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Centro di cultura dellUniversit Cattolica

6 novembre 1998
Mons. Wilhelm Egger
La gioia di un popolo che capisce la Sacra Scrittura
Lettura di Neemia 8
Il contesto storico del brano Neemia 8: Un popolo alla ricerca dellidentit
Leggendo un commento del libro di Neemia ho trovato la frase di Benedetto Carucci Viterbi,
commozione di tutto un popolo per la Parola ritrovata. Questo mi ha dato lidea del titolo di
questa conferenza: la gioia di un popolo che riesce a capire le scritture. Cos laugurio di questa
sera e per le sere a venire che anche Voi proviate questa commozione per la Parola ritrovata e
per la Parola capita.
Ora ascoltiamo questo testo del libro di Neemia. Vi do una spiegazione prima.
1. Accenni alla storia
I fatti narrati della lettura della parola di Dio al popolo datano dallinizio del quarto secolo a.C. Il
popolo era tornato dalla deportazione di Babilonia e si era messo alla ricostruzione del tempio e
della citt. Le guide del popolo erano Neemia, come governatore tra gli anni 445-433, e il
sacerdote Esdra che viene nel 398 a.C. a Gerusalemme. Loro organizzano la ricostruzione
della citt, ma soprattutto riorganizzano il popolo di Dio come comunit giudaica che ha la legge
come suo centro. Corrisponde a questo anche una forte distinzione da tutto ci che non
giudaico.
Questo libro racconta i fatti del popolo di Israele dopo il ritorno dalla deportazione in Babilonia.
Nel 5 secolo a.C. il popolo era stato deportato in Babilonia dopo la caduta di Gerusalemme.
Poi nel 539 veniva il re Ciro e lui ha permesso al popolo giudaico, a chi voleva, di tornare in
Israele. Erano in una provincia persiana con un governatore persiano, per con una certa
autonomia. Cos alcuni tornavano, altri si erano trovati bene in Babilonia e cos restavano e
comincia anche la diaspora giudaica. Quelli che tornavano, come ovvio, incontrano le
difficolt per la ricostruzione: prima per la ricostruzione materiale: il Tempio che era il centro del
popolo caduto, poi anche tutte le strutture da rifare , poi anche per ricostruire lidentit di un
popolo. Un popolo che ha fatto questa esperienza della diaspora, torna in Terra Santa, ma chi
siamo? Cosa dobbiamo fare?, Come vivere sotto il dominio persiano? Politicamente la
Giudea dunque era diventata provincia persiana con un governatore persiano, per la comunit
era una comunit del tempio, in cui i gran sacerdoti avevano anche compiti organizzativi e
politici. Cos in questo contesto avviene quanto raccontato nel capitolo 8 che racconta della
commozione di tutto un popolo per la Parola ritrovata. E se gi adesso fate attenzione, Vi
accorgerete quanti sono gli elementi che ancora oggi sono in vigore. Se Voi pensate alla nostra
liturgia della domenica, Vi accorgerete quanti elementi simili nella liturgia.
Cos noi adesso ci prepariamo per ascoltare, anche con religioso ascolto, perch non solo
una Parola raccontata - interessante anche per quello - ma anche una Parola che ci
interpella, che anche un dono di Dio per noi. Forse anche noi riusciamo a capire meglio la
nostra identit cristiana. Per questo preghiamo il Signore che Lui ci aiuti a capire questo testo e
che ci aiuti a diventare pi consapevoli della nostra identit cristiana.
Il testo:
Neemia 8:1 Giunse il settimo mese; i figli d'Israele dimoravano nelle loro citt, e tutto il popolo si
radun come un sol uomo nella piazza che sta dinanzi alla porta delle Acque. Dissero allo
scriba Esdra di portare il libro della legge di Mos, che il Signore aveva dato a Israele.
