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Lovelock, la depopolazione, l'effetto serra e la geoingegneria

Da http://nwo-truthresearch.blogspot.com
James Lovelock, Biofisico, chimico e climatologo inglese, è il padre della
teoria di Gaia, quella teoria che vede la terra come un organismo vivente
che si autoregola. Pochi sanno però che Lovelock è anche uno dei
più fondamentalisti sostenitori della teoria del riscaldamento
globale dovuta alla CO2 immessa nell'atmosfera dall'essere
umano. Prima di procedere oltre diciamo ancora due parole sul
retroterrea di Lovelock.
Da Massoneria e sette segrete di Ephiphanius leggiamo:
" Presso la cattedrale di New York ha pure sede la Lindisfarne
Association, fondata dal filosofo new age Irving Thompson,
convinto sostenitore del culto di GAIA, la madre terra. Fu in
questa cattedrale, infatti, che nel 1979, dal pulpito del rev James
F. Morton, il biologo James Lovelock, espose per la prima volta la
teoria di GAIA"
Lovelock è un membro dell'esoterica Associazione Lindisfarne; Il
loro sito http://www.williamirwinthompson.org riporta:
" L'Associazione Lindisfarne è un'associazione di artisti,
scienziati e religiosi contemplativi dedicata allo studio e alla
realizzazione di una nuova cultura planetaria per la nostra
nuova civiltà globale". In altri termini: Globalist we can!
Lovelock, dal 1974, è anche membro della massonica Royal
Society.

Qui sopra un'immagine di un incontro alla Lindisfarne nel


1988. Lovelock è l'ultimo a destra
In questa intervista il "verde ed ecologista" Lovelock cosi
presentava la sua preferenza per il nucleare al fine di risolvere il
problema energetico:
" Lovelock:...da scienziato so che costruire una centrale
nucleare causa una quantità di emissioni di anidride
carbonica che è un quarantesimo di quella richiesta da un
impianto eolico, a parità di energia prodotta. Inoltre,
costruire una centrale atomica richiede solo quattro o
cinque anni, una soluzione rapida.
Intervistatore: tornando al nucleare, è seria la sua
proposta di mettere le scorie nella foresta tropicale?
Lovelock: Certo. Ho proposto anche di metterle in un
pozzo nel giardino. Ma poichè molti le temono, tanto vale
metterle nelle foreste, dove nessuno taglierebbe più gli
alberi perchè nessuno vuole comprare legname "
contaminato dalle radiazioni..."
Secondo Lovelock nel 2050, a causa dello scioglimento dei
ghiacciai, una città come Londra potrebbe essere sommersa
dall'acqua e intere popolazioni potrebbero essere costrette ad
emigrare.
In un suo articolo del 20/01/2006 egli scriveva a proposito
dell'effetto serra su Gaia: "Gli specialisti del clima la considerano
estremamente malata, e ritengono che potrebbe presto prendersi
una febbre morbosa che potrebbe durare 100.000 anni [...]
Abbiamo fatto prendere a Gaia una febbre pesante, e presto le sue
condizioni peggioreranno fino ad assomigliare a un coma." Egli
diceva che a causa di questo febbrone " prima che questo secolo
finisca miliardi di noi moriranno e i pochi che sopravvivranno
vivranno nell’Artico dove il clima resterà tollerabile."
Anche in un' intervista pubblicata su La Stampa il 13 giugno 2009
Lovelock sosteneva che il riscaldamento globale avrebbe portato
ad una catastrofe globale che avrebbe lasciato sulla terra 1
miliardo di uomini: " La gente sarà costretta ad emigrare verso i
poli, verso luoghi come il Canada. Entro la fine del secolo ci sarà
meno di un miliardo di persone".
Considerando che la popolazione attuale del pianeta è di circa 7
miliardi di persone, questa catastrofe comporterebbe la morte di 6-
6,5 miliardi di persone e secondo Lovelock, tutte avverranno
nell'arco di un secolo! Roba da poco!
Ad una domanda dell'intervistatore sulla geoingegneria Lovelock
risponde:
" Credo che valga la pena prendere in esame soluzioni
come quella dell’immissione di aerosol di zolfo nella
stratosfera per riflettere parte del calore solare verso lo
spazio, per poter raffreddare il pianeta."
e poi terminava dicendo
" È come la calma prima della seconda guerra mondiale,
in Gran Bretagna, quando ero giovane. Nessuno ha fatto
niente, finché non sono cominciate a cadere le bombe. In
realtà non ci rendiamo conto del cambiamento climatico,
che la maggior parte di noi considera solo una teoria.
Spero che quando ci sarà il primo grande disastro
climatico resteremo uniti, come se stessero invadendo il
nostro paese"

