non me ne vado! sbrait Zoe in preda alla frustrazione. Gett via la radio,
alzandosi di scatto. Tu vieni con me, e questa cosa l'affronteremo io e te!
Si trovavano l'una di fronte all'altra, ma, per certi versi, erano lontane milioni di miglia.
Dal preciso istante in cui Daysel era entrata nella sua vita, Zoe le aveva dato tutto l'affetto e
l'amore possibile, proprio come una vera sorella.
Le parole dell'angelo l'avevano ferita a tal punto che inizi a sentire una fiamma nel petto, una
scintilla di rabbia incontrollabile pronta ad esplodere da un momento all'altro.
Afferr la manica del giaccone di Day, mentre quest'ultima guardava a terra, cercando di
evitare lo sguardo dell'altra.
Torniamo a casa; torniamo a Peach-City. Una volta l penseremo a cosa fare... la supplic
lei.
Day si ritrasse, scattando poi verso la ragazza con furia cieca.
Con una mano la incoll alla parete del tunnel, alzandola addirittura dal suolo. I piedi di Zoe
cercarono di toccare il ghiaccio sottostante, senza per riuscirci, mentre la presa al collo la lasci
senza fiato.
Day era incontenibile. Fulmin Zoe con lo sguardo, gli occhi di uno scintillante color viola,
quasi fossero lampi nel buio, carichi d'odio.
Ti ho detto vattene, Zoe! Non voglio pi ripeterlo. Vattene e lasciami stare.
La ragazza riusc a malapena a prender fiato per rispondere, sempre pi paonazza in volto.
Tu, tu vieni
c-con me, D-day... farfugli.
Stupida idiota! le grid l'angelo, Devo ammazzarti per far s che mi lasci in pace?! Non
credere che non lo far solo perch mi chiami sorellona...
Quelle parole furono troppo forti per Zoe, tanto da farle perdere il controllo.
Sentendosi soffocare dalla morsa di Day, annaspando alla ricerca d'aria, i suoi occhi divennero
rosso cremisi e la fiamma che serpeggiava nel suo corpo esplose, avvolgendola dalla testa ai
piedi.
L'amica la lasci andare di colpo, indietreggiando per la sorpresa.
Zoe era un tutt'uno con il fuoco, una solida barriera rosso sangue che la cingeva come un'
armatura.
A passi lenti ma statuari si avvicin a Day, scaldandole il viso e le mani.
L'angelo per non si mosse, rapita dalla fiamma che pochi istanti prima piagnucolava come
una bambina. Quella stessa persona si era tramutata in un demone scarlatto, con occhi lucenti
che risplendevano in quel mare rosso.
"Quanto potere hai, Zoe?"
La ragazza di fuoco prese le mani di Day, senza per bruciarle. L'amica non si ritrasse, in balia
di quella forza straordinaria; sentendo il suo cuore fermarsi nel petto.
Io non ti abbandoner mai, sorellona... le sussurr Zoe. Ma quella voce, delicata come una
brezza d'estate e al contempo forte come un esercito di ombre le trapass il cuore.
La ragazza si accost ancora di pi, a pochi centimetri dalle sue labbra, lasciando la sua anima
fondersi con quella di Day, divenendo un'unica immensa forza spirituale.
Il rosso dell'una e il bianco dell'altra si unirono, umana e angelo divennero ununica entit.
Un nuovo legame magico, indissolubile nacque in quell'attimo.
Per un istante, un solo, piccolo, insignificante momento, Zoe Archontia e Daysel Ialin furono
una cosa sola, la vera essenza della Natura, l'anima della vita stessa...
CAPITOLO 14 - Kraisen
La primavera era giunta sull'isola del cielo, spargendo la sua nuova linfa vitale su tutta la
vegetazione cittadina. Ogni fioritura stava sbocciando al caldo sole oltre le nuvole, riempiendo i
vicoli della citt delle fragranze pi delicate.
I rigagnoli d'acqua che scendevano dalla sommit della Montagna Angelica fino agli acquedotti
e alle fontane della citt di Lejia si erano tramutati in vivaci torrenti, in grado di raggiungere le
estremit dell'isola e gettarsi sotto di essa, in uno spettacolo di arcobaleni che accompagnava la
terra degli angeli ovunque andasse.
Come la propria isola, anche il popolo angelico sembrava rinascere con larrivo della nuova
stagione. Non che le temperature scendessero di molto durante l'inverno, ma i commerci con la
terra sottostante risentivano delle condizioni atmosferiche a cui erano sottoposte le citt "di
sotto".
Alle prime luci del giorno, le piccole aeronavi mercantili provenienti da tutto il mondo
affollarono il nuovissimo porto commerciale dell'isola, costruito sul versante opposto della
Montagna Angelica rispetto al Palazzo Reale appositamente per gli scambi e l'integrazione tra il
popolo dai capelli bianchi e gli umani, fortemente voluto dai Ministeri della Terra, portando con
loro le specialit pi disparate da ogni regione.
Come sempre, i tessuti delle isole del Sud erano i pi richiesti, mentre dal continente Nord
arrivarono moltissime aeronavi cariche di gioielli e oggetti preziosi, arricchiti da decorazioni in
ossidiana e diamante, pronti ad ammaliare le donne del cielo. Dal continente Est invece,
giungevano navi cariche di ghiaccio fossile e quarzo dalle mille sfumature, usati per la
costruzione di edifici e viali.
Dalla piazza principale del mercato proveniva un gran fermento, a causa di alcune gabbie di
metallo che racchiudevano gli uccelli pi affascinanti delle regioni del sud: i Moa.
I Moa erano i mastodontici uccelli dai mille colori, simili agli struzzi, ma decisamente pi
grandi, con piume lunghe fino ad un metro che venivano usate per diversi scopi: dalla creazione
di ornamenti, come bracciali o orecchini, a imbottiture per cuscini. Tutto dipendeva dall'et
dell'uccello, dal piumaggio e soprattutto dall'avarizia dei mercanti, rinomati per la loro astuzia di
venditori.
Come i gi citati struzzi o i dromornitidi, i Moa non erano in grado di volare, a causa delle
eccessive dimensioni del corpo, sproporzionato rispetto alle ali, per cui i cacciatori delle isole del
Sud avevano vita facile, catturandone a centinaia ogni anno.
La grande piazza ricolma di persone si trovava ai piedi del Palazzo Reale, la magnifica struttura
che si ergeva sulla citt, appoggiandosi alla Montagna Angelica.
Su uno degli innumerevoli balconi del palazzo, a un centinaio di metri sopra la piazza, un
ragazzino di nove anni era impegnato nelle proprie lezioni quotidiane, fatte di spade, lance e
poteri magici con il proprio maestro d'armi, il tutto sotto gli occhi della sorella maggiore.
Sei migliorato notevolmente, nell'ultimo periodo... esclam il maestro d'armi, parando a
fatica un fendente violentissimo.
Come tutti i giorni da quando ci alleniamo. rispose il bambino saltando all'indietro, pronto
ad un contrattacco "nemico".
L'uomo, un ex capitano dell'esercito di Lejia, diretto sottoposto dell'arcangelo Metra,
nonostante la grande esperienza militare e una stazza fisica decisamente superiore, sembrava
seriamente in difficolt contro quella piccola furia dai capelli argentei.
Durante i suoi allenamenti, maestro Liw, lo stesso insegnante che aveva avuto Daysel da
ragazzina, prediligeva il combattimento ad armi bianche, focalizzando l'attenzione sugli attacchi
e sulle difese fisiche, anzich magiche.
Cionondimeno, insegnava ai suoi alunni ad amplificare la propria energia vitale, in modo da
incrementare la forza fisica. Cosa che al piccolo Azrael sembrava riuscire con una naturalezza
straordinaria.
Se riesci a disarmarmi almeno una volta, ti concedo il pomeriggio libero. promise il
maestro.
Davvero? chiese il piccolo entusiasta.
Parola di soldato! rispose Liw.
Il ragazzino scatt in avanti, schivando con un rapidissimo guizzo il fendente del maestro.
Girando su se stesso, caric la controffensiva con tutto il peso del corpo, venendo per bloccato
senza troppe difficolt. L'uomo, alto quasi un metro pi di lui, era incredibilmente agile
nonostante la mole.
Azrael arretr, fino a trovarsi vicino alla sorella, seduta su un muretto alle spalle del bambino.
Prova con l'Hark... le bisbigli Daysel.
Lui le lanci un rapida occhiata interrogativa, L'Hark? Ma la TUA specialit!
Lei scroll le spalle, Io battevo il maestro sempre con quella mossa. Nessuno si immagina le
piroette da un avversario...
Ok, ci provo! rispose deciso il piccolo.
L'Hark, la giravolta, era effettivamente l'attacco preferito di Daysel Ialin, una sua autentica
specialit.
Azrael l'aveva visto fare centinaia di volte alla sorella e conosceva alla perfezione i movimenti
che lei eseguiva, ma non l'aveva mai provata; se non da solo, contro cespugli o alberi.
Adesso di fronte aveva un uomo del peso di quintale e mezzo, con molta pi esperienza di lui
in combattimenti corpo a corpo.
Senza alcun indugio per, si lanci verso l'avversario brandendo la spada, appositamente
smussata, alta quanto lui. Spinto dalla presenza incoraggiante di Daysel, Azzy si sporse in avanti,
schiacciando la punta della lama a terra con tutte le sue forze.
Aiutato dall'effetto "catapulta" del corpo, salt, reggendosi unicamente all'impugnatura.
L'arco della giravolta, come not stupita la stessa Day, era pressoch perfetto: un cerchio
Arrivederci Master. disse Daysel voltandogli le spalle, col ragazzino sotto braccio.
Fratello e sorella si incamminarono lungo i tortuosi corridoi del Palazzo Reale, i quali
scendevano tortuosi fin quasi al livello della piazza per poi risalire e condurre agli appartamenti
della famiglia del Pontefice.
Attraversando il corridoio che collegava un grande atrio di alle loro camere, Azrael si ferm,
fissando un dipinto sulla parete.
In ogni angolo dell'edificio vi erano affreschi e quadri raffiguranti Pontefici e arcangeli
dell'isola di Lejia, tutti ritratti in pose solenni e statuarie, con vestiti dai colori accesi e gli occhi e
le ciocche di capelli dalle tinte particolarmente vivaci.
Il dipinto che il bambino fissava tutti i giorni tornando nelle sue stanze, invece, era diverso.
La figura ritratta era una donna stupenda, fasciata dalle spalle alle ginocchia dai colori simbolo
degli angeli: il bianco e il rosso. Si trovava al centro della composizione, con le mani rivolte al
cielo e un'onda grigio scuro alle sue spalle, un uragano sul punto di abbattersi verso lo
spettatore. La prospettiva era maestosa e rendeva la figura femminile cos carica di impetuosit
da suscitare quasi paura a chi si fosse soffermato sulla tela.
Il viso era rivolto verso lalto e dei suoi lineamenti non si riuscivano a distinguerne pienamente
i tratti, anche se la lunga chioma argentea e le ciocche scarlatte lungo i fianchi non lasciavano
adito a dubbi: il dipinto mostrava Metra "della tempesta", pronta a scatenare la sua forza
distruttiva.
Azrael non aveva mai conosciuto la madre; eppure, vederla raffigurata in quel modo la
rendeva talmente "reale" nella sua mente che spesso, non prendendo sonno la notte, si
accovacciava di fronte a lei, raccontandole qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Per ore
parlava del padre, il Pontefice, e della sorella, chiedendo invano al ritratto della madre se un
giorno sarebbe diventato forte come lei.
Il bambino si avvicin alla tela, sfiorando col palmo della mano il ginocchio della madre, quasi
come per aggrapparsi al vestito della donna scomparsa nove anni prima, quando lui venne al
mondo.
Ehi. Che ci fai qui? lo raggiunse Daysel, non vedendolo pi vicino a lei.
Niente... rispose sconsolato lui, Mi stavo chiedendo se mamma ci sta guardando, se pu
guardarci. Sai... dall'aldil.
La sorella lo abbracci, cingendogli le spalle dolcemente. Certo che ci pu vedere! E sono
sicura che fiera di te.
Lo credi davvero? chiese speranzoso.
Certo! Cos come lo sono io. sorrise.
Cerc di cambiare discorso per sdrammatizzare quel momento. Devi assolutamente farti un
bagno per, puzzi come uno di quei cosi giganti che vivono sulla Terra. Hai presente quegli
uccelli simili a pulcini abnormi? Come si chiamano?
I Moa?
S, esatto! Puzzi come un Moa rise Daysel, Forza, adesso vai a lavarti e dopo ci facciamo
un bel giretto in citt... Oggi giorno di mercato! Troveremo qualche nuovo strano giocattolo
della Terra, che te ne pare?
Azrael era entusiasta della proposta di Day. Fra allenamenti, esercizi sul controllo dell'anima e
le stupide lezioni di comportamento per i nobili figli di Lejia non aveva mai un minuto libero.
Finalmente avrebbe passato un po' di tempo con la sorella!
Ok, corro a lavarmi. Aspettami per, non uscire senza di me! grid a Day mentre gi
correva nelle sue stanze.
Va bene. Salgo a salutare nostro padre, sono settimane che non lo vedo oramai... Ci
del Palazzo.
Il lungo corridoio che portava fino al salone era decorato con i colori pastello delle dinastie di
tutta Lejia, che un tempo accendevano le mura in un turbine di arcobaleni. Da anni, tuttavia, le
luci erano molto basse, quasi eteree, rendendo quei colori freddi e ostili solamente passandoci
vicino.
Non c'erano guardie all'ingresso del salone principale e la cosa non piacque affatto a Daysel
che conosceva fin troppo bene l'imprevedibile umore del genitore.
Per quanto ne sapeva, poteva essere rimasto chiuso in quello stanzone per giorni, al buio,
senza cibo e senza chiudere occhio, rimuginando in continuazione su chiss cosa.
Si ferm davanti all'ingresso, poggiando una mano sul legno della porta, cercando di
nascondere al meglio la propria insofferenza verso quel posto tanto odiato.
Quando entr, cap di aver colto nel segno con i suoi timori...
La sala era immersa nella semi oscurit, con ombre lunghe e affilate che partivano dalle pareti
per scendere a terra fino ai suoi piedi. L'aria all'interno era pesantissima, con una forte umidit
che le si appiccic addosso come colla.
In un angolo, sconsolato, un timido caminetto cercava di riscaldare un luogo totalmente fuori
dalla realt, sputacchiando inutilmente fiammette di un pallido rosso-arancione.
Dall'altra parte, invece, la stanza era immersa nel buoi totale, cosa che fece accapponare la
pelle a Daysel. Le sembrava di essere piombata in un incubo ad occhi aperti...
In fondo al salone, dando le spalle all'unica fonte di luce rappresentata dalle alte finestre in
stile gotico, il trono del Pontefice svettava, gettando un'ombra immensa sulla quale Daysel stava
camminando, diretta verso di esso.
Padre? chiese timidamente, guardando la parte bassa dello scranno.
Non ottenne risposta, quindi si avvicin ulteriormente. Pap? richiese.
Ancora nessuna risposta, ma not un flebile movimento sulla sedia del trono. Coral Ialin era l,
nell'oscurit assoluta, di fronte a lei.
Daysel? Sei tu? chiese una voce troppo vacillante per essere quella del Pontefice che lei
ricordava.
S-s, sono io. Che ci fai al buio? Dove sono tutti, non ho visto nemmeno le guardie all'in...
Non ho bisogno di stupide guardie! url il padre, sbattendo un pugno sul bracciolo.
Non ho bisogno di nessuno, di nessuno... ripet sottovoce, Solo Azrael... Solo lui pu
venire a trovarmi... perch sei venuta tu?
Daysel strozz la sua rabbia, stringendo i pugni. Azzy si sta cambiando. Abbiamo deciso di
andare in citt a fare un giro. Si allenato tutto il giorno... cerc di rassicurarlo la figlia,
ottenendo per l'effetto contrario.
No! Lui non va da nessuna parte! si alz di scatto il Pontefice, Lui rimarr qui con me.
Non permetter che TU me lo porti via, lui star qua con me...
Day sent una scossa lungo la schiena. Gi altre volte il padre l'aveva cacciata adducendo
motivazioni assurde, come l'essere in combutta con le citt ostili a Lejia o il voler eliminare il
fratello. Avvicinandosi al trono con passo deciso punt il dito al petto del padre, sentendo le
fragili ossa del torace laddove un tempo vi era una muscolatura possente.
Per un secondo esit, ma forte delle sue ragioni, non si tir indietro. Azrael solo un
bambino, dannazione! Verr con me e non accetto proteste.
Il viso di Coral Ialin riassunse per un attimo il vigore che gli era consono, gli occhi emisero un
intenso color violaceo che Day credeva perso ormai da anni. Non azzardarti mai pi a
contraddirmi! le url.
Il pavimento vibr furiosamente, cos come le pareti, che fecero cadere alcuni quadri, mentre
diverse crepe si formarono negli angoli della grande stanza. Il tetto oscill, facendo crollare
alcuni frammenti di pietra, permettendo cos alla luce di crearsi uno spiraglio.
Day riusc a sentire la straordinaria potenza che emetteva il padre, per anni uno dei pi forti
guerrieri di tutta Lejia, prima di diventare Pontefice.
Mai avrebbe pensato che dentro quell'involucro irriconoscibile battesse ancora il cuore di un
soldato e dovette desistere dinanzi alla furia di Coral, evitando di ribattere come avrebbe voluto.
Esci da qui... le ordin il padre, risedendosi sul trono. Ho sentito che nel continente
Ovest ci sono ancora parecchi disordini no? Cosa ci fai qua allora? Il tuo compito di mantenere
la pace sulla terra ferma, o sbaglio?
Day non rispose, abbassando lo sguardo. Una rabbia feroce pronta ad esplodere in qualsiasi
momento le stava salendo dallo stomaco.
Mi sto sbagliando, Daysel? chiese nuovamente il Pontefice, acidamente.
No, non sbagli padre... fu costretta a rispondere lei.
Bene, allora fuori di qua. Non c' alcuna necessit per cui tu stia ancora a Lejia. Occupati del
continente Ovest.
S. rispose laconica la ragazza.
Sin da bambina le era stato inculcato un rispetto quasi reverenziale per il padre e fu solo
quella ragione ad impedirle di ribattere, consapevole dell'autorit del genitore, ma ci non le
impediva di odiarlo con tutto il cuore.
Allontanandosi, a pochi passi dall'uscita, il Pontefice la richiam Daysel...
S?
Azrael parte domani mattina: Kraisen ha bisogno di essere visitata da un arcangelo, per far
capire loro di quale potenza militare dispone Lejia. Sono mesi, da quando Uryel se ne andata,
che trattano con Pirati del cielo e citt dichiaratamente ostili. Azrael avr al seguito la sua intera
fanteria, circa tremila soldati. Basteranno a calmare le velleit di quei polpi del Sud... disse il
Pontefice.
Se posso permettermi... cerc di dialogare Day, Azzy ancora troppo piccolo per queste
missioni delicate. Se Kraisen astiosa nei confronti degli angeli, mandare il nostro pi giovane
generale non mi sembra la mossa pi giusta. Mi propongo per sostituirlo.
No. rispose secco Coral.
Ma...
Ho detto no! la zitt lui, Sar bene che tu sistemi quelle scaramucce ad Ovest... Non
intrometterti mai pi nelle mie decisioni. Sono stato chiaro?
Un grido di ferocia animale esplose nella testa della ragazza, pronta a scaraventarsi sul padre,
ma dovette ingoiare il rospo ed essere umile. Dopotutto, era lui il Pontefice di Lejia, non lei.
Come desideri... disse, togliendosi la vana soddisfazione di sbattere le pesanti porte di
legno, crepandone una e demolendone un'altra.
La sua ancella, Mira, la raggiunse in uno dei corridoi che portavano all'atrio del Palazzo Reale,
correndole incontro a perdifiato appena la vide.
Con Daysel lontana dall'isola, le sue due servitrici gemelle, Mira e Kira, erano passate a tutti gli
effetti ad occuparsi del fratellino. Compito alquanto impegnativo, perch il ragazzino, a dispetto
delle folli apprensioni paterne, si divertiva a mettere a soqquadro l'intero palazzo, provando
mosse e poteri magici lungo i corridoi e le stanze, devastandoli.
Quando Mira raggiunse Daysel, non pot fare a meno di saltarle al collo, abbracciandola.
Signora! State bene? Sono cos contenta di vederla sana e salva! esord l'ancella, gi con le
lacrime agli occhi per la gioia.
Day ricambi l'abbraccio con affetto. Con Mira e Kira era cresciuta sin dalla pi tenera et, ed
a malincuore le aveva dovute lasciare a Lejia. Molti arcangeli prima di lei e alcuni ancora adesso,
uno su tutti Jofiel, portavano con s le proprie schiere di servitori, rendendo il loro arrivo in
battaglia una sorta di teatrale annunciazione, fatta di piogge di petali di rose e colori sgargianti.
Una cosa che Day detestava profondamente...
Le due ancelle, quindi, si occupavano da anni del piccolo Azrael, assicurandogli le migliori
attenzioni possibili.
Sono felice anche io di vederti, Mira. Mi sei mancata. sorrise l'arcangelo, Mio fratello
dove si trova?
E' all'ingresso che l'attende. Non sapevamo del suo arrivo; saremmo venute
immediatamente ad accoglierla come si deve, Signora. rispose ossequiosamente Mira.
Quante volte devo dirti di chiamarmi Day? Ci conosciamo da una vita, siamo come sorelle.
Chiamami per nome. le diede un buffetto sulla fronte, sentendo finalmente la tensione
accumulata precedentemente sciogliersi.
Il Signorino l'aspetta, se vuole seguirmi, anche Kira con lui. Sar al settimo cielo nel
rivederla! cinguett l'ancella precedendola.
"Il Signorino? Certe abitudini non muoiono mai...", pens Day con un sorriso.
Giunte nel grande atrio di ingresso, si ripet la scena precedente, con l'altra ancella, Kira, nella
parte della gemella.
Azrael era vestito di tutto punto, con una tunica che lo ricopriva fin sotto le ginocchia, mentre
al collo le fasce giravano tutt'attorno, creando uno strano effetto ad imbuto. I colori erano i
classici bianco e rosso e indossava due bracciali di quarzo rosa al polso sinistro.
Daysel riconobbe immediatamente quei due bracciali: erano i gioielli appartenuti a Metra che
li portava in ogni situazione e, se la memoria non la ingannava, anche il giorno in cui la figlia fu
incoronata arcangelo.
Azrael era impaziente di uscire.
I durissimi allenamenti ai quali veniva costretto da mesi ormai l'avevano privato delle piccole
cose di cui tutti i bambini hanno bisogno, come amici, giocattoli e "un padre sano di mente".
Day si avvicin al fratellino, inginocchiandosi vicino a lui. Tentenn, cercando le parole pi
adatte.
Mi dispiace Azzy... Nostro padre non vede di buon occhio che tu esca dal Palazzo. Ho cercato
di convincerlo, ma non ha sentito ragioni...
Sul volto di Azrael era palese la delusione, aveva tanto sperato di poter passare un po di
tempo con la sorella. Purtroppo per lui, il Pontefice non era dello stesso avviso.
Ma... perch? chiese sconsolato.
Ecco... cerc una scusa Day, Domani devi partire, e ha paura che tu ti stanchi troppo.
Sai, essere un arcangelo molto impegnativo e non sempre possiamo fare quello che
vogliamo...
L'espressione del fratellino era cupa, ma non vi fu il bench minimo accenno di protesta. Coral
Ialin stava crescendo il figlio come un soldatino modello, not Day. "Al suo posto, starei
demolendo il palazzo", si disse.
Capisco fu invece l'unica risposta del fratello.
Mi dispiace tantissimo, ma ti prometto che non appena tornerai, andremo a fare un bel giro,
solo io e te. Prendiamo una slitta ad aria e ci tuffiamo fra le nuvole, che ne dici? cerc di
consolarlo lei.
Gli occhi di Azrael si illuminarono come d'incanto a quelle parole Dici davvero?
Ci puoi scommettere, fratellino. gli sorrise Day.
Sorellona, possiamo cenare assieme, almeno questa sera? Solo io e te... Per favore...
chiese supplichevole.
Certamente! rispose amorevolmente lei, Devo sbrigare un paio di cosette adesso, per.
Vai pure a riposarti, ti sei allenato come un vero guerriero oggi, sarai stanco.
Lo baci sulla fronte, lasciandolo nelle mani di Mira e Kira, che lo presero in braccio,
portandolo in trionfo come un eroe. Azrael scoppi a ridere. Sembrava che la delusione fosse
scomparsa del tutto, adesso. Era addirittura felice in quel momento, "spero che questa
spensieratezza lo accompagni per tanto tempo ancora. Essere un arcangelo purtroppo non
cos facile..." rimugin Day.
Quando i tre si furono allontanati, schiamazzando per i corridoi, la ragazza si sofferm a
pensare al giorno successivo.
Sarebbe stata la prima missione del fratello, in un luogo tutt'altro che tranquillo.
Kraisen era una citt difficile da definire; una serie di alte mura di roccia a spirale, a circa dieci
miglia dall'attuale Livenfull, nel continente Sud.
La particolarit di quell'area di mondo era la quantit di isole e isolette che costituivano il
continente, circa settecento lingue di terra dalle pi svariate dimensioni: alcune grandi come
barche da pesca, altre enormi, con montagne e praterie a perdita d'occhio.
Kraisen sorgeva al centro di un vasto arcipelago, "il mare dei kraken". Esso doveva il proprio
nome ai branchi di piovre giganti che abitavano le profondit marine della zona e che sovente
attaccavano le imbarcazioni nautiche. Alcuni di questi mostri avevano membrane che si
gonfiavano al contatto con l'aria, permettendo loro di spiccare grandi balzi sull'acqua,
afferrando le incaute aeronavi mercantili che sorvolavano la zona.
La citt era posta sulla sommit di una collina, sulla scogliera dalla quale si potevano ammirare
le isole circostanti.
Interamente costruita in pietra vulcanica, scavata nelle profondit dell'isola, la citt aveva un
aspetto quasi spettrale, nelle zone in cui le mura nere divenivano rosso fuoco per il battere del
sole.
Kraisen era famosa in tutto il mondo per essere la citt con il maggior numero di ministri a
governarla. Quando la citt era stata edificata, infatti, si era deciso per il bene della popolazione
che un triumvirato di alti ministri governasse la citt: uno proveniente dal popolo, uno dal ceto
medio e uno dalla nobilt. Ai tempi della fondazione, tutte e tre le classi sociali avevano lavorato
unitamente per erigere la citt, e fin dalla sua nascita avevano sempre governato tre ministri.
Ci era ragionevolmente la scelta migliore, dal momento che la citt si trovava al centro di un
continente dedito al commercio. Ogni classe sociale veniva interpellata nel modo pi
trasparente possibile. Questo almeno per i primi tempi.
Quando, secoli e secoli dopo la sua creazione, la citt di Kraisen si trov coinvolta in una
guerra civile fra fazioni all'interno delle sue stesse mura, gli angeli intervennero, riportando la
situazione ad unapparente tranquillit.
Fu proprio Uryel Krasen, discendente della dinastia che contribui maggiormente alla nascita
della citt, a riportare serenit nell'arcipelago. Serenit solo apparente, per...
Questa azione esterna, infatti, fu vista come una deliberata intromissione nella vita della citt.
La quale, una volta ripristinato un governo solido, inizi un commercio clandestino con Pirati e
citt del continente Ovest, insofferenti al controllo angelico.
La visita di un arcangelo avrebbe certamente chetato qualsiasi intenzione di ribellione da parte
della popolazione locale, ma Daysel continuava a credere che un ragazzino di nove anni non
fosse la scelta pi saggia in quella circostanza, per quanto speciale come Azzy.
Con la testa fra le nuvole, si ritrov a girovagare per tutto il palazzo, senza una meta fissa.
Salendo e scendendo i tortuosi corridoi, decise di fermarsi su un piccolo balcone, uno dei tanti
del Palazzo Reale, un posto tranquillo dove difficilmente si veniva disturbati.
Sedutasi sul muretto, si appoggi alla parete del corridoio, guardando dallalto la magnifica
citt degli angeli.
Quel giorno, con il mercato in fermento nella piazza principale, la citt le ricordava i giorni di
festa alla quale partecipava da ragazzina, prima di diventare arcangelo. La madre la portava
sempre a vedere i fuochi d'artificio sull'altra sponda della montagna, le faceva visitare i musei e i
parchi della citt, giocava con lei insegnandole anche alcuni trucchi magici...
Tutte cose che Azrael non aveva ricevuto e che, molto probabilmente, non avrebbe mai
potuto avere.
In quei momenti, riflettendo sul suo ruolo di generale angelico, di sorella non presente per il
fratellino e del difficile rapporto col padre, avrebbe tanto voluto riavere la madre vicina. Lei
avrebbe certamente saputo come comportarsi.
Le si inumidirono gli occhi, ma cerc di dare la colpa al vento, che delicatamente le muoveva le
ciocche viola dei capelli.
E' un buon posto per stare nascosti questo... disse una voce femminile, facendo trasalire
per lo spavento Day, che non cap da dove provenisse.
Quella voce, per, la conosceva benissimo. Uryel, dove diavolo sei? si guard attorno,
senza per vedere nessuno.
Proprio qui! disse l'altra. Day alz lo sguardo, trovandosi quasi faccia a faccia col quinto
arcangelo, sospesa in aria tramite una serie di catene fiammeggianti che le avvolgevano il corpo,
senza evidentemente bruciarla.
Che ci fai appesa come un salame? sorrise Day.
Dalla morte della madre, Uryel era stata una delle persone a lei pi vicina, cosa molto rara per
gli arcangeli, i quali non amavano particolarmente i propri "pari".
Con Uryel invece, Day aveva un rapporto diverso.
Divennero amiche quasi subito, perch spesso si occupavano di aree adiacenti, potendosi cos
incontrare al di fuori dell'isola nel cielo, in occasioni meno ufficiali. Forse, aver preso il posto di
Metra nell'esercito angelico dava alla discendente Krasen qualche libert in pi con Day.
Alla ragazza infatti dava spesso suggerimenti su come agire in alcune situazioni, soprattutto
quando si aveva a che fare coi popoli dell'Est, continente nel quale la ragazza dalle ciocche
dorate aveva trascorso molti anni. Nei suoi confronti aveva un atteggiamento materno, anche se
in effetti aveva solo cinque anni in pi dell'amica.
Uryel si liber con una piroetta delle lingue di fuoco che scomparvero non appena la ragazza
tocc il suolo. Come sempre, era piedi nudi...
Le sue incredibili capacit magiche le permettevano di amplificare la propria anima, legandosi
a tutti gli elementi della natura: terra, acqua, fuoco o aria che fossero, per lei non c'era
differenza. Ogni singola molecola che la circondava sembrava appartenerle, un perfetto
equilibrio tra potenza della natura e controllo dell'IO.
Il colore dorato degli occhi e delle ciocche erano un chiaro segnale di come la magia fosse
un'arte per lei e come tale la trattava. Per gli angeli il giallo rappresentava il colore della
fantasia, della libert creativa e mentale. Per questo motivo ogni suo movimento e qualsiasi
gesto erano ricchi di grazia, proprio quando la sua anima creava un legame inscindibile con ci
che le stava attorno, rendendola una figura quasi sovrannaturale.
Questa era l'immagine che Day aveva dell'arcangelo Uryel, che si sedette a sua volta sul
muretto, con le gambe penzoloni gi dal balcone, sempre con quella sua aria spensierata da
CAPITOLO 15 - Sincerit
Zoe e Day potevano finalmente riprendere fiato, dopo aver passato tutta la notte
all'agghiaccio nel tentativo di raggiungere la "Sorriso" il pi velocemente possibile, con la
costante paura che uno Shimishu sbucato dal nulla le attaccasse.
Svegliato nel cuore della notte dalla ricetrasmittente, il capitano Willy Vela d'Argento non
aveva smesso nemmeno per un secondo di bestemmiare, nonostante la moglie, Wilma Merry
tentasse di zittirlo ad ogni occasione. Lei, se non altro, era contenta di rivedere le due ragazze
sane e salve, seppur stremate e ricoperte da viscere di Shimishu.
Zoe era quasi incosciente per aver disperso troppo potere magico il giorno prima e, trascinata
da Day, aveva marciato pi per inerzia che per volont propria.
L'angelo, al contrario, sembrava molto nervosa, ma non diede la bench minima spiegazione ai
due pescatori, rifugiandosi nella cabina del capitano senza mai mettere il naso fuori dalla porta.
Dopo un giorno di navigazione a velocit sostenuta, le coste del continente Centrale iniziarono
a comparire all'orizzonte. Stranamente, nessuna milizia aveva intralciato il cammino della
"Sorriso", cosa molto sospetta considerando i livelli d'allerta dell'esercito di Arlandria.
C' qualcosa che non torna, donna. Settecento miglia e nemmeno uno straccio di vedetta...
Non credo sia un buon segno. si era lament Willy rivolto alla moglie. Per tutta risposta, lei
alz le spalle, girando sui tacchi per scendere dalla cabina di plancia e sincerarsi della condizione
di Zoe, ancora priva di sensi dalla notte precedente.
Entr di soppiatto nel caldo stanzino, tenendo la porta semi-spalancata per qualche secondo
in modo da cambiare l'aria all'interno. Il tepore era piacevole, ma le ragazze puzzavano
all'inverosimile, riempiendo la cabina con un odore nauseante.
Le folate gelide che entrarono con Wilma svegliarono Day, sdraiata al fianco di Zoe, chiusa a
bozzolo e immersa nel mondo dei sogni.
Come sta? chiese la grassa donna.
Sembra a posto. Non ha febbre o cose del genere. Credo sia solamente stanca per la "gita"...
abituata a stare sdraiata sul divano di solito. rispose l'angelo.
Wilma si sedette sull'amaca vicino alla pirocinetica, accarezzandole le guance con quella sua
Natura si fosse mostrata col suo vero aspetto; un momento di perfetto equilibrio emotivo fra
due esseri tanto diversi eppure vicinissimi che le aveva aperto gli occhi sul modo di vedere e
percepire quello che gli umani chiamavano magia, la quintessenza dell'anima.
Come poteva Zoe, una normale "potenza di..." della citt di Ataris, avere una forza inconscia
tanto grande dentro di s, questo Day non riusciva a spiegarselo. Inoltre, l'amica sembrava avere
un innato legame spirituale con lei, cosa che mai prima di allora le era capitato, nemmeno con
Azrael.
Che Zoe fosse speciale come il suo fratellino, questo Day ancora non poteva saperlo...
Questo sarebbe il tuo grande piano? Io ad Ataris?
Certo! Cio, non proprio nella citt di Ataris... Intendevo nella foresta di alberi Eterni. L non
potrebbero trovarti nemmeno in un milione di anni. Quella selva fa impallidire Redwood, fidati.
disse Zoe convinta.
Tu sei fuori di testa... ribatt stizzita l'angelo.
Ascoltami per un secondo... si spieg l'amica, Restare a Peach-City fuori discussione.
