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Distribuito senza scopo di lucro

Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

Inizio queste mie poche righe con il ringraziare quanti si sono impegnati, in maniera
davvero encomiabile, nelle varie attivit natalizie della parrocchia ed, in particolare,
nella realizzazione del presepe vivente. Siamo rimasti tutti positivamente colpiti dai
profondi sentimenti che hanno suscitato in
noi le meditazioni del mistero del Natale del
Signore, specialmente quelle vissute nei momenti della sacra rappresentazione che ha
coinvolto tanti membri della nostra comunit nel centro storico di San Biagio. E proprio
su questa nostra comunit parrocchiale vorrei brevemente riflettere con voi. Gi nello
scorso numero del giornalino avevo accennato alla bella realt di San Vito, con tanti
gruppi, tutti molto attivi nellambito della
pastorale. Notavo e noto costantemente come queste realt siano diverse espressioni
dellunica fede in cui crediamo e che viviamo, ma a volte, purtroppo, devo constatare
che tutte queste realt non portano a giungere allauspicabile unit del popolo di Dio,
bens tendono ad indirizzarsi verso la formazione di gruppi che possono diventare autoreferenziali e chiusi in se stessi. Ges stesso
ci esorta ad impegnarci perch tutti siano
una sola cosa (Gv 17,21) e ci suggerisce
anche il modo per riuscirci: lamore fraterno.
Proprio su questo amore saremo giudicati e
proprio per questo amore possiamo dirci
cristiani: Ges stesso ci ha indirizzati dicendoci che da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli
altri (Gv 13,35).
(Segue)

n. 3

1 Febbraio 2015

Con la Luce nel cuore


Giovanni Testa

Tra scorci medievali fatti di cotti accatastati sui tetti e


sampietrini incastrati al terreno, in unaria gelida in
cui annegano e si amalgamano note natalizie, San Vito
Romano si trasformato in un vero e proprio presepe.
Fin dai preparativi si respirato un grande clima di
riscoperta, di solidariet, di condivisione. Sono stati
chiamati a collaborare tutti i gruppi, religiosi e non,
presenti sul territorio e nessuno si tirato indietro.
Il Natale non stato assaporato solo per ventiquattro
ore. Lo si potuto vivere ben pi a lungo. I vicoli del
centro storico si sono magicamente trasformati in
botteghe e osterie di Betlemme. Chi passava l solo
per ammirare liniziativa, si sentiva cos inglobato in
questatmosfera che ogni scalino sceso, pareva un
passo sempre pi vicino al miracolo.
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Editoriale

Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

Questa nostra comunit di San Vito davvero molto aperta e piena di amore (i seminaristi, i sacerdoti ed io ne abbiamo fatto vera
esperienza), si avverte subito quello slancio
verso laltro che da tante parti, in questa nostra societ contemporanea, spesso non cos
scontato trovare, ma, allo stesso tempo, a
volte lappartenenza alluno o allaltro gruppo
ci pone un limite a questa nostra vocazione
cristiana allamore. Noi tutti siamo parte di
un unico corpo, Cristo, e come membra di
un unico corpo dobbiamo essere uniti: uniti
nellamore, uniti, cio, nella carit. E lo sappiamo: dove c carit l c Dio. Ogni volta
che partecipiamo alla celebrazione della Santa Messa viviamo e celebriamo proprio questo mistero di unit: questo mistero che poi
adoriamo quotidianamente nelladorazione
prolungata nella chiesa di San Rocco. Anche
la Santissima Trinit, la cui devozione fondamentale nella nostra fede e molto radicata
in questa nostra comunit ci invita alla contemplazione di un mistero di unit che inscindibile. Sforziamoci dunque di fare tutto
quello che in nostro potere, innanzitutto
personalmente e poi con chi ci vicino, affinch possiamo vivere questo mistero di unit
che celebriamo e veneriamo nella nostra realt quotidiana. E non difficile, non dobbiamo pensare a grandi eventi, bens riuscire ad
appianare quelle barriere, a volte inconsistenti, che si sono create tra vari gruppi, e sforzarsi di collaborare insieme nelle attivit della
comunit parrocchiale, per dar segno di unit
e vivere in noi questa unit che ci porter
allamore, alla carit, cio a Dio stesso. E
allora davvero potremmo dirci pienamente
cristiani. Certo non facile, ma non impossibile. Chiediamo allora al Signore di mettere
questa carit nei nostri cuori in una abbondanza tale da riuscire in questo santo proposito. Di cuore vi ricordo quotidianamente
nella preghiera e vi benedico con affetto.
San Vito Romano, 01.02.2015, Solennit di
San Biagio, Vescovo e Martire

