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STUDIO LEGALE - Il Quotidiano Giuridico - In primo Piano

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In primo piano Tutela della salute


pubblica

6-3-2015

Escluso il nesso causale tra la somministrazione del vaccino MPR e


l'insorgenza dell'autismo
La Corte d'Appello di Bologna, con Sent. 13 febbraio 2015, ha ribaltato
l'esito del Giudice di prime cure negando la sussistenza del nesso causale
tra la somministrazione del vaccino e l'insorgenza dell'autismo in un
minore sottoposto a vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la
rosolia.
di Elena Falletti - Ricercatrice in Diritto privato comparato
Il caso in esame
La decisione in commento riguarda l'impugnazione da parte del Ministero
della Salute davanti alla Corte d'Appello di Bologna di una sentenza del
Tribunale di Rimini emanata il 15 marzo 2012 che riconosceva
l'indennizzo previsto dagli artt. 1 e 2, L. n. 210 del 1992, "(I)ndennizzo a
favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a
causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di
emoderivati". Il punto cardine della sentenza impugnata concerneva
l'asserzione che il "disturbo autistico associato a ritardo cognitivo medio"
fosse riconducibile "con ragionevole probabilit scientifica alla
somministrazione del vaccino MPR (morbillo, parodontite, rosolia)
avvenuta in data 26 marzo 2004 presso l'ASL di Riccione". Il giudice
riminese giunto a siffatta conclusione condividendo "le valutazioni
medico-legali svolte dall'ausiliare medico legale il quale, sulla base di un
esame approfondito del caso anche alla luce della letteratura specialistica
aggiornata". Soccombente in primo grado, il Ministero della Salute ha
presentato appello, osservando che il Tribunale ha recepito
"acriticamente" le conclusioni del medico legale smentite da ampia
letteratura scientifica. La Corte d'appello felsinea ha accolto
l'impugnazione con la sentenza in commento.
Le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello di Bologna
La questione cardine concerne l'asserita sussistenza del nesso causale tra
la somministrazione del vaccino contro il morbillo, la parodontite e la
rosolia e l'insorgenza delle patologie legate allo spettro autistico. Il CTU
incaricato dai giudici bolognesi esclude siffatto nesso causale "sulla base
di una buona evidenza medico-scientifica e di una sufficiente probabilit
logica e scientifica". La smentita della presenza di un "alto livello di
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anticorpi anti-morbillo", come dichiarato nel certificato medico a supporto


della tesi di un "ruolo concausale del vaccino nei confronti dell'attuale
disturbo cognitivo-comportamentale", dovuta a una erronea valutazione
dei dati di laboratorio effettuata in primo grado. Il consulente d'ufficio
specifica anche quale sia il criterio di valutazione scientifica utilizzato per
individuare la "presenza di una risposta protettiva o meno". Oltre a
questa analisi valutativa, il CTU si soffermato sulla determinazione del
nesso di causalit stabilito dal perito di primo grado, ovvero il "criterio
temporale", escludendone "l'evidenza scientifica e influenza ai fini
dell'accertamento del nesso causale", descrivendone il decorso sulla base
dei dati annotati sulle cartelle cliniche del paziente. Il solo fatto che un
evento (la somministrazione del vaccino) sia temporalmente antecedente
al manifestarsi di un altro evento (la comparsa progressiva dei disturbi
della sfera autistica) non sufficiente a metterli in relazione, ma occorre
la dimostrazione di ulteriori cause evidenti. Oltre a ci, il CTU si sofferma
sull'evidenza "medico-scientifica" in base alla quale stabilisce che non vi
sia "alcuna possibilit di correlare con meccanismo causa-effetto la
comparsa di autismo alle vaccinazioni". Infatti non possibile ritenere
valido l'assioma che "in assenza della dimostrazione di altre cause
evidenti, che comunque potrebbero (...) non essere del tutto assenti,
l'origine del disturbo sia da riferire alla vaccinazione sulla base del solo
criterio temporale". Va sottolineato che la discussione sorta contro tale
assunto, e riportata come argomento fondante la propria pretesa dalla
parte attrice, si riferisce agli studi del "medico inglese Wakefield",
qualificati come "irrilevanti" dal CTU d'appello e smentiti dalla comunit
scientifica.
La letteratura scientifica internazionale pi recente
Visto l'impatto che la vicenda "Wakefield" ha avuto sull'opinione pubblica
non specializzata parrebbe interessante indagare l'indirizzo degli studi sul
tema, poich la paura della connessione tra vaccino trivalente e autismo
sta diventato di interesse rilevante per la salute pubblica rischiando di
mettere in pericolo la fiducia dell'opinione pubblica nella stessa
metodologia preventiva. L'aspetto preminente delle pubblicazioni riguarda
non tanto il richiamo di una singola ricerca pubblicata su una rivista pi o
meno prestigiosa, ma l'analisi sistematica di tutte le ricerche pubblicate in
un certo lasso di tempo, come avvenuto per esempio nel caso di questa
indagine, effettuata da Taylor LE, Swerdfeger AL, Eslick GD, Vaccines
are not associated with autism: an evidence-based meta-analysis
of case-control and cohort studies, Vaccine.
2014
Jun
17;32(29):3623-9. doi: 10.1016/j.vaccine.2014.04.085. Epub 2014 May
9. L'analisi dei revisori su caratteristiche dei pazienti, metodi applicati e
risultati ottenuti stata effettuata verificando nel dettaglio gli studi,

