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1) Lei ha definito "bulimia espansiva" la politica dell'UE nei confronti della Rissia e ha

detto che priva di buonsenso. Pu sviluppare il concetto? Cosa intendeva esattamente?


Non ho usato l'espressione "bulimia espansiva" per descrivere la politica dell'UE verso la
Russia. L'ho usata invece a proposito del precoce allargamento ad Est dell'UE verso quei
Paesi che non hanno ancora superato a livello sociale il difficile periodo storico vissuto
all'interno dell'URSS. La cortina di ferro caduta: ma continua ad esistere nella loro anima. I
Paesi dell'Europa dell'Est stanno modificando l'agenda europea in senso russofobo: sono
convinto che un'Europa a 15 non avrebbe preso determinate decisioni. L'Unione Europea
nata per metabolizzare un passato diverso da quello dei Paesi ex sovietici: nata per superare
la divisione fra vincitori e vinti nella Seconda guerra mondiale.
Per metabolizzare la storia, del resto, ci vuole del tempo: in Italia, dopo 70 anni, a volte
fatichiamo ancora a metabolizzare la contrapposizione fra fascisti e partigiani.
E poi, nell'Unione Europea, siamo gi tanti da mettere d'accordo... A volte sembra di essere
nella Torre di Babele. E' un errore procedere a integrazioni forzate: la stessa creazione forzata
e precoce di una moneta unica con gli squilibri che ha creato, dimostra che prima o poi i nodi
vengono al pettine.
2) Come descriverebbe l'attuale situazione del mercato europeo dell'energia?
E' troppo vincolato a logiche di mercato: l'energia invece anche una questione sociale e
politica (indipendenza energetica significa indipendenza politica). L'UE trascura questi due
aspetti fondamentali. Inoltre, il mercato dell'energia nell'UE tuttora fondato su una
prospettiva fossile, mentre le energie fossili sono s indispensabili, ma solo per il tempo
necessario alla transizione verso una societ basata sulle energie rinnovabili: dunque non ha
senso investire in nuovi gasdotti e in nuove infrastrutture dedicate ai combustibili fossili.
3) Quando la Russia ha cancellato il progetto [del metanodotto] South Stream, l'anno
scorso, molti esponenti politici dell'UE hanno espresso rammarico e disappunto: eppure
essi stessi hanno osteggiato il progetto ed hanno creato ostacoli alla sua realizzazione.
Come pu spiegare una tale politica bifronte? L'UE non si accorta dall'inizio che le
sue sanzioni contro la Russia sono essenszialmente una spada a doppio taglio? Possiamo
dire dire che gli interessi economici dell'Europa sono stati scavalcati dall'agenda
politica?
S, ritengo che gli interessi economici siano stati sopravanzati dall'agenda politica e
dall'intenzione di creare un casus belli. Ritengo anche che le sanzioni contro la Russia siano
un'arma a doppio taglio e che possano innescare un circolo vizioso, anch'esso contrario agli
interessi dell'Europa, da cui sar difficile uscire a meno che non venga fermato subito.
Quanto al South Stream, la reazione di molti politici europei mi ha fatto pensare al ragazzino
che fa il bulletto finch non prende uno scappellotto da un ragazzo pi grande di lui: e allora
si mette piangere.
4) Le sanzioni contro la Russia danneggiano la sicurezza energetica europea?
S, la danneggiano: lo riconosce implicitamente anche la Commissione Europea dato che in
maggio ha diramato una comunicazione sulla sicurezza energetica in cui si parla della
necessit di prevenire e mitigare il rischio delle interruzioni nelle forniture di gas