Don Carmelo Salis,


parroco

n. 3

1 Febbraio 2015

E poco importava che il freddo rendesse difficile il


movimento; il cielo stellato, il profumo delle lenticGiovanni Testa chie calde e il calore dei paesani nelle
vesti nei personaggi
del presepe, rendevano il tutto incredibilmente familiare e casalingo. Cos
tra le serate di dicembre e le prime
notti di gennaio Cristo rinato anche a
San Vito Romano,
in una grotta costruita in piazza San
Biagio, tra la paglia,
lasino, il bue e le pecorelle nel recinto. Chiunque ha
passeggiato lungo quegli scalini fitti e disordinati ha
potuto fare la conoscenza di compaesani tutti nuovi.
Compaesani trasformati in falegnami e panettieri, in
pastori e filatori di lana. Insieme alla nascita di Ges
sono rinati tutti i mestieri pi antichi, che erano un
tempo il fulcro di quei vicoli secolari. Persone impegnate e volenterose, incredibilmente riscaldate
dallaffetto reciproco, da una parola di conforto, da
un grazie sussurrato e un Buon Natale urlato tra
una casa e laltra.
Tutti, chi pi e chi meno, hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione, a dimostrazione del
fatto che, indipendentemente dal gruppo a cui si appartiene, si pu e si deve lavorare insieme per la
creazione del Regno di Dio, anche attraverso la riscoperta del nostro meraviglioso paese e delle sue antiche tradizioni.
E chiss che limpegno dimostrato nel costruire una
capanna al centro del paese non abbia invogliato un
po tutti a costruirne unaltra nel proprio cuore, per
accogliere Ges Bambino ogni giorno, con lo stesso
calore dimostrato nei giorni di festa.
La redazione
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

n. 3

1 Febbraio 2015

Storia di un Santo: San Biagio


Da Oriente ad Occidente, impossibile
contare la moltitudine di gole che verranno benedette il 3 febbraio in occasione
della festa di San Biagio, Santo pregato in
quasi tutte le lingue del mondo, poich
venerato sia dalla Chiesa Cattolica che da
quella Ortodossa .San Biagio fu medico e
vescovo di Sebaste in Armenia nel IV secolo d.C., nel tempo in cui governavano
ben due Imperatori: Licinio in Oriente,
terra di Biagio, e Costantino in Occidente.
Nonostante nel 313 d.C. fosse stata gi
concessa la libert di culto ai cristiani, la
rivalit tra i due imperatori port Licinio a
continuare le persecuzioni, nel tentativo di conquistarsi il favore dei pagani. Perci, quando
ebbe inizio la persecuzione, Biagio si rifugi in montagna, abitando in una grotta con la sola
compagnia degli animali selvatici, chegli curava, essendo medico, mentre le bestie gli procuravano il cibo e non accennavano ad andarsene se non dopo aver ricevuto la sua benedizione.
I cacciatori del luogo, non trovando pi animali da cacciare, scoprirono, cos, che questi erano
riuniti tutti attorno alla caverna delleremita e comunicarono la loro scoperta allImperatore
Licinio, il quale ordin immediatamente la cattura del Santo. Durante il viaggio verso limperatore, Biagio comp numerosi miracoli ai fedeli che incontrava: san un bimbo ormai esanime a
cui era rimasta conficcata in gola una spina di pesce ed aiut una povera vedova a cui un lupo
aveva rubato il porcellino per sfamare i propri figli, facendo riportare al lupo il porcellino ancora vivo. Giunto al cospetto di Licinio, il Vescovo, che si rifiut di abiurare il suo Dio, venne
picchiato, scuoiato con i pettini di ferro utilizzati per cardare la lana e gettato in uno stagno
per essere affogato, ma camminando sulle acque riusc a tornare a riva e rinunci ancora una
volta di credere alle divinit pagane. Fu cos che intorno al 316 d.C. Biagio venne decapitato. Il
corpo del Vescovo fu deposto nella cattedrale di Sebaste e, dal 732 d.C., una parte dei suoi
resti sono custoditi a Maratea, a causa di una tempesta che blocc il loro viaggio verso Roma.
San Biagio divenuto nel tempo uno tra i santi pi invocati in tutto il Globo ed al suo nome
sono state attribuite numerose protezioni: Egli protettore della gola, dei laringoiatri e dei
suonatori di strumenti a fiato, per il miracolo della lisca di pesce; protettore degli animali,
per la sua vita eremitica insieme ad essi; protettore dei cardatori di lana, dei materassai, dei
filatori di lino, lana e cotone per i pettini con cui stato torturato ed anche protettore sia
delle greggi contro le insidie dei lupi, per il miracolo della vedova, sia degli osti, che a Roma
erano soliti riunirsi in una chiesa intitolata al Santo.
Marianna Carrarini
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

A festa e Santu Biasu i


seculu scursu
A festa e Santu Biasu, a Santu Vitu, una festa
tantu sentita, arichiama tanta gente che se nera
ita. La sera prima la festa la Cannelora, allora
nui gliemo abballe a Santu Biasu, ci pigliemo a
canneluccia benedetta e ci mettemo loglio alla
gola, prech Santu Biasu ci proteggesse. Doppo ci
stea a precissione e, tutti in fila, cantenno e preghenno, ficemo i giru e gliu paese.
I giorno appresso ci stea a fiera: a gente laspettea pe comprane chello che gli servea. Siccome Santu Vitu era un paese contadino, se compreno e cose pe la vigna: i soricchiu (la falcetta),
laccetta, a sega, i zappone, i tascapane e puru
che paru e stivali e gambali. Per ci steno puru i
sbanniminti, chigliu signore che strillea co quanta voce tenea, te ficea comprane nun paccu co
tanta roba, ci steno e cuperte, lenzora, tovaglie e
tante atre cose e aremannea tutti contenti a casa.
E femmene se compreno a seta nova pe cerne a
farina, se compreno a spianatora e gliu stennaturu pe fa e tacchie e la pasta collova. Alla fiera

