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Nell'ambito scientico, il concetto di crossover o punto di crossover (dall'inglese Crossover concept o Crossover point [1] ) indica un evento metabolico riguardante l'impiego dei substrati energetici utilizzati durante
l'attivit sica aerobica, in particolare il rapporto tra lipidi
e carboidrati.[1][2][3][4]
oltre questi livelli fa sempre pi adamento sul glicogeno muscolare e in generale sui carboidrati come substrati energetici principali, dimostrando come l'aumento
dell'intensit sia direttamente proporzionale all'impiego
di carboidrati e inversamente proporzionale all'impiego
di lipidi[3] . In termini semplici il crossover point rappresenta il livello di intensit in cui l'energia derivata dai
carboidrati prevale sull'energia ricavata dai lipidi, dove
ulteriori aumenti dell'intensit determinano un ulteriore
incremento dell'impiego di carboidrati e di conseguenza un ulteriore decremento dell'ossidazione di lipidi[1] .
Quindi, con l'aumentare dell'intensit da valori bassi a
valori moderati o alti, la selezione dei substrati energetici subisce una transizione (crossover) passando da una
dipendenza dai lipidi a una dipendenza sempre maggiore di carboidrati[3] . Secondo i ricercatori, l'intensit il
principale fattore determinante il bilancio dell'utilizzo di
substrati durante l'esercizio. Quindi, intensit moderate o
elevate determinano:[1]
Denizione
A basse e moderate intensit, i lipidi e i carboidrati giocano entrambi un ruolo importante come substrati energetici, ma i lipidi rappresentano il carburante centrale in
questi range di sforzo. Tuttavia, quando l'intensit supera i valori del 60-65% del VO2 max, i carboidrati assumono un'importanza sempre maggiore, mentre i lipidi al
contrario sempre minore[5] .
Uno studio molto importante (Romijn, 1993) condotto
su ciclisti professionisti cerc di determinare pi precisamente il grado di impiego dei diversi substrati a diverse
intensit. In questa ricerca si concludeva sinteticamente
che l'impiego di glucosio e l'ossidazione di glicogeno incrementano di pari passo con l'intensit dell'esercizio aerobico assieme ad una progressiva riduzione del rilascio
degli acidi grassi nel plasma; mentre la lipolisi periferica
(la mobilizzazione dei grassi depositati) viene stimolata
al massimo con l'esercizio a basse intensit:[6]
all'85% del VO2 max, oltre il 60% della richie- Di conseguenza, ad alte intensit il ruolo dei lipidi semsta energetica proviene dal glicogeno muscolare, pre minore[2][3] no a diventare insignicante superata la
mentre solo il 28% coperto dagli acidi grassi.
soglia anaerobica[7] . Venne suggerito che la risposta del
lattato nel sangue rappresenta un particolare marker (seIl concetto di crossover, traducibile come concetto di pas- gnalatore) del punto di crossover[2][3] , dato che il lattato
saggio o di attraversamento, venne descritto per la prima nel sangue e la risposta delle catecolamine all'esercizio
volta dai ricercatori Brooks e Mercier in un documen- incrementale possono essere collegati[8][9][10] . Nella loto scientico del 1994[1] . Questo concetto indica il fat- ro pubblicazione inoltre Brooks e Mercier ipotizzarono
to che i lipidi giocano un ruolo predominante come fon- la discussa teoria che riconosce come il tasso di utilizte energetica in condizioni di riposo e per sostenere uno zazione del glucosio ad intensit moderate e elevate sia
sforzo muscolare a basse intensit, cio no a circa il 50- maggiore nei soggetti allenati rispetto ai non allenati[1] ,
60% VO2 max o inferiori, mentre un aumento dello sforzo una questione dibattuta da altri ricercatori[11] .
1
1.1
2 CONTROVERSIE
2 Controversie
2.1 Adattamenti metabolici
Come accennato, nel concetto di crossover Brooks sosteneva che gli adattamenti indotti dall'esercizio di endurance risultassero secondari nell'equilibrio dei substrati[2] .