Nella mia mente non fa che ronzare uno "strano pensiero"


leggendo le sue parole che lodano la geoigegneria, parlano di
disastro climatico e infine invitano a restare uniti come se fossimo
in guerra. Il ronzare aumenta quando mi rendo conto che l'effetto
serra di origine antropica dovuto alla CO2 è una bufala colossale.
Per approfondire più nel dettaglio la preferenza di Lovelock verso
la geoingegneria leggiamo a pagina 181 del suo libro pubblicato
nel 2006 dal titolo La rivolta di Gaia:
" Mi sono chiesto, quindi, se non vi potesse essere un
modo ancora più semplice per raffreddare la Terra.
Potremmo pensare per esempio di imitare il ben noto
effetto di raffreddamento dei grandi vulcani. Il Pinatubo,
nelle Filippine, con la sua eruzione del 1991, provocò
l'immissione nella stratosfera di biossido di zolfo
(anidride solforosa), che a contatto con l'aria diede
origine ad un aerosol di goccioline di acido solforico.
Queste goccioline, fluttuando per diversi anni a bassa
quota, hanno contrastato in misura significativa il
riscaldamento serra. Perchè non immettere attivamente
nella stratosfera un aerosol di minuscole goccioline di
acido solforico semplicemente facendo volare alla quota
appropriata aerei predisposti per bruciare carburante
contenente una piccola quantità di zolfo? Ora, le rotte
aeree più intensamente trafficate dell'emisfero
settentrionale sono prevalentemente nella stratosfera. Ho
scoperto successivamente che questa era già stata
formulata dal russo M.I Budyko negli anni settanta, ed era
stata respinta in quanto si riteneva potesse incoraggiare
un consumo smodato di combustibili fossili. Ma oggi,
potrebbe consentirci di guadagnare il tempo necessario a
permettere la nostra ritirata sostenibile.
le compagnie petrolifere di solito rimuovono i composti
contenenti zolfo dai carburanti per l'aviazione, così da
ridurrre l'inquinamento a livello mondiale. Non sarebbe
difficile fonire carburante contenente tra lo 0,1 e l'1 per
cento di zolfo, la quantità necessaria alla produzione di
aerosol. Naturalmente vi sarebbero problemi, come quelli
implicati dalla complessa chimica che presiade
all'esaurimento dell'ozono stratosferico. Robert E.
Dickinson, dell'Arizona University Insitute of Physics, ha
fatto comunque uno studio completo e dettagliato del
miglioramento reso possibile dagli aerosol, che io
raccomando vivamente a chiunque sia interessato a
indagare ulteriormente su questa possibile via di fuga
temporanea dal surriscaldamenteo"

Più avanti, a pag. 194 egli sostiene che:


" La radice dei nostri problemi ambientali deriva da una
mancanza di vincolo sulla crescita della popolazione" e
poi che "personalmente ritengo che sarebbe saggio mirare
ad una popolazione stabilizzata compresa tra mezzo
miliardo e un miliardo di abitanti, per essere liberi di
vivere in molti modi diversi senza dannegiare Gaia. A
prima vista questo potrebbe sembrare un traguardo
difficile, improponibile e perfino senza speranza, ma gli
eventi dell'ultimo secolo lasciano credere che osso essere
più facile di quanto si pensi"
A pagina 201 leggiamo la concezione che Lovelock ha degli esseri
umani all'interno di Gaia:
" Gaia - la Terra che vive - è ormai anziana e non ha più
la capacità di recupero che possedeva due miliardi di anni
fà. Ancora tenta di lottare contro l'ineluttabile incremento
del calore solare cercando di mantenere la temperatura
della Terra fresca a sufficienza per la miriade di forme di
vita che la abitano. Ma, guisto per darle un pò di filo da
torcere, una di queste forme di vita, gli esseri umani - quei
litigiosi animali tribali sempre pervasi da sogni di
conquista - hanno pensato bene di assoggettare la Terra
solo per il proprio tornaconto. Con inaudita insolenza, si
sono accapparrati le riserve di carbonio che Gaia aveva
sepolto (al preciso scopo di mantenere l'ossigeno al giusto
livello), e le hanno bruciate. così facendo, hanno usurpato
l'autorità di Gaia contrastando il suo sforzo inesausto di
mantenere il pianeta adatto alla vita: quegli esseri umani
pensavano infatti solo alla loro comodità e alla loro
convenienza"