Sanno dove ci troviamo, conoscono dove abitiamo e probabilmente sanno tutto anche di me. Io
non mi posso ancora allontanare, per via dell'universit. Mancano solo cinque settimane per
laurearmi e se scomparissi nel nulla non solo il corpo insegnanti, ma l'intero Ministero della citt
si allarmerebbe. Noi "potenze di..." abbiamo degli obblighi come studenti, non possiamo
permetterci di saltare troppe lezioni. E con questa nostra "gita" sono stata lontana una
settimana.
Ora, l'unica cosa che posso fare terminare la scuola... Anche perch, la professoressa
Dawson ha intenzione di portarci a Mangrove fra qualche giorno per darci lezioni. Ricordi? Te ne
ho parlato prima
di...
S, cazzo s! Me lo ricordo... la interruppe Day nervosa.
Stava camminando su e gi per la cabina, girando i piedi verso gli angoli dello stanzino ogni
volta che ne incontrava un altro. Il problema, se ancora non ti passato per l'anticamera del
cervello, che quei fanatici vogliono me. Come pensi che possa sparire in un boschetto?
chiese isterica.
Calmati e ascolta... sbuff Zoe, IO non posso far altro che andare con i miei compagni a
Mangrove. Una volta l, avr qualche giorno per lavorare sulle pirosfere, in modo da essere
pronta per l'esame finale. Se riuscissi anche a studiare qualcosa di teoria magica e potenziale
inconscio sarebbe il massimo, ma in ogni caso la parte "pratica" sar pi che sufficiente una
volta completato il mio studio sulle sfere.
TU, intanto, devi assolutamente nasconderti. L'unico posto sicuro che mi viene in mente la
foresta degli alberi eterni che sorregge Ataris. C una quantit incalcolabile di alberi diversi,
tutti grandissimi e, se la milizia di Ataris non li ha mandati via, una piccola comunit di angeli...
Angeli ad Ataris? chiese Day sorpresa.
S. O almeno, prima che partissi, tre anni fa, c'era questa piccola comunit nel sottobosco.
Stiamo parlando di tre-quattrocento persone. Non so se vivono ancora l, dovrei chiedere
conferma a mio padre, lui mi ci portava qualche volta quando ero bambina... rispose Zoe.
E cosa diavolo ci fanno degli angeli nel sottobosco? Si credono delle Banshee? rise l'angelo,
sempre pi isterica.
Zoe si sgranch la schiena, dolorante per la marcia del giorno prima. Mise i piedi nudi gi
dall'amaca, sentendo il tiepido legno scaldarle le dita e la piante indolenzite. Chiudendo gli
occhi, cerc di immaginare un delicato massaggio alle spalle, immersa in una vasca di acqua
testa prese dallo zaino a tracolla un piccolo rotolo di banconote, mezzo marcio e bagnaticcio per
aver attraversato con lei il continente dei ghiacci.
Che diavolo questo? chiese Vela, inorridito dal mucchietto legato assieme da un elastico
rosso.
Sono cento Kibly. Tienili tutti, non mi interessano... si volt Day.
Ehi, aspetta un att... fu interrotto da una gomitata della moglie, appena arrivata dalla
cucina.
Lasciale stare, ne hanno viste fin troppe in questi giorni. lo zitt lei.
Zoe era appoggiata allo spacca-ghiaccio con il volto all'ins, inspirando a pieni polmoni l'aria di
mare. La brezza le spostava la frangia sugli occhi, ma la sua mente era cos rilassata che non ci
fece caso. "Finalmente a casa", pens contenta.
Ancora un'ora e la tua vita cambier drasticamente. Lo sai Zoe? la raggiunse Day.
Lei non si mosse, continuando a farsi accarezzare il viso dal vento divenuto tiepido per la
vicinanza della costa. La nostra vita cambiata tre anni fa, quando ci siamo conosciute,
"arcangelo"... sorrise.
Gi... ammise Day, ricambiando il sorriso. Se avessi saputo che avrei incontrato una
rompi scatole che si trasforma in un candelotto di dinamite avrei scelto qualcun altro!
La barcaccia di Willy Vela d'Argento, la "Sorriso di Ghiaccio", attracc in un pomeriggio
primaverile sulla costa, a circa dieci miglia dal porto di Peach-City. Era impensabile che il
pescatore assecondasse Zoe, la quale insisteva a sbarcare nel porto, ma lei ci aveva comunque
provato con ogni mezzo a sua disposizione, persino con la sua irrefrenabile espressione
languida.
L'uomo, tuttavia, non aveva ceduto di un millimetro e la sua imbarcazione aveva ormeggiato
alla foce del fiume Doce, dove nessuna pattuglia della milizia cittadina transitava. In quello
strano punto di incontro tra l'acqua salata dell'oceano e l'acqua dolce del fiume sorgevano le
case popolari, abitate esclusivamente da angeli.
In quella conca fangosa, resa tale dal tormentato rapporto fra le due correnti subacquee,
chiunque sarebbe potuto entrare e uscire dalla citt con una piccola imbarcazione senza essere
disturbato.
Peach-City formalmente non impediva agli angeli di vivere in citt, ma quasi nessuno di loro
lasciava la foce del fiume una volta sbarcato. La popolazione locale infatti era poco incline ad
avere rapporti con loro.
In fondo, erano esseri inferiori, poco pi che animali senzienti.
Arrivavano in citt sporchi, malnutriti a causa dei viaggi che spesso affrontavano per
raggiungerla e alla ricerca di qualsiasi tipo di lavoro, anche il pi umile; cosa che trovavano
facilmente al porto, a poche miglia da dove vivevano.
La baraccopoli che si erano creati era quanto mai pericolante, ma su di essa troneggiava quasi
beffarda la scritta 3), volta ad indicarne il quartiere come un qualunque altro sobborgo della
citt. Un unico, rovinoso, ammasso di lamiere e mura di cemento non meglio assemblato. Un
orrore di sporcizia e miseria che il Ministero sembrava non notare, nonostante fosse a poche
centinaia di metri dal centro abitato.
Day era scesa alla foce solo un paio di volte da quando era ricomparsa vicino a P-C, rimanendo
scioccata nell'apprendere in quali condizioni versassero realmente i suoi simili.
Come poteva un popolo tanto fiero, che fino a pochi secoli prima regnava nei cieli, trovarsi in
uno stato cos pietoso? Non riusciva a darsi pace e al solo pensiero la frustrazione la divorava.
La rabbia e l'avvilimento non tardarono a salirle anche questa volta, mentre, scendendo dalla
Milizia di
New-Lejia. Zoe tent invano di dissuaderla, lamentandosi dei lividi che aveva su tutto il corpo
e di quanto entrambe avessero bisogno di un buon bagno, ma l'angelo, sorda alle lamentele
dell'amica, si tuff nella folla che le intralciavano il cammino.
In pochi secondi, era sparita dal campo visivo di Zoe. "Beh, poco male... Sar io la prima a
lavarsi...", si limit a pensare, poco incline a seguire Day in mezzo a quella ressa. "Spero solo che
il vecchio Tony non abbia niente a che vedere con questa storia, altrimenti Day lo uccider. Poi
chi li sente i miei vecchi..."
Con questo pensiero nella testa, si incammin verso casa, gi pregustando una vasca colma di
acqua bollente e schiumosa.
L'angelo, al contrario, aveva ben altri sentimenti...
Non vi era nessuna certezza che Anthony fosse implicato in tutta quella faccenda, ma non
riusciva a spiegarsi come la Milizia l'avesse trovata ed il vecchio sembrava essere quel piccolo
anello mancante che le sfuggiva.
Cosa avrebbe fatto se quell'uomo, di cui si era ciecamente fidata per tre anni, si fosse rivelato
un traditore, questo Day cerc di non immaginarselo. In quel momento pregava pi per la vita
dell'armaiolo che per la sua.
Raggiunse in breve il vicoletto che procedeva parallelo a quello del negozio, spingendo di lato
tutta quella marea di gente che la rallentava, innervosendola.
Una volta imboccata la stradina giusta, si ferm, respirando profondamente.
A passo lento arriv davanti all'ingresso, cercando di trattenere la collera. Apr la pesante
porta di quercia ed entr.
Nel negozietto c'erano alcuni clienti. Non sembravano acquirenti abituali, ma nelle giornate di
mercato, con tanti venditori e ambulanti in giro per la citt, capitava spesso che i passanti
venissero attratti dall'aspetto bizzarro del negozio, quasi fosse un luogo fuori dal tempo, con le
candele che spiovevano dal soffitto e i muri di pietra. Oltre ad oggetti dal valore inestimabile e
pressoch introvabili in qualsiasi altra parte del continente Centrale.
La tipica tana da troll, l'aveva definito una volta Anthony.
Nella stanza c'erano tre clienti: un uomo anziano, forse sulla settantina e un coppia
abbastanza giovane, probabilmente marito e moglie, intenti ad osservare dei pugnali da lancio
del Sud.
Fuori da qui. Il negozio chiude. disse secca Day.
Come? Che storia questa? chiese sorpreso il ragazzo.
Ho detto fuori! replic l'angelo sfilandosi il giaccone ormai completamente lacerato,
Non voglio ripetermi.
Ehi... angelo, ma chi cazzo credi di essere? Siamo clienti, come chiunque altro alz la voce
lui. Ora anche l'anziano, dietro una fila di armature, stava guardando la ragazza.
Day non rispose, ma si limit a fulminare con lo sguardo il ragazzone, facendolo
immediatamente indietreggiare. La moglie, avvinghiata al braccio del marito, vide la luce
violacea negli occhi della ragazza e istintivamente tir a s l'uomo. Andiamo Bertrand, questa
pazza!
La giovane coppia sgattaiol fuori dal negozietto senza fiatare mentre il vecchio, scioccato
quanto i due dall'atteggiamento dell'angelo cerc, di ammonirla. Lei lo fiss, solo per un
secondo, sufficiente all'uomo per decidere di cambiare aria. Usc svelto sbattendo la porta...
e questi sono gli ultimi gioielli arrivati dal Sud, signori... gracchi Anthony uscendo dallo
stanzino nel retrobottega, Dove diavolo?! Quei due volevano comprare degli orecchini di
Moa e se la sono svignata. Ma che...
Con la bocca spalancata si guard attorno, notando la ragazza in fondo al negozio, sporca e
puzzolente come un cane randagio. Day! Che sorpresa, sono contento che tu sia gi tornata.
Dov' la roccia?
Lei non si scompose, chiudendo a chiave la porta di ingresso e girando il cartello con la scritta
"open" in "close".
Senza far caso alle lamentele del vecchio armaiolo prese una poltroncina in pelle e la spost in
mezzo alla stanza. Ci poggi sopra il giaccone e sprofond nella morbida pelle marrone dei
cuscini, rilassandosi un secondo con gli occhi chiusi.
Day, cosa succede? Ti senti bene? bofonchi lui.
Si sieda... rispose lei sospirando.
Ccome? Che scherzi sono questi? tent di ribattere il vecchio.
Si sieda! url lei minacciosa.
L'uomo prese il primo sgabello che aveva sotto mano, sedendosi di fronte alla ragazza.
Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo? Dov' il frammento d'oro?
Lei si sfil la frusta di mangia-materia, appoggiandola su un tavolino di ossidiana e madreperla,
uno degli oggetti pi cari all'armaiolo, che aveva speso una fortuna per strapparlo alle attenzioni
dei mercanti dell'Ovest. Detestava che qualcuno lo toccasse, figurarsi se vi si appoggiavano degli
oggetti sporchi e malridotti come era in quel momento la spada di Day.
Lei sapeva benissimo quanto tenesse a quel tavolino, per questo fece in modo di irritarlo.
Togli quella cosa da l, sei ammattita? cerc di lamentarsi lui.
Abbiamo cose pi importanti di cui discutere, signor Deprouix...
Non riusciva a chiamarlo per nome nemmeno ora, nonostante la delusione e l'ira che le
stavano crescendo nel cuore.
Io sto per partire. E non so se torner a Peach-City molto presto...
Come? P perch? chiese lui sorpreso.
Forse la risposta la sa gi... lo stuzzic lei. Inarc la schiena, poggiando i gomiti sulle
ginocchia, protesa verso di lui Dobbiamo chiarire questa cosa prima che io parta.
Anthony scosse il capo, confuso Non capisco di cosa...
Mi ha venduto alla Milizia di New-Lejia? lo aggred Day.
Cosa? Io... cosa? No assolutamente, non potrei mai! rispose isterico lui.
Lei grid furiosa, Nella valle degli Shimishu, io e Zoe abbiamo incontrato due soldati della
Milizia. Sanno chi sono, sanno chi ero! Nessuno dovrebbe conoscermi, sono passati mille anni
dalla mia scomparsa. Mille anni cazzo... la sua voce si incrin irrimediabilmente e per la prima
volta, dopo tanto, tanto tempo, Day scoppi a piangere, travolta dalle sue emozioni.
Day, io non capisco. Raccontami cos' successo... il tono dell'armaiolo era seriamente
sconvolto.
Mise una mano sul ginocchio della ragazza, cercando di tranquillizzarla.
L'angelo inspir profondamente nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime. Mi dica la
verit: cosa le hanno offerto? Per quale fottuto motivo mi sta facendo questo?
Lui si punt sullo sgabello, afferrandola per le spalle.
La fiss negli occhi, con l'espressione pi decisa che potesse assumere. Day, ascoltami! Io
non ti ho venduto a nessuno. Mi devi credere... Lo giuro sulla mia vita. Non potrei mai tradirti, ti
considero come una figlia. anche lui in quel momento aveva la voce rotta dall'emozione.
Lei fu colta da un impeto di frustrazione, rotto da un pianto incontrollabile. Come hanno
fatto a trovarmi allora?! Perch... fu sopraffatta dalle lacrime, come mai le era successo
prima.
Anthony si alz e l'abbracci stretta, cercando di calmare quello sfogo disperato. Va tutto
bene. Calmati adesso, va tutto bene...
Ma non andava tutto bene, anzi era proprio il contrario.
New-Lejia le stava addosso, con lo scopo di risvegliare un essere dai poteri illimitati in grado di
distruggere il mondo con uno schiocco di dita. Lei era la chiave per arrivare alla liberazione e alla
rinascita di questo dio dall'aspetto di un bambino, il suo amato fratellino.
Come se non bastasse, anche Zoe era stata trascinata involontariamente dentro tutto questo,
senza nessuna possibilit di scappare ad un destino che sembrava gi segnato. Tutte le paure
che Day si era portata dentro da quando era ricomparsa si stavano materializzando sotto i suoi
occhi e lei, sull'orlo del baratro, non sapeva come affrontarli.
Si aggrapp al vecchio, come se tentasse di nascondersi al mondo, piangendo e disperandosi.
Lui la tenne stretta a s con tutte le sue forze, accarezzandole la testa dolcemente, cullando
quella ragazza forte come un leone eppure tanto fragile in quell'istante.
Rimasero abbracciati per molto tempo l, nella semi oscurit del negozio d'armi.
L'angelo non allent la presa nemmeno per un secondo, rifugiandosi tra le braccia dell'uomo
che le aveva dato la fiducia e l'affetto che solo un padre le avrebbe potuto donare. Un padre che
in un certo senso lei non aveva mai avuto, considerato il crollo emotivo di Coral Ialin dopo la
morte della madre.
Finalmente, Day sembr tranquillizzarsi e il suo respiro divenne pi regolare e meno
affannoso. Lui la spinse delicatamente indietro, cercando di guardarla in volto. Un viso straziato
dal peso delle sofferenze che l'angelo si era sobbarcata nel corso degli anni e che mai aveva
sfogato prima di allora.
Ehi... ti senti un po' meglio adesso? le chiese dolcemente.
Lei annu, lasciando l'abbraccio dell'uomo e risedendosi sulla poltroncina. Mi dispiace. Non
avrei mai dovuto... non avrei mai dovuto comportarmi cos.
Non ti preoccupare... rispose calmo lui, prendendole le mani nelle sue. Tu e Zoe siete
come le figlie che non ho mai avuto. le accarezz ancora i capelli, scostandole una ciocca viola
che si era incollata alla guancia.
Voglio che mi racconti cosa successo nella valle e perch quella banda di fanatici ti sta
cercando. Qualsiasi cosa possa fare, lo far senza tirarmi indietro.
Grazie... signor Deprouix... disse Day a voce bassa, tirando su col naso.
Quando mi chiamerai Anthony? le chiese lui con un sorriso affettuoso.
Che strano..., pens lei, la stessa domanda che facevo a Mira e Kira...
Il sole stava lentamente calando all'orizzonte e Zoe, a passo di bradipo, era quasi arrivata a
casa.
Con la citt paralizzata dal mercato cittadino fu costretta ad aggirare i viali principali, in un
immenso percorso ad ostacoli che iniziava a detestare.
All'ultima via bloccata, all'imbocco del suo quartiere, Cranberry, estern il suo malcontento
con una serie di epiteti ai malcapitati venditori di stoffe, rei di impedirle il passaggio verso un
bagno caldo fin troppo agognato.
Con la stanchezza che ormai la precedeva di almeno due passi, giunse al suo sobborgo,
trascinando i piedi doloranti e incalliti dalle marce dei giorni precedenti.
Il suo quartiere era il pi vicino alla foresta di Redwood, nella zona storica della citt di PeachCity. Quasi per uno scherzo del destino, la sua abitazione era pi vicina alla temuta selva che alla
scuola, inducendo la ragazza a dormire spesso con un occhio aperto per la paura che il cancello
che impediva alle spaventose creature di Redwood di uscire si rompesse nel bel mezzo della
notte. Problema che non riguardava affatto la sua migliore amica, Flame, la quale viveva nel
secondo distretto, nella zona nuova della citt.
"Accidenti, non l'ho avvertita del mio ritorno...", pens ciondolando, "non importa, l'unica
cosa che voglio adesso risposarmi...".
In fondo al viale ciottolato vedeva la sua casa, ma sembrava ancora tremendamente lontana,
cosa che la fece imprecare nuovamente.
Un suo vicino di casa, carico di scatoloni che gli ostruivano la visuale la incroci, andando quasi
a sbatterci contro. Accortosi all'ultimo momento, riusc a schivarla, guardando la ragazza
sorpreso. Ehil, Zoe! E' un po' che non ti vedo... Accidenti che brutta cera...
Il ceffo, per lei tale Rob "Qualsivoglia", venne del tutto ignorato, rimanendo a bocca aperta e
con uno stupidissimo sorrisetto di saluto stampato.
Zoe prosegu imperterrita per la sua strada, giungendo finalmente all'entrata di casa sua. Con
la forza di inerzia che le era rimasta scalci un vaso di fiori, recuperando la chiave d'ingresso.
Solo al momento di infilare la chiave nella fessura not che la porta era semiaperta.
La serratura sembrava per a posto, senza segni apparenti di scasso.
L'interno era avvolto nell'oscurit, con un ultimo raggio di sole che squarciava il soggiorno,
entrando dalla finestra.
Per un attimo fu assalita dal panico, che gli uomini della Milizia fossero in casa?
Si appiatt al muro, cercando di sbirciare dall'ingresso se vi fossero movimenti sospetti. Nulla...
Dall'abitazione non provenne il bench minimo suono e perfino l'intero viale sembrava essersi
ammutolito mentre lei tratteneva il respiro, nella speranza di captare qualche rumore sospetto.
Entr di soppiatto, cercando di muoversi il pi lentamente possibile per non fare rumore,
rimanendo sempre incollata alla parete. Non riusciva a vedere assolutamente niente al buio,
cos inciamp nel tavolino di fianco all'ingresso, ribaltandolo. I piccoli soprammobili, delle
statuette di quarzo rosa molto care a Day andarono in frantumi, in un trambusto che avrebbe
svegliato uno Shimishu addormentato. "Merda!"
Allung una mano sul muro, cercando disperatamente l'interruttore della luce in preda
all'ansia. Se qualcuno si trovava l, l'aveva sicuramente sentita.
Col cuore in gola tastava la parete freneticamente, ma si accorse dopo qualche secondo che il
pulsante per accendere le luci era di un arancio fluorescente, perfettamente visibile al buio ed
era dall'altra parte della parete, dietro la porta.
Quasi scocciata abbandon l'idea di muoversi parallela al muro, ricalpestando il tavolino ormai
distrutto e i frammenti di quarzo sparsi sul pavimento.
Accese dunque la luce, voltandosi a destra e a sinistra come un gatto malfermo.
La casa era perfettamente in ordine e sembrava non ci fosse niente di anomalo, almeno a
prima vista.
Fece un rapido giro delle stanze: salotto e cucina, un unico grande stanzone, erano in ordine.
Percorse il corridoio accendendo le due luci alle pareti; alla sua destra c'era il bagno, con tutte
le cose al loro posto, tranne un accappatoio sul bordo della vasca. Sembrava esser stato usato
da poco, il che le fece tornare l'adrenalina alle stelle.
In preda alla foga spalanc con un calcio la porta della camera di Day; l'armadio era aperto, e
conoscendo la metodicit dell'amica, sapeva che non poteva averlo lasciato aperto lei.
Il cuore le batteva fortissimo nel petto e nelle orecchie, perch l'ultima stanza da controllare
era la sua, in fondo al corridoio.
La porta era chiusa, cos ripet la mossa di prima. Si appoggi alla parete alle sue spalle e con
un calcio la colp. La porta non cedette di un millimetro, lasciandola con una gamba appoggiata
al legno, in una sorta di spaccata malriuscita.
Cadde in ginocchio, depressa pi che mai.
Ebbe il forte desiderio di scappare, senza nemmeno guardare se ci fosse qualcuno in camera
sua, ma non ce ne fu bisogno.
La porta della sua stanza si apr da sola, lentamente, e dal suo interno sbuc... "Flame?"
Flame si accorse dopo qualche secondo dellaltra, intenta a guardare con aria confusa se vi
fosse qualcuno. Le due si fissarono per un po' senza aprir bocca, entrambe con la stessa
espressione stralunata.
Poi rinsavirono, ZOE! strill l'amica saltandole addosso.
FLAME! le fece eco l'altra rotolandosi con lei sul pavimento.
Mi sei mancata da morire... Pensavo che ti fossi dimenticata di me! l'abbracci forte la
ragazza coi capelli neri.
Anche tu mi sei mancata un casino. Sono troppo felice di vederti...
Le venne un dubbio per, e la scost un secondo, guardandola di traverso. Ma cosa ci fai
qui?
Ero cos triste senza di te... si scus l'amica, Cos ho pensato di venire qua ad aspettarti.
Non sapevo quando saresti tornata, sei partita in fretta e furia senza dirmi quanto tempo saresti
stata via...
si lament.
Scusami. Avrei dovuto spiegarti tutto, ma il tempo era cos poco. Sono cos contenta di
vederti! Ho una miriade di cose da raccontarti. la strinse forte Zoe.
Si rimisero in piedi, tentando di ripulirsi alla meglio dalla polvere e dallo sporco che Zoe aveva
addosso, quando a quest'ultima venne un altro dubbio.
Flame, come hai fatto ad entrare? La chiave della porta d'ingresso era ancora sotto il vaso,
proprio dove l'avevo lasciata io...
Lei la guard con la sua tipica espressione scocciata. Zoe, siamo amiche da quando abbiamo
cinque anni e da quando siamo qui, viviamo in case diverse. Sei stata TU a darmi le tue chiavi di
casa, tre anni fa, perch eri certa di perderne almeno un paio al mese! Come fai ad essere cos
smemorata?! le diede un buffetto sulla fronte e scoppi a ridere, incurante delle lamentele
dell'amica.
A proposito, dov' Day? chiese Flame guardandosi attorno, Non tornata con te?
Zoe si tolse il giubbino che ancora portava dal continente Est. Nel poggiarlo a terra una
nuvoletta di polvere si alz dal suolo. Lei sospir, stanchissima.
E' una storia complicata Flame... Dovrebbe esser qui fra poco, comunque. Aveva un impegno
urgente da sbrigare... "Spero che non abbia ammazzato il vecchio Tony."
Mmm, capisco... rispose sorpresa l'altra, Facciamo cos allora. Sarai affamata giusto? Io
ti preparo qualcosa, tu intanto fatti un bagno. Puzzi come un esperimento di antimateria. la
schern.
Zoe non os annusarsi.
L'odore terribile che emanava non l'era diventato certamente amico in quei giorni, per non
parlare di come erano ridotti i suoi capelli, una matassa di lana grezza rosso fuoco.
Un bagno... Un bagno caldo. Finalmente! disse quasi fluttuando verso la vasca.
Era giunta a casa. Nonostante tutto, ce l'aveva fatta!
Aveva viaggiato su una fetida barcaccia avanti e indietro dal continente Centrale a quello
dell'Est. Aveva attraversato lande ghiacciate e montagne innevate alla ricerca di un frammento
di Lejia, rivelatosi, a tutti gli effetti, un buco nell'acqua. Si era trovata faccia a faccia con un orda
di Shimishu, i mastodontici padroni di quel luogo fuori dal tempo e ne aveva perfino abbattuto
uno.
Infine, lei e Day avevano affrontato i soldati della Milizia di New-Lejia, i quali avevano provato
a strapparle l'amica, la persona pi importante della sua vita oltre a Flame.
Ora, si trovava di fronte ad una nuova, incredibile sfida.
Loro sarebbero tornati e questa volta con un unico obiettivo: strappare Day dalla sua vita.
A dispetto della spensieratezza con la quale aveva affrontato ogni momento della sua
esistenza, questo non poteva essere considerato uno scherzo. Adesso Day contava su di lei e per
nulla al mondo l'avrebbe delusa, a costo di mollare tutto: la sua vita, il suo futuro, perfino Flame,
se necessario...
Forse la sua amica l'avrebbe seguita, come lei stava seguendo l'angelo, ma non glielo volle
chiedere.
Flame era una ragazza orgogliosa e determinata, sicuramente non si sarebbe tirata indietro,
ma a che prezzo, se non sacrificare anche la sua di vita?
"In tre, contro un esercito che non si arresta davanti a nulla, disposto a far rivivere un semidio
del quale si son perse le tracce mille anni fa... Bah..."
Si lasci andare a mollo nella vasca, coccolata da schiuma alla vaniglia, cercando di
immaginare un luogo privo di guerre, sofferenze e distruzione.
Un nuovo mondo insomma, ...chiss che non abbiano ragione loro...
Avrei voluto vedere voi, imbecilli! le imbecc, Questa entra e lascia la porta aperta
mentre il mondo l fuori ci d la caccia... fece una pausa teatrale, cercando di imprimere un
tono drammatico alla conversazione.
In tutta risposta le altre due esplosero in una fragorosa risata, sputacchiando pezzi di cibo a
destra e a manca. Sei una fifona! la canzonarono in coro.
Uffa, non vi sopporto pi assieme... si sedette inviperita, Datemi da mangiare, accidenti!
Non vi sopporto pi!
Flame le pass il sacchetto del ristorante d'asporto "Jolly", dove lei e Zoe avevano lavorato
l'estate prima come aiuto cuoche, venendo licenziate quasi subito per la loro inettitudine ai
fornelli.
Fortunatamente, il ristorante era migliorato nel servizio dopo la loro cacciata.
Allora... sgranocchi Zoe, Ho parlato con pap. La comunit esiste ancora, anzi... si
allargata. inghiott, Sono quasi duemila persone adesso. Tutti angeli, ovviamente.
Day scol una birra quasi d'un fiato, appoggiando poi le gambe al bancone di fianco ai fornelli.
Dunque l che andr... rutt, Spero solo che quel macinino del nostro scooter mi porti
fino a Laoh...
Il MIO scooter non un macinino, miss "sono-troppo-fighetta-per-farmela-a-piedi". la
stuzzic Zoe.
Sono quattrocento miglia dal cancello di Peach-City a quello di Laoh, dovrei farmeli a piedi?!
Tu sei matta! la derise l'angelo.
Il piano mi sembra buono, invece... sentenzi Flame appoggiandosi al tavolo. Io e Zoe
andremo a Mangrove dopodomani e staremo via una settimana esatta. Nel frattempo, Day
parte e attraversa la foresta fino alla costa occidentale, trova un passaggio e raggiunge la
baraccopoli degli angeli... Fila tutto alla perfezione!
Ialina... borbott Zoe ingozzandosi.
Come? chiese Day.
Non si chiama baraccopoli, si chiama Ialina la cittadella. Ora che ci penso, tu ti chiami Ialin di
secondo nome... che strano... disse Zoe indifferente, rubando un'altra polpetta.
Gi si fece scura in volto lei, Non mi piace affatto. Non vorrei ci fosse qualcosa sotto...
Naah... Quel posto praticamente dipende da Ataris. Anzi, mio padre dice che considerato
come un quartiere aggiunto oramai. Le persone vanno e vengono in continuazione ed alla fine,
la cittadinanza deve render conto a chi abita sopra di loro. scacci con la mano Zoe.
Quindi la milizia di Ataris sa esattamente chi entra e chi esce da l, giusto? chiese
preoccupata Day.
Esatto. rispose scocciata l'amica.
E allora non posso andare a Ialina, idiota! Se a quelli di Ataris mettessero la pulce
nell'orecchio che un ex arcangelo si trova nel ghetto sotto il loro culo, credi che non verrebbero
a cercarmi?!
Zoe scroll le spalle, indicando Flame e addentando un'altra polpetta. No. Suo padre il
capo della Milizia di Ataris...
Vero. annu l'altra sorridendole, Baster avvertirlo che una nostra carissima amica sta
per trasferirsi l. Mi raccomander di farti avere tutta la protezione di Ataris!
Oh, accidenti! Mi farete impazzire voi due! si alz Day, Vado a dormire, che meglio.
Domani sar un giorno impegnativo, non fate tardi...
Oook, sorellona! la salut Zoe.
Lasciate sole, le due poterono parlare a briglia sciolta dei propri problemi, con Flame
preoccupata per Sean e Zoe della sua coinquilina.
Non so dov' andato... inizi Flame, Sono quattro giorni che non lo sento. L'ultima volta
che mi ha chiamato ha detto che sta lavorando ad un progetto molto importante ecc, ecc...
Quando lo lasci quel cretino? Non so neanche cosa ci trovi in lui. Voglio dire, s,
intelligente, ma anche brutto e arrogante. la rimprover Zoe.
Non brutto! piagnucol l'amica.
Bah... la guard di traverso l'altra, Comunque, la situazione sta diventando assurda con
Day.
Io non posso lasciare ora la scuola perch il Ministero di P-C farebbe troppe domande e non
possiamo permettercelo. Inoltre, chi spiegherebbe ai miei che ho mollato tutto per seguire
l'ultimo arcangelo di Lejia ancora in vita? Sembra tutto cos folle anche a me che ci sono dentro
fino al collo...
Ma folle! ammise Flame, So quanto tu e lei siate legate, per. Anzi, come tutte e tre lo
siamo. Non la lasceremo da sola. le sorrise.
Zoe spalanc gli occhi, intuendo cosa volesse dirle l'amica Grazie. Volevo evitare di
coinvolgerti in tutto questo. Ma... abbass lo sguardo.
Ma niente! Siamo tutte sulla stessa barca. Le mie due migliori amiche sono in pericolo ed io
non mi tirer certo indietro! la rassicur.
"Testarda come sempre. Come quando ha convinto i nostri genitori a farci venire a vivere qui,
lontane mille miglia da loro", pens Zoe.
Noi andremo a Mangrove... spieg Flame, E staremo l solo sette giorni. Per allora, Day
avr gi attraversato Redwood e l'oceano. Speriamo solo che raggiunga la foresta degli alberi
Eterni prima di attirare troppo l'attenzione. Una volta a Ialina, non dovrebbero esserci problemi,
la milizia di Ataris un ottimo esercito.
Questo vero... ammise Zoe, Ma se New-Lejia si facesse avanti, magari con un'offerta
pacifica, credi che il Ministero della citt non accetterebbe? Secondo me, s. In fondo, Ataris
pur sempre la citt dei soldi. Anche le nostre famiglie vivono per il denaro... disse lei
preoccupata.
Non lo so. Ataris pu contare sull'esercito migliore dell'Ovest. Inoltre non Olia, la citt che
la Milizia ha distrutto mesi fa. E' la capitale del continente, la pi grande ed importante citt
dell'Occidente. Non si far metter sotto tanto facilmente... Siamo orgogliosi e testardi noi
dell'Ovest, o te lo sei dimenticata? la imbecc l'amica.
Certo che no! rispose decisa lei, battendo un pugno sul tavolo.
E se anche la citt cadesse... aggiunse Flame, quasi sotto voce. I miei genitori hanno
contatti con alcuni... beh, pirati del cielo... lasci aleggiare quelle parole, in modo da
incuriosire Zoe.
L'amica, invece, sbott. I pirati del cielo? Ma sono delle bestie! Dei ladri, assassini,
attaccabrighe, carogne... Puoi fermarmi se vuoi...
Lo so, lo so. la tranquillizz l'altra, Ma hanno il grande pregio di essere nomadi. Vivono
perennemente in cielo e i loro rifugi si trovano sulle isolette sparse fra le nuvole di tutto il
mondo. Isolette che si spostano in continuazione a causa del magnetismo e del vento, per cui
solo loro possono rintracciarle. Se dovessimo avere bisogno di nasconderci...
Inoltre, sono in maggioranza angeli, come Day.
Day non ha niente in comune con quei tizi. protest Zoe, Lei un angelo di Lejia, un ex
arcangelo... non una normale ragazza coi capelli bianchi.
Ok, ma sempre uguale a loro. si punt sui gomiti Flame, Senti, non avranno pi i poteri
che avevano un tempo, ma di aspetto fisico sono perfettamente identici. Day potrebbe entrare
in qualsiasi aeronave di pirati senza dare nell'occhio.
No, no e poi no! si impunt l'amica.
I pirati del cielo erano, prevalentemente angeli, erano in netto contrasto, per cos dire, con le
autorit della Terra e per questo visti dal mondo ancor peggio degli angeli sulla terra ferma.
Zoe non avrebbe mai permesso alla sua migliore amica di unirsi a loro. Quando un'aeronave
pirata veniva avvistata vicino ad una citt, la milizia di difesa la attaccava senza indugi. Come
cadere dalla padella nella brace.
Si alz dalla sedia della cucina, andando a sdraiarsi sul divano, sonnolenta e desiderosa di
dormire per giorni e giorni, in modo da recuperare le energie esaurite.
Flame la raggiunse, mettendosi all'angolo opposto, con le gambe su quelle dell'altra.
Perch tuo padre conosce i pirati? il capo della Milizia, non dovrebbe rappresentare la
legge? chiese Zoe mezza addormentata.
Ad Ataris passano tutti, prima o poi. Diciamo che hanno qualche affare in comune... Sai, la
citt ricca, troppo ricca... e i soldi che girano sono davvero tanti per non farci qualche
pensierino... sbadigli Flame.
Mmmh... S hai ragione. sbadigli a sua volta Zoe, Anche mamma ci ha avuto a che fare,
quando ero bambina. Ma non ne ho mai incontrato uno. E tu? chiese gi con gli occhi chiusi,
pronta a crollare da un momento all'altro.
Io s. Il figlio di un capitano, uno che assaltava gli zeppelin da turismo. Si chiama Vlsh...
Ricordi? Te ne ho gi parlato un sacco di volte... rispose l'amica mezza addormentata.