Da non dimenticare

n. 3

1 Febbraio 2015

se venneno puru i portogalli, nui li vedemo na


vota aglannu, i nammorati a le nammorate glie
ne regaleno un canistru e vicinu ci metteno
glombreglio, a veletta che se metteno ncapu alla
chiesa o un paro e guanti.
Nui riazzi, quanno non gliemo alla scola, ci compremo du favinelle (carrube) e ce le gliemo a
magn dell alla Fontana Nova, loco ci venneno
gli animali: ci steno i cagli co glasinegli, ma soprattutto gliemo a ved a scrofa co i porcitti, ci
steno puru e gagline e gli pucini e nui riazzi passemo tanto tempu loco, a gente se gli comprea
prech ogni famiglia tenea glasineglio e i porcittu
seo. E po ci steno e ciammelle lievite: nonnema
Nannuccia era fornara e le cocea, pe gliu burgu
se sentea un beglio profumo che ficea arisorge
puru i morti e quando carepenso me veo le lacrime aglocchi.
A gente era tanta e puru a confusione, arevedivi
puru e persone che teri scordate.
Insomma, a festa e Santu Biasu, pe nui Santuitisi, stata sempre una gran bella ricorrenza, arechiamea tutti, per, quannu fiocchea, a festa saremannea.
Marisa Rossi

a tenere in ordine questo altare, perch riDopo anni di assenza del


conoscenti della guarigione avvenuquadro di Santa Teresa
ta allamica di Anna Nini, ammalata
del Bambino Ges, finaldi tumore. Anna Nini, Checchinella
mente limmagine ritorna
ed Emerenziana sono state i tre pilaal suo posto. Il quadro era
stri di questa comunit parrocchiale.
situato ai piedi della MaTutte e tre maestre di vita, missionadonna di Lourdes e fu poi
rie e catechiste. Prendendo spunto
acquistato dalla grande
da questo insegnamento di amore
maestra Anna Nini. In semi sono avventurata nella realizzaguito fu sottratto perch
zione del quadro di questa Santa
di grande valore: la cornitanto cara ai sanvitesi. Lopera stace infatti era del 600. Noi
ta completata da Vito Coni che ha
vogliamo ricordarlo per
un altro valore: la Santa era una figura fami- realizzato la cornice, su stampo originale,
liare per noi sanvitesi e veniva custodita e con lavoro paziente e professionale.
amata dalle allieve dellAzione Cattolica.
Checchinella ed Emerenziana si dedicavano
Anna Trinchieri e Vito Coni

Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

n. 3

1 Febbraio 2015

Parole di Vita
In questa quarta domenica del tempo Ordinario il Vangelo ci parla di un miracolo che compie
Ges: scaccia un demonio che si impossessato di un uomo. Vediamo un Ges tutt'altro che
dolce, tutt'altro che compassionevole. Vediamo un Ges autoritario, fermo, severo: Taci!
Esci da lui!. Ges non ha mezze misure con il male, Ges non scende a compromessi con il
diavolo! "Diavolo" che significa appunto: "colui che divide". Il male fa male e divide, ci mette
gli uni contro gli altri e ci mette addirittura contro Dio. "E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, usc da lui." Il demonio, davanti all'autorit di Ges, del Bene appunto, scappa,
fugge, indifeso. Cos tutti si stupiscono di Ges e della sua autorit: "furono presi da timore,
tanto che si chiedevano a vicenda: Che mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorit. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!". Questo dovrebbe essere quotidianamente il nostro atteggiamento di bravi cristiani: evitare, combattere il male, cercare e
vivere per il Bene. Se da soli non ci riusciamo domandiamo a Ges la forza, in fin dei conti Lui
non ne ha scacciati pochi di demoni nella sua vita!
Francesca Micocci

In questo vangelo ci viene rappresentato Ges sotto


l'aspetto di un medico, un medico venuto al mondo non
solo per i mali fisici ma soprattutto per i mali spirituali
che ci affliggono e ci rendono malati nell'anima. Ges si
presenta in ci come un prezioso alleato disponibile
all'ascolto e pieno d'amore nei confronti dei suoi figli.
La prima persona ad essere guarita, la suocera di Pietro,
dopo l'incontro con Cristo si mette al servizio. Lo incontra e non pu fare a meno di mettersi al servizio degli
altri per amore gratuito e con profonda umilt, segue le
orme di quel Dio che si reso servo degli uomini addossandosi tutti i loro peccati e donandosi gratuitamente
all'umanit. Cos nella nostra quotidianit chi incontra Cristo si fa servo dell'uomo, servo per
amore. Chi incontra Cristo ha un cambiamento tangibile e radicale nella vita: non resta l'uomo
vecchio ma si trasforma in un uomo nuovo. Un altro spunto di riflessione molto importante
la folla accorre alla casa dove si trovava Ges, a rappresentare il bisogno dell'umanit di essere salvata e guarita da Ges. Una frase che mi viene alla mente : '' Il malato accorre al medico ''. Tutti abbiamo le nostre malattie, le nostre croci e le nostre sofferenze e l'unico che ha la
medicina giusta per guarirci nel profondo proprio Ges che con il suo infinito amore ci sosterr e attuer miracoli nella nostra vita.
Aurora Trinchieri
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

n. 3

1 Febbraio 2015

Compassione e amore gratuito trapelano tra le righe del Vangelo di Marco.