2 Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra port la legge davanti all'assemblea degli
uomini e delle donne e di quanti erano in grado d'intendere. 3 Sulla piazza che sta dinanzi alla
porta delle Acque egli ne diede lettura dall'alba fino a mezzogiorno, davanti agli uomini, alle
donne e a quanti erano in grado d'intendere. Gli orecchi di tutto il popolo erano volti al libro della
legge.
La lettura

4 Esdra, lo scriba, stava ritto su una tribuna di legno, costruita allo scopo. Stavano al suo
fianco, sulla destra, Mattitia, Sema, Anania, Uria, Chelkia e Maaseia; sulla sinistra Pedaia,
Misael, Malchia, Casum, Casbaddna, Zaccaria, Mesullm.
5 Esdra apr il libro alla presenza di tutto il popolo; egli stava pi in alto di tutti, e quando l'apr,
tutto il popolo si alz in piedi. 6 Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose:
Amen! Amen!, elevando le mani. Poi s'inchinarono e si prostrarono davanti al Signore, con il
volto a terra.
7 I leviti Giosu, Bani, Serebia, Iamin, Akkub, Sabbetai, Odia, Maaseia, Kelita, Azaria, Iozabd,
Cann, Pelaia spiegavano al popolo la legge, mentre il popolo se ne stava in piedi.
8 Lessero il libro della legge di Dio a sezioni, spiegandone il significato, cos da far
comprendere ci che si leggeva.
La gioia come risposta
9 Mentre Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti ammaestravano il popolo, Neemia, che era il
governatore, disse a tutto il popolo: Questo giorno sacro al Signore, vostro Dio. Non fate
cordoglio e non piangete!. In realt, tutto il popolo piangeva, ascoltando le parole della legge.
10 Disse ancora: Andate, mangiate carni grasse, bevete vini dolci e mandatene porzioni a chi
non ha nulla di preparato, perch questo giorno sacro al Signore nostro. Non rattristatevi,
poich la gioia del Signore la vostra forza!. 11 I leviti cercavano di tener tranquillo tutto il
popolo, dicendo: Fate silenzio, perch questo giorno sacro. Non vi addolorate!. 12 Tutto il
popolo se ne and allora a mangiare e a bere, e a mandare porzioni ai poveri e a far grande
esultanza. Avevano ben compreso infatti le parole che erano state proclamate loro.
La festa delle capanne
13 Il secondo giorno i capifamiglia dell'intero popolo, i sacerdoti e i leviti si adunarono presso
Esdra, lo scriba, per esaminare le parole della legge. 14 Trovarono scritto nella legge che il
Signore aveva prescritto per mezzo di Mos: I figli d'Israele dimoreranno in capanne durante
la festa del settimo mese. 15 Essi lo faranno sapere e proclameranno un bando per tutte le loro
citt e a Gerusalemme dicendo: "Andate alla montagna e portatene rami d'olivo, di pino, di
mirto, di palma e dalberi fronzuti, per farne capanne, come sta scritto". 16 Allora il popolo se
ne and fuori e port i rami e si costruirono capanne, chi sul proprio tetto, chi nei propri cortili,
altri nel cortile della casa di Dio, sulla piazza della porta delle Acque e sulla piazza della porta
dEfraim. 17 Tutta l'assemblea, cio coloro che erano tornati dalla prigionia, costruirono
capanne e vi abitarono. Dai tempi di Giosu, figlio di Nun, fino a quel giorno, non avevano mai
fatto altrettanto. E l'esultanza fu grandissima. 18 Esdra diede lettura del libro della legge di Dio,
ogni giorno, dal primo giorno fino all'ultimo. Celebrarono la festa per sette giorni; nell'ottavo
giorno ci fu un'adunanza solenne, come vuole la legge.
2. La liturgia della parola
Abbiamo ascoltato un brano su una liturgia della Parola.
In questa celebrazione assistiamo a una liturgia della parola. Gli elementi portanti di questa
liturgia sono anche gli elementi portanti della nostra liturgia cristiana. Il popolo ritrova la legge di
Dio come centro della propria vita e celebra la festa dei tabernacoli.
