Sei sulla pagina 1di 9

La deontologia medica, il

codice deontologico e
leutanasia. I motivi di un no

articolo

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 31

Paolo Girolami

on facile restituire alla deontologia il suo giusto significato in


campo medico, cio il significato
di precetto che traduce il principio in
azione, in quanto giusto rimedio alla malattia e alla sofferenza delluomo.
Il tempo presente si caratterizza per una
moltitudine di precetti spesso in contraddizione tra loro ma paradossalmente quasi
sempre espressione di medesimi principi. Si
ha una prova di tale assunto nel principialismo che domina la bioetica a livello planetario nella sua applicazione pratica: in
nome del principio di autonomia si pu
giustificare il precetto di intervenire come
quello di astenersi dal giusto rimedio; in
nome del principio della beneficialit il rimedio adottato pu essere buono per affermare una pretesa libert dal peso della vita
o, invece, per salvaguardare la vita stessa.
La medicina ha propri valori, che in occidente si sono stratificati, nel corso dei secoli,
attingendo al grande universo dei principi
cristiani: lumilt delluomo di fronte alla
grandezza del creato, lascolto come norma
primigenia dellagire, il consenso come suggello di unalleanza, il rispetto della parola
data come segno della propria onorabilit, la
comprensione della sofferenza come modalit di esperienza di vita che apre alla stima
e al riconoscimento del s nellaltro.
La medicina occidentale porta impressi nel
suo codice genetico questi principi, talch
alcuni filosofi non hanno esitato a dire che
la medicina etica per definizione, e, per
contrappunto, che letica medicina.

Ma non si pu concepire unetica senza una


relazione dialogica, senza cio una dualit
(letica non intimismo ma preoccupazione per laltro), e, daltra parte, non si pu
pensare alla medicina senza una compresenza. Laddove la dualit si esaurisce per lasciar spazio allio assoluto c solo potere e
prevaricazione, laddove la compresenza
abolita, c solo solitudine.
Nella mia attivit di studio di questi ultimi
anni1 ho cercato di comprendere come la
deontologia possa costituire il terreno culturale sul quale posizionare nella loro giusta
collocazione spaziale i precetti che muovono lagire medico ed i principi che li animano, depurando la deontologia stessa dalla
contaminazione del formalismo (il dover
fare una cosa perch risponde ad una regola
formale), del proceduralismo (il dover fare
una cosa perch una determinata procedura
la impone sistematicamente), dal difensivismo (il timore di una possibile azione giudiziaria di rappresaglia come guida
dellazione).
Nelle righe che seguono ho riportato alcuni
pensieri, in parte gi espressi altrove, con
lintento fondamentale di far comprendere
che la deontologia il naturale corollario
delletica cos come lazione segue lintenzione, che la deontologia non neutra rispetto ai valori che la medicina incarna, e
soprattutto che la deontologia non deve essere confusa con i vari codici deontologici,
che indubbiamente attingono alla deontologia medica, costituendo un motivo di prestigio per le professioni sanitarie, senza per
garantirne in assoluto la genuinit del contenuto.

Professore
Ordinario, Facolt
di Bioetica, Ateneo
Pontificio Regina
Apostolorum,
Roma