Visto che per Lovelock gli esseri umani sono solo dei "litigiosi
animali tribali sempre pervasi da sogni di conquista", il fatto
che ne possano morire miliardi al fine di "essere liberi di vivere in
molti modi diversi senza dannegiare Gaia", penso che non debba
dispiacere poi più di tanto al nostro "grande scienziato". Questa si
che è vera scienza "non allarmista", "saggia" e "illuminata"!
Non possiamo non chiederci se la morte di miliardi di "litigiosi
animali tribali", auspicata dal nostro "grande scienziato"
Lovelock, sia possibile solo ed esclusivamente ad opera della CO2
killer o se per caso la diffusione di "un aerosol di minuscole
goccioline...facendo volare alla quota appropriata aerei
predisposti", come egli stesso vorrebbe, possa dare qualche
piccolo aiutino..a far trapassare un pò di anime che non ne
vogliono sapere di morire per via della CO2...e forse lo stia già
dando.
Cosiderando che Lovelock ha ormai novant'anni, alcuni
potrebbero pensare che le sue teorie siano le ultime farneticazioni
di un'uomo in preda alla demenza senile, ma guardandoci un pò
intorno si scopre che le previsioni catastrofiche abbinate alla
"soluzione" della geoingegneria sono un'opzione tenuta molto in
considerazione da certi think tank al fine di contrastare la bufala
dell'effetto serra e arrivare al Nuovo Ordine Mondiale. Ad
esempio nella rivista Affari Internazionali, organo del think tank
italiano Istituto Affari Internazionali, c'è un articolo del
18/09/2009 a firma di Filippo Chiesa e dal titolo Uno scudo di
emergenza contro il riscaldamento climatico.

Filippo Chiesa, in questo articolo ci dice che


"La ricerca scientifica sui metodi per abbassare
artificialmente la temperatura terrestre suscita giustificati
timori. Ma la realtà è che tali metodi sono già oggetto di
studio di molti scienziati, aziende, e istituti di ricerca."
Che strano, sarà Filippo il solito complottista? Eppure non sembra
un D.J.! Ha ha appena completato un master in economia
internazionale e politiche ambientali e energetiche presso la
School of Advanced International Studies (SAIS) della Johns
Hopkins University, Bologna – Washigton, DC. Mi avevano detto
che la ricerca sul controllo del clima era una bufala, una cosa solo
ipotetica e fantasiosa e adesso scopro che questa è "oggetto di
studio di molti scienziati, aziende, e istituti di ricerca." Chiesa
dice che " la geoingegneria rappresenta un’alternativa
affascinante alla riduzione delle emissioni ma non priva di
rischi" e che " Il futuro del pianeta potrebbe, in poche parole,
essere lasciato nelle mani di pochi individui con il potere di
cambiare artificialmente la temperatura globale." Ma la
geoigegneria "può rappresentare una necessaria misura di
emergenza in caso gli effetti del cambiamento climatico risultino
davvero più gravi del previsto. I rischi degli effetti collaterali
della geoingegneria e il pericolo di un’azione unilaterale non
possono tuttavia essere sottovalutati" per cui si dovranno "
stabilire dei finanziamenti alla ricerca che permettano di
verificare i rischi e le opportunità effettive della geoingegneria.
In secondo luogo, ricerca e esperimenti potrebbero essere posti
sotto la supervisione di un organo multilaterale che tenga in
considerazione gli obiettivi di tutti gli interessati".
Queste parole evocano nella mia mente ciò che è stato fatto con
l'emergenza pandemica dell'influenza suina.
In questa emergenza è stato immesso nel mercato un vaccino non
testato, inutile e dannoso per la salute in risposta ad una pandemia
letteralmente inventata dai mass media.
Possiamo ipotizzare ora cosa potrà succedere con la geoigegneria.
Ci diranno, come hanno ormai già iniziato a fare, che il mondo è
sull'orlo di una catastrofe globale per via della bufala del global
warming, analogalmente di come hanno fatto con la bufala della
suina. Poi isituiranno un " organo multilaterale sovranazionale e
non eletto" a cui delegare le operazioni sul controllo artificiale
del clima; infine questo organo si occuperà di applicare quelle "
soluzioni di emergenza" che, guardando i nostri cieli, molti
scoprono che hanno già iniziato a operare, anche se per ora tutte le
fonti ufficiali lo negano. Per cui, come hanno fatto con il vaccino
non testato per il virus H1N1, ci diranno che, si, la geoigegneria
presenta dei rischi, ma è necessario agire ORA, per evitare effetti
ben più catastrofici in futuro. E tutto per il bene di
GAIA....almeno così ci vogliono far credere