Quella che ci viene presentata limmagine di un uomo abbandonato, solo, senza identit: il
lebbroso.
una figura rappresentativa nella quale ognuno di noi pu rispecchiarsi. un uomo che ha
perso tutto, famiglia, affetti, amici ed ha perso anche Dio. stato allontanato, emarginato dalla sua comunit ed ora chiede al Signore di essere purificato e lo fa umilmente, riponendo
completa fiducia in Dio. La reazione di Ges la compassione: dal latino cum-patior, sentimento che indica la partecipazione alla sofferenza dellaltro. Il Signore, infatti, tocca questuomo considerato impuro per la sua societ, trasgredendo cos la legge e lo purifica da una lebbra che non si vede esteriormente ma che lo macchia dentro: il peccato. Il gesto di Ges testimonianza di un Dio che non emargina, non discrimina, non esclude, ma concede il suo amore gratuitamente a tutti. Lamore di Dio attratto non dai meriti delle persone ma dai loro bisogni.
Quante volte come questuomo, ci sentiamo soli, abbandonati e tristi? Il lebbroso ci insegna a
manifestare la nostra fiducia in Ges, e a testimoniare la Sua misericordia.
Eleonora Cenci

E il Vangelo della prova, questo. Ges da solo, nella difficolt ed tentato. Un Ges umanissimo, un Ges che tanto ci assomiglia quando siamo nella prova e vediamo solo deserto intorno a noi. Leggiamo che Ges viene condotto dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentato
(lo sospinse nel deserto): sembra quasi una crudelt! Nel deserto e con Satana! Perch? Perch una prova cos difficile, a tu per tu con il Male? viene da pensarecos come ci viene da
pensare quando la vita ci mette a dura prova: Perch? Perch io? Perch questo dolore?.
Sono domande che ci tormentano e che sembrano non avere risposta in quel momento. Domande che anche Ges si sar posto. E, nella debolezza, ecco che arrivano le tentazioni: dai
Vangeli di Marco e di Luca sappiamo che il demonio tenta con le cose pi allettanti e che, nello
stato di bisogno, sembrano giuste. Ges ha fame? Il demonio offre il pane. Ges Figlio di
Dio? Il demonio lo alletta con con il potere sugli angeli e le ricchezze del mondo. E nella debolezza che si insinua il Male, perch aspetta che si cali la guardia per colpire, perch sa che,
quando siamo vicini a Dio, nulla pu farci. Ma Dio in questi momenti non ci lascia soli: lo Spirito lo sospinse nel deserto: abbiamo lo Spirito con noi, lamore di Dio che ci tiene a s e che
ci sostiene a non cedere alle tentazioni. Ges ci dice: convertitevi e credete al vangelo: ecco
come superare le tentazioni e le prove. Siamo chiamati a convertirci, CUM VERTERE, cambiare
insieme, insieme a Lui e al suo Amore. Nei momenti di crisi (dal greco, cambiamento) siamo
chiamati a cambiare insieme. Non siamo soli nei momenti difficili, Dio non lo permetterebbe:
nella prova, siamo chiamati a legarci ancora di pi a Lui, ad affidarci a Lui, per uscirne pi forti
e pi coscienti del Suo Amore.
Cristina Galizia
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

Semi di parole

n. 3

1 Febbraio 2015

MIRACOLO

Dal latino MIRACULUM meraviglia, a sua volta da MIRARI essere sorpresi: essere sorpresi dalla meraviglia, meravigliarsi. Questa parola, da sola, contiene due concetti di
una grandezza unica che insieme sono dimpatto, vita che prende vita: la meraviglia e la
sorpresa; ci che grande e bello ai nostri occhi e la sorpresa, ci che non ci si aspetta o
di cui non ci era mai accorti prima. La parola stessa ci dice che il miracolo non si pu prevedere, n tantomeno si pu intuire che sotto i nostri occhi possa accadere un miracolo
da un momento allaltro: miracolo sorpresa. La meraviglia inaspettata che si rende visibile tutta intorno. Miracolo la manifestazione della straordinariet: ci che, appunto,
stra-ordinario, sopra lordinariet.
Adriana Rossi

Il Carnevale
Letimologia del carnevale risale con ogni probabilit al latino carnem levare espressione con
cui nel Medioevo sindicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a
partire dal primo giorno di Quaresima. Il carnevale si colloca necessariamente tra lEpifania (6
gennaio) e la Quaresima. Le prime testimonianze risalgono
allepoca medievale (VIII sec. ca) e parlano di una festa caratterizzata da un godimento esagerato di cibi e bevande. Per tutto
il periodo si sovvertiva lordine sociale vigente e si scambiavano i ruoli nascondendoli dietro a delle maschere.
Non essendo una festa comandata e non trovando nessun accenno nella Sacra Scrittura cosa dobbiamo pensare di questa
festa? Vi sono, come in tutte le usanze umane, due scuole di
pensiero. La prima di proibire il carnevale per i comportamenti smodati di questa festa. La seconda si colloca nel fatto
che tutto permesso. Quale delle due sia giusta sia giusta poco importa: la questione unaltra. Io sono cristiano? Il Dio della mia salvezza ha cambiato la
mia vita? Se la risposta SI allora non esiste luogo dove io non posso stare o festa a cui non
posso partecipare. Ogni festa, anzi, viene trasformata dalla nostra presenza, ogni luogo
prende luce da Colui che luce in noi. Il cristiano colui che dona la sua testimonianza. Il
cristiano colui che prega per la Chiesa, per lo Stato, per i poveri, gli ammalati non facendone una burla. colui che prega per i propri nemici non rendendoli oggetto di scherno.
Essere cristiani difficile se non ci facciamo guidare da Lui. E difficile far risplendere la luce
che in noi, se non ci facciamo guidare dallo Spirito di Verit. Sar una bella festa se testimoniamo Cristo che ha cambiato la nostra vita e lha resa una testimonianza di luce. Buon
Carnevale quindi a tutti gli uomini di buona volont!
Gerardo Diglio
Gabriele Allegrino
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