(http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2014_2019/documents/itre/dv/com_com%282014
%290330_/com_com%282014%290330_en.pdf ). Il tema stato ripreso all'inizio
dell'inverno da un'altra comunicazione della Commissione Europea sugli scenari che
potrebbero verificarsi in seguito ad un'interruzione del gas russo
(http://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/documents/2014_stresstests_com_en.pdf )
Questa situazione, inoltre, si inserisce in uno scenario gi difficile perch caratterizzato dalla
volatilit del mercato dell'energia e dai problemi di depletion dei giacimenti di combustibili
fossili in vaste aree del pianeta che in passato hanno permesso una disponibilit energetica in
crescita e quindi la stessa esistenza del modello della crescita economica e della
globalizzazione.
5) I Paesi Baltici sono stati fra i pi zelanti nell'imporre sanzioni alla Russia, compresa
la richiesta di congelare importanti progetti che riguardano UE e Russia. Come giudica
questo atteggiamento? E' simile al modo in cui la Polonia cerc di silurare il [gasdotto]
Nord Stream quando era sul punto di essere costruito?
Il problema alla base di determinate opposizioni e scelte politiche per me sempre il
medesimo: gli Stati baltici, come altri nell'Europa orientale, non hanno ancora metabolizzato
il loro passato storico.
6) Quanto esattamente la perdita del South Stream rende vulnerabile l'Europa? Quanto
danneggia la sicurezza energetica europea?
Senza South Stream, tutto dipende dall'Ucraina, dalla sua affidabilit, dalla sua intelligenza,
dalla sua capacit di costruire buone relazioni a Est e a Ovest. L'Ucraina un Paese cerniera:
riuscir a capire che la sua posizione geografica la chiave della sua prosperit? Per ora, non
sta sfruttando questo potenziale.
7) Come giudica i progetti della Lettonia e dell'Estonia per i terminal dedicati al gas
naturale liquefatto? Quali sono le loro possibilit?
E' comprensibile ed giusto in un'ottica di resilienza che la Lettonia e l'Estonia non vogliano
dipendere da un unico fornitore di gas. Ma la dipendenza dalle energie fossili di importazione
equivale alla dipendenza politica e il mercato del LNG diventer probabilmente instabile nel
prossimo futuro: un crescente numero di Paesi prevede di acquistare LNG e questo causer
un aumento dei prezzi e forti concorrenze con gli attori in Asia. Ritengo che non abbia senso
investire in infrastrutture per i combustibili fossili per due motivi: primo perch non sono
inesaurilibi ed ogni giorno che passa il rendimento energetico netto dell'estrazione diminuisce
(Enery return over energy invested EROEI calante); secondo, il riscaldamento globale rende
urgente la necessit di transire rapidamente a un modello energetico low o zero carbon.
8) Il presidente dell'Ucraina, Poroshenko, recentemente ha detto in Svizzera che il suo
Paese non avr bisogno di gas russo nel giro di due anni. E' realistico? Quali sono le
possibilit dell'Europa di trovare fornitori alternativi di energia per sostituire la Russia
o di abbandonare completamente la dipendenza dalle forniture russe?
Mi meraviglierei se Poroshenko avesse detto una cosa diversa. Ha spiegato come pensa di
realizzare in pratica questo obiettivo? Un conto sono i sogni o la propaganda, un conto il
mondo reale con i suoi mille limiti. A livello europeo, la possibilit di trovare alternative alla
Russia dipende dalle risorse economiche a disposizione, da quanto si vuole e si pu investire,

dalla disponibilit (che ora non vedo) di ottenere forniture a prezzi non superiori rispetto a
quelli ora pagati alla Russia.
E c' un'altra considerazione. Per il momento, l'Unione Europea deve comunque dipendere da
un fornitore di energia fossile: meglio dipendere da chi si dimostrato affidabile per
decenni piuttosto che optare per alternative instabili, sia per motivi politico-religiosi, sia
perch hanno dimostrato di essere oggetto di facili destabilizzazioni, sia perch a loro volta
vassalli di altre potenze. Tutte queste caratteristiche li rendono fornitori inaffidabili e
rendono a loro volta noi europei soggetti a tempeste o a pesanti influenze politico/finanziarie.
Sotto questo aspetto, pur in un'ottica affaristica e di politica che io non approvo, Berlusconi
non aveva tutti torti: egli aveva tessuto buone relazioni fra Italia e Russia sugli
approvvigionamenti energetici, e sicuramente per questo stato duramente osteggiato dai
poteri forti occidentali.

9) Quale la sua opinione sul progetto per sostituire il [gasdotto] South Stream - il
South Stream turco? L'Europa interessata a partecipare?
La notizia ancora molto fresca. Bisognerebbe domandarlo alla Commissione Europea. Ho
presentato un'interrogazione proprio per avere informazioni in proposito (non ancora on
line sul sito del Parlamento Europeo), la domanda praticamente la medesima. Dice infatti:
"Secondo notizie di stampa, la compagnia russa del gas Gazprom ha deciso irrevocabilmente
che sposter lungo una rotta turca il passaggio del gas ora consegnato in Europa lungo la
rotta ucraina. Lo far perch ritiene inaffidabile l'Ucraina: sta comprando meno gas rispetto
alla quantit definita dagli "accordi di Bruxelles", dunque la pressione negli stoccaggi
troppo bassa per garantire il flusso del gas verso l'Europa. La Russia ha avvertito l'UE che
entro un paio di anni dovr essere in grado di ricevere il gas al confine fra Grecia e Turchia:
altrimenti perder le forniture.
Ora al confine fra Grecia e Turchia non esistono - neppure in progetto - le infrastrutture
necessarie. Si domanda alla Commissione
A) se, nell'interesse dei cittadini e dei consumatori europei, intende tornare ad avere buone
relazioni commerciali con la Russia
B) quanto costerebbe costruire al confine greco turco le infrastrutture per la distribuzione
del gas e se sarebbe possibile realizzarle nel giro di soli due anni
C) quanto costerebbero gli interventi di efficienza energetica per fare a meno di una quantit
di gas pari a quella che ora entra in Europa attraverso la rotta ucraina e se sarebbe
possibile realizzarli nel giro di soli due anni"

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