Studia Bioethica - vol. 3 (2010) n. 1-2 , pp. 31-39

1. Introduzione

31

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 32

2. Lo statuto della deontologia


Il primo ostacolo che si trova ad affrontare
colui che si accinge a trattare della questione
deontologica in ambito medico rappresentato dalla definizione stessa di deontologia
medica.
Come sottolinea DAgostino2, la difficolt
di assegnare alla deontologia uno statuto
epistemologico preciso correlato da una
parte alla sua fondamentale appartenenza
alla filosofia morale, al mondo dei principi,
e dallaltro alla sua tendenza ad emigrare nel
mondo delle regole, cio a cristallizzarsi in
norme di carattere formale e positivo; in
altre parole ad essere imprigionata in un codice. Per i pi sensibili alle ragioni delletica,
tale sequestro non pu che apparire come
unaberrazione rispetto alla libert della speculazione filosofica, per i pi sensibili alle ragioni istituzionali della civile convivenza, a
tale codificazione non pu che attribuirsi un
ruolo subalterno rispetto a quello del diritto. Il diritto verrebbe pertanto a rivendicare un ruolo di supremazia rispetto alla
deontologia professionale, relegata in una
posizione di servile subalternit.
Tale difficolt non sembra superabile neppure attraverso lesame della norma deontologica.
Sappiamo che la definizione di diritto risente fortemente della possibilit di distinguere le norme giuridiche dalle norme della
morale e da quelle del costume.
Bobbio3 insegna al riguardo che il carattere
distintivo della regola giuridica sarebbe da
ricercarsi (senza pretesa di esaustivit) in alcune peculiarit della medesima, rappresentate di volta in volta dalla struttura della
regola, dal contenuto e dal fine della stessa,
dal soggetto che fissa la regola, dal soggetto
cui la regola rivolta, e, infine, dalla sanzione
che segue la violazione della regola.
Rispetto alla struttura, la regola giuridica sarebbe portatrice di imperativi che provengono da unautorit esterna, mentre quella
morale incarna degli imperativi che provengono da noi stessi. Per quanto riguarda il
contenuto e il fine, la regola giuridica
avrebbe come prospettiva la regolamenta-

32

zione dei rapporti sociali (in ci apparentandosi alle regole del costume), mentre la regola morale le azioni rivolte a se stessi.
Quindi la norma morale sarebbe caratterizzata dalla unilateralit, mentre quella giuridica dalla bilateralit o intersoggettivit.
Scopo del diritto sarebbe poi quello della
pacifica convivenza civile (ordine), concetto
questo che richiama lidea della coercizione
come momento necessario dellattuazione
del diritto. Per quanto attiene la natura del
soggetto che pone la norma e quella del
soggetto che la riceve, prevale il principio
che le norme giuridiche sono quelle che
provengono dal potere sovrano dello stato
(sovranit), richiedono unadesione puramente esterna del destinatario (legalit), e
non intima come le norme morali. La
norma giuridica richiede inoltre che venga
eseguita con convinzione della sua obbligatoriet, altrimenti ci troveremmo di fronte
ad una regola non del diritto ma del costume. Un ulteriore elemento di distinzione
tra regola del diritto, della morale e del costume sarebbe rappresentato dalla natura
della sanzione in caso di violazione: sanzione
interna (rimorso) per la violazione di una
regola morale, sanzione esterna non codificata per la violazione di una regola del costume (dalla riprovazione al linciaggio),
sanzione esterna codificata per la violazione
della norma giuridica.
Ma anche una minuziosa analisi dei pi appariscenti connotati della norma giuridica
non ci permette di definire con precisione
la norma deontologica in ambito medico,
la quale incarna, a ben vedere, ora i caratteri della norma giuridica, ora di quella del
costume, ora di quella morale. Non si pu
pensare infatti alla norma deontologica
senza ritenere, tra laltro, che essa venga
eseguita con intimo convincimento interiore da parte del professionista, che il
mancato adempimento non provochi rimorso da parte di questultimo e al tempo
stesso che essa sia caratterizzata dalla intersoggettivit e dalla coercibilit tipica di una
norma giuridica, o che incarni delle procedure da secoli consolidate come regole
del costume.

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 33

3. Lo statuto della medicina

curare e del prendersi cura, corrisponde una


fiducia da parte del paziente, fatto questo
che suggella un reciproco impegno in un
patto. Dalla fiducia scaturisce un sentimento
di affidamento, e dallaffidamento una richiesta, moralmente vincolante per il medico, di tutela di quellaffidamento attraverso
unassunzione di responsabilit5.