Un miracolo dietro langolo

n. 3

1 Febbraio 2015

La testimonianza del mese

Quando sono partita per intraprendere un percorso di studi allestero ero davvero preoccupata.
Ero ben consapevole che avrei passato cinque mesi della mia vita lontano dalla mia quotidianit,
dalla mia casa, dalla mia famiglia, da tutte le persone a cui tengo davvero. Un salto nel vuoto,
unesperienza che sapevo sarebbe stata qualcosa di incredibilmente magnifico per la mia vita.
E stato cos. E mai, come in questi mesi, ho sentito Dio cos vicino.
Andare allestero significava anche avere pi difficolt nel trovare una chiesa cattolica. Ma avevo
una parrocchia dietro casa, un minuto a piedi. Scoprirlo mi ha riempito di gioia, mi ha soprattutto
sollevata.
E stato il primo piccolo miracolo che Dio mi ha donato dopo essere arrivata.
Ho cos cominciato a frequentare una parrocchia completamente diversa dalla mia, costruita nel
mezzo di una citt, piccola e sconosciuta, eppure incredibilmente viva. Una parrocchia che a lungo
andare diventata la mia famiglia.
Persone di ogni et, ragazzi e adulti che erano diventati ormai parte della mia vita. Un sacerdote
incredibilmente disponibile e gentile, intraprendete ed energico.
Cos, dopo la mia prima messa in quella nuova parrocchia, sono stata invitata a fare parte del
gruppo giovani. Ero incuriosita, non avevo ancora fatto amicizia con nessuno, e lidea di fare nuove esperienze mi allettava incredibilmente.
Era il primo mercoled sera che trascorrevo in quel nuovo Paese senza i miei genitori, sono cos
uscita di casa e mi sono diretta in parrocchia.
Unesperienza unica, canti, saluti, conversazioni, ore passate a chiacchierare senza accorgersi del
tempo che trascorreva. E poi, la prima cena fuori con quei ragazzi ancora sconosciuti per me. La
prima di molte.
Quella sera ho cominciato a capire quanto Dio stesse facendo per me, quanto mi stesse aiutando
ad affrontare la mia nuova vita.
Perch stare con quei ragazzi quella sera, e i mercoled a seguire, ha significato quanto Dio sia presente non solo quando si parla di Lui, ma anche quando grazie a Lui le persone si incontrano, e
cominciano a volersi bene.
Un mese dopo, arrivato il secondo miracolo. A scuola arrivata una nuova ragazza, italiana.
Tutto avrei immaginato, tranne di ritrovarmela seduta accanto in chiesa la domenica dopo averla
conosciuta. E nato con lei un rapporto intimo e speciale, di amicizia e di complicit. Passavamo
insieme moltissimo tempo, era diventata una persona davvero speciale. Ed grazie a lei, che poco
prima di partire, i primi giorni di dicembre, Dio mi ha donato il terzo miracolo.
C un ritiro in montagna, vieni? Sono andata. E la mia vita cambiata totalmente. Forse scriverlo non render mai lidea. Perch dire semplicemente che delle testimonianze, una celebrazione
penitenziale e dei canti fatti insieme hanno significato cos tanto per me sembrer quasi utopia.
Ma il modo in cui li ho vissuti, attimo dopo attimo. ci che ho capito, i passi percorsi e soprattutto il traguardo. Mi sono sentita incredibilmente felice, ho sentito per la prima volta di appartenere a un posto non solo per la bellezza, per la storia o per una particolare affinit. Mi sono
sentita legata a quel posto perch era Dio che in quel momento stava compiendo il Suo miracolo.
Mi stava donando una felicit immensa. Una felicit che tuttora perdura, che non mi far mai
smettere di rendergli grazie.
Lucia Testa

La testimonianza del mese

Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

n. 3

1 Febbraio 2015

Lo spunto culturale del mese


PER VIVERE NON BASTA NON MORIRE
Luca Lazzarini, detto Lazzaro, il protagonista del
libro intitolato Sia fatta la tua volont. un uomo
comune. Ha un lavoro, qualche amico, una vecchia
macchina e una famiglia da cui troppo spesso vorrebbe scappare. Una famiglia un po malandata, tenuta insieme solo dallamore e dalla fede di una madre
umile e paziente. La vita di Lazzaro scorre tranquilla
nella mediocrit, senza alti n bassi e lui spesso ne
risente, ma non ha voglia di fare qualcosa per cambiarla: non saprebbe nemmeno da dove cominciare.
Poi per arriva un giorno nel quale scopre di essere
malato. All'inizio per Lazzaro sembra che tutto stia
precipitando.
Non vuole morire, vuole ancora questa vita di cui ha goduto cos poco. Solo grazie all'incontro con don Edoardo riuscir a dare una svolta: scegliere di vivere in pienezza e usare i talenti
perch "non voleva restituirli ancora nuovi come chi non apprezza i regali ricevuti". Inizia a
pregare chiedendo di guarire: in realt, "la volont di Dio non andava in quella direzione".
Lazzaro ci ricorda che: "Forse certe cose non capitano per motivi che si possano giustificare,
o che si possano contare con i numeri o i pensieri. Certe cose capitano perch Dio vuole che
capitino, e noi tutti siamo solo strumenti. Non capiamo, perch capire non si pu: non ci
dato. Perch la gente muore, si ammala, perch la schiavit, perch il brutto e la sofferenza?
Dio sbaglia, non vede? Non ha tempo? Poi arriva un giorno, un giorno che non scegliamo,
che non si pu indovinare. E quel giorno gli STRUMENTI DI DIO PRENDONO VITA, si animano
di forze incomprensibili, e ci regalano una SALVEZZA insperata. Che GIOIA, che VITA, e
che non si deve cercare di capire. PERCHE' LA VITA CHE DIO DONA VA SOLO AMATA!". Un
evento negativo risveglia il cuore del protagonista che, con un coraggio che in pochi hanno,
si affida alla volont di Dio e riscopre il valore di ogni dono che Lui fa: Cosa avrebbero risposto, nei talk show della notte: meglio riempire di giorni la propria vita, o riempire di vita i
propri giorni? Sorrise, Lazzaro, perch conosceva la risposta.
Giada Cianfriglia, Michela Colaneri,
Sara Testa

