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P109 Ambi 2010 10 01 10 SV 826
P109 Ambi 2010 10 01 10 SV 826
FER
Energie rinnovabili:
la multifunzionalita` delle imprese
agricole (parte seconda)
3 Andrea Quaranta
Nella prima parte di questarticolo, dedicato allanalisi del
ruolo dellimpresa agricola multifunzionale nello sviluppo
delle energie rinnovabili (pubblicato sul numero 8-9/2010
di questa rivista), e` stato tracciato un quadro generale:
della multifunzionalita` delle foreste e dellagricoltura, e
della duplice funzione (tutela dellambiente, da un
lato, ed economico-produttiva, dallaltro);
del sistema normativo energetico-ambientale nel nostro Paese, semplificato ma non (ancora) semplice;
della ripartizione delle competenze nel nostro ordinamento, che, nel nostro quadro normativo complicato,
e` stato causa di numerosi contrasti fra lo Stato e le
Regioni, aventi ad oggetto la possibilita`, in capo a
queste ultime, di legiferare in materia ambientale;
delle problematiche relative alla localizzazione degli
impianti di produzione di energia rinnovabile e alla salvaguardia del territorio.
In questa seconda parte entreremo piu` nel dettaglio del
diritto dellenergia, al fine di dare una risposta agli interrogativi piu` pressanti in relazione alla localizzazione in
zone agricole, che riguardano:
lutilizzazione dei suoli agricoli per scopi energetici;
lutilizzazione dei suoli agricoli per scopi agro-energetici (secondo un approccio non-food dellagricoltura).
Note:
3 Consulente legale ambientale, andrea.quaranta@naturagiuridica.com. La
prima parte di questo articolo e` stata pubblicata in questa Rivista, n. 8-9/
2010, pag. 732 e segg.
(1) Legge n. 266/2005 (Legge Finanziaria per il 2006), art. 1, comma 423.
(2) Questo significa che, per il legislatore e lamministrazione finanziaria, lattivita` fotovoltaica e` sostanzialmente analoga, ad esempio, alla produzione del
vino con uve che devono essere ottenute prevalentemente dal proprio vigneto.
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Sotto il profilo fiscale, cio` significa che dalle attivita` connesse deriva un reddito agrario e non dimpresa: differenza non di poco conto, se solo si considera che il
reddito agrario non viene calcolato su base analitica, facendo un confronto puntuale tra ricavi e costi, ma su
base catastale, applicando tariffe destimo stabilite per
ogni qualita` e classe, cos` come stabilito dallarticolo 34
del Tuir (3).
Cio`, naturalmente, solo nel presupposto che risulti verificato il requisito della prevalenza che caratterizza le attivita` agricole connesse, ossia a condizione che, nel caso
di specie, le fonti di produzione dellenergia provengano
prevalentemente dal fondo: in sostanza, la tassazione del
reddito su base catastale e` possibile solo se le attivita`
agricole connesse vengono svolte utilizzando prevalentemente beni derivanti dallo svolgimento delle attivita` agricole principali (4).
In sostanza, per tutte le attivita` verdi svolte dagli agricoltori e` sempre necessario fare un confronto quantitativo
fra i prodotti usati nello svolgimento delle attivita` connesse e ricavati dal fondo e quelli acquistati da terzi (5).
Uneccezione, da questo punto di vista, e` rappresentata
dalla produzione di energia attraverso pannelli fotovoltaici: si tratta di unattivita` agricola connessa di natura
atipica, che ha reso necessario individuare criteri alternativi, che consentono comunque di ricollegare tale attivita` a quella tipicamente agricola.
I parametri entro i quali considerare la produzione di energia fotovoltaica attivita` connessa (e dunque produttiva di
reddito agrario) sono stati individuati dal ministero per le
politiche agricole e forestali.
In sintesi, stando a queste indicazioni, la produzione e la
cessione di energia fotovoltaica da parte degli imprenditori agricoli producono sempre reddito agrario per la parte
generata dai primi 200 kw di potenza nominale installata.
