Autodeterminazione, libertà religiosa e consenso medico
SOMMARIO: 1. Una domanda di libertà - 2. Il segno del divino: la circoncisione
maschile - 3. Il controllo del piacere sessuale: le mutilazioni genitali femminili - 4. Una questione di sangue: la proibizione delle trasfusioni per i Testimoni di Geova - 5. La presunta imposizione di valori etici: l’obbligatorietà dei vaccini - 6. Oltre confine: il dibattito comparatistico delle scelte di fine vita delle persone incapaci - 7. La connessione tra l’art. 5 sulla pianificazione condivisa delle cure e il silenzio sull’obiezione di coscienza nella nuova legge 14 dicembre 2017, n. 219
1. Una domanda di libertà
Riflettere sul rapporto tra autodeterminazione, consenso medico e
religione focalizzandosi sulla libertà racchiude in sé il forte rischio di banalizzare la relazione tra il singolo (la persona malata, capace o incapace), il medico (il portatore della conoscenza tecnica e del sapere scientifico), lo Stato (nella forma di due suoi poteri: legislativo e giudiziario) e il diritto di libertà, specificamente quella religiosa, da un lato e dall’altro lato i beni supremi della vita e della salute, senza i quali l’esistenza non può essere vissuta in modo pieno e dignitoso. Il compito che ci si è prefissati, nella consapevolezza dei propri limiti, è dunque assai gravoso e il rischio della superficialità è incombente. Vale la pena tentare di porre in fila alcuni tra i tentativi della ricerca di un equilibrio rispettoso delle esigenze degli uni, cioè degli individui coscienti di essere “prospective patiences”, rispetto alle rivendicazioni di ruolo e invadenze di tutti gli altri, cioè medici, poteri statuali, conoscenze scientifiche e finanche i familiari e i parenti, speranzosi di garantire la miglior cura e tutte le attenzioni possibili ai loro cari sofferenti. Nei casi di pazienti affetti da malattie degenerative irreversibili, norme e rapporti (giuridici e fattuali) relativamente al rispetto al bilanciamento tra diritto all’integrità fisica, diritto alla salute e libertà religiosa vengono messi in discussione. Tale panorama si presenta già complesso quando si tratta di individui capaci di intendere e volere, ma diventa ancor più drammatico nel caso di persone incapaci (vuoi per la loro minore età, vuoi per la loro patologia).