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1968 2015 | SESSANTOTTO COALIZIONE SOCIALE | In mezzo la sconfitta dei movimenti

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Contributo della sezione di Alessandria al Congresso

Senza un nuovo modello di sviluppo, la riconversione ecologica, sono sempre pi necessarie ma sempre pi
parziali e ininfluenti le azioni per lambiente salubre, la sanit, la giustizia ambientale.
Il libro Ambiente Delitto Perfetto, che la sezione alessandrina di Medicina democratica presenta al
Congresso, su un punto abbastanza tranciante: La giustizia in campo ambientale impossibile. La tutela
dellambiente e della salute non pu venire dai tribunali bens solo dalle lotte, dai movimenti. Non esiste
una via giudiziaria alla salute alternativa, e neppure suppletiva!! alle lotte popolari. Deve pi di tutti
affermarlo una Associazione la cui denominazione completa Medicina democratica Movimento di lotta per
la salute. Il nostro campo di azione non pu certo essere quello delle aule dei tribunali. Dunque
fondamentale interrogarsi sullo stato di salute dei Movimenti. Ahim.
Nel documento conclusivo del Congresso di Medicina Democratica del 2012 si leggeva:
Medicina Democratica, gi all'indomani della vittoria referendaria, ha riproposto la non procrastinabile
esigenza di una organizzazione stabile di tutti i movimenti ("Stati generali per il governo dei beni comuni")
sulla base di una contromanovra alla repressione governativa e nell'ambito dell'elaborazione di un "Manifesto
dei beni comuni". Proponemmo subito la convocazione degli Stati generali in Valsusa, anche al fine di
scongiurare l'attacco militare. A tutt'oggi gli Stati generali non sono convocati. I governi invece hanno
accelerato il processo di liberalizzazioni ovvero privatizzazioni forzate dei servizi pubblici di rilevanza
economica (acqua compresa), in palese dispregio della democrazia partecipata rivendicata da 27 milioni di
cittadini, e in violazione dei principi costituzionali e comunitari. Ci avviene nel vuoto politico senza incontrare
resistenza, quella resistenza che i movimenti dis-organizzati non sanno o vogliono contrapporre, buttando
all'aria l'occasione storica conquistata con i referendum. Medicina democratica auspica che i movimenti,
finalmente si organizzino come soggetto nazionale unitario, e per questo risultato continuer a battersi.
C il rischio che anche questo Congresso si concluda di nuovo con un documento che con parole pi o meno
uguali riproponga lo stesso auspicio, il quale rimane tale fino al successivo Congresso (certo non per
responsabilit di Medicina democratica). Invece Medicina democratica pu tentare un contributo maggiore.
Che consiste 1) nellanalizzare con spregiudicatezza le cause del fallimento dei movimenti ecopacifisti quale
soggetto nazionale unitario e 2) di conseguenza, nel dibattere quali contenuti e strumenti servono per
superare i passati limiti e non ripetere gli stessi errori.
A questo proposito, il libro Ambiente Delitto Perfetto, sul punto 2) costruire un soggetto politico nazionale
abbastanza pessimista. Alla domanda La sconfitta epocale dei movimenti irreversibile? tende infatti a
rispondere affermativamente. E questo il pessimismo della ragione. Ad esso si pu contrapporre
lottimismo della volont. Ragioniamoci al congresso. Il Libro arriva fino alla Coalizione Sociale di Landini.
Prima di arrivarci, il Libro risponde al punto 1): le cause del fallimento. Dopo il cenno, obbligato, al precursore
di tutti i fallimenti: quello del Movimento operaio negli anni 80, nel libro lanalisi dello stato di salute dei
Movimenti ecopacifisti affronta il prima e il dopo dei referendum 2011. La tesi che della loro sconfitta
epocale ha responsabilit soprattutto il Forum per lacqua pubblica che, allindomani della straordinaria
vittoria referendaria, aveva tutte le carte in mano (dimensione, autorevolezza e soldi dei rimborsi elettorali)
per attivare finalmente il processo di unificazione dei Movimenti. Rifiutando di sciogliersi nei Movimenti,
soprattutto con Notav Valsusa, ha dissolto un immenso ma disperso patrimonio civile composto da mille
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vertenze sul territorio, una forza politica straordinaria potenzialmente in grado di farsi Soggetto politico di
governo nazionale dei Beni Comuni. Una occasione storica irripetibile: la vittoria clamorosa stata
irrimediabilmente buttata nel cesso per egoismi e incapacit di analisi strategica di alcuni burocrati. Tesi dagli
stessi assai contestata.