Uuuh le fece il verso l'altra, sempre pi appisolata. Cos', hai trovato... il nuovo
fidanzatino?
Macch... bofonchi Flame allo stremo, Vlsh potrebbe essere il tuo... di fidanzato...
Crollarono all'unisono, stese sul divano con le gambe intrecciate. Una con la testa appoggiata
al cuscino, con un braccio che penzolava sul pavimento, l'altra con la mano a sorreggerle la
testa, ciondolante ad ogni respiro.
Immersa nel mondo dei sogni, Zoe rivisse un particolare momento della sua adolescenza.
Frequentava l'istituto superiore di scienze-spirituali, ad Ataris, con Flame.
Come ogni anno, giunti al termine degli esami teorici, agli alunni veniva presentata un ultima
prova pratica da superare. Il tutto si svolgeva nella palestra della scuola, dove venivano sistemati
degli appositi impianti di condensazione magica. Degli amplificatori Hamman dalle dimensioni
considerevoli, in grado di determinare quanto potere magico vi fosse in ogni studente.
Al centro della stanza era posizionata una fila di poltrone, sulla quale gli studenti dovevano
sedersi, mentre sopra le loro teste ogni postazione aveva una grossa sfera cava di vetrunvite,
collegata a dei magneti che scendevano fino ai ragazzi.
Questi magneti non erano che bracciali al quarzo sciolto in anelli di vetrunvite che servivano a
incanalare l'energia inconscia dalla "potenza di..." alla sfera, riempiendo quest'ultima di potere
magico. Prendendo spunto da quella prova, quattro anni dopo, Flame cre i propri
amplificatori...
Ognuno di questi contenitori doveva essere riempito quindi dagli studenti, sfruttando il loro
potenziale.
Nella classe di Zoe e Flame, gli alunni erano una trentina, mentre le postazioni solo la met,
per cui la prova si sarebbe svolta in due giornate, in modo da dare a tutti il tempo necessario a
riempire le sfere con calma.
Le due amiche erano inserite in gruppi differenti: Zoe il primo giorno, Flame il secondo.
Chiamandosi Archontia, Zoe fu proprio la prima della sua classe a sperimentare i famosi
catalizzatori di magia, riempiendo in poco pi di un'ora la sua sfera di un intenso fuoco giallo-
rosso, ancora lontano dal cremisi sprigionato negli anni a venire. Il suo potere magico per fu
molto pi intenso di quanto il macchinario riuscisse a sopportare e la vetrunvite, considerata
intaccabile, si crep.
Non vi furono perdite di magia, ma il macchinario avrebbe dovuto essere sostituito, cosa che
invece non avvenne.
Cos, il secondo giorno, quella stessa sfera pass nelle mani di Flame Robinson, con risultati
catastrofici...
Nella palestra allestita di tutto punto, la seconda met degli studenti venne fatta accomodare:
ogni alunno alla propria postazione.
Flame, reduce dal racconto di Zoe sulla giornata precedente, occup proprio la poltroncina
dell'amica, non sapendo che la sfera di vetrunvite, all'interno, era gravemente danneggiata.
A supporto dell'amica, Zoe era rimasta in disparte, curiosando tra i vari marchingegni di
controllo usati dai ricercatori di Ataris.
Una volta posizionati i bracciali e creato uno stato indotto di trance, le sfere iniziarono ad
illuminarsi di mille colori: alcune bianche, altre rosse, altre ancora azzurre e verdi, in base alla
"potenza di..." di riferimento.
La grossa palla sopra Flame divenne di un giallo talmente brillante da offuscare le altre,
costringendo chiunque nella stanza a coprirsi gli occhi, compresi i basiti responsabili del test.
La palestra si illumin a giorno, come se il sole fosse precipitato all'interno delle quattro mura.
Le tremende scariche elettromagnetiche che la ragazza produsse accecarono perfino Zoe, la
quale si volt con gli occhi chiusi.
Nel momento in cui la sfera sembrava aver assorbito appieno la grande quantit di potere
inconscio di Flame, risplendendo di luce propria, le piccole ma profonde crepe all'interno di essa
si estesero, spinte dall'irrefrenabile violenza dell'elettricit.
Quando i solchi divamparono, incrinando la sfera, questa esplose in mille pezzi, scaricando
l'inaudita forza generata dalla ragazza su tutti i macchinari presenti, compresi i contenitori degli
altri alunni, letteralmente inghiottiti in un lampo.
Tutte le luci all'interno della palestra si incenerirono e cal l'oscurit; solo le piccole luci di
emergenza disseminate lungo il pavimento si accesero, ma risultarono quanto meno inutili,
dopo quell'inaudita scarica.
Confusa, Flame torn alla realt scossa da una preoccupatissima Zoe.
La ragazza la guard stralunata, non capendo a cosa alludesse l'amica finch non uscirono
dalla stanza. L'esplosione della sfera e l'eccessivo carico energetico da lei creato avevano fatto
saltare in aria tutte le colonne dei quartieri a nord di Ataris. Colonne che servivano, per
l'appunto, a distribuire elettricit alla citt.
Dopo ore ed ore di esami sull'apparecchio utilizzato sia da Zoe che da Flame, emerse come la
prima avesse danneggiato il macchinario, mentre la seconda aveva dato il colpo di grazia,
sovraccaricandolo.
Fu in quel momento che le due amiche capirono che per imparare ad accrescere e controllare
ulteriormente il proprio potenziale avrebbero dovuto cercare una scuola alla loro altezza,
optando infine la Fringe-Magic University di Peach-City, citt a nord-est del continente Centrale,
preferendola ad Olia, importante sede di un altrettanto rinomata universit di scienze magiche.
Probabilmente, vista la distruzione della citt del continente Sud avvenuta pochi anni dopo, la
loro si era rivelata una scelta molto saggia, anche se totalmente casuale.
Che l'universit di P-C fosse la migliore del Centrale era indubbio, ma la fama della scuola di
Olia era ben maggiore.
Sfortunatamente, qualche anno dopo la citt non pot niente contro l'invasione, venendo rasa
al suolo dalla Milizia.
Entrando nelle viscere dell'isola di New-Lejia, la maestosa isola di acciaio che solcava i cieli
come un continente, ci si imbatteva in un intricato mondo sotterraneo. Ovunque ci si voltasse,
tortuosi tunnel rendevano la struttura un vero e proprio labirinto.
Nonostante fosse la sua dimora da pi di tre anni, Klara Swon si perdeva molto spesso in quei
vicoli stretti e freddi, per cui evitava accuratamente di entrarci, se non per cause di forza
maggiore.
Nel tempo, affermandosi come guida della flotta d'attacco aerea della Milizia, era riuscita ad
ottenere che la sua cabina, lo spoglio sgabuzzino ai piedi della torretta B, venisse direttamente
collegato a quel che considerava il cuore dell'isola, l'immenso hangar da dove partivano tutte le
aeronavi e nel quale anche il suo zeppelin risiedeva nei momenti di "tranquillit".
Il Pontefice, tuttavia, le spieg lungo il tragitto come non fosse l'hangar il vero cuore dell'isola
d'acciaio.
Sta per vedere qualcosa di assolutamente unico, Maggiore. disse con un sorrisetto
impettito.
La precedeva di qualche metro, affiancato dagli alti ufficiali al gran completo, ansiosi quanto il
loro generale di arrivare il prima possibile a destinazione.
L'uomo alla sua sinistra, Pester Holland, ansimava ogni metro sempre di pi. Gli svariati menti
che ricadevano mollemente ad ogni passo erano quasi ipnotici, not Klara. Lei stessa si stup di
come il grasso ufficiale camminasse velocemente nonostante la mole.
Alla sua destra, invece, Elisa Eders, un'anziana donna dai tratti decisi e dallo sguardo severo
sgambettava su dei tacchi troppo alti per la sua et, in un frenetico ticchettio per non perdere il
passo con il resto della compagnia.
Dietro e davanti al gruppetto di ufficiali, due coppie di soldati, armati dalla testa ai piedi con
tanto di giaccone invernale camminavano con passo marziale ed espressione assente, quasi
fossero automi. Klara riconobbe i sottoposti del Maggiore Overjk, gli unici in tutta New-Lejia a
portare una fascia rossa al braccio sinistro, un vezzo dell'odiato collega.
Dopo un quarto d'ora a passo spedito lungo il ponte sotterraneo principale, arrivarono ad un
ascensore, a prima vista uguale a tutti gli altri dell'isola. Sui lati dell'ingresso, tuttavia, c'erano
delle strane linee, una sorta di mosaico intagliato nel metallo di un fluorescente bianco, mai
notato in precedenza dalla Swon. "Non che passi tanto tempo qua sotto...", riflett.
Entrarono tutti all'interno dell'ascensore, iniziando la discesa verso quello che Klara pens
essere l'hangar aeronavale.
La discesa, tuttavia, dur meno del previsto.
Preceduta dagli alti ufficiali, la donna fu avvicinata dal Pontefice, che la prese da parte.
Sta per vedere qualcosa di unico, Maggiore! le bisbigli agitato.
Di cosa si tratta, Signore? chiese lei incuriosita.
Del nostro futuro... si allontan lui borbottando, Del nostro futuro.
Il Pontefice torn a guidare il gruppetto, il quale devi pi volte per una serie di corridoi
infiniti.
Klara si sarebbe persa sicuramente, senza una guida in quel labirinto metallico.
L'ultimo corridoio che affrontarono si tramut in un ampio passaggio, con il Pontefice che
rallentava il passo per riunire tutti. Ovunque si guardasse, la Swon vedeva soldati e tecnici mai
visti; i primi probabilmente erano della guardia personale del Massimo Generale e, di norma,
non lasciavano mai la sua aeronave privata, mentre gli altri avevano tute e attrezzature
differenti dai normali manutentori dell'isola volante.
Erano giunti finalmente al temine del tunnel e di fronte a loro si parava una parete metallica,
sbucata quasi per caso nella miriade di cunicoli che avevano percorso fin l.
Il Pontefice si avvicin ad essa, poggiando una mano su una piastra inclinata che si illumin al
contatto. Il muro d'acciaio si rivel una porta che lentamente inizi ad aprirsi, mentre
dall'interno un'intensa luce rosa abbagliava gli ufficiali basiti. Klara si copr gli occhi, stupefatta.
Signori, ci siamo... Il momento quasi giunto. Voglio presentarvi il frutto di tre secoli di
fatiche da parte della nostra amata Milizia, ci che permetter a Daysel Ialin di riportare in vita
la nostra preziosa guida, Azrael!
Tutti i presenti rimasero senza fiato. Klara entr nella stanza precedendo il plotone di alti
ufficiali, completamente atterriti da quello che avevano dinanzi ai loro occhi.
Dal pavimento e dal soffitto, decine e decine di colonne di quarzo rosa si intrecciavano come
una selva.
A pochi metri di altezza, dei grossi bracci metallici sostenevano una grande pedana, sospesa al
centro di quel groviglio, mentre una miriade di cavi avvolgeva le fondamenta della struttura
partendo dalle pareti esterne.
Per raggiungere la pedana al centro del macchinario vi era una scala di vetrunvite che
rifletteva l'intensa luce emanata dal quarzo, amplificandone la lucentezza agli occhi dei
presenti.
Agli angoli della stanza pentagonale, c'erano cinque condensatori di magia e Klara li riconobbe
immediatamente. Erano unenorme riproduzione dei piccoli condensatori che le universit di
scienze-magiche davano ai loro studenti per realizzare i propri esperimenti usando il potenziale
inconscio, ma molto, molto pi grandi.
"Quanta energia spirituale servir per riportare qui Azrael?" si chiese a bocca aperta,
girovagando per la sala.
Tocc una delle lingue di quarzo che uscivano dal pavimento e not come fosse bollente;
evidentemente il macchinario era gi in funzione e stava producendo energia.
Cosa ne pensa? chiese il Pontefice, sbucato alle sue spalle.
Oh! Io... E' straordinario, Signore. rispose lei intimorita.
Vede i nostri condensatori? le disse indicando un angolo della stanza, Per incanalare
l'energia di un arcangelo avremo bisogno di tutti e cinque quegli affari a pieno regime,
Maggiore...
Tutti e cinque? chiese stupita lei.
Un condensatore di quella portata era in grado di assorbire il potere inconscio di almeno un
migliaio di "potenze di..." senza il minimo sforzo. "Gli arcangeli sono tanto superiori a noi umani,
allora..."
S, e deve ancora vedere la parte migliore, Maggiore. Mi segua.
Klara cammin seguendo il Pontefice, girando attorno alla base della struttura fino ad arrivare
alla scalinata di vetrunvite che portava al centro del macchinario.
Salendo le scale, si chiese cosa stesse facendo l, in quel momento.
Cresciuta ad Ataris, la citt che un tempo era parte di Lejia, era sempre stata un soldato
modello, un pilota eccezionale ed un ufficiale esemplare. Quando aveva lasciato l'esercito della
sua citt per arruolarsi nella Milizia, era cos orgogliosa di se stessa che non ebbe mai un
tentennamento, mai un ripensamento in quei tre, lunghi anni.
Ora per, dopo aver guidato un intero battaglione di soldati pronti a morire per una causa
quanto meno vana come la protezione di una singola citt, si era improvvisamente resa conto
che il suo sogno, lo scopo della Milizia, si stava per realizzare. Il nuovo mondo era sempre pi
vicino...
Con Azrael di nuovo in vita, nessuno avrebbe fermato l'ascesa di New-Lejia; neppure
l'arcangelo Day avrebbe potuto nulla contro il fratello. La Terra avrebbe finalmente vissuto in
pace, sotto la guida del Pontefice e del piccolo arcangelo. Il mondo stava per diventare loro.
Ebbe un fremito, lasciandosi cadere su uno scalino.
Il Pontefice la raggiunse, mettendole una mano sulla spalla. Maggiore, si faccia forza. Manca
davvero poco al nostro sogno.
Le afferr delicatamente la mano, aiutandola a rialzarsi. Lei si appoggi a lui, salendo
lentamente le scale fino alla sommit.
Arrivati alla grande pedana, Klara si guard attorno, quasi smarrita.
Da l aveva una visuale totale della stanza, ma aggrott le sopracciglia nel vedere come il fulcro
dell'intero macchinario fosse quasi del tutto spoglio. Dal pavimento sbucavano solamente
alcune colonne, al centro.
Si avvicini. la invit il Pontefice con la mano, Guardi attentamente in mezzo alle
colonne...
Klara si avvicin lentamente al centro della macchina, fissando le colonne di quarzo rosa di
fronte a lei.
Pos la mano sulla superficie di una di esse, scottandosi il palmo. Queste erano molto pi
calde delle colonne sottostanti, alla base.
Dopo qualche secondo, sempre intenta a fissare fra le colonne, not finalmente ci che il
Pontefice intendeva. C'era una forma circolare, di un violaceo scuro, quasi fosse... un bracciale!
Un bracciale ad anello, dal taglio semplicissimo, era incastonato nella pietra rosa, come se
fosse stato inghiottito dal cristallo stesso.
Sulla sua superficie erano visibili alcuni intagli, pi chiari rispetto al resto della forma. Fu a quel
punto che Klara, studiando i misteriosi intarsi del bracciale, vide una cosa stranissima.
Piccole nuvolette scure simili a fumo uscivano dal bracciale, espandendosi lungo la colonna
nella quale era incastonato; sembrava che l'oggetto stesso producesse una sorta di aura, ben
visibile ad occhio nudo.
Potere magico assorbito... le disse il Pontefice fissando a sua volta l'oggetto.
Come scusi?
Quel bracciale sta rilasciando potere magico, assorbito da Daysel. Gli arcangeli usavano
questi dispositivi, i quali non erano solamente le loro armi, ma anche dei condensatori e degli
amplificatori del loro potere magico. disse fissando quella sorta di fumo all'interno del quarzo.
Quindi il minerale sta assorbendo potere magico? chiese lei incredula.
Esattamente. Vede, il quarzo era la principale pietra usata dagli angeli. Non solo le armi,
perfino le abitazioni avevano fondamenta in quarzo. E come lei sapr, ci sono moltissime
tipologie di questa straordinaria pietra. Ogni tipologia di quarzo era legato in maniera
indissolubile ad una dinastia della scomparsa isola di Lejia e assumeva un valore aggiunto, una
sorta di forza naturale, dai possessori di tale colore. Il quarzo rosa era della famiglia Ialin,
Maggiore.
Il bracciale stesso di quarzo rosa. Il fatto che sia cos scuro dovuto allenorme carica
magica che possiede. Non sappiamo se sia stata Daysel in persona a sovraccaricarlo in quel
modo, ma il potere che riesce a generare quel singolo, insignificante bracciale in grado di
destabilizzare la materia stessa che lo circonda. Si immagini cosa succederebbe, se la ragazza
venisse in contatto con questo straordinario manufatto.
Potr riportare in vita Azrael...
Il nuovo mondo sta per sorgere, Maggiore...
Nella confusione che ne scatur, opt per una sfilza di canotte di cotone, quasi tutte nere,
diverse paia di "shorts", due paia di scarpe da ginnastica a "collo alto" e tre dei suoi amatissimi
parei dai colori sgargianti. Uno di questi l'aveva accompagnata anche durante la sua prima visita
a Redwood, portandone ancora i segni, dalle bruciature ai rattoppi; cosa che lo rendeva ancora
pi speciale agli occhi della ragazza.
Nel poco spazio rimasto riusc ad intrufolare anche una specie di beauty da viaggio, il quale
non conteneva trucchi e creme come quello di una normale ragazza di ventidue anni, ma la
fionda in vetrunvite e alcune pirosfere grandi come caramelle...
Questa caratteristica di Zoe, l'essere un maschiaccio, faceva molto ridere Flame, altrettanto
androgina nel vestirsi quanto l'amica, ma attentissima ai piccoli particolari, come orecchini,
collane e il suo adorato cerchietto di cuoio con la sveglia; oltre alla miriade di trucchi, rossetti in
testa, che riempivano le sue valigie.
Spesso Zoe si trovava bersaglio delle frecciatine dell'amica che la definiva: "un uomo con un
bel culo".
Dopo un'intera giornata di imballaggi pi o meno riusciti, con alcuni vestiti rimasti ad
impolverarsi sul pavimento e sportelli aperti per tutta la casa, erano pronte ad attraversare la
citt a bordo di un "lettino", una rampa a levitazione procurata chiss come da Flame.
In citt erano ammessi quali mezzi di trasporto solamente gli scooter magnetici e solo nei
giorni feriali, ma il motorino di Zoe era gi stato preso da Day.
La quale, sbuffando ed imprecando, si era allontanata il giorno prima verso Redwood,
maledicendo il catorcio con il quale avrebbe dovuto viaggiare per centinaia di miglia in una terra
selvaggia e insidiosa.
"Spero che tu stia bene sorellona", continuava ad augurarsi Zoe.
Ehi, ma ti serve davvero tutta questa roba? chiese stupefatta Flame, indicando le valigie
strabordanti dal lettino.
I vestiti occupano meno della met dello spazio... le rispose scrollando le spalle, Ma ho
voluto prendere anche alcune cose di Day... non voglio pensare che la Milizia possa anche solo
frugare fra le sue cose.
Flame si port davanti alla rampa, fluttuante a pochi centimetri da terra. Sul pannello di
comando era possibile selezionare la destinazione da raggiungere, in modo che il gi citato
lettino, una volta caricato, potesse muoversi senza alcuna spinta.
Ok. Distretto 2), Lmon, casa milletrecentoquattro... tutto a posto, vogliamo accomodarci?
Salirono sulla portantina magnetica che inizi lentamente a muoversi. Avrebbero attraversato
la citt in panciolle, comodamente sdraiate nell'attesa di giungere a destinazione. Il
marchingegno era perfettamente in grado di autogestirsi, evitando ostacoli o pedoni. In questo
modo le due ragazze poterono organizzarsi per il giorno successivo, Mangrove...
La citt di Mangrove sorgeva nella depressione creata dall'acqua in quella che un tempo era
stato un ghiacciaio, a una decina di miglia dal cancello nord di Redwood.
Il ghiaccio, nel corso dei millenni, si era sciolto scorrendo a valle e lasciando un'enorme conca
sulla cima dell'altura. Questa voragine era stata riempita dall'acqua da generazioni e generazioni
di intense piogge che interessavano quella parte della foresta selvaggia, formando un laghetto a
trecento metri sopra il livello del mare, sulla quale per altro la montagna si affacciava.
L'intera citt si ergeva su una serie di lunghissime palafitte in vetrunvite che sbucavano
dall'acqua come grosse canne di bamb e numerosi ponti sospesi che la collegavano alla
montagna circostante.
Grazie alla straordinaria conformazione rocciosa, Mangrove era avvolta da una molteplicit di
colori diversi, dal verde scuro al giallo canarino, in un turbine cromatico molto affascinante. Sul
fondale inoltre, era presente una particolare alga, chiamata "tovellia sanguinea", che nei mesi
pi caldi dell'anno colorava l'acqua di un rosso acceso, come il sangue appunto.
Le leggende su quel curioso fenomeno si sprecavano: principalmente, volevano l'antico popolo
di Lejia come responsabile della colorazione dell'acqua. Si narrava infatti che fosse stata la dea
madre in persona, la Natura, a tingere di rosso l'acqua, in modo da commemorare i valorosi
umani caduti durante la Grande Guerra, quando la citt venne attaccata e semidistrutta dagli
angeli.
Un'altra leggenda piuttosto conosciuta, vedeva i Primi Popoli come protagonisti di orrendi
massacri perpetrati in tutto il mondo, quando i continenti erano divisi da guerre terribili e
pestilenze infernali.
Anche in questa storia, come nella maggior parte dei racconti popolari, gli angeli erano stati i
responsabili delle continue lotte fratricida sulla Terra. Secondo la leggenda infatti, furono loro a
gettare il seme della discordia nei Primi Popoli, portando regni uniti da millenni a dissolversi nel
giro di pochi anni, solo per compiacere la propria sete di potere e scalzare gli umani dal trono
del mondo...
Dei cinque centri abitati agli angoli di Redwood, Mangrove era sicuramente la pi
spettacolare, grazie ai suoi canali navigabili. La maggior parte degli abitanti infatti, privilegiava gli
spostamenti sull'acqua, perch gli stretti vicoli della citt erano rimasti pressoch invariati nel
corso dei secoli. Cosa che i turisti adoravano...
Grazie a gondole e battelli i visitatori potevano raggiungere velocemente le attrazioni
principali della citt: il vecchio Ministero, rivestito con le tre tonalit dell'oro, la piazza
principale, piena di statue di eroi millenari, i diversi parchi di divertimenti presso le pareti laterali
della conca e i bellissimi canali naturali all'interno del "Lit de Fleurs", dove a farla da padrone
erano le mangrovie, piante che davano il nome alla citt.
Se Ataris si fregiava del titolo di citt delle meraviglie, Mangrove era l'unica in grado di
tenerle testa in quanto a magnificenza.
La professoressa Dawson aveva organizzato il viaggio per la sua classe sotto le insistenze di
Zoe e compagni, rimasti sbalorditi dall'incredibile potere dell'insegnante. Potere che, bene
precisare, era stato amplificato da speciali orecchini al quarzo che le permettevano di
condensare e sfruttare il potenziale inconscio proprio del suo elemento: l'aria.
Continuamente sollecitata, la Dawson si era convinta ad insegnare ai ragazzi alcune basi del
potere magico; come, per esempio, creare piccoli fenomeni di energia elementale contando
esclusivamente sulle proprie forze, evitando appigli tecnologici per favorire un approccio pi
naturale con la propria anima.
Dopo aver strappato i permessi necessari alla Fringe-Magic University e al Ministero di PeachCity, per la verit restio a concederle il via libera a causa dei frequenti malumori dei cittadini
causati da alcune "potenze di..." , miss Dawson convenne che il luogo pi appropriato per
allenare i suoi alunni fosse la riserva di Greenwood, l'unico posto dell'intera foresta selvaggia
del continente Centrale priva di creature allo stato brado. Un luogo isolato insomma, ma non
troppo lontano dalla civilt.
L'area di Greenwood, un polmone verde con un raggio di trenta miglia, partiva dal cancello
nord e si inoltrava nella giungla profonda, senza traccia di animali selvatici e aboti scientifici,
come li definiva la professoressa. Il Ministero di Mangrove infatti aveva deciso, qualche anno
prima, di creare una sorta di parco per famiglie, un luogo immerso nella natura senza il rischio di
Un po'... Voglio dire, Redwood non certo un posto tranquillo nel quale passeggiare. disse
sconsolata.
Flame cerc di rincuorarla, Se c' qualcuno che pu attraversarla incolume proprio Day.
Non preoccuparti, sono sicura che entro tre, quattro giorni al massimo sar a Laoh.
Zoe abbass lo sguardo, cercando di mettere ordine ai suoi pensieri, un fiume in piena da far
girar la testa a chiunque.
Non solo quello. Cio... tutta la storia della Milizia, Azrael... ansim tristemente.
L'importante che Day raggiunga Ialina. Una volta l, l'esercito di Ataris potr proteggerla.
Non permetteranno certo ad estranei di radere al suolo un loro protettorato! Se ci fossero
problemi comunque, mio padre mi avvertirebbe immediatamente. Cerca di pensare positivo...
e mal che vada, possiamo sempre rivolgerci ai Pirati del cielo.
Non dirlo neanche per scherzo! Non permetter mai che Day finisca sulla nave di qualche
sporco bandito da quattro soldi. scroll il capo Zoe.
Flame inspir profondamente, scuotendo a sua volta la testa. Non sono tutti uguali, Zoe.
Invece s! rispose impettita l'amica.
Vi fu una pausa di silenzio, nel quale tutte e due evitarono di incrociare gli sguardi per evitare
ulteriori discussioni.
Stufa di quell'irritante conclusione, Flame disse fra s, ma in modo che anche Zoe potesse
sentirla. Vlsh non lo ...
Cos dicendo gett un occhio all'altra, cercando di vedere se era riuscita nel suo intento.
Vlsh? chiese difatti Zoe.
S. Te ne ho parlato ieri, non ricordi? Suo padre amico, se cos si pu dire, di mio padre.
L'ho conosciuto quando io e mia madre siamo andate nel continente Est, faceva da scorta
all'aeronave su cui viaggiavamo... E' un tipo in gamba. rispose Flame.
Non sapevo che i Pirati fossero cos cavallereschi... immagino che per soldi farebbero anche
l'inchino indossando un costumino da ballerina... disse sibillina Zoe.
Perch non mi hai mai parlato di questo Vlsh?
Flame scosse la testa, S che te ne ho parlato. Ma tu non ascolti mai nessuno. A volte sei
odiosa cazzo!
Scusa... si discolp Zoe, Lo sai che ascoltare una voce diversa dalla mia mi rende
sonnolenta. Mi succede la stessa cosa con i racconti di Day...
L'amica si appoggi con la testa al bordo del lettino fluttuante, guardando esasperata il cielo
per non insultare l'altra. Come facciamo a sopportarti dopo tutti questi anni un mistero...
le disse languidamente, mentre la rampa a levitazione magnetica era ormai giunta davanti alla
sua abitazione: milletrecentoquattro, Lmon, distretto 2).
La casa di Flame era molto diversa dall'abitazione di Zoe. La zona nuova della citt era un
continuo rinnovarsi, con edifici e case che venivano costruite e ricostruite, sempre alla ricerca
dell'ultima novit tecnologica.
L'espressione pi alta di questa corsa verso il futuro era sicuramente la Fringe-Magic
University, costruita all'interno di una collina, in perfetta sintonia con la natura.
Guardando la citt dall'alto, si poteva vedere la netta distinzione fra una parte e l'altra. Da
Redwood fino al Ministero regnava infatti lo stile classico, con case per lo pi in mattoni e
legname, mentre dal centro cittadino al porto a farla da padroni erano vetrunvite e ferro.
La casa di Flame era un esempio di quest'ultimo stile.
Il quartiere residenziale dove viveva era lastricato con ciottoli di marmo bianco, scintillante
sotto la luce del sole. Ogni casa aveva un giardino proprio, con muretti che la separavano dalle
altre.
Percorrendo la via dove si trovava la casa, in leggera pendenza verso il porto, era possibile
vedere l'oceano all'orizzonte.
L'abitazione della ragazza sembrava pi la vetrina di un negozio con un tendone come tettoia.
Divisa su due piani, la facciata frontale era composta da ununica parete di vetrunvite
trasparente leggermente azzurrognola, solcata qua e l da tiranti e cavi di metallo che
reggevano il tetto. Una specie di fungo, con la parte superiore che si estendeva oltre le quattro
mura della casa fin quasi a toccar terra.
Ogni volta che Zoe guardava la casa di Flame ripeteva sempre la stessa cosa. Fa schifo!
E piantala di rompere! Se vuoi puoi startene a casa tua ad aspettare che vengano a
prenderti! le rispose acida l'amica.
Scaricarono il lettino, mettendo tutti gli scatoloni e le valigie all'ingresso, sotto la tettoia a
fungo.
Toccando la parete trasparente, Flame apr la porta. Una lama di vetrunvite vibr
leggermente, scorrendo di lato. Dall'interno usciva un delizioso profumo di giglio, fiori che la
ragazza adorava e che aveva accuratamente sparso in ogni angolo della casa.
L'interno era quasi spiazzante: ovunque ci si voltasse l'unico colore che si incontrava era il
bianco. Bianchi i mobili, bianche le pareti, il tappeto del soggiorno, anche divani e lampadari.
Persino i soprammobili erano tutti bianchi, senza eccezione. Nemmeno un granello di polvere
azzardava a stravolgere quel perfetto monocromatismo.
Contrariamente all'abitazione dell'amica, dove regnava la confusione, Flame era molto
ordinata, quasi metodica e detestava l'universo assolutamente casuale nel quale Zoe e Day
vivevano. Questa fu una delle principali motivazioni che le avevano spinte a cercar casa per
conto proprio tre anni prima.
Se non ci fossi abituata, penserei che tu sia sciroccata. Questo posto sembra la casa di un
serial-killer... disse Zoe.
Lasci cadere le valigie che aveva in mano e, una volta gettato a terra il borsone a tracolla che
avrebbe usato durante la gita, si lanci su un divanetto, ovviamente bianco, senza nemmeno
togliersi le scarpe.
Gi i piedi da quel cazzo di divano, selvaggia che non sei altro! le grid Flame.
Quante storie, non sono mica coperti di fango... rispose placidamente l'altra. Guardando
per l'ira negli occhi dell'amica, abbass le gambe, sedendosi.
Dunque, che si fa stasera? chiese per cambiare discorso il pi rapidamente possibile.
S... Dunque, stasera pensavo di andare fuori a cena, che ne dici? Hanno aperto un nuovo
ristorante nel distretto 4). "Bumpin' " credo che si chiami... propose Flame.
Ci sto! batt le mani Zoe, Ho proprio voglia di ingozzarmi di cibo fino a scoppiare. Dopo
andiamo a casa di Sean e gli vomito sul citofono! scoppi a ridere.
L'altra la guard di traverso, Tu hai bisogno di scopare, cara mia
Zoe tent di ricambiare lo sguardo, inutilmente. Forse hai ragione... Scoppiarono a ridere,
arrivando quasi alle lacrime.
Pi tardi, finirono di portare gli scatoloni dentro casa, mettendoli nell'ordine che Flame
impose, evitando di trasformarli in un ammasso confuso nell'angolo. Ormai sudate e sporche, si
stava avvicinando il tramonto.
Improvvisamente, Zoe gett l'ultimo scatolone rimasto all'esterno, scappando al piano
superiore per occupare il bagno, mentre Flame era ancora intenta a sistemare alcune valigie.
L'amica tent di inseguirla, incespicando e rotolando per le scale, ma fu inutile, perch l'altra si
era gi chiusa in bagno. Lei non demorse e inizi a battere sulla porta, strillando, mentre l'altra
l'apr di scatto, rovesciandole addosso una secchiata d'acqua gelida e rintanandosi subito dopo.
"Ti ammazzo!", strillava Flame.
Tutto questo con una serie di risate, battute assurde e scherzetti, come se fossero ancora le
ragazzine che dividevano il dormitorio ad Ataris. Una cosa che a tutte e due mancava
moltissimo.
Quando, dopo dieci minuti, Zoe usc dal bagno profumata come una rosa, Flame la accolse con
una sacco pieno di farina, inzaccherandola dalla testa ai piedi.
Questa per le secchiate! le disse soddisfatta.
Vi fu un altro momento di assoluto delirio, con Zoe che inseguiva l'alta, lanciando manciate di
farina per tutta la casa scrostandole dai capelli, mentre l'altra le gridava di non sporcare
dappertutto.
Alla fine fu Zoe ad avere la meglio, con Flame che era scivolata per terra e lei che le si era
sdraiata sopra, sporcandola con tutta la farina che aveva addosso.
Ok, hai vinto mi arrendo! gridava Flame.
Lo dico io quando ho vinto! le si strusci in faccia Zoe.
Alla fine, esauste, si sdraiarono a terra coi crampi alla pancia dalle risate.
Flame respir profondamente, additando Zoe, stesa al suo fianco. Se non pulisci ti do la
scossa coi miei bracciali... minacci ansimante.
E Io ti metto una pirosfera nel water! le rispose l'amica altrettanto affannata.
Erano talmente stanche da non aver neppure la forza di rialzarsi; cos, decisero di rimanere l,
sul pavimento, in una pozzanghera di fanghiglia bianca...
Nonostante fosse una piccola citt, ben lontana dalle dimensioni di una capitale, Peach-City
mostrava il suo vero fascino la sera, trasformandosi completamente col calare del sole.
Nella tarda primavera, quando l'aria era gi abbastanza calda da permettere di dormire
tranquillamente all'aperto, i quartieri nuovi della citt offrivano il meglio di s, in un'escalation
di suoni e colori che illuminavano la notte.
Il distretto dove Flame abitava, Lmon, era ricchissimo di bancarelle piene di dolciumi, giochi
d'acqua e vestiti artigianali. Moltissima gente affollava le vie, in un continuo andirivieni di
persone che strillavano, mangiavano e facevano acquisti.
Quando finalmente le ragazze uscirono per andare a cena, si ritrovarono in mezzo alla calca,
dove fino a tre ore prima aveva regnato il silenzio e la tranquillit.
Che casino! C' troppa gente. disse petulante Zoe.
A me invece piace. le rispose l'amica, Sembra di essere ad Ataris, con molta meno gente
e molti meno colori. Una specie di Ataris di provincia! sorrise.
Bah, non ti capisco... mugugn l'altra mentre veniva spinta di lato dalla folla.
Girarono l'angolo svoltando a destra, verso il distretto 3), Apple. Qui vi era meno affollamento,
dovuto al fatto che nell'intero quartiere non abitava alcun residente.
In quelle vie era concentrata la maggior parte degli uffici e delle fabbriche della citt, dalle
banche alla sede del notiziario locale, dall'acciaieria ai capannoni dove incidevano la vetrunvite.
Apple era forse il distretto meno bello di Peach-City, perch non c'era un singolo filo d'erba
per centinaia di metri. Era in quel quartiere che l'uomo aveva annichilito la bellezza della natura,
costruendo con cemento, vetrunvite e metallo.
