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Storia della lingua italiana Bruno Migliorini

Capitolo I: dal latino al volgare


Parlato/scritto: nei cinque secoli di Impero romano, sia periodo pagano (pre-editto di Milano del
313 DC) sia cristiano, il latino parlato ha subito notevoli modificazioni.
Allinizio c poca differenza fra parlato e scritto, ma vi via aumenta: nel mondo antico non
esiste lidea si parla come si scrive, ma la lingua scritta ha regole e schemi precisi; resta
sempre legata alla tradizione scolastica anche col trionfo del cristianesimo e lemergere di
nuovi strapi plebei. La lingua parlata, invece, tende alla disgregazione e alla penetrazione
linguistica con i vivaci scambi allinterno dellImpero.
Fonti del parlato: sono di due ordini:
1) scritti: che siano testi dal tono colloquiale (linguaggi di alcuni personaggi del Satyricon,
epistole ecc.), di carattere pratico (agronomia, veterinaria ecc.), iscrizioni su lapidi di
persone normali, sui muri di Pompei e Ercolano ecc.
2) riscontro con i risultati neolatini.
Distinguiamo il latino parlato (insieme di variet del parlato pi o meno colte o volgari) e il
latino volgare (quello basso della plebe, che rimasto nelle lingue neolatine).
Lingue prelatine: le spinte alla diffusione del latino venivano sia dal basso che dallalto. Spinte
dal basso: i latini che si stanziavano nelle colonie per coltivare (la colonizzazione greca era di
carattere commerciale, quella romana agricola) e i soldati che imparavano il latino plebeo
nellesercito. Spinte dallalto: la scuola e lorganizzazione burocratica.
Prima del latino nellImpero cerano:
- non indoeuropee: ligure (poi intaccato dal celtico e dal latino), etrusco (che perduta fino
al IV CD), lingua dei Reti (fino ad Adriano), paleosardo (fino agli Antonimi) ecc.
- indoeuropee: celtico (in Gallia e sulle Alpi fino al V DC), osco, umbro ecc. e anche il
greco (considerato lingua dota e ufficiale nellImpero dOriente)
Il cristianesimo: lespansione del latino non propaganda conscia ma conseguenza del
prestigio di cui gode Roma (poi facilitata dalle sempre migliori vie di comunicazione). Dagli
Antonimi e specie dalla Constitutio Antonina (212 DC) di Caracolla, esso recede a favore delle
province. Segue un periodo di disordine in cui arrivano influenze dalla Gallia; poi con
Diocleziano (tetrarchia) e Costantino (Costantinopoli), Roma assume di nuovo importanza come
centro della cristianit occidentale, e con lespansione della cristianit si espande anche il
latino, per diverso da quello imperiale: un latino pi popolareggiante, il latino cristiano.
Anche la liturgia, prima in greco, inizia ad essere fatta in latino.
Fattori di differenziazione: perch le lingue neolatine e i dialetti italiani sono cos diversi?
Interferenze con la lingua di sostrato. Per i popoli delle province cerano tre fasi:
1) apprendimento del latino
2) bilinguismo
3) abbandono della lingua natia.
Durante queste tre fasi si introducevano particolarit di pronuncia, vocaboli e peculiarit
fonetiche (magari represse in principio e poi riemerse con la decadenza di Roma).
Diversi modi di colonizzazione, che determinano diversi livelli di interferenza; ad
esempio il toscano pi conservativo perch letrusco per troppo diverso dal latino per
mescolarvisi, tuttal pi troviamo particolarit fonetiche come laspirazione intervocalica
della [k]; o la Sardegna, dove il latino classico fa pi fatica a adeguarsi al parlato per via
dellisolamento geografico.
Diversa data di colonizzazione (anche se ci sono eccezioni)
Maggiore o minore circolazione linguistica
Influenza delle lingue dei popoli invasori.
Questi fattori sono variamente assommati.
Distacco dalla lingua letteraria: era sempre pi lontana dalla lingua parlata. Gli scrittori
cristiano si dividono fra chi vuole imitare l retorica classica e chi si vuol piegare a quelle masse.
La lingua letteraria comunque,
a) continua a influenzare la lingua parlata
b) crea nuovi vocaboli soprattutto legati alla religione.
Principali fenomeni grammaticali:

laccento, che diventa intensivo anzich lunghe/brevi

i dittonghi terminano: ae diventa e (breve), oe diventa e


(lunga); au diventa o, prima nel latino plebeo, poi molto lentamente nel letterario


sincope delle vocali atone: tegula = teglia, fabula = fiaba

trattamento delle finali M (gi debole prima elisione metrica),


T (vedi iscrizioni di Pompei; ne restano tracce nel rafforzamento dopo et, aut ecc.), S
(rafforzamento dopo plus, tres ecc. e trasformazione in i in noi, voi ecc.)

palatalizzazione di ci/e gi/e (prima pronunciati ki/e ghi/e)

sparizione dellH aspirata specie in mezzo alla frase (prehendo)

assimilazione dei nessi consonantici (pt, ct = tt, ps, cs = ss)

semplificazione della sintassi: meno flessioni nominali e


verbali, sostituite da morfemi nuovi; sparisce il neutro

scompare il deponente e habeo diventa sempre pi ausiliare;


nascono i tempi composti

paratassi, anche pi semplificata, prevale sullipotassi.


Lessico, voci che sopravvivranno: le parole uguali fra le lingue romanze e il latino classico sono
quelle che erano uguali anche nel latino parlato (pater, mater, homo ecc.). Alcune altre sono
sopravvissute solo nellitaliano (spacus, notarius, agrestis), altre solo a livello regionale o nella
toponomastica (fluvium = Fiuggi, viculus = Vicchio).
Relitti: parole della lingua preindoeuropea esistenti prima del latino in Italia (etrusco, ligure
ecc.), non prestate ma sempre rimaste; sono soprattutto riferite a fauna e flora.
Imprestiti: parole delle altre lingue indoeuropee penetrate con le conquiste (celtico, oscoumbro, germanico pi tardi).
Grecismi: il greco ha molte influenze sul latino classico, specie sul lessico: a noi interessano
quelli penetrati nella lingua parlata e arrivati fino a noi (circa 100). Sono nomi di piante/frutti
(melo, ciliegio), animali soprattutto marini (tonno, balena), oggetti domestici o di lavoro
(ampolla, borsa, trapano), cucina (olio, burro), corpo umano (braccio, stomaco), malattie
(cancrena, spasimo). Alcuni si sono diffusi col cristianesimo; il latino cristiano ha ripreso molto
da greco, ex lingua liturgica (chiesa, prete); alcune parole greche erano a loro volta riprese
dallebraico (angelo ecc.).
Nuove formazioni: ne nascono molte, spesso in concorrenza con le vecchie. Ad esempio nome
di mestiere in arius, nomi femminili in itta
Circolazione linguistica al tempo dei Longobardi: solo col Risorgimento si sald la frattura fra
Nord e Sud; comunque cera una certa circolazione a causa del corridoio bizantino che
seguiva la via Flaminia (Venezia, Bari, Amalfi, Napoli). Il lessico germanico entr nella romanit
in due modi: 1. influenza del superstrato: i sudditi le imparavano e ripetevano ai padroni, 2.
influenza del sostrato: come relitti linguistici (molte di pi).
Franchi: diversamente dagli altri, essi si insediarono nel Nord e nel centro (773) per restarci e
per conquistare posizioni di comando e guadagno. Le loro influenze linguistiche sono poche
perch erano gi molto romanizzati, comunque le parole nuove di questo periodo riferite ai ceti
alti erano sicuramente franche e non barbare.
I Franchi portano il sistema feudale che accentua la frammentazione dialettale.
Bizantini e Musulmani: a contrasto col Nord franco cera il Sud, colonizzato e ricolonizzato dai
Bizantini ed ellenofoni. M il contrasto non solo linguistico m anche religioso, politico e
commerciale; comunque linfluenza germanica pi forte di quella bizantina, anche perch i
musulmani che arrivarono in Sicilia per religione e per rispetto dei sottomessi non si
mescolarono n influenzarono molto i siciliani.
Le latinit medievali: nel medioevo la conoscenza del latino scritte decade enormemente.
Tuttavia il latino medievale una miscela delle norme della lingua parlata (ancora
consuetudine inconscia) e di quella scritta che, fuori dalle scuole di retorica, arrivava in forma
pallida e larvale. Inoltre, la tradizione orale esisteva sicuramente in tutte le zone dellex
Impero; la tradizione colta non i sa e non si sa quanto.
Lapparire del volgare: verso l800 si comincia ad insegnare meglio il latino classico: si fa cos
meno confusione fra latino e volgare, e questultimo sembra sempre pi distinto e autonomo.
Solo nel 900, per, abbiamo i primi indizi di uso pubblico del volgare; il termine fissato al
960.
Lindovinello veronese: una metafora aratura/scrittura risalente a fine 700/inizio 800; non si
sa se fu scritto in volgare o risistemato dalloriginale latino. Anche se ci sono varie ambiguit
(ad es. non si capisce se pareva da parare mettere innanzi o parere apparire), si sente
che un nuovo idioma sta prorompendo.

Influenza linguistica dei dominatori: pi che alla diretta influenza della lingua dei dominatori, i
mutamenti fonologici e morfologici sono dovuti allinselvatichirsi della lingua parlata, ora che
allentato il freno della lingua colta scritta.
Mutamenti fonologici:
o caduta delle vocali atone (pi forte al nord vicino alla Francia e meno al Sud pi legato
al latino) es. dal gotico: haribergo albergo
o dittongamento di e in ie e o in uo (8 secolo)
o passaggio da e protonica in i (de di)
o palatalizzazione di ci, ce, gi, ge
o sonorizzazione delle consonanti intervocaliche
o gruppi in consonante + j ecc. ecc. (???)
Mutamenti morfologici:
o scompare il neutro (ma gi in et imperiale)
o per il plurale ci si orienta su i ed e anzich s
o comparsa e sviluppo degli articoli, dei pronomi personali e del che, unico pronome
relativo
o flessione verbale verso il tipo moderno, nascono i tempi composti e il passivo analitico
o nasce la preposizione da, da de + ab.
La derivazione: si creano molte parole da vocaboli esistenti:
con suffissi (-issa, da germani isk/esco, -ingo/engo, dal francese ardo)
composti (portabandiera ecc.)
sostantivi da participi, viceversa ecc.
diminutivi che in alcuni caso soppiantano loriginale (frater fratello, sora
sorella)
Mutamenti semantici: molti avvengono in correlazione con la vita di quei secoli, religiosa ( cella
da cella a cella monastica, peregrino da straniero a pellegrino) o sociale (slavus da slavo a
schiavo). Nascono verbi formati da nomi, verb compost in sostituzione di semplici, vocabolo
onomatopeici ecc.
Lotta fra parole vecchie e nuove: a volte i neologismi servono per indicare nozioni nuove; la
maggior parte delle volte, per, scalzano le parole tradizionali. Sono per lo pi parole plebee,
dei nuovi ceti delle province che hanno imparato superficialmente il latino tradizionale. Le
parole analitiche, pi facili, scalzano quelle sintetiche (dua o tres vices per bis o ter,
sanguisuga per hirudo), muoiono i monosillabi troppo brevi (os, anche per lomonimia),
trionfano le parole umili e familiari (caballus, mamma).
Geografia areale, caratteri delle innovazioni italiane: Batoli h suddivido la latinit in tre grandi
aree: una centrale innovativa (Italia e Gallia) e due laterali conservative (Iberia e Dacia), infatti
al centro cerano mutamenti che ai lati non arrivarono: alcune parole morirono al centro m
sopravvissero ai lati o si trasformarono al centro e non ai lati (es. laggettivo bello: italiano
bello, francese beau, ma portoghese formoso, spagnolo hermoso e rumeno frumos).
Inoltre, lItalia del Sud pi legata ai vocaboli arcaici, quella dl Nord pi in interazione con la
Gallia.
Mutamenti di significato: alcuni hanno motivazioni varie (os-bucca), altri hanno motivazioni
socio-psicologiche: discus da disco a tavolo (perch il tavolo era rotondo), organum da
strumento a organo della chiesa (lo strumento pi diffuso), ecc. Per parole di duplice
significato, nel parlato prevale quello pi concreto (grado grado e gradino) o pi popolare e
rustico (casa/domus, hortus orto/giardino); per ogni parola che muta significato ne nasce
unaltra per il significato vecchio (bucca/bocca, gabata/guancia).
Semantica cristiana: molte parole mutano significato travolte dalla morale cristiana (fides,
caritas, virtus, salus sanit/salvezza) o si laicizzano dalla fede pagana (lustrare da espiare con
sacrifici a lucidare).
Tarde coniazioni dotte: le parole non arrivano solo per via ereditaria ma anche per coniazioni
dotte. (?).

Capitolo II: 476 - 960


Durante i regni barbarici si perde il sentimento di appartenenza allImpero, anche se si fa
strada il legame religioso della comunit cristiana. Ma vediamo il punto di vista dei barbari.
I Goti: erano gi stati in contatto con i Romani nella zona danubiana, e sia Ostrogoti che Visigoti
tendevano a romanizzarsi; i loro capi spingevano perch prendessero la saggezza romana
conservando il valore barbarico.