In contemporanea con queste pubblicazioni, Coggan
(1997)[11] , tramite un altro documento, esprimeva alcune
critiche verso questo concetto. In primo luogo egli sostenne che il punto di crossover non risultasse un nuovo
concetto, in quanto era stato riconosciuto sin dagli anni
trenta. Secondo Coggan, anche se gli ideatori di questo
concetto inizialmente sostenevano che gli individui allenati impiegassero pi glucosio ad alte intensit ipotizzando che questo incremento provenisse da processi di gluconeogenesi, in realt la letteratura aveva mostrato che
i soggetti allenati, rispetto ai non allenati, erano in grado di utilizzare meno carboidrati anche ad alte intensit.
In questo senso egli sosteneva che non ci fosse un punto
di crossover nei soggetti allenati. Inne, Coggan sostenne che il crossover concept servisse piuttosto ad ostacolare
la comprensione dei meccanismi legati a quest'ambito[11] .
Le critiche di Coggan sul fatto che i soggetti allenati utilizzassero pi glucosio ad alte intensit era stato basato in
particolare sui risultati di uno studio precedente condotto
dalla sua quipe (Coggan et al., 1995) in cui venne rilevato al contrario che durante l'esercizio ad alta intensit
(80% VO2 max) l'utilizzo di glucosio fosse inferiore nei
soggetti allenati rispetto ai non allenati[18] .
In una lettera di risposta ai risultati e alle critiche espresse dal ricercatore, Brooks e Trimmer (1996) asserirono
che anche in quel caso l'utilizzo del glucosio fosse risultato aumentato di 4-5 volte rispetto ai valori a riposo, e
questi valori continuavano ad aumentare con la progressione dell'esercizio. Quindi, anche nella ricerca di Coggan sarebbe risultato che sia gli individui allenati che non
allenati dovevano passare ad una dipendenza dai carboidrati, rendendo evidente che il concetto di crossover fosse
ancora valido[19] . Ad ogni modo, in contrasto con quanto era stato rilevato da una parte della letteratura, diverse ricerche hanno concluso che i soggetti allenati siano in
grado di impiegare pi lipidi e meno glucidi a parit di intensit (% VO2 max)[18][20][21] , anche ad alti valori (80%
2.3
Aspetti dietetici
2.2
3
getico farebbe maggiore adamento sui sistemi aerobici
glicolitici (utilizzo di glicogeno/glucosio) e meno sui sistemi aerobici lipolitici (utilizzo di acidi grassi)[23] . Altri ricercatori hanno confermato che durante l'esercizio
prolungato (cio all'interno di range di intensit aerobici)
in condizioni di digiuno, nei primi 20 minuti aumenta in
maniera importante l'ossidazione di carboidrati, mentre
in seguito si verica un progressivo aumento dell'impiego
di grassi[24][6][25][26][16][27] : Durante l'esercizio strenuo ad
un'intensit che pu essere mantenuta per 90 minuti o pi
(tra il 55 e il 75% del VO2 max), avviene un progressivo
declino della proporzione di energia derivata dal glicogeno muscolare e un progressivo aumento dell'ossidazione
di acidi grassi (Holloszy et al., 1998)[26] . Questo pu
essere confermato anche dai valori del quoziente respiratorio (QR), che risultano inferiori a 0.8 (prevalenza
dell'ossidazione lipidica) prima di iniziare l'esercizio in
condizioni di digiuno, per poi arrivare a 0.9 (aumento
importante dell'ossidazione glucidica) nei primi minuti di
esercizio a bassa intensit (50% VO2 max) per poi declinare gradualmente[24] . Questo processo pu essere spiegato anche da fattori ormonali, poich si assiste ad un innalzamento degli ormoni lipolitici che viene esaltato proprio dopo i primi 20 minuti: I risultati ottenuti, indicano
che gli ormoni adrenalina cos come il GH [tra i principali ormoni che attivano i processi di liberazione dei grassi
depositati] aumentano signicativamente dai 20 minuti di
esercizio nei corridori promuovendo cambiamenti dai carboidrati ai lipidi come combustibile per svolgere l'esercizio
(Fernndez-Pastoret al., 1999)[27] . Alla luce di queste
evidenze, pare che anche il volume dell'esercizio abbia
un'inuenza sull'impiego di substrati assieme all'intensit,
con un consumo di carboidrati maggiore nel primo periodo, e un progressivo aumento dell'impiego di lipidi
a scapito dei carboidrati con l'aumento della durata. Se
l'esercizio aerobico viene svolto nei range di intensit
medio-bassi, in cui in teoria viene impiegata una maggiore quota di lipidi, almeno nei primi 20 minuti il metabolismo comunque relativamente pi orientato sui processi
glicolitici con impiego di carboidrati e relativamente meno orientato sui processi lipolitici con impiego di acidi
grassi.