Un quartiere grigio, insomma, fatto di mattoni e freddi lampioni, alieno al resto della citt,
nonostante i colori dei quartieri adiacenti si riflettessero sui vetri degli edifici.
Zoe non amava particolarmente quel luogo, anzi lo evitava il pi spesso possibile.
Partendo da casa sua per andare alla casa di Flame poteva percorrere due strade: attraversare
il distretto 3) o il distretto 5), Kiwi. Che lei ricordasse, aveva sempre percorso il secondo,
caratterizzato da un grande parco in cui serpeggiava il fiume Doce, con alberi di ogni tipo
Nord, grossi e muscolosi come Shimishu. Indossavano delle magliette bianche di almeno due
taglie troppo piccole che evidenziavano dei bicipiti e dei pettorali disumani. Zoe desider
trovarsi altrove in quel momento.
Come facciamo ad entrare Flame? chiese preoccupata guardando i due buttafuori.
Lascia fare a me... le disse l'amica togliendosi la felpa che aveva indosso.
Zoe cap le intenzioni dell'amica all'istante.
Flame aveva deciso di indossare una minigonna vertiginosa e delle scarpe col tacco, che
solitamente detestava. La parte superiore invece era celata da una felpa invernale
assurdamente grande. Quando se la tolse, la ragazza non indossava quasi nulla, se non un
microscopio e aderentissimo top azzurro che le ingigantiva il seno come fosse su un falso piano.
Sembrava appena uscita da una rivista di moda; o da un giornaletto per adulti, le fece notare
in seguito Zoe.
Dopo aver sussurrato qualcosa ad un buttafuori, Flame si gir per invitare l'amica ad entrare.
Tra le proteste generali dei presenti, in attesa da parecchio a quanto pare, le due
sgattaiolarono oltre il cordone di velluto per entrare "trionfalmente" dalla porta principale.
Zoe guard Flame, impegnata a tirarsi su il top che le scivolava sotto le ascelle.
Sai che sei incredibile, vero?
L'altra le sorrise, maliziosa. Lo so...
Salirono alcuni gradini nella totale oscurit, con un sordo ritmo che insospett la pirocinetica,
fino ad arrivare ad una pesante tenda. La scostarono e rimasero quasi accecate dal bagliore
folgorante all'interno del locale.
Davanti avevano una porta di vetrunvite trasparente a scorrimento, come quella a casa di
Flame. Quando quest'ultima la premette i timori di Zoe si manifestarono.
Avevi detto che saremmo andate al ristorante! Perch mi hai portato in una discoteca?
grugn irritata all'amica, gi intenta a muoversi seguendo il ritmo della musica sparata a tutto
volume.
Cosa? chiese Flame, facendo il segno con le mani di non capire cosa dicesse l'altra.
Perch mi hai portato in discoteca? ridomand, ancora pi irritata.
L'altra le fece cenno nuovamente di non aver capito, mandandola in bestia.
Cosa? chiese Flame.
Zoe, indiavolata, sbrait a squarciagola.
Perch cazzo mi hai portato in una schifosissima discoteca come questa?
Questa volta non solo Flame, ma tutti nel locale la sentirono distintamente perch la canzone
era terminata di colpo giusto un attimo prima, lasciando libero spazio alle parole della ragazza.
Zoe si guard attorno imbarazzatissima, rossa come un pomodoro, mentre tutti la fissavano
sbigottiti.
Fu l'amica a toglierla dall'impaccio, trascinandola via di peso verso una scaletta che portava ad
un soppalco, lontano dalla calca.
Si sedettero a un tavolino coi divanetti, cercando di amalgamarsi alla tappezzeria per non
attirare l'attenzione. La vita notturna del locale intanto era gi ripresa, senza che nessuno
ricordasse nemmeno che faccia avesse la stramba ragazza di prima.
Sai che detesto questi posti... disse Zoe.
Oh andiamo... E' l'ultima sera prima di partire. rispose scocciata Flame.
Avevi detto che andavamo in un ristorante... le fece notare l'amica.
L'altra si guard attorno e scroll le spalle. Beh, fanno da mangiare anche qui sai?!
Ordinarono la cena ad una graziosa ragazza dell'Est, pallida come un fiocco di neve, dai modi
alquanto bruschi. "Evidentemente son tutti cos di natura", si disse Zoe.
Aspettarono circa mezz'ora e a servirle fu, con grande stupore delle due, Donnie Helmer, loro
. Non preoccuparti, sono certa che non volesse offenderci in alcun modo... concluse Zoe,
riattaccandosi alla cannuccia avidamente dopo quel discorso assolutamente impeccabile.
Flame si guard attorno, incerta sul da farsi. Le parole di Zoe erano corrette, Ataris era
sicuramente lontana anni luce dalle altre citt della Terra, ma ci non giustificava a suo avviso le
parole di Donnie.
Non esiste! si alz infuriata, sbattendo una mano sul tavolo. Vado a cantargliene
quattro!
Zoe la segu con lo sguardo, senza alzare un sopracciglio, continuando a bere il suo frapp.
Flame si diresse al bancone pi vicino, dove servivano strani cocktail luminescenti. Chiese ad
uno dei barman dove fosse il ragazzo e lui le rispose dopo una serie di piroette con lo shaker,
indicando la parte opposta del soppalco.
Ancora pi imbufalita, Flame ripass vicino a Zoe che la vide allontanarsi con la coda
dell'occhio, fregandosene della questione. A lei che le dessero della figlia di pap non importava
molto, aveva altre cose per la testa in quel momento.
L'amica torn un quarto d'ora dopo, con l'aria stizzita.
e dunque? chiese Zoe, giunta al terzo frapp di fila.
Non l'ho trovato, forse gi, ai banconi a bordo pista...
Poco male, chissenefrega Flame! disse l'amica, trattenendo un rutto. Mi sa che ne ho
bevuti troppi...
Sei un pozzo senza fondo tu! Uff, andiamo a casa. Tanto lo becco domani all'adunata...
concluse Flame strofinandosi le mani.
Le vie del distretto 4) erano meno affollate di prima. Zoe e Flame poterono tranquillamente
camminare lungo le stradine, senza dover incorrere in spintoni e pallonate vaganti. Cosa che
preoccupava soprattutto Zoe, impegnata a sorvegliare ci che la circondava.
Dopo essersi fermate ad una bancarella di caramelle, presero la strada di casa, passando
questa volta dal distretto 5), immerso nel verde.
In questo parco c' puzza di sesso... esclam Zoe quasi schifata.
E' un parco dove vengono molte coppiette. Non essere cos bacchettona! la punzecchi
Flame.
Anche tu e lo "scemo" venite qui? domand acida l'amica.
Flame sorrise, imbarazzata. Qualche volta. Se si riescono a vedere le stelle...
Sporcaccioni! sputacchi Zoe.
Se avessi un fidanzato anche tu, lo trascineresti in questo parco tutte le sere... E' un posto
romantico.
Nah... Se avessi un ragazzo farei altre cose, non passerei le mie serate a guardare le stelle!
Flame scoppi a ridere, guardando l'altra trangugiare liquirizia a ripetizione.
Chi sarebbe la sporcacciona poi?
Attraversarono la parte pi profonda del distretto 5), camminando sul sentiero a ciottoli di
fianco al fiume Doce. Alla loro destra, si potevano scorgere i palazzi del distretto 3), macchie
scure in un limpido cielo. Come soffitto, un letto di stelle, visibili nonostante una luna piena
scintillante.
Dopo alcuni minuti di silenzio, fu Zoe a muovere la conversazione. Parlami di questo Vlsh.
Sei curiosa? la provoc l'amica.
E' tutto il giorno che tenti di parlarmene... le fece notare Zoe, Che tipo ?
Vlsh... rimugin Flame, Vlsh sarebbe perfetto per te!
Questo l'hai gi detto. Qualcosa di pi?! si indispett l'altra.
Allora... Suo padre si chiama Ulysse Joshua. Come ti ho gi detto un pirata dei cieli, uno di
quelli che anni fa assaltava le aeronavi dei turisti che sbarcavano ad Ataris.
Zoe sbuff scocciata, Se il padre cos, immagino il figlio...
Uffa! ribatt Flame, Vlsh diverso. E' un pirata anche lui, ma diverso... Lui
principalmente si occupa di riparazioni. I Pirati non hanno dei mezzi di trasporto particolarmente
affidabili, sono tutti velivoli o aeronavi assemblate artigianalmente. Ecco... lui si occupa di
quello. Smantella ferri vecchi per creare velivoli nuovi di zecca. Ed molto bravo... guard
l'amica con un mezzo sorriso, Questa una cosa che avete in comune: vi piace creare,
costruire. Anche se le tue invenzioni fanno pena!
Non vero!
Eccome... Le calze termiche?
Zoe scacci quella battuta con la mano. Le calze termiche sarebbero state una grande
invenzione. Ma il continente Est era troppo freddo per testarle...
E' al freddo che si testano i vestiti che devono tenerti caldo! le fece notare Flame.
Va bene, va bene...
Zoe era un po' seccata per quell'appunto. Il ragazzo invece, la incuriosiva parecchio...
Questo Vlsh... Ovviamente un angelo, giusto? Il nome Joshua mi ricorda qualcosa, ma non
so cosa di preciso...
S, un angelo. conferm Flame, Ha una ciocca azzurra che spunta dietro l'orecchio
destro. E ovviamente anche gli occhi sono azzurri. Hanno il colore dell'oceano...
Uuuh... Che bocconcino! la derise Zoe.
In verit, la ragazza sembrava davvero affascinata, ma rimaneva diffidente.
Un pirata del cielo, le aveva insegnato sua madre, non era mai una buona compagnia. Allo
stesso tempo, il nome Joshua le faceva suonare nella testa un campanello lontano, ma non
riusciva a capire per quale motivo.
Dici che fatto per me, ma non mi hai ancora detto che aspetto abbia, tranne i capelli. Non
sar mica uno spilungone malnutrito come Flawerty, spero...
No no, proprio l'opposto. sorrise Flame, E' poco pi alto di me, robusto come un
toro.
Un ciccione?! chiese insipida Zoe.
E' robusto, ma non lo definirei grasso... cerc di farsi capire l'amica, Fisicamente il
doppio di Sean, per intenderci. So quanto odi gli stecchini!
E caratterialmente? chiese subito, sempre pi curiosa.
Flame not che gli occhi di Zoe si erano illuminati e insistette. E' un ragazzo particolare. Ha
una grande intelligenza, ma si dimentica le cose pi banali...
Una volta voleva chiamarmi a casa, ma non ricordava il prefisso di Peach-City. Ha chiamato
mezzo continente prima di ricordarsi il mio numero! scoppi a ridere, Mi ricorda qualcun
altro...
Non sono smemorata! piagnucol Zoe.
Lo sei, lo sei... Ehh, sareste proprio una bella coppia voi due...
Zoe divenne rossa in viso. Vlsh, forse, meritava una chance.
Flame aveva decisamente pi esperienza in questo campo di lei e l'amica sembrava davvero
convinta.
Pensare ad un angelo per, le fece tornare in mente il suo angelo, Day. Qualunque cosa
dovesse avverarsi, sarebbe successa solo dopo aver aiutato lei.
Arrivarono a casa di Flame, con il quartiere mezzo deserto e le bancarelle ormai vuote, per
l'infelicit di Zoe.
Una velata pioggerellina stava accompagnando Day da quasi mezza giornata, rendendola
ancor pi nervosa di quanto gi fosse.
Partita il giorno prima con grandi propositi, si era dovuta arrendere alla lentezza del suo mezzo
di trasporto, lo scooter malconcio costruito da Zoe in persona. Un un macinino traballante e col
lunotto fracassato, senza un quadrante che funzionasse. Per controllare la sua posizione in
quella selva sconfinata e la direzione da prendere, infatti, era costretta a fermarsi ogni ora,
utilizzando la mappa olografica che teneva nello zainetto sulle spalle.
Redwood era una regione pressoch inesplorata dagli umani, se non lungo le sue mura, per cui
le mappe erano molto approssimative, con intere aree grigie prive di segnalazioni; senza sapere
se nelle vicinanze vi fossero corsi d'acqua o precipizi. L'angelo cos era costretta a muoversi un
po' a tentoni, con l'unica certezza che stava proseguendo verso ovest. Se tutto fosse andato nel
verso giusto sin dall'inizio, Laoh sarebbe stata visibile in tre giorni, ma col ferro vecchio sul quale
era seduta era difficile fare previsioni...
"Avrei fatto prima a piedi...", si ripeteva Day.
Attraversare la foresta a piedi tuttavia era un impresa impossibile, se non altro per la
presenza delle creature mostruose che la popolavano, Gigatt in primis.
Lo scooter era molto silenzioso, sospinto da un motorino a levitazione magnetica, perfetto per
viaggiare senza essere uditi e dalla batteria illimitata.
Si pass un braccio sulla fronte, tentando di togliersi una ciocca dagli occhi, ma ottenne
l'effetto contrario, spingendola sull'occhio sinistro. Imprec di nuovo...
L'afa non accennava a diminuire nonostante la pioggia, ora pi intensa. Persino l'acqua era
calda in quella giungla, in un vero e proprio clima equatoriale che le si incollava ai vestiti.
Decise di fermarsi sotto la chioma di un grosso pino, cercando di asciugarsi e riposare. La sua
tabella di marcia prevedeva due notti insonni a bordo dello scooter, in modo da raggiungere la
sua destinazione il prima possibile.
Proprio il secondo giorno avrebbe dovuto passarlo sul motorino, proseguendo lungo le valli
pi afose della zona tropicale, ma sarebbe stato tutto inutile sotto la pioggia perch la visibilit
era nulla.
Si tolse la canottiera, completamente fradicia e la stese sulla sella. Fece lo stesso con i
pantaloni, un paio di braghe militari che le aveva regalato Zoe. Prese dallo zaino un'altra canotta
e si asciug il pi possibile, ma anche la biancheria era zuppa d'acqua.
Il rumore della pioggia che ticchettava sulle chiome degli alberi era dolcissimo, una sorta di
canto naturale che in pochi minuti plac la sua frustazione. In lontananza si sentivano delle
ghiandaie riprodurre i suoni dell'acqua, con scarsi risultati.
Day si rannicchi in mezzo alle radici dell'albero, nuda e quasi felice nell'essere immersa in
quello spettacolo: la natura primordiale. Un fremito l'attravers, intirizzendole la pelle...
Quando era bambina, sua madre le raccontava che gli angeli erano i soli a percepire la natura
nel suo vero "IO", quella forza vitale che scorre in tutte le cose che ci circondano, una sorta di
aura indissolubile, impossibile da toccare, ma presente in ogni cosa. Per questo motivo erano in
grado di servirsi della sua energia; un'energia illimitata e grandiosa, l'essenza stessa vita.
Gli esseri umani, al contrario, avevano perso questo dono molti secoli prima. Un tempo, diceva
sua madre, umani e angeli erano uguali.
I Primi Popoli erano civilt miste, dove le due specie vivevano in armonia; finch l'uomo,
schiavo delle sue bramosie di conquista, decise di far sua la natura. Distrusse le foreste,
avvelen i mari e si impadron della Terra, umiliandola e violentandola per un lungo periodo.
La natura per non poteva essere comandata, perch qualcosa di vivo e in continuo
movimento, un unico e infinito fiume che impetuoso travolge qualsiasi cosa.
Quando il pianeta fu sull'orlo della distruzione, la Dea Madre si riprese ci che era suo di
diritto e nel corso di poche generazioni gli esseri umani persero la capacit di modificare e
comandare gli elementi. Quanto agli angeli, rimasero isolati per molti secoli sull'isola di Lejia,
vivendo con e per la natura.
Furono ostracizzati dagli uomini, portati quasi all'estinzione, ma alla fine furono loro a
risorgere.
La natura aveva scelto gli abitanti del cielo per guidare il mondo, essendo gli unici che mai
avrebbero distrutto la madre di tutto. Lejia infatti era sempre rimasta incontaminata, una sorta
di eden per la specie "eletta".
I Primi Popoli vennero dunque messi in secondo piano e i loro regni morirono, divorandosi fra
loro.
Ripensando a quella storia, con gli umani privati quasi completamente di quel potere che loro
chiamavano magia, Day intu che forse, anche gli angeli erano stati abbandonati.
Dopo la Grande Guerra, infatti, i suoi simili furono vittime della stessa devoluzione che tocc ai
Primi Popoli. Gli angeli non furono pi in grado di utilizzare la loro anima come collegamento alla
natura, perdendo questa capacit nel corso di pochi decenni.
"Che la madre di tutto stia abbandonando i suoi figli?", aveva pensato una volta. Impossibile
da dire.
Inoltre, le "potenze di..." riuscivano a sfruttare la magia, seppur in condizioni speciali e la
stessa Zoe, con i suoi incredibili poteri, era la testimonianza che la natura scorreva ancora in lei,
con la sua inesauribile fonte vitale.
Una goccia le fin sul naso, facendole perdere il filo dei suoi pensieri.
La pioggia non dava tregua, anzi, sembrava sempre pi insistente. Per sua fortuna, il pino sotto
la quale si era riparata era molto grande, con una fittissima chioma dai rami lunghi, per cui era
improbabile che altra gocce la raggiungessero.
Si lasci andare al suo dolce canto, ascoltando il ballo delle gocce d'acqua...
movimento laterale. Davanti a s si stagli una grossa quercia, proprio sulla sua traiettoria. In
preda al panico, sterz bruscamente di lato, gettando un piede a terra per mantenere
l'equilibrio.
Per un istante sent lo scooter volarle via, ma lo tenne disperatamente stretto, chiudendo gli
occhi per la paura.
La sua corsa si arrest contro il grosso tronco dell'albero, che trem paurosamente mentre
dall'alto cadevano alcuni rami, spezzati dall'urto. Passarono alcuni secondi, prima che Day
avesse il coraggio di riaprire gli occhi. Era riuscita ad arrestare la sua corsa tendendo
istintivamente un piede in avanti, impattando duramente contro l'albero prima che e i cento
chili dello scooter vi finissero contro .
La botta era stata tremenda, perch quando tolse il piede dalla frattura creata nella corteccia,
le rimase impigliata la scarpa e piccole schegge di legno saltellarono via.
Scese imbestialita da quella trappola meccanica che Zoe le aveva malauguratamente prestato.
Stupida mocciosa incapace bastarda... sbrait.
Uno stormo di uccelli si lev in cielo, spaventati dalle imprecazioni dell'angelo pi che dal forte
botto di prima.
Ripartire con un mezzo cos malconcio era davvero impossibile, il rischio di rompersi l'osso del
collo era dietro l'angolo, senza contare che i freni si erano incredibilmente allentati quando li
aveva tirati al massimo.
Imprecando, apr il sotto sella, lanciando lontano la borraccia ormai vuota che stava sopra il
porta attrezzi, un panno talmente lercio e sporco di grasso disgustosamente appallottolato
intorno a chiavi inglesi e piccoli pezzi di ricambio. Come meccanico non era granch, ma
sicuramente migliore di Zoe. Quella stupida inutile bastarda mocciosa... grugn.
Seduta di fianco alla carena, ne svit la parte inferiore, costituita da un'unica placca di
alluminio. Tolta quella, si trov alle prese con una serie di cavi di tutti i colori che confluivano in
una piccola centralina fluorescente: il sistema di fluttuazione magnetica.
Questo particolare congegno era ci che in pratica reggeva il peso dello scooter, una sola
lucina bianca che permetteva al tutto di funzionare. Di fianco alla centralina si sarebbe dovuta
trovare una rotella a dentini, grande circa quanto la sua mano. Tast invano per un po, avanti e
indietro, senza riuscire a scovarla. Prov sull'altro lato, non avendo maggior fortuna.
I motorini a levitazione erano troppo bassi per potercisi infilare sotto e lavorare
accuratamente, per questo qualsiasi modello aveva in dotazione la suddetta rotella, una sorta di
crick incorporato in grado di cambiare l'altezza dal suolo sino ad un metro.
Quello scooter, per, era stato assemblato da Zoe usando vecchi pezzi semi arrugginiti e la
ragazza non aveva pensato di inserire quel marchingegno nella sua ennesima invenzione.
Stupida ignorante mocciosa ripeteva l'angelo.
L'unica soluzione, dunque, era scollegare la centralina del magnetismo, quella luce bianca al
centro del telaio. Stacc alcuni cavi, non sapendo esattamente cosa fossero. "Quelli verdi
dovrebbero essere l'accensione elettronica. I gialli forse sono per i freni... Perch non ho fatto
un corso di meccanica quando ero arcangelo?!"
Day pass alcuni minuti a staccare e riattaccare cavi, senza trovare un modo per spegnere la
centralina di levitazione, in modo da poter sdraiare a terra il motorino e sistemarlo.
Colta dalla disperazione, allung una mano verso la luce bianca, cercando di smuoverla in
qualche modo. Dopo un primo momento di resistenza, si ritrov la centralina in mano, mentre il
macinino delicatamente si adagiava sull'erba. "Allora non sei cos stupida, sorellina!"
Il magnete si spense in pochi secondi. Day allora ribalt il motorino per avere un'idea pi
chiara di come lavorare. Il sistema frenante solitamente aveva due leve, posteriore ed anteriore,
anche se in effetti entrambi i freni stavano nella parte posteriore del veicolo. Tirando il freno
anteriore, vide alzarsi dal ventre della carena un disco in alluminio e due placche di rame. Cerc
di toccare una delle tre, ma il calore generato era fortissimo, anche se impercettibile gi fino alla
distanza di ununghia.
Di tutti gli impianti presenti in commercio, Zoe aveva optato per quelli a corrente parassita,
considerati desueti gi ai tempi di Lejia e sostituiti secoli prima dai pi pratici freni rigenerativi,
cos chiamati perch oltre ad essere pi efficienti recuperavano anche l'energia cinetica spesa.
Day si pass una mano sul volto, stanca come mai.
L'unico modo per sistemare quell'intreccio di poli divergenti era caricare con energia
elettrostatica le due placche di rame. Dove avrebbe trovato un generatore di elettricit nella
giungla?
Si lasci cadere all'indietro, in mezzo a ciuffi d'erba che le solleticavano le guance. Si ripromise
di strozzare Zoe, se l'avesse rivista...
Coperta dalle chiome degli alberi vedeva poco pi di uno spicchio di cielo, quel giorno
incredibilmente azzurro e limpido. Per lei era pi che sufficiente.
"Devo andare... Alzati e metti a posto questa roba, non puoi stare qui sdraiata...", tentava di
spronarsi. Ma quel mare sopra di lei era cos rassicurante, cos calmo e sembrava talmente
vicino che allung una mano per accarezzarlo. Tutto pass in secondo piano; nulla aveva
importanza in quel momento, solo quel bellissimo cielo.
Immersa nel suo azzurro, non sent arrivare l'aeronave.
All'improvviso, tutto divenne scuro e una grossa sagoma nera le sfreccio davanti agli occhi.
Dur pochissimo, giusto un battito di ciglia, ma la sua tranquillit scomparve all'istante.
Qualcuno stava sorvolando la foresta di Redwood, a bordo di un velivolo di notevoli dimensioni.
Le si raggel il sangue. La Milizia!
Si alz con un balzo, recuper la centralina magnetica e la rimise nella sua consona fessura al
centro dello scooter, che si accese in pochi istanti, permettendo al mezzo di rimettersi in piedi.
Al diavolo i freni allentati in questo momento!
Rimise tutti gli attrezzi nel sotto sella, prese al volo lo zaino e part di gran carriera,
fregandosene se non fosse pi riuscita a fermare il motorino.
"La Milizia !"
L'avevano gi trovata, in pochissimo tempo e in una selva inesplorata. Le pass davanti agli
occhi il volto di Zoe ed ebbe un sussulto: che avessero trovato anche lei?!
Acceler furiosamente, spostando il peso del corpo ad ogni sobbalzo per permettere allo
scooter di girare pi velocemente. Stava entrando in un ambiente ricco di conifere giganti che
avevano definitivamente coperto il cielo e che rendevano quella zona della giungla
particolarmente buia.
Si addentr per alcune miglia, incurante dei cespugli con spine che la graffiavano, senza
sentire altri rumori tranne il martellare del suo cuore, forte come un tamburo.
Un aeronave grande come quella che aveva visto non poteva essere molto silenziosa e in quel
luogo sarebbe stato facile sentirne l'avvicinamento.
Rallent l'andatura, tenendo un piede a pochi centimetri dal terreno coperto di aghi di pino.
Senza acqua, non avrebbe potuto reggere a lungo e il suo obiettivo primario era quello di
trovare una fonte da qualche parte. L'aria era abbastanza umida per e anche il terreno
sembrava fanghiglia ricoperta dagli aghi. Se non altro, con le grosse chiome a fare da tettoia,
l'aria era decisamente pi fresca del giorno precedente. Piccola, magra soddisfazione...
Si ferm di fianco ad una grossa roccia, nel cuore di quella regione diametralmente opposta a
dove era passata il giorno prima. Se la memoria non la ingannava, Redwood aveva diversi tipi di
vegetazione a causa delle differenti condizioni climatiche e della conformazione del terreno, pi
umido in certe zone che in altre. Coprendo quasi per intero la superficie del continente Centrale,
la foresta aveva cinque differenti climi, simili a quelli che caratterizzavano le citt agli angoli del
pentagono verde.
Peach-City aveva prevalentemente un clima temperato, dovuto alla vicinanza del mare, per cui
nella parte di foresta vicina alla citt crescevano tipi di piante particolari, diverse da quelle
presenti negli altri quattro angoli.
Estrasse dallo zaino la mappa olografica, allargando l'immagine il pi possibile per verificare se
la sua posizione fosse ancora diretta ad ovest. La mappa le dava solamente dei grossi quadrati
grigi, zone inesplorate di Redwood, mentre sui bordi della giungla iniziavano a delinearsi alcuni
particolari.
Oh merda...! realizz sconsolata.
Nella frenesia del momento, aveva preso una direzione completamente sbagliata, andando
verso sud invece che ad ovest. Il cancello a nord-est dalla quale era partita stava a poche miglia
dal limite fra un'area e l'altra, fra il clima di Peach-City e... che citt si trovava a sud-est?
A sud-est c' Fiore! si ricord improvvisamente Day.
La citt di Fiore mille anni prima era stata semi distrutta da un branco di "cerberi striscianti",
vermi mastodontici a tre teste.
Fiore, alleata con Lejia, chiese aiuto proprio all'esercito angelico e ci volle lo spiegamento dei
contingenti suo e di Uryel per fermarli. Un'esperienza a dir poco agghiacciante, al cui ricordo
aveva ancora i brividi. Se effettivamente i cerberi abitavano ancora quella zona della foresta,
l'unica cosa da fare era alzare i tacchi e allontanarsi il pi velocemente possibile...
Quegli esseri abominevoli si muovevano sfruttavano il sottosuolo per spostarsi rapidamente,
grazie al terreno friabile che li favoriva enormemente.
Che situazione del cazzo! La Milizia sopra e i vermoni sotto. Son proprio nei guai...
Scese dallo scooter con le gambe doloranti e si lasci andare contro il masso che aveva vicino.
Era stranamente caldo, not staccandosi. Guardandolo meglio si rese conto che la forma di
quella roccia era insolitamente rotonda, di un colore grigio tendente al rosa, lilla in alcuni punti.
Vi poggi sopra una mano, cercando una spiegazione plausibile a questo strano fenomeno.
Quanto alla superficie, sembrava resistente come roccia, per quanto al tatto fosse liscia, quasi
morbida. Il contrario di un agglomerato di minerali.
La terra sotto ai suoi piedi inizi a vibrare, prima impercettibilmente; poi vi fu una vera e
propria scossa di terremoto. Lo stesso sasso vibr all'impazzata.
Aveva capito troppo tardi cosa fosse in realt quella forma grigio-lilla: una delle tre teste di un
cerbero!
Senza indugi si lanci sullo scooter, ma l'accensione elettronica la piant in asso.
Stupido ammasso di ferraglia, parti! url disperatamente.
Il terreno tutt'attorno si spacc e alcuni pini, bench avessero delle radici perpendicolari al
suolo, si inclinarono, andando a cozzare con quelli vicini.
Alle spalle dell'angelo nel frattempo era sbucata un'altra forma uguale all'altra. Quel bestione
era addormentato proprio sotto i suoi piedi!
Day schiacciava con tutte le sue forze la leva di accensione, ma non c'era nulla da fare: il
motorino non aveva intenzione di ripartire. Diede una manata al lunotto, fracassando il resto
della mascherina che ancora resisteva. Parti, parti parti!
Sotto i suoi piedi la terra cedette, infossandosi di colpo; l'ultima testa del cerbero si stava
risvegliando e lei era esattamente sopra di essa!
Colta dal panico, salt sulla sella, abbandonando lo scooter di Zoe. Atterr rovinosamente a
pochi metri di distanza, nell'istante in cui il cerbero scaten la sua forza distruttiva, sbucando dal
sottosuolo e inghiottendo il motorino. Nella violenza del suo risveglio alcuni alberi vennero
sradicati, cadendo e spezzandosi. Schegge di legno e aghi di pino volarono ovunque mentre Day
non ci pens due volte: inizi a correre pi forte che poteva...
Il gigantesco animale alle sue spalle stava salendo completamente in superficie e la sua mole
deformava il terreno, rendendolo scosceso e insidioso; al minimo passo falso c'era il rischio di
cadere nel vuoto.
Day riusc ad evitare per un soffio le frasche di un albero che cadendo al suolo sput rami e
schegge in ogni direzione, colpendola e graffiandola all'altezza del gomito sinistro. Sent aprirsi
uno squarcio e il sangue che le colava fino alla mano. Non poteva fermarsi, per, doveva correre
disperatamente il pi lontano possibile. Alle sue spalle, la creatura aveva iniziato la sua caccia,
digrignando fauci orribili, fatte di denti aguzzi disposti a spirale: un vero e proprio vortice di
morte.
Sopra di lei riusc ad intravedere per un istante il cielo grazie al terremoto che sconqussava la
terra.
La Milizia l'avrebbe sicuramente notato in un batter d'occhio, ma in quel momento la sua
unica preoccupazione era scampare a quel mostro gigantesco. Di fronte a lei un pino si stava
spezzando, alzando le sue grandi radici, impedendole il passaggio. Balz sul tronco, inclinato a
tal punto da esser quasi parallelo al terreno. Srotol la frusta per potersi aggrapparsi ad un altro
albero, prima che il suo toccasse definitivamente terra. La frusta si avvinghi ad un ramo semi
spezzato alla sua destra.
Con una spinta disumana salt dal tronco su cui stava fino all'altro, ma il suolo era troppo
disomogeneo e le fratture create dal cerbero erano troppo profonde. Raggiunse al volo un alto
ramo, cercando di avere unindicazione di dove fosse l'animale.
Lo vide, a meno di cento metri, piegare e distruggere due conifere giganti con un solo colpo di
coda.
Se le teste della creatura erano grandi, il corpo nel quale confluivano era esageratamente
grosso. Ciononostante riusciva a muoversi con grande agilit, strisciando e demolendo ogni
ostacolo sul suo cammino. Dalla foga con la quale percuoteva l'area attorno a s era chiaro che
l'obiettivo di quel mostro fosse l'angelo.
Day sent la pelle della schiena raggrinzirsi di colpo quando il cerbero si lanci al suo
inseguimento. Avrebbe potuto affrontarlo certo, ma non con la sua spada di vetrunvite. Non era
sufficiente un'ottima lama per stendere un bestione del genere e inoltre da un momento
all'altro la Milizia si sarebbe fiondata sul posto; a quel punto non avrebbe avuto via di scampo.
Alz lo sguardo: oltre i tremolanti pini che aveva di fronte riusciva a scorgere delle colline a
cinque, forse sei miglia in linea d'aria. La sua unica via di salvezza, perch su un terreno pi
resistente di quello in cui era finita il cerbero non l'avrebbe seguita, impossibilitato a strisciare
sotto terra.
Questa almeno era la sua preghiera...
Si lasci cadere all'indietro, atterrando perfettamente a terra, con la spada "srotolata", pronta
a difendersi in caso di necessit estrema.
Andiamo! si caric.
Il vermone alle sue spalle guadagnava terreno per, nonostante si muovesse in superficie.
Alberi e rocce non sembravano rallentare minimamente il suo incessante movimento
distruttivo: tutto attorno a lui crollava spezzandosi sotto il suo stesso peso.
Davanti alla ragazza due enormi querce si scontrarono e le radici ormai sradicate non
poterono niente. I due alberi scivolarono l'uno sulla corteccia dell'altro di fronte a lei. Day, colta
ginocchio stordita.
La testa ferita si dimen in aria freneticamente e la lama conficcatale dalla ragazza ricadde al
suolo, a pochi centimetri da lei.
Cerc di recuperarla, ma venne colpita in pieno dalla coda della creatura e sbalzata lontana,
gi dalla collina, in mezzo alla vegetazione. Ruzzol per decine di metri contro rami e tronchi
devastati dal mostro, andando a sbattere violentemente contro un grosso acero, rimasto
miracolosamente incolume.
Alz gli occhi al cielo, mentre la pioggia l'avvolgeva. Un attimo prima di perdere i sensi, una
grande macchia nera oscur le nuvole. Non pu finire cos... biascic.
Tutto divenne scuro e ci che la circondava perse qualsiasi forma, qualsiasi odore e qualsiasi
sapore. L'ultimo pensiero and a Zoe: avrebbe voluto averla vicino a s adesso...
BOOM!
L'esplosione che colp il cerbero strisciante fu tremenda. La testa sinistra si incener all'istante
mentre la destra penzolava, maciullata, su quel poco che rimaneva del corpo. La testa centrale,
unica ad essere sopravvissuta allo scoppio, venne immobilizzata a terra da una rete
elettrostatica, creata dalle potenze di... appena sbarcate dall'aeronave.
Ottimo colpo, Klara. Veramente impressionante... squitt ammirato il Maggiore Overjk.
La ringrazio, Maggiore... rispose seccamente la donna, risistemandosi un guanto.
L'aeronave d'attacco della Miliazia era atterrata sulla collina, attirata dal frastuono scaturito
da un enorme verme a tre teste che aveva lasciato dietro di s una scia di alberi sradicati e interi
ettari di terra smossi.
Sembra sia passato un uragano da qui. comment Overjk scendendo dallo Sketch, mentre
osservava il percorso del vermone.
Lei qua... sentenzi Klara, Sono certa che si trovi nei dintorni. Cerchiamola.
Una decina di soldati li seguirono, formando rapidamente un compatto schieramento alle loro
spalle.
Gli elettrocinetici che avevano catturato l'ultima testa integra del cerbero non si mossero,
concentrati pi che mai sulla rete che aveva intrappolato l'animale.
Quei cosi schifosi infestano questa regione. Presto ce ne ritroveremo addosso altri, per cui
abbiamo pochi minuti. Trovate l'arcangelo, vivo se quel mostro non se l' gi divorata, non
abbiamo tempo da perdere... ordin la Swon, indicando ai suoi soldati di dividersi verso la
parte bassa della collina.
