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medievale di
Salvatore
Tramontana
Riassunto
Capitolo 1
L'insediamento Normanno
Allinizio dellanno Mille, il mezzogiorno italiano era controllato dai Bizantini, mentre
nelle zone interne della Campania, della Basilicata, del Molise e della Puglia si estendeva il
controllo del ducato longobardo di Benevento. La Sicilia era sotto il controllo dei
musulmani.
Vi erano poi le signorie monastiche di Montecassino, di San Vincenzo al Volturno, di Santa
Sofia di Benevento, di Santa Maria del Patirio, che godevano di autonomia da ogni potere
laico locale grazie a particolari privilegi ricevuti da pontefici e imperatori.
guadagno. Guglielmo di Puglia scrive che molti normanni si erano lasciati convincere a
partire: taluni perch avevano pochi e nessun bene, altri per accrescere la propria fortuna;
tutti per un desiderio di ricchezza.
I primi Normanni impegnati militarmente nel Mezzogiorno erano stati reclutati da Melo
ed erano stati battuti nel 1018 dai Bizantini. Dopo questa sconfitta e la morte di Melo, i
normanni ritornarono in Campania.
compagni che come lui avevano ricevuto Guaimario linvestitura feudale. Era dunque un
impianto di potere che trovava legittimazione e fondamento nellautorit del principe di
Salerno.
sostenere il papa nel controllo della sede romana e di corrispondere alla Chiesa un tributo
annuo.
Col Concordato di Melfi, la Chesa, impegnata nella lotta per sottrarsi alla tutela
dellimpero, si garantiva il sostegno dei normanni; Roberto invece si garantiva la sua
superiorit sugli altri normanni, imponendo la sua autorit sui territori infeudati e su tutti
i vassalli.
Capitolo 2
La conquista di Sicilia
Il concordato di Melfi nel legalizzare il titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia quando
sarebbe stata conquistata, imponeva al Guiscardo di sbarcare sullisola.
Roberto il Guiscardo mor il 17 luglio 1085, prese il suo posto il fratello Ruggero I
dAltavilla, che con la conquista della Sicilia insieme al Guiscardo, aveva raggiunto una
posizione di forza e di prestigio.
I motivi di questo arresto nella conquista dellisola non sono chiari. Ma, a parte le
ribellioni in Puglia dove i bizantini speravano ancora di riappropriarsi dei territori
perduti, bisogna tenere conto delle delusioni delle popolazioni cristiane, delusioni di chi
si era fidato di liberatori, che anche se cristiani, si comportavano come tutti i conquistatori.
Ruggero I, a causa delle rivolte pugliesi e della carenza di uomini, fu costretto ad allentare
la pressione della Sicilia e a rinviare loffensiva.
Nel 1071, i Normanni, rimpolpati dalle truppe del Guiscardo, accerchiarono Palermo, che
fu costretta alla resa.
Anche se la conquista non era ultimata, lisola venne divisa tra i due fratelli. La sovranit
dellisola, in base al concordato di Melfi, spettava a Roberto il Guiscardo, alla cui guida
andava Ruggero come feudatario.
riusciti a conservare tutti o parte dei patrimoni fondiari , come confermato su alcuni
documenti.
Va sottolineato che Ruggero I si era soprattutto preoccupato di imporre il suo dominio e di
non sconvolgere lordine sociale costituito.
Successivamente nel 1098, eman una bolla pontificia con la quale si riconoscevano a
Ruggero i diritti di Legazia apostolica , cio la capacit di pote4re e di constrollo sulle
istituzioni e funzioni ecclesiastiche dellisola.
Capitolo 3
La fondazione della monarchia
3.1 L'unificazione dei domini
normanni.
Il 25 luglio 1127, Ruggero II successe al trono. Raggiunta Salerno, ottenne dal vescovo
lunzione sacra con la quale veniva proclamato duca di Puglia. Lunzione da parte del
vescovo di Salerno, sacramento al quale si faceva ricorso per la prima volta nelle vicende
Capitolo 4
Il declino della monarchia
A Ruggero II, morto il 1154, succedeva il figlio Guglielmo I. Il padre lo aveva gi associato
al trono nel 1151 per eliminare eventuali contestazioni sul diritto di successione e per
offrire, alle forze legate alla monarchia, una garanzia sulla continuit della linea politica
seguita fino ad allora. E Guglielmo I, al giuramento si era impegnato a non scostarsi dalle
direttive fondamentali delle scelte ruggeriane.
Questi risultati di politica estera non scoraggiarono comunque i feudatari ribelli e le citt
del regno legate allimperatore svevo; queste citt erano per state costrette a subire la
feroce vendetta di Guglielmo I che distruggeva Bari, imprigion i ribelli. La resistenza dei
baroni continuava in Calabria e in Sicilia, e nel 1160 la rivolta coinvolse anche Palermo,
dove il malcontento popolare aveva assunto dimensioni preoccupanti. Alcuni dei ribelli
volevano una insurrezione generale contro il sovrano, altri lassassinio di Maione.