La soluzione va allora ricercata nella natura


stessa della medicina, che consiste in una
sintesi unica ed irripetibile, nel mondo
scientifico, tra teoria e prassi, o, per meglio
dire, tra competenza e dedizione allaltro4. E
in ragione del suo carattere relazionale, (il
dedicarsi allaltro sofferente, lenire le sue
pene), la medicina riconosce nelletica non 4. Il rapporto medico-paziente
una dimensione accessoria bens un elemento costitutivo. Medein (da cui il ter- Da pi parti si posto laccento sullasimmine medicina) in greco significa appunto metria di tale relazione6: il medico dotato di
lenire le sofferenze altrui.
un sapere e di una preparazione tecnica
Daltra parte, facile
inaccessibili al paziente
costatare che nei secoli
si troverebbe in una
la medicina ha costruito
posizione di vantaggio
il suo prestigio non sulla
rispetto a questultimo,
La
medicina
riconosce
qualit dellofferta (o,
che invece viene a colnelletica non una
per meglio dire, nella
locarsi in una posizione
qualit delle prestazioni,
sudditanza. Lo stato
dimensione accessoria bens di
tenuto conto dei limiti
di malessere e di soffeun elemento costitutivo renza legato alla malatdelle conoscenze e della
scarsa efficacia dei ritia
renderebbero
medi), ma sulla qualit
inoltre il paziente andelle modalit dellofcora pi debole e diferta (il dedicarsi completamente allaltro, lo pendente nei confronti del professionista.
specchiarsi nelle sue sofferenze, e, al limite, A questo riguardo bene fare alcune precilessere pronti al sacrificio per la sua sal- sazioni anche avvalendoci delle interessanti
vezza).
conclusioni cui perviene Paul Ricur7 anaIn effetti, laccreditamento della medicina al lizzando la Regola dOro sullo sfondo degli
pubblico, per usare unespressione oggi in imperativi categorici kantiani in Soi-mme
voga, prende avvio e si consolida nel tempo comme un autre.
attraverso lincarnazione di valori morali In estrema sintesi, il pensiero del filosofo
come principi e cardini dellagire professio- francese pu essere cos delineato. Nel prenale, rappresentati fondamentalmente dal- cetto che costituisce la chiave di volta di
lagire in difesa della vita e della persona.
ogni agire morale Non fare agli altri quello
Lo stesso concetto di professione (profes- che non vorresti fosse fatto a te facile intrasione, dal latino profiteor, professus, professio), vedere quantomeno la risposta ad ogni miprima ancora che ad un agire, rimanda ine- naccia di prevaricazione delluno sullaltro,
quivocabilmente allidea di dichiarare aper- unasimmetria relazionale che colloca gli intamente un sentimento, un credo, una terlocutori nel ruolo rispettivo di agente
dottrina.
e di paziente. Il fatto che ogni uomo abbia
Il primato delletica sulla scienza, intesa il potere, almeno potenziale, di fare agli altri
come sapere pragmatico, che caratterizza la quello che non vorrebbe fosse fatto a se
medicina fin dalle origini, si spiega peraltro stesso significa che tale facolt esiste, e a tale
proprio per il carattere relazionale, inter- facolt segue la concreta possibilit per ciascuno di assumere il ruolo di soggetto attivo,
personale, dialogico, dellagire medico.
Alla compassione da parte del medico per ovvero di colui che impone ad altri ci che
chi soffre, che si concretizza nelle forme del non vorrebbe subire. Tale asimmetria tut-

33

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 34

tavia compensata da un principio di reciprocit, in quanto ciascuno, nellinfinita serie di


relazioni interpersonali che contrassegnano
lesperienza umana, suscettibile di assumere anche il ruolo del paziente. Cos come
risulta concreta la possibilit di un imporre
agli altri un qualcosa, altrettanto pu dirsi
della possibilit di subire qualcosa dagli altri.
Tale condizione di interscambiabilit di
ruoli (reciprocabilit) fa s che il principio
del rispetto dellaltro al pari di s come regola comportamentale rappresenti un precetto universalmente condivisibile.
Nel caso del rapporto medico-paziente, la
relazione asimmetrica interpersonale non
risulta adeguatamente compensata dallinterscambiabilit dei ruoli. In altre parole, la
posizione del medico e del paziente, in ragione dellincolmabile divario di conoscenze e dellimpossibilit da parte del
paziente di rinunciare allopera trattamentale, non si declinano nel segno della reciprocit. Anzi, si assisterebbe, in questo caso,
ad una cristallizzazione di ruoli, con il medico invariabilmente in posizione di forza
(colui che impone) e il paziente nella corrispettiva condizione di debolezza (colui che
costretto a subire).
Una volta ammessa tale condizione di irreversibile disuguaglianza, si configurano due
possibili rimedi.
Una prima soluzione rappresentata dallaccrescimento del potere di controllo del paziente sulloperato del medico, realizzabile
attraverso una sempre maggiore giuridificazione (o, per meglio dire, giurificazione)
della relazione trattamentale8. questa la
prospettiva che ai nostri giorni gode di maggior credito. Stabilendo in capo al paziente
il diritto allautodeterminazione (che nel
linguaggio comune trova concreta formulazione nel principio del cosiddetto consenso
informato) e inquadrando il trattamento
sanitario nellistituto contrattuale, con il medico in posizione di debitore e paziente in
posizione di creditore, verrebbero poste in
essere le condizioni per un effettivo superamento della disparit di partenza.
Secondo lipotesi alternativa, invece possibile ovviare allo sbilanciamento origi-