Nel 555 capitolano gli ultimi barbari sotto la riconquista di Bisanzio e nel 568 lItalia del Nord
cade sotto i Longobardi.
I Longobardi: avevano carattere militare e provavano invidia e disprezzo per i popoli
sottomessi, molto pi colti di loro. Comunque impossibile sapere quando avvenne la loro
romanizzazione linguistica per scarsezza di dati, ma sappiamo che alla fine erano rimasti solo
pochi nuclei bilingui. Nel 773 c linvasione franca e l romanizzazione linguistica completata
perch i Franchi, gi molto romanizzati, preferiscono da subito usare una specie di latino intriso
di volgarismi romanzi per capirsi.
Comunque, la circolazione linguistica scarsa in questo momento perch le condizioni politiche
ed economiche (piccole comunit intorno ad un monastero o una villa) non la favorivano; solo
qualche mercante o artigiano la portava avanti.
Influenza del latino medievale: la penetrazione delle voci della lingua parlata nella latinit
scritta del medioevo tanto pi forte quanto minore la cultura degli individui. Altre parole
sono entrate nel prlato dopo essere state accolte nello scritto.
Gli elementi germanici: possono appartenere a quattro periodi: pre 476, periodo gotico,
longobardo, franco.
Distinzione dei vari strati germanici:
- distinzione areale: probabilmente sono gotiche quelle voci che troviamo in Italia, Francia
del Sud e penisola Iberica, longobarde quelle solo in Italia ecc.
- distinzione fonologica e morfologica: vocali aperte longobarde, vocali chiuse gotiche
ecc.
- distinzione semantica: alcune parole hanno un significato per i Longobardi e per i Goti
un altro, oppure pu darsi che una parola abbia iniziato la penetrazione in un periodo e
poi in un altro ecc.
Voci germaniche di et imperiale: per lo pi su animali e costumi dei Germani, per cui a
carattere locale; es. tasso, sapone, arpa e werra (guerra su bellum).
Voci gotiche: Visigote (anche il Gallia e Iberia): voci militari (guardia, elmo), di attrezzi (spola),
albergo ecc.; Ostrogote (solo in Italia): fiasco, bega, grinta ecc.
Voci longobarde: molte di pi dei due gruppi precedenti. Hanno carattere militare (strale, salto
ecc.), riferite alla casa (stainberga/stamberga, panca, scaffale), parti del corpo (guancia,
schiena, ma anche negative: magone, zazzera, nappa) e emblematiche delle condizioni dei
Longobardi: schifo. Erano per lo pi parole concrete.
Voci franche: difficile distinguere i vocaboli franchi dai francesismi post-1000: comunque
citiamo bosco (su selva), vocaboli militari (dardo, tregua), attivit commerciali (guadagnare) e
terminologia feudale (feudo, barone, vassallo).
Voci bizantine: difficile stabilire in che periodo arrivarono le voci di provenienza greca; alcune
esistevano solo nei diletti del Sud. Comunque si pu citare: voci domestiche (androne, lastrico),
marinaresche (gondola, ormeggiare), autorit civili bizantine (duca), piante (anguria, basilico).

Capitolo III: i primordi 960-1225


Parliamo delle prime manifestazioni del volgare. Ma si possono considerare tutti i volgari
varianti di una stessa lingua? S, ma solo se chi scrive ha come uditorio ideale tutta la penisola
(dubbio per i siciliani, certo per Dante).
Eventi storici: c uno stacco forte fra il Nord (coi comuni, le citt-stato in lotta fra loro e
governate dalla piccola nobilt e dalla borghesia antimperialista e antitedesca) e il Sud (che, da
diviso fra Bizantini, Longobardi e Musulmani diventa unito coi normanni Ruggero II e poi
Federico II grande accentratore). Linguisticamente, la situazione sar mediata dalla Toscana.
Con Gregorio VII e le Crociate, poi, si rafforzer lunit morale cattolica.
Movimenti culturali: lOccidente cristiano molto influenzato dalla Francia. Si diffondono:
- lideale cavalleresco
- le riforme monastiche: dalla Francia per il Nord, da cassino per il Sud
- il romanico e il gotico nellarte
- linflusso arabo nella scienza e nella filosofia
- nel diritto, la rinascita del diritto romano e canonico
- per la tradizione scolastica, molto importanti la retorica e la grammatica del latino,
tramite cui si ascende a tutte le scienze..
Tardo affermarsi del volgare: perci, tutto finora era scritto in latino, e le variet dialettali
erano considerate inferiori. La letteratura italiana nasce tardi, dopo che si apprezzato quella
doc e doil. Perch?
Perch il latino aveva troppo prestigio

Era molto conosciuto


Era abbastanza simile alla parlata volgare
Era la regola.
Cera qualche sporadico scritto in volgare o in un mix, ma volte per ignoranza, altre per motivi
casuali. Il primo scritto consapevole in volgare sono i quattro placiti cassinesi.
Circolazione di persone: le persone che circolavano erano:
i religiosi, che usavano il latino
i mercanti, che dovevano interagire con la plebe e quindi sapere i volgari
podest forestieri e giullari, che, per motivi diversi, dovevano sapere sia il latino sia i
volgari a seconda di a chi dovevano parlare.
Conoscenza delloc e oil: la letteratura doc (soprattutto) e doil (pi tarda) arrivano al Nord per
contatto, al Sud per linsediamento dei normanni: sono esempi cos belli di letteratura volgare
da invogliare a seguirli.
I quattro placiti cassinesi: sono quattro pergamene del 960, testimonianza di dibattiti per
lappartenenza di alcuni bene di monasteri dipendenti di Monte Cassino. Le parole sono volgari,
ma corrispondono a formule latine: si cerca consapevolmente di attivare un nuovo linguaggio
cancelleresco. Altre forme sono ancora in bilico: ad es., ko dal latino quod che poi confluir nel
che; la c ce g velari davanti a e/i, inesistenti in latino, vengono rese con k o que per che
pronome relativo ecc.
Poi, per un secolo, non abbiamo pi testi in volgare.
Carte sarde: abbiamo due scritti in volgare sardo, importanti perch mostrano che il volgare si
afferma anche nei luoghi pi conservativi del latino, ma comunque rappresentano una
tradizione a s di un dialetto particolare.
Postilla amiatina: una postilla in endecasillabi (ma con le dovute elisioni sono in realt
novenari), aggiunta a una carta notarile dellXI secolo scritta in una specie di volgare scritto
alla latina.
Iscrizione di San Clemente: uniscrizione su un affresco dellXI secolo: il santo fatto parlare
in latino (dignit della lingua liturgica), gli altri personaggi in volgare.
Confessione di Norcia: di SantEutizio, scritta in volgare ma con grandi influenze latine (alcuni
passi in latino, ma anche nella grafia e nella sintassi); seconda met dellXI secolo.
Testi del XII secolo: soprattutto fra la Toscana e la Campania, assenti in Abruzzo e Sicilia. Varie
tipologie:
Testimonianze giudiziarie: importante il gruppo di passi in volgare sulla controversia fra il
Conte Pannocchieri e il fratello Vescovo di Volterra (sempre in Toscana) del XII secolo; c
anche un proverbio popolare della tradizione volgare.
Scritte e ricordi:
- scritte private, XII: non erano regolamentate e cominciarono presto ad essere scritte in
volgare
- postille alle carte notarili, XII: andavano scritte in latino perch ufficiali cos il latino l
dur molto
- libro di conti di un banco fiorentino e bozza dello statuto di Montieri (poi da tradurre in
latino): grafia incerta e sintassi ipotattica alla latina, ma in questi due documenti
dellinizio del XIII secolo la fisionomia del volgare gi evidente
Iscrizione del Duomo di Ferrara: probabilmente un falso del 700; se cos non fosse, sarebbe
il pi antico esempio di endecasillabi (esclusa la postilla amiatina)
Ritmi giullareschi (fine XII inizio XIII):
- ritmo Laurenziano, ottonari: il pi antico; tesse le lodi di un vescovo toscano
pronosticandone il pontificato, sperando che questi gli regali un cavallo; toscano; fine
pratico
- ritmo di SantAlessio, ottonari ed endecasillabi: parla della vita del santo riferendosi a un
cartellone illustrato; fine educativo; marchigiano
- ritmo Cassinesi, ottonari ed endecasillabi: prima una captatio benevolentiae, poi un
dialogo fra due personaggi, uno occidentale e uno orientale; scritto da qualcuno di
molto colto perch accanto a tratti giullareschi (recitazione mimata, cartellone illustrato
ecc.) ci sono latinismo, provenzalismi, francesismi; campano; come il ritmo di
SantAlessio ha un fine educativo e un livello pi alto.
Elegia giudaica sulla dispersione degli Ebrei e l vicende di due giovinetti; ha carattere
religioso ma anche influenza giullaresca; probabilmente della zona delle Marche

Ritmo storici: bollettini di guerra in versi, narrati dai cittadini con lesaltazione della
buona causa; uno bellunese, inserito cos com in una narrazione in latino, e uno
lucchese, iniziato in latino e finito in volgare
Versi volgari in un dramma liturgico: lamento di Maria in volgare meridionale in un
dramma in latino sulla Passione
22 sermoni piemontesi: volgare molto influenzato dal francese (specie nella grafia) e dal
latino; anche qui c il tema religioso
Versi didattici: 189 quartine monorime in settenari, affermazioni e consigli misogini e rudi
scritto per con un volgare fortemente composito (gallicismo, francesismi ecc.)
Rambaldo di Vaqueiras: trovatore provenzale che, provando a scrivere in italiano (perch
un suo personaggio doveva parlare genovese), cerca di adattare il dialetto genovese non
scritto ad una lingua scritta; il suo volgare in forte dipendenza dal volgare anzich dl
latino.
Bilancio di due secoli e mezzo: nonostante le scarse testimonianze, il quadro dialettale italiano
appare variegato ma con centri dinfluenza (ad es. Monte Cassino), tuttavia, per ora tutti i
tentativi sono per fini pratici o comunque non in grado di competere con le letterature doc e
oil.

Capitolo IV: il 200


Vicende politiche: la prima met del 200 segnata dallimportanza di Federico II, Re di Sicilia,
che riordina lamministrazione e la legislazione. Quando muore, il centro dattenzione diventa
Firenze, prima oppositrice di Federico, con la diatriba guelfi ghibellini (1260 Montaperti, 1266
Benevento ecc.); cresce limportanza dei comuni, dei ceti popolari, delle famiglie autorevoli.
Vita culturale: al Sud alla corte di Federico, governata da laici colti, si ha interesse verso le
scienze e le letterature orientali; al Nord pi per i trovatori; importanti lars notariae (diritto) e
lars dictandi (retorica).
La maggior parte degli scritti comunque in latino, oppure traduzioni; hanno un forte
prestigio loil e soprattutto loc (poesia trobadorica e lamor cortese).
Nella scienza trionfa Averro, nella filosofa Artistotele e Tommaso dAquino
Anche La vita religiosa intensa (sia ortodossia sia forme ribelli); nascono i francescani e i
domenicani. Nasce il termine italiano, termine volgare; gi Brunetto Latini nel Tresor aveva
usato Ytalie e Ytalien.
Latino e volgare: si influenzano molto a vicenda; gli scritti in latino sono comunque la
stragrande maggioranza, anche se spesso in forme molto diverse, e spesso trapela luso del
volgare. Il latino considerato molto superiore, ma nella vita civile serve anche il volgare
perch non tutti sanno il latino. Accanto alle scuole vescovili nascono scuole laiche in cui si
insegna meno latino e pi volgare.
Conoscenza del francese e del provenzale: le letterature francesi (soprattutto la passione per
lepopea) si diffusero al Nord per contatto e al Sud per influenza degli Angioini. A Nord (dopo
la guerra albigese che distrusse la vita di corte provenzale) arrivarono molti trovatori alle
corte e si cerc di imitarli. Al Sud invece si emularono e nacque la letteratura siciliana. Cos,
nel lessico entrarono molti gallicismi.
Poesia e prosa darte: si tende a cercare una lingua bella e nobile che possa diventare comune
per tutta lItalia; per solo per la poesia, la prosa nel 200 ancora in latino. Cos la poesia
acquista vantaggio e i due modelli di lingua saranno scissi a lungo.
La scuola poetica siciliana: alla Magna Curia di Federico II sono i primi a ricalcare modelli
(canzoni e sonetti) e carattere (gioco elegante di una societ raffinata sottomessa allamor
cortese) dei provenzali in una lingua nuova. Il pi importante Giacomo da Lentini. Questo
ambiente letterario mor con Federico II e Manfredi, perch non aveva avuto un vero grande
poeta; ma lesperimento era piaciuto e si incominci a ripetere in Toscana e nel Bolognese.
Il siciliano usato non era una lingua completa, ma una stilizzazione artistica del dialetto. Ci
sono francesismi (per influenza normanna) e provenzalismi (per influenza letteraria); non
figurano mai voci provenienti dal continente.
La lingua dei poeti toscani: la poesia toscana nasce sullondata di ammirazione per i siciliani,
non pi poesia di corte ma di una scuola, esercitata da un gruppo di borghesi colti. Ci sono
siculo-toscani e altri poeti di transizione prima di arrivare ad una lingua particolare.
I siciliani avevano 5 vocali e alcuni rime gli risultavano perfette, imitando il provenzale: ma
per i toscani, che ne avevano 7, non tornavano pi e nasce la rima imperfetta. Usano anche
molti pi latinismi.

