Sei sulla pagina 1di 3

Quando Evola dialogava con i cattolici

18 giugno 2010 (18:13) | Autore: Marco Iacona


Tags: cattolici, cristianesimo, Crowley, Evola, Gurdjieff, Meyrink, spiritualism
o
Share on facebookShare on twitterShare on emailShare on pinterest_shareMore Shar
ing Services6
Nel commentare la quarta edizione del saggio evoliano Maschera e volto dello spi
ritualismo contemporaneo, di cui una nuovissima edizione critica appena uscita p
er le Edizioni Mediterranee di Roma (pp. 184, euro 17,50), non si pu non sottolin
eare come esso rappresenti una delle prove pi convincenti di Julius Evola, intell
ettuale non accademico ma multidisciplinare pi o meno come Oswald Spengler, da qu
alche tempo studiatissimo anche dagli studiosi delle Universit italiane. E pertan
to questa nuova edizione di Maschera e volto arricchita da saggi firmati da Gian
franco de Turris, Hans Thomas Hakl, Stefano Arcella e da chi scrive.
Cominciamo col dire che in quest opera uscito in prima edizione nel 1932
Evola si
muove con agio non all interno dei circuiti pi noti nei quali lo spiritualismo acce
de a un proprio sapere ufficiale, bens all interno del circuito alternativo, ove gr
an parte della cultura rifiutata dalla teologia del mondo cattolico stava rialza
ndo la testa a cavallo nei primi decenni del Novecento.
Per dirla con un celebre motto, Maschera e volto rappresenta la negazione di una
negazione . La confutazione di un intero modo di accedere al trascendente (spiriti
smo, teosofismo, eccetera), a sua volta ribelle e al sistema positivistico-scien
tista, e a un modo di intendere la cultura sette- ottocentesco. In un gioco che
Evola conduce per buona parte con le armi della sociologia o dell antropologia pi c
he con quelle della filosofia (almeno per come i suoi lettori dei primi anni Tre
nta erano stati abituati ad accoglierlo), fanno capolino qua e l due ospiti che h
anno bussato alla sua porta abbastanza di recente. Ren Gunon, ad esempio, che prop
rio filosofo non , e la stessa religione nata dalla vita e dalla resur rezione di
Ges Cristo (ovviamente non che Evola si cristianizz, ma semplicemente instaur un d
ialogo e una interlocuzione anche con la religione dei Vangeli). D altronde, se i
rapporti fra Evola e Gunon sono certamente noti e studiati, un po meno forse quell
i fra Evola e il cristianesimo secondo le indicazioni di Maschera e volto.
Il libro, nove capitoli nel 1932, dieci nel 49 e undici nel 971 rappresenta una st
oria lunga quarant anni, se non di pi. Ufficialmente il testo nasce in un periodo n
el quale lo studioso tradizionalista ed ex artista dadaista
era preso da talune
difficolt di orientazione politica e culturale. Il tema dello spiritualismo tutta
via interessava Evola sin dagli anni 20. Alcuni capitoli della prima edizione inf
atti erano gi stati scritti e inseriti in pubblicazioni diverse, altri come quell
o sul cattolicesimo sembravano invece di nuova fattura.
In genere difficile sintetizzare un libro in una sola frase ma per Maschera e vo
lto ci si pu provare: il sovrasensibile un pericolo, pi che una tentazione esso va
lga dunque come semplice conoscenza. questo forse un commento appropriato per un
volume che non ha mai fatto parlare di s quanto invece avrebbe meritato. Evola i
ndaga infatti i diversi pericoli dello spiritualismo contemporaneo, ma invero an
che le poche qualit delle diverse vie al sovrasensibile. Cos psicanalisi, teosofis
mo, antroposofia, neo-misticismo ed altre vie spiritualistiche
tornate prepotent
emente di moda in Occidente prima nel post-68 e negli anni Novanta con la vulgat
a New Age ed ecologista
vengono setacciati con strumenti di raffinata esegesi (f
orse a oggi, per questo settore specifico, ineguagliati), al fine di chiarire la
relazione che i primi e le seconde intessono con il sovrannaturale.
Ovviamente nel corso di quarant anni il libro stato sottoposto ad alcuni necessari
aggiornamenti; non tanto fra la prima e la seconda delle tre edizioni quanto in

vece fra la seconda e la terza. Il balzo in avanti fatto da Evola fra il 49 e il 71