Un quadro al mese
San Biagio, originario dellArmenia, visse tra il terzo e il quarto secolo ed venerato sia nella Chiesa
cattolica che in quella ortodossa. Come innumerevoli martiri del suo tempo, egli fu imprigionato dal
nemico romano e fu decapitato per non aver rinnegato la sua fede in Cristo. Biagio fu medico ed
ricordato soprattutto per essere il protettore della
gola. Tale particolare devozione riservatagli deriva
da un episodio che segn la sua vita. Sembra, infatti, che il santo salv un bambino che stava morendo soffocato a causa di una lisca di pesce.
Al vescovo armeno, nel nostro paese, intitolata
una maestosa chiesa, che allo stato attuale frutto
di vari rifacimenti avvenuti nel corso del tempo. Di
notevole bellezza laltare principale, caratterizzato da stucchi e decorazioni tipici della ricchezza e
del colorismo di et barocca. Contribuisce alla magnificenza la pala daltare, un affresco di grandi
dimensioni raffigurante San Biagio Vescovo. A parte la leggibile iconografia, tuttavia scarsissime informazioni storico-artistiche riguardano lopera.
Innanzitutto lautore ignoto e ci non facilita per
nulla unanalisi pi dettagliata. Secondo Amedeo
Rocca, nelle Memorie di San Vito Romano (anni
60 del secolo scorso), il quadro del 1609, anno in
cui fu terminato lampliamento della chiesa. Inoltre, sempre Rocca, scrisse che poi stato ritoccato
dal valente pittore sanvitese Enrico Cinti nella
seconda met del 1800. Ad oggi queste sono le
uniche notizie certe.

n. 3

1 Febbraio 2015

Giovanni Testa

Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

Pala d'altare, Chiesa di San Biagio San Vito Romano

che regge per mano un piccolo bambino dai riccioluti capelli biondi, forse proprio il piccolo che il
santo salv dal soffocamento.
Ai lati del vescovo martire ci sono, di nuovo secondo Rocca, due uomini vestiti con la cotta. Essi sono
i fratelli Porfirio ed Aquilante Denni. Il primo fu
arciprete di san Biagio nonch primo notaio del
paese, mentre don Aquilante fu suo collaboratore.
Gli altri astanti sembrano essere, dalle vesti, popolani che accorrono per chiedere nuove grazie al
santo, in particolare si veda sullo sfondo una donna con un bambino in braccio. Ben riuscita una
giovane donna poco pi in l di San Biagio. Dall
acconciatura che abbellisce i suoi capelli rossi non
sembra una popolana e, vestita elegantemente
dazzurro, offre un omaggio floreale al vescovo.

Probabilmente, il restauro del diciannovesimo secolo, potrebbe aver contribuito ad unalterazione


dei colori originari dellopera. Allepoca, in materia
di restauro, ancora non si prestava molta attenzione e spesso, invece di ripulire solamente, si osava
tanto da distruggere loriginale. Ma al di l di qualsiasi intervento, cosa certa che lautore seicentesco non era sicuramente un artista al pari del suo
contemporaneo Caravaggio. Nella pala daltare
sanvitese non c prospettiva e i personaggi, maggiormente quelli sullo sfondo, sono ammassati al
Nel 1715 laltare della chiesa venne arricchito ultelimite della claustrofobia.
riormente da un balaustra in legno di noce, realizSulla scena il posto donore in primo piano , chia- zata dal falegname sanvitese Filippo Ronci su comramente, riservato a San Biagio. E la figura stilisti- missione del marchese Gerolamo Theodoli. Semcamente migliore ed rappresentato con linea- pre per conto dei marchesi Theodoli, nel 1715 fu
menti solenni e con una folta barba bianca, simbo- innalzato il campanile e il 13 ottobre del 1777 la
lo di saggezza. Abbigliato con i tipici paramenti chiesa venne consacrata dal Vescovo Ruggeri.
vescovili,
egli in atto di benedire una donna in ginocchio

Federica Marchetti
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

Ho visto Dio

n. 3

1 Febbraio 2015

La rubrica musicale
Potrebbe essere Dio Renato Zero

Ho visto una donna


nel grembo portava una vita
Nei suoi occhi pieni damore
Ho visto Dio
Nei prati tra erba e fiori ho
guardato un bimbo giocare
Era sporco di terra in quegli
occhi innocenti
Ho visto Dio
Ho visto un uomo intento nella
fatica del giorno
Sudato e stanco ma con il
sorriso in viso
Anche in lui ho visto Dio
Un vecchio curvo con le rughe
in volto
Ha incrociato il mio sguardo
dietro portava la sua vita
Nella sua esperienza
Ho visto Dio
Quello che ho visto mi d
coraggio
D pi forza al mio cammino
Perch in questa mia vita
Mi sta guardando Dio!