A dispetto del fatto che gli ideatori del concetto di crossover avessero riconosciuto come l'intensit dell'esercizio
all'interno dei range aerobici fosse il fattore pi determinante l'utilizzo dei substrati tra lipidi e carboidrati[2] , altri
ricercatori, pi o meno in contemporanea, riconoscevano
come anche il volume - termine indicato per denire la
durata temporale della sessione cardiovascolare - fosse in
grado di inuire rilevantemente sull'impiego dei substrati. Nel 1995, Hawley e Hopkins[23] in una pubblicazione
scientica facevano una distinzione tra il sistema aerobico glicolitico (in cui cio vengono impiegati pi carboidrati) e il sistema aerobico lipolitico (in cui prevale
l'ossidazione dei lipidi). In ambito di siologia, la glicolisi aerobica (o glicolisi ossidativa) indica che al di sotto
della soglia anaerobica la glicolisi risulta primariamente
nella produzione di piruvato, molecola che viene poi riutilizzata per via aerobica dai mitocondri tramite il Ciclo
di Krebs per produrre ATP. In alternativa, il piruvato viene immesso nel circolo ematico e diretto verso il fegato
dove viene convertito a glucosio tramite il processo di
gluconeogenesi, per essere poi immesso nuovamente nel
sangue. Indipendentemente dal destino del piruvato, nella glicolisi aerobica (preponderante a valori di intensit
inferiori alla soglia anaerobica) questo viene riutilizzato
per produrre ATP. Al contrario, nella glicolisi anaerobica (preponderante a valori di intensit superiori alla soglia
anaerobica) esso viene converito in lattato e accumulato
nei muscoli e nel sangue. La quantit complessiva di ener- 2.3 Aspetti dietetici
gia fornita dalla glicolisi aerobica di 36-39 molecole di
ATP per molecola di glicogeno utilizzata[5] . La glicoli- 2.3.1 Regime alimentare
si aerobica pu essere riconosciuta anche come glicolisi
lenta.
In uno dei documenti che trattavano il concetto di crosIn questo contesto Hawley e Hopkins riconoscevano co- sover, Brooks sosteneva che anche le manipolazioni dieme nei primi 20 minuti di esercizio aerobico, per soste- tetiche prima dell'esercizio giocassero un ruolo secondanere lo sforzo il muscolo in attivit impiega prevalente- rio nel determinare l'equilibrio di utilizzazione dei submente fonti glucidiche, rappresentate dal glicogeno mu- strati durante l'esercizio sico[2] , tuttavia diverse ricerche
scolare e dal glucosio ematico, e ricava meno energia dal- dimostrano che l'aspetto alimentare pu essere piuttosto
le fonti lipidiche. Ad esempio, durante un'ipotetica pre- determinante sull'utilizzo di substrati in maniera indipenstazione a moderata intensit, se di norma questi livelli dente dall'intensit[4] . Diverse ricerche segnalano che il
impongono un consumo equamente distribuito tra lipidi massimo consumo di lipidi durante l'attivit di endurane glucidi, nei primi 20 minuti circa il metabolismo ener- ce sia favorito da una dieta a basso tenore di carboidra-
2 CONTROVERSIE
2.3.2
di carboidrati prima o durante l'esercizio a bassa intensit (25-50% del VO2 max) in grado di dimezzare
l'ossidazione di grassi rispetto al digiuno[35][36][37] . stato osservato che al 50% del VO2 max, la disponibilit di
carboidrati pu direttamente regolare l'ossidazione del
grasso attraverso l'iperinsulinemia inibendo il trasporto
di acidi grassi a lunga catena nei mitocondri[38] . Secondo i ricercatori di uno studio recente: "Per migliorare la
lipolisi indotta dall'esercizio sico e la conseguente ossidazione dei grassi durante l'esercizio sico a bassa intensit,
i soggetti obesi non dovrebbero ingerire carboidrati immediatamente prima dell'esercizio. Il senso della fame pu
essere soddisfatto da un cibo proteico." (Erdmann et al.,
2010)[39] .
