i!k>.iiiii
(p/Tot^n^ui^- c/nJ^^H,
Research
Library,
Institute
http://www.archive.org/details/licinqueordinideOOpomp
CINQUE ORDINI
DELL!
ARCHITETTURA
CIVILE
DI
MICHEL SANMICHELI
Rilevati dalle fue Fabriche,
V>trHvio
Palladio
Scamoz^z^i
Serlio
Allerti
^tgnola
DAL
CO ALESSANDRO POMPEI-
IN
VERONA.
de'
superiori.
-P
PROEMIO
'
/'
per efporre
cosi antica
origin
fua
rintracciarne
bandonando i
Zjione
Pero
.
re
un Uomo
in
folo tutti
fuoi doni
Uomo
/'
abbifogni
cos
ma
e dividerli
veggiamo
per mantenere
,
accio
che
ejfere in tutte
/'
uma-
aW Uomo
/*
Arti
cendo
ora migliorando
perfezjione
ducejfery
Uomini
ritrovati
altrui ora
accref-
te
PROEMIO.
i
ie 'Volte accade
che offonganfi
Uomini, onde ne
perturbandofi
fiegue
beli"
ordine
le
retti giudtz^j
le
Arti
in "vece di rice'uere
il
dovuto
avanzjamento , molto anz^i perdano di quel buono, che in altre etdi acquifiarono ; alle quali infelici -vicende , come vedremo , anche
di cui trattiamo
quefia noftra,
dove
te ,
Uomini
gli
fu
fottopofla
Le
dunque
e afe
ne'
s"
inventarono
le
Colonne
et
dell'
fovra
indi
cofirut-
di!
que legni, che roz^z vi fi ponevano , fi ridulfero in Architravi . Da tali ^rincipj nata /' Arcbitettura molto crebbe ancora nelantiche et con la imitazjione , e perfez^ione di quelle parti ,
le pih
effe
prima di legno
che
chijjmi
Tempi
parti medefime
le
torno
mo
mo
che a giorni
li
nofiri
all'
Piedejlalli
pii^
eh' ejfo
fiefia.
foffero
da
Sapienz^a,
Di
nobile
Tempio
fatto
co fuoi Capitelli
f voglia^
di Salomo-
indubitata
cofa
"Bafe
qua-
s'
con quel-
ne architettato dalla
fi formavano;
ufarono prejfo
le
differenti
fecondo perch da Jonici , e 'l terZjO peche da Corintj fu ritropero quefio ultimo non
*vato:
gran parte imitato , come inf
f^^ in
dica il gi lodato P. Villalpando , dall' eccellente Ordine del Tempio
il
di Salomone
E fi come
Architettura la fua peravendo effa da gli antichi Tofcani ricevuto quell' Ordine
quefii dopo i
fezjone
l'
PROEMIO.
e del
fezjione
la Foefia in molte fpecie dividefi ; li quali cinalla nofira cognizjione fon pervenuti merc le reliquie
comunemente
que Ordini
delle antiche
ni
come
Fabriche
delle quali
confervo, quanto
almeno
fi
Italiani,
cio cori
Ordini nominati
all'
fomma avventura
per
indufiria
e allo
tanto
ftudio de moder-
primi rifiorai ori della nofir Arte , fu fu^ciente, acdilgenti ojfervazjioni da ejfe fi potejfero tali appunto , qua-
gi dagli Antichi inventati furono , / fudetti cinque Ordini ricavare . ^ens deplorabile difavventura fiata , chs dall' ingiurie
li
ni di
Roma joo
fiotto
/'
to Augufio
i
in circa
e debitrice la
buona antica
Architettura del fuo gloriofo riforgimento . Ne dopo Vitruvio mancarono altr ingegni , cbe ne' libri loro quefi' Arte illufirarono ; di
molti ci fono rimafii
meno a
nomi ,
ma
perirono
f non
loro fritti;
quali
i loro libri
il
nulla di
Uomini fojfero ,
lo
Ma
declinare
l'
antica gran-
cotale funefi a mutaz^ione e decadimento pare ancora foggiacefifero g' intelletti degF Italiani , onde le lettere , e tutte le beldeZj?i,a,
le
barie
PROEMIO.
[?arie
Architettura 'viefe
ftejfa
to confufa e difordinata
riconofceva .
fiejfa
cimofejlo
cotanto
fcuotendo
tutte
rono
le
gloriof; allora
all' Italia
antica rugine
/'
fu
che
noflr
anteriori Secoli
ti
pi nobili facolt
indegni
onde gli
r antico fplendore
le
parvero
quivi a nuova luce riforti gli piriti dell' antica Grecia, e di Roma . Per lafci^re pero quanto ai propoflto mio non fi confa , e fola
a quella facolt refiringendomi , di cui ho imprefo a ragionare , a
,
quali reftituito
alle
dignit
privo
chit
Romane
fano difcernjmento,
affatto di
.
Ce
lo
ciafcheduno pu ravvifare
dimo/irano ancora
te ci lafciarono
che
non f^
della Anti-
de'
ventino
fopra gli antichi EdifiZjj nuovo lume introduffe nell' Architettura , allora affatto barbara', e dopo lui affai pia confider abile
fi refe Leon Battifia Alberti pur Fiorentino il primo de' moderni che
di quefia facolt dotto ed infigne Trattato mand^ffe fuori . Dico
mandaffe fuori , poich fcriffero avanti a lui Antonio Filar ete , e
y
Ma
fiudj
fu
le
antiche Opere di
con l'Opere^
Roma ,
conio Jcrivere
alla Patria
fcacciando
la
fua
refiituito
barbarie ^
antico
pregio^
PROEMIO.
preirio
di
qMej'
Arte richiamo
fuoi Tofcani
Delia me defma
tro
Perucci da Siena
"Baldajfare
del quale
f altre
altri iji
gli
molto
utili
che ci lafcio;
fra
Sculto-
Pie-
molta
di
fi,
Giorgio
Sarebbe maraviglia
fe epolo di
Rafaello
bafierebbe a farlo
immortale
Romano
dignit collo-
la Villa
che a
Ponte
Antonio Lahacco 3 dal quale egregiamente difegnat e furono le reliquie di molte antiche Fabriche , come nel di lui libro
pu vedere Nella Trombar dia
fi
dm trapti rinomati ne fcelgo da far menz^ione , Sebaftian Serlio 'Bo-
altres fu
lognefe i
mini in altro luogo tratteremo pi diffufamente Ne la Jdarca Veronef , Trevigiana , che voglia dir ffu in quefio fecolo inferiore a quafi
lunque altra Italiana Provincia , merci particolarmente della mia.
Patria , la quale fi come fu tanto benemerita degli altri fiudj con
dar al mondo chi fu fra gli Ocidentali il primo fonte della Greca , e Latina erudiZiione , cio il vecchio Guarino , cos anche ali
.
faticofiffimo fiudio
pltne
il
ma
Cofiui
per la
fu
fomma
Uomo
di
adorno di tutte
le
fcorrez^ione
maravigliofo
fcienz^e
ed illuftro
ed ofcurita ( come
illufira-
ingegno
e nobili
difci-
^^
a Vensz^ia
ed
altrove
Nel tempo
*
della ^uecchiezjZ^a
ciuefio
di
PROEMIO.
IO
fi'/.ejofior)
Va fari ;
de d ci
di
Gio: Alariii
gran
lodi
parla
il
poco dopo qaeftt %'enne Michel Sanmichel^ , il quale dieperfe-^ione, che dalli due predetti era flato /coperto . y^nco
e
Uomo
fi
altres di
due famofi
come
e Vincenzio Scamoz^zJ . Jacopo San favino, bench nato in T^ofquafii fempre abit in Venezjta , e di molte ottime Fahriche l a-
te rar tonare;
ladio
F alconetto
cana ,
dorno.Gio: Antonio Ruficoni maneggia bene i precetti di Vttruvio . Ne
lafciero di nominare Giufeppe Viola Zanini Padovano, il quale in parte Vitruvio in parte altri fegueno , ci lafeto un buon trattato d' Architettura ; e avanti di lui Ottavio Revefi Vicentino ha anco propofio
un nuovo metodo di mifurare li cinque Ordini , che poi non fu feguitato ^perche da chi far voleffe Opere grandi , troppo fatica e tempo richiederebbe Aia tani altri , che nell Italia avanti il nuovo decadi,
mento
farebbe
il
Arte
diqueft^
le
legge-
i libri,
ci fon rimafti.
la trafcur aggine la
rovina
ritrovamento loro
avanz^arono
decaderono
Romani
PROEMIO.
II
allora , un fecola dopo in tale e (trema, rovina trabalijatefpiche ^en 'vergognofo agt Italiani farebbe ^ato il perderle affat-
ftranierij
reno
to
qt^tel
e corrotte
divenire
il
che con-
e la
ftima ed
e celebrando, ci che
afetto
per
le
firaniere
li
in
Stra-
nieri
ambedue
neceffarie
corrompimento
forte
(e pi della prima la feconda) cagione fempre e di
perfetto difcernimento
forme
il
di penfare
e parlare nella
Fratelli PoZjZj,
coetanei ,po-
a volere di nuovi ornamenti arrichirU da fiabiliti ottimi infegnamenti a deviare cominciarono , e la pratica deformandone , quella cat-
flfi
tiva maniera fparfero nel mondo , che dopo crebbe a maraviglia , e fempre piti dal buono fi dilum , e 7 cattivo ne dilat , end' oggi la mife-
ra Architettura
e in
ma
ZjO
cio
che quafi
ma
onde gli
non pi Architettura
Pi^ non fi vede unpez>cofi
linea retta
un brac-
diverfa dall
dijfi
Cartelle
in ufo
fogliami
le
,
fojengono
2
pefi
gravijjtmi
loro
PROEMIO
IZ
Non
Frontifpiz^j fi ^veggono ^ ^ fi fi
fono in tal futfa ffez^z^ati , o rivoltati in Car-
non cori'vcnrool .
loro
''ueqqono talvolta
pii
che a foglie d' Alberi ivi per accidente nati fi yoffiono rajfiomio^liare . Quanto pochi intagli s' ufano , quanto poche fcanalature ,
tocct
quanto pochi baffi rilievi , che tanto /' occhio dilettano , e che si fovente s" incontrano nelle Italiane Fabriche de' buoni tempi
quanto dir fi potrebbe degli Archi , e di certe nuove curvature , e
Effi pi intorno
non
ao-prano
ma
hanno
YCTure
ci
che
fovra
pm
tanto
di f fofientano
quello io dico
fu
la fola
centro
fot
necejfario
ad un
In
nofiri fi
di
di quel nervo a
,
fommarare
volte del-
ravvifa
idea
/*
della quale
fare
Ne
al-
cun conto non doverebbefi ,ma lo dico , perch pur troppo tutto ci
da chi non da prevenzjioni accucato confideri le Fabriche d oggi d
pu con gli occhi proprj vedere , e toccar con mano. Se io travegfi
ga , o f parli da vano adoratore dell Antichit , pu la ragione agevolmente manifefiare . La ragione e la maefira che e infegna a
diftinguere
il
Qual
una cofa fuori di perpendicolo j e fatta a bifida , atta fia a fofienere pi che una pofl:a a
piombo , e retta ? Qual ragione , che un corpo grave e machinafio
fopra una bafe foflenrafi , cio in vece d' allara^arfi quanto pi difende , e f^'^fi pi^i'^ mafpccia , fminuifcafi nel fuo efiremo Che
ragione adunque ci pu perfuadere
gruppi di frutti
cornici
dichi
me ,
adunque
di fori fojlcntino
avi
f quanto
or d' altre
Natura
(rr
cofe , alle
io dico
che
chimera,
f a quello
unifor-
infegna
la quale
deve
ejfer dall'
ancora in molti
cafi conofcere
non fi potr , ne difcernere , per efiere quelli ridotti da cotali firavaganzje, e da cotali firane bizjZ^arie in picciole parti, e minuz^z^ati
e con-
PROEMIO.
e
con
ammirare ahafianz^a
iS
il ([ran
corrazgio d
alcuni
, /
(juali
con la fola
fii^pcrjizjial
pih non fu altre regole fondati , che fui capriccio , j" accingono ad
ardue e malagevoli imprefe , che in apprenfione porrebbono chiunque
pi
fojfe affaticato fu buoni libri , e nella pratica efercitato . Non
lo
fi
fanno
cojloro richiederfi
varie dottrine
da Vitruvio
erudizjioni ,
ed
/'
nelC Aritmetica
Architetto fi ricerca , trovafi efiere un Muratore un l'agliapiequalch' altro di poco m.tggiore fiudio , e dottrina. Veramentra,
/'
con la turba di cofioro non deonfi confondere que primi , che cominciarono a dittongarfi dalla buona antica maniera , che fopra ab''
te
per vagheZiZja di no'vita hanno lafciato alquanto i loro indegni trafcorrere> C hanno per fatto con qualche
moderaZjione y e con licenz^e affai pi di quelle ^ eh* oggi d s* ufa*
biamo nominati
nOy condonabili
quali
de''
lonne if erano
d'
udii rifponderm
Ordine Compofito j
eff^ere
fatto in
Roma
Co-
e-
rano d" un folo ordine di foglie y ancor che richeZjZ^a d' ornamenqueW
ti l' Opera per
f rchiedeffe ma perch ci forf avr pffervato
Architetto effere flato ^ ancor che di raro, pfio in ufo da' buoni ^ egli
,*
difilma ofi'efa di
occhio
mirarli Architra-
Cornice erano infieme mirabilmente conpenetrati ; e tutrefio dell' EdifjZj'.o con queflo beli' ordine procedeva. In tale de-
ve j Fregio y
to il
qualunque
Profefilone ,
e fi co-
PROEMIO.
14
fi
raccoglie
que buoni
cos
che
mal
pure
quel foco di
lolio infefiata
'ui
rawifa
fi
fono
F auriche
qui
fi
ami
fi
non
ne cono-
lecito
che
de'
commefft gli
Edifiz^j
Quanto ben
Intagli
che leggiereZjZ^a
condotte
ma
le
efeguire
nobilt
membra
delle
Quanto ben
leggiadria neal'
Cornici
di gettopoffo.no raffemhrare In
che
non
fomma
La
flejfa
notifimo
n*
ma
s'
di ferro di legno,
ammira, fimetriaj
Italia
pu ritrovarfi
Jia\de caduta.
o d' altro
poi forge
un
Secolo dopo
ma Patria j quali*
che Ja pi apropoftoperfabri-
tempo
diffi
tanti Jini
marmi
perduti in opere
e tanti
fiojfe^irj di
danari
vedere gtttato
mal' impiegati
il
quafi
ornamento al noftro
ci
PROEMIO.
mKflior amento alcuno fi i/ede
c!J
o(!ji
altra cofa
che
jaft operetta;
ha limolato
s'
allo
fcnvere
Uomo
ogni liberale
15
puhlcare quefta
tjital
per la fua
Pa-
e obligato
quando per fna dtfefa ahhifognaffe 5 la propria 'vita , molto pm deve e fudori , e fatiche , e quel
molto
poco il Dator d' ogni bene a lai concedettalento , che
tria a porre anco in pericolo
ad abufi univerfalmente radicati , e a falfe opinioni comunemente abbracciate . Per tentar di confeguire un fne s) bello , e
perche in tante tenebre , onde con s gran datano ojjfifcati fono W'
non ho faputo miglior me^ZjO
qualche lume trafpiri
intelletti ,
rinvenire , che /' efporre al publico li cinque Ordini prima di
JAichel Sanmicheli , che con ogni maggior diligenz^a ho ricae
'vati dalle
tri
ti
fue Fabriche
poi di Vitruvio
pofcia
al-
d'
cinque, che fopra gli altri in quefla profeffione furono benemeripreffo il Mondo. Non pojfo qui trai afdar e di far giuftiZjia al
nella Scultura
ed Architettura
le
e d' altri
cinque
non
ha molto che uniti furono ne' libri di due Francejt del noflro Secolo
Cambray, e le Blond. Se nelle Figure aquefli mi rajfomiglier ^ reputer per m gloriofo l' e/fere fiato non men di loro nel difegna^le
accurato 5
ma
tijjtmi difcorft
prima
tra
poi tra
mco'
PROEMIO.
i6
rarono
re
ho
io
cercato
un
inefperto
di confe'j^utre
difcgni di que
"vale
.
e pereto
Uomini
oltre
f unire
le figi^-
<valent
che
rajfemhrami
un
altra ragione
lo ajfaticarfi
la
quale
che
vana
cofa
che ciafche-
duno con li difegni davanti agli occhi pu da f fcorgere agevolmente Oltre di che ne Cambray , ne le Xlond fuo feguace d*
Intercolonnj parlano, n di Torte 3 ni di Fineftre
ni di tante altre cof , delle quali come neceffarie a faperfi da un Architet-,
to
noi tratteremo,
M.a f
le
annotaz^ioni,
eh' io
fottoporr
po-
a quelli piaceranno , che fono gi da gran tempo con l' opinione impegnati ne II' Architettura del nojlro Secolo , giudicando effa
con troppo indifcreta afpreZiZ^a da noi con dannarfi , ci non deve
co
mie
ti
E'
17
DE' CINQUE
ORDINI IN GENERALE,
geometrkameme formarli.
e A
UESTI
tanto ufo dee farfi nelle ben refono formati tutti con
Fabriche
golate
,
Jc mcdcfime parti, che fono fette; Piedeflallo, Bafe, Colonna, Capitello, Architrave,
Fregio, e Cornice; ma che fono per di fimetria, e di forma tra loro diverfe, avendo
ilTofcano,
il
Dorico, e
cosi
tutti
gli
altri
ancora, e Capitelli, e tutte l'altre parti proprie fue , e da quelle d' un' altr' Ordine differenti. E per cominciare dal fondamento , parleremo prima del Piedeftallo , piede di tutto
r Edifcio, ma piede per, che s' inalza e forge fopra terra , il quale , non come 1' altre
parti, necefTario per fare un* Ordine compitamente perfetto, ma alle volte s' adopera , alle volte fi tralafcia , fecondo leoccafioni, lequali
fi
devono confide-
rare.
far
come
la terta
modo
e del
fovra
il
corpo degli
Uomi-
I,
dall'altro; e
com'
efse
deono fempre
efler li-
vago mefcola mento ne rifulta all'opere ornamento maggiore, e maggiore armonia. Ora
per, che ' Architettura de nortri di, ancor
che s immoderatamente perduta dietro gli adornamenti a tale, che non ha veruna dirt^colt
fagrificare
ad
tutte le regole
erti
dell'
no, tanto
tagli
non mai
lifcio,
interrotto
pi torto genera ,e confufione Di quefti membri non ho pofta figura alcuna, mentre eflendo a fquadra , difficolt non fi pu avere nel formarli Que' membri poi , che fono concavi
fono due ; le Gufcie , che teoricamente per Io pi
.
fi
for-
,,
CAPITOLI GENERALI.