La produzione di energia che supera questa soglia e` considerata produttiva di reddito agrario solo se ricorre uno
dei requisiti seguenti:
se deriva da impianti con integrazione architettonica o
parzialmente integrati realizzati su strutture aziendali
esistenti;
se il volume daffari legato allattivita` agricola (esclusa
la produzione di energia fotovoltaica) e` superiore al
volume daffari della produzione di energia fotovoltaica eccedente i 200 kw;
entro il limite di 1 mw per azienda, per ogni 10 kw di
potenza installata eccedente il limite dei 200 kw, lagricoltore deve dimostrare di avere almeno un ettaro
di terreno riservato allattivita` agricola.
Al di la` di questi tre casi, invece, il reddito derivante dalla
produzione e vendita di energia costituisce reddito dimpresa, anche se solo per la parte eccedente i limiti ministeriali.
In relazione allutilizzo di spazi agricoli e alla realizzazio-
Note:
(3) Se fino al 2006 questo sistema fiscale rappresentava il regime naturale
esclusivo per le persone fisiche, le societa` semplici e gli enti non commerciali
che svolgono attivita` agricola, a partire dal 18 gennaio 2007 la determinazione catastale del reddito agrario e` stata resa opzionale anche per le societa` di
persone, per quelle a responsabilita` limitata e per le cooperative espressamente qualificate come societa` agricole.
(4) Stando al tenore letterale della norma, questo concetto dovrebbe valere
soltanto per la produzione di carburanti e prodotti chimici, mentre in realta`
e` considerato valido anche per la generazione di elettricita` e calore da fonti
rinnovabili, che sono state assimilate per legge alle attivita` agricole connesse.
(5) Se questo paragone non e` possibile a causa della natura particolare dei
beni, si fa riferimento al rapporto tra il loro valore normale e il costo dei prodotti estranei allimpresa. Ancora, se le materie utilizzate nella produzione
non hanno un valore stimabile, come nel caso dei residui zootecnici, si fara`
una comparazione a valle del processo produttivo tra lenergia derivante
dai prodotti propri e quella ricavata dai prodotti comprati da terzi.
(6) Complicando, in questo modo, il gia` confuso riparto di competenze, delineato nella prima parte dellarticolo.
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del Protocollo di Kyoto dell11 dicembre 1997. Espressione evidente di tale favor legislativo per le fonti rinnovabili e` la previsione dellarticolo 12, comma 7, del
D.Lgs. n. 387/2003, sulla possibilita` di installare gli
impianti anche in zona agricola. Peraltro, detta possibilita` non e` senza limiti.
Infatti:
i Comuni possono infatti prevedere, nellesercizio della propria discrezionalita` in materia di governo del territorio, aree specificamente destinate ad impianti
per la produzione di energia rinnovabile;
i Comuni hanno la facolta` di introdurre preventivamente discipline regolatrici degli impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, sia a
livello di strumentazione urbanistica (per quanto attiene ai criteri ed ai limiti di localizzazione) sia sul piano regolamentare (per quanto attiene in particolare al
procedimento istruttorio), di modo che un siffatto quadro normativo comunale possa poi fungere da parametro di conformita` dei successivi interventi proposti
mediante DIA (7);
gli impianti di produzione di energia elettrica da fonte
rinnovabile possono legittimamente essere ubicati
anche in zone classificate agricole dallo strumento
urbanistico vigente nel Comune (8),
anche a prescindere dalla loro integrazione strutturale con altri impianti a carattere industriale,
commerciale o di servizi: tale interpretazione e` peraltro lunica a consentire una lettura costituzionalmente compatibile della disposizione in parola, considerato che la possibilita` giuridica di installare tali impianti anche in zone agricole rappresenta un principio
fondamentale della legislazione statale in materia di
energia (9).
In mancanza di simili previsioni conformative, detti impianti possono essere localizzati, senza distinzione (almeno, per quanto riguarda la valutazione di compatibilita`
urbanistica), in tutte le zone agricole, e la
mancanza di una specifica espressa previsione localizzativa non puo` determinare lincompatibilita` urbanistica di un sito ubicato in zona a destinazione agricola (10).
Note:
(7) TAR Puglia, Lecce, sez. I, 30 aprile 2010, n. 1064.