Di seguito riproduciamo alcuni stralci del libro:
<<MOVIMENTI ECOPACIFISTI. Una sconfitta epocale. Un immenso ma disperso patrimonio civile composto da
mille vertenze sul territorio, una forza politica straordinaria e inespressa. Sempre sullorlo di una sconfitta
epocale.>>
<<Tramontato il mito del movimento operaio, risorge la voglia di partecipazione, conflitto, protagonismo di
massa, democrazia dal basso. E il tempo dei movimenti ecologisti e pacifisti. Da sempre lecopacifismo
scorre tra due sponde: il movimento e la politica. Gi negli anni 90 la sponda politica franata. Per, di
fronte alla crisi della rappresentanza politica, nellAssemblea nazionale dei movimenti del 9 dicembre 2006, a
Venaus in Val Susa, accesa contesa a rispondere alla domanda: come pu un ecologista o un comitato
ambientalista contare di pi nelle scelte legislative o di governo, locali o nazionali, relative allambiente e alla
pace?. Quattro erano le opzioni dibattute: 1) estraneit dei movimenti alle elezioni, 2) astensione dal voto, 3)
appoggio ai partiti meno distanti, 4) nuovo soggetto politico nazionale come federazione delle liste ecopacifiste
locali. Chi scrive sostenne, tra forti e vincenti contestazioni, questa quarta opzione, argomentando: Esiste un
immenso ma disperso patrimonio civile composto da mille vertenze sul territorio che si stanno scontrando sia
con il potere economico sia con il potere politico in simbiosi, un patrimonio di movimenti che per non hanno
spiccato il salto di qualit. Sono s innervati in una serie di formidabili reti nazionali (acqua pubblica, rifiuti,
inceneritori, ogm, elettrosmog, nucleare, tav, grandi opere, pace, grillo, amianto, medicina democratica ecc.)
tutte di fatto convergenti su un comune modello di sviluppo alternativo, per senza una esplicita piattaforma
comune, per senza la spina dorsale di un coordinamento, per senza mezzi di comunicazione unitari, per
con difficolt e resistenze al collegamento e allunit, dunque sempre sullorlo della sconfitta epocale.
Insomma: una forza politica straordinaria e inespressa. I contenuti non violenti e pacifisti e ambientalisti e
civici delle mille vertenze territoriali aperte dai movimenti in Italia sono, di fatto, convergenti su un modello
alternativo di sviluppo e -nel contempo- su un modello alternativo di politica, cio formano, di fatto, un
programma nazionale. Ciascuna vertenza si scontra con i poteri economico e politico in simbiosi.
Loccupazione del potere da parte della partitocrazia speculare allesercizio del potere economico,
indifferente alla pace, allambiente e alla giustizia sociale. E la crisi della democrazia. Le mille vertenze sul
territorio spostano il baricentro, dalla democrazia delegata occupata dai partiti, alla democrazia
partecipata esercitata dai movimenti. Per in questi anni mancato il salto di qualit. Il Patto di mutuo
soccorso franato>>.