c8
come
tri,
nella F. 4. I
rtguln
Jojira folto
r Ah^co
Ovoli,
quali fi
Gufcie, come nella
chiamati quando fien piccioli , ma f pi grandi, detti poi Tori, o Baftoni^ che abbracciano un femicircolo intero, come fi vede nella
F. 3. Li mirti finalmente non fono pi che
due; Gola dritta , e Gola roverfcia , li quali fi
gli
veggono difegnati
noni
membri
Antichi, e eh' ora ripeteremo tutti aflieme: Corona, Lirtello, Fafcja, Intaccature, Dentello ,
ritrovati da' noftri ottimi
Gufcio , Cavetto , Ovolo, Tondi 110, Gola dritta, e Gola reverfcia; e con quefti , che tutti alle quattro dette fpecie riduconfi, fi fanno
tutte le forti di Corniciamenti, che gi mai fi
poflano defiderare. Non mi fembra cofa fuori
di propofito il porre qui ancora la Voluta , di
ufo ne' Capitelli Jonico,
Corintio,
e Compofito, nelle Cartelle, ne' Modiglioni,
e nelle ferraglie degli Archi; fopra la quale,
per eiTere non tanto agevole, mi fermer pi
di quello abbia fatto ne' membri de' Corniciamenti Per fir la Voluta molte regole inventate furono, ma fra tutte una fola ne fceglier, che fra l'altre a meraffembra la pi chiara, facile, et efpedita. Verremo in quella
guifa ad ifchifare ogni confufione, in cui facilmente per la moltiplicit delle cofe fi fuole
incorrere
Fermiufi adunque in primo luogo
li due termini perpendicolarmente con la lin'a
A. B. , che far l'altezza della Voluta, e quella linea dividafi in otto parti eguali , e cominciando dalla fommit a mezza la quinta parte
cui
fa
fi
ftabilifcafi in
Centro C. , intorno
, che non far
quale fi
diametro
maggiore della detta quinta parte, il qual circolo chiamafi 1' occhio della Voluta Si tiri di
poi la linea Orizontale E. F., qual pafll per lo
fuietto centroC: tiratala qualeavremo ledue
linee Perpendicolare, et Orizontale. Indi dentro il Circolo D. formifi un quadrato, il qua'
le fi divider con due diagonali, che poi fi par-
formi
il
Circolo D.
al
in
colo
D.
ojni giro
lo
fin
Abw
ijejfa
Ci promette poi
co.
incominci, e per
s'
che
be diifufamente fpiegata
nel fine
1'
avreb-
dell'
Opera
di
nel
1' ha publicata
con le ftampe
(ne m" ignoto , che altri Autori
1552.
forf
riamente interpretando
hanno date
fra
le
parole di Vitruvio
Vitru-
Fatta pertanto
una
va-
vio penfata
go
le
in quello
modo
la
Voluta con
fe-
fi
fi
fermando
1'
proprio per
li
Per compire
di fopra detto.
quello Capitolo ci rimane a dire delle Cartelle, le quali fono fiate dagli Antichi pofle apprelTo le Erte delle Feneftre, Porte, e Camini degli Ordini pi gentili, per adornamento delle loro Cornici; n mai fo ritrovare, che in altri ufi nella buona Architettura
Cartelle s' adopraflero ; bens veggo, che affili
miglior fortuna preflb quella de' noflri giorni
incontrarono, avendo effe aperto ampio campo alla bizzarria degl' ingegni, che innumerabili forme ne ritrovarono, e ridotte I' hanno
come il fale nelle vivande, necefiuio condimento d' ogni pi efquifita e magnifica Opera, con quella fola diverfit, che la dove il
fale con avara mano adoprar {\ dee, effe all'
incontro prodigamente , e fenza difcernimento alcuno fono profufe. Ma per ritornare
onde partimmo, fi formano le Cartelle con
due Volute, una minore, e 1' altra maggio-
come abbiamo
re; r una e T altra fatte con la fuddetta regola , e con una linea fimilc ad una Gola ,
o Onda fi congiungono , come nella F. 8.
Modiglioni
vogliam
dfrli
(*) Tunc
fpai'ium
minili'
,,
CAPITOLI GENERALI.
22
c'irli
Mcnfoloni
o fiano
die
nori
n pongono
nelle Cornici degli Ordini nobili, e le Clii.ivi ancora, o Serraglie degli Archi , le qii,i!i fervono di roflentanienco agli Architravi, che vi fpianano (opra, fportaiidoin
fuori con le Voline. Ma perch forf fembie], che tutte le cofe gi dette tali efegucndofi
quali le ho qui
defcritte ,
fieno per rendere r opera povera , e troppo nuda , ecco
Tavole
nelle
II.
III.
mdi,
de'
quali
qui polli in grazia di qne pochi , i quali dcfidera no operar bene, e non gi con la fperanza, che gi' impegnati nella corrotta maniera
de nollri d, ed occupati da prevenzioni arrivino alla diffciliflma prova di fpogliarfene, e
di cangiare opinione. Deefi per avvertire, co-
Tavole faran
C A P O
del
I.
e fcienza
dremo per tanto le proporzioni cos generalmente accennandole quali dagli Autori pref,
ta parte.
Ma
in quella parte
Architetto,
artretto per lo pi dalla necertit de fiti , o d'
altre circortanze,fuole pi che in qualunque
altra, permctterfi libert. Ci vediamo ertere
accaduto negli antichi Tempj, dovei Piedeall'
non doveano mai erter m.aggiori dell' altezza delle Scale, per le quali s'^afcendeva al
rtalli
Tempio ,
fecondo
fiti
gli Edifizj.
ci rinco-
tuttod
quale dillcolt molti de' noftri Architetti cercarono liberarfi , facendo le Mcnfe a guifa d' Urna ; quale a mio credere la pii fciocca invenzione, che mal regolati intelletti in pregiudizio d' ogni ragione penfar potcfTero. Ma per
ritornare in via , T altezza della Bafe far fempre mezo diametro di Colonna , e quando dir per r avvenire diametro, intendo la grofTezza della
Colonna da
pie.
Ne* Furti
delle
Co-
lonne aver fi deve tutta l' avvertenza agli Ordini , perch fono tutti fra loro diverfi , alcuni pi nani, (perufar le voci de' nortri Autorij ed altri pi fvelti; ma per dirne ci, che
d' univcrfale pu dirfi , non dovranno qr.crti
mai erter minori di fei diametri . n giungere
a diametri nove. Ne' Capitelli regola generale non fi pu flabilire, perch ci, che?di;n'
Ordine fi conviene , a tutti gli altri non
pu applicarfi
Il
rimanente del fopraornato, cio Architrave, Fregio, e Cornice a mifura degli Ordini ha le fue proporzioni , imperci che negli Ordini pi fedi , Tofcano, e Dorico, per lo pi la quarta parte
della Colonna, e per lo pi la quinta negli
altri tre. Fino a qui abbiamo ragionato delle
pioporzioni, che deono offrvarfi nelle altezze ; ora d' alcune larghezze neceffarie a chi vuol
con giurta fimetria adornare una Fabrica ben
ordinata ragioneremo
E primieramente il
Dado de* Piedertalli non ecceder mai la larghezza del Plinto della Bafe. La Colonna da
capo far fempre minore, che da piedi; ma
non fi pu di quanto minore effer debba affegnar regola generale ; perch vuole Vitruvio,
che quanto pi la Colonna alta, tantomeno (minuifca per la ragione , che quanto
pi le parti dall' occhio s' allontanano, tanto
pi e per un' inganno ottico) picciole apparifcono ; onde regola particolare di querto af.
ad indovinare ci
ora mi-
CAPITOLI GENERALI.
zioni, clic
per
Piedeflalli
Bafe
Colonne,
13
ricerca
me
Capitelli, e Sopraornati fi pofsano brevemente afse"nare. Pafsaremo di poi a vederle minutamente e particolarmente negli Autori eli'
io con r efatezza maggiore , che mi far pof-
filiile,
Modulo
tal regola
ed efatilTima
Credo per , che
n di tal regola n del Modulo pi fervafi la
maggior parte de' viventi Architetti , intenti
dee fare. Formafi in quello modo. Stabilita r altezza, alla quale fi vuole, che arrivi
la fommit delia Cornice, f a cagion d'efempio fi vorr che fia 1' Opcfra Dorica col fuo
che
fi
qualunque cofa
e di
ti ,
minutiffiraa
tica
che
ricerchi lludio
e fa-
ovunque
trafportare
lafciandofi
marfi
Degli Intercolonnj
Impoje
^elle
qualunqne cofa
a fchifare
Corniciamen-
delli
riufcendo
Air hi ,
,
y
CAPO
e Pilajri
Pone.
e delle
I I
dar,
te parti
fotto
all'
fi
Ovolo
divider,
r Ovolo, e
quello cafo
pure come
ta parti
il
una
all'
l'altra, e la terza
una rellandone
le fei
Modulo
al
Abaco
in fet-
Lillello
altre al Collarino.
a nulla ferve
fi voglia o
non potendofi n con
In
dividafi
in dieciotto, o in trenterzi
n con
fi
Intercolonnj
GLiquello
vuoto,
fpazio
zione di quelli
delle
dalla grofsezza
piglia
fi
Colonne, che li racchiudono, la qual proporzione in ogni Ordine diverfi ,c diverfa ancovedr in ogni Autore, di cui fono per ragionare. Ma per affcvnarne una regola generale, dir che quello fpazio non dovr mai
ra
fi
fi
Pilallri quadri,
per altro
propriamente per
inventati
Quelli
elfi
Pilallri s'
non
ufano
Opere folamente malTiccie, e preffo terra; ma nell' Opere ornate, e ne' fiti da
terra elevati s' abbellifcono con Colonne , che
foli,
ma
inanzi
in
vi s'
appoggiano
modo pajono
un terzo fecondo
e per lo pi in certo
meze, ora
non
fi
far
parte.
Ma
come che
elfi riflretti
ancora nelle
CAPITOLI GENERALI.
24
Colonne, che vi s- appog\5ano,cos quelparte pur d' elfi che avanza dall' una e dall'
altra parte tuori del Furto di detta Colonna , dicefi Me mbretto da alcuni, e da altri Aletta,
che ha fopradi f una certa come fpecie di Cadelle
la
due
Porta
f n' alTegnino
La
Tofcane
za loro far la
la quart^a parte dell' altezza della luce, n mai effer poffono minori
della quinta. Sopra la Cornice far fi fuole
il
Frontifpizio
foli lati
il quale un Triangolo di
,
due
eguali, con due lince retate proclivi,
la quarta, e la quinta
lunghezza della Cornice, eh' pofla
gli fi
apprefentano.
il
che
rinferrati
Palagi
fi
fanno
al
Mon-
farfi in
datele mani un'Architetto, dovendo ATo ciafcuna Opera fua in cos brevi termini racchiudere
CAPITOLI GENERALI.
^5
grazia
filo
g!i di
volti,
de' quali
uno
fia
fi-
in quelle
fette voci, che nope chiamanfi , tutta racchiufa, pure quante muficali compofizioni ufciro-
nuove, e tutte fra loro diflimili! Per tramandare a' lontani, ed a' pofteri
utiliffima inveni concetti del noftro animo,
aio vaghilTime,
qualunque
fa dilettevoli
campo
di
vi Edificj
minore
quanto
Ora
quante fieno
le parti dell' Architettiira,troveraffi in effe numero affai maggiore, che in quelle, che circofcrivono 1' uman volto, e maggiore ancora ,che
?
fi
parti
Ordine
differenti
compo-
flo, quinci
fi
Ma
Degli
Ahtift'
CAPO
ricerchi,
nelle note muficali, e nelle lettere dell'Alfabeto; pofciach cinque effendo gji Ordini, e
eiafcheduno di fette parti, tutte d' afpetto dal-
della pofterit.
ralTomigliarfi
come
io dico, da nulla
Fin' ora
IV.
che de^
di
vonfi porre in ufo , e come
ora
Architettore;
quelle fervire il giudiziofo
di quelle parleremo, che devonfi fchifare, e
che introdotte furono, e lafciate dalla barbara maniera , che Gotica s" apella ; poi che di
debbafi
molti abufi della prefente , peggiore forf della Gotica , abbiamo diffufamente nel Proemio
ragionato. Nel medefimo tempo qualch' errore ancora accenneremo, che dagli Scrittori
d' Architettura furono avvertiti nell* Operede'
buoni Autori, particolarmente de* primi , a*
quali debitrice quefl' Arte del fuo riforgin
, e ne' quali , come a quelli , che
tante tenebre fpianarono agli altri la ftrada,
mento
il
non
tolerar qualche
fililo
cofa indifcretiffi-
ma
perdonar feppero a' noftri Italiani, che prima di tutti gli altri, riforte a
pena le lettere, gli cementarono. Fra le
le quali nulla
cattive
'
CAPITOLI GENERALI.
16
una
fi
il
girar fopra
volti quadrati
il
affai
commoda
cofa
e che
quanto
co'
fiioi
il
canti eccede
il
Archivolto
dell*
cerchio
la
circonfe-
nulladimeno cadendo in quecon tanta grazia e leggiadria, che quafi gli fi potrebbe condonare, allo vizio
fece
il
vendo per
Leon
eftirpati,
Battifta Alberti
e le-
ha benif-
luogo per
il
Capitelli delle
Cimafa quadrata
quarto
ed
Co-
grojfa in alcun
in alcun* altro
per
il
quinto
fportarom
tanto
quanto
da
la
capo
Gli Aget-
altezza; i
Archi bebbero fedili piti ejpediti, e piti /{abili. Io non fo
di quali antichi Autori intenda 1' Alberti
,
veggo bene ci da' pochiflnii buoni feguitato
queflo
modo
le tefe
^
,
e gli fpigoli
loro
de
gli
ne Fabriche ufato
forma d' Impella
no fopra, e
vede)
fi
le
fui vivo
una Cornice
quali cofe
fodengono
gli
vi
in
fpiana-
angoli de-
non fanno
fopra il rotondo immediatamente della Colonna , ma fopra il vivo degli Architravi , o dell'
gli
nella Vita
dell'
Ma
Ma
pu
fa pere
cofa
fiano, e
meno
lo
che li formarono. In tali luoghi altro porre non dovrebbefi, che unImpofta , overo una Cornice con la fua Corona e Scima , altro effe Volte non effendo
che Archi continuati , e infieme congiunti ;
laonde f gli Archi, come abbiam provato,
fanno quegl'
ifieffi,
fopia
..
CAPITOLI GENERALI-
modare
qual
difetto per
noftri avvertire,
parr
foverchio
a'
v"
neJIe quali
di che fcufa
quevedere
s
ampiamente
dilatati
mi fia
quaii
e
ormai
comuni
a
tutti,
difetti,
che
lli
Per troppo non diffoflume fon divenuti
fondermi in avvenire, fra tanti altri pregiudizi, dalla vecchia barbara maniera a noi tramanUno fi il
dati, ora di due foli ragioner
ft
cujare
mo
ti
nel
il
dalla
ha, che
tanti
lor
ti
dre , non abbianfi a fare gli fpacj degl' Intercolonnj tanto grandi, che poi non poffano reggere, n i Triglifi pi bislunghi .e.\ convenevole. Cadde in quello fallo il Sanfovino
Venezia, come fu
nella parte
2.
1.
6.
olTer-
cap. 7.
Ma
non minor fallo farebbe, f troppo fcarfa mente fi procedefle: il che a fare alle volte
ci pu coftringere o la troppa fpefa, che apportano gli Sopraornati, mafllmamente per
gli Sporti delle Cornici , o I' anguftia del loco. In fimil calo dee il giudiciofo Architetto aver prontezza d' ingegno , e cangiar pen-
fiero
e nuovi
partiti
difetti
fvilupparfi;
fua al fito, e
non
il
cafa
valent'
dalla grandine
* )
ha quod
baber* .
non
peteft
in
vtritatt fieri
dalle pioggie
Uuomini v'incapparono,
>
tan-
a ci for-
NuUadimeno
Ordine Dori-
nelle Procuratie di
pi con-
f indotti da defiderio di novit, tanto proclive in ogn* Arte ad aprir 1* adito alli difordini
e pregiudicj Vitruvio , primo Maeftro di co-
acci le
fi
col-
ammaejlra-
edificatori
re' quali anco ufando la buona antica maniera potrebbe incori-erfi. Lo Sca mozzi dice, non
doverfi far gli Ornamenti fopra le Colonne
troppo fodi e maflcj , particolarmente negli
Ordini pi delicati, ond' elle Colonne opprefle fi moftrino ed aggravate dal gran pefo, chelor fovrafla. Quello pi che in ogn'
quale cos
giorni
dalle nevi
zionate,
il
co
in eflb
*7
tetto
pojft
certam ratcntm
CAPITOLIGENERALI.
28
tetto confider ti , e quando abbifogni , efamiquali tanti fono, e tanto varj, quani
nati,
ed i cafi, che a
apprefentano, e quante fono le
regole di ben operare, che ci vengono da
Maeilri prefcritte, trafgredire le quali fempre errore dovr chiamarfi Onde verremo fu-
fono
le
chi opera
de' cinque
s'
che
remo
ALCU-
ALCUNE NOTIZIE
DEGLI ARCHITETTL
CHE SONO ESPOSTI IN
Q.UEST'
CAPO
OPERA.
V.
MICHEL SANMICHELL
tutto
conofciamo per efperienza
VEro
che
buona o
opinione,
che
d
in
tiifta
la
fono gli Uomini prefTo il Mondo, molto contnbuifce, acci buono o reo giudicio fi formi
delle loro operazioni, p;irole , e configli j e
fpcire fiate accade, che in Uomo, qualepreffo tutti
li
detti
o luiafi tutti in buon concetto fia, tao fatti i' approvino, che in altro, di
fimati
e cosi
all'
frequentemente ci fuole avvenire nelle parole, o fatti, che non fieno manifedamente
buoni, n manifefiamente rei , n'illadimeno
ancora a quefti , acci maggiore, o minore imprelTone facciano nell'umane menti, molto
di ior?.^ s' aggiunge dall' efiVre apprezzate o
fcreditate, amate o vero odiofe quelle perfone, dalle quali derivano; perch a cagion d'
efempio una cattiva azione allora far da noi
pi vituperata , quando fappiamo, che da Uomo infame o pure odiato fia provenuta ; e
per lo contrario un configlio, o una iftriizione internamente btiona, che ci venga da chi
prefso noi fia in buon credito, con meno difficolt e utilit maggiore riceveremo
Ci
con fider ndo , neceffaria cofa ho creduto il
qui raccogliere in grazia de' miei Lettori alcune notizie di quegli Autori , che ho prefi ad
illuftrare, e da* quali fono
precetti e le regole ricavate, che fono fpirfe in quell'Opera,
e eh' io fopramodo defidero fiano da viventi e
da futuri Architetti ben intefe apprezzate, e
feguitate, acci 1' opprefsa nofir Arte veggafi
.
finalmente forgere fimile a f ll:efsa,e ricuperare nella nollra Regione, dove fu il Regno
fuo, e pofca nell' altre ancora la fua primiera maeft.
per cominciar
dall'
Autore, che
in primo luogo efponiamo, per la ragione detta nel Proemio, cio da Michel Sanmicheli,
di cui
trattiamo, e nella
fu grande ornamento
nacque efTo in Verona 1'
anno 1484; e da Giovanni fuo Padre, e dal
Zio paterno Bartolomeo, ambidue eccellenti
Architetti a' tempi loro, i principi egli apprefe
di quella facolt. Se il fuocognome veramente
o Micheli, o da San Michele, o Sanmicheli
fofse, lafcier d' inveitigare, e con queft* ultimo , per conformarmi alla maggior parte de*
Scrittori, che lo nominarono, lo chiamer.
