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Stress, Alimentazione,

Infiammazioni
Nascoste

MONICA MARTINUZ

Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

Copyright © 2021 Monica Martinuz


Tutti i diritti riservati.
Codice ISBN: 9798754185814
Casa editrice: Independently published

Prima edizione ottobre 2021


Realizzazione editoriale a cura di Monica Martinuz

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ico o meccanico, su cassetta, né fotocopiata, registrata o altro, senza il
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divulgativo e non costituiscono, in nessun caso, un consiglio di carattere
medico, così come non devono essere intese come guida per
automedicazione, diagnosi e cura.
È necessario il parere medico prima di iniziare qualsiasi programma di-
etetico/nutrizionale, di esercizio fisico e di integrazione.
Comemigliorare.com e l’autrice, Monica Martinuz, si esonerano da
qualsiasi tipo di responsabilità civile e/o penale in relazione all’uso
improprio, da chiunque fatto, delle informazioni qui contenute.

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

PREFAZIONE

Dottor Fabio Riccobene

Medico Chirurgo specialista in Medicina del Lavoro esperto in


Medicina subacquea e iperbarica, Omeopata, Omotossicologo,
Agopuntore, esperto in Bioelettronica e Biorisonanaza

Le infiammazioni nascoste: per la mia esperienza trentennale di


Medico, la chiave di lettura ineludibile di molti casi, e contempo-
raneamente, la possibile strada per una soluzione/guarigione.
L'esperienza clinica, quotidiana, con i pazienti dimostra che
oltre l'80% dei casi che si presentano alla nostra osservazione pre-
senta patologie riconducibili a cause infettive, anche quando tale
eziologia ad un'analisi superficiale sembrerebbe non correlabile.
È infatti caduta abbastanza in disuso, nella medicina diffusa-
mente praticata ai tempi d'oggi, la ricerca delle cause delle malat-
tie, limitandosi (i medici) perlopiù alla mera raccolta e classifi-
cazione dei sintomi e segni (sindromi) e all'indicazione di farmaci
atti a contrastare tali sintomi.
La ricerca sistematica, costante ed indifferibile delle cause apre
invece nuove frontiere nella comprensione della patologia, e di
conseguenza nella possibilità di curarla.
Il prezioso ed impegnativo lavoro di Monica Martinuz mette
salvificamente il dito (ed anche il bisturi) nella piaga: esiste un
ampio capitolo, misconosciuto, che riguarda i meccanismi patoge-
netici delle più disparate patologie; tali meccanismi sono conosciu-

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ti, forse ancora meglio conoscibili con studi più approfonditi, ri-
portati in molti lavori scientifici pubblicati su riviste scientifiche
anche note ed autorevoli, e tuttavia relegati ad un limbo scarsa-
mente frequentato poiché legato alla cosiddetta ricerca pura, che
presenta l'handicap di generare flussi di denaro trascurabili a con-
fronto della ricerca sui farmaci; detti meccanismi patogenetici sono
descritti e spesso ampiamente validati da prove, altre volte le pro-
cedure di validazione si arrestano a causa di schemi eccessiva-
mente rigidi e ottusi di interpretazione dei dati.
Valga un esempio su tutti, quello della cosiddetta sindrome celi-
aca, comunemente definita celiachia: essa è causata dalla reazione
anticorpale diretta contro due specie batteriche, Helicobacter Pylori
e Mycobacterium paratuberculosis ssp. Avium (Tuberculinum
Avis) che possono essere presenti anche singolarmente; tale con-
dizione determina tanto, in soggetti geneticamente predisposti, la
sindrome celiaca propriamente detta, con positività dei titoli anti-
corpali anti-gliadina e anti-transglutaminasi, quanto le molto più
numerose forme fruste o borderline caratterizzate comunque da
disturbi vari quali frequente diarrea, malassorbimento, soprattutto
del ferro, gonfiore addominale, ecc...; la letteratura legata alla
ricerca pura riporta la presenza nei celiaci di significativi titoli an-
ticorpali verso le specie batteriche citate, ma non vengono interpre-
tati correttamente a causa dell'ottusa pretesa di trovare una causa
unica anziché due, indipendenti tra di loro.
Va da sé che tanto le forme lievi quanto le gravi sono
suscettibili di cure, intervenendo sulla causa, e pertanto reversibili.
Quindi è corretto ed appropriato sostenere che le infiammazioni
nascoste, con tendenza alla cronicizzazione, sono alla base di
molte patologie, anche diffuse, ad eziologia spesso definita er-
roneamente incerta o, peggio, ignota; la disbiosi, ovvero lo squilib-
rio del complesso microbiotico intestinale, la presenza di patogeni
particolari quali i micobatteri tubercolari e paratubercolari, ormai
difficilmente reperibili sull'apparato respiratorio, ma di costante
riscontro in tessuti ed organi sottodiaframmatici, la assortita
famiglia dei batteri presenti quali contaminanti delle filiere alimen-