<<Cera una volta il Patto di Mutuo soccorso. Per superare i suddetti limiti, si era infatti scommesso sul Patto
nazionale di solidariet e mutuo soccorso. Era il 14 luglio 2006 quando a Roma si sigl il documento di
fondazione del Patto, proiettato su ambiziose finalit nazionali e basato su due discriminanti: non essere il
partito dei movimenti e garantire lautonomia decisionale delle singole realt. Purtroppo non si realizz
quanto previsto: n il Coordinamento nazionale (con sito web ed e-mail) costituito da un rappresentante di
ogni organizzazione partecipante, n lallargamento a tutti gli altri Comitati, Reti, Movimenti e Gruppi. Ne
deriv un mini patto che escludeva la pi grossa parte del movimento ambientalista, che teneva fuori tutti i
coordinamenti nazionali delle Reti: come a dire centinaia di comitati, migliaia di persone. Dunque n una Rete
delle Reti n una Piattaforma rivendicativa con una pi forte capacit vertenziale, capaci di incidere,
attraverso il conflitto sociale generalizzato, sullagenda politica nazionale.>>
<< Purtroppo ancora nel 2008, al Congresso di Brindisi, Medicina democratica riconsider in termini
pessimistici la riflessione sullo stato dei movimenti in Italia: con lottimismo della volont, si auspicava una
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Rete delle Reti e una Piattaforma rivendicativa con una pi forte capacit vertenziale, capaci di incidere,
attraverso il conflitto sociale generalizzato, sullagenda politica nazionale.>>
<<Un successo lautorganizzazione dei movimenti nel 2010. Lauspicio del 2008 al Congresso di Brindisi rimase
tale fino a quando, nel 2010, in particolare per impulso di Medicina democratica, lanniversario (8-9
novembre) del vittorioso referendum antinucleare del 1987 fu loccasione per risvegliare e stimolare la
nascita di comitati antinucleari in ogni citt e valorizzarli per la costruzione di un fronte nazionale in
prossimit del previsto (e probabilmente perdente) scontro referendario acqua-nucleare, proprio mentre il
governo stava rilanciando lopzione atomica. >>
<<Fu un successo dellautorganizzazione dei movimenti. Iniziative nelle strade, nelle piazze, nei mercati, alle
fiere paesane, nelle parrocchie, presso dopolavori ferroviari, sale consiliari, universit, case del popolo, teatri,
davanti alla villa di Berlusconi, alle basi militari, sedi amministrative ecc. Protesta e proposta.>>
<<Con lautoconvocazione si va verso i referendum del 2011. Sullonda del successo dellautorganizzazione di
novembre, passammo allassemblea Cremona il 5 febbraio 2011, con ladesione di oltre cento comitati e
movimenti di base, presenze da 17 province, alla costituzione del Coordinamento nazionale dei Comitati
antinucleari, addirittura con la disponibilit di un Comitato scientifico e di garanzia. Con il Forum di Cremona
riuscimmo a far comprendere, non senza accesi contrasti (anche dentro Medicina democratica), che non
potevamo fermarci alla campagna per il s antinucleare perch i nostri avversari erano sostenuti da mezzi
finanziari sproporzionati. Perci dobbiamo dare vita, sui territori, a campagne unitarie (volantini, banchetti,
assemblee ecc.) che comprendano i temi dellenergia e dellacqua: tre s referendari per la difesa dei beni
comuni, per un modello alternativo di societ. Questo obbiettivo strategico fu fortemente perseguito anche
dopo che dovemmo prendere atto dellopposizione degli apparati elettorali nazionali che erano corsi a
ritagliarsi ognuno un proprio spazio politico e che facevano barriera alla nostra proposta iniziale di costituire
un Comitato referendario nazionale unico per i s ai 3 referendum acqua e nucleare e di fare una Campagna
nazionale referendaria unica. Non fu facile convincere il Forum acqua pubblica che lo straordinario un milione
e mezzo di firme per promuovere il referendum per il s allacqua pubblica era ben lontano dal garantire 25
milioni di voti, il quorum irraggiungibile da tempo immemorabile. Infine lobbiettivo strategico fortemente
perseguito a Cremona ebbe successo con lAssemblea di Firenze. Questa fu la svolta per traguardare i
quorum, altrimenti irraggiungibili sia per lacqua sia contro il nucleare (e anche il quarto referendum, sul
legittimo impedimento, aument tali probabilit).>>
<<Convochiamo gli Stati generali dei beni comuni e proponiamo il Manifesto ad una ampia Alleanza fra le
forze sociali. Proponemmo. Vinti i referendum, fu declamato scritto da tutti: Con lo straordinario
avvenimento politico del referendum ha trionfato un nuovo modello di fare politica la fine di un ciclo politico
e culturale nato un nuovo laboratorio politico il conflitto, la partecipazione e i beni comuni sono le nuove
categorie per la nascita di nuove soggettivit politiche fuori e oltre il sistema dei partiti. Chi scrive, con una
ormai petulante insistenza, gi allindomani della vittoria referendaria ri-propose lurgente esigenza di una
organizzazione stabile di tutti i movimenti. Riccardo Petrella ne coni la denominazione: Stati generali per il
governo dei beni comuni. Siano convocati: chiedemmo sulle mailing list. Ma le settimane passavano.