Ebbe due Fratelli, d' ottimo talento anch' efll,
Giacomo , che agli fludj delle lettere s' applic, e Don Camillo, che fu Generale de Canonici Regolari Defiderofo Michele d' approtnilitare
Architettura
fittarfi
neir Architettura
arda inclinazione
fi
alla
quale da gagli-
fi
port a
fimi ftudj
mi
a tentarla.
Europa,
lo
Impe-
Re
di
rator Carlo quinto, e Francefco primo.
Francia; le quali gloriofe occafioni furono da
non abbandonare
il
fervi gio
Neil' Architettura
Civile molte riguardevoli Opere egli fece, particolarmente fervendo prima il Pontefice Clemente VII., pofcia i Veneziani fuoi Signori,
che fono diffufamente , e con altiflme lodi
raccon-
lui
rifiutate, per
NOTIZIE
30
raccontate
-dl
Vafari
che
le
ftim miracoli
dell'Alte, abbench perdutamente appafTionato per la gloria de' fuoi Tofcani. Oltre l'alazzi, e minori Cafe, Altari, Depollti , Capele, Tempi, Monafterj, Ponti, e Porte
lafci
Romani
da
lui
fatti fcrive
il
Di
tanti Edificj
detto Vafari; e
tutto fece
fempre con tanta diligenza , e con s huon fondamento^ che ninna della fue fabriche mofir mai
un pflo. Ninna Scrittura di Michele fu veduta
in piiblico; con tutto ci fra Scrittori dal
Maffei con ragione annoverato per due nobili
Trattati , che di lui confervanfi in Venezia al
Magiftrato
me
dell'
Acque. Ragiona
reflringerfi potrebbe
e nell'altro
il
il
in
uno
co-
eh" fopra
il
Colmettone
di
Limena,
parla dello flato antico della Brenta, e d'altre belle ed utili cofe.Aflai nobili Ar-
furono anche due fuoi Fratelli CugiMatteo, ePaolo,di cui figliuolo fu Gio;
Girolamo, che da Michele ammaeftrato riufc
nell' una e nell' altra
Architettnra veramente degno difcepolo e nipote di s gran Zio;
della cui morte immatura s gran cordoglio
chitetti
ni,
fcnti
Michele, che grave infermit contraena morte in Verona 1' anno 1559.
done giunfe
beir Opera, eh' egli giammai vedefle,la giudic,,'cos per r Architettura, come per la perfezione degP intagli , quali non fo f faranno
flati
gnaI,non
tificazioni
di pi
Ma
mo
mai
dalla
di
A-
DEGLI ARCHITETTI,
RleJ.
CAPO
VI.
come
dicemmo
fopra
ne* tempi
,
Cefare, che feco nelle guerre il conduceva come inventore e regolatore dell? Machine da guerra; il quale officio, che a' giorni noftri direbbefi ingegnere,
cfercic ancora fotto altri Duci Romani , come fi vede
nvl principio dell'Opera fua. Nel 1. 8. cap.4.
dice , che nel flio albergo ogni giorno , e alla
fua menfa ricevette C. Giulio Figliuolo di
Miifiniflk, che afTieme con Giulio Cefare in
Africa militava; da che fi pu con molta ragione congetturare, che Vitruvio fofie nel Cam-
fe e^li,
di Giulio
quale convien dire , che onorato ftabile ftipendio gli affegnaffe , proteftando Vitruvio
non aver timore alcuno fofse mai per mancarli , onde poter vivere agiatamente. In tale commodo flato ritrovandofi , e veggendofi
il
all'Imperatore da' tanti benefici obligatO,fcriffe i dieci famofi libri d' Architettura, per far
cofa orata ed utile al fudetto Augufto fuo Signore, intento alla cura de" publici e privati Edificj
nel
tempo
della
.
Grande ventura
tai libri
bench
gran danno
pente,
trat-
N O
3i
1'
trattone quel poco, che dire Plinio c!c!!e proporzioni aoneraii f!e' quattro Ordini. In qiiedie intorno all'
fti dieci libri fi ha tiuto ci,
Architettura fi pu defiderare ; poich nel priino Hbro defcriveegli quale efser debba un'Architetto, che cofa fia Architettura, e quali fieno i fiti da elesse! fi per fabricare. Nel fecondo tratta delIe'Fabriche, e de' varj modi e regole di cofiniirle. Infcgna nel terzo le maniere de' fagri
Tempi
po umano," e
dell'
Nel quinto
, Corintio, Dorico, eTofcano.
pone le difpofizioni de' luoghi publici , e primierameate del Foro, indi della Bafilica , dei
Teatro, e di fimili Edificj. Siegue nel fefto a
fpiegare le forme degli Edificj privati. Infegna
nel fettimo la maniera d' adornarli, e di pulirli. L' ottavo poi eCce in tutto da quelle mani
Orologi ; e 1
Soverchio
farebbe il volerfi da me adefso dare altre lodi
alla grande e profonda dottrina, che in quelli
dieci libri fi contiene, a' quali ha refa giuftizia il Mondo tutto, venendo 1' Autore da tutti conofciuto per maeltro degli Architetti. Molti
Aujtori, tra quali alcuni ancora non Veronefi, come Giorgio Merula, il Sabellico,ed altri,
affermano effere lui ftato Veronefe , n ragione alcuna v' per credere diverfamente; pofciach quelli, che Romano lo difsero, da niuna ragione efsere ftati molli , e affatto falfamente aver cosi giudicato , npta il Filandro. Ma
quali! probabilit perfuader pofsano a darlo alla mia Patria, troppo biafimevole ardire farebbe il voler io rintracciare, avendone con la
maggiore erudizione che mai Ci pofsa, trattato diffufamente il Marchcfe Maffei nella fua
immortal' Opera della Verona IlhtHrata , al
Tomo fecpndo , parlando d' efso Vitruvio ; al
qual luogo rimetto il Lettore, Fu di picciola
ftatura, e promulg
libri fuoi elTendo gi
vecchio, come feri ve egli medefimo,e di poca
falute Altifllma ftima ne fu fatta in qiie' tempi, che non mai nel giro di molti fecoli fi
fminu. La prima edizione quella di Fioren-
decimo finalmente
delle
d'
Machine
due Veronefi ,
le
quali
no,
vico
gliuolodcll' elegantiffimo
Francefco pure
V adorn;
il
Dante
tradufse
e d'
Dante,
terzo
fi-
Qiiefto
annotazioni
il
di queft'
Uomo dottiffimo
gnino
una
in
Piftola a
Giacomo Zeglero da
grandiffime iodi alla difefa e critica e dichiarazioni fopra Vitruvio di Rafaello d' Urbino.
Notillimi fono i Comenti di Guglielmo Fi-
landro
gua
fi
e di Daniel Barbaro.
hanno
leverfioni, ed
lare Cefariano, di
In nollra
Comenti
Gio.* Battilla
di
lin-
Ce-
Caporali, e
farebbe defiderabile
nicare al
comenti, e note
,
che
Mondo quanto
fi
rifolveffe di comii'
ha gi
raccolto
un
gran Letterato d" Italia, cio il Marchc^fe Giovanni Polcni, onore dell' Univerfit di Padova, di cui non fo f neffuno oggi viva, che
meglio lavorar poffa una perfetta edizione di
quefto Autore. Dell' altro Vitruvio, pure ottimo Architetto , e probabilmente Veronefe
come altres di quanto in que' tempi fioriffe
l'Architettura in Verona, copiofapi che qualunque altra Citt fuor di Roma d' ornati Edificj, leggafi il Marchefe Maffei. A me pare,
che per 1' Architettura potrebbe di Vitruvio
dirfi con gran ragione ci, che Qiiintiliano di
Cicerone , e del Bembo difse il Dolce per 1*
a'
que
in tal facolt
ha brama
Perloch chiun-
di fegnalarfi,
non
lafci di
Mondo;
s' acquiftarono nel
e per lo contrario da' quelli , che batter vollero diverfa ftrada, ebbe origine, come dice-
immortai gloria
mo,
il
fatale
decadimento.
vedute furo-
CA-
DEGLI ARCHITETTI.
CAPO
VII.
fcritta
di
ma
primi
quale
lo merito, che
Concilio Fiorentino, fu fatto Cardinale dal Pontefice Eugenio IV. Ebbe Leon Battifta altri Fratelli ,
s'
acquift nel
mente
del noftro
Leon
Battifta
ma, non
un
ftudio
to accoppiando, in molte e diverfe Arti e difcipline eccellentiflmo riufc . Nelle Quefliolegni Camaldoknfi di Criftoforo Landino fi
^e, che il gran Lorenzo de' Medici per paifare
ragun
che in Firenze s' affaticavano ( fi come'^llora faceafi quafi in ogni Citt d' Itaaflia ) per far riforgere le Lettere nel vero
Donato
Ficino,
petto loro, come Marfilio
Soaaetti
il
NOTIZIE
34
lofofia, le
Matematiche,
Filologia, la Giu-
la
in
tratta
1'
quattro
della
libri
Filofofia
illuftrata
Statua,
il
fu la Scoltura in
un
ancora inedito,
libro intitolato
ma
Bartoiomeo A-
mannati, che fu
Morale, e particolarmente di ci che s' afpetta a formare un' ottimo e perfetto PrinTrattato di Matematica tradotto da Cocipe
fimo Bartoli, e publicato in Venezia con al-
forf buona cagione, che in proceffo di tempo fi avejfe a fare progrejj tali, quali
fi veggono ejfer fatti ; poich in queflo noflro fecola
Opufcoli, per lo pi morali, del nollro Alberti , f bene 1' Originale Latino non fu mai
flampato. De Jure; altres non mai flampato, ma ftampata la verfione del Bartoli col
tri
De
Caufis
Senatoriis
il
logorum, celebratiffimo
po-
eleganza della
Latina lingua, come per la vivacit de' concetti, a tal (gno, che alcuni ad Efopo lo antepofero. L'Originale Latino non fu ftampato,
ma ftampata la verfione del Bartoli Philos
per
1'
doxios
Comedia Latina
in fua cafa
Dialoghi della
la vita Civile
e Rttflicana
un
Republica
,
e del-
della Fortuna
libro d'
Amore , ove
non
fo f con dottrina, o leggiadria maggiore di quel foavifllmo affetto filofof; e nx^&txo del Remedio d' Amore , ambidue publicati
in edizione affai antica nel 147 1. con quelli tiBapiifix .Alberti Poeta laureati de ornare
liberoptimus.
T altro; Opus praclarumde Amoris remedQ\ fecondo 1* ufo di quel tempo,
toli
Tolomei,
Efa-
metri, e Pentametri Larini, port'ando il Vafari il principio d' una Epiftola amorofa
dell'
Alberti di quefta maniera Ma non perdiamo
.
7ion fi
belliffime
Circa
la
Statue de'
Pittura
fcrif-
glior cofa
fai
pi in
Leon Battifla
Pitture; ma nell' une, e negli altri gli fu tolto il pregio, allorch die fuori Rafaello , e tanti incomparabili Uomini nel fecolo fufTeguente.
Parleremo finalmente
di ci, eh'
il
no-
ra , circa la quale adduremo prima le medefime parole del du Frefne:fOff Battifla Alberti
fu il primo , che tentajfe di ridurre queir Arte alla fua prima purit , e fcacciando la barbarie de*
fecoli Gotici introducejfe in quella
to
il
da
/'
ordine e la pro-
porzione
fi
che
tutti fu
mofcritto,non fi ricava eflre flato Leon Battifta il primo affatto, ma bens de' primi. Ci
fu cagione , che Je fue Fabriche , ancorch degne di grandifTima lode, non arrivafferoa quel
colmo di perfezione , che s' ammira in quelle
ftrada
, che gi la
pi difgombrata ritrovarono. Serv egli come
Architetto , il Pontefice Nicol V. ,Sigifmondo
Pandolfo Malatefta Signor di Rimini , e Lodovico Gonzaga Marchefe di Mantova; e
molto ancora fece per li Signori Rucellai. De*
molti Edific) fuoi , come Tempj magnifici
Palazzi, Capelle, Condotti d'acque. Fonta-
ne,
in
Roma,
in
Rimini, e
in
Mantova, e
DEGLI ARCHITETTI.
cent'anni dopo; come
ij moAndrea in
altres di lui fu
Mantova; ancorch
che
tifia
mento
quella fimltid'me
il
modo di
e diminuire
le
ter ridurre le
ringrandirle .
ammirabili
figure
il
maggior forma., e
D'altre invenzioni, che chiama
di
cofe
piccole in
Leon
Battifta
parla in
una Pi-
3$
Uomo
ma dottrina;
delle Antichit
dargli
cofluiy
cui
il
non
faper
come
Ne qui poflo
grand* Uomo , in
unirono tante mirabili qualit,
tacere, che
il
a propofito di
folo
come
e profeflando
venevole
tacere
s*
parlare.
s
trovo
de*
/>
A^
NOTIZIE
36
CAPO
Vili.
ANDREA PALLADIO.
SI come notiamo
^ Palladio, quale
il
mara/igliofe Tue
cellenti
fi
valore
fa
d'
Andrea
conofcere in tante
Fabnche,e ne
la fua perfona
poich
'1
calla
!:ii
onoratilTlma menzione han
poch;{fimo
e quali nulla ho potuto ri,
cavare. L'Opera del Vifu/i , che molto deve apprcv.rarfi , a giudicio mie per due cofe
manchevole. Una la troppa affezione a' fuoi
Tofcani; l'altra, in cui, come nella prima ,
ei non ha colpa , e che fenza comparazione
importa pii, che molti de pi ammirabili
in quelle facolt , i PfofefTori delle quali egli
le vite defcrivendone illuftr, yilfero dopo la
nieri, che di
fatta
di lui
morte, onde
le vite loro
non poteano
, la qual s' egli avefpotuto fcrivere trenta o quarant' anni dopo , infinitamente pi onorifica alla noftra
Nazione farebbe riufcita . CertifTimo , che
Andrea nacque in Vicenza, ma I" anno in che
nafceffe, da ninno fcrittore per quanto io mi
fe
il
Toma-
Non
non
Andrea
berti
DEGLI ARCHITETTI.
olTrvaiioni, e a rlfcontrare in effe la pratica
di que' precetti , che avea ftudiati negli Auto-
quanto
bella
enei Proemio
catoria,
po
del
primo
libro.
Donon
tali
da ftupirfi
riufciffero a
Le
pi.
tante
fi
Opere
di queft'
Uomo,
efln-
do gi notiffime , e celebratifllme, non hanno bifogno , eh' io con altre notizie, e con
altre lodi cerchi d' illuflrarle.
veggonfi
effe
difegni ne'
D* una
libri
fuoi
parte d'
,
da
lui
s'
che
in
dicendo
che gi fi v:rdevuno ajfaijfime belle Faanche ne' luoghi di minor nome in Italia
Gli ferirti fu^i , che divifi fono in quattro libri, ave.i prima divifi in tre ,
come
fi trae dai Vafari,che non potea dar molte
notizie del Paiiadio, per effere quefti ancora
giovine, quando fece il Vafari di lui menzione. Nel X57C. fegul la prima edizione d'effi libri, che p^i firono
tradotti in Francefe
da Rolando Friart
I Comentarj di Gefare , che molto devono a un' altro Architetto, quale il noiiro Fra Giocondo, che
s dottamente gli emend ed iliuftr, e primo di tutti mife in difegno il ponte fui Rodano, devono a! trt's jjon poco all' induftria
et erudizione dei Palladio. L* edizione di Vepoi
briche
.
nezia del 1575. d' una verfione d'efli Comennome del traduttore, quale fuFrancefco Baldelli, che prima 1' ayea data fuori,
tarj fenza
ma
37
ha
maeftro
Proemio
Triffmo (lato
in
Architettura. Meritevole
d* effer ietto, in cui tratta
dell'
il
detto
Pal-
Armi
militari
parte almeno,
moderne guerre fa-
non
in tutto
ancora per
le
rebbe utiliffima
Per bene apprenderla egli
molt* anni con diligente fiudio fopra gli Scrittori Latini e Greci s' affatic. Fu Andrea a.
matiffimoda
molto
affabi-
da giovine fu ricevuto nell'Academia Fiorentina del difegno. Ebbe due Figlioli, chiamati Leonida, et Orazio, Giovani
le e gentile, e
di cojiumiy ebellijjime
le
paterne
lettere dotati ,
arti
tura morte di
Fu egli ftipendxato
di nominarlo
Republica, come fi trae dalto Scamozzi, che dice effere a lui fucceduto. Il medefimo Autore e" infegna 1* anno della morte del
Palladio, che fegui nel 1580. Scrive il Palladio nel Proemio dell' Architettura, che ne'
fuoi tempi erano anche in Vicenza fua Patria moltiffimi Gentil' Uomini illuftri per eccellente dottrina , e per effere dell* Architettura ftudiofifllmi, alcuni de* quali fono ivi
da lui nominati.
Editori
dalla
CA-
NOTIZIE
Ci
^^'
C A
I X.
VINCENZO SCAMOZZL
L'
nollra idea
non
ci
di
niti
un luogo dell' Opera fua vuole fia necefsaria ad un Architetto, adducendone gli efempj
degli Architetti Greci e Romani, s perch
in
allevato lia nelle Lettere e Scienze, e per poter refiftere alle moke fpefe degli ftudj e de'
viaggi fruttuofi , come per lo mantenimento
del fuo decoro et onore, e per ifchifare quel-
menico; (che fu
Architetto, e che
Uomo
Letterato, e buon
<la'
delle buone
Matematiche
Difcipline, e nel Difegno. Pervenuto a mag-
ma
i lontanijfime
/'
ojjcfvoi'e
non
Regioni la mag-
da
non
ricus di trasferir-
con
la
condizione di limitato tempo egli s* induceva ad accettare. Qiiefto Autore molto raccomanda ne' libri fuoi un' infaticabile ftudio, af-
fermando che
delle Scienze
in
Uomini
la
propriet in ogni force d' Edificjpublici e privati, e come negli Ornamenti alcune allufio
pia
DEGLI ARCHITETTI.
a quella tal forte d* Edificj bene adattare?