34

nale dei poteri dei due interlocutori collocando la relazione stessa in una forte dimensione deontologica. In base a questultima
impostazione, che quella che ha goduto
maggior credito fino a tempi assai recenti, la
deontologia medica verrebbe quindi ad assumere la funzione strumentale di ammortizzatore del potere medico, compensando
il deficit di reciprocabilit dei rispettivi
ruoli.
Questa ricostruzione non risulta tuttavia
esaustiva poich risente di una interpretazione delle relazioni interpersonali tutta
centrata su rapporti di forza tra antagonisti,
impermeabile allidea che alla socialit non
sia estranea unistanza di riconoscimento
della persona e che il riconoscere se stesso
nel volto dellaltro sofferente possa costituire
di per s il giusto antidoto ad ogni tentazione di prevaricazione. Guardando poi alla
medicina, evidente che, seppure in ruoli
diversi, medico e paziente condividono lo
status di esseri umani, cui lesperienza della
sofferenza, se non altro come dato esistenziale, non certo estranea (anche il medico
si ammala, vive lesperienza della malattia dei
propri cari, tocca con mano il dolore dei
propri simili).
5. La deontologia, hardware dellagire medico
Alla luce di tali considerazioni sembra pi
corretto pensare alla deontologia medica
come allhardware dellagire medico, allinsieme di valori da cui prende forma la professione, (professione, come gi detto, nel
senso di professare principi, cui la medicina
stessa deve necessariamente attenersi a costo
di perdere la sua ragion dessere), ad una coscienza critica della medicina assunta a
norma di condotta, piuttosto che ad una
moderna carta di garanzie offerte al paziente
per placare ogni sospetto di abuso di potere
e di sopraffazione.
In tal senso sembra pronunciarsi Platone9 allorch riconosce uno statuto morale intrinseco alla medicina, estraneo ad ogni logica
di potere:
Forse che la medicina manca di qualcosa?
Possiamo affermare in generale che unarte

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 35

richiede una determinata qualit cos come La deontologia non rappresenterebbe quindi
gli occhi la vista o le orecchie ludito, e che il correttivo dello strapotere medico, bens
pertanto a loro volta tali organi necessitano la prassi medica che nellincontro con laltro
di unarte che riconosca e procuri loro il ne- si fa agire morale.
cessario per vedere e per udire? E in questa Daltra parte, cos come non soddisfa la colstessa arte possibile riconoscere un qualche locazione della deontologia in un ruolo
difetto? E se essa un po difettosa, occorre esclusivamente strumentale, altrettanto pu
unaltra arte per cercare ci che manca alla dirsi dellinquadramento del rapporto meprecedente, e cos via allinfinito?... Oppure dico-paziente nellistituto contrattuale.
ogni arte basta a s se stessa per rimediare Al riguardo giova ancora citare DAgoalle sue imperfezioni, poich, nessun arte stino10 il quale rileva che il diritto, in quanto
reca tracce n di difetti n di imperfezioni e sistema normativo che si basa sul principio
non deve ricercare niente altro al di fuori di della reciprocit, non in grado di gestire
ci che vantaggioso al
relazioni asimmetriche,
suo oggetto, ed, in ef- evidente che, seppure in come quelle che caratfetti, se veramente di
terizzano il rapporto
ruoli diversi, medico e
arte si tratta essa rimane
medico-paziente. Per
paziente condividono lo poter sindacare su tale
incorruttibile e pura
finch resta rigorosa- status di esseri umani, cui rapporto il diritto comente conforme alla
stretto a ridurlo ad un
lesperienza
della
sofferenza,
sua natura?... Dunque la
contratto, che, tenuto
medicina non guarda al
se non altro come dato conto dellasimmetria
proprio vantaggio bens
di fondo, non pu che
esistenziale,
non