certamente pi significativo di quello fra il 32 e il 49. E nella terza edizione com
paiono ad esempio alcuni riferimenti alla contestazione (e dunque alla nuova ven
tata di spiritualit, successiva al boom economico e alla controcultura degli anni
Sessanta), e perfino un nuovo capitolo dedicato al satanismo.
In precedenza Evola aveva anche tentato di estendere le proprie critiche a categ
orie non propriamente spiritualisti, forse nel tentativo di fare del suo libro u
na sorta di saggio di modi e dottrine della contemporaneit. Ci grazie a un capitol
o l ottavo
inserito con l edizione del 49. In esso l argomento trattato
primitivismo,
ssessi e superuomo nietzscheano
era tutt altro che spiritualista. Ma dopo le vie c
he si dischiudono dinanzi ad un deficit di trascendenza, con l edizione del 1971 E
vola torna ad esplorare l argomento principale del volume. E lo fa riallacciandosi
a quanto aveva scritto in precedenza a proposito delle cosiddette forze infere . A
ll alba dei Settanta Evola parla esplicitamente di Satana, satanismo e gruppi sata
nici, introducendoli per ovviamente conon me un fenomeno alla moda. Nella seconda
parte del medesimo capitolo, invece, Evola dedica alcune pagine anche ad Aleist
er Crowley. Il pensatore tradizionalista, comunque, distingue tra il mago britanni
co e gli atteggiamenti scevri da significati alti (e per nulla a carattere iniziat
ico) dei giovani contemporanei.
Ovvio d altra parte che le pratiche del mago britannico (dati anche certi esisti dis
perati), non potessero essere genericamente rivolte a tutti, senza distinzione a
lcuna. Credo che il capitolo che Evola dedichi al cristianesimo, insieme a quell
o sulla psicanalisi (peraltro l opinione di Evola su Sigmund Freud e gli altri psi
canalisti non per nulla scontata), sia il pi interessante di tutti. E immagino pu
re che il primo dei due continuer a far discutere a lungo. Oltretutto per chi non
ha mai letto Maschera e volto certe espressioni non proprio di condanna rivolte
esplicitamente da Evola alla confessione cristiana saranno una vera sorpresa. C
hi si aspetterebbe mai da un testo evoliano frasi del tipo: Una sincera conversio
ne al cattolicesimo, per i molti, significherebbe un progresso ? Per i pochi inve
ce le cose potrebbero andare in modo molto diverso, soprattutto perch essi dovreb
bero essere in grado di capire che la religione, in s e per s presa, basata cio su
una cosa chiamata fede, tutt altro che una semplice forma di spiritualit.
La questione molto complessa, e ovviamente necessaria andare alla lettura attent
a del saggio e di tutte le appendici.
Qui per doveroso affermare in modo chiaro quanto segue: rispetto all Evola giovane,
l Evola anziano del 71 ha assottigliato qua e l, non parlo specificamente del capit
olo sul cattolicesimo, le molte citazioni cristiane all interno di Maschera e volto,
forse rendendosi conto di aver esagerato nelle prime due edizioni (si potrebbero
citare anche alcuni dati storici per corroborare la tesi di un Evola pi sfiduciat
o verso il cristianesimo di fronte a certi esiti della crisi postconciliare), tu
ttavia l insieme delle opinioni espresse da Evola e delle sue particolari convinzi
oni che il cattolicesimo contenesse potenzialit positive in merito alla sua idea
di tradizione, lascia davvero pochi dubbi: il problema cristiano riguarda e la f
orma (quella specificamente religiosa) e il contenuto (sul quale rimando ovviame
nte alla lettura del libro), ma alla luce di tutto questo parlare di un Evola an
ticristiano proprio non si pu.
ovvio poi che nel suo classico stile il pensatore romano intendesse separare il
cattolicesimo prima dai cattolici e poi da se stesso. Evola dedica l ultimo vero ca
pitolo di Maschera e volto, prima della parte destinata alle conclusioni, alla ma
gia superiore . Nulla a che vedere n con le palle di vetro n coi poteri dei superero
i dei fumetti. E nulla a che vedere col vero spiritualismo ma stavolta in una di
rezione positiva. Insomma le pratiche rituali (o meglio le scuole migliori che i
n vario modo fanno uso di esse: in particolare quelle di George I. Gurdjieff e G
ustav Meyrink), rappresentano per il filosofo della tradizione una sorta di terza
via . Dopo lo scientismo e lo spiritualismo sembra questa la via verso il sovrann
aturale nel 900. Una strada difficile da percorrere, un sentiero colmo di pericol

i del quale Evola offre al lettore varie ma caute indicazioni.


* * *
Tratto dal Secolo d Italia di sabato 25 ottobre 2008.

Potrebbero piacerti anche