I luoghi
La lettura organizzata bene, c' Esdra, poi ci sono anche altri che leggono, e soprattutto ci
sono quelli che spiegano. Probabilmente lo spiegavano nella lingua aramaica. Con questo inizia
il metodo della traduzione e delledizione dei targum.
Gli elementi portanti di questa celebrazione sono: Esdra sta ritto su una tribuna di legno
costruita allo scopo. Oggi noi abbiamo nelle nostre chiese lambone che proprio il luogo della
Parola. Dopo il Concilio, la Chiesa ha scoperto limportanza della Parola di Dio e ha dato anche
un luogo a questa Parola. Questo mi sembra importante, perch le cose importanti hanno i loro
luoghi e cos la gente si accorge, anche alla celebrazione liturgica, questa la proclamazione
della Parola di Dio.
Le persone: i lettori, i traduttori
Poi il testo viene letto a brani - per tutta una giornata - gi al tempo di Ges cera un certo
ordinamento delle letture. Oggi abbiamo lordinamento di tre anni liturgici per le domeniche, due
per i giorni feriali e cos gi in quel tempo, anche al tempo di Ges e prima, si sviluppato un
certo ordine della legge. Per il mondo giudaico il testo importante era la legge, i cinque libri di
Mos. Quello che per noi sono i Vangeli, per il mondo giudaico la Thora, la legge di Dio. Altri

testi venivano aggiunti, come da noi la prima e la seconda Lettura, venivano presi dai Profeti e
dagli Scritti. I tre gruppi di libri sono: la Thora, la legge, i Profeti e gli Scritti nel mondo giudaico.
Questi erano un commento.
Veniva letto a brani, poi dopo ogni brano, i Leviti spiegavano il significato. Questo potrebbe dire
che il testo stato letto in ebraico e poi stato spiegato in aramaico. Anche l il mondo giudaico
ha sviluppato tutto una casistica molto fine per dire: la Parola di Dio nella lingua sacra, in
ebraico, e quel testo va letto. Cos il lettore non doveva recitarlo a memoria, per il pericolo di
saltare una parola, o non si ricorda bene, no, il testo va letto. Poi per davano una traduzione,
una spiegazione, e quella doveva essere data a viva voce, cio non volevano che uno leggesse
la traduzione, questo per dire, adesso vi traduco questo testo, in modo da far comprendere ci
che si leggeva. La cosa importante, leggere un testo, leggerlo bene, poi per anche che ci sia
qualcuno che spiega il testo.
Le risposte del popolo
Il popolo d una risposta alla lettura, gi prima dicono "amen", dopo la benedizione; poi c una
prima risposta nel pianto, poi la gioia e la condivisione; il pianto si spiega forse con il ricordo dei
tempi duri passati, corse anche del tempo in cui non avevano atto attenzione alla parola di Dio
che d consolazione d indicazioni per la vita. Il governatore Neemia fa loro coraggio e li invita
alla gioia. Alla festa delle capanne cera proprio un giorno della gioia della legge.
Il pianto come prima reazione del popolo per noi molto strana. Il popolo si mette a piangere,
come mai? Il testo non ci d le ragioni, possiamo per immaginarceli noi. Voi pensate, perch si
siano messi a piangere? Forse per la commozione, a ricordo della sofferenza, la commozione
di essere finalmente un popolo che legge le Scritture, forse un p anche per i tempi, in cui
avevano perso la Parola, cio in cui non si erano accorti della ricchezza di questa Parola,
adesso che poteva essere proclamata in pubblico. Penso questo siano i motivi di questo pianto
del popolo. Allora occorre senzaltro qualcuno che li consola e il modo per consolarsi sempre
quello mangiate carni grasse, bevete vini dolci. Quello delle carni grasse era lideale del
mondo di allora. Forse era un mondo pi povero, cos non avevano quella paura di mangiare
troppo grasso.
Le porzioni da portare
Andate, mangiate carni grasse, bevete vini dolci e mandatene porzioni a chi non ha nulla di
preparato, perch questo giorno sacro al Signore nostro. Non rattristatevi, poich la gioia del
Signore la vostra forza!.