Come faperc V origine , i progrefl e i decadimenti dell' Arte fua, onde ricercare , et indi
ni
glierle e prepararle in
me
ben diftinguere
tempo opportuno?
co-
condur 1' acque fottoefopra terra, e far le machine e gli Stromenti ? Come ben fituare gli
Edificj
arti'
che
fi
deon
ne-
fare
39
Vincenzo I Difcorfi , de" quali parla il Roncone , faranno probabilmente le fue Antichit di
.
Roma
; e
che in eflb fi toccano cofe non indagate
finora, n intefe da alcuno. Oltre i Viaggi fatti
da Vincenzo feguendo varie volte Ambafciatori
Veneti e particolarmente nel 1599. Pietro Duo*
do alla Corte dell* Imperatore Rodolfo II. viaggi egli , come ricavo da* libri fuoi , per la Spagna , e per la Francia , e come ora dicemmo , per
la Germania , indi per l' Ungaria , e Polonia , e
il
cese
libro 6. ; ma poi Samuello du Ruy accrebaltre Provincie e Regni oltraque* mari, girangiudic
tal*
edizione
be
aggiungendo le cofe, che
do fino a Coftantinopoli , e diligentemente offerad un A rchitetto neceflarie, fcielte dagli altri livando non folo le moderne Fabriche, e i veftigj
bri dello Scamozzi , e ne fece una magnifica edidelle Antiche, ma ogn*altracofa, che ne*Pae{I
zione in Leida nel 17 13. In quella fono ancora
poffa effere oggetto di ftudiofa curiofit . Fu egli
delineate molte Romane Antichit, dellequali
caro a Gregorio XIII.,aMaffimiliano Arcidune* libri dello Scamozzi Ci fa menzione Ingiuftif^
ca d* Auftria fratello dell* Imperator Rodolfo,
limo e fenza ragione alcuna *l giudicio,che dello
Scamozzi forma ilCambray , il qual dice tener
e ad altri Principi grandi , che molto lo favorilui una m^nieva. un poco fece a y e che /; fuoi Or'
rono, e talvolta l'impiegarono, Comes," impara
vati fono mefchini y e triti y e di cattivo gujlo. Per
da* fuoi libri. D'un Teatro, la di cui Scena formava una Citt illuminata con le Cafe parte di
fottofcriverfi a tal giudicio , converrebbe efler
rilievo, parte dipinte, fatto da lui nel 185.,
privo non dir di perizia e fino gufto, ma del fenpaffando per Vicenza 1* Imperatrice Maria d*
fo comune. Offervinfi le fue Cornici, e tutte i"
Auftria , leggafi il Marzari nella Storia Vicenaltre parti di qualunque Ordine fi voglia.
tina pag. 213 Non avendo figli s* addotto un
Qual maeft,qualma(riccio ne* pi fodiQiial
Giovine della Famiglia Gregorj, come dal fuo
gravit infieme e leggiadria e gentilezza n pi
Teftamento ultimamente ftampato fi manifefta.
delicati
Q.iial bellezza e fempre varia negl*
Intagli
E' un fuo depofito in Vicenza nella Chiefa di
Finalmente quali forme graziofe al
fommo, e regolate in tutti gli Ordini fuoi, S. Lorenzo, che moftra T anno della fua morche con quelli" degli Antichigiuftamentefipofi te, qual fegu nel i6i6.
dice poi
A"
,..
NOTIZIE
C A P O
S
3 ASTIANO
BAftian
nella
Geometria,
Profpettiva, Pittura, ed Architettura fiiBaldaflare Perucci da Siena , Pittore , ed Architetto infigne, dalla fcuola del quale ufcirono
molti chjarifllmi Uomini nella Pittura , ed
Architettura , e; quel Gio.- Battifta Peloro Architetto, Ingegnere, e Cofmografo cos lodato dal Vafari per grand' Artefice di flromenti
Matematici e
lio,
di Fortificazione.
AncoilSer-
come
il
Pota
avendo
Romay
egli
rapprefen-
di Verona ^ di
fpaccati , profili ,
in Venezia,
ove diede fuori parte de' Tuoi libri ; e per il
quarto libro, il quale fu il primo, eh' egli publicafre,tale benevolenza e grazia preflTo Francefco I. Re di Francia s' acquift , che quel
magnanimo Re, grand' amatore delle Scienze
e belle Arti , per promover le quali tanti Itae parti.
liani
X.
di
al
ERLIO.
mrra
effo
Serlio nella
Dedica ai medefimo Re del terzo libro ; donde ricavo , che '1 libro , per il quale fu da
quel Re fi largamente rimunerato , e voluto
al fervigio fuo , altro non poteva eflre , che
'1 quarto, avanti a tutti gli altri publicato, e
un anno prima del terzo, come racconta egli
Nulladimedefimo nel libro di Geometria
di
Re
fervigio
quel
meno f bene ricevuto al
.
non fi trasfer fubito in quel Regno, ma ancora qualche tempo in Italia dimor. Quello perci parmi fi pofla ficuramente aflerire,
perch dedicando
al
Marchefe
del
Vado una
pa
come
da
lui
nel
come
liana,) in Venezia preffo Francefco Marcolini da Folli, quale trovo (offe Uomo infigne,
Intagli celebratiflmo e
chiamato maravigliofo dal Vafari, da' cui pochiflTimo , e fi pu dir nulla , abbiamo del Serbo
Il fudetto Marchefe del VaOojeflendo in Venezia come Luogotenente Generale di Carlo
V. , mole in particolare per g'
DEGLI ARCHITETTI.
V., molto favor et ajut il noftro Serlio, dicendo eflb , che a Cortefia di quel Signore noit
fu di promejfe
n di vane fperaze
di fatnotabile ,
j<?
E'
e di buona fomma di feudi
quanto narra il Serlio in quella PiftoU, nella
quale li mera viglia, come a' tempi fuoi fuflero
ti ,
Uomini
in Italia tanti
devote facolt
cando
bench
mal premiati
mini ingcniofi
Scienze, e
1'
e promofl,
e dice
come
le
poich
fatiche degli
Uo-
che
f le
cofa certa
ajutate
flati
m.m-
do anche altrove,
cio avanti
libro delle
il
An-
tichit
1540.
Con grande
egli fubito
fi
probabilit
Febraro del
pu
fi
dire
in quel
eh'
Regno
Re
Fran-
41
un luogo
Re
fuo
dine delle
efl-
tres le
Antichit di Francia,
Nime,d'Arles, ed
ragiona brevemente
come
quelle di
altre
ma
probabil-
mente avr egli raccolto afTi per fi degna imprefa , o fors* anco quella a buon termine ridotta, ma nulla di ci fu mai, eh' io fappia,
publicato. Ad alcuni pare, che '1 noflro Serlio fia pi nelle regole e ne' precetti accurato
che vago nell'efecuzione ,e che gli Ordini fuoi
ficn pi lodevoli per la finezza dell' Arte, e
per
la
come
troppo
in
uno
de'
pi
biafimarc ; tanto
pi , che s' egli le cofe tutte, le quali perfettamente adorno pofTon rendere un Edificio di
antichi
farla rigor
il
qualunque
Pitture
mente
chitetto, attribuirfi.
Ma ne fa
pi certa prova
fpecie , non adopera ne* fuoi difegnijle va per infegnando ne' fuoi fcritti.Un
grande Autore Francefe,cioilDefgodetznell*
infigne fua
ma,
Opera
Ro-
medefimo Autore
vole
il
Palladio,
s' egli
medefimo non
aveffe
chiaramente manifeflata la cofa qual' , proteftando, che alcune fiate alle antiche ruine a
vea fupplito di proprio ingegno , da ci che
vedea, quali effere doveano altre perdute parti congetturando; la qual fatica j>er egli con
affai maggior laude potea rifparmiare, e maggiore obligo gli
avremmo ,
s'
egli tralafciando
le
non m'
flato poflbile
il
ritrovare.
A-
NOTIZIE
41
t^
.4
_^
CAPO
XI.
VIGNOLA.
II
furono i difegni fatti per Francefco Guic(fu r infigne Storico) allora Governator di BoIogna , che furono poi mandati a
Firenze, e col da* Maeftri eccellenti di tarfia
jni
ciardini
lavorati; tra' quali nominato un Fra Damiano da Bergamo dal Vafari , che f bene la
vita di Giacomo non fcrifle, due volte ne f
menzione, una brevemente nella vita di Marc*.
Antonio Bolognefc, 1' altra pi a lungo in
quella di Taddeo Zucchero. Tratto pofcia il
noftro Giacomo, come gli altri Valent* Uo-
como
tarj fovra
prenf
la
la vita di lui.
Fra
le
Giacomo
ajtre ftimatiffi-
portofl a
Roma
d* inveftigare le Antichit,
dove
il
foftentamento pro-
animo
come affermano
il
non
levava mai l*
Vafari , et il Dan-
ti,
como andavano
egli e
molto
profitto per
foftentamento e
fuoiftudj n ritraeva.
f he dalla Francia
ove flava
Avvenne,
al fervigio del
Re
Fran-
DEGLI ARCHITETTI.
Franrefco I. srr'ivaiTc a Roma Francefco Primaticcio Bologncfe, Pittore ecceJJcntilTimo,
il quale a formare in gran parte le Antichit
di Roma, per portarne pofcia le forme in Francia, e gettarne Statue di Bronzo , che all'antiche s' affomigliaflero, volle effeit: dal Vigno]a ajiitato. In Fi-ancia egli poi ritornando, feco al (ervigio di quel Re condiilTe il Vignola,
il quale ivi con grandifl[ma lode s* adoper e
nel gettare di bronzo le dette Statue, e incofe d' Architettura.
fuperabili
Ma
impedimenti
attraveVfafTero
alla
malfatta u la pi
fu
tal
Fabrica
fece,
come dicemmo
fi
di
Go-
rimafe. Altra
imprefad' incredibil fatica fece allora iJ Vignoqual fu il condurre il Canale del Navilio,
,
prima lontano per tre miglia ,fin dentroa Bologna, della qual" Opera dice il Vafari, tio fu
la
legganfi
meraviglie
le
malto giudicioft
ha
et
da
fiie
Uomini
lontane parti
Quanto
be-
ma
fi
fui
II.
Del
per inrzzo di Berardino Mai tirabuon Poeta Italiano, e gran Matematico di que' tempi, di molti fuoi iodatif-
Filippo
no, che
tate dal
altro
utile, n la ingliore
ritorno a Roma , d' effere ftato in fua vecchiezza chiamato al fcrvigio del Re di Spagna
dimeno
4?
Danti,
il
medefimo Danti
cos fcri-
Mori d'anni
Degno
figlio di lui fu
lucid
nefe, e
siziano
ord-
ORDINE TOSCANO
DEL
C H E L
A N M
CAPO
3 Ofciach
te
dovendo
legno, viene a lafciarci affatto all' ofcuro,coefTer debbano, allorch di pietra fi voglia-*
Jio formare. Quindi nato, che quelle reliquie delle R.omane Fabriche, le quali ci fon
rimafie forf di queft Ordine, da pochi fono
fiate a quell' Ordine attribuite, e da molti per
Tofcane rifiutate, e per elTcrc alquanto alle
Doriche fimili, con le Doriche confufe
E
che ci fia vero.l' Arena di Verona, il Teatro di Pola , la Mole d' Adriano, 1' Anfiteatro
me
di
Nimes,
e moJcilTime
che dal Palladio, dal Serlio, e dallo Scamoz fono (late ottimamente a mio giudicio ricevute per Tofcane, da quelle prendendo parie delle fagome, che ne' libri loro fi veggono,
la dove da molti altri si Francefi , come Italiani, non furono tali giudicate. Il Vignola
afferma di non averne fra
le
Antichit di
Ro-
ma
Mole
non aver
Adriano
egli
creduto
la
fopradetta
efler
XII.
Ordini foJamentc
lime volte meflb in ufo, per lo pi 1' ha mefcolato col Dorico, ponendo pi volte fotto
Colonne Dorjche la Bafe Tofcana, ed altre
volte fotto Capitelli Dorici Colonne di proporzion Tofcana. Credo per eh* egli dall' opinione preoccupato, che ne' fuoi tempi era
comune, qualora del Tofca no ha dovuto fervirfi, tutto formato 1' abbia di fua invenzio'
ne, n a quel Sopraornato, che nell* Arena
Veronefe Uato dall' ammirabile Marchefc
MafFei ora con tanta fua gloria difcoperto, n
ad alcuno degli altri ponendo mente, che in
Italia e ancora fuori di effa fparfi ne reftarono. Ma qui mia intenzione folo il riferire e
con difegni moftrare, come il Sanmicheli nell*
Opere uie (gi che ferirti fuoi non fi ritrovano) egli altri Autori, che fono per efporre
abbian formati li cinque Ordini ne' libri loro,
e non gi delle antiche Fabriche ragionare ,
che fuori farebbe dell' imprefa nofira, e che
giada' molti con accuratezza ed erudizione maggiore di qello, eh' io far potefl , efeguito fi
vede. Dico adunque, che il Sanmicheli doven-
do
Piedeftalli,
uno dall'
Moduli ho
la diverfit dell'
due
delle
di quelli
Colonne
in
altro confufione-
fondo, del
Di
Diametro
qual Diametro fi
fatto
il
volti,
membro
a leu-
TIV
...
ORDINE TOSCANO.
ne,
cos a qiiefl'
Ordire convcpencicfi
quattro diametri e
luce della Porta , e
un
qu;;(l
teizo
Alta
far
Ja
un fefo far
un fedo meno
gno
foflcro gli
lrvendo
Architravi di quelV
Ordine
per Edificj rurali , e per elXi paffar dovendo Carri , Aratri, ed altri Ordigni
eflTi
Se per di pietra
aventura gli Architravi , eccedere
non dovranno tre diametri; ma di quello pi
diffufamente parleremo nel Gap. XVIII. , doneceirirj all' ufo di Villa
fieno per
D
E
F
fi
b
e
(
fg
h
r
k
/
Dado
Capitello.
un
Bafe.
in
Fregro
Architrave,
fi
re, e rerteranno
quert'
Liftello,
Piedeftallo.
fcia, e
r Olio.
Orlo.
Scima.
quinto
di
Corona
Cimacio del Fregio.
Orlo o Cimacio dell" Architrave
Fafcie.
Aftragsli
Collarino.
A dragali.
Cimbia.
Toro
ta parte del
Plinto.
In vece
Qiiefte fono le
fudetto Fufto
proporzioni, che dell' Opere Tofcane del Sanmicheli ho io con la maggiore accuratezza ,
to, avanti che foffero Piedeftalli, quali muriper j facendofi Aichi , fi devono divide-
Ora con
che m' ftata poftTibile , rilevate
maggior brevit , come abbiamo promefTo ,
queft* Ordine medefimo fecondo la mente prima di Vitruvio, poi degli altri cinque Autori
pafTeremo a confider re.
cioli
Ordine
ord
^8
'
TOSCANO
N E
non furono Tofcane giudicate , onde queOa maniera di Capitelli all' Ordine Doadattata , come qui apprcffo fi morico fu
CAPO
XIII.
Potrebbe alcmio in altra guifa queluogo interpretare, e dire, come vuol Filandro, che Vitruvio deli* Aflragalo intende, che
va fotto il Collarino, il quale, abench negli
altri Ordini fempre fia parte del Furto, e non
del Capitello, come fimilmente veduto abbia-
ftrer
fto
BEnch
r Ordine Tofcano, noi per pernon alterare il metodo propofto, e a tutti gli Autoquali fiamo ora
ri comune , gli Ordini de'
primo luoqueflo
per unire, e compilare, a
ha fcritn'
egli
go lo riporteremo, e quanto
mo
na
la
Cimbia,
quale in
la
(juefl;'
non aver
tal'
fenza Cimacio ;
o fia Bottaccio;
feconda all'Ovolo,
tln. rcr^i^ (fono parole di Vi-
truvio^
(')
Collarino
/'
con
fchictto
elTcre
ia
Aira;ialOy e
Afdh;
/'
il
La
altri.
me
ragione a
folamente (otto il
Bottaccio , detto non avrebbe ft dia la ferz^.
al Collarino con V AJlragoh, e l Anello; ma pi
difegnati
come
non
fareb-
, che
Antonina ,
offervafTe
,
ricevute
cos
fegnato quello di Vitruvio. Ma agi' infegnamenti di Vitruvio ritornando, vuole egli , che
fopra le Colonne ponganfi gli Architravi di
legno, fatti di travi incatenate alTieme . dimoftrando ancora la maniera d'incatenar qucfie
travi , che a motivo di brevit tralafcio di riferire. D' effe travi infegna poi qual debba
e fiere la ^ruifczza , eh' esua 'oliera la S'ofezza
Ordi-
parte della Colonna Il Plinto vuole fia fiuto a fefta, cio non quadrato come tutti gli
altri, ma rotondojfe bene il Serlio fi dilig'^nte oflervatore delle antiche Fabrithe, aiTerma
Aliaco
da tutti
appunto fon
s'
Colonne Trajana
per Tofcane fono
Capitelli delle
le quali
aff^'gia
que, dopo avere degli altri tre Ordini da' Greci inventati ragionato, che la Bafc , alta mezzo diametro, avr tre membra: il Plinto, il
ne
per in quefl'
Toro,
effer la
della
Colonna
in
Cima, ma
nulla ftabilifcedel*
moduli alte
Opera
effcr
devono
dove faranno
('')
tanti
pofle
richieder
Poi
(e)
Colonna
mente.
Ma
fi
fufscro altres
la
ponenti un'intiera Cornice, f fopra vuol Vitruvio, fenza altro interporvi , fia il Timpano collocato Tralafcia egli parimente di pref.
adornamenti
ond' io
non
L.
4.
7.
()
L.
j.
C.
7.
Anello
ove fono
tali
um
Dal non
Capitelli
Afifag/io
&
tratt,
come
6f Apopfiygt
<]ui a magnitudine cptris pofiulabantur
y
Ut
hiJ'-m.
fupra parietfs
Ornantqtie fgnir fifilibut iii,iuraiii e/trum Fafigia Tufonico more
,
Ordine
'
,,,
ORDINE TOSCANO.
CAPO
ORano
XIV
di
damenti
del loro
E veramente non
f lo
modo
difco-
che
formanandarono
do
ne
folo in quefto
ma
negli
queft'
Ordine
ci
propone; ond'
io quella n'
ho
prefa
cheli veduto
CAPO
XV.
ECco
ti
do
pofciach eften-
Cimacia quella parte,che dalle acque difende il corpo de Piedeftalli , cos aver deve la
fua Corona e Gociolatojo , come hanno le Cornici, onde tutto l'Edificio riman difefo. La Bafe
alta mezzo diametro non comprendendovi egli
la Cimbia ;et ha di fporto un ferto di diametro
per parte. Due fono le fue membra; Plinto, e
Toro. Il Tronco della Colonna con le Cimbie, e
la
membra; due
Fafcie,
un
Liftello, e 1 Orlo.
Il
2E
-^
^Vo
ORDINE TOSCANO.
52
dulo divifo
vola Vili.