certo
a quello del corpo
essere classificato come
Dunque
nessuna
sui
generis11 Daltra
estranea
scienza ricerca o imparte, come rileva lo
pone il vantaggio del pi forte, ma del pi stesso DAgostino12, nulla pi lontano
debole tra i soggetti che le sono sottoposti. dalla mente del paziente di entrare in una
Egualmente non forse vero che il me- relazione giuridica con il medico, n quedico, in quanto medico, non cerca n pre- stultimo considera la propria professione in
scrive ci che torna a proprio vantaggio, ma termini strettamente normativi e contratci che risulta vantaggioso per il malato? tuali. Latteggiamento tipico del paziente, nei
Abbiamo in effetti convenuto che il medico, confronti del medico che ha bene operato,
nel senso vero del termine, governa i corpi quello del ringraziamento, e latteggiae non affatto un uomo daffari (Rep. mento del medico, di fronte al risultato della
I,342).
guarigione del paziente, quello della graAllidea platonica del medico che non pre- tificazione. La dinamica del ringraziamento
scrive ci che torna a proprio vantaggio (al pari della gratificazione) non appartiene
bens ci che risulta vantaggioso per il ma- allesperienza giuridica, ma appartiene allato attinge lintero retaggio valoriale su cui lesperienza morale.
si fonda la medicina e che trova nel precetto Le considerazioni fin qui svolte e ricondudel primum non nocere lespressione pi cibili fondamentalmente allidea che il rimecompiuta. Si tratta di un precetto che muove dio allasimmetria medico e paziente non
da un atteggiamento di rispetto nei con- debba essere ricercato nella deontologia o
fronti dellaltro, ed identificando nellalterit nel diritto bens nella medicina stessa, trola ragion dessere e la prima misura morale vano pi precisa formulazione nel pensiero
di ogni atto medico implicitamente am- di Paul Ricur13. Lintenzionalit etica (vise
mette un atteggiamento di reciprocit nella thique) del curante, che si pone inizialmente
forma riflessiva e speculare del noli me tan- nel segno dellasimmetria, cerca di ristabilire
il poter-essere del paziente, restaurando la
gere.

35

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 36

simmetria iniziale: da un lato, la richiesta uccisione di un essere umano, perch sopdaiuto, che un mettersi in causa da parte primere laltro, (il paziente, il malato), signidel malato, dallaltro, lutilizzo da parte del fica privarsi di quella relazionalit che
medico di quegli strumenti che danno la costituisce la moralit stessa della medicina,
possibilit a chi soffre di restaurare il proprio incarnata dalla deontologia e, con essa, perpoter-essere. Tale intenzionalit etica non dere la propria ragion dessere. Il medico
pu concretizzarsi se non passando per il se- non pu impunemente trasformarsi nel
taccio della norma, ovvero il passaggio at- boia, anche invocando ragioni umanitarie,
traverso il momento deontologico, il quale perch il boia non realizza la propria opera
garantisce che il rapporto con laltro si rea- in una relazione, bens nellabolizione della
lizzi nel segno della giustizia. Il momento capacit di relazione.
deontologico riveste tre funzioni:
Si parlato finora della deontologia come
- una funzione di universalizzazione dei pre- di un principio o ideale etico che assurge a
cetti che reggono il
rango di norma di conpatto fondato sulla fi- Stabilito il primato storico dotta e, in quanto tale,
ducia: lelevazione di
nel segno
ed ontologico delletica sulla sidellacolloca
questo patto al rango di
giustizia, o meglio
norma costituisce il
dellequit, cio diviene
prassi possibile
momento deontolostrumento di parit tra
argomentare circa
gico dellagire medico;
i soggetti, medico e pa- una funzione di conziente, in relazione tra
limpossibilit per la
nessione, che permette
loro. Resta ancora da
medicina di ammettere la stabilire in quale modo
di armonizzare le
norme mediche con le deliberata uccisione di un la norma si sia cristallizaltre norme sociali e
zata in un codice opeessere
umano
politiche;
rativo, il codice di
- una funzione di composizione dei conflitti deontologia medica.
che possono apparire su due fronti:
1) il primo fronte si colloca laddove letica 7. Il codice di deontologia medica e la tutela dei
medica che guarda alla clinica incontra valori deontologici
letica che guarda alla ricerca. I conflitti
compaiono lungo una frontiera comune, a. Cenni storici
rappresentata dallinvestigazione sui corpi
umani a fini diagnostici, terapeutici o speri- Dal punto di vista storico, il codice di dementali;
ontologia medica rappresenta il frutto di
2) il secondo fronte generatore di conflitti quel progressivo processo di aggregazione
si colloca laddove si confrontano lidea del dei medici che condusse alla costituzione
benessere personale del paziente e quella del nel 1862 dellAssociazione medica italiana14.
benessere collettivo.
Alla base di tale processo si riconoscono differenti fattori, tra i quali il progressivo processo di professionalizzazione della
6. Medicina, relazionalit ed eutanasia
medicina, anche dovuto ad un miglioraUna volta stabilito il primato storico ed on- mento e ad una crescente uniformit della
tologico delletica sulla prassi, proprio della formazione universitaria. Fino allunit
medicina, e accertato che la deontologia dItalia linsegnamento della medicina nelle
rappresenta la trasformazione di una inten- varie universit italiane si presentava fortezionalit etica in norma, nel segno della mente disomogeneo ed era estremamente
universalit ed in funzione della giustizia, diffuso il fenomeno dellabusivismo. Un
possibile argomentare circa limpossibilit altro importante fattore di aggregazione fu
per la medicina di ammettere la deliberata rappresentato dal tentativo di accredita-