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tari (Brucelle, Salmonelle, Yersinie, Listeria), le sempre più diffuse


infezioni trasmesse da insetti ematofagi (Rickettsia, Borrelia, Cox-
iella), le infezioni croniche quasi mai diagnosticate da Streptococ-
co beta-emolitico (non diagnosticate poiché il batterio non è più
presente nel cavo orofaringeo), rappresentano dei semplici, e non
certo esaustivi, esempi di cosa può essere compreso nell'ampia
definizione “infiammazioni nascoste”.
A proposito di patologie croniche, mi piace ricordare, e sotto-
lineare, come uno dei precetti contenuti nel Regimen Sanitatis del-
la Scuola Medica Salernitana (XIII° secolo) recitasse: “Acuti mor-
bi quatuordecim diebus iudicantur”, ovvero le malattie acute guar-
iscono in due settimane, lasciando intendere, in un'epoca lontana
dai rigidi e insulsi protocolli pseudoscientifici attuali, che le malat-
tie croniche sono quelle che durano più di due settimane, e non già
irreversibili, come purtroppo attualmente viene inteso il termine
croniche.
Contribuire quindi all'esplorazione del vasto campo delle cause
delle patologie per le quali, paradossalmente, nonostante la relativa
semplicità concettuale, e la notevole mole di dati disponibili, spes-
so vengono fornite ai pazienti risposte insufficienti, inadeguate e
fuorvianti, è impegno nobile e meritorio, e ritengo che questo testo,
pur non potendo per ovvie considerazioni rappresentare una trat-
tazione esaustiva sull'argomento, rappresenti tuttavia un importante
segnale di svolta nell'approccio alla comprensione delle cause delle
patologie, e allo sviluppo delle possibilità di cure efficaci ed
adeguate, rispettose del corpo, e dell'armonia corpo-spirito.

Ottobre 2021

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Dottor Cesare Roberto

Medico Chirurgo specializzato in otorinolaringoiatria con oltre


15 anni di esperienza nel campo della medicina integrata

Quando un essere umano è colto da una malattia è risaputo che


cerchi di risolvere il suo problema di salute rivolgendosi a person-
ale medico che ritiene essere qualificato al fine di trovare una
soluzione al proprio disturbo.
Nel nostro paese, come ovunque, esistono professionisti alta-
mente qualificati che, conoscendo nei dettagli i segreti della medic-
ina, riescono, con metodi allopatici o alternativi, a risolvere in toto
o parzialmente i problemi di salute che affliggono i loro pazienti.
Tuttavia, se chiediamo ad un bravo medico cardiologo le cause
che hanno generato in quella persona una situazione, ad esempio,
di ipertensione, questi ci risponderà che la causa è idiopatica, o più
semplicemente risulta sconosciuta. E se interpelliamo un medico
neurologo per comprendere meglio le cause dell’emicrania? O un
medico diabetologo per chiarire come ci si ammala di diabete? E
così via, per le cause della psoriasi, della colite, ecc. Molto poco è
noto sulla genesi di numerose patologie.
Eppure, se ci rechiamo in una farmacia, ci rendiamo facilmente
conto della grande mole di farmaci disponibili e di come, poco o
tanto, possano essere efficaci.
Per di più, acquistando un farmaco, ci vien posta dal farmacista
la domanda: “Desidera il farmaco originale o il farmaco generico?”
Già, perché ormai sono scaduti i brevetti di quasi tutti i farmaci!
Infatti, da molto tempo non ne vengono realizzati più di nuovi, in

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seguito a ricerche e sperimentazioni, per essere venduti nelle far-


macie. Il progresso di un certo tipo di farmaci si è arrestato, come
se non vi fosse più nulla da capire, da scoprire, da inventare! Es-
istono brevetti segreti e spionaggi in tutto il mondo industriale:
l’industria farmaceutica ne è forse immune? L'autrice con questo
testo vuole incoraggiare colti e meno colti in materia medica e tutti
coloro che - come affermava il filosofo Socrate - "sanno di non
sapere”, a muovere i primi passi in quella che potrebbe rivelarsi
una spiegazione plausibile in grado di fornire una risposta a tante
domande ancora in sospeso in campo medico.

Ottobre 2021

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Giuseppe Manfredini
Psichiatra/Psicoterapeuta

Eppure ci deve essere stato un tempo in cui colui che aveva co-
noscenze/esperienze di ”accidenti” al corpo poteva essere d’aiuto
per migliorare tali condizioni. L’arte del curare è coeva degli acci-
denti: erano “accidenti”, qualunque cosa accadesse, dall’esterno o
dall’interno al corpo, invalidandolo e di cui non si conosceva nulla.
Nella notte dei tempi risalgono gli antenati curatori: pratiche di
soccorso presupponevano una conoscenza tramandata e aggiornata
nell’arco di millenni, frutto di una vigilante attenzione che produ-
ceva esperienza da memorizzare e diveniva sapere sacro. Il sapere
ha permesso lo sviluppo della coscienza. Se non si ha conoscenza
di cosa si può divenire consci? Un saggio orientale1 afferma che la
“coscienza è il solo capitale” con cui nasce un essere senziente.
Questa, egli dice, è la situazione apparente. La vera situazione,
comunque, è che ciò che nasce è la coscienza, che ha bisogno di un
organismo per manifestarsi e quell’organismo è il corpo fisico. Se
potessimo diventare piccoli come un cellula e vedere il nostro cor-
po da quella prospettiva, non ci concepiremmo più come un singo-
la entità, ma come una popolazione in fermento di oltre 50 trilioni
di cellule individuali. Gli organismi unicellulari sono stati le prime
forme di vita sul nostro pianeta. Testimonianze fossili dimostrano
che erano già presenti 600 milioni di anni dopo la formazione della