Mario Liparoti

Se c'era un Dio da discutere


adesso, non c' pi.
Sei troppo ingenuo da credere,
che un Dio, sei tu.
Dio non sar aritmetica,
ne parapsicologia,
non sta nei falsi tuoi simboli,
nella pornografia!
Ti giochi Dio al totocalcio,
lo vendi per una dose,
lo butti via in una frase,
lo cercherai in farmacia
Pensi Lui vada a petrolio,
la fede, non un imbroglio.
E non c' Dio sulla luna,
ma in questa terra che trema!
Se mai non sar Dio,
sar ricostruire!
Se mai, lo ritroverai,
in un pensiero, in un desiderio,
nel tuo immenso io, c Dio!
Potrebbe essere Dio
E anch'io con te cercherei,
nella paura una strada sicura,
un'altra promessa, magari la
stessa: Dio.

Riporta Dio dove nascerai,


l dove morirai.
Riporta Dio nella fabbrica,
nei sogni pi avari che fai
Ti giochi Dio al totocalcio,
lo vendi per una dose,
lo butti via in una frase,
lo cercherai in farmacia.
E Dio non un manifesto,
la morte senza un pretesto
La noia o un altro veleno,
la bocca di un altro squalo
Se mai un Dio non ce l'hai,
io ti presenter il mio
Dove abita, io non saprei
Magari in un cuore, in un atto
d'amore,
nel tuo immenso io, c' Dio!
Potrebbe essere Dio
E tu, al posto suo,
mi tradiresti?
Mi uccideresti?
Mi lasceresti senza, un Dio?

La fede, nei testi di Renato zero, un tema ricorrente. Ma


questa canzone ha dello speciale perch ha parlato e cantato
Dio per come dovrebbe essere per chi crede. Leggendo questo brano, ci dice che Dio in tutto, ed tutto: nelle nostre
tradizioni, nelle nostre abitudini, anche quelle non troppo
attinenti alla fede. Ognuno di noi pu trovare Dio, anche nei
posti pi impensabili: nel nostro cuore, in un gesto d'amore,
in chiesa e per strada, ma la cosa importante che si trovi!
La fede il nostro vero sostegno.
Cari lettori, preghiamo e doniamo la nostra anima a Dio!
Vito Sallusti
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

LE PRESENTO?
So fatte tutte cos alla bona
scritte in dialetto sanvitese
pe fa cap larguzia paesana
e fa scrne e bellezze e stu paese.
pe fa ved gli bgli panorami
che te po ved ncima alla Torricella!
Che mancu pitturati co le mani,
a veduta la po ved pi bella.

Le Curiosit...
n. 3

1 Febbraio 2015

eppo mareccunti chello chai vedutu.


Tu vacci de matina,o de sera!
De paisi ne vidi na ventina,
gli vidi alla montagna, alla pianura
o appericcati sopre a na collina!
Vabb! La piantu me sto zittu
forse prech gl iaglio stufatu?
Ve saluto listesso

Gliu vo ved i paradisu sanu?


Tu v ncima agliu monte e santuitu,
oppuru alla chiesetta e Compiglianu
Per far sentire meno soli i nostri cari compaesani abbiamo deciso di pubblicare la prima delle
poesie contenute in un libricino antico. Lautore poco conosciuto: Mario e No. Purtroppo
non abbiamo potuto ricavare notizie di questo grandioso poeta, lunica cosa certa che il libro
stato pubblicato dai figli e stampato nel 1999. In realt cera gi stata una prima pubblicazione
trentanni prima, ma non abbiamo le copie.
Proporremo, quindi, nei prossimi numeri del giornalino alcune delle sue magnifiche poesie in
ricordo suo e del paese di San Vito Romano.
Buona lettura a tutti!
Rachele Rossi

San Valentino

Cioccolatini, mazzi di fiori, biglietti dauguri e, per i pi


fortunati, un bel fine settimana romantico fuori porta
La festa forse pi amata e pi odiata allo stesso tempo
alle porte: San Valentino. Mentre qualcuno si sta spremendo le meningi per sorprendere lamato con il regalo
pi bello e qualcun altro pensa che lamore vada celebrato ogni giorno, noi ci siamo chiesti quale fosse lorigine di questa festa e ci piacerebbe condividere le nostre
scoperte con voi. Bench le notizie sulla vita di San Valentino aleggino tra realt e leggenda, si sa per certo
che visse tra il 176 e il 273 d.C. Venne ordinato vescovo
della Diocesi di Terni da San Feliciano di Foligno nel 197.
In un periodo in cui i cristiani venivano perseguitati,
Valentino dedic la sua vita alla comunit: la sua attenzione si rivolgeva in particolare ai poveri, alle vedove,
agli orfani e ai carcerati. Affiancava alla carit la predicazione, nella speranza di avvicinare pi persone possibili
a Dio. Era amato e seguito da molti e questo non piacque allimperatore Aureliano che lo fece imprigionare e
successivamente decapitare durante la notte, per evitare insurrezioni in sua difesa da parte dei fedeli.