36

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 37

mento dei medici presso lopinione pubblica


come coscienza sanitaria dellItalia unita, ovvero come promotori di un miglioramento
delle condizioni di vita dei cittadini nel
segno della medicalizzazione della societ. I
medici cominciarono ad ampliare il loro
orizzonte etico oltre ai doveri nei confronti
del paziente, per estendere i loro interessi ai
problemi della povert, della prevenzione
delle malattie, alla medicalizzazione delle
donne, dei bambini, dei luoghi di lavoro. Infine non bisogna dimenticare le rivendicazioni sindacali e gli interessi corporativistici.
Allesperienza dellassociazionismo, che si
proponeva di operare per il progresso della
scienza e laggiornamento dei medici, e di
difendere i diritti e la dignit della professione, segu la costituzione degli Ordini dei
sanitari, (i primi a Milano 1887, a Napoli
1888 e a Venezia 1889) che rivendicavano il
ruolo di garanti e controllori delle professioni sanitarie, di depositari degli albi professionali, di giudici nelle controversie tra
colleghi e tra colleghi ed utenti. Nel 1898
venne costituita la Federazione nazionale
degli Ordini dei sanitari ed, infine, con legge
n. 455 del 10 luglio 1910 vennero istituiti
per ciascuna provincia dItalia gli Ordini dei
Medici come associazioni obbligatorie di
tutti i liberi esercenti.
Il primo codice di deontologia medica fu
redatto dallOrdine dei Medici di Torino nel
1912 ed altri ne seguirono come espressione
del potere statutario dei singoli Ordini provinciali. Solo nel 1954 la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici eman un
Codice ad efficacia nazionale15. Successive
edizioni del Codice si ebbero nel 1978, nel
1989, nel 1995, nel 1998 e, lultima, nel
200616.
In Italia, al contrario di altri Paesi, come la
Francia, il Codice di deontologia medica
non approvato con Decreto ministeriale e
non entra a far parte di un codice della sanit pubblica17.
b. Codice deontologico e norma giuridica
Un rapido sguardo al Codice di deontologia
medica permette di evidenziare che i prin-

cipi cardine della deontologia medica, ed in


particolare quelli ereditati dalla tradizione
ippocratica, (la tutela della vita, della persona
e del segreto) e attribuiti alla scuola di Salerno18 (il primato della libert del paziente
sulle mere ragioni trattamentali, richiamato
dalla massima: voluntas aegroti suprema lex esto)
sono formulati tenendo principalmente
conto della norma giuridica, cui la norma
deontologica sembra piegarsi o quantomeno
adattarsi.
Accanto a tali principi vengono peraltro stabilite tutta una serie di regole di buona condotta anche nel rapporto del medico con i
colleghi, con le autorit, con i cittadini; vengono indicati criteri di efficacia e di efficienza nellesecuzione delle cure; si
riportano disposizioni di lotta allesercizio
abusivo della medicina, di lotta al comparaggio, al doping, nonch norme riguardanti la
fissazione degli onorari, la pubblicit sanitaria, il potere disciplinare dellOrdine. Tutte
disposizioni che sostengono interessi eterogenei tra loro e che fanno del Codice di deontologia
medica
un
complesso
regolamento dellattivit professionale, in cui
la deontologia, come in precedenza definita,
occupa uno spazio assai limitato.
Tale situazione comune a molti codici di
deontologia medica, tanto che diffusa
lopinione che si debba distinguere allinterno di un codice di deontologia medica
una deontologia in senso stretto da unetica
professionale. In tal senso sembra pronunciarsi Canto-Sperber19 allorch afferma:
La deontologia designa, come indica il
nome, un insieme di doveri associati allesercizio di una professione.Tali doveri possono
essere definiti, in maniera neutra, come dei
doveri intrinseci: essi rappresentano allora
linsieme delle condizioni che devono essere
rispettate per la conservazione dellintegrit
di una determinata pratica professionale,
della sua affidabilit, del ruolo positivo che
essa gioca allinterno della societ. Ma tali
doveri sono per lo pi considerati come rivolti a difendere gli interessi, i diritti, i beni
dei non professionisti che vengono a contatto con tale pratica (i pazienti di un medico, i clienti di un avvocato, ecc.). Di fronte