1 Nisargadatta Maharaj

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terra e per circa 2,75 miliardi di anni solo gli organismi unicellulari
abitavano il pianeta. Circa 750 milioni di anni fa queste cellule in-
telligenti trovarono il modo di diventare ancora di più intelligenti
quando i primi organismi pluricellulari (piante e animali) fecero la
loro comparsa testimoniando così come la spinta evoluzionistica in
direzione di comunità sempre più grandi riflettesse l’imperativo
biologico della sopravvivenza. Più consapevolezza del suo ambien-
te possiede un organismo, migliori saranno le possibilità di soprav-
vivenza: quando le cellule si aggregano, aumentano esponenzial-
mente la loro consapevolezza. Nello sviluppo degli animali e delle
piante, le cellule cominciano ad acquisire funzioni specializzate già
nell’embrione e questa specializzazione citologica permette loro di
costruire gli specifici tessuti e organi del corpo. Nel tempo, questo
modello di differenziazione, cioè di distribuzione del lavoro tra i
membri della comunità, è stato incorporato nei geni di ogni cellula
della comunità incrementando sensibilmente l’efficenza dell’intero
organismo e la sua capacità di sopravvivere. Ad esempio nei grandi
organismi solo una piccola percentuale di cellule è coinvolta nella
decodificazione e nella risposta agli stimoli ambientali: un gruppo
di cellule specializzate che formano i tessuti e il sistema nervoso.
L’odierna conoscenza della cooperazione in natura, ha dimostra-
to che i geni sono condivisi non solo dai membri di una specie, ma
anche tra membri di specie diverse. L’esempio classico è costituito
dai batteri del nostro sistema digerente, indispensabili per la nostra
sopravvivenza: i batteri presenti nello stomaco e nell’intestino con-
tribuiscono alla digestione del cibo e permettono l’assorbimento
delle vitamine. La cooperazione tra batteri ed esseri umani è il mo-
tivo per cui l’uso indiscriminato di antibiotici è un danno per la
salute: gli antibiotici uccidono con la stessa efficienza tanto i batte-
ri nocivi quanto quelli indispensabili alla nostra salute.
Lo scambio di geni (memorie fisiche delle esperienze apprese
da un organismo) tra individui, distribuisce queste memorie, colla-
borando così alla sopravvivenza di tutti gli organismi che formano
la comunità della vita. Diventano così evidenti i pericoli dell’inge-
gneria genetica: quando gli esseri umani digeriscono alimenti ge-

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neticamente modificati, i geni creati artificialmente si trasferiscono


nei caratteri dei batteri utili all’intestino alterandoli. In maniera si-
mile il trasferimento di geni tra prodotti OGM e le specie sponta-
nee circostanti, ha dato origine a specie altamente resistenti consi-
derate super-infestanti. La neurobiologia e la nascente Epigenetica,
sottolineano oggi l’importanza di portare alla superficie della no-
stra coscienza, tutte le certezze limitanti, le paure inconsce, che
spesso condizionano in maniera determinante le nostre azioni per
costruire attraverso nuovi circuiti neuronali una nuova neuroplasti-
cità e una nuova plasticità di pensiero.
Il lavoro di Monica si colloca nella collana di operatori attenti ai
cambiamenti dell’ambiente attorno e dentro l’essere umano e lo fa
con passione e dovizia di conoscenze oneste e attuali, ricche anche
di pratici suggerimenti che possono aiutare il consumatore/lettore a
riappropriarsi di una dimensione della vita che oggi più che mai,
appare pilotata da forze che non vogliono il nostro benessere.

Ottobre 2021

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Il segreto della libertà sta nell’istruire le persone.


Il segreto della tirannia, nel mantenerle ignoranti.

Maximilien de Robespierre

ttenzione!
A Per consultare i riferimenti bibliografici che si trovano
in fondo ad ogni pagina, inserire il numero di riferimento
PubMed (ad esempio PMID: 123456) nel seguente motore di
ricerca: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/

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INTRODUZIONE

Il nostro destino non è scritto: dipende in primis dal nostro stile


di vita, dall’alimentazione, da come ci muoviamo e ci stressiamo,
in breve, da tutto ciò che costituisce l’ambiente.
L’epigenetica è la scienza che studia le modalità, potenzialmen-
te ereditabili, ma anche reversibili, con cui i geni si esprimono nel-
l’adattarsi alle diverse condizioni ambientali, senza però mai intac-
care la sequenza del DNA1.
Di generazione in generazione, la prole riceve i cromosomi che
costituiscono il genoma: un insieme di informazioni che determi-
nano il colore degli occhi, la forma del viso e molto altro.
Tuttavia, la nostra salute dipende da ciò che sta sopra il patri-
monio genetico, ovvero dalle variazioni epigenetiche (epì, dal gre-
co ἐπί, «sopra» e γεννητικός, gennetikòs, «inerente l'eredità famil-
iare»).
Le abitudini di vita, il cibo e i micronutrienti (vitamine, miner-
ali, fito-nutrienti, antiossidanti e altri) sono tra i più potenti modu-
latori epigenetici in grado di mantenere silente un potenziale pato-
logico, e di riattivare, altresì, quegli enzimi che contrastano un dis-
turbo conclamato e la sua insorgenza.
È interessante notare che oggi possediamo il corredo genetico
dei nostri bisnonni vissuti nel 1900, quando si moriva di vecchiaia,
e le cause di morte erano radicalmente diverse da quelle odierne. In
quei tempi ci si ammalava di malattie di natura infettiva2: polmoni-

2 Jones DS, Podolsky SH, Greene JA. 2012 PMID: 22716973

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te, tubercolosi, infezioni gastrointestinali, malattia cardiaca di ori-


gine infettiva o causata da sifilide, endocardite da febbre reumati-
ca. Il diabete di qualsiasi tipo era raro: il tasso di obesità di allora
non superava l’1,2%.
Più tardi, nel 1960, aveva già raggiunto il 13%, e negli anni
successivi divenne una vera e propria epidemia.
Nel 1977, il comitato per la nutrizione degli Stati Uniti ha ini-
ziato a raccomandare la riduzione dei grassi saturi e l'aumento del
consumo di carboidrati fino al 55-60% dell'apporto calorico totale3.