Era il 14 Febbraio e in questo giorno i Romani celebravano la festa dei Lupercalia, durante la quale si
praticavano riti di purificazione in onore di Fauno,
dio della fertilit. In seguito nel 496 papa Gelasio I,
con lintento di cristianizzare lantica festivit romana, dedic il giorno 14 febbraio a San Valentino. La
Chiesa infatti riteneva che il Santo fosse in grado di
proteggere gli innamorati e indirizzarli al matrimonio, come ci testimonia una storia a lui legata. Si
racconta che Valentino, gi vescovo, udendo due
fidanzati litigare, regal loro una rosa e li invit a
pregare per fare pace e imparare a guardarsi sempre reciprocamente con gli occhi di Cristo. I due fidanzati tornarono qualche anno dopo dal vescovo,
chiedendo la benedizione per il loro matrimonio.
Nonostante la piega commerciale che questa festa
ha preso, sarebbe bello riscoprirla per quello che
realmente : la celebrazione dellAmore. Quello di
San Valentino, capace di portare conforto e pace al
prossimo. Buona festa degli Innamorati a tutti!
Sofia Testa

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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

n. 3

1 Febbraio 2015

I PassaTenda
GIRO DI CHIESE (Il bersaglio)
Un rapinatore sale su un autobus a Napoli e grida: "Fermi,
questa una rapina!". Un signore si alza e dice: "Oh mamma che spavento! Pensavo fosse 'o controllore!"

Pierino viene interrogato dalla


maestra che le chiede "Pierino,
ascoltami bene: io studio, tu
studi, egli studia, noi studiamo,
voi studiate, essi studiano. Che
tempo ? E Pierino le risponde: "tempo sprecato signora
maestra"

Uno sposo ed una sposa vanno


a cercare casa e non trovandola dicono a un muratore: - "Ci
farebbe una casa rotonda?"
- "Si, ma a che scopo?"
- "No niente che mia suocera
mi ha chiesto se avevamo un
angolino per lei!"

Il figlio al padre il giorno di Carnevale: - Pap mi compri i coriandoli? Il padre risponde:


"No! Tu poi li butti!"

Partendo dalla parola che indicata


dalla freccia (Madonnina), raggiungete
quella contenuta nel centro del bersaglio (San Biagio), eliminando successivamente tutte le parole incluse in esso,
secondo le regole che seguono:
La parola pu essere un anagramma
della parola che la precede.
Pu essere un sinonimo o un contrario della parola precedente.
La si pu ottenere aggiungendo o togliendo o cambiando una lettera della
parola precedente.
Pu trovarsi unita alla parola precedente in un detto, in una similitudine,
in una metafora o per associazione d'idee.
Pu formare, unita alla precedente, il
nome di una persona celebre o di un
luogo famoso reale o immaginario.
(Marianna Carrarini)

Aurora Trinchieri
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SOLUZIONE: MADONNINAMARIAS.MARIAARCECAREPAREPANES.ROCCOPIGNA
VIGNAVITEVITOS.VITOMONTECONTECENTOSECOLOSCOLOCOLO COLI

Giornale Parrocchiale di San Vito Romano

n. 3

1 Febbraio 2015

Incroci di Febbraio

(Marianna Carrarini)

7 uova
3 kg e 300 gr di farina
1 kg di zucchero
1 lt di latte
1 bicchierino di sambuca
Scorza grattugiata di un
limone
Scorza grattugiata di un
arancio
Anice
bicchiere di olio
70 gr di lievito di birra
Sale

Disporre la farina e aggiungervi lo


zucchero, le uova, lolio, la sambuca,
lanice, il sale, la scorza dellarancio
e del limone e il lievito sciolto in un
bicchiere di latte tiepido. Mescolare
tutto e aggiungere il latte. Lavorare
limpasto e lasciarlo lievitare per tre
ore. Formare poi delle ciambelle e
lasciarle lievitare per 1 ora. Spennellarle con luovo sbattuto e infornarle a 180 per 30 minuti circa.

2 uova
150 zucchero
1 bicchierino di liquore alchermes

1 bicchiere di latte

1 cucchiaio dolio

Scorza grattugiata
di un limone

1 bustina di lievito
per dolci

Farina Q.B.

Olio per friggere


Montare le uova e zucchero. Aggiungervi il liquore, lolio e la scorza
grattugiata di un limone. Sciogliere
il lievito nel bicchiere di latte e aggiungerlo allimpasto. Mescolare
tutto e aggiungere la farina fino ad
ottenere un composto omogeneo.
Scaldare lolio e farvi scivolare mezzo cucchiaio di impasto alla volta.
Una volta pronte spolverate le castagnole con dello zucchero a velo.

Giulia Luzzi

Inserisci le parole nello schema, le lettere contenute nelle


caselle grigie, prese nellordine, daranno la soluzione allindovinello.

4 LETTERE

6 LETTERE

10 LETTERE

- Gola

- Ceneri

- Castagnole

- Olio

- Frappe

- Coriandoli

5 LETTERE

8 LETTERE

9 LETTERE

- Borgo

- Bestiame

- Candelora

- Carri

- Febbraio

- Quaresima

- Festa

-Maschere

- San Biagio

- Fiera

- Carnevale

11 LETTERE
- Processione
Crua n se trova e cotta se jetta, lel ndovina cos?

MusicaInsieme
Da Sabato 31 Gennaio, dalle ore 16 alle ore 17
nella sede di Santa Maria, avr inizio un
percorso musicale per coltivare insieme il
piacere della musica. Il corso gratuito e
aperto a tutti: dai pi piccoli ai pi grandi. Vi
aspettiamo numerosi per degli incontri musicali allinsegna del divertimento e del piacere
di imparare. Per informazioni relative al corso
si pu contattare Vito Sallusti cell.
3932177123

Per informazioni o curiosit relative al


giornalino possibile contattare:
Adriana Rossi cell. 3345811927
(mail: adrianarossisvr@gmail.com)
Marzia Nini cell. 3934339613
Michela Colaneri cell. 3665465573
(mail: mikela.colaneri@gmail.com

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