Dopodich, si mosse verso il cerbero, ansimante e sbuffante, ancorato a terra da una serie di
bracci elettrici che ne ustionavano la ripugnante pellaccia. Klara tolse i guanti di pelle,
portandosi a pochi metri dalla testa del mostro, un braccio proteso in avanti.
Con un rapido ragionamento logico, arriv alla conclusione che l'arcangelo da lei a lungo
ricercato poteva essere solo in due luoghi: nascosta nei dintorni o nello stomaco del verme.
Nessuna arma convenzionale era in grado di distruggere un tale bestione senza l'impiego di
un'intera fanteria di qualche milizia ufficiale, ma i devastanti poteri al servizio di New-Lejia erano
in grado di arginare facilmente anche un avversario tanto grosso.
Ciao bestiolina... si avvicin al cerbero con passo lento, ma deciso.
Signore stia attenta, questo mostro ha una forza disumana! l'avvert un affannato
elettrocineta.
Lei lo ignor, portandosi a pochi centimetri dalla creatura. Questi tent di ribellarsi, ma
l'impenetrabile gabbia delle "potenze di..." lo costringeva al suolo ed ogni tentativo di fuga gli
era precluso.
Vediamo se il mio angioletto si trova nel tuo stomaco... sussurr Klara.
I gradi di Maggiore sulle spalline della giacca si illuminarono e i suoi occhi cambiarono colore,
divenendo rosso fuoco. Dal palmo della mano scintillarono piccole lingue arancioni, divampando
fino al cerbero che emise un suono devastante di sofferenza. Le fiamme deflagrarono
sull'animale, maciullando ci che rimaneva della testa fino al tronco centrale, che si squarci
fumando.
Dal ventre ormai distrutto della creatura zampillavano sangue e succhi gastrici, viscere ed
organi orrendamente bruciati dal fuoco, ma nessun corpo.
Lo stomaco del cerbero era vuoto. Ergo..., pens Klara, l'angelo non stato divorato.
Il Maggiore Overjk, alle spalle della Swon, non trattenne un conato di vomito, rigettando sugli
stivali col tacco. La donna, al contrario, era impassibile, un vero e proprio soldato privo di
qualsiasi emozione.
Il suo obiettivo era l'arcangelo Daysel e, seppur vicina, non l'aveva ancora fra le sue mani.
Scost Overjk, disgustata da quella figura patetica e si rimise i guanti di pelle, cercando di
eliminare ogni piega che si creava sul palmo.
L'arcangelo sicuramente qui attorno. Troviamola prima che ci sfugga ancora...
Mia cara... cerc di darsi un contegno lui, Hai detto che questi mostri proliferano da
queste parti?! Non sarebbe meglio risalire sullo Sketch e ritornare con una squadra pi
numerosa per fronteggiare eventuali altri pericoli?
Lei gli lanci un'occhiata carica d'insofferenza. Odiava quell'uomo all'inverosimile...
Se lei, Maggiore, preferisce tornare allo Sketch faccia pure. Il mio compito catturare Daysel
Ialin e non torner indietro senza di lei. Se vuole seguirmi o no sono fatti suoi. L'arcangelo ha la
priorit...
Detto questo si allontan a passo svelto, accompagnata dalle altre "potenze di..." della sua
squadra lungo la discesa, verso i piedi della collina.
Day riapr gli occhi. Tutt'attorno c'era silenzio e un cielo plumbeo oltre le fronde degli alberi,
ma niente pioggia. Era sdraiata a terra, appoggiata ad un tronco incavo, deformato dal suo
impatto contro il legno. Si sentiva la testa pesante e il gomito pulsare. Il sangue sgorgava ancora
e difficilmente avrebbe smesso da solo.
Si guard attorno, cercando il suo zainetto e la spada. Il primo era a pochi metri da lei,
strappato e malconcio, ma con tutte le sue cose all'interno.
Quanto alla spada, non pervenuta...
Alz gli occhi fino alla sommit della collina: la visuale era offuscata da alberi e dalla poca luce,
ma era ben distinguibile una piccola aeronave, diversa dalla sagoma che aveva visto sfrecciare
qualche ora prima. Attorno non vi erano rumori sospetti, solo l'incessante canto delle cicale e di
qualche uccello in lontananza. A qualche metro da lei, percep un fruscio.
Uomini della Milizia, doveva andarsene a tutti i costi!
Zoppicante, si rimise in piedi, appoggiata alla corteccia dell'acero che aveva quasi distrutto. Si
allontan silenziosamente, zaino in spalla e idee confuse.
Mancavano circa duecento miglia a Laoh, ultima citt prima del mare e del continente Ovest,
ma aveva perso in un colpo solo scooter e spada: il mezzo di trasporto e la sua unica difesa
fisica.
Barcoll lontano dalla collina, diretta ad ovest, sapendo che alle calcagna adesso avrebbe
avuto la Milizia di
New-Lejia, avversario ben pi pericoloso di uno stupido cerbero strisciante...
Un brivido d'ansia le corse lungo la schiena. Flame era appoggiata al tavolino che le separava,
tendendole le mani. Allung le braccia, afferrando le mani dell'amica, ma riprese a guardare
fuori sovrappensiero.
Ehi! Guardami! le intim Flame. Lei si costrinse a girare la testa, continuando con gli occhi
a fissare l'esterno.
Flame le pizzic un polso, riportandola alla realt.
Ahia!
Cos impari. le sorrise l'altra, Andr tutto bene Zoe, te lo prometto. Faremo tutto il
possibile per aiutare Day, ma adesso dobbiamo concentrarci su questa cosa. Si arrabbierebbe
parecchio se venissimo bocciate agli esami e non ho nessuna intenzione di essere picchiata da
un arcangelo...
Risero entrambe, unica medicina contro le preoccupazioni della pirocinetica.
In quel momento arriv la professoressa Dawson, come sempre elegante e disinvolta nei suoi
tailleur scuri gessati.
Robinson e Archontia, finalmente vi ho trovato. Ho girato tre vagoni prima di arrivare qui!
sbuff,
Avrei un compito per voi, vi spiacerebbe seguirmi?
Certamente. rispose Flame alzandosi.
Eccoci! le fece eco Zoe scavalcando Conbry, ancora immersa nelle telefonate.
Quest'ultima non si scompose nemmeno per un secondo, ma lanci uno sguardo tutt'altro che
amichevole alla ragazza che la scavalc con un balzo, strusciandole il pareo legato agli shirts sul
naso.
non hai idea di dove sono, guarda... Uno scandalo! Se penso che dovr passare una
settimana con quelle due... berci la ragazza. Allontanandosi, divenne troppo difficile per Zoe
sentire gli epiteti della compagnia di classe: il vagone era molto affollato e rumoroso.
La Dawson percorse il corridoio, aprendo la porta dell'anticamera fra un vagone e l'altro. Si
ferm sulla soglia attendendo le due ragazze, impegnate a destreggiarsi fra bambini urlanti e
passeggeri. Una volta che tutte e tre furono nell'anticamera, richiuse la porta, lasciandosi alle
spalle quel trambusto.
Dunque: come sapete, questa sar una gita particolarmente impegnativa, non solo per voi
che dovrete esercitarvi nel controllo della magia, ma anche per la sottoscritta... esord,
Questi viaggi sono sempre un incubo per noi insegnanti: gente che scompare all'arrivo e
riappare solo il giorno della partenza per tornare indietro; chi si diverte a fare scherzi a
compagni o a malcapitati passanti e chi crede che fulminare l'acqua di un lago sia il modo
migliore per pescare...
Zoe e Flame la guardarono perplesse. Fidatevi, successo anche questo...
Ci sta dicendo qualcosa in modo velato, oppure... chiese Flame.
No, no. Assolutamente. Di voi due mi fido ciecamente. Siete le migliori studentesse della
scuola oltre a Flawerty, so che su di voi posso contare. Per questo, vi chiedo un ulteriore sforzo
questa settimana: sorvegliare i vostri compagni, Sean in testa!
Non sar molto impegnativo. Pensavo di dividevi in coppie e lasciarvi liberi una volta a
Greenwood. Vi sparpaglierete su tutta l'area e spetter a ogni coppia decidere come muoversi,
ma prima che giunga il tramonto vorrei esser certa che tutti fossero tornati nei propri alloggi. Il
vostro compito, consister nel raggruppare i vostri compagni al termine della giornata e
rimanere disponibili in caso d'emergenza. La riserva di Greenwood priva di pericoli, ma
conoscendo i ragazzi non vorrei incappare in qualche problema ed essere troppo lontana per
poter intervenire...
Incroci le braccia, guardando prima l'una e poi l'altra. Zoe e Flame si scambiarono un'altra
occhiata dubbiosa, ma in fondo era un compito facile accertarsi che tutti tornassero sulle
proprie gambe agli alloggi.
Ci state? chiese lei speranzosa.
Questo compito "extra"... le rispose accigliata Flame mimando le virgolette, Ci dar un
voto maggiore? Voglio dire: potremmo guadagnarci qualcosa?
Oh andiamo, non fai mai niente per niente tu! la rimprover Zoe, Accettiamo, prof.
Dawson. Ma le dico fin da subito che se uno dei ragazzi fa qualcosa di sbagliato lo incenerir
personalmente!
D'accordo allora! disse sollevata la Dawson, Una volta giunti alla riserva, spiegher
meglio a tutti come si svolger l'intera settimana. Assicuratevi che siano tutti presenti... le
conged.
La salutarono entrambe, immergendosi nella confusione del vagone.
Zoe super con qualche difficolt una serie di poltroncine occupate da bambini
particolarmente chiassosi e, imprecando, pass di fianco a un paio di uomini dall'aria seria.
Questi la guardarono di sfuggita, ma lei non li not nemmeno. Entrambe indossavano pantaloni
scuri, giacche sportive nere e alla coscia destra portavano Blade-Shot di piccole dimensioni, poco
pi grandi di un coltello da caccia. Al passaggio di Flame, uno di questi si alz, andando in senso
opposto verso l'anticamera, mentre l'altro rimase seduto, fissando le ragazze che nel frattempo
si erano risistemate ai loro posti, qualche fila pi in l.
Shara si era addormentata con le cuffie a tutto volume, lasciando Flame perplessa sui suoi
gusti musicali. Conbry invece non era al suo posto, cosa che evit a Zoe qualsiasi discussione
riguardo ci che la ragazza aveva sentito dirle poco prima.
Quando hai detto che avresti incenerito chiunque... Parlavi di Sean? insinu Flame.
Zoe ricambi con uno sguardo folle, Spero solo che faccia una qualunque stronzata e boom!
Lo spappolo quell'esaltato!
Flame scoppi a ridere, girandosi verso il finestrino. Indic fuori, alla sinistra dell'amica che
dovette fare un bello sforzo per guardare nella direzione indicata.
Oltre una distesa di alberi da frutto spuntava una montagna, completamente spoglia e monca
sulla sommit, dalla quale svettavano alcune torri scintillanti che riflettevano la luce del sole.
Mangrove, finalmente!
Il treno si addentr nel cuore della roccia, sbucando all'improvviso alla luce del sole. Le rotaie
salivano vertiginosamente, ma grazie alla spinta gravitazionale dei magneti nessuno sul treno
not la pendenza del tragitto. La stazione di Mangrove, annoverava non solo i gi citati treni,
anche aeronavi e zeppelin facevano parte della piattaforma superiore della struttura, che
spiccava come punto pi alto della citt.
Da l infatti, si poteva avere una visione panoramica del lago rosso e delle stupende attrazioni
che contraddistinguevano quella singolare meta turistica.
Zoe e Flame scesero dal treno, seguite a ruota da alcuni compagni, tra i quali Shara e Conbry,
stizzite dall'atteggiamento da maschiaccio delle altre due.
Ci siamo tutti? gracchi a gran voce Zoe alzando un braccio.
Nessuna risposta, se non qualche brusio di sottofondo, coperto dalla calca della stazione.
Allora! Ci siamo tutti o no?!
Smettila di strillare come una gallina che fa l'uovo, Archontia, ci siamo tutti dannazione...
La voce di Sean la raggiunse alle spalle, lasciandola a bocca aperta.
Alla fine era venuto anche lui con il resto del gruppo, anche se Zoe era praticamente certa di
non averlo visto salire, alla stazione di Peach-City.
La Dawson raggiunse la classe pochi secondi dopo, con una sfilza di "pass" per entrare a
Greenwood. L'area era s un parco privo di pericoli, ma si trovava all'interno della foresta pi
selvaggia della Terra, per cui l'ingresso non era concesso a chiunque e si era costretti ad
acquistare delle tessere magnetiche per potervi accedere.
Divise le tessere tra Zoe e Flame, chiedendo alle due di consegnarli ai compagni. Flame si stava
avvicinando a Sean, gi rossa in volta, farfugliando parole incomprensibili, ma Zoe le tagli la
strada, impedendole di avvicinarsi al ragazzo.
Ti tengo d'occhio Flawerty... Al primo errore, ti do fuoco! lo minacci.
Lui la squadr da capo a piedi, scoppiando in una fragorosa risata. Stai calma Archontia! Ti
prometto che in questi giorni non mi vedrai nemmeno. Tuttavia... vorrei parlare con la mia
ragazza... Zoe si frappose fra i due, infastidendolo.
solo io e lei, Archontia...
Fu Flame a calmare l'amica, gi sul piede di guerra. Va tutto bene Zoe, lasciaci pure soli.
Sei sicura?
S. Sono quasi certa che non mi manger... O sbaglio? chiese rivolta al ragazzo.
Promesso! sorrise lui.
La classe si spost a bordo di una comoda navetta, anch'essa a levitazione magnetica, lungo la
monorotaia che dalla stazione di Mangrove correva fino al cancello di Redwood.
Giunti in prossimit dell'ingresso, con bagagli alla mano, tutti i ragazzi furono perquisiti da
alcuni miliziani della citt.
A differenza della vicina Peach-City, dove l'ingresso alla foresta selvaggia era pressoch
inutilizzato, il cancello nord aveva un costante afflusso di turisti, pronti a cimentarsi
nell'incredibile fascino della natura primordiale che solo Redwood poteva offrire.
Zoe segu come un'ombra la Dawson in testa al gruppo, ma al tempo stesso sbirciava
nervosamente in fondo alla fila, dove Flame e Sean stavano conversando. Dammi solo una
ragione per farti saltare in aria Flawerty...
Come procedono i tuoi braccialetti? chiese lui.
Molto bene! rispose Flame, Sono riuscita a potenziarli, e non solo, anche la stabilit
migliorata. Per gli esami sar pi che pronta... Preparati a stupirti!
Sean aveva l'atteggiamento di sempre, quell'aria superiore che intrigava tanto la sua ragazza e
che al contrario faceva imbestialire Zoe. Sono sicuro che farai un figurone, ma aspetta di
vedere il mio progetto.
E... Di cosa si tratterebbe? lo pungol Flame.
Lui si blocc, in modo da distanziarsi dal resto del gruppo. Lei si ferm a sua volta, curiosa
come non mai.
Ho un progetto molto importante per le mani...
Non posso dirti molto di pi, ma credo di avere finalmente capito il meccanismo con il quale
gli angeli di Lejia riuscivano ad incanalare la propria energia nel quarzo e, grazie alle conoscenze
del mio vecchio, ho la possibilit di lavorare ad un progetto molto importante che si occupa
proprio di questo! Mi hanno dato un sacco di fondi e materiali preziosi e beh... Il genio ha fatto il
resto! si vant lui.
Flame lo guard meravigliata, come se le avesse appena chiesto di sposarla. Wow,
grandioso! Bravo amore! starnazz baciandolo. Sean si ritrasse, imbarazzato, e la invit ad
accelerare il passo, per non perdere di vista gli altri.
Bene... Adesso che ci siamo tutti. disse ad alta voce la Dawson, La direttrice dell'area
Andiamo a vedere il nostro appartamento, malmostosa che non sei altro! la schern
Flame.
Greenwood era dotata di attrazioni molto intriganti, con ponti di legno sospesi tra gli alberi,
giardini coloratissimi, le terme e il lago artificiale nel quale si poteva nuotare, ma la cosa pi
strana in assoluto erano gli alloggi per i visitatori.
Gli studenti si fermarono davanti ad una larga radura dal prato curo e dai cespugli quadrati,
guardando scettici gli strambi appartamenti che avevano di fronte.
Davanti a loro si estendeva a perdita d'occhio una sfilza di cupolette bianche, simili agli igl
che i pescatori dell'Est si costruivano quando rimanevano bloccati all'agghiaccio per giorni in
mezzo alla neve.
Vederle l, in mezzo ad una delle zone pi calde del pianeta per, era davvero insolito.
Ora che siete tutti qui... attir l'attenzione la direttrice, Vi presento i vostri alloggi.
Scese lungo una scala fatta da grosse rocce lisce, questa volta lentamente, in modo da non
farsi perder di vista dai ragazzi.
Ma che cazzo... fu il commento di Zoe davanti a quelle strane costruzioni. Flame invece,
non estern, alzando solamente un sopracciglio.
La signorina Mallister si ferm in una specie di piazzetta, attendendo che tutti fossero vicini.
Questo sar il vostro riferimento per quanto riguarda i vostri alloggi. Se guardate sopra di voi,
vedrete un lollipop giallo. Ogni piazzetta qui ha un colore diverso, il vostro il giallo, per
l'appunto...
Sospeso in aria, a cinque, sei metri dal suolo, una palla fluttuante sorreggeva un'asta colorata,
simile agli indicatori delle vie di Peach-City.
Come ultima informazione... prosegu la direttrice di Greenwood, So che gli
appartamenti visti dall'esterno sembrano poco capienti, ma non vi preoccupate. La parte
superiore solo l'ingresso, le vere stanze sono sotto di noi. sorrise.
Cal il silenzio. Gli alunni la guardavano straniti e si sent dal fondo un commento. Ma dove
siamo, nella citt delle talpe?!
Scoppiarono tutti a ridere, scatenando le ire della Dawson, che li zitt a gestacci.
Grazie mille per il suo tempo, signorina Mallister. Penso che i ragazzi vorranno riposare e
cambiarsi prima di dare una prima occhiata in giro. la conged l'insegnante.
Perfetto! squitt l'altra, inconsapevole della battuta di poco prima. Ecco a lei le chiavi
delle stanze e... Buona avventura a Greenwood! salut sorridente.
L'appartamento di Zoe e Flame, accoppiate con Shara e Conbry, si trovava in fondo alla
piazzetta, ultimo edificio prima di un sentiero simile all'ingresso dell'area protetta.
Quando la Dawson aveva annunciato alla classe che le due amiche sarebbero state le sue
"braccia destre", nessuno aveva osato fiatare, tranne Sean, che si era lasciato andare ad una
risatina isterica, placata dallo sguardo minaccioso di Zoe.
Per Shara e Conbry, invece, non era un problema, a patto che quelle due maschiacce non si
intromettessero troppo nelle loro vite. A cominciare dalle docce...
Io e Shara prendiamo il bagno di sinistra, a voi quello di destra. decise Conbry indicando il
corridoio.
Ok... Prima io! url Flame anticipando Zoe.
La pirocinetica opt a quel punto per disfare le valigie.
Gir tutto l'appartamento, un bellissimo alloggio con numerose nicchie pieni di fiori, tappeti
morbidi e colorati, un'ampia cucina ben fornita e un salotto con puff e divanetti.
La camera da letto, al contrario dei bagni, era una solamente, con due grandi letti a castello in
legno.
Approfitt dell'assenza di Flame per prendersi il letto in alto a sinistra, rotolandosi tra le soffici
coperte di piume di dromornitidi, mentre Shara la guardava di traverso.
Sembrava sul punto di chiedere qualcosa, ma non voleva che vi fosse nessuno ad ascoltare.
Chiuse la porta della camera, attirando l'attenzione di Zoe, immersa nei cuscini del suo letto e
anche di quelli di Flame.
Zoe... le si avvicin Shara incuriosita. Da sempre, fra lei e Conbry Zoe preferiva la prima,
meno vanitosa dell'altra. Posso farti una domanda?
Mmm? Certamente.
Ehm... Non fraintendermi, non vorrei sembrarti una bacchettona o una razzista... mise
avanti le mani l'altra, Ma ecco... Cio...
Mi fai questa domanda o no?! chiese Zoe esasperata.
Tu e Flame siete... si guard attorno timorosa, Amanti?
Zoe la squadr a bocca aperta, per poi scoppiare in una risata irrefrenabile, rotolando persino
gi dal letto. Cosa? Ah ah, perch me lo chiedi?! chiese con le lacrime dal ridere.
L'altra ricambi con un po' di distacco, cercando di nascondere l'imbarazzo. No, vedi... Tutta
la classe se lo domandava ecco...
Le risate di Zoe si smorzarono all'istante e la sua espressione ilare tramut in esterrefatta.
Che cosa? sibil.
Beh, sai... Siete sempre assieme! Vi vediamo in giro per Peach-City solo voi due, senza
ragazzi... e in pi ti comporti come se fossi gelosa di Sean... cerc di discolparsi la ragazza,
Cos abbiamo pensato che Flawerty fosse solo una specie di copertura per te e Flame.
Io gelosa?
S, sei sempre brusca con lui e solo quando c' Flame di mezzo, mi pare di capire...
Zoe scatt in piedi, lanciando i cuscini sul letto. Un momento, un momento... Io non ce l'ho
con quel cretino perch sta con la mia migliore amica, io ce l'ho con quel cretino perch un
cretino!
Shara divenne rossa in volto, imbarazzata da quello sfogo. Ok, scusami. tent di
difendersi.
Nonononono... Scusa un cavolo! Io e Flame siamo cresciute assieme sin dai tempi dell'asilo e
mai, dico mai, ho avuto inclinazioni sessuali di nessun genere verso di lei! url Zoe paonazza in
volto.
Flame entr in quel momento nella stanza semi-nuda, con un asciugamano attorno al corpo e
uno in testa e si ritrov alla gola il dito puntato di Zoe che stava berciando contro Shara. Conbry
era dietro di lei, innervosita dalle grida della ragazza.
Hai finito di urlare pazzoide? Siamo in una specie di trappola per talpe, qui dentro rimbomba
tutto se non te ne sei accorta... le disse spostandole il braccio.
La pirocinetica divenne ancor pi isterica e mordendosi la lingua per non scoppiare in una
serie di epiteti, volse la sua attenzione allo zaino, recuperando asciugamano e accappatoio.
Prima di uscire per, volle togliersi lo sfizio di scioccare le due compagne di classe. And da
Flame, impegnata a spalmarsi chili di creme sulle braccia e con un cenno della mano le fece
alzare il viso, fissandola negli occhi.
Flame... Io ti amo! le disse con voce struggente.
Lasci quelle parole aleggiare nell'aria, correndo fuori dalla stanza e nascondendosi in bagno,
mentre Shara e Conbry guardarono sconvolte l'elettrocinetica, rimasta a bocca aperta.
Nel pomeriggio, la professoressa Dawson raggrupp tutti al centro della piazzetta, spiegando
un amplificatore a testa.
I ragazzi si scambiarono occhiate interrogative, con parecchi dubbi sull'effettivo giovamento
che avrebbero tratto da quell'esperienza. La Dawson, tuttavia, aveva gi dimostrato di essere
un'eccellente "potenza di...", quindi nessuno os esternare il proprio dissenso. Persino Sean
rimase in silenzio, guardando crucciato Donnie.
Flame al contrario era entusiasta e non vedeva l'ora di mostrare a Zoe quanto fosse "grande"
la sua magia!
Le parole di Day invece, riaffiorarono nella mente della pirocinetica: Per nessun motivo al
mondo devi far vedere il tuo vero potenziale..., le aveva detto l'angelo e la ragazza sembrava
delusa dal fatto di non poter mostrare le proprie capacit all'amica. Vedendo la gioia nei suoi
occhi per, sorrise a sua volta, assecondandola.
La trance induzione permetteva di affidare la propria magia ad un'altra persona invece che ad
un freddo pezzo di quarzo, aiutando chi cadesse nello stato di profonda concentrazione a
scavare maggiormente, verso il cuore della propria essenza.
Grazie al supporto di un'altra "potenza di..." infatti, gli studenti avrebbero approfittato di un
ulteriore spinta verso l'inconscio, dove l'energia spirituale e gli elementi si fondono.
Flame infil una mano nello scatolone, prendendo al volo due GPS per scomparire in mezzo
agli alberi, trascinando per un braccio Zoe che tent inutilmente di calmare l'amica,
eccitatissima dalla prospettiva di mostrare all'altra quanto Lei fosse speciale.
Flame rallenta! Non c' bisogno di correre come una matta... Flame! si lamentava Zoe.
L'altra non sentiva ragioni, Muoviti pigrona, non abbiamo tutto il tempo del mondo. Al
tramonto dobbiamo raggruppare tutti gli altri, ricordi? disse esagitata Flame.
S, ma non correre. Io odio correre! piagnucolava la pirocinetica.
In breve, uscirono dal villaggio fatto di cupole bianche, passarono accanto alle famose terme
di Greenwood senza fermarsi nemmeno un secondo, per l'infelicit di Zoe, e si diressero dritte a
sud, in mezzo ad alberi dalle fronde verdissime e dai frutti maturi.
Correndo sotto uno di essi, Flame strapp al volo una mela, addentandola voracemente per
poi scagliarla all'indietro, proprio sul naso di Zoe, che tent goffamente di protestare. L'amica
non voleva altro che un luogo appartato per iniziare l'esercizio che la Dawson aveva affidato ai
ragazzi.
Dopo una corsa a perdifiato che sembr durare un'eternit, Zoe si lasci cadere al suolo
esausta.
Basta F-flame... Qui va pi che bene...
L'altra, costretta a fermarsi, si guard attorno corrucciata. Non lo so, non mi dice molto
questo posto.
Un posto vale l'altro! ansim petulante Zoe.
Uff... Ok. si arrese Flame.
Indossarono entrambe il GPS: un cinturino bianco con una piccola lucina fosforescente rossa.
Flame estrasse dalla tasca dei pantaloni un dispositivo molto simile alla mappa olografica che
Zoe aveva affidato a Day. Premendo l'interfaccia, questa si illumin, proiettando una mappa
dell'area di Greenwood a mezz'aria.
Bene. Con questo possiamo sapere in ogni momento dove si trovano gli altri. disse Flame,
Se siamo fortunate, non verr nessuno a rompere le scatole. Questa riserva davvero grande!
Gi... convenne Zoe, Spero solo che Sean non abbia lo stesso aggeggio che hai tu. Se si
avvicina lo incenerisco!
so...
Non ti preoccupare... sorrise Zoe, Abbraccio?
Abbraccio. rispose l'amica.
Riprovarono, questa volta a parti invertite. Flame come catalizzatore, Zoe in stato di trance.
La pirocinetica chiuse gli occhi, respirando profondamente. Dopo esser sopravvissuta alla valle
degli Shimishu ed esser riuscita a far esplodere la propria energia inconscia, aveva molta pi
fiducia di prima nei propri mezzi, consapevole di possedere qualcosa di unico dentro s, ancor
pi speciale delle altre potenze di...
Day per era stata tassativa: niente dimostrazioni inutili delle proprie capacit. Con questo
pensiero che continuava a martellarle in testa ebbe molte difficolt a raggiungere la pace dei
sensi, vedendo davanti agli occhi il volto severo dell'angelo.
Le mani di Flame si strinsero alle sue: l'amica era pronta ad assorbire l'energia della ragazza di
fuoco.
Si costrinse a cancellare ogni pensiero, focalizzandosi sul respiro. Inspirazione, espirazione,
inspirazione, espirazione, inspirazione... espirazione... inspirazione... espirazione...
Cadde in trance, in un vuoto tanto scuro quanto familiare; un'oscurit melensa, a dire il vero,
qualcosa di appiccicaticcio e colloso.
Sent una scintilla, nel profondo: una piccola fiamma si stava accendendo. La sent anche
Flame, preparata a ricevere un'energia simile a quella che lei stessa creava tramite i suoi
bracciali, qualcosa di diverso ma uguale per tutte le potenze di...
Le due amiche, come sappiamo, erano in realt su piani differenti.
Zoe scese sempre pi in profondit, scavando senza mai fermarsi verso il proprio IO.
Gi, ancora pi gi...
Sent le mani di Flame tremare per un attimo; un vago ricordo, un soffio lontano di cosa stesse
succedendo all'esterno di se stessa, del tutto insignificante in quel momento.
Avrebbe voluto fermarsi, non proseguire oltre, improvvisamente resasi conto di quanto
potesse esser difficile per Flame quella forza disumana, ma la sua stessa natura la stava
attirando a s. Una energia incontrollabile che la abbracci senza che lei potesse ritrarsi.
Scese ancora, in un buio sempre pi scuro e avvolgente, trascinata contro la sua volont verso
la sua vera essenza.
Per qualche secondo, fu il vuoto...
Non percep nulla, tranne un calore talmente dolce e confortante da farle dimenticare l'amica
e desiderare di rimanere l per sempre. La piccola fiamma di prima era scomparsa, inghiottita
nell'oscurit, e Zoe con essa, verso l'anima della Natura, verso il Tutto.
Poi accadde...
In quel buio senza fine torn la luce. Un accecante bagliore cremisi si sprigion in lei, portando
con s l'onda d'urto delle fiamme.
Un impetuoso fiume di fuoco l'avvolse da cima a piedi e lei sent, come gi le era successo
quando Day le era stata vicina nella valle degli Shimishu, il vero volto della magia, la forza della
sua anima. Ogni singola molecola che la circondava la stava accarezzando, scivolava
delicatamente sul suo corpo, la solleticava sulle guance. L'aria attorno a lei era carica di fiamme,
la terra ai suoi piedi era un fiume di lava e ogni cosa nel suo insieme la attravers, mostrandole il
suo vero IO.
Apr gli occhi, solo leggermente, per ammirare lo spettacolo cremisi che le scorreva davanti.
Vide Flame, ancora stretta alle sue mani e sent il calore passare dal suo corpo a quello
dell'amica, come un fiume in piena. Alz lo sguardo lentamente verso quello dell'altra, sicura
che anche lei stesse vedendo quello scenario magnifico.
Flame invece aveva gli occhi spalancati, l'iride completamente bianco in una luminescenza
soprannaturale. Dagli angoli sgorgarono lacrime, lacrime rosso rubino. Lacrime di sangue...
Zoe ripiomb nella realt in un attimo, terrorizzata per l'amica che croll al suolo, esanime.
FLAME! grid Zoe.
In preda al panico si inginocchi di fianco a lei, scuotendola con tutte le sue forze. La ragazza
per sembrava priva di vita e il sangue continuava a sgorgare dagli occhi.
Cos'ho fatto? Cos'ho fatto?! sbraitava la pirocinetica.
Le urla richiamarono l'attenzione di Sean e Donnie, immersi nel medesimo esercizio nella
boscaglia, poco distanti dalle due ragazze.
Era Zoe? chiese preoccupato Donnie.
Credo di s. Andiamo a vedere...
Giunti sul posto, rimasero a bocca aperta davanti alla scena che si trovarono di fronte.
Zoe, a terra, stringeva fra le braccia Flame, apparentemente senza vita. Attorno alle due si era
formato un cerchio completamente bruciato di vegetazione, cespugli semi inceneriti e cortecce
di alberi annerite.
Sean vide Flame, immobile in grembo all'amica. Archontia! Che cazzo successo?
Si gett sulla fidanzata, tremando di paura, Flame! Flame rispondimi! FLAME!
La ragazza per non dava segni di vita e anche il sangue che poco prima le usciva dagli occhi
sembrava essersi arrestato, lasciando due solchi rosso scuro sulle candide guance
dell'elettrocineta.
Zoe, dal canto suo, non sapeva cosa fare in quel momento. Fissava con sguardo vacuo l'amica,
ripetendo ossessivamente la stessa frase. Cos'ho fatto?!
Donnie la prese per un braccio, alzandola di peso, ma lei non se ne accorse nemmeno,
completamente assente. Zoe, cosa successo? Zoe! la scosse lui.
Sei un mostro! Cosa cazzo le hai fatto squilibrata?! le url Sean con tutto l'odio che riusc a
sputare.
Donnie tent di calmare il compagno con un cenno della mano, ma quell'epiteto fece rinsavire
Zoe, che si scroll di dosso il ragazzo e si ributt di fianco a Flame.
Cosa le hai fatto? url il fidanzato in lacrime.
I-io... Non lo so. Stavamo provando l'esercizio, la trance induzione. Quando ho riaperto gli
occhi svenuta... scoppi a piangere, disperata. Flame...
Sean allontan la ragazza con la mano mentre Donnie la riafferrava per le braccia,
trascinandola via.
No! Lasciami! si dimenava lei, Devo stare vicino a Flame, lasciami Donnie!
Calmati adesso, cerca di calmarti. Non possiamo aiutarla, ha bisogno di soccorsi medici.
Andiamo a chiamare la responsabile di Greenwood, lei sapr cosa fare.
Non vado da nessuna parte, lasciami andare! ripet Zoe.
Non osare avvicinarti! la minacci Sean, Non osare avvicinarti a Flame... ripet fra le
lacrime.
Zoe si divincol dalla presa di Donnie, ma rimase immobile, guardando l'amica. Pervasa dalla
frustrazione, croll a terra, piangendo come una bambina.
Mi... Mi dispiace, io non volevo... Flame...
Donnie, terrorizzato da quello scenario, scapp via.
Al suolo, in mezzo a sterpaglie bruciate, rimasero Sean abbracciato a Flame e Zoe, poco
"Flame non ricordo nulla, mi dispiace..." ammise Zoe. La sua memoria era pessima, soprattutto
in quella situazione cos surreale.
"Arrivarono dei bambini pi grandi, di quarta, forse quinta elementare, che volevano giocare
sull'altalena... Tu li cacciasti via, ma questi ti tirarono gi e iniziarono ad insultarti... Poi videro le
braccia colorate..."
Zoe ebbe un flash di quella volta. Si ricord di quel frangente, perch nessuno in tutto il cortile
era intervenuto per difenderla, nemmeno i suoi compagni di classe.
Solo Flame era andata a soccorrerla...
"Quei bambini dissero che tu eri solo una ricca figlia di pap, che da sola non eri niente e che
nessuno avrebbe mai aiutato una come te..."
"Tu s..." disse commossa Zoe, ricordando la furia con cui l'amica aveva steso tutti i bambini
pi grandi di lei, solo per difendere la sua migliore amica.
"Ricordi cosa successe dopo?"
"Ti eri fatta male sotto un occhio, se non sbaglio... Cos decidemmo di coprire quella brutta
botta con gli stessi colori fluorescenti che avevamo comprato al parco, per non far sapere ai
nostri genitori cos'era successo... Ci nascondemmo... Sul tetto della scuola!" esclam Zoe.
Corse lungo il corridoio arrivando alle scale, saltando agilmente sui gradini col cuore in gola.
Con una spallata spinse la porta antincendio che portava sul tetto della scuola, dove quindici
anni prima lei e Flame si erano nascoste.
Flame era l, seduta sul cornicione, con la schiena rivolta verso l'amica.
Eccomi qua... disse lei.
Flame! Pensavo fossi morta. le corse incontro Zoe.
Morta? No, non morir per una semplice scossetta... sorrise lei.