Nuove diagnosi di diabete in adulti di età compresa tra 18 e 79 anni negli U.S.
durante il periodo 1980 - 2010

Come risultato, negli anni successivi i casi di diabete sono trip-


licati4. In parallelo, si è registrato il più esponenziale ed incontrol-
lato aumento di malattie cronico degenerative di tutti i tempi:
malattie bronco-polmonari, neurodegenerative, infarti, ictus, forme
di diabete che si sviluppano in fasce d’età più giovani rispetto al
passato5, mentre i nuovi casi di cancro sono in continuo aumento6.

3 Osama Hamdy 2014 DOI: http://doi.org/10.17925/USE.2014.10.02.103

4 https://www.cdc.gov/diabetes/pubs/pdf/diabetesreportcard.pdf

5 Le principali cause di morte nel 2019 - Fonte: WHO

6 cancer.org - PDF https://bit.ly/3wtBfjG

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Si ritiene che questo gruppo di patologie causi l'80% delle morti


e il 70% della disabilità nel mondo7. Stime attuali rivelano che 1
persona su 2, spesso normopeso, è inconsapevole di essere diabeti-
ca8. Che cosa è accaduto in poco più di un secolo?
Da un lato, la disponibilità alimentare e le condizioni di vita
della popolazione sono migliorate, sono entrate nell’uso comune
nuove norme igieniche, a partire dagli alimenti, insieme ad altre
procedure di conservazione, tra cui la refrigerazione9.
Per contro, nei primi decenni del secolo scorso, è iniziata
l’ascesa economica e politica dei colossi della produzione industri-
ale su larga scala, che ha finito per condizionare, in modo in-
evitabile e crescente, le scelte alimentari e sanitarie10.
La ricerca del profitto ha determinato in modo sempre più mar-
cato e spregiudicato le tendenze delle decisioni politico-sanitarie.
Non è una novità che i ricercatori ricevano sovvenzioni allo
scopo di creare confusione nell’interpretazione degli studi, oppure
col fine di evitare conclusioni ben definite, richiamando la neces-
sità di altri studi.
Le chiamano operazioni di marketing11.
L’alimentazione è profondamente cambiata in meno di 100
anni, in parte modellata dalla persistente necessità di fare profitto.
Perciò, quelle che oggi vengono definite malattie del benessere,
sarebbe più corretto chiamarle malattie del marketing e della pro-
paganda, come spiega, nei suoi interventi, la giornalista scientifica
Nina Teicholz9.
Ci sono molti aspetti riguardo ai cibi e alle abitudini alimentari
pressoché sconosciuti, o meglio dimenticati, dal grande pubblico,
che la ricerca scientifica più recente sta riscoprendo, rivalutando la

7 Fonte: WHO https://bit.ly/3iFZTtq

8 Saeedi P et al. 2019 PMID: 31518657

9 JAMA 1999 PMID:10580445

10 Nina Teicholz - https://bit.ly/2SqcGpj

11 Peter C. Gotzsche 2016 https://amzn.to/3atgnRa


Ben Goldacre 2013 https://amzn.to/3utUZTf

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saggezza dei nostri avi e i loro stili di vita.


E proprio a partire da tali studi, emergono 4 importanti cause di
mancata prevenzione:

promozione del consumo di carboidrati e di cereali - un tempo


noti per le proprietà ingrassanti - esteso a pesci e bestiame di
allevamento - nonostante i danni metabolici e l'infiammazione
che causano all’organismo, sia umano che animale, abbassando
le difese immunitarie;

riduzione dei grassi saturi e promozione del consumo di oli di


semi e di grassi idrogenati, malgrado le massicce prove di au-
mento della mortalità per malattie cardiovascolari e tumori;

raccomandazione di diete iposodiche, nonostante causino danni


alla salute ossea e cardiovascolare, mentre, tra le popolazioni
più longeve al mondo, il consumo di sale arriva persino a 18-20
grammi al dì;

diffusione di farmaci ed eccesso di trattamenti sanitari come sur-


rogato della prevenzione, con scarsa considerazione del ruolo
epigenetico, metabolico e preventivo della nutrizione, dei mi-
cronutrienti, dei nutraceutici e dell’enorme ricerca esistente in
questi settori.

Occorre un cambio di paradigma. Non è sufficiente, e può es-


sere persino pericoloso, limitarsi a delle regole superficiali, di
carattere generale, tipo: “lavati le mani, copriti la bocca, prendi
l’aspirina, elimina gli zuccheri, muoviti, digiuna, bevi più acqua”.
È necessario comprendere a fondo quello che oggi sappiamo
essere il principale determinante dei meccanismi morbosi, soprat-
tutto se le conseguenze si riflettono sullo stato psico-fisico, il com-
portamento, le funzioni cognitive, lo sviluppo e il peggioramento
di quasi tutte le malattie più diffuse: l’infiammazione cronica.
La conoscenza può accendere la consapevolezza sul significato
di benessere, a maggior ragione se osserviamo cosa sta accadendo
ai giovani, sempre più colpiti da allergie, emicranie, frequenti stati