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mentre gli eventuali disaccordi valutativi venivano risolti rivolgendosi


all'opinione di un terzo autore. Gli studi sotto osservazione sono stati
estratti da MEDLINE, PubMed, EMBASE, Google Scholar fino all'aprile
2014. Le conclusioni di questa meta-analisi hanno evidenziato che n i
vaccini, n i loro componenti (come il mercurio o il thimerosal) sono
associati con l'autismo o con il disordine dello spettro autistico. Tali
risultati sono costanti nel tempo, come si deduce dalla pubblicazione dei
dati di analoga indagine sistematica effettuata dal Committee to Review
Adverse Effects of Vaccines; Institute of Medicine; Stratton K, Ford A,
Rusch E, Clayton EW, editors, Adverse Effects of Vaccines: Evidence
and Causality, pubblicato nel 2011 dal National Academies Press (US);
2011
Washington
(DC)
(e
liberamente
disponibile
su
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24624471).
A questo proposito ci si pu chiedere come un articolo soltanto,
sconfessato e basato su un campione di 12 pazienti, possa aver provocato
cos tanto allarme, pertanto si presenta una sommaria ricostruzione della
vicenda.
La controversia "Wakefield": la scienza di fronte alle Corti tra frodi
e libel
Il 28 febbraio 1998 venne pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica
The Lancet uno studio a firma di A. J. Wakefield in qualit di primo autore
dell'articolo "Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and
pervasive developmental disorder in children" dove si sosteneva appunto
la sussistenza del nesso di causalit tra la somministrazione del vaccino
MPR e l'autismo. Successivamente venne accertato che Wakefield avesse
manipolato i dati sperimentali a scopo di lucro, cos The Lancet ritratt
l'articolo pubblicato in data 6 febbraio 2010: il ritiro dello studio, tuttora
visibile sul sito web della rivista stessa. Per queste accuse Wakefield
stato radiato dall'albo inglese dei medici. Successivamente, un'altra
prestigiosa rivista il British Medical Journal ha pubblicato una serie di
articoli su questa vicenda (Godlee F, Smith J, Marcovitch H. Wakefield's
article linking MMR vaccine and autism was fraudulent. BMJ.
2011;342:c7452.
doi:10.1136/bmj.c7452,
consultabile
al
link:http://www.bmj.com/content/342/bmj.c7452.full; Deer B. How the
case against the MMR vaccine was fixed. BMJ. 2011;342:c5347.
Doi:10.11396/bmj.c5347.
PMID
21209059
consultabile
al
link:
http://www.bmj.com/content/342/bmj.c5347.full). La contromossa di
Wakefield contro tali articoli stata di intentare sia presso i giudici inglesi
sia presso le corti statali del Texas, dove nel frattampo si trasferito, una
causa per libel (diffamazione a mezzo stampa) nei confronti del British
Medical Journal, del suo direttore e dell'autore degli articoli, tuttavia
restando sempre soccombente, tanto in Inghilterra, quanto negli Stati
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Uniti. In quest'ultimo caso, l'azione di libel stata considerata pretestuosa


perch non avente alcuna connessione con il Texas. Si potrebbe quasi
sostenere che la reiterata esposizione giudiziaria e mediatica ha
contribuito in modo significativo alla diffusione di tali teorie attraverso
Internet senza il necessario approfondimento tanto sotto il profilo
scientifico quanto sotto quello giuridico.
Conclusioni: le conseguenze sulla salute pubblica
A differenza che nella realt giuridica, la scienza empirica: essa verifica
concretamente la sussistenza di ipotesi, non le confina a mere "opinioni
minoritarie", come avviene per le teorie interpretative giuridiche di minor
impatto. Infatti, le ipotesi scientifiche o sono verificabili (o verificate) o
sono errate. In conseguenza di ci, le sentenze che riconoscono un nesso
causale indimostrato hanno un duplice effetto: da un lato consentono una
distorsione logica e fattuale, cio danno un senso giuridico a ci che nella
realt empirica non sussiste, quasi ribaltando l'ordine delle cose; dall'altro
lato hanno un impatto consistente sulla tutela della salute pubblica.
Infatti, la politica preventiva della vaccinazione funziona se raggiunge una
copertura superiore al 90% della popolazione interessata, mettendo al
riparo cos anche i soggetti che per peculiari motivi non possono
assumere tali presidi medici. Inoltre, viene in considerazione un'ulteriore
riflessione
sul
bilanciamento
degli
interessi
tra
libert
di
autodeterminazione medica e tutela della salute pubblica. In realt, il
diritto di rifiutare un trattamento medico ha valenza superiore se riguarda
la propria sfera giuridica, senza conseguenze impattanti per altri; in caso
contrario deve bilanciarsi con gli interessi della collettivit. La decisione
della Corte d'Appello di Bologna correttamente si indirizza verso il
ripristino del delicato equilibrio tra libert privata e salute pubblica.
C. App. di Bologna, 13 febbraio 2015
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