Sotto l'articolo completo.


Uno scudo di emergenza contro il riscaldamento
climatico.
A meno di tre mesi dalla conferenza climatica di
Copenhagen, le speranze di negoziare un accordo tra
paesi sviluppati e paesi emergenti che riduca
sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra sono
appese ad un filo. Al tempo stesso, sta prendendo piede
l’idea di raffreddare intenzionalmente il clima attraverso
pratiche di geoingegneria. Date le opportunità e i rischi
che tali pratiche presentano, è auspicabile che si dia
inizio ad un dialogo tra policy-makers, scienziati ed
esperti di relazioni internazionali su come regolamentare
il progresso di questa nuova frontiera scientifica.

Corsa contro il tempo


Le conseguenze nefaste del surriscaldamento climatico
potrebbero verificarsi ben prima di quanto inizialmente
previsto. Alcune di esse potrebbero essere catastrofiche;
per fare solo un esempio, lo scioglimento dei ghiacciai
dell’artico potrebbe rilasciare nell’atmosfera alte dosi di
metano, che farebbero aumentare la temperatura del
pianeta in modo imprevedibile. Per tentare di ridurre la
probabilità di cambiamenti climatici catastrofici, le
emissioni di CO2 dovrebbero essere ridotte del 60 o 80%
rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050 – un obiettivo
molto arduo da raggiungere.

In questo contesto, molti studiosi hanno iniziato a


considerare metodi per abbassare il livello di temperatura
globale senza necessariamente ridurre le emissioni di
CO2. Il termine geoingegneria si riferisce ad alcune
tecniche finalizzate ad aumentare la riflessività
dell’atmosfera (ed aumentare così la quantità di
radiazioni solari riflesse prima che esse raggiungano la
terra) o ad aumentare la capacità della terra di assorbire
l’anidride carbonica già presente nell’atmosfera.
Entrambi i metodi otterrebbero una riduzione della
temperatura globale. Il primo obiettivo può essere
raggiunto attraverso il lancio di particelle di diossido di
zolfo nella stratosfera (in modo da ricreare l’effetto di
un’eruzione vulcanica che tende a diminuire la
temperatura terrestre) o l’inondazione delle nuvole con
una soluzione salina – anch’essa infatti ha la proprietà
di riflettere le radiazioni solari. L’aumento della capacità
della terra di assorbire anidride carbonica potrebbe
invece essere raggiunto attraverso la fertilizzazione degli
oceani (che si riempirebbero così di più alghe, voraci di
CO2) o la creazione di centrali di assorbimento del
carbonio.

Il vantaggio principale della geoingegneria è che si tratta


di un mezzo relativamente economico di tenere a freno il
surriscaldamento globale. Si stima che la messa in pratica
di alcuni di questi progetti costerebbe qualche centinaio
di milioni di dollari all’anno, una cifra alla portata di
qualsiasi paese sviluppato. La riduzione delle emissioni,
per essere efficace, deve invece essere coordinata tra
molti paesi con interessi divergenti , ed è perciò soggetta
al problema del free riding (la tentazione di trarre i
vantaggi dagli sforzi altrui senza contribuire all’obiettivo
comune); la geoingegneria potrebbe risolvere tale
problema. Grazie a questi vantaggi, essa viene
considerata sempre di più come uno “scudo di
emergenza” contro il cambiamento climatico, da usare
in caso di necessità estrema. In quest’ottica, la
geoingegneria ha destato interesse presso società
scientifiche, premi Nobel per la chimica, prestigiose
riviste di relazioni internazionali quali Foreign Affairs, ed
alcuni esperti vicini all’attuale amministrazione
americana.