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

influenzali, difficoltà di concentrazione, ansia, attacchi di panico e


patologie oncologiche12.
L’infiammazione cronica riguarda tutte le età: imparare a con-
trollarla consente di rafforzare il sistema immunitario, rallentare
l’invecchiamento delle capacità cognitive e fisiche, migliorare lo
stato psico-emotivo.
Senza dimenticare che uno stato infiammatorio non diagnostica-
to e persistente si trasmette alle generazioni future, che ereditano,
oltre al patrimonio genetico, anche le modalità con cui i geni hanno
imparato ad esprimersi in determinate condizioni ambientali.
Perciò, non resta che approfondire in che modo il cibo, lo stile
di vita, i farmaci e l’inquinamento influenzano la propria salute e
cosa si può fare per rimediare, anche solo parzialmente, con ciò
che la natura e le forze di autoguarigione sopite del nostro corpo, ci
mettono a disposizione.
Le sperimentazioni con esseri umani che sono state citate in tut-
to il testo offrono la speranza di una regressione clinica e di ripresa
nelle seguenti condizioni:
fragilità del sistema immunitario, prevenzione infezioni virali
cattiva digestione, disordini intestinali
reflusso gastroesofageo e steatosi epatica,
ipercolesterolemia,
depositi vascolari (senza ricorrere all’angioplastica o all’inter-
vento di bypass),
ipertensione essenziale, aritmia e insufficienza cardiaca,
stress psico-fisico, disturbi neurologici,
asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO),
emicrania, allergie e intolleranze,
gotta, psoriasi, osteoartrite e stati dolorosi,
sindrome dell’ovaio policistico (PCOS),

12 Gupta S, Harper A, Ruan Y, Barr R et al. 2020 PMID: 32016323

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

diverse patologie oncologiche.

La seconda parte, dedicata interamente all’alimentazione, de-


scrive la relazione cibo-ormoni-intestino, in quanto essenziale per
comprendere l'instaurarsi e l’acuirsi dei processi infiammatori, i
disturbi nell’asse intestino-cervello, le modifiche del microbiota
orale e intestinale, la formazione della propria personale propen-
sione a mangiare. Infine, vengono presentate le caratteristiche degli
alimenti più problematici, suddivisi per macronutrienti (car-
boidrati, proteine, grassi).
Sale, verdure, solanacee, cereali, fibre, legumi, fruttosio, grassi
e varie fonti proteiche, sono stati presentati in gran parte sulla base
degli effetti rilevati in studi clinici umani, con un duplice obiettivo:
acquisire un nuovo punto di vista su ciascun alimento e conferire
maggior solidità ai concetti espressi in precedenza, nella prima
parte del testo.
Le sperimentazioni riportate, talvolta facili da mettere in prati-
ca, si sono dimostrate efficaci per fornire sollievo in una miriade di
situazioni: cattiva digestione, gonfiore addominale gestione del
peso, diabete mellito, diabete gestazionale e molto altro. Alcuni
studi selezionati aiutano, inoltre, a fare chiarezza sui potenziali
benefici/svantaggi del digiuno, in base a come viene applicato.
Infine, la sperimentazione pratica e le riflessioni che potrebbero
nascere intorno a quanto descritto, mi auguro costituiranno la parte
fondamentale di quest'opera.

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

1. INFIAMMAZIONE

L’infiammazione è in primo luogo la risposta immunitaria


benefica che preserva la vita, necessaria alla rimozione di agenti
patogeni e cellule guaste.
Aulo Cornelio Celso, medico romano del primo secolo d.C.,
descrisse per la prima volta i segni tipici dell’infiammazione:
rossore (rubor), calore (calor), tumefazione (tumor) e dolore (do-
lor), a cui si aggiunge, talvolta, la perdita di funzione.
Un trauma oppure un’infezione causano sintomi intensi, local-
izzati, evidenti, che poi, durante il ripristino dei tessuti lesionati,
tendono a scomparire, fino alla guarigione.
Tutto ciò è frutto di un intenso scambio tra le cellule di messag-
geri chimici, in particolare, di citochine, una categoria di molecole
(dette anche “ormoni del sistema immunitario”) con il compito di
regolare, sia localmente che in tutto l’organismo, l’infiammazione,
il tipo di reazione immunitaria, la formazione di nuove cellule o la
loro distruzione.
Ecco quindi che, sin dall’inizio, il processo infiammatorio si
articola attraverso una serie di segnali biochimici, le citochine, ap-
punto, che, ad esempio, nel tessuto colpito possono indurre:
dilatazione localizzata dei capillari,
reclutamento di globuli bianchi nel sito bersaglio,
trascrizione genica di enzimi e proteine.

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

rascrizione genica: trasferimento di informazioni ge-


T netiche dal DNA all’RNA (acido ribonucleico). Ad
esempio, quando serve creare una proteina, alcune sequenze
di nucleotidi del DNA vengono lette e copiate (trascritte) su
un'altra molecola chiamata RNA. Tale sintesi proteica, per
funzionare, dipende da diversi enzimi. II magnesio (un co-
fattore) è necessario per il funzionamento della maggior
parte di tali enzimi13. Invece, una proteina indispensabile
alla ricostruzione dei tessuti danneggiati (ossa, tendini, mu-
scoli, pelle e organi), è il collagene14. Il collagene è la pro-
teina più abbondante del tessuto connettivo (o interstizio),
l’organo più esteso del corpo15 che fa parte dell’immunità
innata. Per formarsi correttamente, il collagene necessita di
adeguate quantità di vitamina C, lisina e prolina16.

I meccanismi appena descritti rappresentano solo una parte di


una complessa attività difensiva, gestita dal sistema immunitario,
nei confronti di molteplici stimoli: alimenti, stress, farmaci, virus,
parassiti, batteri, muffe, inquinamento, campi elettromagnetici.