37

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 38

a questo genere di doveri, la deontologia diventa etica professionale, ovvero unetica cui
si devono attenere gli esercenti una professione, non solo perch essa ne garantisce
lintegrit, ma soprattutto perch essa preserva gli interessi e i diritti di coloro che vi
sono coinvolti.
evidente peraltro che se si accoglie la definizione precedentemente riportata di deontologia, come coscienza critica della
medicina assunta a norma di condotta, cade
la necessit di distinguere un atteggiamento
deontologico da un atteggiamento etico, in
quanto luno e laltro si sovrappongono.
Resta tuttavia da verificare in quale maniera
il codice deontologico, come sistema normativo, si collochi oggettivamente allinterno dellordinamento.
In via di principio, il codice deontologico
non pu contenere delle norme che siano
in contrasto con la legge, e ci non tanto per
il primato della legge, che promana dalla sovranit dello Stato, quanto piuttosto perch
la norma deontologica si colloca in un settore dellordinamento nel quale la norma
giuridica, come si detto, non in grado di
intervenire efficacemente e che di fatto
viene riservato alla norma deontologica20.
Si potrebbe cos affermare che laddove interviene la norma deontologica in difesa di
un valore necessario allespletamento di
unattivit professionale, lordinamento non
pu far altro che recepirla.
Restando sempre nelle linee di principio, si
pu citare il caso della tutela del segreto
professionale, che rappresenta uno dei fondamentali doveri del medico, dovere sancito
dalla norma deontologica e recepito dal diritto quale bene penalmente protetto.
Tuttavia quando si passa dalla visione teorica
allesame della situazione concreta, attraverso
la lettura del codice deontologico, facile
rilevare quanto sia ampio il condizionamento della legge sulla codificazione deontologica e come questultima sia costretta ad
un perenne inseguimento del legislatore nel
tentativo di rendere conforme il codice deontologico alla legge (da qui la nutrita serie
di edizioni del codice cui si assistito in Italia nellultimo cinquantennio).

38

Appare superfluo soffermarsi sul caso dellinterruzione volontaria della gravidanza,


per dimostrare che ci che era vietato in
passato divenuto lecito oggi, (nei limiti stabiliti dalla legge e fermo restando il principio dellobiezione di coscienza).
c. La deontologia nel codice deontologico
Tutto ci lascia perplessi circa la capacit del
codice deontologia medica di incarnare una
deontologia senza compromessi, cos come
invece dovrebbe essere, e di esprimere autonomamente criteri operativi in grado di raccogliere le sfide che sul fronte delletica la
medicina si trova di giorno in giorno ad affrontare, anche tenuto conto del pluralismo
delle convinzioni morali che sembra contraddistinguere la societ occidentale. A questo riguardo ci sembra opportuno segnalare
i principi che il vigente Codice deontologico ha fatto propri in riferimento al rifiuto
delle cure e allaccanimento terapeutico:
- il medico deve tutelare la vita e rispettare
la dignit, la libert e lautonomia della persona;
- ogni forma di accanimento terapeutico
vietata;
- il medico deve tener conto di volont
eventualmente espresse dal malato;
- leutanasia vietata;
- il medico, in ogni caso, deve prestare assistenza al malato fino allultimo istante della
sua vita.
Si tratta di principi diversi tra loro per natura
e origine, ma che in vario modo afferiscono
al nucleo concettuale del precetto fondamentale del primum non nocere, e, in ragione di questa loro caratteristica, possono
ben armonizzarsi tra loro.
Ancora una volta la deontologia chiamata
ad operare per rendere pensabile e possibile
una relazionalit paritaria tra medico e paziente fino agli ultimi istanti di vita, ed il codice deontologico a indirizzare i
comportamenti dei medici secondo criteri
di razionalit e coerenza.
Se la deontologia fallir, la parola passer ancora una volta alla politica e alla legge, con
risultati imprevedibili.