Guinizzelli e lo stilnovo creano un clima culturale che rinnova i valori di nobilt,


contemplazione mistica della donna. Negli stilnovisti toscani (la maggioranza) c una
continuit di tradizione con i siciliani, ma diminuiscono sicilianismi e provenzalismi,
prevalgono monottonghi sui dittonghi, nel lessico spopolano le nuove parole: nobilt, onest,
gentilezza, piet ecc.
I legami di Dante e Petrarca con lo stilnovo faranno s che abbia grande importanza nei secoli
seguenti.
La lingua umbra e la sua poesia religiosa: San Francesco predic il Cantico delle creature in
volgare (per solidariet con gli umili) in un dialetto umbro illustre, con molte terminazioni i u,
in prosa assonanzata con base musicale a noi ignota. Dopo di lui, il maggiore poeta mistico
Iacopone da Todi, che scrive con moli termini specifici umbri e laziali pi che fiorentini, crea
latinismi e termini nuovi dellUmbria, usa la metafora. Il linguaggio degli umbri importante
ma non lascia tracce nella storia perch non nessuno si entusiasma per loro come per i
siciliani (in Toscana vengono riadattati e spessi travisati) perch sembravano pi plebei.
La poesia religiosa e didattica nellItalia Settentrionale: vengono scritti molti poemetti con
scopi morali, religiosi e didattici: vogliono mettere per iscritto i vari volgari per renderli illustri,
ma (a parte che raggiungono risultati molto modesti) non hanno come scopo la creazione di
una sola lingua padana illustre; ognuno resta fero nelle sue caratteristiche. Saranno ignorati
dai Toscani.
Origini della prosa darte: i volgarizzamenti: si coglie tutte le occasioni per scrivere in volgare:
registri, elenchi, lettere ma anche iscrizioni, prose narrative, popolareggiamenti (Novellino),
bestiari (influenzati dal latino). LUniversit di Bologna si specializza nella lingua notarile
(Studio Bolognese); il latino, nelle scuole laiche, insegnato a partire dal volgare.
Guittone dArezzo tende ad alzare la prosa retorica nelle sue lettere.
Iniziano i volgarizzamenti: dal latino (trattati di Cicerone ecc.) e dal francese (storie del ciclo
dellantichit, romanzi arturiani, Tresor di Brunetto Latini ecc.).
Fatti lessicali: il lessico volgare passa a 4/5000 vocaboli di necessit quotidiana del periodo
pre-anno 1000 a pi di 15000 nel 1300, anche se solo pochi colti li usano tutti, specie in
Toscana. La maggior parte delle parole sono derivate dalle generazioni precedenti: talvolta
alcune scompaiono o entrano in concorrenza con le nuove (se ne creano molte coi
procedimenti consueti, spesso per scherzo); diminuiscono le voci germaniche a favore della
rinascita del diritto romano. Fra le nuove parole, esempi caratteristici sono: comune, popolo,
podest o padrone, quelle relative alla circolazione di denaro, nomi di monete.
Latinismi: moltissimi perch la maggior parte delle cose ancora scritta in latino; non sono
presi, per, dl latino di Cicerone ma da quello di allora. Riguardano: terminologia universitaria
(universit, facolt), filosofica, giuridica, medica, spirituale (spirito, misericordia), scuola
(studio, libro, pagina, capitolo), scientifica e anche termini generici. Comunque non sono
entrati senza resistenze, ma hanno spesso lottato col termine volgare (es. agevole facile);
poi alcuni sono scomparsi, altri hanno attecchito nel linguaggio scritto e altri anche nel
parlato. difficile distinguere latinismi da grecismi, perch con i bizantini si hanno continui
contatti politici, culturali e commerciali.
Gallicismi: difficile stabilire quando e per che via sono entrati in Italia (alcuni, sul
feudalesimo, erano gi penetrati nei secoli precedenti). I gallicismi di ora riguardano: vita
cavalleresca (terminologia del cavallo, caccia al falcone, scudiero, cavaliere), guerra, musica e
poesia, viaggi, commercio, qualche termine domestico. Sono sia di influenza normanna, sia
dei provenzali per contatto col Nord, sia dei siciliani.
Voci di origine orientale: sono arabe (per la dominazione in Sicilia, la predominanza marittima
e limportanza nelle scienze); quasi per niente turchi. Sono arabismi quelli che si trovano solo
in Sicilia; per quelli diffusi anche sul continente difficile stabilirlo. Sono termini di commercio,
di merci, marittimi, matematici, astronomici, medici, sulle istituzioni islamiche. Alcuni termini
scientifico passano dallarabo al volgare tramite il latino.
Altri filoni del lessico: pochi tedeschismi (termini politici, di guerra) e inglesismi (commercio);
qualche scambio fra le varie parti dItalia.

Capitolo V: Dante
Il padre della lingua considerato Dante e non Giacomo da Lentini o altri, perch la sua la
prima lingua capace di tutti gli usi civili e letterari: fa diventare litaliano grande lingua,
degna di alta poesia e speculazioni filosofiche. Dante a favore della divulgazione, come il
maestro Brunetto Latini, crede che le lettere non siano mercimonio ma scienza d condividere

con tutti. Il suo uditorio ideale lItalia (che lui ha molto conosciuto durante lesilio) nelle sue
miserevoli condizioni dinizio 300. Dante le rid un coscienza di unit culturale.
Idee di Dante sul volgare: De vulgari eloquentia, 1301: nei primi capitoli parla da glottologo
(prima sulla favella in generale, poi sugli idiomi europei, che classifica) e poi da letterato (sullo
stile); cerca fra i volgare il pi elegante. Prima elimina quelli rozzi, poi dice che il siciliano ha
avuto grandi poeti ma plebeo, il toscano troppo municipale, il genovese ha troppe z, il
romagnolo femmineo, il veneto ispido: insomma, non lo trova d nessuna parte, cos cerca la
pi semplice unit di misura, il volgare aulico e clericale. Lincompletezza dellopera non ci fa
sapere oltre.
Convivio, 1303/7: nel primo trattato Dante esalta e giustifica il suo uso del volgare per 3
ragioni:
1) perch deve commentare canzoni in volgare
2) per farsi capire da pi gente possibile
3) per amore della propria loquela.
Lingua di Dante dalle critiche giovanili alla Divina Commedia: Dante adatta la lingua a stili
diversissimi, dal siculo-toscano allo stilnovo.
Vita nuova: la prosa datmosfera lievissima, dalta lirica con rigorosa selezione del lessico
(che non c nella Commedia); per lo bello stilo si ispira a Virgilio. Il canzoniere, poi, contiene
anche altre esperienze varie: le rime petrose, la tenzone con Forese, le rime allegoriche.
Convivio: prima opera dottrinale in volgare; sintassi periodica a scopo ragionativi e soffi di
classicit (??).
Divina Commedia: rigorosamente limitato dalla terzina, Dante parte da fondamenti
grammaticali e lessicali fiorentini per poi spaziare a tutte le risorse linguistiche che per
hanno gi avuto consacrazione letteraria; dobbiamo capire fino a che punto la sua lingua pu
essere considerata fiorentino.
Grammatica e lessico della Divina Commedia: il lessico ricco di doppioni, che Dante usa
alternativamente anche a seconda della metrica. radicato alle origini ma guarda anche
intorno a s; usa voci fiorentine di ogni strato sociale, vocaboli di vari dialetti (spesso per
personaggi particolari); i latinismi abbondano nel canti dottrinali o in bocca a personaggi
solenni; non s il greco quindi on usa grecismi tranne quelli presenti gi in opere latine; anche i
gallicismi sono abbastanza, ma non si sa quali sono veramente suoi, cos come i neologismi;
probabilmente sono sue le derivazioni immediate, le altre forme non si sa.
Efficacia di Dante: influisce sullo stile, lessico, metrica, ma anche, in generale, mostra ci che
potea la lingua nostra.

Capitolo VI: il 300


Il 300 importante perch operano i tre padri della lingua. La civilt comunale di Firenze ha
una vitalit prodigiosa: Giotto, scrittori ma anche mercanti ecc.; sale il volgare perch il latino
stava venendo monopolizzato da una cerchia di professionisti.
Eventi politici:
Nord: la vita comunale si trasforma con lemergere di signori locali
Toscana: la vita comunale dura a lungo, ma alcune citt prevalgono su altre
Roma: sempre meno importante per lassenza del pontefice
Napoletano: scarsa vita comunale, Napoli citt dominante
Sicilia: si forma il regno autonomo di Tranacoria
Sardegna: penetrazione catalana degli Aragonesi.
Si diffonde la peste nera.
Vita civile e culturale: molte persone viaggiano: mercanti, naviganti, podest, giudici, maestri,
milizie, uomini di corte; culturalmente, si diffonde lumanesimo, lars nova nella musica e
Giotto e Arnolfo nellarte.
Latino e volgare: da una parte sono in emulazione e antagonismo, dallaltra in stretto
collegamento. Comunque, c una forte tendenza a scrivere in volgare ci che veniva scritto in
latino (anche per influenza dei 3 grandi); limportanza del volgare aumenta sia nelluso pratico
(ad es. molti statuti sono volgarizzati) sa letterario (molti volgarizzamenti di opere latine, molti
autori che scrivevano le loro opere in tutte e due le lingue); nelle scuole (dove ora, a volte,
studiavano anche le donne) si insegnava di regola il latino, ma spesso col volgare come
tramite.
Conoscenza di altre lingue: il francese molto noto, soprattutto al Nord; meno noti il tedesco,
il catalano (specie in Sicilia e Sardegna per influenza degli Aragonesi), greco (diffuso dai centri
di cultura greca Messina e Calabria).

Volgare in Toscana: qui molto pi usato che altrove gi dal secolo prima, a fini, pratici; ora
anche a fini letterari raggiunge livelli altissimi, sia con Dante e Petrarca, sia con gli altri poeti
minori; ha sempre pi esigenze artistiche.
Petrarca: ci che conta sono le sue liriche. influenzato da: Cino, Dante (pi che altro per le
Rime Petrose), i trovatori e i classici latini letti per con uno spirito pi maturo: mischia l sua
toscanit moderna e la tradizione.
Il lessico limitato, lortografia ha una patina latineggiante. Molti i latinismi, si lessicali sia
sintattici.
I provenzalismi sono i soliti gi consacrati, c un francesismi ma perch onomatopeico;
pochissimi neologismi, ma molte perifrasi figurate (liquido cristalli = acqua, amorose vespe =
amore); molte antitesi, parallelismi e figure retoriche in genere.
Boccaccio: nelle opere minori giovanili il suo spirito oscilla fra lamore per gli ornamenti fastosi
e il puro e schietto realismo, e fra prosa e versi.
Nel Decamerone matura, e sadegua alla norma grammaticale del fiorentino del suo tempo,
ricercando per la nobile regolarit (soprattutto quando narra lui). Il lessico molto ricco, ma
non pi fastosa come prima: anzi anche parole plebee o inconsuete, per motivi di tono e
colore locale. Anche nella sintassi appare questo gusto boccaccesco: es. il verbo alla fine della
frase serve per passare veloce sul resto per arrivare allatteso verbo finale.
Culto delle tre corone: il diffondersi del poema sacro scatena ammirazione sconfinata e
numerose imitazioni; nella metrica si diffonde la terza rima e nella lingua linfluenza di Dante
fortissima (la vediamo anche in Petrarca e Boccaccio). Quando si diffondono anche il
Petrarca lirico e il Decamerone, il pubblico ha finalmente a sua disposizione tre grandi scrittori
(quanto mai diversi tra loro ma accomunati dalla passione per la forma) come modello
stilistico e grammaticale.
Preminenza di Firenze in Toscana e della Toscana in Italia: non si sa se giusto considerare
superiore un idioma solo perch ha avuto grandi scrittori, ma in Italia cos e il volgare
fiorentino stato ben presto assurto a lingua pi bella e nobile.