13 Hartwig A. 2001 PMID: 11295157

14 Avila Rodríguez MI, Rodríguez Barroso LG, Sánchez ML. 2018 PMID: 29144022

15 Benias PC et al. 2018 PMID: 29588511; PMCID: PMC5869738

16 Pullar JM, Carr AC, Vissers MCM. 2017 PMID: 28805671

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

Nel corso del tempo, uno stimolo infiammatorio persistente


avvia meccanismi di compensazione che sfociano in squilibri di
tipo ormonale, metabolico, neurologico. Quando non si risolve,
l’infiammazione si diffonde diventando sistemica, priva di segnali
clinici evidenti o con sintomi apparentemente scollegati tra loro,
fino al momento della diagnosi di una malattia vera e propria.

INFIAMMAZIONE INFIAMMAZIONE
ACUTA CRONICA

Immunità innata Immunità adattiva


(con cui sei nato, ad es. il (non specifica,
tessuto connettivo) ma “memorizzata”)

Stimolo Stimolo continuo

Intervento delle Aumenta il reclutamento di


cellule del sistema cellule immunitarie; l’infiam-
immunitario mazione si può diffondere

Fine dello stimolo / Il ciclo ripetitivo aumenta


guarigione i disturbi

Se potessimo osservare al microscopio la cronicizzazione


potremmo accorgerci che, in definitiva, si tratta di una disfunzione
degli eventi biochimici necessari non solo al funzionamento, ma

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

anche alla riparazione della cellula danneggiata17. Ciò spiega per-


ché la ricostruzione dei tessuti lesionati, e di conseguenza anche la
guarigione, risulteranno progressivamente sempre più compro-
messe. Quanto prima si metteranno in campo delle strategie nu-
trizionali funzionali alla biochimica cellulare umana tanto minori
saranno i danni dell’infiammazione.

I macrofagi

I macrofagi sono le cellule del sistema immunitario che avviano


l’infiammazione e si distinguono in M1 e M2, a seconda degli sti-
moli esterni che ricevono. Si polarizzano in fase acuta oppure
cronica, mentre inglobano e digeriscono le particelle pericolose
allo scopo di proteggere l’organismo.

L’ATTIVITÀ DEI MACROFAGI

Modificato da: Takeya M, Komohara Y. 2016 PMID: 27444136

Se la fonte dell’infiammazione non può essere risolta, trasfor-


mandosi da acuta in cronica, il rapporto tra macrofagi M1/M2 ri-

17 Naviaux RK 2019 PUBMID: 30099222

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

marrà squilibrato. Tali meccanismi, come evidenziano sempre più


ricercatori, sono il punto di partenza per lo sviluppo di un disturbo
o di una malattia molto prima della relativa diagnosi18.

Un denominatore comune

Ricerche scientifiche recenti segnalano che l’infiammazione


cronica è un problema condiviso da un ampio ed eterogeneo grup-
po di patologie19:

• diabete e sindrome metabolica • infarti e ictus


• broncopneumopatia cronica • depositi vascolari
ostruttiva, asma • declino cognitivo e Alzheimer
• problemi alle articolazioni • depressione
• ovaio policistico • disturbi neurologici più gravi
• colite ulcerosa • emicrania
• disturbi dell’intestino • allergie
• malattie autoimmuni • cancro

ra i modulatori dell’infiammazione vi sono le citochine


T proinfiammatorie: interleuchine IL1, IL6, IL8, TNF
(fattore di necrosi tumorale). Le cellule muscolari lisce della
tonaca media di molti vasi sanguigni producono IL-6 come
citochina pro-infiammatoria.
IL-6 è coinvolta nella regolazione del ferro e dello zinco e
uno stato infiammatorio cronico può ridurre nell’organi-
smo questi due importanti minerali20.

18 Furman D, Campisi J, Verdin E et al. 2019 PMID: 31806905

19 Abou-Raya A et al. PMID: 16782558 - Hughes MJ et al. 2020 PMID: 32198215

20 Tanaka T, Narazaki M, Kishimoto T. 2014 PMID: 25190079

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

ESEMPI DI ATTIVITÀ DOVE SONO COINVOLTE CITOCHINE

Modificato da Grimble RF 1998 PMID: 9684268


IL-1: Interleuchina 1
TNF: fattore di necrosi tumorale (Tumor necrosis factor)
Proteolisi: degradazione delle proteine e perdita muscolare
Gluconeogenesi: formazione di nuovo glucosio a partire da precursori non
glucidici.

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

1.1 Cause

Carenza di vitamina B6

La carenza di vitamina B6 è stata riscontrata spesso nelle perso-


ne con infiammazione cronica, determinando un peggioramento
delle malattie autoimmuni e oncologiche, nonché un incremento
dell’omocisteina. Alcuni ricercatori hanno suggerito che i livelli
minimi di assunzione dovrebbero essere più elevati rispetto alla
dose raccomandata media (1,5 mg)21.

Polimorfismi
Alcune mutazioni genetiche (APOC322 e LPL23) possono indur-
re uno stato di eccessiva infiammazione a carico del fegato e del
sistema cardiovascolare.

Inquinamento ambientale
L’inquinamento contribuisce a creare infiammazione causando
problemi cardiovascolari e respiratori24, disturba i processi di meti-

21 Bird RP. 2018 PMID: 29477221

22 Xu QY, Li H, Cao HX, Pan Q, Fan JG 2020 PMID: 33294458

23 Benlian P, De Gennes JL et al. 1997 PMID: 8778602

24 Brook RD et al. 2004 PMID: 15173049

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

lazione del DNA indebolendo il sistema immunitario e creando


difficoltà ad eliminare composti nocivi sia esogeni che endogeni,
sovraccaricando i meccanismi fisiologici di detossificazione25.
Il solo benzene, presente nelle aree urbane e in casa (nei mobili,
nei detersivi in piccole dosi), causa infiammazione cronica, depri-
me il sistema immunitario e promuove lo sviluppo di leucemie e
linfomi26.

