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Il giudicato conseguente all'annullamento giurisdizionale della concessione edilizia, ove


rimasto ineseguito, pu dar luogo ad un nuovo intervento del giudice in sede di giudizio
di
ottemperanza,
aperto
anche
ad
ordini
a
contenuto
sanzionatorio.
2. Nel processo amministrativo loggetto del giudizio di ottemperanza rappresentato
dalla puntuale verifica dellesatto adempimento dellamministrazione dellobbligo di
conformarsi al giudicato per far conseguire concretamente allinteressato lutilit o il
bene della vita gi riconosciutogli in sede di cognizione; detta verifica, che deve essere
condotta nellambito dello stesso quadro processuale che ha costituito il substrato
fattuale e giuridico della sentenza di cui si chiede lesecuzione, comporta da parte del
giudice dellottemperanza unattivit di interpretazione del giudicato al fine di enucleare
e precisare il contenuto del comando, attivit da compiersi esclusivamente sulla base
della sequenza petitum-causa petendi-motivi-decisum.
TAR SARDEGNA di CAGLIARI - SENTENZA 5 dicembre 2012, n.1091 - Pres. Scano Est. Aru

SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 625 del 2012, proposto da:
Luigi Cocco, rappresentato e difeso dall'avv. Salvatore Paolo Satta, con domicilio eletto in Cagliari
presso lo studio del medesimo legale, via Libeccio n. 32;
contro
Comune di Sinnai, rappresentato e difeso dagli avv. Paolo Cotza, Eulo Cotza, con domicilio eletto
presso Paolo Cotza in Cagliari, piazza Michelangelo N.14;
nei confronti di
Gabriele Farci, rappresentato e difeso dagli avv.ti Guido Rimini e Guendalina Garau, con domicilio
eletto in Cagliari presso il loro studio legale, piazza Giovanni XXIII n. 35;
per l'esecuzione
della sentenza n. 2563/06 del T.A.R. Sardegna, pubblicata in data 30 novembre 2006, mai appellata
e, pertanto, ormai passata in giudicato, notificata in forma esecutiva al Comune di Sinnai in data 27
febbraio 2012.
Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visti gli atti di costituzione in giudizio del Comune di Sinnai e del sig. Gabriele Farci;
Viste le memorie difensive;
Visto l 'art. 114 cod. proc. amm.;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 21 novembre 2012 il dott. Tito Aru e uditi per le parti i
difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.


FATTO

Con sentenza n. 2356/2006 il Tar Sardegna ha annullato, per i motivi nella stessa decisione
precisati, la concessione edilizia n. 6 del 10 gennaio 1994, rilasciata dal Comune di Sinnai al sig.
Farci Gabriele per la sopraelevazione della sua casa di abitazione.
Malgrado tale pronuncia giurisdizionale sia da tempo passata in giudicato, il Comune di Sinnai,
nonostante i solleciti del ricorrente, non ha mai provveduto a darne esecuzione con adozione dei
conseguenti provvedimenti demolitori, essendosi limitato a provvedere con relativa liquidazione
soltanto con riguardo alla condanna refusione delle spese del giudizio.
Di qui il presente ricorso per lottemperanza dellanzidetta decisione, con richiesta di condanna
dellamministrazione allesecuzione del giudicato mediante adozione dei provvedimenti
consequenziali e, per il caso di persistente inadempimento, per leventuale nomina di un
commissario ad acta per lesecuzione degli adempimenti in via sostitutiva, vinte le spese del
giudizio.
Per resistere al ricorso si costituito in giudizio il Comune di Sinnai che, con memoria depositata il
2 novembre 2012, ne ha chiesto il rigetto, con favore delle spese.
Si altres costituito in giudizio il sig. Gabriele Farci che ha ugualmente chiesto la reiezione del
ricorso, con vittoria di spese.
Alla camera di consiglio del 21 novembre 2012, sentiti i difensori delle parti, la causa stata posta
in decisione.
DIRITTO
Il ricorso fondato.
E incontestato, in fatto, che la sentenza n. 2563/06 del T.A.R. Sardegna, di annullamento della
concessione edilizia rilasciata al controinteressato, non stata seguita dalladozione, da parte del
Comune di Sinnai, dei provvedimenti sanzionatori consequenziali, con sostanziale inadempimento
allobbligo dellamministrazione di dare esecuzione alla sentenza del giudice amministrativo.
Orbene, acquisizione pacifica in dottrina e giurisprudenza che la sentenza di annullamento del
giudice amministrativo, oltre al c.d.effetto caducatorio o demolitorio consistente nella
eliminazione dellatto impugnato produca ulteriori effetti, in particolare, per quanto qui interessa,
quello c.d. ripristinatorio.
Esso, in particolare, comporta la cancellazione delle modificazioni della realt, di fatto e di diritto,
intervenute per effetto dellatto annullato.
In altre parole, il dovere di dare esecuzione alla sentenza impone allamministrazione di procedere a
tutte le attivit necessarie per ricostituire la situazione giuridica e materiale precedente
allemanazione del provvedimento illegittimo.
In particolare, ove il privato abbia fatto valere con limpugnativa un interesse oppositivo deducendo
in causa un provvedimento lesivo della propria sfera giuridica soggettiva, leffetto ripristinatorio,