Capitolo VII: il 400


Uscendo dalla tradizione, dovremmo trattare il secolo 375-475, ovvero il secolo senza
poesia. Da ricordare nel 1470 la stampa dei primi libri in volgare.
Eventi politici: i comuni cedono il passo agli stati regionali a regime principesco e oligarchico;
fra essi c forte rivalit, perci quando Francia e Spagna verranno ad occupare le terre
italiane sar impossibile unazione comune. Sono importanti le corti e la vita di corte.
Crolla Costantinopoli (1453), i Balcani sono invasi dai Turchi e arrivano in Italia colonie
albanesi e serbo-croate. Molto movimento di persone e traffici anche con gli altri paesi
mediterranei.
Vita culturale: da Firenze si espande lentusiasmo per lUmanesimo e per la riconquista del
mondo classico, pi importanza e fiducia nelluomo. Dalla cultura medievale, ecclesiastica e
aristotelica, si passa alla cultura umanistica, secolare e neoplatonica.
Nasce la professione del letterato e lo studio della filologia; il proposito imitare i classici.
Anche le arti figurative sono in ascesa e cercano di liberarsi dagli schemi medievali.
I principi di tutte le corti favoriscono gli umanisti (Milano Visconti, Ferrara Estensi, Napoli
Aragonesi dopo la decadenza del periodo angioino).
Prospera linsegnamento, specie dei classici latini; meno del greco, pochi dellebraico.
Aumentano i predicatori nelle pizze e le sacre rappresentazioni per il popolo. Dalla Germania
arriva linvenzione della stampa: prima si stampano i grandi 300isti, poi anche gli autori
iniziano a preoccuparsi di essere compresi e piacere al pubblico; nasce la figura del correttore.
Questo dette un contributo decisivo alla stabilit e uniformit della lingua.
La crisi 400esca: c molta differenza fra linizio del secolo e la fine. Allinizio il latino
esaltato dallUmanesimo e il volgare considerato poco elegante. Per, per gli usi pratici il
latino non adatto e utile, e poi i principi devono avere il favore del popolo, perci usano il
volgare. Se da un lato lUmanesimo deprime il volgare, dallaltro lo riabilita.
Negli ultimi decenni del 400 il volgare maturo e risorge: la fase di Umanesimo volgare; di
nuovo, Firenze il centro.
Latino e volgare: nel primo periodo molti scrivono ancora solo in latino (es. Coluccio Salutati);
nel secondo periodo, i grandi sanno esercitare bene tutte e due le lingue.
Nelluso pratico si preferisce sempre il volgare; nella corrispondenza (pubblica e privata)
dipende dai casi. Molte le traduzioni, pi o meno buone anche perch il latino non si pu
tradurre perfettamente. Qualche traduzione anche dallitaliano al latino (Boccaccio ecc.) e

molti testi misti: ad es. titolo latino e testo in italiano, frasi in latino inserite (soprattutto di
argomento religioso). Questa lingua mescolata non sporadica, ci sono tantissimi testi cos;
alla fine del 400 nasce una stilizzazione artistica di questo ibridismo: la poesia maccheronica.
In essa la grammatica e metrica sono latine, ma il lessico spesso volgare a scopo burlesco.
Si parla molto, pi che del volgare in s, delluso che ne hanno fatto i tre grandi; cos, si
diffonde lidea che il volgare possa esprimere alti concetti se c chi degnamente lo coltivi. Per
questo Leon Battista Alberti promosse una gara di scrittura, che per fall perch venne
considerata sfida e affronto al latino. Comunque, segn linizio dell..
Umanesimo volgare:, che arriver a maturazione con Lorenzo il Magnifico e Poliziano.
Con la fama delle tre corone, sale anche la fama di Firenze per dolcezza, abbondanza,
eleganza del dire. Infatti, si usano ancora senza distinzione i termini italiano, volgare, toscano
e fiorentino.
Il volgare il Toscana: consideriamo soprattutto i testi fiorentini, molto maggiori per numero e
importanza del resto della Toscana. Ci sono mutamenti grammaticali, pi evidenti in prosa che
in poesia, e un aumento notevole dei latinismi per dare un tono elevato.
Il filone popolaresco ha successo per tutto il secolo, e nella seconda met si solleva ai fastigi
dellarte nel cenacolo di Lorenzo.
Mentre i contatti con le altre regioni ravvivano la lirica petrarchesca (con nuovi canti, musiche
ecc.), il filone popolaresco satireggia gli altri dialetti. Inizia ad essere adoperato,
occasionalmente, il furbesco.
Il volgare nellItalia settentrionale: notiamo una maggiore diffusione e un maggiore
conguagliamento interregionale, soprattutto per laccettazione di elementi latini e toscani.
Comunque, nei luoghi pi lontani dalla cultura abbiamo testi pi vicini al parlato e quindi pi
rozzi. Le regioni:
- Piemonte: per la sua posizione periferica e la vicinanza al francese, laccostamento al
toscano raro e scarso
- Lombardia: il volgare favorito sia dai Visconti che dagli Sforza
- Veneto: importante Leonardo Giustinian: lespansione delle sue giustiziane ha diffuso
al di fuori del Nord Italia lapocope in consonante davanti a pausa (amar, dormir). La
fioritura di tipografie a Venezia la rese roccaforte della diffusione del toscano letterario.
- Friuli: si trova il dialetto troppo rozzo, perci si usano modelli italianeggianti o veneti, m
un veneto molto toscanizzato
- Emilia: centro importante Ferrara col Boiardo, che scrive lOrlando Innamorato in un
emiliano illustre ma gi decisamente incline al toscano.
Il volgare nellItalia mediana:
- Umbria: la corte urbinate d molti testi colti e in generale i testi umbri sono ormai non
molto dialettali; nella prosa non letteraria, il solito sfasamento grandi citt-province
- Roma: la lingua poetica ormai quella comune
- Abruzzo: pochi esempi di prosa letteraria, mentre i testi pratici sono fortemente
dialettali.
Il volgare nellItalia meridionale:
- Regno di Napoli: luso letterario e pratico del volgare (scarso con gli Angioini e Alfonso I)
diventa vivace con Ferdinando I; molti gentiluomini napoletani si cimentano con liriche
popolaresche, ricche di dialettalismi ma anche influenze petrarchesche. Un forte avvio
allaccoglimento della norma toscana lo d Iacopo Sannazzaro con lArcadia. Anche nel
Regno di Napoli, per di pi fortemente centralizzato, lattivit periferica molto scarsa.
- Sicilia: la prosa letteraria aveva caratteri grammaticali siciliani, ma il lessico e la sintassi
erano molto toscaneggianti; questo perch le tre corone erano molto conosciute in
Sicilia, e la letteratura toscana e umbra molto studiata.
Italiani allestero: a contatto con forme di varie provenienze, tendevano a forme di coin ed
erano talvolta pi italianeggianti che un italiano abitante in provincia.
La norma linguistica: fino alla fine del secolo, la norma linguistica molto oscillante e
liberante; le consuetudini grammaticali erano aperte in varie direzioni, si poteva seguire il
modello latino o toscano a piacimento. Alla fin del secolo si ha un maggiore avvio alla
formazione di un gusto collettivo grazie a:
spinte di autori e opere famose e apprezzate (Boiardo, Sannazzaro)
la stampa: ha uninfluenza coagulatrice, ogni trascrizione tende ad eliminare
peculiarit dialettali perch gli editori mirano ad un grane pubblico.
Latinismi: dal punto di vista Umanistico il volgare era inferiore a latino; per questo, per la
moda letteraria del versi sdruccioli, si usano molti latinismi (a volte spiegandoli o
aggiungendo un sinonimo), che spesso si tende a vocabulizzare (farne un elenco per

adoperarli alloccorrenza). La grafi oscilla molta ma spesso si riconduce al latino (apto ecc.),
con le desinenze adattate alla morfologia italiana e qualche adattamento fonetico negli
avverbi e nelle congiunzioni (es. ipso isso) per tradizione cancelleresca. Il significato
rimane lo stesso, o quello che si credeva avessero in latino.
Quelli arrivati fino a noi hanno vinto la battaglia, ma nel 400 ce nerano molti altri che
lhanno persa.

Capitolo VIII: il 500


Va dal 1492 (inizio dellet moderna) al 59 (trattato di Cateau-Cambresis) o al 63 (fine del
Concilio di Trento); la diversit di atmosfera dalla prima alla seconda parte del 500 (pi
vicina al 600) netta.
Vicende politiche: Francia, Spagna (ora divenute stati) e lImpero (con Carlo V legato alla
Spagna) fanno le loro guerre di predominio in Italia, superiore culturalmente ma inferiore
per compattezza morale e militare. Nel 1559 si conferma la supremazia spagnola col
trattato di Cateau-Cambresis e ci si adagia nella pace spagnola. Situazione delle regioni:
Lombardia: perde importanza
Piemonte: con Emanuele Filiberto si riorganizza e diventa stato assoluto
Venezia: svolge prudentemente una politica antispagnola, ma perde importanza per
la pressione turca e lo sviamento dei commerci verso lAmerica
Toscana: i Medici tornano (dopo vari vai e vieni) a Firenze e Cosimo riorganizza lo
stato con salda mano
Stato Chiesa: si riorganizza e riconquista Perugina, Bologna, Ferrara
Napoli e Sicilia: sotto il dominio spagnolo, ma contatti col resto dItalia
Sardegna: sotto il dominio spagnolo e isolata.
Gli ebrei vengono allontanati o ghettizzati al Sud, protetti al Nord. In generale c una
tendenza allaccentramento.
Militarmente, la fanteria prevale sulla cavalleria e si preferiscono i sudditi ai mercenari
(come diceva Machiavelli).
Vita sociale e culturale: nellItalia politicamente divisa m culturalmente unita, c intensa
circolazione di persone e molta vita di societ. Col Concilio di Trento e la Controriforma le
polemiche politiche e religiose sono molto limitate e controllate mentre quelle letterarie e
linguistiche (considerate pi frivole) sono pi libere. Nasce la commedia dellarte e le
maschere
Latino e volgare: nel 500 si supera il pregiudizio del volgare inferiore. Vediamo come:
lumanesimo h diviso il latino in due tipi: quello letterario (di Cicerone e Virgilio) e quello
pratico (medicina, diritto, amministrazione e giurisdizione). Quello letterario ormai lingua
morta, per cui il volgare fa meno fatica a imporsi. Anche nelluso amministrativo e giuridico
il volgare si estende sempre pi: i verbali dei processi sono spesso mix. Nella liturgia,
invece, la Chiesa proibisce il volgare. La corrispondenza ora in latino ora in volgare. La
filosofia per lo pi in latino, mentre nella matematica le cose pi pratiche sono in volgare,
cos come in architettura e in musica; astronomia e medicina, materie universitarie pi alte,
sono in genere in latino. Molte miscele e contatti fra le due lingue: in genere, le cose
pratiche in volgare, quelle alte in latino.
Contatti con altre lingue moderne: lo spagnolo era, nel 500, il pi conosciuto, per la
dominazione (molte opere spagnole tradotte in italiano e molti ispanismi); anche il francese
era molto noto; poco il tedesco, anche perch molto diverso. A Venezia erano un po
conosciute anche lingue esotiche (slavo, turco, greco ecc.), pi che altro satirizzate. I
rapporti diplomatici era comunque in latino, anche se Emanuele Filiberto preferiva litaliano.
La lingua letteraria: in atto ununiformazione della lingua colta, ma sono ancora molto
diverse le lingue parlate: lo vediamo nelle commedie, nelle lettere autentiche ecc.
Siamo in un periodo di culto del bello stile, di manierismo, di imitazione petrarchesca e
boccaccesca; ma ci sono molti, fin dallinizio del 500, che criticano questo metodo (i Toscani
in primis) e preferirebbero modellare la lingua letteraria su un fondamento parlato,
piuttosto che sugli scrittori 300isti. Le lingue di corte non sono cos simili da essere una
lingua compatta, ma comunque abbastanza simili da giustificare la proposta dei Toscani.
Nella seconda met del 500 le dispute si placano coi vari trattati e si tende ad unificare la
lingua.
Luso letterario dei vernacoli: la consapevolezza che c ormai una lingua letteraria italiana
fa s che gli scrittori dialettali non mirassero pi a cercare di dirozzare il loro dialetto per
renderlo italiano, ma a riprodurlo realisticamente nella sua rozzezza contrapponendolo al