Serl'to
C A P O XV
diciotto parfi
come
Ta-
nella
I.
Molto
Bafamento
Dado, e Cimacela , ma
tutto qua-
Da-
la Colonna da piedi.
Architrave , che molto fodo , 1'
altezza mezzo diametro, e due fono le membra: una Fafeia, e 1' Orlo. Eguale 1' altezza del Fregio , un quarto di cui far la Fafeia
Dell'
che ferve diCimacio. La Cornice , alta parimente mezzo diametro, ha tre membra: una
Fafeia, la Corona, et un Bottaccio, che ferve
per Scima L' Architrave, Fregio , e Cornice
fono la met della Colonna. Dividefi turta 1'
altezza in parti diecinove , e due diciottefimi
e mezzo, e d' una di quefte fi former il Mo"
.
CAPO
XVII.
SI
protefta
tichit di
il
Roma
all' altre
diametro con la Cimbia. l Fufto della Colonna far fei diametri , e fi fminuir poco meno d' un quinto di diametro. Alto quanto la
Bafe far il Capitello, che avr cinque membra il Collarino, un Liftello, l'Ovolo,
Abaco, e 1 Orlo.L' Abaco far largo un diame1
tro ed
un
fefto; e pi
mezzo duodecimo di
dia-
metro
metro
ORDINE TOSCANO.
54
CAPO
XVIII.
Cinque
del Pilaflro
los
fimo pi
efT Archi
I Memfono larghi un terzo, e un declino di
diametro , e gli Archivolti un poco meno
Dall' altezza de' Membtetti quella fi prender delle Impelle, che fporgeranno poco pi d'
un quarto di diametro. Ne propone egli due
la
apella Arcojiylos cio una didanza libera a piacimento; e quella pi, che qualunqu' altra,
, com' egli ancora avverte, all' Ordine Tofcano convenevole, nel quale facendofi (come
abbiam gi detto) gli Architravi di legno, potranno elfi anco in maggior diftanza porti reg-
fempre
maggiore,
cos
tali
ma
bens par-
Paleftra
tempi fovcrchio farebbe il ragionare Dal Palladio per cominciando, eg;li vuole la luce d'effi Archi alta fette diametri , e due terzi , ma circa la larghezza, io tengo per certo, che nella prima edizione del Francefchi cadeffe errore, dalla qua.
le
fi
Notanfi
in
medefime
quelle tavole
fci
Caram-
tavole fervirono.
diametri, e cin-
la terza
di
bretti
fagome,le quali hanno fette membra per ciafcheduna Nella prima fono una Fafcia , una Gola roverfcia , un Liflello, la Corona , una Gufcia, unLillelIo, e l'Orlo; e nella feconda una
Fafcia , una Gufcia, un Liflello , una Gola
diritt-^ , un Liflello, una Gola roverfcia , e l'Or.
lo.
Veniamo
Autore
la
minore
il
altezza
Membretto certamenImporta
, onde un'
to di diametro.
ve
no,
55
o, un LiftelIjUiu GMa diritta, un Liftel- ^lattro dianwtri fieno gli Archi.
Altre Im poJo, la Corona, un'altro Liftello, e V Orlo.
rte non fa che quadre
fenza membra .
, e
Ha d fporto un fedo di diametro, et alta FmaJmente il Vignola fa le Impofte con tre
nove ventefimi.Gli Archivolti fono larghi am-' fole membra: un Liftello, la Corona
1'
, e
bidue, il miggiore qiiafi mezzo diametro, e il
Orlo. Alte le vuole quanto! Membretti , cio
minore un terzo, et un decimo, avendo ammezzo diametro ; ma negli Archi fenza Piebdue le ftefTe membra, che fono quattro.- due
deftallo fa cos li Membretti, come le
ImpoFafcie, un Liftello, e T Orlo. Altri due Aufte , che fono fchiette, alte folo un
quarto di
tori ci reftano a vedere: il Serlio, e '1 Vignodiametro Non ho parlato d' intagli
che a
,
la
Il primo fa li vani degli Archi di due larqueft' Ordine, il quale eflr develifcio e fchiec.
ghcMC,
Pilaftri la
nxet
della
larghezza d'
membri
efli
noteremo diftintamente.
intagli
ORDINE DORICO
DEL
A N M
C H E L
CAPO
XIX.
ro poi
lamcnteanTaitcmpodopo lui il PeJoponnefo occupato fu da que' popoli, i quali ufciti da' Regioni della Teffaglia come fi legge in Erodoto nel
,
i-einStrabone nel 8., prima di fermare in Peloponnefb l'abitazione e *1 Regno loro, qua e la
peregrinarono, ora altri cacciando, et ora da al-
le
quentemente il noftro Autore fi fervi , che veramentel'ha con grande feliritadoperato. Negare non fi pu , che per Porte di Citt ,. Cortili , e
Loggiee fimili cofe non fia di tutti gli altri il pi
adattato e '1 migliore , eflendo robufto alfieme ed
ornato, pieno di grazia e di maeft in tutte le fue
parti , ma nel Fregio particolarmente, dal quale
molta vaghezza alle Fabriche deriva , con diletto
tri vinti
e cacciati,
come oltre
licitato libro d*
Leggi , e da
Tiicidide in un* altro luogo del l. libro , ove
fcrivefoIo6o anni dopo la rovina diTroja ave9. delle
vio
(")
lo attribuifce a
grande) e m creder quel Doro Re del Peloponnefo,cch ivi alzato egli aveffe quel Tempio,
onde fecondo lui ebbe il nomel'Odine Dorico,
qual giudico foffe di qitel Tempio pm antico affai In fatti antich.ffimi effere fiati 1 Popoli
,
che Dorici o Doriefi nomati furono da Doro figliolo d' Elleno, ricavo da Tucidide,
il quale dice
genti condotte da Elleno e da' fuoi
Figlioli {i chiamarono foli Elleni , cio Greci , e
che non tutti i Greci con un cognome folo chiamati furono da Omero , ma i foli difcendenti di
coflorojche vennero di Ptiotide con Achille;
nel
che
I. ,
le
d" elfo
Doro
e de'
Doro
figliol d'
lui
veniva ad effere ftatoReloro molto tempo avanti , cio mentr'erano ancora in Teffaglia , ponendofi da Erodoto quel Regno di Doro in
fecoii avanti
ivi
vefse il
re a
nome, e r
me
origine. Che che fia di ci, paquafi certo, che s'inventafse il Dori-
co (qualunque fufsc
numenti,
fi
(a)
P'tma iS
(jl)
DeueaUomt fiUam
Dofitafjl nata-, namque Achaja^ V<opontt.foque tota Dorur HtlUnii > <& OptUot
NHpi> Filius regnavit i ifque Ar^ir vetnfto CivitaifJ unonis lemplum adificvil ejutj,emr$i &(. I. 4. e, 1.
(b) Hoc in loco. . . fwnmum judium futi circa Arcbteffor,
{e) Sibique fuptrfiitis a f vocilo! reiquh lib. %,
/iHtiquitut
HilUmm
fuijfe lib,
g.
m'^i'
III I IIIIIIIIIIIII I1 II
iiiii
ii
ii!iiii i iiiffiiiiiiiiiii
iiiii
iiii <iiiiiiiiiiiiiiii
nnm
i
ii
m nin
iiiii i iiiiiiiiii
n'
^^^^TTT^
Twwi^^"inp
Tw^*^^
4n'Mi^''v*
"|wr
ORDINE DORICO.
5S
pare di Tori
nelle
fagre F.:briche h.icongrandifllmogiudiciofchifate tali fcon vene voi ezze fenza togliere alcuna
delle grazieal
la
parte
luogo ad
larga far
la
Un
Architrave, Fr/^gio, e Cornice. Dalla lunghezza della Cornice dee trarfi regola per lo Frontifpizio ; impcrcioch fatte d* effa lunghezza
quattro parti e mezza , da una di quelle par-
Le A letCi former
o Membretti faranno trequarti di diametro,
onde verranno a riufcire a bafianza mallccie. I
Pilaftri faranno larghi mezza la luce degli Archi, e leColoone un quinto d* efla luce. Qiii
parlerei delle Impofte, f pi opportuno luogo
per trattarne non credeflTi il C. 26.dovequantod'
efle fi legger potr con la Tavola rifcontrarfi
Ma ad ima ad una le parti di quefi' Ordine fecondo il Sanmicheli poniamoci ad efaminare. Il
Piedcflello ha tre parti
Ba fa mento, Dado,
eCimacia. Il Bafamentofar mezzo diametro,
con cinque membra; un Zoccolo, due Lifielli,
una Gola diritta , et una Gufcia e far il
fuo fporto poco pid* un fello di diametro Intagliare fi potrei Bono la Gola e la Gufcia; e
cos andremo di mano in mano accennandole
membra , che fi pofTono intagliare, non inten
dendomi per, che intagliar fi debbano tutte le
membra da me fuggerite,ma il giudiziofo Architetto, ora l'uiia andr fcegliendo, ora 1' altra, o a piacer fuo, odovendofi uniformare alla
minore o maggiore richezza dell' opera , che s*
ti
te
fuo Cimacio ha d'altezza tre duodecimi e mezJ50 di diametro; ed ha fette membra ; due Fafcie, un Lillcllo, e 1' Orlo, una Gufcia , un
Liftello, ed un Tondino. Il Fregio alto tre
ottavi di diametro, e alta poco meno far la
Cornice. Il fuo fporto due noni e mezzo di
diametro ; et undici fon le membra: cinque Liflelli, unaFafcia, un'Ovolo, due Fafcie da un
Liflellodivife , che fervono per Corona , la Gola
diritta , e l' Orlo La Cimacia del Piedeftallo far minore alquanto del Bafamcnto, ed avr cinque membra: una Gufcia , un Liftello, la Corona, una Gola roverfcia , e l'Orlo. Lo fporto
far duenonie mezzo di diametro. Ancora nella Cimacia intagliare fi potranno, come nel Bafamento, la Gufcia, e la Gola. Gli Antichi a
queft' Ordine non dieder Bafe, comeda' Monumenti ficonofce,iIche grato all'occhio non
nufcendo,fupp!irono buoni Moderni con la
Bafe detta da Vitruvio Attica , o Atticurga Alta quefta mezzo diametro, con fei membra: il
Plinto, il Toro, un Liftello, un Cavetto, un*
e
altro Liftello, '1 Baftone o Tofo fuperiore.
Avr di fporto poco pi di due duodecimi e
mezzo; e fi potranno intagliare il Toro, il Cavetto , e '1 Baftone. Il Tronco della Colonna
avr d'altezza, comprefi gli Aftragalie laCimbia , fette diametri ; ma perch deve adornarfi
e non cos nudo e lifcio rimanere , come nel Tofcanojs'adoprinoper adornarlo le fcanalaturc,
.
L'
:^
Vaj
3i
7^
iiHiiiiiniiiiinriiiiiri
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimniiiiimiiiii
iniiiiiiiiimiiiiiniiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiin!
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In'llllMMllTili
Cfii
r,^'
1'
O R D
6o
N E
come da
nelle
men
nobili
meno
incavati e di
numero
minore. Li Pianuzzi, che fono tra canali, farannoo poco pi tl terzo d'elfi canali, o non
mai minori della quarta parte. Diverfe maniere
di quelli canali veggono negli Edificj antichi , e ne' moderni ancora ; /mpercioch parte
per tutta la lunghezza della Colonna, e parte
fon cavati per due terzi fola men te , reflando
la terza
come
dentro fufTe un ballone; il che oltre il difendere li pianuzzi, che fcantonati non fieno e
guaiti, apporta alle Colonne un grandilfimo
adornamento. Qiianto ora abbiam detto, fervira per general regola di tutti gli altri Ordini
ancora, e pafTeremo intanto ad offervare il Capitello, Architrave, Fregio, e Cornice. Otto
fono le membra del Capitello, alto mezzo diametro: il Collarino ( dove fogliono intagliarfi
quattro rofe, le quali fervono ordinariamente
per dillinguere quell'Ordine dal Tofcano, ptendo di leggieri avvenire, che per la troppa
DO K
C O.
fomiglianza
nelli, un'
uno con
Ovolo,
I*
Di
fcia, e l'Orlo
qucfle
membra
fi
poflono
Gola rovcrfcia La
intagliare
maggior larghezza dell' Abaco, con lo fporto
del io Cimacio , o dir vogliamo dell' Orlo,
un diametro ed un quarto. Mezzo diametro
forma l'altezza dell'Architrave, e tre fono le
membra: due Fafcie e l'Orlo, ajtnmente dctto Tenia, futto il quale a diritto de' Triglifi
facciali un regoletto tanto lungo, quanto lar1'
ghi fono
lequali
Ovolo,
Triglifi
mettono
fi
la
Qiielte goccie
da molti fono chiodi nominate, e particolarmenteutili fono per gli Architravi , quali per
quelle goccie (la dove per altro apparirebbono
un poco nudi) rimangono convenevt Imente
adornati
Tre quarti di diametro formeranno
l'altezza del Fregio, ne/ quale fi devono Trii
glifi
e le
Metopc
;;1-
non
s'
canali di
a* Triglifi
faranno
s'
le
Metope
intagliano
, cio que'
fpacofe alla Fabrica,
come
gi
quello Capitolo. Saranno fempre alte quanroil Fregio, ed altrettunto larghe, dovendo fempre da chi errar non
vuole farfi quadrate. Una difficolt ne rimane, quale , che nelle cantonate , dovcnd( fi
far Loggie con Colonnati femplici, nelle quali femprcunaMetopa,enon un Triglifo, por
fi dee, qualora della folita fua grandezza facciafi
quella Mete pa ,o mezza di qua e mezza di l,
non fi potrcbbono pi allora Colonne fottoporre,o pi fovra la mezzaria delf ultima Colonna
l'ultimo Triglifo perpendicolare non rellerebfi
he.
Tal difordine
Metopa
come
infe-
fola-
rivare) quali
Semimetope,
f fieno,
mente a' Pilaftri quadrati , che non fminuifcano, fi deono fovra porre ; ma quando por fi
deb-
(a)
A-
rovc-r-
4.
Gap.
3.
ORDINE DORICO.
62
debbano fovra Colonne, che fminuifcano, allora Tempre la lor grandezza al fovradetto fpazio, eh' dal Triglifo al vivo della
Colonna,
dodici
membra .-una
Gufcia , un Liftello , un' Ovolo, un' altro Libello, una Fafcia, (nella quale al diritto fopra i Triglifi fportano i Menfoloni , che propri fon di quell' Ordine, e follengono ilGocciolatojo^ una Gola roverfcia, unLiftello,la
Corona
Liftello, la
Corona ; il che non folamenacque , e daJle nevi le Fabriche , ma le rende ancora pi adorne e graziofe , e fa parer maggiori le Cornici ; dove al
contrario quando le Cornici poco fportano ,
mozza e con poco garbo l'Opera rimarr. Lo
fparto un diametro e due noni; e fi poflbno
fono a foftener
la
re difende dall'
incagliare
camente
di
gliare
i\
ta.
fommit
propofto di neffuna tralafciare di quelle cofe, che da faperfi fono pi neceflrie a chiunque vorr con lode quella bellilTima Profeflone efercitare , ora un penfieroin mente mi cadde, che non avendo ne' Capitoli generali della
diminuzione delle Colonne favellato, fi potreb
be da taluno ragionevolmente giudicar manchevole quell'Operetta, come priva d'una parte, fenza la quale Ilare non pu la buona Ar^
chiterturaj impercioch qual bellezza, e qual
grazia aver potrebbono le Colonne , che con
bella regolata diminuzione dall' Architetto non
fi formaflero? Non iftimo dunque efleie potr
difcaro a' Lettori , fi come non inutile certamente, eh' io qui ne tratti, e parli delle due maniere, con le quali elTadimunuzione e dal Sanmicheli, e da tutti gli altri nollri Autori, an
Colonna, dove
fotto la
Cimbia
1'
nella
della
far fegnato
la
il
la
date. Efpolla quella dottrina, che pietermetterfi non dovca, per la quale pi opportuno
ORDINE
64
CAPO
XX.
Molto
libri
loro,
come pure
n'
ho
ha
tralafciati
efT
altezza
del
Tronco
della
Colonna
fei
Colonne
fi
C O.
zione s'adeguer, l CapclJo far mezzo diametro, e avr le membra medefime, che abbiamo nel Sanmicheli vedute ; ma lo fporto
egli non vuole fia pi , eh' un ottavo di diametro; quale fporto dal Barbaro fcarfo e manchevole, e invero non fenza ragione, fu gidicato. Si potranno inragliare il Bottaccio e la
Gola roverfcia. L' Architrave, alto mezzo diametro , avr due membra
una Fafcia , e 1'
Orlo, e pofcia le fue Goccie e '1 Regolctto.
Il Fregio far eguale al defcritto nel Sanmicheli ; ma tre noni e mezzo di diametro alta
far la Cornice, con fette membra: una Gola roverfcia , un Lillello ,
la Corona , una
Gola roverfcia, un' altro Lillello , la Gola
1' Orlo
diritta , e
Tre ottavi di diametro
formino lo fporto della Corona ; e fra quelle
membra fi pofTono intagliare le Gole. L' Architrave, Fregio, e Cornice poco faran minori della quarta parte della Colonna
Tutta 1'
altezza fi divider in parti diecifette, e due noni
d una di quelle fi formei il Modulo divifo
in parti dieciotto, come nella Tavola XIII-
'
Ordine Perico
dell' Alberti
CAPO
Piede-
diametri, e nella fommitla fefta parte della grolTczza da pie dovr fminuire. In'
torno a quelle diminuzioni ci lafcia Vitruvio
un bellifljmo ricordo, il quale fempredovrebbefi porre in ufo. Dice che fecondo 1' altezza
far
P.
tralafciata la dichiara-
DO
QUeft*
XXI.
fecondo, far
za del Capitello , che fa di tre quarti , ragionevolmente dal Cataneo prima biafimato,
fi
preferi ve
D'
menibra
il
un
Lillello
tre
quarti
di
Gola
la
diritta
1'
Orlo
Di
fporto di qiie/le membra , tra le quali fi poff )no intagliare l'Ovolo, e jieGole. L' Architrave, Fregio, e Cornice poco eccedono la quarta
partedel Tronco della Colonna. Tutta 1' altezza fi divider in parti diecinove e cinque felli , e
d'una
di quelle
fi
former
il
Modulo
divifoin
Tavola XI II.
Ordine
j
'
1
^
ORDINE DORICO.
CAPO
di quefte
fi
dieciotto,
former
come
il
Modulo
diviro in parti
Tovola XIV.
nella
XXII.