Unaltra risposta importante la condivisione; portano delle porzioni ai poveri. Chi ascolta la
Parola di Dio porta le porzioni ad altri.
Questo vuol dire: se leffetto della Parola questo, allora vuol dire che la gente ha capito il
significato pi profondo, cio mandare le porzioni a chi non ne ha. Questo sarebbe anche la
nostra celebrazione eucaristica, dopo portare le porzioni a chi non le ha.
Dunque, si vede la reazione del popolo il pianto della commozione, forse anche un po di
rimorso, pu darsi, di non aver dato quel peso alla Parola di Dio, anche il pianto, di non essersi
accorto della Parola, poi la gioia e poi anche la condivisione dei beni. Questo popolo si mette
alla scoperta della Parola e si mette in cerca di capire le Parole di Dio. I Leviti ammaestrano,
cio ci sono anche i diversi ruoli: Esdra, sacerdote e scriba legge, i Leviti ammaestrano il
popolo.
3. La festa delle capanne
La lettura della legge avviene durante la festa dei tabernacoli, cio delle capanne, allinizio del
settimo mese. Al tempo della raccolta delle olive o delluva si aveva labitudine di vivere nei
frutteti o nella vigna in delle capanne.
Con lesperienza storica vivere nelle capanna significava una riedizione della vita del deserto,
in cui Dio era stato la guida del popolo.
La festa delle capanne aveva alcune celebrazioni particolari, il rito dellacqua, preso alla
sorgente di Sloe e versata sullaltare, e anche una festa di luce.

Il significato della festa


Cosa vuol dire festa delle capanne? Questo era un rito che c perfino oggi a Gerusalemme,
qualcuno forse anche lha visto. Si ricordavano del deserto, in cui non avevano avuto case ecc.
ma solo avevano avuto delle capanne con un po di legno, di frasche e si ricordavano anche era il tempo della raccolta - e la gente andava nei vigneti, negli oliveti, per essere l, come alle
malghe. Era tempo di lavoro, ma anche tempo di allegria, come alle nostre malghe, quando
andavano a falciare il fieno, era tempo di allegria e anche tempo di lavoro. Cos la gente, al
tempo della vendemmia, andava sui campi e metteva su delle capanne. Questa dunque era
una festa agricola. Poi per hanno dato a questa festa agricola anche quel significato di storia
della salvezza, cio queste capanne non sono solo espressione della vendemmia, di quelle
feste, ma sono anche espressione del cammino nel deserto in cui non avevano le case ben
fatte. Cos tutta questa festa ricordava lesperienza storica del passaggio per il deserto e anche
di come Dio aveva guidato il suo popolo. Viene proclamato un bando per tutte le loro citt, cio
tutti devono andare alla montagna, portare rami dolivo, di pino. di mirto, di palme e alberi
fronzuti per farne capanne. Cos celebrano questa festa. Era una festa religiosa che ricordava il
deserto.
Festa carica di simboli
Poi per tali feste si accumulano attorno a se anche altri simboli. Cos nel mondo giudaico
questa festa era sempre pi anche a ricordo della creazione del mondo. Proprio in quella
settimana, in cui Dio aveva creato il mondo, si celebra la memoria della creazione. E in pi,
questa era anche la festa del compimento della storia. Per questo cerano alcune celebrazioni,
p.e. la festa delle capanne era una grande festa di luce. Venivano accese al Tempio grandi luci,
proprio per far capire questa gloria di Dio che doveva venire. Poi andavano anche gi nella
vallata, alla fontana di Siloe per prendere lacqua e portarla in processione al Tempio e lacqua
veniva messa sullaltare. Cos anche quella festa era simbolo della vita. Per questo anche che
la festa delle capanne, al tempo di Ges era la festa che ricordava linizio della storia, della
creazione, il compimento della storia, quando la luce di Jahwe doveva venire dal Monte degli
Ulivi verso Gerusalemme, si immaginavano cos. Poi era anche la festa che ricordava il
passaggio nel deserto, i tempi duri, ma anche i tempi in cui Dio aveva guidato il suo popolo.