Zoe si sedette di fianco all'amica, con le gambe penzoloni gi dal cornicione. Gett un occhio
sotto di s, vedendo il suolo decisamente troppo lontano dai suoi piedi.
Perch siamo qui Flame?
Quella, fu la prima volta in cui ti tirai fuori dai guai... disse Flame sconsolata, evitando per
di incrociare lo sguardo di Zoe.
Fu allora, che la nostra amicizia divenne davvero speciale. S, i nostri genitori erano amici, e
cos anche noi, ma fu quel particolare episodio a legarci indissolubilmente...
Ed ancora cos, no? chiese Zoe titubante.
Credo di no... ammise Flame, Vedi, per tutta la vita... Per tutti questi anni, ho cercato di
essere, e sono stata, migliore di te. Non l'ho mai fatto per me, voglio dire, prendere bei voti a
scuola, essere la ragazza pi desiderata al liceo o usare la magia meglio di chiunque altro... Non
l'ho mai fatto per essere la migliore in assoluto, volevo solo essere migliore di te...
Zoe si sent offesa, come se lei fosse una perenne incapace. Sei migliore di me in molte cose,
ma non ne faccio una tragedia... Non tutti devono puntare alle stelle per essere felici, Flame.
Non hai capito un cazzo... grugn l'amica, Non servito a niente, sei TU la migliore fra
noi due!
Migliore in che cosa? chiese l'altra confusa.
L'ho vista Zoe... Ho visto il colore della tua anima, quale potere sei in grado di generare con il
tuo inconscio... singhiozz Flame.
Scoppi a piangere, ferita nell'orgoglio. Caparbia in tutte le cose in cui si cimentava, aveva
sempre vissuto una competizione del tutto personale con Zoe, convinta di essere meglio
dell'amica sotto ogni punto di vista, sfoggiando al mondo la sua superiorit.
Durante la trance induzione, tuttavia, la ragazza aveva capito quale forza possedesse l'amica e
quanto lei fosse infinitesimale dinanzi alla straordinaria energia che Zoe aveva nel profondo
della sua anima.
Quando entrambe riaprirono gli occhi, si ritrovarono in una stanza bianca, con morbidi cuscini
sotto le loro teste e uno strano odore di disinfettante nell'aria.
Ah, finalmente vi siete svegliate. disse una voce alla porta, Pensavamo che non vi
sareste pi riprese, meno male... sorrise la donna avvicinandosi.
Miss Mallister prese una sedia, mettendosi in mezzo ai due letti, sempre con quell'aria stanca
che caratterizzava i tratti del volto.
Vi trovate al centro medico di Greenwood, del quale sono la primaria, per cos dire. Come vi
sentite?
Stanca... rispose Flame sbuffando.
Affamata... gorgogli lo stomaco di Zoe.
Capisco. Sono due giorni che vi trovate qui; le flebo che avete ai polsi non riempiono lo
stomaco, purtroppo per voi. sorrise la donna.
Due giorni? biascic con la bocca impastata Zoe.
S... Siete state fortunate ragazze. Se fossimo arrivati con qualche minuto di ritardo non
saremmo riuscite a salvarvi. Fortunatamente, un vostro compagno dalla voce stridula corso da
me urlando che c'era stato un incidente. Quando siamo arrivati coi paramedici vi abbiamo
trovate prive di sensi, con le pupille rivolte all'indietro e scosse da tremori. Il ragazzo che era
rimasto con voi per un discreto elettrocineta. Senza amplificatore riuscito a trasmettervi
delle leggere scosse elettriche, in modo che n il cuore n il cervello potessero fermarsi
completamente. Senza di lui sareste morte signorine...
Guard prima Zoe poi Flame, ambedue con un'espressione meravigliata.
Per tre giorni, con una tenacia senza pari, Day aveva proseguito il suo viaggio verso nordovest, nel disperato tentativo di raggiungere la citt di Laoh prima che la Milizia raggiungesse lei.
Rimasta senza lo scooter prestatole da Zoe, distrutto dall'attacco di un cerbero strisciante, aveva
attraversato a piedi tutta la fascia di conifere presenti nella parte meridionale di Redwood,
cercando di rimanere sempre nascosta alla luce del sole e muovendosi prevalentemente di
notte, con la luna come unico riferimento.
La mappa olografica che portava nello zaino, infatti, aveva subito alcuni danni
apparentemente irreparabili, come la semi distruzione dello schermo 3d. Questa scocciatura
impediva all'angelo di verificare chiaramente dove fosse e molto spesso era costretta a fermarsi,
in attesa che il tragitto percorso si aggiornasse e le mostrasse la direzione giusta.
Come lo zainetto e la mappa, anche l'angelo portava sulla propria pelle i segni del devastante
incontro con il cerbero ma, fortunatamente, era riuscita ad allontanarsi sulle sue gambe, proprio
quando il vermone veniva torturato dagli uomini di New-Lejia. La forza dello scontro col mostro
l'aveva non solo tramortita, ma anche ferita.
Il brutto graffio rimediato durante la fuga si era rivelato un taglio molto profondo all'altezza
del gomito, costringendola a legare attorno all'osso una canotta sudicia, per impedire al sangue
di gocciolare copiosamente. In poche ore tuttavia il bendaggio si era intriso, formando grosse
macchie marroni sotto il nodo che si era stretta al braccio.
Le dita della mano destra erano intorpidite e violacee ed iniziava a sentire un fastidioso
formicolio correrle lungo il palmo.
Prima di cambiare la fasciatura, sciacqu il taglio con acqua cicatrizzante, ma il liquido poteva
ben poco contro una ferita cos estesa e l'impossibilit di utilizzare il braccio la mandava in
bestia. I tre orecchini che portava all'orecchio destro, inoltre, si erano spezzati quando la sua
testa si era scontrata con il tronco di un albero, causando lo strappo di due buchi che si erano
gonfiati a dismisura. Poco sopra l'abrasione rimediata sulla fronte aveva invece un piccolo
taglio, all'altezza dell'attaccatura dei capelli, che aveva richiesto un altro intervento dellacqua
pi preziosa che avesse in quel momento, nonch l'unica.
Se tutto ci non fosse stato gi sufficiente, Day respirava a fatica, come se avesse qualche
Gir il capo verso l'acqua, la sua unica speranza. Ne sent quasi il profumo, mentre allungava
una mano per immergerla. Era freschissima!
Maledicendosi, strisci, cercando con i piedi un appoggio per spingersi pi in l. Trov
manforte in un grosso tronco marcio e gonfio, sdraiato vicino a lei. Con un ultimo, immenso
sforzo arriv all'acqua, entrando con tutto il busto. Inghiott voracemente qualunque cosa,
compreso il fango smosso dal braccio ferito, penzolante sul fondo. Il suo corpo riacquist vigore
in un attimo, come se fosse stato immerso nell'ambrosia.
Gatton in avanti, entrandovi completamente. Il taglio al braccio si fece sentire con una
lancinante fitta e la ragazza, cercando di lavare il sangue raggrumatosi sulla fronte, sent la pelle
scottare.
Le ferite subite non solo l'avevano devastata, ma il brutto squarcio si era infettato, scatenando
una febbre molto alta. Si mise in ammollo, poggiando la testa ad un sasso che sbucava
dall'acqua. La temperatura del fiume era abbastanza bassa da rendere sopportabile la febbre,
ma un altro problema le impediva di gioire: le costole sembravano spezzate e respirare stava
diventando un'agonia.
Alz la canottiera fino al seno, tastandosi delicatamente intorno alla zona fratturata. La pelle
in quel punto era diventata violacea e pressoch insensibile, eppure il solo sfioramento delle
dita la fece sussultare nuovamente. Bel problema del cazzo...
Da quel poco che riusc a sentire tramite il gonfiore, la frattura doveva essere composta,
perch in caso contrario avrebbe gi dovuto avere un'emorragia interna causata dal
perforamento e dal collasso di un polmone.
Il dolore, invece, era concentrato in pochi centimetri di carne sotto il seno sinistro.
"Meglio qualche costola che una gamba..."
Rimase l, immobile, respirando faticosamente, con la consapevolezza che il giorno successivo
avrebbe dovuto proseguire ad ogni costo.
Alle prime luci dell'alba, dopo aver controllato la mappa olografica, Day opt per camminare
lungo la sponda del fiume per tutto il giorno. La corrente dell'acqua era pi intensa, segno che il
terreno, almeno nel letto del fiume, aveva cambiato pendenza. La zona che stava
attraversando era diversa dal tipico scenario che si era lasciata alle spalle. Attorno a s, l'angelo
era circondata da numerosi cespugli, alti quasi quanto la ragazza, ricchi di more e bacche
selvatiche, prelibatezze che non aveva ancora incontrato finora.
La direzione era quella giusta, nord-ovest e, se il fiume non avesse deviato dirigendosi altrove,
Day avrebbe avuto come compagni di viaggio i preziosi frutti che l'acqua permetteva di crescere.
Riemp nel giro di un'ora lo zaino malconcio con tutto ci che si presentava commestibile,
ingozzandosi e attingendo a piene mani dalla sacca ogni qual volta si imbatteva in nuovi alberi
da frutto.
I vestiti che indossava erano gli stessi da giorni, laceri e maleodoranti, con macchie di sangue e
fango, appesantiti dallo sporco e intrisi d'acqua. I suoi movimenti erano goffi e discontinui e
sembrava che tutte le ossa del corpo fossero state schiacciate da un macigno.
Di tanto in tanto si fermava sul bordo dell'acqua a riposare, con i piedi in ammollo nella
piacevole danza del fiume. Il taglio al gomito non smetteva di tormentarla, ma se non altro la
febbre era scemata.
In un tratto particolarmente scuro e ricco di vegetazione, si imbatt in alcuni cespugli con
foglie grandi e lucenti. Riconobbe alcune variet di piante dalle capacit curative, ma la sua
esperienza come botanica era troppo superficiale per approfittarne. Strapp comunque qualche
arbusto e lo mise nello zaino: una volta trovato riparo per la notte avrebbe deciso cosa farne.
Il resto della giornata trascorse tranquillo, con Day stremata nel corpo ma rivitalizzata nello
spirito, pronta a raggiungere la citt di Laoh in poche ore.
Secondo la mappa 3d infatti, avrebbe dovuto imbattersi nel cancello della citt il giorno
successivo, dopo aver abbandonato il corso del fiume; Il quale, al contrario dell'angelo, avrebbe
virato verso sud, per poi scomparire oltre una serie di valli brulle.
Come rifugio, quella notte la ragazza ebbe la fortuna di potersi rannicchiare sotto le fronde di
uno splendido salice, con i rami pi bassi che si protendevano a raggiera, talmente lunghi da
accarezzare l'acqua. La testa era ancora dolente a causa del graffio sulla cute e dell'orecchio
infetto, cos consum la sua cena a base di foglie di salice e frutta, per lenire l'emicrania e
scongiurare un anomalo innalzamento della febbre.
Ancora un giorno... Solo uno e raggiunger Laoh... Speriamo che la Milizia mi dia ancora un
po' di tregua.
Si appoggi al tronco ricurvo, guardando attraverso i rami la luna riflettersi sull'acqua.
Se non avesse avuto il mondo alle calcagna, le sarebbe piaciuto rimanere l per sempre,
solamente per poter ammirare quelle linguette luminescenti scorrerle davanti ai piedi. La realt
era ben diversa, purtroppo...
Una volta a Laoh, Day avrebbe dovuto rischiare il tutto per tutto, cercando un modo per
attraversare l'oceano, verso il continente Ovest. E il suo cammino non si sarebbe fermato sulle
sponde del continente, anzi.
Spulciando la mappa, prima ancora di partire, aveva visto che salpando da Laoh le destinazioni
possibili sarebbero state due, perfettamente equidistanti tra loro: Villya e Great Sand. La prima
era una piccola localit costiera dedita al commercio, una sorta di Peach-City molto pi rustica e
con la met degli abitanti. La seconda, invece, era una sorta di primo vero passo verso il
continente, una citt costruita nel punto in cui la bianchissima sabbia dell'ovest incontrava il
mare, una roccaforte tra l'oceano bianco alle sue spalle e l'infinito azzurro di fronte ad essa.
Graet Sand era una di quelle citt dove gli angeli non erano ben visti e spesso i malcapitati si
ritrovavano sbattuti in celle d'isolamento senza nemmeno sapere perch. Nessun cittadino
umano sembrava preoccuparsi di quel comportamento incivile e, se anche avessero avuto da
ridire, non avrebbero trovato il minimo aiuto nelle autorit competenti.
In fondo, gli angeli erano angeli, sub-umani che portavano solo rogne a chiunque li
accogliesse!
Day non conosceva molto delle citt del mondo, tranne qualche nozione pervenuta le dalla
sua precedente vita ma una cosa era evidente: dopo mille anni, tutto era cambiato e molte citt
che una volta conosceva ed aveva visitato ormai erano solo sabbia nel vento.
Un po' come Lejia...
Dell'isola, gli umani dicevano che solo il blocco su cui venne fondata Ataris era sopravvissuto e
la ragazza non vedeva l'ora di accertarsene di persona, una volta raggiunta Ialina, citt abitata da
angeli, sotto il protettorato della milizia di Ataris, costruita proprio sulle fondamenta della citt
delle meraviglie, ai piedi degli immensi alberi eterni.
Cosa aspettarsi da Ialina era difficile immaginarlo. L'idea che una citt portasse il suo nome
non le piaceva affatto, anche se probabilmente il ragionamento di Zoe non era sbagliato. E' solo
una coincidenza. Ialina il nome del quarzo rosa, aveva glissato l'amica.
All'angelo per sembrava molto singolare come coincidenza. Perch chiamarla proprio Ialina?
A questo l'amica non aveva saputo rispondere, ammettendo che non visitava la cittadella da
anni.
Day stava diventando paranoica comunque e l'innalzamento della febbre non la aiutava
affatto. Le foglie di salice potevano ben poco contro la sua emicrania e le erbe strappate
durante il giorno erano pressoch inutilizzabili senza un recipiente per bollire l'acqua.
Inizi ad aver freddo, scossa da piccoli brividi incontrollabili che venivano e scomparivano nel
giro di pochi secondi. Esausta, alla fine si lasci andare contro il tronco dell'albero, ascoltando il
rumore dell'acqua graffiata dalle sue fronde. L'aria era umida e fresca, piena di profumi delicati,
con cespugli pieni zeppi di rose sull'altra sponda del fiume, divenuto molto pi stretto e meno
profondo in quell'angolo di paradiso.
La famiglia di Uryel all'epoca degli arcangeli aveva concesso il proprio nome alla citt di
Kraisen, ma era stato un gesto di amore della popolazione locale, non il frutto della casualit.
Krasen era il nome della sua dinastia e Kraisen quello della citt. L'arcangelo aveva inoltre scelto
come propria dimora sulla terra ferma proprio Kraisen, prima che Azrael la distruggesse in un
impeto di rabbia.
Ma quella era un'altra faccenda...
Day batt i pugni sul terreno nervosamente, ma il gomito destro le lanci un segnale ben
chiaro e lei, con le lacrime dal dolore, chiese scusa al proprio braccio. Troppi pensieri le
frullavano in testa e la ragazza ne era esasperata. Si alz per riempire una borraccia, scostando
alcuni rami che la separavano dall'acqua.
Il giorno successivo sarebbe arrivata a Laoh.
Forse l, dopo essersi fatta medicare il braccio e le costole, avrebbe avuto le idee pi chiare sul
da farsi.
Ialina... Ma che senso ha chiamarla Ialina? Dannazione, cos' che non va in me?!
Abbandon quel cruccio, ricacciandolo in fondo alle sue priorit.
La sua tabella di marcia aveva subito un ritardo siderale a causa del malcapitato incontro con
la Milizia e il cerbero e, senza scooter, il tragitto da percorrere era sembrato infinito. Non era
ancora terminato, certo, ma pregustava gi il ritorno alla civilt, seppure umana.
Si raggomitol fra le radici, usando come cuscino l'ultima canotta pulita rimasta. La testa
pulsava ancora, ma la stanchezza fisica era tale da farle dimenticare qualsiasi altro dolore. Pens
ad Anthony, chiedendosi se il vecchio armaiolo fosse riuscito ad abbandonare Peach-City.
Quando lei gli aveva raccontato tutto, dal suo passato di arcangelo all'incontro con la Milizia,
l'uomo era rimasto incredulo e sinceramente addolorato. Nonostante le accuse affrettate di
Day, il signor Deprouix si era mostrato molto premuroso, ed era stato lui stesso a suggerirle le
mosse da compiere, prima che i soldati di New-Lejia la trovassero.
L'angelo non era mai stato tenuto nascosto dal vecchio, anzi. Spesso era proprio Day a recarsi
presso i luoghi degli scavi nel continente Centrale, perch pi pratica e inflessibile negli affari
rispetto al suo capo. Nessuno dei due aveva per tenuto conto delle possibili complicazioni e
adesso, costretti a fuggire dalle loro case, se ne erano resi conto.
Me ne andr a Sud, io, le aveva detto l'antiquario, non vorrei che mi venissero a cercare
per torturarmi..., le aveva detto.
Prima che Day partisse per quella assurda traversata continentale, Anthony le aveva dato
cinquecento Kibly per il viaggio in mare e altri cento per affittare un mezzo di trasporto che la
portasse a Ialina. Da l in poi sarebbe stata la milizia di Ataris, sotto la guida del padre di Flame,
ad occuparsi della sicurezza dell'angelo.
Il vecchio signor Deprouix le sarebbe mancato moltissimo. Negli ultimi tre anni l'aveva trattata
come una figlia, mostrandole un affetto che la ragazza aveva dimenticato fin troppo presto,
quando la madre scomparve e il padre perse la testa.
Ho accusato l'unico che mi ha sempre aiutato, oltre a Zoe... Sono una stupida... una stupida
impulsiva...
Si addorment con quell'ultimo pensiero, piangendo nel sonno, conscia di aver perso la sua vita
Quella notte Day sogn tutte le persone a lei care. Tutte in un unico, immenso salone...
Le pareti erano chiare, color panna e avorio, decorate da splendidi intarsi ramati e nicchie
dalle composizioni floreali. Colonne intagliate finemente e pilastri scanalati dipinti d'oro in ogni
angolo facevano da contrasto a grandi finestre ad arco, lasciando che la notte ammirasse quello
spettacolo e la luna lo invidiasse, illuminando con i suoi pallidi raggi una magnifica balconata con
fontane interrate.
Dal soffitto piovevano dei raffinati lampadari, non di vetrunvite, ma di cristallo dalle tonalit
pi accese. Alcuni erano rosati, altri bianchi e altri ancora color ambra. Ogni lampadario era
unito ad altri attraverso sottili trame di diamanti che splendevano colpiti dalla luce, proiettando
sulle pareti e sul soffitto la propria luminescenza, con bellissimi giochi cromatici. Il pavimento
era formato da lastre di marmo pregiatissimo, con piccole increspature nerastre su sfondo
grigio-bianco.
Al centro della parete principale invece, una lunga scalinata di granito era vestita di velluto
rosso, conducendo in un luogo misterioso che Day non riusc a cogliere.
Il salone era immerso in una dolce musica, fatta di violini e violoncelli. Quattro musicisti
suonavano vicino alla scalinata, comodamente seduti su un palchetto, mentre eseguivano alla
perfezione alcuni spartiti davanti a loro. Tutti gli ospiti ballavano, assecondando il ritmo della
musica.
Ciononostante, un vistoso chiacchiericcio stava salendo prepotentemente: i presenti
aspettavano con grande curiosit un evento in particolare, ma fu impossibile per l'angelo
comprendere di cosa si trattasse.
Le donne indossavano scarpe col tacco e gioielli vistosi, mentre gli uomini erano in abito da
gran gala. Alcuni ospiti sfoggiavano fiori all'occhiello, prevalentemente bianchi, con la sola
eccezione di un uomo, che Day non riconobbe immediatamente, il quale portava un giglio
rossastro.
L'angelo vedeva tutto, ma non era fisicamente l. Si muoveva fra le persone ed ognuna di loro
aveva avuto un significato speciale per lei, mille anni prima come ora. Improvvisamente cal il
silenzio e i presenti si fermarono, alzando lo sguardo verso la cima delle scale.
In mezzo alla pista da ballo, la ragazza riconobbe l'uomo dal giglio rosso: era suo padre Coral,
accompagnato dalla madre, stretti in un morbido abbraccio, mentre con trepidante attesa
guardavano anchessi davanti a loro.
Day rimase basita. Suo padre aveva l'aspetto che lei ricordava avesse da giovane, prima che i
tragici eventi della dinastia Ialin lo indebolissero. In quell'occasione era molto elegante, con uno
smoking nero e l'aria fiera che lei aveva tanto ammirato da fanciulla. Metra invece era
semplicemente stupenda, con un bellissimo abito lungo rosso-scuro, cos come le ciocche di
capelli che le incorniciavano il viso e il trucco leggerissimo sulle labbra. Sullabito, allaltezza del
seno sinistro, portava un giglio bianco.
I coniugi si tenevano le mani, pronti a vedere qualcosa di prodigioso.
Continuando il suo girovagare, Day intravide Zoe, intenta a rimpinzarsi da uno sconfinato
tavolo da buffet. Anche l'amica era molto bella, seppur eccentrica come sempre, con un vestito
che le fasciava il corpo dal seno alle ginocchia di color bianco panna. Sul seno sinistro portava
una spilla d'oro, una piccola fiamma stilizzata su fondo bianco. Di fianco a lei, Flame la invitava a
mollare il piatto per avvicinarsi alle scale. L'elettrocinetica era molto sensuale: indossava un
vestito molto simile a quello di Zoe, ma grigio perla. I capelli erano raccolti in una complicata
pettinatura, con ciocche che le accarezzavano la fronte e una frangia laterale. Ai piedi indossava
delle scarpe dal tacco vertiginoso, che slanciavano ulteriormente la sua sinuosa figura. Le due si
allontanarono dal tavolo, abbandonando un piatto ricolmo di cibo. Sei sempre la solita,
sorellina..., pens Day.
In mezzo alla folla distinse uno ad uno tutti i presenti. Vide Anthony, in un semplice e distinto
vestito nero; le sue ancelle, Mira e Kira, che indossavano lo stesso abito blu scuro con elaborati
fronzoli sulle spalline. Vide Bloue e Daren, i suoi capitani d'armi quando ancora aveva un
esercito ai suoi ordini e il maestro d'armi Liw, tutti con il naso all'ins, ansiosi di poter vedere
quello che tutti stavano aspettando. C'erano perfino i coniugi dell'Est, Willy Vela d'argento e
Wilma Merry, in raffazzonati vestiti color mogano e lilla, la mano di lei nella mano di lui, orribili
ma dolcissimi allo stesso tempo.
L'angelo si ferm sopra la folla: se qualcosa stava per succedere, sarebbe stata la prima a
vederla!
Si spost dunque verso la scalinata, salendola velocemente senza nemmeno sfiorarla.
In cima, una spessa tenda di velluto scuro le impediva in qualsiasi modo di sbirciare oltre.
Prov a smuoverla in qualsiasi modo, ma non ci fu niente da fare, sembrava infinita...
La tenda si scost di colpo, sorprendendola, e una figura usc dall'oscurit verso le vivide luci
del salone. Rimase scioccata nel ritrovarsi faccia a faccia con se stessa.
La sua percezione dello spazio cambi in un lampo, ritrovandosi nel suo corpo mentre
lentamente scendeva i gradini. Tutti rimasero in silenzio, estasiati da quell'incantevole visione.
Il suo vestito era un intricato intreccio di sete bianche e nere senza spalline, che le avvolgeva il
seno e la vita in strette fasciature oblique per poi aprirsi in uno strascico lunghissimo ai suoi
piedi. Scendendo, sollev leggermente la gonna per agevolarsi, accorgendosi quasi casualmente
di indossare scarpe con un tacco molto alto, cosa che nella realt aveva sempre detestato.
I capelli erano raccolti in ciocche arricciate che scendevano delicatamente fino al collo, mentre
uno dei due ciuffi viola le sfiorava una spalla. Portava un diadema molto elaborato, con una
goccia di Lavulite al centro, dello stesso viola dei suoi occhi.
Scese le scale con la regalit di una principessa, mentre tutti i presenti l'ammirarono senza
parole.
Una voce pronunci il suo nome, Signore e Signori, il Pontefice dell'isola di Lejia: Daysel
Ialin.
La ragazza si guard attorno stranita, ma non riusc a scorgere l'uomo che l'aveva annunciata.
La musica ricominci soffusamente e molti ospiti ripresero a ballare. Il padre e la madre la
raggiunsero sorridenti. Sei bellissima Daysel esord lui.
Metra aveva gli occhi lucidi e cercava di nascondere l'emozione davanti alla figlia. S... Sei
bellissima! disse commossa.
Day in verit era alquanto perplessa, Ha detto Pontefice? Non capisco... disse guardando
Coral.
Lui rispose con un largo sorriso benevolo, E' quello che sei, no? Sei tu la nostra guida.
La ragazza ebbe un fremito, preoccupata da quello strano ambiente e da quelle parole dette
dal padre.
Scusate... si affrett a dire, camminando a passo svelto verso la balconata.
Daysel tutto bene? chiese la madre. Ma lei non pot sentirla, inghiottita dalla confusione.
L'angelo cerc di uscire allaperto velocemente, ma ad impedirglielo c'erano molte persone
La gente aveva ripreso a ballare come niente fosse e il brusio di sottofondo si mescolava con la
musica, isolando i due all'esterno. Lui incresp le labbra, quasi stizzito da quelle presenze
mentre Day lo fissava ammutolita. Azrael alz una mano, sfiorando la guancia della sorella che
aveva gli occhi sbarrati dalla paura.
Sorrise, gelando ancor pi il sangue della ragazza.
Alla fine... Sei diventata tu la nuova Pontefice. Non forse quello che hai sempre
desiderato?
Io... No, Azzy... Lo sai, non era questo il nostro destino...
Una lacrima le scese sulla guancia, fermata prontamente dalle dita di lui, un tocco leggero
come seta.
Oh s invece... ribatt.
Alz l'altra mano, con il palmo rivolto all'ins. I suoi occhi brillarono per un secondo, prima che
il salone iniziasse a tremare, scosso da un terremoto violentissimo. Dall'interno, un coro
convulso di grida si alz da ogni angolo, mentre la gente inizi a correre senza una vera
destinazione, accalcandosi l'una addosso all'altra. Dal soffitto i primi pezzi di intonaco caddero,
alzando una spessa polvere biancastra.
Questo solo l'inizio... Presto verr da te... le sussurr lui all'orecchio.
La sala da ballo croll su se stessa, inghiottendo le grida delle persone bloccate sotto le
macerie.
Azrael scomparve davanti agli occhi increduli di Day, pietrificata dalla paura e incapace di
reagire.
gelatinosa patina al plasma per impedire, come a P-C e a qualsiasi altro angolo del pentagono
verde, che le creature di Redwood uscissero allegramente dai confini della foresta, con il rischio
di attaccare le citt limitrofe.
L'ultima difesa prima di Laoh, per, aveva un sistema piuttosto antiquato di riconoscimento
animale. Sulla colonna di destra, infatti, uno schermo digitale leggeva le impronte digitali,
permettendo agli umani di entrare ed uscire. Un sistema ormai desueto, sostituito da led
luminosi che distinguevano creature da esseri umani e angeli negli altri cancelli.
Alz le spalle, poggiando una mano sullo schermo. Questo coso non avr mica le mie
impronte, no?
I dubbi di Day furono fugati all'istante. Il plasma vibr, permettendo all'angelo di attraversare
incolume il cancello. Di fronte a lei c'erano ancora una quindicina di chilometri, tutti in linea
retta, prima di raggiungere finalmente Laoh.
Con l'animo inquieto e le gambe stanche, soppes lo zaino sulle sue spalle, andiamo Day !, si
incoraggi.
Zoe e Flame erano state finalmente dimesse dal centro medico, dopo tre giorni di riposo
forzato. L'elettrocinetica aveva le braccia incerottate per via di una leggera ustione, provocata
dall'enorme accumulo di energia elementale di fuoco nel suo corpo. Alcune ciocche di capelli si
erano strinate con le fiamme e la ragazza, rassegnata, aveva deciso di tagliarle, optando per una
nuova pettinatura senza frangia, con ciuffi ai lati simili a penne di corvo.
Zoe, al contrario, non aveva riportato nessun danno fisico, ma si sentiva tremendamente in
colpa per gli avvenimenti che avevano coinvolto l'amica. Cos, si decise a raccontarle tutto,
sperando che Flame capisse e la supportasse.
Tranquilla. l'aveva rassicurata lei, Ora che non sono pi la numero uno, mi impegner al
massimo per raggiungerti!
La sua reazione era stata pi matura di quanto Zoe si aspettasse, anche considerando
l'orgoglio della ragazza, abituata ad essere elogiata in qualsiasi sua affermazione personale.
All'uscita dal centro furono accolte da tutta la classe, ad eccezione di Shara e Conbry,
impegnate a rifare le valigie per trasferirsi a loro spese in un altro appartamento. Con quelle due
stramboidi non volevano pi aver niente a che fare!
Dalle facce tese per, Zoe cap che anche il resto dei compagni aveva qualche riserva su lei e
Flame. Le salutarono con sorrisi freddi, abbassando lo sguardo ogni qualvolta si sentissero
osservati, mentre Miss Dawson intratteneva la truppa con frasi di rito, rincuorata nel vedere le
ragazze in piedi sulle loro gambe.
Non appena vi sentirete pronte, vi aggiorner sugli esercizi fatti dai vostri compagni. Ma non
preoccupatevi, la vostra priorit di rimettervi al cento per cento. Intesi?
Noi siamo gi pronte... rispose Flame, E non vediamo l'ora di ricominciare. Dico bene
Zoe?
L'amica stava studiando il comportamento degli altri, innegabilmente timorosi nei suoi
confronti, e non si accorse di essere stata interpellata. Zoe? la incalz Flame.
Come? Oh s s, vogliamo recuperare il tempo perso professoressa.
Ticchettando e scorrendo sullo sfondo olografico, Zoe cercava in lungo e in largo un punto
isolato della foresta, in modo da non aver nessuno tra i piedi durante gli esercizi.
Punt dritta verso sud, ma si accorse che in quell'area la recinzione di Greenwood subiva una
depressione strana, assumendo un angolo retto che limitava la sua personale idea di campo
aperto.
Scorse le dita verso ovest allora. Purtroppo, anche in quel caso non ebbe fortuna perch la
mappa mostrava parecchi punti azzurri e blu, ovvero le stazioni termali, piccoli laghetti che
venivano drenati fino alla parte abitata dell'area protetta. Sarebbero potute andare anche in
quella direzione, ma la forte presenza di zolfo nel sottosuolo la fece desistere.
Le zone sulfuree sono caldamente sconsigliate per esperimenti di pirocinesi...
Ed est sia! disse alla fine trionfante.
Cosa dice la mappa? chiese Flame.
Lei mosse l'indice su e gi percorrendo grosse chiazze verde scuro. Alberi... Tanti alberi.
Dopo una ventina di minuti, il mondo sembr essere ritornato nuovamente al suo stato brado.
Il bosco nel quale erano entrare era rigoglioso di piante dalle chiome lussureggianti e cespugli
ricchi di bacche rosse, blu e nere.
Zoe ne mangi in gran quantit, senza distinguere quelle velenose dalle commestibili,
ignorando i consigli di Flame.
La tua ingordigia ti coster cara prima o poi... fu il commento dell'elettrocinetica.
Giunsero ad un grande avvallamento, con alberi contorti dai rami bassi che scendevano
fittamente, fino a renderli indistinguibili gli uni dagli altri.
Scesero lungo un sentiero poco battuto, con alti ciuffi d'erba che solleticavano i polpacci di
Zoe.
Flame segn su un tronco una X, servendosi di un sasso dagli spigoli ben marcati. Al ritorno
avrebbero avuto bisogno di qualcosa di riconoscibile, data l'insipienza geografica di tutte e due.
In quella selva sembrava decisamente pi caldo che in cima, nonostante il sole fosse poco
presente a causa delle spesse frasche sopra le loro teste. Il terreno era pi morbido e nell'aria si
respirava un'umidit quasi soffocante. Una goccia di sudore scivol sul naso di Zoe, che si
asciug afferrando un angolo del pareo.
Ecco come insudici quegli stracci... disse Flame passandosi una mano sulla fronte per
asciugarsi a sua volta.
Ah, ah, molto simpatica. Tu invece come stai con quei pantaloni lunghi? Vuoi che ti presti i
miei
shorts?
No, grazie. Sto benissimo cos! rispose impettita l'altra, grattandosi un braccio fasciato.
Potendo scegliere avrebbe tolto volentieri le bende, se non fosse stato per delle fastidiosissime
zanzare che le avevano gi punto i gomiti, ma che non sfioravano minimamente la pelle di Zoe.
Camminarono in discesa per un po', mentre lo spazio si faceva pi stretto e buio. Flame si
chiese dove la stesse portando l'amica, impegnata ad armeggiare freneticamente con la sua
mappa.
Quest'ultima inciamp in un sasso, rischiando di cadere in un cespuglio di spine. Si aggrapp
ad un tronco sbilenco ricoperto di muschio, sradicandone una gran quantit e ritrovandosi la
mano sporca di terriccio.
Sei una frana! la schern Flame, Si pu sapere dove accidenti stiamo andando?
Ancora un po' di pazienza e ci arriveremo. Ho visto qualcosa sulla mappa e sono curiosa di
vedere se c' davvero...
Se c' cosa?! chiese l'altra isterica.
La mappa indica una chiazza grigia in mezzo a questa valle. Credo ci sia un edificio...
Flame si inalber, dando uno spintone a Zoe. Mi stai trascinando in un'altra delle tue
stramberie, non voglio andare in esplorazione. Abbiamo altre cose da fare.
Zoe invit Flame ad avvicinarsi, per osservare il plinto della colonna davanti a loro. Vedi?
Alla base dell'imponente pilone una piccola incisione scolpita nel granito recitava: Shiryel,
nella vecchia calligrafia angelica.
Queste colonne sono state costruite ai tempi di Lejia. Shiryel era un arcangelo... disse Zoe
guardando Flame. L'amica era stupita dalle sue conoscenze extra-scolastiche, ma cerc di non
mostrarsi troppo invidiosa.
Insieme, strapparono tutte le erbacce alla base delle altre colonne. Su ognuna era inciso il
nome di un arcangelo: sulla prima Enyel, sulla seconda Shiryel, sulla terza, particolarmente
rovinata dal tempo Odryel e cos via; fino alla penultima colonna, la pi rovinata di tutte.
Il fusto era scavato da un lato e l'intero pilastro sembrava incerto. La parte superiore era piena
di crepe e alcuni frammenti grossi come pugni erano caduti al suolo, rendendo instabile il
capitello, intagliato diversamente rispetto agli altri, con motivi floreali.
Zoe avvert una scossa elettrica attraversarle la schiena nel leggere l'incisione emersa tra le
foglie d'edera.
Metra...
Me... Metra? chiese Flame accigliata.
La madre di Day... rispose quasi sussurrando.
Si rimise in piedi, l'aria corrucciata e un sacco di domande in testa. Perch queste colonne si
trovano qui?