che trova la sua ragion dessere nellesigenza di riequilibrare gli effetti sfavorevoli prodotti dal
provvedimento prima del suo annullamento, comporter consequenzialmente lobbligo di
ripristinare lo status quo ante e, dunque, di rimuovere tutte le conseguenze di fatto che si siano
eventualmente prodotte a causa dellesecuzione medio tempore del provvedimento medesimo.
Ci trova fondamento nel principio delleffettivit della tutela ex art. 24 Cost., che garantisce ad
ogni soggetto il diritto di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi.
La stessa Corte costituzionale, nelle successive sentenze n. 419 e n. 435 del 1995, ha del resto avuto
modo di affermare che il potere di imporre, anche coattivamente in caso di necessit, il rispetto
della statuizione contenuta nel giudicato e, quindi, in definitiva, il rispetto della legge stessa,
costituisce, in base al suddetto principio di effettivit della tutela, connotato intrinseco ed essenziale
della funzione giurisdizionale, nonch dell'imprescindibile esigenza di credibilit collegata al suo
esercizio.
Sotto questo profilo altrettanto pacifico che il giudicato conseguente all'annullamento
giurisdizionale della concessione edilizia, ove rimasto ineseguito nei sensi sopra precisati, pu dar
luogo ad un nuovo intervento del giudice in sede di giudizio di ottemperanza, aperto anche ad ordini
a contenuto sanzionatorio (cfr: C.G.A. Reg. Sicilia Sez. giurisdizionale n. 179 del 2 maggio 2003;
Cons. Stato, IV Sez., 14 dicembre 2002 n. 7001).
Nel processo amministrativo, infatti, loggetto del giudizio di ottemperanza rappresentato dalla
puntuale verifica, da parte del giudice dellottemperanza stessa, dellesatto adempimento
dellamministrazione dellobbligo di conformarsi al giudicato per far conseguire concretamente
allinteressato lutilit o il bene della vita gi riconosciutogli in sede di cognizione; detta verifica,
che deve essere condotta nellambito dello stesso quadro processuale che ha costituito il substrato
fattuale e giuridico della sentenza di cui si chiede lesecuzione, comporta da parte del giudice
dellottemperanza unattivit di interpretazione del giudicato al fine di enucleare e precisare il
contenuto del comando, attivit da compiersi esclusivamente sulla base della sequenza petitumcausa petendi-motivi-decisum (Cons. Stato, IV, 19 maggio 2008, n. 2312).
Sostiene peraltro la difesa dellAmministrazione che la strada intrapresa dal ricorrente con la
proposizione del ricorso in esame sarebbe impraticabile per mancanza del presupposto della
infungibilit delladempimento ad opera dellamministrazione, ben potendo il sig. Cocco agire
utilmente in via diretta avverso il contro interessato ai sensi del c.p.c..
Lassunto non decisivo.
Il giudizio di ottemperanza costituisce un rimedio facoltativo rispetto allo strumento di attuazione
del giudicato costituito dallordinario procedimento di esecuzione forzata proponibile dinanzi al
giudice ordinario, sicch i due rimedi possono integrarsi e completarsi a vicenda a seconda della
concreta fattispecie processuale e sostanziale dedotta in giudizio, ben potendo tale diritto di azione
essere esercitato accanto alle ipotesi di azione proposta dinanzi agli organi giudiziari ordinari.
N assume rilievo largomento contenuto a pag. 3 della memoria del controinteressato
dellimminente deposito di unistanza volta ad ottenere la sanatoria dellopera.
A parte il rilievo che nella specie il sig. Cocco sta chiedendo lottemperanza ad una sentenza
pubblicata il 30 novembre 2006, ossia circa 6 anni fa, senza che in tale periodo sia stata presa
alcuna iniziativa al fine di verificare possibili sanatorie di quanto edificato, resta decisivo il rilievo
che lamministrazione deve orientare la sua azione alla luce del generale principio tempus regit

actum, dovendo dunque essa procedere, senza indugi o dilazioni, alladozione dei suoi
provvedimenti sulla base del quadro ordinamentale vigente.
Con la conseguenza che ledificazione di unopera ormai priva di titolo edilizio per annullamento
dello stesso in sede giurisdizionale impone, da parte dellamministrazione, al fine di ripristinare
lordine giuridico violato, limmediata adozione dei provvedimenti necessari alla sua eliminazione.
Di qui laccoglimento del presente giudizio di ottemperanza e la condanna dellamministrazione
alladozione dei provvedimenti necessari ad assicurare lesecuzione della sentenza n. 2563/2006.
Con avvertimento che per il caso di ulteriore inadempimento si provveder senza indugio alla
nomina di un commissario ad acto con addebito delle spese.
Le spese del presente giudizio seguono la soccombenza e sono liquidate come in dispositivo.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna (Sezione Seconda) accoglie il ricorso in
epigrafe e, per leffetto, condanna il Comune di Sinnai alladozione dei provvedimenti necessari ad
assicurare lesecuzione della sentenza n. 2563/2006.
Condanna il Comune di Sinnai al pagamento in favore del ricorrente delle spese del giudizio,
liquidandole in euro 3000,00 (tremila//00).
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorit amministrativa.

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