Limmenso ma disperso patrimonio di democrazia partecipata si era finalmente espresso con i referendum,
la sua straordinaria forza politica si era finalmente espressa. E si era subito fermata! Siamo fermi.
scrivemmo ad agosto su Il Manifesto Dobbiamo ripartire. Come movimenti, dobbiamo farci unautocritica se
il governo, con la complicit delle opposizioni e dei sindacati, si sta facendo beffe dellesito referendario
tramite la riproposizione tale e quale della messa in gara dei servizi pubblici locali (rifiuti, trasporti, energia,
eccezione apparente lacqua), e svendendo il nostro patrimonio collettivo i beni pubblici sociali- che la
sovrana volont popolare, con 27 milioni di voti, ha invece sancito debba essere governato in termini
ecologici, sociali e sostenibili, nellinteresse comune, e non espropriato. Ferme le responsabilit bipartisan di
inaudita gravit politica giuridica e costituzionale, che vanno denunciate in tutte le forme di lotta possibili, i
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movimenti dei beni comuni dovrebbero per interrogarsi sui propri limiti che hanno favorito in pochi mesi il
tentativo di svuotamento dellesito epocale dei referendum. E porvi rimedio. Tramite due strumenti:
organizzazione e programma. Fermo non stava invece il governo Berlusconi. E fermi non resteranno, come
vedremo, i governi successivi.>>
<< Gli Stati generali, se convocati, avrebbero potuto scrivere questa contromanovra dentro il Manifesto dei
beni comuni. Eppure niente. Laffermazione a giugno dei referendum aveva illuso molti di noi che fosse
finalmente giunto il momento di costruire una organizzazione nazionale stabile, sapendo che nessun partito
in grado di rappresentare le istanze del movimento o solo di contrastare i prevedibili stravolgimenti post
referendari. Proponemmo la Val Susa come roccaforte dei movimenti.>>
<<Proponemmo la Val Susa come roccaforte dei movimenti, proprio mentre stava per essere attaccata
militarmente. Usciamo subito da Roma proponemmo facciamo della Valsusa la sede ufficiale dei comitati
dei beni comuni, per un modello alternativo di sviluppo e democrazia. Se non lo si fa subito, mai pi.
Lappello era rivolto particolarmente al Forum Acqua Pubblica (pi di 70 associazioni ed organizzazioni
regionali e nazionali e quasi 1.000 comitati territoriali. Scrivemmo (Il Manifesto): Abbiamo i programmi
alternativi e gli uomini e le donne, ci manca lorganizzazione. Con lorganizzazione poniamo le basi per la
creazione dal basso di una nuova classe dirigente che faccia fuori linsopportabile occupazione del potere a
tutti i livelli amministrativi e statali. Saremo perdenti se non difendiamo, conquistiamo tutti i beni
comuni.>>
<< Chi aveva organizzazione e soldi per la convocazione: non la fece Non restava alternativa che
lautoconvocazione degli Stati generali del governo dei beni comuni. Autoconvochiamoci: fu la parola dordine
che allora rimbalz in rete su tutte le mailing list. Non attendiamo pi i comitati elettorali nazionali (Forum
acqua pubblica) impegnati a gestire i rimborsi elettorali e a spaccarsi, autoconvochiamoci come comitati e
associazioni locali, come abbiamo gi fatto con successo, autorganizziamo gli Stati generali del governo dei
beni comuni quale primo e rapido atto costituente del popolo dei beni comuni e sulla base di un Manifesto
dei beni comuni. Di l, in piena autonomia, tenteremo di costruire una Alleanza per i beni comuni cercando
di coalizzare in un patto forze sociali, sindacali e politiche, centri sociali, circoli culturali, associazioni civiche,
studentesche, reti, imprese sociali ecc. Lautoconvocazione non fu realizzata.>>
Siamo nel 2015 e quelle riflessioni del 2011 rimbalzano.
I governi hanno accelerato il processo di liberalizzazioni ovvero privatizzazioni forzate dei servizi pubblici di
rilevanza economica (acqua compresa), in palese dispregio della democrazia partecipata rivendicata da 27
milioni di cittadini, e in violazione dei principi costituzionali e comunitari. Ci avvenuto nel vuoto politico
senza incontrare resistenza, quella resistenza che i movimenti dis-organizzati non hanno saputo o voluto
contrapporre, buttando allaria loccasione storica conquistata con i referendum.