(8) TAR Campania, Napoli, sez. V, 16 marzo 2010, n. 1479; TAR Abruzzo, Pescara, sez. I, 20 giugno 2009, n. 466.
(9) TAR Puglia, Lecce, sez. I, 29 gennaio 2009, n. 127.
(10) TAR Umbria, n. 518/2007. E` utile, evidenziare che, nel caso di specie, si
trattava di valutare la legittimita` di un atto comunale, con il quale lAmministrazione aveva negato la compatibilita` urbanistica di un parco eolico destinato ad essere realizzato in zona agricola, sul presupposto che il P.R.G. non
avesse individuato aree idonee per la realizzazione di parchi eolici nel territorio comunale: nel censurare tale ricostruzione, infatti, il TAR di Perugia
(segue)
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Le agroenergie e la salvaguardia
del territorio
In relazione al secondo punto (lutilizzazione dei suoli agricoli per scopi agro-energetici, secondo un approccio nonfood dellagricoltura), e` necessario porre lattenzione sul
ruolo dellagricoltura nella produzione di agroenergie,
con particolare attenzione alla disciplina sulle biomasse.
In termini scientifici, si considera biomassa qualsiasi
sostanza organica che deriva direttamente o indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana (11).
La biomassa puo` essere:
reperita attraverso il recupero di materiale vegetale
residuale (come i residui agricolo-forestali e i prodotti
secondari agroindustriali), oppure
prodotta da apposite coltivazioni energetiche (la produzione costante di risorse energetiche da coltivazioni
agricole viene definita, appunto, agroenergia).
E` proprio a questultimo aspetto che bisogna porre attenzione perche, se dal punto di vista del rendimento energetico sono piu` efficienti rispetto ai prodotti ottenuti
dai residui agricoli, forestali e zootecnici, le colture energetiche (agroenergie) hanno un maggiore impatto:
sulleconomia (nuove potenzialita` occupazionali. Le
bioenergie si presentano come una soluzione in grado
di poter risollevare zone economicamente depresse o
sottoutilizzate dal punto di vista agricolo);
sulla societa` (possibili benefici per le comunita` locali,
determinati dalla condizioni a monte della catena produttiva), ma soprattutto
sul territorio (diminuzione delle coltivazioni c.d. food,
ossia per scopi alimentari; scomparsa di grandi porzioni di foreste a scapito di monocolture energetiche;
ripercussioni sulla fertilita` del suolo (12)).
Negli ultimi anni, soprattutto a causa dellaumento dei
prezzi dei combustibili fossili, e della crescente dipendenza energetica da paesi politicamente instabili, lo sviluppo
di produzioni agroenergetiche si e` imposto: nellottica di
una politica energetico-ambientale sostenibile (13) lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili si impone quale
scelta strategica, oltre che per motivi eco (economici,
ecologici), anche per la disponibilita` di nuove tecnologie e
capacita` imprenditoriali utilizzabili nella elaborazione dei
progetti agro-energetici di rilevante interesse economico
ed occupazionale per il nostro paese.
I comparti agricolo e forestale possono, grazie alla loro
intrinseca multifunzionalita`, svolgere un ruolo importante nella produzione energia rinnovabile (14): per questo motivo, e` importante adottare una politica di incentivazione alle filiere agroenergetiche (15).
Tale approccio non food deve essere, tuttavia, sostenuto
da una coerente politica agro-industriale che preveda ladozione di misure fiscali ed interventi finanziari agevolativi, per promuovere lo sviluppo delle filiere agro-energe-
tiche con un efficace sistema di accordi interprofessionali fra gli operatori del settore agricolo ed industriale, in
grado di ridurre il rischio derivante dallo scarso coordinamento delle decisioni fra stadi di filiera ed informazioni
non adeguate alle richieste degli operatori di filiera (16).