La lettura cristiana della festa
Il vangelo do Giovanni riprende questi temi, in quanto Ges invita tutti a bere lacqua vera,
presentandosi come luce del mondo (Gv 8,12).
stato fatto tutta una lettura anche di questa festa che ha acquistato tanti significati nuovi. E
anche Ges d un nuovo significato a questa festa. Soprattutto il Vangelo di Giovanni ci
presenta il comportamento e le Parola di Ges in questa festa. In questa festa Ges dice: Chi
crede, pu bere dellacqua.
Meglio il testo esatto: Nel cap. 7 del suo Vangelo Giovanni ci racconta di Ges che al Tempio
e insegna. E l Ges promette lacqua viva. Nellultimo giorno, il grande giorno della festa, Ges
levatosi in piedi esclam ad alta voce: Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me. Come
dice la Scrittura: Fiume di acqua viva sgorgheranno dal suo seno, cio di fronte a questa
processione che porta lacqua dalla fonte al Tempio, Ges dice: Chi ha sete, venga a me e
beva chi crede in me. E lui stesso, Ges diventer questa fonte di acqua viva che sgorga dal
suo seno. Levangelista dice: Questo egli disse, riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i
credenti in Lui: infatti non cera ancora lo Spirito, perch Ges non era stato glorificato. Al
momento della morte, quando viene aperto il costato di Ges, allora anche i doni di Dio
vengono dati al popolo. Questa una lettura cristiana di questa festa delle capanne.
4. Messaggio per oggi
4.1 La liturgia - come la nostra nella liturgia della Parola
Adesso, quale potrebbe essere il messaggio di questo testo per oggi?.
Un primo messaggio questo: una catechesi anche per la nostra liturgia, cio anche nella
nostra liturgia abbiamo i luoghi della Parola, poi abbiamo anche noi i ministri della Parola. Qui
vediamo i ministri Esdra che legge, poi anche tutti questi nomi che spiegavano la legge.
Qui vedete, sono i ministri della Parola e la Chiesa di oggi ha scoperta che non solo il
sacerdote ministro della Parola, ma c il diacono, poi ci sono gli insegnanti di religione,
catechisti, ma c anche il lettore, anche al momento della celebrazione eucaristica. Il lettore
proprio un simbolo vivente di questo incarico che tutti noi abbiamo, di proclamare la Parola di
Dio. ovvio, se un ministero, va anche preparato, uno guarda prima i fogli e i testi, per farlo in
modo degno.

Poi occorrono gli interpreti, cio chi fa capire questa Parola di Dio. Questa interpretazione nella
nostra liturgia viene in una forma nellOmilia, e speriamo che sia sempre una buona
presentazione del messaggio. Per nella nostra liturgia abbiamo anche altre forme di
interpretazione: p. es. la preghiera dei fedeli. Anche quello interpreta a modo suo il messaggio
della Parola di Dio. Poi linterpretazione del Credo, la nostra risposta, il Credo. Poi questa
combinazione di testi diversi dellAntico Testamento, delle lettere dei Vangeli, un testo illumina
laltro.
Poi ci sono anche altre forme di interpretazione: nellinsegnamento della religione, nella
catechesi, anche nel gruppo biblico, anche nelle lezioni, ci sono tante forme di interpretazione
della Scrittura. Io dico che importante anche linterpretazione, cio di capire bene il testo.