L'ottavo pilone sembrava pi massiccio, con intarsi pi profondi e con un plinto maggiormente
rialzato.
Nella fasciatura a spirale il quarzo era quasi completamente saltato, anche se avvicinando
l'occhio Zoe vide delle piccole schegge rosa tendente al viola. Come per le altre, anche da quella
colonna riuscirono a togliere quelle fastidiose erbacce serpentine.
La scritta questa volta non era un nome come nelle colonne precedenti, ma una frase.
Pressoch intatta, con piccole crepe sulla terza e quarta parola, le parole erano scritte anch'esse
nella calligrafia di Lejia, leggermente diversa da quella degli umani. Alcune lettere erano deformi
rispetto all'alfabeto usato normalmente sulla Terra, ma la frase era facilmente comprensibile.
Bianca l'anima come rosso il sangue? Che vuol dire?! sbrait isterica Flame
guardandosi attorno.
Zoe ci pens un po', cercando di ricordare se Day gliene avesse mai parlato.
Alla fine, scosse il capo in senso negativo. Non lo so. Forse una sorta di motto angelico, ma
credo che Day non me ne abbia mai accennato...
Sbuff, arrabbiata. Le scocciava molto non saper dare un significato a quelle parole, ma ancor
di pi non capiva per quale motivo otto colonne in granito si trovassero in mezzo alla foresta,
dimenticate da tutti.
Premette il pollice sullo schermo della mappa olografica, proiettando la visuale 3d.
Flame... Guarda qua... disse scorrendo col palmo l'immagine.
Flame si avvicin, Cosa succede adesso?
Siamo uscite dall'area protetta... Questa Redwood, non Greenwood. E queste colonne non
possono essere la macchia grigia che ho visto prima... sentenzi Zoe. Con un colpo dell'indice,
allarg la proiezione, zoomando. L'area che aveva visto prima si ingrand a dismisura, lasciandole
tutte e due senza fiato. In un angolo della mappa, distanti un centinaio di metri dalla chiazza
quadrata, videro otto puntini, le otto colonne che avevano davanti.
Ah... disse stupita Zoe, Quella cosa si trova a nord, in quella direzione.
Dovremmo rientrare invece... Questa zona fa gi parte di Redwood, vuol dire che abbiamo
superato le recinzioni. Zoe, pericoloso qui. l'avvert Flame.
Ma non possiamo fermarci adesso. Guarda... indic col dito sulla mappa, E' qui vicino.
delle due.
Flame precedette l'amica, aggrappandosi ad una radice sporgente per non perdere l'equilibrio,
mentre Zoe saliva quasi a quattro zampe, avanzando goffamente.
Giunsero con qualche difficolt al cospetto di quella mastodontica costruzione, studiandone
ogni singolo scorcio.
Zoe not che il pavimento era in quarzo, di un colore cos scuro da sembrare granito.
Nonostante il tempo, le piogge, l'erosione e le erbacce, la sua immagine si rifletteva ancora in
quelle piastrelle grigio-nero.
Flame le indic alcune nicchie sul fondo oltre le macerie, C' qualcosa l!
Le nicchie erano cinque, tutte della stessa grandezza ad eccezione di quella centrale, ampia il
doppio rispetto alle altre. Aveva un ripiano scavato nella parete, ma la sporgenza era
completamente distrutta.
Sul muro era inciso un nome, in carattere angelico: Shiryel
Forse inizio a capire... disse Zoe, Le Cattedrali angeliche venivano usate per tanti scopi:
avamposti militare, come magazzini ed alcune contenevano l'arsenale di terra di un esercito.
Questa invece, doveva essere un'abitazione, probabilmente quella di Shiryel. So per certo che
era uno dei sette arcangeli di Lejia ai tempi di Metra, la madre di Day. Me ne ha parlato proprio
lei, anche se non so molto su di lui.
Flame corrug la fronte, Continuo a non capire, perch una Cattedrale qui? Voglio dire, non
ci sono citt nei paraggi, la stessa Mangrove stata edificata dopo la caduta di Lejia... Perch
proprio dentro
Redwood?
Zoe scosse il capo, ne sapeva quanto l'amica. Forse viveva semplicemente qui. Day mi ha
raccontato che gli arcangeli avevano diverse Cattedrali sparse per il mondo. Le usavano un po'
per tutto... magari gli angeli stavano sperimentando qualcosa all'interno della foresta e per
questo hanno costruito qui quest'edificio...
Pu essere... comment Flame.
Si guardarono attorno. Ovunque volgessero lo sguardo c'erano macerie, muschio e rampicanti;
eppure quella costruzione dava ancora l'idea di imponenza, un'aria di straordinaria grandezza
che solo gli angeli avevano raggiunto.
Secondo te qualche cosa di Lejia rimasta in questo luogo? chiese Flame.
Difficile dirlo... Per so che gli angeli abbandonarono molti degli edifici sulla Terra prima
della Guerra. Credo che qualsiasi cosa ci fosse, belle che andata ormai... sospir Zoe.
Il suo bracciale GPS si illumin e subito dopo anche quello dell'amica.
E' gi ora di rientrare? si stupirono.
Ripercorsero la stradina di prima, evitando di camminare dove il pavimento era coperto dai
rampicanti, per paura che in quei punti le lastre di quarzo si aprissero in voragini sotterranee.
Domani torniamo qua, voglio scoprire tutto il possibile e parlarne con Day. Magari lei
conosce questo avamposto... si ripromise Zoe.
Abbandonarono la Cattedrale, lasciandola alle sue piante ed erbacce, per reimmergersi a loro
volta nella selva. Questa volta il percorso fu meno difficoltoso nonostante la salita. Girarono
vicino alle colonne, superarono il grande arco di pietra e risalirono velocemente, fino a
raggiungere la sommit della valle.
Zoe si ferm, guardando dall'alto la depressione ricoperta di chiome, ma non vide da nessuna
l'oceano. Aveva i capelli argentei, di una tonalit pi scura rispetto a quelli di Day, not la
ragazza.
I capelli degli angeli le erano sempre sembrati tutti bianchi. Al contrario, seppur di pochissimo,
differivano da persona a persona.
In mezzo a ciocche mal tagliate che sbucavano dappertutto, svettava una punta blu, dello
stesso colore degli occhi, proprio dietro l'orecchio destro.
Come Flame le aveva detto, Vlsh non era per niente magro, ma nemmeno un panda...
Giusto, cos lo defin nella sua testa Zoe, prima che lui notasse lo sguardo di lei gettandola nel
panico.
Ehm... Non ci siamo ancora presentati... le porse la mano, Mi chiamo Vlsh Joshua,
molto
piacere!
Lei rispose alla stretta di mano, strizzandogliela involontariamente. Piacere... Sono Zoe
Archontia...
Fece anche una sorta di inchino poco riuscito, rischiando di rotolare per terra.
Archontia ?! fece finta di non vedere lui, Sei anche tu di Ataris allora...
S. Io e Flame siamo cresciute assieme...
Lui si ferm, sorridendole estasiato. Quindi tu sei quella Zoe?! Flame perch non me l'hai
detto
subito? chiese all'amica comune.
L'altra si gir di scatto, con un terrificante ticchettio alle palpebre. Poi sput in terra e tir su
col naso, indifferente. Siete due imbecilli...
Diede loro le spalle e riprese il cammino, mentre i due si scambiavano convenevoli.
Flame dice che sei un ottimo meccanico. disse Zoe.
Il migliore della mia specie! si vant lui, invece tu sei la ragazza di fuoco, dico bene?
Lei annu, ma nei suoi occhi Vlsh intravide un velo di tristezza. Cosa c'?
Zoe scacci i cattivi pensieri, sorridendo. Niente! Scusami... Comunque s, sono una
pirocinetica.
Giunsero all'accampamento dopo una camminata di mezz'ora, cosa che Flame fece pesare al
ragazzo.
Ai piedi dell'aeronave, aveva montato una tenda singola, grazie ad un cavo che sporgeva dal
velivolo e che attraversava tutto lo spiazzo, fino ad arrotolarsi attorno ad un tronco.
Di fronte alla tenda, uno strano barattolo di metallo era poggiato su alcuni sassi, tutti della
stessa grandezza, in modo che stesse perpendicolare al terreno.
Cos' quello? chiese Zoe incuriosita.
Ah, quello... Era uno dei due propulsori di una slitta aerea. Il tizio che la guidava si
fracassato contro una montagna e di quell'apparecchio son riuscito a ricomporre solo quel
pezzo. Lo uso per scaldarmi il
cibo...
Si lasci le ragazze alle spalle, entrando nell'aeronave per cambiarsi.
Zoe contempl il velivolo per un po', fin quando non decise che quello era decisamente il
mezzo di trasporto pi strano che avesse mai visto.
La forma ricordava quella di una libellula, con un corpo centrale e ben quattro ali. Il tronco
consisteva in tre sezioni che poggiavano al suolo: la prima era chiaramente una cabina di
pilotaggio estratta da un altro velivolo e saldata al resto della fusoliera. Le altre due sezioni
invece erano quasi rettangolari, mentre la zona dei comandi aveva la forma di una sfera
aizzarlo e da quel momento abbiamo perso le sue tracce. Adesso qui per...
La citt?
Abbiamo bloccato ogni accesso ed ogni uscita. I miei uomini hanno occupato il porto nautico
e quello aereo, distruggendo le torrette di controllo e i fari. Nessuno pu in alcun modo entrare
o uscire senza nostro consenso. Il Ministero di Laoh ha offerto immediata collaborazione...
disse lei, Stiamo setacciando casa per casa, ma la citt grande. Ogni via di fuga le preclusa,
la troveremo; solo questione di tempo...
Ci fu un momento di silenzio interminabile. Dall'alto del ponte che attraversava la sala
comandi, Klara attendeva con trepidazione, affiancata da un sempre pi smunto Overjk, il quale
sarebbe scappato volentieri a nascondersi nei suoi alloggi piuttosto che rimanere l, immobile e
sull'attenti.
Maggiore... gracchi finalmente l'altoparlante, L'arcangelo la nostra priorit. Se le
maniere forti sono l'unico modo per stanarla, sa cosa deve fare...
Klara abbass lo sguardo, incupita. Le parole del Pontefice erano chiare: radere al suolo la citt
per farla uscire allo scoperto, cogliendo il minimo passo falso. Il nuovo mondo...
Come desidera, Signore. Entro domani le consegner la ragazza.
La comunicazione si interruppe e tutti nella sala principale tirarono un sospiro.
Il Pontefice emanava un'aura di assoluto controllo che rendeva ogni sua parola tagliente come
un rasoio. Solo Klara rimase imperscrutabile, osservando i lunghi ponti di pietra che
caratterizzavano Laoh dalla vetrata dello zeppelin.
Overjk si schiar la voce, Mia cara, si faccia forza. La storia riconoscer il suo immenso
contributo alla creazione del...
Stia zitto! lo interruppe lei, Se non avessi bisogno delle sue squadre di terra e dei suoi
mostriciattoli non sarebbe nemmeno qui. Faccia solamente ci che le dico, quando lo dico. Sono
stata chiara?
Lui rimase a bocca aperta, scioccato dalla reazione della donna, mentre Klara si avvi verso i
suoi alloggi senza degnarlo di uno sguardo.
La Milizia aveva un solo modo di porsi al resto del mondo: schiacciarlo come un tritacarne,
distruggendo qualunque cosa sul suo cammino. Klara per iniziava a dubitare che quella fosse la
scelta migliore. Olia, per esempio, era stata rasa al suolo per un capriccio, un solo ed unico
sbaglio, tentare di opporsi a New-Lejia.
Ma Laoh, la citt costiera, non aveva nemmeno avuto il tempo di commetterlo, uno sbaglio.
Se il nuovo mondo deve sorgere, che sorga in fretta... si disse.
Attravers un lungo corridoio vuoto.
La flotta d'attacco aerea da lei guidata vantava oltre duecento potenze di... di qualsiasi
energia elementale e lei stessa era una pirocinetica di grande talento ed esperienza.
Gli squadroni ai suoi ordini non viaggiavano sullo zeppelin, un mezzo troppo imponente per
non destare sospetti e difficile da manovrare in caso di attacchi repentini. Ai fianchi del velivolo,
scorse dagli obl una decina di Draft, pronti ad entrare in azione ad un suo minimo cenno.
Oltre ai comuni soldati, il Pontefice le aveva affidato anche alcune armi non convenzionali,
esperimenti tenuti sigillati per precauzione in grossi Sketch dalle pareti rivestite, che fluttuavano
attorno all'isola di New-Lejia senza mai attraccare. Queste armi particolari venivano testate sul
campo in situazioni estreme, quando la Milizia trovava maggiore resistenza ai suoi gi devastanti
attacchi. Al termine di un conflitto, una volta adempiuto al loro compito, le armi non
convenzionali venivano sigillate nuovamente negli Sketch appositi e abbandonati nel cuore di
Redwood.
Si sfior i gradi di Maggiore, fatti in vetrunvite e quarzo rosso. I suoi passi riecheggiarono nel
corridoio, accompagnando il ronzio nella sua testa. Fardelli troppo pesanti da sopportare.
Daysel Ialin... ripeteva cantilenante.
La fame non la preoccupava, era la Milizia a metterle ansia. E ne aveva tutte le ragioni!
Dalla finestra della camera, affacciata ad un vicolo ciottolato, era riuscita a scorgere alcuni
turni di ronda nella piazzetta di fronte alla locanda. Gruppetti di cinque Miliziani per volta,
armati fino ai denti con Blade-Shot ed amplificatori ai polsi: potenze di... addestrate, pronte a
sfogare i loro poteri sul primo angelo gli fosse passato sotto il naso.
Di notte scorgeva tra le nuvole alcune luci rosse, verdi e bianche. Draft e Sketch di New-Lejia,
aeronavi veloci e molto maneggevoli, in grado di sorvolare a bassa quota la citt, lasciando alle
loro spalle solo il fastidioso ronzio dei propulsori che riecheggiava lungo le vie del centro.
Devo assolutamente andarmene da qui. Se non posso usare i porti di Laoh, dovr cambiare i
miei piani. Ma per quante miglia riuscirei a camminare in questo stato?
Sent bussare alla porta e si blocc, fissando il pomello di ottone tremare per un interminabile
istante. Il cuore le balz in gola e una morsa le agguant lo stomaco.
Angelo? Sono la proprietaria, ti ho portato da mangiare. E apri questa porta dannazione!
gracchi la moglie del locandiere.
Lei tir un sospiro di sollievo, senza rispondere.
Ehi, so che sei l dentro. Ti ho sentito imprecare poco fa, apri questa porta. Ho di meglio da
fare oggi che stare qui a pregarti. insistette la donna.
Day si alz dal letto, aprendo di scatto la porta. Che diavolo vuoi?
La donna le porse un vassoio di plastica con un piatto pieno fino all'orlo di una zuppa
dall'odore sgradevolissimo e dal colore indefinito.
Sei qui da tre giorni e non hai ancora mangiato. D un po', non vorrai mica morir di fame qui
dentro in modo che la tua famiglia chieda a NOI un risarcimento, vero? grugn la donna, Noi
non rimborsiamo nessuno. Men che meno angeli...
Day sbuff, allontanandosi dalla porta. Non voglio quella schifezza. Non ho fame... rispose
la bocca, mentre il suo stomaco gorgogli.
Come vuoi, angelo... Hai un colorito giallastro. Non che sei malata per caso? Niente
epidemie strane qua dentro!
La ragazza alz lo sguardo verso la donna, accigliata. Si pu almeno stare in pace in questo
cesso di posto?
L'altra scroll le spalle, offesa. Se non vuoi da mangiare, peggio per te. Uff! disse
impettita. Gir quindi sui suoi tacchi e se ne and a passi nervosi lungo il corridoio.
Arriv la sera.
Day era sdraiata sul letto, imbottita di antidolorifici completamente inutili e con la fronte
calda. La stanchezza per era passata e la mente era abbastanza lucida.
Devo andarmene da qui e in fretta.
Apr la finestra e un vento salmastro la invest in pieno petto. Inspir a fondo l'aria di mare,
nascosto alla locanda perch coperto dai tetti delle case vicine. La notte era particolarmente
fredda e la sua pelle si intirizz all'istante. Una scarica di adrenalina la percorse fino alla punta dei
piedi.
Ora o mai pi! , pens, pronta a lanciarsi nel vuoto.
Le gambe invece cedettero d'improvviso, senza averle dato il minimo avviso. Cadde
goffamente all'indietro, atterrando sul sedere. Una fitta part dalle costole sino al bacino,
facendola gemere.
Merda! grugn mordendosi la lingua.
Strisci, mettendosi a sedere contro la testata del letto.
Una lacrima le scese lungo la guancia. Si sentiva impotente, schiacciata da un mondo che non
la voleva e che non avrebbe fatto niente per aiutarla.
Zoe... le usc disperatamente con un filo di voce.
Aggrappandosi con un braccio alle coperte riusc a salire sul letto, addormentandosi quasi
subito. Era troppo stanca perfino per sognare, quella notte.
Il mattino seguente trov vicino a lei un vassoio di plastica, lo stesso che la proprietaria le
aveva porto il giorno prima. C'era un piatto ricolmo, con pezzi di granchio e riso saltato. Si
costrinse a prenderlo, scoprendo un biglietto incollato al piatto. C'era un messaggio, scritto con
una grafia incerta e qualche errore grammaticale: Vieni di sotto, ti prego.
Lasci cadere il biglietto a terra, afferr il cucchiaio e si ingozz, fregandosene dell'odore e del
sapore. Mangi tutto, fino all'ultimo chicco di riso, arrivando a leccare il piatto.
Sent il cibo scendere gi nella gola, centimetro per centimetro. Le costole protestarono, ma
alzandosi, si rese conto di aver gi riacquistato un po' di energie; se non altro, quelle per
rimanere in piedi...
Fiss il pezzo di carta ai suoi piedi, domandandosi cosa la aspettasse di sotto. Che i proprietari
di quella locanda l'avessero venduta alla Milizia era improbabile: i soldati l'avrebbero sorpresa
nel cuore della notte, quando era praticamente svenuta sul letto, docile come un agnellino.
Indoss gli ultimi vestiti puliti, una canotta nera e dei pantaloni militari dello stesso colore, le
sue scarpe malconce e si leg i capelli in una coda, non senza alcune fitte intercostali.
Us tutta l'acqua cicatrizzante rimasta per disinfettare la ferita al braccio e la fasci con delle
garze nuove.
La pelle attorno allo squarcio era tornata ad un colorito roseo e l'infezione stava
scomparendo, almeno esternamente.
Si pass una mano sulla fronte, scoprendo sorpresa di non avere pi neanche un filo di febbre.
Era fresca come una rosa, ma non sapeva il perch. Gli antibiotici che il medico le aveva dato
erano solo dei placebo, di questo era pi che sicura; un umano non darebbe mai dei farmaci veri
ad un angelo. Eppure si sentiva decisamente meglio, quasi del tutto ristabilita.
Corrucciata, scroll le spalle e imbocc la porta per scendere.
Scese lentamente i gradini, un mucchio di assi scricchiolanti. La sala al piano terra era immersa
nell'oscurit, con porte e finestre sbarrate dall'interno. Le luci erano spente e nell'aria c'era un
forte odore di legna arsa e un sottile fumo nero che aleggiava impregnando il soffitto.
I tavoli della taverna erano ammassati verso l'ingresso, le sedie spaccate e ammucchiate
nell'angolo opposto.
Si guard attorno, ma non vide nessuno.
C' qualcuno?
Nessuna risposta.
Day grugn stizzita, che scherzo era questo?
Mise il piede sul primo scalino per risalire, quando una fioca luce alle sue spalle si accese,
gettando la sua ombra sulla parete vicina.
Angelo... disse una voce.
Lei si gir di scatto, pronta ad affrontare chiunque le si parasse davanti.
La luce si avvicin e lei distinse l'esile figura della proprietaria, tremante e incerta. Sembrava
invecchiata di cent'anni in un giorno, con i capelli bianchissimi e un'infinit di rughe sul volto che
non aveva notato il giorno prima.
Si pu sapere cosa sta succedendo? chiese Day.
La donna si ferm, fissandola. Stava piangendo, gli occhi rossi e la voce impastata.
Che cosa diavolo succede? si arrabbi la ragazza.
Hanno preso Edward... Hanno preso mio marito... disse con un lamento, crollando in
ginocchio subito dopo.
Day si chin, afferrandola per le spalle. Chi ha preso tuo marito? La Milizia?
La scosse, ma la donna sembrava essersi ammutolita. Quando aveva sentito la parola Milizia
per, i suoi occhi avevano incrociato quelli dell'angelo, in un disperato tentativo di aiuto.
Allora, rispondimi! Sono stati loro? tuon Day ansiosa.
L'anziana si strinse nelle spalle, L'hanno preso... l'hanno preso. farfugli.
Day si rialz, andando verso una delle finestre sbarrate. Sbirciando tra le assi era troppo
difficile capire cosa stesse succedendo all'esterno, ma l'assenza di suoni la insospett. Hanno
instaurato un coprifuoco...
Guard la donna, piccola, fragile, raggomitolata su se stessa mentre mugugnava qualcosa di
incomprensibile. A lei qualcosa non tornava, per.
Perch rapire il locandiere? Perch non tentare di catturarla accerchiando l'edificio? La assal
un dubbio.
Prese di peso la donna, alzandola da terra fino a sollevarla dal suolo. Hai visto degli Sketch
diversi dagli altri? le url in faccia.
L'altra tentava di rispondere, ma le parole le si fermavano in bocca prima di riuscire a
pronunciarle.
I-io...
Cazzo rispondi! Hai visto Sketch della Milizia diversi dagli altri. Magari pi grandi?
S-s... Ne atterrato uno nella piazza principale, a tre isolati da qui. Io e mio marito ci
trovavamo all'imbocco della piazza, quando l'hanno preso e l'hanno caricato su quel coso
maledetto...
Day impallid, capendo la situazione.
Gli Sketch venivano usati da tutte le milizie del mondo per trasportare un numero elevato di
soldati, in genere intere formazioni d'attacco. Erano velivoli grandi, possenti, con una
caratteristica ben precisa: il trasporto.
Alcune milizie, tuttavia, non contavano solo su eserciti umani, su soldati addestrati e potenze
di..., ma anche, in casi estremi, su animali geneticamente modificati. Gli aborti scientifici che
popolavano Redwood erano una parte di queste creature, esperimenti mal riusciti che venivano
liberati allo stato brado nella foresta selvaggia. Quelle belve erano perfino pi pericolose di
Gigatt e cerberi striscianti.
Merda, merda e merda! scalci Day. Accecata dalla rabbia prese una sedia e la colp con
tutte le sue forze, disintegrandola e facendo schizzare schegge ovunque.
La donna la guard, confusa. Cosa sono quei velivoli? chiese timidamente, Dov' il mio
Edward?
Day la fiss, cercando parole confortanti che per non aveva, tuo marito stato dato in pasto
a qualche creatura, uno spuntino prima di aprire la caccia...
Non lo so. ment, Non posso dirlo con certezza.
Lo andrai a cercare? la supplic la donna.
Scosse il capo, camminando avanti e indietro. Vedi... La Milizia non un esercito normale. Io
non... vide la donna piangere in silenzio.
Ti prego... E' tutto quello che ho... ti prego.
Si sedette su un lungo tavolo annerito dal fumo, guardando malinconica le finestre sbarrate.
La Milizia qui per me, vogliono catturarmi... E io non ho la pi pallida idea di che cosa fare.
Non posso certo affrontarli. Non direttamente almeno... Mi dispiace.
Quindi sei TU la causa di tutto questo? gemette la donna, E' colpa tua se il mio Ed non
torner indietro?
Accecata dalla rabbia afferr un grosso bastone, brandendolo contro Day. La ragazza non si
mosse nemmeno, ma i suoi occhi divennero luccicanti per un rapidissimo istante, spettrali fari
viola di un'altra dimensione.
Il legno scoppi nelle mani dell'anziana, lasciandola a bocca aperta. Co-cosa diavolo sei TU?
poi ricadde a terra, piangendo disperata.
Anche se ti dicessi chi sono o cosa ero, non mi crederesti... rispose Day amareggiata.
And dietro il bancone, nella parte pi scura del locare. Aveva bisogno di alcool, qualcosa di
estremamente forte che la rifacesse crollare svenuta per terra.
Dentro una cassa di legno trov diverse bottiglie, per lo pi vecchi liquori dai colori ambrati e
con le etichette sbiadite. Ne apr uno a caso e tracann direttamente dalla bottiglia,
scolandosene met.
L'anziana la fissava in silenzio; nei suoi occhi non c'era disprezzo, solo desolazione.
L'angelo incroci il suo sguardo. Mi spiace... Se potessi fare qualcosa lo farei, ma purtroppo
non posso. Se la Milizia mi prendesse viva le conseguenze sarebbero catastrofiche. Devo lasciare
la citt, non correrle incontro!
Un forte rombo pass sopra l'edificio, scuotendo il soffitto. Un'asse fissata alla finestra croll,
lasciando entrare un raggio di luce che squarci l'oscurit. Era quasi l'alba e il sole sarebbe sorto
a minuti; Day avrebbe dovuto aspettare unintera giornata prima di scappare col favore delle
tenebre.
Rimasero immobili ad ascoltare il velivolo sorvolare la strada in lungo e in largo. Qualche
secondo dopo, gli oggetti nella locanda smisero di tremare e la calma torn a regnare nella sala.
Questo passato vicino... sussurr Day.
L'angelo prese due sedie e spost un tavolo di quercia, pesantissimo, con la mano. Si lasci
cadere su una delle due e mise i piedi sul duro legno, scolandosi fino in fondo la bottiglia.
Vieni a sederti, dobbiamo parlare. disse alla donna.
Lei titub per un attimo. Poi, quasi meccanicamente si rimise in piedi, barcollando verso la
ragazza.
Day afferr un'altra bottiglia, stappandola coi denti. Vuoi un goccio?
L'altra alz lo sguardo, ma non rispose. Come vuoi... tracann tutto d'un fiato.
Vedi, abbiamo un problema molto serio. Tutta la citt ha un problema molto serio. Se la
Milizia mi trova, mi porter via e tu non mi rivedrai mai pi... disse alla donna.
Spero che ti uccidano... la fulmin.
Eh... Day picchi la bottiglia sul tavolo, crepandone il fondo. Se mi prendono, il vostro
amatissimo mondo croller sotto i colpi di quei pazzi maniaci nel giro di una notte. Non mi
uccideranno, se questo ti interessa. Gli servo viva, sfortunatamente... fin la bottiglia e gett il
vetro dietro il bancone.
Io non posso fermarmi in questa citt, devo proseguire ed arrivare ad Ataris, nel continente
Ovest. Forse, una volta l, avr sufficiente protezione, ma non posso mollare adesso. La posta in
gioco troppo alta.
Quale posta in gioco, maledizione? strill la donna in un attacco d'ira, Perch il mio
povero Ed stato preso dall'esercito che ti sta cercando?
Day si schiar la voce, l'alcool iniziava a farle effetto. Quella donna, di cui non conosceva
neppure il nome, era seduta davanti a lei chiedendo spiegazioni che non avrebbe voluto dare.
Alla fine, mezza ubriaca, si rassegn. Sorrise benevolmente all'anziana, cercando le parole
giuste per iniziare il suo racconto. Cosa sai degli arcangeli? chiese infine.
Mai sentiti prima. Cosa centrano con tutto questo? fu la domanda disperata dell'altra,
indicando la sala buia, umida, con assi alle finestre e la porta sbarrata.
Day trasse un lungo respiro, chiudendo gli occhi. Io sono l'ultima discendente in vita
dell'isola di Lejia. Mi chiamo Daysel Ialin...
La giornata pass lenta, in apparente tranquillit. Day aiut la donna in alcune faccende, tolse
e inchiod altre assi alle finestre, spaccando due tavoli a mani nude. Prese una grossa trave dal
soffitto e la divise in due, bloccando i ceppi contro la porta d'ingresso della locanda.
Se non altro, la Milizia avrebbe avuto qualche difficolt a sfondarla.
La donna, il cui nome era Tarlha, aveva ascoltato la sua storia in silenzio, rimanendo dapprima
senza parole, poi furente e infine commossa dalle disavventure della ragazza.
Se vuoi davvero lasciare la citt, l'unica strada sicura sono le fogne... le aveva detto.
No, di nuovo pens invece Day, memore di esser gi stata nella sentina di un peschereccio.
Tarlha le diede tutte le informazioni di cui disponeva, ma non era pratica di condotti
sotterranei e a volte si perdeva lei stessa nelle sue indicazioni, gesticolando alla rinfusa.
Alla fine, Day riusc ad appuntarsi un percorso abbastanza chiaro sul braccio. Sarebbe scappata
senza zaino, lasciandosi indietro tutto, dalla mappa olografica di Zoe ai vestiti sporchi.
Nei suoi piani c'era largo spazio all'improvvisazione, elementi che lei non conosceva con
certezza, come la forza sul campo della Milizia e quali animali avesse portato con s.
Una cosa era certa, doveva aspettarsi l'inimmaginabile.
All'ora di cena Tarlha le prepar del riso bollito, spiegandole che nelle piantagioni di quella
regione il riso cresceva mischiandosi con alcune piante medicinali, una rarit che solo Laoh
poteva vantare. I piatti preparati infatti aiutavano l'organismo in diversi modi, dal semplice
bruciore di stomaco alle infezioni pi gravi. La febbre di Day stava scomparendo quasi del tutto
proprio grazie al riso ingerito quella mattina. Anche se, una volta allontanatasi dalla citt,
avrebbe avuto una ricaduta.
Mangiarono nel silenzio della sala in penombra; un timido fuocherello serpeggiava in un
caminetto nell'angolo, senza illuminare o riscaldare. Non parlarono granch, tranne dei piccoli
accorgimenti dell'anziana su come riconoscere un condotto piuttosto che un altro.
I quartieri sotterranei di Laoh erano molto intricati. La citt vecchia, sulla quale era stata
costruita la nuova, era un insieme contorto di vicoli, viuzze e stradine cieche che adesso
fungevano da condotti fognari per i nuovi edifici. Secondo Tarlha, per, alcuni cunicoli portavano
ancora impresso sulle pareti i nomi delle vie. Lei non ne conosceva nemmeno uno, ma era certa
che un nome fosse rimasto invariato nel corso del tempo ed indicava la piazza principale della
citt, sotto la quale sorgeva una sorta di enorme pozzo coperto che Day avrebbe dovuto
circumnavigare forzatamente.
Si chiama Baia del Sole... disse all'angelo, Non so perch l'avessero rinominata cos. La
nuova Laoh venne eretta pi di cinquecento anni fa, coprendo le vecchie vie cittadine. La nuova
piazza porta lo stesso nome di ci che ha coperto, per cui dovresti riuscire ad arrivare fin l.
Dopodich la strada si dirama in due biforcazioni: a sinistra, arrivi direttamente al porto. A
destra, risali tutti i cunicoli per arrivare al cancello di Redwood. Non so se augurarti di tornare
nella foresta o di essere catturata...
In entrambi i casi, ci sar da divertirsi! rispose agguerrita Day.
Aspettarono mezzanotte, quindi salirono le scale fino alla stanza dove alloggiava la ragazza.
Lei diede lo zaino alla donna, dicendole di buttare o bruciare qualsiasi cosa. La abbracci,
sentendo le lacrime di Tarlha affondare nella sua canottiera. L'accarezz, cercando di
confortarla. Se riuscir a scoprire qualcosa di pi sui rapimenti della Milizia, cercher di
fermarli. Non ti assicuro nulla per, mi dispiace...
La donna mugol qualcosa, poi guard l'angelo. Grazie... le disse solamente con gli occhi
rossi.
Day si conged stringendole la mano.
Salt sul balcone guardando in basso, due piani pi sotto. La citt sembrava tranquilla,
inghiottita nell'oscurit e nel silenzio. Oltre i tetti pi bassi, intravide alcuni fari lampeggiare,
poco lontani da dove si trovava lei. Lungo la strada vide solo qualche lampione dalla luce fioca,
troppo debole per illuminare a dovere gli angoli degli edifici. Perfetto! pens.
Senza pensarci un attimo si lanci nel vuoto, atterrando come un gatto senza il minimo
rumore. Tarlha chiuse le ante della finestra subito dopo; il rumore dei chiavistelli che si
chiudevano risuonarono lungo la strada deserta.
Day si appiatt alla parete davanti a lei, cercando di capire se fosse effettivamente sola. Non
vide nulla: era il momento di correre.
Diede un'occhiata al braccio sano, quello con le indicazioni e imbocc un vicoletto, aggirando
un grosso edificio con mattoni scuri che spuntavano attraverso l'intonaco bianco.
Un fruscio sospetto. Si appiatt di nuovo al muro, sospettosa. Cerc di guardare oltre una fila di
casse di legno con la scritta Fragile sui lati, ma la visuale era ostacolata. Accucciata nella
penombra, cerc di sbirciare attraverso le assi. Vide un bagliore, probabilmente un lampione a
muro, ma nessun soldato. Non perse tempo, attravers la strada e si ferm ad un altro angolo
cieco.
Oltre il nero sopra di lei scorse delle luci rosse e bianche, una sagoma informe che stava
sorvolando quel quartiere, ma non riusc a distinguerla perch troppo distante.
Dei passi, alla sua destra, la fecero trasalire.
Si spost di pochi centimetri, con le case grigie e le tettoie scure pressoch indistinguibili dal
cielo. Uno scenario perfetto per la caccia, se non fosse stata lei la preda.
Il rumore svan nell'oscurit, inghiottiti dalla notte.
Si spron a proseguire, era quasi arrivata all'ingresso per le fognature. L sarebbe stata al
sicuro, o almeno cos si augurava.
Alla sua sinistra, la strada continuava per circa cento metri, incrociandosi con un'altra arteria
principale. Nell'intersezione fra le due, Terlha le aveva assicurato che avrebbe trovato una scala
di metallo che scendeva fin sotto il livello del cemento, portando ai livelli superiori delle
fognature.
Studiando l'andamento delle case, per, Day cap che l'anziana donna era stata imprecisa nelle
sue indicazioni. Al culmine di quella via, infatti, scorse una biforcazione, con due strade
adiacenti. Una saliva, l'altra scendeva.
Merda...
Si guard il braccio, ripercorrendo mentalmente il tragitto. Non c'erano errori, lei aveva
seguito alla lettera le parole della vecchia.
FERMA! grid un altoparlante. Dei fari si accesero, accecandola.
Merda... sput Day.
Fugg verso destra, rigettandosi nell'oscurit.
Un altro faro si accese al suo passaggio. Sent le grida dei soldati, ma non se ne preoccup.
Giunta su un largo stradone si gett nel primo anfratto scuro, cercando di appiattirsi il pi
possibile contro la parete. Il cuore sembrava sul punto di esplodere e la gola le faceva male. Si
scopr nel panico pi totale.
Ud uno sparo, senza capire da dove provenisse. Decise allora di ripartire, prendendo la prima
stradina secondaria che trov alla sua sinistra.
Si nascose dietro un cassonetto, mentre dalla strada principale passarono alcuni Draft a
bassissima quota, alzando grandi quantit di polvere.