nuovo italiano letterario. Questo soprattutto nella seconda met del secolo e nella
commedia.
La questione della lingua: molte polemiche nel 500; le 3 correnti erano:
1) corrente arcaizzante, Bembo: egli scrive le Prose della volgar lingua, dialogo a Venezia
fra Giuliano de Medici, Federico Fregoso, Ercole Strozzi e Carlo Bembo (suo fratello e
portavoce).
Libro I: parlano delle origini della letteratura volgare e dellinfluenza provenzale;
Bembo dice che l lingua dello scrittore non deve essere quella del popolo
Parlano della scelta e disposizione delle voci; devono essere belle, chiare e pure,
quindi escludono Dante, a volte troppo rozzo
Libro III: punti pi importanti della grammatica esposti da Giuliano, tratti dal
Decamerone e dl Petrarca.
Bembo retorico, cerca la lingua elegante nellimitazione del 3 grandi 300isti e usa
indistintamente fiorentino, toscano e volgare.
2) corrente eclettica, Colli, Equicola, Colocci, Trissino: vogliono un italiano coin delle
lingue di corte; n imitare il toscano n i 300isti ma fare un mix di tutte le forme colte
delle lingue di corte: contro le forme idiomatiche e pro la nobilt e universalit
dellespressione. Per le peculiarit fonetiche si rifanno al latino. Questa lingua, per, ha
elementi d tutte ma non propria di nessuno
3) tesi fiorentina, Gelli, Giambullari, Salviati, Varchi, Lenzoni: ricevettero anche, nel 1550,
lincarico da parte dellAccademia fiorentina di scrivere una grammatica. Volevano rifarsi
al toscano e al fiorentino perch era il dialetto pi vago e bello.
Nei frontespizi dove si indicava in che lingua si scriveva, troviamo vari modi indicativi di
chiamare il volgare: per lo pi lingua volgare, ma anche lingua materna, lingua toscana (dai
fautori della lingua trecentesca) e meno frequente lingua fiorentina.
Grammatici e lessicografi: grammatica: la prima grammatica Regole grammaticali della
volgar lingua, del 1516 del veneto Fortunio. composta di due libri: morfologia, basta sul
modello dei grammatici latini e con esempi dai trecentisti, e ortografia, incentrata sui
problemi dei settentrionali.
Nel 1525 esce Prose della volgar lingua di Bembo, basato sullimitazione di Boccaccio e
Petrarca (citando anche Dante, Guittone e altri) come fu di Cicerone e Virgilio; ha un grande
successo e molti letterati lo seguirono. Da met secolo i trattati si moltiplicano e esce anche
il primo toscano.
La difficolt formulare regole brevi e chiare per un uso oscillante della lingua: il pi delle
volte i grammatici devono scegliere fra due forme, spesso optano x le pi arcaizzanti e
causando malcontento.
In alcuni studiosi i problemi grammaticali risvegliano interesse filologico: Tolomei, Borghini,
Salviati ecc.
Lessico: dopo le Prose del Bembo appaiono i primi glossari; il primo vero Vocabulario di
cinque mila vocabuli Toschi del Luna, uscita a Napoli del 1536, con errori stranissimi.
Dalla seconda met del 500 ne escono molti, non solo vocabolari ma anche rimari o
raccolte di proverbi.
Interventi di autorit, opera di accademie: 1539: ordinanza di Villers-Cotteret che impone la
lingua volgare in Francia; nel 1560 Emanuele Filiberto ne fa una analoga dicendo che
bisogna scrivere in volgare, ogni provincia il suo (italiano o francese).
Anche Cosimo I fa tenaci tentativi di studiare e regolarizzare la lingua toscana, creando
anche lAccademia Fiorentina.
Importante anche lAccademia della Crusca, dominata nei primi anni dallinfluenza del
Salviati; suo il progetto di creare un vocabolario con lelenco delle voci usate dal 400 ad
allora.
Tentativi di riforme ortografiche: ci furono massicci tentativi dintrodurre segni nuovi.
Giangiorgio Trissino, nellEpistola de le lettere nuovamente aggiunte nella lingua italiana,
propose: per la e aperta, per la o aperta, j e v per la i e u semiconsonanti e per la z
sonora. In altri punti era pi conservatore (es. scriveva ancora statione, pronuntia ecc.). In
generale, molti discussero il nuovo metodo e ben pochi vi si attennero (a parte Tolomei nel
Polito e qualcun altro). Per un insieme di circostanze, pi che altro per il carattere
conservatore dellambiente letterario, i tentativi di riforma dellortografia usuale fallirono.
Laccettazione della norma: la norma lessicale e grammaticale tende ad un crescente
rigore. Si tende ad unortografia pi regolare, a uninterpunzione pi ricca e razionale, alla
limitazione di latinismi, arcaismi, dialettalismi talvolta troppo arbitraria. Ci sono molte
revisioni di testi, sia antecedenti sia da arte degli autori stessi; ad esempio Ariosto, che

dalla prima alla terza edizione dellOrlando Furioso (1516-1532) passa da un padano illustre
ad una lingua conforme al toscano letterario (aderendo, pi o meno pedissequamente, alla
grammatica bembesca; inserisce raddoppiamenti consonantici, toglie le x, articoli moderni
ecc.). Talvolta alle opere vengono uniti dei glossari.
Qualche scrittore, addirittura, sottopone le proprie opere a un competente per farsele
correggere.
Tuttavia, questo adeguamento alla norma molto sentito nellItalia periferica ma meno in
Toscana, dove alcuni lo considerano troppo pedante.
Litaliano fuori dallItalia: nel 500 la cultura italiana h uninfluenza enorme in tutta Europa;
emigrati illustri (Colombo, Leonardo), principesse in corti straniere, ecclesiastici: la
letteratura italiana considerata una delle grandi letterature classiche, ovunque si
petrarcheggi, nascono nuove forme metriche italiane come il sonetto, si diffonde la moda
dellitaliano e si pubblicano grammatiche italiane anche allestero (sono di questi anni Primi
frutti e Secondi frutti di John Florio).
Anche nei rapporti con i Turchi importante litaliano. Dunque, la penetrazione di vocaboli
italiani nelle lingue europee e del Mediterraneo , in questi anni, molto forte.
Grafia: allinizio del secolo, la grafia era quella etimologica imposta dallUmanesimo, cio
basata sul latino. Nel 1501 esce Le cose volgari di Messer Petrarca, curato dal Bembo: di
grafia latina mantiene lh e ti per zi, ma semplifica molti nessi consonantici; tranne qualche
radicale, i pi lo seguiranno. Piano piano la grafia si stacca dal latino e si creano molto
omonimi: atto per apto/acto, orto per hortus/ortus, dei quali spesso ne sopravvive uno solo.
Per chiarezza si introducono gli apostrofi, gli accenti (esemplari dal greco) e linterpunzione,
sempre pi ricca e regolare.
Suoni: allinizio del secolo ci sono molte divergenze fonetiche, anche fra Toscani del Nord e
del Sud, fra poesia e prosa: ad es. dittonghi e monottonghi, er/ar, u breve diventata a volte
o a volte u; nei latinismi, forme plebee e civili, troncamenti pi o meno leciti ecc.
Forme: vengono eliminate o biasimate molte varianti morfologiche plurali in ca/ga co/go
(pratice, grece, equivochi), lui/lei come soggetti, gli per a lei/a loro, i possessivi enclitici
fratelmo, matrema; forme in ia del condizione, passato remoto in ono (scrissono); i
paradigmi erano molto pi instabili che oggi.
Costrutti: tendenza a periodare sostenuto e subordinazione complessa. Alcuni costrutti
particolari ora morti: uso dellarticolo per dimostrativo (il becco del marito ecc.) o per il
nome (la vita di Ges e la di Maria), il tutti senza articolo (tutti mali), ditelemi anzich
ditemeli ecc.
Consistenza del lessico: la conoscenza del lessico aumenta perch aumentano i vocaboli e
le persone. Ci sono molti contatti fra le regioni, ma i letterati formano sempre pi una casta
a s, creano un ambiente chiuso, pesante e conformista e ricercano il grave, leroico, il
pomposo, usano molti latinismi e spagnolismi.
Appaiono molti nuovi vocaboli, anche per la necessit di esprimere nuove cose e concetti.
Per quanto riguarda la vita civile e sociale, citiamo Stato (non pi regime ma territorio),
Signore (non pi solo per chi esercita il potere ma per tutti, per linfluenza spagnola),
contadino (non pi solo abitante del contado ma lavoratore); per la religione, luterano,
ugonotto, protestante, ghetto, ateismo; per la terminologia grammaticale, oltre ai vocaboli
della grammatica latina (vocale, consonante ecc.) ne nascono di nuovi (apocope, sincope
ecc.).
I termini nuovi seguono le fonti consuete di coniazione: onomatopee, suffissi (-ezza, -evole),
prefissi (in-, anti-, pseudo-), composti; anche molti mutamenti semantici.

Capitolo IX: il 600


Dalla fine del Concilio di Trento (1563) / fondazione dellAccademia della Crusca (1583), fino
ai mutamenti filosofici e letterari del 1670 / la fondazione dellArcadia (1690).
Eventi politici: la carta politica dellItalia divisa in staterelli rimane immutata; c il
sentimento di appartenenza ad una sola nazione, ma con voci discordanti specie nelle
periferie. La decadenza economica grave, specie nelle province soggette alla Spagna (la
lotta Francia-Spagna non tocca quasi mai lItalia m vi si ripercuote molto) che devono
fornire omini e denaro; la politica delle province indipendenti basata sul dilemma se
appoggiarsi alluna o allaltra. Alla fine il trattato dei Pirenei (1695( sancisce la fine della
Spagna come grande potenza europea.
Vita sociale e culturale: alla baldanza dellUmanesimo e Rinascimento segue unet di
ristagno; si vive di rendita, prevalgono le questioni di forma, lostentazione e nella religione

la dissimulazione. Firenze non ha pi posizione di rilievo (anche se Galileo e i suoi la


rendono centro scientifico), anzi la sua pacata compostezza fa da remora allondata di
barocco che arriva da Napoli e da Roma, centro politico e diplomatico del mondo cattolico.
Losservazione e il raziocinio si impongono, si sente lesigenza di trovare leggi
obiettivamente constatabili; la vecchia erudizione e le nuove scienze si incontrano nelle
accademie, che fioriscono nel 600. Inoltre, si cominciano a stampare periodicamente notizie
su avvenimenti politici o di cronaca; nascono i giornali.
Latino e italiano: il latino domina nellinsegnamento universitario e nella maggioranza delle
trattazioni filosofiche; escluso Galileo, che inizia a scrivere in italiano e sar criticato perch
dicono voglia far presa sugli indotti. Le scienze mediche usano per lo pi il latino, ma gli
scritti pi pratici (es. trattati di ostetricia, veterinaria) usano il volgare. Nella legislazione il
volgare fa grandi passi, pi di tutti in Toscana, meno nello Stato della Chiesa. Nella vita
pubblica (cerimonie, recite teatrali, prediche dal pulpito ecc.) volgare e latino sono
continuamente giustapposti.
Scritti letterari e scritti pratici: il fenomeno del 600 il barocco. Questo filone suscit forte
entusiasmo, ma dur poco, vene subito a noia e se ne and senza lasciar tracce. I barocchi
erano irrispettosi verso il passato: gli scultori coprivano di svolazzi le vecchie chiese e gli
scrittori sprezzavano le opere passate. Anche loro avevano il concetto di stile nobile, ma
al contrario dei 500eschi ammettevano tutti i tipi di vocaboli, anche tecnici e scientifici (es.
Adone).
Il barocco fu anche criticato, specie in Toscana dove dominava il rispetto per i 300isti e un
atteggiamento razionale (influenza di Galileo).
Altre mode 600esche sono: la poesia eroicomica e giocosa, il ditirambo, la satira:
interessanti pi che altro dal PDV linguistico, parole popolari, plebee, dialettali. La prosa
scientifica mescola ancora scienze e lettere (vedi Galileo); mirano allevidenza e alla
chiarezza e il loro target sono persone colte ma non specialiste.
Abbonda il volgare anche negli scritto legali, storici, politici e ancor pi pratici; tanto pi
vogliono avvicinarsi al popolino, tanto pi troviamo vocaboli addirittura dialettali e in
vernacolo.
Artifici del concettismo: il parlare figurato, usato da sempre, ha il boom nel 600: si cercano
continuamente metafore, anche perch quelle troppo usate perdono valore espressivo e se
ne cerca sempre di nuove e spesso si accumulano. Molto usati e ricercati gli epiteti, antitesi
(di concetti, concreto/astratto, lirico/popolare), paronomasie (bella ribella, oscena scena),
figure etimologiche, antonomasie, enumerazioni ed enigmi (il cui piacere sta nel risolverli,
cos come nelle metafore). Nei titoli e nei nomi accademico si spazia con la fantasia: per i
primi metafore vistosi e sinonimi ambigue, per i secondi giochi (vocaboli riferiti al grani per
gli accademici della Crusca, anagrammi per altri ecc.); va di moda la lingua inoadattica,
sostituire le parole con altre che iniziano uguale: vi riverisco di tutto cuore/cuoio. Tutte
queste figure non sono inventate nel 600, ma ora se ne fa uso senza discrezione.
Uso effettivo e uso riflesso dei dialetti: nel parlato predominava il dialetto (tranne che
qualche persona molto elevata); nello scritto il dialetto veniva talvolta usato, ma non per
rivolgersi al popolo bens per: 1) dare un colore espressivo, 2) mostrare attaccamento alla
patria.
Il vocabolario della Crusca: curato da Bastiano de Rossi, usc nel 1606 e riassumeva
lattivit lessicografica della Crusca: si basava sul fiorentinismo arcaizzante (specie 300isti)
e voleva conservare la lingua. Rispetto ai vocabolari precedenti aveva molti pi vocaboli,
molte suddivisione e cercava di definire (anche con esempi di prosa e poesia) anzich solo
dire un sinonimo; anche se aveva un aspetto arcaizzante (per linfluenza di Salviati, la
mancanza di voci tecniche, le molte voci arcaiche), nessuna lingua godeva di un
vocabolario migliore. Ve ne furono altre 2 edizioni nel 600, senza grosse differenze.
Discussioni sulla norma linguistica: avvenivano spesso fra persone colte, che si schieravano
pro o contro la Crusca; ricordiamo:
- il batti e ribatti fra il Beni (professore padovano offeso che la Crusca non considerasse i
letterati veneti) che scrisse lAnticrusca e il Pescetti, a favore della Crusca
- il Tassoni, accademico deluso dalle troppe anticaglie, voci moderne mancanti e idiotismi
fiorentini del Vocabolario
- i senesi, uno dei quali, Politi, tradusse tutto il Vocabolario in senese
- gli autori della satire, che usavano le frasi in toscano arcaizzanti
- i pi moderati si limitavano ad esprimere il loro dissenso e a dire come lavrebbero
scritto loro
- i grammatici, che accettarono il canone della Crusca

