«Foibe: storia e numeri sono diversi»

Sandi Volk, con Prc, smonta le cifre e accusa l’Italia di nazionalismo

«Servirebbe invece la “Giornata della vergogna” per le violenze fasciste»
di Gabriele Casagrande
Smontare la narrazione storica domi- di una settantina persone. Fuoriprogram-
nante sulle foibe: è stato questo l’obietti- ma nel finale, con il consigliere leghista
vo dell’incontro che si è tenuto ieri pres- Andrea Galli che polemizza con lo studio-
so l’Istituto storico di Modena, organizza- so: «Se andasse a raccontare la stessa re-
to dal Cam-Guernica e da Rifondazione lazione a Trieste, tutti si metterebero a ri-
Comunista. «Dobbiamo sfatare il mito de- dere. Invito il relatore a documentarsi
gli ‘Italiani brava gente’» ha spiegato lo meglio, quello che oggi ha fatto è stato un
storico Sandi Volk davanti a una platea compitino delle elementari».

No al vittimismo italiano, ha un grosso ruolo: è quello ro su Google - racconta Volk

no alla nuova retorica nazio-
nalista. Sono stati questi i
cardini del dibattito che per
due ore e mezza ha animato
l’incontro sulle foibe. Negli
ultimi giorni, la polemica fra
il centrodestra locale e il se-
gretario cittadino Prc Fran-
cesco Giliani aveva infiam-
mato gli animi in vista delle
celebrazioni del 10 febbrario
per il “Giorno del ricordo”.
«La Giornata delle foibe - ha
tuonato Giliani - ha l’obietti-
vo di criminalizzare tutte
quelle lotte degli sfruttati
che hanno superato la lega-
lità della borghesia e che si
sono posti obiettivi rivoluzio-
nari». Dopo la proiezione di
un filmato che mostra le ine-
sattezze e gli errori storici
della fiction Rai sulle foibe,
“Il cuore nel pozzo”, Sandi
Volk commenta: «La “Gior-
nata del ricordo” è la punta
di diamante di quella opera-
zione di costruzione di nuo-
va memoria nazionale condi-
visa, di un nuovo nazionali-
smo italiano». Secondo Volk,
questo nazionalismo farebbe
passare il concetto «per cui
gli italiani sono buoni e sono
da difendere al di là di ogni
possibile categorizzazione.
Questo è un fenomeno non
solo italiano, ma anche euro-
peo, in cui il nazionalismo
che Hobsbawm descrive co-
me invenzione della tradizio-
ne». Lo storico non ha dubbi:
«Il parlamento italiano ha de-
ciso di scrivere la storia. La
storiografia non ha dato un
grande appoggio a questa
operazione e quindi la palla
è passata alla politica».
Sandi Volk analizza il siste-
ma di riconoscimento dell’o-
noreficenza ai parenti delle
persone infoibate: «Per que-
sti riconoscimenti si possono
presentare le domande entro
il 2014 - ricorda lo storico - In
quell’anno avremo una cifra
di domande e una cifra di
persone a cui è stato dato un
riconoscimento alle memo-
ria. Ovviamente, la quantità
di domande presentate fino-
ra non corrisponde alle cifre
date sugli infoibati. Sui gior-
nali, le organizzazioni degli
esuli hanno pubblicato appel-
li perché venissero presenta-
te altre domande... Fin dall’i-
nizio, questi riconoscimenti
sono stati dati generosamen-
te: sono stati conferiti più ri-
consocimenti a diversi paren-
ti dello stesso caduto». Lo sto-
rico racconta la vicenda di
Francesco Alfieri, originario
di Cerignola: è il primo nome
della lista su un monumento
dedicato ai caduti della resi-
stenza slava: «Facendo un gi-
- è saltato fuori che France-
sco Alfieri sarebbe un infoi-
bato. La locale sezione di
Azione Giovani di Cerignola
sta chiedendo al Comune di
intitolare una via o una piaz-
za ai martiri delle foibe e por-
ta a sostegno la tesi di Alfie-
ri. La mia ricerca di 5 volumi
raccoglie i caduti per causa
di guerra in tutte le province
del Friuli Venezia Giulia: qui
risultano 1.600 infoibati, ma
di Francesco Alfieri risulta
che fosse un combattente di
una formazione Gap della
Brigata Garibaldi di Trieste,
ucciso nel ’44 dai collabora-
zionisti italiani». Volk con-
clude: «Anziché per le fiction
o per la “Giornata del ricor-
do”, sarebbe opportuno spen-
dere soldi per una ricerca
storiografica seria e per l’isti-
tuzione della “Giornata della
vergogna” per ricordare le
violenze fatte dalle milizie fa-
sciste in Jugoslavia e in Afri-
ca». Nel finale, il consigliere
Galli (Lega) ha criticato
Volk: «L’esercito jugoslavo
ha ammazzato una popolazio-
ne italiana fra le 12mila e le
30mila persone». Replica del-
lo storico: «Quello che sosten-
gono molti storici è che la ci-
fra più credibile sia di 5000
persone».
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