Alimentazione moderna e stress psicofisico

Il grasso viscerale è una delle principali fonti di infiammazione


cronica, anche quando l’indice di massa corporea risulta nella
norma27.

L’alimentazione e lo stress psicofisico determinano infi-


ammazione a causa del frequente aumento dei livelli di glucosio,
omocisteina, colesterolo, istamina, insulina, cortisolo ed estrogeni.

25 Rider CF, Carlsten C. 2019 PMID: 31481107

26 Guo H, Ahn S, Zhang L. 2020 PMID: 32938756

27 Wedell-Neergaard AS, Eriksen L, Grønbæk M, Pedersen BK. 2018 PMID: 29342196

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

Tali variazioni, che saranno approfondite nelle prossime pagine,


sono state collegate a stress ossidativo e a una varietà di disturbi:
flogosi e osteoartrosi alle ginocchia in individui sani28,
ingrossamento del cuore e insufficienza cardiaca29,
infiammazione dei vasi sanguigni, danni all’endotelio e svi-
luppo dell’ipertensione30;
colesterolo elevato;
emicrania31, allergie32, sintomi di ipotiroidismo33.

Troppi zuccheri alimentano l'infiammazione


I prodotti finali della glicazione avanzata (AGE) tendono ad
accumularsi nei soggetti affetti da diabete, malattie cardiovascolari,
neoplastiche, neurodegenerative, malattie della pelle come ad e-
sempio la psoriasi.

GE: Advanced Glycation Endoproducts. Sono patogeni


A denominati anche glicotossine che si creano tramite
glicazione, un processo biochimico dove lo zucchero sempli-
cemente “appiccica" proteine, lipidi e DNA, dando luogo a
un’unione corrotta, che può avvenire dentro il nostro corpo
oppure quando gli alimenti vengono cotti ad alte temperatu-
re, come quando si grigliano, si friggono o si tostano.

28 Stout AC et al. 2018 PMID: 29304778

29 Diem H.T. 2019 PMID:31185774; McCommis KS 2020 PMID:33106690; Nakamura M 2020


PMID:33070172

30 Sánchez-D. G et al.2019 PMID: 30430573

31 Dimitrova AK et al. 2013 PMID: 23126519

32 Anto JM et al 2017 PMID: 28183433

33 Mizokami T, Wu Li A, El-Kaissi S, Wall JR. 2004 PMID: 15650357

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

Ciò attiva il sistema immunitario, compresi i mastociti, per il


rilascio di istamina, che a sua volta aumenta l’infiammazione34.

Infiammazione e Vitamina D: una relazione a doppio senso

Livelli insufficienti di vitamina D possono dipendere dalla pre-


senza di infiammazione cronica e dalle seguenti cause:
scarsa esposizione solare;
sovrappeso e obesità35 - alcuni studi raccomandano di tripli-
care la dose raccomandata di 2000 UI per gli obesi, mentre,
per chi è in sovrappeso, di assumere almeno 3000 UI al gior-
no36,37;
condizioni genetiche, ad esempio i polimorfismi nel gene
VDR (recettore della Vitamina D) CYP27B1, che codifica
l'enzima coinvolto nell'idrossilazione a livello renale, sono
collegati al rischio di sviluppare diabete e malattie autoim-
muni38;
età - negli anziani, una disfunzione mitocondriale può im-
pedire al recettore di funzionare correttamente, il che
potrebbe giustificare un sovradosaggio;
infiammazione della barriera mucosale intestinale, in quanto
disturba le funzioni del recettore per la vitamina D, che a sua
volta è anche il bersaglio dell’azione microbica.
Molti studi recenti si sono concentrati sul funzionamento del
recettore della vitamina D, scoprendo che, se c’è infiammazione,
viene attaccato da microbi (approfondimento nel capitolo malattie
autoimmuni) che ne impediscono il corretto funzionamento per

34 Kempuraj D, Caraffa A, Ronconi G, Lessiani G, Conti P. 2016 PMID: 28155967

35 Walsh JS, Bowles S, Evans AL. PMID: 28915134

36 Ekwaru JP, Zwicker JD, Holick MF, Giovannucci E 2014 PMID: 25372709

37 Drincic A, Fuller E, Heaney RP, Armas LA. 2013 PMID: 24037880

38 Shahijanian F, Parnell GP et al. 2014 PMID: 24158849

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Stress, Alimentazione, Infiammazioni Nascoste

motivi di sopravvivenza39. Di conseguenza, i dosaggi della vitam-


ina D, in tutti i casi di infiammazione cronica e stati dolorosi, de-
vono essere più elevati rispetto alle dosi raccomandate dalle isti-
tuzioni sanitarie.
Inoltre, come si leggerà nella seconda parte del libro, riducendo
l’infiammazione delle pareti intestinali attraverso opportune scelte
alimentari, si potrebbe potenzialmente migliorare la funzione del
recettore e quindi anche l’assorbimento della vitamina D.
L'incremento dei livelli di vitamina D riduce l’infiammazione, il
dolore e la miopatia, dato che inibisce COX-240, lo stesso enzima
bersaglio dei farmaci antinfiammatori. Aumenta inoltre la sintesi
proteica muscolare, la concentrazione di ATP, le prestazioni
sportive. Tuttavia, per avere tutti questi benefici i ricercatori
scrivono che i livelli ematici devono superare i 50ng/mL41.

l livello di 25(OH)D non sempre riflette il livello di


I 1,25(OH)2D (vitamina D2). La valutazione di entrambi i
metaboliti può rivelare un eccesso di vitamina D2, che indica una
funzione endocrina anomala dovuta a infiammazione cronica42.
Questo fatto, e altri fattori di tipo genetico/enzimatico, giustifica-
no il successo del sovradosaggio di vitamina D nel sovrappeso e
nelle patologie autoimmuni come la sclerosi multipla43, la psoria-
si44, l'artrite reumatoide45 e il morbo di Crohn46.