Diversamente da quanto accade nell'esercizio a bassa
intensit, l'assunzione di carboidrati durante l'esercizio
a moderata intensit (65-75% del VO2 max) non riduce l'ossidazione dei grassi durante i primi 120 minuti
di esercizio, ma questo avviene in particolare nei soggetti allenati[40][41] . I dierenti eetti dell'assunzione di
carboidrati durante l'allenamento a bassa o moderata
intensit sembrano essere correlati alle dierenze nella risposta insulinica. Durante l'esercizio a bassa intensit, l'assunzione di carboidrati aumenta la concentrazione plasmatica di insulina da due a tre volte rispetto
al digiuno[35][42] aumentando l'assorbimento di glucosio
da parte del muscolo scheletrico[35] . Inoltre, l'aumento
della concentrazione di insulina plasmatica associato ad una riduzione della concentrazione plasmatica di
acidi grassi liberi (FFA)[35][42][43] e ad una soppressione della lipolisi[44] . Questi eventi favoriscono un aumento dell'ossidazione dei carboidrati e una diminuzione
dell'ossidazione dei grassi[35] . A dierenza dell'esercizio
a bassa intensit, la risposta insulinica all'ingestione dei
carboidrati durante l'esercizio a moderata intensit quasi completamente soppresso[40][45] . Questo potrebbe spiegare perch l'assunzione di carboidrati durante l'esercizio
a moderata intensit non inuenza l'ossidazione dei grassi, l'ossidazione dei carboidrati e l'utilizzo di glicogeno muscolare[40][45] , o presumibilmente l'ossidazione del
glucosio nel sangue durante le prime 2 ore di attivit sica ad intensit moderata[46] . interessante notare che
l'ingestione di carboidrati durante l'esercizio a moderata intensit non riduce l'ossidazione dei grassi, nonostante avvenga una signicativa soppressione degli FFA nel
plasma e delle concentrazioni di glicerolo[40][41] .
Alla luce di questi dati, le ricerche danno una chiara risposta sulle priorit dei substrati regolata dal cibo, indicando che i carboidrati, diversamente da grassi e proteine, portano ad inibire l'ossidazione di grassi a basse intensit[47] . Per la precisione, stato rilevato che nei soggetti allenati i carboidrati eserciterebbero
l'eetto inibitorio a basse intensit, ma non a moderate
intensit[40][41] . Mentre nei soggetti non allenati o moderatamente allenati l'eetto inibitorio si verica anche
ad intensit moderate[48][49] . Questi meccanismi stravolgerebbero la teoria del crossover concept, la quale rico-
2.4
nosce che l'aumento dell'intensit determina un proporzionale aumento dell'utilizzo di carboidrati a scapito dei
grassi. Sebbene questo avvenga in condizioni di digiuno
o di mancata assunzione di carboidrati prima e durante
l'esercizio, l'ingestione di questo nutriente produce eetti completamente opposti, in quanto impone una soppressione dell'utilizzo di grassi a basse intensit, tende a non
sopprimere l'ossidazione di grassi a moderata intensit
nei soggetti allenati, ma tende a sopprimerla a questi livelli nei soggetti non allenati o poco allenati. Ci signica
che, a dispetto di quanto concepito dal crossover concept,
l'ingestione di carboidrati porta ad alterare signicativamente il metabolismo energetico dei substrati favorendo
una condizione opposta a quella descritta nel crossover
concept.
2.3.3
Livelli di glicogeno
Come pi volte ribadito, Brooks nel suo concetto di crossover considerava l'intensit come il fattore pi determinante l'utilizzo di substrati energetici[2] . Esiste per un
ulteriore punto che entra in conitto con questa teoria,
a sua volta connesso con gli aspetti dietetici sopra trattati. Si tratta dei livelli di glicogeno muscolare, cio del
livello di carboidrati immagazzinati nei muscoli prima
dell'esercizio, le cui riserve possono essere condizionate
in gran parte dall'alimentazione. Pi di recente, Arkinstall et al. (2004)[50] investigarono sugli eetti del livello di glicogeno muscolare pre-esercizio in rapporto con
l'intensit sull'utilizzo di substrati da parte degli stessi
soggetti (cio allo stesso livello di allenamento). I ricercatori trovarono che durante 60 minuti di esercizio a bassa
intensit (45% VO2 max), alti livelli di glicogeno muscolare pre-esercizio risultavano in un maggiore tasso di ossidazione di carboidrati, rispetto a quando gli stessi atleti
si allenavano ad intensit moderata (70% VO2 max) ma
con basse riserve di glicogeno muscolare pre-esercizio.