Ordine Dorico dello Scamozv
L*Ordne
Dorico
di queft'
Autorein mol-
te parti a quello di Vitruvio, e del Sanmicheli conforme, onde per non replicare le
dette cofe non molto ora s* eftenderemo. Il
fi
iedcftallo egli fa di tre parti, Bacamento,
Dado, eCimacia.Due terzi di diametro vuole il Bafamento,che avr cinque membra; un
Zocco, una Gola diritta , dueLifteDi, et una
Gufcia. Lo fporto poco pi d'unquartodi
diametro; e intagliare fi potrano la Gola, e
Il Dado alto un diametro ed un
la Gufcia
terzo ; e la Cimacia , che poco pi d' un
terzo di diametro, ha cinque membra: una Gufcia, unLiftello, un'Ovolo, la Corona, e 1*
.
mente
Plinto all'Orlo della Cimaeia del Piedeftallo; cofa con grandiflmo giudizio penfata , e di molto ornamento infieme
attaccafi
il
ed
utilit al Piedeftallo
ma
, il
fi
ma parte della
})arti
i diftingue,che nel Collarinooltre le Rofe riceve quattro altri fiori parimentedi baffo rilievo. Il fuo fporto poco pi d' un quinto di
diametro. Dell'Architrave e del Fregio , che
a* gi deferirti faranno fomiglianti , altro non
parleremo. Il Capitello de' Triglifi far alto
la nona parte del Fregio , cio la duodecima
d'un diametro. Mezzo diametro ed un duodecimo fanno l'altezza della Cornice, che ha
otto membra runa Gufcia, unLiftello, un'Ovolo, la Corona, una Gola roverfcia, un' altro Liftello, la Gola diritta , e l'Orlo. Il fuo
fporto far dell'altezza maggiore, effendo tre
quarti di diametro , comprendendovifi per il
picciolo fporto del Capitello de' Triglifi. Le
membra, che dar fi poffono agi' intagli, fono
l'Ovolo e le due Gole. Il Piedeftallo alto
quafi la quinta parte del Tronco della Colonna; el' Architrave, Fregio, o Cornice quafi
la quarta parte di tutta la Colonna. Tutta 1*
altezza
fi
e d* una
CAPO
PArimente
XXIII.
ri
molto
l'
alli
Due dia-
La Bafe
l'Attica. Ventifei canaFufto della Colonna, che far fette diametri e mezzo , fminuendofi un quinto di diametro nella fommit; e *1 Pianuzzo
intagliarfi.
li
adorneranno
tra
li
il
Tre ma-
parti
il
lo ,la
la
l'
cinque fefti di diametro; e intagliarli potrebbero le Gole roverfcie , la Gufcia , e I' Ovolo Il
di
Piedeftallo alto
una
CoArchitrave ,Fregio, e
T.XV
ORDINE DORICO.
68
CAPO
XXIV.
ANcora queft'Ordine
pi che da qualun,
qu' yltrode'noftri Autori, fodoe fchietto ferir ofidal Serlio, il quale fempre maiaJIa
gravit pi attefe e aj decoro, che aJla vaghezza e agli ornamenti. Il PiedeftalJo far formato di tre parti rBafamento, Dado, e Cimacia.
Del Bafamento far 1' altezza la quinta parte
del Dado, cio poco pi di cinque duodecimi
di diametro , e non gi un terzo , come mifura le Blond ,e quattro faran le membra ; un
Zocco, un Baftone, un Tondino, ed unLiftellojtra le quali fi potranno intagliare il Baftone , e '1 Tondino
L' altezza del Dado in
quello modo fi ritrover
Fiflata la fua lar.
ghezza a piombo del Plinto della Bafe, fi formi un quadrato; indi tirata in quefto quadrato la diagonale, la lunghezza di quefta far V
appunto d' elfo Dado, la qual proporzione dall' Autore chiamata diagonea. L* altezza della Cimacia pareggier quella del Bafamento fecondo il vero tefto del Serlio, n deve effer minore, come nota le Blond Q^iattro
fon le membra d'ella Cimacia, enon cinque,
come fono dal fudetto Francefe difegnate; un
altezzi
fporto,
ma
altezza,
come abbiamo
pu congetturare
fi
bray , n le Blond Il Tronco della Colonna far fei diametri, adornato da venti canali. Il Ca.
pitello in ci folo far da Vitruvio diflbmigliante , che potr , come ftima il Serlio , la fua projet-
turaarrivarealperpendicoIodelPlintodella Bafe , nella qual cofa verameute ( fia detto con buona pace) parmi alquanto il Serlio eccedefle , n
faprei configliare alcuno ad imitarlo , f bene
afferma egli aver ci nelle antich' Opere offervato.Diffeapertamente l'Autore che corrot-
to fofpettava
tefto di Vitruvio
il
effa projetiura
una maggiore a
fuo modo ne difegn ; il che far doveafi dal Cambray volendo egli il Dorico del Serlio rapprefentarci
jettura fecondo
Serlio error
fi
il
pretefe.
Ma
torniamo in
via.
L'
fette
la
Liflello, la
Tutta
l'altezza
fi
quelle far
ciotto,
come
il
un diciottefimo, e una
Modulo, divifo in parti die-
nella
Tavola
XV.
CAPO
MOko
XXV.
Ordine Dorico
e(rere,cos da quelli
Il
Capitello
le
Gole
II
la
l'
l'
quarta parte
altezza in parti
venticinque, cd'una di quefte fi former il Modulo divifo in parti dieciotto , come nella Tavola
XV.
Degl'
ORDINE DORICO.
70
DegV
, Archi , ed Impofle
Ordine Dorico
CAPO
COnfderato
ticolare
flelli,
la
XXVI.
fcia
cos di-
/e
XIX.,
Triglifi
la
Corona, un
Liftello,
una Gufcia, e
1'
diametro; e fra
Gufcia s' intaglie-
il
feconda: un
Collarino, una Go-
tre ottavi di
le dette
Littello
un Tondino,
e l'Orlo
Gufcia, e l'Orlo; fra quali per gl'intaglj s' adopreranno 1 Ovolo, la Gola , e la Gufcia Ma
dovendofi fare Archi fecondo il Palladio , la luce d'elfi Archi far minore di due larghezze
quanto far lunga la Menfola o Serraglia dell'
Arco- 1 Membretti faranno poco pi di cinque
duodecimi di diametro, e 1' Archivolto poco
minore del Membretto. Due forti d' Impofte
propone il Palladio, alte poco meno di cinque
.
delle quali
Tondino,
potrebbero in-
fi
ftintamente
La prima ha otto membra ; due Liun'Ovolo, un'altro Liftello, una Godiritta, un'altro Liftello, una Gola rover-
ottavi.
Intercolonnj
dell'
Io
il
le
fi
poflbno per g' intagli le due Gole, e'*! Tondino. Paflando allo Sca mozzi la luce degli
Archi avr di larghezza cinque diametri , ed
un quarto, ed in altezza caler di due quridri
:
quafi
un
terzo
di.unttro
di
uodecimi
alta quafi
mezzo
cinque
fefti
La
Alette
e le
ferra-
fette
lo.
minore
o maggiore
Piedeftallo
1'
altezza
in cui tolto
'
Opere rimarranno
Ed
il
Qiiefta per
Autori anco-
eccoci
ORDL
ORDINE IONICO
DEL
SANMICHELI
CAPO
XXVII.
del
delicato, e
non
meo
gentile e pi
per privo di quella gravit,
che per npp.igare i'intel/etto richiedefi , inventori fulTerogl' Ionici dell'Attica, o gli altri Ionici, che paflarono nell' Afia minore in quel
paefe,di cui pu veder/ila defcrizione inStra-
bone
poich l'opinion
Achcja uno fu de' Figlioli d'Elleno, di cui padre fu Deucalione; f bene Stefano Bizantino
chiama con altro nome il padre d' Ione nel libro delle Citt) fu Re di querti popoli aflai
fi
trasferiflero.
morto
in Attica; e
che
gli
difcendenti
d"
Ione ivi ancora molto temp<' l'imperio tennero, fino che difcacciati furono d^gli Achei; il
conferma anche
fi
nell*
Euterpe
(^)
df
ij
da quefte genti
fofiT^
vedefi chiarifllmo
no
da me raccolte,
origine dell'Ionico difcordano
quali cir-a
1'
moltodiquantofcrive Vitruvio. Nonfi pufenza dolore le rovine di tanti Edificj, che prodigj fu-
ronoJell* Arte,
fatti
dall'ingegnofiflima Grecia,
cheo fi dicono
apertamente, o fi pu congetturare foOtrodi
queft'Ordine, de quali f vertigj alcuni rimaneflero, quanti bellirtmi lumi i rrarrebbono
oltre l'immenf diletto di contemplarli
Ma
'
lafciando
querto vano lamento profeguiremo
incontrare negli antichi Autori,
"
lanortcavia,
ciottefimi,
Modulo
to.
Un
d'una
divifo
delle quali
come
il
e fette di-
ho formato
il
Colonna former
fenza
Zoccolo
il
il
&
(*) ff^
(b)
JoBf apeUaPtrunt i-
(e) Atea
Minerva
.... teriiui
veius
in PeLpennrfo
.
funt
fi'pere:
ORDINE IONICO.
74
il
un
un' altra Gufcia , un Liftello , ed un Battone ; tra quali in Opere aflai delicate fi potrebbero intagliare il Baftone , il Plinto, ed Tondini . Il fuo fporto di poco eccede il terzo dell*
quale vramente del Piedeftallo non parte; e quafi ij quinto del Tronco quella dell*
Architrave, Fregio , e Cornice. La luce dell*
1"
Archivolto , e le Impofte. La|luce delPorta larga fia tre diametri , ed alta fette ;
e d'effe la quarta parte fia l'Ornamento, che
altezza
la
la
la fettima
la
XXV.
ranno
faran moftrate. G' Intercolonnj fadi quella maniera , che fra le gi (pie-
no
Tondini, e
altro Liftello,
Ventidue canali adornano il Fufto delColonna, che far lungo otto diametri ed
un quarto, e fminuiraflj nella fommit quafi
altres
Liftello,
parte della groffezza da piedi. IlCapitello degli altri fin' ora dichiarati pi ador-
membra,
to
ma
un Liftello, un
Tondiuo, un Ovolo, una Fafcia , che forma
le Volute, un Liftello, una Gola roverfcia,
e r Orlo. S'intaglieranno il Tondino , 1' Ovolo, e la Gola roverfcia. Alcuni fotto il CiSanmicheli fono
Collarino,
il
Volute intaglianouna
foglia, la quale infieme con l'Orlo fino al centro aggirandofi , ivi forma un fiore , la cui
grandezza pareggia , o eccede di poco 1* occhio
della Voluta. i centro di quefta far il Tondino, intorno al quale avvolgendofi la Fafcia,
e affieme con l'Orlo, come f pieghevole foffe, rattorcendofi , effa Voluta verr formando. Come quefta Voluta fi giri, gi lo vedemmo nel Cap. I., onde rimane ora da vedere ,
macio
come debba
ch
ci
con
efl al
facilit
ho
la
1*
cafoni, che gli s'apprefentano,accommodarfi. Poco pi di cinque noni e mezzo l'altezza , e un diciottefimo di pi la projettura della
glieranno l'Ovolo, e
una Gola
le
le
Gole
quali
s*
inta-
roverfcie) fon
Dentello, un
Liftello, un' altra Gola roverfcia, un' Ovolo,
un' altro Liftello , la Corona , un Tondino,
dodici;
pur un'
Gola
altra
roverfcia
Gola
il
roverfcia,
diritta, e l'Orlo.
un
Liftello, la
La Ci macia, che
fovra
il
Piedeftallo
fi
un
Liftello
ftello, la
offatura,
que
no
la
pianta, e
di tutto formifi
a quefto centro
1'
un
'1
porta la faccia,
profilo.
offatura
circolo
i*
Prima adun-
indi dall'
girer, dentiocui
ti fi
divider
tre fopra
1*
no
anco
C,
ivi facciafi
mezzana
del
fi-
finga
fofpefe, le quali in
una,
ORDINE IONICO.
una e
chiere. Indi
s'
le quali e
vede nel fudetco profilo
,
infieme .idornano, e quella leggierezza dimoSoftrano , che al propofito convenevole
pra il Capitello far 1* Architrave alto mezzo
diametio , con cinque membra; tre Fafcie,
una Gola roverfcia, e 1 Orlo; tra le quali intagliare sitro non fi potr, che la Gola roverfcia. Ma trattando degli Architravi non fi
dee tralafciare un' infcgnamento di Vitruvio
lib. g. Gap. 3. per adattare 1' altezza alla proporzione delle Colonne, poich non vale dire, che dando ad efl come per lo pi fi vuole
mezza la groflezza delle Colonne , alla grandezza di quefli fempre la lunghezza di quelle
proporzionata corrifponder ; a che ripugna,
che quanto maggiore della Colonna l'altezza, tanto pi l'Architrave dall'occhio noftro
allontanandofi , fugge alla noftra vifta efifminuifce, onde conviene ancora alterarne la proporzione, come delle dimini'zioni trattando
abbiamo avvertito. Ecco per le regole, che *1
Macftro noftro prefciive. Quando da dodici a
quindici piedi far Li Colonna, facciafi l'Archifi
quella
fia
all'
altezza
Colonne 1' altezza degli Architravi accomodare Stabilita quefta regola, paffremo al
Fregio, il qutlemczzo diametro, f fchietto, e
un quarto di pi far con g' intagli, ovefcoldelle
pire cofe
fi
s'
ha
per
mano,
(a)
ha
quod non
btri
iJ
un
metro ed
tagliarfi
mo
le
fubito
chiarare
nono
ed stte fono per in
Gole, e 1' Ovolo
Ma paliacome
promefTo
fu
a diora
,
,
;
pongonfi ,onde
il
nome venne
a'
Modiglioni ;
2. il porre
lib. 4. e.
una medefima Cornice Dcn telili e Modinon eflendo naturai cofa , che fotto le
,
travi grofle fieno le picciole, gi che non mai
le maggiori cofe dalle minori ma fempre all' in-
in
glioni
dio cerca d' eflere non imitatrice ma diftruggitricc della Natura , a cui da qualunque pili
rozzo intelletto fubito effere fi conofce affatto
impoffbile ci, che dall'altra ci viene rapprefentato.' Ma per tornare a' Dentelli, faranno
efl larghi in fronte un duodecimo di diametro, ed ij cavo o fpacio fia l'uno e l'altro un
diciottefimo
Sar qui pregio dell' opera il
trattare d'una regola, che fu da Vitruvio con
ogni avvedimento infc^nata, ma per quanto ho potuto offervare da pochiffimi efeguita .
Qiiefta , che tutte le membra piane degli Architravi, Fregi, Cornici , Timpani , e tutte
quelle, che a' pitelli fovrapongonfi , le quali fon dell'altre pi alte, non fiano a perpendicolo, ma nella parte fuperiore fiano piegate
in fuori la duodecima parte della loro altezza.
In quefta guifa da terra riguardandole , oltre
.
che minore
far lo fcorcio,
fa-
l'ccchio , al quale a
,
perpendicolo fembreianno, interamente appagato ne rimarr. Si dee per avvertire , che in
r dalla linea
vifuale
altezza
non
richiedefi
co-
me
regola
iderare,
come
queft'
Ordine maneggiato
fof-
ftrtam rationtm
w-
nm futaverun;
in ima^inibuj
faSium
pojfg
Ordine
77
XX
llllllJ
ii
^^
A^.
p^
Scali.a
ORDINE IONICO.
78
CAPO
Qjiedo l'Ordine,
XXVIII.
vio
che
di cui
*1
Ma
ferirli.
tello p^i
periti
edendo
difcgai di Vitruvio,
nrligevolecofa l'interpretare la fiia intenzione, e pirticolarmente nella Voluta, Tutte le
,
li
oltre
il
Ci-
li facciafi
la
()
CmiCfum
ter
ctma
ma
1*
ta
mi
mezzo,
XXI.
Ordine Ionico
dell' Alberti.
CAPO
XIX.
la quale egli
vuole
quella
fia
medefima , che gli altri al Corintio fottopongono. Alta quella mezzo diametro, ed un
ottavo
il
lar-
una Gola
roverfcia,
come Patere,
La Cornice , alta
dieci membra
ha
,
roverfcia,
Gola
una
un Lidello, il Dentello
quale
ho
fchiettodifegnato, perch non in(il
Autore
1
quale proporzioni aver dcbabno
fegna
Dentelli ) un altro Lidello, un Ovoi vani e
lo, la Corona , un' altra Gola roverfcia, pureun Lidello, la Gola diritta, e 1' Orlo, Sporge la Corona tre duodecimi e mezzo; e per
gl'intagli atte faranno le due Gole roverfcie ,
e l' Ovolo. L* Architrave , Fregio, e Cornice
eccedono d* un duodecimo la quarta parte del
gi pendano v.igamente
fepnma pirte fu^ Mtitudimi efi faciendum ..iS inproe^ur/t tamumdem -Tteliqua i'/ ti'dividtnda sfi inpa'lt! duadecimy
es-um trium prima faftia (J faci enda ^ i<curidj quaitnr ^furr)-
Eyip.^lii
&
quinqu*
PI-
ORDINE IONICO.
So
CAPO
macia
vuole
XXX.
le
Tondino, un Ovolo,
IL
cio
il
la
pili
d*
un
antico, in parte tolfe da Vitruvio, e nel rimanente di proprio ingegno invent. Efib molto a quello aflbmigliafi , che chiamato dal
Pallatiio e dal Defgodetz Capitello angolare,
dove elfi defcrivono il Tempio della Fortuna
Virile. Non potendo noi qui per l'anguftia del-
Tavola porre la Pianta, quale all'ultima trafferiremo, pi che fi potr chiaramente ci sforze-
la
remo
ranno
in otto uguali
parti,
affegnandone
il
, un Liftello , un'Ovolo ,
Modiglioni , una
Gola roverfcia , la Corona , un' altra Gola roverfcia,un Liftello, la Gola diritta, e l'Orlo. Le
centro, onde
Goles'intaglieranno,erOvo]o. All' altezza egu.ile lo fporto,manon minore, come fi vede ne di fegni del Cambray,e le Blond , quali
non s' accordano con quanto mifur , ne con
quanto fcriftc l'Autore, in cui fi leggono que-
della
mo, d'una
tolteleVc Iute gi dichiarateagli altri fi raflomiglia. PafTiamo all'altre parti. L'Architrave, alto fette duedecimi di diametro, ha cinque mem-
fcia
Il
delle quali
fi
former
Ordine Ionico
dello
CAPO
FAre
il
Modulo
di-
Tavola XXlh
Scamo^^i
XXXL
dovendofi l'Ordine Ionico, come infegna loScamozzi, il Bafamento trequarti con fette membra
un Zocco , un Baftone, un Liftello, una Gola diritta , un Tondino, un Liftello, ed una Gufcia, che fi potr intagliare, come altres la Gola, e '1 Baftone. Lo fporro crefce d'un quarto, f bene
le mifure di le Blond il facciano minore affai
Alto 'i Dado un diametro, e tre ottavi laCi:
s*
avr
la
circonferenza della
Co-
le dia-
Gola
roverfcia, ci'
f"
rio. Il
mez7odiciottefimopi dell'altezza ; e le membra per intagliarfi fono l' Ovolo e le Gole Il Piedcftallo una di tre parti e nuzza, e l'Architrave , Fregio, e Cornice fono un quinto della Colonna. Tutta l'altezza fi divider in parti ventifei, d'una delle quali fi former il Modulo divifo
.
in parti dieciotto
come
nella
Tavola XXII.