qualche accademico pi aperto (es. Magalotti) che cercava di introdurre voci pi


moderne.
Grammatici e lessicografi: vengono pubblicate molte opere sullargomento (Pergamini,
Buonmattei, Cinonio ecc.) che mostrano che 1) era molto vivo linteresse per largomento,
2) era molto sentito il bisogno di aver delle regole. Si dissertava di grammatica (ortografia,
interpunzione, pronuncia) e del suo rapporto con lo stile.
[salto di paragrafi]
Consistenza del lessico: secolo di aggiunte numerose, per vari motivi: societ formalistica e
cercatrice di novit, progressi nelle scienze ecc.
Molti vocaboli e significati nascono
- dalle riflessioni e polemiche sulla lingua: brillante, concetti, lambiccato, esagerare,
formalizzare;
- dalla vita religiosa: Eminenza, missionari, e dalla vita sociale: nepotismo, lubrico,
peccaminoso;
- dallarte: pittura di genere, caricatura, opera, scenari, macchinista, Pulcinella
- mezzo di trasporto: portantina, calesse
- oda: pastrano, marsina
- cose esotiche; cioccolato, caff, t, pipa
- guerra: fucilieri, granatieri
- terminologie delle varie discipline: es. terminologia giuridica (espressioni latine che
cercano traduzione), scientifica (si combatte fra o scegliere espressioni popolari, come
voleva Galileo, o latinismi/grecismi; questo porta spesso a doppioni come
cannocchiale/telescopio, specola/osservatorio)
- dialettalismi, non tanto di sostrato quanto di altri dialetti per il diffondersi degli usi e
costumi locali (es. Neri, fiorentino, per parlare dellarte vetraia usa termini veneziani)
- voci onomatopeiche: cicisbeo
- derivazione: formazione di femminili, alterati, suffissi (-ista, -aggine, -eria), prefissi
(soprattutto arci- oltre ecc. per la tendenza alliperbole), composizione (spesso brevi
capricci stilistici a scopo scherzoso, ad es. i ditirambi con pesciuomo, struggicuori ecc.,
altre volte necessit di termini per le scienze, la giurisdizione, a filosofia; allora si
cercano composti soprattutto dal greco, visto che in latino la composizione era poco
frequente; cosmologia, termometro)
Nascono molti vocabolari dopo quello della Crusca: varie comparazione fiorentino/senese o
fiorentino/romano, molti vocabolari a scopo pratici con termini anche non toscani.
In generale i pi sono contro gli arcaismi; anche perch molti erano ancora vivi nella lingua
poetica, ma molti altri sono forzati. Di tutti gli arcaismi ricordati in questi anni, solo qualcuno
riusc a riprendere vigore.
Latinismi: se ne fanno molti, soprattutto per i termini specifici delle discipline; per i vocaboli
generali c pi resistenza perch il latinismo ha un tono troppo tecnico. Tutta Europa ricorre a
latinismo e spesso ci si rubano fra noi: si usano termini di altre lingue che loro hanno preso
dal latino. In Italia li preferiscono soprattutto i non toscani. I grecismi sono in genere adattati
attraverso la forma latina
Forestierismi: ce sono moltissimi. Nella prima parte del secolo continuano a penetrare gli
spagnolismi (soprattutto nel lombardo e nel napoletano): riguardano vita sociale, militare,
oggetti domestici, cibi, giochi; molti poi scomparvero perch legati a cose poi sparite.
Per via spagnola penetra qualche voce tedesca, fiamminga, americana, orientale.
Da Luigi XIV iniziano a prevalere i gallicismi e superano gli spagnolismi (soprattutto in
Piemonte); riguardano la vita sociale, militare, moda, balli, mobili,trasporti ma anche parole
generali: azzardo, rango, gabinetto o modi di dire come fare il diavolo a 4, presso a poco. Molti
saranno poi eliminati.
Pochissimi i forestierismi di altre fonti.
-

Capitolo X: il 700
Va dal 1690, fondazione dellArcadia, al 1783 (soppressione della Crusca) / 1796 (invasione
francese); da ricordare nel 1748 la pace di Aquisgrana.
Eventi politici: la pace di Aquisgrana linizio di un lungo periodo di pace; prima, varie vicende
belliche (es. annessione Sardegna, che passa dalla lingua spagnola allitaliana). Le maggiori
dinastie si estinguono e gli stati che dominavano si avviano sulla strada delle riforme, mentre
gli altri restano arretrati (Genova deve cedere la Corsica alla Francia). Sui mari sempre pi

forte lInghilterra. In questo secolo, la guerra di secessione americana e la Rivoluzione


Francese.
Vita sociale e culturale: nasce il cosmopolitismo: in parole povere, lItalia si rende conto di aver
perso il primato culturale europeo e di essere poco coesa rispetto a Inghilterra, Francia ecc.
La corrente principale il razionalismo, i miti la Ragione, Natura e Genere Umano; il
cattolicesimo molto attaccato, introdotta la massoneria. Gli illuministi richiedono riforme,
aboliscono istituzioni sorpassate, fanno progresso nella vita civile; i nobili sono riluttanti, le
plebi passive, la borghesia in ascesa.
Nascono le Accademie locali e lArcadia, Accademia nazionale di stile e garbato edonismo.
Nella musica fiorisce il melodramma, va forte il commercio, lindustria passa dalla fase
artigianale alla meccanica; le scienze non sono ancora totalmente separate dalle lettere, ci
sono i primi esperimenti aeronautici.
La lingua parlata: fuori dalla Toscana, litaliano si parlava poco (per la predominanza dei diletti)
e male (per la dipendenza da un oscillante uso scritto).
Scritti in versi e scritti in prosa: entrambi hanno peculiarit grammaticali, lessicali, stilistiche, e
gli studiosi considerano dote cospicua dellitaliano questa distinzione.
I primi decenni sono dominati dallArcadia: si ha una reazione agli abusi del 600, il ritorno al
canone dellimitazione (sia 300 che 500) e la perizia formale.
Domina la forma della canzonetta, che con laiuto della musica pi raggiungere il popolo;
importanti anche i melodrammi di Metastasio, con un linguaggio poetico sostenuto eppure
semplice.
Nella prosa dominano le opere storiche, politiche, economiche, giuridiche (i cui autori sono
chiamati comunque letterati); leconomia un nuovo campo di attivit che cerca un
linguaggio pi possibile concreto, preciso, piano accessibile.
Si inizia a sentire linfluenza francese e fine secolo troviamo colori preromantici; aumento le
traduzioni.
Discussioni sulla norma linguistica: il punto di discussione principale se scrivere toscano o no;
lArcadia aveva operato unazione restauratrice in favore del principio di imitazione, ma perch
imitare i remoti 300isti cos lontani dal gusto attuale? Ci si divide fra pro-Crusca e anti-Crusca,
alcuni preferiscono coltivare i 500isti; fra questi ultimi spicca il gruppo illuministico milanese:
era vero s che il fiorentino era pi elegante e scrivibile, ma in alcuni punti stomachevole,
arcaico o sconcio.
Esponente pro-Crusca: Alfieri, che segue ilbellidioma toscano e scrive un sonetto
rimpiangendo l Crusca dopo la sua abolizione.
Esponente anti-Crusca: Cesarotti, che propone di istituire un Consiglio nazionale della lingua
con lAccademia fiorentina affiancata ad altri consigli provinciali. Egli sar per critico perch
considerato troppo aperto ai francesismi, molto abbondanti e altro importante punto di
discussione.
Grammatici e lessicografi: per lo pi legati a concezioni rigidamente conservatrici e presentano
poche novit. La Crusca esce con nuove edizioni, che rinfocolano le polemiche e alla fine la
voce dei malcontenti vince e la Crusca fusa con lAccademia fiorentina e degli Apatisti.
Vanno i voga poi le grammatiche regionali, nonch i vocabolari speciali (filosofici, medici ecc.) e
i dizionari bilingui (inglese, francese).
Latino e italiano: litaliano continua a guadagnar terreno sul latino, che mantiene per alcuni
campi:
- lettere di argomento considerati troppo elevati per il volgare
- opere di erudizione storica
- alcuni campi delle scienze, ad es. botanica
- opere teoriche del diritto
- liturgia e insegnamento secondario + universit: si iniziano per a sentire voci che
vorrebbero sentire questi tre campi in italiano.
Poi dipende dalla tradizione delle varie citt; ad es. a Bologna il latino ancora radicato.
Uso scritto dei dialetti: usato spesso dai letterati che vogliono rivolgersi a strati pi profondi
(seppur ristretti geograficamente). Il teatro mette in scena spesso personaggi di varie lassi
sociali che parlano dialetto (specie i pi osservatori della realt come Goldoni); ugualmente le
commedie.
Si pubblica qualche dizionario dialettale, oltre che per scopi pratici anche per un embrionale
interesse scientifico; alcuni pensano che la raccolta di voci dialettali possa in futuri
incrementare litaliano.
Rapporti con altre culture e lingue europee: in un secolo cosmopolita era necessaria la
conoscenza delle lingue: prima fra tutte il francese (la Francia dominava in europea per

filosofia, politica molti sovrani italiani imparentati coi francesi - , letteratura, scienze),
soprattutto in Piemonte, vicino a bilingue, e a Parma, centro dirradiazione francese grazie a
Filippo di Borbone (genere di Luigi XIV). Molti francesi si stanziavano in Italia e viceversa, e il
francese era lingua internazionale in tutti gli stati. Soprattutto fra i giovani eleganti era di moda
il francese. Abbondano i francesismi nei dialetti.
Seppur molto meno del francese, anche linfluenza inglese ampia, perch se ne ammirano
molti aspetti: istituzioni, filosofia, scienze, industria, letteratura (si comincia ora a tradurre i
classici); linglese poi serve molti ai commercianti.
Lo spagnolo in regresso: le due dinastie in Italia perdono attaccamento con la Spagna e
anche in Sardegna perde lentissimamente terreno.
Scarsa la conoscenza del tedesco, nonostante linfluenza politica austriaca; comincer a
diffondersi solo in et preromantica.
Nelle altre nazioni europee litaliano ancora abbastanza conosciuto fra le persone colte,
grazie soprattutto alla musica.
[salto di paragrafi]
Consistenza del lessico: si scontrano la tendenza conservatrice e la tendenza innovatrice, che
vuole ribellarsi alla tradizione ove non rappresenti natura e ragione; soprattutto per i
francesismi.
Assumono significati pi ampi e nuova moda filosofi, lumi, letterato, ragione/sentimento,
genio/ingegno, emozione, sublime, cosmopoliti, patria-patriota-patriotico, democrazia,
dispotismo, risorgimento; dalle opere letterarie vanesio, lillipuziano; secentismo diventa
spregiativo; nuove invenzioni: pianoforte, ventilatore, tascabili, lotto; nel campo giuridico
manomorta, nelleconomia economia politica, monopolio, concorrenza, capitalismo,
censimento. Lo sviluppo delle scienze produce una enorme modificazione della terminologia in
tutta Europa, a cui lItalia partecipa molto in certi campi, meno in altri. Ad es.
Osservazione della natura: trattandosi di fenomeni sparsi nel mondo, si usano molto
vocaboli stranieri, esotici e dialettali
Botanica e zoologia: si attinge molto dal latino, e spesso si traduce poi in italiano
Molte scoperte incidono sulla vita sociale e perci si cercano vocaboli semplici per essere intesi
largamente: oculista, scarlattina.
Altri vocaboli derivano da usi e costumi di altri paesi (che a volte hanno attecchito, altre sono
rimasti enciclopedici); es. vampiro, insorgenti.
Vi sono molte derivazioni e molti composti, ma sono neologismi creati per lo pi per vezzo
stilistico e non rimangono.
Il linguaggio poetico: nel 700 come prima si ha la concezione che il linguaggio della poesia
debba essere diverso dalla prosa; nonostante qualche tentativi realistico di usare parole
prosaiche o tecniche, prevale lo sforzo di trovare perifrasi eleganti tipo onor del mento=barba.
Arcaismi: la lingua poetica li ammette, la prosa spontanea no, la prosa ricercata ne abbonda;
anche perch per imparare la lingua dovevi studiare il Boccaccio e la Crusca e perci erano
inevitabili; fra i maggiori sostenitori, Napoli; fra i maggiori detrattori (molti pi che i primi) il
Baretti, che odia soprattutto conciossiach. Alcuni arcaismi hanno per vinto la oro battaglia e
sono entrati nella lingua comune: altezzoso, caparbio, tiepido, in bilico ecc.
Dialettalismi e regionalismi: non si trovano nella poesia o prosa elevate, ma abbiamo visto che
nella lingua scientifica s: ad es. termini di agricoltura e marina, economico-amministrativi. Ma
anche narrazioni di cose familiari, lettere private, appunti personali, commedie.
I dialetti ancora vivi forniscono molti vocaboli allitaliano, perch l o non esistono, o non sono
abbastanza noti.
Quando ci sono sinonimi, in genere il vocabolo nazionale prevale su quello locale; ma alcuni
rimangono: pupazzo, cocciuto, bocce (romanesco) o iettatura (napoletano).
Latinismi: in un secolo di correnti antitradizionaliste, troviamo comunque molti latinismi, specie
nei campi di A) scienze (anche grecismi e per esigenze terminologiche), B) poesia neoclassica
(specialmente in alcuni autori, Vico, Salvini, Parini, e perch tornavano bene coi versi
sdruccioli). Alcuni entrano per tramite francese, qualcuno inglese ce qualcun altro tedesco.
Molti anche i composti e derivati.
Francesismi: londata aumenta ancor pi e tocca tutti i campi. Ricordiamo: vita sociale, moda e
giochi, casa e arredamento, mezzi di trasporto, vita militare e navigazione, economi, arti,
scienze (pi che altro latino-francesi o greco-francesi); molti termini generali mostrano
lampiezza della penetrazione (pap, risorsa).
I sono anche locuzioni che ricalcano con parole italiane analoghe locuzioni francesi: gioco di
parole, sangue freddo, far la corte, belle arti. Il francese fa poi da tramite a termini che
provengono da Spagna, Inghilterra, lingue nordiche e anche paesi esotici.