I risultati di Arkinstall dimostrarono quindi che, in contrasto con quanto espresso da Brooks nei documenti che
trattavano il concetto di crossover, la regolazione del metabolismo dei carboidrati nel muscolo scheletrico condizionata dal rapporto tra la disponibilit di substrati e
l'intensit. Nonostante le dierenze nei livelli di glicogeno muscolare pre-esercizio e il suo conseguente utilizzo, il contributo del glucosio plasmatico ossidato sul
totale dispendio energetico era simile in tutte le condizioni testate. Inoltre, l'intensit dell'esercizio esercit una
maggiore inuenza sul contributo relativo del glicogeno
totale ossidato sul metabolismo energetico in condizioni di basse scorte di glicogeno muscolare. Queste evidenze, in realt segnalate gi svarianti anni prima da altri ricercatori come Hawley e Hopkins (1995)[23] , possono essere spiegate dall'aumento del tasso di glicogenolisi associate agli alti livelli di glicogeno muscolare preesercizio che di conseguenza riducono l'eetto relativo
dell'intensit dell'esercizio in tali condizioni. Inne, un
aumento dell'intensit non ha dimostrato di aumentare
l'ossidazione di carboidrati (cio l'ossidazione del glico-
5
geno totale di tutto il corpo e del glucosio ematico) ad un
livello maggiore rispetto ad un livello di glicogeno preesercizio maggiore. Piuttosto, l'energia supplementare richiesta per sostenere l'esercizio derivava dall'ossidazione
di grasso[50] . Ci coincide con il gi citato concetto della zona lipolitica, cio il livello di intensit in cui il tasso
di ossidazione lipidica viene massimizzato, e che si colloca normalmente a valori moderati, quando l'impiego di
carboidrati normalmente risulta superiore sia in termini
percentuali che totali rispetto ad intensit inferiori.
2.5 Conclusioni
A partire dalle prime pubblicazioni del crossover concept negli anni novanta no ai giorni nostri sono state espresse numerose critiche esplicite verso questa
teoria[11][51][4] , presumibilmente per la relativa supercilit con cui questo veniva esposto. Sebbene il principio di base su cui si regge il concetto di crossover
sia che l'aumento dell'intensit dell'esercizio determina un aumento dell'impiego di glucidi e una riduzione
3 VOCI CORRELATE
3 Voci correlate
Soglia anaerobica
Soglia aerobica
Zona lipolitica
Esercizio sico a digiuno
Muscolo scheletrico
Grado di allenamento: a parit di intensit, i soggetti allenati tendono a consumare pi lipidi e meno
glucidi se paragonati ai non allenati o ai moderatamente allenati[18][21][20] , anche se stato discusso che ci avvenga ad alte e altissime intensit[22]
(valori anaerobici o quasi).
Volume dell'allenamento: a parit di intensit, la
durata dell'esercizio determina un graduale passaggio da un impiego relativamente maggiore di carboidrati nel primo periodo ad un impiego relativamente maggiore di lipidi e inferiore di carboidrati con la
progressione dell'esercizio[23][6][25][26][16] .
Regime alimentare: a parit di intensit, le diete
iperproteiche e/o iperlipidiche con una bassa quota di carboidrati (low carb e chetogeniche) favoriscono un maggiore impiego di lipidi e meno di
glucidi rispetto alle diete dal maggiore apporto di
carboidrati[25][28][26][29][30] .
Tessuto adiposo
Aerobiosi
Anaerobiosi
Sistemi energetici
Sistema aerobico
Sistema anaerobico lattacido
Sistema anaerobico alattacido
Metabolismo
Ciclo di Krebs
Substrato (biochimica)
Frequenza cardiaca
VO2 max
Ossigeno (O2 )
Acidi grassi
Trigliceridi
Trigliceridi intramuscolari (IMTG)
Amminoacidi
Amminoacidi glucogenetici
Note
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6.1
Testo
6.2
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6.3
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