Il gruppo deciso a sbarazzarsi di Maione riusc a portare dalla loro parte anche Matteo
Bonello, promesso sposo alla figlia del grande ammiraglio. A Palermo, in una congiura,
Matteo Bonello uccise Maione.
Guglielmo I cerc allora di tranquillizzare la fazione ribelle offrendo garanzie al Bonello.
Ma la fazione baronale che mirava allinsurrezione non intendeva per accontentarsi e nel
1161, alcuni ribelli daccordo con Matteo Bonello, entrarono nel palazzo reale e
imprigionarono il re.
Se lalto clero era stato solidale con leliminazione di Maione, non intendeva seguirli fino al
ribaltamento della monarchia e nemmeno fino alla sostituzione del re. Anche la
popolazione sembrava scontenta e furono inclini a reclamare la liberazione del sovrano.
Guglielmo I fu liberato e intervenne subito nelle aree lombardizzate dove la rivolta si era
tinta anche di rabbia antimusulmana. Matteo Bonello fu accecato e sbattuto in prigione e le
ribellioni furono represse. Domate le rivolte baronali anche nella parte peninsulare, nel
Regno di Sicilia tornava la tranquillit, garantita dalleliminazione fisica dei pi pericolosi
avversari della monarchia.
4.3 Guglielmo II
Nel 1171 Gugliemo II, raggiunta la maggiore et, incominci a regnare da solo.
Guglielmo II voleva garantire lequilibrio di forza tra i vari consiglieri e intendeva
rivalutare la preminenza del re rispetto a chi cercava di collocarsi ad un livello pi alto di
rappresentativit e peso politico.
Gli uffici che durante gli anni di Guglielmo II subirono una pi profonda ristrutturazione
furono quelli finanziari e fiscali. La dohana de secretis, che fin dal tempo di Ruggero I era
stata lorgano fondamentale della struttura finanziaria, veniva profondamente rinnovata.
Con la riforma fiscale di Guglielmo II appariva per la prima volta la dohana baronum,
ufficio che svolgeva, per le parti diverse del Regno di Sicilia e Calabria, le competenze
relative ai feudi e ai loro obblighi verso la corona.
Le classi produttive urbane dei principali centri marittimi non riuscivano ad operare in
modo da rendere competitivo il livello delle loro attivit produttive.
Per quel che si riferisce alle questioni di politica estera da sottolineare linsistenza di
Guglielmo II a portare avanti, con notevole dispendio di risorse, le tradizionali mire
espansionistiche della casa dAltavilla nel Mediterraneo e nel Levante. Guglielmo II era il
solo che perseguiva per terra e per mare, senza badare a spese, gli infedeli.
Malgrado le varie spedizioni, Guglielmo II non riusciva per a piegare a proprio favore
lequilibrio mediterraneo e ad aprirsi la strada vero lOriente. A sbarrargli laccesso, oltre
che le Repubbliche marinare, e Venezia, stava Federico I Barbarossa.
Nei confronti del Barbarossa la posizione del re normanno si era indebolita specie dopo
che il sovrano di Sicilia aveva accettato unalleanza, sancita dal matrimonio fra Enrico VI e
Costanza dAltavilla, zia di Ruggero II. Con un matrimonio che rendeva inevitabile il
passaggio della Corona normanna al giovane svevo e futuro imperatore.
Guglielmo II mor senza figli il 1189.
Sicilia. Il giorno successivo fece arrestare e spedire in Germani ala vedova di Tancredi col
figlioletto Guglielmo III.
4.6 Enrico VI
Le scelte di Enrico VI nel Regnum erano tese a sostenere lImpero e la politica imperiale,
subito riassegn terre e territori a favore dei cavalieri germanici che lo avevano
fiancheggiato nella conquista; introdusse pesanti imposizioni fiscali. And finalmente in
porto lantica aspirazione germanica di riunire il Sacro Romano Impero al Mezzogiorno
italiano e alla Sicilia.
Ci si rende subito conte che la logica imperiale delle scelte politiche di Enrico VI
intendevano vincolare sia sotto laspetto economico, sia sotto quello amministrativo e
giurisdizionale, qualsiasi forma di autonomia cittadina, in quanto non voleva consentire ai
centri urbani lesercizio di libert che sarebbero potute trasformarsi in posizioni di
dissenso verso limpero.
Le rivolte vennero duramente soffocate con metodi repressivi duri e crudeli, che portarono
terrore e paura negli animi della popolazione.