Uno di questi atterr alle porte del vicolo, illuminando a giorno le pareti scure degli edifici e
gettando ombre affilate come coltelli. Il cassonetto venne travolto dalla luce, con Day
pietrificata.
Le turbine del Draft si spensero, riportando quell'isolato nel silenzio. Alcune voci riempirono
l'aria, accompagnate dalla presenza di passi.
Sono in cinque calcol lei, se mi vogliono, dovranno lottare.
Salt sul cassonetto, prendendo alla sprovvista i soldati che cominciarono a sparare alla
rinfusa.
Lei piomb in mezzo a loro, atterrando con le ginocchia sul collo di uno e scalciandone un
altro.
Non sono potenze di..., intu. Strapp il Blade-Shot dalle mani di un miliziano, colpendolo
con la lama celata sotto la canna. Gli altri due arretrarono, prendendo la mira. Grosso errore, lei
salt sulla parete aggirandoli e fece saltar le loro teste prima che potessero capire cosa stesse
succedendo.
Il Draft era ancora l, immobile e con i faretti accesi; tutto aveva una forte connotazione blu
che macchiava il sangue, rendendolo nerastro. Spar alle luci, riportando il vicolo all'oscurit.
Day recuper un caricatore mezzo vuoto dall'arma pi vicina. Contando i proiettili nel suo
Blade-Shot aveva ventisei, forse ventisette, cartucce, abbastanza da sopravvivere altri cinque
minuti.
La lotta l'aveva rinvigorita ed era pronta a vender cara la pelle.
Il gomito ferito era a posto, ma le costole erano una costante seccatura, anche se meno
opprimente del previsto.
Le indicazioni sul braccio sinistro erano ormai insignificanti, ma forse avrebbe potuto
raggiungere la grande piazza che Tarlha chiamava Baia del Sole seguendo un percorso
improvvisato. Non aveva altra scelta se non tentare.
Corse alla fine del vicolo, buttando l'occhio sia a destra che a sinistra. Nessuno nei paraggi.
Al primo passo allo scoperto, per, altri fari si accesero, sorprendendola. Spar istintivamente
verso le luci ed alcuni soldati gridarono, colpiti a brucia pelo.
Imbocc un'altra strada con la pavimentazione liscia e gli edifici dalle forme insolite color
porpora.
La via aumentava di pendenza, sfociando in un altro viale di grandi dimensioni, con alberi che
incorniciavano i marciapiedi e una miriade di lampioni.
Stava correndo sotto uno di questi, quando la luce esplose in mille pezzi in un impeto di lingue
elettriche che si contorcevano l'una sull'altra. Continu a correre, ma la stessa cosa capit al
lampione successivo e a quello dopo ancora. Le lingue elettrostatiche si stavano unendo,
formando una maglia di convulsi lacci spezzettati sopra la sua testa. Elettrocinesi.
Al lampione successivo, una forte scarica elettrica disarcion la base metallica come un idrante
travolto da un getto d'acqua impazzito. Day fu costretta a fermarsi di botto per non venire
schiacciata dal palo, ma questo avvantaggi la rete elettrostatica sopra di lei che inizi a
concentrarsi alle sue spalle.
Un fulmine cadde ai suoi piedi, bucando le lastre di marmo. Un altro colp il fucile,
costringendola a gettarlo a terra. Indietreggi, arrivando a toccare il lampione steso al suolo.
Fissava quella rete elettrica, pronta a lanciarsi di lato al primo cenno di attacco.
Questa esplose un altro fulmine che la colp ad un ginocchio, piegandola in avanti. Url per il
dolore mentre dagli angoli della strada sbucarono soldati armati di bazooka con reti metalliche.
Ebbe un sussulto, disperata.
Nell'impeto del momento, i suoi occhi divennero scintillanti gocce violacee e dalle sue mani
rivoli di fumo incandescente smossero l'aria.
Sbatt i palmi a terra con tutta la forza che aveva in corpo, creando un'onda d'urto distruttiva
che si espanse per decine di metri, travolgendo i soldati, abbattendo i lampioni e incrinando
irrimediabilmente la morsa elettrica che pendeva su di lei.
La deflagrazione fu assordante.
Il pavimento esplose, gettando schegge e polvere ovunque con un epicentro scavato nella
roccia e Day nel mezzo.
In un secondo torn il silenzio, una placida quiete nel cuore della notte.
La polvere si dirad, mostrando all'angelo la forza distruttiva dei suoi poteri. Le case ai lati
della strada erano sformate ed alcune avevano le pareti scavate dall'esterno, come se un grosso
roditore avesse tentato di mangiarle. I tetti erano letteralmente volati via, scoperchiando le
armature di legno e pietra che stavano bruciando, alzando colonne di fumo nero che si
perdevano nel cielo scuro.
Vetri frantumati erano sparsi ovunque, riflettendo con il loro luccichio le sagome informi delle
fiamme.
Gli alberi erano stati sradicati e spezzati, finendo per distruggere parte delle abitazioni che
avevano trovato sul loro cammino. La rete elettrostatica era scomparsa, ma nell'aria si respirava
ancora una certa carica e in lontananza piccolissimi fulmini aleggiavano nel nulla, scomparendo
subito dopo.
Dei soldati non era rimasto nulla, non una singola molecola e, a quanto riusc a scorgere,
nemmeno le armi si erano salvate.
Attorno a lei c'era solo desolazione, ceneri fumanti e resti abbattuti. Le sue braccia stavano
tremando per lo sforzo e respirava a fatica, mentre dalla pelle usciva una leggera nebbiolina
dovuta allo sbalzo termico.
Si inginocchi, ansimando. Le costole avevano ripreso a martellarle il petto e le gambe
avevano ceduto di schianto, lasciandola l, immobile ed esausta.
Alzati... si ripet tre volte, ma il suo corpo non sentiva ragioni, costringendola in ginocchio.
Ci fu un boato, un fortissimo tonfo metallico che rimbomb lungo la strada deserta. Dal fondo
della via sent un rumore di catene e uno schianto. Ud alcuni soldati gridare qualcosa di
incomprensibile, poi la strada torn ad illuminarsi a giorno, invasa dall'alto da decine di Draft e
Sketch che vorticavano in aria come gigantesche mosche d'acciaio.
Alz lo sguardo davanti a s con gli occhi spalancati e la luce violacea svan all'istante. Non
adesso!
Un latrato disumano le squarci i timpani.
Dallo Sketch atterrato in strada uscirono due creature aberranti, degni esemplari per la foresta
di Redwood.
Le due bestie superavano entrambe i due metri d'altezza al garrese. Avevano il corpo di grossi
cani da caccia, con il pelo nero irto sulle spalle e croste marroni di sangue raggrumato sui
fianchi.
Le teste erano un ammasso di fauci e ossa sporgenti, con zanne lunghe quanto un braccio
ricoperte da una gocciolante bava gialla che le rendeva ancor pi raccapriccianti. Gli occhi erano
iniettati di sangue, impregnati di rabbia famelica.
Mi volete viva o morta? strabuzz gli occhi Day.
Le belve si fiondarono verso la ragazza, correndo l'una nella scia dell'altra. Le grosse zampe
affondavano nel marmo sgretolato, lasciando impronte profonde nel terreno, mentre fiotti di
saliva putrescente schizzavano dalle bocche.
Si avventarono su di lei, mostrando i lunghi denti affilati.
Day si gett di lato, evitando il primo che fin contro le macerie di una casa.
Il secondo spalanc le fauci, pronta ad inghiottirla. Lei scans di lato e arranc, scivolando in
ginocchio. Questi mostri mi ammazzeranno se non faccio qualcosa!
Corse nella direzione opposta, verso i soldati. Forse sarebbe riuscita a creare un po' di
confusione nella file nemiche, o almeno cos sperava.
I miliziani che aveva sentito prima invece si erano dileguati, lasciandola sola contro quelle
creature spaventose. Dall'alto decine di velivoli continuavano ad osservarla, come fosse un
gladiatore nell'arena e loro il pubblico pagante.
Non mi prenderete! tuon verso il cielo.
I mostri caricarono ancora, questa volta in coppia, occupando l'intero spazio stradale.
Lei arretr, portandosi vicino ad un grosso tronco abbattuto. Le fronde coprivano parte della
strada, ma scorse in fondo, vicino all'incrocio dalla quale era venuta, il grosso Sketch a
scompartimenti metallici che aveva liberato le creature. Ebbe un'illuminazione.
Salt il tronco e corse verso il grosso container. Vide aperto il portellone metallico, da dove le
belve erano uscite. I due mostri sbatterono contro l'albero accasciato al suolo polverizzandolo.
Le erano quasi addosso oramai.
Day balz sul container, evitando il morso di una belva che invece inciamp e precipit
all'interno del cassone metallico. L'altra non si fece prendere alla sprovvista, saltando a sua volta
sul tetto della struttura e continuando l'inseguimento.
Il cuore di Day batteva all'impazzata, le costole si erano trasformate in un coltello che ad ogni
passo scavava nella carne, affievolendo il respiro.
Le forze l'abbandonarono un'altra volta, d'improvviso, mandandola gambe all'aria.
Cadde in avanti, battendo violentemente il braccio ferito contro il marmo del pavimento. Un
urlo le sal dalle viscere, ma lo spinse a fondo. Aveva il volto ricoperto di lacrime e nessuna via di
scampo.
La bestia rallent, portandosi a poche decine di metri da lei. Si ferm sull'attenti, pronta a
ricominciare la caccia in qualsiasi momento.
La seconda creatura sopraggiunse in pochi istanti, zoppicando. Aveva una zampa ferita ed era
costretta a saltellare sul posto continuamente per non appoggiarla.
I riflettori erano per tutti su di lei: Daysel Ialin, l'arcangelo.
Era a terra. Le gambe malferme non le permettevano altro se non rotolare nella polvere, il
corpo scosso da spasmi di fatica e il viso solcato da un pianto quasi infantile.
Che razza di fine questa? pens amareggiata.
Sent in lontananza il turbinio di alcuni velivoli atterrare lungo la strada dissestata. Stavano
arrivando, avevano vinto loro...
NO!
Con un ultimo, estremo tentativo riusc a mettersi in ginocchio, le mani a terra e la testa bassa.
Tremava come una foglia, ogni fibra del suo corpo era allo stremo.
I capelli le coprirono il volto, con le ciocche viola davanti agli occhi, divenuti due limpide,
sfavillanti ombre di ametista che le irradiarono il viso stanco e segnato dalla sofferenza.
Tutto divenne immobile...
I suoni, i colori, perfino gli odori scomparvero in un istante. L'aria rimase sospesa.
Una perfetta luce viola divor le tenebre per un piccolo, infinitesimale momento e il vero
potere di Day, la forza della sua anima, la Natura dell'ultimo arcangelo di Lejia si mostr al
mondo.
Tutto ci che si trovava attorno a lei svan in un lampo.
Ogni singola molecola vibr, scontrandosi con le altre in una danza di pura energia elementale,
distruggendosi e ricreandosi in un battito di ciglia, continuando a danzare.
Laoh trem fino alle fondamenta, l'antica citt sotto di essa collass, schiacciata dal peso di
quella nuova.
L'onda d'urto sconquass l'oceano sul quale si affacciava la citt, sformandolo e spingendolo
pi in l, verso l'orizzonte. Il cancello di Redwood si pieg verso l'interno della foresta, mentre
l'indistruttibile vetrunvite delle pareti si deform, crepandosi alla base.
In quel momento, tutto esplose...
Quando Day riapr gli occhi, il cratere che si era formato attorno al suo corpo affondava per
vari metri sotto il manto stradale. Al centro c'era lei, incolume, su una piccola montagnola di
terra fumante e cocci di marmo abbrustoliti.
La luna era ricomparsa, dove un secondo prima c'erano nuvole gonfie e scure che
minacciavano pioggia.
Una brezza salmastra la invest in pieno, asciugando le lacrime sulle guance.
Si guard attorno, ma non era rimasto niente. Le case, le strade e qualsiasi velivolo erano
scomparsi, annichiliti dalla sua anima.
Scese dalla montagnola e risal il crepaccio tramortita. La ferita al braccio destro stava
sanguinando di nuovo e lei si teneva il gomito con l'altra mano, cercando di fermare il sangue.
Nel silenzio, cammin per molti isolati; senza nascondersi, senza scappare.
Gli occhi erano tornati del loro colore e non emanavano nessun bagliore. Era esausta, ma in un
certo senso tranquilla.
Cammin per dieci minuti tra macerie e cumuli di terra, prima di vedere una casa
sopravvissuta e ancora in piedi. Le fondamenta avevano ceduto da un lato, inclinando la
struttura e mostrando tubature gocciolanti e travi in cemento armato.
I vetri erano pressoch inesistenti, cos come porte e infissi. Di quella casa rimaneva solo lo
scheletro.
Cap solo in quel momento di aver commesso un tragico errore.
Quante persone sono morte questa sera per causa mia? pens zoppicando. Quanti
innocenti non vedranno il sole sorgere domani?
Una morsa le strinse le viscere, piegandola in ginocchio. Un pianto straziante riecheggi tra le
rovine, urla di dolore e di odio. Batt i pugni al suolo, digrignando i denti, sputando il suo
disprezzo. Il braccio ferito grond sangue, inzuppandole i pantaloni e macchiando il terreno.
Mi dispiace... farfugliava, Mi dispiace!
Le mani smorzarono l'aria, fumando. La polvere vorticava come un piccolo uragano, alzando
frammenti di legno, di metallo e marmo. Pianse per ore, finch un raggio di sole non dilani la
notte, scacciando le tenebre in profondit, dietro le rovine, fin nel cuore di Day.
Mi dispiace...
La schiena era a pezzi, le facevano male le cosce e gli avambracci. Gli occhi erano talmente
gonfi dalle lacrime che sembravano pesti e tutto il corpo era ricoperto di terriccio, polvere e
sangue raggrumato.
Mentre il sole si stava alzando, Day rimase piegata su se stessa, immobile come una statua di
gesso, risucchiata dal suo dolore da rimorso da non accorgersi che il terreno si era trasformato,
dapprima un disomogeneo ammasso di detriti, poi una fanghiglia appiccicosa. Infine, la ragazza
aveva le gambe immerse nell'acqua. Con sua sorpresa affond le mani nella terra, con l'acqua
che le accarezzava le caviglie.
Da dove viene tutta quest'acqua? si chiese sorpresa.
Alz lo sguardo verso i muri crepati e abbattuti, verso pareti sfondate e interi blocchi di
cemento scoperchiati. L'acqua scorreva su di essi e si stava dirigendo verso di lei, limpida e
fresca come se provenisse da una fonte primordiale.
Una nera forma nel cielo si par davanti al sole, coprendo dombra la ragazza.
Lei se ne accorse troppo tardi.
Dalle rovine sbucarono prima cinque, poi dieci, infine un intero esercito di Miliziani.
Una scarica elettrica la colp in pieno mandandola al tappeto, con il corpo immerso nell'acqua
e il volto rivolto allo zeppelin sopra di lei.
L'ultima cosa che vide fu una donna dai capelli scuri e l'aria decisa, occhi corvini che la
fissavano intensamente e gradi rosso fuoco sulle spalle della giacca.
EPILOGO
Zoe raggiunse il primo segno di civilt dopo venti minuti. Alla sua sinistra scorse le terme in
mezzo agli alberi, con il loro inconfondibile vapore che riempiva l'aria e il forte odore sulfureo
che impregnava i vestiti.
Punt decisa verso est, trovandosi immersa nelle ordinate file di cupole bianche degli alloggi.
Una scarpa si slacci, facendole perdere l'equilibrio.
Si ferm a ridosso di una cupola, appoggiandosi di sbieco per riallacciarla.
In lontananza, Flame la invit a fermarsi gesticolando, ma le parole le si strozzarono in gola e
non fu in grado di farsi sentire.
Zoe si rimise la scarpa, non badando all'amica.
Riprese la sua corsa, girando attorno alla piazza bianca per imboccare la stradina di ciottoli
che conduceva al cancello. Poteva gi vederlo, imponente, svettare tra le chiome degli alberi.
Incontr le prime persone qualche centinaia di metri dopo, raccolte in cerchio, mentre
stavano guardando un trasmettitore-visivo in vetrunvite. Una donna gemette fissando lo
schermo, ma Zoe non cap perch.
Continu il suo percorso, passando in mezzo ad una folla che si era accalcata all'imbocco del
cancello. Spinse di lato chiunque le si parasse davanti, ricevendo qualche insulto come
ringraziamento per i suoi modi scortesi e non pochi complimenti per i pochi indumenti che
portava...
Nella calca, la maglietta si alz, mostrando il sedere ad alcuni turisti, che furono colpiti dalle
sue grazie.
Riconobbe i suoi compagni di classe poco pi avanti, tutti immobili mentre col naso all'ins
guardavano uno schermo sospeso a mezz'aria.
Zoe and loro addosso, ricevendo altri epiteti, ma non replic.
Sullo schermo trasparente, una donna in completo nero stava parlando. Aveva l'espressione
seria ed addolorata, ma il collegamento era pessimo, con l'audio che andava e veniva, per cui la
ragazza non cap immediatamente che cosa stesse dicendo.
Distrutta... trapel dal collegamento.
La giornalista alla t-v smise di parlare, guardando il tavolo alla quale era appoggiata. Alle sue
spalle part un filmato che pochi secondi dopo occup lo schermo per intero.
La marcia di Zoe si arrest e gli ultimi metri li fece barcollando in mezzo ai suoi compagni,
increduli e scioccati quanto lei. Laoh... intu la ragazza.
Dal filmato, una ripresa aerea in diretta, si vedevano solamente macerie fumanti che si
alzavano al cielo, mentre il mare sul quale la citt si affacciava era scomparso, lasciando spazio
ad un polveroso deserto dove poche ore prima si era innalzata la marea.
Unecatombe di proporzioni inaudite...
Alcuni palazzi erano miracolosamente rimasti in piedi, anche se per buona parte disintegrati,
con pareti ammassate l'una sull'altra in un convulso intestino di alberi spezzati, mattoni
sbriciolati e lamiere sciolte dal calore.
La voce della donna ricomparve quasi per magia, Come potete vedere, della vicina citt di
Laoh non rimane pi nulla... si tratta di un altro furente attacco della forza armata chiamata
Milizia di New-Lejia...
Il silenzio piomb nell'area protetta di Greenwood, tutti annichiliti da quella notizia.
Zoe cadde in ginocchio, a bocca aperta, fissando il grande schermo sopra di lei.
Flame la raggiunse, chinandosi vicino a lei e prendendola per le spalle. Zoe! Zoe!
Non poteva sentirla in quel momento...
Day
Tutta la vita di Zoe era appena svanita, cancellata dall'immensa voragine al centro della
scomparsa Laoh.
Ehi, che ha Archontia? chiese Sean a Flame.
Non adesso... gliss lei.
Lui scroll le spalle, tornando a guardare lo schermo.
La professoressa Dawson si accorse delle ragazze e and da loro, preoccupata dall'espressione
sul volto di Zoe che imperterrita fissava quelle immagini di devastazione con gli occhi sbarrati e
assenti.
Day
Robinson, che succede? chiese. Non ottenendo risposta punt sull'altra, Zoe... ti senti
bene?
No, professoressa... si intromise Flame, Credo non sia il momento adatto per parlare
con lei...
Se posso fare qualcosa, so che sono immagini scioccanti, quei dannati pazzi... cerc di dire
la Dawson, ma venne interrotta da Zoe, la quale inizi a dondolare ritmicamente avanti e
indietro, tremante, con le spalle arcuate e le mani penzoloni.
Dalla sua bocca usc un suono gutturale, una sorta di rantolo animalesco che crebbe sempre
pi fino a diventare un urlo disumano.
Tutti nella radura puntarono gli occhi su di lei, allibiti da quel suono. Vennero allontanati dalla
Dawson di qualche metro, lasciando le due amiche sole, immerse nel loro dolore. Flame tentava
disperatamente di scuotere Zoe, caduta in una drammatica catalessi.
Zoe! No, ti prego, non fare cos... Zoe, guardami! le urlava l'amica, ma a nulla valsero le
sue suppliche. La ragazza era piombata in uno stato di pura agonia, alimentando le fiamme della
sua anima.
I suoi occhi divennero cremisi, mentre dall'iride piccole gocce di sangue sgorgarono, graffiando
di rosso il suo viso.
Sean corse verso di loro, intravedendo quella luce demoniaca negli occhi della ragazza e
strapp Flame appena in tempo.
Un attimo dopo infatti, l'anima rosso scarlatto di Zoe esplose, alzando una colonna di fuoco
alta fino al cielo che sciolse in all'istante lo schermo e incener l'erba attorno alla ragazza.
ZOE! grid disperata Flame.
Inutile. Le fiamme aumentarono, incrementando quel pilastro rosso sangue che inghiott la
figura stessa della pirocinetica fino a farla scomparire. A nulla valsero le urla dell'amica, non
poteva sentire pi nulla ormai.
Immersa nel suo dolore, Zoe era precipitata nel cuore stesso della sua anima, un luogo fatto di
ombre e luci rosse, un luogo di non ritorno...
Miss Dawson riun l'ultimo gruppetto di studenti rimasti per isolare la zona, mentre gli altri
residenti erano fuggiti a gambe levate. Sean, aiutato da Donnie, prese di peso Flame,
trascinandola con la forza lontano dal fulcro.
Le fiamme divamparono, bruciando le coperture di legno del ristorante a pochi passi
dall'ingresso, incenerendo ogni oggetto di ceramica e annerendo le pareti di vetrunvite del
cancello principale.
In breve, attorno a Zoe si cre unenorme cupola di fiamme dello stesso colore del sangue.
L'intera zona si era ridotta a un cumulo di terra bruciata e alberi scheletrici, neri come pece.
Flame, in lacrime, corse verso quello spettacolo apocalittico, trovando l'amica rannicchiata a
terra in mezzo a grigia fuliggine, col volto ancora rigato da lacrime scarlatte. Dormiva...
Quando riapr gli occhi, la prima immagine che vide fu il volto di Day. Unimmagine aurea,
quasi inavvicinabile, con una forte luce che ne rendeva indefiniti i lineamenti.
Sbattendo le palpebre, la figura cambi, divenendo la professoressa Dawson, china su di lei.
Come ti senti Zoe? chiese l'insegnante.
Lei sbatt ancora gli occhi, cercando di capire dove fosse. Si mise a sedere, accorgendosi di
essere nel suo letto, nell'appartamento interrato ai margini della piazzetta gialla di
Greenwood.
Io... credo bene. Cos' successo?
Flame entr dalla porta con un bicchiere di latte, Hai dato ancora spettacolo, schizofrenica!
disse indicando i cerotti alle braccia.
Robinson, modera il linguaggio! la rimbecc Miss Dawson.
Mi scusi professoressa. Tieni... porse il bicchiere a Zoe, sedendosi al suo fianco.
L'altra bevve tutto d'un fiato, sentendo la gola bruciare e il liquido evaporare prima ancora di
scendere.
Zoe, hai sfoderato un potere a dir poco straordinario. disse l'insegnante, Come ci sei
riuscita? Nessuna potenza di... ha mai manifestato una tale energia ed anche usando
amplificatori dell'anima quasi impossibile... Voglio dire, sono senza parole.
Zoe guard il bicchiere vuoto, dispiaciuta per l'accaduto. Perdendo il controllo, aveva mostrato
a tutti il suo vero potere, cosa di cui Day non sarebbe stata fiera.
Gi, Day... l'angelo si trovava sicuramente a Laoh la notte prima e vedere la citt distrutta era
stato uno shock violentissimo.
Mi scusi... disse solamente.
La Dawson al contrario sembrava estasiata da quell'incredibile avvenimento. Non devi
scusarti. Sei stata eccezionale, davvero! le mise una mano sul ginocchio.
Dove hai imparato una tecnica cos avanzata? chiese curiosa.
Io... io non saprei, mi sono solo esercitata. ment lei.
Capisco. Sei davvero una ragazza piena di sorprese, lo sai? sorrise la professoressa.
Flame si alz, invitando la Dawson a seguirla. Professoressa, penso che Zoe abbia bisogno di
riposare. Ha avuto fin troppe emozioni oggi...
Cosa credi che sia stato a farle perdere il controllo in quel modo?
Flame scroll le spalle, Laoh distrutta stato un duro colpo.
Aveva qualche conoscente, dei parenti magari?
Un'amica. Era in viaggio d'affari proprio in questi giorni. Loro... beh, erano molto legate...
rispose con un filo di voce la ragazza.
Oh... Mi dispiace tanto... disse commossa la donna, New-Lejia sta diventando un
problema molto serio per tutti noi. Quei terroristi credono di poter dominare il mondo.
Guard Zoe, appoggiata allo schienale del letto con l'aria desolata.
Forse meglio che le dia il tempo necessario a riprendersi. Ti prego, stalle vicina. si rivolse
a Flame.
La ragazza annu, abbracciando la professoressa. Le far sapere quanto prima come star.
Le due amiche rimasero sole nell'appartamento.
Zoe inizi a piangere, stringendosi le gambe al petto e affondando il viso nelle lenzuola.
Day...
Flame chiuse la porta d'ingresso a chiave, per poi piombare nella stanza e correre verso
l'armadio, gettando tutto a terra. Zoe la guard di traverso, Che stai facendo?
L'altra non rispose, iniziando a riempire una sacca con tutti i vestiti che le capitavano sotto
mano.
Flame, che stai facendo? ripet Zoe.
Alza il culo da quel letto, rossa! le lanci un'occhiata furba l'amica, Si va a Laoh!
Zoe rimase spiazzata da quelle parole A Laoh? E come ci arriviamo da qui?
Flame scost le coperte, indicandole la maglietta che aveva indosso, Ci porter il
proprietario di
quella!
L'altra scosse la testa, disillusa. Vlsh un angelo. L'ultimo posto sulla Terra dove vorrebbe
andare una citt distrutta dalla Milizia. Non si avvicinerebbe mai a loro... disse amara.
Flame non le prest attenzione, riempiendo un'altra sacca di vestiti, un paio di scarpe e gli
odiatissimi parei di Zoe.
Andiamo da Vlsh, adesso! le intim.
La pirocinetica ci pens su qualche secondo. La sua unica speranza era il ragazzo, in effetti, ma
dubitava che l'avrebbe assecondata. Non ci aiuter... rimugin.
Smettila di essere cos pessimista! Dobbiamo pensare positivo. Po-si-ti-vo! gracchi Flame.
La prese per una mano, tirandola a forza gi dal letto. Andiamo a prendere il nostro
angelo!
Zoe si rivest in fretta e furia, indossando come contorno un pareo rosa con fronzoli bianchi.
Una volta messe le scarpe chiese delucidazioni all'amica.
Dobbiamo andarcene di soppiatto, non possiamo farci vedere da nessuno. Se la Dawson ci
scopre finiremmo nei guai...
Non possiamo andarcene di nascosto!
Flame squadr Zoe, Vorresti andare dalla Dawson e raccontarle tutta la verit? Ci
prenderebbe per pazze!
Ma... tent di dire l'altra.
Senza contare che il Ministero di Peach-City farebbe carte false per riaverti a casa il prima
possibile. Hai dato spettacolo in ben due occasioni da quando siamo qui, non si lasceranno
sfuggire una potenza di... come te...
Le prese le spalle, fissandola. Vuoi riportare Day a casa?
Quella domanda penetr nelle viscere di Zoe, facendole sentire il vuoto che aveva scatenato le
sue fiamme poco prima. Day...
Andiamo! annu.
Col cavolo! strill Vlsh isterico.
Ti prego... gemette Zoe.
Il ragazzo scroll le spalle. Stava smontando la tenda e il resto del campo base da lui allestito.
Srotol un telo di plastica sul prato, avvolgendovi tutte le cianfrusaglie che usava per cucinare,
oltre ai pantaloni sporchi di fango e magliette lacere. Non ultima, la maglietta che Zoe gli aveva
restituito.
Le notizie provenienti da Laoh avevano colpito anche lui e, senza pensarci un secondo, aveva
deciso di fare le valigie e andarsene il pi velocemente possibile da Greenwood, troppo vicina
alla flotta della Milizia secondo i suoi gusti.
Vlsh, non abbiamo tempo. Ci serve il tuo aiuto. disse Flame.
Lui scosse il capo nervosamente. Nessun angelo avrebbe voluto incontrare la Milizia, men che
meno Vlsh Joshua. Ho detto di no! Hanno gi cercato di farmi secco qualche giorno fa mentre
stavo sorvolando Redwood in santa pace. Non ho intenzione di andare a Laoh... o quel che ne
resta...
Zoe lo spinse contro la fusoliera della libellula. Aveva le lacrime agli occhi, Ti prego... tu
DEVI portarmi l... disse stringendosi al petto di lui.
L'abbracci, accarezzandole dolcemente i capelli. La sua decisione per non cambi, Mi
dispiace rossa... Non posso aiutarti.
Lei si liber dall'abbraccio e inizi a colpirlo alla cieca. Sei un cretino, come tutti gli uomini.
Non capisci... url menando le mani, Non capisci!
Intervenne Flame, frapponendosi tra i due litiganti, dando la schiena a Zoe.
Ascolta Vlsh... So come voi angeli veniate maltrattati da tutti... inizi lei, zittendo l'amica
che ancora si dimenava, Ma questa cosa troppo importante. L'ultima discendente di Lejia
adesso nelle mani della Milizia e se non li fermiamo succeder il finimondo. Ti prego.
concluse seria.
Lui sbuff, tirando su col naso.
L'ultima discendente di Lejia? Mi prendi per fesso?! Lejia stata disintegrata pi di mille anni
fa. Credi davvero che IO sia cos stupido?! la schern. Si allontan da loro, apr la sacca con le
cianfrusaglie ed estrasse una sigaretta, dopodich si lasci cadere sullo zaino.
Zoe si liber dalla marcatura di Flame correndogli incontro, Day l'ultimo angelo di Lejia, mi
devi credere Vlsh, abbiamo bisogno di te... gli disse piangendo.
Day... che strano nome per un angelo... riflett il ragazzo.
Daysel Ialin... farfugli Zoe.
Lui soffi il fumo, rischiando di strozzarsi. Days... Intendi...? Quella Daysel Ialin?! chiese con
gli occhi sbarrati.
Lei annu in silenzio. Entrambe le ragazze videro il volto di Vlsh cambiare colorito in un
secondo, divenendo pi bianco dei capelli. Non possibile... Mi state prendendo per il culo,
vero? balbett.
Zoe scosse la testa, cos come Flame. Era la sua coinquilina... disse indicando l'altra.
Daysel Ialin tornata in vita? Oh cazzo!
E adesso nelle mani della Milizia! sottoline Zoe, cercando di spronare il ragazzo.
Come fai a conoscerla? Pensavo che voi angeli non sapeste quasi nulla del vostro passato.
chiese Flame.
La mia famiglia discende dalla pi antica famiglia di Lejia. I Joshua appunto... rispose lui.
Adesso ricordo! si picchi la fronte Zoe, Ecco perch mi sembrava di conoscere il tuo
nome. Day mi ha parlato di un arcangelo di nome Zakyel Joshua; stato lui ad insignirla col
grado di generale!
Oh cazzo! ripet Vlsh camminando avanti e indietro.
Abbiamo capito, oh cazzo... lo trattenne Flame, Adesso ti sei deciso a darci una mano
s o no?
Lui si ferm a pensare, ammutolito.
Poi scroll le spalle Nonononononono... non io.
Zoe picchi i pugni contro l'aeronave, Perch? Sei anche tu un fottuto angelo!
Vlsh le prese le mani, Non hai capito. Io non posso fare nulla, ma conosco chi pu
aiutarci...
Si scambiarono un'occhiata diametralmente opposta. Cosa hai in mente? chiese invece
Flame.
Non c' tempo da perdere! Salite, prima partiamo e prima arriveremo.
Dove andiamo? A Laoh? strill Zoe speranzosa.
Lui torn indietro, prendendo la sacca con le cianfrusaglie e lanciandola nell'obl del velivolo.
No. Andiamo a Kibarta... sorrise.
Flame scosse la testa, Kibarta? La citt dei Pirati?! Tu sei fuori di testa, dobbiamo trovare
Day il prima possibile.
Se la Milizia ha rapito l'ultimo arcangelo, sicuramente si gi dileguata. Ascoltate... le prese
da parte, L'isola di New-Lejia un continente metallico, una base aerea grande quanto la
foresta di Redwood e armata fino ai denti. Noi tre soli verremmo abbattuti dai Draft ancor prima
di riuscire a scorgere la sagoma di quella mostruosit. Dobbiamo trovare mio padre, lui ha
un'intera flotta di aeronavi e sicuramente potr darci una mano.
Ma... Day... frign Zoe.
Lui le alz il mento, guardandola dritta negli occhi. Stai tranquilla, la troveremo. Ma
dobbiamo sbrigarci, Kibarta abbastanza lontana da qui e non abbiamo tutto il tempo del
mondo.
Come faremo a ritrovare Day? chiese Zoe.
La porteranno sicuramente sull'isola d'acciaio... riflett Vlsh, Fluttua a circa seimila
metri d'altezza, continuamente in movimento, per cui non sar facile trovarla, anche se parliamo
di un enormit di metallo. Ho costruito un radar al quarzo per mio padre qualche tempo fa,
rintraccia ogni tipo di isoletta sopravvissuta all'esplosione dell'antica Lejia con forti presenze
minerarie. Penso proprio che un continente di ferro sia pi facile da individuare... sorrise lui.
Tuo padre ci aiuter? domand Flame dubbiosa.
Vlsh si picchi sul petto, allargando le spalle. Siamo Joshua, la mia famiglia fatta di uomini
veri! sentenzi.
S... Come no... disse Zoe.
Beh, forse pretender dei soldi da te, ma questo lo potremo discutere dopo...
Ottimo, andiamo allora! diede la carica Flame.
Andiamo! alz la mano Zoe.
Qualche ora dopo, guardando il tramonto dall'obl della libellula, Zoe sbatt le palpebre,
lasciando che le lacrime le rigassero il viso. Fissava le ultime luci illuminare la lunga catena
montuosa denominata Alpi d'Ossidiana, splendido scenario che incoronava i deserti del
continente Nord. Aveva l'animo ferito, come se tutto le stesse scivolando tra le dita e lei non
potesse trattenerlo.
Si asciug gli occhi con la manica di un pesante giaccone prestatole da Vlsh, il ragazzo che dal
nulla era piombato nella sua vita, proprio come era successo con Day. Le scapp un sorriso,
pensando a cosa avrebbe detto l'amica nel vederla assieme ad un suo simile. Era sicura che Day
le avrebbe dato la sua benedizione.
Prese dallo zaino un quadernetto, strappando alcuni schizzi sulle pirosfere e complicate
formule matematiche che si risolvevano ad infinito e inizi a scrivere, liberando la mente...
... non so come, ma presto verr a salvarti. Adesso non sono sola, con me ci sono Flame e
Vlsh, un angelo un po' pazzo che ha promesso di aiutarci... Perch noi ti troveremo, lo giuro,
anche a costo della mia stessa vita... Sto venendo a prenderti, sorellona...