In conclusione, le agroenergie costituiscono, attualmente, la fonte energetica rinnovabile piu` promettente, soprattutto grazie alla sua flessibilita` di utilizzo (per i trasporti, per la produzione di energia elettrica; per la loro
disponibilita` in forma liquida, solida, gassosa; per il loro
utilizzo in impianti di piccole e grandi dimensioni;...): lo
sviluppo di un ampio sistema di produzione per le biomasse richiede il superamento di alcune criticita` iniziali, partendo:
dallorganizzazione della filiera agro-energetica: limpiego energetico delle biomasse disponibili a livello
nazionale deve presentare una soddisfacente convenienza e fattibilita` economica (17);
Nota:
(continua nota 10)
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per arrivare alla costituzione di distretti agro-energetici: la mancanza di un sistema organico di produzione,
raccolta e trasporto delle biomasse, rappresenta una
delle cause principali degli elevati costi di generazione
della bioenergia.
Qual e` lo stato dellarte in Italia?
Nota:
(continua nota 17)
rativi, e b) i prodotti della conversione sono economicamente competitivi rispetto ad analoghi prodotti ottenibili da altre materie.
(18) Lintesa puo` definire:
a) azioni per migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del
mercato;
b) azioni per un migliore coordinamento dellimmissione dei prodotti sul
mercato;
c) modelli contrattuali compatibili con la normativa comunitaria da utilizzare nella stipula dei contratti di coltivazione, allevamento e fornitura;
d) modalita` di valorizzazione e tutela delle denominazioni di origine, indicazioni geografiche e marchi di qualita`;
e) criteri per la valorizzazione del legame delle produzioni al territorio di provenienza;
f) azioni al fine perseguire condizioni di equilibrio e stabilita` del mercato attraverso informazioni e ricerche per lorientamento della produzione agricola alla domanda e alle esigenze dei consumatori;
g) metodi di produzione rispettosi dellambiente.
(19) Sviluppare gli sbocchi commerciali sui mercati interno ed estero, e orientare la produzione agricola per farla corrispondere, sul piano quantitativo e
qualitativo, alla domanda, al fine di perseguire condizioni di equilibrio e stabilita` del mercato; garantire la sicurezza degli approvvigionamenti; migliorare
la qualita` dei prodotti con particolare riguardo alle diverse vocazioni colturali
e territoriali e alla tutela dellambiente; ridurre le fluttuazioni dei prezzi ed
assicurare le altre finalita` perseguite dallarticolo 33 del Trattato sulla Comunita` europea; prevedere i criteri di adattamento della produzione allevoluzione del mercato.
(20) Il contratto quadro definisce il prodotto, le attivita` e larea geografica nei
cui confronti e` applicabile; nel contratto quadro devono essere indicate la
durata e le condizioni del suo rinnovo.
(21) Attuazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sulla tracciabilita` delle
biomasse per la produzione di energia elettrica.
(22) Tariffe onnicomprensive e Coefficienti Certificati Verdi.
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Note:
(23) Nei quali si ritrovavano dunque a pari merito le biomasse da rifiuti e
quelle agricole, oltre che gli oli vegetali tracciabili.
Conclusioni
Come accennato, la politica energetico-ambientale nel
nostro paese, settoriale e burocratica, nel corso degli
anni e` stata sicuramente semplificata, ma non e` ancora
diventata semplice: da interpretare, da applicare, da rispettare...
Gli ultimi sviluppi della normativa energetica, sopra delineati nelle loro linee principali, lasciano ben sperare per il
nostro futuro.
Per continuare su questa strada, chi scrive ritiene neces-
(24) Previsto dallarticolo 1, comma 382 quater della medesima legge n. 296
del 2006.
(25) La biomassa da intese di filiera e` definita come la biomassa e il biogas,
ut supra definitivi, prodotti nellambito di intese di filiera o contratti quadro
di cui agli articoli 9 e 10 del d.lgs. n. 102 del 2005, mentre la biomassa da
filiera corta e` la biomassa (e il biogas) prodotti entro il raggio di 70 km dallimpianto di produzione dellenergia elettrica. La lunghezza del predetto raggio e` misurata come la distanza in linea daria che intercorre tra limpianto di
produzione dellenergia elettrica e i confini amministrativi del comune in cui
ricade il luogo di produzione della biomassa, individuato sulla base della tabella B allegata al presente decreto.
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