Non aver unificato il Movimento per l'acqua (non semplicemente con un atto di solidariet esterna) con il
Movimento NOTAV, nei tempi e con i modi proposti, ha generato l'isolamento politico del Movimento per
l'acqua pubblica pi che del Movimento NOTAV. L'attacco a quello NOTAV avviene per via militare e
giudiziaria, mentre per quello per l'acqua bastato semplicemente non applicare il risultato referendario. Cos
la vittoria clamorosa del referendum stata semplicemente buttata nel cesso per l'incapacit di analisi
strategica di alcuni. Una sconfitta epocale.
Va a s che a loro volta i Movimenti Pacifisti, che avevano registrato il loro apice nel 2003, tanto da essere
definiti la seconda potenza mondiale sono rimasti anche loro appiattiti nella sconfitta globale dei movimenti.
Sul libro, Zanotelli e Valpiana danno giudizi diversi soprattutto riguardo alle prospettive di azione.
Sul punto 2) costruire un soggetto unitario nazionale il libro senza mezzi termini avverte che, attualmente,
ancora pi dolente il tallone dAchille della proposta. Stante infatti, nei frantumati movimenti, la
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settorializzazione degli interessi, ovvero dagli orticelli pi o meno grandi che le lite coltivano, professionisti
del movimento, burocrati che si autolegittimano. Si ripropone lesempio del Movimento per lacqua pubblica.
Ma non possiamo dimenticare la subalternit politica e il collateralismo di alcune associazioni, pensiamo a
Legambiente. E la sedicente autonomia di ciascuno. Lunica novit di questi tempi la Coalizione Sociale di
Landini. E in grado di superare questi limiti? Cominciamo ad esaminare chi si dichiarato disponibile a farne
parte e i documenti finora prodotti.
Nellelenco degli aderenti: troviamo alcuni soggetti che, per i suddetti criteri, non paiono proprio affidabili per
costruire un percorso comune, si sono dati presenti solo per opportunismo.
Se esaminiamo il programma le finalit i valori gli obbiettivi: non possiamo che apprezzare le convergenze.
Ad ogni modo, con tutte le sue luci e le sue ombre, nel bene e nel male, purtroppo o per fortuna, la Coalizione
sociale di Landini appare, al momento attuale, lunica soluzione praticabile sul tappeto per perseguire
lobbiettivo che auspica il Congresso? Merita che discutiamo se aderire alla Coalizione sociale.
Proporre, come stato fatto (Aurora) di lavorare per organizzare una Rete Nazionale fra associazioni e
movimenti e in parallelo di rapportarsi, interloquire con la Coalizione sociale non appare la soluzione,
sembra dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Diciamolo chiaro: non ci sono pi le condizioni di un
tempo per una Rete delle reti. Si pu solo pensare che essa si formi allinterno della Coalizione sociale. Dunque
occorre decidere se aderire o meno alla Coalizione sociale.
La seconda domanda che si pone il libro : la giustizia in campo ambientale possibile? In effetti sconfitti i
Movimenti, i ricorsi alla Magistratura non sorretti dalla mobilitazione popolare sono diventati perdenti.
Soprattutto senza movimenti alle spalle, la pressione politica sugli organi della giustizia inevitabilmente si
sbilancia tutta a favore dei poteri forti. Infatti, tutte le vicende giudiziarie che prende in esame il libro non
fanno che confermare la perentoria sentenza di Ruzzenenti sulla Rivista: in Italia la giustizia in campo
ambientale impossibile.
Marino Ruzzenenti, storico dellambiente, Fondazione Luigi Micheletti, sulla rivista Medicina Democratica
aveva commentato: Eternit di Casale Monferrato, Montedison di Bussi, Marlane di Praia a Mare, nessun
colpevole! Lo scoramento, dopo questa raffica terribile di assoluzioni, grande e la rabbia rischia di
tramutarsi in rassegnazione. Del resto i casi hanno una loro storia e caratteristiche proprie, presentano
evidenze lampanti di un disastro ambientale reiterato nel tempo, ognuno con la propria genesi tossica e con
una comprovata nocivit in danno dei lavoratori e della popolazione inerme. Tuttavia, le peculiarit dei tre
casi si dissolvono nei dispositivi delle sentenze, quasi redatte in fotocopia, che mandano assolti tutti gli
imputati. E questo che pi impressiona e che ci fa dire che in Italia la giustizia in campo ambientale
impossibile.