Orififie
T.yitn
,.
ORDINE IONICO.
^l
CAPO
quale terminar dee ncll* occhio della Voluta. Ma in quefta maniera, che
vuole il Serlio, e che nell' ultima Tavola fi
vedr difegnata, non riefce molto rotonda , n
a quello uniforme, che pare voglia Vitruvio
nelle fue parole inferire.Qiianto all'Architrave da Vitruvio non difcorde , n quanto ai
Fregio, fopra cui un Cimaci fei volte meno
jilto fia collocato. Nove membra fono nella
al
Serlo
XXXII.
^T Eir Ordine
d.i
fei
alle quali
due
altre par-
Tedici
quali
Non
pitello
un Zocco, un
e le
La
dall
Voluta per e
la
maniera fi far
Cateto altrove gi fpiegato , che
Formato
il
la
Gola
roverfcia >
Aftragali, contro la
Liftello
il
Cambray
ci
be
XX XI IL
BRevifllmamente
ed un fcfto, e
fminuir il fefto della grofTezza da piedi Il Capitello a quello di Vitruvio s'uniforma, f non
che l'Abaco, il quale fatto a Gola vogliono
gli altri tutti
il
CAPO
former
Alto
diciottefimi ed
fi
ciotto,
conofccre.
il
t,
macia
Si divider in parti
numero 6
folamente nello fporto, ma nell' altezza ancora s' ingann, l Piedeftallo ia terza parte
dell' altezza della
1*
Architrave
altezza
Colonna
Fregio
la
quarta fono
e Cornice
Tutta
1*
divider in parti vent' otto e mezza, d'una delle quali fi former il Modulo
divifo in parti dieciotto, come nella Tavofi
la x-s:iii.
De?V
r^_
>
ORDINE IONICO.
84
CAPO
XXXIV.
Tondini
gli Allragali
ftello,
n Ovolo, un
altro Liftello,
pur un
Liftello
la
Corona ,
za
far
il
Pilaftro
la
,'
nore
fette
Aremo
flieranno
Poco mifeconda, ma pi maflccia , che s'intaglia, e quafi anco fporge come la prima. Ha
un
quafi
Due
Impofte
leggiadre
Pilaftri
te delia
Colonna -La
Arco, alta
ferraglia dell'
un diametro, tanto
centro dell' Arco fi tirer. Due fono le Impofte , la minore delle qpali alta poco pi di
quattro noni ha fenza gli Aftragali otto membra : il Collarino, un Liftello, un Tondino,
una Gola
na
diritta
una Gola
un
altro Liftello, la
Coro-
Lo
fporto
roverfcia
V Orlo.
fefto ; e s' intaglino le Gole e i TonNella maggire 1' altezza cinque fefti
di diametro j con lo fporto,d' un quarto, edieci
fon le membra ; due Fafcie , una Gola roverfcia ,
d'
un
dini.
un
un
Liftello,
altro Liftello, la
roverfcia
1'
Orlo
Corona, un'
eagr
intagli
diritta
altra
fi
Gola
daranno
Gole Due diametri e mezzo |bno g' Intercolonnj. IlSerlio, e'iVignola vogliono am
le
un
Liftello,
un Tondino, un Ovolo,
un
1*
Qvolo,
Tondino, e
la
Co-
Orlo. Sporge
riferva i^
Gola
la
ord-
Pr^zi
l^l^-zf'JHf
7=;
M^
'
Sann^.M
86
ORDINE CORINTIO
DEL
SANMICHELI
CAPO
XXXV,
quegli Ordini
PEr
quali
gravit e
fin* ora fi
Ja
la
fpariammo,a*
fodezza
particolari
che faremo
4. cap. 1.
flabilire
dicendo, che
s* incominciarono
e a (iifribttire le fimmetrie e le ragioni dell* Opere Corintie ; nulladimeno egli avea ci negato al principio di quel Capo, ove fcriffe,
che toltone
come
il Capitello , affai dagli altri diverfo, dall' Ionico il Corintio non diftingueafi.
Da quefto dedurre fi potrebbe, che le diverfit nell' altre parti, quali fi vedono nelle Romane Antichit , folo ne' tempi a Vitruvio
fufleguiti cominciaffero da' Romani ad introdurfi. Il vero faper fi potrebbe, f l'et perdonato avefle ad alcunode' tanti Scrittori Greci , che di quefl:* Ordine avran trattato ficuramente , de quali oltre gli Scritti perirono ancora i nomi ; impercioch quelli, de* quali attefta Vitruvio nel belliflmo Proemio del libro
7. aver del Corintio fcritto, furon tutti Romani; come tra gli altri Argellio, che tratt
rata, alletta ed invoglia con maggior forzala villa e i cuori dp' rigiurdanti.L* invenzione del
fcriffe del
fu gli
ne,
altri
tutti delicati
trattare ci rima-
che quando ritrovafurono, potrebbe dirfi , come d'Anacreonte e del Petrarca diflTero alcuni Interpreti , che
con gli Amori le Grazie tutte, quafi miniftre
dria
ripieni et adorni,
ti
Corintio,
il
nella di
giadre e ricche vefti le tenere delicate membra ricoprendo vigore accrefce alla naturale bellezza
la
ornamenti
fiorir vide
ambo
gi prodotti
gam-
crefcevano, ripiegare .
Sar fiato quel Callimaco , che nommato fu
da Paufania nell' Attica per occafione di rammemorare una lucerna d* oro, in cui fempre
ardente durava V ogiio un anno intero, fatta
ad una ftatua di Minerva da qiieflo Artefice,
di cui fcrive
il
lati
r; la qual lode di diligenza a luifu dataancora da Plinio Iib. 54. cap. 8., che Io chiam
cdwmatore di
nendo
li
f frjfo^ cio che non mai pofine alla diligenza ritrovava fmpre che
non
nico, e ddgli
che dopo
il
Tempio
('giudicato Corintio )
di
dopo
dugent'an-
dall' ifteffo
Ordine Corintio; del quaanco menzione Plutarco nel libro della Fortuna de* Romani. Ma molto pi
certa notizia avremmo, che ne' tempi avanti
per
la
delicatezza d'
le Edificio fece
aveffe oltre le
1'
altre differen-
tempo diftruttenon
tante antiche Fabriche di Co-
Ordine,
'1
la
mie, pu
cap.
2.
il
mente
Scala.,
,,,
ORDINE CORINTIO.
8S
mente
due
Dea
fuflero
me
pajono i pi ftnofi: quello antichifllmo in Pafo, che defcritto da Tacito nel z. delle Storie , e nel quale , per dinotarne l' imtnenfa grandezza , pofero
cento Altari Virgilio al i. dell* Eneide y e Stazio al S- della Tehaide'y f bene fopra ci niun
lume fommniftrano li due antichi Scoliafti
Servio, e Lutacio; e un altro in Corinto ,
tnagtiifico fopra modo erccbijjmo , ma che ad ufo
indegno deftinavafi; come raccontano Strabone nell' 8., ed Ateneo nel Jib. 13. cap. 11.
de* fuoi Diunofofifli; quale infame ufo trovo
cflere (lato la prima volta ne' publici Tempj
introdotto da un Solone; come fi ha da Nieandro Colofonio , e da un fragmento di Filemone, citati da Ateneo al Cap. 9. del detto
libro. Di tale iniqua ufanza cagione far flato per avventura il foverchio eccedente lufTo
de* Corinti, che vituperato da Platone nel
Dialogo 3. della Repitblica Ma o Cormtio , come perfuade o^ni ragione a credere di que' podedicati
tra quali
poli celebrati eia' Scrittori tutti per ingegnofflmi ericchiffmi, o Romano fofle il ritrovato
dell' altre parti del Corintio, come pare inferire
fi
non fpenderemo,
po farebbono
de
g'
intendenti,
ma
degl* ignoranti
fteffi
armoniche
anco nonfapendo il percn, naturalmente s*
appagano J a confiderare le tante bellezze d'un
Ordine s gentile o fu veftigi delle Romane
Fabriche, tante delle quali, e particolarmente il Panteon , oggi chiamato la Rotonda , fono
Corintie, ofu le Italiane de' bi:oni tempi /frale
quali comincieremo fecondo l'jftituto noftroad
efaminare quelle del noftro San micheli , che
molto frequentemente e con grande felicit
del Corintio fi fervi, in Verona, in Venezia, ed
altrove
come pu
vederfi in
degli Archi
tezza di
ed
in alla ter-
Mem-
bretti
Tutta
Ho
in parti
fte faccia
trenta
il
fiio
nutamente.
tri fin'
Il
Piedcfialio,
come
fi
comporr
Il Bafamen*
Bafaniento, Dado, e Cimacia
dei
quale
to ha fotto un Zoccolo,
, alla nepiacer
fuo 1*
accomodandofi
a
,
ceffit de' fiti
membra
fervirfi.Le
altre
fon
potr
Architetto
una
Gola
un
LiAello,
cinque; un Bgftone ,
diritta, un altro Liftelio, eduna Gufcia;
fra le quali s' intaglino il Bailone , la Gola,
e la Gufcia Tutto lo fporto non arriva a un
quinto di diametro; e 'i Dado un nono minore in altezza di due quadri. Vcdrannofi in
quello Dado gli fpezzamenti delia Porta, cio
Architrave, Fregio, e Cornice. Nell'Architrave aito tre noni e mezzo fon fette membra
due Fafcie con due Tondini , e due Gole roAI
vcrfcie, che s' intaglieranno, e I' Orlo
Fre.
V
^J
-5
ORDINE
90
C O R
tra
Gole
fi
membra
La
rovcrfcic
1'
di gentilezza e grazia
non cede
membra
di
due Tondini, un
altro Liftello,
altro Liftel-
no
intagliare. Il
deve adornar
in minor
che o
Nella
di
mezzo
e tutto
fi
numero, come
le intraprefe
Fabri'
meno o
pi magnifiche richiederanno.
fola Fig. A due maniere di profondarli
dimoftrer. Ma pafliamo finalmente a trattare del Capitello , che per la gentilezza per 1*
ornamento e per
Iute
me
non
nell'
fotto
1*
Ionico
Abaco immediatamente
ma
Caulicoli nafceranno,
quali
il
co-?
chiamati
gambo
loro
za.
O.
un quarto
di
Abaco
fotto r
ma
do
tutta
fenza eccedere
profilo, dove il Capitello in angolo difegnato,ed tirata una linea dal finimento del Toadino fin al Corno o fia cantone dell* Abaco
la qual linea non devon mai le foglie o le Volute oltrepaffare
L' Architrave alto mezzo
diametro ha fette membra: tre Fafcie , due
Tondini con una Gola roverfcia , che s' intaglieranno, e l'Orlo. AH' altezza dell* Architrave pari quella del Fregio , eh' io qui
fchiettp e fenza ornamenti ho difegnato ; e
quando eflb tale far vogliafi , perch riefca
.
confondere e fminuzzare , efCpr devp l' intagliato Fregio alquanto maggiore. Sia la Corfei
di
noni
con undinice
diametro
ci
diciottefimo 1' altezza; e fra le nominate membra fcielganfi per g' Intagli 1* Ovplo , e le
veggendofi in quefta Cornice MoDentelli contro J' opinione, cooflervato fu , di Vitruvio , potr per avven-
Ma
Gole.
diglioni
me
in mezzo delle foglie nafcondendo adorneranno vagamente tuttala campana del Capitello.
Le due foglie poi , che faranno in qiie* Caulicoli , con r eftremit delle Volute faran congiunte. Sotto Caulicoli in due ordini divife
vedrannofi 1* altre fglie, che otto faran per
ordme, e quelle d' Olivo o di Quercia o d' A-
Autore degno
da Vitruvio biafimate nelle fue Fabriche non isfugg Con qnal
r^ione dunque il noftro Sanmicheli efcuferemo? non con altra certamente , che con 1*
inveterata confuetudine ancora degli antichi
Architetti, i quali nelle ottime Romane Fa-
canjo fecondo
il
Difcendendo pofcia alle proporzioni , la Campana o fia Fufto del Capitello con I' Orlo ha
a* altezza un diametro intero ;e fi divide in tre
parti. Ne rimane una alle prime foglie, una
alle
feconde , e
la terza alle
medefima guifa girar fi devono , come infcgnato abbiamo nell' Ionico. La piegatura
poi delle foglie fu un quarto della loro altezla
il
noftro
cofe
gliare
1*
odiofo nome
d"
abufo di
mano
in
mano
togliendoli, quel credito e quell' autorit, che all' altre regolate co{e fu data,
Dopo il Co-
OrJiw
il
ORDINECORINTIO,
91
YY YVT
AAAVl.
POcodelCorintioabbiamodaVitruviOjIecui
parole, come dicemmo, inducono a credere
fufTerone'tempidopolui, trattone il Capitello,
le diverfit di queft* Ordine invenzione de' Ro-
mani
trovamento
dell'altre parti
Corintj
il
ri-
fembra che ad
eff
a'
Nel
ir.
doloalla Reggia di Giove; e nel 7. , dove defcritto inmolti verfiedifFufamente quello d' Alcinoo; e meglio nel 19. dove fi parla di quello d'C-O
Salomone chiamar da
Anziparech'efTointendafofrequelTempo
la prima origine della buona Architettura ; (*)
ondenefeguirebbe,cherOrdinedi tutti pi am
ticofoffe il Corintio, e cheCorintio pi non foff, maGiudaico,echefoIdopoquella Fabrica la
perizia e l' ufo della noflr' Arte a difFonderfi coniinciaffe per l' altre Nazioni Per quanto a me
pio.
ne pare,
tio,fipolfaflabilire;anzilemifure,cheleggone*
detti luoghi, e in GiofefTo Ebreo 1. 8. e. 3. n
al Corintio , n ad alcun" altro de' noti Ordini
Se poi pi antico princi'
fi poffono ridari-s
pio che da quel Tempio U nobile e regolata
Architettura ivc(re,nn far per afferirlo fondamento fu Tragici e fu ^i altri Poeti Greci , n fu Poeti Latini , ne' quali fi leggono Delubrie Palazzi con Loggie, A trj, e Colonnati e in
Troja,eavutida'vecchj Re Tebani, Argivi, e
Latini pi antichi di Salomone; n che ricavifi
.
Salomone
alzata
molto
pa(r!,e
Salomone
fi
q^^-^^
^^^^^^^-^ ^^//.
CAPO
^/^^^^;
XXXVIL
Ordine
T. y:xvii[
ORDINE CORINTIO.
94..
CAPO
XXXVIII.
NEIfamento
poco minore di due terzi di diametro , ed ha fei membra: un Zocco, un Baftone, un Lillello, una Gola diritta , un al"
tro Liftello,ed una Gola roverfcia .S'intagliano il Baftone, e le due Gole; e lo fportoaun
quarto
di diametro dee pervenire. Alto un diametro e poco pili di fette duodecimi 1 Dado , e non gi un diametro e mezzo , come nota le Blond La Cimacia , che s' inalza quali
tre noni di diametro, e fporge un quarto, ha
fei membra
una Gola roverfcia , un Liftello
un Ovolo , la Corona , un' altra Gola rover.
fcia, e
le
all' Attica fomigliante, f non le di membra pi ricca, e fu pera d'adornamento e vaghezza quante fino ad ora vedute abbiamo.
Come di tutte 1' altre, mezzo diametro l'altezza; ed otto fon le membra .'il Plinto, il Toro, un Tondino, un Liftello , una Gufcia,
un
fcie, tre
verfcia
Gola
ritta,
Ovolo.
Colonna. Tutta T
altezza
fi
fi
former
Otto,
come
il
Modulo
nella
Tavola
divider in parti
d'
una
delle
qua-
XXXIX.
CAPO
tre diametri
parti
XXXIX.
un Zocco, un Baftone, un Liftello, lina Gola roverfcia, un altro Liftello, una Gufcia, un Liftello, ed un Baftoncino
L' Agetto d' un quarto; e le membra, che ricever
poflbno intaglio, fono i due Baftoni e la Gola
Nel Tronco , che in fondo ha un Liftello
come in cima altres, V altezza di due duodecimi e mezzo oltre due diametri Nelle fronti fai' Autore un riparto con due Liftelii , che
in mezzo prendono una Gola , la quale far
bra:
incavarfi
ftello, la
luogo il Corintio rifervar volle Io Scamozzi , che di tutti gli altri Ordini il pi gentile ed ornato lo giudic Il Piedeftallo fecondo queft* Autore ha d' altezz*
.
roverfcia, e
duodecimi e mezzo; e per intagliare prendanfi le due Gole e 1' Ovolo. La Bafe belliillma, e quale gi defcritta fu nel Palladio.
Il Fuftos'alzaotto diametri ed un terzo, e di
tre
fopra un ottavo della groflezza da piedi fi fminuifce. Quefto Tronco dall' Autore fi vorrebbe o fchietto, o di fole fcanalature adornato,
com'egli fcrive a chiare notenellaP. 2. l-6.cap.
II. onde leggiadra idea fu quella di le Blond,
che vi pofe le Colonne fpirali , quali ancora
vanameute con un ramo accerchi , adoflando
al povero Scamozzi ci, che appunto da lui fi
conda nna nel detto Capo , e ci , di che non fi vede veftigio alcuno in tutti i libri, e difegni fuoi,
n in quante Fabriche o per vifta o per relazione
fappiamo che furono da lui lafciate Il Capitello
pure, come la Bafe , a quello conformafi del Palladio L' Architrave alto due terzi di diametro ha
.
ALrulrimo
|
'
della
ti
il
Colonna
il
quinto
divider tutta l'altezza in partrenta e due terzi , d' una delle quali fi former
modulo divifo in parti dieciotto, come nella
Tavola
Si
XXIX
Ordine
T XX/X
.^
ORDINE CORINTIO.
96
,
.
CAPO
Rateando
Serl'to
XXXX.
di queft'
medefime veftigia
non gi formando
di lui
per fecondo
la
come nella T.
Ordine Corintio del Vignala
procurammo, far
quanto
il
fima regola del noftro Serlio, fu la qualeeformandoh quefta Bafe e in qualunque altro cafo
fi dovr porre dall Architetto diligentiflima offervazione. Oliando fiala Bafe all'altezza incirca del noftro occhio, regolate faranno ed ottime le aflegnate proporzioni; ma f la Bafe in
luogo fuperiore all' occhio de' riguardanti far
collocata , maggiori allora fi facciano tutti que'
membri, che da altri membri verranno per la
diftanza ad eflere occupati. Se poi, come accade, un'Ordine all' altro fovraponendofi , in
maggiore altezza far la Bafe, meno allora numerofe fieno le membra , che quanto di numero fi fminuiranno, altretanto di fodezza maggiore dovran formarfi Il Furto della Colonna
.
fofpett errore
gio un ottavo maggiore dell' Architrave; nella qual mifura gli sbagli del Cambray furono
pontualmente feguiti da le Blond Di due Cornici , eh' egli propone quefta, che fti da me fciel,
ta, ha poco pi diquattrofeft d'altezza , e dieci
membra ; una Gola roverfcia , un Dentello , un'
altra Gola roverfcia , un Liftello , un Ovolo la
.