bioethica-template_SB 30/12/2011 19:45 Pagina 39

NOTE

PLATONE, La Repubblica, I, 342 (ns. traduzione).


F. DAGOSTINO, Deontologia ed etica, cit.
11
A.V. GAMBARO, La responsabilit medica nella
prospettiva comparatistica, in La responsabilit medica,
Giuffr, Milano 1982, 25.
12
F. DAGOSTINO, Deontologia ed etica, cit.
13
P. RICUR, Les trois niveaux du jugement mdical, in P. RICUR, Le Juste 2, Esprit, Paris 2001, 227243.
14
Vedi M. SORESINA, I medici italiani nel XIX secolo fino alla costituzione degli ordini, in A.VARNI
(a cura di), Storia delle professioni tra Ottocento e Novecento, Il Mulino, Bologna 2002, 61 ss.
15
Vedi F. INTRONA et coll., Il codice di deontologia medica
1995, Giuffr, Milano 1996, 1.
16
Vedi FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DEI
MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI, Codice di deontologia medica, 2006, www.fnomceo.it.
17
Vedi C. LEGA, Deontologia medica, principi generali,
Piccin, Padova 1979, 31 ss.; A. PAGNI, Il codice deontologico e la Federazione nazionale degli ordini
dei medici chirurghi e odontoiatri, in M. BARNI,
Bioetica, deontologia e diritto per un nuovo codice professionale del medico, Giuffr, Milano 1999, 3 ss.
18
Vedi S. DE RENZI, Storia documentata della Scuola medica di Salerno, Ferro, Milano 1967.
19
M. CANTO-SPERBER, Philosophie morale et
thique professionnelle, in A.-M. FRISON-ROCHE,
Secrets professionnels, Autrement, Paris 1999, 103 ss.
20
Vedi F.D. BUSNELLI, Codice di deontologia medica, in Bioetica e diritto privato. Frammenti di un dizionario, Giappichelli, Torino 2001, 73-74.
10

P. GIROLAMI, Medicina, etica e diritto, Centro Scientifico Editore, Torino 2009; P. GIROLAMI, La salute e
le regole, Edi-Med, Milano 2010.
2
F. DAGOSTINO, Deontologia ed etica. La prassi e i valori, Relazione al Congresso Nazionale Salute, scienza e
professione. La deontologia per gli anni 2000, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi
e Odontoiatri, Torino 1995, testo non pubblicato.
3
N. BOBBIO, voce: Diritto, in Novissimo Digesto Italiano, V, Utet, Torino 1968. Per una sintetica ed aggiornata ricognizione sul concetto di diritto vedi P.
GROSSI, Prima lezione di diritto, Laterza, Bari 2007. Sul
tema del rapporto tra Bioetica e diritto vedi anche P.
GIROLAMI, Bioetica e diritto, in E. LARGHERO, G.
ZEPPEGNO (a cura di), Dalla parte della vita. Itinerari di
bioetica, I, Effat Ed., Cantalupa 2007, 133 ss.
4
BENEDETTO XVI, Lettera Enciclica Deus Caritas est,
Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 2005.
5
Vedi P. GIROLAMI, Alcune considerazioni in tema
di consenso al trattamento sanitario con particolare
riguardo allambito psichiatrico, in Riv. It. Med. Leg.,
(1997), 287- 311.
6
Vedi per tutti S. SPINANTI, Bioetica in sanit, Carocci,
Firenze 1993, 31-32.
7
P. RICUR, Soi-mme comme un autre, Seuil, Paris
1990, 254 ss.
8
Vedi sul punto P. GIROLAMI, La giurificazione della
medicina, antiche radici e nuovi germogli, in Riv. It.
Med. Leg., (2005), 61-87.

39

Potrebbero piacerti anche