Completare gli elenchi
Una seconda riflessione: mi piacciono sempre questi elenchi di nomi. Uno dir, che si poteva
anche lasciare questi nomi, per a me mi parlano sempre della dignit delle persone. Noi dopo
due Millenni ascoltiamo ancora questi nomi. Chi erano? Non si sa. Per mi sembra che bello
vedere, questi nomi sono talmente importanti, perch sono persone che si dedicano alla Parola
di Dio e meritano di essere ricordati. Avranno anche loro tutta una storia ecc. Questi elenchi
bisogna continuarli, cio mettere dentro i nostri nomi, uno per uno che continua, affinch questo
elenco sia attualizzato e continuato
4.2 Gioia per la legge?
Una seconda domanda che per oggi importante, perch mai gioia per la legge? Come mai
gioia per la legge? I giudei avevano perfino un giorno della gioia della legge. Lultimo giorno
della feste delle capanne poi si sviluppato in una festa della gioia della legge. Come mai? Il
popolo di Israele ha capito che la vita un cammino e per un cammino, lo sappiamo, abbiamo
bisogno di certe indicazioni: della direzione da prendere, dei pericoli da evitare. Sulla strada tutti
daccordo che occorrono indicazioni per non cadere o anche gard rail. Mentre poi nei problemi
della vita si dice: ne indicazioni, ne gard rail? Mentre il popolo di Israele era proprio convinto
che un popolo non pu sopravvivere se non ci sono le indicazioni del cammino e se non ci sono
anche i gard rail che se uno li supera, allora si perde. Per questo anche questo popolo di
Israele, vedendo anche altri popoli, si detto: ma noi siamo proprio un popolo fortunato e gli
altri popoli diranno, ma come intelligente questo popolo. Voi sapete che in italiano, il termine
intelligente non vuol dire solo che uno ha un p di testo, ma vuol dire anche che sa fare. Tutta
la sapienza nel popolo Israelita era un saper vivere, proprio per riuscire a gestire la propria vita.
Questa la gioia della legge. Questo al tempo di oggi proprio un messaggio alternativo. Oggi
la legge viene intesa, che ti limita, se no ti potresti sviluppare in tutti i sensi, solo poi c la
legge. Si capiscono ancora le Leggi stradali, basta che ci sia la polizia, allora tutti li capiscono,
ma se non c la polizia non capiscono neanche quelli. Mentre per altre Leggi della vita
personale o anche p.e. nella vita delle famiglie, si pensa che basta gestire la propria vita e non
guardano a tutte quelle sofferenze causate dal comportamento delle persone e molte delle
indicazioni dei Vangeli vorrebbero proprio aiutare a evitare le sofferenze alle persone che poi si
dividono ecc.
4.3 Identit di un popolo
Un terzo messaggio quello della identit di un popolo. Ho detto, questo popolo era in una crisi
profonda, cio prima avevano fatto lesperienza della disfatta totale, cio la distruzione di
Gerusalemme, la classe media e alta erano state deportati, forse i poveri erano rimasti nella
terra promessa e cos gi questo era una grande crisi. Si domandavano: Ma questo mondo va
proprio in rovina? Siamo alla fine del mondo, o tutto va in rovina? l che riflettono anche su
tutto, sulla costruzione del mondo intero. E in questo tempo le prime pagine della Bibbia
acquistano il loro valore, perch le prime pagine raccontano, Dio ha creato il mondo e ha dato
un ordine a questo mondo. Questo mondo non il caos, ma questo mondo ordinato e questo
mondo non va in rovina. C il diluvio, ma poi Dio promette che non far di nuovo unaltro
diluvio, cio questo popolo in crisi va proprio scosso nelle fondamenta della sua esistenza di
popolo, trovava una risposta nella riflessione sul mondo e poi trovavano unaltro modo per
ricostruire la propria identit nella Parola di Dio. Questa Parola di Dio ricordava loro la storia, i
grandi avvenimenti. Anche tutti noi, se riflettiamo sulla nostra vita, vediamo di linee coerenti,
riusciamo a capire anche la nostra vita. Cos anche questo popolo, riflettendo, ha capito, Dio
guida la storia di questo popolo. Almeno in questa crisi di identit hanno trovato dei punti di
riferimento a cui rifarsi. Per questo la grande gioia di questo popolo che trova la sua identit.
Penso il popolo di Israele ha trovato un punto didentit nella Parola di Dio, oggi forse in Israele,

letta da alcuni in modo religioso, da altri diremmo in modo laico, per sempre un punto di
riferimento per la propria identit storica e culturale.