39 Kongsbak M, Levring TB, Geisler C, von Essen MR. 2013 PMID: 23785369

40 Wang Q et al. 2014 PMID: 24619416; PMCID: PMC4002078

41 Shuler FD, Wingate MK, Moore GH, Giangarra C. 2012 PMID: 24179588

42 Mangin M, Sinha R, Fincher K. 2014 PMID: 25048990

43 Dörr J, Ohlraun S, Skarabis H, Paul F. 2012 PMID: 22316314

44 Finamor DC, Sinigaglia-Coimbra R, Neves LC et al 2013 PMID: 24494059

45 Cherniack EP. 2011 PMID: 21196582

46 Narula N, Cooray M et al. 2017 PMID: 27975236

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Biotossine

Le biotossine sono tossine di origine naturale, prodotte da pian-


te, animali e microrganismi. Alcune derivano da muffe47, punture
di insetti (zanzare, zecche, ragni), virus, parassiti e batteri48.
Le biotossine possono interagire con il sistema nervoso e, oltre-
passando la barriera ematoencefalica, direttamente con le cellule
neuronali del cervello49.
L'esposizione a una biotossina può portare a sintomi acuti o
cronici, in base a: fattori genetici, durata dell'esposizione, condi-
zioni di salute, potenza della biotossina.
Sono state collegate a stanchezza cronica, malattie autoimmuni,
morbo di Crohn, infertilità50, sindrome di Guillain-Barré51, sclerosi
multipla52, fibromialgia, squilibri ormonali, schizofrenia, malattia
di Alzheimer53,54, artrite reumatoide, asma, tumori, sovrappeso,
aterosclerosi55, nonché a molti sintomi fisici che non trovano vali-
de spiegazioni mediche56.

Intestino e Lipopolisaccaridi

I batteri Gram-negativi (ad esempio E. Coli, Candida e altri, re-


sidenti nell’intestino) rilasciano delle molecole denominate LPS
(Lipopolisaccaridi) definite anche endotossine che, nelle giuste
quantità, stimolano il sistema immunitario.

47 Omotayo OP, Omotayo AO et al. 2019 PMID: 30766652

48 Godkin A, Smith KA. 2017 PMID: 28009488

49 Popoff MR, Poulain B. 2010 PMID: 22069606

50 Thaper D, Prabha V. 2018 PMID: 29935034

51 Lardone RD, Yuki N, Irazoqui FJ, Nores GA. 2016 PMID: 26818965

52 Cossu D, Yokoyama K, Nobutaka N, Sechi LA. 2019 PMID: 31148467

53 Bredesen DE. 2016 PMID: 26870879

54 Vasefi M, Ghaboolian-Zare E, Abedelwahab H, Osu A. 2020 PMID: 33010393

55 Muhlestein JB, Hammond EH et al. 1996 PMID: 8636536

56 Gautam J, Krawiec C. Chlamydia Pneumonia. 2021 PMID: 32809709

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Quando, però, i livelli di LPS nel sangue sono elevati, a pre-


scindere dalla presenza di un’infezione evidente, si parla di endo-
tossinemia metabolica.
Tale condizione è stata identificata come fattore di rischio per le
malattie caratterizzate da infiammazione cronica di basso grado:
obesità, diabete tipo 2, steatosi epatica non alcolica (NAFLD =
Nonalcoholic Fatty Liver Disease), pancreatite, sclerosi laterale
amiotrofica e morbo di Alzheimer.
Negli ammalati i livelli di LPS sono più alti rispetto ai sani, ma
si rischia di ammalarsi o di peggiorare la propria condizione se i
valori di LPS aumentano57. Per monitorare queste molecole, nel-
l’intestino, si deve eseguire un test del microbiota di un campione
fecale. Non esistono ancora dei farmaci per ridurre questo fattore
di rischio, ma una dieta priva di alimenti infiammatori (analizzati
in dettaglio nella seconda parte del testo), arricchita da alcuni nu-
traceutici specifici, è in grado di influenzare in meglio la presenza
di LPS58.

l colesterolo, come si leggerà nel capitolo 8 (Funzione


I immunitaria e ruolo del microbiota), svolge una impor-
tante funzione immunitaria. Ad esempio, le lipoproteine LDL
e HDL fungono da “spazzine” di LPS59.

Non esiste un farmaco specifico per l'infiammazione cronica


L'infiammazione cronica è strettamente connessa con i processi
ciclici alla base della vita delle cellule. In altri termini, la salute
dell'organismo dipende dalle unità biologiche che lo compongono,
in particolare dal loro equilibrio metabolico.

57 Fuke N, Nagata N, Suganuma H, Ota T. 2019 PMID: 31547555

58 Ahola AJ et al. 2017 PMID: 28747701

59 Feingold KR, Hardardottir I, Memon R. 1993 PMID: 8301233

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La versione cartacea favorisce la concentrazione durante la lettura,


il consolidamento delle informazioni durante la rilettura.

Ricordo che le fonti elettromagnetiche e la luce artificiale sono


fonte di stress per la vista e il sistema nervoso.

Alla fine del testo cartaceo si trova il link per scaricare il ricettario
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