Un francesismo poteva essere accolto: 1) adattandolo alla fonologia e grafia italiana, 2)


accettandolo tale e quale, 3) riproducendolo con un calco. Nel prima caso, la parola ci giunta
per via popolare; negli altre due, ha provenienza colta.
Altri forestierismi: i pi dallInghilterra, m poco riconoscibili perch a) anglo-latinismi, b) mediati
dal francese. Es. Mirlordo e Miledi, pamphlet, gnomi. Qualche altro vocabolo arriva dal tedesco
e dalle lingue slave. Dalle relazioni di viaggi arrivano vocaboli orientali e americani.

Capitolo XI: il primo 800


Va dal 1796 (invasione francesi) al 1861; date intermedie importanti il 1815 (congresso di
Vienna) e il 1848.
Eventi politici: il consolidamento della potenza francese in tutta lItalia porta s tributi di sangue
e denaro, ma anche i benefici delluguaglianza civile; con la morte di Napoleone per finisce
tutto e si ricompongono gli antichi staterelli. I moti del 21, 31 e 48 mostrano il maturarsi
dellidea di Italia unita, concretizzato nel 1861, dopo la campagna franco-piemontese contro
lAustria, i plebisciti di Toscana e Emilia (1859), e limpresa di Garibaldi (1860).
Vita sociale e culturale: gli eventi principali sono:
Solidarizzazione di numerosi esiliati nelle varie citt
Pi contatti fra classe e classe in senso verticale, anche e il Risorgimento
essenzialmente borghese
Amministrazione pi moderna
Si introduce il sistema metrico (che persiste), il calendario repubblicano (che
scompare), redatto il codice civile
Aumenta la stampa periodica: Conciliatore, Politecnico; inizia la pubblicit
Nellarte, gusto neoclassico sotto Napoleone, dopo neoclassico e romantico; vita
teatrale fervida
Insegnamento obbligatorio fino a 9 anno (legge Casati) ma senza sanzioni; solo le
classi pi elevate sono veramente istruite. Le Accademie attive sono poche, viene
ricreata la Crusca; luniversit ancora in latino
Nuove invenzioni: vapore, telegrafo, gas, stenografi, litografia, fotografia.
Principale tendenze nel mutamento linguistico: linvasione francese e tutti i neologismi e
francesismi suscitarono dopo un po una reazione dai letterati, che volevano ristabilire il
principio dimitazione (del 300 e 500). Dal 1816 parte la polemica sul romanticismo, che
rinnega limitazione per una letteratura della nuova Italia giovane, pi vicina alla lingua parlata.
Sorge il problema dellunit della lingua, non tanto per gli imitatori (dovevano solo scegliere il
modello) quanto per i romantici (a quale parlata rifarsi? Molti cercano di trovare soluzioni, in
primis Manzoni).
Entrambi gli stili servirono: il classicismo contro sciatteria e francesismi, il Manzoni contro
arcaismi e retorica.
La lingua parlata: anche se si intensificano gli scambi fra regioni, litaliano resta comunque una
lingua scritta; per farsi capire dal popolo occorre parlare in dialetto. Anche se per lo pi questa
necessit non era molto sentita, in genere gli scrittori ammiravano il fiorentino e cercavano di
conformarvisi, ad esempio Foscolo e Manzoni, il cui ideale la lingua parlata dai fiorentini colti.
Il linguaggio della prosa: si distingua prosa quotidiana da quella con intenzioni darte: storia,
orazioni, dissertazioni generali, epigrafia. I classicisti 800eschi si ispirano al 300 e 500 (il 700
invece una vergogna), non vogliono forestierismi o neologismi ma parole nobili, anche poetiche
e vaghe (Leopardi).
Estremisti dei classicisti sono i puristi, che amano solo il 300 e non il 500. I classicisti ebbero il
merito di far scomparire alcune barbarismi e inserire parole alte.
I romantici, al contrario, volevano conformarsi ai contemporanei anzich agli antichi e volevano
un linguaggio naturale e spontaneo; il genere preferito il romanzo storico (Scott) e vanno di
oda temi medievali (castelli, fate, streghe, scheletri ecc.). Vorrebbero ravvivare la lingua
accostandola al parlato: ma visto che un unico parlato non c, scelgono o quello della loro
regione o il Toscano (come fece Manzoni). La lotta classicisti-romantici perme questo periodo
ed riscontrabile in ogni prosa.
Il linguaggio della poesia: molto legato alla tradizione sia per grammatica sia per lessico; si
evitano vocaboli moderno con equivalenti antichi, latini o perifrasi; termini speciali o troppo
familiari sono accettati solo in genere poco nobili o casi particolari. I romantici cercano di far
valere i loro principi anche in poesia, ma si imbarazzano e ne esce uno strano mix modernoantico.
Piano piano, i vocaboli arcaizzanti (e, un po meno, i latineggianti) cadranno.

Nella poesia di tono minore, invece, c meno contrasto e pochi vocaboli arcaici.
Discussioni sulla lingua: varie posizioni:
Puristi: Antonio Cesari, prete, sosteneva che dal generale inquinamento era possibile
salvarsi solo tornado alla lingua del 300, ma non ne dava alcuna dimostrazione e
elencava a caso barbarismi pensando di scandalizzare il pubblico; altro purista il Puoti.
Vincenzo Monti: rappresentante delle esigenze del classicismo; di pi ampio respiro,
scrisse Proposta di alcune aggiunte e correzioni al vocabolario della Crusca; voleva
trovare un accordo con la Crusca per un italiano illustre, contro il provincialismo e
larcaismo rancido e a favore dellanalisi anche della lingua scientifica. Ebbe molto
successo e seguaci.
Alessandro Manzoni: rappresentante delle istanze romantiche, vuole che il problema
della lingua sia un problema civile. Fin da giovane cerca un lingua comune e la trova nel
fiorentino, che scopre avere punti in comune con la sua lingua, il milanese. Nel 1827
va a lavare i panni in Arno, parla coi fiorentini colti e alla fine riscrive i Promessi Sposi
sostituendo parole letterarie (che non aveva uditi a Firenze) con altre pi familiari
(accidioso uggioso, ambedue tutte due) o con varianti fonetiche fiorentina (lione,
angiolo, dimandare, limosina; monottonga gli uo, usa pi lui anzich egli). Anche se in
qualche caso non riesce ad adeguarsi al fiorentino, raggiunge il suo scopo: riaccostare lo
scritto al parlato, dare un colpo mortale ai fronzoli retorici della letteratura italiana.
Scrive poi anche saggi sulle sue opinioni sulla lingua: che litaliano a Firenze e che
lunit linguistica non devessere solo scritta ma parlata.
Grammatici e lessicografi: nella grammatica lopposizione fra grammatica logica, ragionata
e ???(chiedere).
Lattivit lessicografica ferve col ristabilimento dellAccademia della Crusca, che fa la 5 dizione
del Vocabolario (scontrandosi con Monti); fra le altre opere lessicografiche, molti vocabolari
dialettale, alcuni elenchi di barbarismi, di prole belle e poco note, vocabolari metodici, il
Dizionario dei sinonimi di Tommaseo, vocabolari dallinglese o dal francese.
Rapporti con le altre lingue: influenza del francese diventa enorme nellet napoleoniche,
specie in Piemonte; tanto che qualche scrittore scrive opere in francese, anche perch una
lingua pi stabile rispetto allincerto italiano.
Il tedesco (nonostante la dominazione ostrica) e linglese sono meno noti, ma comunque ci
sono traduzioni.
Ancora molto noto il latino, un po meno il greco.
Al di fuori, litaliano poco studiato, solo quel minimo che serve per il canto; anche sulle coste
adriatiche orientali le culture illirica e greca stanno risorgendo e litaliano come lingua culturale
sminuito; anche se ancora parlato e scritto nelluso diplomatico e il rumeno (lingua in
crescita) si ispira molto allitaliano.
Oscillazioni nelluso: in periodi di ricambio linguistico come questo, c in genere un processo di
selezione; ma in questo momento poco, perch la differenza prosa/poesia e di vari registri
linguistici consente di tenere molti doppioni.
Consistenza del lessico: linvasione francese fa s che molti vocaboli prima dora riferiti alla
Francia diventano applicabili alla realt; arrivano anche vocaboli nuovi (molti dal Codice
napoleone), alcuni spariscono, altri si radicano. Anche la Restaurazione porta vocaboli nuovi; in
generale, le turbolente vicende politiche portano il moltiplicarsi di vocaboli sulla vita politica: su
sette (carboneria), gruppi (liberali, fusionisti), anche affettivi, spregiativi, ironici.
Molti vocaboli anche sulla vita letteraria neoclassica, purista e romantica; per questultima
molte parole del campo sentimentale, con valore allusivo e generiche (Leopardi), simili al
linguaggio del melodramma.
Il giornalismo politico oscilla fra classicismo e romanticismo.
Molti forestierismi scatenano la reazione dei puristi, che riescono a farne abolire qualcuno.
Minore remore verso parole nuove per cose della vita pratica: abbigliamento (pantaloni), danze
(walzer), oggetti (sigarette, fiammiferi), mezzi di trasporto (omnibus), termini scientifici
(chimica, medicina, zoologia, botanica, geografia e nuove scienze: linguistica, antropometria
ecc.)
Nella derivazione troviamo molti stra-, supra- e in-, i soliti suffissi pi oide (e molti izzare,
alcuni modificati dai puristi, es. mobilitare); i composti i soliti. Molti mutamenti semantici: es.
assumono valore politico rosso, destra e sinistra; domestico preferito a servo. Spesso
troviamo doppioni o terne (particolarit dellitaliano), anche varianti come tremuoto/terremoto,
nodrire/nutrire, o er- fiorentino vs ar- del resto dItalia (lazzer/aretto, santer/arella). Molte
varianti sono causate dal mantenere o no la grafia originale: bur/bureau, valz/walzer.

Voci popolari moderne: ora pi che mai, col romanticismo, si accolgono voci popolari nella
lingua letteraria (anche se si varia molto per autore, tono e argomento). Per i toscani
spontaneo, i non-toscani (in primis Manzoni) le vanno a cercare (non solo dal fiorentino ma
anche, ad es., dal livornese a vanvara), a volte esagerando o usandole a sproposito: entrano
nelluso comune becero, vattelappesca, sbarcare il lunario, spadroneggiare. Ognuno mette
anche dialettalismi della sua regione: ad es. i PS del 27 sono pieni di lombardismi per lo pi
involontari.
Rarissimi i dialettalismi nella lingua poetica, solo in qualche poesia di tono familiare.
Voci letterarie ed arcaiche: molte parole morte nella lingua poetica, non solo i classicismi ma
anche i romantici, non per intenzioni araicheggianti ma per il modo libresco di apprendere la
lingua poetica.
A volte gli arcaismi sono usati in modo ironico e scherzoso e non bisogna confondersi.
difficile capire quali arcaismi siano stati riesumati precisamente nel primo 800; molti sono
rimorti, ma alcuni li usiamo ancora: avere alle costole, andar per a maggiore.
Latinismi: consideriamo tali non solo quelli creati per la prima volta, ma tutti quelli che erano
sentiti pi latini che italiani, anche se gi usati in precedenza. Ne abbonda la poesia dei
classicisti, ma non mancano neanche nei romantici; in generale, in prosa, da tutti quelli che la
vogliono rendere illustre.
C uninondazione di latinismi (pochi per presi dal latino, la maggior parte anglo o francolatinismi) nella vita pubblica, nelle scienze; per i nuovi concetti in genere la via pi facile era
dar loro il nome latino o greco.
Se il latinismo veniva usato da un letterato, in genere restava nel suo uso individuale; se era
accettato nella terminologia di qualche disciplina, gli era assicurato un uso stabile.
Francesismi: nonostante i puristi siano riusciti a sopprimerne qualcuno nella lingua letteraria
elevata, abbondano: molti militari, politici, di oggetti di casa, di mode e abbigliamento, darte,
molti astratti.
Molti vocaboli si foggiamo secondo il modello francese adattato al vocabolo italiano o latino;
molti anche i mutamenti di significato conforme al modello francese (domestico/servo).
Alcuni francesismi arrivano solo in alcune zone.
Per ladattamento, in genere si mantiene la grafia francese per le parole colte e si adatta per
quelle penetrate con luso popolare.
Tramite il francese, poi, arrivano molti anglicismi e qualche parola tedesca, fiamminga,
ungherese ecc.
Altri forestierismi: abbastanza numerosi gli anglicismi (per lo pi tramite il francese): termini
politici (leader, budget), ippici (pony), ferroviari (vagone), di abbigliamento, di cucina
(roastbeef).
Meno i germanismi - qualche termine militare (feldmaresciallo), moda, monete - anche se la
pressione austriaca era forte, ma anzi nascono alcune voci di scherno (caiserlicchi).
Dallo spagnolo arrivano voci sulla politica e la tauromachia. Altri forestierismi sono quasi tutti
indiretti.