Anche in questa difficile situazione, Enrico VI rimaneva sensibile alla politica
mediterranea.
Il 28 settembre 1197, per il riacutizzarsi di una infezione di dissenteria, limperatore a soli
21 anni mor.
Capitolo 5
La monarchia di Federico II
Con la morte di Enrico VI, il Regnum ricadeva nel caos. Nel testamento, aveva predisposto
che ampio spazio di potere, durante la reggenza, fosse affidato al gran siniscalco
Markwaldo di Anweiller. Costanza per, riusc a mettere da parte il condottiero germanico
e a farsi restituire la patria potest sul piccolo Federico Ruggero natole a Iesi il 26
dicembre 1194.
Obiettivo di Innocenzo III era di scongiurare che la corona fosse tenuta dallo stesso
sovrano che disponeva gi di quella dellImpero. Anche perch Innocenzo III incominciava
a recuperare nel regno e specie in Sicilia sostanziose fette di potere.
La prematura morte di Costanza, il 1198, indeboliva per i gruppi vicini al pontefice, ma
Innocenzo III era riuscito a farsi incaricare da, parte di Costanza, della tutela del piccolo
Federico Ruggero e a imporre un consiglio di reggenza costituito da 4 vescovi e posto sotto
il controllo di un vicario apostolico.
Quando nel 1208 Federico II raggiungeva la maggiore et, papa Innocenzo III, con
lappoggio del re di Francia, lo fece eleggere imperatore nel 1212. Si rec subito in
Germania a fronteggiare Ottone di Brunswick; egli infatti era stato nominato imperatore e
rivendicava la sovranit dellimpero sui territori della chiesa, venne scomunicato da papa
Innocenzo III che appoggi la successione imperiale di Federico II. Nel 1214 Federico,
appoggiato dal re di Francia Filippo Augusto, sconfisse Ottone in battaglia .
revisione di ogni concessione feudale e la restituzione dei beni e dei privilegi illegalmente
ottenuti negli ultimi trent'anni, conferma sia la decisione di Federico II di ricostruire il
demanio regio, sia la volont di colpire la classe feudale.
E a tal fine, Federico II, offriva ai giovani molte facilitazioni per la frequenza
dellUniversit napoletana.
Federico II venne scomunicato da papa Gregorio IX, poich non si decideva a partire per le
crociate.
Quando limperatore part, il pontefice decise di invadere il Mezzogiorno. Ma linatteso
sbarco dello svevo a Ostuni costringeva Gregorio IX a chiedere una pace. Federico si
mostr conciliante perch si rendeva conto della necessit di una intesa con la Chiesa per
rafforzare la sua posizione allinterno del regno e nei confronti dellEuropa. Una pace che
comunque non eliminava il dissenso di fondo.
Vennero poi istituite nel regno tribunali dellinquisizione con il compito di scovare e
condannare gli eretici. E non solo gli eretici. Sono infatti frequenti le testimonianze con le
quali il pontefice invitava Federico II a distinguere fra eretici e coloro che erano soltanto
ribelli al sovrano. Perch limperatore mandava al rogo chiunque si opponeva alla sua
politica. Scopo dellinquisizione, secondo Pier della Vigna, non era tanto la caccia
alleretico, quanto la diffusione di uno stato di terrore per mezzo del quale si poteva
ottenere tutto.
5.9 Manfredi
Federico II moriva il 13 dicembre 1250, a 56 anni. Lo scenario generale era caotico, e non
era certo il pi favorevole per limpero e in particolare per gli svevi. Federico II aveva
lasciato un testamento nel quale indicava Manfredi come reggente del regno fino allarrivo
in Italia di Corrado IV, dichiarato dal sovrano come unico erede. Manfredi, che riusc a
mettere ordine in Puglia.
Larrivo di Corrado IV (1252) nel regno sembrava risollevare le sorti della monarchia. Ma, il
pontefice, convinto di aver trovato nel figlio di Enrico III dInghilterra luomo che doveva
governare il Regno di Sicilia, scomunic Corrado IV.
Dopo limprovvisa morte dellimperatore nel 1254, che rendeva pi caotica la situazione e
accelerava la fine della casata sveva, Manfredi riusc a imporre il proprio potere facendosi
incoronare a Palermo re di Puglia e di Sicilia.
Con lelezione del nuovo papa francese Urbano IV, la chiesa era ormai decisamente
orientata a rafforzare il partito guelfo e a trattare con Luigi IX la soluzione della questione
siciliana a favore di Carlo I dAngi.
Nel 1263, Carlo dAngi scese in Italia. Lo scontro armato con il Sovrano di Sicilia era
inevitabile, e nel 1266 Manfredi perse il regno e la vita.
Carlo dAngi, incoronato a Roma, diveniva sovrano del Regno di Sicilia.