I rischi della geoingegneria


La geoingegneria rappresenta un’alternativa affascinante
alla riduzione delle emissioni, ma non priva di rischi.
Aumentare la riflessività delle nubi non contribuisce a
diminuire la concentrazione di anidride carbonica
nell’atmosfera, causa dell’acidificazione degli oceani in
grado di distruggere l’ecosistema marino. Inoltre,
spruzzare diossido di zolfo nella stratosfera potrebbe
aumentare il rischio di piogge acide o manomettere
pericolosamente il ciclo idrico, causando temporanei
eccessi o scarsità di piogge in varie zone del pianeta.

Modificare intenzionalmente il clima potrebbe inoltre


privare gli ecosistemi della capacità di adattarsi
gradualmente ai cambi di temperatura e renderebbe
impossibile tornare indietro una volta “girato il
termostato” per la prima volta. Tutti questi rischi sono
rinforzati dal fatto che, come ricordato in precedenza, i
progetti di ingegneria potrebbero essere lanciati anche da
una sola nazione con le risorse finanziarie sufficienti a
farlo. Questa caratteristica porta con sé tutti i rischi
dell’azione unilaterale, che potrebbe non tenere in
considerazione gli effetti degli esperimenti
geoingegneristici sugli altri paesi. Il futuro del pianeta
potrebbe, in poche parole, essere lasciato nelle mani di
pochi individui con il potere di cambiare artificialmente
la temperatura globale.

Come evitare un volo di Icaro


Modificare il clima terrestre può sembrare una forma di
hubris scientifica. È anche vero, però, che le attività
umane hanno già contribuito a modificare il clima in
modo non intenzionale, attraverso enormi emissioni di gas
ad effetto serra. La possibilità di raffreddare la
temperatura planetaria attraverso la geoingegneria non
può diventare un’alternativa di lungo periodo alla
riduzione delle emissioni e alla trasformazione dei
modelli di sviluppo economico, ma può rappresentare
una necessaria misura di emergenza in caso gli effetti
del cambiamento climatico risultino davvero più gravi
del previsto. I rischi degli effetti collaterali della
geoingegneria e il pericolo di un’azione unilaterale non
possono tuttavia essere sottovalutati. La comunità
scientifica e i rappresentanti dei governi potrebbero
iniziare un dialogo – inserendolo negli incontri di
preparazione alla conferenza di Copenhagen – con tre
chiari obiettivi. Innanzitutto, stabilire dei finanziamenti
alla ricerca che permettano di verificare i rischi e le
opportunità effettive della geoingegneria. In secondo
luogo, ricerca e esperimenti potrebbero essere posti sotto
la supervisione di un organo multilaterale che tenga in
considerazione gli obiettivi di tutti gli interessati. Infine,
una serie di norme internazionali potrebbero essere
negoziate per regolamentare in modo efficace la
possibilità di utilizzo dei progetti di geoingegneria
qualora ve ne sia la necessità.

La ricerca scientifica sui metodi per abbassare


artificialmente la temperatura terrestre suscita giustificati
timori. Ma la realtà è che tali metodi sono già oggetto di
studio di molti scienziati, aziende, e istituti di ricerca.
Coordinare la ricerca a livello internazionale farebbe sì
che, se davvero ci trovassimo in dovere di fermare
trasformazioni catastrofiche per l’ecosistema terrestre,
potremmo tentare di farlo in modo multilaterale e con
maggior cognizione di causa. Lasciare a pochi individui
la possibilità di lanciare, in modo avventuristico, progetti
non sottoposti a rigore scientifico equivarrebbe a volare
verso il sole con delle ali di cera.

Filippo Chiesa ha appena completato un master in


economia internazionale e politiche ambientali e
energetiche presso la School of Advanced International
Studies (SAIS) della Johns Hopkins University, Bologna –
Washigton, DC (fchiesa08@johnshopkins.it).

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