Salvo alcune enclave giudiziarie ancora da espugnare, la Giustizia si prontamente adeguata al nuovo clima
politico e sociale. In pi sono subentrate leggi ecoreati e responsabilit civile magistrati, insieme a decreti ad
hoc, sblocca Italia ecc. A sostegno della tesi che non esiste una via giudiziaria allambiente salubre supplente
delle lotte popolari dentro e fuori le fabbriche di morte, nel libro abbiamo dunque pescato nella vasta casistica
processuale sia penale che amministrativa
(Montedison Porto Marghera, TyssenKrupp Torino, Eternit Casale Monferrato, Tav Muggello, Tav Valsusa,
Tav Terzo Valico, Stoppani Cogoleto, Montedison Bussi, Ferrovie Viareggio, Enel Porto Vesme, Tirreno Power
Vado Ligure, Enel Porto Tolle, Terra dei fuochi, Ilva Taranto, Michelin Spinetta Marengo, Fabbricazioni
Nucleari Bosco Marengo, Pirelli Milano, Enel Turbigo, Ansaldo Tosi Legnano, Fincantieri Palermo eccetera)
e abbiamo scelto quale emblematico epicentro giudiziario Alessandria, che non si fatta mancare nulla:
amianto, nucleare, chimica, tav, smog; quasi a voler smentire labusata definizione del concittadino Umberto
Eco, Nulla di nuovo tra il Tanaro e il Bormida.
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Il procedimento penale per il disastro ecologico del polo chimico Solvay di Spinetta Marengo il nucleo
centrale del libro. Per due ragioni fondamentali. La prima di ordine sociale e politico: Il processo e il libro
diventano occasione per denunciare, nomi e cognomi, lo scandalo politico e industriale che ha visto nei
decenni protagonisti industriali, manager, partiti, amministratori, sindacalisti, giornalisti e magistrati.
La seconda ragione, editoriale, che il processo in Corte di Assise di Alessandria si collocato in una fase
storica caratterizzata dalla crisi dei Movimenti popolari in parallelo con sentenze che hanno scandalizzato il
mondo ecologista e aperto in Italia un vasto dibattito sulla Giustizia in materia ambientale culminato con la
Legge sui delitti contro lambiente. In questo contesto, lattenzione degli ambienti giudiziari e dellopinione
pubblica si focalizzata sullo svolgimento del processo di Alessandria: perch uno dei pochi in Italia
imperniato sul reato di dolo. In particolare c stata una battaglia aspra anche in campo dottrinale attorno
allapplicazione dellarticolo 439 del codice penale: Chiunque avvelena acque destinate allalimentazione,
prima che siano attinte o distribuite per consumo, punito con la reclusione non inferiore a 16 anni. Il fior
fiore dei penalisti anche di livello internazionale ingaggiato da Solvay e Montedison ha fatto fuoco e fiamme
per riaffermare la tendenza nazionale ai verdetti sui disastri ambientali assolutori per effetto della
derubricazione del pesante reato di dolo al lieve reato di colpa, ovvero delle prescrizioni (dal 2004 al 2013 sono
stati prescritti 80 mila reati ambientali, per 220 miliardi di danni che nessuno pagher).
Riproduciamo alcuni stralci del libro.