4.4 Per costruire lidentit di un popolo: cultura della memoria
Per trovare lidentit di un popolo occorre anche una certa cultura della memoria. Oggi anche
noi, la stessa crisi che investe oggi tutta lumanit, la gente non sa pi da dove viene e dove va.
Dove va, perch lo sviluppo, il treno talmente veloce, che quasi quasi, guardando dai
finestrini, non si vedono neanche il paesaggio.
Per ricostruire lidentit di un popolo occorre ricordarsi. La parola di Dio proprio la cronaca
della famiglia, il libro del popolo di Dio. Anche oggi lidentit di un popolo o di un gruppo si
fonda sulla storia comune. Perfino la storia di due persone si fonda su un racconto delle
esperienze fatte insieme. Oggi, come mai, occorre anche una cultura della memoria.
Nella nota pastorale Con il dono della carit i Vescovi presentano alcune caratteristiche della
cultura di oggi: luomo si percepisce come soggetto autocosciente e libero, a volte per spinge
la propria autonomia fino a considerarsi "sorgente di valori" e a decidere "i criteri del bene e del
male". I valori e le norme morali diventano punti di vista soggettivi, lesistenza si frantuma in
una successione di esperienze effimere e la societ si riduce a una folla di individui, indifferenti,
conflittuali. Le tendenze culturali sono amplificate dai media, che diffondono troppo spesso la
cultura dellindividuo, delleffimero, del frammento e dellapparenza.1
Uno dei contributi maggiori che il pensiero cristiano pu dare alla cultura di oggi il contributo
per una cultura della memoria. Vorrei presentare il pensiero del presidente della Deutsche
Forschungsgesellschaft, Wolfgang Frhwald: Il mondo moderno ha bisogno del dialogo con le
scienze della fede. La religione ricorda la presenza del divino e ricorda il mistero delluomo.
Nessun libro presenta in modo tanto realistico luomo quanto la Bibbia, e nessun libro ricorda
tanto fortemente che luomo pu vivere solamente se trascende se stesso. Il ricordo-memoria
il nucleo della religione e una tale cultura della memoria un atto di resistenza contro un
ridimensionamento del mondo. Qualcuno propone perfino il concetto di ricordo-memoria come
nuovo paradigma delle scienze della cultura.2
...inizio anche dei cristiani proprio quello di aiutare le persone in quella cultura della memoria,
proprio per avere quei punti di riferimento. Questo anche per chi non si professa cattolico o
cristiano, un contributo che possiamo dare anche alla nostra Europa, cio ricordare questa
grande storia e cos tante cose si spiegano anche nel mondo di oggi, p.e. anche questa sete di
libert che viene anche dal Vangelo o anche questa capacit delluomo anche sostenuta dal
Vangelo, o questa grande volont delluomo di oggi di essere soggetto. Penso chi rif la storia
dei dogmi, cio delle cose pi astratte diremmo noi, si accorge che la riflessione sulla SS.
Trinit, cio tutte cose astratte pensiamo, che proprio quella riflessione sulla SS. Trinit ha
portato a tutto quel concetto di persona di dignit della persona. Allora se qualcuno si
dimentica di tutto questo presupposto, alla fine la persona rimane qualcosa che vorrebbe
decidere da se, per non viene pi riconosciuta la dignit dellaltra persona, caso mai la dignit
della mia persona, il diritto della mia persona, ma la dignit della persona non viene tanto
riconosciuta. Questo vedete come tutta questa memoria ha influito e aiuta anche a capire il
nostro mondo ed un nostro contributo.
In genere, un buon professore sa anche finire in tempo. A voi tante grazie per lattenzione.

Nota pastorale C.E.I. 1996, . Nota "Con il dono della carit" n. 26.

, Wolfgang Frhwald, Prsident der Deutschen Forschungsgesellschaft, 1994 anllich der 500-Jahrfeier des
Georgianums in Mnchen

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