Capitolo XII: mezzo secolo di unit nazionale


Dallunit dItalia allentrata in guerra nella IGM.
Eventi politici: fino al 1870 lo scopo annettere Venezia (66) e Roma (70); dal 65-70 la
capitale Firenze; poi viene spostata a Roma e finisce il potere temporale dei papi.
Allinizio c la Destra, poi la Sinistra storica ma non cambia molto, specie con Depretis e il
trasformismo; Giolitti, poi, allargher il suffragio e far partecipare sempre pi le classi povere.
Nasce lirredentismo, per lidea forte di Stato-Nazione; cominciano le imprese coloniali e
lemigrazione.
Particolare l situazione dellitaliano nei territori sotto lAustria (TS, TN, Istria, Dalmazia) e a
Malta e Corsica dove combatteva con inglese e francese.
Vita sociale e culturale: lunit politica permette una pi intensa circolazione di idee, cose ce
parole, anche perch migliorano le vie di comunicazione (ferrovie ecc.). Nonostante si
uniformino le leggi, il Sud resta arretrato rispetto al Nord; specie nel primo periodo forte
linfluenza piemontese. Le classi sociali sono divise e solo lentissimamente, col socialismo, le
classe inferiori partecipano; parlano ancora dialetto, scarsamente pratiche dellitaliano.
Listruzione elementare fa progresso, nasce il positivismo, aumenta la stampa quotidiana e
periodica, si va a teatro e allopera con Verdi, arrivano parecchi sport (ciclismo, calcio) e pian
piano comincia il turismo.

Principali tendenza del movimento linguistico: con lunit, la lingua parlata e scritta si estende
pian piano. Il purismo ha perduto forza di persuasione e presso i non letterati si diffonde lidea
che non ci si debba attenere a modelli letterari: ci si ispira a giornali, manuali, al pi romanzi.
Nelle universit e nelle scuole listruzione diventa pian piano pi moderna e vicina alla lingua
viva.
Siamo ancora lontani da ununit linguistica, ma sempre pi gente (a Nord e a Sud, specie nelle
citt), oltre al dialetto, sa parlare e scrivere la lingua nazionale.
La lingua parlata: in Toscana le differenze tra lingua parlata e scritta sono minime, ma nel resto
dItalia i dialetti sono ben vivi. qui che molti si allenano allitaliano parlato, specie nelle grandi
citt e specie a Roma; nel resto dItalia i passi sono molto lenti.
Per il lessico: per i campi pi elevati non ci sono discrepanze, per i campi colloquiali molte: i pi
non se ne curano, ma alcuni propongono di diffondere la nomenclatura familiare toscana e a
questo scopo si scrivono vocabolari dialettali con segnate le forme corrette e non.
Il linguaggio della prosa: fino all870 ca litaliano parlato da un napoletano e un pistoiese (es.
delle traduzioni di Zola di Rocco e Petrocchi) era molto diverso; poi, si nota un progresso, sia in
termini di unit sia di avvicinamento alla lingua parlata. Questo grazie alla prosa borghese,
modellata sulla tradizione manzoniana, gli stampi regionali e lesempio del naturalismo
francese: era la prosa della vita media. Efficacia mediatrice ebbero poi riviste e giornali.
Le maggiori correnti erano:
Carducci, prosa alta ispirata a classici latini e italiani e con la sua nativa toscanit;
voleva dare dignit alla lingua letteraria illustre
Manzoniani: erano tutti daccordo che i PS fossero lesempio di come scrivere con
naturalezza, ma alcuni criticavano la troppa applicazione di forme toscane familiari per
qualsiasi tema; suonavano false. Invece era apprezzata la nativa toscanit di tipi come
Collodi o Palazzeschi.
breve stagione degli Scapigliati, antiretorici che cantavano lorrido e il macabro
tendenza veristica: rivivere nei romanzi gli ambienti popolari, i pi lo fanno con
espressioni in dialetto mentre Verga riesce ad assorbire nel tessuto narrativo i costrutti
del dialetto; il suo stile considerato per troppo ardito e non ha seguito
DAnnunzio, voce daltura nella piattezza della prosa; allarga il vocabolario oltre ogni
limite, voci arcaiche, dialettali, tecniche; influenz politica e giornalismo.
movimento futurista: propose innovazioni radicali ma non influenz la lingua comune
scrittori di scienze, introducono terminologie scientifiche e tecniche
linguaggio amministrativo: la sua influenza pi forte che mai.
In generale, comunque, linfluenza letteraria era molto meno forte di quella del giornalismo,
dellamministrazione, delle riviste ecc.
Il linguaggio della poesia: progressiva riduzione della lingua aulica; dopo il romanticismo, ora il
realismo introduce argomenti quotidiani, domestici, borghesi. Le perifrasi tradizionali si fanno
pi rare.
Carducci, che parte classicista, rinnova il suo lessico; DAnnunzio lo allarga enormemente
evitando solo i vocaboli aulici. Pascoli, addirittura, usa vocaboli concreti grezzi, lucchesi o
romagnoli e spesso resta incompreso. Anche crepuscolari, anticarducciani e antidannunziani
non usano pi la tradizione aulica; pure i futuristi, che al contrario usano metafore tanto
esasperate da sembrare 600isti.
Dunque, il verso diventa simile alla prosa e viceversa; in genere si usa il verso libero, ma per
chi vuole usare un verso consueto pu ricorrere solo a libert nei troncamenti, dieresi, ordine
delle parole.
Anche il teatro in versi si avvicina alla prosa.
Discussioni sulla lingua: il primo periodo dominato dalla disputa sul fiorentino come lingua
comune italiana, ravvivata dal Manzoni 80enne con la relazione DellUnit della lingua e dei
mezzi per diffonderla, del 68 (commissionatagli dal ministro dellistruzione Broglio che voleva
risolvere la questione); vede il problema come sociale e non solo artistico. Nello stesso anno il
Broglio d il via per la stesura del Novo vocabolario della lingua italiana secondo luso di
Firenze.
Fra chi critica Manzoni c Ascoli, che sostiene che prima di preoccuparci della forma,
dovremmo preoccuparci della scarsit del moto complessivo delle menti, cio di far sentire pi
uniti gli italiani.
Nel 900, queste dispute sono placate e ne sorge unaltra: la lotta contro la trascurataggine
stilistica, sintattica, i troppi francesismi e voci esotiche ineleganti; ne parlano Fanfani e
Tommaseo.

Grammatici e lessicografi: 2 filoni in grammatica, risonanze della disputa manzoniana:


1) classicisti: manuali con esempi dal classici e talvolta da Manzoni, Tommaseo ecc.
2) manzoniani: manuali con esempi senza citazione perch presi dal parlato.
I lessicografi scrivono molti vocabolari: sia delle parole corrette (Dizionario di Tommaseo, V
Vocabolario della Crusca ecc.) sia delle scorrette (Lessico della corrotta italianit ecc.); molti i
vocabolari speciali (Vocabolario dellAgricoltura, Vocabolario marino e militare ecc.).
Rapporti con le altre lingue: In Europa il francese come lingua internazionale sta cedendo
allinglese, ma in Italia ancora la lingua straniera pi importante (per tradizione e vicinanza);
linglese lo sa chi si occupa di marina, il tedesco chi d filosofia, storia, economia ecc.
Il moltiplicarsi di rapporti fra nazioni porta a grossi conguagli linguistici.
La lingua italiana nelle popolazioni sotto lAustria molto minacciata dal tedesco; inoltre,
allestero sta perdendo importanza , tranne che nellEst mediterraneo.
Lemigrazione verso gli USA porta alla nascita di parlate ibride, un po dialetto e un po inglese.
Oscillazioni delluso: al di l di varianti lessicali come scopa/granata, ci sono varianti
fonologiche: spesso scempie/doppie (femina, febrile, publico, Affrica), vocali diverse (colezione,
zuccaio) nessi consonantici (ossoleto, dactilografia), adattamenti stranieri (tranvai), voci
giustapposte (da vero, pi tosto, n meno).
[salto di paragrafi]
Consistenza del lessico: i nuovi vocaboli attingono da vari campi:
concezione positivista e evoluzionista: evoluzione, darwinismo, selezione naturale
politica: trasformismo, autoritario, irredentismo, anche locuzioni come questione
meridionale, capitale morale
guerra: guerrafondaio, retrovie
lotte sociali: sciopero, crumiro
sostantivi femminili per professioni prima maschili: avvocatessa, professoressa,
studentessa
trasporti: tranvai, automobile, sommergibile
moda: smoking, pigiama, bolero
economia: contabilizzare, assegno
letteratura e arte: realisti, veristi, crepuscolari, impressionismo, macchiaioli, leitmotiv
giornalismo: trafiletto, intervista, cestinare
scienze morali: agnostico, psicanalisi, telepatia
scienze biologiche: bacilli, anestesia
scienze applicate: legati allelettricit, trasformatore, dinamo, volt, turbina
sport: maratona, allenare.
In genere i processi di coniazione sono i consueti (nuove voci, voci arcaiche, regionali,
forestiere, latinismi, mutamenti di significato ecc.); di nuovo c qualche onomatopea (Pascoli),
tra i prefissi la fortuna di super- dopo superuomo, prefissoidi come aero- e auto-, tra i suffissi
oltre ai soliti ista ismo c issimo, molti nuovi aggettivi, e molte espressioni figurata,
soprattutto attinte dalle scienze e dalla natura (terremoto ecc.). Molti, pi che mutamenti di
significato, hanno una diversa connotazione affettiva: santo in senso laico, retorica assume
connotazione spregiativa ecc.
Voci popolari moderne: la loro penetrazione nella lingua scritta pi forte che mai, grazie agli
scambi e al verismo. Il toscano diventa sempre pi simile allitaliano, sia perch si diffondono
voci prima ignorate, sia perch certe forme toscane cedono allitaliano.
Le voci di altri dialetti provengono dalle regioni che partecipano pi attivamente alla vita
nazionale:
Roma su tutte, specie dal 1870: burino, imbonitore, specialit gastronomiche ecc.
Piemonte: termini di vita militare, bocciare
Lombardia: termini gastronomici
Veneto: vestaglia, foibe
Napoli: camorra, omert, cafone, scugnizzo, guaglione
Sicilia: mafia, zagara, picciotti
Sardegna: nuraghi, orbace.
Voci letterarie arcaiche: nella prosa sono lasciate cadere; maggiore la resistenza in poesia.
Alcuni letterati riesumano arcaismi: i pi rimuovono, alcuni resistono: rinascita, goliardi
(Carducci), allenare (usato per lo sport).
Latinismi e grecismi: abbondano nei versi (Carducci e DAnnunzio), nella prosa li troviamo nella
prosa classicheggiante (spesso indiretti: comunque i rado arrivarono ad oltrepassare lambito

letterario) e nelle terminologie scientifiche, dove si moltiplicano a dismisura e entrano


facilmente nel quotidiano. Se ne trovano nel diritto e amministrazione, nella vita pratica (pi
che altro mutamenti di significato come edicola).
Molti franco-latinismi (acrobazia, automobile), anglo-latinismi (acquario, inflazione), germanolatinismi (agrario); meno dalle altre nazioni.
Spesso si cerca di restaurare la grafia latina (con ph, th, y). Da notare che le voci arrivateci con
terminazioni non assimilate sono giunte per forza da vi indiretta (es. junior dallinglese).
Francesismi: Linfluenza francese ancora forte; si continua a mantenere i vecchi e adottarne
di nuovi, sia nella letteratura sia nel giornalismo. C chi li vuole bandire tutti (puristi) e chi li
avrebbe accettati tutti; la soluzione, secondo Manzoni, sarebbe valutare secondo il loro uso.
I francesismi riguardano: moda, gastronomia (in questo campo anche pseudofrancesismi),
arredamento, mezzi di trasporto, giornalismo, arte, teatro, scienze (anche franco-latinismi). Ci
sono anche locuzioni (tour de force).
I modi di accettazione sono i soliti: adozione, adattamento e calco.
Tramite il francese arrivano anche molti altri forestierismi.
Altri forestierismi: anglicismi: riguardano economia, politica, mezzi di trasporto, marina, gioco
ma soprattutto sport (record, derby, surf, goal); fra i pi fortunati citiamo film, flirt, bluff, snob.
Per lo pi sono adozioni e calchi per la diversa struttura della lingua. Molti anche gli anglolatinismi.
Germanismi: riguardano filosofia (plusvalore), birrerie, gastronomia (wurstel), scienze; anche
germano-latinismi.
Altri: dai paesi iberici (tango, fazenda), scandinavi (saga, sci), slavi (duma, isba), africani per gli
stanziamento coloniali (negus, ras), dallAsia e Oceania (giungla, geisha, harakiri).
Voci italiane in lingue straniere: pochi e isolati. In Bulgari ci sono termini garibaldini, nelle terre
di confine c irredentismo; qualche nome di malattia fisica (malaria) o morale (mafia),
specialit gastronomiche, cosa tipiche italiane (briscola, libeccio).

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