<<La scelta del processo di Alessandria per due ragioni fondamentali. La prima di ordine sociale e politico:
lattualit della drammatica cronaca processuale intrecciata alla lunga storia dellinsediamento industriale
(Montedison, Solvay, Edison, Arkema) che diede lustro ad una classe operaia leader nel sindacato non solo
locale, ma che superstite testimone di una distrutta chimica italiana e che ora, bomba ecologica, senza vera
bonifica rischia di scomparire dopo aver assicurato un secolo di lavoro e morte ad Alessandria. Il processo e il
libro diventano occasione per denunciare, nomi e cognomi, lo scandalo politico che ha visto nei decenni
protagonisti industriali, manager, partiti, amministratori, sindacalisti, giornalisti e magistrati. La cronaca
delle udienze di giornalismo militante: impietoso contro i carnefici padronali e partigiano con le loro
vittime, severo anche verso giornalisti e magistrati. Insomma: politicamente scorretto, toccando nervi
scoperti, al di l delle responsabilit penali e delle miserie e nobilt umane rappresentate. Militante, per,
che dalla denuncia dello scandalo e dalla mobilitazione pubblica su questa tragica vicenda conduce alla
circostanziata proposta di bonifica del disastro ecologico con rilevanza eccezionale per il futuro di salute
occupazione e benessere del territorio alessandrino.>>
<<La seconda ragione, editoriale, che il processo in Corte di Assise di Alessandria si collocato in una fase
storica caratterizzata dalla crisi dei Movimenti popolari in parallelo con sentenze che hanno scandalizzato il
mondo ecologista e aperto in Italia un vasto dibattito sulla Giustizia in materia ambientale culminato con la
Legge sui delitti contro lambiente. In questo contesto, lattenzione degli ambienti giudiziari e dellopinione
pubblica si focalizzata sullo svolgimento del processo di Alessandria: perch uno dei pochi in Italia
imperniato sul reato di dolo. Dunque perch la sua sentenza assume la predominanza di precedente per i
processi Eternit (se scampa dalla Corte Costituzionale) e Ilva. A Taranto la Gup Vilma Gilli ha accolto 47 rinvii
a giudizio per il disastro ambientale con annessa omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e
avvelenamento delle acque e di sostanze alimentari. >>
<<Ad Alessandria stata una battaglia aspra anche in campo dottrinale attorno allapplicazione dellarticolo
439 del codice penale: Chiunque avvelena acque destinate allalimentazione, prima che siano attinte o
distribuite per consumo, punito con la reclusione non inferiore a. Il fior fiore dei penalisti anche di livello
internazionale ingaggiato da Solvay e Montedison ha fatto fuoco e fiamme per riaffermare la tendenza
nazionale ai verdetti sui disastri ambientali assolutori per effetto della derubricazione del pesante reato di
dolo al lieve reato di colpa, ovvero delle prescrizioni. A noi, parti civili, vittime, linterpretazione dellart. 439
era apparsa invece semplice: gli 8 imputati hanno a vario titolo consapevolmente concorso, seppellendo e
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percolando un milione di metri cubi di 21 sostanze tossico cancerogene anche per migliaia di volte superiori ai
livelli di legge, ad avvelenare prima che fossero attinte o distribuite le acque della falda pi importante del
Piemonte destinate allalimentazione. Gli imputati non conoscevano che le acque di falda erano destinate
allalimentazione? Credevano che la falda servisse per la balneazione? Ma mi faccia il piacere! diceva Tot. E
io pago! aggiungeva: il rischio di contrarre cancro a Spinetta Marengo da 10 a 100 volte superiore ai
parametri americani. Eccessi di patologie del 30-50% per cavo orale, rene, vescica, stomaco, bile,
malformazioni genetiche>>
<<Essendo uno dei pochi in Italia imperniato sul reato di dolo ambientale, potrebbe aver fatto scuola proprio
per i processi dolenti Eternit e Ilva, eppure noi non riveliamo la sentenza del processo Solvay-Montedison in
Corte di Assise di Alessandria per non anticipare il finale a chi vorr leggere come fossero un romanzo le
cronache delle udienze: abbiamo mantenuto integra, a costo di incongruenze, la freschezza tipica di un diario,
speriamo coinvolgente. A tratti farsa, a tratti dramma, centinaia di personaggi, in carne e ossa o evocati,
infatti affollano laula giudiziaria per anni. La principale ragione della scelta editoriale che questo processo
si colloca in una fase storica caratterizzata dalla crisi dei Movimenti ecopacifisti in parallelo a sentenze che
hanno scandalizzato il mondo ecologista e aperto in Italia un vasto dibattito sulla Giustizia in materia