Colonna
terzo della
CAPO XXXXL
Qllanto elegante
XXX.
ed ornato
Veranienteconfiderando;ch' elfo, libro del Vignola vada tutto d per le mani degli Architetti
de' noftri tempi, fi vede il famofo detto di Medea prelfo Ovidio in loro avverarfi, che con s
belle idee e perfette
modinature fotto
le
taminare
gli
occhi
irragionevoli inven-
Ma fenza replicare
lamenti , alla
quattro diametri,e di due fcfti il Bafamento inquefte cinque
membra compartiti : un Plinto , un Toro, un
Liftello , una Gola diritta , ed un Tondino ; tra
le quali il Toro , !a Gola, e '1 Tondino fi poftbno
intagliare. Il Dado ha nel fondo un Liftello, ed
un altro nella fommit. La Cimacia, che non
.
cofa difcendi:uno.
Il
altri
Piedeftallo
fia di
tello
fono conformi
a quelli del
Sanmicheli ; e
'i
Tondini
e le
due Gole.
Il
Fregio nell'altezza
pareggiafi all'Architrave
Lirlello
.'
d'una
delle quali
fi
XXX
formerai!
nella
Ta-
-^
ORDINE CORINTIO
S8
CAPO
XXXXII.
che a
da
diame d' altezza mezzo
Sanmicheli una
Impofte
FRa
me fembra elegantinfima ho
del
le
fcielta
In elTa
dichiarare
un fefto, ed undici fon le
fporto
di
tro,
.
il Collarino, il Tondino fuperiore, l'Ovolo, e la Gola. Ma negl'Intercolonni una proporzione adopera il Vignola da tutte le proporzioni di Vitruvio molto diverfa , facendoli
de
mem-
bello, un
bello, la Gola diritta, e l'Orlo. Le migliori
membra per g' intagli fono I" Ovolo, le due
Gole,e'l Tondino. Volendofi poi fecondo U
mente del Palladio far doppj Colonnati, fi
dovr la luce dell' Arco (compr^-ndendovi per l'Archivolto) far due volte e mezza
al-
in
che
gli far
pi a grado,
vengano fopra
a cadere
il
Da
le
molto difcor-
de; impercioch quefta, fecondo lui, non folamente none didiie larghezze, o maggiore, ma
in queft'
Ordine
dilettevole riufcire
Una
di
delle fu-
Impofta di;
ce, che la proporzione del Capitello Dorico,
purch dijfferenti fieno le membra , poffa adoperarfi. Ma perch, come molte vlte replicammo,
noftraintenzionee del buono invogliare Fabricatori , e con l' efempio del buono fotto gli occhi
ridurli a correggere il viziofo, e perch li poco
Ordine
ben farebbe
dette
intagliare quafi la
membra, cio
ta, r Ovolo, e
la
con l'ornamento
di
met
il
di queft'
Ma
'I
Pilaftro
e per
l'
le
adornarli,
per
vie
dio; ma
ventati , e perfettamente in ufo polli, furono poforma di Pilaftrini , fovraponendovi il Capifcia corrotti e guafti e refi deformi dagli altri Itatello, indi r Impofta Di quefta duefagome,
liani, che dopo viff^ro. In ninno antico Scrittofecondo l'ufo fuo, una maggiore , e minore
re, eh' io fappia , n in alcun frammento d' antil'altra, fono da lui propofte. Alta la prima
ca Fabrica fcorgefi d'elfi veftigio alcuno: onde o
undeci duodecimi con tredici membra due Fanon vi furono, o f vi furono, fin la memoria ne
fcie, tre Tondini, tre LiftcUi, due Gole roper, a talechedenoftri ftudiofifllmi buoni Itaverfcie, una Gola diritta, la Corona, e l'Orliani tutta la lode , che di quefto ritrovato , il
lo. Intaglifi il Tondino, eh' tra le Fafcie ,
tanta grazia e adornamento accrefce alle
quale
con le tre Gole La minore cinque noni, e nel
tutFabriche
, arrichiftro T Architettura, In
rimanente affai fomigliafi alla maggiore G'
laude
gli
Ordini
polTono
elfi
Balauftri
con
ti
Intercolonni fieno d'un diametro e mezzo feadoperarfi io per, come ornate cofe, gli ho vo
condo la maniera Pycnoflyhs. Dopo quefti tre
"
^
..
.
luti a quefto s leggiadro Ordine rifervare. Ma
Archi
un
gli
palfiamo' al Vig/iola , il quale fa
col divino aiuto avendo a baftanza,per quanto
larghezin
di
due
maggiori
altezza
duodecimo
noi polfiamo.jeaquefto cagli precorfi Ordini
d'
elTa
larghezza
Pilaftri
il
terzo
Vuole
i
ze.
co
^^ della Rotonda,
la
_
Pi a
comporti
Colonna'ti
maniera Sijyhs
"
fodisfatto', ci
andremo
al fine
che avvicinando, e dell' ultimo fra li cinque Ordini, che degl* Italiani 'i fecondo , palTeremo a
ragionare.
ORD-
TXXXI
Palladio
ICO
ORDINE COMPOSITO
DEL
SANMICHELI
CAPO
XXXXIIL
FCco finalmente a
,
pofTono
ritrovati degli
li
e pulire
che
compimento
umano ingegno
follevarla.
Pare
et induftria gi
mai
d*
efft
y
pofTano
li, de*
modo
come
il
Compofito
acquillalfe grido;
ma
fia fiato
dine
Ma
pofli
publico magnifica
filiche,
chi
tempi
come
afferifce lo
Compofito alla fua perfezione arrivafle folamente dopo la morte di Vefpafiano, e quando Tito folo imper a cui qiiell' Arco fu al*1
Ordine
fufle fiato,
a'
tem"
pi
'ORDINE COMPOSITO.
jri
Tito. Opporre mi fi potrebbe, che 'iColifco, che a' tempi di Vclpafiano il Marchefe
MafiFei nel li. i. Gap. 4. degli Anfiteatri , yrova con giandiirime ragioni fi comiiiciaffe, da
molti valent' Uomini in parte Compofico fu
credulo. Se Compofita foiTe quella gran Fabrica, non capace di fcioglimento farebbe Toppofizione; mail fatto , che s' ingannarono
quelli, che cos d' effa hanno giudicato. Su le
pi
lii
li.
CoriMce,
Compofita, nulla farebnoi; impercioch folo a' tempi di
chequando anco
be contro di
ia
forte
Tito effa VI fu porta, fotto cui fu ridotto arine quell'incomparabile Edificio, come non fo-
ma
prova incontrartabilmente il
Da queft' \rco e dall'
fovralodato Maffci
1'
noidea del Compofito
Anfiteatro prefero
lo afferifce
come
Tavole
d'elfi
li-
bri
migliore Architettura poneffer mano.Diquefta feconda fchiera fu il noftro San micheli, che
per del Compofito non fece frequente ulo
l'altezza
fi
divider in
diciottefimi ed
parti trenta
quindici
quali fervi-
r di Modulo, che fi divider in parti dieciotto fecondo il confueto. Cominciando dal Piedellallo, che veramente formato fu dal Sanmicheli con molta grazia e bellezza , effcr de-
li
all'
abbiamo, arricchirlo,
to
il
infuori,
Come
ciei-
Non
potrebbe a baltanza cfpnncre , qual giovamento ad un Edificio apportino cotefti iip irti, f a luogo fuo e yiudiciofaiienie fien poCi
rti,
lazzi
quali p.ircicolarincnte in
Ghiefe
di
Pa-
facciate di
dove
piii
fi
che
ric-
chi
gentili
con
gli
e maeftofi
fentia
ra-
poterono
riufcire
te
Palladio
neffer
rabiie, che
li
mente
indi
apprendendo
non pi
namenti
come
non
appunto per
f far
fi
Erte, e delle
al-
pongono, edibaf-
voleffero di f
rna
fatti, e
Architrave due
fono
QRDINE COMPOSITO.
IC4
fi Frepo ,
fono r Ovolo , e le due Gole
modo
intagliarfi
o^ni
, na la
per
dovrebbe
che
medefima altezza , che 1' Architrave; come altres la Cornice, la quale parimente ha dieci
^
jnembra: un Liftello , un Ovolo , un altro Liftello una Fafcia, i Modiglioni , una Gola rover,
fcia, l2
Corona,purunLiftello,e l'Orlo. Lo
ritta s roverfcia.
to
filo,
Ma
per ripigliare
ne deviammo,
poco fuperata da quella
l'altezza del
della
il
at
di-
tralafcia-
inutile digrefllo-
Bafamento
Cimacia
di
nella
quale faranno otto membra una Gola roverfcia, unLiftello, un Tondino, una Gola dirirta, un Liftello, la Corona , una Gola roverfcia, e l'Orlo. Sporge quafi quattro duodecimi; e fi potr nelle' due Gole rovefcie e
Pi
nella diritta e nel Tondino intagliare
.*
fai
fojija
la
Toro, un Tondino, un altro Libello, un Cavetto, pur un Liftello , un altro Tondino, e '1 Toro fiiperiore. Lo fporto
Liftello,
il
La
1'
membra
tre Fafcie,
intagli fon
, che non
poffano
Metope, o vogliam dire negli fpazj
r uno e 1* altro Menfolone , per maggiore
fra
nelle
Hanno di
vaghezza dell' pera trovar luogo
fporto i detti Modiglioni un terzo di diametro non comprcfo il Cimacio , i} quale per
facilit maggiore degli Studiofi unito abbiamo a' membri della Cornice Quefta Cornice
ha cinque noni d' altezza , e fette membra ;
.
una Gola
un
ritta, e
1'
un Liftello, la Corona ,
un Tondirio, una Gola di^
roverfcia,
altro Liftello,
Orlo.
Lo
ri
fi
potranno in
fcia
'l
intagliare la
effa
Tondino
Ma
Gola rover-
paffiamo agli
altri
Autori
Ordine
^-X-X^f^
mmwm^^mmmmmmmmkmmmmmm^mmi
ORDINE COMPOSI
loe
poco pi
CAPO
,
XXXXIV.
lo,
del
trat-
lafciando al
alto
falfamente difcgnato da
le
e dell' Ionica
la
certamente addotta ne' fuoi difcorfi alcuna ragione. Io per, quale l'ho trovata ne'
egli
libri ftioi,
Tavola
I*
un
altro Liflello,
due Tondini, un
l'
Mo-
Orlo.
'
come
Tavo-
nella
XXXY.
Ordine Compofito dello Scamo^Z^
CAPO
TN
molte parti
XXXXV.
Palladio uniforme trove-
al
J remo lo Scamozzi, il quale f bene all' ultimo luogo il Corintio rilerv , nulladimeno
anche il Compofiao form ricchilTimo ed ornatiflmo. Il Bafamento ha tre quarti d' altezza ,
e tre ottavi la Cimacia , e s nell' uno come
nell'altra aggiungendo una Gola roverfcia, che
s' intaglier, fono le membra medefime , che
La Bafe
molto
alla bellifllma
fi
vendo
cos l'una,
come
l'altra efiere
un poco
di
e'
Liflello,
ha
Liflel-
di fedici
fcia; et
Cornice
ho difemembra :
la
cin-
alta
Dado, che
fefti
que felli, e che fporge un quarto, s' intaglieranno un Baftone e una Gola diritta, e faranno altre quattro membra un Zocco , un
Liflello, un Tondino, ed un altro Liflello.
Il
cinque
ricca di tredici
diglioni
Vltruvio
di
IO.
0n
meno
di
quattro quinti
membra
E'
ricca cfla
Cornice
la
quella
Corona,
dell'
la
XXXV.
Qrdim
T,xxyv
-rt^
si:
vi;
-^gr:
1^
\o
-iti.>o
+1-
-f-
(o
t
k
p
,^
K^.
ORDINE COMPOSITO.
loS
tezza
CAPO
XXXXVI.
ciottefimi e
Modulo
il
POco
nel!"
Ordine Compofito
fi
diffonde
il
fura dell' altezza loro, di cui la fefiaparte ICimacie. A quelli Modiglioni fovrafii la Corona,
fi
former
come
nella
XXXVI.
Tavola.
al-
di-
CAPO
XXXXVII.
_gierezza fua
parti e de'
la grazia
membri
leggiadria delle
voglia confiderarfi.
Il Pie-
deflallo conferva le
abbiamo olfervate
ha cinque membra: nn Plinto, un Toro , u
Liftello, una Gola roverfcia,ed un Tondino.
Si poffono intagliare la Gola, e
Toro Nel
Dado fon due Gimbie, una in fondo, e l'altra
nella fommit. Otto fon le membra della Cimacia
un Tondino, il Collarino , una Gufcia, un Liflello, un Ovolo, che pu intagliarfi , la Corona , una Gola roverfcia , che
pur s' intaglia , e Orlo. La Bafe poi fi come
1
1"
nelle proporzioni
membra
nifce attaccandofi
dolcemente
all'
Orlo
deli'
Ovolo
il
Liflello,
fono
la
un
quarta parte.
mer
nella
il
Modulo
Tavola
Si
za in parti trentadue
XXXVI.
Dd'
ORDINE COMPOSITO.
no
Degf
Iritercolonn'j
Archi , ed Impofle
CAPO
XXXXVIII.
trattane V aggiunta di due Fafcie, quelle medefime fon le membra , che ora nella maggiore
Slamo
dell'
gi pervenuti Ja
Opera noftra,
in che
non molto
Dio merc
al fine
Archi
ed
Impofte,
un
Liftello, la
Paflando al Palladio, gli Archi Compofiti hanno fecondo lu due quadri e mezzo in altezza
fin fotto
Ma
due Gole.
femplic
ramente
far
faranno
di tal
g'
maniera
io configlierei
gli
Ar-
meno
fvelta,(d' alcune voci , che uftate fono in quefta facolt , fpcro trovar cfcufazionc
preflb gli eleganti Scrittori di noftra lingua )
compongano
AH' ufo fuo due maniere prefcrive d' Impelle, una maggiore per gli Archi co'
de' Pilaftri.
Piedeftalli
Piedeftalli
una minore. Della maggiore 1* altezza un diametro manco un decimo, et imdici fon le membra: due Fafcie, un Liftello , una Gola roverfcia, un Liftello, un Tondino, una Gola diritta, un altro Liftello, la Corona , una
Gola roverfcia, e 1' Orlo. Lo fporto d' un
terzo
altra
I*
e intagliare
altezza
non
fi
[orgafsa
che pare a tutti incognita, difcopriremo, della quale fole fra tutti tratt lo Scamozzi Ili. 6. Cap. 3?. ma perch del leggere,
che del fapere '1 primo fonte , s poco amici fono gli Architetti d'oggid, da ncfsunovien pfta inufoun'utiliflTimaregoIajchevi s'infegna.
Noi per ne tratteremo con qualche diverfit ,
impercioch crediamo ad un metodo afsai pi fadie averla ridotta Occ'orie tutto d, che far fi
debbano nelle Cornici de' rifalti, odirvoglianfi
rifalite, ma per farli, con viene, che l'eftremifieno tagliate,
t delle pietre diagonalmente
e non afquadro, onde infieme fi pofsano efse
pietre congiungere, come fi vede nella Pianta
A. Per mancanza di regola certa inutilmente il
tempo perde e la fatica un Taglia pietre , il quale
una parte di pietra, che troncata efser deve e
altra regola,
afifaticafi Tanamentca lavorare, non facendo efso il detto taglio, f non dopo compiuta la Cornice tutta lunga , come f appunto a
fquadrole fudetteeftremit commettere fi dovefsero. Per rifparmiare dunque una tal vana o-
gettata,
pera fl' lavoratori, facciafi dall' Architetto anche la Sagoma C. con le membra a quelle della
Sagoma B eguali, che fervirdeve per la Cornice,
ma con gli {porti maggiori Acciocch pofcia ritrovinfigiuftamentc quefti maggiori fporti , fi
.
lalcino dalla
fagoma B. cadere
perpendicoli
i.
3.4.,ecoslprofegucndo,fopraiqualifi tiri la
diagonale e. d., che tanto dalla linea ddla
fquadras' allontani, quanto allontanar fi deve il
Z.
fporti della
Sagoma everranno ad
aflc-gnarfi.
gra-
I
^
TXXX^fU
G.I
ORDINE COMPOSITO.
IIZ
gi fpargere le grazie con la mano, ma verfarJe col facco, diuonanza arrecano e confufione.
Della
regola
ftefla
obliqui
ora
prolungando
infognammo
membra
cos le
come
Avvertiamo, che
mo
parlato
al
Capo
jj.
geatiliffimo
Or-
dine , non poteva l'Opera noftra , nella quale abbiamo procuraro , per quanto s' eikndono le noHre forze, d' il luftrare la pi bella importante
parte dell' Architettura , cio li cinque Ordini
e con porre avanti gli occhi ottimi efempj ne'
difegni , econ ragionamenti ricavati da' precetti
e dalla pratica di quegli Autori , a' quali la medefima noftra et,chenan li vuole imitare,
per forzata a concedere di comune confenti-
di
molte
altre
non
finir mai , fc voleffimo abbracciar tutto , injpercioch volendone una porre , dieci altre fubiio
occorrono, che fembra non dovrebbonfi tralafciaie A cagion d' efempio potrebbonfi fpiegare
lefimmetfie e le forme di quelle Colonne, che
.
nel
di
Feminc( ben-
ch fpeflTc fiate ancora di Nafchi) delle quali parla ancor Plinio nel lib. 36. Cap. 5. , e dette Caria
tiii , non da un albcrodi noce , ove fall per paura
d' una rovina un Corodi Vergini, comeal 4. della
Teb. v. 25. fcrifife l'antico Scoliafte di Stazio,
ma da una Citt del Peloponnefo , come fi legge
nell.di Vitruvio,e ne' Mf/m'a di Paufania,
e nel 6. d' Ateneo. Cos parlar potreffimo di
:
ci, eh'
queft' Opera riufcendo , ci s'aprir 1' aditodi lavorarla con pi agio , e pi forf compiuta , o per
vero dire,
meno
imperfetta e affai
meno
impoli-
vere la verit, poffa abbattere pregiudicj quafi univerfali, e cancellare quelle idee, delle quali
fin dalla
prima et imbevuti
intcrnarfi le
gl'intelletti
lafciarono e radicarfi
Onde meta
defidcrj prefcrivendo,
afflu
men
troppo
imprefa
d'impofljbi,
difficile a'
miei
fi
fegnalata.
^i
.JN%.:_ ^v,
;^~.''
r>'.v-
i^^fr*,