ambientale culminato con la Legge sui delitti contro lambiente, peraltro a sua volta criticata. In questo
inquietante contesto ha assunto perci importanza storica e giuridica la sentenza di Alessandria quale
possibile affermazione di una inversione di tendenza ai verdetti sui disastri ambientali assolutori per effetto
della derubricazione del pesante reato di dolo al lieve reato di colpa, ovvero delle prescrizioni: dal 2004 al
2013 sono stati prescritti 80 mila reati ambientali, per 220 miliardi di danni che nessuno pagher.>>
<<In questi processi industriali sono in gioco interessi enormi, basti pensare alle centinaia di milioni dei costi
di bonifica del disastro ambientale di Spinetta Marengo in caso di sentenza di colpevolezza, dunque tutti i
mezzi sono ammessi per la difesa, senza scrupoli. Tra questi ci sta, ad opera della Solvay, la denuncia del
Pubblico Ministero al Consiglio superiore della Magistratura. Obbiettivo immediato dellannuncio in aula della
Corte di Assise di Alessandria aggredire i giudici popolari con una cannonata. Se la Corte assolver dal dolo
gli otto imputati, gli obbiettivi di prospettiva diventerebbero pi ambiziosi e concreti. Il polverone sollevato al
Consiglio superiore della Magistratura servirebbe per altri due scopi. Uno, nel ricorso in Appello: il boato della
denuncia, proprio perch al limite del ridicolo, sarebbe talmente clamoroso da fuorviare tutto il dibattimento
e trascinarlo per il largo e il lungo (prescrizione). Laltro obbiettivo guarda al filone processuale che si sta per
aprire per le morti e le malattie provocate dallinquinamento soprattutto atmosferico. Questo secondo
processo per Solvay ancora pi pericoloso dellattuale perch essa non pu neppure attuare lo scaricabarile
su Ausimont. Dunque le diventerebbe essenziale, tramite la denuncia, fare della Procura di Alessandria
lanatra zoppa (lAccusa sotto accusa!!), sostituire il PM, o chiedere addirittura di nuovo lo spostamento del
processo in altra sede.>>
<<Niente di nuovo sotto il sole. A Chieti il presidente della Corte dassise Geremia Spiniello stato ricusato da
Montedison semplicemente per aver dichiarato in una intervista lovvio impegno di rendere giustizia al
territorio e sostituito da Camillo Romandini. Per Bussi la conclusione stata di prescrizione-assoluzione. Le
accuse di alcuni giurati per pressioni indebite da parte del subentrato presidente sono al vaglio del Consiglio
superiore della Magistratura.>>
Il reato di dolo (nel libro si evidenziano tre casi: Solvay, Eternit e Thyssenkrupp) una rarit e con esiti negativi
(in sospeso Spinetta). In tutti gli altri processi, anche nel caso mai scontato di condanna, non si va oltre la
colpa, nel libro: nuovo Thyssenkrupp, Pirelli, Montefibre, Olivetti, Michelin. Ma finalmente arriva in porto,
dopo vent'anni la legge sugli Ecoreati; ma anche su questa i commenti sono tuttaltro che entusiasti. Il libro ne
riporta numerosi. Insomma non c una via giudiziaria allambiente e alla salute.

Sconfitti i Movimenti, i ricorsi alla Magistratura ordinaria o amministrativa non sorretti dalla mobilitazione
popolare, quando non rinviati alla prescrizione o declassati da dolo a colpa, sono diventati perdenti.
Soprattutto senza movimenti alle spalle, la pressione politica sugli organi della giustizia inevitabilmente si
sbilancia tutta a favore dei poteri forti. Esempio, sul libro, ad Alessandria quello che fu lo straordinario
movimento di massa sullimpianto nucleare di Bosco Marengo: implode e si spegne e, pochi anni dopo non
troviamo neppure un cittadino di Bosco che firmi i ricorsi a Tar e Consiglio di Stato. Ricorsi perduti, ma a danno
di tutti i siti nucleari italiani.
Altri esempi sono riportati sul libro.
Mentre ci sono esempi di verso opposto, esempi virtuosi di quell immenso patrimonio civile composto da
mille vertenze sul territorio, una forza politica straordinaria e inespressa, patrimonio che disperso, e che
anche questo Congresso si propone di riportare a unitario soggetto politico nazionale.
Il Movimento No Tav Terzo Valico dellAppennino ligure piemontese, ad esempio pi vivo che mai. Continua
ad organizzare manifestazioni, ricorsi, convegni, occupazioni, assemblee, cortei, feste, marce con migliaia di
persone. Resistere resistere resistere. Come per la Val Susa, la linea ferroviaria non ha giustificazioni tecniche:
pi grandi sono le grandi opere e pi grandi sono le bugie. Come per la Val Susa, il Movimento sotto
attacco militare e giudiziario. Attorno gravitano interessi politici e finanziari, e personaggi, naturalmente, che il
libro accuratamente descrive nomi e cognomi.

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